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MILL(S)ANTATORE - IL BANANA CASCA SEMPRE IN PIEDI: LA COLPA DELLA PRESCRIZIONE PER IL CASO MILLS FU DEI GIUDICI

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Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

David Mills David Mills

Se «il 15 febbraio 2012» è calata la prescrizione sul processo a Silvio Berlusconi imputato di aver corrotto con 600.000 dollari nel 1999 il teste David Mills, la colpa è anche dei giudici del 2008 del processo a Mills «presieduti dalla dott.sa Gandus», che all'entrata in vigore della legge Alfano (poi incostituzionale) separarono Mills da Berlusconi con «una scelta le cui ragioni, al di là della motivazione formale, restano sinceramente oscure» e che ha «posto una pesantissima ipoteca» sul processo all'allora premier: è il j'accuse contenuto nelle motivazioni scritte e firmate dalla sola presidente e relatrice Francesca Vitale, depositate ieri pomeriggio in anticipo sulla scadenza del 25 maggio e senza avvisare le colleghe Lai e Interlandi.

Le 77 pagine definiscono «una montagna che ha partorito un topolino» la battaglia di perizie e controperizie contabili sui 600.000 dollari. E a sorpresa cancellano l'altro cardine dell'accusa, la lettera-confessione di Mills ai suoi fiscalisti inglesi nel 2004: benché abbia avuto valore di prova nel processo contro Mills (due condanne di merito prescrittesi infine in Cassazione nel 2009), Vitale sposa un'interpretazione procedurale per la quale la lettera non può invece avere valore di documento probatorio nel processo contro Berlusconi.

DAVID MILLS e BerlusconiDavid Mills

Il quale, dunque, se per paradosso avesse rinunciato alla prescrizione, il 25 febbraio sarebbe stato assolto, seppure con il richiamo alla vecchia insufficienza di prove giacché «il quadro di incertezza non consente di affermarne l'assoluta estraneità ai fatti» e «non fornisce prova evidente dell'innocenza».

L'accusa sfiorisce un petalo alla volta. Già era scontato che l'interrogatorio di Mills nel luglio 2004, nel quale confermava ai pm De Pasquale e Robledo la lettera di febbraio 2004 («non ho mai mentito ma ho superato curve pericolose» per «tenere Mister B. fuori dal mare di guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo»), non avrebbe potuto essere usato contro Berlusconi perché la sua difesa, dopo la separazione e l'inizio da capo del suo processo, non aveva prestato consenso. Restava però la lettera in sé, come documento bilanciato dalla successiva ritrattazione di Mills.

SILVIO BERLUSCONI

Ma ora Vitale, aderendo a una Cassazione del 2009, valuta che le dichiarazioni accusatorie verso altri, se contenute in un documento, non abbiano valore di prova «a meno che non siano accompagnate da una ulteriore illustrazione orale da parte dell'autore nella cornice dialettica garantita dal meccanismo orale di domanda e risposta». E qui il ragionamento della giudice si sdoppia. Pensa che Mills, «con un atto di contrizione (mal) recitato per tentare di allontanare da Berlusconi ogni sospetto», abbia dato una versione «infarcita di incongruenze, imprecisioni, inverosimiglianze».

IL PROCURATORE AGGIUNTO DI MILANO ALFREDO ROBLEDO

Ma ritiene che questa deposizione, in cui Mills «nega la veridicità di quanto rappresentato nella lettera», pur «in sé non credibile», però «svuoti di significato quale mezzo probatorio anche la lettera, e a cascata le stesse deposizioni dei fiscalisti Drennan e Barker, genuini e attendibili» ma che «perdono la loro forza probante».

Il risultato, per Vitale, è che «nessuna verità, neppure processuale, può dirsi raggiunta nonostante la profusione di energie di tutte le parti del processo»: sempre che, pare voler rivendicare, si osservi «il rispetto che si deve alle norme anche quando siano scomode e conducano a risultati insoddisfacenti non solo per la pubblica accusa ma anche per l'imputato».

depasquale

Vitale critica «le inopportune e reiterate sollecitazioni del pm sulla fissazione del calendario»; e circa l'«accoglimento della disponibilità dell'imputato a celebrare i suoi processi il lunedì» in cambio della non opposizione di legittimi impedimenti, rimarca che questa linea - «con il dissenso ripetutamente manifestato dal pm», ma «condivisa dallo stesso presidente del Tribunale di Milano» Livia Pomodoro e da «tutti i giudici» dei 4 processi al premier, convocati da Pomodoro in una riunione il 7 marzo 2011 dopo l'offerta dei legali - «ha consentito un evidente risparmio di attività processuale».

Tribunale di Milano

«Certamente - aggiunge - la ricusazione proposta da Berlusconi il 27 gennaio e decisa dalla Corte d'Appello il 23 febbraio ha costituito l'ostacolo finale alla tempestiva definizione almeno in primo grado del processo», di cui colloca la prescrizione al 15 febbraio. Ma tra «le cause estranee a questo collegio» Vitale evoca «la lunghezza delle indagini» del pm; «i 4 mesi e mezzo tra il rinvio a giudizio nel 2006 e la prima udienza nel 2007»; e il fatto che i colleghi Gandus-Dorigo-Caccialanza, separando nel 2008 Mills e Berlusconi dopo l'incostituzionale lodo Alfano, a suo avviso non si siano curati di lasciare al futuro processo al premier «appena 351 giorni» di vita, quando «tre gradi di giudizio per Mills hanno occupato 3 anni».

 


BOSSI FA UN PASSO INDIETRO: MARONI CANDIDATO UNICO ALLA SEGRETERIA DELLA LEGA AL CONGRESSO DI GIUGNO

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Paolo Bracalini per "il Giornale"

ROBERTO MARONI E UMBERTO BOSSI SI STRINGONO LA MANO

Bossi presidente federale «a vita» della Lega con qualche piccolo potere, Maroni segretario federale e vero capo, Zaia suo vice vicario (più altri due vice), Calderoli coordinatore delle segreterie nazionali.

UMBERTO BOSSI IN LACRIME CON ROBERTO MARONI SUL PALCO DI BERGAMO

Ecco la Lega che uscirà dal congresso federale di fine giugno, ormai «telefonato» dopo il consiglio di ieri in via Bellerio. L'accordo è stato trovato, con molti se e molte incognite ancora aperte. Ma Bossi, dopo ripensamenti e crisi personali (piange molto al telefono con i pochi amici rimasti) si è convinto del passo indietro, al punto da firmare un documento dove si stabilisce lo schema di comando della nuova Lega, quella del prossimo segretario federale Roberto Maroni.

Ecco il punto, il documento scritto. L'ex ministro ha spinto perché ci fosse una traccia scritta della «resa» del Capo, conoscendo bene la mutevolezza della mente bossiana e i proverbi latini. L'accordo scritto e firmato dall'ex capo è stato mantenuto segreto perché contiene anche una clausola di garanzia per la famiglia Bossi, colpita dal Belsito-gate e perciò preoccupazione costante di Bossi. I termini della clausola famigliare non si conoscono, ma si conoscono quelli che riguardano il partito e i suoi prossimi vertici.

RENZO BOSSI CON LA MAGLIETTA DEL TROTA

Dunque Bossi, «presidente federale a vita». Cosa vuol dire? Di per sé tutto e niente, ma l'intenzione uscita dal consiglio federale è quella di attribuire a Bossi un potere, limitato ma reale, rispetto alle sanzioni disciplinari e alle espulsioni. Poco, ma qualcosa. Comunque nulla rispetto al potere assoluto che Bossi, dal 1984 ad oggi, ha mantenuto nel partito, ormai sfuggitogli di mano. Per attribuire al presidente federale quelle funzioni si dovrà cambiare lo statuto della Lega Nord, e per questo è già prevista una commissione che andrà avanti fino al congresso.

Il clima del consiglio federale che sancisce di fatto la fine della Lega di Bossi e l'inizio di quella di Maroni, non è stato però drammatico. Tutt'altro, un clima di inattesa armonia, Maroni tranquillo ma non tronfio, e soprattutto Bossi sereno e non depresso, come invece è molto spesso ultimamente. L'ex Capo ha approvato lo schema da «unità ritrovata» esposto al federale da Calderoli. Cioè appunto la candidatura unica di Maroni a nuovo segretario del Carroccio, quindi senza la sua corsa alternativa, come annunciato da Bossi stesso giorni fa.

Umberto Bossi e sua moglie Manuela Marrone

Vittoria totale di Maroni, in una Lega dove tutti sono già saltati sul Carroccio del vincitore. «Non si trova più un bossiano nemmeno a pagarlo» dicono gli ultimi bobo-scettici. Mentre impazza, anche tra maroniani insospettabili fino a mezz'ora prima, la moda Facebook del «Io la vedo come Maroni»: foto con gli occhiali rossi che usa l'ex ministro, nuovo imperatore padano.

FRANCESCO BELSITO

Che avrà tre vicesegretari, di cui uno vicario (per forza veneto poiché Maroni è lombardo, e sarà Zaia), un altro scelto tra i due papabili maroniani per la segreteria nazionale della Lega lombarda (che si vota i primi di giugno), cioè Salvini o Stucchi, e terzo vicesegretario una donna. Il resto della prossima Lega dovrebbe essere composto da Tosi, candidato difficile da battere alla segreteria del Veneto (ma ci sono le corse kamikaze del trevigiano Gianantonio Da Re e probabilmente anche del sindaco Bitonci), il Piemonte con Cota (se non solleveranno l'incompatibilità tra ruolo di governatore e segreteria della Lega piemont) e poi Calderoli, come coordinatore, se si accontenterà.

ROBERTO MARONI E FLAVIO TOSI

Clima di concordia almeno in superficie, accordo fatto. Però. «Non avevo scelta» ha però confidato Bossi ai pochi «suoi» rimasti. Nei giorni scorsi gli hanno consigliato, per il suo bene innanzitutto, di lasciar perdere la segreteria federale, e Bossi alla fine si è convinto. «Lo faccio per il bene della Lega», lasciar passare il delfino Maroni, unico candidato possibile in questo momento, anche se si vocifera di candidature alternative che covano e si alimentano nel malumore che il metodo Bobo (conquista totale, niente prigionieri) sta provocando sottotraccia.

«E dicevano di Bossi che era un dittatore!» mugugnano certi bossiani irriducibili, che si sforzano di vedere anche in certe quisquilie formali, come i mille problemi sollevati ieri ai «regolamenti applicativi del congresso federale», un germoglio di protesta al nuovo pensiero unico maroniano.

maroni-votino

Su tutto aleggia l'ombra degli avvisi di garanzia, si dice una decina, che ad ore devono piombare sui vertici della Lega. Ad iniziare da Bossi, compresa moglie e Trota, più colonnelli vari e amministratori di partito. Escluso Maroni, al momento uomo fortissimo della Lega. Anche troppo.

 

 

SPETTACOLO DA BARA(I)CCONE - CI MANCAVA SOLO IL MAGO ZURLÌ NELLA LISTA DEI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA RAI

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Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

Mago Zurli tortorella mago zurll

«Come collaboratore avevo pensato a Pippo Baudo ma dopo il suo deciso rifiuto ho ripiegato su un altro mio caro amico, Topo Gigio. Non si tratta di uno scherzo, la mia proposta è serissima...». Nulla di nuovo all'orizzonte del rinnovo dei vertici Rai. Per ora tutto stagna tra veti politici incrociati. Ma intanto Mario Monti riceverà probabilmente oggi stesso, con tanto di regolare raccomandata, una lettera che solo apparentemente può sembrare un gioco: l'autocandidatura di Cino Tortorella, classe 1927, alias Mago Zurlì, alla presidenza o alla direzione generale della Rai.

MAGO ZURLÌ

Comincia così la lettera di Tortorella: «Egregio presidente Monti, avendo letto la proposta di autocandidatura di Michele Santoro e di Carlo Freccero alla direzione generale e alla presidenza della Rai, ho pensato, forse con un po' di presunzione, che anch'io potrei avere qualche motivo per avanzare la stessa richiesta. Ho perciò stilato il curriculum che le allego con la speranza di avere qualche probabilità di essere preso in considerazione».

MICHELE SANTORO

Tortorella indica subito Topo Gigio come collaboratore: solo apparentemente un paradosso, in realtà sofisticato simbolo di una Tv pubblica di qualità: «Gigio è entrato nel mondo dello spettacolo nel lontano 1959, due anni dopo il sottoscritto, ha partecipato a migliaia di spettacoli in tv e a teatro». Segue elenco delle apparizioni mondiali del personaggio creato da Maria Perego: Brasile, Argentina, Messico, Stati Uniti «dov'è stato ospite novantanove volte dell'Ed Sullivan Show».

Tortorella assicura a Monti che lui e Topo Gigio metteranno tutta la loro esperienza «gratuitamente al servizio della Rai». Il Mago Zurlì spiega di non voler «ardire a paragonarsi a Michele Santoro ma posso assicurare che ho realizzato programmi molto più gradevoli e intelligenti di quelli di Freccero».

MARIO MONTI CARLO FRECCERO

Progetto di fondo: «Ridare alle famiglie italiane la Tv dei Ragazzi indecentemente cancellata dalla programmazione Rai». Tortorella conclude con una nota ironica: «Se la mia proposta non verrà presa in considerazione non farò lo sciopero della fame, come minacciato da Freccero, poiché considero troppo importante mangiare. E mangiare bene».

Pippo Baudo

E così, dopo Pippo Baudo che aveva progettato di inviare il suo curriculum a Palazzo Chigi, un altro «grande vecchio» della tv italiana si rivolge a Monti per proporsi come possibile guida della Rai post-Paolo Garimberti (presidente uscente) e del dopo-Lorenza Lei (direttore generale in scadenza).

Tortorella rappresenta un grande pezzo della storia della tv pubblica: inventa il Mago Zurlì («il mago del giovedì», 225 puntate), realizza la prima edizione dello «Zecchino d'oro» trasferendolo poi all'Antoniano di Bologna, propone «Chi sa chi lo sa», quiz per ragazzi, 483 puntate, e poi produzioni per le tv private, per il teatro, per l'editoria. Adesso questa candidatura-provocazione per la presidenza o la direzione generale della Rai. Chissà che il Mago Zurlì con la sua apparizione non riesca comunque in un prodigio politico: far varare un nuovo vertice Rai. Non nell'interesse dei partiti ma della disastrata tv pubblica.

 

CAFONALINO - 10 ATLETI OLIMPICI ALLENANO I POLLICI FIRMANDO MERCEDES ALL’ANIENE DI MALAGÒ - TRIANGOLO MAGNINI-PELLEGRINI

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Foto di Mario Pizzi da Zagarolo

SQUADRA DI ALTLETI CHE ANDRA A LONDRA STEFANO TEMPESTI

1- MERCEDES-BENZ,10 STELLE DELLO SPORT PER LA MERCEDES
Italpress - Presentato allo Sport Club Aquaniene di Roma, il Mercedes-Benz Team. Dieci atleti italiani che indosseranno i colori Mercedes-Benz in occasione del lancio della nuova Classe A. Flavia Pennetta (tennis), Aldo Montano (scherma), Filippo Magnini (nuoto), Stefano Tempesti e Maurizio Felugo (pallanuoto), Niccolo' Mornati e Lorenzo Carboncini (canottaggio), Mauro Sarmiento (taekwondo), Roberto Cammarelle (boxe) e Simone Collio (atletica leggera): dieci campioni uniti da passione, impegno, spirito di squadra e continua ricerca dell'eccellenza.


