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FONSAI O NON LO SAI? - OGGI IL CDA DECIDE SU UNIPOL E SATOR-PALLADIO - CIMBRI FA IL GRADASSO, ARPE VA SUI GIORNALI

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1- FONSAI ALLA SCELTA TRA UNIPOL E ARPE
Laura Galvagni per "Il Sole 24 Ore"

FAMIGLIA LIGRESTI

Il riassetto Fondiaria Sai è arrivato alle battute finali. Lo ha assicurato lo stesso amministratore delegato della compagnia, Emanuele Erbetta: «Siamo alla stretta» decisiva. Oggi, in prima mattinata, si riunirà infatti il consiglio di FonSai per votare la proposta di concambio che il management del gruppo ha condiviso con la controparte Unipol, e per discutere dell'offerta Sator e Palladio. Sull'esito del consiglio peserà la relazione del comitato degli indipendenti che ieri, dopo una riunione fiume, ha deciso di aggiornarsi a questa mattina per comporre una relazione sul tema che metta in evidenza punti di forza e di debolezza delle opzioni sul tavolo.

MASSIMO PINI

Si sa che gli indipendenti si sono seduti attorno al tavolo utilizzando come contributo il parere di alcuni consulenti che assegnavano a Unipol Gruppo Finanziario una quota dell'aggregato (Unipol Assicurazioni, FonSai, Milano e Premafin) nell'intorno del 60%. Dalle trattative tra Milano e Bologna di questi ultimi giorni era emersa un valore del 61,75%. Dato che sarà dunque portato al consiglio di oggi e che il board, indipendenti compresi, dovrà valutare.

CARLO CIMBRI

Le cifre al vaglio sono piuttosto vicine ma sembra persistere un gap rispetto al quale va misurata la volontà delle parti di compensare la differenza, tanto più alla luce del fatto che sullo sfondo c'è la proposta di Roberto Meneguzzo e Matteo Arpe. Sulla possibilità però che sia Unipol che in qualche modo possa rivedere le proprie posizioni, Carlo Cimbri ieri è stato piuttosto netto: «Quando ci saranno proposte diverse le valuteremo, al momento non le ho viste. Non ho elementi nuovi sinceramente. Da parte nostra c'è l'offerta che abbiamo mandato».

In ragione di ciò, va sottolineato che allo stato attuale non risulta convocato per domani alcun consiglio della compagnia delle Coop ma è probabile che il board si terrà comunque nelle ore successive. Dopo che, sulla questione, si saranno tenuti anche i consigli di amministrazione di Milano e della Premafin, previsti per il pomeriggio di oggi.

Proprio la Milano, peraltro, potrebbe essere un altro degli scogli da superare per far nascere la Grande Unipol. Oggi la Consob non dovrebbe pubblicare alcun verdetto sulla richiesta di esenzione d'Opa promossa da Unipol, il parere arriverà potenzialmente nei prossimi giorni. Ossia una volta che si saranno tenuti tutti i consigli delle società coinvolte e quindi solo quando Fondiaria avrà chiarito il percorso che intende compiere per rilanciarsi. Il verdetto, secondo recenti indiscrezioni, potrebbe contenere l'obbligo d'offerta sulla Milano.

MATTEO ARPE

Questa, sarebbe infatti una delle interpretazioni "tecniche" al vaglio del garante di Piazza Affari. Ieri, il presidente Giuseppe Vegas, però, ha fatto intendere che a suo parere nei casi più critici di decisioni relative al lancio di un'offerta pubblica di acquisto, la Consob deve tenere conto della sostanza e non solo della forma. In ogni caso, Cimbri ha escluso il via libera a un riassetto che preveda l'Opa sulla Milano: «Se non arriva una risposta positiva faremo altro», ha detto. «Andiamo al mare», ha poi scherzato il manager per lanciarsi quindi in una citazione di Boskov: «Rigore è quando arbitro fischia - ha detto -. Per ora parliamo di cose concrete».

Si vedrà, intanto resta sul tavolo l'offerta di Sator e Palladio rispetto alla quale il vice presidente di FonSai, Jonella Ligresti, ha chiarito che sarà il consiglio di amministrazione ad esprimersi: «Non lo so» se c'è un interesse. «Il consiglio deve valutare. In cda ci sono tante persone, io non sono neppure più il presidente, ne abbiamo uno che è bravissimo», ha quindi sottolineato aggiungendo che la famiglia Ligresti «è sempre molto unita».

Da questo dossier si è intanto chiamato fuori il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Enrico Cucchiani: «No, assolutamente no», ha detto sull'ipotesi che la banca sia al lavoro con Sator e Palladio.

ROBERTO MENEGUZZO


2- "SALVIAMO FONSAI PREMIANDO I PICCOLI AZIONISTI" - ARPE E MENEGUZZO: CON NOI PREMAFIN PUÒ RISOLVERE I SUOI PROBLEMI. IL RISCHIO VIE LEGALI

Giovanni Pons per "la Repubblica"

Per il salvataggio di Fondiaria Sai si è ormai giunti al momento della svolta. Oggi si riunisce il cda della compagnia e dovrà decidere se andare avanti con la proposta Unipol oppure se cambiare rotta e dirigersi verso la nuova offerta di Sator e Palladio. La discesa in campo a viso aperto di Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo è stata vissuta quasi come un´offesa da Mediobanca, regista della Grande Unipol, ma se non altro ha messo sul piatto un´alternativa, come spiegano per la prima volta i due protagonisti.

«Noi da mesi lavoriamo a questa operazione perché crediamo che Fonsai sia stata finora malgestita - dice Meneguzzo -. Se la società fosse guidata al meglio tra tre anni potrebbe generare 400 milioni di utili che il mercato potrebbe valutare fino a 3,5 miliardi, con creazione di valore per tutti».

Tuttavia Unipol e le banche creditrici, con in prima fila Unicredit, finora hanno tirato dritto sull´ipotesi della fusione anche per salvaguardare i propri prestiti.

«Il problema è l´iniqua distribuzione dei costi del salvataggio di Fonsai - spiega Arpe -. Abbiamo segnalato al collegio sindacale, che ha condiviso i timori, diversi aspetti che non risultano nell´interesse né di Fonsai né dei suoi azionisti. Di fatto chi è responsabile dell´attuale stato di crisi può uscire apportando i propri debiti a Fonsai e con un diritto di rivendere le proprie residue azioni alla stessa società ad un prezzo multiplo delle quotazioni. Tutto lo sforzo è a carico degli azionisti di minoranza».

Nagel

E per "salvare" anche i piccoli azionisti i due fondi hanno deciso di proporre una soluzione direttamente a Fonsai, senza alcun aiuto esterno.

«Noi proponiamo una soluzione molto semplice, con un aumento di capitale da 800 milioni per la gran parte coperto dall´intervento di Sator e di Palladio che si impegnano per un importo superiore a 500 milioni, almeno il doppio di quello richiesto al mercato - dice Meneguzzo -. Fonsai non ha bisogno di partner industriali, ma solo di capitali e di top management. E´ già il secondo player del mercato, ha un ottimo middle management, solo cambiando la prima linea, senza fare alcuna dismissione e consolidando le quote di mercato si possono ottenere buoni risultati».

Qualcuno ha però obbiettato che Sator e Palladio non abbiano le spalle sufficientemente larghe per affrontare l´impresa.

«La nostra operazione è finanziata integralmente da patrimonio senza ricorso a debito - ricorda Arpe - il nostro orizzonte di investimento è lunghissimo. Sator è stata una delle prime realtà in Europa autorizzata ad assumere il controllo di aziende bancarie quotate». Mentre la Palladio Finanziaria «è controllata dal management, da banche di primario standing e da famiglie imprenditoriali. Ha mezzi per 500 milioni e può tenere in portafoglio la partecipazione in Fonsai per cent´anni, se volesse».

Tuttavia, quale potrebbe essere l´interesse di Premafin, che è ancora l´azionista di maggioranza di Fonsai, a sposare l´opzione aumento "stand alone"?

«La nostra offerta prevede che il maggior valore rispetto alle quotazioni sia riconosciuto a FonSai stessa e non al suo azionista. Questo a beneficio di tutti e quindi anche di Premafin, che invece di diluirsi a quote insignificanti potrebbe rimanere socio di minoranza, senza governance, con quota del 20%. Una fisiologica ripresa di redditività di Fonsai consentirebbe ai creditori di Premafin un recupero integrale delle proprie ragioni senza sacrifici».

Emanuele Erbetta

Certo, seguendo questo ragionamento qualcuno potrebbe dire che così si salvano anche i Ligresti.

«Una buona operazione di rilancio salva Fonsai e quindi tutti i suoi azionisti, l´importante è che questi ultimi non ne siano di ostacolo e che non si ragioni all´inverso: salviamo l´azionista a spese della azienda», è la risposta che arriva a tambur battente. Ma ci saranno poi banche disposte a sostenere l´aumento, come succede per Mediobanca e Unipol? «Di fatto il rischio di mercato per la parte dell´aumento di capitale in opzione varia tra 240 e 280 milioni, assumendo che né Premafin né Unicredit sottoscrivano l´operazione - replica Meneguzzo -. Ad oggi questo rischio è già per molta parte coperto da banche che ci hanno dato la loro disponibilità».

Al dunque ci vorrebbe una comparazione a bocce ferme delle due alternative sul tavolo, operazione che tocca al cda Fonsai. Purtroppo, se il cda decidesse di tirare dritto con la soluzione Unipol, si rischia di andare per vie legali.

«Ci aspettiamo che il cda Fonsai riconvochi l´assemblea per l´aumento di capitale poiché la delibera del 19 marzo, a parere dei nostri legali, è viziata dalla mancata pubblicazione del patto Unipol-Premafin ed è impugnabile - ricorda Meneguzzo -. Ed è per questo che depositeremo ricorso al Tribunale di Torino, forse anche con una richiesta di sospensiva immediata». Secondo Arpe neanche l´autorizzazione l´Isvap a salire oltre il 10% può rappresentare un ostacolo. «Non vediamo un motivo per cui l´autorità debba impedire un progetto di ricapitalizzazione stand alone che consente un sviluppo senza smembramenti di attività e senza esuberi di personale, già annunciati nell´altra ipotesi».

Il salvataggio di Fonsai ha poi il coté degli equilibri di sistema poiché chi vince agguanta anche le partecipazioni strategiche ivi contenute. Ma Meneguzzo getta acqua sul fuoco:
«Non ci interessano partecipazioni che non sono legate ad attività assicurative, dunque le dismetteremo al momento opportuno. La nostra non è un´operazione di potere».

D´altronde Palladio fa già parte del sistema avendo una quota indiretta in Generali e buoni rapporti con il suo ad, Giovanni Perissinotto, da alcuni indicato come lo sponsor dell´opzione alternativa.

«Se l´antitrust avrà qualcosa da eccepire ci adegueremo immediatamente alle sue indicazioni. Personalmente ho un eccellente rapporto con Perissinotto, ma non c´entra niente con l´operazione Fonsai».

Ma è innegabile che per la prima volta soggetti finanziari nuovi si sono messi di traverso a un´operazione congegnata da Mediobanca. È un segnale di debolezza della galassia?

«Difficile sostenere che il sistema Paese sia quello che ha portato FonSai sull´orlo del dissesto», conclude, con una punta di sarcasmo, Arpe.

GIUSEPPE VEGAS


3- FONSAI: ARPE, NOSTRO SUCCESSO SEGNALE A MERCATI COME GOVERNO MONTI

(Adnkronos) - ''Se avremo successo qui, questo potrebbe essere un segnale al comunita' internazionale cosi' come lo e' stato il Governo Monti'' per ricostruire e rilanciare l'immagine dell'Italia all'estero e salvarla dal default. Ad affermarlo, al 'Financial Times', e' il numero uno di Sator, Matteo Arpe, parlando dell'eventuale successo della cordata Sator-Palladio su Fonsai. "Cio' -sottolinea- dimostrerebbe che il cambiamento in Italia e' possibile e che e' possibile aprire una breccia nella recinzione che circonda il Paese''. Arpe respinge l'ipotesi che l'Isvap possa bloccare la sua offerta per il fatto che gruppi di private equity non debbano possedere compagnie assicurative.

"Abbiamo gia' preso il controllo con successo di una banca, che e' ancora piu' delicato di un assicurazione", ricorda Arpe. "Noi -evidenzia- non utilizziamo la leva finanziaria, siamo investitori di lungo termine, noi siamo manager che non cercano una rapida vendita". Se la Consob richiedesse l'opa, osserva poi il quotidiano inglese, ''potrebbe affossare il piano di Unipol in quanto la compagnia di assicurazione e' gia' tirata sul finanziamento''.

''Con contromisure previste su entrambi i lati, e' troppo presto per dire se Arpe festeggera' una vittoria o se i i festeggiamenti saranno effettuati presso la sede dell'ex datore di lavoro e attuale nemico Mediobanca''. All'interno dello stesso articolo, l'analista di WetsLb Ag Thomas Noack di Dusseldorf osserva che ''la fusione a quattro ha una struttura molto complessa che non e' molto chiara e da' l'impressione che sia un esempio di uno stile vecchia Italia''. "Non si vede un quadro chiaro e ci sono tante parti coinvolte che e' difficile da valutare'', afferma.

 


C’AVETE ROTTO LE TASSE! - L’ULTIMA DEL FISCO? TRASMETTERE IN POCHE ORE LE DETRAZIONI OTTENUTE DAL 2008 AL 2010…

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Franco Bechis per "Libero"

ATTILIO BEFERA

La lettera è arrivata nelle ultime due settimane a migliaia di contribuenti. Mittente Agenzia delle Entrate (direttore Attilio Befera), con a fianco tanto di stemma della Repubblica italiana. Il tono è cortese, ma senza troppi fronzoli. Anche perché alla fine quello riportato è un vero proprio ultimatum: si chiede di trasmettere entro 30 giorni all'Agenzia delle Entrate la documentazione originale delle spese per cui sono state effettuate detrazioni nelle dichiarazioni dei redditi degli anni precedenti. Nella maggiore parte dei casi si tratta degli anni di imposta relativi al triennio 2008-2010.

Sedi Equitalia

Agitazione tra contribuenti - Le lettere, anche per il tono perentorio, stanno suscitando grande agitazione fra i contribuenti che le ricevono. Primo perché o le Poste italiane sono un vero disastro, o probabilmente la data di intestazione della missiva è falsa: quasi tutte le lettere riportano date relative alla prima quindicina di giorni di aprile, e sono state consegnate dalla prima settimana di maggio in poi.

Grazie agli accordi con lo Stato, sulla busta non è impresso il timbro postale, da cui l'Agenzia delle Entrate è assolta. Quindi l'ultimatum di 30 giorni è quasi sempre in scadenza per chi riceve la missiva. Seconda difficoltà: solo un sadico potrebbe inviare - per giunta nel momento economico attuale - nel mese di maggio ai contribuenti la richiesta di produrre entro poche ore o giorni tutta la documentazione relativa alle detrazioni degli anni precedenti.

AGENZIA DELLE ENTRATE

Perché quella documentazione in gran parte dei casi è custodita negli studi dei commercialisti, che a maggio stanno facendo ovviamente superlavoro per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi 2011 - comprensive di Imu - per i loro clienti. È praticamente scontato che in poche ore o giorni non siano in grado di esibire la documentazione delle spese dei loro clienti relative agli anni passati. Stesso discorso per la documentazione relativa alle detrazioni più utilizzate: quelle per spese mediche. La documentazione originaria o è custodita dai commercialisti o da casse mutua e assicurazioni che hanno rimborsato parzialmente quelle spese mediche (è detraibile dalle tasse solo la differenza non rimborsata). È praticamente scontato che anche per loro sia impossibile consegnare al contribuente migliaia di ricevute originali in pochi giorni.

FISCO

Le sanzioni - Che cosa accade se non ce la si fa, cosa sicura? Lo spiega la stessa Agenzia delle Entrate nelle sue lettere. Il contribuente diventa automaticamente un evasore fiscale, le spese detratte vengono considerate tutte illegittime, vengono richieste indietro accompagnate da sanzioni e interessi che fanno lievitare di due o tre volte (spesso anche di più) il beneficio ricevuto negli anni passati. La pratica così diventa una cartella esattoriale, viene passata ad Equitalia che provvede alla riscossione nelle maniere brusche che ormai tristemente tutti conoscono.

Guardia di Finanza

Un po' troppo, tanto da rischiare di essere la goccia in grado di fare traboccare il vaso della rivolta fiscale.Lo Stato infatti sta chiedendo ai contribuenti un adempimento fiscale impossibile. Lo fa in violazione di una legge dello Stato: lo statuto del contribuente, che all'articolo 3 determina nel minimo di 60 giorni la richiesta che deve essere fatta per un nuovo adempimento fiscale (quale questo è). Violando le leggi dello Stato, lo Stato stesso si permette di mettere alla gogna i suoi cittadini più onesti (viene fatto solo con quelli che la dichiarazione dei redditi effettivamente presentano).

E lo fa pure nel periodo tecnicamente e politicamente più inadatto che ci sia: quello della presentazione della nuova dichiarazione dei redditi. Ce ne è abbastanza perché il governo intervenga senza indugio e costringa l'Agenzia delle Entrate ad annullare tutte le «lettere pazze» fin qui inviate.

