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L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - IL CASO MPS FA TREMARE I BANCHIERI, E CONDIZIONERÀ ELEZIONI, PALAZZO CHIGI E QUIRINALE

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Barbara Palombelli per "Il Foglio"

L'inchiesta di "Report" su Siena ha una data precisa, che oggi fulmina chi fa finta si tratti di una bomba esplosa per caso. 6 maggio 2012. Da allora (ma in realtà da molto prima) anche i sassi sapevano che Siena era stata sbranata, spolpata, disossata. Un gioiello di città, una provincia sterminata con il paesaggio più curato del mondo, una università svuotata della proprietà di 90 palazzi storici che per secoli l'avevano messa al sicuro da tutto, un universo che poteva ambire alla serie A e non soltanto nel calcio. Il paradiso violato, quando fallisce così miseramente, travolge anche gli innocenti e gli incolpevoli.

Giuseppe Mussari

Il faro acceso dalle inchieste sul Monte dei Paschi terrorizza - giustamente - tutti i banchieri, i controllori che non hanno controllato, i vigilanti distratti o complici. Decine di persone non potranno tacere, migliaia di azionisti non potranno soccombere: si illudono quelli che pensano di cavarsela con qualche giorno di casino sui giornali. La valanga cambierà gli assetti e gli esiti del risultato elettorale, sconvolgerà le squadrette del governo che sembra già formato, modificherà persino la rosa dei candidati a Palazzo Chigi e al Quirinale.

montepaschi siena sede

Si è rivelata una patetica illusione che fossero soltanto i candidati e i politici a dover passare l'esame di "presentabilità", un orrore che se applicato nel Dopoguerra come viene inteso oggi ci avrebbe privato di personalità come Enrico Mattei, Ugo La Malfa, Aldo Moro e decine di altri leader che furono sfiorati da inchieste e dossier per indebolirne l'operato e limitarne l'azione politica. Chi è causa del suo mal pianga se stesso: l'antipolitica divorerà anche posizioni ancora apparentemente solide.

QUIRINALE jpeg enrico cuccia02 lap

Gli è che sono stati proprio i signori della finanza italiana a decretare - esattamente come nel 1991-'92 - la necessità di occupare con personale fidato le stanze del potere (per spolpare quel che resta del nostro capitalismo di stato, frutto di decenni di lacrime e sangue dei nostri nonni e dei nostri padri). La questione morale utilizzata contro prime e seconde repubbliche, i cittadini lo stanno scoprendo come sempre in ritardo, serviva ad altro. Non a moralizzare, a far andare di traverso le cene a Fiorito, i diamanti a Belsito o i sogni provinciali a Lusi.

Serviva a preparare il terreno per una colossale invasione di campo: gli onesti contro i mangiatori di ostriche, i magri col loden contro i brutti ciccioni. Questo dovevano essere le prossime elezioni. Una purificazione, un festival di scontrini pagati, di carità cristiane e massoniche mescolate in un frullato. E invece, esattamente come nel 1992 - quando Enrico Cuccia, Antonio Di Pietro, la Lega, il Corriere della Sera e tutti i moralisti del tempo lasciarono campo libero a Forza Italia e agli statalisti di An - il magheggio è stato scoperto e forse verrà, se non sconfitto, almeno svelato nei minimi dettagli.

BELSITO LUSI FIORTIOcraxi e di pietro

Al netto delle coincidenze e delle scuse che oggi vengono esibite, le nostre banche e i nostri enti locali hanno in cassaforte molti miliardi di euro in carta straccia che i raffinati hanno soprannominato con sigle di fantasia. Qualcuno dovrà onorare - prima o poi - questa montagna di cambiali, non garantite da alcuna ricchezza, dai nomi esotici. Non solo Monte dei Paschi, dunque. Aver affidato il destino nazionale a chi ha operato - in silenzio, negli ultimi vent'anni - perché le famiglie italiane si trovassero sedute sopra un falò che potrebbe esplodere davvero da un momento all'altro, potrebbe anche essere un'idea tanto geniale quanto antica.

ANTONIO DI PIETRO INTERROGA BETTINO CRAXI DURANTE UN'UDIENZA DEL PROCESSO ENIMONT

La stella di sceriffo al bandito è un classico del cinema western. La politica non sa bene come afferrare la materia: si capisce benissimo che i signori delle banche hanno comprato tutti, sponsorizzato tutti, la galleria delle foto sorridenti ai convegni pagati, le paginate sui giornali e gli spot tv. Per fortuna, ci sono spazi di libertà in molti giornali e ci sono persone indipendenti che hanno visto per tempo il massacro prossimo venturo. L'importante è che tutti sappiano come stanno le cose: abbattuta la casta politica, ora assisteremo alla guerra civile della grande finanza. Non sarà gratis.

 


IL PD GIOCA IL TUTTO PER TUTTO: “QUERELIAMO LIBERO E IL GIORNALE, SI E’ MESSA IN MOTO LA MACCHINA DEL FANGO”

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(Dire) - Il Partito Democratico ha dato mandato ai propri legali di promuovere tutte le azioni legali necessarie per tutelare la propria onorabilita' nei confronti delle clamorose bugie riportate sul caso Mps da una serie di organi di informazione, con particolare riferimento alle testate 'Libero' e 'Il Giornale' vicine al centrodestra e a Silvio Berlusconi.

MAURIZIO BELPIETRO BERSANI VERSIONE GARGAMELLA

"Un conto- dice il tesoriere nazionale Antonio Misiani - e' la ricerca della verita' dei fatti, che noi stessi sollecitiamo da parte della magistratura e di tutti gli organismi preposti, un altro la solita, inaccettabile macchina del fango che si mette immancabilmente in moto alla vigilia delle elezioni".

 

 

PADRE TIKHON SHEVKUNOV, ARCHIMANDRITA DI SRETENSKIJ, SAREBBE IL CONSIGLIERE SPIRITUALE DI PUTIN…

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Fabrizio Dragosei per il Corriere della Sera

Ufficialmente non ha alcun incarico nel governo, nello Stato o nell'amministrazione del presidente. Eppure padre Tikhon appare sempre più spesso al fianco di Vladimir Putin. Nei viaggi all'estero, nelle inaugurazioni. Ma la cosa più importante, secondo i suoi critici, è che il modesto abate avrebbe avuto ultimamente un peso determinante nell'indirizzare la politica del presidente russo giunto al terzo mandato. Anche nelle questioni riguardanti i rapporti tra lo Stato e la Chiesa, compresa la decisione di far rinviare a giudizio le tre protestatarie punk del gruppo Pussy Riot processate e condannate per l'esibizione all'interno della chiesa di Cristo Salvatore.

tikhon shevkunov tikhon shevkunov

Ufficialmente nessuno conferma che il presidente russo abbia un consigliere spirituale né tantomeno un confessore. E lo stesso padre Tikhon intervistato dal Financial Times ha sorvolato sull'argomento. Ma è certo che Putin sia credente e che prenda molto seriamente le questioni di religione.
Anzi, per dire la verità, sembra che il peso delle gerarchie ecclesiastiche sia assai rilevante all'interno di tutte le strutture del potere statale. Tanto che unendo la provenienza dai servizi segreti di molti degli uomini di Putin con il loro impegno religioso alcuni parlano di un gruppo di «cekisti-ortodossi».

La Ceka era l'organizzazione per la sicurezza dello Stato che poi negli anni ha cambiato vari nomi, diventando Kgb e quindi Fsb. Sembra quasi una coincidenza curiosa il fatto che padre Tikhon sia l'archimandrita del monastero Sretenskij, situato sulla via Lubyanka, a non più di settecento metri dalla storica sede dei servizi segreti che si trova nell'omonima piazza. Il sacerdote, che ha 54 anni, non ha quasi certamente avuto in passato alcun rapporto con il Kgb, mentre la maggior parte degli esponenti storici della Chiesa ortodossa dovettero fare i conti con le strutture della sicurezza e spesso venire a patti. Secondo alcuni accusatori, tra i quali l'ex dissidente padre Gleb Yakunin che nel 1990 ebbe accesso agli archivi della Lubyanka (e poi fu cacciato dalla Chiesa), gli ultimi due patriarchi russi sarebbero stati agenti o perlomeno informatori del Kgb.

VLADIMIR PUTIN CON LA PISTOLA jpeg VLADIMIR PUTIN DURANTE UN COMIZIO SULLA PIAZZA ROSSA

Negli anni di Eltsin la Chiesa poté uscire allo scoperto; riebbe tutte le sue proprietà e fu in grado di fare parecchi quattrini con l'importazione in esenzione doganale di alcol e sigarette. Ora tutto questo è cambiato e il Patriarcato ha solo strutture economiche presentabili, come imprese di costruzioni, aziende agricole, pesca, petrolio.
Ma ha visto aumentare enormemente il suo peso politico, anche grazie all'influenza di padre Tikhon Shevkunov. Ma quali sono le sue idee? Su questo punto i suoi critici insistono particolarmente, vista la vicinanza con l'uomo che detiene tutto il potere in Russia.

VLADIMIR PUTIN ABBRACCIA UN CAGNOLINO

Nel 2008 l'archimandrita realizzò un programma trasmesso varie volte in tv sulla caduta dell'impero romano d'Oriente. E per molti Mosca va vista come la terza culla della cristianità, dopo Roma e Bisanzio. Padre Tikhon parlava assai bene nel suo programma dell'imperatore Basilio II, descrivendolo come colui che aveva ristabilito la «verticalità del potere», scacciando oligarchi e governatori ribelli (il richiamo a Putin è evidente). Per padre Tikhon, «l'odio vendicativo dell'Occidente nei confronti di Bisanzio e dei suoi eredi... continua tuttora. Senza capire questo stupefacente ma indubbio fatto - aggiungeva - rischiamo di non capire molte cose della storia».

PUSSY RIOT MERCHANDISE

Interessante anche la sua opinione espressa anni fa (quando Putin non rinnovò l'invito a Giovanni Paolo II) su una eventuale visita del Papa in Russia: «Se per il Vaticano ciò rappresenterebbe l'appagamento di un sogno plurisecolare, per la Russia significherebbe la caduta di uno degli ultimi bastioni dell'indipendenza spirituale dello Stato e una nuova fase di sfacelo del Paese».

Pussy-Riot

 

 

CHI SARÀ IL FURBISSIMO CHE IERI HA VENDUTO 300 MLN € IN AZIONI SAIPEM? - L’ENNESIMA FIGURACCIA DI CONTE

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Riceviamo e pubblichiamo:

MARIO MONTI LEGGE RESTART ITALIA

Lettera 1
Perche' nessun giornale riporta la notizia data ieri da Reuters sulla casa intenta da Barclays contro Unicredit su un derivato stipulato nel 2008 per coprire 1,7 mld € di perdite?

