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IL BLITZ CHE HA SCOMBUSSOLATO IL SITO LINKIESTA ORCHESTRATO DALL’AZIONISTA ANDREA TAVECCHIO, MOLTO VICINO A PASSERA?

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1- PER IL VERTICE DI FINMECCANICA, DI PAOLA IN CAMPO
È raro trovare un ammiraglio che non sta più nei suoi panni e tradisce una grande eccitazione, ma è quanto sta succedendo in questi giorni a Giampaolo Di Paola, l'ex-Capo di Stato Maggiore della Difesa che Monti ha nominato ministro.
Chi lo conosce dice che è sempre stato un uomo esuberante e dalla battuta facile che pronuncia molte volte in dialetto napoletano.

1 ammiraglio giampaolo dipaola

A lui, nato a Torre Annunziata 73 anni fa, non piace stare con le mani in mano e fare la fine di quei militari che quando passano alla vita civile si vestono in modo impeccabile per accompagnare le mogli ai supermercati.

ALESSANDRO PANSA

Da alcune settimane Di Paola si è posto l'obiettivo preciso di diventare presidente di Finmeccanica, il Gruppo dove non è ancora stato risolto il nodo delle due anime, militare e civile, quale core business dell'azienda. La nomina di Alessandro Pansa al vertice della società ha ridato fiato per il momento alle speranze dell'ammiraglio di riuscire a coronare il sogno privato. A incoraggiarlo è l'ipotesi, assai improbabile, che il prossimo governo possa riconfermare Pansa nella sua carica.

Sulla strada c'è però l'ostacolo che costringe i ministri uscenti a non prendere incarichi pubblici per almeno un anno. Questo vincolo Di Paola lo conosce benissimo, ma con una serie di mosse che sono arrivate fino ai gradini del Quirinale, sta premendo per una deroga che gli consenta di diventare comandante supremo a piazza Monte Grappa. Non si sa se il Presidente Napolitano durante la sua missione a Washington abbia parlato dell'ammiraglio partenopeo che gode di simpatia e stima negli ambienti della Difesa statunitense e alla Nato.

GIORGIO NAPOLITANO E OBAMA

Durante un incontro organizzato proprio ieri a Bruxelles dalla Nato, Di Paola ha incontrato un pezzo da novanta dell'amministrazione americana, quel Leon Panetta che ha guidato la Cia e dopo lo scandalo Petraeus è stato nominato Segretario alla Difesa. Adesso Panetta si è ritirato a vita privata e ha intenzione di aprire un'importante studio legale con sedi a Washington e Boston. È probabile che tra l'ammiraglio italiano e l'ex-capo della Cia siano volate battute in dialetto perché i genitori di Panetta erano di origine calabrese e sbarcarono in America aprendo un ristorante.

panetta leon

Nell'euforia dell'incontro e con la casacca ancora da ministro della Difesa, Di Paola ha manifestato la sua fedeltà agli americani dicendo che i militari italiani resteranno in Afghanistan anche dopo il 2014, poi con solennità ha aggiunto che l'Italia non ha alcuna intenzione di rinunciare agli F35, il costoso velivolo sul quale sono già scattati i veti dei partiti di centrosinistra.

Enrico Cucchiani

Forse l'ammiraglio si è spinto troppo in là, ma l'ansia di diventare comandante supremo del disastrato esercito di Finmeccanica gli ha messo le ali in bocca.

2- SULLA QUESTIONE ALITALIA, CUCCHIANI RIPETE IL COPIONE SCRITTO DA PASSERA:

Quando a novembre di due anni fa il presidente di IntesaSanPaolo riuscì a piazzare al posto di Corradino Passera Enrico Cucchiani, non pensava certamente che questo bocconiano ex-McKinsey approdato in Allianz, avrebbe ricalcato le orme dell'amministratore delegato uscente.

Corrado Passera

In realtà Cucchiani in questo periodo ha dimostrato di volersi smarcare nettamente dalla gestione di Corradino, ma sulla questione Alitalia sta dimostrando di ripetere il copione scritto dall'ex-banchiere ministro nel 2008 quando mise in piedi la cordata dei patrioti italiani. L'operazione, benedetta dal Cavaliere impunito, è costata 3 miliardi, ma i 21 soci di Cai hanno potuto affrontarla grazie alle linee di credito concesse soprattutto da BancaIntesa.

Adesso sono chiamati a rimettere mano al portafoglio e durante l'Assemblea di Cai che si terrà oggi dovranno approvare il prestito di 120-130 milioni per consentire alla Compagnia di tirare avanti. Anche in questo caso il loro sacrificio sarà alleviato dalle linee di credito che IntesaSanPaolo, guidata dal "tedesco" Cucchiani, metterà a loro disposizione. Solo il socio AirFrance caccerà le mani nel portafoglio sottoscrivendo per la sua quota 37,5 milioni, e questo non fa certamente piacere ai francesi che proprio oggi hanno annunciato di aver chiuso il 2012 con una perdita superiore al miliardo.

ragnetti

Secondo alcuni giornali non tutti i patrioti di Cai accetteranno il regalino di Cucchiani perché alle difficoltà di alcuni azionisti come Caltagirone Bellavista e Fondiaria Sai (oggi Unipol) si aggiungo le perplessità di Salvatore Mancuso del Fondo Equinox.
Il prestito finanziato da Cucchiani non basterà comunque a sanare il buco di Alitalia dove lunedì prossimo il consiglio di amministrazione si troverà di fronte a una voragine di 240 milioni di euro.

Gli analisti sono convinti che il prestito-ponte sostenuto dal generoso Cucchiani dovrà essere accompagnato in tempi brevi da un aumento di capitale e da un ribaltone al vertice della società.

Molti ritengono che l'appuntamento di lunedì segnerà la fine della gestione Ragnetti, il manager che a febbraio dell'anno scorso è approdato in Alitalia con l'incarico di direttore generale per poi diventare a marzo amministratore delegato. Resta l'incognita sul successore, ma questo è un problema che interessa poco il George Clooney di Fiumicino che ha dimostrato come il marketing non basti a guidare un'azienda.

TELECINCO

Se ne andrà con una liquidazione di 2 milioni per 12 mesi di lavoro che potrebbe depositare su un conto corrente di IntesaSanPaolo se il generoso Cucchiani vorrà applicargli le condizioni favorevoli riconosciute ai patrioti di Cai.

3- LE GRANDI BANCHE D'AFFARI VEDONO NERO SULLE PROSPETTIVE DELLE TV EUROPEE
Le più grandi banche d'affari vedono nero sulle prospettive delle tv europee e nei loro report le campane suonano a morto nei confronti dei gruppi televisivi che operano in Francia, Italia e soprattutto Spagna.

Mediaset

A giudizio degli analisti finanziari negli ultimi mesi si è registrato il crollo della pubblicità sulla carta stampata in favore di quella online in forte crescita. I report hanno destato grande preoccupazione nelle due emittenti televisive che Mediaset e De Agostini detengono in Spagna.

LINKIESTA

Alla fine di questo mese saranno annunciati i risultati del 2012 ma le due società, Telecinco di Mediaset e Antena 3 di De Agostini, hanno già preannunciato risultati di gran lunga meno brillanti rispetto a quelli dell'anno precedente. Varie banche d'affari (JP Morgan, Santander, JB Capital Markets) hanno messo in guardia gli investitori.
Per quanto riguarda Telecinco, la società privatizzata nel 1989 e poi acquistata da Mediaset, gli utili scenderanno a circa 50 milioni contro i 110 del 2011 su un fatturato di poco superiore a 900 milioni quando l'anno prima aveva superato la soglia di 1 miliardo di euro.

ABU DHABI

La causa è da ricercare quasi esclusivamente nel calo degli introiti pubblicitari (circa il 7% in meno) e Telecinco ha già previsto una riduzione dei dividendi da distribuire ai suoi azionisti poiché il monte cedole si aggirerà intorno al 50% dell'utile netto mentre negli ultimi 9 anni la quota di profitti per remunerare Mediaset-Fininvest è sempre stata pari al 90%.

Gli stessi dolori toccano Antena 3, l'emittente acquisita dalla holding Planeta-De Agostini, che vede tra gli azionisti anche gli spagnoli di Telefonica e la tedesca Rtl.
Nel caso di Antena 3 i profitti si attesteranno su 23,1 milioni di euro contro i 93,4 del 2011 con una riduzione di oltre il 75%.

ANDREA TAVECCHIO

In sostanza la perdita complessiva dei due network italo-spagnoli si aggira attorno al 60%, ma la preoccupazione è sulle proiezioni relative a quest'anno e sul medio-lungo termine. Nell'ultimo trimestre del 2012 la pubblicità è calata del 20% e negli ultimi tre mesi la sofferenza è ancora più rilevante.

4- A BORDO DELLA FERRARI, LO SMONTEZEMOLATO FA I PROPRI AFFARI CON GLI ARABI

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Luchino di Montezemolo oggi è felice. Non tanto per gli ultimi sondaggi segreti che danno la lista di Monti intorno all'8%, ma per i risultati dei suoi affari. Oltre a quelli della Ferrari, che a onor del vero guida con maestria, anche dal polo del lusso che fa capo al Fondo Charme cominciano ad arrivargli buone notizie. È di ieri l'apertura di un nuovo showroom di Poltrona Frau a Dubai che va ad aggiungersi a quello di Abu Dhabi.

jacopo tondelli DeAGOSTINI5i04 luca cordero montezemolo

All'evento che ha raccolto gli Emiri erano presenti in prima fila i rappresentanti di Mubadala Development Company, la società di investimento di Abu Dhabi che a maggio del 2011 è diventata socia di Ballantine ed è azionista primario della Ferrari dove ha acquistato il 5% per 114 milioni di euro".

5- VOLA PASSERA DIETRO IL RIBALTONE DE LINKIESTA

Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che tra i giornalisti si continua a parlare del terremoto nel sito web LInkiesta.it dove il direttore Tondelli e il condirettore Gallo sono stati messi alla porta dagli azionisti. Secondo la versione più accreditata il blitz sarebbe stato orchestrato dall'azionista Andrea Tavecchio, un analista finanziario che siede come sindaco in 30 società. Si dice che questo personaggio sia molto vicino a Corradino Passera e che il ribaltone nel sito web sia legato al progetto di fare de L'Inkiesta uno degli strumenti che consentirà al desaparecido Passera di costruire la sua piattaforma politica dopo le elezioni".

 


UN GIUDICE “SMONTA” IL REDDITOMETRO - ACCOLTO IL RICORSO DI UN PENSIONATO NAPOLETANO

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Carlo Tarallo per Dagospia

MONTI BEFERA redditometro

Invasivo, ingiusto, squilibrato, "tarato male". Il redditometro, secondo il giudice del Tribunale di Napoli Antonio Lepre, è fuorilegge. La toga (distaccata presso la sede di Pozzuoli) accoglie il ricorso di un pensionato e ordina la cancellazione dei dati. Un precedente destinato a far discutere, che può minare l'impianto stesso dello strumento di controllo fiscale più odiato dagli italiani.

LE MOTIVAZIONI
Il pilastro della sentenza è che il redditometro non puo' sacrificare la sfera privata del singolo cittadino. Il pensionato autore del ricorso aveva denunciato che, attraverso il monitoraggio delle spese, diventano di dominio pubblico anche gli aspetti piu' privati della vita, includendo anche le spese per le cure mediche. Non solo: il redditometro finirebbe per passare al setaccio anche le spese per soggetti diversi dal contribuente "sotto controllo".

redditometro redditometro

CANCELLATE I DATI !
Il giudice - come ha spiegato stamani Roberto Buonanno, il legale che ha assistito il pensionato - ha ordinato la cancellazione dei dati acquisiti dal fisco. Il redditometro, scrive il giudice Lepre nel dispositivo, "non fa alcuna differenziazione tra cluster di contribuenti, bensi', del tutto autonomamente, opera una differenziazione di tipologie familiari suddivise per cinque aree geografiche".
Il cittadino verrebbe privato "del diritto ad avere una vita privata e di essere quindi libero nelle proprie determinazioni senza dover essere dover essere sottoposto all'invadenza del potere esecutivo e senza dover dare spiegazioni dell'utilizzo della propria autonomia e senza dover subire intrusioni anche su aspetti delicatissimi della vita privata".

Redditometro redditometro parametri

PARAMETRI SBALLATI
Per il giudice Lepre il redditometro finisce anche per mettere sullo stesso piano "situazioni territoriali differenti in quanto altro è la grande metropoli altro è il piccolo centro e altro ancora è vivere in questo o quel quartiere. All'interno della medesima Regione - osserva il giudice - e, anzi, della medesima Provincia vi sono fortissime oscillazioni del costo concreto della vita, cosi' come altrettanto forti oscillazioni vi possono essere all'interno di un'area metropolitana'. Cosi' "I contribuenti delle zone più disagiate perderanno anche, per cosi' dire, il vantaggio di poter usufruire di un costo della vita inferiore in quanto gli sara' imputato in ogni caso il valore medio Istat delle spese".

 

 

 

È SEMPRE PIÙ DIFFUSA L’IMPRESSIONE CHE I SONDAGGI NON SIANO SENSIBILI PER COMPRENDERE IL VOTO DEGLI ITALIANI

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Spin Doctor per Dagospia

BEPPE GRILLO INTERVISTATO DA NBC CNBC

"Nel buio della sala correvano voci incontrollate e pazzesche. Si diceva che l'Italia stava vincendo per 20 a 0 e che aveva segnato anche Zoff di testa, su calcio d'angolo." Così, nell'indimenticabile "Il secondo tragico Fantozzi" Paolo Villaggio dipingeva l'ansia degli impiegati che non potevano guardare Italia Brasile perché costretti a partecipare alla proiezione della "Corazzata Potemkin"

Non è molto diversa la sensazione che si respira nelle war room elettorali dei vari candidati in questi giorni di buio di sondaggi. L'effetto delle piazze che si gonfiano confondono le stime sull'effettivo peso delle liste, e tra gli addetti ai lavori si aggirano voci incontrollate: che Grillo sia il primo partito in Sicilia, che porterà un milione di persone a San Giovanni, che la lista Monti stia per scomparire, che Ingroia stia per collassare.