 

 

DALLA ORLANDI A MORO A PECORELLI: LA BIOGRAFIA CRIMINALE DI ANTONIO MANCINI, UNO DEI CAPI DELLA BANDA DELLA MAGLIANA

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Rita Di Giovacchino e Malcom Pagani per "il Fatto quotidiano"

Emanuela Orlandi

"Io non sono buono, sò un figlio de na mignotta". I capelli bianchi, gli occhi neri, due fessure protette dagli occhiali. La biografia criminale di uno dei capi della Banda della Magliana riversata su nastro in un pomeriggio marchigiano di caldo, cicale e confessioni. Jesi è un silenzio. Un ordine irreale. Antonio Mancini, l'accattone, ci vive da 16 anni. Ai tempi in cui divideva proventi, cocaina e azioni con gli amici fascisti, Mancini sfiorava l'eresia.

antonio mancini detto accattone

Leggeva Pasolini, prendeva la mira parafrasando Mohammed Alì: "Bumayè", regolava conti, dominava Roma: "Ero un drizzatorti. Conquistavo zone, esigevo crediti, punivo gli insolventi. A San Basilio i nomi delle strade erano paesi delle Marche. Quando me sò pentito mi è venuto spontaneo indicà uno di quei posti". Integrazione completata. Oggi Mancini è un uomo libero. Quindici anni di carcere. Condanne scontate. Nessuna pendenza. È seduto a casa sua. Immagini di Che Guevara, volumi di Marx, Bibbie, Vangeli. Da un computer le notizie sul ritrovamento dei resti di De Pedis a Sant'Apollinare.

genitori emanuela orlandi

Di altre ossa: "Non sono di Emanuela Orlandi e tutta l'operazione è fumo negli occhi. Domani si potrà urlare «visto che il Vaticano non c'entra nulla?». Perché non hanno aperto prima? Troppo champagne ubriaca e qualcuno, anche tra gli inquirenti, ha riempito i bicchieri fino all'orlo". Nel tempo libero, quando i demoni di un passato incancellabile non tornano a fargli visita, Mancini aiuta i disabili. Loro non sanno.

E lo adorano. "Un giorno vidi passare un pulmino pieno di ragazzini. Salutavano. Andai da Sebastianelli, il commissario di Polizia del luogo e lo pregai: ‘Mi dia una possibilità, sarei felice di fare il buffone per loro'. Lui garantì per me e adesso, quell'impegno è diventata la ragione della mia vita". L'accento romano è imbastardito. I ricordi lucidi. La rabbia ancora giovane. "Sono anni che dico che la Magliana è viva. I magistrati mi danno retta a intermittenza, ma nessuno ha la forza di smentirmi. Io non ho opinioni. A domanda rispondo e se non so, sto zitto".

andreotti giulio

Quante persone ha ucciso, Mancini?
Con la "bandaccia" tante. Prima, quando operavo a Val Melaina, ancora di più. Ogni volta che dovevo ammazzà qualcuno io dicevo "lo mandamo a salutà Adriano". Era come una parola d'ordine.

Mino Pecorelli

Chi era Adriano?
Mio padre. Comunista tutto d'uno pezzo. Me diceva sempre "addavenì baffone". Sotto lo studio di Lucio Libertini, il deputato, aveva messo le radici. Libertini gli aveva promesso una casa popolare. Noi vivevamo in otto in due camere. Ma baffone non arrivava mai e mio padre è morto senza avere un tetto. E io guardavo quelli con il Rolex e la Ferrari e mi ripetevo: "Mejo dù anni ar gabbio che stà in due camere con sei creature".

Quale è l'omicidio che le è più rimasto impresso?
Quello di Nicolino Selis. Lui temeva di finire ammazzato, ma riuscimmo a fissare un appuntamento in una villa di Ostia. Gli dissero che ero uscito dalla Banda, che mi ero messo in proprio. E lui cadde in trappola. Scavammo la buca e lo aspettammo. Mi trovò seduto su un divano ed ebbe il coraggio di scherzare: "Accattò, ma che finaccia hai fatto". Io mi girai e risposi: "non sai la fine che stai a fa te". Un secondo dopo, Abbatino tirò fuori la baiaffa da una scatola di cioccolatini e gli sparò in testa. Poi presero la mira anche gli altri.

Pentimenti?
Affrontavo le curve a 300 all'ora ed ero convinto che sarei morto a 30 anni. Ho risparmiato gente che avrebbe meritato di morire e ucciso fratelli che si fidavano di me.

giovanni paolo LARRESTO DI ANTONIO MANCINI jpeg

E le sembra normale?
Un mio amico studioso di sciamanesimo sostiene che in fondo non sia successo niente. Il mio è solo un percorso di vita. A 12 anni volevo dominare il mondo. Quando la cavalcata epica si è trasformata in una pozzanghera di sangue, ho detto basta. La mia prima figlia era cresciuta senza un padre, non volevo che con la seconda accadesse lo stesso.

Uccideva per i soldi?
Sono stato miliardario, ma il denaro l'ho sempre disprezzato. I soldi li ho avuti ma me li sò magnati tutti. Adesso sono rovinato, dormo in uno spazio grande come una cabina telefonica. Ci siete, potete valutare.

Quanti metri quadri?
Metri? Centimetri. Sono stato io a chiedere al Comune di vivere qui in periferia. Neri, gialli, rossi. Gente che ti suona alle due di notte. "Che c'hai una birra?" Lo stagno mio.

Ieri nuotava nella criminalità.
Come Renatino De Pedis, di cui oggi si parla tanto. Con lui ruppi nel momento in cui fece uccidere Edoardo Toscano e fui contento quando l'ammazzarono. Toscano, l'operaietto, componente della banda, era un mio amico.

Flavio Carboni

De Pedis non lo fu mai?
Non era più un bandito, si era imborghesito. Oggi sarebbe in Parlamento. Dalla nuova banda che si era creato tra Tor Pignattara e Marranella si faceva chiamare Presidente.

DePedis Enrico

Lo pretendeva anche da voi?
Io gli sputavo in faccia. Era entrato in un giro strano con Massimo Carminati, un fascista che oggi fa i miliardi con i ristoranti.

Sabrina Minardi - l'ex compagna di De Pedis - dice che tutti sapevano che Renatino era l'uomo del Vaticano.
E del Cardinal Poletti. Renatino fu accompagnato in Vaticano da Enrico Nicoletti e Flavio Carboni. Di suo, De Pedis non sapeva "accucchià" due parole in italiano. Ma era bello. Regale. Presentabile. Mi veniva a prendere la domenica, andavamo alla pasticceria Andreotti e poi al Bolognese. Quando parlava con il potente di turno o l'onorevole si inchinava. Io lo cazziavo e lui ribatteva: "Ah Nì, adesso mi inchino io, dopo si piegheranno loro".

Che ruolo ebbe De Pedis nel rapimento Orlandi?
Guidò la macchina che servì al sequestro della ragazza. Il rapimento fu deciso da mafiosi e testaccini. C'erano soldi che non rientravano e la scelta era tra lasciare qualche cardinale a terra ai bordi della strada o colpire qualcuno che fosse vicino al Papa e che aveva rapporti economici con noi per marcare un segno. Scegliemmo la seconda strada.

Aldo Moro EMANUELA ORLANDI

Quanti soldi?
Più di duecento milioni di dollari che la banda aveva riciclato per lo Ior e che non aveva più rivisto dopo il crack dell'Ambrosiano. Io e Danilo Abbruciati nell'81 andammo a Milano, per incontrare gente del Banco legata a Calvi e alla P2. A portare a Wojtyla la foto scattata in piscina a Castelgandolfo in cui lui era circondato dalle suore fu Gelli in persona. Tutto era legato.

Abbruciati morì nell'82, ucciso da una guardia giurata dopo il fallito attentato a Roberto Rosone, vicepresidente del Banco Ambrosiano.
La guardia giurata non sparò mai e subito dopo scomparve nel nulla. Abbruciati non era uno sprovveduto. Lo ammazzò lo Stato, perché Danilo aveva visto troppo. Pensate che a Milano sarei dovuto andare io. Danilo si rifiutò: "Se viaggio io otteniamo più soldi".

Perché proprio la Orlandi?
Ve l'ho detto. Il padre di Emanuela non era un semplice messo. Era molto di più.

L'ha mai detto ai famigliari?
Quando vidi Natalina, la sorella di Emanuela, negli studi di Chi l'ha visto? le dissi esattamente così. D'altronde Nicola Cavaliere, un bravo poliziotto, inascoltato, lo disse subito. "La Orlandi è legata ai soldi della Magliana". I giudici lo ignorarono, nessun magistrato voleva un carico del genere. Ora hanno detto che mi chiamerà l'Antimafia. Sto qui, vado, non mi nascondo. Non ho paura di niente.

Franco Giuseppucci detto Er Negro

Non ha perso l'arroganza dei tempi d'oro.
Non è questione di arroganza, ma di verità. Quando decisi di collaborare per la prima volta erano presenti Otello Lupacchini e il questore Fiorelli. Fui chiaro: "Volete il mio aiuto? Non vi ho cercato io. Se lo volete sappiate che smonterò una a una le bugie di Abbatino". Rimasero sorpresi.

ANTONIO MANCINI DETTO ACCATTONE jpeg

Il libro di De Cataldo?
Un bufalificio. In Romanzo criminale ha scritto che disprezzavo Pasolini dandogli del frocio. "A De Catà, io leggevo Pier Paolo quando tu ancora non eri nato".

C'è chi sostiene che la Magliana fosse anche dietro al caso Moro.
Certo, fummo noi a trovare il covo di Via Montalcini. Selis lavorava anche per Raffaele Cutolo e passò la dritta a Franco Giuseppucci, detto "er negro". Fu lui a portare la notizia a Flaminio Piccoli. Si incontrarono carbonari, sotto un ponte, vicino a Piazza Cavour. Le Br erano completamente eterodirette dai Servizi, infiltrate dallo Stato.

ANTONIO MANCINI DA GIOVANE jpeg

Qualche storico ritiene che Moro a Via Montalcini non sia stato mai.
E invece c'era. Poi non so se sia passato anche a Palazzo Caetani o a Palo Laziale, come alcuni suggeriscono. Venni a sapere che le lettere di Moro e i video degli interrogatori erano stati presi da una ex amante di Danilo Abbruciati. Un'ex partigiana al soldo del Mossad. Danilo sul sequestro dello statista Dc sapeva tanto.

Furono esponenti della Banda della Magliana a sparare a Moro?
Possibile. Non mi meraviglierebbe. Noi, la Mafia, il Vaticano, la politica. Nicoletti gestiva i nostri soldi e quelli di Andreotti, contemporaneamente. Il resto dell'arco costituzionale, a iniziare dall'esponente antiterrorismo più in vista del Pci, sapeva tutto. C'erano rapporti con i socialisti. Si parlava spesso di un siciliano, un pezzo grosso. Uno che avevamo tra le mani, cui potevamo rivolgerci senza troppi problemi e dare disposizioni.

BANDA DELLA MAGLIANA

A proposito di Andreotti. Mancini cosa sa del caso Pecorelli?
Tutto. L'abbiamo ucciso noi e i siciliani. De Pedis aveva la pistola con cui era stato ammazzato. A finirlo andarono in tre. Angelo La Barbera e Massimo Carminati.

Il terzo?
Non lo dico, è un mio amico. Quando mi interrogarono il nome lo feci, ma aggiunsi: "Se lo verbalizzate non firmo neanche sotto tortura".

Un fascista?
Non attacca.

Il vostro referente mafioso a Roma?
Con Pippo Calò andavo a mangiare, ma non mi piaceva. Noi della banda pippavamo, quelli erano sempre in doppio petto. De Pedis dormiva a Villa Borghese in un appartamento dei servizi segreti, la coca stravolgeva molti ambiti. E la Magliana li controllava tutti. Facevamo riunioni con i vertici di Carabinieri e Polizia, con i servizi segreti, con chi ci avrebbe dovuto arrestare.

Frequentavate anche gente dello spettacolo?
L'attrice Gioia Scola stava sia con Paolo Berlusconi che con un amico mio. Quando andai a riferirlo in Procura, al nome di Paolo Berlusconi, il magistrato spense il registratore. Neanche Silvio, Paolo. Vi rendete conto? Sputtanare Gioia Scola andava benissimo, Paolo Berlusconi spaventava.

roberto calvi

Cosa sa della strage di Bologna?
Furono i fascisti manovrati dallo Stato. Forse gente intorno a Delle Chiaie, forse il gruppo di Massimiliano Fachini. Non Fioravanti e in ogni caso, qualcun altro della Banda intervenne in un secondo tempo allo scopo di depistare.

MAURIZIO ABBATINO PORTATO IN QUESTURA jpeg

Chi Mancini?
Massimo Carminati. Un fascista che teorizzava l'ordine nel disordine. Anarcofascisti si facevano chiamare."Noi uccidiamo il potere" urlavano. Mortacci loro.

Ha le prove per dirlo?
Se sarò chiamato a fornirle, le darò.

Pensa mai alle vittime?
Se è per questo anche ai carnefici. Alla P2. Con Abbruciati che come Giuseppucci, con i servizi aveva rapporti solidi, andavo nell'ufficio di Ortolani in Via Bissolati. Incontravo Luigi Cavallo, che voleva ancora fare il golpe e diceva di essere amico di Sindona. Noi volevamo salvare Francis Turatello, tirarlo fuori dal carcere e ai nostri interlocutori milanesi dell'Ambrosiano e ai piduisti l'avevamo detto chiaramente: "Ci avete chiesto Pecorelli e Moro e noi abbiamo rispettato i patti. Adesso tocca a voi".

Licio Gelli

Ma Turatello morì a Badu ‘e Carros nell'agosto 1981 in modo atroce.
Un dolore enorme. Dicono che l'abbia ucciso Pasquale Barra sventrandolo e mangiandogli il cuore, ma è una cazzata. Barra prese quattro schiaffi, gli esecutori furono altri e l'ordine di far fuori Francis lo diede Luciano Liggio in persona. Francis riceveva lettere dai politici. Lo chiamavano capo.

IL CORPO DI ALDO MORO FOTO ANSA

Per sparare ai fratelli Proietti nell'81, lei in Via di Donna Olimpia a Roma improvvisò un Far West.
Marcellone Colafigli era ossessionato dalla morte di Giuseppucci. Dormivamo nella stessa casa e a volte, di notte, si svegliava. "Nino, er negro è uscito dal televisore. Continua a ripete ‘na frase". Allora io lo assecondavo. "Che frase?" E lui: "Ahò, ma nun me vendicate mai?". Proietti era un ricattatore, bisognava farlo.

Impressiona sentirglielo dire.
Lo capisco, ma la mia vita non è stato un pranzo di gala. Ho incontrato infami e cornuti. Ho sparato,ucciso e sempre saputo che un colpo poteva ammazzare anche me. Quando te tocca te tocca, è inutile che ti guardi le spalle. Se arriva, arriva.

A De Pedis, nel '90, arrivò.
De Pedis era un cacasotto. Avrebbe dovuto morire prima, durante una pausa del processo. Colafigli che non gli aveva perdonato l'omicidio di Edoardo Toscano fremeva. Aveva preparato il laccio nel furgone dei Carabinieri. Era livido: "Stamattina je tocca". Lo fermai io. Fabiola Moretti, la mia ex compagna scrisse a Renatino: "Se te vuoi salvà mettite vicino a Nino". Lui eseguì, spaventatissimo. E io lo sfottevo: "Stà buono, non sudà". Forse così scemo non ero.

strage bologna marcinkus-wojtyla

Pazzo?
Quando dividevo l'abitazione con Pasquale Belsito, un neofascista, lo vedevo sempre giocare con le bombe a mano. Io e Colafigli pippati di cocaina come scimmie eravamo terrorizzati. Se essere pazzi assomiglia a un'esistenza così, sì, lo sono stato. Mi sono anche divertito. Con Abbruciati andavamo a donne. A volte, sul più bello, lo baciavo in bocca, così per creare un diversivo. Ve li immaginate due delinquentoni come noi impegnati a scandalizzare le ragazze?

La banda oggi?
Quando ho visto la foto di Mokbel (l'imprenditore romano che avrebbe supportato l'elezione al Senato di Nicola Di Girolamo, ndr) sul giornale mi è preso un colpo. Gennaro era il mio guardaspalle. Con Roberto D'Inzillo mi veniva a prendere in moto ogni mattina. Ha fatto sue le tecniche della banda, ma il più pericoloso, il vero capo di Roma, è un altro.

Chi?
Una nostra vecchia conoscenza uscita sempre indenne dai processi. Andate a controllare e troverete il nome.

Francis Turatello e Vallanzasca Michele Sindona

Come Flavio Carboni all'epoca della Magliana?
Non fatemi ridere. Carboni era patetico. Si travestiva con tacchi e parrucchino e faceva affari con Berlusconi. La prima volta che lo vidi però provai un sollievo assoluto. Se questo è il famoso Carboni, su Roma e sull'Italia comanderemo per tutta la vita.

C'è una morale in tutto questo?
Ho sempre diffidato delle morali e non sarei comunque la persona più adatta. Forse però aveva ragione Domenico Sica, l'ex alto commissario antimafia. Era certo che la Banda fosse più potente di Cosa Nostra e dei Servizi messi insieme. Non credo avesse torto.

 

ROYAL FETISH: I MUTANDONI DELLA REGINA SU EBAY PER 4 MILA $ - PARTY PIPPA VIENE ALLA TUA FESTA PER 150 MILA $

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

1 - ROYAL FETISH: I MUTANDONI DELLA REGINA SU EBAY PER 4 MILA $...