Lettera 2
Gentilissimi,
se come dice Grilli dobbiamo essere tranquilli che la Banca d 'Italia ha fatto e fa tutti i controlli alle banche, così come ha fatto al Montepaschi, c'è da pensare che come la banca senese ci siano altre banche nelle stesse condizioni. La Banca d'Italia (sono un ex) chiede i documenti alla banche, guarda quelli pubblici, ma non conosce mai quelli nascosti.
saluti
Riccardo

EVASIONE FISCALE

Lettera 3
Caro Roberto,
Domandine su Saipem:
1) Chi sarà stato il furbissimo che ieri mattina ha venduto circa 300 (tre-cento) milioni di euri in azioni Saipem attraverso una primaria banca d'affari? Giusto qualche ora prima che Saipem diffondesse il noto comunicato stampa che porta il titolo a perdere il 40% stamattina.
2) Cosa ne pensano gli ineffabili segugi della Consob in relazione al punto 1?
3) Cosa dicevano gli analisti di CFRA Research (società di ricerca specializzata nel forensic accounting) su Saipem nel report diffuso ai loro clienti in autunno?
Ah, saperle queste cose....
Cordialmente,
Jules

SAIPEM

Lettera 4
Caro dago,
ieri un importante istituto bancario ha venduto in borsa quasi 10 milioni di azioni Saipem ad un prezzo attorno ai 30,65 euro l'una. Poi a mercati chiusi, da parte della stessa società c'è stato un comunicato (Profit Warning) che ha sostanzialmente rivisto al ribasso alcuni parametri economici in precedenza dati per assodati. Morale della favola, stamane il titolo Saipem ha aperto in borsa a poco più di 18 euro, con una perdita di quasi il 40% rispetto alle quotazioni di ieri. Quindi coloro che solo il giorno prima avevano venduto a 30,65 euro oggi potrebbero ricomprare a 18. Non male direi. Poi c'è chi dice peste e corna delle bische clandestine, pazzescooooo!
At salut Morghj

ANTONIO CONTE INCAZZATO IN JUVENTUS GENOA

Lettera 5
Caro Dago,
se le vicende del MPS hanno bruciato due candidati, il dottor sottile e mortadella, è stato un bene per il paese e gli italiani. Non dimentichiamo come ha operato
il governo Prodi, e come il governo con Amato abbia prelevato, nottetempo, le lire dal ns.
c/c e che la riforma delle pensioni ha penalizzato i redditi medi/bassi,
escludendo dall'integrazione al minimo i pensionati che avevano il coniuge che percepiva tre volte la pensione minima. Invece non fece nulla per coloro che cumulavano
più pensioni, poiché avrebbe messo le mani nella sua tasca, dovendo cumularne tre per avere 35 mila euro al mese. Non mi sono sbagliato a scrivere sono al mese non all'anno.
Cordiali saluti.
Annibale Antonelli

Logo "Barclays"

Lettera 6
«Sono convinto serva una patrimoniale sui patrimoni sopra il milione e mezzo di euro»,
«Da quello che leggo sui giornali sento odore di tangenti» (MPS), «I politici di razza che ricordo con nostalgia sono Enrico Berlinguer». Ingroia si gioca i voti, "RaiTre", 29.01.13, ore 23 e 14.
Giuseppe Tubi

Lettera 7
Abbiamo assistito all`ennesima figuraccia del Grillo del calcio alias Conti Antonio. L`intervista di questa sera,dopo la sconfitta contro la Lazio ,ha fatto vedere come il sig Conti ha creduto di prendere in giro milioni di Italiani rispondendo,secondo lui,con l`ironia che solo quel giornalista ,senza palle,gli ha permesso di continuare.Era facile avere lo " stile Juventus" quando erano in possesso delle chiavi dello spogliatoio dell`arbitro,ma purtroppo tutto passa.Si può perdere una partita ma non si può avere la presunzione di trattare gli Italiani come tanti coglioni.Sveglia vecchia signora!
Cordiali saluti
Sebastiano

Lettera 8
Che si usi Balotelli in chiave politica, sia a destra che a sinistra, mi sembra oltre il ridicolo.
Se fossi Balotelli ne sarei anche seccato. Mi sembra di sentire il grande Gaber, molti anni fa "..Io direi che il culatello è di destra, la mortadella è di sinistra...". Spero di sentire argomenti migliori in questa campagna elettorale ma dispero ogni giorno di più...
Alessandra Sestito

UNICREDIT

Lettera 9
Ma Alfano che si infervora tanto sul caso Mps , si è mai chiesto del perché il suo datore di lavoro ,Mister "Culo Flaccido", ha sempre avuto un trattamento di favore da quella banca? Il caro Leader ha sempre utilizzato Mps per tutte i suoi interessi più significativi : dalla costruzione di Milano 2 e 3 ai pagamenti delle Olgettine. Come diceva il giudice Falcone si deve seguire la pista dei soldi (allora si che se scoprano delle belle)!
Sanranieri

Angelino Alfano

Lettera 10
Caro Dago, prima D'Alema su Monti "è meglio che non si candidi", poi Bersani su Ingroia "è meglio che non si candidi", ora Bersani su Monti "occorre una riflessione seria del centro in Lombardia". Non è che tutto questo ricorda un tal Giuseppino d'Oltrecortina?
Massì, tanto anche se corressero da soli, mi gioco una palla che i sinistrati riuscirebbero a perdere ugualmente!
Saluti
Gino Celoria

monte dei paschi di siena

Lettera 11
Buondi' Dago.
L'acquisto di Balotelli fa guadagnare due punti al Pdl.....ma di che stiamo a parla'. Di chi stiamo parlando? Aveva ragione Berlusconi allora quando affermo' che gli italiani sono dei coglioni, come dargli torto? A questo punto l'unica cosa che mi viene da dire e': Si salvi chi puo'! Ma non da Berlusconi, ma dagli italiani.
Fabrizio

Lettera 12
Caro Dago,
leggo con una certa insofferenza la notizia dell'acquisto da parte del Senatore Dell'Utri di 2 preziosi libri rubati alla biblioteca Girolamini di Napoli. Le intercettazioni, a quanto ci é dato sapere, sono più che sufficienti per accusarlo come minimo di "incauto acquisto", ma, più probabilmente di vera e propria ricettazione (art. 648 C.P. da 2 a 8 anni al gabbio) e, visti i carichi pendenti più 8 che 2.

giuseppe mussari

L'accusa di peculato, dovrebbe aggiungersi a quella di ricettazione e, se invece di farsi pippe con l'associazione esterna di stampo mafioso (difficile da dimostrare) i magistrati seguissero questa pista, molto più chiara e semplice da dimostrare, forse anche i tempi dei processi a carico del siculo senatore sarebbero più brevi e i reati più difficili da prescrivere. A meno che anche lui appartenga alla schiera di chi riceve regali "a sua insaputa".
serpico48

SILVIO BERLUSCONI

Lettera 13
Caro Dago,
1) Con la Sinistra ancora minoranza in Parlamento : la Minetti sgraffigna 15 euro per il rimborso spese di un libro e vine massacrata e apostrofata come prostituta in prima serata tv e tutto va bene Madama la Marchesa. Una banca, guidata da una Fondazione il cui CdA è composto da 13 Consiglieri (su 15) nominati dal PD, si rende protagonista della più grossa truffa della storia d'Italia e nessuno si deve permettere di tirare in ballo quel partito, altrimenti il suo segretario minaccia di sbranarlo.
2) Immaginate cosa accadrebbe con la Sinistra Maggioranza in Parlamento e con i suoi Capataz insediati a Palazzo Chigi, Quirinale, Montecitorio, Palazzo Madama, Viminale, Farnesina, Ministero della Giustizia e a Saxa Rubra.
Salve
Natalino Russo Seminara

Lettera 14
Ma esisterà in Italia uno straccio di giornalista che chieda a Monti perché in un anno non ha potuto o voluto concludere un accordo fiscale bilaterale con la Svizzera per la tassazione dei patrimoni di residenti italiani come già fatto da Germania, Austria e Regno Unito? Una tale tassa avrebbe reso al Tesoro diverse decine di miliardi di euro, altro che IMU e redditometro. minnamor

LA RISATA DI MARIO BALOTELLI

Lettera 15
Caro Dago,nel tour dei siti tossici,si aggiudica la volata Siena davanti a
Chernobyl e Fukushima.
Saluti, Labond

Lettera 16
Dago quel genio di SuperSilvio non smette di stupire: se Balotelli fosse stato un disoccupato, gli avrebbe dato un lavoro in nero (seconda priorità del suo programma, sulle assunzioni disoccupati), ma avendo Mariuccio qualche anno di lavoro sulle spalle, lo paga addirittura 20 milioni (e dichiarati)!
Anne

Massimo Dalema

Lettera 17
Caro Dago: leggo che nell'assegnazione dei mondiali di calcio del 2022 al Qatar (ifrangente) sarebbero circolate mazzette e che di quell'operazione anche Michel Platini sarebbe stato uno dei grandi promotori. Evidentemente durante la permanenza di qualche anno a Torino con la Juventus qualcosa aveva imparato anche lui. Buon sangue non mente. Il fatto stesso che il Presidente dell'UEFA, nonostante da tutte le parti si invochi, a supporto degli arbitri, l'utilizzo del mezzo televisivo nelle partite di calcio, continui a negarne la necessità fa capire da che parte sta.

ILDA BOCCASSINI IN TRIBUNALE

Si sono assegnati campionati di basket e di futbol americano con la prova tv evitando in tal modo risse, contestazioni e processi di varia natura...perché questa ostinazione a negarla in uno sport come il calcio dove, nonostante la presenza di segnalinee, del quarto uomo e degli arbitri di porta si continua ogni domenica litigare, a lanciare sospetti ed ingiurie in tutte le direzioni, annullando in tal modo la bellezza di questo sport e lasciandolo in balia di furbi e corrotti?
serpico48

Lettera 18
Caro Dago,il compagno Bersani teme di perdere voti a causa dello scandalo Monte dei Pacchi. Stia tranquillo, i suoi elettori hanno ingurgitato di tutto tranquillamente da decenni: occupazioni,rubli,invasioni,"fraterni aiuti",crollo del muro,russi,cinesi,cubani... Cosa vuoi che sia per loro una sciocchezzuola come MPS: sarà derubricata velocemente a ruberie dei "furbetti del quartierino" di Siena, a totale insaputa dei dirigenti nazionali del PD e si troverà presto un Greganti di turno e gli immancabili "benaltristi". No problem" Pierluigi...
Un caro saluto.
Flavio Gori

logo rivoluzione civile ingroia

Lettera 19
Gentil Dago, la mitragliata di "Ildona la rossa" contro Ingroia ?
Chi, come lo scrivente, non è salito sul carro degli osannanti le inchieste, politiche, di Antonio Ingroia, non si associa, stavolta, al codardo oltraggio nei confronti dell'ex Procuratore aggiunto di Palermo, sulla scia della bocciatura, affibbiatagli, con severità, da Boccassini.

Per 2 ragioni. Una, formale : il maestro del leader di "Rivoluzione civile" non è stato Falcone, ma Paolo Borsellino, che fu un simpatizzante del MSI di Almirante e Romualdi.

Seconda, di fondo : l'elogio, postumo, di Boccassini non aggiunge nulla alle eccellenti e conosciute, non solo in Italia, qualità di Giovanni, magistrato intelligente, in primo luogo perchè profondo conoscitore della mentalità dei boss e non rispettoso, solo, delle esternazioni, spesso mendaci, dei "pentiti". Dell'attività e delle intuizioni di Falcone si deve parlare, nella magistratura, nelle Università, nelle scuole.

Ma la sua bara e il suo testamento, morale e giudiziario, non vanno utilizzati, come delle clave o, peggio, come l'ingaggio di un Balotelli qualsiasi, in campagna elettorale. Per rispetto verso il defunto magistrato, i suoi tanti estimatori, la sua famiglia. Infine, è vero che Falcone non sali' mai in politica.

Ma, nei primi anni 90, lasciò il "Palazzo dei veleni" di Palermo, dove era duramente osteggiato dall'allora Capo della Procura, don Pietro Giammanco, e andò a lavorare con il socialista Claudio Martelli, allora Guardasigilli, che lo nominò Direttore generale degli Affari Penali, con sua vice la dottoressa Livia Pomodoro.
Ossequi Pietro Mancini

 

TRASFERTE A SANREMO? TAGLIATE. CHI HA DECISO, ALLORA, IL TRASFERIMENTO A MILANO DELL'INTERO CDA RAI?