E proprio sul tema dei sondaggi comincia a serpeggiare un dubbio: è sempre più diffusa l'impressione che i sondaggi non riescano affatto a descrivere la realtà delle intenzioni di voto degli italiani, e che servano come il pane metodi di misurazione più accurati dei classici CATI (le telefonate ai campioni di 1000 persone), certamente utili ad appurare se si usa lo yoghurt Yomo o Danone, ma non sensibili abbastanza per comprendere le scelte elettorali, specie in anni di grande abbondanza di indecisi.

Metodi nuovi ce ne sono: ma non è facile adattarsi alla politica, e tantomeno alla politica italiana. C'è l'analisi del sentiment sui social network, che permette stime molto più sofisticate sull'attitudine dei consumatori su un marchio, un prodotto, un personaggio, un partito.

ANTONIO INGROIA CON IL SIMBOLO DELLA SUA LISTA MARIO MONTI CON LE MANI ALZATE jpeg

E c'è il nowcasting basato sulle ricerche su google: le previsioni a brevissimo termine basato sulla frequenza di parole chiave cercate sul motore di ricerca. Tutte tecniche utilissime, ma con un limite: che in Italia la TV resta il mezzo di informazione principale, e molti elettori internet non sanno ancora cosa sia.

Forse possono essere i nuovi metodi di "osservazione partecipata" che cominciano a diffondersi tra le grandi multinazionali. In che cosa consistono? Nell'inviare antropologi (si, antropologi) ad osservare e documentare i momenti di vita vissuta dalle persone. Lo sta facendo la Absolut Vodka, che manda un occhialuto osservatore negli house party degli americani, per osservare a fondo come i clienti si relazionano con il prodotto nell'intimità della vita quotidiana.

ROBERTO MARONI CON LA SCOPA PADANA SONDAGGI

Funziona: secondo The Atlantic, Microsoft sarebbe il più grande datore di lavoro di antropologi, secondo solo al Governo degli Stati Uniti. È vicina l'epoca in cui anche i partiti inizieranno a studiarci come tribù dell'Amazzonia?

http://www.theatlantic.com/magazine/archive/2013/03/anthropology-inc/309218/#.UScdImnqD8Q.mailto

 

PD ESTRANEO ALLO SCANDALO MPS? MACCHÉ, NEL PARTITO DI BERSANI INIZIANO A CADERE TESTE: CECCUZZI PRONTO A RITIRARSI

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1. SIENA: DOPO AVVISO GARANZIA CANDIDATO SINDACO PD MEDITA RITIRO
(ASCA) - Franco Ceccuzzi medita il ritiro dalla corsa a sindaco di Siena. Il candidato del Pd, sindaco uscente costretto alle dimissioni da contrasti all'interno del suo stesso partito, sta maturando una decisione, che però sarà annunciata nei prossimi giorni, dopo le elezioni.

giuseppe mussari giuseppe mussari monte paschi interrogato

Questa mattina è emerso che Ceccuzzi sarebbe indagato dalla Procura di Salerno, insieme all'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, per concorso in dissipazione del patrimonio del Pastificio Amato. Ceccuzzi si dice "totalmente estraneo" alla vicenda. Però, afferma in una nota, "ho informato tempestivamente il Partito e, personalmente, ho già maturato un orientamento, sul quale sto ragionando con il partito comunale, provinciale e regionale, nell'interesse prioritario di Siena e dei senesi. Nei prossimi giorni, con una conferenza stampa, comunicherò i motivi delle mie decisioni". La 'corsa' di Ceccuzzi era stata fin da subito complessa e costellata di polemiche, in particolare da parte dell'ala 'ex margherita' del partito.

DENIS VERDINI franco ceccuzzi

A gettare molti 'veleni', poi, nei giorni scorsi, era stato il documento con un presunto accordo tra Pd e Pdl su Siena e Mps. Il documento, all'attenzione dei Pm di Firenze e Siena, riportava in calce i nomi (ma non le firme) dello stesso Ceccuzzi e di Denis Verdini. Entrambi avevano smentito di essere gli autori del presunto 'patto'. Ad agitare le acque, naturalmente, ci sono anche le vicende giudiziarie e le difficoltà economiche di Mps. Lo stesso Ceccuzzi, che aveva appoggiato la nomina di Giuseppe Mussari ai vertici della Banca, aveva poi promosso la 'discontinuita' con la nomina di Alessandro Profumo.

CRAC PASTIFICIO AMATO, INTERROGATORI PER GLI EX VERTICI MPS
(AGI) - Per il troncone d'inchiesta del crac del pastificio Amato che riguarda Giuseppe Mussari, Franco Ceccuzzi, candidato a sindaco di Siena per il Pd, Marco Morelli, ex vice direttore generale della banca senese, e l'ex deputato salernitano Paolo Del Mese, raggiunti da un invito a comparire, gli interrogatori si svolgeranno a Salerno a metà della prossima settimana. Il gruppo Amato, per il pm Vincenzo Senatore, non aveva i presupposti nel 2006 per ottenere da Mps Capital Service un finanziamento di 18 milioni di euro.

Paolo del Mese

Il pastifico era già in forti sofferenze e prossimo alla chiusura. La dichiarazione di fallimento e arrivata poi nel 2011, ma nel frattempo lafamiglia Amato costituisce una società immobiliare, la "Amaro Re", controllata da una off-shore con sede a Malta, nella quale riversa una patrimonio, costituito da beni immobili per oltre 28 milioni di euro.

E' su questo passaggio che la procura di Salerno ha aperto un'inchiesta, stralciandola dal filone principale della bancarotta fraudolenta ormai in fase dibattimentale. E dal 2006 partono le trattative per ottenere il finanziamento di 18 milioni di euro che avrebbero dovuto coprire l'investimento sulla riqualificazione e trasformazione dell'area del pastificio in un complesso residenziale e direzionale.

MARCO MORELLI FOTO INFOPHOTO

Tra i beni della "Amato Re", l'ex opificio di via Picenza a Mercatello di Salerno, dove doveva sorgere il complesso residenziale progettato dall'architetto francese Jean Nouvel (valore stimato 12 milioni e 816 mila euro), la villa di Vietri sul mare della famiglia Amato (stimata poco più di cinque milioni) e l'appartamento di corso Garibaldi a Salerno di quindici vani, il cui valore si aggira intorno ai 2 milioni e 800 mila euro.

Il finanziamento viene concesso nel 2008, grazie all'intercessione dell'ex sottosegretario Palo Del Mese. Secondo il pm Senatore, la "Amato Re" fu costituita proprio per rastrellare finanziamenti, in totale 28 milioni di euro compresi i 18 erogati da Mps, sulla base di garanzie immobiliari insufficienti. E la società, i cui beni sono stati messi all'asta l'estate scorsa, sarebbe il fulcro della nuova indagine.

 

LA SCIOCCANTE TESTIMONIANZA DEL FOTOGRAFO CHE HA SCATTATO LE IMMAGINI PIÙ SPETTACOLARI DELL’ASTEROIDE

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DAGOREPORT

IL METEORITE CHE SI ABBATTUTO SULLA RUSSIA FOTO DI MARAT AKHMETALEYEV

Da "The Daily Mail"
http://bit.ly/137zrMy

IL METEORITE CHE SI ABBATTUTO SULLA RUSSIA FOTO DI MARAT AKHMETALEYEV

Se nel vedere le impressionanti immagini della pioggia di meteoriti in Russia vi siete chiesti come fosse essere lì mentre succedeva il finimondo, per farsene un'idea basta ascoltare la testimonianza del fotografo 31enne Marat Akhmetaleyev, che avuto la fortuna di scattare delle foto straordinarie che sono state diffuse in tutto il mondo ma che gli sono costate uno shock che difficilmente dimenticherà.

IL METEORITE CHE SI ABBATTUTO SULLA RUSSIA FOTO DI MARAT AKHMETALEYEV IL METEORITE CHE SI ABBATTUTO SULLA RUSSIA FOTO DI MARAT AKHMETALEYEV

L'uomo ha raccontato che aveva appena piazzato il cavalletto della sua macchina fotografica quando improvvisamente ha visto una striscia luminosa nel cielo: "Il bagliore era talmente forte che sentivo un grande calore in faccia e gli occhi mi facevano male. È durato solo una frazione di secondo. Pensavo che si trattasse di un'esplosione nucleare, o di un incidente aereo". Nonostante tremasse di paura, Marat ha istintivamente cominciato a scattare foto: "Poi ho sentito un grande boato, e tutti gli uccelli si sono alzati in volo".

GLI EFFETTI DEL METEORITE CADUTO IN RUSSIA IL METEORITE CHE SI ABBATTUTO SULLA RUSSIA FOTO DI MARAT AKHMETALEYEV

Questa esperienza spaventosa gli ha però permesso di realizzare questi meravigliosi scatti. L'asteroide che ha colpito la terra venerdì scorso aveva un diametro di 55 metri: il più grande ad aver colpito la terra da più di un secolo. Circa 1500 persone sono rimaste ferite nella pioggia di rocce che è seguita, ma Marat ne è uscito indenne. Fisicamente, almeno.

 

“NON CONOSCEVO QUASI NESSUNO A QUEL TAVOLO”: LA REPLICA DI VENDOLA ALLA FOTO DI PANORAMA.IT…

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1 - VENDOLA E LA GIUDICE LA FOTO DI PANORAMA ACCENDE LA POLEMICA
Francesco Strippoli per il "Corriere del Mezzogiorno - Bari"

VENDOLA A PRANZO CON LA GIUDICE CHE LO HA ASSOLTO

L'ordigno è scoppiato a poche ore dall'apertura delle urne. Da ieri pomeriggio il sito web del settimanale «Panorama» ha messo in rete la foto preannunciata da giorni. Ritrae Nichi Vendola in compagnia (tra altre persone) della giudice Susanna De Felice, ossia il magistrato che lo scorso 31 ottobre, in funzione monocratica, lo ha assolto dall'accusa di concorso in abuso d'ufficio.

VENDOLA A PRANZO CON LA GIUDICE CHE LO HA ASSOLTO

«Il fatto non sussiste» stabilì la sentenza. La vicenda era relativa alla riapertura di un bando dell'Asl Bari (diretta da Lea Cosentino, anch'ella assolta) per l'individuazione del primario di Chirurgia toracica all'ospedale San Paolo di Bari.

Un'assoluzione seguita da una coda velenosa. In una lettera riservata (venuta a conoscenza dei giornali) i pubblici ministeri del processo scrissero al procuratore generale e al procuratore segnalando la presunta amicizia tra la giudice De Felice e Vendola, e la frequentazione di amici in comune.

DESIRE DIGERONIMO

La missiva suscitò molte polemiche ma nessun effetto, visto che non rientrava nelle procedure con cui poter «ricusare» il giudice. Tanto meno a posteriori. La De Felice, ad ogni modo, fece sapere di aver informato preventivamente il capo del suo ufficio: conosceva la sorella di Vendola e l'aveva incontrata a qualche cena. Si ritenne tuttavia che non vi fossero elementi formali che potessero costringerla all'astensione dal giudizio.

La foto suscita molto rumore. Lo scatto risale al 2006, è la festa di compleanno di Paola Memola, cugina del governatore, in un locale sul mare di Savelletri, nel brindisino. Si vede Vendola, il suo compagno Ed Testa, più in là la giudice De Felice sorridente e a capo chino. A sinistra si riconosce seminascosto il senatore pd Gianrico Carofiglio (all'epoca pm), la moglie magistrata Francesca Pirrelli, una giornalista, varie altre persone.

DESIRE DIGERONIMO

«Siamo di fronte ad una piccola barbarie - commenta il governatore - Si tratta di un compleanno del 2006. Io ero tornato a Bari da un anno. Arrivo e non conosco quasi nessuno a quel tavolo. Non ne conservo neppure la memoria. Confermo di non essere amico della dottoressa De Felice.

Panorama risponderà della pubblicazione di questa foto e sarà una delle ragioni per cui avrò una vecchiaia ricca e serena. È l'ennesima costruzione sciacallesca che mi coinvolge. Si continua a discutere di realtà eventuali per commentarle come qualcosa di realmente accaduto.

Sparisce il fatto storico (imputazioni che hanno portato ad archiviazione o assoluzione) e si imbastisce un tormentone strumentale: io divento il contraltare delle inchieste che fotografano il degrado corruttivo del centrodestra».

Patrizia Vendola sorella di Nichi

Da quella parte arriva una raffica di critiche. «Vendola - dice il vice coordinatore pdl di Puglia Antonio Distaso - ha sempre negato di conoscere quel giudice, ma oggi si scopre che era una bugia. Vendola ha sempre detto di non essere amico neanche del primario per cui fu riaperto il concorso. Non sarà che spunterà una foto di compleanno?

Inoltre, la commistione di alcuni pm e alcuni giudici che indagano e giudicano l'operato delle pubbliche amministrazioni locali con i vertici di sinistra di quelle stesse amministrazioni, a Bari ha raggiunto livelli tali da minare profondamente la fiducia nell'imparzialità della giustizia».

«Vendola spieghi le bugie - dice il senatore D'Ambrosio Lettieri - anziché minacciare querele. Quella foto non può essere liquidata come un fatto di gossip». «Non dimentichiamo - dice Fabrizio Cicchitto - le belle dichiarazioni del leader di Sel, che dichiarandosi innocente, si diceva prontissimo a farsi giudicare, promettendo anche di dimettersi in caso di condanna». «A Bari - commenta Maurizio Gasparri - ci sono molte cose da chiarire».

