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QUALCUNO SALVI (I DIPENDENTI) EQUITALIA: I POLITICI ATTACCANO, LORO SI PRENDONO MINACCE E ATTI VIOLENTI

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Francesco Carbone per l'ANSA

EQUITALIA

Quando e' troppo e' troppo: dopo due anni difficili, durante i quali sono stati attaccati e non solo verbalmente, i lavoratori di Equitalia sbottano. La goccia e' l' esser stati utilizzati come argomento di trattativa in campagna elettorale. Come l' esempio di cosa non si deve fare, di un intervento '' vessatorio'' dello Stato. E in alcuni casi, dicono, per assurdo, proprio da chi ha fatto le leggi che loro '' devono'' far rispettare. La polemica e' antica, risale ai primi incidenti che hanno visto coinvolti i rappresentanti di Equitalia da quando la crisi economica ha iniziato a ' mordere' piu' forte.

SEDE EQUITALIA

Ma oggi c' e' una novita': le 7 sigle sindacali che rappresentano i lavoratori rompono gli indugi e mettono nero su bianco la loro amarezza. La campagna elettorale sembra infatti aver notevolmente peggiorato quel clima ' pesante' che i lavoratori della riscossione hanno dovuto subire negli ultimi anni. Basti ricordare che dall' inizio del 2011 gli atti intimidatori (buste sospette, attacchi personali, scritte fuori dagli uffici, bombe carta, ecc) subiti dai lavoratori delle diverse sedi locali di Equitalia sono circa 400 e tra questi l' attentato piu' grave e' quello compiuto il 9 dicembre 2011 in cui rimane gravemente ferito il direttore generale Marco Cuccagna per l' esplosione di un plico contenete una bomba spedita dagli anarchici del Fai.

ATTILIO BEFERA

'' Ancora una volta - si legge nella nota delle segreterie di Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl Credito e Uilca - i rappresentanti dei lavoratori evidenziano con preoccupazione come l' argomento Equitalia venga usato in campagna elettorale strumentalizzando il lavoro di 8.500 dipendenti da ' politici' che sostengono la necessita' di chiusura del gruppo o accusano i lavoratori di comportamenti vessatori e violenti, oppure legano l' attivita' di riscossione ad una serie di i suicidi con un legame di nesso causale che fa inorridire per l' opera di sconcertante sciacallaggio mediatico.

I lavoratori di Equitalia ricordano che quegli stessi politici, i quali oggi tanto inveiscono sulle regole della riscossione, sono anche gli autori delle leggi che regolamentano l' attivita' e che devono essere applicate senza margine di discrezionalita' alcuno. Le procedure previste da tali leggi sono soggette a severi controlli sugli atti, sia da parte della magistratura, che da parte della Corte dei Conti, chiamata a vigilare sul danno erariale''. Quindi i lavoratori sottolineano che '' tutti devono essere consapevoli che queste dichiarazioni irresponsabili e la risonanza che alcune testate giornalistiche attribuiscono loro, sono il terreno di coltura che stimola la reiterazione di quegli atti violenti e criminali che i lavoratori e le sedi del gruppo continuano a subire anche in questi giorni''.

FACCIA A FACCIA BERLUSCONI E ALFANO

Si invitano pertanto '' quei politici ad usare lo stesso senso dello Stato che i lavoratori del gruppo Equitalia quotidianamente osservano nello svolgimento della loro seppur impopolare ma doverosa attivita'''. Tra le ultime esternazioni di politici su Equitalia (solo dallo scorso 1 febbraio) c' e' molto materiale soprattutto nel centrodestra: Angelino Alfano ('' basta allo strapotere di Equitalia'') anche se oggi corregge il tiro: '' i lavoratori di Equitalia hanno perfettamente ragione''. Silvio Berlusconi (pone il tema come '' la questione del mostro Equitalia'');

RENATO BRUNETTA DOCET

Renato Schifani ('' L' aggressione portata da Equitalia e' devastante''); Francesco Storace ('' Equitalia e' un esattore di Stato, che sceglie i cittadini come vittime''); Ignazio La Russa ('' Vogliamo un condono sugli interessi da usura che Equitalia chiede''); Renato Brunetta ('' rivedere i poteri di Equitalia, affinche' il fisco non dia l' impressione di strozzare i contribuenti''). Ma anche Beppe Grillo appare su questa linea: '' Equitalia va chiusa. Bisogna trattare direttamente con i cittadini. Non e' piu' tollerabile questa situazione che ha portato la gente al lastrico''.

 

 


LA VITA RICOMINCIA A 60 ANNI PER CICCIOLINA CHE TORNA SINGLE E SOGNA UN UOMO CHE LE FACCIA TANTE COCCOLE…

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NUNZIA GARRONE CON BRANDO DE SICA E AMICI PAILLETTATI

Gabriella Sassone per "Di Tutto"

1- CICCIOLINA CERCA L'AMORE

Trovare l'anima gemella, l'uomo con cui andare d'amore e d'accordo tutta la vita, sembra un'impresa sempre più ardua. Lo sa bene Ilona Staller, l'ex diva del porno che nei panni discinti di Cicciolina è stata a lungo il sogno erotico dei maschi italiani tutti. Dopo 4 anni, ha messo la parola fine alla sua relazione con l'avvocato Luca Di Carlo. E se sul suo profilo Facebook, il 30 gennaio scorso, si era sfogata così: "La fine di una non storia. Voleva apparire a tutti i costi sui giornali e in tv... Io ho assecondato... Ma tra noi non c'è mai stato nulla", lasciando intendere che tra loro ci fosse una sorta di patto ma non del sentimento, adesso ci va più cauta.

NUNZIA DE STEFANO GARRONE CON ANTONIA AUTIERO

E ci confessa: "Io e Luca ci siamo lasciati di comune accordo per incompatibilità caratteriale. Anche le nostre idee non combaciavano più e già da tempo pensavamo di andare ognuno per la sua strada. Io sto benissimo, non soffro, sono felicemente single". Sarà stata la grande differenza di età, lei splendida 60enne, lui 35enne un po' piacione, perennemente abbronzato e dal look stravagante, a far scoppiare la coppia?

LA TORTA DI IRMA CAPECE MINUTOLO

Non proprio, più che altro la diversa visione della vita, dice Cicciolina. "Io cerco un uomo in grado di darmi amore, dolcezza, emozioni, che mi faccia tante coccole e mi dia tanti bacetti. Un uomo con cui poter andare a teatro, a visitare mostre d'arte che adoro, con cui ascoltare musica classica, con cui fare un bel viaggio... e lui in 4 anni non mi ha mai portata nemmeno in vacanza. La vita è una sola e bisogna godersela. Spero comunque di incontrare l'uomo della mia vita perché per amare non è mai troppo tardi: l'amore non ha età!". Tra Ilona e Luca rapporti civili, comunque: lui infatti continuerà a seguire le cause legali che lei ha in piedi con l'ex marito Jeff Koons, padre di suo figlio Ludwig, oggi ventenne.

ILONA STALLER CICCIOLINA

Ilona, che con Di Carlo aveva anche fondato un nuovo partito, DNA (Democrazia Natura Amore), spiega di aver abbandonato per ora il progetto ma che lancerà un nuovo simbolo, solo con la sua faccia, con cui presentarsi alle Comunali. Ilona vive serena nella sua villa sulla Cassia, col figlio Ludwig, due amati cani e 3 gatti: Patatina, Nuvola e Polpettina. "Penso di avere un bel carattere, come diceva sempre mia madre, ma da un uomo esigo rispetto: quando non c'è più quello, va tutto a farsi benedire". Vuole dire qualcosa a Luca di Carlo che non è riuscita a dirgli in faccia? "Sì, gli auguro di trovare una brava ragazza di Tagliacozzo, il suo paese, con cui fare una bella famiglia e tanti figli". Amen.

2- IL POETA BIAGIO, IL "FIGLIO DI OSCAR WILDE"
Rifugge dall'etichetta di "poeta della mondanità" affibbiatagli, forse troppo in fretta, da chi ha bisogno di categorie per capire il mondo. Biagio Arixi, che ha appena pubblicato con le edizioni Graus la sua autobiografia, "Sono figlio di Oscar Wilde", è soprattutto un poeta dell'umanità. Sardo di Villasor, in provincia di Cagliari, Biagio, ben presto si sposta dalla sua amata isola, per raggiungere posti dove la sua voglia di conoscenza può avere uno sbocco.

BIAGIO ARIXI CON CATHERINE Spaak MARIA ROSARIA OMAGGIO E MARIA GIOVANNA ELMI

Le sofferenze, le ristrettezze, la mancanza di cibo, lo spingono a ricercare altrove il suo destino. Sfrutta le sue innate capacità relazionali e ben presto si ritrova al centro di una serie infinita di rapporti con tutto il mondo che conta. Sono gli anni ‘70 e a Roma la "dolce vita" è ancora il motore delle notti di baldoria della capitale. Per vari motivi e per varie vie Arixi entra in contatto con i più grandi nomi e volti delle notti romane. Ma i suoi riferimenti non sono solo quelli.

AUTOSCATTO CICCIOLINA ILONA STALLER

C'è il suo primo maestro di scuola. Il maestro Cao, che entra nella sua vita dopo la morte del padre. Sarà lui a condurlo per mano, ad aiutarlo, a dire in pubblico, a tutti i suoi compagni di classe che tra di loro c'è un poeta: quel poeta è Biagio. La poesia sarà il passepartout per farsi accettare, per decifrare il mondo e farsi capire dagli altri. Sul tavolo verde la sua diversità, l'omosessualità. A un certo punto dichiarata, anche se nei rapporti con gli altri Arixi manifesta forse la sua dote più grande. Emana affetto, calore. Tratta gli altri come quella famiglia a cui è legatissimo, ma che per ragioni pratiche vede poco.

AUTOSCATTO CICCIOLINA ILONA STALLER

Ad una festa di compleanno, qualcuno, come regalo fa arrivare Robert De Niro. E a De Niro lui, Biagio, non chiede altro che fare una foto con il suo libro in mano. Una volta incontra Giulietta Masina, fanno due passi e lui fotografa quel momento. "Così, mentre attraversavamo il ponte Regina Margherita, sul Tevere con avida curiosità, osservavo questa donna eccezionale. Loquace e aggraziata mi camminava accanto, e a me venne la voglia di prenderla tra le braccia, per stringerla fortemente come se tenessi un fiore tra le mani". Ci sembra davvero di rivederla.

E Biagio di volti noti ne ha conosciuti tanti. Tra questi Liza Minnelli, Irene Papas, Sandra Milo, Diana Ross. Apprezzato da critici e scrittori come Dario Bellezza, Giuseppe Pontiggia, ospite abituale del "Maurizio Costanzo Show". E poi finalista al premio Viareggio, Cattafi e il Premio Cittadella, come miglior poeta giovane in Italia con la sua prima raccolta. In qualche modo Biagio porta con sé, anche nelle pagine che scrive, la storia di un riscatto.

MATTEO GARRONE AL COMPLEANNO DELLA MOGLIE NUNZIA

Quello della sua terra, la sua Sardegna, terra di valori, ma anche di povertà. Di vite ai margini. La sua vita è anche piena di riflettori e paillettes, ma intensa, vera. E, come non accade spesso, prevalgono i contorni dell'uomo. Solo quelli. Poi, nel libro, Biagio chiarisce perché si sente "figlio di Oscar Wilde". Non resta che scoprirlo andando in libreria.

3- IL COMPLEANNO DI IRMA CAPECE MINUTOLO
Non vive più serena da mesi. Il marito, dopo una serie di maltrattamenti che lei ha sempre taciuto per vergogna, le ha sottratto anche il figlioletto Antonio, la sua vera e unica ragione di vita. Nonostante il cuore a pezzi e le battaglie legali che ha intrapreso per l'affidamento del suo "cucciolo", la principessa Irma Capece Minutolo non ha rinunciato a festeggiare il suo compleanno. Anche per reagire a mesi e mesi di dolore e umiliazioni. Ad organizzarle un party a sorpresa per farla tornare a sorridere almeno una sera, sono stati gli amici più cari, capitanati dal Principe Olivier Doria d'Angri. Era anche la sera di San Valentino, festa degli innamorati, ma questo è solo un dettaglio.

IRMA CAPECE MINUTOLO LIANA AMICONE LILI MARLENE ENRICA IDRISSI AZZOUZI ABDALLAH

A ponte Milvio, al Fashion Bar "Re Re", Irma è rimasta felicemente sorpresa quando ha visto arrivare l'adorata omonima zia, il soprano Irma Capece Minutolo, vedova di Re Farouk d'Egitto, che non vedeva da tempo. All'assalto del buffet, tra cocktail esotici e musica live, anche la sorella della festeggiata, Maria Cristina, la cugina Maria Luisa, l'Ambasciatore delle Filippine Virgilio Reyes, il regista-attore Federico Wardal giunto dal Cairo, il medico estetico Anadela Serra Visconti, i principi Danilo Moncada e Giuseppe Pietrafesa, il produttore Claudio Caruselli, Livio Falletta, Giuseppe Pietrafesa, l'organizzatore di eventi Pascal Varvicchio, la coppia Idrissi Azzouzi Abdallah e Liana Amicone, la star del burlesque Enrica Petrongari, in arte Lilì Marlene.

A mezzanotte, tutti intorno alla trionfale torta di frutta. La festeggiata, dinanzi agli amici, ha ricordato il suo impegno per le donne ed i bambini vittime di maltrattamenti domestici, per il quale è stata recentemente insignita al teatro San Babila di una targa dal Sindaco di Milano. "Oggi a Roma e nel mondo io ed un miliardo di donne abbiamo danzato una splendida coreografia per dire basta alla violenza di ogni genere sulle donne e sui bambini. Il mio pensiero di oggi va al mio unico grande amore, Antonio. Credo che ogni bambino abbia il sacrosanto diritto a non essere mai e per alcuna ragione reso partecipe della separazione dei suoi genitori", ha detto Irma emozionata. Auguri!

4- GARRONE PARTY PER IL COMPLEANNO DELLA MOGLIE
Peccato non abbiano ammesso fotografi e giornalisti (benchè amici come la sottoscritta) alla loro festa, la più cool e divertente di questa stagione. Il regista di "Gomorra" e "Reality", il tenebroso Matteo Garrone, da sempre schivo, riservato e allergico ai flash invadenti benchè molto amante della notte e della mondanità, ha voluto festeggiare il compleanno della bella moglie moglie Nunzia De Stefano con un party in maschera ispirato alle atmosfere circensi.

Il primo grande amore di Nunzia è stato infatti il circo, dove si esibiva come domatrice di elefanti, sì, proprio come Moira Orfei, prima che Garrone la conoscesse e ne rimanesse folgorato, durante le riprese di "Gomorra" in quel di Scampia. Abbigliata da sexy majorette, con body bianco e argento, cuffia con tripudio di piume esagerate in testa, tacchi assassini, Nunzia ha accolto gli amici più cari nel locale testaccino "Frutta&Verdura", accanto al suo Matteo travestito da domatore di leoni con tanto di frusta schioccante. Gli ospiti si sono sbizzarriti nel look, presentandosi abbigliati da giocolieri, trapezisti, clown, mangiafuoco, ballerine di Burlesque.

C'era anche una simil-Moira Orfei, cofana corvina in testa, ciglia finte chilometriche e trucco pesante da Drag Queen. Tra musica live e balli scatenati, brindisi, baci e abbracci, si sono notati nell'alta marea di gente, il regista Marco Puccioni, Roberto D'Agostino passato per un saluto, Brando De Sica, Ludovico Fremont, la produttrice Gioia Scola, gli attori Salvio Simeoli, Francesco Casale, Paco Recondi, Sauro Falchi, Rosa Miranda, il truccatore Gennaro Marchese col regista Maurizio Anania e la sexy Claudia Arcara (vestita come la festeggiata ma in nero tanto che sembravano le Kessler), la cantante Alma Manera con Mara Keplero e Cecilia Gayle e tanti altri assidui frequentatori delle notti capitoline più scatenate. Che compleanno, cara Nunzia: complimenti!

 

 

GLI “ALIMENTI” DI HOLLANDE - IL PRESIDENTE ASSEGNA ALLA EX SEGOLENE ROYAL UNA SUPERPOLTRONA…

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Leonardo Piccini per "Libero"

Tra italiani e francesi si sa, non corre buon sangue: l'astio ha radici molto antiche, e probabilmente risale già alle campagne dell'esercito romano, con la Gallia ridotta a una semplice provincia di un impero molto più vasto.