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DAGOREPORT

1. Che succederà a Tarantola e Gubitosi se per caso Monti non porta a casa una percentuale decente (15%)? Che fine faranno con l'arrivo dei nuovi barbari? A viale Mazzini già corre voce che Monti abbia assicurato una poltrona Enel a Gubitosi...

IL NUOVO CDA RAI TARANTOLA GUBITOSI GUBITOSI E TARANTOLA jpeg

2. Trasferte di personale e tecnici Rai a Sanremo? Tagliate. Il tradizionale appuntamento con la "Vita in diretta" dalla "città dei fiori" durante il festival? Cancellato. Gli inviati in zone di guerra o nelle zone di crisi internazionale? Ridotti all'osso. La scure del duo Gubitosi-Tarantola si abbatte sul personale del servizio pubblico.

"I conti in rosso dell'azienda impongono duri sacrifici per tutti"- spiegano all'unisono presidente e direttore generale. Chi ha deciso, allora, il trasferimento a Milano dell'intero settimo piano di viale Mazzini per la riunione di domani del Consiglio di amministrazione?

Teatro Ariston

Quanti fogli di viaggio dovrà firmare Gubitosi per consiglieri, assistenti,segretarie? E perché non si e' fatto ricorso al più semplice ed economico metodo della video conferenza? "E'' un gesto che ha un valore simbolico"- spiegano ai piani alti di viale Mazzini- per dare un segno tangibile al partito Rai e ai politici del nord.

Ma si mormora che la richiesta sia arrivata direttamente dalla presidente Tarantola, impegnata vicino casa per fatti privati. Del resto, come dire di no per una volta alla presidente che si dichiara in trasferta 365 giorni all'anno con residenza in Lombardia e diaria di soli quattromila euro mensili?

 

CAFO-ANAL - CHE CULO! È USCITA LA NUOVA, SPASSOSA VERSIONE DI INSTAGRAM - SI CHIAMA “ASSTAGRAM”

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DAGOREPORT

ASSTAGRAM ASSTAGRAM

Arriva così, inaspettato, l'ultimo regalo della rete tramite il social network più diffuso al mondo, Facebook. Che, per l'occasione si trasforma in "Face-butt". Nasce lì, ma deve il nome a un altro famoso social network, peraltro acquisito recentemente da Facebook: Instagram. Ebbene, tenetevi forte: perché è nata la pagina di "Asstagram", un'enorme carrellata di fotografie e autoscatti di culi di ogni forma e dimensione.

Molte delle foto sono realizzate proprio grazie all'applicazione di Instagram per smartphone, che permette anche di applicare dei filtri e che ha la capacità di rendere gli scatti ancora più intriganti. La pagina ha più di 6 mila iscritti. Un numero che, c'è da giurarci, è destinato a salire parecchio.

ASSTAGRAM ASSTAGRAM

Le cose vanno così. Ad un certo momento le spensierate, generiche tette che hanno contrassegnato la fase eroica dell'iconografia da silicone (anni '8O) hanno ceduto il passo all'anatomia aerodinamica del sedere di fuori. Ma sì, è così: ha vinto il
"pensiero tondo" di Tinto. Abbiamo accettato la sua regola: "Sedere è potere". Guardatevi un po' attorno con attenzione: non occorre essere un dietrologo, né un semiologo per constatare che il sedere è salito in cattedra. E ne fa un mito dei media.
Prima dei rotocalchi francesi, il posteriore selvaggio ed esibizionista l'ha scoperto la pubblicità che ha creato per ogni consumatore, "l'altra faccia". Ogni scusa è buona: creme, birre, cucine, jeans, poltrone, perfino gioielli e magari televisori vanno bene per sbattere un bel sederone in primo piano

ASSTAGRAM ASSTAGRAM


IL LINK ALLA PAGINA FACEBOOK DI "ASSTAGRAM":
http://www.facebook.com/pages/Asstagram/502019533148085?fref=ts

 

 

BEPPE GRILLO SORPASSA TUTTI: “MILLE EURO AL MESE A GIOVANI E DISOCCUPATI…”

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Marta Serafini per Corriere.it

bersani grillo

È tornato in Sicilia. Questa volta non a nuoto. Beppe Grillo attraversa lo stretto e continua il suo Tsunami Tour mentre i sondaggi lo danno in risalita. Così, dopo il botta e risposta con Bersani sul Monte dei Paschi di Siena, ripiomba nella regione dove il M5S si è consolidato strappando agli avversari il 18% dei consensi nelle ultime consultazioni amministrative. Voti e preferenze che Grillo sa bene di aver sottratto anche a sinistra: «Bersani ha detto che sbrana chi tocca il Pd. Cosa vuol sbranare? lo fa con le gengive? così come ha fatto con Berlusconi in questi anni?», ha tuonato su Twitter il comico genovese, senza mettere fine alle polemiche con il segretario del Pd.

BEPPE GRILLO DURANTE UN COMIZIO

IL REFERENDUM SULLO STRETTO
E se internet serve ad attaccare gli avversari, il comico continua a riempire le piazze italiane. Dove non mancano però le contestazioni, così come capitato a Livorno. A Messina nella centrale piazza Cairoli segni di insofferenza sono arrivati da chi non ha gradito, ad esempio, la battuta sul ponte dello stretto: «Non bisogna farlo perché i siciliani non hanno nulla a che spartire con i calabresi», aveva detto Grillo. «Battuta superficiale», è stata la replica della piazza.

pier luigi bersani

«La faccio sempre, nessuna offesa, io sono in parte calabrese», è stata la risposta del comico, «ma non ci dividiamo, queste critiche non hanno senso e danno linfa a chi ci vuole disunire». Poi Grillo ha aggiunto: «Ancora si parla del ponte. Il ponte serve solo a fare dei progetti da 600 milioni e per dare le solite tangenti alla stessa gente. Noi vogliamo introdurre nella Costituzione i referendum propositivi senza quorum, la metà più uno vince, se vince chi vuole il ponte si fa altrimenti niente».

IL LAVORO DEI GIOVANI
Oltre lo Stretto, Grillo è tornato a parlare di una delle proposte del Movimento Cinque Stelle: «La prima cosa che dobbiamo fare appena entrati in Parlamento è il reddito di cittadinanza per chi perde il lavoro o chi non lo ha». «È un sistema che c'è in tutta Europa, non lo abbiamo solo noi e la Grecia, così i giovani non saranno più costretti ad accettare qualsiasi lavoro», ha aggiunto Grillo, secondo cui «non è giusto che chi si laurea ed, per esempio, ottiene un master all'estero debba poi lavorare in un call center a 400 euro al mese. Il lavoro è un'altra cosa. Con il reddito di cittadinanza per tre anni si daranno mille euro al mese, la persona che perde il lavoro avrà il tempo di cercare il lavoro con gli uffici di collocamento dove ci saremo noi con la rete, offriremo due o tre lavori se non accetti perdi il sussidio. La prima cosa da fare è questa, siamo in emergenza, nessuno deve rimanere indietro».

pier luigi bersani BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO

 

O I RIMBORSI O LA VITA - INDAGATI 29 CONSIGLIERI D’OPPOSIZIONE ALLA REGIONE LOMBARDIA, COMPRESI I CAPIGRUPPO

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1 - LOMBARDIA:RIMBORSI; 29 I CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONE INDAGATI
(ANSA) - Sono ventinove, secondo quanto si apprende, gli indagati nell'ambito dell'inchiesta con al centro l'ipotesi di peculato sui presunti rimborsi sospetti avviata dalla procura di Milano nella 'tranche' che riguarda i consiglieri della Regione Lombardia di opposizione. Non tutti saranno raggiunti da inviti a comparire, alcuni riceveranno solo informazioni di garanzia.

Luca Gaffuri

2 - LOMBARDIA: RIMBORSI; INDAGATI CAPIGRUPPO OPPOSIZIONE
(ANSA) - Tra i ventinove indagati nell'ambito dell'inchiesta con al centro l'ipotesi di peculato sui presunti rimborsi sospetti avviata dalla procura di Milano, ci sarebbero i capigruppo di Pd, Sel, Idv e Udc al Pirellone. Secondo quanto trapela si tratta di Luca Gaffuri (Pd), Chiara Cemonesi (Sel), Stefano Zamponi (Idv), Elisabetta Fatuzzo (pensionati) e Gianmarco Quadrini (Udc). Non tutti saranno raggiunti da inviti a comparire, alcuni riceveranno solo informazioni di garanzia.

ILLUSTRAZIONE SARX PIRELLONE CARCERE

3 - MISIANI (PD) - I RIMBORSI SONO MODESTI
Quanto ai consiglieri regionali Pd indagati per peculato in Lombardia? "Si tratta di rimborsi molto modesti, ma è giusto che la magistratura faccia il suo corso - ha detto Misiani - credo che avranno tutti gli argomenti per dimostrare la propria estraneità".

4 - LOMBARDIA: RIMBORSI; PD-IDV,OK DIMISSIONI SE RINVIO GIUDIZIO
(ANSA) - I candidati consiglieri alle elezioni regionali di Pd e Idv si impegneranno a rassegnare le dimissioni, come ha chiesto il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lombardia Umberto Ambrosoli, se una volta eletti dovessero essere rinviati a giudizio. Lo hanno spiegato i capigruppo regionali dei partiti, favorevoli alla proposta avanzata da Ambrosoli dopo che l'inchiesta sui rimborsi ai gruppi politici al Pirellone ha coinvolto anche una trentina di consiglieri di opposizione, indagati dalla Procura di Milano.

NICOLE MINETTI AL PIRELLONE ASSEDIATA DAI FOTOGRAFI

"Siamo pronti a sottoscrivere l'impegno - ha spiegato il capogruppo del Pd Luca Gaffuri -, mi sembra una dichiarazione condivisibile e un gesto di trasparenza nei confronti dei cittadini". Un'opinione condivisa anche dal capogruppo dell'Idv Stefano Zamponi, perché "bisogna dare il segnale di una svolta nella legalità". "Bisognerebbe però vedere i motivi per cui una persona viene rinviata a giudizio - ha precisato - perché ad esempio utilizzare i fondi per acquistare una bandiera italiana da mettere nell'ufficio è diverso dal rifornirsi di cartucce da caccia".

ANTONIO MISIANI

5 - LOMBARDIA: RIMBORSI; FORMIGONI, ORA PISAPIA SIA COERENTE
(ANSA) - "Non è piacevole parlare di queste cose, restiamo garantisti per tutti: per noi vale sempre la presunzione di innocenza, ma devo dire che questo atteggiamento è usato quasi soltanto da noi del centrodestra". Lo ha detto il presidente uscente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha convocato una conferenza stampa per commentare le indagini aperte su una trentina di consiglieri dell'opposizione di centrosinistra per i rimborsi facili. In particolare Formigoni ha chiesto coerenza al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che a dicembre era stato piuttosto duro con gli esponenti di Pdl e Lega finiti sotto indagine.

"Chiedo al sindaco Pisapia di ripetere parola per parola i suoi giudizi molto chiari e pesanti" a proposito dei consiglieri di centrodestra indagati, ha detto ai giornalisti, "rivolgendoli però alla sua parte politica: o Pisapia è un doppiopesista o mi attendo entro stasera che emetta gli stessi giudizi". Il governatore se l'é presa con l'attenzione che in generale la stampa ha rivolto a questo nuovo filone di indagine sui rimborsi del centrosinistra.

formigoni regala il formaglione e promette il forgiaccone

"Mi permetto di rivolgere un invito a tutti i giornali che hanno dedicato le prime pagine alle indagine sul centrodestra di rimediare e di dedicare anche le prime pagine al centrosinistra - ha sostenuto Formigoni -. E sono anche certo che i tg nazionali della Rai, cioé il servizio pubblico, dedicheranno lo stesso spazio", riservato tempo fa agli indagati di centrodest

 

FORMIGONI E PISAPIA

AFFONDA PIAZZA AFFARI (-3,4%), SPREAD IN NETTO RIALZO A 260 - BORSA COLPITA DAL CROLLO DI SAIPEM (-34%)

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1 - BORSA MILANO CHIUDE IN CALO OLTRE 3% ZAVORRATA DA SAIPEM, PESANTE MPS
(Reuters) - Seduta da dimenticare per Piazza Affari, travolta dal crollo di Saipem dopo il profit warning a sorpresa della vigilia che trascina in rosso anche Eni. Il ribasso dei due titoli penalizza particolarmente il listino milanese visto il peso delle società sull'indice di riferimento. Torna intanto a perdere decisamente terreno Mps in un clima dei debolezza diffusa tra i bancari.

