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LINEA JOVANE – L’ASTICELLA DEI TAGLI AL CORSERA VIENE ALZATA A 110 (SU UN TOTALE DI 353 GIORNALISTI)….

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1- RCS, RISCHIO AUMENTO TAGLI AL CORRIERE DELLA SERA
Andrea Montanari per "Milano Finanza"

SCOTT JOVANE

L'azienda Rcs non è contraria a priori alla permanenza dei giornalisti del Corriere della Sera nella sede storica di via Solferino. Ma oltre all'accorpamento nel palazzo in pieno centro delle redazioni della Gazzetta dello Sport e dell'allegato Sette - come riferito oggi da MF-Milano Finanza - che porta all'automatica vendita dello stabile di via San Marco, c'è un'altra contropartita sul tavolo: maggiori tagli del personale.

L'altro intervento che i vertici del gruppo editoriale di via Rizzoli, a partire dall'ad Pietro Scott Jovane, intendono fare è proprio sull'organico dello stesso CorSera, uno dei pochi se non l'unico asset ad avere conti in positivo anche nel 2012. In particolare, adesso l'asticella dei tagli sarebbe stata elevata a 110 (su un totale di 353 giornalisti).

SEDE CORRIERE DELLA SERA

Una soglia molto alta se se si considera che fino a pochi mesi si parlava di 70 uscite al massimo e che se si prendono a riferimenti i parametri anagrafici al momento in redazione sarebbero solo 66-67 i giornalisti in età prepensionabile (le classi anagrafiche 1954-1955).

Ma, trapela nei corridoi di via Solferino, a questo punto l'intervento strutturale sull'organico potrebbe essere su base triennale e, quindi, arrivare a coinvolgere a regime anche i colleghi nati nel 1956 e 1957. Solo così si raggiungerebbe la cifra di 110. "Un prezzo da pagare altissimo per la redazione", dice un consulente strategico addentro alle cose di Rcs.

"Ma oggi come oggi il Corriere si può fare con uno staff di 250 persone". A ciò si aggiungerebbe anche un'altra richiesta-imposizione avanzata dal management di Rcs per garantire la permanenza in Solferino: l'eliminazione di ogni benefit aziendale, a partire dalle automobili.

TORRE RIZZOLI

Di tutto questo se ne sta parlando in queste ore sia all'interno del gruppo sia a livello sindacale a Milano e a Roma. La Fnsi è già da settimane sul dossier così come hanno avviato le prime consultazioni gli organi nazionali dei tre principali sindacati, Cgil, Cisl e Uil. Tutto perché, secondo quanto confermano più fonti a milanofinanza.it, giovedì 28 febbraio l'ad Jovane incontrerà in mattinata il coordinamento nazionale Rsu di grafici e poligrafici della Quotidiani e, poi, nel pomeriggio i cdr di Corriere e Gazzetta.

A loro sarà illustrato il piano di ristrutturazione definitivo che a questo punto dovrebbe essere approvato dal cda di Rcs venerdì 1 marzo in concomitanza con il via libera alla ricapitalizzazione da 400 milioni e al riscadenziamento del linea di credito da 1 miliardo che scade quest'anno.

Enrico Cucchiani Giovanni Bazoli Banca Intesa


2- RCS, PER JOVANE LA PRIORITÀ È IL DEBITO. SU SOLFERINO VARIE OPZIONI
Andrea Montanari per "Milano Finanza"

Priorità al risanamento finanziario con l'obiettivo dichiarato di ristrutturare l'ingente debito (938 milioni) e soprattutto riscadenziare gran parte (800 milioni) dell'esposizione a breve. Per questo si sta lavorando con le banche, in primis Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e Unicredit, alla soluzione migliore.

Federico Ghizzoni Unicredit

Anche in vista del cda d'inizio marzo, probabilmente venerdì 1 marzo, che dovrà approvare l'aumento di capitale da almeno 400 milioni. Ovviamente non va trascurata la valorizzazione del patrimonio immobiliare, in particolare i palazzi di via Solferino e via San Marco.

Sono queste le tematiche centrali del lavoro dell'ad di Rcs Mediagroup, Pietro Scott Jovane. Il manager di scuola Microsoft le ha ribadite oggi al convegno dedicato alla figura di Candido Cannavò. 

"Dopo aver fatto approvare il piano a dicembre, ora per Rcs la priorità è gestire la parte finanziaria, che è molto complicata, con la ristrutturazione del debito e la rivisitazione delle scadenze per farle coincidere con il fabbisogno del piano, anche oltre il 2015", ha affermato Jovane.

Angelo Provasoli

"Con le banche stiamo rinegoziando un debito per 800 milioni, di cui 700 milioni in scadenza al 2013, rispetto a una facility molto superiore al miliardo a disposizione". Un percorso che "va di pari passo" con la ricapitalizzazione da prevedere ex articolo 2447 del codice civile e legata alle ingenti perdite, per gli analisti superiori ai 400 milioni, del 2012 (a fine settembre il rosso era di 380,5 milioni).

E comunque per l'ad di Rcs "in questa fase c'è bisogno di mostrare agli azionisti e alle banche senso di responsabilità, capacità di fare efficienza e ripensare che cosa è strategico e cosa no. Dobbiamo fare il massimo sforzo possibile per poi chiedere il minimo indispensabile a soci e istituti di credito".

Per questo, nonostante le forti pressioni della redazione del Corriere della Sera e l'ipotesi di una mediazione sul trasloco a Crescenzago, resta sempre aperto il tema della valorizzazione del palazzo di via Solferino. "E' presto per parlare", ha tagliato corto Jovane. "Le alternative sono varie. Ma dobbiamo prendere atto che non ci sono spazi di scelta. Va ottimizzata la condizione del patrimonio. Abbiamo una scadenza significativa per fine anno e andiamo di fretta. Vogliamo arrivare con le banche in tempo sul debito per vedere poi la soluzione sugli immobili".

RECOLETOS

Jovane è poi stato interpellato sulle parole dell'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, che l'altro giorno ha parlato delle difficoltà di esecuzione che vede nel piano Rcs chiedendosi se non serva forse un aumento di capitale più consistente: "Se fossi stato in Ghizzoni", ha detto il manager di via Rizzoli, "avrei detto qualcosa di simile. Nell'editoria siamo in discontinuità, come creditore è giusto che Unicredit ritenga difficile l'esecuzione di un piano così di questi tempi".

Infine, a margine del Candido Day, Jovane ha parlato delle condizioni del mercato segnalando che sono complicate e difficili per tutti. Fino a dopo le elezioni rimarrà così, ha chiosato. "In Spagna la situazione è un po' meno drammatica rispetto alla fine dell'anno scorso, l'inizio anno è andato meglio".

 

 


OCCHIO AL BANANA - ALTRO CHE CONGIUNTIVITE: BERLUSCONI NON È ANDATO A NAPOLI PERCHÉ HA IL “DISTACCO POSTERIORE DEL VITRE

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(ANSA) - "Non si è risparmiato negli ultimi due mesi e alla fine la paghi. E' da qualche tempo che non sta bene, che accusa disturbi visivi, e ha una fastidiosissima congiuntivite con una nevralgia molto forte. Poi oggi il fatto nuovo, il distacco posteriore del vitreo. Se uno trascura l'occhio le conseguenze possono essere inimmaginabili. Gli ho dovuto imporre il riposo, lui non voleva".

SILVIO BERLUSCONI FA L'OCCHIOLINO

Lo ha detto Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi e primario al San Raffaele di Milano, a La Zanzara su Radio 24. "Bisogna evitare traumi e affaticamento - dice Zangrillo - ma speriamo che non debba andare in Kenya dopo le elezioni. L'ho sempre votato, spero vinca". "Deve tornare a fare una vita normale - prosegue ancora Zangrillo - perché ha dormito non più di due, tre ore per notte. Io gli dico basta con questa vita ma è inutile. Lui dice no".

"Mi ha sorpreso come un uomo di 76 anni - dice Zangrillo - possa avere un vigore straordinario con ritmi che uno come me con 20 anni di meno non potrebbe sostenere. Se si rimette, potrebbe attraversare a nuoto lo Stretto come ha fatto Grillo? Ha il corpo strutturato, come uno sportivo".

Alberto Zangrillo il medico di Berlusconi

 

MILANO +1,4% - SPREAD 288 - IL TESORO TAGLIA LE STIME PIL 2013: SARÀ -1% (ALTRO CHE -0,2%) - L’UE CERCA DI AIUTARE MONTI

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1- BORSA: MILANO CHIUDE IN RIALZO GRAZIE ALL'IFO, FTSE MIB +1,4%
Radiocor - Milano chiude in rialzo (Ftse Mib +1,40%) l'ultima seduta prima delle elezioni, recuperando terreno dopo il crollo della vigilia. Il bilan cio della settimana resta pero' negativo (-1,6% circa), segno che l'incertezza politica sul voto di domenica ha pesato sul mercato. A sostenere i listini europei, ieri penalizzati anche dalla possibilita' che la Fed interrompa o modifichi le misure di stimolo all'economia, e' stato il dato sulla fiducia delle imprese tedesche (Ifo), superiore alle attese.

Bene quindi Parigi, Francoforte, Londra e Madrid. A Piazza Affari la migliore tra le big e' stata Tenaris (+4%), dopo la pubblicazione dei conti 2012. In crescita le banche, soprattutto le popolari, con il mercato che ora scommette sulla trasformazione in spa anche di Ubi (+3%), oltre a Bpm (-0,9%), vittima di qualche realizzo. In decisa flessione Finmeccanica (-4%), dopo che il cda ha deciso di rinviare l'approvazione del bilancio, in attesa di quantificare l'impatto sui conti della cancellazione della commessa in India.

MARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpeg

Male Pirelli (-3%), mentre l'azionista Camfin e' salito del 5%, sulle indiscrezioni relative al possibile lancio di un'o pa sulla societa'. Balzo dell'11% per la matricola MC-Link. Sul mercato valutario, l'euro e' in deciso calo dopo che la Bce ha comunicato rimborsi alla seconda tranche Ltro decisamente sotto le attese: la moneta unica tratta a 1,316 dollari e a 122,9 yen. Dollaro/yen a 93,388. Il petrolio cede lo 0,11% a 92,74 dollari al barile.

2- SPREAD BTP CHIUDE SETTIMANA A 288 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude l'ultima seduta prima delle elezioni di domenica sotto quota 290 punti (288). Il tasso sul decennale del Tesoro si attesta al 4,44%.

