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FINIS MONTIS? - IL PDL, DOPO AVERLO APPOGGIATO, RIPENSA AL SOSTEGNO A RIGOR MONTIS: IL PARTITO RISCHIA DI SCOMPARIRE

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Adalberto Signore per "il Giornale"

berlusconi monti

Tanto è forte l'insofferenza verso il governo Monti e la tentazione di far saltare davvero il banco che neanche l'appello accorato di Gianni Letta o la lunga telefonata tra Berlusconi e Monti riescono davvero a calmare le acque. Certo, a guardare il termometro ieri la temperatura era scesa di qualche decimo di grado, ma il livello di tensione resta comunque alto ed è difficile prevederne davvero le conseguenze.

berlusconi monti

Ed è questa, forse, l'unica ragione per cui perfino uno solitamente cauto come Letta è costretto ad alzare la voce. È mercoledì notte e a Palazzo Grazioli è appena finito il «giro» di tavolo per valutare il risultato delle amministrative. Seppure con sfumature diverse - c'è chi vorrebbe il voto anticipato e chi si accontenterebbe di un «deciso allontanamento» dal Professore - tutti sono d'accordo sul fatto che il Pdl debba al più presto «sganciarsi» dal governo. E lo stesso Cavaliere scuote più volte la testa in segno di assenso mentre ascolta gli interventi dei presenti.

Tocca all'ex sotto­segretario alla presidenza, insomma, provare a frenare la valanga in arrivo. Con tono piuttosto grave Letta «ricorda a tutti» che se Monti dovesse cadere «i mercati ci punirebbero pesantemente» e «l'Italia rischierebbe la fine della Grecia».Un disastro, è il suo ragionamento, che andrebbe «in conto» a chi decidesse di staccare la spina al governo. Parole decise, anche se - forse per la prima volta - più di uno dei presenti interviene per ribattere.

gianniletta

Non che si metta in discussione il senso di quanto detto da Letta, ma Alfano, Lupi, Cicchitto, Corsaro insistono nel ripetere che non si può comunque ignorare «il malessere del nostro elettorato». Anche perché andare avanti così fino alle elezioni del 2013, insiste Gasparri, significherebbe «la liquefazione del Pdl».

DUE GIGANTI IN PARLAMENTO BRUNETTA E MELONI

La convinzione, insomma, è che serva un cambio di registro. Il dubbio, invece, è come concretizzarlo. «Dovrebbe cadere il governo ma non per mano nostra», la butta lì Berlusconi quasi fosse un auspicio. Ma è come volere la botte piena e la moglie ubriaca. Quel che è certo è che il clima è surriscaldato come mai prima, al punto che Letta non si limita alla netta presa di posizione durante il vertice di Palazzo Grazioli ma rimette in moto la sua macchina diplomatica.

Contatti a 360 gradi, con Palazzo Chigi per ottenere una correzione di rotta dopo l'uscita di Monti sulle «conseguenze umane» della crisi (leggi suicidi) e anche con Casini per verificare se sia possibile riprendere un dialogo. D'altra parte, il leader dell'Udc ha ammesso che il voto moderato è finito «sotto le macerie» ed ora sta valutando tutte le ipotesi, compresa quella della Confederazione dei moderati lanciata da Berlusconi.

GIORGIA MELONI RENATO BRUNETTA

Ed è proprio grazie agli uffici di Letta che il Cavaliere e Monti si sentono al telefono nel tentativo di un chiarimento visto che l'ex premier resta convinto che il Professore intendesse attribuire al suo governo la responsabilità dei suicidi di questi mesi. Un colloquio che evidentemente non basta se ieri sera ben 41 deputati del Pdl - ex Forza Italia ed ex An, da Brunetta a Meloni e Beccalossi ­ hanno firmato un'interrogazione parlamentare per chiedere a Monti di spiegare il senso della sua frase sulle «conseguenze umane» della crisi.

Una presa di posizione che arriva qualche ora dopo l'altolà di Alfano che in una nota invita il governo Monti a non toccare la riforma della pubblica amministrazione varata dal governo Berlusconi: «Sarebbe un errore». Il Pdl, insomma, resta sugli scudi nonostante i contatti e le mediazioni. Segno che il Cavaliere - seppure ancora in riflessione - resta comunque molto scettico. Ecco perché non è escluso che l'ex premier possa convocare un ufficio di presidenza del Pdl a breve, già prima dei ballottaggi, per affrontare la questione del sostegno a Monti.

 


LE PENE DI ATENE - DOPO I FALLIMENTI DEL MALDESTRO SAMARAS E DEL SINISTRO TSIPRAS, MANDATO ESPLORATIVO AL SOCIALISTA VEN

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1 - GRECIA: MANDATO A VENIZELOS, TENTEREMO OGNI STRADA
(ANSA) - Evangelos Venizelos, il leader del Pasok, ha ricevuto il mandato presidenziale per formare una nuova coalizione di governo entro tre giorni. "Tenteremo ogni strada per formare un governo di coalizione", ha detto l'ex ministro delle Finanze. "I partiti devono essere all'altezza della situazione".

evangelos venizelos George Papandreou

2 - VENIZELOS, NON SONO OTTIMISTA MA ANDRO' AVANTI
(ANSA) - "Non sono ottimista ma andrò avanti con le consultazioni per formare il governo": lo ha detto oggi il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, in dichiarazioni diffuse dalle Tv ateniesi. "Faremo il possibile per dare al Paese un governo filo-europeista sulla base delle indicazioni che il popolo ha dato alle elezioni", ha concluso Venizelos il quale stamani ha ricevuto dal capo dello Stato, Karolos Papoulias, l'incarico di condurre colloqui esplorativi per cercare di formare un nuovo esecutivo.

3 - VENIZELOS, PROTEGGERE DEMOCRAZIA DAL FASCISMO
(ANSA) - La democrazia greca va protetta dai rischi di fascismo, ma i greci vogliono restare nell'euro. Lo ha detto il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, che alle 14 ora locale andrà dal presidente greco per ricevere un mandato e tentare di formare una coalizione di governo. Venizelos - secondo Bloomberg - ha detto che il Pasok ha imparato la lezione delle elezioni e ha rifiutato qualsiasi ipotesi di rinnegare i termini del salvataggio ricevuto da Ue e Fondo monetario internazionale.