PIAZZA AFFARI

Nel primo pomeriggio a raffreddare anche le altre borse europee sono arrivati i dati sul Pil Usa del quarto trimestre, che ha registrato una inaspettata contrazione mostrando la prima flessione dalla recessione del 2007-2009.

Il FTSE Mib chiude in calo del 3,36% e l'Allshare arretra del 3,34%. Volumi nel finale pari a circa 4,2 miliardi di euro.

In Europa il benchmark FTSEurofirst 300 arretra dello 0,6% mentre sono contrastati gli indici di Wall Street, dove alla debole lettura del Pil fanno da contraltare i buoni risultati di Amazon.

SAIPEM

* SAIPEM in caduta libera lascia sul terreno oltre il 34% con volumi 23 volte la media, pari all'11,7% del capitale. I mercati hanno reagito al profit warning annunciato ieri sera a sorpresa dal nuovo management sugli utili 2012 e 2013. Gli analisti parlano di revisioni "shock" e diversi broker hanno abbassato i prezzi obiettivo sul titolo. Intanto Consob ha avviato un accertamento sul collocamento di un grosso pacchetto di titoli della società lunedì sera, solo ventiquattro ore prima dell'annuncio della revisione delle stime.

"A stupire è stata la magnitudine del calo della profittabilità attesa per il 2013 e della revisione delle di guidance 2012 circa tre mesi dopo averle confermate. Nonostante la società sia confident in una ripresa della crescita dei margini già nel 2014, non pensiamo che gli investitori torneranno a considerare Saipem un investimento remunerativo nel breve-medio periodo", commenta ICBPI Equity Research in una nota.

MASSIMO MONDAZZI

* Reagisce negativamente anche ENI che cala del 4,7% con scambi vivaci. Secondo quanto riferito a Reuters dal direttore finanziario Massimo Mondazzi, la revisione al ribasso delle stime di Saipem avrà un impatto per la controllante di 200 milioni nel 2013, circa il 3% dell'ultimo utile annuale. L'andamento delle due società impatta anche sullo stoxx europeo oil & gas che perde l'1,7%, il peggiore in Europa.

* Torna a cedere pesantemente terreno MPS dopo il recupero delle ultime sedute. Il titolo chiude in calo del 9,5% a quota 0,2422 euro, riavvicinandosi ai livelli di giovedì scorso con volumi sopra la media (4,7% del capitale scambiato) mentre continuano a rincorrersi le notizie sulle vicende giudiziarie che coinvolgono l'istituto senese. Intanto la Fondazione Monte dei Paschi di Siena si è detta disponibile a scendere sotto il 33,5% con l'obiettivo di ridurre il proprio indebitamento e garantirsi la sopravvivenza, si legge nella Newsletter di gennaio dell'ente pubblicata oggi.

* Bancari generalmente deboli in tutta Europa (-0,7% l'indice di settore). A Milano ribassi nell'ordine del 3-4% per UBI, UNICREDIT, BANCO POPOLARE e POP MILANO.

Seat Pagine Gialle

* FIAT cede alle vendite diffuse sul mercato e chiude con un -4,8% in un comparto europeo negativo (-1,1%). Il gruppo ha archiviato il 2012 con risultati in linea con la guidance e con le attese del mercato e ha confermato le previsioni per il 2013 fornite a fine ottobre 2012.

* Sul fronte opposto corre LUXOTTICA, saldamente in testa al paniere principale con un +2,3% all'indomani della diffusione dei risultati preliminari 2012, in linea con le attese, e delle prime indicazioni su quest'anno visto in crescita al traino del Nord America. Apprezzato dagli analisti anche il dato sul debito.

DEL VECCHIO

* Fuori dal paniere principale affonda SEAT con un calo del 9,7%. Sia Moody's che Standard & Poor's hanno declassato oggi il merito di credito del gruppo dopo la decisione di sospendere il pagamento della cedola semestrale in scadenza il 31 gennaio 2013 delle obbligazioni senior secured.

* Titoli media sotto pressione dopo una serie di notizie negative che in questi giorni hanno riacceso i timori sulle prospettive del settore. MEDIASET perde il 4,5% (dopo un buon rialzo ieri), L'ESPRESSO il 3,8%, MONDADORI il 2,4%, RCS l'1,1%, il SOLE24ORE il 7,2%. "Le ultime notizie sul settore sono ancora negative, compresa la debolezza del mercato pubblicitario spagnolo, i nuovi problemi di Seat e le difficoltà di finanziamento di Rcs", dice in una nota Banca Akros.

NUOVO TABLET BLACKBERRY PLAYBOOK

2 - SPREAD CHIUDE IN RIALZO A 260 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude a 260 punti base, in deciso rialzo dai 248 punti di ieri. Il tasso sul decennale del Tesoro sale al 4,31%.

3 - BORSA: DOPO PIL NY INCERTA ATTENDE FED, AFFONDA BLACKBERRY
(ANSA) - Wall Street dopo la doccia fredda del pil americano, contrattosi a sorpresa nel quarto trimestre. Un calo inatteso ma che non fa temere una recessione. Dopo sedute in cui hanno aggiornato i massimi degli ultimi cinque anni, gli indici americani si muovono incerti intorno alla parità. Il Dow Jones, intorno alle ore 18.00, è invariato a 13.954,10 punti. Il Nasdaq sale dello 0,16% a 3.158,34 punti.

Lo S&P 500 perde lo 0,06% a 1.506,93 punti. Fra i singoli titoli affonda Reserach in Motion, che arriva a perdere l'8,9% durante la presentazione dei nuovi modelli Blackberry. Sale invece Boeing, spinta da una trimestrale oltre le attese: i titoli del colosso dell'aviazione salgono dello 1,18%

Un'incertezza quella dei listini americani in attesa della Fed, che comunicherà le proprie decisioni di politica monetaria alle 20.15 ora italiana. A condizionare gli scambi anche l'attesa dei dati sull'andamento del mercato del lavoro che arriveranno venerdì. Secondo il sondaggio dell'Adp, il settore privato americano ha creato 192.000 posti di lavoro in gennaio, oltre le attese. Gli analisti prevedono la creazione di 168.000 nell'economia americana in gennaio, con un tasso di disoccupazione stabile al 7,8%.

OBAMA E BERNANKE

4 - CRISI: USA; PIL QUARTO TRIMESTRE -0,1%, SOTTO ATTESE
(ANSA) - L'economia americana si è contratta nel quarto trimestre, con il pil in calo dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo comunica il Dipartimento del Commercio. Le attese degli analisti di Bloomberg erano di un rialzo dell'1,1%. E' la prima flessione dal secondo trimestre del 2009.

5 - FIAT: UTILE GESTIONE ORDINARIA IV TRIM SALE A 987 MLN, 3,8 MLD IN 2012
Radiocor - Fiat ha chiuso il 2012 con un utile netto di 1,4 miliardi, in calo del 14,5% rispetto al 2011 (che includeva Chrysler dal primo giugno), superando cosi' il consensus di mercato che stimata un risultato di 1,3 miliardi. L'utile della gestione ordinaria si e' attestato a 3,8 miliardi (+18% sul 2011 pro forma), su ricavi per 84 miliardi (+12%). L'utile e' imputabile interamente a Chrysler, che nel 2012 ha guadagnato 2,4 miliardi, mentre Fiat al netto della controllata Usa perde un miliardo. Nel solo quarto trimestre, i ricavi si sono attestati a 21,8 miliardi (da 19,6 miliardi), l'utile della gestione ordinaria a 987 milioni (da 765) e l'utile netto a 388 milioni (da 265).

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO ANSA

6 - FIAT: MARCHIONNE, CONTI 2012 IN LINEA CON ATTESE, GRUPPO STA BENE
Radiocor - 'I risultati 2012 sono in linea con le aspettative. Il grupp o sta bene'. Cosi' ai giornalisti l'a.d. di Fiat Sergio Marchionne, parlando a margine dell'inaugurazione dello stabilimento di Grugliasco. Fiat rendera' noti tra qualche ora i risultati 2012, dopo il Cda che si terra' nello stabilimento di Grugliasco. 'Sappiamo che il mercato dell'auto in Europa e' in caduta libera -ha detto Marchionne - e forse non ha ancora toccato il fondo. Il 2012 e' stato il quinto anno di declino consecutivo, uno dei peggiori degli ultimi 20'. 'La Fiat- ha aggiunto - non intende piegarsi alla crisi di mercato. Non intendiamo rassegnarci a perdere soldi in Europa'. 'Abbiamo gia' ridotto le perdite in Europa nel IV trimestre 2012' ha concluso Marchionne.

7 - SEAT: MOODY'S ABBASSA RATING A CAA3, PUO' TAGLIARE ANCORA
Radiocor - Moody's ha abbassato la nota di merito di Seat Pagine Gialle, portandola a 'Caa3' da 'Caa1', cosi' come il rating riconosciuto ai bond in scad enza nel 2017, ancora a livello 'Caa3' da 'Caa1. L'agenzia ha annunciato che tutte le valutazioni rimangono sotto osservazione con implicazioni negative.

Titoli di stato

8 - BTP: RENDIMENTO 10 ANNI SCENDE AL 4,17%, AI MINIMI DA OTTOBRE 2010
Radiocor - Tassi in discesa e domanda non brillante per i BTp a 5 e 10 anni assegnati oggi in asta dal Tesoro. Nel dettaglio la settima tranche del nuovo BTp a 5 anni scadenza 01/11/2017 e' stata collocata con un rendimento del 2,94%, in calo di 0,32 punti sull'asta precedente e ai minimi da ottobre 2010. La domanda e' stata pari a 3,904 miliardi a fronte di importo assegnato pari a 3 miliardi. Per l'undicesima tranche del BTp decennale scadenza 01/11/2022 la domanda pari a 4,621 miliardi a fronte di un'offerta compresa tra 2,5 e 3,5 miliardi e un importo collocato di 3,5 miliardi. Scende il rendimento, che si attesta al 4,17% (-0,31%), toccando i minimi dall'ottobre del 2010.

MONTI BEFERA

9 - NUOVO RICCOMETRO VERSO SBLOCCO, CACCIA AI FINTI POVERI
(ANSA) - Parte la caccia ai finti poveri che chiedono prestazioni sociali. Il Consiglio dei ministri domani ha all'esame una "deliberazione motivata" sulla riforma dell'Isee - il nuovo riccometro con criteri più stringenti - che consente di superare il mancato accordo con la Conferenza delle Regioni richiesto dalla Corte Costituzionale.