3- PIL: ANCHE IL TESORO PRONTO A TAGLIARE STIMA A -1% NEL 2013
Radiocor - Il Tesoro e' pronto a rivedere al ribasso le previsioni di crescita per l'anno in corso. Secondo le indiscrezioni raccolte da Radiocor, nel prossimo Documento di economia e finanza (Def) che sara' diffuso il 10 aprile la stima del Pil sara' tagliata in linea con le ultime stime di Banca d'Italia, Fmi e Commissione europea a -1%. L'ultimo aggiornamento del ministero dell'Economia prevedeva un calo del Pil dello 0,2% quest'anno. L'Istat nell'ultimo comunicato sul Pil 2012 ha calcolato una flessione acquisita del Prodotto per l'anno in corso di -1%.

olli rehn

4- PIL: UE, LA LUNGA RECESSIONE ITALIANA FINIRA' A META' 2013
Radiocor - La lunga recessione italiana e' attesa finire 'a meta' 2013'. E' questa la previsione della Commissione europea che sottolinea come le strette condizioni finanziarie, l'alta incertezza e l'impatto del consolidamento del bilancio abbiano colpito consumi e investimenti nel 2012. Cio' ha portato al 'collasso' delle importazioni, mentre le esportazioni sono state sostenute dalla domanda dei partner non Ue. La bilancia commerciale e' tornata positiva per la prima volta dal 2004.

5- CONTI PUBBLICI: UE, ITALIA IN EQUILIBRIO GRAZIE A CORREZIONI STRUTTURALI 2012-2013
Radiocor - 'In termini strutturali per il 2013 e' attesa una posizione di bilancio largamente equilibrata grazie a un aggiusta mento strutturale di 3,5 punti percentuali del pil nel 2012-2013'. E' questa la valutazione della Commissione Ue contenuta nel rapporto di previsione d'inverno pubblicato oggi. Le stime si basano su uno scenario di politiche invariate.

PIETRO SCOTT JOVANE AL CONVEGNO DI A SULLA TELEVISIONE

6- CONTI PUBBLICI: REHN, NON NECESSARIE PER ITALIA NUOVE MISURE
Radiocor - 'A questo stadio non sono necessarie misure addizionali' di consolidamento di bilancio in Italia. Lo ha detto il commissario Ue agli Aff ari economici Olli Rehn.

7- RCS: JOVANE, OFFERTE PLURIME PER PERIODICI, ANCHE EDITORI ITALIANI
Radiocor - 'Abbiamo aperto una trattativa, abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse precise e plurime e ci stiamo lavorando. Sono meno di dieci e vengono da editori, prevalentemente italiani, ma anche da operatori finanziari, anche esteri'. E' quanto ha indicato l'a.d. del gruppo Rcs, Pietro Scott Jovane, riferendosi alle testate della divisione Periodici interessate da eventuali chiusure o vendite. I negoziati potrebbero concludersi 'entro qualche settimana, presumibilmente nel primo trimestre'.

SEDE CORRIERE DELLA SERA

Scott Jovane ha voluto precisare che la cessione delle testate 'e' preferita: piuttosto che chiudere, preferisco cedere'. Il manager ha sottolineato che si tratta di 'testate di grandissimo valore, magari non strategiche per Rcs, ma per altri si''. Sulle necessita' finanziarie del gruppo il manager ha detto: 'Le verita' primarie in Rcs sono aver fatto approvare il piano di sviluppo a dicembre e soprattutto gestire la parte finanziaria, che e' molto complicata, con la rivisita zione delle scadenze del debito in modo che coincidano con il fabbisogno del piano, anche oltre il 2015.

I due temi vanno di pari passo'. 'Penso che la societa' abbia bisogno di dimostrare alle banche il forte senso di responsabilita', di pensare a tutto quello che non e' 'core', di fare il massimo sforzo interno per poi chiedere il minimo indispensabile ai soci. Io faccio tutti i sacrifici necessari' ha aggiunto. Sulle cessioni di immobili, Scott Jovane ha spiegato: 'Le alternative sono varie. Non e' un momento economico favorevole e occorre prendere atto che non ci sono gli spazi di scelta su questa condizione patrimoniale. Va ottimizzata la situazione e quindi occorre arrivare con le banche in tempo sul debito e vedere le soluzioni. Non ci sono grandi liberta', andiamo di fretta'.

WINTERKORN CAPO DI VOLKSWAGEN

8- VOLKSWAGEN: CONTI RECORD 2012, MA DIVIDENDO SOTTO ATTESE
Radiocor - L'anno scorso il gruppo Volskwagen, leader nel settore dell'auto in Europa, ha registrato conti record, ma un dividendo sotto le attese. L'utile operativo e' salito del 2,1% a 11,5 miliardi di euro e l'utile ante imposte del 34,7% a 25,5 miliardi (le cifre sono in linea con le attese degli analisti).

L'utile netto e' aumentato del 41% a 21,7 miliardi, grazie in particolare a effetti positivi legati all'acquisizione di Porsche, su un fatturato in rialzo del 21% a 192,68 miliardi e le consegne sono salite del 12,2% superando per la prima volta il livello di 9 milioni di unita' a 9,3 milioni. Il gruppo intende proporre all'assemblea degli azionisti un dividendo di 3,50 euro per ogni azione ordinaria di 3,56 euro per ogni azione privilegiata (+50 centesimi per entrambi i tipi di azione).

Gli analisti avevano pero' previsto una cedola intorno a 4 euro, il che pesa sulle azioni del gruppo, che alla Borsa di Francoforte cedono piu' dell'1%. La casa tedesca nel 20 12 ha inoltre registrato una liquidita' netta per 10,6 miliardi nel settore Auto (-37,6%), il che 'gli consente stabilita' e flessibilita' finanziaria' e per il 2013 stima un aumento del fatturato e stabilita' per il risultato operativo.

SPINETTA

9- ALITALIA: SPINETTA (AIR FRANCE), NON C'E' NOSTRO PROGETTO CON ETIHAD
Radiocor - 'Non c'e' attualmente un nostro progetto comune' con Etihad su Alitalia. Questa la risposta del numero uno di Air France-Klm, Jean Cy ril Spinetta, a proposito di programmi comuni con Etihad su Alitalia. Spinetta ha anche tenuto a smentire le voci di stampa secondo Air France-Klm avrebbe proibito a Etihad di 'approcciare' Alitalia. 'Sono voci totalmente errate. Sarebbe assurdo.

Non abbiamo mai proibito nulla del genere e non vedo come potremmo influire', ha detto Spinetta. Spinetta ha ricordato che Alitalia ha necessita' di tesoreria a fronte delle quali e' stato deciso il prestito soci da 150 milioni di euro a cui 'partecipera' la maggioranza dei soci' e che per Air France-Klm si tradurra' in un impegno 'massimo di 37,5 milioni'. Le nostre intenzioni sono chiare e conosciute', ha concluso Spinetta.

mario greco generali

10- GENERALI: PREMI 2012 IN RIALZO DEL 3,2% A 70 MLD
Radiocor - Generali ha chiuso il 2012 con premi in rialzo del 3,2% a 69,6 miliardi di euro. Lo comunica una nota del societa'. In particolare i premi vita sono sa liti del 3,1% a 46,8 miliardi e i premi danni del 3,3% a 22,8 miliardi. La produzione e' stata spinta 'in particolare dalle performance in Germania e nei Paesi dell'Europa Centro-orientale', spiega la compagnia.

11- BCE: BANCHE PRONTE A RIMBORSARE 61,1 MLD DI SECONDO LTRO
Radiocor - La Banca centrale europea ha annunciato che mercoledi' prossimo 365 banche del Vecchio Continente rimborseranno in anticipo 61,1 miliardi di eu ro che avevano ricevuto nel corso del secondo prestito triennale (Ltro). Quest'ultimo ammontava complessivamente a 529 miliardi ed era stato erogato a 800 istituti. Il rimborso e' nettamente inferiore a quello avvenuto a fine gennaio per il primo Ltro, quando 278 banche avevano restituito alla Bce 137,16 miliardi su 468 complessivi.

draghi

 

GRILLO LIVE: QUI LA DIRETTA VIDEO DEL MEGARADUNO A PIAZZA SAN GIOVANNI....

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GRILLO LIVE: QUI LA DIRETTA VIDEO DEL MEGARADUNO A PIAZZA SAN GIOVANNI....

 

 

SEGNATEVI QUESTA DATA, 22 FEBBRAIO 2013: L’ITALIA POLITICA ROTTAMATA DA UN MOVIMENTO NATO DA UN COLPO DI MOUSE

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1. VIDEO - 800 MILA PERSONE IN PIAZZA PER GRILLO
http://www.corriere.it/politica/speciali/2013/elezioni/notizie/multimedia_grillo_0c16e688-7d30-11e2-a4ef-4daf51aa103c.shtml

GRILLO A SAN GIOVANNIGRILLO A SAN GIOVANNI

2. VIDEO - GRILLO: POLITICI ARRENDETEVI, SIETE TRISTI E INVISIBILI
http://www.corriere.it/politica/speciali/2013/elezioni/notizie/multimedia_grillo_0c16e688-7d30-11e2-a4ef-4daf51aa103c.shtml

GRILLO A SAN GIOVANNI

3. VIDEO - LA PRIMA VOLTA DI CASALEGGIO SUL PALCO DI GRILLO
http://www.corriere.it/politica/speciali/2013/elezioni/notizie/multimedia_grillo_0c16e688-7d30-11e2-a4ef-4daf51aa103c.shtml

GRILLO A SAN GIOVANNI

Corriere.it

"Non fate così che è tutta la notte che mi esercito per non commuovermi....» Beppe Grillo inizia così il suo comizio finale in piazza San Giovanni, a Roma, accolto dal boato della folla. «Non è possibile, voi siete fatti con il Photoshop. Non è possibile che siate 800 mila persone in piazza e 150 mila collegate in streaming» dice a chi lo ha atteso per ore. «Quello che ci aspetta sarà un periodo molto difficile. C'è , però, una nuova Italia da costruire e sarà bellissimo farne parte. Da qui inizia qualcosa che non c'è mai stato in questo Paese». Poi si interrompe: «Mi commuovo...».

CASALEGGIO - Dopo il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, Grillo ha chiamato sul palco «una persona perbene», Gianroberto Casaleggio (il co-fondatore del Movimento 5 stelle più volte attaccato da chi è uscito dal movimento) in una delle sue rare apparizioni in pubblico. «Mi ricordo un famoso slogan del 1968 si parlava di fantasia al potere - ha detto tra gli applausi, ma anche da qualche fischio - Noi abbiamo bisogno di fantasia, però oltre alla fantasia e alla creatività, abbiamo bisogno di trasparenza, di onestà, di competenza. Così cambieremo l'Italia».

GRILLO A SAN GIOVANNI GRILLO A SAN GIOVANNI

SCATOLA DI TONNO- «Ci chiamavano pazzi, ma ora li abbiamo spiazzati. Se ne eleggeremo 100, apriremo il Parlamento come una scatola di tonno. Siamo la terza, la seconda, anzi la prima forza politica del Paese. Io ho dato solo fuoco alla miccia: il resto lo abbiamo fatto insieme» ha detto Grillo. E poi rivolto alle persone: «A Roma li vedete tutti i giorni, sulle loro auto blu sono sconnessi da qualunque cosa. Non hanno capito che cosa gli sta capitando. Noi siamo qui e loro nei loro teatrini, nei loro loft a mentire per la loro ultima volta. Arrendevi, ormai siete circondati». E su Berlusconi: «Ha la congiuntivite? No ha visto bene che in piazza non ci sarebbe più andato nessuno....».