TSIPRAS

4 - NO COMUNISTI E INDIPENDENTI A COLLOQUI VENIZELOS
(ANSA) - Aleka Papariga, leader del Partito comunista (Kke), e Panos Kammenos, leader dei Greci Indipendenti hanno reso noto di non aver accettato l'invito a partecipare alle consultazioni per formare un nuovo governo rivolto loro da Evangelos Venizelos, il leader del Pasok che stamani ha ricevuto il mandato esplorativo dal capo dello Stato Karolos Papoulias. Lo hanno riferito radio di Atene. Venizelos secondo le stesse fonti dovrebbe incontrare nel pomeriggio - ma non è stata precisata l'ora - Antonis Samaras (Nea Dimocratia, 108 seggi), Alexis Tsipras (Syriza, 52 seggi) e Fotis Kouvelis (Sinistra Democratica, 19 seggi).

antonis samaras

5 - GRECIA;REGLING(EFSF),SOSTEGNO UE SE ACCORDI RISPETTATI
(ANSA) - L'Eurozona "é determinata a continuare ad aiutare la Grecia fino a quando la Grecia continuerà a realizzare le misure concordate". A dirlo è il presidente del fondo di salvataggio Efsf, Klaus Regling. Regling ha aggiunto di aspettarsi per domani ulteriori annunci sul sistema bancario spagnolo.

6 - GRECIA; PER INVESTITORI INTERNAZIONALI LASCERA' EURO
(ANSA) - La Grecia uscirà dall'euro. E' la previsione di oltre il 50% degli investitori internazionali interpellati da Bloomberg in un sondaggio. Su 1.253 persone intervistate dall'agenzia Usa, il 57% ritiene che un Paese lascerà l'eurozona entro la fine dell'anno.

7 - UE,4,2 MILIARDI COPRONO FABBISOGNO STATO
(ANSA) - I 4,2 miliardi di euro sborsati oggi dal Fondo di Salvataggio europeo (Efsf) alla Grecia "garantiscono il fabbisogno finanziario attuale dello stato greco". Lo ha detto un portavoce della COmmissione Ue. L'esborso dell'altro miliardo è legato al fabbisogno futuro.

LUKAS PAPADEMOS jpeg

"La situazione finanziaria della Grecia è ben coperta, lo Stato può continuare a funzionare. Non siamo preoccupati: lo stato greco può continuare a funzionare in modo adeguato", ha detto Olivier Bailly. La Commissione ritiene che il miliardo che l'Efsf ha deciso di 'congelare' (la tranche completa è di 5,2 mld) "non servirà prima di giugno". La decisione su questo esborso "sarà presa in accordo con il fabbisogno finanziario futuro" dello stato greco.

8 - GRECIA: A FEBBRAIO DISOCCUPAZIONE RECORD AL 21,7%, COLPITI I GIOVANI
(Adnkronos) - Il tasso di disoccupazione in Grecia raggiunge un nuovo record salendo a febbraio al 21,7% dal 15,2% di febbraio 2011 e del 21,3% di gennaio 2012. Lo rende noto El.Stat, l'istituto di statistica greco. Particolarmente colpiti i giovani. Nella fascia tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione e' al 53,8% (40,3% nel febbraio 2011) e in quella dei 25-34 anni e' al 29,1% (era al 20,4% un anno fa).

evangelos-venizelos

9 - GIORNALISTA SKAI TV AGGREDITO E MALMENATO AD ATENE
(ANSA) - Konstantinos Bogdanos, un giornalista e presentatore televisivo dell'emittente privata greca Skai Tv e' stato aggredito e malmenato la scorsa notte da tre uomini rimasti sconosciuti nel quartiere Exarchia di Atene mentre stava salendo sulla propria auto. Il giornalista e' stato estratto con la forza dalla vettura, strattonato, gettato a terra e colpito con calci e pugni. Secondo Bogdanos, gli aggressori - mentre lo stavano picchiando - hanno pronunciato chiaramente il nome dell'emittente Tv e fatto riferimento al Memorandun firmato da Atene con i creditori internazionali. Ricoverato in ospedale, i sanitari hanno riscontrato al giornalista vari ematomi e una frattura ad una mano.

 

NESSUNO TOCCHI LA PREMIÈRE DAME! - È BASTATO UN TWEET PER FAR GRIDARE L’IPOCRITA FRANCIA ALLO SCANDALO

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Francesco Tortora per "Corriere.it"

IL TWEET DI PIERRE SALVIAC CONTRO VALERIE TRIERWEILER COMPAGNA DI HOLLANDE

Il tweet volgare e sessista che prende di mira la nuova Première dame di Francia causa il licenziamento del giornalista transalpino. Il nuovo corso della politica d'Oltralpe ha già fatto la sua prima vittima. Si chiama Pierre Salviac, è un giornalista sessantacinquenne della stazione radiofonica RTL che all'indomani della vittoria elettorale di François Hollande ha pensato bene di postare un messaggio su Twitter in cui invitava le colleghe francesi ad andare a letto con personaggi potenti imitando l'esempio di Valerie Trierweiler, ex redattrice politica e soprattutto compagna del nuovo Presidente della Repubblica transalpina.

PIERRE SALVIAC

Il post ha velocemente scatenato le critiche degli utenti del sito di microblogging e poche ore dopo la stazione radiofonica ha licenziato in tronco l'autore del messaggio.

PAROLE INTOLLERABILI - Sebbene il giornalista sportivo, esperto di rugby, si sia immediatamente scusato per «la battuta infelice», il post è stato considerato da gran parte dell'opinione pubblica transalpina ingiurioso e sessista: «A tutte le mie colleghe - aveva scritto la mattina del 9 maggio il giornalista - dico: fate sesso utile, avrete una chance di ritrovarvi Première dame di Francia».

FRANCOIS HOLLANDE E VALERIE TRIERWEILER

Pochi minuti dopo la pubblicazione già tantissimi utenti di Twitter hanno condannato le parole "maschiliste e sessiste" e hanno chiesto alla stazione radiofonica di censurare la squallida presa di posizione del loro collaboratore. In un primo momento è intervenuto Jacques Esnoux, editore di RTL, che sullo stesso sito di microblogging ha condannato senza mezze misure il post di Salviac: «Il tuo tweet - ha scritto l'editore - è assolutamente intollerabile. Io vi leggo un sessismo volgare inqualificabile che condanno». Dello stesso avviso la direzione dell'emittente radiofonica che in un comunicato ha definito le parole di Salviac "intollerabili e inaccettabili" e poi ha fatto sapere che il rapporto di collaborazione tra il giornalista e RTL si poteva considerare concluso.