LE MUTANDONE DELLA REGINA ELISABETTA II

http://bit.ly/KKb6kZ
TMZ -
Chi desidera possedere un grand bel paio di mutandone, extra large, appartenenti alla Regina Elisabetta II? Basta cercare su eBay e poter spendere almeno 4 mila dollari.

Alla morte del proprietario, il barone Joseph de Bicske Dobronyi, uno dei gioiellieri della Regina, gli eredi avevano messo all'asta, da Hansons Auctioneers, le mutande ma la casa d'aste non le ha vendute per timore di attirarsi le antipatie reali.

Gli attuali eredi hanno ritirato e rimesso le mutande reali in vendita su Ebay a partire da 3.999 dollari.


2 - A BRAD PITT PIACCIONO LE DONNE SCHELETRICHE E HA CAUSATO IL DIMAGRIMENTO ESTREMO DI ANGELINA JOLIE...

BRAD E ANGELINA

http://bit.ly/JDS5Q2
Celebitchy -
Tutti credono che la magrezza di Angelina Jolie è dovuta ad una dieta severa auto-impostasi dall'attrice invece pare sia ‘causata' del suo compagno Brad Pitt.

Secondo il "National EnQuirer", tutte le fidanzate di Brad Pitt diventano semi-anoressiche quando stanno con lui e quando lo lasciano tornano ad un peso normale.

Alcuni esempi? Gwyneth Platrow, Juliette Lewis e anche la sua ex moglie Jennifer Aniston era dimagrita troppo durante il loro matrimonio. Un insider racconta che a Brad piacciono le donne pelle e ossa e che glielo ripete continuamente.


3 - PARTY PIPPA VIENE ALLA TUA FESTA PER 150 MILA $...

PIPPA ALLA CORTE DEL VISCONTE

http://bit.ly/KjsStq
Celeb Dirty Laundry -
Un nuovo scandalo per la "povera" ma popolarissima Pippa Middleton! Il sito di Celebrity Talent Promotions, agenzia che offre star interessate a partecipare a feste ed eventi in cambio di ricchi compensi, sostiene che contattando la loro agenzia, puoi ingaggiare la 28enne Pippa Middleton.

Il "Daily Star Sunday" ha provato a chiamare per averla come "ospite speciale" ad una festa ed ecco cosa ha scoperto: il costo per la partecipazione di Pippa varia dai 100mila ai 150mila dollari comprensivi anche dell'eventuale viaggio aereo andata e ritorno in prima classe e una suite in Hotel a cinque stelle!


4 - NUOVO LIBRO CHOC: I KENNEDY E GLI OBAMA IN GUERRA, BILL CLINTON DICE "BARACK E' UN DILETTANTE E UN INCOMPETENTE"...

LIBRO "THE AMATEUR"

http://bit.ly/JFm8Hl
http://bit.ly/JgQTzv
The Gateway Pundit e The Blaze -
Nonostante abbia appoggiato Obama nelle presidenziali del 2008, la figlia di JFK, Caroline, ora lo considera un "bugiardo".

Lo sostiene una fonte vicina alla famiglia dello scrittore Edward Klein che ha scritto un libro su Obama intitolato "The Amateur". Alcuni membri della famiglia Kennedy, in diverse occasioni, si sono sentiti snobbati dagli Obama e per questo il Presidente USA avrebbe perso il loro sostegno e il loro "amore"...

PREMIERE "WHAT TO EXPECT...": CAMERON DIAZ

Il "NYPost" riporta che il titolo del libro provenga dalle critiche di Bill Clinton contro Obama che avrebbe detto che "e' un dilettante (Amateur) e un incompetente". Pare che Bill abbia poco rispetto per il Presidente USA.


5 - CAMERON DIAZ VS JENNIFER LOPEZ, ALLA PREMIERE DI "WHAT TO EXPECT..."

PREMIERE "WHAT TO EXPECT...": JENNIFER LOPEZ E CASPER SMART

http://bit.ly/KqBYXG
http://bit.ly/JFm2zq
Just Jared -
Cameron Diaz stava benissimo in abito nero molto corto e molto attillato e tacchi altissimi sul red carpet alla premiere del suo nuovo film "What to Expect when You're Expecting" al Grauman's Chinese Theatre di Los Angeles, ma l'elegantissima Jennifer Lopez le ha rubato la scena.

La star latina, accompagnata dal ‘fedele' Casper Smart, indossava un vestito lungo di Maria Lucia Hohan, scarpe di Sergio Rossi e trucco gotico.
Le foto, nella gallery...

6 - IL DALAI LAMA HA PAURA DI MORIRE AVVELENATO DALLE DONNE CINESI O MANGIATO DA UNO SQUALO...

http://bit.ly/JjB3Z7
Newser -
Il Dalai Lama teme la morte. In un'intervista al "Telegraph" rivela che i suoi discepoli hanno scoperto che agenti cinesi, in Tibet, addestrano donne che fingendosi devote, partecipano al complotto che ha lo scopo di avvelenarlo.

DALAI LAMA

Le donne, che portano veleno sulle sciarpe o sui capelli avrebbero cercato la benedizione del Dalai Lama che, ignaro del pericolo, toccando loro il capo o il collo durante la benedizione sarebbe stato avvelenato.

La Cina respinge come "infondata" la storia del veleno. "Non vale nemmeno la pena confutare certe accuse", ha dichiarato un portavoce del ministero degli esteri.

Ma il veleno non è la sola paura del Lama che racconta: "I voli lunghi mi facevano davvero paura, ma ora mi sono abituato. Non so nuotare e quando volo penso sempre che se l'aereo cadesse in acqua, annegherei e potrei essere mangiato da uno squalo! Questo mi spaventa davvero."

STAR PELLE E OSSA


7 - SOLO PELLE E OSSA...

http://bit.ly/J8x96B
Radar Online -
"Radar" ha compilato una classifica delle star di Hollywood che sono sono solo pelle e ossa come Demi Moore, Claudia Schiffer e Keira Knightley.

Come si sa, a Hollywood, non si e' mai troppo ricchi o troppo magri...
Scoprile tutte! Guarda le foto nella gallery...


8 - LADY GAGA POTREBBE CANCELLARE IL CONCERTO IN INDONESIA  A CAUSA DI MINACCE ISLAMICHE...

LADY GAGA

http://bit.ly/IVHbTH
The Blase -
Lady Gaga  pensava di esibirsi in un concerto in Indonesia. Secondo il "Sydney Morning Herald", ci sta ripensando dopo aver ricevuto numerose e serie minacce da parte di gruppi di islamici radicali che dicono che la cantante vuole "instaurare l'impero di Lucifero in Indonesia".

Promettono di fermarla all'aereporto di Jakarta o di mandare 30.000 membri per attaccare il suo concerto di giugno.

WHITNEY HOUSTON E BOBBI KRISTINA


9 - IL REALITY DELLA FAMIGLIA DI WHITNEY...

http://bit.ly/JXUILa
Rolling Stone -
La famiglia di Whitney Houston sarà protagonista del nuovo reality show annunciato da Lifetime, riporta Deadline.com.

"The Houston Family Chronicles" documentera' le vite di Bobbi Kristina (figlia di Whitney), Cissy (madre), Pat (cognata) e Gary Houston (Fratello) dopo il tragico dolore vissuto dalla morte della loro amata Whitney.


10 - STACY KEIBLER: “GEORGE E OBAMA GIOCAVANO A BASKET, IO ERO LA CHEERLEADER”...

STACY KEIBLER

http://bit.ly/JjB1kb
Celebitchy -
La bella Stacy Keibler, emozionatissima per aver passato del tempo con il Presidente USA Barack Obama, alla casa del boyfriend George Clooney, ha raccontato alcuni dettagli divertenti ad "Us" magazine:

"Ho avuto l'onore di vederli giocare insieme a pallacanestro. Per fortuna erano nella stessa squadra cosi' ho potuto tifare per entrambi. Facevo la cheerleader a bordo campo. Non me lo dimentichero' mai".

 

11 - NO CLOONEY, NO MONEY: RICKY MARTIN PER OBAMA RACCOGLIE ‘SOLO’ 1 MLN ...

RICKY MARTIN

http://bit.ly/MfNDdM
Washington Examiner -
Mentre alla serata di gala a casa di Geroge Clooney per la campagna di rielezione di Barack Obama sono stati raccolti ben 15 milioni di dollari, a quella con l'ospite d'onore Ricky Martin, il Presidente USA ha raccolto ‘solo' 1 milione di dollari.

 

12 - KUTCHER DIVENTA STEVE JOBS (FOTO)...

ASHTON KUTCHER DIVENTA STEVE JOBS

http://bit.ly/L2ZyWH
TMZ -
Ecco le prime foto di Ashton Kutcher nel ruolo di Steve Jobs nel film sulla sua vita.
Le foto, nella gallery...

 

13 - LE TRASPARENZE DI CHARLIZE THERON E KRISTEN STEWART...

http://bit.ly/KKaVGx
Radar Online -
Charlize Theron e Kristen Stewart hanno scelto abiti da sera con trasparenze per la premiere londinese di "Snow White and the Huntsman".

PREMIERE "SNOW WHITE AND THE HUNTSMAN": CHARLIZE THERON E KRISTEN STEWART

Charlize un vestito di Dior Haute Couture che le esaltava la figura statuaria e Kristen invece un abito di pizzo bianco e nero di Marchesa.
Guarda le foto nella gallery...

 

14 - POSSIBILE ACCORDO A SEI CIFRE PER IL PROCESSO DI MOLESTIE DI TRAVOLTA...

La Presse - Due accuse di molestie sessuali in pochi giorni per John Travolta. La difesa ha ora fatto sapere che l'accusatore sarebbe disposto a ritirare le accuse in cambio di un risarcimento per una somma a sei cifre.

JOHN TRAVOLTA

Inizialmente entrambi gli accusatori cercavano un risarcimento di due milioni di dollari ma secondo l'avvocato del massaggiatore, Okorie Okorocha, il suo cliente sarebbe disposto a chiudere il caso per molto meno: "Si accontenta di 250mila dollari - ha spiegato il difensore a 'RadarOnline' - lo fa per finire la cosa velocemente e senza dare nessun seguito a questo caso. Il mio cliente vuole indietro la sua vita e perchè ciò avvenga a questo punto siamo disposti ad accettare una soluzione".

Il rappresentante legale di Travolta, Marty Singer, ha denunciato le affermazioni di entrambi gli accusatori e finora non ha preso alcun accordo.

 

15 - PROCESSO BALDWIN: C'ERA UNA RELAZIONE TRA L'ACCUSATA E L'ATTORE...

ALEC BALDWIN, HILARIA THOMAS E GENEVIEVE SABOURIN

La Presse/AP - Prosegue il processo di stalking nei confronti dell'attore Alec Baldwin. Genevieve Sabourin, la collega canadese accusata di aver perseguitato la star, ha dichiarato ieri di essere ottimista a proposito dello svolgimento del caso: "Sono sicura che i miei avvocati - ha spiegato la ragazza dopo una breve apparizione al processo nel tribunale di Manhattan - stanno risolvendo questo problema".

L'attrice quarantenne è stata arrestata l'8 aprile scorso dopo aver inviato una serie di e-mail in cui implorava il collega di sposarla e di farla diventare 'la signora Genevieve Baldwin'. La donna si era appostata presso la casa dell'attore negli Hamptons nel mese di marzo.

STALKER DI ALEC BALDWIN - COPERTINA "NEW YORK POST"

L'avvocato della Sabourin, Maurice Sercarz, ha però fatto sapere che la sua assistita ha avuto una relazione con l'attore senza specificare che genere di legame fosse intercorso tra i due.

"Non c'erano molestie e non c'è stato stalking- ha commentato la difesa dopo l'udienza - la mia cliente e Baldwin avevano avuto due anni di rapporto e lei aveva un obiettivo legittimo per i suoi sforzi nel contattarlo". L'agente dell'attore si è rifiutato di commentare.

 

BRITNEY SPEARS

16 - LA CELLULITE DI BRITNEY...

http://bit.ly/JgoV6N
Radar Online -
Per attirare l'attenzione sulla sua partecipazione come nuovo giudice di "X Factor USA", Britney Spears ha indossato un vestito corto che rivelava le sue gambe piene di cellulite.

TAMARA ECCLESTONE

Era talmente corto che la formosa 30enne quasi non riusciva a nascondere le mutandine. Insomma il vestitino era un disastro: troppo corto, troppo scollato, troppo stretto e...sporco di rossetto?


17 - ECCLESTONE SI RISPOSA CON UNA DONNA 46 ANNI PIÙ GOVANE: LA FIGLIA LO BOICOTTA...

http://bit.ly/MfNzLc
OK! -
Tamara Ecclestone non parteciperà alle seconde nozze del padre con una donna di 46 anni più giovane di lui. Tamara dice che queste nozze sono "irrazionali" e di essere addolorata per avere scoperto il fidanzamento del padre con Fabiana Flosi attraverso un sito internet.

"MEN IN BLACK 3" BERLINO: NICOLE SCHERZINGER

Boicottera' le nozze per lealtà nei confronti della madre, Slavica, ex modella croata che e' stata sposata con Ecclestone per ben 24 anni.


18 - PREMIERE DI "MEN IN BLACK 3": WILL SMITH A MADRID E NICOLE SCHERZINGER A BERLINO...

"MEN IN BLACK 3" MADRID: WILL SMITH E JADA PINKETT SMITH

http://bit.ly/KjsLOp
Just Jared -
Will Smith e sua moglie Jada Pinkett Smith (in abito corto di Versace) hanno partecipato alla premiere di "Men in Black 3" alla Caja Magica di Madrid.

A Berlino, anche Nicole Scherzinger ha partecipato con Smith alla premiere del film e indossava un vestito viola di Herve L. Leroux e sandali di Giuseppe Zanotti.
Le foto, nella gallery...


19 - CALAMITA NEL POLSO PER TENERE L’IPOD...

CALAMITA NEL POLSO

Fit Perez - Sara' sicuramente un grande fan della Apple (o un gran cret**o)...Dave Hurban, un tatuatore di New Jersey che, stanco di dover usare braccialetti per tenere fermo il suo mini iPod si e' impiantato una calamita nel polso.

Ancora piu' ‘incredibile' e' che l'abbia fatto da solo! Ora puo' perfino fare jogging senza problemi.

Guarda il video qui:
http://bit.ly/LN9AOy


20 - QUELLI CHE SI FANNO SEPPELLIRE IN UNA CHITARRA...

BARA A CHITARRA

http://bit.ly/JYSPOp
Giornalettismo -
Cresce negli Stati Uniti il numero di persone che non solo sceglie in anticipo la propria bara, ma chiede anche che abbia una forma particolare che gli ricordi una passione. Così tra strumenti musicali, automobili, diamanti e giochi ce n'è da fare invidia a Tutankhamon.

 

COLIN FARRELL

21 - COLIN FARRELL IN FORMA...

http://bit.ly/J6cr79
Just Jared -
Colin Farrell, per un breve periodo si era imbruttito. Ma ora il sexy attore e' di nuovo in splendida forma. Magro e muscoloso mentre passeggia per le strade di Philadelphia.
Guarda le foto nella gallery...


22 - RIHANNA COPERTA SOLO DI BODY-PAINT...

RIHANNA

http://bit.ly/KjsNFW
http://bit.ly/KjsNFT
Egotastic! -
Rihanna ha postato sulla sua pagina Facebook alcune foto che la ritraggono coperta solo nei punti strategici di body-paint. Nelle foto la cantante super sexy sembra si stia trasformando in un alligatore.

Ad un evento per beneficienza a New York (per la Robin Hood Foundation) la star si e' trasformata in Cleopatra per una performance incredibile.
Guarda le foto super hot nella gallery...


23 - BOND GIRL OLGA KURYLENKO E' LA NUOVA PAZ DE LA HUERTA?...

OLGA KURYLENKO

http://bit.ly/IUBHtq
Egotastic! -
Un lettore di "Egotastic" ha ‘scovato' queste foto molto esplicite dell'attrice Olga Kurylenko. Olga e' la protagonista di una nuova serie tv americana sui gangster di Miami, intitolata "Magic City".

La Bond Girl e' stata fotografata nuda dal fotografo delle star Terry Richardson.
Guarda le foto nella gallery...

OLGA KURYLENKO

 

BIANCO-NERO DI RABBIA - L’UNICO A NON FESTEGGIARE LO SCUDETTO DELLA “VECCHIA SIGNORA” È STATO MARPIONNE

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Vittorio Malagutti per il "Fatto quotidiano"

SERGIO MARCHIONNE A SIXTY MINUTES

"Io juventino per contratto? Ma stiamo scherzando? Mi sono avvicinato alla Juve all'età di cinque anni e quando posso vado allo stadio, specialmente adesso che ne abbiamo uno nuovo e spettacolare". Così parlò Sergio Marchionne, poco più di un mese fa, nel tentativo di accreditare la sua fede calcistica. Solo che domenica, nel giorno del trionfo e dell'orgoglio bianconero, il capo della Fiat non era in tribuna a festeggiare insieme agli Agnelli.

Affari urgenti a Detroit? Macchè, mentre il popolo juventino celebrava lo scudetto, l'uomo dal maglioncino nero era in città, al Lingotto, e si è fatto vedere alla presentazione del libro del giornalista Massimo Gramellini (gran tifoso torinista, peraltro). Marchionne non ha perso l'occasione di attaccare i sindacati osservando che "in Italia il clima è molto teso" (ma va?).