2 - ECCO LA FOTO CHE SBUGIARDA VENDOLA: SU PANORAMA.IT LO SCATTO CHE RITRAE IL LEADER SEL E LA GIP CHE LO HA ASSOLTO. MA LUI NON SPIEGA E MINACCIA: "QUERELO"
Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica per "Il Giornale"

Eccola qui, la foto. La prova che Nichi Vendola ha pranzato in compagnia insieme con il gip barese Susanna De Felice, che poi, il 31 ottobre scorso, l'ha assolto dall'accusa di aver forzato la nomina di un primario.

LEA COSENTINO

Nello scatto, di Nichi c'è solo un pezzetto del viso, ma il taglio dell'occhio e il caschetto alla Beatle brizzolato, nonché l'inseparabile compagno Ed Testa al fianco, sono inconfondibili. Come inconfondibile è il volto sorridente del gip De Felice, seduta tre posti più in là, sullo stesso lato del tavolo.

L'immagine è di aprile 2006, e la ridente compagnia era alla «Taverna da Santos» di Savelletri, tra Bari e Brindisi, per festeggiare il compleanno della cugina del governatore, Paola Memola.

Nel gruppo della foto, che Panorama ha pubblicato sul suo sito web, ci sono in tutto dodici persone. Gli altri commensali immortalati - oltre a Nichi, al compagno, alla cugina e alla gip - sono il giudice Achille Bianchi (compagno della De Felice), il senatore del Pd e scrittore Gianrico Carofiglio - all'epoca pm - e la moglie Francesca Pirrelli, pm a Bari, il pm Teresa Iodice (oggi a Lecce), il giudice tranese Emma Manzionna, l'ex funzionario della mobile di Bari (ora a Foggia) Alfredo Fabbrocini, la giornalista Carmela Formicola e il compagno Michele De Francesco, architetto.

Un gruppo ristretto, eppure il governatore pugliese, una settimana fa, su Radio24, aveva tagliato corto: «Non ricordo di aver mai conosciuto la dottoressa De Felice». A conoscere il gip, aveva ammesso, era semmai sua sorella, a cui l'aveva comunque presentata «il pubblico ministero che mi ha perseguitato in questi anni», ossia Desirèe Digeronimo, che insieme al collega Francesco Bretone aveva ottenuto il rinvio a giudizio del governatore.

Quanto all'esistenza dell'immagine che li ritraeva a tavola, Nichi aveva commentato, lapidario: «Vedremo queste foto». Ma nemmeno ora che le ha viste, Vendola sembra aver memoria di quel pranzo. Ieri, a un cronista che gli chiedeva conto di quell'immagine, ha replicato attaccando Panorama: «Dovrà rispondere in tribunale e sarà una delle ragioni per cui avrò una vecchiaia ricca e serena».

IL GIUDICE SUSANNA DE FELICE jpeg

E alla richiesta di un commento specifico sulla foto, ha minacciato, come riportato dal direttore di Panorama Giorgio Mulè su Twitter: «Non vorrei portare anche lei in tribunale, ci interrompiamo qui su questa questione, punto». Insomma, il leader di Sel non l'ha presa bene. S'indigna, non commenta, annuncia querele, parla di pm «persecutori».

Eppure non si ricordano suoi interventi in difesa di Berlusconi e Alfano quando infuriò la polemica per la cena tra i due e Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, giudici della Consulta che di lì a poco doveva esprimersi sul Lodo Alfano. Che, come è noto, venne bocciato.

Mentre Vendola, noto anche questo, è stato assolto dal gip immortalato a tavola con lui.
Il governatore, che in caso di condanna aveva annunciato l'addio alla politica attiva, era accusato di aver spinto la nomina di un chirurgo toracico, Paolo Sardelli, a primario dell'ospedale San Paolo di Bari, riaprendo i termini del concorso.

A coinvolgerlo era stata l'ex direttrice della Asl di Bari, Lea Cosentino. Vendola, dopo la sentenza, s'era concesso un «sono felice» con gli occhi lucidi, per poi commentare così l'assoluzione: «Mi fa piacere che tutti considerassero scontato l'esito. Io, anche per scaramanzia e perché viviamo tutti sotto il cielo, insomma...».

A sollevare il dubbio immortalato da quella foto del 2006 furono però proprio i due pm che avevano ottenuto il rinvio a giudizio di Vendola, Digeronimo e Bretone, inviando una missiva al pg di Bari Antonio Pizzi e al procuratore Antonio Laudati. Nella lettera, i pm segnalavano l'«amicizia diretta» e la «frequentazione di amici comuni» tra De Felice e la sorella di Nichi, Patrizia.

Per i due magistrati, dunque, la gip avrebbe dovuto astenersi dal processo. Seguirono polemiche. E venne fuori che la De Felice prima della sentenza avrebbe informato il capo del suo ufficio d'aver visto in un paio d'occasioni a cena la sorella del governatore, Patrizia. Quest'ultima, però, con Panorama ha ammesso di aver incontrato il gip una cinquantina di volte tra 2004 e 2009, e poi altre cinque-sei volte.

Insomma, quella foto, più che minacce, richiederebbe un chiarimento. Anche se il Pdl considera l'immagine eloquente. Per il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto lo scatto di Nichi a pranzo col gip «parla da solo e non ha bisogno di nessun commento. Certo che non teme i giudici, ci va a braccetto».

Caustico Maurizio Gasparri: «Vendola aveva negato contatti e conoscenze, le immagini lo smentiscono in modo clamoroso. Del resto c'è chi è passato dalla magistratura alla giunta Vendola. A Bari - conclude il capo dei senatori Pdl - ci sono molte cose da capire».

 

“IL FATTO” STENDE “REPUBBLICA” IN 3 ROUND: GARIMBERTI, RODARI, ‘CONCIATA’ DE GREGORIO

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1. REPUBBLICA RAI: L'ARMADIETTO DI GARIMBERTI
Repubblica ha scandagliato i circoli sportivi romani e non ha risparmiato nessun protagonista che ha fatto carriera anche grazie alle partitelle del giovedì sera. ne ha dimenticato soltanto uno che scriveva - e scrive - sul quotidiano: l'ex presidente rai, Paolo Garimberti. Il numero uno di viale mazzini, devoto al tennis, deve la sua nomina anche a una particolare amicizia al canottieri roma con gianni letta, vicino di armadietto. da cosa nasce cosa. dalle racchette, nacque Garimberti presidente.

Marco Travaglio

L'ARTICOLO DI STATERA PER "REPUBBLICA" DI CUI PARLA IL "FATTO"
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/generone-di-potere-palazzinari-e-boiardi-ministri-e-divi-lascesa-di-malag-ai-vertici-51328.htm

Ezio Mauro


2- ORA REPUBBLICA COPIA IL FOGLIO E IL GIORNALE
Da "il Fatto Quotidiano" - Ieri qualche lettore di Repubblica ha temuto di averla confusa col Foglio o col Giornale, trovando in prima pagina due strani commenti sul Vaticano. Il primo era firmato da Paolo Rodari, fino all'altroieri vaticanista del gruppo Berlusconi, noto per le posizioni filo-cielline e le feroci campagne contro gli esponenti più illuminati della Chiesa come il priore Enzo Bianchi.

Il secondo era dell'opusdeino Navarro-Valls, già portavoce di Wojtyla. Navarro scrive spesso su Repubblica, mentre Rodari è una new entry e il suo esordio è un'appassionata difesa del card. Mahony, che i cattolici Usa e Famiglia Cristiana vorrebbero escludere dal Conclave per aver coperto i preti pedofili della sua diocesi. Direbbe Ratzinger: "la dittatura del relativismo".


3. UN PERFETTO INEDITO RICICLATO - GLI SCOOP RITARDANTI DI REPUBBLICA
Marco Lillo per "Il Fatto Quotidiano"

PAOLO GARIMBERTI e

Un miliardo di cattolici si interroga sul mistero delle ragioni dell'abdicazione di Benedetto XVI. "Sesso e carriera i ricatti in Vaticano dietro la rinuncia di Benedetto XVI" è la risposta di Repubblica al grande quesito posto all'addio del Papa.

Una simile tesi è argomentata dal primo quotidiano italiano con uno scoop mondiale: i contenuti della relazione della Commissione Cardinalizia che ha indagato sui documenti trafugati da Paolo Gabriele.

gianniletta

"Non fornicare, non rubare i due comandamenti violati nel dossier che sconvolge il Papa" è il titolo a tutta pagina, sottotitolato così: "Lotte di potere e denaro. E l'ipotesi di una lobby gay". Boom. Il Fatto confessa di non conoscere i contenuti del dossier però annota un precedente.

Nel caso Mps, dopo avere preso un buco dalla concorrenza sui bilanci truccati da Giuseppe Mussari, Repubblica ha reagito sparando una notizia a tutta pagina: "Mps, sospetto mazzette per 2 miliardi nell'acquisto di banca Antonveneta". Al Fatto risulta che i pm di Siena indagano sulla storia svelata dal Fatto e non sulla pista della presunta e inesistente mazzetta per i politici.

Il precedente induce a fare qualche verifica sullo scoop vaticano. "La relazione è esplicita", sostiene Concita De Gregorio, "alcuni alti prelati subiscono l'influenza esterna - noi diremmo il ricatto - di laici a cui sono legati da vincoli di natura mondana. Sono quasi le stesse parole che aveva utilizzato monsignor Nicora, allora ai vertici dello Ior, nella lettera rubata dalle segrete stanze nel 2012: quella lettera poi pubblicata colma di omissis a coprire i nomi.

JOACQUIN NAVARRO VALLS MARILDE BERNABEI

Molti di quei nomi e di quelle circostanze riaffiorano nella Relazione..." e giù un elenco di scandali a sfondo sessuale che sarebbero stati in qualche modo annunciati dalla lettera piena di omissis di Nicora, l'architrave del dossier.

Molte cose non tornano:

1) Il cardinale Attilio Nicora nel 2012 è il presidente dell'Aif, l'autorità antiriciclaggio istituita da Benedetto XVI, ed è stato fino a pochi giorni fa membro della commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior;

2) Nicora non ha mai scritto una lettera nella quale si sostengono i concetti riportati nel-l'articolo; ne ha scritta un'altra sullo Ior, svelata sempre dal Fatto;

Roger Mahony images

3) Forse Repubblica si riferisce a monsignor Carlo Maria Viganò, che ha scritto una lettera l'8 maggio 2011, nella quale si fa riferimento alla corruzione e ai furti, all'omosessualità in Vaticano, pubblicata dal Fatto, in esclusiva il 27 gennaio 2012 e ripubblicata dal sito Chiesa del gruppo Repubblica prima senza citazione per una svista, poi con citazione su nostra richiesta. Quella lettera è stata ripubblicata mesi dopo da Gianluigi Nuzzi nel suo libro Sua Santità, senza citare il Fatto.

4) La lettera di Viganò è stata pubblicata dal Fatto con un solo omissis sul nome di Marco Simeon (già collaboratore del segretario di Stato Bertone) ‘accusato' di omosessualità nella lettera da Viganò. La tutela della privacy è però svanita quando Nuzzi ha ripubblicato la medesima lettera riportando la parola omissata dal Fatto e omissando solo il nome.

Marco Lillo

Non sappiamo se la relazione dei Cardinali entri nei dettagli delle attività ludiche nelle saune romane o si dilunghi sui coristi di Angelo Balducci o sulle passioni di monsignor Stenico come scrive Repubblica. Attendiamo fiduciosi, come nel caso Mps, di leggere le carte prima di esprimere giudizi.

Una cosa però è certa: se leggerete altre puntate dell'inchiesta, se Repubblica farà riferimento a documenti pubblicati da un quotidiano anonimo, magari sullo Ior o sull'antiriciclaggio, sappiate che quel quotidiano è il Fatto.

CONCITA DE GREGORIO

A Repubblica si usa così: se Mussari si dimette dall'Abi perché il Fatto pubblica carte che lo inchiodano, Repubblica riesce a pubblicare un pezzo di Andrea Greco che racconta delle dimissioni di Mussari e si elencano le sue malefatte finanziarie negli ultimi anni senza ricordare che talvolta - vedi Antonveneta - erano state decantate come capolavori dallo stesso giornale, quando Mussari era forte e il gruppo De Benedetti faceva affari con Mps.

PAOLO GABRIELE

E senza spiegare le ragioni delle sue dimissioni. Allo stesso modo se l'ad di Finmeccanica, Alessandro Pansa, viene intervistato dal Fatto e per un attimo pensa a dimettersi davanti all'unico quotidiano che ha trovato il coraggio di chiedergli conto delle sue pressioni per aiutare la moglie del ministro Grilli, Repubblica che fa? Riporta dopo due giorni il tormento di Pansa senza dire a chi il manager ha detto: "Se lei scrive questa cosa dovrò trarne le conseguenze".

I lettori di Repubblica credono che in Italia ci sia un'epidemia che affligge i manager e li porta a lasciare la carica. Ora però i suoi lettori sanno perché si è dimesso il Papa: la relazione segreta anticipata da Nicora con una lettera pubblicata da un ignoto quotidiano.

 

 

 

BENNATO POSTA SU FB IL SUO PEZZO “AL DIAVOLO IL GRILLO PARLANTE” E VIENE RICOPERTO DI INSULTI…

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VIDEO: AL DIAVOLO IL GRILLO PARLANTE DI BENNATO

Edoardo Bennato

Non è il video ufficiale, che non si vede in Italia, ma è un video montato con la canzone

http://www.youtube.com/watch?v=PO9_BZ2NoE4


BENNATO INSULTATO
Alessandro Chetta per Corrieredelmezzogiorno.it

BEPPE GRILLO INTERVISTATO DA NBC CNBC

La parola «grillo» di questi tempi è quanto mai sensibile. E se Edoardo Bennato posta in rete sul suo canale il video di una canzone scritta per il nuovo musical «Pinocchio», intitolata Al diavolo il grillo parlante, la polemica politica è assicurata. In un nanosecondo. Ma ogni riferimento a Beppe, portavoce del movimento Cinque stelle, è puramente casuale. O no? La rete si divide sul grillo bennatiano e quando si divide volano schiaffoni e zuffe virtuali.