PRECEDENTE - Le scuse dell'esperto di rugby non hanno frenato l'ira della blogosfera. Diversi utenti hanno fatto notare che non è la prima volta che il giornalista usa il suo account per offendere. Lo scorso gennaio aveva preso di mira gli omosessuali commentando volgarmente un sondaggio che dichiarava come il 63% dei francesi fosse favorevole a una legge che regolamentasse le unioni tra persone dello stesso sesso. Al tempo il commento omofobo del sessantacinquenne era stato condannato dalla Federazione sportiva dei gay e delle lesbiche francesi che aveva chiesto alle autorità competenti di ritirare immediatamente il tesserino di giornalista a Salviac.

hollande e trierweiler

Quella volta il sessantacinquenne riuscì a scamparla, ma quest'ultima bravata gli è stata fatale. Sul web adesso c'è chi condanna "l'epurazione" del sessantacinquenne, ma anche chi fa dell'ironia rilevando che Salviac deve essere orgoglioso perché è riuscito a entrare nella storia dell'informazione francese: è il primo giornalista che si fa licenziare per un post pubblicato su Twitter.

 

AVE GRILLO, MORITURI TE SALUTANT! - FRECCERO: “SIAMO DI FRONTE A UN TERREMOTO” - PANNELLA: “LO ASPETTAVO”…

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1- FRECCERO: "È UN SISMOGRAFO, SIAMO DI FRONTE A UN TERREMOTO"
Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano"

CARLO FRECCERO

Attenzione. C'è qualcosa in atto". Carlo Freccero versa acqua in un bicchiere. Prende fiato: "Un moto si è innestato e non sappiamo dove ci porterà. Grillo conobbe Coluche su un set di Dino Risi. E dal comico francese che per lottare contro il pensiero unico ipotizzò persino di candidarsi alle presidenziali, fu segnato. Ogni vita è un omaggio. Beppe era un guitto. Ora ha capito che si può anche spendere la vita per gli altri".

MARCO PANNELLA

Un comico, un Paese.
La comicità è una forma di verità. Una critica immediata e diretta. Può distruggere in poche battute avversari e partiti. Ma a confinare la critica nella riserva indiana della comicità contribuì Berlusconi. L'editto bulgaro li relegò nei teatri offrendogli una patente.

Con cui adesso Grillo guida veloce.
È stato il primo ad aver intuito la potenzialità di Internet come strumento politico. Se la casta è chiusura e privilegio, la rete è partecipazione e apertura. Sul web si inverte il flusso autoritario che va dal candidato al popolo e si promuove il circolo virtuoso della condivisione.

Le pare poco?
Internet è incontrollabile, ma è il motore delle rivoluzioni recenti. Più veloce di stampa e tv. Ha uno slogan che a Grillo veste come un tight.

Marco Pannella

Quale Freccero?
Tutto quello che sai è falso. Il movimento 5 stelle infatti è glocal.Internazionale e locale.

Si possono rendere le battaglie locali piattaforme globali?
Non lo so. Studio, osservo e valuto qualcosa in via di sviluppo. La denuncia della corruzione non basta. Per invertire la congiuntura economica, la moralizzazione grillesca non è sufficiente.

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Grillo e l'antipolitica.
Se per antipolitica grilliana si intende una reazione allo stagno che privilegia interessi privati, poteri forti e individualismo, la definizione è scorretta. Combattere le deviazioni è politica alta. Al servizio dei cittadini.

Lo accusano di populismo.
Dicono che rischi di buttare via il bambino e l'acqua sporca. Ma voglio fare una domanda: "Se oltre all'acqua sporca, anche il bambino non fosse del tutto innocente?". Se identifichiamo la politica con la liberazione dell'individuo dalle limitazioni che gli impediscono di conseguire il massimo profitto individuale, non dobbiamo meravigliarci poi che chi ha raggiunto un minimo di potere lo utilizzi per i propri interessi.

Il caso italiano è emblematico?
Sull'arte di arrangiarsi abbiamo edificato la nostra cultura popolare. Non potevamo che interpretare l'egoismo teorico del neoliberismo in termini di profitto personale.

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO - NAPOLITANO CON LA BANDIERINA DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE

Anche Grillo?
No, assolutamente. Lui no. Il successo del suo blog è l'effetto diretto di una politica screditata, piegata all'interesse di pochi eletti. Il limite di questa casta. Il pensiero unico.

Grillo è di destra?
Non lo si può liquidare come un fenomeno di destra. È più complesso e la matrice, comunque, è di sinistra.

Lo trattano come un guru.
A trasformarlo in guru è stato il successo della sua carriera unito all'eclisse volontaria. Sparire all'improvviso e ricomparire a ondate è una formula di straordinaria vitalità.

GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Dopo la partecipazione del candidato genovese Putti a Ballarò, Grillo ha suggerito ai suoi l'esilio dal talk show.
Sono una realtà e devono trovare un modo per misurarsi con la tv. Grillo conosce quella generalista e giustamente, ne diffida. Si finisce subito nel teatrino. Per inglobare i grillini anche la tv deve cambiare forma. Adeguarsi. Ripensarsi.

Perché?
La politica somiglia sempre più a un'assemblea di condominio e ha sepolto ogni afrore rivoluzionario, in tutte le sue forme. Però quando giornali come il New York Times hanno parlato di Grillo, l'hanno fatto in termini di novità. Non lo sottovalutate. Mi ripeto. Non è antipolitica, ma al limite, a-politica. Beppe si muove, produce cambiamenti. Mi interessa.

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Già nel 2007 un suo amico, Antonio Ricci, dichiarava che Grillo nascondeva un limite. "Non dialoga e se argomenta perde".
Ha ragione e sa perché? Grillo è un comico. Non è un ideologo, né un teorico. Ha dei limiti e lo sa. È narrativo, divertente, sintetico. Ma non è articolato, né argomentativo. É il nostro sismografo. Se si guardano attentamente le oscillazioni, siamo di fronte a un terremoto.

2- PANNELLA: "FINALMENTE BEPPE, TI ASPETTO DA SEMPRE"
Caterina Perniconi per il "Fatto quotidiano"

Annamo un po' a vede' chi è questo qua". Beppegrillo, tutto attaccato come ama Marco Pannella, è un fenomeno che lo attrae da sempre. "Era al Palasport di Roma e ci andai. Una furia. Un bestione. Mi accolse nel camerino, non l'avevo mai visto prima e sembrava che ci conoscessimo da sempre". L'ha incontrato solo un'altra volta, a Bologna: "Nun fa' stronzate gli dissi. Faceva errori grossolani con i referendum, sbagliava le date, quello è mestiere nostro".

Quanta paura ha di Beppe Grillo?
Paura? Semmai il contrario. C'è un libro del 2007, si chiama proprio Chi ha paura di Beppe Grillo? di cui ho scritto la postfazione. Lì, pensi quanto tempo fa, gli chiedevo di darci una mano. Ho firmato i suoi referendum che in passato sono stati anche i nostri.