FRANCOIS HOLLANDE E SEGOLENE ROYAL NEL

Da Napoleone in poi, i cugini d'Oltralpe hanno cercato di marcare la propria superiorità culturale, intesa in senso quasi antropologico, prendendo le distanze dagli scomodi e assai ingombranti vicini italiani: pensiamo soltanto per un attimo, all'ex Première Dame de France, la signora Carla Bruni, che era italiana e che pur di farsi perdonare l'origine torinese, ha preferito optare per la cittadinanza francese; o alla prima ballerina dell'Opéra di Parigi, la sicilianissima Eleonora Abbagnato, che ci invita a non parlare mai con un francese di quattro cose: l'amministrazione dello Stato, il formaggio, il vino e il calcio.

IL BACIO DI HOLLANDE A SEGOLENE ROYAL jpeg

Da oggi però, i francesi e la signora Abbagnato, dovranno farsene una ragione, perché i transalpini sono molto più simili agli italiani di quanto non vorrebbero. Volete alcuni esempi? Prendiamo lo scandalo Monte dei Paschi di Siena: credete davvero che una cosa del genere non potrebbe mai capitare in Francia?

Allora, vi sbagliate proprio di grosso. I francesi non hanno nulla da insegnarci in fatto di banche, visto che in questi giorni sono alle prese con una bella gatta da pelare: il rischio default del Crédit Agricole SA, una banca famosa per le sue generose sponsorizzazioni a livello sportivo, che chiude il 2012 con una perdita secca di 6,5 miliardi di euro.

hollande

Secondo Bloomberg, le perdite sono ancora più ingenti, visto che si parla di una voragine di altri 5,7 miliardi di euro. Sul risultato a dir poco brillante, pesano alcune voci straordinarie inserite nei conti del quarto trimestre, tra cui le minusvalenze registrate nella cessione della filiale greca Emporiki, e nella cessione delle quote di Intesa Sanpaolo e Bankinter.

Adesso il cda è costretto a correre ai ripari e a varare un piano di risanamento lacrime e sangue di almeno 650 milioni di euro: si prevedono la chiusura delle filiali internazionali in Italia e in Egitto, e il licenziamento di centinaia di impiegati. Anche sul versante politico, i francesi sono molto simili agli odiati italiani: tengono famiglia e quando possono sistemano amici, parenti e amanti.

SEGOLENE ROYAL E FRANCOIS HOLLANDE

Com'è accaduto con Ségolène Royal: l'affascinante socialista, già candidata alle presidenziali, ex compagna di François Hollande (il presidente come un novello Berlusconi ebbe a dire poco tempo fa in un comizio: «avete visto come è bella Ségolène?»), ha mandato ancora una volta su tutte le furie la Première Dame attuale, Valérie Trierweiler, che non ha mai digerito l'ingombrante presenza della Royal nella vita del compagno.

CARLA BRUNI jpeg

Dovrà farsene una ragione perché proprio ieri il presidente francese, infischiandosene di cose più urgenti come la guerra in Mali o la disoccupazione galoppante, si è armato di carta e penna e ha nominato con decreto presidenziale urgente, la sua ex amante, vice presidente e membro del consiglio di amministrazione della Banque Publique d'iinvestissment, una sorta di Cassa depositi e prestiti d'Oltralpe, un vero e proprio colosso pubblico con una potenza d'urto di 42 miliardi di euro di dotazione; una banca creata ad hoc da Hollande per finanziare le piccole e medie imprese francesi.

Eleonora Abbagnato

Altro favorito alla corte di «monsieur le Président» è un eterno riciclato della politica: il raccomandatissimo e decoratissimo Jack Lang, quello che è stato incollato alla poltrona di ministro della Cultura francese per 10 anni (Mitterrand stravedeva per lui), e che pur essendo socialista era entrato nelle grazie perfino di Sarkò, pronto a offrirgli il ministro della Cultura e a nominarlo «emisario speciale a Cuba», per favorire una più intensa collaborazione con il regime di Castro.

Ebbene, Hollande forse per sdebitarsi per il sostegno ricevuto alle presidenziali del 2012, lo ha imposto ai partner arabi come presidente dell'Institut du Monde Arabe (IMA), e succede così al povero Renaud Museilier, in carica solo per due anni e defenestrato senza nemmeno un ringraziamento o un comunicato ufficiale di apprezzamento, pur far posto al favorito di Hollande, uno che di «parentopoli » se ne intende davvero alla grande.

 

L’ELEZIONE DI MALAGÒ AL CONI È LA VITTORIA DI GIANNI LETTA - GIANNINO CI HA PRESO IL CURRI…CULUM!

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro DAGO, dal sito del Corrierone; la Merkel non vuole il PD al governo. Oltre a chiunque altro gli Italiani scelgano. Solo Monti, quindi. Mi ricorda la femminista che non è incinta perchè non vuole sottostare al maschio ma che vuole abortire lo stesso perchè è un imprescindibile diritto della donna. Previsione elettorale: governicchio PD-MONTI o se va proprio male MONTI bis. E fra 1 anno si rivota e Grillo va a Palazzo Chigi.Saluti BLUE NOTE

gianniletta

Lettera 2
Caro dago,
Ma ora che Giannino si è rivelato un Pataccaro di primissimo livello se la toglierà quella barba del cazzo? Non per altro. Sono curioso di capire chi si nasconda dietro a quel cespuglio e come sia possibile che il sole 24 ore abbia avallato le sue "acutissime" analisi socioeconomiche (per anni).
Mauro Capelli

malago presidente foto mezzelani gmt

Lettera 3
Caro Roberto, in questi due giorni abbiamo assistito al festival dell'idiozia giornalistica.
tutti ad incensare Megalò per la sua vittoria e il vento di cambiamento. Molto sconfortante.
C'è un solo vincitore: Gianni Letta. Lui è il padrone del Coni. Petrucci lo mise Lui, poi alla scadenza del mandato, lo ha fatto eleggere sindaco a San Felice Circeo. Perchè Lui non lascia per strada nessuno. Quanto alle doti di manager, bisogna ricordare il periodo in cui era anche concessionario BMW.

In un eccesso di megalomania, costruì un grande centro sulla Salaria interamente finanziato dalla Banca di Roma. Le cose non andarono bene e rischiò di andare a gambe all'aria. Intervenne la casa automobilistica Tedesca che per salvarlo e salvaguardare il marchio, rilevò la concessione e acquisì quello che oggi è il centro BMW Italia.Quanto al buco lasciato dai Mondiali di Nuoto, ne ha parlato "la Repubblica".La realtà è una soltanto: è capace a crearsi amicizie - quanto sincere, non so - e con la concessone Ferrari in tre Regioni è facile vivere bene.
Vittorio Pietrosanti

OSCAR GIANNINO SBRAITA SUL PALCO

Lettera 4
Caro Dago, hai commentato così l'ultima uscita di Monti "Monti non solo bollito,ma pure impazzito.La Merkel non vuole il Pd al governo". Non ti sembra invece che sia un formidabile assist per Bersani,da parte dell' ormai disperato Monti? Infatti adesso i compagni voteranno come un sol compagno per il compagno Pierluigi al motto" Adesso glielo facciamo vedere noi alla Kulona! Grazie Monti". Dopo aver vergognosamente coinvolto anche i nipotini in un "mielenso" spot elettorale, ora si è ridotto a fare lo sgabello per Bersani. Grazie per l'attenzione e per le notizie che fornisci. Un caro saluto.
Flavio Gori

Lettera 5
Gentile redazione di Dagospia,
1) un orso che viveva protetto e felice nella malsana Italia è stato abbattuto nella eco-compatibile e pacifica Svizzera;

2) il Papa si dimette: è una decisione che ha pochi precendenti nella storia e quei pochi coincidono tutti con periodi di crisi profondissima della Chiesa. Insomma: sembra che "il buono" getti la spugna (come se Tex Willer si arrendesse ai banditi);

3) Oscar Pistorius era un eroe: prima persona portatrice di handicap ad aver partecipato ai giochi olimpici dei normodotati. Adesso che è un assassino, si scopre che: picchiava regolarmente la fidanzata, maneggiava le armi da fuoco in modo irresponsabile e aveva la disponibilità di anabolizzanti (forse... perchè l'ultima notizia dice che chi l'ha arrestato è da mesi sotto processo per tentato omicidio...);

franco ceccuzzi

4) Giannino è l'unica novità delle elezioni politiche, ha creato un movimento di persone che considerano la spesa pubblica e il debito pubblico i veri problemi dell'Italia. A pochissimi giorni dal voto si scopre che è una persona che millanta titoli accademici (peccati veniali conto ma che rischiano di rovinare tutto cio' che di buono è stato fatto o poteva essere fatto...).
Comincio a pensare che alcune notizie non dovrebbero essere pubblicate per non turbare l'equilibrio psichico della collettività o almeno il mio!
Il samurai

Lettera 6
Scusa Dago, perchè stupirsi di Giannino?
Io lo trovo coerente... Come tutti i politicanti, non è il primo, e non sarà l'ultimo
che ci ha preso per il... CurriCulum!
(Glx)

DENIS VERDINI

Lettera 7
Caro Dago,
Giannino non vincerà le elezioni, sarà comunque Oscar di nome e di fatto:

- Miglior sceneggiatura Non originale [Per la faccenda del Curriculum creativo]
- Miglior Montaggio-Director's cut [Per il taglio del Master a Chicago]
- Miglior Attore Non protagonista [Se si dimette ma rimane solo candidato Premier]
- Miglior Colonna Sonora [di Giannino-Zanicchi: Prendi questa mano ZiNGALES...]
(Gluca)

Lettera 8
Caro Dago,
Quando Rigor Montis afferma di averci salvati dal disastro, sembra di ascoltare Pistorius quando dice che amava follemente la sua Reeva. E' stato il troppo amore che l'ha spinto a sparargli 3 colpi, pensa un po' se gli stava sulle palle. Come strategia difensiva i direttori dei giornaloni italiani gli consiglierebbero di dire che gli ha sparato perche' voleva salvarla.
Stefano55

monte dei paschi di siena

Lettera 9
Dago darling, dato per scontato che lunedì sera (25/02/13) "La Repubblica" dei "king-makers" de chez noantri festeggerà con caratteri cubitali e fuochi d'artificio, chissà poi se Bersani ci goverrnerà tramite una "Kleine Koalition" con Monti oppure una "Grosse Koalition" imbarcando anche un recalcitrante Grillo, piegato dalle esigenze della RealPolitik e del "bene del Paese". Nel caso della Grosse K,, Bersani verrebbe ad avere una maggioranza come quella che avevano i suoi antichi tovarich bulgari! Scusate se é poco.
Natalie Paav

Lettera 10
"Sul totale dell'offerta web, per numero di pagine visitate, la Rai vale un sesto di Mediaset ma evidentemente per Gubitosi non e' ancora abbastanza". C'è un altro problemino: i video sul sito RAI sono visibili solo dopo aver installato il programma MIcrosoft Silverlight !
Non lo usa nessuno, gira solo su pochi sistemi, una cosa mai vista!.
Tabata

Merkel e Monti

Lettera 11
Caro Dago in una campagna elettorale dove tutti i partiti promettono di tutto sapendo che lo stato non ha soldi, nessuno che propone di togliere la tassa più odiata dagli italiani: il canone Rai ! Il libero mercato non vale solo per la Rai .Tutti d'accordo con B. togliere il canone danneggerebbe Mediaset vero Bersani ,incredibile ma vero.Per reperire risorse una proposta ,per usare la scritta Made in Italy le tasse si devono pagare in Italia non in Irlanda Romania o Lussemburgo ( vedi Bottega Veneta e Gucci ecc. ecc.)
Bellani Loris

BERSANI MONTI

Lettera 12
Caro Dago,
l'amore corrisposto fra il PDmenoelle e il PDL a Siena è cosa nota a tutti, e certamente non era necessario leggere il finto "papello" Ceccuzzi-Verdini per sapere che nella città del Palio non c'è mai stato uno straccio di opposizione.

Eppure a voler cercare lo scoop, una vera bomba ancora inesplosa a Siena c'è e si chiama "erogazioni Fondazione MPS"! Un monte di denari che, negli anni precedenti l'ormai celebre patacca Antonveneta, è stato teatro della più sanguinosa battaglia dai tempi di Montaperti. 1974 milioni di euro(!) di erogazioni che in quindici anni hanno visto duellare, si fa per dire, la politica locale e non solo...tanto che nel biennio 2005-06 (l'ultimo dell'era Mussari alla Fondazione MPS) oltre a dar sollievo con quasi 50 mila euro agli "animali selvatici in difficoltà", hanno tratto beneficio dalle erogazioni montepaschine anche arcinoti nemici del sistema rosso-Siena: 300 mila euro alla Fondazione Liberal di Adornato e dell'ex masterizzato Giannino, 35 mila euro al Club Karl Popper dell'on. Marcello Pera, 25 mila euro alla Fondazione Craxi, e per non lasciare nessuno scoperto 100 mila euro alla Fondazione Camera dei Deputati, oltre l'annuale finanziamento (100 mila euro) che veniva corrisposto alla Fondazione Civitas Lateranensis. Speriamo che qualcuno voglia finalmente ficcare il naso in quella che veniva definita da Siena a Catanzaro "la bicamerale delle erogazioni"!
Davide Scaramuzzino

LUIGI GUBITOSI DORMIENTE

Lettera 13
Caro Dago, nel tuo ( un po' patetico ) furore filoberlusconiano,oggi hai messo in mezzo i canali digitali Rai, confondendo, tra l'altro televisione e web che è come mettere assieme ,visto che parlo a te , Viagra e bromuro. Io non sto in Rai da un po' di tempo , ma i dati che pubblica Tvblog li so leggere.

Rai

Da quei dati risulta che i canali digitali Rai, in particolare quelli che arrivano da Raisat (Raimovie, Raipremium, Raigulp, Raiyoyo,Raicinque ) battono regolarmente i loro omologhi Mediaset, come del resto fa Raiquattro dell'ottimo Freccero. Inoltre questi sei canali mettono assieme una percentuale di ascolto giornaliera del 4/5% al quale potrebbe corrispondere un fatturato pubblicitario vicino ai 200 milioni (se poi la Sipra non sa o non li vuole vendere...).

I tempi sono cambiati ,ma è difficile che i costi possano superare questi valori commerciali. Diverso è il discorso per Raiscuola e per Raistoria: ma in questo caso bisognerebbe far riflettere i tuoi lettori sulle ragioni della loro nascita e sulla scelta dei loro responsabili : si tratta infatti di attività che andrebbero classificate tra le relazioni esterne e le politiche di beneficenza piuttosto che tra le trasmissioni televisive!
Cordiali saluti, Gigi Mattucci

 

RIFINIS-MECCANICA? LE SPIEGAZIONI DI GRILLI NON BASTANO…

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Sergio Rizzo per il "Corriere della Sera"

ALESSANDRO PANSA

Vittorio Grilli ha spiegato di non aver mai chiesto alcun aiuto in favore della sua ex moglie Lisa Caryl Lowenstein. Non abbiamo motivo di dubitarne. Ma l'episodio emerso lunedì dagli atti dell'inchiesta sulla Finmeccanica necessita di spiegazioni ulteriori.

alessandro pansa

C'è un passaggio, nell'informativa dei carabinieri di cui ha dato conto ieri su queste pagine Giovanni Bianconi, che lo rende inevitabile. Lì si afferma che lo scenario evidenziato dall'indagine potrebbe perfino influenzare le decisioni del ministro dell'Economia «a tutela degli azionisti e dell'azienda di Stato».

Lo scenario è quello descritto qualche pagina prima, secondo cui un altissimo dirigente della holding pubblica sarebbe intervenuto presso Mediobanca caldeggiando la sistemazione della posizione debitoria della consorte dell'allora direttore generale del Tesoro.

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Riepiloghiamo i fatti, per come li conosciamo. Nel 1997 Lisa Lowenstein aveva fondato a Perugia una società per realizzare copie di oggetti d'arte da vendere in musei e aeroporti. Ma fin dall'inizio gli affari zoppicavano. Nei primi cinque anni la Made in Museum, questo il nome dell'azienda, aveva accumulato perdite per più di un milione di euro. Nel solo 2002 il buco fu di 668 mila euro. L'esposizione con le banche raggiunse un milione 397 mila euro, ai quali aggiungere debiti con fornitori per 632 mila euro: il tutto a fronte di un fatturato di 644 mila euro.