John Elkann

Questioni importanti, certo. Di sicuro più serie del campionato di calcio. Ai più, però, la scelta di disertare lo stadio in una giornata tanto importante non è sembrata casuale. Sostengono gli esperti di cose torinesi che il manager dal maglioncino nero, personaggio ingombrante e controverso, si sarebbe fatto volontariamente da parte per lasciare il palcoscenico agli Agnelli. E soprattutto ad Andrea, il presidente della Juve tagliato fuori anni fa dalla successione ai vertici della Fiat per scelta di suo zio Giovanni, l'Avvocato, che gli preferì il cugino John Elkann.

L'erede di Umberto Agnelli fin qui ha vissuto di luce riflessa e la vittoria calcistica, accompagnata dai proclami sulla terza stella e gli scudetti vinti sul campo, serve a riconquistare visibilità agli occhi dell'opinione pubblica. Lo scudetto, in realtà, porta anche soldi, molti soldi, a cominciare da sponsor, tv e incassi della Champions League. Sono decine di milioni di euro, più che mai necessari per una società come la Juventus che l'anno scorso, a giugno , ha chiuso il bilancio con 95 milioni di perdite e in nove mesi ha già accumulato un deficit di altri 40 milioni.

Massimo Gramellini

Chi paga il conto? Molti ricordano che l'estate scorsa il capo della Fiat lasciò trapelare una forte irritazione per la scelta degli Agnelli di investire, attraverso la holding Exor, oltre 70 milioni nella Juve. Ma come, la Fiat arranca e gli azionisti di maggioranza pompano nuovi capitali nelle casse esauste di una squadra di calcio? Un mese fa è arrivata un'altra sorpresa. Per i prossimi tre anni sarà la Fiat a versare altri 35 milioni alla Juve, che fino al 2015 avrà sulle maglie il marchio Jeep, controllato dalla Chrysler. Il contratto di sponsorizzazione è stato annunciato in aprile.

Andrea Agnelli

Fu in quell'occasione che Marchionne fece la sua dichiarazione d'amore al club bianconero. Ci hanno creduto in pochi, a dire il vero e l'assenza del manager alla festa scudetto ha dato ragione agli scettici. La questione di sostanza però è un'altra. Molti analisti finanziari avevano accolto con scetticismo la scelta della Fiat di finanziare la Juventus.

Una scelta in pieno conflitto d'interessi, perchè finisce per dare una mano a una società controllata dagli azionisti di maggioranza della casa automobilistica. Per le migliaia di piccoli azionisti della Fiat i vantaggi dell'operazione sono invece quantomeno aleatori. Va anche detto che il contratto targato Jeep è più generoso rispetto a quello precedente firmato con la Betclic, gruppo internazionale delle scommesse sportive. E questo ha finito per aumentare i dubbi negli ambienti di Borsa. Così, se adesso Marchionne non va allo stadio, prende implicitamente le distanze da un business, quello calcistico, che riguarda la famiglia e non l'azienda automobilistica.

Logo "Fiat"

Adesso tutti si chiedono se la Juventus sarà in grado di camminare sulle proprie gambe. Per quest'anno ci sono poche speranze. L'aumento degli incassi non sono stati sufficenti a coprire i costi degli ingaggi per i calciatori approdati in bianconero con l'ultima campagna acquisti. A giugno, quindi, il bilancio chiuderà ancora in forte perdita.

logo jeep

Se però i proventi della Champions League non fossero sufficienti a tappare le falle è difficile pensare a un nuovo intervento finanziario della famiglia. Il presidente bianconero Andrea Agnelli, nominato solo due anni fa, ha già ricevuto tutto il necessario per vincere lo scudetto a tempo di record. Difficile che il cugino John Elkann sia disposto a fare il bis. Per non parlare di Marchionne.

 

 

 

TRA MAURO E FERRARA, NON METTERE SAVIANO - “PERCHÉ MAURO MI ATTACCA DA POSIZIONI DI MINORANZA?”…

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1- PER BORDIN, FERRARA A SAVIANO NON PERDONA IL SUCCESSO...
Lettera al "Foglio"

EZIO MAURO FOTO AGF REPUBBLICA jpeg

Bordin sostiene che probabilmente a Saviano lei non riesce a perdonare il successo (Radio Radicale, 14.5.2012), che mi pare notazione assai puntuta. Io sarei più benevolo e direi che nel caso di Saviano dev'essere che non le piace come parla, come si muove, come si veste.

Può darsi le torni utile ciò che ha dichiarato in un'intervista a Excite del 28 agosto 2006: "Non sopporto la sinistra corretta, non sopporto il sinistrume alla ‘noi siamo i sani, gli altri i corrotti e infami'... Anche nella scrittura o nel giornalismo detesto la figura del redentore che attraverso la sua inchiesta e il suo editoriale stigmatizza il male e si mostra come nuovo indicatore di giustizia... Sarà perché io sono sporco dentro...". Non trova sia delizioso?
Luigi Castaldi

stile15 ferrara stille ezio mauro


2- EZIO MAURO MI FA LA RAMANZINA. HA RAGIONE, IO SONO LA MAGGIORANZA...
Risposta di Giuliano Ferrara sul "Foglio"

Ezio Mauro, direttore di Repubblica, mi ha dedicato la riunione di redazione, ieri, il che mi ha fatto piacere perché, essendo notoriamente persona invidiosa e vanagloriosa, ho goduto per aver sottratto quello spazio ad Angela Merkel ("bisognerebbe parlare della Germania, ma il pestaggio di Saviano...").

GIULIANO FERRARA

Il contenuto della ramanzina è semplice: Saviano è bastonato perché fa share in tv e ha molti lettori ed è un esempio di civismo e di lotta alla mafia, c'è un'Italia diversa fatta di uomini come lui, di minoranza, che non appartengono a conventicole, agiscono in modo solitario, e sono permanente testimonianza, per il trattamento loro riservato, dell'immaturità della destra italiana, che ha accettato e cantato uno stile pubblico di bassa lega, che ha detto che "il fascismo non era poi così male" cercando di sottrarre alla Repubblica la sua vera legittimazione, e dunque i berluscones sono cinici, e non sono una vera destra europea e conservatrice, di cui ci sarebbe bisogno, piuttosto sono eredi del fascismo e del doroteismo.

saviano

Sono idee come le altre, legittime, espresse con quello stile freddo, da impresa di pompe funebri, che è tipico del format televisivo della riunione di redazione del grande giornale nazionale. Niente da dire. Dovrei imbarazzare i lettori con un pippone autodifensivo e rispiegare a Mauro che "il fascismo non è poi così male" è una frase detta per demolire con ironia il loro modo di trattare e sfruttare il fascismo e di fondare sull'antifascismo manierato ex giellino una parvenza di egemonia intellettuale il cui unico contenuto è un vago e avido moralismo.

ROBERTO SAVIANO

Fossi matto, a entrare nei particolari. Salvo un'osservazione. Mauro definisce il suo giornale e la sconclusionata campagna che ha fatto di Saviano il caso di scuola che sappiamo, la banalità al potere, come un'espressione dell'Italia di minoranza. E' vero che io scrivo per milioni di lettori, che l'editoriale del Foglio del lunedì è incontournable per le masse popolari nei campi nelle officine e nei ministeri, è vero che tutti noi siamo immersi nella maggioranza politicamente scorretta che detta il ritmo delle cose e permea le coscienze con battaglie maggioritarie come quelle contro Di Pietro, Benigni, il preservativo come bandiera e l'aborto come liberazione dal destino procreativo. Vero.

Il successo di folla mi ha sempre imbarazzato, e mi mette di cattivo umore che me lo si ricordi a tradimento. Ma perché Mauro approfitta della buonafede dei suoi lettori e gli propina il suo pistolotto per ferirmi da posizioni di minoranza? Questo mi sembra scorretto.

 

L’AUSTERITÀ NON PAGA - CHE FINE HA FATTO SUPERMARIO, “IL PIÙ TEDESCO DEGLI ECONOMISTI ITALIANI”?...

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Luca Telese per il "Fatto quotidiano"

SILVIO BERLUSCONI MARIO MONTI berlusconi monti

Dal premier serafico al premier cupo, dal Super Ma rio radioso beatificato dai giornali, a quello affaticato e cauto che domenica ad Arezzo diceva di sentirsi - che tenero - "una piccola rondine" e parlava di fronte a una sala semideserta. The times they are a-changin', cantava Bob Dylan e i tempi cambiano anche per lui, per giunta in modo terribilmente veloce. In questo sconquasso le elezioni in Europa stanno pesando sul governo dei tecnici e sulle sue aspettative di vita quasi più di quelle italiane. Cosí, per meglio capire cosa separi queste due istantanee del premier è il caso di interrogarsi su cosa sia accaduto in questi cinque lunghi mesi. Ve lo ricordate il giorno del passaggio di consegne?

Le passeggiate e i bagni di folla davanti a Palazzo Chigi? Ricordate il sorriso radioso di Mario Monti di fronte al volto incupito di Silvio Berlusconi, il cenno solenne mentre scuoteva il campanellino d'argento con un rintocco che sembrava annunciare un passaggio epocale? Avete idea di come riposasse in modo staticamente impeccabile il suo ciuffo cotonato bianco nei giorni del loden e dei trolley? E potete quasi sentire l'eco delle battute a raffica, pronunciate ancora spensieratamente, alla conferenza stampa di fine anno.

MARIO MONTI ED ELISABETTA BETTY OLIVI

Era l'invenzione di un codice, di uno stile, nello scenario austero della sala polifunzionale della presidenza del Consiglio alla Galleria Colonna,che con i suoi legni scuri, i suoi marmi, e la sua aria da istituto di magia saltata fuori da un libro di Harry Potter, era stata la vera scoperta della portavoce Betty Olivi: "Appena l'abbiamo vista, quella sala, abbiamo capito che era ciò che ci serviva". Già: il modo per chiudere, anche iconograficamente l'era berlusconiana.

alberto alesina

Quel refettorio austero fu il teatro dell'austerità, delle lacrime forneriane, delle riforme previdenziali e lavorative, degli schiaffi aggiustati ai sindacati e ai modelli concertativi. E Il professore era in quei giorni il primo ministro dello "Humour Monti", un modello di stile. Dispensava freddure che magari capiva solo lui, ma di cui si divertiva molto: "Presidente, ma è vero che avete fatto un vertice nel tunnel?". Sorriso angelico: "La ringrazio dell'ottimo interrogativo: anche questo quesito dimostra quanto possono essere profonde le domande di voi giornalisti". E che dire della spietatezza e del distacco olimpico che lo facevano sembrare così alieno e diverso dai "politici"?

Monti approfittava delle conferenze stampa per dispensare messaggi in codice, ad esempio agli economisti che lo criticavano dalle colonne del Corriere della Sera, come Alberto Alesina e Francesco Giavazzi: "Come sottolineano i due colleghi economisti di cui ora non ricordo... Non trovo il ritaglio stampa". Li spazzolava ferocemente, insomma, con il codice spietato dell'Accademia, che declassa gli avversari sgraditi, derubricandoli ad anonimi senza nome.

Fa una certa impressione verificare che, solo cinque mesi dopo, l'anonimo e dimenticato Giavazzi è stato arruolato a Palazzo Chigi come "tecnico dei tecnici", con il piacevole effetto collaterale di riportare nel cuore del governo uno dei suoi principali critici. Bacia la mano che non puoi tagliare, e il montismo si è virato in andreottismo.

Francesco Giavazzi

Così come il discorso di domenica, preoccupato ed ecumenico: "Il presente è segnato da una crisi economica che però se non è affrontata con convinzione e con coraggio può diventare una crisi di parole". Lo stesso premier solo pochi giorni fa diceva: "Non dobbiamo stupirci che l'Europa abbia bisogno di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell'Europa sono cessioni di sovranità nazionale a un livello comunitario".

E invece, adesso, Monti dice "che bisogna uscire dalla crisi insieme", e passa dalle battute improvvisate ai discorsi letti su carta. La verità è che in queste ultime due settimane il premier ha dovuto improvvisare un precipitoso cambio di copione: in Italia era il rigorista implacabile che si prepara a fare da becchino dei partiti e da successore al Quirinale. In Europa era l'alleato della Merkel che autentificava orgogliosamente il suo pedigree : "Sono stato considerato il più tedesco degli economisti italiani".

FRANCOIS HOLLANDE

Era il poliziotto buono nella squadra del poliziotto cattivo, quello che chiede il rigore, ma anche la clemenza. E adesso rischia di diventare come il sodale delle Sturmtruppen, "il fido alleato Galeazzo Musolesi", quello che gridava proclami di guerra e mandava le cartoline alla mamma. I quotidiani italiani hanno accettato fedelmente la direttiva che le amministrative non riguardano il governo, ma resta un fatto che tutti i partiti di governo abbiano perso voti.

POSA PLASTICA PER MERKEL E MONTI A ROMA

Così come resta un fatto che il comunicato dettato la sera della vittoria di François Hollande pareva scritto da Fausto Bertinotti. "Una finanza pubblica - scriveva Mario ‘social' Monti - è condizione sufficiente ma non necessaria per l'obiettivo chiave: una crescita sostenibile, creatrice di occupazione e di equità sociale". Una frasetta da girare agli esodati, per farli sorridere.

Ma che spiega anche l'affaticamento, i sospiri, i puntini sospensivi che punteggiano i discorsi di Monti di queste ore. Napolitano prova ad aiutarlo: "È un anno abbastanza brutto ma ci sono le condizioni per venirne fuori". Non ce ne siamo quasi accorti: ma la Westfalia, la Francia e la Grecia son diventati l'8 settembre del Super Mario rigorista. Se ci sono le condizioni per inventarne un altro, "partigiano" dei diritti e della crescita, è tutto da verificare.

 

SULL’ORLO DI FAL-LIRE - IL PROFESSOR PAOLO SAVONA ROMPE IL TABÙ: “POSSIBILE TORNARE ALLA LIRA”

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Sandro Iacometti per "Libero"

PAOLO SAVONA

Alcuni anni fa, professor Paolo Savona, lei sostenne che l'Italia avrebbe dovuto valutare l'uscita dall'euro. Cosa ne pensa ora?

«Penso che un gruppo dirigente serio debba avere il Piano B, sia per decidere di uscire se necessario, sia per non subire una scelta altrui. Non si è fatto e il rischio si è accresciuto. Oggi è sempre più necessario e sempre più grave non averlo. Non mi sembra un grande attestato di buongoverno».

Quali sarebbero costi e benefici?

PAOLO SAVONA E SIGNORA

«Premesso che abbiamo già pagato un costo elevato per stare nell'euro, se uscissimo oggi dovremmo sopportarne un altro. Esso dipende dalle reazioni del mercato, largamente imprevedibili. Il cambio potrebbe scivolare all'equivalente di 0,80 del rapporto euro/dollaro e l'inflazione tornerebbe ai livelli degli anni '70 e '90, nell'ordine del 18-20%. Il vantaggio sarebbe che riprenderemmo il controllo della quantità di moneta, dei tassi dell'interesse e del rapporto di cambio, ossia di alcune tra le variabili strategiche per governare l'economia e responsabilizzare gli elettori. Sarà un percorso severo, ma se restassimo nell'attuale assetto della politica economica europea lo sarebbe altrettanto e in modo più pericoloso, ossia scendendo gradino dopo gradino. Se invece l'Ue cambiasse politica e fosse più attenta allo sviluppo si potrebbe tentare di rimanere nell'euro».

euro

Non pensa che i costi sociali per restare nell'euro siano diventati troppo elevati?

«Non si doveva iniziare dall'aumento della pressione fiscale, ma dalla cessione del patrimonio pubblico, facendo seguire una proposta di tagli delle spese più equa e meditata».

Quale sarà l'impatto delle manovre correttive di Berlusconi e Monti?

«Quello che abbiamo già osservato più un 2-3% di caduta futura del Pil reale. Purtroppo la pressione fiscale e l'aumento delle tariffe taglieranno ulteriormente il reddito delle famiglie. La situazione può ancora sfuggirci di mano».

Perché la strada dell'abbattimento del debito usando il patrimonio pubblico viene sempre rinviata?

Euro

«Io ho avanzato il sospetto che i partiti siano avvinghiati al patrimonio pubblico, che non è sempre un modo corretto di procedere per uno studioso. Ho sempre detto che fosse doveroso da parte dei governi dirci perché non si fa. Se la risposta che viene data in privato fosse quella che il valore è basso e i tempi di realizzazione lunghi, sarebbe impropria la prima e falsa la seconda. La verità è che si pensa a una patrimoniale, quella che nel mio libro Eresie, esorcismi e scelte giuste... definisco l'ultima eresia prima del completo suicidio della politica e dei tecnici».

Pensa che l'azione della Bce sia stata efficace o sia servita solo a sgonfiare lo spread spingendo le banche ad acquistare Btp?

«La decisione della Bce è stata corretta. L'uso dei fondi da parte delle banche libero. Ma continuando nella politica europea il sollievo dato è un'illusione».

MONTI-BERLUSCONI

Qual è la strada da seguire per cambiare passo?