GRILLO A SAN GIOVANNI

IL MILIARDARIO - «Potevo fare il miliardario come dice Gargamella - dice Grillo riferendosi all'attacco Bersani - Lui è un figlio di un benzinaio e io sono un miliardario. No, non è così : io non sono un parassita come lui perchè i soldi me li sono guadagnati. E mi sono sentito in dovere di dare qualcosa in cambio agli altri, a voi: è questo il grande messaggio del movimento. È così che cambiamo il Paese». E poi: «Gargamella dice che non ci sono soldi. Iniziamo a prendere un miliardo retroattivo di rimborsi elettorali. Noi non li abbiamo presi».

GRILLO A SAN GIOVANNIGRILLO A SAN GIOVANNI

NAPOLITANO- «Mi aspettavo che su Monte dei Paschi il presidente della Repubblica battesse i pugni sul tavolo e invece lui cosa ha fatto? Ha chiesto la privacy» è l'accusa di Grillo che in piazza è tornato a chiedere nazionalizzazione della banca toscana e di «mettere sotto processo tutti i vertici del Pdl degli ultimi 25 anni». Ma non è questo l'unico passaggio che Grillo riserva al Capo dello Stato: «Invece di andarsene in Germania per quattro giorni sotto elezioni, cominciamo a capire quanto ci costa...».

GRILLO E CASALEGGIOGRILLO A SAN GIOVANNI

REDDITO GARANTITO - Non è stato l'unico attacco ai politici attuali. «Che ci vadano i figli della Fornero a fare un lavoro come quello dei call center» ha detto ancora Grillo chiedendo ad alta voce il «reddito minimo di cittadinanza perchè nessuno deve rimanere indietro. In questi mesi ho conosciuto la disperazione del nostro Paese. Io voglio un Paese che protegga tutti».

 

 

IL DIVARIO IN TESTA TRA BERSANI E BERLUSCONI DIMINUISCE.GRILLO NELLA SUA ASCESA STA ROSICCHIANDO VOTI ANCHE AL PD

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DAGOREPORT
E' noto che quando un bene è proibito diventa più ricercato e gli "spacciatori" aumentano. Va da se' che, non potendo usufruire dei sondaggisti accreditati e non volendo dare spazio a valutazioni interessate, abbiamo sentito direttamente un campione rappresentativo delle "decisioni di voto" dei nostri amici e ci siamo fatte delle idee molto precise.

GLI INTOCCABILI - BERSANI - MONTI - NAPOLITANO - BERLUSCONI - EDUARDO BARALDIBERLU E BERSANI ARRIVO

Idee sull'evoluzione politica del nostro Paese che, a scanso di equivoci con qualsiasi organismo che volesse controllare, abbiamo segnalato ai nostri lettori in tempi non sospetti, persino quando esse non avevano il conforto dei sondaggi, e che oggi confermiamo nella convinzione che i grandi movimenti dell'elettorato rispetto ai candidati e ai partiti in campo non siano una questione di decimali dell'ultima ora ma originati da scelte coerenti dei cittadini rispetto alla disastrosa situazione economica e civile da una parte e alla zoppicante offerta politica vecchia e nuova dall'altra.

GRILLO A SAN GIOVANNI

Detto questo, e tirato il fiato dopo lo sforzo, comunichiamo ai cittadini elettori e alle povere, derelitte, ambiziose o straripanti forze politiche che ambiscono a rappresentarci quanto segue:

BERSANI, BERLUSCONI

Uno. Il divario in testa alla classifica tra Bersani Pierluigi e Berlusconi Silvio in Pascale diminuisce. La cosa non avviene per meriti o demeriti propri delle due forze politiche, che restano quelli ormai consolidati per entrambi, ma perché Grillo Beppe nella sua ascesa dalle Alpi quasi alle Piramidi sta rosicchiando voti anche al Pd. Il Pdl non cresce ma beneficia delle difficoltà del competitor.

Due. Grillo Beppe veleggia alla grande in zona Champions e ‘'La Repubblica'' lo eleva persino a vero sfidante di Bersani Pierluigi. Incurante della sua incolumità personale nelle piazze e perseguendo un disegno che viene da lontano perché, come ben sa chi ha visto i suoi spettacoli anche sei anni fa, ha sempre utilizzato la politica come argomento chiave dei suoi spettacoli.

monti berlu bersani voto GRILLO A SAN GIOVANNI

Oggi la finzione è diventata realtà: specchio disperato del Paese o nuova politica che sia, oggetto futuro di "scouting" da parte di Bersani o di approcci più diretti e concreti da parte di altri, ci saranno e peseranno. La controprova si avrà quando molti cominceranno a chiedere come ha fatto il comico a fare dal nulla una forza a due cifre con il due davanti, se ha avuto aiutini come quelli che furono attribuiti a Di Pietro nella caduta della Prima Repubblica e via complottando ma non troppo. Ovviamente, si confermerà primo partito in Sicilia anche alle politiche dopo esserlo stato alle regionali e va molto bene anche in Veneto. Molti grillini lanciano, per vero o per finta, Fo Dario a palazzo Chigi oppure al Quirinale.

GRILLO A SAN GIOVANNIBERLU BERSANI

Tre. Berlusconi Silvio, che i sondaggi sin dal suo ingresso ufficiale in politica nel 1993 li ha incorporati e connaturati, ha frenato volutamente la sua corsa. Sembra incredibile a dirsi, ma è così. La congiuntivite è sicuramente fastidiosa ma non era tale da non consentirgli di fare dal vivo venerdì il comizio di chiusura.

Il fatto è che, avendo ormai in tasca la grande rimonta che voleva fare, non gli conviene spingere sull'acceleratore per fare il sorpasso in volata. Sa che non ha un candidato premier all'altezza, che all'estero sono spaventati dal suo ritorno sia a Palazzo Chigi sia al Ministero dell'Economia, che la situazione economica e' davvero preoccupante e da buon impresario si accontenta di mettere all'incasso un risultato comunque strabiliante visto le percentuali cui era precipitato il Pdl senza di lui.

GRILLO E CASALEGGIO

Certo, la sua rimonta è stata favorita anche dagli errori degli altri, ma oggi è un dato acquisito che il fidanzato della Pascale vuole maneggiare con cura sapendo che questa per una serie di ragioni non solo anagrafiche è la sua ultima esibizione elettorale e che può capitalizzare di più se è indispensabile agli scenari istituzionali del dopo voto, e lo è soprattutto se non vince.

GIANFRANCO FINI E MARIO MONTI

Quattro. Le elezioni politiche 2013 resteranno nella storia come quelle in cui l'antipolitica ha segnato il risultato più eclatante: tra Grillo Beppe, Ingroia Antonio (che, peraltro, ha già certificato l'insuccesso annunciato della sua lista, facendo sapere via intervista che tornerà al suo lavoro di magistrato. Non è ancora nota la reazione del Guatemala), spiccioli di destra e di sinistra e l'ampia area del non voto, cui vanno aggiunte le schede bianche e quelle annullate si tratta di un'area vastissima che è di fatto il primo partito e che ha in Grillo la rappresentanza parlamentare sia pure improvvisata.

Cinque. Sherpa Monti, nonostante l'endorsement a suo favore della Casa Bianca, della Cancelleria tedesca, dell'Europa burocratica di Bruxelles e di quella elettiva di Strasburgo, del Fondo Monetario, della Banca Mondiale, della Banca dei regolamenti internazionali, di Basilea 2 e 3, delle Cayman, del miglio d'oro della spiaggia di Miami, dei Club Bildeberg, Trilateral, Forex, Ambrosetti, Rotay riuniti del Molise, di Santa Romana Chiesa con Papa in carica e con Papa che lascia e quant'altri all'estero;

MONTI, BERSANI, NAPOLITANO, CASINI, ALFANO monti casini

dei circoli ricreativi del Lungotevere, di S. Egidio, Italia Futura, Udc, Fli in tutte le sue diramazioni anche di Val Cannuta, di Napoli e di Montecarlo; della cosiddetta grande stampa (con significative eccezioni, va detto) e persino di alcuni direttori a riposo, della Rai tutta e di più, di Valentina Vezzali (nonostante si fosse già fatta "toccare" da Berlusconi Silvio), di Bombassei Alberto, che pure ha fatto una buona campagna elettorale, e di tutto il Kilometro Rosso di Bergamo, delle generose esibizioni tv di Tinagli Irene, di Buffon Gigi (grande portiere che comincia ad avere il sospetto di aver sbagliato la seconda uscita politica della sua vita, dopo quella della maglia con il ‘'boia chi molla'', ma allora era giovane), di Federico Toniato in accoppiata con Marco Simeon e pezzi di una certa lobby d'Oltretevere, e chi più ne ha più ne metta;

MONTI RICCARDI MONTEZEMOLO MARIO MONTI E LUCA DI MONTEZEMOLO jpeg

nonostante tutto questo e tutto quel che essendo più oscuro ci sfugge, Sherpa Monti oscilla pericolosamente sul baratro, tra retrocessione e permanenza in serie A sull'ultimo strapuntino, trascinando eventualmente con sé le vecchie glorie dell'Udc e di Fli, di finiana e bocchiniana memoria. Anche Cordero di Montezemolo Luca, nell'ultimo incontro che hanno avuto una settimana fa, gli ha rimproverato tutti gli errori di strategia e di comunicazione e ha provato a farsi vedere in alcuni incontri pubblici per dare una mano.

Sei. Maroni Roberto. Se mantiene le distanze, minime ma sinora mai intaccate, con Ambrosoli e va a presiedere la Lombardia apportandola alle truppe del centrodestra al Senato può aspirare a recitare la parte più istituzionale dell'antipolitica dando linfa ad un accordo con Tosi in Veneto, che sta beneficiando anche dei transfughi di Italia Futura delusi da Monti.

CEASESCU-NAPOLITANO MIELE AMBROSOLI CON BERLUSCONI MARONI FORMIGONI

Sette. Con l'antipolitica in Parlamento e quella fuori che si avvicinerà al 45 per cento, non ci sarà tra qualche giorno alternativa a due cose:

- L'incarico di formare il governo da parte di Napolitano Giorgio a chi vince le elezioni sia pure di un voto e prende la maggioranza alla Camera.

- L'apertura contestuale di un tavolo per il governo dell'emergenza economica e per le riforme necessarie ad ammodernare le istituzioni. Corollario alquanto obbligato di questo passaggio, la presidenza del Senato a Berlusconi Silvio e l'ingresso nel governo di tutti i principali leader, da Monti a Tremonti (che ha accettato il passaggio elettorale con la Lega ma si iscriverà al Gruppo Misto).