GIUSEPPE ORSI

Da allora la Made in Museum non risulta aver depositato più un bilancio. Le ultime notizie risalgono al marzo del 2006, quando Lisa Lowenstein si è liberata della propria quota da 77.520 euro vendendola a un commercialista di Frascati per 1.550 euro. Nel frattempo aveva messo in piedi un'altra società, la Mim merchandising, che non ha avuto migliore fortuna. Fondata nel 2002, è stata dichiarata fallita il 21 marzo 2007 dal Tribunale di Roma.

ALBERTO NAGEL

E proprio a quel periodo potrebbe risalire il fatto raccontato dai manager di Mediobanca, Alberto Nagel e Maurizio Cereda. Succede che Alessandro Pansa, all'epoca direttore finanziario della Finmeccanica e amico personale di Grilli, chiede loro se sia possibile dare una mano alla signora Lowenstein, inseguita dai creditori. Per tirarla fuori dai guai servono 400-500 mila euro. L'intervento dell'amico Pansa, però, non ha successo.

Maurizio Cereda

«A tale circostanza, irrilevante e già chiara nelle modalità in cui si è svolta, non ho nulla da aggiungere», ha scritto Grilli al Sole 24 Ore. Ma quella circostanza, ci permettiamo di osservare, proprio «irrilevante» non è. Per prima cosa Mediobanca è l'advisor storico di Finmeccanica, di cui in quel periodo era anche azionista. E che il direttore finanziario di una società pubblica vada a chiedere a una banca di cui quella società è cliente un favore personale per una signora che incidentalmente è moglie del direttore generale del Tesoro (per giunta azionista della stessa Finmeccanica), può essere anche una semplice caduta di stile. Non certo un fatto «irrilevante». Anche se l'intervento non è andato a buon fine.

IL CUBO MADE IN MUSEUM PRODOTTO DALLA SOCIETA DI LISA LOWENSTEIN GRILLI

Per inciso, dopo l'uscita di scena di Giuseppe Orsi, Alessandro Pansa è stato nominato amministratore delegato dal ministro dell'Economia, cioè Grilli: altro dato non «irrilevante». Ancora. L'intervento di Pansa è da ascrivere fra quelle che Grilli nella sua lettera al Sole 24 Ore definisce «autonome iniziative economiche» della sua ex moglie, da lui «non condivise» e che sarebbero state causa della separazione? L'allora direttore del Tesoro era al corrente dell'iniziativa oppure no?

IL CUBO MADE IN MUSEUM PRODOTTO DALLA SOCIETA DI LISA LOWENSTEIN GRILLI

In una situazione che ha già messo in seria difficoltà di fronte ai suoi interlocutori internazionali un'impresa grande e strategica come la Finmeccanica, non è ammissibile far rimanere una sia pur piccola ombra su una storia come questa. Funziona così in tutto il mondo occidentale: se la moglie di Cesare dev'essere al di sopra di ogni sospetto, a maggior ragione dev'esserlo Cesare. E anche i suoi amici, soprattutto se è capitato loro di avere incarichi pubblici proprio da Cesare. Siamo certi che Pansa e Grilli se ne rendono perfettamente conto.

 

BOFFO COMMENTA LE INDISCREZIONI DI “PANORAMA” SUL DOSSIER DEI TRE CARDINALI ISPETTORI…

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1- BOFFO, S. SEDE SI LIBERI DA VIZIO INFAME DOSSIER ANONIMI
(ANSA) - "Io penso che la Santa Sede debba liberarsi del vizio infame delle lettere anonime senza firme e senza mittenti". Lo ha detto il direttore di Tv2000, Dino Boffo, commentando le indiscrezioni di Panorama circa il dossier dei tre cardinali ispettori Herranz, Tomko e De Giorgi, precisando però di non conoscerne il contenuto.

BENEDETTO XVI RATZINGER DI SPALLE DINO BOFFO

2- PAPA:BOFFO,DIMESSO PER FINE GESTIONE SCANDALOSA POTERE
(ANSA) - La decisione del Papa di lasciare avrebbe l'obiettivo di "porre fine a una gestione del potere che può scandalizzare gli ultimi e gli umili". Lo ha affermato il direttore di Tv2000, Dino Boffo, commentando le indiscrezioni circa il peso che il dossier dei cardinali Herranz, De Giorgi e Tomko avrebbe avuto sulle dimissioni di Benedetto XVI.

3- PAPA:BOFFO,MAI ATTRIBUITO SIGNIFICATO DIVERSO A SUA RINUNCIA
(ANSA) - "A margine di una conferenza stampa da noi di Tv2000 convocata per illustrare un programma d'arte, alla fine una serie di colleghi si sono fatti avanti e, tra domande e registratori che si accavallavano, ho risposto per dovere di ospitalità ad alcune sollecitazioni. Non ho mai fatto affermazioni che attribuiscono alla rinuncia del Papa intenzioni diverse da quelle da lui comunicate".

JOZEF TOMKOJULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI

E' quanto ha dichiarato il direttore di Tv2000 Dino Boffo precisando il senso di sue dichiarazioni di questa mattina. "In particolare - ha aggiunto Boffo - il pensiero espresso stamane è che tutti i credenti, facendo tesoro del magistero e della rinuncia di Benedetto XVI, concorrano a porre fine a una gestione del potere che può scandalizzare gli ultimi e gli umili".

 

I BOY SCOUT A CINQUE STELLE - IN PARLAMENTO ARRIVA UN MANIPOLO DI 80 DEPUTATI E 40 SENATORI DEL M5S…

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Emilia Patta per "Il Sole 24 Ore"

bersani grillo

C'è l'avvocato del settore civilistico Alfonso Bonafede, 36 anni, capolista in Toscana. C'è la ventiseienne laureata in giurisprudenza Giulia Sarti, capolista in Emilia Romagna, che alla voce lavoro scrive «stagioni estive a Rimini come animatrice per bambini e adulti in spiaggia, alberghi e compleanni dall'età di 15 anni». C'è la ventisettenne laureata e disoccupata Arianna Spessotto, capolista nella circoscrizione Veneto 2.

C'è la casalinga di Rovereto, Milena Bertagnin di 57 anni, capolista in Trentino Alto Adige, che nel suo curriculum vitae scrive «ho vissuto sia la difficoltà di arrivare a fine mese, sia la difficoltà di gestione di un'azienda, nonché l'essere Mamma (con la M maiuscola, ndr) e lavorare a casa». Stiamo scorrendo le biografie e il profilo dei capilista alla Camera del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

GIANNELLI SU GRILLO E BERSANI

Sicuri deputati della prossima legislatura. Andiamo avanti. C'è il medico Alberto Zolezzi, 38 anni, capolista nella circoscrizione Lombardia 3, «ecologista» ed esperto di alimentazione salutare. C'è pure il quarantenne Vito Claudio Crimi, impiegato del ministero della Giustizia e capolista in Lombardia 2, uno dei pochissimi che ha già avuto un'esperienza elettorale essendo stato candidato M5s alla presidenza della regione Lombardia...

casaleggio-grillo

L'elenco potrebbe continuare così per molto, senza tuttavia aiutarci a rispondere alla domanda chi sono i probabili eletti grillini, e da dove vengono. La creazione dei comitati referendari per l'acqua pubblica nel 2010 sembra essere stato il momento dell'iniziazione politica per moltissimi di questi venti-trentenni. In alcuni curricula c'è anche il riferimento alle battaglie No Tav e anti-nucleari. Nei più "anziani", ossia nella fascia di età tra i 40 e i 50 anni, la provenienza ecologista risulta più marcata.

Per il resto il nulla, o meglio la normalità assoluta. Giovani diplomati o laureati della porta accanto, spesso senza lavoro o con lavori precari. Insegnanti, qualche medico, impiegati comunali e privati, giovani avvocati appassionati di battaglie civili e anche no, giovani avvocati e basta.

grillo casaleggio

In uno screening dei 1.486 candidati alle parlamentarie on line fatto dal Sole 24 Ore l'8 dicembre scorso emerge questa classifica: 25,4% impiegati, 17,6% liberi professionisti, 7,9% "altro", 6,5% operai, 6,2% dipendenti pubblici, 5,9% imprenditori, 5,6% insegnati, 4,1% disoccupati, 3,7% commercianti, 3,2% artigiani, 2,7% studenti. Insomma l'eletto grillino sembra proprio essere il perfetto sconosciuto accanto a noi.

E non si tratterà di una pattuglia esigua. Federico De Lucia, del Cise, ricorda una stima fatta più di un mese fa su una percentuale del 13/14 per cento: 65-70 deputati e 35 senatori. «Con le percentuali di questi ultimi giorni, tra il 18 e il 20%, la rappresentanza grillina sale a 85 deputati e 40 senatori».

L'unica cosa certa è che i nuovi deputati grillini faranno salire la percentuale delle donne elette (secondo le stime del Cise oltre il 40% dei grillini eletti sarà di genere femminile) e scendere l'età media dei parlamentari (molti gli under 30, moltissimi i 30enni e i 40enni, pochissimi gli over 50).

GRILLO E CASALEGGIO esizer

Molti giovani, molte donne, ma soprattutto tutti inesperti della politica. Non è un caso dovuto alla giovane età del movimento, ma il frutto di una precisa scelta del leader. Dopo il boom siciliano dell'ottobre scorso, Grillo si è affrettato a diffondere le regole per le candidature nazionali: solo i cittadini che si sono già candidati alle elezioni comunali o regionali, ma che non sono stati eletti, possono essere selezionati. Dunque i candidati alla "parlamentarie" sono stati recuperati tra gli attivisti esclusi o non eletti alle elezioni locali.

E le conseguenze di questa regola di reclutamento della classe dirigente non sono di poco conto, sottolinea Elisabetta Gualmini, direttrice dell'Istituto Catteneo e autrice con Piergiorgio Corbetta del libro già cult "Il partito di Grillo" (il Mulino).

A parte la spiegazione data da Grillo stesso di evitare che saltino sul carro del vincitore opportunisti che non si sono mai impegnati per il M5s, il punto rilevante è che «l'esclusione dei consiglieri comunali e regionali con maggiore visibilità ed esperienza, che vedono così sgretolarsi le proprie ambizioni di carriera, consente inevitabilmente un maggiore controllo da parte del vertice (di Grillo stesso e del suo braccio destro e sinistro Gianroberto Casaleggio) e probabilmente una maggiore dipendenza, anche solo per impreparazione, dalle linee guida centrali», dice Gualmini.

BEPPE GRILLO E GIANROBERTO CASALEGGIO ALLARRIVO IN SICILIA

Ma l'assenza di Grillo e Casaleggio dal Parlamento e la mancanza di quello che in altri partiti è il "quadro" intermedio sarà un problema. Intanto una parte di questi neoeletti sono a rischio "scilipotizzazione", e non è un caso se Pier Luigi Bersani ha parlato tra il serio e il faceto di «scouting» da fare tra i grillini.

Poi - continua Gualmini nel suo ragionamento - la vita parlamentare costringerà il folto gruppo grillino a darsi una gerarchia al suo interno provocando inevitabili frizioni. Il pronostico è che, senza una "normalizzazione" nel medio periodo, il Movimento 5 Stelle corre il rischio di scoppiare. Ma nel frattempo dovremo comunque prendere confidenza con la nuova tipologia dell'eletto della porta accanto.

 

L’ASCESA DI MALAGÒ AI VERTICI DEL CONI RILANCIA LA CENTRALITÀ DEI CLUB DOVE PROLIFERA L’UPPER CLASS NAZIONAL-CAPITOLINA…

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Alberto Statera per "la Repubblica"

Il Generone romano, come veniva chiamato il ceto borghese ai tempi della nobiltà nera vaticana, oggi alligna vigoroso non solo nella marca del nuovo presidente del Coni, ma in un´altra decina di circoli di serie A, reali o ex reali, dove pseudo-canottieri e tennisti con protesi d´anca intrecciano amicizie, affari e solidarietà.

malago presidente foto mezzelani gmt

Il grande inciucio che ha portato Giovanni Malagò alla presidenza del Coni a dispetto di tutti i pronostici non poteva nascere che sul "Teverone", come nell´antichità veniva chiamato questo braccio d´acqua nel quale Tevere e Aniene "inciuciano".

È qui che Giovannino, il Rubirosa dei Parioli bello e possibile, ha fatto del Circolo Canottieri Aniene, nato nel 1892 da una costola del Tevere Remo, considerato troppo nero e papalino, la più formidabile concentrazione di upper class della capitale. Una sorta di stanza di compensazione dei poteri borghesi, dei ruoli e della ricchezza, il melting pot perfetto di alti burocrati e palazzinari, professionisti e commercianti, imprenditori e star o pseudo tali dello sport e dello spettacolo.

malago presidente foto mezzelani gmt

Il Generone romano, come veniva chiamato il ceto borghese ai tempi della nobiltà nera vaticana, oggi alligna vigoroso non solo nella marca del nuovo presidente del Coni, ma in un´altra decina di circoli di serie A, reali o ex reali, dove pseudo-canottieri e tennisti con protesi d´anca intrecciano amicizie, affari e solidarietà.

Vi dice qualcosa il fatto che la nomina di Malagò, candidato sfavorito, sia stata patrocinata da Gianni Letta, che si è adoperato per settimane al mercato degli Scilipoti dello sport, disposti a cambiare insegne pur di entrare nella nuova congrega di potere dotata di ricchi premi e cotillons?

malago presidente foto mezzelani gmt

Letta del Generone è un po´ il Visir. Amministra carriere pubbliche, pilota affari, fa incontrare persone e mondi diversi, dal Vaticano alle Federazioni sportive, fino agli spogliatoi che contano. Non lo fa più - si spera - da palazzo Chigi, per cui i circoli sul Tevere, dove il Gin Rummy e il Burraco sono più frequentati dei remi e dei campi da tennis, trasformandosi talvolta in tavoli trasversali che sembrano consigli d´amministrazione, sono tornati una frazione delle sue giornate.

malago presidente foto mezzelani gmt

Lui non risulta iscritto all´Aniene, che vanta invece tra i soci suo figlio Giampaolo, ma al Circolo Canottieri Roma, di cui storico presidente è stato il suo amico camiciaio-stilista Gianni Battistoni. E poi, ovunque vada lo fanno socio onorario, senza che debba neanche pagare le salate quote. Ma vuoi mettere le prospettive di potere che apre Megalò - pardon Malagò - al vertice dello sport nazionale, scalato anche per i meriti acquisiti comprando - con qualche lamentela dei soci che hanno visto crescere le già cospicue spese - super-atlete come la Pellegrini e Josefa Idem?

aniene13 malago

Alquanto in ribasso, invece, con qualche problema finanziario, il Circolo Canottieri Lazio, che tuttavia ha una primogenitura invidiabile, avendo dato l´ispirazione di quei piccoli geni un po´ squinternati dei fratelli Vanzina, grandi amici di Giovannino Malagò, che già nel 1998 hanno scritto la sceneggiatura di un film intitolato "Simpatici e antipatici".

MALAGO AL CANOTTIERI ANIENE

Regista Christian De Sica, cast composto da Eva Grimaldi, Andrea Roncato, Alessandro Haber. Superbo cameo Gianfranco Funari nei panni di Cesare Previti, per due volte presidente del Canottieri Lazio, dove Stefania Ariosto raccontò di averlo visto consegnare a Renato Squillante, dopo una partita di calcetto, una busta gialla contenente una mazzetta e richiamarlo a gran voce perché il magistrato l´aveva lasciata incustodita: «A Renà, te stai a dimenticà questa!»

il canottieri lazio e il canottieri roma

È passato un secolo dai tempi di Tangentopoli, quando il presidente del Canottieri Roma Franco Pesci, marito di Virna Lisi, costruttore e al tempo stesso vicepresidente dell´Inail, fu arrestato per mazzette. Il consocio Marco Squatriti, detto Squatriarcos e allora marito di Afef Jnifen, fu arrestato allora, ma ci è ricascato poche settimane fa.