BEPPE GRILLO - Copyright Pizzi

Per questo ha detto che la copia?
Non l'ho mai detto. Ho scritto un "twist", come li chiamo io (i tweet, ndr), dopo che Beppe disse ciò che io sostenevo, cioè che all'Italia serve una Norimberga. Dicevo: "Grillo parlante o copiante? Finalmente insieme? Ti aspetto da sempre". Era affettuoso, non si capisce?

Perché l'aspetta Pannella?
Perché ritengo le sue contraddizioni ricche e importanti. Il combinato disposto del Grillo-parlante e del Pannella-pure, costituirebbe un elemento non di esplosione politica effimera, ma di forza alternativa.

Sembra sicuro.
È un bestione, come ce ne sono pochi in Italia. Io, che sono un animale abruzzese, lui, Bossi e Ferrara.

È un comico.
Comico in Italia non vuol dire nulla. È un grande attore e interprete. Ha una forma fisica, e quindi psicofisica, straordinaria. Quando uno lo vede, lo osserva con amore, non può non pensare "guarda com'è in forma, cazzo".

BEPPE GRILLO - Copyright Pizzi

E se la oscurasse?
Magari arrivasse qualcuno che porta avanti le mie battaglie fino a oscurarmi. Abbiamo raccolto 63 milioni di firme dal ‘55, una storia gloriosa. Temo piuttosto che si spenga. Deve stare attento adesso Beppe. Lui è pregiudicato per un brutto incidente che ha avuto in macchina. E io gliel'ho detto alla radio "ora rischi di portare a sbattere chi ti segue, come quella volta in macchina, ma stavolta crepi pure tu" e io voglio impedirlo.

Guiderà lei?
É lui che deve passare dal monologo al dialogo. Fare come noi che siamo un partito aperto, un servizio pubblico. Hanno imparato la litania "la nostra non è protesta, ma proposta perché l'antipolitica non offre di firmare petizioni". Ma non basta. C'è il rischio che Grillo resti solo Grillo. Vedete, parlo di rischio. Invece devono strutturarsi, diventare utili e preziosi.

Se arrivano in Parlamento lo saranno?
Lo spero. Stiamo vivendo il fascismo della repubblica antifascista. E quando sento Napolitano rispondere in modo magniloquente a Grillo penso che commetta un reato.

Cioè?
La nostra Repubblica vive una condizione di flagranza criminale e se io assisto a un assassinio e non faccio nulla per fermarlo, sono colpevole di omesso soccorso. Napolitano, da cittadino dovrebbe impedire di sputtanare la giurisdizione europea che da 30 anni ci condanna perché i nostri processi non hanno una ragionevole durata.

L'amnistia.
Ridurre drasticamente i processi è l'unico modo per far ripartire la crescita, tanto cara alla partitocrazia antifascista che Napolitano difende. Ma non è mica il primo, è il milionesimo. Il costituzionalismo italiano, con rispetto parlando, ha trovato il suo difensore.

BEPPE GRILLO

Grillo su questo non la segue.
Anche lui è per l'efficienza maschilista del "tutti in galera", quel forcaiolismo tipico dell'Idv che tanto piace anche a voi. Rischia di non rendersi conto delle radici giacobine dell'autoritarismo.

Il leader di M5S pensa anche che la Bonino sarebbe un Capo dello Stato espressione dei partiti.
Ma se i sondaggi dicono che la vorrebbe il 70% degli italiani! I partiti le hanno dato solo 15 voti, questa è la verità. Ma povero Beppe, perdoniamolo, anch'io dico sette cazzate al giorno. Una gli può sfuggire. Avrà paura della Bonino, e magari anche di me, che sono ignoto.

Non direi.
Sono il 194esimo politico per ascolti consentiti in tv.

Neanche Grillo ci va.
Non è vero, Beppe non vuole discutere, perché se va in uno studio televisivo si sputtana. Invece così becca i picchi d'ascolto, quando ci sono 7 o 8 milioni di persone che lo guardano e con quei 3 minuti di perfezione recitati in piazza, che ti viene la pelle d'oca per quanto è bello, ha già vinto.

 

 

UNA VOCE FUORI DAL CULO - BEHA SPRONA GLI ITALIANI: “È NECESSARIO ANDARE OLTRE AL CULO”…

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Prefazione di Franco Battiato al libro di Oliviero Beha "il Culo e lo Stivale"

OLIVIERO BEHA

Questo libro di Oliviero Beha è uno di quelli che lasciano il segno. Con la freddezza di un chirurgo, fa un'analisi caustica e spietata, prendendo di mira i paradigmi della cultura contemporanea: la politica, la televisione (e la Rai), la pubblicità. Un grido d'allarme sulla trasformazione degli italiani.

Pasolini, all'inizio degli anni Settanta, aveva avvertito i primi sintomi e l'aveva definita «mutazione antropologica»... da lì, un impressionante declino. Ho estratto delle frasi relative ai soggetti sopra citati: «La politica non è più niente ma è diventata tutto, grazie all'occupazione privata del suolo pubblico da parte di ogni partito». «... si possono far soldi e carriera senza saper fare assolutamente nulla... polverizzati dignità e merito...»

«... drammatica mutazione antropologica equiparare la pubblicità di un prodotto a quella di una persona, trattata alla stregua di merce, con il suo entusiastico consenso.» Un libro doloroso, ma anche divertente, perché il nostro Oliviero ha una capacità rara di stigmatizzare qualcuno o qualcosa con un aggettivo o un attributo. E per quelli che credono ancora che non tutto è perduto, e non siamo in pochi, Beha suggerisce anche soluzioni interessanti.


Introduzione di Oliviero Beha al libro "il Culo e lo Stivale"

Franco Battiato

IN UN CUL DE SAC...
La cosa più ragionevole che sento dire negli ultimi mesi è: «Abbiamo paura per il futuro dei nostri figli». Ovviamente si sa perché. La crisi economica, il lavoro volatilizzato, la povertà d'andata e di ritorno ai confini della miseria eccetera: la fine, o quantomeno la sospensione, della speranza e della fiducia. Le classiche «pezze al culo». Dunque è naturale che la paura sia per i nostri figli. Ma poiché è la «nostra» paura, forse bisognerebbe ripartire da noi, da un esame di coscienza che ci manca.

Abbiamo paura per il mondo che lasciamo loro, per il mondo com'è e come abbiamo contribuito a modificarlo o a svilupparlo, giacché il termine «progresso» è diventato una foto bruciacchiata negli angoli dalle fiamme della preoccupazione. Abbiamo paura perché ci consideriamo ormai immobili di fronte a un muro, incistati in un tempo fermo, che già diacronicamente non ci prevede più: abbiamo già dato, e siamo colpevoli, o responsabili o irresponsabili, e piangiamo solo sul latte versato di fronte allo sguardo perso dei figli.