Nessuno potrà essere lasciato fuori dalla Grande coalizione che verrà pena l'indebolimento irreversibile degli avanzi politici della Prima e della Seconda Repubblica che hanno l'obbligo civile di provare a traghettare il Paese verso la Terza Repubblica, intervenendo almeno sulle emergenze prima di consegnare il tutto ai grillini se riusciranno a non ubriacarsi alla buvette della Camera e al bar del Senato.

Re Giorgio Napolitano ha un erede Amato h partb

Ovviamente, il punto 2 non vale se il Pd dovesse prendere la maggioranza anche al Senato. In tal caso l'accordo sarebbe soltanto istituzionale, ma buonsenso vorrebbe un coinvolgimento nell'area di governo dei principali partiti perché la sfida interna ed esterna è enorme.

NAPOLITANO E MUSSARI

Otto. Tutta l'operazione deve essere fatta a cuore aperto e in pochissimo tempo, di fronte ai mercati internazionali che già martedì non perderanno l'occasione di inviarci un bombardamento d'assaggio. E di fronte ad una situazione gravissima dell'economia reale, che ha bisogno come il pane di un governo che in poche settimane dia l'ossigeno necessario a imprese e persone in crisi: di lavoro, di liquidità e di fiducia per i progetti personali e aziendali.
Noi speriamo che ce la caviamo.

 

OBAMA CHIEDE ALLA CORTE SUPREMA DI ABROGARE LA LEGGE CHE DEFINISCE IL MATRIMONIO “UNIONE TRA UN UOMO E UNA DONNA”

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Da Ansa.it

L'amministrazione Obama ha chiesto formalmente alla Corte suprema di abrogare una legge federale degli anni 90 che definisce il matrimonio come l'unione tra un uomo e una donna. Il testo infatti, scrive la Casa Bianca nella richiesta, "viola la garanzia fondamentale dell'uguaglianza davanti alla legge e impedisce a "migliaia di coppie omosessuali, legalmente sposate nei loro stati, di godere degli stessi vantaggi federali delle coppie eterosessuali".

MICHELLE OBAMA CULONA matrimonio gay

Le nozze tra persone dello stesso sesso sono legali in nove stati americani su 50 oltre che nella capitale Washington. La decisione dell'amministrazione Obama di prendere una posizione nel dibattito non arriva come una sorpresa: più di una volta, dal giorno della sua seconda investitura, il presidente si è espresso a favore dei diritti degli omosessuali sia a livello locale che federale. La questione dell'apertura del matrimonio alle coppie gay sarà esaminata dalla Corte suprema i prossimi 26 e 27 marzo.

 

LA SANTA SEDE NEI GAY PER L’INFORMATIVA DELLA SCORTA DI UNA “ALTA CARICA ISTITUZIONALE”…

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Giacomo Galeazzi per La Stampa

La gravità di «Vatileaks» è sintetizzata dal «numero due» della Segreteria di Stato, Angelo Becciu: «È stato il momento più difficile, la gente era allibita e scandalizzata per la fuga di notizie che tanto dolore ha provocato al Papa, si aveva l'impressione che non avessimo più gente affidabile nei nostri uffici».

ANGELO BECCIU NUNZIO APOSTOLICO A CUBA

Ora i commissari diranno ai conclavisti quanto estesa è la corruzione. I tre porporati della commissione d'inchiesta (Herranz, Tomko, De Giorgi) riferiranno sugli scandali ai porporati elettori. Il loro Rapporto riguarda la fuga di documenti e le contrapposizioni nella Curia, non altre questioni come il caso Balducci, i peccati di prelati o i comportamenti di alcuni dignitari.

giuseppe profiti

All'inizio della prossima settimana, prima di partire per Castel Gandolfo, Benedetto XVI incontrerà i tre inquirenti e li autorizzerà ad illustrare ai porporati i contenuti della loro indagine vincolata da segreto pontificio. Mentre infuriano le nomine di fine pontificato (ieri il bertoniano Giuseppe Profiti all'Idi, presto il trasferimento del vescovo Giovanni D'Ercole dall'Aquila a Terni, sponsorizzato da Dziwisz e Sodano), il dossier «Vatileaks» pesa in conclave. Parlando del «volto deturpato» della Chiesa è stato proprio Benedetto XVI a denunciare «le colpe contro l'unità e le divisioni del corpo ecclesiale». Perciò il segreto non viene violato facendo riferimento alle parole di Ratzinger.

JULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI

Sui contenuti è bufera. I tre cardinali, assicurano nei Sacri Palazzi, non hanno indagato su vicende sessuali. Il tema delle divisioni e delle lotte di potere in Curia è un passaggio affrontato nel testo consegnato al Pontefice il 26 luglio e poi oggetto di confronto anche in occasione della successiva udienza del 17 dicembre.

Ora il Pontefice dimissionario suggerirà ai tre porporati di spiegare ai confratelli le conclusioni del lavoro svolto. Il documento sarà poi trasmesso al successore. Resterà custodito nell'appartamento pontificio del Palazzo Apostolico e non seguirà Joseph Ratzinger nel suo soggiorno a Castelgandolfo e nel successivo ritiro nel monastero di clausura «Mater Ecclesiae».

Quanto a episodi di malcostume e scandali sessuali che coinvolgono personalità vaticane, il fatto che non siano nel rapporto «Vatileaks» non significa che non abbiano rilevanza nella valutazione complessiva sulla situazione della Chiesa che gli elettori dovranno fare. Nelle ultime ore, per esempio, fa molto nei Sacri Palazzi un'informativa sulla garçonnière di un presule compilata dalla scorta di un'alta carica istituzionale che abita nella stessa via al centro di Roma.

IL CARDINAL SODANO ABBRACCIA PAPA RATZINGER DOPO L ANNUNCIO DELLE DIMISSIONI

Vi sarebbero annotati i i nomi dei frequentatori: ecclesiastici di rango. Ma si tratta di analisi e approfondimenti che nulla hanno a che vedere con il lavoro della commissione cardinalizia. Ben prima delle dimissioni del Papa, sono stati due sacerdoti, Darius Ozko e Ariel Stefano Levi di Gualdo, a denunciare, in distinte pubblicazioni, il problema della cosidetta «lobby gay» che si sarebbe ramificata in ambienti ecclesiastici.

Secondo don Ariel (che ne scrive nel secondo capitolo del volume «E Satana si fece trino», pubblicato da Bonanno) il problema della «omosessualizzazione psicologica» della Chiesa è ancora più pericoloso del clero pedofilo. Se il problema della pedofilia, infatti, riguarda un numero esiguo di preti, l'omosessualità, almeno come tendenza, sarebbe piuttosto diffusa.

MARCIAL MACIEL - FONDATORE LEGIONARI DI CRISTO

Intanto «Vatileaks» indebolisce le quotazioni dei cardinali di Curia e rafforza l'ipotesi di un Papa che arrivi da Oltreoceano per portare a termine l'opera di pulizia avviata da Benedetto XVI ma che il venir meno in lui delle forze fisiche e «d'animo» ha frenato. Il modello è Ratzinger che mai ha accettato le buste di denaro offerte dallo stupratore Marcial Maciel ai porporati. In Vaticano il fondatore dei Legionari di Cristo era un «intoccabile» finché Benedetto XVI non lo ha buttato fuori.

 


L’ITALIA STRANGOLATA DALL’EUROPA E DALLE TASSE - L’UE PREVEDE UN 2013 DI RECESSIONE…

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Marco Zatterin per LaStampa.it

Ancora un anno in rosso, il 2013, per l'Italia e per tutto il vecchio continente. L'Eurozona chiuderà in rosso dello 0,3 per cento, il Bel Paese di un punto, dato raddoppiato rispetto alle previsioni di ottobre. La Commissione Ue, che ha appena presentato il suo quadro di stime economiche, nota che la situazione sui mercati finanziari è migliorata rispetto alla scorsa estate, eppure l'attività è stata "deludente" nella seconda metà dell'anno. La ripresa vera, insomma, è rinviata al 2014. Con un 1,4 per cento di pil in più per l'Eurozona che in Italia dovrebbe essere un più magro 0,8. Se tutto va bene, ovviamente.

COPERTINA ECONOMIST ITALIA EUROARTEFATTI bandiera ITALIA EUROPA

Riassume il commissario Ue per l'Economia, Olli Rehn: "Abbiamo avuto una fine di anno sorprendentemente negativa, mentre alcuni indicatori sono più incoraggianti e la fiducia degli investitori sta crescendo. La strategia decisa di politica economica (dell'Europa) sta preparando la strada alla ripresa. Dobbiamo continuare con le riforme ed evitare ogni perdita di slancio che potrebbe minare il cambiamento del clima della fiducia, ritardando l'esigenza rimbalzo della crescita e dei posti di lavoro". Per quanto riguarda l'Italia Rehn precisa: "Non serve una nuova manovra, ma è essenziale che mantenga la piena applicazione della strategia di consolidamento già adottata che le consente di raggiungere il pareggio quest'anno".

L'Italia appare in mezzo al guado. Ci sarà ancora da soffrire, soprattutto per l'occupazione che salirà oltre i tre milioni di teste. Il rigore non può essere abbandonato, eppure bisognerà trovare margini di intervento pro ciclico. "La lunga recessione finirà però a metà 2013", è la speranza di Rehn. Tuttavia la stabilizzazione sul fronte della spesa pubblica dovrebbe garantire l'uscita di Roma dalla sua procedura di deficit eccessivo. Comunque sia, il percorso del prossimo governo è segnato.

Ecco, punto per punto, cosa vede la Commissione Ue nella sua sfera di cristallo.

La crescita.

L'Italia ha messo a segno il sesto semestre trimestre consecutivo di andamento negativo per il pil. Il 2012 si è chiuso a meno 2,2 per cento. La domanda interna è caduta per "colpa dell'incertezza, della stretta creditizia, e per l'impatto del consolidamento di bilancio che ha colpito consumi e investimenti".
Per il 2013 gli indicatori di Bruxelles segnalano "ancora una contrazione". Investimenti in discesa e consumi di nuovo bassi. Segnale positivo è una buona domanda dai paesi extra Ue. Il dato sulla crescita, stimato al meno 0,5 per cento in autunno, è stato portato a meno uno per cento. Il doppio del rosso rispetto alle speranze di sei mesi fa. Nel 2014 la normalizzazione delle condizioni finanziarie e l'incertezza ridotta dovrebbero sostenere l'attività. I consumi "dovrebbero crescere moderatamente". Crescita anticipata + 0,8 per cento, circa la metà della media Ue.

Occupazione.
Nel 2012 l'occupazione a pieno tempo è scesa dell'1,3 per cento. Il tasso di disoccupazione è salito di due punti all'11,6 per cento. Nel 2014 arriverà al 12 per cento, portando il numero dei senza impiego oltre i tre milioni.