ATTACCHI SU FB
La pagina Facebook del cantante flegreo e lo stesso video su You Tube ha fatto il pieno di commenti (e insulti) in pochi giorni. «È con piacere che mando affanc... sto bannato di m...»; «Sei un artista finito», tra i post meno cattivi, passati al setaccio anche dall'Unità. Immaginate il resto (tipo: «Caro Bennato proprio oggi ho buttato nella spazzatura tutti gli Lp che avevo ti stimavo molto e ti salutavo quando ti incontravo al supermercato di Bagnoli, facile fare il democratico di giorno e poi il menestrello giullare alla corte di qualche potente. Non ti biasimo pure tu devi campare»).

BEPPE GRILLO jpegBENNATO

RELAX
Nel marasma però l'utente «NeroLucente» chiosa: «Potrei sbagliarmi, ma da quanto ho capito io, questo album è collegato ad un vecchio concept del 1977 (l'album Burattino senza fili, ndr). È vero le attinenze sono molte, ma vi invito a rilassarvi».

 


LA FRANCIA SPETTEGOLA SUL LIBRO-SCANDALO DELLA SCRITTRICE MARCELLA IACUB, EX AMANTE DI STRAUSS KAHN…

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1 - DSK SEDOTTO E SVERGOGNATO LA SCRITTRICE: È UN MAIALE
Alberto Mattioli per "la Stampa"

Marcela Iacub Marcela Iacub

Dsk è «mezzo uomo e mezzo maiale». E la parte migliore è la seconda: «In Dominique Strauss-Kahn ciò che c'è di creativo, di artistico e di bello appartiene al maiale, non all'uomo. L'uomo è schifoso, il maiale è meraviglioso anche se è un maiale, cioè un essere intrattabile. È un artista delle fogne, un poeta dell'abiezione e della sporcizia».

Nella storia infinita della caduta di Dsk la realtà supera sempre la fantasia. E quest'ultimo capitolo lo conferma. Chi parla è Marcela Iacub, argentina trapiantata in Francia, 49 anni, giurista specializzata in filosofia del diritto, scrittrice e columnist a «Libération».

DOMINIQUE STRAUSS KAHN Marcela Iacub

E, per inciso, vegetariana da quando ha letto come vengono macellati i maiali: decisamente, un tema ricorrente. Iacub ha fatto arrabbiare le femministe francesi pubblicando nel gennaio dell'anno scorso un saggio, «Una società di stupratori?», in cui criticava chi criticava Dsk dopo l'affaire del Sofitel.

Poi per lui ha fatto di più: dal gennaio all'agosto scorso, è diventata la sua amante. E infine ha raccontato la relazione in un libro, «Belle et Bête», che uscirà il 27. Ma è già un caso perché le pagine più esplosive sono state anticipate dal «Nouvel Observateur» con il corredo di un'intervista non meno dirompente all'autrice. E da ieri mattina la Francia non spettegola d'altro.

Naturalmente Iacub, da brava «intellos», non si limita a raccontare tutto come se fosse una fiction: ci ragiona anche sopra. Il risultato è sconcertante ma affascinante. Tutto comincia una domenica: i due hanno appuntamento alle 16 a casa di lei. Alle 11, lui le manda un sms: «Tu che ami scrivere, dimmi cosa vuoi che ti faccia». Ed è subito amore.

STRAUSS KAHN ARRIVA ALLA GENDARMERIA DI LILLE PER ESSERE ASCOLTATO DALLA POLIZIA

L'uomo «che avrebbe trasformato l'Eliseo in una gigantesco locale per scambisti» vive nell'immediato. Non è cattivo, ma talmente murato nel suo egoismo da prendere stupidamente tutti per stupidi. E da restare quindi fregato, com'è puntualmente successo. Iacub non crede nemmeno allo stupro nella famigerata suite: «Solo un maiale può trovare normale che una miserabile immigrata africana gli faccia un beeep! senza alcuna contropartita, solo per fargli piacere, solo per rendere un umile omaggio al suo potere. La poveretta è tornata nella stanza per vedere se tu gli avessi lasciato qualche mancia ma non c'era niente. Nemmeno una parola, nemmeno un fiore». Da qui la vendetta a mezzo scandalo. L'ipotesi, in effetti, è suggestiva.

Marcela Iacub

Iacub ha anche incontrato Anna Sinclair, all'epoca non ancora ex moglie di Dsk che, scrive l'autrice, era «il suo barboncino». E Sinclair le ha spiegato che «non c'è niente di male» nel favorire delle prestazioni della cameriera. Commento dell'autrice: «Per lei, il mondo è diviso fra padroni e servi. Lo trova normale. Come se vivessimo nell'Ancien régime». E così via per 122 pagine.

Naturalmente Dsk e Sinclair non ci stanno. E, con la perfetta sincronia di quando erano ancora marito e moglie, scrivono lettere e minacciano querele. Strauss-Kahn si dice «doppiamente disgustato». Prima per «il comportamento di una donna che seduce per scrivere un libro, valendosi dei sentimenti per sfruttarli finanziariamente», e poi perché «al di là del carattere inesatto del racconto, è uno spregevole attentato alla mia vita privata e alla dignità umana» (come se avesse ancora una vita privata). Morale: «Un'operazione che dà la nausea».

STRAUSS KAHN LASCIA IL SOFITEL

Sinclair denuncia «un resoconto ingannevole e astioso dell'intervista» e «un'interpretazione diffamatoria e delirante del suo pensiero. Come, per ragioni mercantili, il Nouvel Observateur ha potuto scendere così in basso?». Insomma, finirà tutto in tribunale. Peccato: a giudicare da questa croccante anteprima, madame Iacub avrà pure una passione per i maiali, ma scrive benissimo.

MARCELA IACUB

2 - L'ULTIMO SUPPLIZIO PER IL LIBERTINO DSK IL LIBRO SCANDALO DELL'AMANTE-FILOSOFA
Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

Quest'ultimo, sofisticato supplizio, proprio non se lo immaginava. Dominique Strauss-Kahn ha finora pagato il suo atto sessuale di quasi due anni fa al Sofitel di New York con le seguenti pene: manette in mondovisione, galera, dimissioni da capo del Fmi, addio all'Eliseo e alla carriera politica, altre accuse di stupro poi decadute, manifestazioni delle femministe, risarcimento milionario in sede civile alla cameriera Nafissatou Diallo (dopo il proscioglimento penale), messa al bando da parte dei compagni del partito socialista.

STRAUSS KAHN A PARIGI CON LA BARBA INCOLTA

Poi, ieri mattina, il presidente mancato ha visto in copertina sul Nouvel Observateur del vecchio amico Jean Daniel il viso a lui ben noto dell'amica, giurista, filosofa e scrittrice Marcela Iacub, che tante volte aveva preso le sue difese. Titolo: «La mia storia con Dsk». Il quale, nelle pagine interne, diventa «il maiale» o «il porco».

IL NOUVEL OBS CON LA STORIA MARCELA IACUB E STRAUSS KAHN

Nell'intervista, la 48enne Iacub racconta di essere stata amante di DSK per sette mesi, dal febbraio all'agosto 2012. Spiega che tra le ragioni che l'hanno spinta ad avvicinarsi a quell'uomo finito c'era la voglia di scrivere poi un libro su di lui, un passo avanti della sua «riflessione teorica» sui costumi sessuali. DSK pensava fosse amore, o insomma qualcosa del genere, invece era letteratura, filosofia, o sciacallaggio.

L'opera è pronta, uscirà il 27 febbraio per Stock, si intitola «Belle et bête», costa 13 euro e 50, ha in copertina un maiale e contiene passaggi di questo tenore: «Anche quando la mia passione per te era così fastosa che avrei dato il mio futuro per un'ora tra le tue braccia, non ho mai smesso di vederti per quel che eri: un porco. È la mia passione per questi animali così denigrati (Iacub è vegetariana militante, ndr) che ha destato il mio interesse per te. Eri il grande perseguitato, e io avevo voglia di difenderti per dire che i porci hanno il diritto di essere porci».

Marcela Iacub

In Francia Marcela Iacub è un personaggio piuttosto noto, tiene una rubrica settimanale sul quotidiano Libération in cui parla di sesso, bioetica e società, è invitata spesso ai dibattiti perché sostiene con eloquenza e intelligenza tesi non conformiste. Come nel libro precedente «Una società di violentatori»?, uscito a gennaio 2012, nel quale pur non conoscendolo - ancora - prendeva le difese di DSK e criticava la deriva sessuofobica dei francesi. Fu così che cominciò il contatto: la moglie Anne Sinclair le scrisse per ringraziarla, seguita dallo stesso DSK. Lui lo fece a modo suo, dandole un appuntamento in casa alle 16 di una domenica, preceduto la mattina da questo Sms: «Tu che ami scrivere, dimmi che cosa ti piacerebbe ti facessi tra qualche ora».

DOMINIQUE STRAUSS KAHN

Seguirono sette mesi di una relazione che ora portano la Iacub a descrivere così l'oggetto del suo esperimento: «Pochi sanno che tua moglie (la ricchissima Anne Sinclair) ha fatto di te il suo cagnolino. Più lei fingeva di non accorgersi che tu eri incatenato a lei per i suoi soldi, più ti possedeva, ti sottometteva a questa umiliazione, a questa terribile prostituzione». La Iacub è andata anche a trovare un paio di volte Anne Sinclair, così ora può accusarla di classismo per la frase, detta mentre prendevano il caffè, «non c'è niente di male a farsi fare una fellatio da una cameriera».

STRAUSS KAHN-KAHN & ANNE SINCLAIR

L'accusa fondamentale rivolta a DSK però è di restare incompiuto, un essere «metà uomo e metà maiale». L'uomo DSK è a suo dire egoista, presuntuoso, bugiardo innanzitutto con se stesso, spietato e incapace di capire l'altro, ed ecco perché commette errori così clamorosi come quello del Sofitel. Il maiale DSK è infantile, spontaneo, amorale, «magnifico». Quello che sta preparando la causa legale, però, a quanto pare è il primo.

 

 

IL RITORNO DI LUTTAZZI - IL COMICO PUBBLICA “LOLITO”, 2 ANNI DI SCRITTURA SU BERLUSCONI

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Malcom Pagani per "Il Fatto Quotidiano"

Satyricon. Dodici anni fa. Daniele Fabbri. Quello che per arte, omaggio e filiazione indossa il cognome, Luttazzi, di un capro espiatorio, il ragazzo romagnolo che confonde perfidia e dolcezza, il cattolico messo sulla croce di un servile realismo più sacrale di qualunque religione.

Lolito-luttazzi

Gli stessi occhi di ieri, qualche ruga in più, i cani di paglia alle spalle, la strada infuocata da un coraggio ottuso, sordo, ora comprensibilmente diffidente. Beveva caffè radioattivo, Luttazzi. Vestiva un'atletica magrezza e prima che la satiriasi declinasse in vendetta, con gli strumenti della satira, nel Satirycon della contemporaneità ragionava ad alta voce con otto milioni di persone.

Daniele Luttazzi

Argomenti sconvenienti. Mafia, stragi, corruzione. Politica, sesso e chiesa. Reale e assurdo in ritmica alternanza. La nostra storia. Il Passato. Il presente. La promessa di futuro.

In un aprile crudele, a condannarlo da Sofia senza giusto processo, più dell'ignavia di un'opposizione complice, l'applauso del pubblico pagante. Piaceva e quindi spaventava. Scuoteva e venne eliminato.

Nel dubbio tra arrendersi ed esprimersi, Daniele Luttazzi ha preferito esistere. Pensare. Scrivere molto. Parlare poco. Ora ci sono 529 pagine. "Lolito". Figlio di un terremoto e di uno sbadiglio nella Milano del '36. Ardito delle conquiste. Esegeta del "manubrio". Schiavo del desiderio. Crociato in terra d'Africa.

MARCO TRAVAGLIO DANIELE LUTTAZZI

Autore, anche, per Mondadori (anno di grazia 2018) di volumi postumi e immortali: "Donne che ho leccato in ingenti quantità". Di coincidenti opposizioni letterarie solo apparentemente divergenti: "Labbra contro glande".

DANIELE LUTTAZZI

Statista e chansonnier, Silvio Lolito. Pieno d'amore per lo ‘strumento', utilizzatore finale intriso di un'incrollabile autostima: "Lolito. Luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-to: la punta della lingua fa tre passetti lungo la vulva per battere, al terzo, sul clito. Lo.li.to".

Una parodia di Nabokov. Colta, felice, disperata. L'indizio di un'ispirazione matura. La traccia di un'ossessione che trascina fanciulle adolescenti a vendersi : "Da oggi funzionerò a monetine" e adoratori di Priapo a comprare perché la carne è debole e il proprio dio, se si è unti del Signore, non si tradisce.

Luttazzi, dov'era finito?

Qui, in questo libro. Un minuto dopo le dimissioni di Berlusconi, mi sono reso conto che sarebbe tornato. Mi sono seduto al tavolo, ho immaginato la struttura e ho capito che si sarebbe trattato di un lavoro molto impegnativo. Per finirlo, avrei dovuto lavorare tutti i giorni. Sono stato su Lolito per due anni. Due degli anni più belli della mia vita. La scommessa era uscire prima delle elezioni.

Scommessa vinta.

Luttazzi Travaglio

Il libro è una memoria post mortem apparentemente dolorosa e confessionale, in cui, nel consapevole dolo del narratore, si insinua il dubbio che nelle grottesche accuse dirette all'imputato, allignino arbitrio ed esagerazione. Una tecnica che Berlusconi usa da 20 anni per buttarla in caciara. Lolito non è un solo volume su Berlusconi, ma un romanzo sul berlusconismo e sul Paese che l'ha sostenuto.

In una metafora letteraria.

Beba, la Lolita minorenne di Lolito, è l'Italia. A poco a poco, nella narrazione si insinuano elementi grotteschi che creano orrore. La satira non è "scrivere battute". Scrivere battute è solo sudoku. La satira è quello che ci fai con quelle battute. La satira è satira solo quando sovverte lo schema concettuale comune. Cioè ideologie e pregiudizi.