Anche i circoli più antichi e prestigiosi fecero fatica a recuperare la crisi d´immagine che ingiustamente allora colpì tutti. Malagò e gli altri puntarono allora sul richiamo alle antiche origini, lo sport d´eccellenza, l´agonismo, l´eticità e i soci onorari conquistati "agratis", come Carlo Azeglio Ciampi. Ma gli scambi di favori e le fedeltà antiche o recenti sono una colla che va ben oltre i tavoli di carte e le remate sul "Teverone", riservate a pochi appassionati. Perché in Italia, dove la concezione del potere poggia non sul merito ma sulla cooptazione, più che la conoscenza contano le conoscenze.

cara01 arrivo al circolo della caccia

Nei circoli sul Tevere tutti si danno del tu, il funzionario di banca in carriera, il manager di medio calibro, il dirigente ministeriale e l´imprenditore plurimiliardario o il ministro in carica. Cesare Romiti non frequenta più molto l´Aniene, ma i suoi figli sì, tanto che Piergiorgio ha appena "presentato" come nuovo socio l´economista ed ex ministro Paolo Savona, ma si narra che la prima volta che vi mise piede, romano ma aduso alle savoiarde abitudini torinesi, si sentì apostrofare: «Ciao Cesare, come va?»

E lui: «Scusi, non ci conosciamo, perché mi da del tu?» Malagò, che ci ha confermato l´episodio, ne trae spunto per santificare la funzione dei circoli sul Tevere, sottraendoli alla fama di luoghi deputati al patteggiamento di connivenze talvolta opache: «Tutti si danno del tu per statuto perché nessuno si deve sentire nessuno, il peso del rispettivo potere va lasciato fuori. È ammesso il cazzeggio più che il business, non siamo una lobby d´affari, ma una lobby di rapporti umani».

gianniletta

Così puoi dare del tu al banchiere Luigi Abete, all´imprenditore Nerio Alessandri, a Francesco Gaetano Caltagirone, a Pietro Salini, ad Alessandro Benetton e, da pochi giorni, anche al viceministro del Lavoro Michel Martone, che Elsa Fornero ha un po´ oscurato, ma che qui troverà un sacco di amici. Più difficile, al momento, dire ciao ad Angelo Rizzoli o a Francesco Caltagirone Bellavista, che hanno un po´ di guai giudiziari. Ma, per stare ai ricchi e famosi, puoi sempre conversare con Verdone, Zoff, Pescante, Panatta. Sembra invece che Petrucci, il cui candidato è stato scalzato dal Coni, cambierà circolo.

Per capire le relazioni di ogni tipo, che Giulio Andreotti ama ricostruire sui necrologi del "Messaggero" ma soltanto post-mortem, basterebbe scorrere le liste dei soci dei circoli. Altro che affari e connivenze, vale anche per le relazioni sentimentali, tanto che il ministro Corrado Passera è convolato a nozze con una signora conosciuta all´Aniene, pronubo il solito Malagò.

Aniene, Tevere Remo, Roma, Lazio, Parioli, Tennis Club, Tiro a volo, dove non sparacchiano il sottosegretario di Monti Antonio Catricalà e l´ex ministro Franco Frattini, che non va invece agli Esteri, dove l´ambasciatore Vattani ha messo come presidente non il figlio, ex console attivista fascista, ma il fratello.

Ecco i templi del Generone di potere. Poi ci sono i circoli più su, ma molto più su, quelli nobili come la Caccia e gli Scacchi, a palazzo Borghese e a palazzo Rondanini, dove quando si cerca di essere ammessi ogni palla nera contraria vale tre palle bianche favorevoli, come personalmente verificarono Paul Getty («E allora me lo compro», sibilò), Valentino Bompiani e Francesco Cossiga.

C´è qualche socio senza quattro quarti di nobiltà, come Lorenzo Pallesi e Paolo Scaroni, ma le palle dello stemma sono essenziali e cancellano molte nefandezze. Quando il Pm di Potenza Woodcock arrestò Vittorio Emanuele di Savoia, il Duca di Castel Garagnone Marchese don Giulio Patrizi di Ripacandida e il Marchese Paolo Patrizi Montoro Naro, chiesero la sua espulsione da Caccia e Scacchi. Ma si alzò il principe Carlo Giovanelli che lo salvò con queste parole: «Chi tra noi non è mai andato con una prostituta?» Tutti tacquero.

 

 


ULTIME DA ‘RADIO CONCLAVE’ - SALGONO LE QUOTAZIONI DEI CANDIDATI “CURIALI” MARC OUELLET PETER ERDO

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Franco Bechis per "Libero"

MARC OUELLET jpeg

Il prossimo conclave non aspetterà due settimane dalle dimissioni di Benedetto XVI per la sua prima fumata, bianca o nera che possa essere. Come anticipato da Libero fin dal giorno del clamoroso gesto di papa Ratzinger, il nuovo conclave potrà aprirsi fra il 4 e l'11 di marzo, grazie a un chiarimento procedurale che avverrà con un «motu proprio» dell'attuale Papa.

MARC OUELLET

L'accelerazione è stata sicuramente decisa da Benedetto XVI e fa comprendere come abbia tutte le intenzioni di incardinare la sua successione. Ma da «radio conclave» è stata invece interpretata come una mossa del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, per spiazzare le chiese più lontane (in particolare i cardinali americani e asiatici) e dare un vantaggio temporale alla Curia e ai suoi desiderata. In questa chiave dunque si inserisce il nuovo «toto Papa» che impazza non solo nella capitale italiana, ma nelle cancellerie di tutto il mondo.

CARDINALE RAVASI

UOMINI DI CURIA
Per questo motivo ieri sono passati in testa i candidati «curiali». Secondo le indiscrezioni sarebbero soprattutto due, entrambi stranieri: il franco-canadese (ma ormai curiale, visto che guida la congregazione dei vescovi) Marc Ouellet e il primate di Ungheria, Peter Erdo. Due stranieri dunque, in ottimi rapporti con Bertone e la curia romana, che rendono più facile una successione guidata anche alla segreteria di Stato.

Cardinale Scola

L'opinione è che con Erdo e Ouellet sarà gioco-forza affiancare un italiano bertoniano alla guida dei rapporti diplomatici del Vaticano. Per questo ruolo e con uno dei due papabili il candidato di punta sarebbe il cardinale Mauro Piacenza, attuale prefetto della congregazione per il clero. Piacenza è un candidato di alto profilo, ma che divide lo stesso fronte bertoniano, per cui non è escluso che se sul suo nome gli ostacoli dovessero rivelarsi insormontabili, spunti un outsider gradito all'attuale numero due di papa Ratzinger.

In prima votazione comunque si proverà a valutare le truppe dei due italiani che attualmente sono in corsa per il papato: l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola e Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio per la cultura. Secondo le previsioni di toto- Papa nessuno dei due avrebbe però un pacchetto minimo di voti necessari a proseguire la corsa, per cui dalla seconda votazione in poi dovrebbero rassegnarsi a fare confluire le preferenze su un altro candidato (Ouellet o Erdo appunto, se si parte da questo fronte).

TIMOTHY DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORK jpeg

LA SCELTA ESOTICA
Ci sono i disegni di curia, ma naturalmente anche le ambizioni di altre aree del mondo. Questo sarà il primo conclave in cui la differenza culturale e politica delle candidature non sarà così grande. Non c'è più la tradizionale divisione fra conservatori e progressisti, perché il collegio cardinalizio è in gran parte composto da conservatori che hanno solo sfumature di pensiero diverse su questioni spesso marginali. Si pensi che il papabile considerato più a sinistra è proprio Ravasi.

CARDINALE SEAN PATRICK O MALLEY

Nel toto-Papa contano dunque le alternative territoriali. La più forte è sicuramente quella di una candidatura americana. Anche questa volta però America del Nord e America Latina non sono riuscite a fare fronte comune. Sembra possibile che i sudamericani puntino come loro candidato di bandiera sull'arcivescovo di San Paolo, il brasiliano di origini tedesche Odilo Pedro Scherer. I cardinali degli Usa sono forti per la prima volta perché quella chiesa, grazie alle traversie della pedofilia e anche a Barack Obama e ai suoi scarsi o pessimi rapporti con il Vaticano, non fa più paura alle chiese del terzo mondo.

IL CARDINALE BRASILIANO ODILO PEDRO SCHERER jpeg

Sarebbe dunque accettato un Papa americano. Il problema qui è che i candidati sono troppi, e troppo desiderosi di fare il Papa. I più quotati sono l'arcivescovo di Boston, Sean Patrick O' Malley e quello di New York, Timothy Dolan. Fra i due litiganti però potrebbe rafforzarsi la candidatura dell'arcivescovo di Washington, Donald William Wuerl, le cui quotazioni stanno salendo vertiginosamente e che potrebbe essere il candidato più forte alternativo alle scelte della curia.

Nonostante gli sgambetti dei colleghi filippini (nessuno è profeta in patria), sul fronte asiatico resta forte la candidatura dell'arcivescovo di Manila Luis Antonio Gokim Tagle, che non dispiace alla sinistra essendo amato dalla scuola teologica di Bologna (quella dei Melloni) ma che su argomenti-chiave è di provata fede ratzingeriana.

emo 245 mauro piacenza

 

LA PASSERA HA SBRANATO IL GALLO? LA STAMPA “RENZIANA” SCOSSA DAL CASO DE “LINKIESTA”…

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1- TERREMOTO SUL SITO WEB "LINKIESTA"
Gian Maria De Francesco per "il Giornale"

Anche la buona borghesia imprenditoriale milanese, quella che simpatizza per il «civico» Ambrosoli e che sprizza liberalismo ed etica da tutti i pori (fra un sushi da Nobu e un aperitivo all'Armani Café), può comportarsi come un qualsiasi cumenda , come un padrone delle ferriere. Magari proprio in un campo come l'editoria dove quel bon ton pubblicamente predicato dovrebbe poi essere messo in pratica.

Corrado Passera

È il triste caso de Linkiesta , il quotidiano internet, che ieri in un sol colpo ha perso il vicedirettore, il direttore e dove tutta la redazione minaccia di dimettersi. Ma veniamo al casus belli . Ieri mattina il direttore responsabile Jacopo Tondelli ha annunciato con un web-editoriale che «arriva un giorno in cui devi andare via» perché gli organi di gestione «hanno preso una decisione sopra la mia testa»: il licenziamento in tronco del vicedirettore e responsabile della redazione romana, Massimiliano Gallo.

Fin qui nulla di strano. Tondelli e Gallo sono due stimati professionisti, legati oltreché da un rapporto fiduciario anche da una comune esperienza al Riformista . È chiaro che chi licenzia uno, in pratica licenzia pure l'altro e il contratto giornalistico equipara i vicedirettori ai direttori: sono manager «silurabili» in qualsiasi momento.

L'editore,tramite il Cda de Linkiesta.it Spa, ha motivato la decisione sottolineando la necessità di chiudere la redazione romana perché «gli azionisti hanno sostenuto la società con 2,5 milioni di euro di versamenti e a breve altri saranno necessari ». Nel 2011 la perdita è stata di un milione di euro e l'anno scorso i soci hanno ricapitalizzato per il medesimo importo.

Massimiliano gallo jpeg

Tondelli e Gallo, però, fanno filtrare una versione differente della vicenda in prima battuta attraverso il sito del quotidiano del Pd Europa. Gallo è stato licenziato perché nello scorso ottobre approvò un articolo molto critico nei confronti del finanziere Davide Serra, fondatore dell' hedge fund Algebris e organizzatore della cena milanese di raccolta fondi per la campagna di Matteo Renzi alle primarie del centrosinistra. A non gradire la sortita fu Guido Roberto Vitale, azionista de Linkiesta, numero uno della società di consulenza Vitale& Associati ed ex presidente di Rcs (l'editore del Corriere ).

Vitale a quella cena aveva partecipato e al Corriere.it aveva rilasciato dichiarazioni nelle quali sosteneva l'assoluta liceità degli hedge fund e tacciando di «maleducazione» il cronista che gli aveva chiesto quanto avesse offerto per la causa renziana. Certo, se Bersani non avesse attaccato il suo avversario perché il suo sostenitore aveva domiciliato alcune sue società alle Isole Cayman (noto paradiso fiscale), nessuno si sarebbe accorto di nulla.

Jacopo Tondelli inkiesta

Ma siccome nel composito azionariato de Linkiesta oltre al sostenitore di Ambrosoli Vitale vi è una nutrita schiera di avvocati e fiscalisti oltreché di imprenditori, un articolo contro le Cayman e contro Davide Serra all'illuminata compagine azionaria proprio non è andata giù. E così Gallo è stato messo alla porta.

Certo occorre precisare che, secondo fonti vicine agli azionisti, Tondelli sarebbe stato a conoscenza delle intenzioni dell'azionista. Dunque, quell'«a mia insaputa» non avrebbe ragion d'essere. Il problema, però, è un altro: il modo. Un editore «illuminato» avrebbe potuto gestire la vicenda con più stile e non con i calci nel sedere. E soprattutto non lasciando una redazione di validi professionisti come una nave senza nocchiero.

DAVIDE SERRA


2- IL CDA DE LINKIESTA SCRIVE ALLA REDAZIONE
Lettera del cda (*) de Linkiesta.it S.p.A. alla Redazione

Prendiamo atto del Vostro comunicato, del quale non condividiamo né il merito, né il metodo.
Contrariamente a quanto apoditticamente affermato, sin dal giorno della sua fondazione, abbiamo sempre rispettato e garantito (e continueremo a rispettare e garantire) l'autonomia editoriale de Linkiesta.it., la cui la linea politica è esclusivamente frutto delle libere scelte del Direttore.

A nostro avviso, è proprio tale la libertà editoriale, ampiamente riconosciuta dai nostri lettori, ad avere alimentato il successo - ad oggi più di critica che di lettori - che il giornale ha sin qui riscosso. Le battaglie portate avanti da Linkiesta.it su un ampio spettro di fronti, in particolare economico-finanziari, ne sono la migliore, palese ed incontrovertibile dimostrazione.

GUIDO ROBERTO VITALE

Troviamo, francamente, sorprendente ed incredibile la lettura che, attraverso il Vostro comunicato, avete voluto dare ai lettori delle inaspettate dimissioni del Direttore Tondelli.

I legittimi orientamenti politici, anche pubblici, dei consiglieri di amministrazione e dei soci, tra loro variegati e divergenti, non solo non hanno mai influito sulla linea politica de Linkiesta.it, ma anzi rappresentano ulteriore garanzia di tale indipendenza.

Le motivazioni alla base delle scelte contestate dalla Redazione, come già ampiamente illustrato nella nostra precedente pubblica comunicazione, sono da ricondurre esclusivamente a ragioni economiche e gestionali (che, anche alla luce dell'andamento dei ricavi, impongono un ripensamento, quantomeno parziale, del modello di business ed interventi sul lato dei costi) e sono coerenti con le prerogative del Consiglio di Amministrazione. Peraltro, nessuna di tali scelte è stata presa, né tantomeno eseguita, in opposizione al Direttore.

anna maria artoni

Riteniamo, pertanto, evidentemente pretestuose o frutto di inadeguata comunicazione da parte del Direttore, le Vostre recriminazioni.

Con l'obiettivo di chiarire ogni possibile incomprensione e confrontarci serenamente sui temi da Voi sollevati, nonché di illustrarvi gli interventi aziendali intrapresi e da intraprendere alla luce dell'andamento del giornale (di cui, evidentemente, sino ad oggi non siete stati compiutamente informati), Vi invitiamo sin d'ora ad un incontro da tenersi quanto prima.

Alla luce delle dimissioni del Direttore, infine, porremo in essere, con la massima tempestività, tutti i passaggi necessari ad assicurare continuità all'attività de Linkiesta.it.

Il Consiglio di Amministrazione

(*) Sono membri del cda del Linkiesta.it S.p.A. Alfredo Scotti (presidente), Anna Maria Artoni, Kathryn Fink, Fabio Coppola, Stefano Maruzzi, Marco Pescarmona, Andrea Tavecchio


3- NOTA DELLA REDAZIONE

Prendiamo atto della lettera del cda, che per ora non chiarisce alcuno dei punti sollevati dal comunicato della redazione (v.) né fornisce garanzia alcuna. Pur apprezzando questa prima apertura di dialogo, restiamo dunque in attesa.