Inflazione.
Nel 2013 è vista in discesa al 2 per cento dal 3,3 per cento del 2012, grazie alla decelerazione dei prezzi energetici e l'affievolirsi dell'effetto dell'aumento dell'Iva. Aiuta anche la bassa domanda e il rallentamento del costo del lavoro (+ 1,7 per cento nel 2014).

Conti pubblici.
Il disavanzo è stimato al 2,9 per cento per il 2012, dal 3,9 per cento del 2011. Siamo sotto il tre per cento, dunque, e questo apre la via per l'uscita dell'Italia dalla procedura di deficit eccessivo aperta dall'Ue nel 2009. Il risultato è stato ottenuto per mezzo di un avanzo primario del 2,6 per cento del pil mentre la spesa per interessi saliva in media di 0,6 punti. La spesa primaria risulta "esserci stabilizzata" per il terzo anno. I trasferimento sociali sono aumentati di poco, in linea con l'allungamento dell'età pensionabile e al tagli dell'indicizzazione di una parte delle pensioni lontane dal minimo. Le entrate sono "salite bruscamente" nonostante il calo del pil nominale, "sulla scia della tassa sulle proprietà immobili, sui carburanti e sulle ricchezza finanziaria".

Per contro il gettito Iva è calato in parallelo alla discesa degli acquisti di beni durevoli di lusso. "Grazie all'attuazione del piano di consolidamento" il deficit 2013 "è visto in discesa sino al 2,1 per cento del pil nel 2013", afferma la Commissione Ue. Segue un aumento dell'avanzo primario e una spesa per interessi "marginalmente inferiore". La spesa primaria, cioè al netto degli interessi, "rimarrà grosso modo stabile" grazie "ai vincoli sui salari e aumenti moderati nei benefici sociali". Le entrate sono previste in aumento "appena superiore al pil nominale". L'effetto dell'aumento di un punto dell'Iva e il gettito della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie sarà "parzialmente limitato dai rinnovati incentivi per i salari di produttività e i trasferimenti aumentati per le famiglie". Nel 2014 il deficit dovrebbe fermarsi al 2,1 per cento del pil.

In termini strutturali, insiste la Commissione, "è attesa una posizione complessiva strutturale bilanciata per i conti pubblici", raggiunta attraverso un aggiustamento strutturale di 3,5 punti di pil. L'avanzo strutturale sarà del 5 per cento nel 2013 e appena un po' inferiore nel 2014. Nel complesso, vorrebbe dire togliersi di dosso la vecchia procedura di deficit eccessivo. Un segnale incoraggiante per i mercati. E un bollino di obbligo strategico per qualunque governo prenderà le redini della penisola. L'equilibrio resta fragile. Può saltare per un nulla.

 

IL NEW YORK TIMES APRE L’EDIZIONE ON LINE AMERICANA CON LO SCANDALO MPS…

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Da Corriere.it

monte dei paschi di siena

«Un moderno "fiasco" - la parola utilizzata è scritta proprio così, in italiano nel testo inglese - che ha fatto quello che secoli non erano riusciti a fare»: così il New York Times sintetizza ciò che sta accadendo a Siena,dedicando l'apertura del suo sito americano allo scandalo del Monte dei Paschi. «Il Patrono di Siena in pericolo», titola il quotidiano, ricordando che il Monte dei Paschi con i suoi 541 anni «è la banca più antica del mondo ed è sopravvissuta a guerre e pestilenze».

THE NEW YORK TIMES

Da sempre più di una banca per Siena, chiamata «Babbo Monte» per essere il primo datore di lavoro e benefattore della città. Lo scandalo - scrive il Nyt - che si va allargando in un momento di grandi difficoltà per la crescita dell'economia italiana, è divenuto inevitabilmente argomento della campagna elettorale e questione centrale in vista delle elezioni di domenica.

 

DOPO VENT’ANNI DI BUNGA BUNGA E UN ANNO DI MONTISMO, QUALCOSA È DAVVERO CAMBIATO A PIAZZA SAN GIOVANNI.

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

 

IL POPOLO DI GRILLO A SAN GIOVANNI

 

 

 

L’ARRIVO E LA PARTENZA DI GRILLO

 

Arriva Grillo

 

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Dagoreport di Marco Giusti

Popolo di Grillo

Arrendetevi! Siete circondati! E chi se move! Ci siamo già arresi. E da parecchio. A Piazza San Giovanni è successo qualcosa. Non ve lo spiega bene il sito di "Repubblica", dove il bagno di folla di Beppe Grillo a San Giovanni è messo sullo stesso piano dell'abbraccio tra Bersani e Nanni Moretti in golfino color ruggine e impossibile pantalone di velluto a coste e dove l'unica notizia seria sembra quella della "pancia che ride" degli yogurt Danone.

POpolo di Grillo

E allora ti chiedi, ma anche Nanni Moretti una volta (ma quando?) ci portò in Piazza Navona per la nascita di una nuova era assieme a Paolo Flores D'Arcais e gli abbiamo creduto... anche Beppe Grillo tanti anni fa fece una serie di spot per gli yogurt Yomo con la regia di Nanni Loy, allora supermilitante PCI, e forse gli abbiamo creduto...

Quello che è accaduto non ve lo spiega bene nemmeno il sito del "Corriere", dove sotto l'appello al voto del Viminale "Votate! Votate! Votate!", come a Sanremo o nella vecchia "Canzonissima", troviamo Grillo assieme a Bersani, Monti e Berlusconi, mentre ci arriva la voce dello spot Campari "forse è vero che l'attesa del piacere..." e riappare un Crozza che pensavamo scomparso dopo il disastro a Sanremo, dopo quei cinque minuti di panico sul palco nei quali, il Fellini di "Roma" e del Teatrino della Barrafonda insegnano, nessun comico romano sarebbe mai precipitato. "Quella che mi hai buttato è la tua cena? Tié, ripigliala", urla Alvaro Vitali al Chiodo che gli ha gettato un gatto morto.

Beppe Grillo

"Il funzionamento di un comico è di farti ridere ogni quindici secondi" diceva Lenny Bruce, padre di tutti i Grillo del mondo. E Grillo esegue. Mischiando Lenny Bruce al populismo scurrile di Coluche, il primo comico candidato politico d'Europa la cui forza, ricordava Dino Risi, Grillo soffriva parecchio sul set di "Scemo di guerra".

Beppe Grillo

A Piazza San Giovanni però, come il Benigni dei vecchi tempi, Grillo ci ha fatto ridere ogni quindici secondi, alternando battute vecchie e nuove, scatenandosi sul Nano, che fa sempre ridere, "ha detto che non andava a Napoli perché non ci vedeva, ci ha visto bene invece a non andarci, sapeva che non ci sarebbe stato nessuno", o sul PD, dicendoci tutto quello che ognuno di noi voleva sentire.

POpolo di Grillo

O giocandosi la vecchia carta coluchiana del vaffanculo, ormai un po' antica, ma che funziona su parte di quei suoi neo-elettori appena fuggiti al catetere e alla piazza supertrash di Del Debbio. Della generazione dei vecchi comici-autori degli anni '80 da Carlo Verdone a Nanni Moretti (allora era visto come un comico) a Roberto Benigni, scomparsi il povero Massimo Troisi e fuori gioco Francesco Nuti, Grillo è rimasto l'unico in grado di poter tenere in piedi una piazza fisicamente per così tanto tempo con battute così precise senza perdere mai il ritmo. Un miracolo, a 65 anni. E con Casaleggio a fianco e non Pippo Baudo.

POpolo di Grillo

Ed è l'unico politico a trasmettere energia e a prometterci qualcosa come un rinnovamento. Passando ieri da Saxa Rubra ho visto una schiera di manifesti elettorali tutti di Rivoluzione Civile, dove brillavano accanto ai faccioni di Ingroia e Fotia quello incredibile di Sandro Ruotolo coi due cani e dove qualche attacchino sciagurato aveva messo non per scherzo il manifesto di un comico del centro sud impossibile, certo 'Nduccio, che faceva delle serate non so dove.

POpolo di Grillo

Nel quadro totale 'Nduccio era perfettamente compatibile con i candidati di Rivoluzione Civile. Grillo non ha fatto manifesti, gli ha lasciati a Ingroia, a Storace, ai Fratelli d'Italia. Sono vecchi e costano. Non ha fatto spot, gli ha lasciati a Monti, che ha infarcito i video delle stazioni italiane con immagini al'americana che sembrano provenire dalla tv di dieci anni fa.

POpolo di Grillo

Non ha fatto apertamente tv, che ha lasciato quasi interamente a Berlusconi, che da subito ha puntato a riprendersi i vecchi e i rinconjoniti abbandonati ai margini dei programmi delle reti generaliste. Ma se Berlusconi, abbandonando le campagne di affissioni giganti di venti e dieci anni fa, ha facilmente dominato la scena televisiva proponendosi come l'ospite ideale di tutti, quello capace di farti salire l'ascolto, lanciandosi da Giletti a Santoro, dalla D'Urso a Lucia Annunziata, civettando pure con Landini, ricaricandosi continuamente di colori e effetti da studio, al punto di presentarsi ieri a Napoli dentro un video dove era truccato come Elio a Sanremo con ciglioni e testa da Peter Griffin, vero e proprio ologramma da vecchia tv o immagine pixelata che non tiene più il segnale, Grillo ha intelligentemente invaso qualsiasi tv con una finta degna di Garrincha.

POpolo di Grillo

Cioè negandosi ufficialmente a qualsiasi intervista, con tanto di incredibile sceneggiata su Sky con un "mi si nota più se vado o se non vado" alla Moretti, salvo poi lasciandosi riprendere e trasmettere sin continuazione. Come se fosse solo lui il nuovo invincibile che arrivava dalla rete e dalla sprofondo delle nostre coscienze.

Popolo di Grillo

Come se fosse un evento sempre starlo a sentire, di nascosto da lui, fino alla celebrazione finale di san Giovanni. Che è stata il suo vero e proprio capolavoro. Cioè la riappropriazione da comico, e da comico televisivo, di una piazza politica sfruttata come il "solo" evento mediatico di tutta la campagna elettorale 2013.

POpolo di Grillo

Per questo Berlusconi si è negato a Napoli, sapendo che il paragone sarebbe stato impossibile, solo mettendo in rete un film con le scene hard dei suoi bunga bunga avrebbe potuto rispondere mediaticamente. Per questo Bersani è ricorso all'abbraccio (freddissimo, guardatelo) a Nanni Moretti, avendo forse ricevuto un no (è solo un'ipotesi, calma) dal più importante, elettoralmente, Roberto Benigni e dal suo agente Lucio Presta, il grande emarginato di Sanremo 2013.