2- MERCEDES, RAI E PAVESINI - È VIETATO NOMINARE LONDRA...
Fulvio Bianchi per http://www.repubblica.it/rubriche/spycalcio/

Tutto proibito, ai Giochi Olimpici: nel nome del business milionario, il Cio ha messo delle restrizioni in qualche caso anche grottesche. Ad esempio, non si può citare nemmeno la parola Londra. Off limits. Ecco qualche esempio curioso. La Mercedes Benz è pronta a presentare la sua "squadra" di campioni. Ma non può nominare, per regolamento, le Olimpiadi di Londra, i Giochi olimpici, eccetera eccetera. Lo vieta espressamente il Cio.

LUCA MARIN SQUADRA DI ALTLETI CHE ANDRA A LONDRA

Dietro front improvviso, quindi, venerdì sera. Un comunicato stampa della Mercedes precisa che nel comunicato precedente era "stata inserita erroneamente la frase "in partenza per Londra"...". Visto che è già arrivata una diffida, per evitare cause legali, con richieste di risarcimento danni, è meglio che "Londra" non venga nominata. Nemmeno la città si può citare, pur senza alcun riferimento olimpico.

Lunedì a Roma, in occasione della presentazione (ore 13, Aquaniene, chez Giovannino Malagò), che ci racconteranno? Che il Mercedes Benz Team, di cui fanno parte fanno parte la Pennetta, Mornati, Cammarelle e Montano (tutti olimpici: noi possiamo scriverlo senza incorrere negli strali del Cio...), non è più "in partenza per Londra" ma questa estate verso fine luglio andrà sì in Inghilterra ma in vacanza sulle bianche scogliere di Dover...

IL CAPITANO DELLA SQUADRA ANIENE OLIMPICA FLAVIA PENNETTA FILIPPO MAGNINI

Altro caso, divertente (e assurdo) pure questo: la Fiat è sponsor ufficiale del Coni e avrà le sue auto parcheggiate a Londra davanti a Casa Italia, a due passi dalla Cattedrale Westminster. Attenzione, però, le Fiat potranno accompagnare, ad esempio, Petrucci da Casa Italia sino al Villaggio Olimpico, ma dovranno lasciarlo fuori dai cancelli: dentro possono entrare solo le Hyundai (sponsor del Cio) e le Bmw (sponsor del Logoc, comitato organizzatore britannico). La Pavesini aveva studiato uno spot, con addirittura Federica Pellegrini testimonial, con citazioni del Big Ben e del London Eye (la ruota panoramica di Londra, sul Tamigi).

FEDERICA PELLEGRINI

Niente da fare: non si può, Torre dell'orologio e Ruota sono state cancellate subito. Anche la Rai, nei suoi spot, deve stare molto attenta con le citazioni olimpiche (niente Londra) per evitare guai e lo stesso Armani, che ha appena concluso un grosso accordo con il Coni come main sponsor, sul territorio inglese non può citare nella sua pubblicità la squadra olimpica azzurra (come mai? semplice: il Cio è sponsorizzato dall'Adidas...): ma può fare, se vuole, una pubblicità generica al Marchio Armani, famosissimo ovviamente anche sul suolo inglese.

FEDERICA PELLEGRINI E LUCA MARIN

Attenti, quindi: quelli del Comitato olimpico non scherzano, hanno messo in piedi una specie di Grande Fratello con uno stuolo di avvocati che tengono tutto sotto controllo e sono pronti ad intervenire per chiedere i danni. Business (d'altronde) is business. Non parliamo poi dei social network: il "Ioc" (Cio) "actively encourages and supports athtletes ad other accredited at the Olympic Games to take part in social media and to post blog and tweet their experiences...". In pratica, evviva la modernità. Si incoraggia l'uso dei social network, visto che siamo nel 2012.

ATLETI FIRMANO LA MERCEDES

Ma è solo una finta, in realtà è tutto, o quasi, è proibito: gli atleti (anche per motivi di scommesse e non solo di business) non potranno parlare delle loro condizioni di salute, tantomeno degli avversari. Nessun riferimento diretto alle gare. Non potranno "postare" foto, se non generiche. Insomma, potranno scrivere su Facebook o Twitter soltanto:" Cara mamma, domani spero proprio di fare una buona gara, ma non ti posso certo dire come sto, tantomeno come stanno i miei compagni o avversari: ti posso dire che però oggi a Londra c'è un bel sole". Sì, loro Londra potranno nominarla...

 

 

DEMOCRAC - OGGI ALLE 14 ULTIMO TENTATIVO AD ATENE: FORMARE UN GOVERNO TECNICO CON TUTTI DENTRO (TRANNE NEONAZISTI E COMU

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1 - GRECIA: OGGI NUOVA RIUNIONE PAPOULIAS-LEADER PARTITI
(ANSA) - L'ultimo tentativo del presidente greco Karolos Papoulias per salvare il Paese dal rischio di nuove elezioni e, quasi certamente, dall'uscita dall'euro comincerà oggi alle 14:00 quando sotto l'egida del capo dello Stato si riuniranno i leader dei partiti. Scopo dichiarato è quello di riuscire a formare un governo di tecnici che possa traghettare la Grecia per almeno due anni verso lidi migliori.

IL PRESIDENTE PAPOULIAS ACCOGLIE SAMARAS antonis samaras

Alla riunione prenderanno parte i leader di tutti i partiti eletti in Parlamento - con l'esclusione di Alba Dorata (estrema destra) - per prendere in esame appunto l'ipotesi di formare un governo di personalità non politiche. Gli analisti non escludono comunque che, data la grande fluidità della situazione, possano emergere anche nuove soluzioni oppure ulteriori contrasti che affossino anche l'ipotesi del governo di tecnici.


2 - ATENE, L'ULTIMA CARTA È IL GOVERNO TECNICO ALTRIMENTI SI VA AL VOTO - MA LA SINISTRA FRENA: «POLITICA SCONFITTA»

juncker_venizelos

Tonia Mastrobuoni per www.lastampa.it

Dopo l'ennesimo tentativo fallito di dare vita a un esecutivo di unità nazionale con i partiti massacrati da un verdetto elettorale che li ha confinati tutti sotto la soglia del 20%, l'ultimo giro di valzer della politica greca prevede un remake. Il presidente della Repubblica, Karolos Papoulis, cercherà di convincere i capi dei partiti convocati per le 14 a formare un nuovo governo tecnico. Ma è una speranza appesa a un filo.

TSIPRAS

Al termine della riunione di ieri sera, conclusasi con un nulla di fatto, tra Papoulias e i tre leader Antonis Samaras (Nuova democrazia), Evangelos Venizelos (Pasok) e Fotis Kouvelis (Dimar), è stata resa nota l'intenzione del presidente di rivedere tutti i partiti ad eccezione dei neonazisti di Alba dorata per fare un ultimo, disperato tentativo di evitare nuove elezioni a giugno. Ma sul governo tecnico Kouvelis ha già storto il naso: «Sarebbe una sconfitta della politica», ha commentato, purtroppo senza proporre alternative.

Mentre alla riunione di ieri non ha voluto partecipare il capo di Syriza, Alexis Tsipras, che mantiene ad oggi la linea dura e che continua a chiedere ostinatamente la cancellazione degli accordi con la Ue per partecipare a qualsiasi governo, alla riunione di oggi, per qualche misterioso motivo, ha dichiarato che parteciperà. Invece, uno dei partiti esclusi ai colloqui di ieri, si è sentito offeso.

evangelos venizelos

Il capo dei Greci indipendenti, Panos Kammenos, si è risentito per i colloqui a tre che lo hanno escluso, ma il problema è che, nell'ultima settimana, a fronte di qualche timida apertura, ha talmente massacrato i suoi interlocutori con richieste inaccettabili, che non sembrava realistico interpellarlo per costruire credibilmente una prospettiva di governo. In ogni caso oggi alle 14 Kammenos ci sarà. E ieri ha ribadito che se per il suo paese si prospettassero «pericoli di carattere nazionale», come la sempre più probabile uscita dall'eurozona o tensioni di politica estera, lui sarebbe pronto a immolarsi.

A sinistra, nel frattempo, continuano a volare stracci. Se Kouvelis ribadisce a ogni piè sospinto che non vuole partecipare a un esecutivo senza Tsipras, allo stesso tempo ha detto candidamente in un'intervista a un'emittente ateniese che non lo appoggerà, se si tornerà a votare.

ALBA DORATA MICHALOLIAKOS

Una notizia che sembra secondaria ma che in realtà è fondamentale. A giudicare da un sondaggio Rass di ieri per Eleftheros Typos , Syriza sarebbe il primo partito, è dato al 20,5%. Vuol dire che beneficerebbe del premio di maggioranza di 50 deputati, ma che sarebbe ben lungi dal poter formare un governo monocolore, a superare la soglia dei 150 deputati su 300.

I comunisti del Kke rifiutano da sempre qualsiasi alleanza con chiunque, La possibilità di fare un governo di sinistra con Kouvelis sembra essersi eclissata ieri, dunque con chi governerebbe il 37enne capofila del rifiuto radicale dell'austerità? Anzi, se anche Kouvelis lo appoggiasse, con il 6,2% del sondaggio reso noto ieri da Rass, Tsipras non avrebbe mai i numeri per un governo. Certo, potrebbe sempre, come si vocifera, allearsi con i Greci indipendenti, un partito nato da una costola dei conservatori di Nd e radicalmente anti-austerity come l'estrema sinistra, ma anche con il 7,8% di Kammenos non cambierebbe molto. La Grecia, nel caso di elezioni, non sarebbe più dinanzi a un bivio, ma dinanzi a un baratro.


3 - GRECIA:LEADER GRECI INDIPENDENTI,NON HO SCRITTO IO DOCUMENTO
(ANSA) - E' giallo stamani ad Atene dopo che Panos Kammenos - il leader di Greci Indipendenti che con 33 seggi è ora il quarto partito greco - ha smentito stamani di essere l'autore del documento fatto pervenire ieri al presidente della Repubblica Karolos Papoulias in cui sostiene di essere disposto a sostenere un governo tecnico qualora si prospettino per la Grecia "pericoli di carattere nazionale", come un'eventuale uscita dall'eurozona, o pericolosi contrasti a livello di politica estera.

Panos_Kammenos

Il contenuto di questa sua asserita lettera era stato distribuito ieri dall'ufficio della presidenza della Repubblica. Si ritiene che il documento sia uscito dalla sede di Greci Indipendenti il cui leader, comunque, prenderà parte oggi alle 14:00 alla riunione convocata dal capo dello Stato con i capi degli altri partiti. Alla riunione non parteciperanno Nikos Michaloliakos, leader di Chrysi Avghì (Alba dorata, estrema destra), perché non invitato, e Aleka Papariga, leader del Partito Comunista, che ha declinato l'invito perché contraria ad un governo favorevole alle misure di austerità richieste dal Memorandum.


4 - JUNCKER, EUROGRUPPO VUOLE TENERE GRECIA IN EURO
(ANSA) - L'Europa è compatta nel voler mantenere la Grecia nell'Eurozona. Questa l'indicazione fornita dal presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker al termine della riunione dei ministri delle Finanze dei 17 Paesi che hanno già adottato la moneta unica. "Vogliamo mantenere la Grecia nell'euro e faremo tutto il possibile perché ciò accada", ha detto Juncker. "La possibilità che Atene possa uscire dall'Eurozona non è stata oggetto di dibattito, nessuno si è espresso in questo senso". Sul caso Grecia è intervenuto anche il commissario Ue per gli affari economici e monetari Olli Rehn lanciando un accorato appello ai politici ellenici.

JUNCKER

"Ora più che mai - ha detto - la responsabilità di fare la loro parte per rispettare il patto di solidarietà stretto con l'Ue è sulle loro spalle". Perché quello della solidarietà, ha poi spiegato, è un impegno che funziona se entrambe le parti rispettano gli accordi. E oggi "tutti i 16 Paesi dell'Eurozona hanno espresso la loro solidarietà ad Atene". Juncker - che ha assicurato che entro giugno sarà erogata un'altra tranche di aiuti per un miliardo di euro - ha anche avuto parole dure contro chi, in questi ultimi giorni, ha agitato lo spauracchio di un'uscita dalla Grecia dall'euro per fare pressione sulla Grecia. Parlarne è un "non senso, pura propaganda, sono contro questo modo di trattare i greci. Hanno votato, aspettiamo la formazione di un nuovo governo, poi tratteremo con loro. Non mi piace il modo di trattare la Grecia con queste minacce".

KAROLOS PAPOULIAS

Quanto alla possibilità di concedere più tempo ad Atene per applicare il programma di risanamento e riforme concordato con l'Ue, Juncker ha osservato:"Se ci saranno cambiamenti drammatici, non è una prospettiva che si può escludere. Ma non é stato argomento di discussione oggi e attualmente non è una questione sul tavolo".

 

CETRIOLONE TERRA-ARIA PER I LONDINESI - SCATTA LA MESSA IN SICUREZZA DELLA CITTÀ IN VISTA DELL’OLIMPIADE…

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Paola De Carolis per il "Corriere della Sera"

SICUREZZA SUL TAMIGI OLIMPIADI LONDRA STADIO OLIMPICO LONDRA POLIZIA

Una porta-elicotteri d'assalto sul Tamigi, 48.000 agenti della sicurezza, 13.500 soldati. La lista va avanti. Numeri e cifre fanno impressione, ma per gli abitanti di Londra, e più in particolare delle zone di Bow e Waltham Forest, più sconcertante ancora è la possibilità di ritrovarsi sul tetto una batteria di missili terra-aria. Una possibilità più che concreta, come li ha informati un volantino del ministero della Difesa. «Il vostro palazzo è l'unico nella zona ad offrire una visuale perfetta dell'area circostante e dello spazio aereo sopra il parco olimpico».

Detto fatto: alcuni giorni fa, proprio mentre la HMS Ocean risaliva il fiume e attraversava la diga Thames Barrier per posizionarsi vicino allo stadio dove il 27 luglio inizierà l'Olimpiade, hanno avuto luogo le prime esercitazioni (senza esplosivo). Sei le postazioni missilistiche, gestite da personale altamente qualificato, assicura il ministero. Almeno due dei palazzi utilizzati sono abitati, il Bow Quarter, a Bow, e la Fred Wigg Tower, 17 piani di cemento a Waltham Forest, e gli inquilini, comprensibilmente, non sono contenti.