Sacro e profano?

Daniele Luttazzi Rai per una Notte Ansa

La sana oscillazione tra sacro e profano che chiamiamo dubbio. Non c'è sacro senza profano alla maniera di Rabelais.

Lei si ritiene migliore di Berlusconi?

Al contrario. Il mio modello è Lenny Bruce, che diceva: "Io sono corrotto come il Cardinal Spellman, ma è lui che vuol fare il cardinale". Il resto è moralismo. Il delitto di Berlusconi è l'estetizzazione del reato e anche Lolito, come tutto il resto, si può leggere in molti modi.

Quel è la struttura del libro?

Ci sono tre livelli di lettura. Primo livello: il libro è una satira del berlusconismo e del rapporto tra Berlusconi e l'Italia attraverso la parodia della Lolita di Nabokov. Il secondo: il libro è una parodia di tutti i libri di Nabokov. Il terzo: il vero libro è il commento in appendice che spiega le tecniche dell'intertestualità moderna, di cui il romanzo non è che un lussuoso esempio. Come in un videogame si passa da un livello a quello successivo, da un divertimento a quello successivo in base alla propria abilità.

Il libro abbonda di riferimenti.

Agli autori che Nabokov ammirava, detestava o di cui non parlò mai. Come Heinz Von Lichberg, giornalista nazista. Nel 1916 scrisse un racconto in cui un uomo di mezza età si innamora della figlia minorenne della sua affittuaria. Nome della bambina e titolo del racconto: Lolita.

All'età di Lolita lei dov'era?

lttzzi04 daniele luttazzi

A Santarcangelo di Romagna, dove sono nato, in una famiglia animata da un attivo cattolicesimo. Esisteva il collateralismo. Dalla parrocchia, per chi voleva fare politica, la destinazione naturale era la Dc.

A Sant'Ermete, una frazione nei pressi del mio paese, c'era da anni una fogna a cielo aperto. Odori nauseabondi, lentezze intollerabili per sanare il problema. Mi interessai alla causa, fui il primo degli eletti. Dopo due anni fatta chiudere la fogna me ne andai.

Poi nella merda finì davvero.

A ciascuno il suo lavoro. Il satirico fa il satirico, il bastardo fa il bastardo.

La sua coerenza ha facilitato il compito?

Non è coerenza. È carattere.

Ricorda il giornalista interpretato a Mai dire gol? "Questa edizione va in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali". Se si fosse occupato di vela sarebbe ancora lì.

Conventio ad excludendum. Se possono non parlano di te. Se devono, ne parlano male. Prenda l'accusa di plagio. Mi ha fatto sorridere per la sua ingenuità. Blogger anonimi e incompetenti e giornalisti in cerca di scoop estivi scambiano per plagio legittime tecniche intertestuali della letteratura moderna. E pretendono da me spiegazioni che erano sul blog apertamente, a disposizione, fin dal 2005.

luttazzi trafitto

Vennero mostrati filmati inequivocabili

Montati ad arte. Il successo della diffamazione ai miei danni è dovuto al fatto che la gente condivide un pregiudizio, quello del realismo referenziale, cioè credere che il senso della parola gatto sia l'animale reale gatto.

Chi crede questo pensa che una parola abbia lo stesso senso in tutti i contesti in cui è usata. È assurdo. Il rapporto tra parola e mondo non è diretto. A interagire con il mondo sono le pratiche umane, le tecniche, sistemi di convenzioni che sono implementati socialmente perché servono a certi scopi.

A queste attività servono parole ed espressioni e così l'uomo crea il linguaggio. Il contenuto delle parole quindi non è né la realtà (realismo referenziale) né le nostre idee della realtà (idealismo) ma la pratica. Il senso di una parola (o di una proposizione) è la funzione che svolge all'interno di una pratica. Due frasi identiche in contesti diversi, hanno due funzioni diverse e quindi sono due frasi diverse.

Ad esempio?

daniele luttazzi ANSA 0021

Nel 2010 feci l'esempio di una battuta di Emo Philips: "A volte la gente mi si avvicina per chiedermi: ‘davvero a volte la gente ti si avvicina?'". Io ho dimostrato con i miei esperimenti sul palco che variando la prosodia che nella pratica poetica e comica è apportatrice di senso, cambia la funzione della battuta: da "insulto al comico" a "insulto al pubblico".

La stessa stringa di parole in due contesti diversi fa ridere per due motivi diversi, quindi sono due battute diverse. Questo è un grande risultato di cui sono orgoglioso. Se le estrapoli le battute dai contesti sembrano identiche, ma in questo modo hai tolto il loro senso fondamentale: la loro funzione. È come voler sostenere che due scatoloni siccome sono identici hanno lo stesso contenuto. E lo hai fatto perché in questo modo potevi darmi del disonesto. Questa è la mascalzonata che è stata organizzata contro di me e che certi giornali e tv hanno amplificato in modo vigliacco, non assumendosi una responsabilità ma dicendo "la rete dice che". Se cancelli una parte dell'informazione, non stai dando notizie, ma le stai creando.

GIULIANO FERRARA

In che senso?

Dopo anni di esilio forzato faccio il monologo a "Rai per una notte" e questo sconvolge a tal punto l'immaginario collettivo che qualcuno si sente in dovere di farmela pagare creando prove taroccate per bollarmi come disonesto.

L'accusa di plagio.

Fin dall'antichità, l'accusa di plagio non è mai disinteressata. È sempre stata rivolta contro artisti e intellettuali di cui si volevano censurare le opinioni temute, eretiche o eterodosse. La Chiesa nel medioevo la usava di continuo e il passo successivo era sempre il carcere e/o il rogo.

Avrebbe fatto una pessima fine.

In fondo mi è andata benissimo.

Sul web parlano di supercazzola.

ruby berlusconi

Ho visto. "Luttazzi si è difeso male, è come Berlusconi, mente, altera le prove, non fa ridere". Sono gli stessi che credono all'altro grande pregiudizio: quello dell'autore originale. Come spiega Borges, neppure Omero è originale. Non esiste l'Adamo letterario. Joyce diceva di essere più che contento di passare alla storia come un: "paste and scissor man", uomo con le forbici, uomo copia e incolla.

Per scrivere Ada Nabokov attinge da Chateaubriand fino ad arrivare a quello che il senso comune considera plagio. La cosa è stata per me molto interessante dal punto di vista sociologico. Ho visto come nel finale di un film di Fellini il girotondo di nemici e detrattori.

Berlusconi Ruby

Difficile pensare non c'entrasse il peccato originario del 2001.

Satyricon fu uno spartiacque. La mia intervista a Marco Travaglio fu un asteroide a ciel sereno. Dissero che era un complotto della sinistra, nulla di tutto questo. Semplicemente, a volte negli imperi al crepuscolo si creano smagliature alla periferia. Mi infilai in una di queste grazie al libero genio di Freccero.

Prima di ospitare Travaglio si era già fatto notare.

Alla prima puntata titoli, scandalo, riprovazione. "Vergogna, Luttazzi annusa le mutandine". Dico calma, questo è solo l'inizio. Contri, consigliere d'amministrazione Rai tuona: "A che livello siamo caduti. Gli resta solo la coprofagia". Argomento perfetto, penso. Mangerò la merda che mi state tirando addosso.

Poi l'intervista su "L'odore dei soldi". Il libro di Travaglio e Veltri sulle origini misteriose
delle fortune di Berlusconi.

berlusconi, santoro

Nello studio la tensione crebbe a livelli incredibili. Cade una scenografia e per istinto dico: "Abbiamo sventato un attentato" e il pubblico esplode in una risata liberatoria. A trasmissione finita, vado a casa. La mattina mi telefona Dario Fo. Mi dice: "Complimenti, ma ti capiterà questo, questo, questo e questo". E questo, questo, questo e questo successero.

Aveva ragione. Solo di querele le chiesero160 miliardi di vecchie lire.

Il mio avvocato ci scherzava su: "In quest'ufficio ho visto collassare clienti per molto meno". Il giorno D'Alema disse: "Satirycon è un boomerang per la sinistra". Mi si squarciò un velo.

In Italia il potere è diviso in clan di destra, di sinistra, religiosi, eccetera, ciascuno con i suoi sottoclan. Quello che non puoi immaginare venendo dalla provincia è che a volte un sottoclan di destra si allea con un sottoclan di sinistra, tu fai una battuta e la coltellata ti arriva alle spalle.

Nel 2007 La7 sospese il suo Decameron per una battuta. Recentemente il tribunale le ha dato ragione.

UN PO D ACQUA PER MASSIMO D ALEMA FOTO ANDREA ARRIGA

Dissero che avevo insultato Ferrara e che la mia battuta era un plagio da Bill Hicks. Secondo la sentenza la mia era satira e la battuta non era plagio. La 7 è stata condannata a risarcirmi un milione di euro. Del resto anche Ferrara ammise che si trattava di Satira. Ferrara non è un mascalzone.

Lei è permaloso?

Molto. Soffro le cattiverie gratuite, le avverto come un tradimento. Mi piace lo scontro aperto, ma leale, aperto.

Tornerà in tv?

Tornerei anche stasera stessa.

E perché allora non lo fa?

Perché le tv pretendono per contratto di poter censurare fra le mie opinioni quelle che non condividono. Purtroppo per loro la satira è libera.

 

D’ALIMONTE SMONTA MONTI - CHE SUCCEDE SE IL CENTRINO NON SUPERA LO SBARRAMENTO DELL’8% IN ALCUNE REGIONI “PESANTI”?

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Roberto D'Alimonte per "Il Sole 24 Ore"

ROBERTO DALIMONTE

Il prossimo governo del Paese dipenderà dal voto del Senato. Questo è vero sia che alla Camera vinca Berlusconi sia che vinca Bersani, come sembra molto probabile viste le tendenze che avevamo sotto gli occhi fino a qualche giorno fa.

In questo ramo del Parlamento può succedere di tutto. Nel 2006 la Casa delle Libertà di Berlusconi arrivò prima in 7 regioni su 17 e questo bastò per dare al Cavaliere 155 seggi contro i 154 dell'Unione di Prodi.

MONTI CASINI FINI

Andò così perché la Cdl vinse in molte regioni "pesanti": Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio, Puglia e Sicilia (oltre a Friuli-Venezia Giulia). Prodi si salvò grazie alla Campania dove arrivò primo con il 49,6% dei voti contro il 49,1% del centrodestra. Senza quello 0,5% di elettori campani la storia del Paese avrebbe preso una altra piega.

Nel 2013 se Berlusconi vincesse nelle stesse 7 regioni otterrebbe 124 seggi, vale a dire 31 in meno. E questo indipendentemente dalla sua percentuale di voti. Questo dato da solo ci dice quanto sia cambiata la situazione oggi rispetto al 2006.

La differenza la fanno Grillo e Monti. Nel 2006 la competizione era bipolare, oggi invece è quadripolare. Sono quattro infatti le formazioni capaci di prendere più dell'8% dei voti al Senato e quindi di ottenere seggi.

MONTI CASINI E FINI

Questo vuol dire che chi perde il premio in una regione perde molti più seggi di quanto accadeva nel 2006 perché non incassa tutti quelli destinati ai perdenti ma li deve dividere con altri due pretendenti.

MONTI - FINI - CASINI - IN FULL MONTY

Quindi, per vincere oggi bisogna arrivare primi in molte più regioni. Anzi, bisogna vincere praticamente in tutte le regioni. Solo così si può ottenere una maggioranza consistente.
Ciò premesso, gli esiti possibili della lotteria del Senato sono tre. Il primo è che Bersani e Vendola ottengano la maggioranza assoluta dei seggi come fece Berlusconi nel 2008 quando riuscì a eleggere 174 senatori.

È difficile che accada questa volta ma non impossibile. In ogni caso c'è maggioranza e maggioranza. Anche quella di Prodi lo era. Immaginiamo ora che il centrosinistra vinca in tutte le 17 regioni. In questo caso arriverebbe a 178 seggi. Un bel risultato. Però Lombardia, Veneto e Sicilia vengono considerate unanimemente regioni in bilico.

Basta che Bersani perda la Lombardia e scenderebbe a 162, solo 4 seggi sopra la soglia di maggioranza. Una perdita di 16 seggi in una regione sola sono tanti e illustrano bene il ragionamento fatto sopra. Perdere il premio in regioni pesanti, e la Lombardia è la più pesante di tutte, vuol dire passare dal paradiso all'inferno.

Ma la Lombardia da sola non basta. Infatti anche se il centrosinistra vincesse qui, ma Berlusconi prevalesse in Veneto e Grillo (o lo stesso Berlusconi) in Sicilia, la coalizione di centrosinistra si fermerebbe comunque a 159 seggi. Decisamente pochi per una navigazione tranquilla. Né a Bersani basterebbe vincere in Sicilia per avere una maggioranza assoluta, anche se risicata, se perdesse in Lombardia e Veneto.
Insomma la possibilità che Bersani e Vendola riescano a fare maggioranza da soli esiste ma è fragile.

L'esito più probabile di queste elezioni è che il centrosinistra abbia bisogno di Monti per fare il governo. Questo risultato può scaturire da diversi mix di regioni vinte e perse. Nella tabella in pagina abbiamo fatto alcune ipotesi ma naturalmente se ne possono fare altre.

BERLUSCONI BERSANI MONTI GRILLO E LA PREGHIERA DELLE URNE

Le ultime due simulazioni fanno vedere cosa succederebbe nel caso in cui il centrosinistra perdesse tutte e tre le regioni in bilico: avrebbe 143 seggi, ma con i 33 della lista Monti la eventuale coalizione di governo potrebbe contare su una maggioranza di 176 seggi.