POpolo di Grillo

Magari poteva ricorrere a Alessandro Siani, che ha riportato mezza Italia al cinema è già naviga su un incasso cinematografico di otto milioni di euro, ma sarebbe stata una mossa troppo brillante per Bersani. Meglio Moretti...

Grillo, alla fine, ha avuto gioco facile, ha dribblato tutti e ha segnato a Piazza San Giovanni, lasciando Ezio Mauro a Fabio Fazio per il dopo festival, cacciando a suo modo giustamente tutti i giornalisti italiani dal palco (come avrebbe fatto un Moretti), scatenando l'evento che tutti noi, dentro al cuore, sapevamo possibile e volevamo così.

Il ritorno di un sogno, di una speranza. Che non ci hanno certo dato le campagne elettorali di Bersani, la più grigia, o di Monti, la più inutilmente ricca, o di Ingroia, la più vecchia, o di Berlusconi, la più divertente, perché tutta costruita al di dentro di una strategia televisiva, ma la più limitata essendo ormai la tv uno strumento che comunica quasi esclusivamente coi vecchi.

POpolo di Grillo

Grillo, a San Giovanni, ha distrutto l'immagine di Crozza a Sanremo, lui sì è un vero stand-up commedia, ha inglobato dentro un evento televisivo, perché questo era, tutta la grande comunicazione da primo maggio comunista, Benigni e Berlinguer, attaccando pesantemente il PD e Bersani esattamente come fece tanti anni fa a Sanremo con Craxi e i Socialisti.

Grillo va via

Anche se è un paese strano, ancora scosso dalla vittoria di Marco Mengoni al Festival, dal goal di Totti alla Juventus, dal richiamo incredibile di Siani al cinema, dove nell'unico reality politico che abbiamo fatto si è preferito Bersani a Matteo Renzi, l'unico in grado di poter competere in tv con Berlusconi e sul palco con Grillo, dove dopo vent'anni di berlusconismo e un anno di montismo non siamo ancora usciti dalle nostre prigioni, è stata una campagna elettorale meravigliosa. E qualcosa è davvero cambiato.

 

VIDEO: L'INTERVENTO DI BEPPE GRILLO A PIAZZA SAN GIOVANNI (INTEGRALE)

 

LISA BARIZONTE IN AULA RACCONTA: “NESSUNA TOCCATINA, MA UN BACIO ALLA FRANCESE CON BERLUSCONI”

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Da LaStampa.it

Nel corso dei processi sul caso Ruby, quello all'ex premier e l'altro a carico di Fede, Mora e Minetti, sono più volte risuonate in aula domande su eventuali «toccamenti», scene erotiche e rapporti sessuali ad Arcore, dove, secondo l'accusa, si sarebbero svolti presunti festini a luci rosse. Domande a cui quasi tutte le ragazze ospiti nella residenza di Silvio Berlusconi hanno sempre risposto con secchi "no".

ruby in tribunale RUBY IN AULA

Oggi, però, dalla testimonianza della cubana Lisa Barizonte è saltato fuori un «bacio alla francese» a Villa San Martino che avrebbe visto come protagonisti la stessa ragazza e l'ex presidente del Consiglio. Un particolare romantico e inedito che è emerso nel processo cosiddetto Ruby 2, quando la giovane cubana - che ha anche precisato di ricevere ancora dall'ex premier gli ormai `classici´ bonifici mensili da 2500 euro - ha dovuto rispondere al procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno.

Al magistrato che le chiedeva se avesse mai avuto rapporti sessuali con Berlusconi, la ragazza ha raccontato che «con il presidente facevo magari discorsi anche su cose sessuali come con un amico». E che «con lui mi sono scambiata solo un bacio di affetto, ma non ho mai ricevuto avances sessuali».

BARIZONTE rubynirvana

È stata poi la presidente del collegio della quinta sezione penale, Annamaria Gatto, a intervenire per chiedere "precisazioni" su quel «bacio» con l'ex presidente del Consiglio. Si è trattato, ha spiegato Barizonte, di un «bacio in bocca "alla francese" e sono stata io che l'ho voluto baciare».

SACHA BARON COHEN THE DICTATOR BUNGA BUNGA CON BERLUSCONI

Secondo la testimone le cose sono andate così: Berlusconi «aveva raccontato una barzelletta ed io prima gli ho detto "sei un grande" e poi l'ho voluto baciare». Con lui, ha ribadito, «parlavo anche di cose personali, anche sessuali e lui mi coccolava e dimostrava affetto».

Molte ragazze, nei mesi scorsi, avevano messo a verbale di ricevere da Berlusconi una sorta di assegno di mantenimento di 2500 euro al mese. Versamenti che - pare - proseguono tuttora. «Ricevo i bonifici dal marzo 2012 - ha spiegato Barizonte - e l'ultimo mi è stato inviato a gennaio». La cubana, inoltre, non ha nascosto la sua antipatia per Ruby: «È una bugiarda, diceva di avere 24 anni e di essere stata abbandonata». E quando la teste ha spiegato che la marocchina le aveva raccontato «anche dello zio che le versava l'olio bollente in testa», il giudice Annamaria Gatto si è `concessa´ una battuta: «Quale zio, Mubarak?».

In aula poi è andato in scena anche un confronto "indiretto" sull'ormai famosa statuetta di Priapo, tra Barizonte e Ambra Battilana, una delle parti civili che ha descritto le serate di Arcore come veri e propri festini hard. Mentre Lisa ha ribadito che nessuna ragazza ha mimato rapporti orali con la statuetta, Ambra ha raccontato che «la prima a iniziare» la simulazione era stata proprio la cubana. La difesa di Fede ha chiesto che, a questo punto, le due vengano messe a confronto diretto davanti ai giudici e i magistrati si sono riservati di decidere.

Tra i testimoni di oggi anche Carlo Rossella e Barbara D'Urso. Il presidente di Medusa ha parlato delle cene di Arcore come di «gioiose e festose» serate «con un'atmosfera da festa di provincia», dove le ragazze erano vestite «come in discoteca, perché certamente non dovevano andare ad un'udienza in Vaticano». Mentre la conduttrice tv ha chiarito di essere stata ad Arcore una sola volta per un pranzo di lavoro con Pier Silvio Berlusconi.
La prossima udienza è fissata per il primo marzo. Tra le convocate Raffaella Fico e Diana Gonzales.

MARYSTHELL POLANCO NEI TRAVESTIMENTI DEL BUNGA BUNGA

 

INGHILTERRA IN SERIE B! - I TITOLI DI STATO BRITANNICI PERDONO LA “TRIPLA A”: RATING ABBASSATO A “AA1”…

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ANSA.IT

Sterlina

In un'Eurozona ancora falcidiata dalla crisi economica, dopo la Francia anche il Regno Unito perde la prestigiosa 'tripla A'. E nel club dei 'virtuosi' nel Vecchio Continente restano oramai solo quattro Paesi: Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo. Ad abbattersi su Londra è stata la scure di Moody's, che ha abbassato la valutazione sui titoli di Stato britannici di uno scalino, portandola da Aaa ad Aa1.

DAVID CAMERON FRANCOIS HOLLANDE

"E' un forte richiamo a proseguire sulla strada della riduzione del debito e un avvertimento a chi ancora pensa che questo problema non debba essere affrontato", ha commentato il ministro delle finanze britannico, George Osborne, sottolineando la determinazione del suo governo ad attuare il piano di risanamento dei conti pubblici e di rilancio dell'economia: "Non fuggiremo dai nostri problemi".

La decisione del downgrade - si legge in una nota di Moody's - è stata presa in base a tre fattori. Innanzitutto "la prolungata debolezza delle prospettive di crescita nel medio termine, con una ripresa fiacca" destinata a proseguire ancora per molto tempo.
Questa debole crescita, in secondo luogo, inevitabilmente "pone delle sfide sul fronte dell'attuazione del programma di consolidamento di bilancio" da parte del governo di David Cameron. Programma che rischia di arenarsi o comunque di rallentare. A preoccupare - spiegano infine gli analisti di Moody's - è poi "il deterioramento della capacità di assorbire gli shock" da parte del sistema amministrativo e finanziario britannico, a causa di "un elevato e crescente livello del debito pubblico".

DAVID CAMERON E ANGELA MERKEL A DAVOS SCIOPERO IN INGHILTERRA

Debito la cui struttura resta comunque "positiva" e non desta al momento eccessive preoccupazioni. Per tutti questi motivi l'outlook legato alla Gran Bretagna - vale a dire le prospettive economiche e finanziarie - è stato rivisto a "stabile". Questo considerando anche "i considerevoli rischi di esposizione" legati ad un eventuale peggioramento della situazione sul fronte della crisi dei debiti sovrani in Europa.

Rischi di contagio solo in parte mitigati - spiega Moody's - dalla flessibilità legata a una politica monetaria indipendente. Per l'agenzia di rating, comunque, nonostante il downgrade la solidità del credito nel Regno Unito "resta estremamente elevata", grazie ad un'economia "altamente competitiva e ben diversificata". E grazie anche a "una robusta struttura istituzionale". Moody's ha abbassato il rating dell'Italia nel luglio scorso, portandolo a Baa2.

 

I LIBRI? NIENTE SACCIU! - MARCELLO DELL’UTRI INTERROGATO A NAPOLI: E’ INDAGATO PER CONCORSO IN PECULATO…

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Da Corriere.it

«Non conoscevo la provenienza di quei libri». Questa la linea di difesa del senatore del Pdl Marcello Dell'Utri sulla vicenda della spoliazione della biblioteca storica «Girolamini». Il parlamentare, che è indagato per concorso in peculato, è stato interrogato in procura a Napoli.

BIBLIOTECA DEI GIROLAMINI A NAPOLI jpegPRIMI ANNI BERLUSCONI MARCELLO DELLUTRI E MIRANDA RATTI A MILANO jpeg

Nel corso dell'interrogatorio avrebbe ammesso di avere ricevuto in regalo tre libri dall'ex direttore della struttura, Marino Massimo De Caro, in carcere da circa un anno e sotto processo per la sottrazione di migliaia di volumi antichi, ma senza conoscerne la provenienza. Inoltre Dell'Utri ha fatto notar di aver già restituito due dei libri.

DELLUTRI E BERLUSCONI

L'UTOPIA
Quanto all'esemplare dell'Utopia di Tommaso Moro, ancora mancante, avrebbe spiegato di non essere riuscito a ritrovarlo, dal momento che ha dovuto in parte smantellare, per mancanza di fondi, la biblioteca che possedeva a Milano e nella quale presumibilmente l'opera si trovava. Il parlamentare era già stato convocato una prima volta dai pm nei mesi scorsi, ma in quella circostanza si era avvalso della facoltà di non rispondere.

BIBLIOTECAGIROLAMINI SEQUESTRATA (FOTO ADNK)

Il processo a De Caro, in corso con il rito abbreviato davanti al gup Egle Pilla, riprenderà il prossimo 28 febbraio, quando sarà sentito come teste uno dei consulenti della Procura a proposito della provenienza dei libri sequestrati all'imputato.