SICUREZZA OLIMPIADI LONDRA SICUREZZA OLIMPIADI LONDRA

«Non credo che un edificio residenziale sia un luogo adatto per una base militare improvvisata dotata di missili che viaggiano a tre volte la velocità del suono e possono colpire un bersaglio lontano cinque km», si è sfogata la signora Hilal Bozkurt con il New York Times. È d'accordo Brian Whelan, 28 anni, che vive in uno dei 750 appartamenti del complesso Bow Quarter: «Ho studiato le proprietà di questi missili - dovrebbe trattarsi di Starstreak ad alta velocità, stando a quanto indicato dal ministero della Difesa -. Non mi sembra il tipo di arma da dispiegare in una zona densamente abitata come la nostra».

Il ministero ha cercato di rassicurare la popolazione, sottolineando che i missili sono completamente sicuri e «verranno utilizzati solo nel caso di una minaccia alla sicurezza estrema e confermata». Durante l'Olimpiade e le esercitazioni ci saranno sino a 10 soldati nei palazzi interessati e diversi agenti di Scotland Yard. Missili non rumorosi, alimentati da elettricità e per i Giochi dotati anche di un generatore ausiliare silenzioso.

missile ANTIAEREO OLIMPIADI LONDRA LONDRA ACCESSO VIETATO

Infine, la risposta a una domanda più che lecita. La presenza di questi missili non ci renderà un bersaglio particolarmente interessante? «La presenza 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana di personale armato aumenterà la vostra sicurezza», si legge sul volantino. «Non diventerete un bersaglio». Sarà, ma gli abitanti dei palazzi si sono rivolti a un avvocato, per sapere quali sono i loro diritti e se il governo ha carta bianca quando si tratta di sicurezza.

La realtà è che l'operazione sicurezza è lecita, oltre che costosa. A poche settimane dalla cerimonia d'apertura, la parcella è già il doppio rispetto alle previsioni (supera i 600 milioni di euro) e con ogni probabilità continuerà a salire (così come il costo totale dell'Olimpiade, che per ora si aggira sui 15 miliardi). La legge per i Giochi Olimpici, varata nel 2006, dà nuovi poteri alle forze dell'ordine, permettendo l'uso della forza anche in situazioni dove il bobby inglese, tradizionalmente non armato, una volta non poteva intervenire.

BATTERIA DI MISSILI PREDISPOSTA IN VISTA DELLE OLIMPIADI DI LONDRA jpeg OLIMPIADI LONDRA

Londra, città tra le più sorvegliate al mondo con telecamere a circuito chiuso, verrà dotata di armi soniche in grado di disperdere la folla, scanner biometrici e sistemi di controllo del contagio di malattie. Il parco olimpico è circondato da una barriera elettrica di 17 km che verrà controllata da 55 squadre di cani da guardia. In più i jet e gli elicotteri con base all'aeroporto militare di Northolt. Lockdown London, dice il quotidiano The Guardian: metropoli chiusa e blindata. E, speriamo, sicura.

 

L’ULTIMA DI ‘REPUBBLICA’ E ‘CORRIERE’: DOPO IL MITO DI SUPERMARIO IL SALVATORE ECCO A VOI SUPERMARIO IL MEDIATORE

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a cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS (Special Guest: Dj Reg)

Spread

1- NON FA SOSTA L'EUROSUPPOSTA...
Monete che scendono, spread che salgono, indici di Borsa che sprofondano e ogni tanto rimbalzano. Agenzie di rating che bocciano banche. Banche che bocciano i governi. Governi che si sgridano l'un l'altro.

MARIO MONTI

Cittadini che, in caso di voto, li mandano tutti a cagare. Espulsioni e rieducazioni alla moneta unica, come in una gigantesca Bossi-Fini continentale. La guerra continuata con altri mezzi? Lo scontro rarefatto tra apostoli del Mercato e adepti della Stabilità monetaria e bancaria? No, solo un gigantesco regolamento di conti. In tutti i sensi.

Parata di prime pagine. "Lunedì nero in Borsa, vola lo spread. Atene e voto tedesco affossano i mercati. Moody's boccia 26 banche italiane", piange la Repubblica degli Illuminati. "L'Europa sotto tiro cerca un piano", sospira il Corriere delle banche (creditrici). "L'Europa spaventa le Borse", si lamenta la Stampa Atlantista. "La crisi greca affonda le Borse", lamenta il Messaggero di Calta-riccone.

LA GRECIA AFFONDA

Il Giornale del Sire di Hardcore gode dai giardinetti: "Monti non si salva. Governo in confusione. La paralisi politica in Grecia trascina a picco i mercati e lo spread schizza a 450. I prof stanno fallendo". Ne approfitta anche il Cetriolo Quotidiano: "Euro, la Grecia quasi fuori. Monti non sorride più".

GIUSEPPE VEGAS

Ma il regolamento di conti tra Lorsignoroni e Lorsignorini offre anche spunti di genuina comicità involontaria. Sul Corriere, a pagina 29 trovate un'intera pagina dedicata a un problema scottante: "Se pure la febbre è un rebus. I dubbi sui nuovi termometri. I medici: anche una finestra aperta può cambiare la misura".

Due pagine dopo, ecco l'eccellentissimo presidente della Consob, Vago Vegas, che se la prende con gli indici di mercato: "L'insofferenza nei confronti della dittatura dello spread sta crescendo in Europa (...) Epitteto diceva che ‘quel che turba gli uomini non sono le cose bensì i giudizi che essi formulano intorno alle cose". Insomma, anche lui se l'è presa con il termometro.

IL DITO MEDIO DI BOSSI

2- LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE (T'ADORIAM, MONTI DIVINO)...
Visto che non ci sta salvando da un cappero, dopo il mito di Super Mario il Salvatore ecco a voi Super Mario il Mediatore. A Repubblica si arrampicano come possono: "Il piano B di Monti per la Ripresa, solo alcune spese fuori dal debito. In questa fase il Professore vuole ritagliarsi il ruolo di "mediatore" tra Berlino e Parigi" (p. 7). Anche sul Corriere s'industriano: "Il ruolo di Monti il mediatore. L'agenda per rilanciare la crescita" (p. 3). Sì, la crescita dell'euro-bava.

super mario monti

3- LATTE FRESCO E INCHIESTE A LUNGA CONSERVAZIONE (LE PROCURE RISCOPRONO LA LEGA)...
Mentre va in scena la ciuccessione dinastica tra il Dito Medio di Bossi e l'ex morsicatore di poliziotti Maroni Roberto detto "Bobo", è tutto un fiorire di inchieste sugli oppositori della Sega Nord. "Soldi dalle multe-latte ai lumbard". Zaia interrogato per tre ore a Milano. Sanzioni Ue non pagate, i pm indagano per corruzione. In poco più di dieci anni, mancati versamenti a Bruxelles per 350 milioni" (Repubblica, p. 15). "Quote latte, il governatore veneto dal pm" (Corriere, p. 13).

4- LE GAFFE DI NONNA PINA CANCELLIERI...
Secondo attendibili fonti dell'intelligence italiana, dentro al ministro dell'Interno si nasconderebbe Giorgio Bracardi in persona. Ma se Bracardi le dà la voce, per i testi si ipotizza una pericolosa saldatura tra gli ideologi della "Colonna Enrico Montesano" e gli strateghi del "Nucleo Gianni Boncompagni".

Tra una tagliatella e l'altra, anche ieri a Nonna Pina è uscita una frase infelice, che il Viminale ha dovuto poi "precisare". Ma troppo tardi: "Dietro front della Cancellieri", titolavano ieri pomeriggio su Sky tg24. "Terrorismo, scontro Cancellieri-No Tav: ‘Valsusa (sic) madre di ogni preoccupazione'. Poi la precisazione: problema di ordine pubblico. Minacce anarchiche ai pm" (Repubblica, p. 16). "Tav, madre di tutte le preoccupazioni". Il ministro Cancellieri si sfoga sul rischio attentati poi si corregge" (Giornale, p. 10).

Poi passa il duo Sarzanini-Ruotolo e rimette prontamente le cose a posto. "La Tav nella lista dei bersagli", titola il Corriere a pagina 20. "Temo azioni contro chi ha responsabilità nell'opera", intervista a Nonna Pina sulla Stampa (p.7).

ROBERTO MARONI

5- HORROR MAGLIANA PICTURE SHOW...
Mentre si fruga negli ossari di Santa Romana Chiesa, il Cetriolo quotidiano ci regala due pagine pazzesche di intervista al boss "pentito" Antonio Mancini, realizzata da Rita Di Giovacchino e Malcom Pagani. "Dallo Ior a Mockbel ecco perché la banda è viva. De Pedis? "Oggi sarebbe in Parlamento. Delle nostre manovre tra mafia e Servizi il Pci allora sapeva tutto. Sequestro Moro, il covo di via Montalcini lo trovammo noi. Le Br erano etero dirette dai servizi segreti. L'attrice Gioia Scola stava sia con Paolo Berlusconi che con un mio amico. Quando andai a dirlo a un magistrato, lui spense il registratore". Mica c'era Woodcock, a quei tempi.

Luca Zaia

6- SALVARE I LIGRESTOS (E PARARE IL CULO A MEDIOBANCA)...
Con una doppia pagina in Economia, la Repubblica del SorGenio sguazza nei drammi di Piazzetta Cuccia e tira la volata ai nuovi barbari. "Salviamo Fonsai premiando i piccoli azionisti". Arpe e Meneguzzo: con noi Premafin può risolvere i suoi problemi. Il rischio vie legali". Intanto "Unipol si chiama fuori dall'eventuale Opa: ‘Se ci obbligano a farla andremo al mare. Ma il responso della Consob, atteso per oggi, slitterà di almeno una settimana" (pp. 26-27).

A proposito, ma ieri quanto si saranno sentiti in imbarazzo il governatore Visco e le altre "Autorità", che alla relazione annuale della Consob si sono trovati i tre Ligrestos belli schierati in platea come nulla fosse?

MINISTRO ANNA MARIA CANCELLIERI

7- DISECONOMY...
"Eternit, da gennaio altri 35 morti a Casale", racconta la Stampa in prima pagina. Intanto, sono uscite le motivazioni delle condanne dei vertici aziendali. Per i giudici "una strage consapevole". E' bello che ogni tanto vi siano giornali e giornalisti che non si distraggono.

DePedis Enrico

8- ORA D'ARIA...
"Si lascia morire di fame, choc in prigione", il titolo di un ampio pezzo della Stampa. Che sotto però ci mette questa free marchett ministeriale d'esportazione: "Severino in Connecticut a lezione di svuota carceri" (p. 19).

9- ULTIME DA UN POST-PAESE...
"Rai, si candida Mago Zurlì. ‘Il mio vice sarà Topo Gigio'. Cino Tortorella: ‘Freccero? La mia tv è più intelligente". E' il Male, il Corriere (p. 11) o tutti e due?.

colinward@autistici.org

 

 

BERLUSCOPPORTUNISMO - IL BA-NANO HA CAPITO CHE ATTACCARE GRILLO EQUIVALE AL SUICIDIO POLITICO…

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Adalberto Signore per "Il Giornale"

Silvio Berlusconi

La scorsa settimana l'ha buttata lì Mario Mantovani e ora si parla perfino della tentazione di un'improbabile alleanza in quel di Parma. E viene da chiedersi se davvero Beppe Grillo e il suo Movimento 5 stelle abbiano fatto breccia nel Cavaliere e nel Pdl.

BEPPE GRILLO IN UNA DELLE SUE SMORFIE

Risposta alla prima domanda: ni. Risposta alla seconda: no. Ma con un necessario corollario, perché quel che ha colpito Silvio Berlusconi non sono certo le invettive e gli affondi del comico genovese quanto il fatto che sia riuscito a proporre un modo diverso ed efficace di far politica. Certificando in maniera inequivocabile quanto sia lontana anni luce dai cittadini la politica dei partiti cosiddetti «tradizionali». Per l'ex premier, insomma, è riduttivo bollare quella di Grillo come «antipolitica» e basta.

Ecco il perché, forse, dell'uscita del coordinatore del Pdl della Lombardia Mantovani che è persino arrivato a ipotizzare un sostegno ai candidati grillini in alcuni comuni. Parole che hanno fatto scoppiare una dura polemica all'interno del partito se praticamente tutti i dirigenti di via dell'Umiltà - seppure off the record - hanno considerato quella di Mantovani una sortita «scellerata».

Il punto, però, non sarebbe tanto quello d'inseguire Grillo. Perché, spiega Fabrizio Cicchitto, «se mi presentassi in giacca e cravatta in una discoteca frequentata da ventenni sarei semplicemente ridicolo agli occhi di tutti». Impossibile, insomma, correre dietro al Movimento 5 stelle. E infatti non lo si farà nemmeno a Parma dove il Pdl lascia libertà di scelta e se qualche elettore di centrodestra voterà per il grillino Federico Pizzarotti lo farà solo per cercare di affondare il piddino Vincenzo Bernazzoli.

mario mantovani

Quel che teorizza il Cavaliere è infatti altro. Perché, ha ripetuto in privato qualche giorno fa Berlusconi, quello di Grillo è un fenomeno che «non può essere sottovalutato».
Va invece studiato. D'altra parte, secondo le analisi dei flussi di voto di Alessandra Ghisleri, fondatrice di Euromedia, il 25% circa dell'elettorato leghista si sarebbe spostato su Grillo come pure una fetta dell'elettorato del Pdl che si aggira tra il 5 e il 10%. E questo, nella sostanza, perché il Movimento 5 stelle ha avuto la capacità di occuparsi dei problemi reali della gente: dal termovalorizzatore a Parma alla questione della costruzione del Terzo valico a Genova.

CICCHITTO FOTO MEZZELANI GMT

Potrebbe sembrare un'eresia, ma è un po' quel che seppe fare la Lega negli anni Novanta. La politica one to one, insomma. Che ha avuto ancora più presa in un momento in cui i cittadini percepiscono i partiti lontani dai loro problemi. Non a caso, fa notare Cicchitto, Grillo «è andato molto meglio al Nord che al Sud» dove, magari anche per ragioni di clientelismo, «gli eletti non hanno abbandonato il territorio affidandosi solo al carisma del leader».

ALESSANDRA GHISLERI

Nessun inseguimento, dunque. Ma, almeno questo ragionava il Cavaliere, una lezione da imparare. D'altra parte, a «punire» il Pdl ci sono anche un 30-40% di elettori che se avevano votato per Berlusconi nel 2008 a questa tornata amministrativa hanno preferito non presentarsi alle urne, un chiaro segno di disaffezione. Ecco perché secondo l'ex premier è necessario non solo un vero e proprio ricambio generazionale ma anche una sorta di rivoluzione del partito che passi per un messaggio più chiaro e più credibile. E soprattutto per una presenza nuova e diversa in mezzo ai cittadini. Non solo attraverso internet, su cui da tempo nel Pdl sta lavorando alacremente Antonio Palmieri, ma anche nelle piazze. Una sorta di «rifondazione». Anche se il punto è capire con quali margini di manovra.