«Non c'è alternativa alle riforme istituzionali in Europa. La Bce deve avere più poteri e doveri con un mandato simile a quello della Fed. La politica europea deve essere tale da correggere gli effetti della nonottimalità dell'area, liberalizzando i movimenti di lavoro e capitali e praticando politiche compensative degli shock asimmetrici più efficaci. E' ormai giunto il momento di riformare i Trattati alla luce dei nuovi equilibri geopolitici e geoeconomici. La stagione delle riforme riguarda tutti ed è già in ritardo. Il solo parlarne porterebbe un sollievo. Attendiamo leader capaci di farlo».

 


CHE CI FACEVA A NAPOLI IL PROCURATORE CAPO DI MILANO BRUTI LIBERATI? - LA BUFALA DI BRUNO VESPA SU MARADONA

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Carlo Tarallo per Dagospia

IL MINISTRO CORRADO CLINI Edmondo Bruti Liberati

1- Con chi era attovagliato venerdì scorso in un ristorante del Centro Direzionale di Napoli (a pochi metri dalla Torre delle Manette) il Procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati? Avrà fatto un salto dai colleghi partenopei? Avrà discusso con loro degli ultimi sviluppi dell'inchiesta sulla Lega Nord? Ah saperlo...

2- L'affare "Sistri" si ingrossa e ora tocca al Governo Tecnico spiegare perché il sistema commissionato nel 2009 dal Ministero dell'Ambiente alla Selex (società del gruppo Finmeccanica) per il rilevamento satellitare dei rifiuti ancora non funziona come dovrebbe. Domani il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini riferirà alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella, su questa incredibile vicenda, oggetto di un'inchiesta della Procura di Napoli che perquisì alcuni uffici della Selex e del Ministero (giugno 2011, Stefania Prestigiacomo in carica) e costata, tra fondi statali e contributi obbligatori versati dalle imprese del settore, una cifra superiore ai 300 milioni di euro.

PIERLUIGI BERSANISTEFANIA PRESTIGIACOMO

Già nel 2005, quando il sistema di monitoraggio dei rifiuti si chiamava Progetto Sirenetta, l'allora presidente e attuale componente della commissione Paolo Russo (deputato scajoliano del Pdl) e l'attuale vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano, all'epoca senatore rifondarolo, "interrogarono" alcuni protagonisti della vicenda. Sei mesi fa la commissione aveva già ascoltato sull'argomento Corrado Clini, che aveva preso tempo per esaminare la situazione. Cosa dirà in commissione domani? Avrà studiato a fondo le carte? Spifferi capitolini intanto segnalano che l'attuale management non sarebbe esattamente entusiasta delle modalità con le quali il business è stato gestito dai predecessori....

3- Domani arriva sotto ‘o Vesuvio Sfanculatello Bersani, per chiudere la campagna per i ballottaggi. Avviso ai navigati: non fate vedere al segretario gli articoli di giornale che raccontano del disperato tentativo di "inciucio" portato avanti in Regione Campania dai fedelissimi del Governatore Stefano Caldoro e da alcuni dirigenti sinistrati (i dalemiani Enzo Amendola e Peppe Russo, segretario e capogruppo regionale) che sta mandando in frantumi il centrosinistra e il Pd altrimenti a Bersani (contrarissimo all'idea) viene un coccolone.

DE MAGISTRIS SU UNA STRANA BICICLETTA BRUNO VESPA

4- Buon compleanno Giggino! Un anno fa Luigi De Magistris trionfava alle elezioni comunali di Napoli, e ieri sera il narcisindaco, allo scoccare della mezzanotte, ha affidato a Twitter la sua valutazione sulle ultime elezioni in Italia e in Europa. "Ok crollo Merkel - smanetta Giggino - e successo pirati in Germania, ok sinistra in Francia e Grecia, al capitalismo senile tecnocastale l'economia dei beni comuni!". Qualcuno può avvertire il narcisindaco delle mille critiche sulla troppa "vicinanza" all'estrema destra del Piratenpartei, che nel Nord Reno Wesfalia ha conquistato il 7,5% dei consensi?

5- Mozzarella (di bufala) night ieri sera da Vespa: protagonista il "caso Maradona", la storia del contenzioso tra Dieguito e il fisco italiano. Con enfasi Bruno Vespa annuncia: "Dopo la pubblicità video esclusivo di Diego Maradona per porta a porta!"; si torna in studio e scorrono le immagini, con una bella scritta "esclusiva" grossa metà schermo. Ma quale esclusiva! Quel video è stato già visto e stravisto in tv e sui siti, ne parla anche Dago lo scorso 14 marzo (link sotto). Brunello, inventane un'altra!

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/napule-champions-sticazzi-la-munnezza-la-camorra-e-la-disoccupazione-oggi-tutta-napoli-ai-36657.htm

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE CON MALVINA Diego Armando Maradona

http://www.youtube.com/watch?v=6SXcv6l-2yc

6- Caltariccone chiagne e taglia! Ecco il "piano di riorganizzazione aziendale" del quotidiano Il Mattino, presentato due settimane fa al Cdr e firmato dal direttore Virman Cusenza, che descrive una situazione nera sotto il profilo dei ricavi e parla di "una eccedenza strutturale di 16 giornalisti". Tra prepensionamenti e precari di nuovo a rischio, che aria tira al Chiatamone? Ah saperlo...

http://www.iustitia.it/7_maggio_12/documenti/documento4.htm

 

 

LA POLITICA NEL DNA - OLTRE AD AIRONE PASSERA, LA POLITICA ATTRAE ANCHE IL CAPO DELLA DNA PIERO GRASSO

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Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"

PIERO GRASSO

Piero Grasso e "il primato della politica". Era l'estate scorsa, a fine agosto, e il procuratore nazionale antimafia si trovava alla Festa del Pd di Torino per un dibattito sulla giustizia. A Palazzo Chigi c'era ancora Silvio Berlusconi. Grasso in quell'occasione esaltò "il primato della politica per la riorganizzazione della società". Questo episodio, che incuriosì non poco i presenti, è riafforato dalla memoria dei vertici democrat dopo l'esternazione radiofonica del capo della Dna: "Darei un premio a Berlusconi per l'antimafia".

CORRADO PASSERA

Parole clamorose, nonché "sconcertanti" per Piergiorgio Morosini, segretario generale di Magistratura democratica, che potrebbero costituire il preludio a un futuro impegno in politica di Grasso. Una sorta di endorsement preventivo. Ecco Antonio Ingroia: "Non diamo meriti a chi non ne ha. Quella del premio a Berlusconi è una dichiarazione più politica delle mie".

A spingere Grasso in lista sono voci che si inseguono dall'inizio dell'anno. A gennaio, infatti, il magistrato rinunciò a correre per la procura di Roma e il suo passo indietro generò una domanda: "Che farà Grasso quando nell'autunno del 2013 scadrà il suo mandato alla Dna?".

Una risposta la diede lui stesso in un'intervista al Giornale di Sicilia: "Non guardo a un'eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia funzione e alla mia cultura. Penserei piuttosto a quella che ho definito una lista civica nazionale". Insomma, un moderato della società civile. Come Corrado Passera, il banchiere diventato ministro tecnico.

Luca-Cordero-di-Montezemolo

L'accostamento tra i due non è causale. Dopo la rottura con Silvio Berlusconi sul beauty contest delle frequenze tv, oggi Passera gioca in tandem con il solitario leader dell'Udc alias Partito della Nazione Pier Ferdinando Casini. E la partita Passera-Casini si inserisce nella complessa triangolazione che vede al centro la Grande Coalizione perpetua e in ogni caso si contende l'eredità del montismo.

Gli altri due lati del problema sono il ritrovato rapporto tra il Cavaliere e Luca di Montezemolo e la corte serrata del Pd allo stesso Casini. Il risultato delle varie combinazioni potrebbe appunto generare una lista civica nazionale con Passera candidato-premier.

pierferdinando casini

E Grasso sarebbe un ministro papabile in un eventuale esecutivo "civico". Così come il cattolico Andrea Riccardi, già oggi al governo. Il gradimento centrista per il procuratore nazionale antimafia è confermato anche dalla frequentazione assidua tra questi e Michele Vietti, esponente dell'Udc oggi vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura.

ANDREA RICCARDI

Grasso aspirante ministro ma anche possibile candidato a governatore della Sicilia. Lo scenario è legato alle dimissioni di Raffaele Lombardo, una volta rinviato a giudizio per concorso esterno alla mafia. È stato lo stesso Lombardo a prometterlo a fine marzo: "Se il gup mi rinvierà a giudizio mi dimetterò". In caso, quindi, di voto anticipato per le regionali siciliane, il nome di Grasso è gettonatissimo. Soprattutto negli ambienti del Terzo Polo che include l'Mpa dell'attuale governatore. L'ex procuratore capo di Palermo potrebbe guidare una versione siciliana della Grande Coalizione, ovviamente: terzopolisti, le due anime del Pd (quelle a favore e contro Lombardo), persino i pezzi del Pdl che ostacolano la candidatura dell'ex Gianfranco Micciché, oggi Grande Sud. Governo nazionale o siciliano, questo potrebbe essere il futuro politico di Grasso.

Le ambizioni del capo della Dna incarnano il nuovo trend dei professionisti della politica travestiti da moderati: pescare nella società civile per dare stabilità e continuità all'esperienza di Monti e arginare il fenomeno del grillismo, temuto in particolare dal Colle, grande protettore dei tecnici. Questa è la chiave per decifrare le tentazioni "civiche" che animano pure il centro e la destra, non solo la sinistra.

RAFFAELE LOMBARDO

Passera, Grasso, Montezemolo, Riccardi. Le prossime elezioni saranno un battesimo per molti. "Il primato della politica" rivendicato dalla società civile moderata va oltre il nascente "partito di Passera". C'è anche chi vuole impegnarsi in prima persona con movimenti fondati ad hoc. Come quelli di Maurizio Zamparini, presidente del Palermo anti-Equitalia, e di Severino Antinori, ginecologo nemico di Renata Polverini, governatrice del Lazio.

 

IL TRIANGOLO GRILLO-MINA-CELENTANO - MENTANA A TARDA NOTTE DA LOTITO. PER L’INTER - BELEN PORTA STEFANO DAL SUO CHIRURGO

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CHICCHE DI GOSSIP
Da "Chi" in edicola domani

CELENTANO E BEPPE GRILLO

1 - LA CIVETTA È VOLATA VIA
Asia Argento ha deciso, dopo una lunga crisi, di troncare la relazione con il marito Michele Civetta. Lui ha lasciato la casa romana, che condivideva con l'attrice, e si è "appoggiato" nella dimora di uno dei suoi più cari amici, sperando che Asia cambi idea. Ma questa volta pare che la crisi sia irrecuperabile.

Mina e Adriano Celentano

2 - MENTANA A CASA DEL NEMICO
Enrico Mentana, direttore del tg di La7, storico tifoso dell'Inter, venerdì sera, a tarda notte, è andato a casa di Claudio Lotito, presidente della Lazio, che ha incontrato proprio la squadra nerazzurra nell'ultima di campionato. Motivo della visita? Mentana ha ritirato due accrediti per vedere la partita.

3 - GATTUSO PARLERÀ ARABO
Non sarà né in Scozia né in America la prossima squadra dove giocherà Ivan Gennaro Gattuso. L'ex centrocampista del Milan, infatti, potrebbe raggiungere a Dubai l'ex compagno di Nazionale Fabio Cannavaro, manager dell'Al Nasr. Per lui è pronto un contratto biennale da 5 milioni di euro l'anno.

BELEN E STEFANO DE MARTINO DOPO L INCIDENTE IN MOTO

4 - BORRIELLO FESTEGGIA CON CAMILA
Marco Borriello da un lato sorride per avere vinto lo scudetto con la Juventus, dall'altro non ha digerito l'esclusione dalla Nazionale. Comunque ha già programmato le vacanze con Camila Morais. Prima voleranno a Ibiza, dove il calciatore sta ristrutturando una splendida villa, quindi negli Usa. Da settembre, la coppia andrà a convivere nella casa milanese di lei.

Enrico Mentana

5 - PIPPO FESTEGGIA L'ADDIO
Festa al Just Cavalli di Milano organizzata da Pippo Inzaghi per il suo addio al Milan. Tra gli ex compagni presenti anche Zlatan Ibrahimovic.

6 - LELE L'ORTOLANO
Lele Mora, che da qualche giorno si occupa dell'orto del carcere di Opera, ha scritto un libro di ricette di cucina durante la sua lunga detenzione.

7 - VIRGINIA NON SE LA TIRA
È stata la rivelazione di Quelli che il calcio con le imitazioni di Belen e Ornella Vanoni, ma non si è montata la testa. Virginia Raffaele, ultima scoperta della scuderia di Beppe Caschetto, è richiestissima per eventi, convention e presentazioni. Come quella della Bmw a Monza. Dove, data la mancanza di richieste o accordi precedenti, l'entourage dell'artista ha rimandato ad altri contesti foto e interviste. Nessuno snobismo, Virginia resta con i piedi per terra, anche dopo aver indossato il tacco 12 di Belen.

8 - EMMA TORNA A OSTIA...

Emma Marrone ha scelto di godersi un giorno di relax sulla spiaggia di Ostia, nello stesso posto che frequentava quando era fidanzata con il ballerino Stefano De Martino. Nostalgia?

CLAUDIO LOTITO

9 - ...E STEFANO VA DAL CHIRURGO
Per sistemare la cicatrice sul naso che si è fatto con l'incidente in moto, Stefano De Martino ha seguito il consiglio di Belen Rodriguez, che lo ha accompagnato dal suo chirurgo plastico di fiducia, a Milano. Lo stesso che poco tempo fa ha aggiustato un problemino al naso della Rodriguez.

FRANCESCO BOCCIA E NUNZIA DE GIROLAMO DA CHI

10 - IL TRIANGOLO NO
Mina scrive a Beppe Grillo, Grillo posta il lungo messaggio sul suo blog. Adriano Celentano lo legge, avverte un comune sentire con Mina. Chiama Mina. Di tanto in tanto i due interrompono i loro monologhi ed eseguono un duetto, si confrontano sull'attualità, si ritrovano a metà strada sulla linea telefonica che passa per il confine. È il movimento di due stelle. Fisse. L'una in Brianza, l'altra in Paradiso (comune vicino a Lugano), nella Svizzera dove un giorno potrebbe trovare rifugio lo stesso Grillo. I tre s'intercetteranno mai di persona?

11 - COCCO DI MAMMA
Una famiglia a passeggio sul lungomare di Deauville. Papà e figlie festeggiano la mamma, all'italiana, il 13 maggio, mentre quest'anno, in Francia, la ricorrenza cade il 3 giugno. Ma a papà piace improvvisare. Così Emanuele Filiberto di Savoia completa la festa e manda un altro augurio, in Svizzera, a mamma sua: Marina Doria.


POLITICALLY (S)CORRECT
Giulia Cerasoli per "Chi" in edicola domani

FILIPPO LA MANTIA

1- CHI STARÀ SMACCHIANDO I LEOPARDI?
Dopo le amministrative, telefonata di Bersani a Giacomo Portas, segretario dei Moderati, eletto come indipendente alla Camera nelle liste del Pd: «Dimmi come avete fatto a Piacenza (città di Bersani, ndr) ad arrivare oltre il 13 per cento?». E Portas: «Non stiamo mica a smacchiare i leopardi...».

GIAMMANCO GABRIELLA

2- CARO GOVERNO TI SCRIVO...
Visto che la loro attività non è quasi più quella di legiferare (c'è il governo che se ne occupa per l'80 per cento), ecco che a deputati e senatori non resta che emettere "atti di indirizzo politico", come le risoluzioni (passate da 1,6 a 5 al mese) e le mozioni (da 2,72 a 32,95 al mese).

3- LA GIAMMANCO DAL TG1 AI SUPERMERCATI
L'onorevole del Pdl Gabriella Giammanco, non più fidanzata con l'ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, frequenta un facoltoso siciliano, proprietario della catena di supermercati Despar, il quale, però, prima di lei aveva corteggiato due sue colleghe, che non avevano mostrato grande entusiasmo.

4- ANVEDI COME BALLA NUNZIA!
L'onorevole del Pdl Nunzia De Girolamo e il marito, l'economista e deputato del Pd Francesco Boccia, si scatenano in pista. Alcune sere fa ballavano come niente fosse alla festa di Dagospia, benché lei abbia un pancione di quasi nove mesi. Per Boccia la bimba, che nascerà a breve, sarà la terza figlia.

gattuso lap01

5- LA MANTIA NON PRANZA PIÙ DA SOLO
L'annuncio è stato dato agli amici in presenza dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: Filippo La Mantia, cuoco dell'omonimo ristorante di via Veneto, che mette insieme destra e sinistra, si sposerà il 30 settembre con l'affascinante Stefania Scarampi di Pruney, madre di sua figlia Carolina. La lista degli invitati sarà bipartisan.

6- POLVERE DI STELLE
Cinquant'anni glamour per Renata Polverini: la presidente della Regione Lazio ha festeggiato con i suoi assessori e molti parlamentari il compleanno all'Open Colonna, sulla terrazza del palazzo delle Esposizioni. Fra gli invitati, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Provincia Nicola Zingaretti.

 

 

KAHN PER FOCACCIA - L’INFOJATO DSK FA CAUSA ALLA CAMERIERA: LE ACCUSE GLI SONO COSTATE LA CARRIERA

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NAFISSATOU DIALLO DOMINIQUE STRAUSS KAHN

(ANSA) - Ad un anno di distanza dallo scandalo che gli è costato la poltrona di direttore del Fondo monetario internazionale e la corsa all'Eliseo, Dominique Strauss-Kahn ha deciso di far causa alla cameriera di un hotel di New York che lo aveva accusato di stupro, Nafissatou Diallo, chiedendo un milione di dollari di risarcimento. Secondo l'azione legale avviata in un tribunale del Bronx, Strauss Kahn accusa la Diallo di aver "coscientemente e intenzionalmente" avanzato "false" accuse contro di lui.