Ci vediamo e li vediamo in un cul de sac, da cui noi non faremo in tempo a uscire e che trasferiamo nei patemi per la generazione successiva, figli letterali o metaforici che siano. Cul de sac, culo di sacco, vicolo cieco: un'espressione francese con alle spalle un famoso film di Roman Polanski, adesso ormai desueta per qualunque conversazione aggiornata. Oggi chi la usa più, chi ne conosce il significato originario, chi ne sa un po' di storia?

ROMAN POLANSKI

Oggi del cul de sac è rimasto il culo e basta. Si dice «culo», vocabolo sdoganato a ogni livello e in ogni situazione pubblica e privata, in Parlamento come ai mercati generali, e si intende quasi tutto, il nostro habitat sia naturale che culturale. Compreso quel «vicolo cieco» di cui sopra, che abbiamo normalizzato nelle abitudini e nella visione del mondo. Come abbiamo fatto a finire abbastanza rapidamente nel culo di un presente e di un futuro tanto nebulosi e atterrenti, lotofagi privi di memoria nel culo dell'oblio? Che cos'è il culo oggi, che valore d'uso e/o di scambio rappresenta, quasi fosse una moneta?

Dico sia nell'aggiornamento delle teorie marxiane che nel modo di vivere, nello stile di vita che ha innalzato il culo a denominatore comune di tutto o quasi. La lingua - finché non diventi muta - continua infatti a rimanere il nostro territorio nazionale, e dire culo è insieme immediato, liberatorio e conclusivo: come se il cul de sac fosse il nostro orizzonte di riferimento. E invece è impossibile che continui a essere visto come tale, persino il biologismo giovanile ne ha o ne avrà presto piene le scatole.

Roman Polanski

Allora è necessario andare oltre il culo, renderlo meno «cieco» avanzando lungo quel vicolo, ritrovare un minimo di coraggio e di fiducia per i figli che urlano «culo» alla ricerca di decibel sociali in una comunicazione sempre più esteriore. Oppure banalmente lo declinano a ogni pie' sospinto, in ogni situazione, cercando autolesionisticamente in esso quasi una forma di identità e di sicurezza, per regressive che siano. Tanto c'è il culo... Per i figli sì, dicevo, certamente, ma anche per noi, statuine da «strano interludio», per le quali dire «culo» era trasgressivo o semplicemente maleducato.

E ciò accadeva nell'Italia del secondo dopoguerra, quella della Ricostruzione, in un tempo solo apparentemente remoto eppure più vicino di quel che tendiamo a percepire: la nostra vita, la loro vita, e il culo che le timbra così diversamente. Un buon argomento, non vi pare?

 

PERRICONE SALE SUL TRENO DEL CIUFF CIUFF? - L’EX AD DI RCS È TRA I FAVORITI PER LA PRESIDENZA DI NTV

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Nino Sunseri per "Libero"

DELLA VALLEAntonello Perricone

Antonello Perricone dalla carta stampata al trasporto ferroviario. Mentre resta da definire la short list per l'individuazione del prossimo amministratore delegato di Rcs Mediagroup, si aprono nuove opportunità professionali per l'ex ceo del gruppo di via Rizzoli. Il manager palermitano ha lasciato la casa editrice dopo l'assemblea del 2 maggio.

Ora, a meno di una settimana di distanza, sarebbe in corsa per la poltrona di presidente di Ntv, la società ferroviaria fondata da Luca Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo che il 28 aprile scorso ha fatto debuttare Italo. L'accordo tra le parti non sarebbe stato ancora definito ma più fonti confermano la trattativa in corso. Perricone, avrebbe preso tempo, avendo in mano altre offerte. Arrivato in Rcs il 12 settembre 2006 al posto di Vittorio Colao, il manager palermitano vantava un curriculum di assoluto rispetto.

Aveva lavorato nel gruppo Fiat occupando le poltrone di amministratore delegato di Itedi, la holding che raggruppa le attività editoriali di casa Agnelli (La Stampa e la concessionaria di pubblicità Publikompass). In precedenza era stato capo azienda alla Maserati e prima ancora aveva lavorato alla Sipra (la concessionaria della Rai) e Manzoni (la concessionaria del Gruppo L'Espresso). In Rcs ha resistito quasi sei anni.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO Gianni Punzo

Un record considerato che Vittorio Colao non aveva concluso il mandato e prima ancora c'era stato il sanguinoso divorzio tra la casa editrice e la famiglia Romiti (Cesare presidente e Maurizio amministratore delegato). Al momento del rinnovo delle cariche Perricone era stato difeso da Diego Della Valle che avrebbe voluto confermarlo. Mediobanca e Fiat, però, avevano deciso diversamente e il patron della Tod's era andato via sbattendo la porta. Ora è in corso la ricerca del successore del manager palermitano.

Un'operazione non semplicissima con candidature che vengono presentate e subito bruciate per effetto delle divisioni tra i grandi soci. Lunedì si riunisce il consiglio e forse arriverà la fumata bianca. In pole position Pietro Scott Jovane .

 

TELECOM’È POSSIBILE! - TUTTE LE MAGAGNE DELLA GESTIONE TRONCHETTI PROVERA…

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Paolo Biondani per "L'Espresso"

TAVAROLILogo "Telecom"

I padroni del vapore non pagano mai. La Procura di Milano ha fatto cadere il muro di segretezza che dal dicembre 2010 copriva un pezzo di storia del capitalismo italiano: la scelta dei vertici di Telecom di non chiedere alcun risarcimento ai precedenti top manager guidati da Marco Tronchetti Provera, il numero uno della Pirelli, che conquistò il gruppo telefonico nel luglio 2001.

Finora si sapeva solo che la gestione Tronchetti era stata passata al setaccio dalla società di revisione Deloitte. Il rapporto finale però è rimasto riservato: nonostante le richieste degli azionisti di minoranza, ha potuto leggerlo solo il consiglio d'amministrazione. Solo ora è diventato pubblico, con la chiusura dell'inchiesta penale sulle sim card gonfiate, nata proprio da quei controlli.

Marco Tronchetti Provera

Il rapporto integrale della Deloitte (più di 1.500 pagine) analizza tutti i problemi giudiziari che hanno colpito il colosso telefonico negli anni di Tronchetti: lo scandalo dei dossier spionistici di Pirelli e Telecom, le maxi-evasioni fiscali della controllata Sparkle, la scoperta di 6,8 milioni di schede dei telefonini intestate a clienti inesistenti e un nuovo filone d'indagine, che riguarda traffici sospetti con società di San Marino.