Come si vede, abbiamo anche ipotizzato che Grillo, e non Berlusconi, possa vincere il premio di maggioranza in Sicilia ma non cambierebbe nulla per il centrosinistra. Per Bersani la vittoria in queste regioni è molto importante ma, posto che non sia lui a vincere, è indifferente chi sia il vincitore.

Quello che invece non è indifferente per Bersani è la tenuta di Monti. Nella tabella abbiamo ipotizzato che la lista del premier scenda sotto l'8% in alcune regioni. Il suo totale scenderebbe da 33 a 27 seggi. Una perdita di 6 seggi riduce la maggioranza dell'eventuale futuro governo con Bersani ma non la compromette.

VIGNETTA BENNY BERSANI E BERLUSCONI INSIEME A LETTO

Se però dovesse accadere che Monti non superi la soglia dell'8% in altre regioni pesanti, le cose cambierebbero. Per esempio, se alle regioni indicate nella tabella aggiungessimo la Lombardia la lista di Monti scenderebbe a 22 seggi rendendo più difficili eventuali maggioranze post-elettorali con Bersani e aprendo la strada al terzo possibile esito di queste elezioni.

Se Berlusconi dovesse vincere nelle regioni incerte e ribaltare i pronostici in altre in cui attualmente è dato per perdente, e se allo stesso tempo il risultato della lista Monti fosse al di sotto delle attese, la somma dei seggi di Vendola, Bersani e Monti potrebbe non fare 158.

grillo sicilia

In questo caso gli unici governi possibili sarebbero o la grande coalizione (senza Grillo) o un governo con Grillo. Non c'è bisogno di soffermarsi sul rischio di instabilità di un esito del genere. Fortunatamente è lo scenario meno probabile di tutti.

In questi ultimi giorni che ci separano dal voto nulla è veramente sicuro tranne una cosa: Berlusconi non può ottenere la maggioranza assoluta dei seggi al Senato. Questa è una delle poche certezze di queste elezioni.

BEPPE GRILLO E GIANROBERTO CASALEGGIO ALLARRIVO IN SICILIA

Perché questo accada basta che il centrosinistra vinca - e così sarà - in Toscana, Emilia, Marche, Umbria e Basilicata. E questo porta a una domanda finale. E se Berlusconi vincesse alla Camera come potrebbe fare un governo visto che al Senato non potrà avere la maggioranza assoluta dei seggi? Con chi si potrebbe alleare? E con quali prospettive per il Paese?

 

 

AHI! TECH - GOOGLE MOSTRA I MUSCOLI E PRESENTA “CHROMEBOOK PIXEL”: IL COMPUTER PORTATILE CON

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia

1 - GOOGLE MOSTRA I MUSCOLI E PRESENTA "CHROMEBOOK PIXEL": RISOLUZIONE ELEVATISSIMA, SCHERMO TOUCH, OPZIONE LTE, MA MOLTO COSTOSO

GOOGLE CHROMEBOOK PIXEL

Ormai si è capito: Google non offrirà più soltanto servizi in rete, ma è decisa a ritagliarsi una fetta importante nel mercato dei dispositivi tecnologici. L'ennesima conferma è arrivata oggi, quando l'azienda di Mountain View ha presentato il suo nuovo laptop, "Chromebook Pixel". A differenza del suo predecessore, questa nuova macchina è decisamente potente e offre prestazioni molto elevate. Basti pensare che lo schermo, da 13 pollici, ha un'impressionante risoluzione da 2560 x 1700 e, soprattutto, è completamente touch (per vederlo all'opera, si guardi questo video: http://bit.ly/Wd1Idp).

Monta un processore i5 e viene venduto i due versioni: una da 32 GB con connettività Wi-fi e un'altra da 64 GB con il recente standard di rete mobile LTE. Si avrà a disposizione un Terabyte di memoria sulla "nuvola" Google Drive per tre anni.

Più che altro, Chromebook Pixel sembra essere una dimostrazione di forza da parte di Mountain View, una sorta di avvertimento nei confronti dei competitor, Microsoft e Apple in primis. Questo perché il costo del dispositivo è molto alto (1299 dollari solo con Wi-fi, 1449 dollari con l'opzione LTE), soprattutto se si pensa che finora nessuna macchina targata Google è stata venduta a più di 199 dollari.


2 - LOW-NOKIA: L'AZIENDA FINLANDESE PRODURRÀ DEGLI SMARTPHONE ECONOMICI PER FARE CONCORRENZA A HUAWEI E ZTE

NOKIA

Nokia produrrà smartphone economici. Pare che sia questa l'intenzione dell'azienda finlandese, la quale dimostra così di voler abbandonare lo scontro con marchi più costosi come Apple, e di voler scendere nell'arena del low-cost, insieme a Huawei e ZTE.

Con il nuovo Lumia, Nokia sta cercando di rialzarsi dalla crisi che l'ha colpita negli ultimi anni. Le cose sembrano migliorare lentamente, anche grazie alla scelta dell'amministratore delegato Stephen Elop di abbandonare il vecchio software Symbian per passare al nuovo Windows 8.

I nuovi modelli di cellulari a basso costo saranno presentati al Mobile World Congress industry convention, che si svolgerà a Barcellona la prossima settimana.


3 - IN BRASILE LA MELA NON PIACE: APPLE DENUNCIATA PER "OBSOLESCENZA PROGRAMMATA" DELL'IPAD 3

Da "Mashable.com"
http://on.mash.to/ZvdPJ0

APPLE BRASILE

Nuovi guai in Brasile per Apple. È dei giorni scorsi la notizia che Cupertino ha perso la potestà del marchio iPhone in terra carioca, perché già precedentemente registrato da un'altra azienda.

Ora ad avercela con la casa fondata da Steve Jobs sarebbero gli stessi consumatori, che hanno formato una class action per protestare contro l'uscita, a distanza di soli sette mesi dal predecessore, dell'iPad 4. I possessori di iPad 3, che si sono ritrovati in mano un oggetto già superato, si sono infuriati e si sono rivolti all'Istituto brasiliano per la politica e il diritto informatico, cha ha sporto denuncia contro Apple, accusandola di "obsolescenza programmata".

DISNEY MONSTERS AND CO RUN

Se il tribunale dovesse darle torto, l'azienda della mela potrebbe dover risarcire i possessori dell'iPad 3. C'è comunque da dire che coloro che avevano acquistato l'iPad 3 a 30 giorni dall'annuncio di IPad 4, hanno avuto la possibilità di cambiare il proprio dispositivo con il nuovo uscito.


4 - UN GIOCO MOSTRUOSO: È DISPONIBILE GRATUITAMENTE SULL'APP STORE "MONSTERS & CO. RUN", BASATO SUL FILM D'ANIMANZIONE DISNEY

Siete in cerca di un piccolo svago per il weekend? Eccovelo servito: se siete fan dei film d'animazione Disney, sappiate che su App Store è disponibile gratuitamente "Monsters & Co. Run", un simpatico gioco a scorrimento laterale in cui sarete nei panni dei teneri mostri Mike, Sulley, Charlie e George, che lottano per salvare la piccola Boo.
Il gioco resterà non a pagamento per un periodo limitato di tempo.

 

ALTRO CHE ELEZIONI, MEGLIO LE EREZIONI! - IL 28 FEBBRAIO ESCE “V MAGAZINE” CON RIHANNA E KATE MOSS NUDE

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DAGOREPORT

Da "The Daily Mail"
http://bit.ly/138x6kf

RIHANNA E KATE MOSS FOTOGRAFATE DA MARIO TESTINO SU V MAGAZINE

Già da sole sarebbero bastate per scatenare una tempesta ormonale. Ma vederle insieme, davanti all'obiettivo di un grande artista, ammiccanti e nude, scambiarsi la lingerie circondate di accessori fetish è praticamente un successo commerciale annunciato.

La famosa rivista americana di moda "V Magazine" uscirà nelle edicole il prossimo 28 febbraio con una copertina d'eccezione: Rihanna e Kate Moss, particolarmente disinibite, fotografate insieme da Mario Testino.

RIHANNA E KATE MOSS FOTOGRAFATE DA MARIO TESTINO SU V MAGAZINE

Come si può già vedere dalle prime immagini che circolano del servizio fotografico, la cantante 25enne e la modella 39enne appaiono in pose particolarmente sexy, una sulle ginocchia dell'altra, scambiandosi a vicenda lo stesso completino intimo e restando perciò a turno completamente nude.

Si alternano i colori rosa e nero, in un'atmosfera che non tarda a diventare sadomaso. E allora, fra toccatine, strusciamenti e baci saffici sfiorati, ecco comparire frustini e mascherine.

RIHANNA E KATE MOSS FOTOGRAFATE DA MARIO TESTINO SU V MAGAZINE

L'idea di questo set viene dal lontano 2009, quando le due si incontrarono per la prima volta, rimanendo colpite l'una dall'altra. Soprattutto Rihanna rimase impressionata dalla forma fisica della modella britannica: "Non sapevo avesse un figlio", ha raccontato, "eppure è ancora così in forma? Quindi c'è ancora speranza per chi vuole avere dei bambini ma vuole comunque restare sexy".

RIHANNA E KATE MOSS FOTOGRAFATE DA MARIO TESTINO SU V MAGAZINE

Ma l'incontro fatale è avvenuto lo scorso febbraio, alla presentazione di una linea di Stella McCartney. Il fotografo Mario Testino stava parlando con Rihanna di una serie di scatti che voleva realizzare con lei, quando Kate li avrebbe sentiti parlare, proponendosi per partecipare al servizio.

RIHANNA E KATE MOSS FOTOGRAFATE DA MARIO TESTINO SU V MAGAZINE

La cantante racconta di aver reagito con grande entusiasmo: "Tutte le mie fantasie si stavano avverando: Mario, V, Kate Moss". Lo stesso entusiasmo con cui in molti accoglieranno l'uscita di V Magazine il 28 febbraio. Almeno sarà una scusa per non pensare all'esito delle urne, qualunque esso sia. Anche perché, alle elezioni, preferiamo sempre le erezioni.

IL VIDEO-TRAILER DEL SET FOTOGRAFICO:
http://www.youtube.com/watch?v=wzDGMR7aKRs

 

 

CAFONALINO OLD FASCIO - GIULIANA DE’MEDICI PUNTA SULL’ENDORSEMENT DELLA MADRE ASSUNTA ALMIRANTE

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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Tavolo de la DESTRA

1- LAZIO: LITE STORACE-BONGIORNO AL CONFRONTO TV, RUOTOLO VIA PERCHE'
(Adnkronos) - Battibecco tra Giulia Bongiorno di Lista Civica Bongiorno e Francesco Storace, candidato del centrodestra. Il 'caso' e' nato dalla questione sui fondi europei. "Quanti ne avete usati?", ha chiesto la Bongiorno a Storace. "Il cento per cento durante il mio mandato", ha prontamente risposto il candidato del centrodestra.

Storace Francesco

Ma la Bongiorno ha rincarato la dose aggiungendo: "Ma che sciocchezza, siete stati bacchettati" e Storace, che l'ha chiamata "Ciocchetti", ha ironizzato: "In quei cinque anni la Bongiorno stava in Sicilia, io a Roma. Cosa ne sapevi? Chi sei maga mago'?". "Tipico di Berlusconi -ha replicato infastidita la Bongiorno- offendi le donne".

2- LAZIO: DE' MEDICI (LA DESTRA), DIETRO PROTESTA STERILE C'E' SCARSA PREPARAZIONE
(Adnkronos) - ''E' una vera fortuna che la campagna elettorale stia volgendo al termine. Eviteremo cosi' di udire discorsi che poco si sposano con la politica seria e tanto, invece, con le chiacchiere dietro le quali ci si nasconde dopo essersi espressi con poca cognizione di causa''. Cosi' Giuliana de' Medici, capolista de La Destra per Roma e provincia alle Regionali del Lazio, a proposito del duello televisivo tra il leader de La Destra e la Bongiorno.

Storace e Toti

''Si ricordi -prosegue De' Medici- che Storace fu premiato proprio da Prodi, al tempo Presidente Ue, per l'ottimo utilizzo dei fondi europei durante il suo mandato alla Pisana. I fatti sono questi, le chiacchiere stanno a zero''. ''Se ci si dispiace di essere appellati per la scarsa preparazione -conclude- allora non si frequenti gli ambienti della politica e la si lasci a chi e' stato dimostrato esserne capace. La Bongiorno si informi prima di parlare e di formulare accuse prive di fondamento, e bene ha fatto Francesco a risponderle a tono".

Storace bacia la mano di donna Assunta


3- ASSUNTA ALMIRANTE: "SE FINI E CASINI PERDONO, MI UBRIACO CON BERLUSCONI"

Da www.blitzquotidiano.it - "Se Fini e Casini non entrano in Parlamento, mi ubriaco con Berlusconi": parola dell'astemia Assunta Almirante, intervistata da Libero Quotidiano. La vedova di Giorgio Almirante, come suo solito, distribuisce schiaffi e carezze.

Gli schiaffi sono per Gianfranco Fini "per carità, non parliamo di quel signore, non lo conosco", Mario Monti "mi è appena arrivata una tassa da pagare che, se ci penso, la febbre mi arriva non a 39, ma a 44! Ma tanto Monti non ne prende di voti". Il più sonoro per la sua figliastra Rita Almirante:

Storace al telefono

"Non c'entra niente con me e con Giuliana. La conosco appena. Anzi: in quarant'anni che io sono stata la moglie di Giorgio questa signora non è mai apparsa, nemmeno quando è stato grave che poi è morto. È uscita adesso per opera di qualcuno, che pensava di fare il colpo, ma ha sbagliato di grosso. A buon intenditor poche parole".

Sostenitori di Giuliana de Medici

Uno schiaffetto anche per Giorgia Meloni: "Ora si vergogna del suo ex partito ed è gravissimo. La Meloni è giovane, ma deve capire che chi sputa in alto gli torna in faccia. Non glielo aveva ordinato certo il dottore di stare nel Pdl".