Le accuse della Diallo, afferma Dsk, hanno danneggiato la sua reputazione a livello mondiale, gli sono costate la perdita dell'incarico alla guida del Fmi "e altre opportunità professionali". Strauss Kahn lamenta inoltre che nel corso dell'arresto seguito alle "false" accuse della Diallo, ha dovuto subire una "degradante e umiliante perquisizione", è stato fotografato nudo e ha dovuto fornire elementi "per un esame forense".

Lo scorso agosto l'ex direttore del Fondo monetario è stato scagionato dalle accuse avanzate dalla Diallo in sede penale, ma la causa civile avviata in un tribunale del Bronx contro di lui dalla stessa ex cameriere del Sofitel di Times Square va avanti. In quest'ultimo caso Strauss-Kahn rischia di dover pagare un ingente risarcimento alla donna. Molti osservatori sono convinti che la causa civile intentata dalla cameriera d'albergo, originaria della Guinea, finirà con un patteggiamento.

Nafissatou Diallo Dominique Strauss Kahn

Ma finora la donna non ha voluto cedere, convinta di poter andare fino in fondo. I fatti risalgono ad un anno fa, quando Dsk fu arrestato all'aeroporto Jfk di New York mentre era già a bordo di un aereo in partenza per Parigi. L'accusa fu di tentata violenza sessuale ai danni di una cameriera nell'albergo dove alloggiava. In agosto la procura di New York decise di archiviare definitivamente il caso, giudicando "non credibile" la versione dei fatti fornita dalla Diallo. Il caso però costò caro a Dsk, che dovette non solo rinunciare alla presidenza dell'Fmi ma anche ai sogni di insediarsi all'Eliseo candidandosi alle elezioni presidenziali in Francia.

 

E SE NON SUCCEDESSE NULLA CON LA GRECIA FUORI DALL’EURO? - NELLA TOMBA DI DE PEDIS I RESTI DEL GIORNALISMO ITALIANO

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Riceviamo e pubblichiamo:

IL CRAC DELLA GRECIA

Lettera 1
"Altri resti nella tomba di De Pedis"..Sì, quelli dell'informazione giornalistica italiana. Si attendono scoop dall'epoca napoleonica.
By the way , l'Africa aspetta sempre.

Lettera 2
Caro Dago, Monte dei Paschi, Monte dei Fiaschi, Monti dei Fiaschi: purtroppo l'ultimo sta governando l'Italia.
Carlo

Lettera 3
nessuno sa porre un freno allo strapotere dei dipendenti pubblici troppo presi dal doppio, triplo, quadruplo lavoro

Lettera 4
Grecia :la sinistra respinge l'ipotesi di governo tecnico. So grechi ma sò stronzi....
ahò
becerus

DePedis Enrico

Lettera 5
Adesso quelli di Equitalia fanno gli angioletti, ma fino a pochi mesi fa mettevano le ipoteche sulle case per meno di 2.000 euro di debito, l'Agenzia delle Entrate non restituisce crediti superstagionati con la scusa delle cartelle esattoriali, per la gioia degli avvocati che vengono pagati per fare le cause a questi sceriffi di nottingham nella disperazione dei contribuenti.

Aggiungiamoci l'Inps che fra un pò farà pagare i contributi pure agli animali domestici.
Troppe volte siamo stati all'esattoria o all'agenzia delle entrate e abbiamo trovato un muro di gomma. In tutto ciò Befera guadagna quanto Obama e Mastrapasqua 4 volte di più.
Non approvo le bombe ma capisco l'esasperazione.
Aloha!

Lettera 6
A proposito di professionalità e correttezza dell'informazione, il titolo, prima pagina, taglio basso, "Berlusconi, giudice contro giudici", del Corriere della Sera di oggi nasconde, invece, di annunciare la sostanza della notizia, cioè che Berlusconi nel processo Mills andava comunque assolto.
Giancarlo Lehner, P.T.

EMANUELA ORLANDI

Lettera 7
''Irresponsabile il giudizio di Moody's sulle banche italiane'': l'Associazione banche Italiane critica l'agenzia Moody's , sembra proprio il bue che dà del cornuto all'asino. Se non esistessero le agenzie di rating e le banche, la crisi attuale si sarebbe verificata?
Sanranieri

Lettera 8
Caro Dago, ecco ci siamo, c'è il terrore che la Grecia esca dall'Euro. Sarà l'apocalisse, dicono, nulla sarà più come prima, dicono. E se invece non succedesse proprio nulla? Per la serie delle paure inventate da lorsignori i manovratori, a nostra insaputa, ti ricordi il terrore del Bug del millennio? Quando, secondo loro, i computer di tutto il mondo allo scadere della mezzanotte fatale avrebbero dovuto bloccarsi, con conseguenze apocalittiche. Non è successo nulla, nulla di nulla, punto.

MAGO ZURLÌ

Per la serie: inventa le paure e tieni il popolo soggiogato mentre di fai i tuoi lauti affari. Il giochino è vecchio come il mondo, ma il fatto è che qui ci caschiamo ancora....

Se la Grecia esce dall'Euro, non solo non succede nulla di apocalittico, a parte forse qualche problema per le banche ladrone di lorsignori. Succede che si toglie dalle grinfie avide della speculazione, svaluta la Dracma, rimette in moto il turismo, che è la vera risorsa economica di quel paese e si accinge a vivere più o meno decentemente come è successo negli ultimi 100 anni, come se nell'Euro non ci fosse mai entrata, tirata per il collo dalla "banda del buco" europea, che gli aveva promesso meraviglie e gli ha invece dato mi seria e perdita di dignità umana.
Poi sarà la volta dell'Italia........
Ezzelino da Romano

Lettera 9
Rai, si candida Mago Zurlì «Il mio vice sarà Topo Gigio. Il Pd perde due concorrenti per le primarie.

Lettera 10
I Ligrestos erano in platea al Discorso della Consob perché la Consob li ha invitati. I biglietti di ingresso non si comperano on line.
Faust

PIERLUIGI BERSANI

Lettera 11
Caro Dago,,
L'istruttore di una palestra :"John Travolta mi ha offerto dei soldi perché voleva masturbarmi e farsi masturbare ". La Febbre del Sabato Sega !
Salve
Natalino Russo Seminare

Lettera 12
Caro Dago, chissà perché alle elezioni di domenica scorsa il culo della Merkel è sembrato più piccolo...
R.B.

MARIO MONTI

Lettera 13
Caro Dago,
Maroni candidato unico alla segreteria della Lega ? Bossi non ce l'ha più duro e i barbari possono sognare di non finire, come un Belsito qualunque, a pescar trote in Padania, a comprar lauree in Albania e a investir gruzzoloni in Tanzania.
pietro mancini.

Lettera 14
Caro Dago,
non sarà apocalisse. In Italia è rimasta ancora un po' di terra da coltivare. Ai nostri mammoni verranno solo un po' di calli alle mani. In nord Europa, invece, mangeranno solo delle patate, ritorneranno nelle miniere per un pugno di pomodori (nostri).
Ilm'ot

Lettera 15
...vogliamo Mago Zurlì. Grande Mago per davvero. invece a Topo Gigio dobbiamo dare una pessima notizia: se sò fregati tutto il formaggio, caro Topo. Stiamo cercando uno che ce lo riporta, ecco perché chiamiamo Mago Zurlì.

logo agenzia delle entrate

Lettera 16
Dago darling, quanto pagheranno inconsapevolmente i contribuenti italiani per il buco di 2 miliardi di dollari nella JP Morgan e per quello presunto e molto misterioso del Monte dei Paschi di Siena (di cui le veline della rinata Agenzia Stefani parlano pochissimo o per nulla)? Cose che capitano quando i grulli si affidano (culo e camicia) ai santini e agli specchietti per le allodole, seppur "democratici".

logo abi

Anche quelli (e soprattuto quelli, perché più ipocriti) proposti dagli ex "tovarich" de noantri che si sono convertiti all'autocrazia delle banche e ai ricchi commerci annessi e connessi. Almeno in tempi meno invertiti degli attuali (i lupi cammuffati da agnelli, i sinistri che agiscono come i destri, la guerra che é chiamata missione di pace, ecc. ecc.), ci si sarebbe consolati dicendo: "A da venì Baffone!".

Moh, manco quella speranza ci resta. Anche perché Putin non ha i baffoni, mah ... mi fermo qua, perché non vorrei scandalizzare le anime belle che conoscono solo la Storia presentata da RAI/Eiar o annoiare con storie di Petropavolosk.
Natalie Paav

MOODY'S

Lettera 17
Sul quotidiano la Repubblica viene riportato il resoconto della manifestazione contro l'aborto tenutasi a Roma l'altro ieri. Il pezzo parla della manifestazione ma la inquadra di suo come una iniziativa un pò eccentrica, addirittura dà fastidio la presenza di Alemanno e Gasparri: ma soprattutto si dà fiato alle voci contrarie, di femministe, consiglieri PD e via di questo passo, talchè alla fine il pezzo tende a tranquillizzare i lettori anticattolici, come a dire: sono le solite manifestazioni di retrogradi, che non vanno prese in considerazione.

jp morgan

E non è finita, perchè si inquadra questa manifestazione tra quelle pericolose, visto che vi partecipano Forza Nuova, Militia Christi, etc. L'articolo in questione veicola insomma un messaggio grave: la contrarietà all'aborto è frutto di omofobia, integralismo, razzismo, antisemitismo e negazionismo. Insomma frutto di menti malate e criminali: questo è il giochetto che fa anche l' assessore Nanni del PD di Roma.

E invece, normalissimi cattolici (ricordo che chi è per l'aborto non può essere considerato cattolico) manifestano contro l'aborto, profondamente convinti, che praticarlo è uccidere un nascituro, una persona. Una verità così chiara, lancinante, immutabile, perfetta, che stordisce i Nanni, tutti i Nanni d'Italia. Questi Nanni devono per forza tirare fuori Forza Nuova, Militia Christi, il nazismo, l'omofobia, il negazionismo che non c'entrano nulla con la Verità. Una perfetta strategia di comunicazione, questa sì nazista e comunista. Un domani - a breve - i Nanni saranno i persecuori dei cattolici.
Luciano.

monte dei paschi di siena

Lettera 18
Egregio Direttore,
invio, tramite il Suo quotidiano, una lettera aperta, di poche righe, agli "irresponsabili" del Pdl. Signori onorevoli, come elettore del vostro partito, avrei da fare una sola domanda: vi rendete conto di come sia sorridente e rilassato Bersani da un po' di tempo? Se l'avversario politico ride, o diciamo sorride ad ogni intervista, . nonostante la crisi in atto (e che crisi), qualcosa e qualcuno, nel Pdl va per strade sbagliate. Ci vuole molto a capirlo o siamo nelle mani di incapaci, oltre che irresponsabili?

GIUSEPPE MUSSARI

Berlusconi, per molti, dico molti di voi, non del Pd o Di Pietro, era criticabile! Ne abbiamo preso atto e lo stesso Berlusconi ha fatto due passi indietro. Ora voi cosa state combinando? Parlate, dite, scrivete, ma sapete che la politica ha bisogno di consenso e lo state perdendo? Ed allora? Non voglio essere irriverente, certo, la vita continua, ma avrete anche la faccia di chiederci il voto alle prossime elezioni? Per quel che mi riguarda, sto proprio aspettando il momento!
Grazie per l'attenzione e buon lavoro
Leopoldo Chiappini Guerrieri
Roseto Degli Abruzzi (Te)

 

OGGI I TECNICI HANNO PRESO SCHIAFFI IN COMMISSIONE SUL FALSO IN BILANCIO E DOMANI MONTI INCONTRA IL BANANA

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Bigador per Dagospia

SALVATORE MAZZAMUTO

1 - Toh, ma guarda il caso. Oggi i Tecnici hanno preso schiaffoni in Commissione su falso in bilancio, e domani SuperMario incontra il nostro adorato Banana.

berlusconi monti

2 - Applausi per l'esordio di Mazzamuto. "Un altro tecnico che non capisce un cazzo".

3 - Pompieri questa mattina alla Camera. Qualcuno ha pensato a un attentato. Poverello. Pare sia stata una sigaretta in un cassonetto.

4 - Giarda continua a parlare malissimo della Frignero. Ma come mai?

5 - Domanda in corso al ministero dello Sviluppo: come fa Passera a pensare da futuro leader, se non riesce neanche a tenere a bada le persone che lo circondano? Ah, saperlo...

6 - Continua la polemica sul bel Barbato: si', si e' dimesso, per carita'. Ma continua a prendere lo stipendio! Eh, allora...

7 - Conciata De Gregorio cerca casa. Non sul piano immobiliare. Ma professionale! E continua a telefonare a Uolter, dicono gli "addetti ai livori". Ma vi sembra possibile!?

SANTANCHE CORRADO PASSERA

8 - Mmmm, il nostro Banana ha fatto sapere di non voler mettere un euro nel Pdl. A dire il vero ha utilizzato termini piu' duri. Ma era uno sfogo, e non evitiamo di riportarlo.

9 - La Santadeche' ci crede proprio. Ma cosi tanto che i maligni (solo loro) segnalano qualche mutamento strutturale sul suo volto.

10 - Il nostro protetto, Capezzone, e' in disgrazia. Nessuno gli risponde al telefono.

11 - Accanimento! C'e' chi parla di una nuova storiaccia per Scajola. E basta! Cambiate obiettivo.

12 - Angolo Pd. Intorno ai democratici continuano i falchi pronti a cercare sistemazione. Bersani dice di aspettare la settimana prossima per capire.

 

POLVERINI FA 50 ANNI E SI DECOATTIZZA: ORA SEMBRA LA GEMELLA DI SERENA DANDINI! AUTO-CELEBRAZIONE CON 300 INVITATI

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Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
Dal "Corriere della Sera - Edizione Roma"

PIETRO GIOVANNI ZOREDDU TITTI E RENATO BRUNETTA

Musica anni '80-'90, atmosfera rilassata e un ricco buffet «primavera-estate» per il compleanno di Renata Polverini all'Open Colonna tra politici, ministri, attrici e volti noti come il grande Franco Zeffirelli. La governatrice, che ha esibito un elegante tubino rosso, come il colore della sua vittoriosa campagna elettorale, aveva i capelli raccolti.

Per il menù, preparato dalla mani di Antonello Colonna, la presidente della Regione, nel rispetto della tradizione gastronomica romana, ha scelto tra l'altro salumi, formaggi, verdure grigliate, porchetta e fritti. E molto apprezzati dagli ospiti i primi a base di carbonara e matriciana. E per dolce una meravigliosa torta alla frutta. Al fianco della festeggiata c'era la mamma Giovanna.

POMPEI E SIGNORA

Tra i primi ad arrivare Il sindaco Gianni Alemanno e la moglie Isabella Rauti, il direttore artistico del Festival del Cinema di Roma, Marco Muller, il cantautore Mogol, Franco Califano, Anna Falchi e Pamela Prati. Oltre a tantissimi consiglieri regionali di maggioranza e assessori della Giunta Polverini, era molto nutrita la pattuglia di politici: tra loro i parlamentari Beatrice Lorenzin, Maurizio Gasparri, Renato Brunetta con la moglie, Antonio Buonfiglio (passato da Fli a Città Nuove), il ministro per la Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi e il sottosegretario Michel Martone.

PAOLA SANTARELLI

Non poteva mancare il «cerchio magico», cioè i collaboratori più stretti della presidente, Giovanni Zoroddu, capo di gabinetto della Polverini, Stefano Cetica, assessore al Bilancio, e Salvatore Ronghi, segretario generale della Regione, tutti provenienti dall'Ugl. E c'era anche Giovanni Centrella, attuale segretario generale Ugl, che ha regalato alla presidente una borsa di Prada. A rappresentare gli industriali romani Mario e Marisa Stirpe. Tra i 200 invitati c'erano pure il prefetto Giuseppe Pecoraro, il questore di Roma, Francesco Tagliente, il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua e il patron della Lazio Claudio Lotito.

PAMELA PRATI

 

 


UN UOMO SENZA FINI - IL FASCIO-PENSATORE BUTTAFUOCO IMPALLINA GIANBECCHINO

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http://www.ilfoglio.it/soloqui/13402

Pietrangelo Buttafuoco per "il Foglio"

BUTTAFUOCO PIETRANGELO GIANFRANCO FINI

L'ultima volta che ho incrociato lo sguardo di Gianfranco Fini è stato a un semaforo. Io aspettavo l'autobus e lui era nella sua auto blu, sulla corsia interna di via Gregorio VII, a Roma. Ci siamo guardati un istante. Giusto il tempo di riconoscerci reciprocamente (così, almeno, spero, perché forse l'ho riconosciuto solo io, non riconoscendo nulla di ciò che era stato lui). Era stato, lui, quanto di peggio la destra potesse essere in un'Italia attardata negli anni 70 del secolo scorso. Era banale e normale.

Non capiva la Voce della fogna. Non sapeva neppure chi fosse Alain de Benoist. Non apriva un libro e predicava il Fascismo del Duemila. Diocenescampi quant'era ordinario Fini, specie in tema di fascismo (a proposito: i ragazzi di CasaPound, oggi, sbagliano con "fascismo del Terzo millennio", rischiano di restare nel solco di Fini).