10 - BANKITALIA: SIGNORINI NOMINATO VICE DIRETTORE GENERALE
(AGI) - Su proposta del Governatore, il Consiglio Superiore della Banca d'Italia, ha oggi nominato nel Direttorio in qualita' di Vice Direttore Generale Luigi Federico Signorini, dal 1° marzo 2012 Funzionario generale preposto all'Area Vigilanza bancaria e finanziaria. Il Consiglio Superiore ha inoltre preso atto delle dimissioni dalla carica rassegnate dal Vice Direttore Generale Giovanni Carosio alla scadenza del mandato. La nomina avra' efficacia a partire dalla data del relativo decreto di approvazione del Presidente della Repubblica, promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto col Ministro dell'Economia e delle finanze, sentito il Consiglio dei ministri

LUIGI FEDERICO SIGNORINI

11 - EURO PROSEGUE CORSA, CHIUDE IN FORTE RIALZO SOPRA 1,35 DLR
(AGI) - Non si ferma la corsa dell'euro, segno dell'aumentata propensione al rischio degli investitori, che appaiono convinti che, per l'eurozona, il peggio sia passato. La moneta comune termina la seduta a 1,3562 dollari e 123,46 yen, dopo aver toccato il picco dal novembre 2011 sul biglietto verde e il massimo da 33 mesi sulla divisa nipponica. Lo yen arretra anche sul dollaro a 90,99 .

12 - GENERALI, CRT E FERAK IN CERCA DI INTESE
S. Bo. per il "Corriere della Sera" - «Stiamo cercando un accordo con Ferak, ma non abbiamo ancora trovato una soluzione, appena ci saranno novità le comunicheremo». Ieri il segretario generale della Fondazione Crt, Massimo Lapucci, ha ribadito che ancora i contatti sono in corso per raggiungere un'intesa sulla quota pari al 2,2% di Generali custodita in Effeti, società controllata in condominio dalla fondazione torinese e dai veneti di Ferak.

LEONE DI TRIESTE ASSICURAZIONI GENERALI jpeg

Lapucci ha precisato inoltre che nel consiglio di lunedì dell'ente non si è parlato della questione. Effeti, come è noto, ha in carico i titoli del Leone a 18 euro contro un prezzo di ieri in Borsa pari a 14,12 euro e sembra probabile che al momento nessuno intenda «incassare» una minusvalenza. Inizialmente Roberto Meneguzzo, socio rilevante di Ferak attraverso Palladio, avrebbe proposto di acquistare l'intera partecipazione detenuta nella cassaforte comune ma i colloqui in questa direzione non sarebbero proseguiti.

Si è parlato anche di una scissione di Effeti, con la ripartizione del pacchetto triestino fra i due soci, o di esercizio di voto disgiunto nell'assemblea di Trieste, che sarà chiamata in primavera a rinnovare il consiglio. Ma anche rispetto a queste ipotesi non sembrano esserci state finora convergenze. Al momento dunque si sa solo che Crt e Ferak sono d'accordo sul divorzio. Come non è stato ancora deciso.

13 - SUCCO D'ARANCIA E PREVISIONI, RISCHIO INSIDER PER I MEDIA
S. Bo. per il "Corriere della Sera" - È possibile dimostrare che un vantaggio di qualche secondo o meno è sufficiente ai trader per fare profitti con informazioni confidenziali? È molto difficile. E se già l'insider trading è un reato complesso da perseguire, la velocità con la quale oggi le informazioni passano da riservate a pubbliche rende ancora più difficili le investigazioni.

insider-trading

Perciò, riporta il «Wall Street Journal», le autorità Usa al termine di indagini che hanno coinvolto agenzie come Bloomberg, Reuters e Dow Jones, hanno deciso di non avviare alcuna azione. Secondo quanto riporta appunto il quotidiano finanziario le autorità Usa hanno condotto un'ampia indagine per verificare se alcuni mezzi di comunicazione, utilizzando sistemi di trasmissione ad alta velocità, possano aver facilitato l'insider trading consentendo agli investitori un accesso anticipato anche solo di qualche frazione di secondo rispetto alla pubblicazione ufficiale a dati sull'andamento dell'economia in grado di muovere i mercati.

Anche i film più «spericolati» nell'ipotizzare grandi truffe con l'insider trading (per tutti: Una poltrona per due e la divertente speculazione sul succo d'arancia) diventano archeologia. Tutto avveniva in giorni o mesi. Qui è questioni di secondi. O anche meno.

 

 

AHI! TECH - MICROSOFT CON LA TESTA FRA LE NUVOLE: PRESENTATO IL NUOVO OFFICE 365 HOME PREMIUM

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia

1 - MICROSOFT CON LA TESTA FRA LE NUVOLE: PRESENTATO IL NUOVO OFFICE 365 HOME PREMIUM, BASATO SUL CLOUD STORAGE

Nella strategia di rilancio del marchio Microsoft, dopo Windows 8 viene sicuramente la nuova versione del software più famoso rilasciato dall'azienda di Bill Gates. Ieri è stato presentato a New York il nuovo Office 365 Home Premium.

MICROSOFT OFFICE 365 HOME PREMIUM

Ad accompagnare il classico set di applicazioni (Word, Excel, PowerPoint, OneNote, Outlook, Publisher e Access), la principale novità è la compatibilità con il mobile e con il cloud storage: con un solo abbonamento da 99 euro all'anno, il software potrà essere utilizzato su un massimo di cinque dispositivi, tra cui tablet Windows, PC o Mac, e ottenuto "on demand" da qualsiasi pc connesso a Internet.

Microsoft abbandona così una volta per tutte la sua natura "sedentaria" (spesso è stata criticata per essere poco "smart") e strizza l'occhio alle nuove tecnologie mobili, invadendo così ufficialmente il terreno preferito dai concorrenti, primo fra tutti la Apple di Cupertino.

Non solo. Perché dopo aver lasciato definitivamente il supporto fisico (da oggi acquistare Office non vuol dire più entrare in possesso di un cd da installare, ma accedere a una vera e propria piattaforma di servizi, fruibile da ovunque), Microsoft non poteva certo non pensare a un altro aspetto fondamentale: il cloud storage. L'azienda di Bill Gates mette a disposizione il servizio "SkyDrive", che per gli utenti Premium ha una capacità di memorizzazione di 20 gigabyte (7 giga per gli account gratuiti). Così si potranno salvare i propri documenti senza temere di perdere la chiavetta usb in cui erano memorizzati.

Per completare il quadro, il nuovo pacchetto Office comprende anche 60 minuti al mese per chiamate internazionali via Skype.

Oltre a Office 365 Home Premium, Microsoft ha rilasciato anche Office 365 University (per gli studenti e il personale docente e non docente delle Università, al prezzo di 79 euro per un abbonamento quadriennale), più le versioni aggiornate di Office Home and Student 2013, Office Home and Business 2013 e Office Professional 2013. La versione dedicata alle aziende del nuovo Office 365 è attesa per il prossimo 27 febbraio.


2 - RIM SVELA IL NUOVO BLACKBERRY E CROLLA IN BORSA

BLACKBERRY Z10

Doveva essere il giorno dell'inizio del riscatto per Research In Motion, la casa canadese produttrice di uno dei primi smartphone al mondo, il Blackberry. Rim (che oggi ha cambiato nome in "Blackberry") ha presentato in pompa magna i nuovi modelli del suo smartphone, uno con touchscreen, lo "Z10", e un altro con la cara vecchia tastiera per i clienti business, il "Q10", con annesso il nuovo sistema operativo OS 10. Cliccando su questo link del "Wall Street Journal" (http://on.wsj.com/X8h2ap), potrete vedere una panoramica a 360 gradi dello "Z10".

Solo poche ore dopo la presentazione, però, l'azienda è affondata in Borsa, perdendo il 6,3 per cento. Probabilmente il calo è avvenuto a causa della notizia, diffusa proprio dal "Wall Street Journal", che i nuovi cellulari usciranno sul mercato americano solo dalla metà di marzo.

Per un'azienda che punta tutto su queste novità per riprendersi dalla crisi che l'ha pesantemente colpita da quando il pubblico ha preferito il touchscreen di Apple e Samsung alla sua pallina roteante, non è proprio un buon inizio.


3 - L'ITALIA È SEMPRE PIÙ "SMART": CRESCE IL NUMERO DI SMARTPHONE E IL FENOMENO DEL "MOBILE ADVERTISING" È LA NUOVA FONTE DI BUSINESS PER LE AZIENDE

MOBILE ADVERTISING

Una ricerca dell'Osservatorio Mobile Marketing & Service della School of Management del Politecnico di Milano parla chiaro: gli smartphone sono entrati a far parte delle abitudini degli italiani. Oltre la metà dei possessori di un cellulare oggi sono passati a questa nuova tecnologia e difficilmente torneranno indietro. Il 61 per cento di loro infatti trascorre più di un'ora al giorno su internet, collegandosi dal proprio dispositivo mobile.

Numeri che fino a qualche anno fa erano impensabili, ma che oggi sono una realtà sempre più concreta. In una situazione del genere, è chiaro che per quelle aziende che scelgono di interagire con i clienti tramite questi dispositivi, le possibilità aumentano in maniera esponenziale.

Il cosiddetto "mobile advertising" (cioè sostanzialmente la pubblicità su tablet e smartphone) tra il 2011 e il 2012 ha conosciuto un'espansione impressionante, tanto che ormai, sulle prime 100 aziende, 62 hanno già un'app per iPhone. Un business, insomma, sicuramente da tenere d'occhio, soprattutto se si considera che il 40 per cento degli utenti degli smartphone clicca sulle pubblicità e 3 persone su 4 ne scaricano le app o accedono ai vari siti.

 

ECCO A VOI KATARINA, LA MITICA “FIDANZATA MONTENEGRINA” DEL BANANA: AUTOSCATTO SEXY (IN BIKINI) AD ARCORE

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1. Katarina, la presunta fidanzata montenegrina del sultano di Hardcore si diverte a fare le foto "artistiche". Eccola ad Arcore, sullo sfondo si vedono le foto di Berlusconi con Bush...

AUGUSTO MINZOLINI KATARINA KNEZEVIC AUTOSCATTO AD ARCORE

2. Vanity Fair - Dicono che un giovanotto che si vanta di non essere intelligente stia passando guai per via di un ex fidanzata, ora collega. Dicono che lei sbandieri i loro trascorsi. E che l'attuale compagna di lui sia pazza di gelosia. Dicono.

3. Il candidato Pdl in Liguria, Minzo dei Minzolini va a "Un giorno da pecora" e dimostra di non conoscere le province della Liguria...

4. Orgoglioso di mio figlio, che ha risposto per le rime a chi mi insultava su twitter. Cosi Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1 e ora candidato al Senato per il PDL, al programma di Radio2 'Un Giorno da Pecora' ha spiegato la vicenda, di qualche giorno fa, che lo ha visto protagonista di uno scontro verbale sul sito di microblogging. A seguito di una serie di forti critiche nei suoi confronti, dal profilo di Minzolini erano partite delle risposte altrettanto dure, che, sembrava, gli fossero costate il blocco temporaneo dell'account. "Innanzitutto non è vero che mi avevano bloccato l'account, com'è stato scritto. Avevo lasciato il mio Twittter aperto e mio figlio, che usa il mio stesso pc, vedendo tutti gli insulti che mi erano stati fatti, ha risposto", ha spiegato Minzolini.

Giancarlo Mazzuca

Però sembra esserci andato un po' troppo duro, nelle risposte. "No, anzi lo stimo ancora di più per quello". E perché? "Lui ha fatto quello che fa una persona normale se viene aggredito da una sorta di squadrismo, come è avvenuto su twitter. Ha avuto la forza e la voglia di rispondere per le rime, lo stimo molto, perché a 20 anni non devi farti intimorire".

MARIO ORFEO

5. Come mai è saltato di colpo il direttore de "Il Giorno", Ugo Cennamo, sostituito da Giancarlo Mazzuca? Cherchez la femme....

5. Carlo Rossella per "Il Foglio": Nido di nobili. Al Circolo della caccia si lamentano: "Quasi nessun aristocratico nelle liste". Mala tempora currunt.