QUI il comunicato della redazione de Linkiesta

http://www.linkiesta.it/linkiesta-comunicato-redazione

 

 

“LA SEVERINO POTEVA DIRE NO” - LA MOGLIE DELL'EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DILIBERTO CONTESTA LA VERSIONE DEL MINISTRO

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Lancio stampa l'Espresso in edicola domani

Paola Severino e Paolo Di Benedetto

Dopo le rivelazioni de "l'Espresso" sui lavori per la sicurezza della villa del ministro Paola Severino, costati oltre 400 mila euro e realizzati alla vigilia della fine del governo Monti, Gabriella Serrenti, moglie dell'ex guardasigilli Oliviero Diliberto interviene con una lettera che sarà pubblicata dal settimanale nel numero in edicola domani.

nla33 oliviero diliberto mo gabriella

«La signora ministro Severino dice che il provvedimento che ha disposto le misure di sicurezza nella sua abitazione, è stato preso in totale autonomia e senza alcun intervento suo personale, dal direttore dell'ufficio centrale interforze per la sicurezza personale previa autorizzazione della Commissione ecc. ecc. perché sottoposta al primo livello di sicurezza.

Poi aggiunge che la tipologia di intervento è stata imposta senza che potesse in alcun modo interferire. Mi dispiace contraddire la signora ministro Severino, ma le verifiche personali non si possono fare solo ex post, si possono fare anche ex ante!

dil15 oliviero diliberto mo gabriella serventi

Non può dire che non poteva interferire con le decisioni prese dall'ufficio per la sicurezza personale, perché prima gli operatori vengono nella tua abitazione, la visitano tutta, studiano il sistema di sicurezza e poi danno inizio ai lavori. Bastava dire, come abbiamo fatto io e mio marito, che non volevamo la casa blindata, ci siamo opposti a questa procedura e basta, tutto qui, e si risparmiavano tutti quei soldini».

«Mi fa poi tristezza vedere come la signora ministro si destreggia evidenziando tutto ciò che di buono ha fatto per far risparmiare
il ministero e proponendosi come buona cittadina perché paga le tasse e quindi quasi dicendo che, se pure di soldi per lei se ne sono spesi, lei pure ne ha versato allo Stato. Io e mio marito anche vivendo due vite non guadagneremmo quello che lei guadagna
in un anno... ma le tasse le paghiamo anche noi sino all'ultimo centesimo e questo non ci ha fatto sentire in diritto di prendere dallo Stato ciò che non ci serviva».

 

AHI! TECH - SONY SVELA (A METÀ) LA PLAYSTATION 4, UNA NUOVA CONSOLE DALLE GRANDI POTENZIALITÀ

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia

1 - SONY SVELA (A METÀ) LA PLAYSTATION 4, UNA NUOVA CONSOLE DALLE GRANDI POTENZIALITÀ: LA VERA SFIDA SARÀ RIUSCIRE A SFRUTTARLE

PRESENTAZIONE SONY PLAYSTATION 4

Da ieri sera in tutto il mondo video ludico non si parla d'altro. È nata la nuova console di gioco della Sony, la tanto attesa PlayStation 4. È stata presentata alle 24 di stanotte ora italiana a New York, in un maxi-evento creato in poco tempo che ha raccolto circa duemila tra giornalisti, sviluppatori e appassionati, oltre a essere seguito in diretta streaming da migliaia di persone in tutto il mondo.

Che aspetto abbia, non è ancora dato sapere. È stato solo svelato il controller, il DualShock 4, che assomiglia al classico joypad della Ps3 ma che prevede anche un touchpad e un sensore di movimento.

Quello che è stato spiegato in maniera più approfondita riguarda le caratteristiche hardware che, come ci si poteva aspettare, sono veramente notevoli. Un potente processore, con una memoria di sistema di 8 GB (contro i 4 GB della Ps3), una qualità grafica migliorata la rendono una console dalle potenzialità impressionanti. Ma il vero cavallo di battaglia della nuova PlayStation è il suo lato "social": i video delle nostre imprese video ludiche saranno registrati di continuo, e si potranno condividere in streaming in tempo reale con la comunità della rete.

PRESENTAZIONE SONY PLAYSTATION 4

Avevamo già accennato al sistema "cloud", grazie al quale sarà possibile giocare dei titoli direttamente in streaming. E se dovesse andar via la luce, o ci ricordassimo di aver lasciato qualcosa sui fornelli accesi, potremo spegnere immediatamente la console senza temere di perdere i nostri progressi nel gioco (anche se nell'ultimo caso avremmo problemi più seri a cui pensare...). Ci sarà inoltre maggiore integrazione con i dispositivi mobili, in particolare la console portatile della Sony, la PlayStation Vita.

Altro dettaglio che non si conosce è invece il prezzo. Ancora sono stati presentati pochi giochi (tutti con una grafica micidiale, ovviamente), ma è chiaro che molto si deciderà da come Sony riuscirà a sfruttare appieno le sue potenzialità, e se cioè i videogame saranno all'altezza. Non è affatto scontato: basti pensare che proprio questo fu il maggiore problema della Ps3, che fino alla fine non è riuscita a sfruttare la sua superiorità tecnica nei confronti dei concorrenti, a fronte invece di un prezzo più alto.

La Ps 4 arriverà nei negozi per il prossimo Natale. L'attesa continua.


2 - CON-TANTI SALUTI! LE BANCONOTE HANNO ORMAI GLI ANNI CONTATI: NEL FUTURO (PROSSIMO) PAGHEREMO CON IL CELLULARE

MOBILE PAYMENT

Dal biglietto dell'autobus alla spesa, passando per il caffè alla macchinetta o a una corsa in taxi, per pagare non avremo bisogno che del nostro smartphone. Già oggi, in Italia, il Mobile Remote Payment & Commerce, cioè il pagamento tramite cellulare a distanza, è aumentato del 30 per cento in un anno, mentre l'acquisto di beni e servizi, il pagamento di bollettini postali, parcheggi e autobus, è cresciuto dal 2011 del 60 per cento.

Come rivela l'Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano, nel 2012 quasi un miliardo di euro è stato pagato dagli italiani utilizzando il cellulare. C'è da aspettarsi che questa tendenza si affermi ulteriormente in futuro.

Speriamo solo che al momento di pagare, senza esserci portati dietro né contanti né carta di credito, la batteria del nostro fido cellulare non decida di scaricarsi...


3 - UNO SGUARDO PIN-ETRANTE: PER IMMETTERE IL CODICE AGLI SPORTELLI BANCOMAT BASTERÀ UN'OCCHIATA SULLA TASTIERA

Mentre attendiamo di rinunciare al portafoglio per affidarci solo allo smartphone, il sistema più comodo per avere a disposizione delle banconote in poco tempo rimane ancora il vecchio bancomat. Il quale però ha dei limiti: in primis la possibile clonazione della carta. Senza considerare e poi quello che è il maggiore timore di chiunque si avvicini a uno sportello automatico per ritirare dei soldi: il momento topico in cui bisogna digitare il pin.

IBANCOMAT

Per evitare che qualcuno stia spiando, entrando così in possesso del codice, spesso ci si ritrova a effettuare le manovre più buffe e coreografiche: o si ruota la testa con fare guardingo, o si alzano le spalle, o si premono i tasti alla velocità della luce (rischiando di sbagliare e di andare nel panico).

Beh, tranquilli, perché presto questo stress finirà: per immettere il codice basterà uno sguardo sulla tastiera. I laboratori SR Labs, che si occupano da più di dieci anni di sistemi comandati con lo sguardo, hanno infatti annunciato "iBancomat", che permetterà di operare su un Atm senza usare le mani. Comparirà semplicemente una tastiera sullo schermo, e per selezionare un numero non si dovrà far altro che guardarlo per un paio di secondi.

 

MENARE IL KAHN - MARCELA IACUB, EX AMANTE DI STRAUSS-KAHN, SCODELLA UN LIBRO SUL “METÀ UOMO E METÀ MAIALE”

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1- STRAUSS-KAHN: LIBRO SHOCK EX AMANTE, META'UOMO-META'MAIALE
(ANSA)
- Dominique Strauss-Kahn, un essere "metà uomo, metà maiale" che avrebbe trasformato l'Eliseo "in un club scambista": è così che Marcela Iacub, giurista e giornalista, nonché ex amante di DSK, descrive l'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale nel suo libro "Belle et Bete", di cui oggi il settimanale Nouvel Observateur pubblica alcuni passaggi in anteprima.

Marcela Iacub Strauss Kahn e Marcela Iacub

Secondo l'autrice, che torna sui diversi scandali sessuali che hanno coinvolto DSK, il socialista non aveva nessuna voglia di diventare presidente della Repubblica, ma a spingerlo nell'impresa sarebbe stata la moglie, Anne Sinclair, che poi lo ha lasciato l'estate scorsa. "In pochi sapevano che tua moglie aveva fatto di te un cagnolino", dice Marcela Iacub. Il libro (che uscirà il 27 febbraio in Francia) si ispira alla relazione che l'autrice ha avuto con DSK nel 2012, durata sette mesi. "Il personaggio principale è un essere doppio, metà uomo, metà maiale.

MARCELA IACUB BELLE ET BETE LIBRO SU STRAUSS KAHN

La parte creativa, artistica di Dominique Strauss-Kahn, quanto c'é di più bello in lui, appartiene al porco e non all'uomo", ha detto al settimanale Marcela Iacub, aggiungendo che sarebbe stata la sola intervista che avrebbe rilasciato sull'argomento. Nel libro, la Iacub (giornalista a Liberation), scrive: "Eri vecchio, grosso, basso e brutto. Eri maschilista e volgare, privo di ogni cultura. Ti comportavi come un porco cattivo, non eri più la vittima della società ma il mio boia".

IL NOUVEL OBS CON LA STORIA MARCELA IACUB E STRAUSS KAHN

2- IACUB: "DSK ODIA LA SUA PARTE MAIALA, PER QUESTO ODIA LE DONNE E PERFINO IL SESSO. MA È LA SUA UNICA PARTE VERA"
Dagoreport dal "Nouvel Observateur" -
"Ero innamorata della persona più odiata del paese, addirittura del pianeta", scrive Iacub. La storia d'amore che ha vissuto per sette mesi parla solo di lei e dell'uomo che ha amato. Ma l'opera possiede una stupefacente potenza letteraria. Un'esperienza estrema, mistica, che mischia disgusto ed estasi, con una chiave: "il maiale", quella parte di noi che vive solo nel presente, vuole tutto e non calcola niente, e che la nostra epoca, che s'illude di aver placato, continua solo ad avvilire.

Strauss-Kahn, dice Iacub al "Nouvel Obs", è un maiale sublime, irrazionale, eccessivo, tutto il contrario dei consigli che dava al mondo intero quando dirigeva il Fondo Monetario: essere pazienti e ragionevoli, fare i propri calcoli, accumulare...

DOMINIQUE STRAUSS KAHN

Ma lui, secondo l'autrice, detesta questa parte, e per questo detesta le donne, e detesta addirittura il sesso. Odia la sola cosa di lui che è libera, la sola parte vera. Per questo si spiega il legame tossico con la moglie, il caso delle prostitute al Carlton, l'impossibilità di affrontare le sue responsabilità.

Marcela Iacub

"Volevo creare una teoria dell'amore a partire della mia situazione: una suora che si innamora di un porco. Una suora che si libera della grandezza dell'amore divino per immergersi nella lordura".


3- CHI È MARCELA IACUB
(AGI)
- Marcela Iacub non e' nuova a posizioni anticonformiste, provocazioni e attenzione mediatica: nata 49 anni fa a Buenos Aires e laureata in Francia alla Scuola di alti studi in Scienze sociali, si e' specializza sui temi della bioetica, divenendo ricercatrice al Centro nazionale della ricerca scientifica. Autrice di diversi libri, con una rubrica sul quotidiano Liberation, questa intellettuale odiata dalle femministe, negli anni ha fatto parlare di se' per le sue posizioni sulla prostituzione, la pornografia, la maternita' surrogata e la desacralizzazione della sessualita'.

Proprio nel gennaio 2012, molto rumore aveva fatto il suo libro "Una societa' di stupratori?" sull'affare Strauss-Kahn, nel quale prendeva le difese di Dsk, mettendo all'indice il femminismo moraleggiante egemone in Francia.

ANNE SINCLAIR DOMINIQUE STRAUSS KAHN E PIERRE MOSCOVICI Marcela Iacub


4- STRAUSS-KAHN: SCRIVE AL NOUVEL OBSERVATEUR, SONO DISGUSTATO
(ANSA)
- In una lettera al fondatore del Nouvel Observateur, Jean Daniel, Dominique Strauss-Kahn denuncia "un'operazione che dà la nausea", riferendosi al libro della giornalista Marcela Iacub, di cui il settimanale riporta oggi alcuni passaggi. A rivelare i contenuti della lettura è stamane il sito internet del quotidiano Le Figaro.

Nella missiva, DSK dice di provare "un doppio disgusto" a cominciare da quello verso "il comportamento di una donna che seduce per scrivere un libro, sfruttando sentimenti d'amore a fini finanziari". Critica inoltre le "inesattezze" del libro che sono un attacco "alla sua vita privata e alla dignità umana". L'ex ministro denuncia inoltre la scelta del Nouvel Observateur - che definisce "l'ex grande giornale della coscienza di sinistra" - di pubblicare alcuni passaggi del libro della Iacub, con cui ha avuto una relazione nel 2012, e annuncia che farà appello ai suoi avvocati "per cercare una via legale contro questo abominio".

Nafissatou Diallo, la cameriera del Sofitel che accusa Strauss-Kahn, a colloquio con una giornalista ophelia01gCAMILLE STRAUSS-KAHN E ANNE SINCLAIRE


5- STRAUSS-KAHN: ANNE SINCLAIR, EX AMANTE MARITO E' 'PERVERSA'
(ANSA)
- Marcela Iacub, l'autrice di un libro shock su Dominique Strauss-Kahn, ispirato alla relazione avuta con lui l'anno scorso, è una "donna perversa e disonesta". Lo ha scritto Anne Sinclair, moglie dell'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, in una durissima lettera a Laurent Joffrin, direttore della redazione del Nouvel Observateur, pubblicata dal sito on line di Le Point. Le Nouvel Observateur ha pubblicato oggi alcuni passaggi del libro della Iacub, "Belle et Bete", in cui l'autrice, giurista e giornalista, parla di DSK come di un "essere doppio, metà uomo e metà maiale".

MARCELA IACUB UNA SOCIET DI STUPRATORI MARCELA IACUB

La Sinclair accusa il Nouvel Observateur, il settimanale storico della sinistra francese, di comportarsi come il peggiore dei settimanali scandalistici dando "credito alla manovra di una donna perversa e disonesta, spinta dal fascino del sensazionale e dalla voglia di guadagno". Nel suo libro, Marcela Iacub, ex amante di DSK, ha parole dure anche contro Anne Sinclair, una donna, scrive, "convinta che lei e il marito appartengono alla casta dei padroni del mondo".

 

FERRARA: “DARIO FO? SPREGEVOLE FIANCHEGGIATORE DELLE BRIGATE ROSSE. MA NON ERA A SALO'?” - “CHI VOTA GRILLO E' UN PO' CO

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"Quelli che votano Grillo sono i seguaci di una maschera, sono un po' coglioni. Non lo dico con antipatia ma scegliere lui mi sembra una coglionata. Quando sento Grillo e la sua violenza, quando parla di marcetta su Roma e poi arrendetevi, vi apriremo come una scatola di tonno, e tutta quella roba muscolare e feroce mi fa rimpiangere Flaminio Piccoli, vorrei il ritorno della prima parte della Prima repubblica, con Fanfani e Moro vivo".

girotondo 21 fo ciotti rameGIULIANO FERRARA ANSELMA DELLOGLIO

Lo dice Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, a La Zanzara su Radio24. Ferrara se la prende anche con Dario Fo, il premio Nobel che era sul palco di piazza del Duomo con Grillo: "Un insopportabile trombone, il Nobel è come una malattia che ti inoculano nel cervello e nella voce. Invoca il dopoguerra e la Liberazione, ma lui non era nella Repubblica di salò?

Fo quando uno lo ricorda querela sempre. E poi negli anni '70 fu uno spregevole fiancheggiatore delle Brigate Rosse, uno di quelli che attaccavano i magistrati che venivano rapiti, la pietà per il povero Pinelli diventava un'accusa per il commissario Calabresi. E' uno di quelli che sta sempre di lato e tromboneggia".

beppe-grillo-cagliari-foto

"Se Berlusconi si azzarda a restituirmi l'Imu gliela rimando indietro infiocchettata. Gli esperti hanno fatto i calcoli ed è una balla, una bugia orrenda quella che dice. La lettera agli italiani è propaganda geniale ma al limite, tipo Totò-truffa". Così Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, a La Zanzara su Radio 24.