 

 


TELECOM DELLE MIE TRAME - BEBÈ BERNABÈ CAMBIA MUSICA: VUOLE TRASCINARE IN TRIBUNALE, CONTRO L'EX BUORA E RUGGIERO

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Radiocor

RICCARDO RUGGIERO

Telecom Italia proporra' alla prossima assemblea degli azionisti l'esercizio dell'azione sociale di responsabilita' contro l'ex ad e vice presidente Carlo Buora, per le vicende relative al procedimento Security e l'ex amministratore delegato Riccardo Ruggiero per le indagini sulle sim false.

FRANCO BERNABE carlo buora

Franco Bernabe', presidente esecutivo di Telecom Italia, rispondendo alla richiesta di diffusione di informazioni da parte della Consob, ha dichiarato che il cda di Telecom Italia del 9 maggio ha deciso di porre in essere nei confronti di Buora e Ruggiero atti interruttivi alla prescrizione, che scadrebbe il 3 dicembre 2012, propedeutici all'esercizio dell'azione sociale di responsabilita', che sara' inserita all'ordine del giorno in apposita assemblea

 

“UNA GRANDE FAMIGLIA” (26,4%) NON SI ACCORGE CHE CI SONO FAZIO E SAVIANO (12,6%) E SBANCA GLI ASCOLTI: 7,5 MILIONI

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Marco Bosatra per www.davidemaggio.it

STEFANIA SANDRELLI

PRIME TIME - L'ultima puntata della fiction Una grande famiglia vince la serata di ieri con 7.532.000 telespettatori e il 26.39% di share staccando Scherzi a Parte che su Canale 5 crolla al 14.73% con appena 3.554.000 telespettatori (16.54% nel target 15-64 anni). Su Italia 1 l'ultimo appuntamento con l'undicesima stagione di CSI arriva all'8.24% con 2.359.000 telespettatori. In particolare il primo episodio "La prima volta non si scorda mai" ottiene l'8.36% con 2.500.000 e il secondo "Faccia a faccia" l'8.10% con 2.213.000 (10.28% e 9.88% nel target 15-64 anni).

FERRARA

Su Rai2 il film Giorni contati segna il 5.19% con 1.490.000 telespettatori. Su Rai3 Lucarelli racconta si ferma al 3.15% con 916.000 telespettatori e su Rete 4 il film Per qualche dollaro in più ottiene 1.921.000 telespettatori con il 7.72% di share. Su La7 la prima puntata di Quello che (non) ho con Roberto Saviano e Fabio Fazio totalizza il 12.65% con 3.036.000 telespettatori.

ACCESS PRIME TIME - Pareggio tra Striscia e Affari Tuoi, CSI Miami oltre l'8%. Su Canale 5 Striscia la notizia conquista 5.706.000 telespettatori e il 20.56% tallonata da Affari Tuoi a 5.683.000 telespettatori con il 20.57% di share. Su Rai1 dopo il telegiornale, Qui Radio Londra con Giuliano Ferrara si ferma al 16.52% con 4.199.000 spettatori. Su Italia 1 boom per CSI Miami che cresce all'8.47% di share con 2.270.000 spettatori mentre su Rete 4 Walker Texas Ranger sigla il 5.95% con 1.611.000 individui. Su Rai 3 Blob è stato seguito da 1.212.000 con il 5.53% mentre Le storie diario.. si replica da 921.000 per uno share del 3.82%. Un posto al sole conquista l'8.58% e 2.314.000 spettatori. Su La7 Otto e mezzo ottiene il 6.28% con 1.732.000 individui.

ROBERTO SAVIANO E FABIO FAZIO IN _QUELLO CHE NON HO

PRESERALE - Il braccio e la mente al 14.77%. L'Eredità di Carlo Conti è stata seguita su Rai1 da 3.404.000 telespettatori e il 22.32%, che diventano 4.880.000 e il 24.35% nella ghigliottina. Su Canale 5 Il braccio e la mente con Flavio Insinna ha conquistato 2.547.000 telespettatori con il 14.77% (presentazione al 14.01% con 1.792.000), con 2.977.000 e il 15.43% nel segmento finale a ridosso del telegiornale. Su Italia 1 Studio Sport raduna 1.022.000 telespettatori (6.91%) e subito dopo CSI Miami segna il 5.94% con 1.215.000 spettatori. Su Rai 2 Ghost Whisperer cattura 830.000 telespettatori con il 5.55% mentre Squadra Speciale Cobra 11 ne conquista 1.345.000 con il 6.49%. Tempesta d'amore su Rete 4 raduna 1.501.000 telespettatori con il 6.9%. Su La7 G'Day arriva al 3.32% con 607.000 individui (G'Day alle 7 su La7 al 2.31% con 329.000).

SECONDA SERATA - Testa a testa tra Vespa e Vinci. Su Rai 1 Porta a Porta ha registrato 1.448.000 telespettatori con il 13.05% mentre su Canale 5 Matrix ha conquistato 873.000 telespettatori con il 14.65% di share. Su Italia 1 il film The Final Destination raccoglie 1.078.000 telespettatori con il 7.51% mentre su Rete4 Il texano dagli occhi di ghiaccio segna il 9.58% con 580.000 telespettatori. Su Rai2 Stracult si ferma al 2.12% con 243.000 telespettatori. Su Rai3 C'era una volta ottiene il 3.75% e 707.000 individui.

TELEGIORNALI: (edizioni meridiana e della sera in migliaia):

LUCA E PAOLO

TG1: 3.812 - 21.38% (ore 13.30) / 5.414 - 23.50% (ore 20.00)
TG2: 2.811 - 16.91% (ore 13.00) / 2.314 - 8.75% (ore 20.30)
TG3: 1.685 - 10.40% (ore 14.20) / 2.073 - 13.59% (ore 19.00)
TG5: 3.531 - 21.06% (ore 13.00) / 4.463 - 19.20% (ore 20.00)
STUDIO APERTO: 2.427 - 18.09% (ore 12.25) / 1.160 - 9.84% (ore 18.30)
TG4: 557 - 8.13% (ore 11.30) / 948 - 6.19% (ore 18.55)
TGLA 7: 815 - 4.55% (ore 13.30) / 2.078 - 8.77% (ore 20.00)


SHARE PER FASCE AUDITEL - Rai2 settima rete nelle 24ore (sorpassata anche da La7). Il primo dato si riferisce al totale giornata.

BRUNO VESPA

Rai 1 20,08 20,83 18,42 16,85 20,02 22,18 23,15 19,09
Rai 2 6,17 3,53 6,03 10,10 6,59 5,98 5,85 3,45
Rai 3 6,59 12,42 5,93 8,82 6,24 8,52 4,57 4,23
Rai 4 0,99 0,79 1,61 0,74 0,73 0,90 0,70 1,58
Rai 5 0,16 0,05 0,07 0,07 0,26 0,19 0,13 0,21
Rai Movie 0,59 0,42 0,69 0,53 0,95 0,56 0,62 0,39
Rai Premium 0,88 0,50 0,90 0,50 1,21 1,03 0,80 1,12
Rai YoYo 0,56 0,94 1,62 0,57 0,81 0,76 0,38 0,05
Rai Sport 1 0,22 0,43 0,46 0,28 0,16 0,27 0,10 0,17
Rai Sport 2 0,74 0,03 0,12 0,66 3,03 0,39 0,40 0,38
Rai News 0,51 2,96 0,94 0,40 0,43 0,37 0,20 0,21
Rai GULP 0,25 0,70 0,31 0,30 0,32 0,35 0,13 0,08
Rai Scuola 0,01 0,00 0,00 0,00 0,03 0,00 0,00 0,00
Rai Storia 0,13 0,02 0,09 0,06 0,24 0,09 0,09 0,19
Rai Specializzate 5,03 6,84 6,82 4,12 8,17 4,93 3,53 4,39
RAI 37,87 43,62 37,19 39,89 41,02 41,60 37,10 31,15

Alessio Vinci conduttore di Matrix

Canale5 17,25 18,38 17,14 20,33 19,44 15,96 16,05 15,27
Italia1 8,19 4,41 6,22 12,95 6,30 6,66 8,36 7,74
Rete4 6,77 4,27 8,64 6,59 5,68 6,62 6,71 8,36
Boing 0,89 1,46 0,70 1,19 0,97 1,23 0,73 0,32
Iris 0,81 0,99 0,93 0,57 0,48 0,88 0,99 0,83
La5 0,81 0,50 1,04 0,44 0,69 0,48 0,86 1,53
Mediaset Extra 0,73 0,46 0,38 0,41 0,64 1,51 0,53 0,85
Italia 2 0,26 0,04 0,10 0,10 0,22 0,47 0,26 0,36
Cartoonito 0,67 0,77 1,61 0,53 1,15 1,04 0,47 0,12
Premium Calcio HD 0,15 0,15 0,04 0,03 0,02 0,06 0,30 0,27
Mediaset Specializzate 4,32 4,38 4,80 3,26 4,17 5,68 4,14 4,27
MEDIASET 36,52 31,45 36,80 43,12 35,58 34,91 35,26 35,64

La7 6,46 3,64 3,37 2,90 3,01 4,90 10,08 11,69
La7d 0,34 0,23 0,61 0,14 0,32 0,62 0,27 0,27

 

MISTERI DELLA MALA - IL CASO DI EMANUELA ORLANDI È TROPPO INTRICATO PER ESSERE RISOLTO SEMPLICEMENTE APRENDO UNA TOMBA

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Massimo Lugli per "la Repubblica - Edizione Roma"

E adesso si ricomincia. Capitolo chiuso anche se, in realtà, nessuno si aspettava che dalla tomba di Renatino, il boss dei Testaccini freddato da due vecchi complici con una pallottola alla nuca il 2 febbraio del 90 potesse uscire qualcosa di più del suo cadavere. Il mistero di una ragazzina quindicenne, un cucciolo tenero con una fascia nera vagamente hippy sulla fronte, svanita nel nulla 29 anni fa, conserva tutte le sue ombre nonostante un´inchiesta giudiziaria che, dopo aver promesso rivelazioni clamorose, sembra destinata a segnare il passo: i quattro indagati, tutti a piede libero, che giurano e spergiurano di non aver niente a che vedere con tutta questa storia e neanche uno straccio di prova per incastrarli.

L´impressione generale è che Sergio Virtù, Angelo Cassani ("Ciletto"), Gianfranco Cerboni ("Giggetto") e il quarto uomo di cui nessuno conosce il nome possano dormire sonni tranquilli. Su Emanuela, divenuta un´icona di intrighi, trame e depistaggi, si è detto, scritto e ipotizzato di tutto. Fantasie degne di Don Brown ma la sostanza resta quella di una gigantesca incognita, a cominciare dalle domande fondamentali: che fine ha fatto Emanuela?

EMANUELA ORLANDI CERCASI WOJTYLA

LA SCOMPARSA
Di Emanuela si cominciò a parlare in sordina, quando sui muri comparvero i primi manifesti fatti stampare dai familiari. Molti, come quasi sempre in questi casi, pensavano a una fuga anche se la quindicenne non era assolutamente il tipo che scappa di casa. Le indagini scattarono, sul serio solo il 25 giugno, dopo la prima telefonata di "Pierluigi", il telefonista che, in seguito, lasciò il posto a "Mario" e un mese dopo, all´"Amerikano", la voce ufficiale dei rapitori, l´uomo che sfuggì per un soffio alla squadra mobile di Nicola Cavaliere, chiamò 17 volte e scomparve nel nulla.

Dilettanti allo sbaraglio, in un´epoca in cui i rapimenti seguivano un protocollo standardizzato e professionale: un lungo periodo di silenzio, le prime richieste di riscatto, la trattativa con un emissario dei familiari (cosa che generò una categoria di avvocati specializzati nel ramo) e la rituale foto dell´ostaggio con il quotidiano di pochi giorni prima. Di Emanuela arrivarono solo la copia di un documento e un nastro registrato, un sonoro agghiacciante tra lacrime e richieste d´aiuto.

De Pedis EnricoDePedis Enrico

Poi più nulla, nonostante l´appello di Papa Giovanni Paolo II che scaraventò la vicenda sulle prime pagine di tutto il mondo. E nessuno, ancora oggi, ha la prova che la ragazza sia stata uccisa. L´ultima follia è stata cercarla in un ospedale psichiatrico di Londra ma avvistamenti e false piste si sono accavallati negli anni, dalla Grecia alla Turchia e perfino Alì Agca aveva aggiunto l´ultimo dei suoi deliri quando ha detto al fratello della ragazza che Emanuela è viva e sta bene. Ma l´ipotesi più accreditata resta quella che la sventurata quindicenne sia stata assassinata (o sia morta per un errore dei suoi carcerieri) pochi giorni dopo il rapimento, un sequestro anonimo fatto scattare con una trappola: uno dei pochi dati certi è che l´adolescente salì di sua volontà su una macchina verde.

ali agca

LA "SUPERTESTIMONE"
L´inchiesta, destinata ormai all´archivio, fu riaperta, di fatto, dopo le dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore Bruno Giordano, ex donna di De Pedis, una bellezza soave distrutta dagli anni e dalla cocaina. «Una donna molto provata, che ha paura e probabilmente ha detto tutto quello che sa» la descrive Raffaella Notariale, autrice del bestseller "Segreto Criminale" edito di Newton Compton che ci ha lavorato spalla a spalla per mesi.

Il fratello di Emanuela Orlandi

Cosa sa veramente Sabrina? Di certo la testimone ha debordato, le ha sparate grosse e ha detto di aver visto il cadavere di Emanuela vicino a quello del piccolo Domenico Nicitra (che fu ucciso dieci anni dopo). Eppure fu proprio lei, Sabrina, a far ritrovare la BMW (appartenuta, in passato, a Flavio Carboni, il faccendiere del caso Calvi, poi assolto) che sarebbe stata usata per il sequestro. Sabrina dice e tace e gli altri?

A cominciare dall´Accattone, quell´Antonio Mancini, il gangster che ha ispirato il personaggio di "er Ricotta" e che ha ammesso candidamente: «Si, a rapire Emanuela siamo stati noi della Magliana». Nessuna prova neanche qui. E se quella della gang di "Romanzo Criminale" (l´unica organizzazione che, almeno per un certo periodo ha regnato come forza egemone sull´anarchica e frazionata mala romana) fosse solo un gigantesco depistaggio?

sabrina minardi bruno giordano rep2 Flavio Carboni

IL VATICANO
Emanuela, e questo è poco ma sicuro, non fu rapita per denaro ma per fare pressioni su qualcuno: questa, almeno, la versione più accreditata. Qualcuno che si trovava all´interno delle mura leonine. Il Vaticano è al tempo stesso, ambientazione e motivo di tanti segreti a cominciare dalla sepoltura di De Pedis nella Basilica. Una donazione della famiglia, religiosissima, del boss assassinato o qualcos´altro? E perché la procura, che solo ad aprile affermava perentoriamente: «Non apriremo la tomba» ha improvvisamente invertito la rotta?

Che ruolo ha avuto, veramente monsignor Paul Casimir Marcinkus che fu addirittura sospettato di essere l´Amerikano prima che la Minardi sparasse a palle incatenate sulla sua memoria? Domande su domande, le risposte, di certo, non sono nascoste nella bara di De Pedis. E probabilmente non arriveranno mai.