6. Romana Liuzzo per "il Giornale" - Mario Orfeo, brillante direttore del Tg1, non è un uomo mondano ma l'altra sera avrebbe voluto essere al compleanno del vicedirettore Rai Gianfranco Comanducci. Quattordici esclusivi invitati per i 65 anni del dirigente nella saletta privata dallo chef siciliano, Filippo La Mantìa. Il lavoro è durato fino a sera e l'ex direttore del Messaggero ha dovuto dare forfait.

COMANDUCCI E SIGNORA

Romana Liuzzo per "il Giornale" - Beppe Pisanu. 75 anni, da 38 in Parlamento, con Berlusconi dal 1994 (e ministro nei suoi governi) fino all'altro ieri ha detto che col Pdl ha chiuso perché il partito «è scivolato a destra su posizioni populiste, antieuropee e anticostituzionali ». Insomma: il peggio del peggio. Per coincidenza la scoperta del truce scivolone coincide con la mancata candidatura. Per coincidenza.

Giuseppe Pisanu

Romana Liuzzo per "il Giornale" - Chi è quel candidato di età avanzata (omettiamo il partito) che durante le manifestazioni con il segretario nazionale va ogni volta a stringergli la mano e a dirgli qualcosa nell'orecchio nei momenti meno opportuni? In passato il personaggio ha ricoperto anche cariche molto importanti, ma evidentemente non ha imparato il savoir faire .

Da "Lastampa.it" - «Lapo non ne poteva più di Goga, per questo l'ha lasciata». La prima a rompere il silenzio sulla fine dell'amore tra Lapo Elkann e Goga Ashkenazi è Jennifer Lopez, da tempo amica dell'imprenditore. Secondo il settimanale «Di Tutto» la popstar avrebbe raccontato la propria versione dei fatti durante la cerimonia di premiazione dei Golden Globes a Los Angeles.

Lapo Goga

La rottura tra il manager italiano e la ricca kazaka è infatti ormai nota, ma ad essere ancora sconosciute erano le cause del naufragio della love story avvenuto al rientro di una vacanza a Punta del Este in Uruguay. Secondo i rumor, infatti, i due avrebbero animatamente litigato in pubblico già durante lo scalo a Madrid.

JENNIFER LOPEZ

«All'inizio - avrebbe dichiarato J.Lo. - Lapo era veramente coinvolto nella storia e tutto sembrava filare a meraviglia. Poi qualcosa tra loro si è incrinato, chissà forse anche a causa dello shock subito per la rapina in Uruguay durante le vacanze invernali. Me lo hanno confessato anche gli stessi amici di Goga mentre ero a Miami».

 

 

L’ITALIA DÀ ALL’EUROPA PIÙ DI QUANTO NON RICEVA: NEL 2011 ABBIAMO VERSATO 16 MLD € E NE SONO RIENTRATI SOLO 9,6

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Valentina Conte per "la Repubblica"

Diamo più di quanto riceviamo. In altri termini, l'Italia è un "contributore netto" nei confronti dell'Unione europea. Una situazione in cui il nostro Paese «si trova ormai da tempo». Ma che negli ultimi anni, secondo l'analisi della Corte dei Conti, ha subito «un sensibile aggravamento ».

L EURO CHE AFFONDA LA TOMBA DELL EURO

Basta guardare ai dati del 2011, gli ultimi disponibili: 16 miliardi versati a Bruxelles, «il massimo storico del settennio 2005-2011», ma solo 9,6 rientrati. Una notevole differenza, pari a ben 6 miliardi e mezzo. Detto in termini percentuali, gli esborsi sono saliti del 4,9% nel 2011 sull'anno prima. Ma i benefici di appena l'1,2%. Quattro punti di "spread", mai così ampio, che arrivano dritti sul tavolo del Consiglio europeo del 7-8 febbraio, dove si discuterà del bilancio comunitario 2014-2020, dopo il flop di fine novembre. E del contributo di ciascuno alla "cassa comune".

LO SBILANCIO
Troppo alto quello dell'Italia, sottolinea anche la Corte dei Conti, che in cinque anni (2007-2011) ha recuperato solo 50 miliardi dei quasi 76 in volo verso l'Europa. In pratica, appena due terzi dei "sacrifici" si sono trasformati in vantaggi, al pari della Francia (94 miliardi di uscite e 68 di entrate). Mentre la Germania ha rivisto poco più della metà di quanto versato (59 miliardi a fronte di 111). Nel 2011 Roma era terza nella classifica dei "contributori" con 16 miliardi, dopo Berlino (23) e Parigi (20). Ma solo quinta in quella dei "ricevitori" con 9,6 miliardi, dopo Polonia (14,4), Spagna (13,6) e le solite Francia (13,1) e Germania (12,1).

EURO SI SCIOGLIE HOLLANDE E MERKEL

LO "SCONTO" A LONDRA
Il «notevole incremento» dell'apporto italiano alla Ue e la «notevole contrazione» delle risorse messe a disposizione del nostro Paese, dicono i giudici contabili, hanno fatto sì che tra 2007 e 2011 la forchetta tra uscite e entrate sia più che raddoppiata: da 3 a 6 miliardi e mezzo (5,9 nei calcoli della Commissione che esclude dazi e costi amministrativi, come gli stipendi dei funzionari).

Monti - Cameron

Curiosamente, dei 76 miliardi italiani a Bruxelles ben 5 sono andati al Regno Unito, grazie al vecchio accordo di Fontainebleau del 1984, in base al quale la Thatcher si assicurò un ritorno dei due terzi del contributo di Londra all'Europa. Uno sconto che ancora ricade sulle spalle degli altri e che per l'Italia è balzato nel 2011 del 16,6% (717 milioni contro i 615 del 2010), con «un'inversione della favorevole tendenza rilevata nel precedente biennio» a decrescere, chiosa la Corte.

MARGARETH THATCHER AL PARCO

PIL E IVA
Il cuore dei versamenti a Bruxelles è però tutto nella percentuale di Pil che l'Italia mette sul piatto e nella parte comunitaria dell'Iva: in tutto 13 miliardi e mezzo sui 16 totali nel 2011, record «storico». In cambio, fondi strutturali per la crescita (che l'Italia spende poco e male, però), sostegni all'agricoltura, alla pesca, all'ambiente, denari per le calamità, programmi per la ricerca e l'innovazione (l'Italia è al quarto posto), progetti per gli studenti (Erasmus e simili). Benché, segnala infine la Corte dei Conti, «il settore relativo alla politica di "coesione"» sia scivolato dell'8,8% nel 2011, fermandosi a 2,3 miliardi.

 

IL BANANA VUOLE SPARARE LA BOMBA FINALE PER AZZOPPARE LA VITTORIA DEL PD: UN’ALIQUOTA MASSIMA AL 35% COME NEGLI USA

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Francesco Bei per "la Repubblica"

ALFANO E BERLUSCONI VERSIONE VANNA MARCHI jpeg

Berlusconi promette un fuoco d'artificio per domenica a Milano. Alla fiera gli stanno organizzando una conferenza stampa-evento. L'oggetto è misterioso, ieri il Cavaliere ne ha parlato in un pranzo blindato a palazzo Grazioli con Alfano, Brunetta e Bonaiuti. Dicono che la proposta - per Daniela Santanchè addirittura «in grado di ribaltare il risultato delle elezioni» - riguarderà il sistema fiscale. Non l'abolizione di Equitalia, come pure si era ipotizzato.

Si parla di un'aliquota massima al 35 per cento del reddito, sul modello Usa.
Berlusconi, per una volta, è riuscito a mantenere il riserbo. Strano semmai il timing dell'annuncio, visto che nelle precedenti campagne elettorali "l'asso nella manica" - dall'abolizione dell'Ici a quella del bollo auto - era stato calato sul tavolo solo a ridosso del voto.

FACCIA A FACCIA BERLUSCONI E ALFANO

«Abbiamo deciso di anticipare la "bomba" - argomenta Paolo Bonaiuti - per sfruttare il momento positivo e accelerare ancora». Berlusconi non lascia nulla d'intentato pur di apparire. Ieri si è infilato persino nella trasmissione di Platinette su Rmc, mentre martedì andrà a Ballarò da Floris. «I nostri numeri - sostiene alla radio - ci danno solo a 2,6 punti dalla sinistra».

PAOLO BONAIUTI RENATO BRUNETTA

I cavalli di battaglia sono sempre gli stessi. L'occhiolino agli evasori: «Elimineremo il limite dei mille euro per i pagamenti in contanti». L'attacco ai riscossori: «Nel nostro programma c'è una modifica assoluta di Equitalia, del suo modo di agire e dei rapporti tra Stato e contribuente che ora non sono tra uno Stato amico e il cittadino, ma sono rapporti tra uno Stato ostile e il cittadino anche onesto».

santanche e berlu

Il bersaglio polemico è soprattutto il premier: «Tutto va nella direzione di una collaborazione tra Monti e Bersani. Monti toglie voti ai moderati e li mette a disposizione della sinistra». Gli impegni a Bruxelles, Berlino e Parigi del Professore? Solo «un po' di teatro come candidato». Anche gli esodati «sono stati creati dal governo dei cosiddetti tecnici. Sono persone in una situazione imbarazzante perché non hanno lo stipendio ma nemmeno la pensione. Oltre 300 mila persone sono in queste condizioni, interverremo nei primi Cdm».

LA RISATA DI MARIO BALOTELLI

Il Cavaliere torna a battere sul voto utile e se la prende stavolta con Oscar Giannino. «Italiani, non disperdete i voti ai piccoli partiti come Monti, Fini, Casini e Giannino che ha l'1.4% di voti. Lui lo sa ma insiste in maniera non responsabile nel sottrarre voti ai moderati». Ma il giornalista, candidato premier di "Fare" replica: «Berlusconi ha per una volta ragione: il voto dato a noi è un voto dato al vento, quello del cambiamento».

OSCAR GIANNINO S INCATENA A PORTA A PORTA

Il leader del Pdl - finora molto prudente sull'argomento (su Mps sono parcheggiati molti sui conti) - inizia a utilizzare anche lo scandalo di Siena per colpire. «Come cittadino la mia vita privata è stata passata ai raggi X: ora aspetto di sapere quante intercettazioni sono state fatte per la vicenda Mps, che coinvolge una cifra di 2 miliardi di cui si ignora la destinazione. Per quanto mi riguarda sono state fatte 150mila intercettazioni alle mie ospiti di Arcore».

platinette

E ancora: «Di fronte a cose importanti come quello dell'acquisto di Antonveneta, mi domando se fosse successo quello che è successo alla nostra parte politica quante sarebbero le persone in carcere?». Berlusconi infine nega di aver usato l'ingaggio di Balotelli al Milan per risalire nei sondaggi. Confessa tuttavia scherzando di avere pensato direttamente a candidarlo, «ma non ci sono riuscito... non ci sono più i tempi»

GIANNINI BY VINCINO

 

MONTE DEI PECCATI - LE AVVISAGLIE DELLO SCANDALO MPS: NEL 2007 LA FONDAZIONE FU CONDANNATA PER AGGIOTAGGIO

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Paolo Bracalini e Massimo Malpica per "il Giornale"

GIUSEPPE MUSSARI

Denunce, esposti, segnala¬zioni, rapporti agli organi di vigi¬lanza, solleciti alle autorità competenti per intervenire al più pre¬sto. Niente, nessuno ha mai sen¬ti¬to puzza di bruciato dentro Roc¬ca Salimbeni, oppure si è turato il naso per non sentirla. Tanto più che nel 2007, proprio mentre i vertici della banca brindavano alla sciagurata operazione Antonveneta, la Fondazione Mon¬te dei Paschi viene condannata dal Tribunale di Milano.