FERRARA E BERLUSCONI

"Un terzo è esente, ci sono fior di detrazioni e la media è di 270 euro, - dice ancora Ferrara - e colpisce il ceto medio che se la può permettere, in parte composto da evasori fiscali. E' una tassa sacrosanta, dovrebbero metterne due, anzi tre. Io manco lo so quanto ho pagato, ho una casa al Testaccio di 170 metri quadrati e una in campagna". "Lo voto - dice Ferrara - ma mi vergogno di votare separandomi dalla ragione, è un voto per amicizia. Bersani è una persona seria, che governerebbe in modo più ordinato di Berlusconi. Ma io sono uno di quelli che vota con la pancia, non è qualcosa di razionale".

Bill Emmott Annalisa Piras e Antonio Ingroia

"Votare per Ingroia? Neanche sotto tortura - dice ancora Ferrara - hai presente il waterboarding, quando ti mettono l'asciugamano sulla faccia. E' molto peggio di Grillo, che è un grande oratore mentre Ingroia è un addormentato. E uno che aggiunge allo spirito manettaro la noia è bestiale".

 

LA FED CHIUDE I RUBINETTI E MILANO AFFONDA (-3,1%) - LO SPREAD SALE A 292 - LA BCE HA IN PANCIA 103 MILIARDI DI EURO IN

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1 - BORSA: DUBBI FED E INCERTEZZA POLITICA AFFOSSANO MILANO (-3,1%)
Radiocor - Giornata di vendite sui listini azionari europei, preoccupati per la possibile riduzione dell'intervento a sostegno dell'economia statunitense messo in atto dalla Federal Reserve. Maglia nera di giornata e' Milano, che paga anche l'incertezza legata alle elezioni politiche del week end e che ha chiuso le contrattazioni con un calo del 3,13% sul Ftse Mib.

BERNANKE jpeg

Pesano i ribassi delle banche, penalizzata dallo spread oltre i 290 punti base. Realizzi su Mediaset, che di recente ha beneficiato della rimonta elettorale di Silvio Berlusconi, mentre l'unica blue chip positiva e' stata Parmalat, grazie alle scommesse su un nuovo maxi dividendo in arrivo. Nel resto del listino continua la corsa di Ti Media, in attesa dell'esito delle trattative tra Telecom Italia e Cairo. Sul mercato dei cambi, euro debole a 1,3212 dollari (1,3283 ieri) e 122,83 yen (124,37), mentre il dollaro/yen e' a 92,95 (93,54). Le voci su un aumento della produzione di petrolio in Arabia hanno infine depresso i corsi del greggio: il future aprile sul wti ha lasciato sul terreno l'1,4% a 93,89 dollari al barile.

OBAMA E BERNANKE

2 - SPREAD BTP-BUND CHIUDE A 292 PUNTI
(ANSA) - Lo spread Btp-Bund chiude a 292 punti base con il rendimento del Btp decennale al 4,49%.

3 - TELECOM: CISL, IN BIENNIO 2013-2014 PUNTA A 5.500 ESUBERI
Radiocor - 'Telecom ha stimato in circa 5500 gli esuberi nel piano 2013/2014'. Lo riferisce a Radiocor, Vito Vitale, segreetario generale della Fistel-Cisl dopo l'incontro tra sindacati e azienda in cui e' stato illustrato il piano di riorganizzazione e riduzione dei costi. La maggior parte di questi esuberi, fa sapere ancora il sindacalista, circa 5000 sarebbero gestiti con i contratti di solidarieta'. Parte sostanziale di questo piano e' la riorganizzazione di tutta l'area dei servizi alla clientela (Customer Operation) con la trasformazione dell'attuale divisione in una societa' del gruppo, con l'obiettivo di efficientare, recuperare produttivita' e ridurre i costi complessivi di struttura.

Bernabe e marco patuano

'Gli esuberi - commenta Vitale - vanno gestiti senza effetti traumatici sui lavoratori', mentre e' ancor piu' netto il giudizio sulla riorganizzazione dei servizi alla clientela: e' da 'abbandonare l'idea della societarizzazione della Caring Services' e bisogna 'lavorare con il sin dacato per rendere sostenibile economicamente la divisione Caring, affinche' le attivita' di servizio al cliente possano rimanere nel perimetro di Telecom Italia scongiurando per sempre il richio esternalizzazione'.

4 - BCE: TITOLI STATO ITALIA PER 102,8 MLD IN PORTAFOGLIO FINE 2012
Il Sole 24 Ore Radiocor - L'Italia e' stato il Paese dove la Bce e' stata piu' at tiva con il programma di acquisto di titoli di Stato (Smp) varato per sostenere i Paesi piu' in difficolta' nell'Eurozona a causa del balzo degli spread. Come si legge in una nota diffusa dalla Bce che, per la prima volta, dettaglia, con un obiettivo di trasparenza, gli acquisti effettuati nel quadro del piano, ora sostituito dall'Omt (Outright Monetary Transactions), la Bce aveva in portafoglio al 31 dicembre 2012 titoli di Stato italiani per un valore nominale di 102,8 miliardi, iscritti a libro per 99 miliardi e con una maturita' media residua di 4,5 anni.

Seconda la Spagna con titoli per 44,3 miliardi (43,7 miliardi il valore contabile e durata di 4,1 anni) e solo terza la Grecia con un totale acquistato da Francoforte di 33,9 miliardi (30,8 miliardi e 3,6 anni). Il totale acquistato in tutta l'Eurozona, gia' noto, e' di 218 miliardi.

MARIO DRAGHI

5 - BCE: PER MARIO DRAGHI STIPENDIO DI 374MILA EURO NEL 2012
Radiocor - Mario Draghi ha ricevuto uno stipendio base di 374.124 euro nel 2012 mentre il vice-presidente, il portoghese Vitor Constancio, ha avuto u n salario di 320.688 euro. E' quanto comunica la Bce nel quadro del Bilancio annuale per lo scorso esercizio, precisando che agli altri esponenti del Comitato esecutivo della Bce hanno avuto un salario individuale di 267.228 euro. Le spese per il personale, che comprendono stipendi, indennita', costi assicurativi e altri costi, sostenute dalla Bce nel 2012 sono state pari a 184,6 milioni (173,1 milioni nel 2011).

I membri del Comitato esecutivo, si legge nel Bilancio annuale, percepiscono uno stipendio base e indennita' aggiuntive di residenza e rappresentanza. Anziche' beneficiare di un'indennita' specifica, il Presidente usufruisce di una residenza ufficiale di proprieta' della Bce.

6 - MPS: OK CORTE DEI CONTI A REGISTRAZIONE DPCM SU MONTI BOND
Radiocor - La Sezione controllo preventivo di legittimita' della Corte dei Conti ha registrato il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che individua le risorse per la sottoscrizione degli strumenti finanziari emessi dal Monte dei Paschi di Siena, i cosiddetti Monti bond. Lo riferisce un comunicato della Corte dei Conti in cui si precisa che la registrazione e' stata disposta in ragione delle deroghe alle norme di contabilita' di Stato disposte con il decreto legge 95/2012 e giustificate dalle eccezionali circostanze riconosciute anche in sede europea.

montepaschi siena sede

7 - MPS: DE CASTRIES, CON AXA COLLABORAZIONE OK, UTILE RECORD PER JOINT VENTURE
Radiocor - 'I nostri affari con Mps si sviluppano bene in termini di volume e risultato'. Lo ha detto il numero di Axa, Henri de Castries durante la conferenza stampa sui conti del gruppo francese, riferendosi alla jv nella assicurazione Axa Mps, che 'nel 2012 ha segnato un utile record'. La parte di competenza di Axa 'e' di 72 milioni, quindi il risultato della jv e' il doppio'. E questo conferma la validita' della scelta strategica dell'alleanza con il Mps, ha aggiunto de Castries.

8 - CARNE CAVALLO: MAXISEQUESTRO DEI NAS, ARRIVA ANAGRAFE
Manuela Correra per l'ANSA - Ventisei tonnellate in un sola giornata. E' il maxisequestro effettuato oggi dai Carabinieri dei Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità) che hanno bloccato l'ingente quantitativo di carne bovina macinata cotta e surgelata della Nestlé, per verificare l'eventuale presenza fraudolenta di carne di cavallo e di sostanze nocive per la salute.

I TAGLI DELLA CARNE DI CAVALLO

Ma se continuano i controlli su tutto il territorio nazionale, il ministro della Salute, Renato Balduzzi, rassicura circa i rischi per la salute e annuncia anche un provvedimento che rappresenta un primo passo verso la tracciabilità della carne equina: l'anagrafe sanitaria degli equidi, una sorta di nuovo 'passaporto sanitario' equino. Il maxisequestro è stato effettuato dai Nas di Torino presso la S.A.F.I.M. di None (TO), dove sono state sottoposte a blocco cautelativo sanitario 19 tonnellate di carne bovina macinata cotta e surgelata della Nestlé, per un ulteriore campionamento da sottoporre all'Istituto zooprofilattico del Piemonte per la ricerca del DNA di cavallo e di eventuali tracce di farmaci non ammessi. Analoga operazione è stata effettuata dal NAS di Alessandria presso lo stabilimento Nestlé di Moretta (CN) per un totale di oltre 7 tonnellate.

CARNE DI CAVALLO DAL MACELLAIO

Fino ad oggi i Carabinieri dei NAS hanno eseguito oltre 100 campioni di prodotti a base di carne bovina macinata di 60 marche diverse. Pronta la replica della Nestlé, che precisa: la carne oggetto del maxisequestro dei Nas "é la stessa già volontariamente bloccata nei magazzini dell'azienda nei giorni scorsi a seguito delle analisi effettuate autonomamente nei propri laboratori". La novità annunciata dal ministro in una prossima ordinanza riguarda però la nuova anagrafe sanitaria: una sorta di 'passaporto' che prevede la notifica di tutti gli esami sanitari effettuati sui cavalli, a tutela della tracciabilità degli animali e della salute pubblica. L'anagrafe servirà per tracciare la storia sanitaria dell'animale, evitando in questo modo il concreto rischio di clandestinità che sottrae i cavalli ai controlli sanitari, oltre ad esporli a maltrattamenti.

Raffaele Guariniello

Lo 'scandalo della carne di cavallo', intanto, si allarga a macchia d'olio: dopo Repubblica Ceca, Slovenia e Svizzera, oggi pure le autorità bulgare hanno confermato la scoperta di carne equina non dichiarata in confezioni di lasagne alla bolognese che erano state ritirate dalla vendita sabato scorso in una catena di grande distribuzione. E sulla genuinità delle carni bovine è stata anche aperta un'inchiesta dalla procura di Torino.

Il procuratore Raffaele Guariniello ha affidato ai Nas una serie di accertamenti, aprendo un fascicolo per frode in commercio e commercio di sostanze alimentari nocive. Quanto ai rischi per la salute, per ora Balduzzi rassicura: "Non vi sono pericoli per la salute dei cittadini e tutti i controlli sono stati attivati". Si tratta, spiega, "di controlli costanti. Le carni e gli allevamenti sono monitorati tutti i giorni dai tecnici del ministero, delle Regioni, delle singole Asl e dei Nas".

q NYtimes prima pagina

9 - BORSA: NYT SALE IN BORSA CON VENDITA BOSTON GLOBE
(ANSA) - Il New York Times in controtendenza a Wall Street. In una giornata di calo degli americani, il New York Times avanza dello 0,28%. A spingere il titolo a la vendita del Boston Globe e della altre attività in New England, una cessione che consentirà al gruppo di concnetrarsi solo ed esclusivamente sul marchio e sul quotidiano New York Times. "Il piano" di vendita "mostra l'impegno a concentrare la nostra strategia e i nostri investimenti sul marchio New York Times" afferma il gruppo in una nota.

La cessione "é nell'interesse di lungo termine dei dipendenti e degli azionisti". Per il New York Times si tratta del secondo tentativo di vendita del Boston Globe: aveva già provato nel 2009 ma senza esito. Il New York Times ha acquistato il Boston Globe nel 1993 per 1,1 miliardi di dollari e ora dalla sua vendita - secondo gli osservatori - riceverà solo una piccola parte dei soldi spesi. Le attese sinergie fra i due gruppi non si sono mai realmente realizzate e a questo si aggiunge il calo recente della raccolta pubblicitaria e della circolazione.

10 - UNICREDIT, SCENDE ANCHE MANODORI
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - Continua la limatura del fronte italiano delle Fondazioni in Unicredit. Dopo l'1,3% venduto dalla Crt (scesa al 2,5%) per chiudere un derivato, ora è la volta della Fondazione Manodori, che si prepara a ridurre il suo 0,47% in Piazza Cordusio per puntare sulla Cdp, più redditizia e non esposta ai marosi della Borsa. Il consiglio generale dell'ente presieduto da Gianni Borghi, assistito da Prometeia, ha deciso martedì di raddoppiare in 5 anni l'investimento nella Cassa con ulteriori 4,5 milioni di euro rispetto agli attuali 5 milioni pari allo 0,143% del capitale.

TORRE UNICREDIT

La provvista - ha scritto ieri La Gazzetta di Reggio - dovrebbe arrivare anche dalla vendita di parte dei 29,6 milioni di azioni Unicredit (in carico a 4,68 euro, più del valore attuale di 4,23 euro). Lo scorso settembre il Tesoro ha autorizzato la fondazione reggiana a vendere 5 milioni di azioni. Fino a ieri ne erano state vendute due milioni con un incasso di 7,6 milioni; per gli altri tre milioni si attende la delibera del consiglio di marzo.

L'ente reggiano si è diluito l'anno scorso dallo 0,78% per aver seguito solo parzialmente l'aumento di capitale da 7,5 miliardi. Il legame con la banca - frutto delle fusioni di Carire con Bipop, con Capitalia e quindi con Unicredit - si sta affievolendo: la Fondazione non esprime più un rappresentante nel consiglio, a differenza del precedente board per il quale aveva indicato Donato Fontanesi.

11 - ALLARME CORRUZIONE IN RUSSIA: ALL'ESTERO 50 MILIARDI DI DOLLARI
Pierre Briançon per "la Stampa" - Nella Russia di oggi persino i trasferimenti illegali di denaro sono un privilegio riservato a una ristretta cerchia di eletti. Secondo le stime della Banca di Russia, tra tangenti, mazzette, denaro riciclato e acquisti illegali, quasi 50 miliardi di dollari hanno lasciato il Paese nel 2012. Una cifra più o meno in linea - forse solo leggermente minore - rispetto a quella registrata negli anni precedenti. Ma quest'anno, secondo il presidente della banca centrale russa, Sergei Ignatyev, quasi la metà di quei fondi sono stati gestiti da ciò che lui stesso ha definito "un gruppo di persone ben organizzate".

fotomontaggi inventati dagli internauti dopo limpresa di Putin su un deltaplano

Ignatyev non ha fornito altri dettagli. Tuttavia l'utilizzo dell'espressione "ben organizzate" suggerisce che il presidente non si riferisca a un semplice gruppo di colletti bianchi, ma a oligarchi dell'industria o ai nuovi miliardari di San Pietroburgo, tutte figure che sembrano avere una connessione a livello personale o professionale con il presidente Vladimir Putin. La massima carica della banca centrale sembra puntare a persone collegate da legami finanziari e dalla volontà di frodare il governo e violare le leggi del Paese.

Il mandato di Ignatyev, a capo di una delle pochissime istituzioni russe ancora relativamente indipendenti dal Cremlino, avrà termine a giugno. E forse è stata proprio la certezza di non aver più nulla da perdere a convincerlo a parlare. In ogni caso il giudizio è una forte accusa al regime di Putin e alla sua incapacità di combattere la corruzione dilagante.

Il governo di Putin, che, almeno ufficialmente, sostiene il bisogno di combattere la corruzione, di quando in quando è stato abbastanza cinico da suggerire che la fuga di capitali illegali sia un segno della lotta contro la corruzione. Altrimenti, sempre secondo questa teoria, i fondi sarebbero rimasti in Russia. Ovviamente, si tratta di una tesi assurda. La realtà è che, in materia di corruzione, è il governo stesso il problema. Dalla banca centrale può anche partire un grido d'allarme ma su questo tema, dal Cremlino, non ci si può aspettare che lacrime da coccodrillo.