Le carezze invece sono per sua figlia Giuliana De' Medici, "una donna preparata e onesta", per Silvio Berlusconi "Almeno evita di vessare cittadini e imprese" e soprattutto per Francesco Storace, del quale donna Assunta si augura una vittoria alle regionali nel Lazio contro Zingaretti: "Primo perché è già stato presidente (dal 2001 al 2006, ndr) e sa come si governa. Secondo perché ha fatto bene soprattutto nel campo della Sanità. Parlo con cognizione di causa..." Per la cronaca, la giunta Storace lasciò in eredità ai posteri un buco nella Sanità da 10,5 miliardi.

 

CON GRILLO SALTA LA STAMPA - IL COMICO SCHIERA I CARABINIERI PER VIETARE L’INGRESSO AI GIORNALISTI ITALIANI

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1 - VIDEO LIVE: LA DIRETTA DI GRILLO DA PIAZZA SAN GIOVANNI


2 - GRILLO: STAFF M5S CHIAMA CARABINIERI CONTRO STAMPA
(AGI) - Momenti di tensione a piazza San Giovanni tra 'grillini' e stampa. L'organizzazione del Movimento 5 stelle ha impedito ai giornalisti italiani, anche se accreditati, di entrare nello spazio che porta al palco e che in genere e' riservato proprio a stampa e fotografi. Ma lo staff ha fatto entrare soltante le testate straniere, la Rai e Sky.

BEPPE GRILLO INTERVISTATO DA NBC CNBC

La tensione e' cresciuta quando per frenare i giornalisti che protestavano "vogliamo lavorare", gli organizzatori hanno fatto schierare una decina di carabinieri per garantire l'ordine pubblico. Un cronista parlamentare e' stato trattenuto per qualche minuto. Ma e' intervenuta la polizia per mediare e per spiegare agli organizzatori che c'e' il rischio di creare problemi di ordine pubblico e che sarebbe opportuno, secondo quanto viene riferito, consentire ai cronisti di accedere nella zona vicina al palco in modo da poter seguire l'ntervento di Grillo.

GRILLO BEPPE

3 - GRILLO: PALCO OFF-LIMITS PER LA STAMPA ITALIANA
(ANSA) - Palco off-limits per la stampa italiana alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale del M5S in piazza S.Giovanni. Brutta sorpresa per i giornalisti italiani che attendevano l'accredito per il backstage del palco: l'ingresso è consentito esclusivamente ai media stranieri e a Sky Tg24.

BEPPE GRILLO jpeg

4 - IACOPINO, GRILLO PRATICA SELEZIONE RAZZA, VERGOGNA
(ANSA) - "La selezione della 'razza'. Ora la fa Grillo: al palco a San Giovanni potranno accedere solo i giornalisti stranieri e quelli di Sky. Una vergogna". Lo dichiara il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino. "I giornalisti non hanno diritti speciali, ma doveri da onorare - prosegue Iacopino -. Il primo, in quel contesto, è raccontare ai cittadini la piazza di San Giovanni e quel che vien detto. La selezione degli amici o presunti tali è un rito deteriore di quella politica che Grillo depreca a parole, ma pratica con le sue scelte".

Grillo in Volo

5 - GRILLO:CORRISPONDENTE LE MONDE,NON CENSURA,MOSSA ELETTORALE
(ANSA) - La decisione di Beppe Grillo di escludere la stampa italiana dal palco di San Giovanni (ad eccezione di SkyTg24) "non è censura, ma l'ennesima mossa elettorale contro la stampa italiana. Anche perché basta andare in piazza o collegarsi via streaming per ascoltarlo". Questo il commento del corrispondente di Le Monde a Roma, Philippe Ridet. "Io stesso non mi sono accreditato, andrò tra la gente", dice.

BEPPE GRILLO SOTTO LA PIOGGIA A BOLOGNA

Del resto, aggiunge Ridet, "non c'é una stampa straniera buona e una italiana cattiva: tutti noi abbiamo scritto che è un demagogo. E poi tra qualche tempo avrà bisogno di voi giornalisti italiani, noi stranieri ce ne occupiamo solo in questa fase di elezioni, tra due mesi saremo già passati ad altro". Secondo il giornalista francese infine, prendersela con la stampa nazionale "non è solo un caso italiano, ma una vecchia ricetta", usata anche "dall'entourage di Sarkozy".

enzo iacopino

6 - M5S: PIAZZA SAN GIOVANNI PIENA, GENTE CONTINUA AD ARRIVARE
(ANSA) - Piazza San Giovanni a Roma piena a un'ora e mezza dal comizio di Beppe Grillo, previsto per le 20. I militanti del Movimento 5 Stelle hanno affollato lo spazio tra la Basilica e la statua di San Francesco, ovvero occupando tutto lo spazio dell'ampia piazza, e la gente continua ad arrivare. Lo speaker ha annunciato che in streaming sono collegate 80 mila persone.

 


CHE SPOTIFY? - LA MUSICA ON DEMAND IN STREAMING RIVOLUZIONA IL MERCATO…

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Paolo Giordano per IlGiornale.it

SPOTIFYFACEBOOK SPOTIFY

Ci ha impiegato un po' ma alla fine è arrivato anche in Italia: Spotify. Se vi piace la musica, Spotify è la parola giusta, oltre a essere quella che fa più paura a iTunes.
Per capirci, è uno dei principali servizi di musica on demand in streaming. Chiunque voglia ascoltare musica da computer, tablet e smartphone può collegarsi a Spotify e cercare uno qualsiasi dei 20 milioni di brani a disposizione. Non si ascolterà dopo il download. Ma in streaming. E la traccia dei dati rimarrà imprigionata nella cache dell'hard disk (occhio però se usate software di pulizia tipo Ccleaner: cancella tutto).

X PHONE ANDROID GOOGLE

Un'idea che sembra la quadratura del cerchio: basta con le migliaia di mega downloadate. E qualità sonora rispettabile. Talvolta persino eccellente. Anche perché se Spotify è in versione free, c'è l'intoppo della pubblicità. Se è unlimited costa 4.99 euro al mese. Ma se è premium, il prezzo è 9.99 al mese ma garantisce una qualità di suono pressoché perfetta. L'altra settimana a Sanremo, alla presenza dello stato maggiore, è stata presentata a pochissimi giornalisti la versione italiana di Spotify, che si aggiunge a tutte quelle che dal 2008 sono state lanciate finora in 20 paesi: dagli Usa alla Nuova Zelanda.

Marco Mengoni

Dalla Gran Bretagna alla Polonia. Creato a Stoccolma da Daniel Ek e Martin Lorentzon come alternativa alla pirateria musicale (anche se ha molti tratti grafici che ricordano Napster), finora raccoglie venti milioni di utenti e ben cinque milioni di abbonati. E venti (milioni) sono anche le canzoni contenute nella cassaforte di Spotify. Oltretutto Spotify ha una clamorosa modalità social, che consente di scoprire, gestire e condividere le proprie playlist su Facebook, Twitter o sul proprio blog o addirittura via email.

Tutto naturalmente nella più completa legalità, visto che finora Spotify ha distribuito oltre cinquecento milioni di dollari in diritti d'autore. Ecco, se proprio bisogna dirlo, Spotify è un passo avanti rispetto al passato. E si iscrive di diritto tra i "termometri" più credibili dei gusti musicali di ciascun mercato.

"Siamo andati oltre ogni nostra aspettativa" ha confermato gentilissima Veronica Diquattro, che è la responsabile del mercato italiano di Spotify ed è fiduciosissima sul buon esito della scommessa italiana. Intanto sono stati pubblicati i primi dati giusto a una settimana dalla presentazione. Su 11 milioni di brani ascoltati su Spotify (l'equivalente di 70 anni di musica), a fare la parte del leone è il tormentone ‘Scream&Shout' di Will.I.Am con Britney Spears, giusto avanti a ‘Ho hey' dei Lumineers e a ‘Locked out of heaven' di Bruno Mars.

Il primo dei "sanremesi" è Marco Mengoni con ‘L'essenziale' giusto davanti alla Canzone mononota di Elio e a Sotto casa di Max Gazzé. Invece tra gli artisti più "streamati" ci sono i Lumineers davanti a tutti, poi Will.I.am, Rihanna e Bruno Mars e Calvin Harris fino a David Guetta e Swedish House Mafia. Basterebbero solo questi nomi per rendersi conto fino in fondo di quali siano i gusti della fascia anagrafica compresa tra i 15 e i 34 anni. Pop dance, neo folk e house. E attenzione: questa è una radiografia molto credibile.

 

IPHONE CINQUE

BRITNEY SPEARS ACCUSATA DI NON ESSERE LEI LA VOCE DELLE SUE CANZONI - RIHANNA VUOLE UN BAMBINO

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

BRITNEY SPEARS

1 - BRITNEY SPEARS ACCUSATA DI NON ESSERE LEI LA VOCE DELLE SUE CANZONI...

Star Magazine - In un'intervista a Star magazine, Murray Langston sostiene che sua figlia, Myah Marie, corista di Britney Spears, canti al posto della pop star in sala di registrazione.

BARBADOS: RIHANNA FESTEGGIA CON CHRIS BROWN

Britney non canta dal vivo durante i concerti e arriva in sala di registrazione, si sdraia sul divano e poi se ne va a casa prendendosi tutti i meriti, mentre sua figlia, e' costretta ad entrare ed uscire dalla porta posteriore della sala di registrazione per no essere vista, ed e' il vero talento.

Murray e' stato pero' smentito dalla figlia stessa, che ringrazia la star, "una leggenda della musica", per la grande oppurtunita' che le ha dato permettendole di lavorare al suo fianco.


2 - RIHANNA VUOLE UN BAMBINO SUBITO...

BARBADOS: RIHANNA FESTEGGIA CON CHRIS BROWN

http://bit.ly/XqbGeI

OK! Magazine, Perez Hilton e TMZ - "OK!" magazine riporta che Rihanna starebbe cercando di fare un figlio con il suo boyfriend Chris Brown.  Vuole prendersi una pausa, lasciare la  musica per un po' per essere mamma. 

Di recente RiRi ha festeggiato il suo 25esimo compleanno con Chris alle Barbados.
Scopri tutte le foto della loro vacanza romantica, nella gallery... 

MICHAEL DOUGLAS E CATHERINE ZETA-JONES

Clicca sul link:
http://tmz.me/UR4zMC


3 - MICHAEL DOUGLAS E CATHERINE ZETA-JONES: "NO" ALLE VOCI DI DIVORZIO...

http://bit.ly/YrqExd
Entertainmentwise -
Secondo il "National Enquirer" Catherine Zeta-Jones e Michael Douglas sono vicini al divorzio e vivono in case separate. Ma gli attori, sposati da 12 anni e con 2 figli, hanno dichiarato che la notizia e' "completamente falsa".


4 - CINDY CRAWFORD UBRIACA: "IL MIO MATRIMONIO E' FINITO!"...

CINDY CRAWFORD

Star magazine - Un insider ha rivelato a "Star" Magazine che Cindy Crawford beve troppo a causa dei suoi problemi matrimoniali. Una sera al Malibu Inn, dopo aver ingoiato numerosi cocktail fortissimi, ha iniziato a flirtare con due bellissimi giovani ragazzi al bar.

"Si buttava su di loro e ballava in maniera provocante. Diceva che il suo matrimonio e' finito. Suo marito [Rande Gerber] era li' ma non sembrava per niente turbato da come Cindy si stava comportando." racconta la fonte. Sara' vero?


5 - SCARLETT JOHANSSON FIDANZATA?...

SCARLETT JOHANSSON

http://nydn.us/UR4J6G
New York Daily News -
Scarlett Johansson ha attirato l'attenzione su di se indossando un enorme diamante al dito anulare. Si dice che l'attrice abbia perso la testa per il suo attuale compagno, il francese Romain Dauriac e che avrebbe accettato la sua improvvisa proposta di matrimonio... anche se si frequentano da poco.

CAMERON DIAZ

Il portavoce di Scarlett pero' dice che l'attrice non e' fidanzata anzi, in un'intervista recente, la sexy star ha dichiarato che  per lei il matrimonio non e' importante.


6 - CAMERON DIAZ PASSA LA NOTTE CON MICHAEL FASSBENDER...

Us Weekly - La ‘collezionista di uomini' Cameron Diaz ha fatto una nuova vittima? Pare che la star abbia passato una notte di passione con il sexy Michael Fassbender. Un testimone dice che i due attori sono stati visti entrare in una suite d'albergo dopo aver cenato all'esclusivissimo Soho Hotel di Londra. 

MICHAEL FASSBENDER


7 - EVA LONGORIA SOGNA UNA CARRIERA POLITICA...

EVA LONGORIA

National Enquirer - Eva Longoria e' pronta ad entrare in politica? Pare che Eva voglia seguire le orme della sua amica Ashley Judd e aspira ad avere una  carriera politica a Washington. Eva e' gia' un'attivista  e crede che sia arrivato il momento di considerare la possibilita' di candidarsi alla Camera dei Deputati.

 

MORETTI CONTINUA A FARSI DEL MALE ED ENDORSA BERSANI, UNO CHE MERITEREBBE UN MORETTISSIMO “CHI PARLA MALE, GOVERNA MALE”

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Ansa.it

L ABBRACCIO DI NANNI MORETTI E PIERLUIGI BERSANI

''Sono qui perche' votero' Pd. C'e' un tempo per criticare i propri amici e per quanto mi riguarda dura da almeno 40 anni nella vita reale e nei film e c'e' un tempo per criticare i propri avversari politici. Non capisco chi mette sullo stesso piano in Italia 2013 destra e sinistra, basti vedere l'esempio delle primarie e la straordinaria partecipazione, mentre la destra che aveva annunciato la data e i candidati poi ha detto 'abbiamo scherzato'''. Cosi' Nanni Moretti dal palco dell'Ambra Jovinelli con Bersani.

"Sarei stato contento se fosse nata una destra europea in Italia e invece sono andati avanti con uno solo al comando - ha aggiunto Moretti -. Spero che lunedì festeggeremo la liberazione di 60 milioni di persone ostaggio degli interessi di uno solo".