Il capitolo più corposo è sulle deviazioni della security: l'apparato spionistico organizzato da Giuliano Tavaroli, l'ex carabiniere chiamato da Tronchetti prima alla Pirelli e poi a Telecom. Tavaroli e molti altri indagati come l'informatico Fabio Ghioni, arrestati tra il 2006 e il 2007, hanno confessato e sono stati già condannati. Tronchetti è indagato solo dall'anno scorso e solo per alcune «operazioni», come le presunte corruzioni in Brasile che nel 2004 decisero un memorabile scontro con gli investigatori della Kroll.

FRANCO BERNABE

Nonostante nove mesi di carcere preventivo, Tavaroli ha sempre difeso Tronchetti, che a sua volta ha giurato di non essere stato «mai informato delle attività illecite». Nei giorni scorsi, dopo i giudici milanesi, anche la Cassazione ha giudicato «elusiva» e «poco credibile» l'autodifesa di Tronchetti. Ma l'inchiesta penale resta in salita: l'accusa dovrebbe dimostrare una complicità piena nei reati. Per chiedere un risarcimento civile, invece, basta molto meno: ad esempio, è sufficiente provare che non c'erano controlli sulle spese. Per questo il rapporto Deloitte elenca decine di «indicatori di possibile percezione e condivisione degli illeciti con il vertice aziendale».

I costi per le «consulenze investigative», per cominciare, esplodono con l'arrivo di Tavaroli, passando da 3 milioni a oltre 21, e ogni anno sforano il budget (anche del doppio). In totale i collaboratori esterni della security, poi arrestati, incassano più di 58 milioni di euro.

Il rapporto esamina otto blocchi di «anomalie» che avrebbero dovuto allarmare i capi-azienda: si va dagli investigatori pagati «su conti esteri, tramite società non trasparenti, con fatture in codice che non spiegano la prestazione» alle «buste di contanti consegnati alla lobbista che teneva i rapporti coi politici». Nonostante le prime segnalazioni interne (dicembre 2003), Tavaroli continua a essere autorizzato a strapagare gli investigatori-spioni con «procedura semplificata e riservata», cioè senza controlli e senza neppure conservare la documentazione. E intanto allarga i suoi poteri alle intercettazioni giudiziarie, che prima dipendevano dall'ufficio legale, come denunciò "l'Espresso" già nel dicembre 2004.

Salvatore Ligresti

Solo dopo essere stato indagato e perquisito, nel luglio 2005 Tavaroli viene mandato via con una liquidazione di 790 mila euro, ma continua a essere stipendiato come «consulente sia di Telecom che della Pirelli in Romania». In aggiunta, a lui e ad altri condannati, come il responsabile degli attacchi informatici Ghioni, l'azienda concede un "salvacondotto": la garanzia di non dover risarcire nessuno. E paga pure i loro avvocati, versando oltre 1,7 milioni ai principali indagati nel pieno dell'inchiesta.

Massimo Mucchetti

Il rapporto enumera 550 operazioni di dossieraggio che hanno colpito circa 4.200 persone fisiche e decine di società. E avverte che diverse vittime, dall'ex dirigente Vittorio Nola al calciatore Bobo Vieri, hanno chiesto risarcimenti per oltre 117 milioni di euro, che si aggiungono a 12 di spese legali e a più di 20 di pendenze fiscali. Gli investigatori-spioni Bernardini e Cipriani sono pure riusciti a incassare 13 milioni per «prestazioni non documentate». E altri 6 milioni sono finiti a «fornitori non noti».

L'istruttoria della Deloitte rivela che Telecom riceveva richieste di «dati telefonici riservati» anche da «aziende esterne», tra cui Fondiaria del gruppo Ligresti e altre società «collegate a Tronchetti», come Inter, Olivetti e naturalmente Pirelli. Mentre il giro di vite sui costi della security viene deciso solo dopo le dimissioni di Tronchetti.

Analizzando nei dettagli 218 dossier (quelli sopravvissuti al rogo dell'intero archivio Pirelli), il rapporto individua due folti gruppi di investigazioni svolte «per esigenze del principale azionista o del vertice aziendale» o «nell'esclusivo interesse privato del signor Tronchetti».

Come i controlli illegali su parenti o amici della moglie e sui domestici della mamma. Il colmo è che «la security di Telecom ha pagato società esterne per spiare il proprio amministatore delegato Enrico Bondi», che nel 2001 fu «pedinato ad Arezzo e intimidito con una falsa microspia». E tra i tanti dossierati eccellenti compare anche l'attuale numero uno Franco Bernabè.

0rep vittorio colao

Tra i casi giudicati «esemplari» di omesso controllo addebitabile «direttamente a Tronchetti», la Deloitte evidenzia l'attacco informatico di fine 2004 al "Corriere della Sera", contro il giornalista Massimo Mucchetti e l'allora amministratore delegato Vittorio Colao. Il presidente di Rcs, infatti, segnalò «personalmente a Tronchetti» che quel raid era partito da un computer di Telecom. Eppure i top manager telefonici «non informarono l'audit, né l'ufficio legale né il collegio sindacale». Anzi, affidarono i controlli anti-spionaggio «alla stessa security». E «in particolare a Ghioni», poi rilevatosi il capo degli spioni informatici.
Gli altri tre capitoli del rapporto sono dedicati alle inchieste più recenti. Tra l'altro, proprio la Deloitte ha denunciato al pm Alfredo Robledo il caso dei 6,8 milioni di card-fantasma (una su sette), che ora vede indagati gli ex manager dei telefonini Riccardo Ruggiero, Luca Luciani e Massimo Castelli.

L'attuale vertice di Telecom aveva affidato allo studio Paul Hastings l'incarico di valutare il rapporto Deloitte. Il verdetto sembrava negativo: secondo i legali c'erano tutti gli estremi per un'azione di responsabilità contro l'ex presidente Tronchetti e l'ex amministratore Carlo Buora, accusati di aver violato almeno tre dei quattro «obblighi generali di vigilanza aziendale».

Luigi Zingales

Prima di decidere, però, il consiglio ha preferito sentire un altro esperto, il professor Franco Bonelli, che con un parere individuale di 19 pagine ha bocciato la proposta. Secondo l'autorevole avvocato, «le probabilità di condanna civile appaiono assai incerte» per «mancanza di precedenti» e per «difficoltà di provare specifici inadempimenti»: «L'aver gestito in modo inefficiente e dannoso non determina di per sé la responsabilità degli amministratori».

Una tesi che il board di Telecom ha approvato, il 16 dicembre 2010, con il solo voto contrario dell'economista Luigi Zingales. E così, almeno per Tronchetti, l'incidente è chiuso: l'azione di responsabilità «si è prescritta nel settembre 2011», cinque anni dopo le dimissioni.