12 - LUFTHANSA TAGLIA E SI GIOCA LA FIDUCIA DI CLIENTI E STAFF
Olaf Storbeck per "la Stampa" - Lufthansa, la maggiore compagnia aerea europea per numero di passeggeri, è nel bel mezzo di un radicale programma di ristrutturazione. I dipendenti e i clienti ne stanno già pagando il prezzo da un po'. Ora è il turno degli azionisti, che non riceveranno alcun dividendo dopo che, l'anno scorso, il profitto operativo è caduto in picchiata del 36%. Lufthansa risparmierà dai 160 ai 200 milioni di euro, ma gli investitori non hanno gradito e il titolo del vettore è crollato di quasi il 5%.

LUFTHANSA SCIOPERO

Lufthansa è a un bivio: sulle rotte a lungo raggio i concorrenti extra-europei fanno leva sui benefici fiscali offerti dai propri Paesi e per le tratte a corto raggio le compagnie aeree senza troppi fronzoli la fanno da padrone con prezzi contenuti e ottimi guadagni. In questo scenario il prezzo record raggiunto dai carburanti non ha fatto altro che peggiorare le cose.

lufthansa aerei

Paragonata ad altre compagnie aeree storiche come Air France-Klm, in perdita dal 2009, Lufthansa se la sta cavando abbastanza bene. Il suo utile operativo è rimasto in attivo durante tutta la crisi finanziaria. Nel 2011 però la compagnia ha annunciato un ambizioso programma di tagli per 1,5 miliardi di euro entro il 2015. Il vettore rinuncerà al 20% delle proprie posizioni amministrative, le rotte a breve percorrenza, in perdita, saranno ristrutturate e le tratte secondarie trasferite a Germanwings, la sussidiaria a basso costo di Lufthansa.

La ristrutturazione procede anche meglio del previsto: nel 2012 il risparmio stimato di 280 milioni di euro è stato raggiunto e superato con la sbalorditiva cifra di 380 milioni.

Risultati ottenuti sulle spalle di passeggeri e dipendenti: i primi si lamentano della scomodità dei nuovi sedili, del rinfresco scadente, dell'intasamento dei call center e della gestione quantomeno approssimativa dei reclami. E la soddisfazione e la fiducia nell'azienda dello staff sono colate a picco. La compagnia aerea rischia di giocarsi clienti, dipendenti e azionisti in un colpo solo. E questa è certamente un'eventualità che non può permettersi.

 

 

 


MUSSARI E CECCUZZI INDAGATI PER IL CRAC DEL PASTIFICIO AMATO! L’ACCUSA È BANCAROTTA PER DISSIPAZIONE

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CECCUZZI

1 - PIOVONO AVVISI DI GARANZIA: MUSSARI E CECCUZZI INDAGATI PER BANCAROTTA PER IL CRAC DEL PASTIFICIO AMATO
Andrea Greco e Francesco Viviano per "La Repubblica"


Mentre i pm senesi torchiano a San Vittore Gianluca Baldassarri (che si difende scaricando le responsabilità del derivato Alexandria e del connesso reato di ostacolo alla vigilanza sui suoi superiori in Mps, Antonio Vigni e Giuseppe Mussani), cade una nuova tegola giudiziaria sui maggiorenti senesi. Cade da Salerno, dove il nucleo di polizia valutaria della Gdf ha svolto altre indagini sul crac del pastificio Amato e recapitato quattro nuovi avvisi di garanzia: a Mussari - già indagato a Siena - a Franco Ceccuzzi (candidato sindaco del Pd a Siena), a Marco Morelli (ex vice dg e ora guida di Merrill Lynch in Italia, anch'egli già indagato a Siena) e all'ex deputato Pd Paolo Del Mese, in carcere con l'accusa di avere intascato soldi dagli Amato in cambio di buoni uffici bancari.

giuseppe mussari

L'ipotesi di reato è concorso in bancarotta per dissipazione, i quattro sono invitati a comparire per gli interrogatori settimana prossima con il pm di Salerno, Vincenzo Senatore. Per il crac Amato a metà 2012 s'è chiusa un'indagine su 37 persone, di cui 28 rinviate a giudizio.

Ma i quattro nuovi avvisi sembrano uno sviluppo delle indagini su Mps e promettono di far rumore nella città del Palio, dove a fine maggio si vota, e Ceccuzzi (già sindaco) ha vinto le primarie del Pd. Al centro delle indagini c'è il finanziamento da 27 milioni per una complessa riqualificazione di uno stabilimento Amato, da trasformare in centro direzionale e residenziale di lusso, su progetto dell'archistar francese Jean Nouvel.

AMATO - PASTIFICIO

I soldi li mise in gran parte Mps (17 milioni), e finirono alla Re, immobiliare del gruppo Amato costituita ad hoc nel 2008, e che poi si scoprirà interamente controllata da una off-shore di Malta. Non era una facile operazione, quella con l'impresa alimentare in difficoltà; tanto che altre banche si erano chiamate fuori, poco prima. Non così fece il Monte dei Paschi, e i magistrati ritengono che fu decisiva l'intercessione di Del Mese, il primo ad accompagnare gli Amato a Siena.

AMATO - PASTIFICIO

Secondo l'accusa, Del Mese e Simone Labonia (ex politico dell'Udeur) hanno incassato dalla società decotta centinaia di migliaia di euro, senza prestazioni professionali. Proprio Del Mese, sfruttando il suo «inserimento occulto nel tessuto economico locale», organizzò nel 2006 una cena nella villa di Amato con l'allora presidente Mps Mussari, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca (anche suo figlio è stato coinvolto la vicenda) e l'allora deputato Pd senese Ceccuzzi.

ANTONIO AMATO - PASTIFICIO

Un passaggio cruciale perché Palazzo Salimbeni decidesse sul fido. Del Mese all'epoca era presidente della Commissione finanze alla Camera, Ceccuzzi era vice. Sempre ieri, la Corte dei Conti ha registrato il decreto che individua le risorse per la sottoscrizione dei "Monti bond" a favore di Mps, «in ragione delle deroghe alle norme di contabilità di Stato disposte con il Dl 95 /2012 e giustificate dalle eccezionali circostanze riconosciute anche in sede europea». E il Tar ha respinto il ricorso del Codacons che puntava allo stop dei Monti bond per Mps.

2 - CRAC AMATO: ANCHE PER L'UNITA' CECCUZZI TORNA AD ESSERE IL COMPARE DI MUSSARI
Claudia Fusani per "L'Unità"

PAOLO DEL MESE

Nuovi guai in arrivo per l'ex presidente del Monte dei Paschi Giuseppe Mussari e per l'ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi, main sponsor di Mussari nella scalata prima della Fondazione e poi di Rocca Salimbeni. La Procura di Salerno ha notificato in queste ore un avviso di garanzia e l'invito a comparire ai due amici senesi per un filone dell'inchiesta sul crac del pastificio Amato. Il fallimento dello storica azienda alimentare ha già portato a processo 33 persone per bancarotta.

morelli mussari

Da quell'indagine è emerso però un nuovo filone che riguarda un prestito di 27 milioni garantito dalle casse del Monte dei Paschi. Il finanziamento, deliberato mentre il pastificio era già in pessime acque sarebbe stato deciso, secondo l'accusa, durante una cena a cui hanno partecipato anche Mussari e Ceccuzzi. I magistrati vogliono capire perché sia stato deciso un finanziamento così importante per un'attività industriale già chiaramente in difficoltà. Nei confronti di Mussari e Ceccuzzi l'ipotesi di reato è bancarotta per dissipazione.

Intanto ieri a Milano, nel carcere di San Vittore, i magistrati senesi Nastasi e Grosso hanno interrogato Gianluca Baldassarri. È il primo faccia a faccia con i pm toscani visto che il fermo e la convalida sono avvenuti a Milano. Baldassarri, assistito dall'avvocato Filippo Dinoia, avrebbe risposto a tutte le domande dei magistrati spiegando, così come già aveva fatto nei precedenti interrogatori che «tutti in banca sapevano che erano stati decisi investimenti nei derivati e anche i modi per ristrutturare quei titoli dopo l'acquisto di banca Antoveneta ».

GIANLUCA BALDASSARRI jpeg

«Secondo voi, in banca, un'operazione di questo genere e di questo spessore si poteva non sapere?» ha detto alla fine dell'interrogatorio Baldassarri in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e ostacolo agli organismi di vigilanza, cioè la Banca d'Italia. Proprio su quest'ultimo capo, secondo Dinacci, c'è «un problema di tecnica del reato». «Il reato si configura nel momento in cui i soggetti responsabili di un ente ostacolano la vigilanza di Bankitalia.

Vincenzo De Luca

Certe operazioni sono convalidate dagli organi deliberativi, e questi organi deliberativi hanno o non hanno l'obbligo di informare la banca?». Baldassarri ha già detto in termini molto chiari che «tutti i contratti di acquisti e compravendita erano stati regolarmente depositati». Dinacci ha poi definito l'arresto «un forte equivoco»: «Le ordinanze si rispettano ma questa mi lascia quantomeno perplesso. Speriamo di chiarire quanto prima l'equivoco sul pericolo di fuga». Intanto ieri la Corte dei Conti ha dato il primo via libera all'emissione dei Monti bond, tre miliardi e 900 milioni a cui è appesa la vita di Mps.

3 - FASSINA ANNULLA L'INCONTRO CON CECCUZZI. PROVE DI DIVORZIO?
D.A. per il "Corriere Fiorentino"

Primi segnali di sganciamento del Pd di Roma da Franco Ceccuzzi? Ieri si sarebbe dovuto tenere, alle 18, il comizio con Stefano Fassina, ma alla fine il responsabile nazionale economia e lavoro del partito ha fatto saltare l'incontro. Il Pd senese riferisce impegni sopraggiunti all'ultimo minuto, ma in realtà i dirigenti toscani parlano di «maretta» con Ceccuzzi.

siena

L'iniziativa, dal titolo «Lavoro, crescita e sviluppo: le priorità dalle quali ripartire», è stata annullata con un messaggio agli iscritti. Si sarebbe dovuto parlare, secondo quanto annunciato, «della situazione economica e delle proposte del Pd per il lavoro, la crescita e lo sviluppo del Paese». E dire che Fassina è sempre stato uno dei difensori della linea sul Pd «che non si occupa di banche». E chissà che non abbiano pesato le anticipazioni dell'Espresso in edicola oggi.

siena piazza

Già dal 2004 Denis Verdini, allora coordinatore toscano di Forza Italia, avrebbe iniziato a decidere la strategia «per accentrare su se stesso ogni potere di negoziazione con gli avversari politici che governano gli enti locali senesi, decidendo le sorti di Mps». Per questo chiese a Fabrizio Felici, allora nella deputazione della Fondazione Mps, di lasciare il posto di consigliere (con una lettera firmata, a differenza del famoso papello Verdini-Ceccuzzi).

«Chiederò a Berlusconi di indicare l'uomo di collegamento con Fondazione e Monte», anche perché «dovrà essere il partito a decidere ogni questione sulla banca». Per l'Espresso la lettera a Felici, uscito poi da Forza Italia, è stato il primo passo di una marcia di cui i magistrati che indagano su Mps stanno ricostruendo altre tappe, a partire da alcune riunioni con l'ex presidente della banca Mussari e Ceccuzzi. 
Il candidato sindaco di Pd e Sel potrebbe essere costretto a un passo indietro.

STEFANO FASSINA jpeg

Ma il dossier Siena non sarà aperto dal segretario regionale Andrea Manciulli fino alla prossima settimana, a urne delle elezioni politiche chiuse. Il partito d'altronde non può non tenere conto di un possibile effetto Grillo su Siena. Nel 2011 il candidato sindaco grillino Michele Pinassi prese il 3,54 per cento (1.154 voti), mentre il suo Movimento il 2,73 (833 voti). Non un granché, ma già si vedeva in quei risultati un accenno di voto disgiunto fra liste e candidati sindaci.

E altri segnali di voto disgiunto si erano avuti proprio analizzando i numeri della coalizione e quelli dell'allora candidato sindaco Ceccuzzi (che prese meno voti rispetto al centrosinistra). A questo giro le cose potrebbero andare diversamente, anche se bisogna tenere conto che Siena è una città piuttosto respingente nei confronti di ciò che non riesce a inglobare e a riportare nell'alveo della senesità tout court (uno stato dell'anima più che un confine geo-antropologico). E Grillo non è facilmente ammaestrabile (magari qualcuno dei suoi sì). Comunque, se ci fosse il boom o comunque un buon risultato, fra le politiche e le amministrative di maggio, sarebbe davvero la fine di un'epoca.

 

SU RAI1 “CHE DIO CI AIUTI” 25% - STRACCIATA “ITALIA DOMANDA” CON BANANA, BERSANI E MONTI (8,4%)

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SILVIO BERLUSCONI jpeg

Mattia Buonocore per www.davidemaggio.it

PRIME TIME - Su Rai1 l'esordio di Che Dio ci aiuti 2 ha appassionato 7.681.000 spettatori (25.01%), nel primo episodio, e 7.170.000 spettatori (28.01%), nel secondo episodio. Su Canale 5 Italia Domanda, proponendo il confronto a distanza tra Berlusconi, Bersani e Monti, ha intrattenuto 2.113.000 spettatori pari all'8.37% di share. Su Rai2 le Tribune elettorali hanno fatto segnare 706.000 spettatori (2.25%) con Forza Nuova, 749.000 (2.5%) con Sinistra Ecologia e Libertà, 649.000 (2.46%) con Centro Democratico.

pier luigi bersani

Su Italia1 il film Killers, con Katherine Heigl e Ashton Kutcher, ha catturato l'attenzione di 2.674.000 spettatori (9.14%). Su Rai3 If Only ha raccolto 1.695.000 telespettatori (5.66%). Su Rete4 la serie a stelle e strisce The Closer ha raggiunto 1.862.000 spettatori con il 6.47% di share. Su La7 l'appuntamento speciale con Bersaglio Mobile ha conquistato 1.531.000 spettatori (5.72%). Su Rai4 bene Taxxi 4 che tocca l'1.14% con 338.000 spettatori.

ACCESS PRIME TIME - In 6,6 mln per Striscia. Su Canale5 Striscia la notizia con Ezio Greggio e Enzino Iacchetti ha conquistato 6.654.000 telespettatori e il 21.59% mentre su Rai1 Affari Tuoi ha ottenuto 6.038.000 spettatori (19.64%). Su Rete4 Walker Texas Ranger ha siglato il 5.49% con 1.687.000 individui all'ascolto. Su Rai3 Un posto al sole ha fatto segnare il 7.87% e 2.389.000 spettatori. Su La7 Otto e Mezzo registra l'8.18% e 2.504.000 telespettatori.

IMMAGINARIO MANIFESTO ELETTORALE DI MARIO MONTI jpeg

PRESERALE - Male l'Europa League, Bonolis ancora leader. L'appuntamento con L'Eredità di Carlo Conti è stato seguito da 4.161.000 spettatori per uno share del 19.44% che salgono a 5.448.000 e il 21.37% nella ghigliottina finale. Per Avanti un Altro i telespettatori sono stati invece 5.014.000 con il 21.63% (Avanti il Primo al 20.09% con 3.872.000). Nel dettaglio Bonolis porta in dotazione al TG5 5.537.000 spettatori pari al 21.93%. Su Rai2 Squadra Speciale Cobra 11 ha interessato 1.145.000 ascoltatori (5.37%) e Il Commissario Rex ne ha raccolti 1.664.000 con il 6.18%.

Su Rai3 l'appuntamento con Blob ottiene 1.395.000 spettatori per uno share del 5.09%, Comiche all'Italiana ne ha divertito 1.107.000 (3.87%). Su Italia1 l'Europa League ha portato a casa 1.016.000 spettatori (3.95%). Tempesta d'amore su Rete4 raduna 1.711.000 telespettatori con il 6.26%. Su La7 l'appuntamento con Benedetta Parodi alla guida de I Menù di Benedetta ha interessato 498.000 spettatori (share del 2.2%).