NANNI MORETTI E PIERLUIGI BERSANI

"Non vorrei essere ripetitivo ma se dovessimo vincere questa volta, fatela una legge sul conflitto di interessi ma non contro una persona ma per tutti, per mettere sullo stesso piano tutti coloro che partecipano a elezioni". Moretti, sul palco dell'Ambra Jovinelli, pungola il centrosinistra su una delle leggi 'mancate' in passato.

"C'é la possibilità di vincere queste elezioni, ho girato per la terza volta in pochi mesi l'Italia, sono piuttosto stanco però noi abbiamo l'arma atomica che altri non hanno che è il popolo delle primarie e che ci farà vincere. In sei mesi abbiamo fatto le primarie per il premier, poi per i parlamentari, ma non si vince senza faticare e non si costruisce niente se non si mette un mattone sull'altro e se non si agisce nel tempo e nella continuità". Così Pier Luigi Bersani sul palco dell'Ambra Jovinelli a Roma.

NANNI MORETTI SUL PALCO DEL PD AMBRA JOVINELLI

"Con Monti abbiamo mantenuto la parola, siamo stati leali fino all'ultimo giorno. Se ce lo riconoscesse, ogni tanto... Lo dico così, en passant".

"Io capisco benissimo chi è arrabbiato. Ne abbiamo viste di cotte e di crude ma dove vogliamo portare questo disagio e questa protesta? Andiamo fuori dall'euro? Sì, così andiamo in Grecia. E non tra 6 mesi, ma domani mattina".

"Quanta gente in questi giorni mi ha tirato per la giacca, e diceva: ma sparane qualcuna anche tu... Quante ne hanno dette, si può fare la hit parade. Per me l'Oscar ce l'ha il marone di Maroni". Pier Luigi Bersani ironizza sulle trovate elettorali degli sfidanti alle elezioni, rivendicando che il Pd "non ha raccontato favole ma ha parlato di come risolvere i problemi della gente con una bella campagna elettorale".

"In queste ore c'é ancora incertezza, non sottovalutiamo il fatto che c'é una fascia significativa di popolazione che sta oscillando tra il non voto e su cosa voto. In questa incertezza spesso uno dei corpi del dilemma siamo noi: c'é un elettorato che in buona fede ha creduto in Berlusconi, ora comincia ad avere qualche problema, non parlo di miliardari. Non li snobbiamo". E' l'appello che Pier Luigi Bersani rivolge ai 'delusi' del Pdl, "gente che ha capito mettiamo prima di tutto l'Italia".

 

 

QUALCUNO DICA A GUBITOSI/TARANTOLA CHE IERI BERSANI LI HA LICENZIATI – LA BELLA STANGONA DI FASSINO….

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1. Chi è quella bella stangona minigonnata che il sindaco Fassino fa venire a Torino appositamente da Roma per occuparsi della violenza sulle donne? Ah saperlo....

piero fassino

2. 2014. Si avvicina l'anno horribilis in cui la Stampa di Calabresi finirà nel limbo dei virtuali, e dirà addio alla carta. Per adesso se ne parla solo nelle segrete stanze direzionali...

napolitano mario calabresi elkann

3. TRE FILM SU CORONA
Roberto Alessi per "Novella 2000" - Fabrizio Corona è in carcere, per un po' sarà costretto a fermare il suo spirito autodistruttivo che l'ha messo nei guai mentre altri delinquenti scorrazzano in Ferrari davanti ai locali dove un tempo "regnava" Corona, certi finalmente di non essere messi in ombra. Intanto a Roma sono già in ballo tre progetti per film ispirati al suo personaggio.

Pare siano in lizza Alessandro Siani, il popolarissimo comico Giovanni Vernia, che lo imita a Zelig, ma pare che il progetto che brucerà tutti sul tempo è un biopic, un film biografia, che vedrebbe nei panni del duro de' duris il suo amico Walter Nudo, che ha due vantaggi: primo, conosce bene Corona; secondo, ha lo stesso numero di tatuaggi di Fabrizio. Tutti soldi risparmiati in truccatori e in tempo di crisi anche quelli servono

FABRIZIO CORONA IN MANETTE

4. ORGOGLIO D'ALESSIO
Da "Novella 2000" - «Come definirei questo Festival? Più che radical chic direi "Radica di noci"». Così Gigi D'Alessio, che con la compagna Anna Tatangelo non si è perso una puntata della kermesse canora, raccontando a Sorrisi chi erano i suoi artisti preferiti (tifava per i Modà) non ha celato una mini polemica sui gusti di Fabio Fazio.

Loredana Berte Gigi DAlessio

5. L'ARMATA DI CUTUGNO
Da "Novella 2000" - «Rivincita? Direi proprio di sì». Toto Cutugno ha rivelato a Sorrisi che già lo scorso anno aveva proposto a Gianni Morandi di partecipare al Festival con il coro dell'Armata rossa, ricevendo un secco no. «Mi hanno detto che sarebbe stata un'esibizione troppo politica», racconta Toto che invece quest'anno, con Fazio, è riuscito nell'impresa.

6. "SIR" BALOTELLI
Da "Novella 2000" - Giuseppe Sapienza, l'uomo che gestisce la comunicazione del Milan, è colui che affiancherà Mario Balotelli, marcandolo di giorno e soprattutto di notte, in questa sua nuova avventura rossonera. L'idea del patron Adriano Galliani è quella di trasformare Mario in un "baronetto".

belen cutugno Sanremo

7. Romana Liuzzo per "il Giornale" - Rigatoni all'amatriciana, spaghetti con le vongole, spi¬gola al vapore e bocconcini di pollo con patate al forno. Al menù del ristorante della Ca¬mera (semi deserto in questi giorni) non hanno saputo resi¬stere due ministri uscenti, El¬sa Fornero e Piero Giarda, se¬duti allo stesso tavolo. Chissà se tra un boccone e l'altro, li ha colti un piccolo rimorso per disoccupati e esodati.

8. Romana Liuzzo per "il Giornale" - Due ex direttori del Messaggero frequentano casualmente lo stesso barbiere: Liborio in via Ripetta, in pieno centro storico romano. Sono Roberto Napoletano attualmente direttore del Sole24Ore e Mario Orfeo, direttore del Tg1, giovane e in gamba, con una gavetta alle spalle di tutto rispetto. Momento di meritato relax con shampoo e piccolo massaggio in testa.

GIARDA E FORNERO d ae ae bcb f f daa

9. Da "il Giornale" - La loro espressione è volutamente seria e accigliata. Proprio per segnare la distanza dal sorrisetto ironico e sardonico che accompagnava il video omofobo di Alberto Romano Pedrina e Raffaele Zanon, i due esponenti padovani di FdI. Così, con un contro-video, Giorgia Meloni e Guido Crosetto leader di Fratelli d'Italia hanno chiesto scusa a chi si è sentito offeso da quella frase («non votate con il culo») con la quale i due candidati veneti del partito avevano chiuso il loro filmato-provocazione.

Già subito dopo la diffusione del video la Meloni aveva chiesto scusa e chiesto la rimo¬zione del filmato (scomparso da Youtube). «Se dei cretini fanno un video idiota tutti parlano di noi- dicono attraver¬so i cartelli Meloni e Crosetto - . Quel video offensivo non ci rappresenta né rappresenta FdI». E Giuliano Ferrara a La zanzara su Radio24 azzarda: «Crosetto è gay!», salvo poi svelare su Twitter che si trattava di uno scherzo.

CROSETTO PRENDE IN BRACCIO GIORGIA MELONI jpeg

Da "Libero" - Grillo: «Ci vada la figlia della Forneroa lavorare a 500 euro al mese in un call center». Replica della sciura Elsa: «Questa è una vigliaccata. Fino a prova contraria io non ho mai avuto nella mia vita una Ferrari Testarossa, lui sì». E poi l'auto blu è partita a tutto gas.

10. (ANSA) - "Non è un giudizio sulle persone ma noi restiamo critici sulla governance e resto fermo sul fatto questo meccanismo non consente una gestione industriale di una grandissima azienda". Pier Luigi Bersani, a '28 minuti' su Radio2, risponde così su un avvicendamento dei vertici di viale Mazzini in caso di vittoria del centrosinistra. "Bisogna consentire che ci sia un azionista, il Tesoro, un amministratore delegato e una gestione coerente perché il duopolio ha addormentato le prospettive industriali di tutti".

GUBITOSI E TARANTOLA jpeg

11. Da "06blog.it" - Il Campidoglio ha appena reso noto che l'ottava edizione del Roma Film Festival, si farà, mettendo a tacere i dubbi paventati da Nicola Zingaretti in corsa per la poltrona al centrosinistra alla Regione Lazio, da lunedì 8 a domenica 17 novembre 2013, mentre le date del Mercato - The Business Street e della Fabbrica dei progetti - New Cinema Network saranno dal 13 al 17 novembre 2013. Ben 5 giorni prima dell'inizio del Festival di Torino.

Come nelle edizioni precedenti, il fulcro dei dieci giorni di proiezioni e incontri del il festival cinematografico diretto da Marco Müller, dal red carpet al Villaggio del Cinema, sarà ospitato negli spazi dell'Auditorium Parco della Musica. In tutte le sale dell'imponente struttura realizzata da Renzo Piano, grazie ad una speciale convenzione, resa possibile dall'accordo firmato questa mattina in Campidoglio, dal sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, i tre enti che operano presso l'Auditorium - la Fondazione Cinema per Roma, presieduta da Paolo Ferrari, l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, guidata da Bruno Cagli, e la Fondazione Musica per Roma, diretta da Aurelio Regina

MARCO MULLER FOTO ANDREA ARRIGA

12. Dal "Corriere della Sera" - Tra gli indumenti che dopo il 28 febbraio Ratzinger non userà più ci sono anche le scarpe rosse. Quei mocassini lisci, senza cuciture e dal colore vistoso gli fecero conquistare il primato di uomo che «indossava l'accessorio dell'anno» secondo la rivista americana Esquire. Le scarpe furono realizzate dall'artigiano Adriano Stefanelli.

 

 

scarpe papa ratzinger prada

OSCAR VENDOLA! - GIANNINO, DOPO LE MATTANE SU LAUREE E MASTER E ZECCHINO D’ORO, HA AMMESSO I SUOI ERRORI E HA TRATTO LE

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Da "Il Foglio"

VENDOLA A PRANZO CON LA GIUDICE CHE LO HA ASSOLTO

Povero Nichi Vendola. Non più tardi dell'altro ieri, in quel di Napoli, davanti ai cronisti che gli chiedevano un parere sullo scivolone di Oscar Giannino, aveva risposto con una parola secca: "Chapeau".

E così dicendo, aveva elogiato la prontezza con la quale il fondatore di Fare per Fermare il declino aveva rassegnato le dimissioni: "In un paese che è stato governato dalla menzogna eletta a sistema, il peccato veniale di Oscar Giannino e come lo ha affrontato gli fa onore".

Vignette Giannino Master

Doveva avere forse un brutto presentimento il governatore della Puglia, alleato principe di Pier Luigi Bersani alle elezioni di domenica prossima. Perché ieri, nel teatrino delle patacche e delle bugie - un teatrino che si recita nel ridotto di questa turbinosa campagna elettorale - è precipitato anche lui.

Andiamo ai fatti. "Io non ricordo di avere mai conosciuto la dottoressa De Felice", aveva dichiarato Nichi il 15 febbraio scorso dopo avere letto un articolo di Panorama nel quale si faceva riferimento a una fotografia che lo ritrae a una festa, seduto accanto a Susanna De Felice, il giudice barese che il 31 ottobre dell'anno scorso lo ha prosciolto da un'accusa di abuso di ufficio.

Gianrico Carofiglio

E, puntualmente, aveva lasciato indendere che lo scoop di Panorama altro non era che il braccio armato della solita, insopportabile macchina del fango. Pensava di cavarsela con una bugia, con un peccato veniale, con il piccolo azzardo di una smentita.

Patrizia Vendola sorella di Nichi

Ma i giornali hanno un'altra narrazione, parola tanto decantata dall'epica vendoliana, e difficilmente cedono al fascino della poesia o alle ragioni di una competizione elettorale. E così, ieri mattina, Nichi è stato messo davanti all'evidenza.

Il sito di Panorama ha pubblicato la foto che lo inchioda: un ritratto di gruppo, una festa privata e famigliare della primavera del 2006, con le immagini nette e sorridenti di Vendola, seduto accanto al suo compagno, e subito dopo lei, la dottoressa De Felice, giudice per le indagini preliminari, venuta a brindare, assieme agli altri convitati, per i quarant'anni di Paola Memola, commercialista e cugina del governatore.

Una tavolata allegra e spensierata, dove la politica si abbraccia col fior fiore della magistratura barese: oltre alla De Felice, nella foto si vede l'ex pm Gianrico Carofiglio, scrittore e senatore del Pd, con la moglie Francesca Pirrelli, pubblico ministero e amica cara di Patrizia Vendola, sorella di Nichi; c'é Emma Manzionna, giudice civile a Trani e c'é pure Teresa Iodice, anche lei pm alla procura di Bari.

DESIREE DIGERONIMO jpeg

Comunque una tavolata innocente, vissuta alla luce del sole. Per quale motivo Vendola vorrebbe cancellarla dalla memoria? Ai poeti, si sa, sono concesse distrazioni o leggerezze e si può perdonare di tutto, anche una caduta di stile.

Ma la bugia no. Nichi, oltre a essere un poeta, è un uomo politico che, come candidato a far parte del nuovo governo, predica rigore e trasparenza. Giannino, dopo le mattane su lauree e master e Zecchino d'oro, ha ammesso i suoi errori e ha tratto le conseguenze. Il leader di Sel, invece, continua solo a minacciare querele: un vecchio metodo per appannare bugie e verità e per dimostrare che uno "chapeau" va bene, ma solo se si dimettono gli altri.

 

 

NICHI VENDOLA
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