 

 

MUTUI SOCCORSO - OLTRE 40 MILA FAMIGLIE SENZA CASA PERCHÉ NON RIUSCIVANO A PAGARE IL MUTUO…

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Rosa Serrano per "la Repubblica"

Pignoramenti immobiliari in costante, drammatica crescita in Italia. Se 37 mila 472 famiglie avevano perso la casa nel 2010, nel 2011 il doloroso destino si è abbattuto su altre 44 mila e 27. E le cose sarebbero andate addirittura peggio senza l´accordo salva-famiglie fra Abi e associazioni consumatori. Il paracadute ha scongiurato il pignoramento per migliaia di altre persone colpite da eventi traumatici come la perdita del lavoro o la cassa integrazione, che ne hanno ridotto la capacità di rimborso del mutuo. Queste persone hanno sospeso - per un anno - il pagamento delle rate.

pignolamenti

L´ultima moratoria scade alla fine di luglio di quest´anno e difficilmente sarà prorogata. «Le prospettive reddituali delle famiglie - spiega Luca Dondi, responsabile settore immobiliare di Nomisma - non sono certamente positive e il sistema bancario, che finora ha riconosciuto una serie di moratorie, non potrà certamente rimandare sine die il momento del pagamento delle rate».

Ma pochi numeri sono sufficienti per confermare l´attuale momento di difficoltà economica delle famiglie: il numero delle richieste di sospensione del pagamento delle rate è passato dalle 55 mila di fine novembre 2011 alle oltre 60 mila attuali, con un debito residuo di circa 7,5 miliardi.

La contrazione della capacità reddituale delle famiglie è confermata dai dati Crif, secondo cui le richieste di mutuo nel primo trimestre di quest´anno sono calate del 48%, mentre Assofin segnala nel primo bimestre 2012 una vera e propria emorragia di operazioni di finanziamento concluse con un secco meno 58,5%.

pignolamenti

Il dimezzamento dei finanziamenti immobiliari è anche l´effetto dell´inasprimento dei criteri di concessione del credito da parte delle banche e che ha colpito, in particolare, i mutuatari con reddito medio-basso. A questo fattore bisogna poi aggiungere il forte aumento dello spread. L´applicazione da parte delle banche di spread elevati, di fatto, vanifica fortemente le riduzioni dell´Euribor.

Basti pensare che - rispetto al 7 ottobre 2011 quando l´Euribor a un mese quotava 1,36% - venerdì scorso il valore si è posizionato sullo 0,40% ( - 0,96%) e l´Euribor a 3 mesi è passato nello stesso periodo dall´1,57% allo 0,69% (-0,88%).

Al contrario, dati elaborati da MutuiOnline propongono questo scenario: i ricarichi applicati dalle banche per i mutui a tasso variabile sono mediamente passati dall´1,43% del primo semestre 2011 al 3,57% del primo bimestre di quest´anno. «Il calcolo rigoroso dei tassi di interesse - segnala Dondi - rappresenta uno degli strumenti preferiti dagli istituti per alleggerire i propri costi. In altre parole, si trasferiscono sulla potenziale clientela l´onerosità dei costi di approvvigionamento a medio-lungo termine».

 

 

GRAZIE J.P. MORGAN! - KRUGMAN: “WALL STREET HA BISOGNO DI ESSERE REGOLAMENTATA”…

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Paul Krugman per "la Repubblica" (Traduzione di Anna Bissanti)

Uno dei personaggi dell´intramontabile film Ombre rosse (1939) è un banchiere, Gatewood, che ai suoi sottoposti propina una lezione sui mali di Big Government, l´interventismo statale, in particolare della regolamentazione bancaria. A un certo punto Gatewood esclama: «Come se noi banchieri non sapessimo come amministrare le nostre banche!». In seguito, più avanti nel film, scopriamo che Gatewood taglia la corda dalla città, portando via una bisaccia piena zeppa di bigliettoni che ha sottratto indebitamente.

jp morgan

Da quel che ne sappiamo finora, Jamie Dimon - presidente e amministratore delegato di JP Morgan Chase - non ha in mente nulla del genere. Tuttavia ci risulta che spesso gli è piaciuto fare discorsini come quelli di Gatewood su come lui e i suoi colleghi sanno perfettamente quello che stanno facendo e non hanno certo bisogno che il governo stia loro col fiato sul collo.

Di conseguenza, nello sconvolgente annuncio da parte della JP Morgan di essere riuscita a bruciare chissà come due miliardi di dollari circa, in un tentativo infruttuoso di intrallazzi finanziari, ci sono un bel po´ di giustizia divina e una fondamentale lezione comportamentale da apprendere.

Paul Krugman

Giusto per essere chiari: gli uomini d´affari sono uomini - quantunque i Signori della finanza abbiano una certa tendenza a dimenticarlo - e di conseguenza commettono di continuo errori in perdita. Di per sé questa non è una ragione sufficiente per la quale il governo debba intervenire.

Le banche, però, sono speciali, perché i rischi che si assumono sono sostenuti, in buona parte, dai contribuenti e dall´economia nel suo complesso. E il caso di JP Morgan ha appena dimostrato che perfino i presunti banchieri intelligenti devono avere rigidi limiti nella tipologia di rischio che sono autorizzati ad assumersi.

Per la precisione: perché le banche sono speciali? Perché la storia ci insegna che il settore bancario è ed è sempre stato soggetto a sporadici e devastanti "ondate di panico", in grado di scatenare il caos in tutta l´economia. La destra sta attualmente diffondendo la panzana secondo la quale un cattivo andamento del settore bancario è sempre conseguenza di un intervento del governo, attuato tramite la Federal Reserve oppure con le ingerenze dei liberal al Congresso. In realtà, tuttavia, l´America dell´Età Dorata - quella nella quale il governo si intrometteva il meno possibile e la Fed non esisteva neppure - era soggetta al panico più o meno una volta ogni sei anni. E in alcuni casi si inflissero così gravissime perdite all´economia.

Federal Reserve

Ma allora, che cosa fare? Negli anni Trenta, dopo la madre di tutti gli attacchi di panico delle banche, arrivammo a una soluzione praticabile, che contemplava garanzie e controlli a uno stesso tempo. Da un lato, il dilagare del panico fu arginato tramite assicurazioni sui depositi garantite dallo stato; dall´altro, le banche furono sottoposte a regolamentazioni miranti a impedire che potessero abusare dello status privilegiato derivante loro proprio dall´assicurazione sui depositi, in pratica una garanzia governativa dei loro debiti. Cosa ancora più importante, le banche con depositi garantiti dallo Stato non furono autorizzate a impegnarsi in speculazioni spesso rischiose, tipiche di banche di investimento quali Lehman Brothers.

Lehman Brothers

Questo sistema ci ha regalato mezzo secolo di relativa stabilità finanziaria. Alla fine, però, ci siamo dimenticati ciò che la storia ci aveva insegnato. Sono proliferate nuove forme di attività bancaria senza garanzie statali, e al contempo si è permesso sia alle banche tradizionali sia a quelle all´avanguardia di accollarsi rischi sempre maggiori. Come era prevedibile, alla fine abbiamo dovuto subire la versione Ventunesimo secolo del panico bancario dell´Età Dorata, con conseguenze tremende.

È evidente pertanto che dobbiamo assolutamente ripristinare quel tipo di tutela che ci ha regalato per un paio di generazioni una tregua dalle grandi preoccupazioni bancarie. O meglio, questo è evidente a tutti fuorché ai banchieri e ai politici finanziati dai banchieri, in quanto essendo stati salvati in extremis adesso naturalmente questi ultimi sarebbero ben felici di tornare a fare affari come al loro solito. Ho già citato il fatto che Wall Street sta versando ingenti quantità di soldi a Mitt Romney, che ha promesso di abrogare le recenti riforme finanziarie?

MITT ROMNEY

Arriviamo adesso a Dimon. Dobbiamo riconoscere a JP Morgan - e a Dimon - il merito di essere riuscita a tenersi alla larga da molti dei pessimi investimenti che hanno messo in ginocchio altre banche. Questa manifesta dimostrazione di prudenza ha fatto di Dimon l´uomo di punta nella battaglia ingaggiata da Wall Street volta a procrastinare, annacquare e/o abrogare la riforma finanziaria.

Obama

Egli si è distinto e si è fatto particolarmente sentire quando si è opposto alla Volcker Rule, che precluderebbe alle banche con depositi garantiti dallo Stato la possibilità di impegnarsi nel "proprietary trading", in sostanza di effettuare speculazioni con i soldi dei depositanti. «Fidatevi di noi», ha detto in pratica il capo della JP Morgan. «È tutto sotto controllo».

Pare proprio di no, invece. Che cosa ha fatto in realtà la JP Morgan? Da quanto ne sappiamo, ha utilizzato il mercato dei derivati - complessi dispositivi finanziari - per scommettere fortemente sulla sicurezza dell´indebitamento delle aziende, qualcosa di simile alle puntate effettuate dalla compagnia di assicurazioni Aig sull´indebitamento immobiliare di qualche anno fa.

JAMIE DIMON DI JP MORGAN

Il punto cruciale non sta tanto nel fatto che la scommessa non è andata a buon fine, ma che gli istituti che rivestono un ruolo cruciale nel sistema finanziario non hanno il diritto di fare simili scommesse. Tanto meno quando questi stessi istituti sono sorretti da garanzie dei contribuenti.

Per adesso pare che Dimon sia stato punito. Avrebbe perfino ammesso che forse chi propone una maggiore regolamentazione ha segnato un punto a proprio favore. Quasi certamente, però, non durerà: mi aspetto che Wall Street torni alla sua consueta arroganza nel giro di settimane, forse addirittura giorni. In verità, abbiamo appena assistito a una dimostrazione pratica del motivo per il quale, di fatto, Wall Street ha bisogno di essere regolamentata. Grazie Mister Dimon.

 

PIAZZA AFFARI PIATTA, MALE LIGRESTI E UNIPOL - L’ABI CONTRO I DECLASSAMENTI A TAPPETO DI MOODY’S

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1 - BORSA MILANO: PIATTA; GIU' FONSAI E UNIPOL, BENE INTESA
(ANSA) - Prosegue piatta Piazza Affari al traguardo di metà seduta (Ftse Mib +0,12% a 13.677 punti) , con il listino delle blue chips contrastato. Guidano i rialzi Intesa Sanpaolo (+1,84%), in attesa dei risultati, Ferragamo (+1,87%), Stm (+1,49%) e Campari ((+1,4%), che ha chiuso il primo trimestre con vendite e utile in crescita di circa il 4%.

LAD DI UNIPOL CARLO CIMBRI

Gira in calo Ubi (-0,49%), dopo i conti che avevano favorito il titolo in apertura, mentre si confermano estremamente volatili Fonsai (-3,77%), il cui Cda si riunisce oggi sui concambi per la fusione a 4 con Unipol (-2,87%), Premafin (-1,71%) e Milano Assicurazioni (+2,09%). Acquisti su Fiat (+1,33%), Fiat Industrial (+1,76%) ed Exor (+0,61%), insieme a Luxottica (+1,14%), deboli invece A2a (-2,47%), già congelata per eccesso di volatilità, Mps (-3,17%), Mediolanum (-2,42%), Mediaset (-2,21%), Banco Popolare (-1,74%) e Finmeccanica (-1,44%). Sotto pressione Iren (-11,15%), all'indomani dei risultati diffusi a borsa chiusa. In calo Enel (-0,74%) ed Eni (-0,55%), bene invece Saipem (+0,81%).

VITTORIO GRILLI

2 - E17: CRESCITA ZERO NEL PRIMO TRIMESTRE DA -0,3% IV TRIM 2011
Radiocor - Nel primo trimestre il pil e' rimasto stabile rispetto al precedente: 0%. Nella Ue +0,1%. Nel quarto trimestre 2011 c'era stata una crescita negativa a -0,3% nelle due zone. Rispetto al primo trimestre 2011 stabile nell'Eurozona e +0,1% dopo +0,7% e +0,8% nel trimestre precedente. Lo rileva Eurostat. In Italia -1,3%, in Germania +1,2 in Francia +0,3%, in Spagna -0,4%, in Grecia -6,2%.

3 - ECOFIN: RAGGIUNTO L'ACCORDO POLITICO SU REGOLE CAPITALE BANCHE
Radiocor - L'Ecofin ha raggiunto l'accordo politico sul testo di compromesso per le regole sui requisiti di capitale delle banche (Basilea 3). C'e' stato un consenso unanime nonostante fosse necessaria solo la maggioranza qualificata. Alla fine il testo e' stato ulteriormente modificato per venire incontro alle riserve britanniche (ma anche della Bulgaria) sul margine di autonomia delle autorita' nazionale per rendere piu' 'pesanti' i requisiti.

GIUSEPPE MUSSARI GIUSEPPE GUZZETTI resize

4 - MOODY'S: ABI, IRRESPONSABILE GIUDIZIO SU BANCHE, E' ATTACCO ALL'ITALIA
Radiocor - 'Irresponsabile, incomprensibile, ingiustificabile'. Cosi' l'Associazione bancaria italiana giudica la decisione di Moody's di tagliar e il rating di 26 banche italiane. 'Ancora una volta - afferma l'Abi in un comunicato - le agenzie di rating si confermano come un elemento di destabilizzazione dei mercati con giudizi parziali e contradditori. Per abbassare il rating questa volta si tirano addirittura in ballo le misure di austerita' varate dal Governo Monti ('riducono la domanda economica di breve termine') che una volta le stesse agenzie invocavano allorche' disegnavano l'outlook negativo delle imprese bancarie'.

MOODY

La decisione di Moody's 'e' un'aggressione all'Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini. Nel condividere le critiche sollevate ieri dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, Abi reitera la richiesta alle Autorita' europee e alla Banca Centrale affinche' tali giudizi non siano passivamente recepiti nella regolamentazione, nelle procedure e nei modelli di valutazione e venga finalmente varata una severa disciplina di controllo nei confronti di questi soggetti. Abi - conclude la nota - ha messo questo arg omento all'ordine del giorno della riunione di domani del Comitato esecutivo a Milano al fine di valutare collegialmente tutte le azioni da adottare, in ogni sede, per tutelare i legittimi interessi dell'economia italiana, cosi' gravemente lesi dalle decisioni delle agenzie di rating'.