Gianfranco Fini

E se fosse utile scovare le stupidaggini ideologiche, in quel leader - così incrostato di destrismo, dove tutto il cascame della propaganda piccolo-borghese vi faceva alloggio - basterebbe svelarne la biografia: dalle simpatie per i regimi sudamericani alle gite da Saddam Hussein, fino ad arrivare alla campagna contro gli immigrati. Lo ricordo come fosse oggi, così comiziava a Montesilvano: "Devono imparare l'uso del sapone".

GIANFRANCO FINI

Era il civilizzatore, dopo di che, certo, tutto si aggiusta. A maggior ragione si aggiustano le biografie. Ed è cambiato, Fini. Ha cominciato a non farsi riconoscere più parlando la lingua sofisticata di quelli che erano stati i suoi avversari interni. Quando si farà la storia della Destra in Italia verrà fuori tutto un mondo interessante, quello degli antifiniani, quello di Flavia Perina, di Umberto Croppi, di Fabio Granata e di Tomaso Staiti di Cuddia.

Discendevano da radici importanti che erano i Pino Rauti, i Pino Romualdi, i Beppe Niccolai, e che erano tre diversi modi di buttarsi alle spalle il fascismo, quello di Rauti era "lo sfondamento a sinistra", quello di Romualdi era il conservatorismo e quello di Niccolai, invece, era il socialismo tricolore.

Si cambia e Fini, per dire, non poteva accettare uno come Romualdi che, pur essendo stato vicesegretario del Partito fascista a Salò, odiava il nostalgismo. Romualdi, raffinato e cosmopolita, spiegava sempre, non senza quella sua bella parlata predappiese: "Dopo il fascismo, sono i cretini che se ne vanno a fare i fascisti". Fu anche il promotore "dell'idea occidentale", Romualdi.

E Beppe Niccolai, il pisano, predicava un'Italia dove ai missini doveva essere dato il compito di difendere Adriano Sofri dalle accuse di assassinio e dove perfino Piazzale Loreto potesse finalmente trasfigurarsi, nella memoria, in un atto d'amore...

GIANFRANCO FINI GIANFRANCO FINI

Nulla di tutto ciò era in Gianfranco Fini, scelto da Giorgio Almirante, imposto in luogo di una figura straordinaria qual è Marco Tarchi, destinato a cambiare anche grazie a tutte quelle personalità - Granata, Croppi, Perina, Staiti oggi non più - un tempo irriducibilmente avversarie, quando in quello sfilacciarsi degli anni 70 e poi ancora negli anni 80, Fini restava l'Italiano in Lebole. Ed è cambiato, Fini. E' stato anche un bravo ministro degli Esteri (niente a che vedere con Franco Frattini o, peggio, con l'attuale ministro). Aveva un ruolo alla Farnesina, era calato nella parte, e aveva un ottimo collaboratore, ovvero Salvatore Sottile che non è quello delle donne, suvvia, lo sapete bene. Lui, Salvo, è piuttosto quello che ha pagato un prezzo ingiusto senza mai chiedere di essere ripagato.

Ecco, forse ci ha messo un carico di buona fede, Fini. Lo voglio credere mentre se ne va via con la sua macchina, immagino reduce dalla sua nuova dimora di Val Cannuta. E però devo confessarlo che mi è venuto difficile scrivere questo pezzo perché, insomma, tutto s'è consumato mentre l'ho riconosciuto dietro quel vetro.

Gianfranco Fini

E il suo modo di buttarsi alle spalle una storia è stato certo il peggiore di tutti i modi. L'antifascismo non è omeopatia, è un veleno. Altrettanto quanto può esserlo, giusta caricatura berlusconiana, l'anticomunismo. Praticare l'antifascismo oggi è un rinfocolare una guerra civile che gli italiani avevano già conclusa nel 1971, nell'anno della vittoria elettorale del Msi in Sicilia. Avrei voluto dirglielo se fosse durato ancora un minuto il semaforo rosso.

FINI

E' cambiato, certo, ma come i parvenu che ragliano al cielo la propria festosa mutazione, continua a cambiare fino a diventare uno scarto di Pier Ferdinando Casini. E ha gettato nel cesso della storia un mondo fatto di almeno tre milioni di italiani. E' riuscito, lui, con le sue cravatte sbagliate, a distruggere un partito - un ambiente, una comunità - che da Bolzano a Trapani aveva superato le persecuzioni, l'ostracismo e l'indifferenza.

L'altra domanda, quella che magari riesco a recapitargli con queste righe, è questa: "Segretario, lo hai fatto un bilancio?". Sicuramente sì, l'avrà fatto. E si sarà detto, sottovoce, di aver perso l'asino con tutte le carrube. Avrà fatto mente locale e capito - una volta per tutte - di non avere la stima e il rispetto di tre milioni scaricati nelle fogne. E si sarà aggiustata, ben annodata al collo, la sua cravatta il cui colore è quello del cane in fuga, bandiera di un'ambizione stritolata.

 

 

TRACOLLA LA GRECIA, TRACOLLANO LE BORSE: PEGGIO DI MILANO (-2,4%) C’È SOLO ATENE (-4,2%) - LE BANCHE PERDONO OLTRE -5%

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1 - BORSA, LA GIORNATA: GRECIA E RECESSIONE AFFONDANO MIB CON BANCHE
(LaPresse) - La Grecia annuncia nuove elezioni nel pomeriggio per bocca del leader del Pasok, Evangelos Venizelos, e i listini europei accelerano al ribasso. In particolare affonda Milano, maglia nera tra le principali Borse europee con l'indice Ftse Mib che perde il 2,56% a 13.311,36 punti e il Ftse All-Share che lascia il 2,39% a 14.347,27 punti. Anche perché il Pil dell'Italia, stando all'Istat, si è contratto nei primi tre mesi dell'anno dello 0,8% confermando la recessione del Paese.

LA BORSA DI ATENE

Affonda anche Atene, con l'indice Ftse Athex 20 che precipita del 4,25% a 212,35 punti. Venizelos ha comunicato il fallimento delle trattative per la formazione di un governo capace di rispettare gli impegni con Bce-Ue-Fmi, spiegando che "certe persone hanno freddamente messo i loro interessi di partito al di sopra dell'interesse nazionale".

JUNCKER STROZZA LUIS DE GUINDOS

Sul mercato obbligazionario si è alzata ancora la pressione, con lo pread tra Btp e Bund che è risalito ai massimi da gennaio oltre quota 440 punti base. Sul fronte macro Eurotat ha comunicato che il Pil dell'eurozona è rimasto fermo nel primo trimestre 2012, una lettura comunque migliore delle attese degli analisti, che avevano previsto una contrazione dell'economia dello 0,2%. In questo contesto, chiusura in calo per le principali Borse europee dopo l'annuncio di nuove elezioni in Grecia. Il Ftse 100 di Londra perde lo 0,51% a 5.437,62 punti, il Dax di Francoforte lascia lo 0,79% a 6.401,06 punti e il Cac 40 di Parigi mostra un calo dello 0,61% a 3.039,27 punti. A Madrid l'Ibex arretra dell'1,6% a 6.700,7 punti.

LUIS DE GUINDOS

In Europa affondano le banche, di nuovo colpite dalla crisi greca. A Milano, più volte sospese dalle contrattazioni nel corso della seduta, cadono Banco Popolare (-6,77% a 0,909 euro), Banca Montepaschi (-7,4% a 0,2252 euro), Bper (-8,79% a 3,672 euro), Popolare di Milano (-4,86% a 0,325 euro), Intesa Sanpaolo (-5,47% a 0,9765 euro), Mediobanca (-3,92% a 3,04 euro), Ubi Banca (-5,34% a 2,302 euro) e Unicredit (-5,53% a 2,526 euro).

L INCONTRO TRA I LEADER GRECI PER TROVARE UN GOVERNO TECNICO

Pesa anche il downgrade di 26 banche italiane deciso ieri da Moody's. Nel resto del paniere principale cadono anche Mediolanum (-5,68%) e Mediaset (-4,35%), Finmeccanica (-4,03%), A2A (-5,13%), Diasorin (-4,3%), Fiat (-2,03%) e Lottomatica (-3,01%), mentre tengono Stm (+0,1%), Tod's (+0,37%), Parmalat (+0,3%) e sale Campari (+1,59%). Fuaori dal paniere principale, nella galassia Ligresti raffica di vendite su Fonsai (-7,93% a 0,952 euro) e Premafin (-7,58% a 0,1841 euro). Pesante anche Unipol (-5,01%).

evangelos venizelos

2 - SPREAD BTP-BUND CHIUDE A 439 PUNTI, TOCCATI MASSIMI DA GENNAIO
(LaPresse) - Chiude in rialzo a 439,4 punti base lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, dopo aver toccato a 441,7 punti i massimi da gennaio. Il rendimento dei decennali italiani sul mercato secondario si attesta al 5,86%. Ieri il differenziale aveva terminato gli scambi a 424 punti. Sale anche la pressione sul debito sovrano spagnolo. Lo spread tra Bonos e Bund a 10 anni chiude a 487,7 punti base, con il tasso dei decennali di Madrid al 6,34%.

CHRISTINE LAGARDE

3 - GRECIA, TSIPRAS: ABBIAMO CERCATO DI RISPONDERE A RICHIESTE ELETTORATO
(LaPresse/AP) - "Abbiamo cercato di creare un governo che potesse rispondere alle esigenze minime dell'elettorato. La nostra richiesta principale era quella di annullare le nuove dure misure come il taglio delle pensioni e degli stipendi e ripristinare i diritti dei lavoratori". Così il leader di Syriza Alexis Tsipras commentando il ritorno del Paese alle urne dopo i colloqui falliti oggi.

TSIPRAS

4 - GRECIA: LAGARDE EVOCA LA POSSIBILITA' DI UN'USCITA ORDINATA DALL'EUROZONA
Radiocor - 'Speriamo che la Grecia non esca dall'euro ma dobbiamo essere tecnicamente preparati per ogni evenienza'. Lo ha detto al canale televisivo France 24 il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, commentando l'evoluzione della crisi in Grecia dove il presidente Papoulias non e' riuscito a favorire la formazione di un governo di tecnici e appare ormai inevitabile un nuovo ricorso alle urne a meta' giugno.

'Se gli impegni fiscali di questo paese non saranno rispettati - ha detto - allora si dovranno prendere le opportune contromisure e questo sia on termini di finanziamenti e tempi supplementari che di meccanismi di uscita che nel caso dovrebbero portare a un'uscita ordinata dall'euro'.

VITO GAMBERALE

5 - SPAGNA, DE GUINDOS: IPOTESI SALVATAGGIO MADRID NEANCHE MENZIONATA IERI
(LaPresse/AP) - L'idea di un piano di salvataggio per la Spagna non è neanche stata menzionata nel corso dell'incontro dell'Eurogruppo di ieri a Bruxelles. Così il ministro dell'Economia di Madrid, Luis de Guindos, parlando dalla capitale belga dove si trova in occasione dell'Ecofin di oggi.

6 - SEA: GAMBERALE INDAGATO PER TURBATIVA D'ASTA
(ANSA) - Vito Gamberale, ad di F2i, è indagato dalla procura di Milano per turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta sulla vendita delle quote Sea a F2i. Insieme con lui è indagato anche un suo collaboratore, Mauro Maia.

Secondo l'indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, Mauro Maia sarebbe l'interlocutore con cui Gamberale era al telefono nel luglio scorso. Nel dialogo tra i due, intercettato, si parlava di un bando da fare su misura e l'ad di F2i si era detto "sicuro della vittoria della gara". Cosa che poi è avvenuta in autunno. A dare impulso alle indagini sono stati anche nuovi atti inviati dalla Procura di Firenze dove è aperta un'altra inchiesta.

banco popolare

7 - JPMORGAN, CEO DIMON MANTIENE TITOLO PRESIDENTE E STIPENDIO INVARIATO
(LaPresse/AP) - L'amministratore delegato di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, ha ottenuto voti sufficienti da parte degli azionisti per mantenere il titolo di presidente del board ed evitare la riduzione dello stipendio. L'annuncio è stato dato in occasione dell'assemblea annuale degli azionisti a Tampa, in Florida.

Dopo la perdita di 2 miliardi di dollari annunciata la scorsa settimana da JPMorgan Chase, alcuni soci hanno chiesto di dividere le due cariche e tagliare i bonus a Dimon. In apertura dell'assemblea alcuni azionisti hanno avanzato nuovamente le richieste. Secondo un conteggio di Associated Press, il ceo lo scorso anno ha beneficiato in totale di 23 milioni di dollari.

8 - JPMORGAN, CEO DIMON: FAVOREVOLI A REGOLE FINANZIARIE PIÙ INTELLIGENTI
(LaPresse/AP) - JPMorgan Chase è favorevole a una regolamentazione finanziaria migliore e più intelligente. Così l'amministratore delegato Jamie Dimon parlando all'assemblea annuale degli azionisti a Tampa, in Florida. Ieri il presidente statunitense Barack Obama ha detto che la perdita di 2 miliardi di dollari annunciata la scorsa settimana da JPMorgan Chase dimostra la necessità di riformare Wall Street. In merito alle perdite, Dimon ha detto che gli errori sono stati "auto-inflitti".

BENETTON


9 - B.POPOLARE: PERDE 109MLN IN I TRIM, PESA IMPATTO MERITO CREDITO

Radiocor - Il Banco Popolare ha chiuso il primo trimestre del 2012 con una perdita netta contabile di 109 milioni. Sul risultato pesa l'impatto negativo da 212 milioni relativo alla variazione in positivo del merito creditizio dell'istituto. Al netto di questa componente, il trimestre si chiude con un utile di 103 milioni, in calo del 25,4% rispetto al dato omogeneo dello stesso periodo del 2011.

I proventi operativi sono scesi dell'8,6% a 790 milioni, con margine di interesse in crescita del 5,5% a 471 milioni e commissioni nette a 336,6 milioni (+0,7%). In calo dell'1,7% gli oneri operativi, a 589 milioni, per un rapporto cost/income al 74,5%.

GIANNI ALEMANNO AURELIO REGINA

10 - BPM: +52,1% UTILE NETTO I TRIMESTRE A 64,3 MLN, CORE TIER 1 8,3%
Radiocor - La Banca Popolare di Milano ha chiuso il primo trimestre del 2012 con un utile netto di 64,3 milioni, in crescita del 52,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. I proventi operativi sono aumentati del 13,7% a 433,7 milioni, con margine di interesse a 226,6 milioni (+9,3%) e commissioni nette a 119,1 milioni (-17,9%). Gli oneri operativi si sono attestati a 261,8 milioni (-1,5%), per un rapporto cost/income in calo di 9,3 punti percentuali al 60,4%. Sul fronte della solidita' patrimoniale, il core tier 1 sale all'8,3% dall'8,02% di fine 2011, mentre il coefficiente pro forma (al netto dei filtri prudenziali imposti da Bankitalia) e' al 10,07%.

11 - IMPREGILO: QUOTA ECORODOVIAS SUPERA 1 MILIARDO EURO DI VALORE
Radiocor - Alla fine del primo trimestre 2012 il gruppo Impregilo ha visto crescere ulteriormente il valore della partecipata Ecorodovias che fa capo alla subholding olandese Impregilo International Infrastructures. Secondo i documenti consultati dall'agenzia Radiocor, il gruppo al 31 marzo vantava una crescita dei ricavi nelle costruzioni, passati a 485,3 milioni (da 366,5 mln), e un vistoso valore di borsa (San Paolo) della partecipazione del 29,24% in Ecorodovias Infraestrutura e Logistica.

Il valore di mercato della quota, si legge nel documento, e' pari a 1.071 milioni di euro. Nel frattempo da Impregilo - al centro di una battaglia a suon di assemblee (e di parcelle agli studi legali coinvolti) fra il socio Igli che fa capo alla famiglia Gavio e possiede il 29,96% del capitale e il socio Salini saliti in breve tempo al 29,18% (ultima informazione del 27/4) - giungono le risposte alle numerose domande presentate all'assemblea del 27 aprile dall'avvocato Roberto Cera, per conto dei Sa lini.

12 - BENETTON, UTILE I TRIMESTRE CALA A 10 MLN, VIA DA BORSA IL 31 MAGGIO
(LaPresse) - Benetton chiude il primo trimestre 2012 con un utile in calo a 10 milioni di euro, rispetto ai 19 milioni dello stesso periodo dello scorso esercizio, e ricavi in diminuzione del 5,5% a 428 milioni di euro. E' quanto si legge in una nota, in cui il gruppo sottolinea che "in conseguenza della comunicazione del superamento da parte di Edizione Srl della percentuale del 95% di partecipazione" il titolo Benetton verrà revocato dalla quotazione in Borsa dal prossimo 31 maggio, con sospensione dalle negoziazioni per le sedute del 28, 29 e 30 maggio.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE GIANCARLO CREMONESI

13 - LA SOLITUDINE DI ALEMANNO ALLA FESTA PER REGINA
Roberto Mania per "la Repubblica - Edizione Roma"

L´occasione era davvero ghiotta, quasi irripetibile. Ma per Gianni Alemanno, sindaco di Roma, si è trasformata nell´ennesimo flop. Giovedì scorso, Gran Teatro Saxa Rubra, parecchie centinaia di imprenditori (per quanto meno del previsto) in platea. Assemblea di Unindustria. L´ultima di Aurelio Regina. In prima fila, oltre al leader entrante di Confindustria, Giorgio Squinzi, e a quello uscente, Emma Marcegaglia, anche Giancarlo Cremonesi, presidente dell´Acea e della Camera di Commercio, che, a suo tempo, portò ad Alemanno i voti dei costruttori romani.