E non per un divieto di sosta, ma per un reato finanziario: aggiottaggio manipolativo. Il direttore gene¬rale della Fondazione Mps, Emi¬lio Tonini, viene condannato a 8 anni in rito abbreviato dal gup di Milano, con l'accusa di aver ma¬nipolato il valore delle azioni Unipol nel 2003. Insieme a lui vie¬ne condannato anche Palazzo Salimbeni, cioè la Fondazione Monte dei Paschi, per responsa¬bilità amministrativa nel reato.

monte paschi mps

E chi era il presidente della Fondazione Monte dei Paschi al¬l'epoca dei reati contestati? Un rampante avvocato di origini ca¬tanzaresi, entrato presto nella classe dirigente del Pci-Ds sene¬se e poi asceso alle più alte cari¬che cittadine, quelle nel Monte: Giuseppe Mussari. Cinquanta¬mil¬a euro di multa per l'ex diret¬tore generale, 10mila euro per la Fondazione, nessun graffio per Mussari. Il presidente successi¬vo, Gabriello Mancini, che è an¬cora al suo posto, annunciò im¬mediatamente il ricorso in ap¬pello, che però venne perso nel 2011, condanna confermata.

MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA

In sostanza i magistrati della seconda Corte di Appello di Mila¬no accertano che, nell'acquisto di un pacchetto di azioni Unipol, il gruppo guidato da Giovanni Consorte, la Fondazione Mps ha compiuto manovre fraudolente «allo scopo di alterare, aumen-tandola, la quotazione del titolo Unipol. Sì, proprio il Consorte a cui Piero Fassino, segretario dei Ds, fece la famosa domanda al te¬lefono: «Abbiamo una banca?».

Anche in appello viene con¬dannata la Fondazione come en¬te giuridico, per via di un riscon¬trato «interesse di gruppo», scri¬vevano i magistrati nel 2011, e cioè «nell'ottica di una recipro¬ca cointeressenza (comparteci¬pazioni incrociate) all'epoca dei fatti tra Unipol e Fondazione Mps. Dopo 4 anni circa veniva confermata l'accusa, secondo l'aggiotaggio manipolativo «commesso da Unipol», che nel marzo 2003 manipolò il valore delle azioni privilegiate Unipol fi¬no al prezzo al quale la Fondazio¬ne Monte dei Paschi di Siena le acquistò da Finsoe (controllan¬te Unipol), fu «frutto di un previo accordo a livello apicale» tra i presidenti Unipol e Fondazione Mps. Nella sentenza di condan¬na Mussari viene descritto come l'attore principale, insieme a Consorte, dell'operazione.

Gabriello Mancini

Lo stesso direttore generale Tonini, poi condannato, metterà a ver¬bale «di aver ricevuto incarico di¬rettamente da Mussari, il giorno stesso della ricezione del fax di Consorte, di valutare la conve¬nienza dell'affare».

Ma c'è un altro dettaglio che colpisce. Ovvero il legale nomi¬nato dalla Fondazione Mps come suo difensore in quel proces¬so. L'avvocato Angelo Benessia, torinese, a lungo presidente del¬la fondazione bancaria Compa¬gnia di San Paolo, ma soprattut¬to advisor legale di Mussari, nel¬le successive vesti di presidente di Banca Monte dei Paschi, per l'acquisto di Antonveneta, nel 2007, cioè qualche mese dopo la condanna per aggiotaggio mani¬polativo.

 

FORNERO CHI? MONTI DEI PACCHI BUTTA IL “RICCOMETRO” NEL CESTINO…

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Alessandro Barbera per "La Stampa"

La decisione per lui era complessa. La campagna elettorale è nel vivo, i partiti pensano corto, e mettere mano ad una materia così a venti giorni dalle urne avrebbe aggiunto problemi a problemi. La potremmo definire la sindrome da redditometro: Monti temeva che il provvedimento finisse nel tritacarne della propaganda. All'ora di cena il premier aveva deciso, anche se curiosamente il provvedimento era ancora all'ordine del giorno del consiglio dei ministri. Il dibattito è stato acceso, ma alla fine è passata la linea del rinvio.

Mario Monti e Elsa Fornero

Da un lato Monti, dall'altra Elsa Fornero e il suo sottosegretario Maria Cecilia Guerra, che alla riforma lavoravano da più di un anno. L'oggetto del contendere aveva un nome simile al redditometro ma è cosa del tutto diversa: riccometro. Chi ha almeno un figlio o un reddito basso lo conosce con l'acronimo di Isee, l'indicatore della situazione economica prevalente, l'attestato con il quale si accede alle principali prestazioni sociali: l'asilo nido, la mensa scolastica, gli assegni di maternità, le tasse universitarie, gli sconti sulle bollette di luce e gas.

REDDITOMETRO

Se ne parla da mesi, è una riforma che andrebbe a favore dei più poveri contro chi oggi, nelle pieghe delle regole, ne approfitta. Nel pomeriggio a spingere per il rinvio erano usciti allo scoperto il Forum delle famiglie (vicino alla Cei) e due esponenti ciellini del Pdl, Maurizio Lupi e Gabriele Toccafondi: «Una riforma così non può essere trattata come un atto di ordinaria amministrazione».

La richiesta del mondo cattolico era di lasciare la pratica al prossimo governo. È quel che accadrà, anche se ufficialmente il rinvio è alla prossima riunione. La Fornero, descritta «delusa e irritata» da chi l'ha incontrata poco prima del consiglio, è convinta che altro non si sia trattato che del de profundis della riforma. «Temo che non si farà più nulla», confidava ieri sera ai collaboratori.

REDDITOMETRO

I dubbi di chi ha chiesto e ottenuto il rinvio sono nella sostanza della riforma, ovvero di rendere più stringenti i parametri grazie ai quali si ottengono le prestazioni. La bozza prevedeva una stretta particolare sui redditi immobiliari: i nuovi criteri prendono a riferimento il valore delle case ai fini Imu, cioé con la rendita catastale rivalutata del 60%. D'altra parte è prevista la possibilità di sottrarre la parte di mutuo residuo, e c'è una franchigia di settemila euro per chi non ha la casa di proprietà e vive in affitto.

MAURIZIO LUPI

Così come accadrà con il nuovo redditometro, il nuovo Isee prevedeva controlli severi: sui redditi, i patrimoni, sull'effettiva composizione dei nuclei familiari. Uno dei trucchi più classici per salire nella classifica degli asili nido è quella di dichiararsi separati quando separati non lo si é. Se oggi la dichiarazione è accettata sulla buona fede dal richiedente, a regime è previsto che alcuni dati vengano precompilati dall'Inps che ha accesso a Serpico, il sistema informatico dell'agenzia delle Entrate.

TASSA SULLA CASA jpeg

Ora la riforma subisce uno stop fatale, nonostante un iter che andava avanti da più di un anno. Prevista dal decreto salva-Italia, la revisione dell'Isee era già finita sotto la scure della Corte costituzionale che impose al governo di coinvolgere nella stesura Comuni, Province e Regioni. Ascoltati gli enti locali e il mondo dell'associazionismo, il ministero del Lavoro si è poi trovato di fronte al no alla Conferenza delle Regioni della Lombardia. La legge diceva però che il governo avrebbe comunque potuto procedere con una «deliberazione motivata» ed un decreto del presidente del Consiglio.

Evasione Fiscale

Decreto che sarebbe comunque dovuto passare dal vaglio del Consiglio di Stato e dal parere delle Commissioni parlamentari competenti. Solo a quel punto il premier avrebbe potuto varare il provvedimento in via definitiva. Anche se il parere delle Camere non era vincolante, Monti ha preferito evitare rischi.

 


ORA ET NON LABORA - A DICEMBRE LA DISOCCUPAZIONE SALE ALL’11,2%, IN RIALZO DI 1,8 PUNTI RISPETTO ALLO SCORSO ANNO

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Da "Corriere.it"

DISOCCUPATI

Ancora dati negativi sul fronte dell'occupazione. Il tasso di disoccupazione (che ricordiamo è dato dal rapporto tra le persone in cerca di lavoro e la forza lavoro complessiva) a dicembre è all'11,2%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su novembre e di 1,8 punti su base annua. Lo rileva l'Istat (che ha reso noti i dati destagionalizzati e provvisori). Il tasso resta ai massimi da gennaio 2004, inizio delle serie mensili, e dal primo trimestre '99, guardando a quelle trimestrali.

FORNERO E MONTI DA LIBERO

NUMERI - A dicembre 2012 in termini assoluti il numero di disoccupati risulta pari a 2 milioni 875 mila, in lieve aumento (+4 mila) rispetto a novembre. Su base annua il numero complessivo dei disoccupati cresce quindi del 19,7%, ovvero di 474 mila unità. Il calo dell'occupazione riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di occupazione, pari al 56,4%, diminuisce quindi di 0,2 punti percentuali nel confronto congiunturale con novembre e di 0,6 punti rispetto a dodici mesi prima.

MONTI FORNERO

GIOVANI - Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a dicembre è pari invece al 36,6%. Il tasso è in calo di 0,2 punti percentuali su novembre, ma aumenta di 4,9 punti su base annua. I 15-24enni in cerca di lavoro sono in tutto 606 mila.

 

 

LE CIANCE DI CIANCIMINO CI SONO COSTATE UN SACCO DI SOLDI…

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Caterina Maniaci per "Libero"

ANTONIO INGROIA CON IL SIMBOLO DELLA SUA LISTA

Milioni di euro, di soldi pubblici, sprecati per colpa di Massimo Ciancimino e le sue presunte rivelazioni. Tra i tanti buchi dello Stato - e che i contribuenti poi devono affannarsi a coprire - c'è anche questo, come certifica la stessa Dia, la Direzione nazionale antimafia. E come si legge nell'ultimo numero in edicola del settimanale Panorama. Le dichiarazioni di Ciancimino diedero vita a lunghe indagini portate avanti dal procuratore aggiunto antimafia di Palermo, Antonio Ingroia, ora in aspettativa, causa impegno da candidato alle elezioni politiche.

MASSIMO CIANCIMINO

Ora nel rapporto 2012 della Dia, reso noto il 24 gennaio scorso, si legge, in relazione a quelle dichiarazioni: «Le complesse e articolate indagini a riscontro» hanno comportato «un enorme e inutile dispendio di risorse umane e materiali». Quantificare quanto siano costate le chiacchiere di Ciancimino e le indagini di Ingroia è difficile, ma basti pensare che ci sono stati anni di interrogatori, trasferte, intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti, costosissime perizie. Tutto questo è confermato, indirettamente, dalla Procura di Caltanissetta, che boccia Ciancimino formulando un «giudizio finale di sostanziale inattendibilità delle sue dichiarazioni».

FRANCESCO MESSINEO CAPO DELLA PROCURA DI PALERMO

Il duro giudizio dei pm arriva all'udienza preliminare per la strage di via D'Amelio. Nelle sue conclusioni, l'aggiunto Domenico Gozzo, ha parlato di aspettative deluse sulla collaborazione del figlio dell'ex sindaco di Palermo, accusato di avere «gestito le sue dichiarazioni centellinandole e dividendole in circa 100 interrogatori». Intanto, il candidato premier per Rivoluzione civile Ingroia, coinvolto in una brutta polemica nella sua veste di magistrato, deve subire il richiamo dell'Associazione nazionale magistrati.

FALCONE E BORSELLINO

«Crediamo siano inopportuni i richiami ai nomi di Falcone e Borsellino», sostengono i vertici dell'Anm sui botta e risposta tra Ingroia, e il pm milanese Ilda Boccassini, che hanno chiamato in causa i due magistrati uccisi dalla mafia.