9 beppe grillo enr mentana lap

SECONDA SERATA - Flop per Ramazzotti sul due. Su Rai1 l'appuntamento con Porta a Porta, ospite Mario Monti, totalizza 1.733.000 spettatori per uno share del 18.98% mentre su Canale5 La Grande Speculazione ne ha fatti segnare 324.000 (share del 5.09%). Noi - Eros live Cinecittà porta Rai2 al 3.67% con 447.000 spettatori. Su Rete 4 bene Bones che ottiene 975.000 spettatori e l'8.07%. In 95.000 si sono sintonizzati su La7 per seguire l'appuntamento con Omnibus Notte (share dell1.46%). Su Rai5 il David Letterman show sigla lo 0.5%.

TELEGIORNALI (Edizioni meridiana e serale in migliaia): Il TG5 delle 20 tallona il TG1.

TG1: 4.255 (22.44%) - 5.721 (20.54%)
TG2: 3.073 (17.41%) - 2.371 (8.03%)
TG3: 1.997 (11.51%) - 2.608 (12%)
TG5: 3.362 (19%) - 5.664 (20.44%)
STUDIO APERTO: 2.501 (17.26%) - 1.447 (8.36%)
TG4: 965 (5.2%) - 1.025 (4.7%)
TGLA7: 1.003 (5.28%) - 2.340 (8.36%)

ramazzotti eros 001

ASCOLTI PER FASCE AUDITEL - Canale 5 al 14.95% nelle 24 ore, bene La5 con Il Tempo delle Mele e Uomini e Donne in prima e seconda serata.

Rai 1 20,88 12,19 21,26 17,21 18,12 22,20 20,41 23,09 23,17
Rai 2 5,30 1,91 2,72 5,73 9,87 5,29 5,30 3,69 3,43
Rai 3 7,45 6,86 13,78 8,09 8,84 7,13 9,28 6,20 3,60
Rai 4 0,78 1,41 0,56 1,44 0,49 0,83 0,61 0,81 0,92
Rai 5 0,31 1,13 0,21 0,29 0,37 0,45 0,20 0,22 0,29

Rai Movie 0,89 0,62 0,65 0,67 0,66 0,80 0,55 1,02 1,71
Rai Premium 1,09 1,42 0,63 1,02 0,83 2,04 0,81 1,02 1,08
Rai YoYo 1,22 0,26 2,26 2,23 1,38 2,00 1,35 0,76 0,19
Rai Sport 1 0,35 0,11 0,27 1,37 0,69 0,29 0,19 0,10 0,14
Rai Sport 2 0,34 0,30 0,15 0,28 0,07 1,02 0,40 0,16 0,29

Rai News 0,47 1,91 2,44 0,78 0,40 0,41 0,28 0,19 0,34
Rai GULP 0,31 0,20 0,64 0,15 0,23 0,48 0,57 0,18 0,10
Rai Scuola 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
Rai Storia 0,16 0,22 0,14 0,14 0,05 0,14 0,07 0,28 0,27
Rai Specializzate 5,93 7,59 7,96 8,37 5,18 8,46 5,03 4,74 5,32
RAI 39,56 28,55 45,71 39,40 42,02 43,09 40,02 37,72 35,52

Bruno Vespa

Canale5 14,95 13,09 19,13 13,71 17,70 17,66 18,70 12,23 8,11
Italia1 6,20 6,06 2,07 3,72 9,83 4,26 4,44 7,09 7,14
Rete4 5,72 3,87 3,19 6,85 6,35 4,62 4,84 6,03 7,17
Boing 0,59 0,24 0,87 1,12 0,94 0,86 0,53 0,28 0,19
Iris 1,46 1,68 0,57 2,23 0,66 1,62 1,83 1,25 1,90

La5 0,95 0,88 0,49 0,66 0,71 0,69 0,51 1,13 2,04
Mediaset Extra 0,81 1,76 0,46 0,71 0,88 0,53 0,79 0,58 1,37
Italia 2 0,44 0,61 0,26 0,63 0,31 0,31 0,45 0,61 0,37
Cartoonito 0,70 0,14 1,24 0,71 0,55 0,99 1,22 0,43 0,24
Premium Calcio HD 0,48 0,08 0,10 0,12 0,03 0,14 0,71 0,85 0,86

MARIO ORFEO PRESENTA IL NUOVO MESSAGGERO jpeg

Premium Calcio 1 0,39 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1,33 0,69
Premium Calcio 2 0,15 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,63 0,15 0,00
Premium Calcio 3 0,06 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,22 0,08 0,00
Mediaset Specializzate 6,02 5,38 4,00 6,18 4,08 5,15 6,87 6,70 7,65
MEDIASET 32,90 28,41 28,40 30,46 37,95 31,68 34,85 32,05 30,07

La7 4,49 3,57 3,74 5,56 3,01 3,15 4,75 7,07 3,31
Canale Italia 83 0,16 0,57 0,23 0,01 0,02 0,03 0,03 0,33 0,32
7 Gold 0,19 0,00 0,00 0,00 0,06 0,00 0,17 0,41 0,42
La7d 0,44 0,28 0,18 0,77 0,08 0,20 0,49 0,45 0,93
Tg Norba 24 0,07 0,03 0,58 0,06 0,19 0,02 0,02 0,01 0,01

 

CHI SI LODA SI OSCAR - QUEST’ANNO AGLI OSCAR CI SAREBBE SOLO L’IMBARAZZO DELLA SCELTA

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Lorenzo Soria per "la Stampa"

LINCOLN DI SPIELBERG

Il tutto è iniziato quando al festival di Toronto, ai primi di settembre, è stato presentato Argo, la storia della liberazione di sei diplomatici americani presi in ostaggio a Tehran nel 1979. Venne accolto molto bene, il film di Ben Affleck, e apparve subito come un probabile candidato nella corsa all'Oscar. Ma in quei giorni nessuno aveva ancora visto i film più attesi dell'anno. Vita di Pi, per esempio, l'adattamento di Ang Lee dell'omonimo e molto spirituale best seller di Yann Martel. O Zero Dark Thirty , il film di Kathryn Bigelow sulla caccia a Osama Bin Laden.

LINCOLN DI SPIELBERG

O Les Miserables, con Hugh Jackman, Russell Crowe e Anne Hathaway che narrano cantando il capolavoro di Victor Hugo. C'era anche Tarantino, con il suo Django, e poi c'era da fare soprattutto i conti con Lincoln, il film di Steven Spielberg con Daniel Day-Lewis nella parte del presidente americano che abolì la schiavitù. Lincoln era il film da battere.

La campagna promozionale Sono passati quasi sei mesi da quella proiezione a Toronto, un periodo interminabile nel corso del quale Hollywood è stata ancora una volta consumata dal rito annuale della campagna per gli Oscar. Una campagna molto costosa e cattiva, fatta di feste e di tappeti rossi e anche di voci e sussurri per screditare i film avversari.

BEN AFFLECK IN ARGO BEN AFFLECK IN ARGO

Ma adesso le altre premiazioni, che sono poi delle prove per arrivare allo show-down finale, si sono esaurite, i 6 mila membri votanti della Academy hanno deposto le loro schede. E a due giorni da quando domenica al Kodak Theater verrà celebrata l'85a edizione degli Oscar l'opinione generale è che alla fine a spuntarla sarà proprio Argo. Come con The Artist l'anno scorso, è un film che permette ad Hollywood di compiacersi di se stessa e del suo ruolo nel mondo.

BEN AFFLECK IN ARGO

Ben Affleck si è rivelato un candidato molto affabile e sempre pronto all'auto-ironia. Ha dietro la macchina potentissima della Warner Brothers. E da quando a sorpresa prima è stato escluso dalla Academy nella categoria della miglior regia e poi pochi giorni dopo si è preso il Golden Globe, Argo ha vinto tutto. La premiazione degli attori, poi quella dei produttori, quindi il Bafta, gli Oscar britannici. «Ci sono stati dei momenti in cui avrei desiderato che questo fosse stato un anno meno incredibile per il cinema», si è lasciato scappare Spielberg quando Affleck gli ha portato via anche la premiazione dei registi.

LINCOLN DI SPIELBERG

LA CARICA DELLE DONNE
Domenica, nella categoria di «best director», non avrà l'ombra di Affleck ma sulla sua strada Spielberg potrebbe ritrovare Ang Lee. O Michael Haneke, il regista di Amour . E doversi accontentare, alla fine, solo dell'Oscar praticamente garantito per Daniel Day-Lewis: dopo le statuette già conquistate con Il mio piede sinistro e Il petroliere sarebbe il primo attore nella storia ad arrivare a quota tre. Tra le attrici, la corsa è invece considerata molto aperta.

LES MISERABLES

Sino a poche settimane fa il consenso era tutto su Jessica Chastain, che nel film della Bigelow è la donna che con tenacia e ossessione scopre il nascondiglio di Bin Laden. Ma c'è una forte corrente di simpatia per Emmanuelle Riva, formidabile in Amour e che, a 85 anni, sarebbe l'attrice più anziana ad avere mai ricevuto l'ambita statuetta. E soprattutto c'è Jennifer Lawrence, protagonista al fianco di Bradley Cooper de Il lato positivo.

ANNE HATHAWAY IN LES MISERABLES

Un film che potrebbe regalare un Oscar anche a uno dei suoi non protagonisti, Robert De Niro, che - sembra difficile da credere - non vince una statuetta dai tempi di Toro Scatenato, nel lontano 1980. Tra le non protagoniste, viene data per scontata la vittoria di Anne Hathaway, la Fantine emaciata di Les Miserables che in questi ultimi mesi ha vinto tutto quello che c'era da vincere. L'unica sorpresa, qui, è se domenica farà la parte, un'altra volta, di quella sorpresa e sotto shock.

 

IL BRASILIANO SCHERER, HA MOLTE CHANCE DI DIVENTARE PAPA: È NELLA COMMISSIONE DI VIGILANZA SULLO IOR

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Maria Lombardi per "il Messaggero"

ODILO PEDRO SCHERER jpeg

«E' un gesto che deve far riflettere. Ci invita a non mettere mai nulla davanti alla Chiesa: questo è l'insegnamento che ci dà Benedetto XVI». Accanto allo stupore c'è «un sentimento di vera ammirazione per il Santo Padre». E' sincero, il cardinale brasiliano di origini tedesche Odilo Pedro Scherer, 63 anni.

ODILO PEDRO SCHERER jpeg

Le sue parole non passano inosservate, sono un po' fuori dal coro addolorato che si leva dalla curia e mettono in buona luce l'arcivescono metropolita di San Paolo in vista del conclave. Tra i papabili latinos è forse il candidato di maggior peso, anche se il cardinale argentino Sandri viene dato per favorito dai bookmakers inglese e il connazionale Borgoglio sostenuto dai progressisti nel 2005 fu secondo in quanto a voti solo a Ratzinger.

Scherer ha dalla sua le origini: un po' tedesco (discende da emigranti della regione della Saarland) un po' brasiliano, rappresenterebbe la discontinuità nella tradizione. Un Papa dell'America Latina, il maggior bacino mondiali di fedeli, legato al tempo stesso all'Europa. Ma lui mantiene un profilo basso e dice che la geografia non c'entra niente con il conclave. «Non contano né l'età, né la provenienza: conta solo essere preparati a guidare la Chiesa».

ODILO PEDRO SCHERER jpeg

ECONOMISTA
Non è il solo punto a favore di Scherer. Ha esperienza nella curia romana, è dottrinalmente solido, ha anche dimestichezza con le questioni finanziarie essendo membro dela commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior e del consiglio dei cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede.

ODILO PEDRO SCHERER jpeg

In tempi di crisi un Papa che sia anche un po' manager non guasta. Parla il portoghese, lo spagnolo, l'italiano, il tedesco, l'inglese. Benedetto XVI lo ama molto anche per quei tratti di carattere così vicini a lui: Scherer è umile, di una bontà disarmante, gira per Roma con il basco nero, vestito come un prete qualsiasi e in questo ricorda il cardinale Ratzinger.

ODILO PEDRO SCHERER jpeg

PASTORE
E' contro l'uso del preservativo e l'abolizione del celibato tra i preti. Moderatamente progressista, lo definisce qualcuno, spende i suoi sermoni a favore dei poveri e della giustizia sociale, fa visita nelle favelas anche ai musulmani, elogia gli «aspetti non politici» della teologia della Liberazione come l'attenzione alla miseria e ne critica le derive marxiste. Sta organizzando la giornata mondiale della gioventù dal 23 al 28 luglio a Rio.

IL CARDINALE ARGENTINO LEONARDO SANDRI jpeg

Una sola debolezza. Il cardinale Scherer è un pastore più che un uomo di governo, si teme che la poca fermezza nell'amministrazione della curia possa rivelarsi un grande limite in un momento segnato da spaccature e rivalità. Settimo di 13 figli, Scherer è nato a Cerro Largo. Consacrato vescovo ausiliare di San Paolo nel 2002 dal cardinale Hummes, alla sua morte ne ha preso il posto di arcivescovo. «Il Brasile merita un Papa - dice il vescovo Darci Nicioli, «è il paese con il maggior numero di cattolici del mondo».

 

 

PISTORIUS LIBERO! (SU CAUZIONE) - IL GIUDICE RILASCIA L’ATLETA DIETRO PAGAMENTO DI UNA GARANZIA

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1 - PISTORIUS: SI' A LIBERTA' SU CAUZIONE
(ANSA) - Il giudice Desmond Nair ha disposto la libertà su cauzione per Oscar Pistorius.

DESMOND NAIR IL GIUDICE DEL CASO PISTORIUS PISTORIUS IN TRIBUNALE

2 - FAMIGLIA GRIDA 'YES'
(ANSA) - "Yes", è il grido di gioia della famiglia di Osca Pistorius dopo che il giudice Desmond Nair ha concesso la libertà su cauzione all'atleta accusato di omicidio della fidnazata. I familiari dell'atleta si sono poi abbracciati, unendosi in cerchio e pregando.

3 - PISTORIUS: SI' A CAUZIONE, FAMIGLIA GRIDA 'YES'
(ANSA) - "Yes", è il grido di gioia della famiglia di Osca Pistorius dopo che il giudice Desmond Nair ha concesso la libertà su cauzione all'atleta accusato di omicidio della fidnazata.

REEVA E PISTORIUS

4 - GIUDICE, NON DIMOSTRATO CHE E' A RISCHIO FUGA
(ANSA) - Non è stato dimostrato che Oscar Pistorius è a rischio fuga. Lo ha detto il giudice Desmond Nair.

Vineshkumar Moonoo il poliziotto che ora dirige il caso pistorius

5 - GIUDICE, POLIZIA HA COMMESSO ERRORI
(ANSA) - La polizia che ha indagato sull'omicidio di Reeva Steenkamp da parte di Oscar Pistorius ha "commesso errori". Lo ha detto il magistrato Desmond Nair che deve decidere sul rilascio dell'atleta su cauzione e sta parlando da oltre un'ora. Tra gli errori degli inquirenti messi in evidenza dal giudice, il fatto che la polizia non ha esaminato il cellulare di Reeva e che il detective Hilton Botha, rimosso dal suo incarico ieri, potrebbe aver inquinato la scena del delitto.

IL PADRE HENKE IL FRATELLO CARL E LA SORELLA AIMEE PISTORIUS IN TRIBUNALE

6 - PISTORIUS: GIUDICE, DOVE POTREBBE FUGGIRE CON LE PROTESI?
(ANSA) - "Che vita potrebbe condurre se fuggisse, una persona con le protesi? Tuffarsi e nuotare ogni giorno con queste protesi": così il giudice Desmond Nair in una schermaglia con il procuratore Gerrie Nel. "Allora dovremmo concludere che il fatto che sia disabile gli consente di avere la cauzione?", ha risposto l'accusa, paragonando Pistorius a Julian Assange: "Anche lui è molto noto, ma è fuggito in una ambasciata".

HILTON BOTHA INVESTIGATORE ALLONTANATO DAL CASO PISTORIUS

7 - ACCUSA, RICOSTRUZIONE OSCAR E' IMPROBABILE
(ANSA) - La ricostruzione di Oscar Pistorius sui fatti che hanno portato alla morte di Reeva Steenkamp "é improbabile": lo ha affermato il procuratore Gerrie Nel in apertura dell'udienza sulla richiesta di libertà su cauzione presentata dall'atleta. L'omicidio "é stato pianificato", ha aggiunto Nel, "non nei giorni o nelle settimane precedenti ma quella stessa notte".

 

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