Assente, però, Francesco Gaetano Caltagirone, che della municipalizzata controlla oltre il 15%, primo dei soci italiani. Assenza significativa. Alemanno sale sul palco e pensa di essere tornato ai tempi dei suoi comizi giovanili. Va all´attacco della sinistra «becera» prigioniera delle «ideologiche che appartengono al Novecento». Ripete i concetti più di una volta. Parla della privatizzazione di Acea e cerca il consenso, l´applauso che non arriva. Il silenzio del teatro spiega molto: gli imprenditori che l´hanno sostenuto nella sua scalata al Campidoglio lo ascoltano come si fa con un disco rotto.

Aspettano con pazienza che finisca. Perché il progetto Acea di Alemanno è pasticciato e poco credibile. Non è una vera privatizzazione e nasconde l´obiettivo di fare un po´ di cassa da usare per le prossime amministrative. Operazione alquanto sfacciata. D´altra parte nemmeno il centro destra è del tutto convinto che si debba ora vendere il 21% di Acea. Agli industriali non interessa di schierarsi con il sindaco. Infatti Regina dirà poco dopo di «evitare i balletti su Acea». Se non è un benservito, poco ci manca. Niente applausi per Alemanno.

 

 

IL PRIMO TRENO NTV CHE VA IN PANNE - FERRARA RESTA ALLE 20,30 - FAZIO HA COPIATO IL “POTERE ALLE PAROLE”

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1- Nessuna gazzetta ha registrato che tra sabato e domenica si è avuto il primo treno NTV che va in panne: il 9951 di Ntv con 184 ha effettuato trasbordo a Firenze per guasto tecnico.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

2- Auguri a Megalò Malagò che si è rotto il ginocchio sinistro giocando a calciotto.

GIOVANNI MALAGO

3- Chissà se finalmente quest'anno Malago' riuscirà ad essere invitato nei giardini del Quirinale per lo struscio quirinalizio in occasione della festa della Repubblica...da giorni e' alle prese con la diplomazia romana per ottenere senza esporsi il fatidico invito che gli anni scorsi non e' riuscito a conquistare.

4- Dopo lo scoop di Dagospia, che ha smascherato le troppe somiglianze con la trasmissione del cantautore Pacifico, andata in onda a fine marzo su Radio2, lo spot televisivo del programma di Fazio e Saviano, uguale a quello della Rai, è stato prontamente sostituito.

5- Ma le disgrazie non arrivano mai da sole: "Potere alle parole" è lo slogan dell'atteso programma di Fazio e Saviano. E così si scopre che, oltre a copiare Radio2, uno degli autori, qualche mese fa, era andato ad applaudire Massimilano Bruno e Frankie Hi Nrg, in un teatro romano alla Garbatella. Il titolo della piece, scritta a quattro mani dal regista e dal rapper? Neanche a dirlo: "Potere alle parole". Quando si dice il caso...

ROBERTO SAVIANO E FABIO FAZIO IN _QUELLO CHE NON HO

6- Da Libero - Ieri sera è andata in onda l'ultima puntata di Una grande famiglia. I fan della serie di Raiuno (noi, per esempio) hanno notato una stranezza. Antefatto: nel penultimo episodio, Niccolò, il nipote di Stefania Sandrelli, la protagonista, dà il suo primo bacio. Un bacio gay. Si scopre innamorato del suo collega di fabbrica, il cupo Davide. Oltretutto viene scoperto dalla cattolicissima madre (Sonia Bergamasco).

STEFANIA SANDRELLI E PRIMO REGGIANI IN UNA GRANDE FAMIGLIA

Puntuale, la scorsa settimana, era arrivata la critica dell'Avvenire. "Era proprio necessario?", si chiedeva il quotidiano dei vescovi. Bene, ieri, sia nel riassunto della puntata precedente che nell'episodio inedito, la storia gay è stata sfumata. Per non dire censurata. Peccato. Se la fiction ha avuto tanto seguito (oltre 7 milioni) forse i telespettatori sarebbero stati curiosi di saperne di più.

7 - Laura Rio per "il Giornale" - In effetti sarebbe stato difficile spostare un omone come Giuliano Ferrara. E, infatti, è rimasto lì immobile: alle 20,30 dopo il Tg1. Raiuno avrebbe voluto che, a partire dal prossimo settembre, Qui Radio Londra venisse spostato alle 14, dopo l'edizione delle 13 del notiziario. Motivo: togliere uno spazio che non è in linea con gli ascolti del primo canale e che crea problemi (di traino, si dice in gergo televisivo) al giochino successivo e alla prima serata.

I palinsesti autunnali (giovedì saranno analizzati dal Cda) erano già stati redatti e presentati ai vertici Rai con questa soluzione. Però il direttore del Foglio ha fatto sapere che o lo lasciavano lì dov'era oppure avrebbe chiuso il programma. Anche perché Ferrara ha un contratto che non è in scadenza. Alla fine il direttore di Raiuno Mauro Mazza è giunto a più miti consigli e ha «sbianchettato» il palinsesto e rimesso Qui Radio Londra al suo posto. Tirar su gli ascolti spetterà a chi vien dopo, ai giochini o alla fiction.

MASSIMILIANO BRUNO E FRANKIE HI NRG - POTERE ALLE PAROLEGIULIANO FERRARA

8- Carlo Rossella per "Il Foglio" - Valentino è a Miami. Ospita, fra gli altri, Giorgina Brandolini D'Adda. E' molto elegante e ben abbronzato dal sole di Florida

9- Da "la Repubblica" - A sorpresa sul web tre clip di "Reality" di Matteo Garrone unico film italiano in gara a Cannes. Quattro minuti sulla storia di Luciano pescatore che va al GF. Svista o pirateria?

10- Dal "Corriere della Sera" - Un'altra «rivelazione» su John Travolta. Dopo essere stato accusato di molestie sessuali gay da tre massaggiatori, il Daily News sostiene che l'attore in passato, per tre anni, è stato bandito «per cattivi comportamenti» dall'Hotel Peninsula di New York. Smentiscono gli avvocati del divo.

11- Dal "Corriere della Sera" - Nonostante manchino ancora sette mesi alla tappa del nuovo tour di Madonna in Argentina, tra i fan è già febbre: nel primo giorno di apertura della prevendita dei biglietti, sono già stati acquistati 45mila ingressi. La postar americana terrà un concerto allo stadio del River Plate il 13 dicembre e il 22 sarà allo stadio Kempes di Cordoba.

VALENTINO GARAVANI

12- Primo ciak ieri a Roma per "Viva l'Italia", secondo film di Massimiliano Bruno, che torna dietro la macchina da presa dopo il grande successo del suo "Nessuno mi può giudicare" con Paola Cortellesi (Golden Globe e Nastro D'Argento come migliore commedia e oltre 8 milioni di incasso). Protagonistisono Raoul Bova, Alessandro Gassman, Michele Placido, Ambra Angiolini, Edoardo Leo, Maurizio Mattioli e Rocco Papaleo . Fanno inoltre parte del cast Sarah Felberbaum e Isa Barzizza.

nuovo singolo madonna ciccone

La sceneggiatura scritta da Massimiliano Bruno e Edoardo Falcone racconta la storia di un politico, Michele Spagnolo (Placido), che in seguito a un grave malore perde i freni inibitori e dice tutto ciò che gli passa per la testa diventando una mina vagante per se stesso e per il suo partito nonché per la sua famiglia. Proprio da qui prende l'avvio la commedia che racconta il Belpaese nelle sue tante contraddizioni, senza risparmiare niente e nessuno.

13- "Diaz" sbarca a Bruxelles. Oggi "Diaz" sarà proiettato al Parlamento Europeo, alla presenza del regista Daniele Vicari e del produttore Domenico Procacci. La proiezione è stata organizzata dal Gruppo dei Socialisti e Democratici.

diaz film vicari

 

 

QUARTIERI SPAGNUOLO - GARRONE NEGA DI AVER PAGATO IL PIZZO PER “GOMORRA”, MA AMMETTE DI AVER INCONTRATO IL BOSS

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1- I LITIGI SUL SET: VOGLIO FARE IL KILLER - VIDEO
http://www.ilmattino.it/video.php?id=16166

MATTEO GARRONE


2- PIZZO PER GIRARE GOMORRA. IL REGISTA GARRONE IN AULA: «TUTTO FALSO»

Leandro Del Gaudio per "Il Mattino"

In una stanza interrogano il pentito Oreste Spagnuolo, in un'altra ascoltano come testimone (e potenziale parte offesa) il regista Matteo Garrone. Doppio interrogatorio, i pm della Dda di Napoli alle prese con un camorrista redento e con uno dei migliori talenti del cinema italiano.

Matteo Garrone - copyright Pizzi

Che succede ai piani alti della Procura di Napoli? C'è la volontà di andare a fondo su quanto messo a verbale da Spagnuolo, riproposto oggi da inchieste giornalistiche e ricostruzioni narrative.

Ma cosa racconta ai pm anticamorra Spagnuolo? Agli atti dell'inchiesta condotta dai pm Giovanni Conzo e Cesare Sirignano, il pentito spiega che Garrone avrebbe incontrato il pregiudicato Cirillo mentre quest'ultimo era agli arresti domiciliari e gli avrebbe dato ventimila euro a titolo estorsivo. Insomma - stando alle parole verbalizzate dalla Dda di Napoli - Garrone avrebbe pagato una tangente per girare Gomorra, avrebbe pagato il pizzo alla camorra per realizzare un film denuncia (poi premiato a Cannes) sugli affari criminali della camorra.

ORESTE SPAGNUOLO

Versione smentita da Garrone. Niente soldi al clan, né tangenti agli attori che - stando a quanto dichiarato dal regista - sarebbero stati scelti tra dilettanti sul posto in base allo spirito neorealista della pellicola. Caso chiuso? Niente affatto. C'è un doppio verbale, non è un confronto ma poco ci manca. Cinque anni dopo il primo ciak, pentito e regista divergono su tutto, tranne che su un punto: Garrone continua a negare di aver pagato tangenti, ma conferma di essere stato a casa del boss Cirillo, come raccontato in esclusiva nel libro intervista della giornalista Daniela De Crescenzo «Confessioni di un killer».

scena del film "Gomorra"

«Si è vero sono stato a casa di Cirillo - questa la sintesi della posizione di Garrone -, non sapevo che si trovasse agli arresti domiciliari, aveva un atteggiamento strano, un po' sembrava un camorrista. Andai a trovare Cirillo perché me lo aveva chiesto Bernardino Terracciano, attore nel film l'Imbalsamatore e in Gomorra (è «zi' Bernardino» che accompagna i due giovani aspiranti boss all'appuntamento con i killer), non ero solo, nessuno parlò di soldi».

gomorra film cor07

E c'è dell'altro: è stato in passato lo stesso Terracciano a dichiarare dinanzi al gup Toscano che Giuseppe Setola gli chiese di incontrare Garrone. In quale periodo? In qualche circostanza? Nessun riscontro in merito. Intanto, oggi l'attenzione è sul doppio verbale acquisito in Procura.

gomorra roberto saviano

Da una stanza all'altra, la doppia versione sull'atto iniziale di Gomorra. E c'è un particolare inedito firmato Spagnuolo, a proposito del film tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano: «Si parlò di un film di "guapparia", non di un film ispirato al racconto di quello scrittore. Siamo nel 2007, quel libro era già abbastanza conosciuto in quella zona e a molti non era andato a genio. Insomma: i boss dei casalesi non avrebbero mai autorizzato un film sul libro Gomorra».

Storie che si rincorrono, l'esigenza di fare chiarezza, con un regista che ribadisce di non aver mai dato soldi alla camorra («vennero pagate solo le comparse, con contratti regolari»), e con un pentito che afferma il contrario: voci di Gomorra, dopo arresti e condanne impartite anche ad alcuni comprimari del film denuncia su quanto avviene tra Casale e Secondigliano, sotto il governo di boss vecchi e nuovi.

scena del film "Gomorra"

Ma sul set, come ricordano partecipanti e staff, ci sono stati momenti di tensione e rabbia.

Come quello in cui Giovanni Venosa, ex estorsore della camorra casalese (che nel film recita la parte del braccio destro del boss zi Benardino) si infuria perché il regista non gli ha assegnato la parte del killer, non gli ha dato il ruolo che conta, quello di chi preme il grilletto contro i due ragazzi ribelli.

gomorra film cor01

Anche qui, a sua insaputa, Venosa si ritrova al centro della scena, accanto a Bernardino Terracciano (altro camorrista nel ruolo di se stesso), mentre se la prende con «Matteo», che a suo dire, non avrebbe mantenuto i patti: «Ora vi do i soldi indietro - urla Venosa -, non voglio più uscire nel "cinema", sono una persona seria, i ragazzi li dovevo uccidere io. Qui il film non si fa più. Niente, non se ne fa più niente, pigliatevi i soldi, sono una persona seria, il film non si gira più».

gomorra film cor04

Poi il clima si stempera, nel dietro le quinte - sempre sotto la vigile attenzione di una telecamera accesa - compare la sagoma di Matteo Garrone, che ascolta le parole di Giovanni Venosa, poi abbozza un sorriso: «Guarda che non è un dramma, poi ricordati che per me resti l'imperatore di Roma...».

 

gomorra film cor02

MERKEL E HOLLANDE: SALVARE LA GRECIA - E NEL VERTICE DI BERLINO SI PARLA ANCHE DI EUROBOND

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Il Velino.it

CORRIERE DELLA SERA - In apertura: "Lavoriamo per salvare la Ue". Editoriale di Giovanni Bianconi: "Con la legalità si cresce di più". Al centro: "Sottosegretario indagato ‘Chiarirò ma ora lascio'". Ancora al centro: "Le minacce in tribunale dei nuovi brigatisti rossi". In taglio basso: "Occupare è un reato ma ascoltiamo i giovani". Ancora in basso: "La classifica dei redditi Pino Torinese batte tutti".

HOLLANDE TRA LA FOLLA GRECIA

LA REPUBBLICA - In apertura: "Merkel e Hollande: salvare la Grecia". Editoriale di Bernardo Valli: "Ciò che divide Berlino e Parigi". Editoriale di Barbara Spinelli. "La preghiera di Aiace". Di spalla: "Eva con Eva la stagione della nuova sorellanza". Al centro: "Corruzione, il veto Pdl affossa la legge". In basso: "La Rai non mi vuole più perché sono incinta". Ancora in basso: "Boom di vendite online l'Italia consuma sul web".

ANGELA MERKEL

LA STAMPA - In apertura: "Caos Grecia, l'Ue corre ai ripari". Editoriale di Mario Deaglio: "I creditori non sono senza colpe". Al centro: "Banche, rivolta contro Moody's". Di spalla: "Le emozioni sono il test del vero leader". In alto: "Quei misteri sotto Sant'Apolinnare". In basso: "Io, finta tredicenne, clandestina su face book".

IL GIORNALE - In apertura: "Dio li fulmina". Al centro fotonotizia: "Quest'uomo ri-proclama la lotta amata". Di spalla, il commento di Vittorio Feltri: "Non serve la lira basta un governo". Editoriale di Alessandro Sallusti: "Il Cav e le assoluzioni che condannano i Pm". Al centro: "La Finanza entra nelle stanze di Pisapia".

Andrea Zoppini

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "La Grecia spaventa l'Europa Borse in caduta, spread a 439". In alto: "Falso in bilancio, caos alla Camera Lascia il sottosegretario Zoppini". Editoriale di Adriana Cerretelli: "Se ‘Grexit' non è più tabù". Al centro: "Abi e Consob contro Moody's sul downgrade". Ancora al centro. "Basilea 3 sarà più flessibile Aperture alle Pmi". Sotto: "Imprese di costruzione in rivolta: lo Stato Paghi o sarà ingiunzione". In basso al centro, editoriale di Guido Gentili: "Ora fatti e enervi saldi".

PAOLA SEVERINO

IL MESSAGGERO - In apertura: "Grecia nel caos, allarme in Europa". Editoriale di Gian Maria Gros-Pietro: "Per salvarsi tornare a produrre". Accanto: "E nel vertice di Berlino si parla anche di eurobond". Al centro: "Anticorruzione, il Pdl frena". Sempre al centro: "Le minacce delle Br ‘Riprendiamo le armi'". In basso: "Roma, l'incubo delle schiave marchiate a fuoco e messe in palio".

IL TEMPO - Editoriale di Mario Sechi: "il pianto greco sul muro tedesco" Al centro, fotonotizia: "Hollande Merkel: colpo di fulmine". Di spalla: "Dalle tasse all'Imu I cinque errori del Prof". Ancora di spalla: "Indagato per frode Zoppini si dimette". Sotto: "Il giallo dei prezzi di metrò e bus".

IL FATTO QUOTIDIANO - In apertura: "Tragedia greca: elezioni nel caos, default vicino". Editoriale di Giampiero Gramaglia: "Fulmini sull'euro". Editoriale di Marco Travaglio: "Giustizia volontaria". Al centro, fotonotizia: "Il sottosegretario aiutava gli evasori". In basso: "Garrone: Ho visto il boss ma per motivi artistici".

 

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