 

DATE A CESARE QUEL CHE È DI CESARE, E ALLA CEI QUEL CHE È DEL BANANA - I VESCOVI GUARDANO AL PDL MORENTE

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Paolo Rodari per "Il Foglio"

CARDINALE ANGELO BAGNASCO

I cattolici sulle macerie del Pdl. Per rifarlo completamente nuovo. E' questo lo scenario a cui guardano i vescovi italiani guidati dal cardinale Angelo Bagnasco, il porporato ligure di scuola siriana. A tre settimane dall'attesa assemblea generale, i vescovi hanno le idee chiare. I cattolici devono sfruttare quel che resta del governo Monti per lavorare alla rifondazione di un'area moderata riformista nella quale giocare un ruolo da protagonisti. E Bagnasco da dietro le quinte potrebbe spingere (basta anche una benedizione) perché i cattolici, todini in testa, si buttino sulle macerie del Pdl.

SILVIO BERLUSCONI

Le associazioni del Forum che hanno organizzato Todi lo scorso ottobre hanno capito che il momento può essere loro propizio. Non per niente si sono affrettate a organizzare per il 14 maggio, dunque dieci giorni prima dell'assemblea dei vescovi, un summit all'Istituto Sturzo di Roma nel quale buttare giù un manifesto programmatico che serva anche a far discutere i vescovi riuniti in assemblea.

Certo, il manifesto è la piattaforma in vista di una "Todi due" da consumarsi il prossimo autunno. Ma è anche un programma politico economico che chiede ai vescovi un qualche giudizio in vista dell'ormai certo rifacimento di quel che resta del Pdl.

ANGELINO ALFANO CON PUGNO VOLITIVO

La scelta dell'Istituto Sturzo come sede non è un caso. E' qui che lo scorso ottobre, pochi giorni prima di Todi, il segretario della Cei Mariano Crociata indicò ai politici cattolici riuniti il faro a cui guardare: Sturzo, appunto, il cui impegno politico era conseguenza "di quella vita buona secondo il Vangelo".

MARIO MONTI E IL DITINO ALZATO

Un todino molto attivo è Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori: "Anche la chiesa - dice - non può che essere d'accordo sul fatto che dopo le comunali un rimescolamento, una riverniciata, un semplice cambio del nome del sistema partitico italiano, magari con qualche cooptazione, per risolvere il loro inarrestabile declino è inutile. Serve qualcosa di più". Più ampio il ragionamento del sociologo di riferimento della Cei, Luca Diotallevi: "Il risultato elettorale è quello di una partita giocata da uno solo.

Alcide De Gasperi

La protesta ha trovato espressione prevalentemente a sinistra. Il governo Monti merita tutto questo perché ha fatto poco (l'intervento sulle pensioni) e chiesto molto (più tasse e più rigidità nel mercato del lavoro e nella Pubblica amministrazione). Ora la palla passa alla società civile riformista, di cui il grosso del cattolicesimo italiano è parte costitutiva. L'unica alternativa al radicalismo è un nuovo riformismo.

IL SOCIOLOGO LUCA DIOTALLEVI

Il modello è Alcide De Gasperi e la sua capacità di costruire un progetto politico sul quale poterono convergere tanti cattolici, laici e riformisti, senza scomunicare nessun altro. Per questo disegno la condizione è il bipolarismo, il proporzionale è il veleno. Meglio dunque il porcellum che il proporzionale che stanno confezionando all'ombra di Monti".

 


LA SORA CESIRA, LA MITOLOGICA SBEFFEGGIATRICE DEL MONDO WEB, “UCCIDE” CARLÀ CON UNA BEFFARDA PARODIA: “L'AMBIZIEUSE”

“THE GLOBE”: HILLARY CLINTON LASCIA BILL E VA A VIVERE CON UNA DONNA - SESSODIPENDENTI? NON è UNA MALATTIA

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

1 - THE GLOBE: BILL E HILLARY CLINTON SEPARATI, LEI VA A VIVERE CON UNA DONNA...

THE GLOBE - HILLARY E BILL CLINTON

http://bit.ly/KSxHZf
Celeb Dirty Laundry -
"The Globe" ha i dettagli scioccanti della separazione tra Bill e Hillary Clinton. Hillary sarebbe rimasta con Bill, dopo lo scandalo Lewinski, solo per promuovere le sue aspirazioni politiche.

Prima di partire per Bogota' (Colombia) la Clinton avrebbe finalmente dichiarato al marito di volersi separare. Per questo in Colombia e' stata vista ballare e bere birra in un hotspot di salsa. Festeggiava il suo nuovo stato di single (e finalmente libera da quel traditore).

Ora andrà a vivere con una donna! Bill le avra' fatto odiare gli uomini?


2 - SESSODIPENDENTI? NON E' UNA MALATTIA...

SESSODIPENDENZA

http://gaw.kr/Lnz2u3
Gawker -
La sessodipendenza o ipersessualita' non e' considerata una reale malattia mentale secondo la bibbia della psicologia, Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Qundi l'essere super eccitati non qualifica come un disturbo psichiatrico...per ora.

RIHANNA IN OSPEDALE

In molti avevano parlato della sesso-dipendenza e di come doveva essere inclusa nella lista di disturbi mentali ma numerosi psicologi non trovano nessun problema nel fare tanto sesso. Trovano che in molti usino la scusa per giustificare tradimenti.


3 - RIHANNA RICOVERATA DOPO IL MET BALL, FAMIGLIA E AMICI LA PREGANO DI ENTRARE IN UN CENTRO DI RIABILITAZIONE PER ALCOL E DROGA...

http://bit.ly/KNI5SO
Radar -
Rihanna e' stata ricoverata in ospedale per "stanchezza e disidratazione" dopo una notte di festeggiamenti durante e dopo il Met Ball 2012. La star ha postato su Twitter una foto del suo polso con la flebo.

RIHANNA SU INSTAGRAM

"Star" pero' riporta che la vera ragione per cui Rihanna si e' sentita male e' che in questo periodo non smette mai di uscire la notte, bere tanto alcol e fumare tantissima marijuana. Parenti ed amici dicono che e' fuori controllo e che dovrebbe ricoverarsi in un centro di riabilitazione.

Una spia rivela alla rivista che "Rihanna e' una ragazza molto sola e non riesce a restare nella sua camera d'albergo senza fare niente[...] Beve alcol per anestetizzare il dolore che prova dentro". Poverina.... 

CAROLE MIDDLETON

http://bit.ly/JCvHFV
Perez Hilton -
Rihanna ha postato una foto di se in topless(coperto) su Instagram


4 - CAROLE MIDDLETON SVELA CHE WILLIAM E KATE STANNO CERCANDO DI CONCEPIRE - LO SPACCO VERTIGINOSO DI KATE MIDDLETON COME ANGELINA JOLIE...

http://bit.ly/KNIapn
http://bit.ly/JfLxe3
Just Jared E Now-
Un insider ha rivelato a "Now" che Carole Middleton sta raccontando in giro che William e Kate vogliono subito un figlio e "si impegnano" parecchio perchè questo accada. Adorerebbe avere un nipotino reale!