 

SACRO GOSSIP: BERTONE NE HA LE PALLE PIENE -SI TENTA DI CONDIZIONARE L'ELEZIONE DEL FUTURO PONTEFICE

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corriere.it

BERTONE - PAPAFOTO DI GRUPPO BAGNASCO MONTI BERTONE NAPOLITANO SCHIFANI FINI

Si tenta di condizionare l'elezione del futuro Pontefice. La Segreteria di Stato della Santa Sede ha pubblicato un comunicato in cui si deplora il tentativo di condizionare i cardinali, in vista del Conclave, con la diffusione di «notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni».

LA NOTA - «La libertà del Collegio cardinalizio, al quale spetta di provvedere, a norma del diritto, all'elezione del Romano Pontefice, - si legge nella nota della Segreteria di Stato vaticana, pubblicata dalla Radio Vaticana - è sempre stata strenuamente difesa dalla Santa Sede, quale garanzia di una scelta che fosse basata su valutazioni rivolte unicamente al bene della Chiesa».

CARDINALE TARCISIO BERTONE

«Nel corso dei secoli i cardinali - prosegue il testo - hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano».

«Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell'elezione del Papa, oggi - commenta la nota - si tenta di mettere in gioco il peso dell'opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l'aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo».

Tarcisio Bertone

«È deplorevole che, con l'approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il Conclave e i Cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e davanti a Dio, ad esprimere in piena libertà la propria scelta, - tiene a precisare la Segreteria di Stato - si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni».

«Mai come in questi momenti, - conclude la nota - i cattolici si concentrano su ciò che è essenziale: pregano per Papa Benedetto, pregano affinché‚ lo Spirito Santo illumini il Collegio dei Cardinali, pregano per il futuro Pontefice, fiduciosi che le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio».

«MOMENTI NEGATIVI» - Dopo la nota diffusa dalla Segreteria di Stato della Santa Sede è intervenuto il portavoce della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi: «Ci sembra che il clima che si è creato in questi giorni porti a derive negative. È un momento delicato in cui si agitano molti tipi di informazioni diverse e ci sono rapporti che parlano della Chiesa in un modo molto negativo che non corrisponde alla realtà».

Roger Mahony

CARDINAL MAHONY - Intanto però, nonostante le polemiche, il cardinale Roger Mahony ha confermato su Twitter l'intenzione di recarsi in Vaticano e partecipare al Conclave: «Poche, brevi ore prima della mia partenza per Roma». Mahony, di cui oggi è attesa una testimonianza su una ventina di casi di molestie sessuali di preti nell'arcidiocesi di Los Angeles, ha chiesto le preghiere dei fedeli e promesso che continuerà a mandare micromessaggi su Twitter «spesso, ma non durante il Conclave».

 

 


LA VITA DI REEVA VALEVA 8.500 EURO? - IL GIUDICE CONCEDE LA LIBERTA’ SU CAUZIONE A PISTORIUS…

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Paolo G. Brera per La Repubblica

Vale 8.500 euro in contanti la libertà di Oscar Pistorius: dopo un'accorta, verbosa, infinita requisitoria, il giudice Desmond Nair ha concesso la libertà su cauzione. Otto giorni dopo aver massacrato con quattro colpi di pistola la sua bellissima fidanzata Reeva Steenkamp, chiusa in trappola in un bagno minuscolo di un metro e quaranta per un metro e quaranta, ieri pomeriggio l'eroe paralimpico dalle gambe di titanio ha lasciato la corte penale di Pretoria su un fuoristrada grigio, inseguito da un plotone di fotografi in moto. Diretto, dicono, fuori città.

REEVA E PISTORIUS

Al colpo di scena finale, un gruppo di ragazzoni neri amici di Pistorius vola in aria e esulta: "Yes!". Un gol ai mondiali. La famiglia, sulle tre panche più avanti, resta per un attimo surgelata dalla sorpresa. Il giudice si alza e se ne va. Lui, il campione sconfitto, piange e viene subito portato via. Istanti da cartolina, poi tutti abbracciati a sfogare la tensione tra lacrime di gioia e pacche sulle spalle.

Vineshkumar Moonoo il poliziotto che ora dirige il caso pistorius

Sul lato opposto della sala, imperterrite e terree si stringono nelle spalle Kim Myers e la mamma Desi, amiche di Reeva, avamposti della famiglia che fino a ieri ha avuto altro da fare che seguire un processo per cauzione: dovevano cremare una delle ragazze più belle e dolci del Sudafrica, già avviata sull'autostrada del successo.

Troppi errori, troppi passi falsi nelle indagini dello sciagurato detective Hilton Botha, costretto a lasciare il caso giovedì per palese incompetenza. La grande macchina difensiva messa in piedi dalla famiglia ha vinto il primo round per ko: con una cauzione di 85mila euro di cui solo il dieci per cento in contanti e il resto in garanzie, ha riportato a casa il campione triste dal grilletto facile che ha trascorso gli ultimi giorni con lo sguardo fisso alle proprie scarpe, tra singhiozzi e lacrime.

IL PADRE HENKE IL FRATELLO CARL E LA SORELLA AIMEE PISTORIUS IN TRIBUNALE

Nella maratona finale, il giudice Nair ha demolito il povero Botha per tutti i guai che ha commesso in quest'inchiesta: dal prendere per doping un medicamento alle erbe al dimenticarsi di repertare il cellulare con cui furono chiamati i soccorsi; dalla contaminazione della scena del crimine alle fantasmagoriche imprecisioni sulla distanza dei "testimoni decisivi": «Seicento metri», no «trecento», no «forse meno». Un disastro giudiziario.

LA RICOSTRUZIONE DI OSCAR PISTORIUS DI COSA E SUCCESSO LA NOTTE DELL OMICIDIO DI REVA

Ma si è trattato di un delitto premeditato? Progettato per rabbia sette metri prima di compierlo? E' una tesi durissima da sostenere in aula, ma il giudice spiega che le indagini sciagurate non tolgono che l'accusa resti solida, e in dibattimento si procederà per Grado 6, omicidio premeditato. Perché sia chiaro, dice il giudice Nair: «Non tocca a me decidere se sia stato così, lo stabilirà il processo», ma molte delle tesi della difesa non l'hanno convinto per niente.

DIMAMICA OMICIDIO REEVA PISTORIUS

Poco credibile, dice, la versione secondo cui Pistorius si alza, percorre tre metri per prendere il ventilatore, sente un rumore, torna al letto al buio, prende la pistola sotto il materasso e senza neppure allungare una mano per avvertire Reeva del pericolo va in bagno camminando a terra senza protesi.

E perché mai, sentendosi debole senza protesi, non le ha indossate prima di fare Rambo? E perché non ha svegliato Reeva? E perché, ancora, ha scaricato quattro colpi al "ladro" inerme chiuso in trappola nel servizio igienico? Non è anche quello omicidio volontario? Appuntamento a Pretoria il 4 giugno, per il processo.

PISTORIUS IN TRIBUNALE

Ieri il giudice ha solo ritenuto di "non credere" alla tesi che Pistorius possa fuggire, magari in Italia dove si allenava, o che sia un violento patentato. E gli ha rifilato una lunga sequenza di prescrizioni. Nel frattempo è già scattata la caccia all'intervista e c'è già chi ha offerto 50 mila euro per l'esclusiva.

 

QUALCUNO HA CONSIGLIATO CHE RESTASSE ALL'INTERNO DELLE MURA. IN VATICANO, COMPRESA CASTELGANDOLFO, NON ESISTE ESTRADIZIO

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DAGOREPORT
Alcuni anni fa, Benedetto fu condannato negli Usa per favoreggiamento della pedofilia. Ovviamente, il mandato di cattura internazionale non ebbe seguiti. La sospensione che vale per i capi di stato, nella situazione del pontefice, fu sospesa a vita!

papagandolfo

Ora, con le dimissioni e con un analogo procedimento internazionale - dalla Germania - qualcuno ha consigliato che restasse all'interno delle mura. In Vaticano, compresa Castelgandolfo, non esiste estradizione....

 

CHI È IL MAGNATE GIORDANO PRONTO A ENTRARE NEL CAPITALE DELLA ROMA? - QADDUMI AL SHTEWI TUTTO SEMBRA TRANNE CHE UNO SCEI

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Camilla Conti Malcom Pagani per Il Fatto

Se sarà una Roma lisergica, si vedrà. Per ora lo sceicco di Ponte Pattoli, Adnan Adel Aref Qaddumi, 54 anni, promesso sposo della società di James Pallotta con ricca dote (100 milioni di euro) la osserva dall'alto scambiando pareri tecnici a tempo perso con Michele Padovano, ex attaccante di Juventus e Nazionale, incidentalmente condannato in primo grado nel 2011 a nove anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

QADDUMI

Sabato notte per osservare le magie di Totti, il magnate ipergarantista e l'ex calciatore erano seduti l'uno a fianco all'altro. Immortalati dal fotografo Ferdinando Mezzelani in scatti che al mistero sulla biografia del socio arabo di cui da un anno la partecipata Neep, proprietaria del 60 per cento della Roma, attraverso i suoi advisor americani controlla la solvibilità, aggiungevano il brivido western dell'eversione.

pallotta-parnasi

Una nuova frontiera, la vicinanza tra Qaddumi e Padovano (né referente di mercato né mediatore, ma solo carissimo amico e consigliere senza galloni sul variegato mondo del pallone) che alle ombre sui pregressi dell'imprenditore (si sussurra di tre tentativi falliti, l'acquisto della scuderia Toro Rosso, dell'Acqua Marcia da Caltagirone e quello dell'Hotel Eden) regalavano ulteriore magia allo ‘scatto' d'insieme.

PALLOTTA E LUCA PARNASI n

Una società, la Roma, che aspetta la ricapitalizzazione dal lontano giorno in cui si insediarono gli americani (per ora al necessario e al superfluo ha provveduto chi vorrebbe evadere dell'equivoco, Unicredit). Un presidente all'estero. Due dirigenti (Baldini e Sabatini) a tessere un complicato filo oltreoceano fitto di referenze, sinergie, aspettative e illusioni.

In questo quadro, l'arrivo di Adnan Qaddumi è un ritorno. Tramite un intermediario italiano, l'avvocato Maurizio Scuderi, Qaddumi si era già avvicinato alla Roma prima che la stessa finisse in mani Usa. Un'offerta di cento milioni e un piano industriale di altri cento che con grande dispetto del suo entourage non venne presa in considerazione perché si disse (e si scrisse) del denaro sarebbe mancata la tracciabilità.

pallotta thorne foto mezzelani gmt

Dei bambini, come degli sceicchi non si sa niente. Qaddumi non fa eccezione. È nato a Nablus. Ha una nazionalità in bilico tra Giordania e Arabia Saudita (qualcuno si è spinto a considerarlo membro della famiglia reale), ha una srl di proprietà, l'Amyga. Una carriera imprenditoriale di medio profilo tra Roma e Perugia, una grigia casa di ringhiera con la parabola in terrazzo, molto distante da una reggia, scovata ieri da due curiosi giornalisti di Umbria 24.