Enrico Cucchiani

5 - INTESA: UTILE 3 MESI 804 MLN (+21,6%), RICAVI 4,81 MLD
Radiocor - Utile netto di 804 milioni per Intesa Sanpaolo nel primo trimestre, in crescita del 21,6% rispetto a un anno prima e decisamente sopra alle attese. Il gruppo ha visto una crescita del 14,5% dei proventi operativi netti a 4,8 miliardi e il risultato della gestione operativa in miglioramento del 32,8% a 2,6 miliardi. L'utile netto normalizzato cala a 746 milioni dai 762 di un anno prima. Ulteriormente rafforzata la solidita' patrimoniale con il Tier 1 ratio che mantiene l'11,5%, il Core Tier 1 Ratio in miglioramento al 10,5% al 10,1% di dicembre e il coefficiente Eba pro-forma al 9,6% dal 9,2%

6 - INTESA: STIMA REDDITIVITA' OPERATIVA STABILE NEL 2012
(ANSA) - Intesa Sanpaolo stima di chiudere il 2012 con una redditività operativa stabile. E' quanto emerge dal comunicato sui conti del primo trimestre. La banca ritiene perseguibile questo obiettivo "alla luce del positivo andamento dei ricavi del primo trimestre" e grazie anche al "proseguimento dell'azione di contenimento dei costi e con il costante monitoraggio della qualità del credito".

FRANCO BERNABE

7 - TELECOM: BERNABE', DA 2014 SI PUO' IPOTIZZARE INCREMENTO DIVIDENDO
Radiocor - Telecom Italia si prepara a incrementare il dividendo per gli azionisti a partire dal 2014, una volta cioe' raggiunti gli obiettivi di riduzione del debito. E' quanto ha spiegato il presidente esecutivo della societa', Franco Bernabe', aprendo l'assemblea degli azionisti a Rozzano.

'Conseguiti gli obiettivi di riduzione del debito netto a 27,5 miliardi e 25 miliardi di euro, previsti rispettivamente per fine 2012 e per fine 2013, sara' possibile ipotizzare un incremento del livello di remunerazione degli azionisti', ha sottolineato Bernabe', ribadendo che 'l'ammontare del dividendo proposto per il 2012, pari a 4,3 centesimi di euro per le azioni ordinarie e di 5,4 centesimi di euro per le azioni risparmio, rappresenta una soglia minima sotto la quale non si scendera' nel prossimo triennio'

marCHIONNE E ELKANN big

8 - FIAT: CON I TRIMESTRE SU BUONA STRADA PER RISPETTARE GUIDANCE 2012
Radiocor - Con il primo trimestre Fiat Chrysler e' sulla buona strada per rispettare la guidance 2012, mentre 'le attivita' di integrazione procedono rapidamente e traggono i vantaggi previsti' e viene confermata la guidance 2012 'malgrado la mancanza di visibilita' rispetto a un mercato europeo che raggiunga il livello piu' basso'. E' quanto emerge da una presentazione del Lingotto in occasione della 'Unicredit Automotive Credit Conference' a Londra.

Nelle slides, consultate da Radiocor, si legge che il gruppo 'e' pienamente impegnato nei confronti dell'orientamento strategico previsto nel piano quinquennale annunciato nel novembre 2009 per Chrysler e nell'aprile 2010 per Fiat. Le attese sulla performance in Nordamerica, America Latina e Asia/Pacifico sono confermate', mentre 'i recenti avvenimenti negli ultimi 12 mesi, e piu' in particolare nel secondo semestre 2011 hanno sollevato dubbi sulle stime sui volumi e sui nostri piani di sviluppo in Europa fino al 2014'.

COVER WIRED ZUCKERBERG

9 - FACEBOOK: BOOM DOMANDA, ALZA PREZZO IPO A 34-38 DLR
(ANSA) - L'interesse degli investitori per lo sbarco in borsa di Facebook va a gonfie vele e il gruppo ha deciso di aumentare il prezzo atteso per il collocamento dei 337,4 milioni di azioni. Lo comunica il social network, secondo cui il prezzo per azione è ora atteso fra 34 e 38 dollari contro i precedenti 28-35 dollari. La valutazione della società passa da 77-96 miliardi a 93-104 miliardi di dollari. Lo sbarco a Wall Street - l'approvazione dal Nasdaq è appena arrivata - é fissato per venerdì.

10 - YAHOO!: COLPO DI SCENA, THOMPSON HA LASCIATO PER IL CANCRO
(ANSA) - Colpo di scena nel caso di Scott Thompson, il dimissionario numero uno di Yahoo!. Poche ore prima di ufficializzare la sua decisione avrebbe comunicato ai vertici del gruppo di avere un cancro alla tiroide. Il suo addio potrebbe quindi non essere legato allo scandalo del falso curriculum, bensì alle sue condizioni di salute. Secondo alcune fonti citate dal Wall Street Journal, Thompson, 54 anni, avrebbe scoperto la sua malattia solo una settimana fa ed avrebbe quindi preso la decisione di mollare la guida di Yahoo! dopo essersi confrontato prima con i suoi familiari, poi con i suoi più stretti coollaboratori e infine con il board del gruppo.

SCOTT THOMPSON DI YAHOO

Finora le dimissioni di Thompson sembravano essere la maturale conclusione dello scandalo che lo ha travolto nelle ultime settimane: una laura di informatica mai ottenuta ma dichiarata nel suo curriculum. Un errore, si è difeso l'ex amministratore delegato. Ma intanto una commissione interna aveva già avviato un'inchiesta per accertare i fatti. Thompson non ha però aspettato l'esito di tale indagine, e ha rassegnato le dimissioni nel weekend, subito sostituito da Ross Levinsohn, ora amministratore delegato ad interim.

L'ex Ceo di Yahoo! - raccontano le indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal - avrebbe già cominciato la terapia per combattere il tumore, anche se da Thompson non è arrivata alcuna conferma: vuole che la sua malattia resti un fatto privato, ha raccontato uno dei suoi più stretti collaboratori.

ALLIANZ ASSICURAZIONI

11 - ALLIANZ: UTILE PRIMO TRIM. IN CRESCITA A 1,4MLD EURO
(ANSA) - Grazie alla diminuzione degli eventi catastrofici naturali la tedesca Allianz, il più grande assicuratore europeo, ha chiuso il primo trimestre del 2012 con un utile di 1,4 miliardi di euro e un risultato operativo di 2,3 miliardi, in crescita del 40% rispetto al 2011. "Nonostante la crisi del debito, la volatilità dei mercati e i bassi tassi di interesse continuiamo a prevedere un risultato operativo di 8,2 miliardi di euro per il 2012, con un margine di più o meno 0,5 miliardi", ha detto stamani a Monaco Oliver Baete, capo del settore finanziario di Allianz. Il volume d'affari della compagnia per il primo trimestre, già reso noto la scorsa settimana nella riunione degli azionisti, è salito di poco, a 30,1 miliardi di euro.

12 - LA CITY TRASLOCA CANARY WHARF È LA NUOVA META...
Enrico Franceschini per "la Repubblica" - La nuova cittadella della finanza londinese batte la City. E´ un cambio della guardia storico quello che si registra a Londra: per la prima volta ci saranno più banchieri a Canary Wharf, il quartiere di grattacieli in riva al Tamigi creato all´inizio degli anni Novanta, che nello Square Mile, il Miglio Quadrato, la cittadella dove è nata l´industria finanziaria del Regno Unito e dove hanno ancora oggi sede la Banca d´Inghilterra e la Borsa. Il trasferimento di 8000 banchieri della JP Morgan dai vecchi uffici nella City al 25 di Bank street a Canary Wharf, in una torre di cristallo alta 33 piani, è la mossa che ha provocato il sorpasso.

la city al mattino

Una volta che il trasloco sarà completato, a Canary Wharf lavoreranno 44500 banchieri contro i 43300 della City. Oggi ci sono ancora più grandi banche nella City che a Canary Wharf, 10 contro 6, ma le banche con il maggior numero di dipendenti e con i più grandi quartier generali sono a Canary Wharf.

Le sei grandi banche che operano a Canary Wharf sono le inglesi Hsbc e Barclays, la svizzera Credit Suisse e le "big" americane Citigroup e Morgan Stanley, a cui si aggiunge ora JP Morgan. I tagli al personale previsti a due banche rimaste nella City, la Ubs e la Royal bank of Scotland, faranno aumentare ulteriormente il vantaggio di Canary Wharf, osserva il Financial Times.

Nella City rimangono anche Deutsche Bank, Ubs, Goldman Sachs, Merrill Lynch (con 6000 banchieri, che però ne ha 2000 anche a Canary Wharf), Rbs, Nomura, Bnp, Lloyds, Standard Chartered e Societe Generale. C´è però una coincidenza negativa nel sorpasso di Canary Wharf: la JP Morgan andrà ad occupare gli uffici che erano della Lehman Brothers, il cui fallimento innescò il crac finanziario del 2007, e questo proprio nei giorni in cui la stessa JP Morgan è sotto accusa per un "buco" da 2 miliardi di dollari provocato da investimenti rischiosi.

 

DOPATI PER IL SUCCESSO - UNA VOLTA C’ERANO I CORSI MOTIVAZIONALI PER L’AUTOSTIMA, OGGI C’È IL TESTOSTERONE…

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1 - GLI STEROIDI LA DROGA DEI FORZATI DEL SUCCESSO, DILAGANO TRA MANAGER E STAR DELLO SPETTACOLO...
Elena Dusi per "la Repubblica"

TESTOSTERONE

Aggiungi testosterone alla tua vita. Non tanto per vincere medaglie, ma per far sparire il grasso, definire i pettorali, rialzare la temperatura del desiderio sessuale, condire la giornata sul lavoro con una dose extra di autostima. A pensarla così non sono più solo i bodybuilder, e nessun paese è ormai immune dal consumo illecito di steroidi anabolizzanti. Sylvester Stallone oggi non verrebbe neanche più fermato con una 24 ore di fiale e pastiglie (accadde alla dogana di Sydney) grazie a quel canale di circolazione mondiale oliatissimo che è la vendita su internet.

Ed è ormai una soap opera su giornali e tv statunitensi il processo di Roger Clemens, l´ex lanciatore di baseball soprannominato "Rocket", accusato di aver ricevuto iniezioni di testosterone dal suo allenatore. Fra gli attori trasformati in montagne di muscoli nell´intervallo fra un film e l´altro solo Charlie Sheen ha ammesso davanti ai media di aver fatto uso di steroidi per sei settimane prima di girare "Major League".

I sospetti su molte star rimbalzano da Hollywood a Bollywood. Ma non ci sono solo star, tra i forzati del testosterone. Lo prendono i manager di Wall Street per aumentare la loro propensione al rischio (uno studio del 2009 rivelò che i trader hanno livelli dell´ormone più alti della media). Lo usano i militari in missione, per mantenere i muscoli tonici e potenziare l´aggressività. Lo provano single, sposati e fidanzati (donne incluse) nella convinzione che gli ormoni maschili migliorino le prestazioni sessuali.

boost testosterone

Dopo decenni, insomma, gli steroidi sono usciti dalle palestre. Ai consumatori tradizionali si affianca un pubblico nuovo e "laico" che non ha medaglie da inseguire, ma difficoltà di autostima da superare. «Bastano poche settimane. La massa grassa diminuisce a favore di quella muscolare» spiega Roberta Pacifici, che all´Istituto superiore di sanità dirige il reparto farmacodipendenza e doping.

«L´assunzione si chiama "top-down": si cresce gradualmente con le dosi, arrivando a un picco fino a 50 volte superiore all´uso terapeutico. Poi si cala e si trascorre un periodo di riposo per permettere al corpo di ripulirsi: è il "wash out". Nessun fisico reggerebbe senza».

Nell´uso di queste bombe che fanno esplodere muscoli, ma anche fegato, reni e cuore, i culturisti sono paradossalmente i più attrezzati. «Il consumatore ignorante che acquista su internet legge che non ci sono effetti collaterali e si abbandona al fai-da-te più sfrenato» spiega Marco Cosentino dell´università dell´Insubria, coautore di uno studio sui siti che vendono anabolizzanti. Che rivela: «Tra i nuovi consumatori ci sono moltissimi militari. Le basi in Iraq e Afghanistan compaiono di frequente fra gli indirizzi di consegna».

testosterone big

Il drogato di testosterone è disposto ad accettare effetti collaterali devastanti anche solo in nome degli effetti psicologici: aggressività, motivazione, resistenza alla fatica e aumento - sia pur limitato ai periodi di assunzione - del desiderio sessuale. Un questionario dell´università di Padova fra 3mila studenti veneti di medie e superiori ha rivelato che il 6,2% di chi faceva sport ha assunto sostanze dopanti e il 10,7% ha amici che "prendono qualcosa". Ma i dati, basati su ammissioni spontanee, sono sicuramente sottostimati.

Cristina Segura Garcia, psichiatra dell´università Magna Grecia di Catanzaro, ha guidato uno studio sulle motivazioni che spingono a gonfiarsi di muscoli e pasticche. «La passione smodata per l´esercizio fisico non è dissimile, dal punto di vista psichiatrico, da disturbi ossessivo-compulsivi e anoressia. Come una ragazza anoressica non si vede mai abbastanza magra, un ragazzo che va in palestra rischia di non vedersi mai troppo muscoloso».

Ma gli steroidi possono anche uccidere, provocando insufficienza epatica, linfoma, infarto e perfino pulsioni suicide. Ma le indicazioni su quelli venduti online non citano nemmeno gli effetti collaterali "più lievi": crescita del seno negli uomini e sua riduzione nelle donne, atrofia dei testicoli e carenza di spermatozoi (l´organismo smette di produrre testosterone se lo riceve dall´esterno), irregolarità mestruale, perdita di capelli nei maschi e crescita della barba nelle signore.

La sovraeccitazione e l´aggressività, anche sessuale - caratteristiche della fase "top" - lasciano il passo in quella "down" a impotenza e fatica di vivere. «Spesso accade - spiega Pacifici - che dagli steroidi si passi al Viagra, agli ormoni femminili per contrastare la crescita del seno, ai sonniferi per ripristinare il ritmo veglia-sonno e alla cocaina per vincere la depressione, in un crescendo di medicinali di cui si perde facilmente il controllo».

LowLevelTestosterone

Come se poi gli steroidi non facessero abbastanza male da soli. «Nella mia carriera ho visto di tutto» commenta Giuseppe Lippi, responsabile della Diagnostica ematochimica dell´ospedale universitario di Parma. «Chi rispetta i tempi di wash out riesce ad andare avanti con gli steroidi anche 15 anni. Ma con un´assunzione continuativa è questione di mesi. Infarto, trombosi o necrosi epatica fulminante sono inevitabili».

Poche settimane bastano perché gli effetti dannosi diventino cronici. «Il primo segno spesso è l´ittero, un colorito giallastro» spiega Emanuela Turillazzi, medico legale all´università di Foggia. «Vuol dire che le cellule del fegato hanno cominciato a danneggiarsi».

Del sequestro di steroidi in Italia si occupano soprattutto i Carabinieri dei Nas. «Le indagini - spiega il capitano Francesco Saggio, comandante del Reparto Analisi dei Nas di Roma - possono partire da informazioni confidenziali, da altri processi o dal monitoraggio dei siti web». Gli acquirenti online vengono intercettati, e da lì si fa partire un´indagine sul terreno.

A fine febbraio i Nas di Ancona hanno sequestrato 95mila dosi di sostanze dopanti (uno dei più grandi quantitativi nel nostro paese) a un 62enne di Fano che si riforniva all´estero o su internet, poi miscelava gli steroidi nel suo laboratorio casalingo e li rivendeva con etichette false, simili a quelle di case farmaceutiche famose. All´uomo (un disoccupato) sono state sequestrate case e ville per 4,5 milioni.