«La memoria di Falcone e Borsellino, così come quella di tutti gli altri magistrati caduti deve essere mantenuta viva e costituire un esempio» - spiegano Rodolfo Sabelli e Anna Canepa, presidente e vicepresidente dell'Anm - «altri richiami, soprattutto in campagna elettorale sono inopportuni». Falcone e Borsellino, come tutti i magistrati uccisi, «sono patrimonio di tutti, del Paese e della legalità».

DOMENICO GOZZO

Sul fronte politico, ancora una volta il Pd e Rivoluzione civile danno versioni contrapposte su presunti patti di desistenza. «Non ci sono state trattative, sedie o tavolini», insiste Pierluigi Bersani. «Dario Franceschini mi ha chiamato il 14 gennaio e, dopo una lunga conversazione telefonica, mi ha proposto un accordo di desistenza al Senato», afferma Leoluca Orlando, firmatario del manifesto della lista di Ingroia.

 

LA PRESIDENTE DELLA RAI TARANTOLA SOTTO ACCUSA A TRANI PER UNA STORIACCIA DI DERIVATI TOSSICI…

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Paolo Bracalini e Gian Marco Chiocci per "il Giornale"

Anna Maria Tarantola

Ma chi controlla i controllori? Ultimamente parecchie procure, non solo quella di Siena, sono al lavoro sui misteri miliardari di Mps.Da ieri c'è anche Roma, che indaga per aggiotaggio. Da prima c'era (e ancor oggi c'è) Trani con indagini su Bankitalia e la direzione Vigilanza all'interno di Palazzo Koch, fino al 2012 guidata da Anna Maria Tarantola, poi chiamata da Mario Monti a presiedere la Rai.

Se i magistrati senesi hanno sentito la Tarantola come persona informata sui fatti per Mps-Antonveneta, la procura pugliese ha indagato la stessa Tarantola insieme ad altri sette ispettori di Bankitalia (tra i quali Simonetta Iannotti e Stefano Mieli) per una storiaccia di derivati tossici. L'ipotesi d'accusa?

ANNA MARIA TARANTOLA

Non aver segnalato alle autorità competenti (ossia alla Consob) «fatti rilevanti ai fini della inibizione della commercializzazione in danno di terzi» dei derivati e, «con tale condotta omissiva» aver favorito «la vendita illecita dei prodotti finanziari Irs ( interest rate swaps ) » poi sequestrati dalla Gdf per importi spaventosi. Ma derivati di quale banca? Proprio Mps, insieme al Banco di Napoli (gruppo Intesa SanPaolo).

ANNA MARIA TARANTOLA DAVANTI AL CAVALLO DI VIALE MAZZINI

Nell'atto conclusivo dell'inchiesta ci si rifà a una vecchia nota del 2 marzo 2007 inviata alla Consob dove la Tarantola affermava di non procedere a sanzioni «per l'inesistenza dipresupposti per l'emissione di qualsiasi provvedimento a carico del controllato » che così- sostiene la procura di Trani - «se ne avvantaggiava».

Un modus operandi anomalo, a detta degli inquirenti. Che ha costretto Mps ha risarcire gran parte dei risparmiatori danneggiati nel tentativo, «riuscito finora per l'80 per cento dei ricorrenti truffati » - spiega un investigatore - di far loro ritirare le querele e far abortire l'in-chiesta. «Un triangolo omertoso tra Abi, Bankitalia e Consob», ha tuonato al riguardo il parlamentare Lannutti «che ha determinato il buco di 15,4 miliardi di euro di buco del Monte dei Paschi».

MONTI-TARANTOLA

Al di là dei rapporti pericolosi emersi nella precedente scalata Antonveneta con Giampiero Fiorani che a Lady Vigilanza regalò servizi da te, orologi Cartier, vassoi e posate d'argento, bracciali di Tiffany e Pomellato, in una delle 22 interpellanze sulla Tarantola, Lannutti si chiede se sia stata «nominata in Rai dopo aver inviato una ispezione alla Banca Popolare di Milano, allora gestita da Ponzellini, a cui Grilli chiedeva i buoni uffici per ricoprire la carica di governatore. Non è strano che poco dopo venga scelta dalla Rai, il cui azionista è il Tesoro, cioè proprio lo stesso Grilli? Bisogna rompere l'intreccio incestuoso tra banche e Bankitalia, nel senso che le banche sono azioniste di Bankitalia, che poi dovrebbe controllarle».

bankitalia big

Quanto basta per chiedere almeno una audizione dei vertici di Bankitalia, dopo quella di Grilli. Richiesta fatta (audizione della Tarantola, ma anche del governatore Visco e del pre-decessore, Draghi), in commissione Finanze della Camera, dal deputato Franco Barbato, ma senza successo. Di traverso si sono messi il Pd, che ha chiesto tempo ( sarà forse l'im-barazzo per la vicenda Mps?), ma soprattutto i deputati di Fli, nella persona del capogruppo Della Vedova, finiano candidato con Monti.

9 gian fiorani1 lap

E siccome la norma prevede che la richiesta di audizione passi soltanto se c'è l'unanimità, niente da fare, la presidente Rai può restare in Rai senza spiegare nulla. «È stato Fini a dire di no alla audizione di Bankitalia, me lo ha detto una fonte molto autorevole in Commissione» rivela Barbato al Giornale . Un cadeau per Mario Monti, casualmente unica speranza dei finiani di rivedersi in Parlamento.

 

IL TERRORE COLPISCE ANKARA - ALMENO UN MORTO ALL’AMBASCIATA AMERICANA IN TURCHIA

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AGGIORNAMENTO: Per CNN Turk, i morti sono 2, si tratta degli agenti di sicurezza che facevano la guardia all'ingresso dell'ambasciata. I feriti accertati sarebbero 2.

1- TURCHIA: ESPLOSIONE AMBASCIATA USA, ALMENO UN MORTO
(ANSA) - Secondo l'agenzia turca Anadolu l'esplosione davanti ad un ingresso secondario dell'ambasciata Usa di Ankara ha provocato un morto. Non e' chiaro al momento se si tratti di un possibile kamikaze responsabile dell'esplosione - come ipotizzato dalla tv privata Cnn Turk - o di una altra persona.

ESPLOSIONE AMBASCIATA USA AD ANKARAESPLOSIONE AMBASCIATA USA AD ANKARA


2- TURCHIA: ESPLOSIONE DAVANTI AD AMBASCIATA USA AD ANKARA
(Adnkronos/Aki) - Una violenta esplosione si e' verificata davanti all'ambasciata degli Stati Uniti ad Ankara. Lo riferisce l'agenzia di stampa turca Anadolu precisando che numerose ambulanze si stanno dirigendo verso il luogo della deflagrazione.

L'esplosione si e' verificata all'interno della guardiola posta di fronte alla sede diplomatica di Washington ad Ankara, prosegue l'Anadolu. Secondo la televisione di Stato turca la deflgrazione ha provocato diversi feriti.

 

NEMMENO A SAIPEM TORNANO I CONTI (E DIETRO C’E’ L’OMBRA DI GOLDMAN SACHS)

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Luca Pagni per "la Repubblica"

SAIPEM ESPLORAZIONE

In Algeria è una questione di tangenti, mentre in Brasile i problemi sono causati dai fornitori locali. La riforma della legge petrolifera ha paralizzato l'attività in Nigeria, il rinvio del secondo gasdotto del Nord Stream ha provocato una mancata commessa ormai data per certa nel Baltico.

La tempesta perfetta che si è abbattuta su Saipem copre alla perfezione l'atlante geografico del business petrolifero. Non c'è regione al mondo in cui sono stati scoperti giacimenti di idrocarburi negli ultimi dieci anni in cui la controllata del gruppo Eni non è presente. E ben pochi di questi, al momento, procedono senza intoppi.

SAIPEM

Come ha cercato di spiegare al mercato l'altro giorno il neo amministratore
delegato di Saipem Umberto Vergine, si sono verificate tutta una serie di circostanze nell'arco degli ultimi mesi che hanno costretto i manager a rivedere le stime degli utili: meno 6 per cento a 900 milioni quest'anno e meno 50 per cento nel corso del 2013 a 450 milioni di euro.

In pratica, come si sono affrettati a scrivere tutti gli analisti finanziari che coprono il settore "oil", i conti presentati fino all'altro ieri dalla società erano come minimo sovrastimati. Con una previsione di incassi da commesse che, alla prova dei fatti, non erano ancora state assegnate o erano bloccate da contenziosi locali.

SAIPEM ALGERIA

Una realtà dei fatti fino a ieri negata da Saipem, come si può leggere nella relazione che accompagna la terza trimestrale della società diffusa a ottobre. Ma va anche detto che l'intera comunità finanziaria non si era accorta di quanto stava accadendo a Saipem, visto che solo dopo l'allarme sugli utili tutti gli analisti si sono precipitati a modificare il loro giudizio, consigliando ai propri clienti di vendere il titolo.

Ma quali i problemi di Saipem? In Algeria è un problema di corruzione. L'inchiesta della magistratura locale ha decapitato i vertici di Sonatrach, la società di Stato che garantisce oltre un terzo del fabbisogno di gas italiano. Indagine che ha coinvolto anche dirigenti di Saipem, accusati di aver pagato mazzette per avere le commesse su due nuovi gasdotti, di cui uno per l'Italia. Secondo la stampa di Algeri si tratterebbe di un regolamento di conti politico, ma il risultato è stato quello di bloccare i cantieri.

UMBERTO VERGINE jpeg

Anche in Nigeria il problema è politico. Si sta discutendo la nuova legge petrolifera che potrebbe cambiare il periodo delle concessioni e le percentuali che i big devono corrispondere al governo di Nairobi. Nell'attesa, l'attività di nuove esplorazioni è ferma. Problema simile in Venezuela, dove l'incertezza riguarda la successione al presidente Chavez.

In Mozambico, il governo locale ha imposto che alcune opere infrastrutturali vengano realizzate localmente per generare l'indotto. Ma sono in corso alcune revisioni dei costi della commessa che potrebbero rivelarsi più onerose del previsto. E lo stesso sta accadendo in Brasile dove, tra l'altro, Saipem ha vinto l'appalto pur accontentandosi di margini più bassi ed entrare nel nuovo business delle esplorazioni off shore ad alte profondità.

GOLDMAN SACHS

C'è poi il caso del South Stream, il gasdotto che porterà il metano dalla Russia alla Germania sul fondo del Baltico. Il primo ramo, realizzato proprio da Saipem, è appena entrato in esercizio. Mentre per la costruzione del secondo bisognerà attendere che riparta la domanda da parte dell'Europa.

Tutto questo porterà a una redditività inferiore che ha come conseguenza il dimezzamento degli utili per il 2005. Anche perché, nel frattempo, Saipem deve far fronte all'aumento del debito: gli investimenti non si possono fermare (sono circa un miliardo all'anno) e i mancati incassi hanno portato la posizione finanziaria netta a superare i 4,4 miliardi a fine 2012, con un aumento di 1,4 miliardi rispetto a un anno prima.

L'ad Vergine ha comunicato al mercato che la situazione dei conti migliorerà nel 2014. Ma perché questo avvenga occorre che il prezzo del petrolio non scenda sotto i 90 dollari, affinché le big oil company continuino a investire nelle attività di esplorazione. Tuttavia gli ultimi segnali dal mercato non sono certo positivi, visto che l'anno scorso il settore ha investito in R&S oltre 100 miliardi di dollari, ma molto meno dei 250 miliardi delle previsioni di inizio 2012 fatte dalla banda d'affari Goldman Sachs. E anche questo spiega il calo dei titoli di tutti i principali rivali di Saipem, da Technip a Petrofac, negli ultimi mesi.

 

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