QADDUMI

A meno di un caso di clamorosa omonimia o del tocco felliniano della copiosa, sconfinata eredità ricevuta e solo di recente sbloccata (che ieri ne proiettava la figura nei dintorni di tutti gli sceicchi bianchi visti ultimamente nel calcio italiano), Qaddumi, una moglie impiegata al comune, un figlio carabiniere, conduce un'esistenza molto parca, ordinaria.

Nel 2005 scambiava mail sul sito del Corriere post 11 settembre con Magdi Cristiano Allam. Lontana anni luce dalle follie che pure in zona, con Al Saadi Gheddafi protagoniste delle notti all'Hotel Brufani, avevano accumulato una fitta aneddotica sulla voluttà del ricco principe in trasferta.

Ora, una volta terminati i controlli, se per gli americani andrà bene, l'uomo di origini palestinesi alle prese con un'inedita alchimia tra America e mondo arabo sbarcherà a Roma. Liberando l'istituto bancario da un peso, facendo come già accaduto altrove con cocenti delusioni, sognare la piazza. Lo sceicco nel calcio è un cine-panettone. Un serial. Una saga. Può finire bene (fino a quando?) nel complice silenzio e nell'aggiramento costante del fairplay finanziario tra Parigi e Manchester. O regalare incubi.

PALLOTTA article

Zamparini attese per mesi che i soci arabi e i 300 milioni da investire "per vincere lo scudetto in tre anni" uscissero dalla lampada di Aladino. Niente mille e una notte. Palermo oggi ultimo in serie A. Tim Barton, quasi omonimo del regista, a Bari diede vita a un sublime film da dopoguerra con bagni di folla e promesse di grandeur: "Andremo in Champions" e poi fuggì mestamente a Dallas, dove il bravo Foschini di Repubblica scoprì che in città il rosso profilo dell'uomo che si proponeva di interrompere 25 anni di dominazione matarresiana non somigliava a Gei Ar e la vita di Barton e il suo "straordinario" patrimonio scorrevano in 40 metri quadri di periferia.

PARNASI totti

Poi Joseph Cala, Salerno e tutti gli altri zii d'America dalle molteplici nazionalità arrivati con la valigia piena di proclami. Càpita. Il paradosso è che la Roma di stanza a Trigoria e la banca italiana tra una contestazione e una risalita inattesa in classifica di questo processo non possono controllare né decidere nulla.

Ogni valutazione è altrove, le voci si rincorrono (la Roma smentisce, ma la partecipazione di Parnasi sarebbe più di un'ipotesi) e anche le prime parole di Qaddumi: "Siamo in fase di trattativa, ma la stessa è molto seria e con Roma c'è un legame speciale" rimandano ad altri interlocutori.

Che ci sia ancora un indizio di prudenza, nonostante si voli in borsa (+ 9,7%), ci sia l'accordo preliminare e siano alle viste due aumenti di capitale da 50 milioni l'uno si intuisce dal comunicato ufficiale: "L'efficacia di tale accordo è subordinata all'avveramento di determinate condizioni, secondo una tempistica a oggi non prevedibile". Fiducia sì, ma con il paracadute nell'angolo.

 

“C’È UNA VITTIMA, QUALCUNO SE N’È ACCORTO?” SOLO IERI IL PRIMO MESSAGGIO DALLA FAMIGLIA DI PISTORIUS…

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p. g. b. per La Repubblica

PISTORIUS E REEVA

«C'è una vittima, qualcuno se n'è accorto? Vi ricordate che qualcuno ha perso la vita? ». Dure come cristallo per trattenere la disperazione, le amiche di Reeva Steenkamp siedono in disparte e se ne vanno in silenzio, appena due parole rubate al "no comment": «Rispettiamo la legge, ma almeno nel processo la giustizia dovrà prevalere», dicono Kim Myers e sua mamma Desi dopo l'abbuffata di abbracci del clan Pistorius.

REEVA NELLA BARA

Per otto giorni, dalla notte del massacro di San Valentino, nessuno della famiglia dell'atleta ha trovato il coraggio e le parole per esprimere il cordoglio alla famiglia di Reeva. Non una parola. Lo hanno fatto, indirettamente, solo ieri, a sentenza pronunciata: «Siamo sollevati - dice lo zio portavoce, Arnold Pistorius - ma è un momento triste per la famiglia di Reeva e per tutti noi».

Non è solo il dramma familiare a sconvolgere . Sulle stoppie scottate dalla piaga mondiale del femminicidio, il rogo del caso Pistorius divampa improvviso. Invece di una cella, avrebbero offerto una camera nella stazione di polizia anche a un nero senza fama e senza conti all'estero? «È un favoritismo e non lo lasceremo passare, si dovrà indagare » dice Jacqui Mofokeng, portavoce della Lega femminile dell'Anc. «Ci saremo anche noi a giugno. Sederemo accanto alla famiglia di Reeva - continua - e seguiremo il caso passo dopo passo, lotteremo perché sia fatta giustizia per tutte le donne».

IL BAGNO DI CASA PISTORIUS DOVE E STATA UCCISA REEVA STEENKAMP Reeva Steenkamp

Ma se c'è una cosa che fa infuriare le donne, in Sudafrica, è l'ovazione finale dei ricchi ragazzoni neri, lo «Yes!» degli amiconi di Oscar urlato alla sentenza come al punto decisivo del campionato di cricket. Anche perché a pronunciarlo in testa alla fila è Kenny Kunene, un fenomeno nazionale rinominato "mister Sushi", un miliardario con sei anni di galera alle spalle, tutto Porsche e maschilismo. Lo chiamano così perché si fa mangiare il sushi addosso dalle ragazze, spiegano i sudafricani mentre le ragazzine lo circondano urlando di gioia quando apre il tettino della fuoriserie. Negli ultimi due giorni di udienza è arrivato con due Porsche diverse, per distinguersi.

Reeva Steenkamp article B DC x

«Nessuno deve dimenticare che è morta una donna innocente. Kenny Kunene ci ha abituate a mostrare la sua mancanza di rispetto per le donne - dicono le ragazze dell'Anc - usando i loro corpi nudi come stoviglie. Bel messaggio ai giovani in un paese devastato dalla violenza di genere ». E la rabbia delle donne unisce già il pianeta: «È un clamoroso esempio di impunità nei casi di violenza e omicidio contro le donne», dice Cecile Greboval, segretario generale della European Women's Lobby.

 

BERTONE REGNA IN VATICANO – MA QUALE LA STRANA NOMINA! SPEDIRE IN COLOMBIA IL SUO SOTTOSEGRETARIO BALESTRERO

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Carlo Tecce per Il Fatto

Tarcisio Bertone non indosserà mai la papalina, entrerà in conclave con i gradi di cardinale e ne uscirà con la stessa autorità: quel che resta, sempre immutabile, è l'enorme potere. Il segretario di Stato ha messo in sicurezza, come se fosse un'operazione d'acquisto, le sue influenze in Vaticano, le sue fitte maglie di rapporti e compromessi. Non ha esitato, mai, durante il lungo addio di Benedetto XVI.

PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE

L'ultimo tassello: la nomina di Ettore Balestrero, 46enne ligure già promosso arcivescovo, che sarà ambasciatore in Colombia. Bogotà è un comodo e ambito rifugio per l'ex sottosegretario vaticano che, su mandato proprio di Bertone anche se più vicino a Mauro Piacenza, ha curato le pratiche più scottanti per l'Istituto per le Opere religioso (Ior): le (blande) norme contro il riciclaggio di denaro sporco, la (finta) rivoluzione trasparenza, le valutazioni internazionali e le inchieste dei magistrati italiani.

Balestrero è un protagonista principale di Vatileaks, non perché giovane mano che direzionava l'ex maggiordomo Paolo Gabriele, ma perché interrogato - e dunque al centro di quelle profonde lotte interne in Curia - dai cardinali incaricati da Joseph Ratzinger di indagare su fughe di documenti e regolamenti di conti.

Per intenderci: la Colombia - seconda diocesi più numerosa dopo quella brasiliana - non è una punizione. E non è nemmeno una gentile concessione del pontefice: a Ratzinger toccava firmare il trasferimento, e l'ha fatto molto volentieri. Se il racconto fosse concluso qui, Bertone avrebbe una pedina in meno. Sbagliato. Perché il cardinale ha gestito il passaggio di consegne: il ruolo di Balestrero sarà ricoperto dal maltese Antoine Camilleri, consigliere del ministro per gli esteri, il cardinale Dominique Mamberti.

TARCISIO BERTONE PADRE GEORG PAPA BENEDETTO XVI

Il porporato francese e il segretario di Stato, nonostante la diversa estrazione, il primo del gruppo dei diplomatici e il secondo di matrice curiale (romano), si sopportano felicemente da sette anni. Non si possono definire alleati, ma nemmeno concorrenti: il potere non ha colore né odore se distribuito. E Bertone è un maestro del genere.

L'apertura a Mamberti, potenziale prossimo segretario di Stato, è una garanzia sugli anni a venire. Lo scambio Balestrero-Camilleri celebra il controllo totale di Bertone sul forziere santo, lo Ior. Il cardinale piemontese si è assicurato la guida sino al 2015 di quella commissione di porporati che seleziona i laici: il 2015 è una data che va ben oltre la permanenza del 78enne Bertone al governo vaticano che, a un passo da una storica sede vacante con il pontefice vivente, ha puntellato il Cda Ior con il tedesco Ernest von Freyberg.

monsignor Ettore Balestrero

Dal 1 marzo, il cardinale sarà anche camerlengo, cioè avrà a completa disposizione le finanze straordinarie e l'amministrazione ordinaria. In questi giorni di interregno, Bertone è riuscito anche a rispolverare il vecchio (e già bocciato) progetto di un polo sanitario cattolico: fallito l'aggancio al morente San Raffaele di Milano, il Vaticano si è gettato verso l'istituto dermopatico Idi, travolto da scandali, indagini e debiti.

Ettore Balestrero

Anche la partita Idi sta per terminare: prima è stato spedito il cardinale (bertoniano) Giuseppe Versaldi e poi il commissariamento è finito al discusso Giuseppe Profitti, direttore generale del Bambin Gesù, ex dirigente regionale ligure condannato in appello a sei mesi per concorso in turbativa d'asta per un appalto in una mensa all'Asl di Savona.

La prossima settimana, però, inizierà la campagna elettorale in Vaticano per l'elezione del nuovo Papa: i cardinali stranieri vogliono leggere la relazione su Vatileaks, gli italiani vanno di fretta e preferiscono ripararsi in Conclave.

 

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