Massimo Montisci, medico legale dell´università di Padova, gli effetti degli steroidi li ha visti in prima persona sul tavolo autoptico su cui sono finiti 4 atleti negli ultimi anni: 3 culturisti e un ciclista, morto per un attacco di cuore uscendo dal dentista. «Il cuore si gonfia. Come le cellule degli altri muscoli, anche quelle cardiache aumentano di dimensione, ma senza far crescere la forza di contrazione.

Spesso anzi muoiono e vengono sostituite da tessuto fibroso. E il danno resta permanente anche quando si interrompe l´assunzione. In caso di infarto, la morte viene spesso attribuita a cause naturali, ad esempio a un attacco di cuore di origine ignota». Se si apre un´inchiesta, i test antidoping possono essere svolti non solo sull´urina, ma anche su capelli, altri peli o unghie. «Sono reperti che possono segnalarci un doping vecchio di mesi, fino a un anno» spiega Montisci. «Ma gli atleti hanno imparato. È per questo che a volte li vediamo completamente depilati».

Testosterone

2 - L´ORMONE DEL MANAGER CHE VUOL ESSERE CAPOBRANCO...
Federico Rampini per "la Repubblica"

A Wall Street il testosterone è bisex? La famosa teoria per cui i trader più spericolati sui mercati finanziari hanno alte dosi di ormone maschile, è messa alla prova dal caso di Ina Drew, la capa della divisione investimenti responsabile dei 2 miliardi di perdite alla JP Morgan, costretta ieri alle dimissioni ma non prima di essersi fatta una fama come finanziera aggressiva e spericolata. La Drew non è la prima donna a scalare i vertici di Wall Street (più in alto di lei c´è la numero due di Bank of America).

È stato preveggente il film «Margin Call» (appena uscito in Italia) che ha affidato all´attrice Demi Moore un personaggio simile con una responsabilità identica alla Drew: la gestione del rischio, un settore dove il testosterone "scorre a fiumi", visto che anziché proteggere le banche dalle perdite i protagonisti di queste attività sono spesso a caccia di guadagni immensi, rapidi e azzardati.

La dimensione "clinica" dell´alta finanza attira un´attenzione crescente. Il New York Times cita dalla rivista Cfa Magazine una ricerca firmata Sherree DeCovny secondo cui il 10% dei banchieri di Wall Street sono "clinicamente psicopatici" (contro l´1% nella popolazione generale).

Si moltiplicano i banchieri e trader Street che fanno ricorso a cure di testosterone. Al punto che una clinica specializzata ha aperto proprio nel cuore della City finanziaria di Manhattan, suscitando l´attenzione del Financial Times. I manager della finanza non cercano nel testosterone un aiuto per virilità e prestazioni sessuali (checché possa far pensare un altro film recente ambientato in quel mondo, "Shame").

SYLVESTER STALLONE

Quello che vogliono è una droga che li renda più aggressivi, più competitivi, più efficienti. Il boom nel consumo di testosterone si è perfino accentuato dopo la crisi: perché siamo in epoca di licenziamenti nelle banche, quindi "mors tua vita mea", la selezione delle specie diventa più spietata e sopravvivono meglio gli alfa-animali, i capobranco più cattivi.
Accanto al testosterone non è diminuita la domanda di droghe più "tradizionali".

La cocaina che scorre a fiumi emerge da una delle più importanti indagini recenti su insider trading. Un´indagine giudiziaria con personaggi che sembrano una sintesi dell´élite di Manhattan: multietnica, sofisticata, a suo agio nelle tecnologie avanzate, e ricca sfondata. Il procuratore capo in questo caso è Preet Bharara, di origine indiana. La sua preda designata è una donna: Winnie Jiau, cinese etnica, consulente nelle tecnologie avanzate con il vizietto di speculare illegalmente su informazioni riservate.

L´accusa ha portato a testimoniare contro la Jiau un altro giovane protagonista della vicenda. Lui è Noah Freeman, 35 anni, brillante laureato a Harvard, trader finanziario per la società Sac Capital. In cambio della protezione della polizia, e di un probabile sconto della pena, Freeman ha vuotato il sacco. Ma non solo sulle tecnicalità dell´insider trading. La sua testimonianza più sconvolgente è un racconto a base di «funghi allucinogeni, karaoke bar a luci rosse, prostitute taiwanesi da duemila dollari a notte».

Un «contorno» alla vita spericolata che i trader conducono di giorno, quando a Wall Street azzardano puntate di miliardi sui titoli derivati. Le rivelazioni del trader pentito fanno breccia in un muro di omertà. Un altro protagonista del giornalismo d´inchiesta americano, Danny Schechter autore di «Saccheggio, Wall Street e il crimine dei nostri tempi», ha parlato del «fattore testosterone» che domina nel mondo delle grandi banche, e del silenzio che circonda questo fenomeno. «È davvero singolare - sostiene Schechter - che si sappia così poco sul legame fra il sesso estremo e la vita ad alta tensione, iperstressata dei nostri grandi banchieri».

Gli scandali esplosi alla luce del sole finora si contano sulle dita di una mano. Come quello dell´ex chief executive di Bp, John Browne, nonché ex membro del consiglio d´amministrazione di Goldman Sachs, costretto a dimettersi per le rivelazioni di un escort-boy, un giovane remunerato per prestazioni gay a pagamento. Perfino il mariuolo per eccellenza, Bernard Madoff, ha dovuto aspettare di finire in carcere a vita perché la sua amante-massaggiatrice vuotasse il sacco raccontando i suoi gusti molto particolari.

CHARLIE SHEEN MUGSHOT

Jonathan Albert, psicologo con clienti a Wall Street, è il solo esperto ad avere tradito il segreto professionale in questo campo: «I Vip dell´alta finanza qui vivono immersi in un clima di narcisismo totale, la loro stessa attività li rende insensibili agli effetti che le loro azioni hanno sugli altri». Escort e droga non sono solo un premio di produzione per incentivare i giovani al rendimento, o una gratifica offerta ai clienti più facoltosi, spiega Albert: spesso sono «l´altra faccia di una vita vissuta ad alta velocità».

 


FORZA OSBORNE! - IL CANCELLIERE INGLESE ACCUSA LA MERKEL: “C’È IN ATTO UNA SPECULAZIONE DI ALCUNI PAESI SU ALTRI”

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1 - CRISI: OSBORNE, IN ATTO SPECULAZIONE DI ALCUNI MEMBRI EUROZONA SU ALTRI
Radiocor - E' in atto un'aperta speculazione da parte di alcuni Paesi membri dell'Eurozona sul futuro di altri, che io credo stia facendo danno all'intera economia europea'. Lo ha denunciato il Cancelliere dello Scacchiere britannico, George Osborne, arrivando nella sede del Consiglio europeo, per partecipare alla riunione dell'Ecofin. Il ministro dele Finanze del Governo Cameron ha inoltre riconosciuto che alcuni Paesi 'hanno preso decisioni difficili sulle loro finanze pubbliche'.

angela_merkelGEORGE OSBORNE

2 - GERMANIA PIL TRIM1 MEGLIO DI ATTESE
(Reuters) - Il prodotto interno lordo tedesco ha messo a segno nei primi tre mesi dell'anno un recupero ampiamente superiore alle previsioni dei mercati finanziari, sostenuto dalla performance delle esportazioni. I dati destagionalizzati a cura dell'istituto di statistica federale mostrano un'espansione congiunturale di 0,5%, da confrontarsi con il +0,1% del consensus e con il -0,2% del quarto trimestre 2011.

ANGELA MERKEL

Su base tendenziale la crescita è di 1,7% rispetto all'1,5% dei tre mesi al 31 dicembre. Secondo l'istituto di statistica il miglioramento del risultato va ascritto alle voci export e consumi interni, che hanno compensato il declino degli investimenti. I dati tedeschi sono naturalmente di buon auspicio per l'intera zona euro, di cui Berlino sembra confermarsi la locomotiva.

3 - TASSO BUND CROLLA SOTTO 1,45%, NUOVO MINIMO STORICO
(ANSA) - Nuovo minimo storico per il tasso del bund a 10 anni. La crisi dei debiti sovrani nell'eurozona fa precipitare il rendimento del titolo tedesco sotto l'1,45% (1,44%) con gli investitori a caccia di un bene rifugio.

 

THE DAY AFTER - RIECCO IL PANICO SUI MERCATI E LA PAURA DEL CONTAGIO: CON IL FALLIMENTO DELLA GRECIA, RISCHIANO SPAGNA E

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Maurizio Ricci per "la Repubblica"

ANGELA MERKEL

Alla fine, la sorte dell´euro dipende da quello che farà Berlino. Tutto, infatti, dicono in coro analisti e commentatori, ruota intorno alle scelte che Angela Merkel si sentirà di fare e dagli impegni che sarà indotta a prendere. Questo vale per le possibilità di una svolta nella politica europea anti-crisi, che la renda più attenta alle esigenze dello sviluppo e meno a quelle dell´austerità.

Problema Grecia risolto, Mar Merkel

Ma vale anche, nell´immediato, per gli strumenti necessari a tamponare la nuova tempesta finanziaria che rischia di scaturire dalla bancarotta, verso la quale, secondo molti, è inevitabilmente avviata la Grecia, quale che sia l´effettiva volontà di partiti e governi ad Atene. Ieri, a Madrid, il rendimento sui titoli di Stato decennali ha sfondato quota 6,30 per cento, tornando ai livelli dello scorso novembre.

GRECIA RISCHIO DEFAULT

Anche quelli italiani sono saliti, oltre il 5,70 per cento, ma il punto di rottura, oggi, in Europa, è in Spagna, in un sistema bancario che non ha ancora assorbito lo scoppio della bolla immobiliare degli anni scorsi e l´impatto che questo ha avuto sul sistema industriale - largamente fondato sull´edilizia - del Paese.

LA CRISI IMMOBILIARE
I mercati, infatti, sembrano convinti che neanche l´ultimo tentativo di risanamento delle banche, lanciato dal governo di Madrid (il quarto negli ultimi due anni) sia sufficiente. I 30 miliardi di euro di nuovo capitale richiesti alle banche non basterebbero, infatti, a coprire l´effettiva implosione dei valori immobiliari e, con essi, dei mutui erogati: in buona sostanza, i bilanci delle banche starebbero peggio di quanto ancora appaia. E lo Stato spagnolo, da solo, non ha i soldi per salvare le sue banche. E´ probabile che si giochi su questo fronte la partita dell´euro, se una bancarotta greca avviasse, con un effetto domino, la crisi di altri Paesi, fino a far saltare la moneta unica.

Portogallo_sciopero

IL DEFAULT MORBIDO
In realtà, la bancarotta greca non è affatto scontata e, anche se avvenisse, non è la stessa cosa che si verifichi un default controllato o meno. La prima ipotesi - quella della bancarotta "morbida" - viene, anzi, considerata da alcuni la soluzione migliore per Atene: meglio che continuare ad accettare, come hanno sinora voluto i partner europei, una megarecessione da austerità. E l´ipotesi sembra far capolino anche nella posizione di alcuni partiti greci. Di cosa si tratta?

irlanda

Il bilancio greco, se non si considerano gli interessi sul debito, segna, oggi, un disavanzo limitato all´1 per cento del Pil ed è in via di riduzione. Nel momento in cui venisse raggiunto il pareggio, Atene potrebbe pagare stipendi e pensioni, senza aver bisogno di nuovi soldi in prestito. Potrebbe annunciare il default sui debiti in essere, chiedendo di restare nell´euro.

Paradossalmente, ad essere colpiti non sarebbero i mercati, visto che gli investitori privati sono stati appena tosati dalla ristrutturazione del debito di due mesi fa, ma le istituzioni europee, Bce, in testa, che da quella ristrutturazione sono stati esentati. E´ disposta la Germania ad accettare di assorbire queste perdite, senza chiedere la cacciata della Grecia?

morgan stanley

Una bancarotta, anche morbida, scatenerebbe, peraltro, i dubbi sui debiti pubblici degli altri Paesi europei. E l´effetto contagio sarebbe enormemente amplificato, nel caso di default non controllato, con uscita di Atene dall´euro. Di fronte alle spettacolo dei risparmiatori greci, che si vedono, dalla sera alla mattina, i conti correnti in euro, trasformati in dracme che valgono la metà, si scatenerebbe una fuga massiccia di risparmi e capitali verso i Paesi considerati più sicuri, come la Germania.

Già oggi, di questa fuga, abbiamo un segnale eloquente sul mercato dei titoli di Stato: al record verso l´alto dei rendimenti dei Bonos spagnoli ha fatto da contraltare, ieri, il record verso il basso dei Bund tedeschi, oggetto di una domanda sempre più massiccia.

LISBONA E DUBLINO
Quali sarebbero le prime vittime del contagio? Portogallo e Irlanda, oggi tenute in piedi dagli aiuti europei. Di fatto, però, Lisbona e Dublino sono già tagliate fuori dall´accesso ai mercati e un´ondata speculativa le colpirebbe in misura limitata. Inoltre, gli 800 miliardi di euro del Fondo salva-Stati sarebbero sufficienti a metterle al riparo. Nonostante l´ottimismo dei funzionari europei, è dubbio, invece, che questi soldi siano sufficienti, se il contagio si allargasse, come è probabile, a Spagna e Italia.

CREDIT SUISSE

Perché sono proprio le banche spagnole (e, subito dopo, quelle italiane, pesantemente esposte verso il Tesoro) il bersaglio verso cui si dirigerebbe l´ondata di panico. Esistono gli strumenti per tamponare anche una crisi spagnola e italiana, a cui l´euro, probabilmente, non potrebbe sopravvivere? La risposta è sì e non include modifiche ai trattati esistenti. La Banca centrale europea dovrebbe annunciare - ed effettuare - corposi acquisti, sul mercato secondario, di titoli italiani e spagnoli.

Contemporaneamente, dovrebbe aprire un rubinetto di liquidità illimitata alle banche dei due paesi, per assicurarne la sopravvivenza. Alla lunga, la Bce rientrerebbe di questi prestiti, come è avvenuto per la Fed negli Usa. Ma l´impegno, anche se temporaneo, sarebbe considerevole. Se la sente, la Merkel, di accettarlo?

SONDAGGI OTTIMISTI
Anche se multinazionali e grandi banche stanno approntando piani di emergenza, per far fronte alla possibilità di una fine dell´euro, i sondaggi condotti, ad esempio da Morgan Stanley e Credit Suisse indicano che i grandi investitori sono convinti che, alla fine, la moneta comune resisterà. Pensano, infatti, che la rinuncia all´euro sia un prezzo politico troppo pesante per Berlino. E´ possibile che sopravalutino l´impegno europeo della Germania.

 

 

SPY AND THE CITY - NEW YORK È LA CITTÀ PEFERITA DAGLI 007: “STRADE CON LA MASSIMA DENSITÀ DI SPIE”…

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Vittorio Zucconi per "la Repubblica"

Prendiamo un cappuccino da Starbucks sulla Ottava Avenue, offre il Kgb. Benvenuti nella New York di "Spy and the City". Ecco, seduta al tavolo accanto alla vetrina, una bella signora che smanetta disperata con il portatile alla ricerca del "campo", della sfuggente wi-fi per comunicare con il suo contatto, seduto a pochi tavolini da lei. Il suo nome è Chapman, Anna Chapman, e il suo lavoro è fare la spia per il Cremlino. Il cappuccino si fredda, il "muffin" da pucciare dentro si sbriciola, ma Internet non attacca.

spia

La signora si alza, si mette in piedi per cercare di acchiappare il segnale e se ne va frustrata. Eppure quel caffè è uno dei luoghi predestinati per i rendev-vous delle spie, uno dei mille e più mille dei quali New York brulica per questi appuntamenti clandestini. Non per sesso, ma per spionaggio. Non per scarpe di Manolo Blahnik, ma per codici segreti e piani militari. "Spy and city".

NEW YORK

Manhattan, dice la mostra che il canale televisivo Discovery Channel aprirà venerdì prossimo, è e rimane da almeno 70 anni la capitale indiscussa dello spionaggio di ogni genere, industriale, economico, politico e naturalmente militare. Dai primi sabotatori, dalle prime talpe che l´Abwehr nazista dell´ammiraglio Canaris mandò nel Stati Uniti nel 1942 e 1943, all´ultima rete di agenti guidati dalla Chapman e scoperta nel 2010, le probabilità che l´anziano gentiluomo con il quale sgomitate dentro una traballante carrozza della Subway, l´anonimo giovanotto che aspetta di attraversare la strada accanto a voi con le cuffiette nelle orecchie, la signora di mezza età che vi accoglie con un sorriso alla reception di quell´hotel tanto carino e tanto "boutique" sia una spia sono più alte qui, che in ogni altra città del mondo.

Pierce Brosnan in james bond

Due "consulenti" dell´Fbi e della Cia, Henry Schlesinger (nessuna relazione con l´ex direttore della "agenzia") e Keith Melton hanno scritto libri che sembrano guide per turisti dello spionaggio, Zagat, Michelin o Lonely Planet per viaggiatori interessati non allo shopping, alla cucina, all´arte, ma allo scambio furtivo di documenti e materiale segreti. Nel pianeta realmente solitario dello spionaggio, dove ognuno sta solo in mezzo a un´umanità che può inghiottirlo e mandarlo alla sedia elettrica come i Rosenberg, il rifugio preferito è la folla.

spia

Sono i viaggiatori perennemente in ritardo che si muovono come mandrie nelle due grandi stazioni, la Penn Station e Grand Central, preferibili oggi agli aeroporti nei quali anche le sedie hanno orecchie dopo l´11 settembre. È nelle stazioni, dicono gli autori, che il passaggio fulmineo di un giornale arrotolato, di una busta, di una chiavetta usb possono avvenire più discretamente.

Il sentiero urbano fra Times Square a Broadway e il palazzo dell´Onu sull´East River, augusto alveare di spie avvolte nel sudario delle credenziali e delle false bandiere diplomatiche, sono tre chilometri di strade con la massima densità di spie. Una "vasca" di neppure un´ora se percorsa di buon passo che soprattutto negli anni della Guerra Fredda garantivano la possibilità di incrociare lo sguardo con un aspirante James Bond. Ma sono anche, queste del cuore di Manhattan, le strade delle tentazioni, sono il luna park nel quale gli uomini e le donne inviati per corrodere dall´interno l´odiata America rischiano di innamorarsene e di cambiare bandiera.

Erich Gimpel, spia nazista sceltissima e personalmente cara all´ammiraglio Canaris, sbarcò a Manhattan nel 1943 e prese contatto con un americano filo nazi, William Colepaugh. I due si incontravano nella stazione della subway sulla Settima e la 42esima, uno dei luoghi preferiti da tutte le spie e quindi costantemente osservati dal controspionaggio.

Ma non ci fu bisogno di "brillanti operazioni" dello Fbi di J. Edgar Hoover per catturarli. Sedotti dalle luci della città, dopo un po´ di shopping da Macy´s, ripetute visite al Rockefeller Center e molte repliche del film National Velvet, decisero che il Reich Millenario era meno attraente del "sogno americano" tanto che Colepaugh si autodenunciò.

STRAUSS KAHN ARRIVA ALLA GENDARMERIA DI LILLE PER ESSERE ASCOLTATO DALLA POLIZIA

Anche al chiuso, al riparo di una stanza d´albergo, come potrebbe testimoniare Dominique Strauss Kahn, qualcuno può sempre guardarti, nella città che sembra ignorare tutti e osserva ogni cosa. Fu in una camera del Commodore Hotel, oggi Grand Hyatt a Central Station che Whittaker Chambers, ex comunista passato nelle legioni dei grandi cacciatori di "rossi", incontrò Alger Hiss, funzionario del governo di Washington, e lo fece parlare davanti a uno specchio trasparente montato dallo Fbi. Dalla scoperta che Hiss era una spia sovietica infiltrata nel governo si scatenò la caccia alle streghe maccartiste.

Strauss-Kahn

Se Washington, la capitale nazionale, potrebbe risentirsi e obbiettare all´autodefinizione di New York come capitale mondiale dello spionaggio, memore dei finti studi cinematografici della Cia nel cuore di Georgetown (oggi ristorante) o degli incontri nel bistrò "Au Pied de Cochon" dalle cui toilette spie catturate fuggivano sgattaiolando dalle finestre, sono le dimensioni, la densità umana, la fretta collettiva, l´abbondanza di turisti e la babele di lingue a rendere Manhattan ineguagliabile.

Anna Chapman, la bella "trappola del miele" che preferiva il contatto personale e ravvicinato con le proprie fonti di informazioni dopo feste arroventate, alla tecnologia e ai gadget, come dimostrava la sua incapacità di collegarsi alla rete nei caffè, adorava i parchi pubblici, aveva usato una pietra finta e cava, con serratura, per nascondere gli 80mila dollari in contati del fondo spese versato dallo Fsb, il Kgb 2.0.

J EDGAR HOOVER DIRETTORE DELL FBI

Eppure, nonostante queste sommette considerevoli, nella "Zagat" e nella "Michelein" dell´agente alla ricerca di luoghi da visitare e da frequentare, mancano completamente i famosi, e costosi, ritrovi e locali di Manhattan. Le spie sembrano preferire modeste delicatessen da pastrami e roastbeef, stazioni del metrò, mangiatoie collettive per le mandrie affannate nelle stazioni, forse per non dare nell´occhio e fare in fretta, visto che oltre i dieci secondi ogni abboccamento è a rischio.

Qualcuno che si accomodasse in un ristorante da 500 dollari per alzarsi dopo dieci secondi attirerebbe inevitabilmente l´attenzione. O forse la spiegazione è più tristemente banale: neppure i servizi segreti, in questi anni di austerità e di budget, potrebbero più permettersi i lussi del passato. Un cappuccino per James Bond, tiepido, non bollente.

 

 

GRECIA, TRATTATIVA FALLITA. SI VA VERSO IL VOTO E LA PROBABILE USCITA DALL’EURO

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4 - GRECIA:FINITA RIUNIONE PAPOULIAS-LEADER,NULLA DI FATTO
(ANSA) - Si è conclusa apparentemente con un nulla di fatto la riunione tra il capo dello Stato Karolos Papoulias e i leader dei partiti eletti in Parlamento. Fotis Kouvelis (Sinistra Democratica), uscendo ha dichiarato che i colloqui sono finiti, lasciando intendere che si sono conclusi con un nulla di fatto.

L INCONTRO TRA I LEADER GRECI PER TROVARE UN GOVERNO TECNICO IL CROLLO DELL EURO UN MINUTO DOPO LA NOTIZIA DELLE NUOVE ELEZIONI GRECHE

5 - DOMANI RIUNIONE PER GOVERNO INTERIM VERSO NUOVO VOTO
(ANSA) - Si terrà domani verso le 13:00 locali una riunione al palazzo presidenziale per decidere la formazione di un governo ad interim per portare la Grecia alle prossime elezioni. "Le consultazioni si sono concluse senza esito". Così comincia un breve comunicato ufficiale dell'ufficio della presidenza della Repubblica greca diffuso al termine della riunione odierna. "Domani alle 13:00 - prosegue il documento - si terrà una riunione al palazzo presidenziale per decidere la formazione di un governo ad interim per portare la Grecia alle elezioni".

6 - VENIZELOS, ALLE ELEZIONI PER INTERESSI POLITICI
(ANSA) - "Purtroppo la Grecia va verso nuove elezioni per colpa di qualcuno che ha messo i propri temporanei interessi politici al di sopra degli interessi della nazione". Con queste parole il leader socialista Evangelos Venizelos ha commentato l'esito della riunione del presidente Papoulias con i leader dei partiti, conclusasi senza un accordo.

ROUBINI - LE ELEZIONI GRECHE PORTERANNO ALLA VITTORIA DI SIRIZA E ALL USCITA DALL EUROLA GRECIA AFFONDA

7 - BORSA: EUROPA NERVOSA SU GRECIA, MALE MILANO E MADRID
(ANSA) - Il nuovo voto in Grecia amplia le vendite delle Borse europee: le peggiori sono Madrid e Milano, con l'indice Ftse Mib che cede l'1,7%, dopo cali superiori ai due punti. Male le banche e le assicurazioni: Unipol, Fonsai e Mps perdono il 5%. Debole Bruxelles (-1,4%), Londra, Parigi e Francoforte cedono meno di un punto percentuale.

KAROLOS PAPOULIAS

8 - SPREAD BTP-BUND VICINO A 440 PUNTI, PESA GRECIA
(ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund si riavvicina a quota 440 (437) dopo che l'ennesimo flop nei colloqui politici in Grecia ha aperto la strada a nuove elezioni. Il rendimento del Btp a 10 anni sale al 5,83%. Il differenziale tra Spagna e Germania è a 488,5 punti base e quello della Francia sopra 140.

9 - GRECIA: BORSA PRECIPITA (-4%), BANCHE PERDONO 8%
(ANSA) - La Borsa di Atene è precipitata oggi a meno 4% dopo l'annuncio della conclusione, senza esito, della riunione tra il presidente Papoulias e i leader dei partiti. Le banche hanno perso oltre l'8%.

 

IN BARBA A BARBATO! - DA IENA IMPROVVISTA ANTI-CASTA A PRIMO DEI FURBETTI?...

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Dav. Ve. Per il "Fatto quotidiano"

"Mi autosospendo, non voglio che di me si dica che rimango in Parlamento anche se sono finito in un'indagine giudiziaria; ma chiarirò tutto, già domani chiederò al magistrato di essere sentito, perché tanto su di me non c'è nulla: è solo fango che mi tirano addosso, io sono di intralcio a molti". Il deputato dell'Italia dei Valori, Francesco Barbato, ieri ha deciso di autosospendersi dalla Camera, disertando i lavori di Montecitorio e perdendo così la diaria di circa 3500 euro mensili, non lo stipendio perché le dimissioni di un parlamentare vanno votate dall'aula.

FRANCESCO BARBATO IN PARLAMENTO

Barbato è finito nelle carte del pm napoletano Woodcock, tirato in ballo dall'imprenditore campano nel ramo assicurativo Paolo Viscione, già accusatore di Marco Milanese e ritenuto attendibile dai magistrati. Viscione ha raccontato di un essere stato rintracciato da parte di Barbato il quale gli avrebbe chiesto "20 mila euro per una consulenza che avrebbe dovuto svolgere a favore della società di mia proprietà nei confronti dell'Isvap dove sosteneva di avere delle giuste entrature con la vice-presidenza".

Inoltre, stando a quando riferito da Viscione, "proponeva di potersi interessare della vicenda per cercare di alleviare quelle che potevano essere le conseguenze derivanti da una ispezione in qualche modo, come dire, devastante". Inoltre, sempre da quanto risulta dal verbale di interrogatorio, Barbato "ha iniziato con il proporsi (...) per ottenere un mandato assicurativo, che (...) la moglie ha ottenuto (...) da Resciniti" direttore generale di Eig, la Compagnia di Assicurazioni Europe lnsurance Group" all'epoca di proprietà di Viscione.

WOODCOCK

Barbato smentisce tutto. Ma conferma invece l'incontro avuto al bar "La Caffetteria" a Piazza Di Pietra, come raccontato da Viscione. Un incontro definitivo al quale ha partecipato anche Fabio Sodano, indagato insieme a Enzo Resciniti. "Da allora non l'ho più sentito, lui mi chiamava continuamente al telefono, è venuto pure a casa mia una volta (...) sempre per il fatto di queste polizze della moglie, mi teneva, come dire, un attimino agganciato perché lui nei discorsi che mi faceva, mi diceva: io sono membro della commissione finanza".

Durante quell'incontro, racconta Viscione, Barbato se ne andò contrariato perché l'imprenditore aveva rifiutato la sua offerta considerato che "la situazione era ormai precipitata". Inoltre Viscione sembra non fidarsi troppo del parlamentare. E lui, dice, aveva avuto l'esperienza con Marco Milanese, quella sì utile.

MARCO MILANESE

"Il ruolo di Milanese era un personaggio all'interno della Guardia di Finanza di un certo rilievo, e che comunque mi dava le notizie giudiziarie, mi diceva: tu stai sotto inchiesta con ... dico per dire, per esempio, con il pm Woodcock di Napoli; e, e questi fatti mi spaventavano, quindi io mi mettevo a disposizione", riferisce Viscione. In pratica Barbato aveva dimostrato di non poter smuovere le pedine promesse.

Le indagini sono ancora in corso. Il deputato domani si rivolgerà al pm per essere sentito in merito e "smentire categoricamente tutte le accuse che mi sono state rivolte". Certo è che la vicenda getta un'ombra poco piacevole sul partito di Antonio Di Pietro e su uno dei deputati di punta dell'Idv, noto per aver denunciato più volte il malcostume della Casta con una telecamera. "Chiarirò tutto", garantisce.

Paolo Viscione

"Solo con i pm" parla Fabio Solano. Il coindagato presente all'incontro alla Caffetteria non vuole parlare con i giornalisti. "Questa vicenda mi ha già creato moltissimi problemi", dice al Fatto Quotidiano. "Di Viscione non voglio parlare, non mi interessa". Va detto che a tirare in ballo Barbato è solamente Viscione, al momento e a confermare sono chiamati due coindagati: Resciniti e Solano appunto.

È Viscione a raccontare anche della moglie del deputato. "Non ho seguito le vicende assicurative della moglie, perché ho dato l'okay a Resciniti, ed è finita lì, poi quando noi abbiamo avuto la revoca dell'autorizzazione, il blocco della emissione da parte dell'Isvap, evidentemente la moglie questo portafoglio" lo ha perso "come l'abbiamo perso noi, noi abbiamo perso un portafoglio di trenta milioni, sul territorio nazionale". Nulla, dunque, rispetto a 20mila euro.

 

 

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