KATE

Duchessa Kate era bellissima in un vestito bianco con uno spacco vertiginoso, alla Angelina Jolie. La reale inglese ha scelto questo look (piu' sexy del suo solito) per partecipare ad un evento in black tie al Claridge's Hotel con il club elite londinese, Thirty Club.


5 - IL BODYGUARD DI MICHAEL JACKSON RACCONTA CHE LA STAR VOLEVA FARE UCCIDERE IL FRATELLO RANDY (CHE NEGA)...

http://bit.ly/KI0OVv
The InQuisitr -
Matt Fiddes, il bodyguard di Michael Jackson che ama chiaccherare del suo ex datore di lavoro, questa settimana rivela l'ennesima bomba: Michael voleva fare uccidere sua fratello Randy!

MICHAEL E RANDY JACKSON

Nel 2005 Michael era totalmente paranoico e alterato dalle droghe, si era isolato dalla famiglia e circondato di guardie islamiche. Quando Randy aveva cercato di contattarlo perchè voleva andare a fargli visita, preoccupato per il fratello, Michael avrebbe ordinato ad una delle guardie di sparargli.

Il portavoce di Randy Jackson ha dichiarato a "TMZ" che: "Non c'e' alcuna possibilità che questa storia possa essere vera".

LADY GAGA IN GIAPPONE


6 - LADY GAGA IN VERSIONE SIMPSON (VIDEO)..

http://bit.ly/J01MMs
Buzz Feed e Just Jared -
Lady Gaga, in un vestito di pelle e lunga coda color arcobaleno, e' arrivata a Tokio in Giappone.

LADY GAGA NEI SIMPSON

La star indossera' 18 look diversi quando apparira' nella finale di stagione dei "Simpson". Ma come sara' Gaga in versione cartone animato?
Guarda tutte le immagini nella gallery...

Guarda il video del trailer qui:
http://bit.ly/KSxUeZ

JENNIFER ANISTON - "LIFE & STYLE"


7 - JENNIFER ANISTON, OVOCITI CONGELATI...

Life & Style - Secondo il magazine "Life & Style", Jennifer Aniston, 43 anni, desidera enormemente un figlio. La star in passato avrebbe congelato i suoi ovociti e sarebbe ricorsa alla fecondazione in vitro per avere il suo bambino. Sara' gia' incinta? Vogliamo credere al tabloid?


8 - BRAD PITT E' IL NUOVO VOLTO DI CHANEL NO. 5 (PRIMA FOTO)...

BRAD PITT PER CHANEL

http://bit.ly/KcnhbZ
Celebitchy -
Brad Pitt e' il nuovo volto di Chanel No. 5 nella nuova campagna pubblicitaria del noto marchio francese.

Brad Pitt e' la prima volta che farà da testimonial a un prodotto e Chanel e' la prima volta che sceglie un uomo (e che uomo!) per pubblicizzare uno dei profumi femminili più famosi al mondo.
Ecco la prima foto...


9 - NICOLE SCHERZINGER SI E' RIFATTA IL SENO?...

NICOLE SCHERZINGER

http://bit.ly/JfLyP0
Just Jared -
Nicole Scherziger e' stata pizzicata dai fotografi mentre lasciava l'esclusivo ristorante italiano, Scarpetta di Beverly Hills. La cantante sembra essersi sottoposta ad un ritocchino al seno. Che dici?


10 - "NATIONAL ENQUIRER": LE GEMELLE OLSEN COIVOLTE IN UNO SCANDALO DI SFRUTTAMENTO ALLA PROSTITUZIONE; O.J. SIMPSON HA UN INFARTO IN PRIGIONE E LA MIGLIORE AMICA DI OPRAH RIVELA IN UN LIBRO (DA 10 MLN DI $) CHE ERANO AMANTI...

MARY-KATE E ASHLEY OLSEN

http://bit.ly/JCvR00
Gossip David -
Il "National Enquirer" riporta che Mary-Kate e Ashley Olsen sono coinvolte in uno scandaloso caso di sfruttamento alla prostituzione. La loro bodyguard, Dave Araten, era uno di 14 individui arrestati a New York per essere stati clienti di due papponi, padre e figlio, coinvolti in un giro di traffico di donne obbligate e protituirsi.

COPERTINA "NATIONAL ENQUIRER"

Le gemelle Olsen non hanno commentato la vicenda. Araten, 40, dice di non aver mai chiamato Vincent George Sr e Vincent George Jr. per usufruire dei loro ‘servizi'.

Sulla copertina dell'Enquirer: O.J. Simpson avrebbe avuto un infarto in prigione ma e' stato aiutato in tempo da una guardia che l'ha soccorso immediatamente e portato in ambulatorio.

Gayle King, la migliore amica da una vita di Oprah Winfrey, per 10 milioni di dollari, sta scrivendo un libro "scandaloso". Nel libro rivelerà la sua lunga relazione intima con Oprah, alle spalle del marito di lei Stedman.

PIPPA MIDDLETON

Confessera' anche i problemi di Oprah con l'alcol e quando, nel passato, era andata in overdose per droga e del suo ricovero segreto in un centro di riabilitazione. Che bella'amica!


11 - PIPPA MIDDLETON VUOLE TRASFERIRSI A NEW YORK?...

http://nyp.st/IEIPdp
Page Six -
"Grazia" riporta che Pippa Middleton sta considerando di trasferirsi a New York. A Londra e' tormentata dai paparazzi.

Voleva andare a vivere a Parigi ma dopo un solo wekeend scandaloso ha immediatamente cambiato idea. La sua reputazione in Francia e' gia' stata infangata.


12 - ALTRE ‘VITTIME’ DEL PISELLO DI JOHN TRAVOLTA SI FANNO AVANTI...

JOHN TRAVOLTA

http://bit.ly/K1BVl8
http://bit.ly/JhRzp4
Radar -
Sono ca**i amari per John Travolta! Numerosi uomini si stanno facendo avanti in qualità di nuovi accusatori sostenendo storie simili a quelle dei due massaggiatori (uno di Los Angeles, l'altro di Atlanta) che stanno facendo causa a John per abusi sessuali chiedendo 2 milioni di dollari per danni.

Questi potenziali accusatori si sono messi in contatto con Okorie Okorocha, l'avvocato che rappresenta i due massaggiatori e che sta verificando le loro storie prima di procedere con ulteriori denunce.

EVA MENDES

Marty Singer, l'avvocato di Travolta smentisce e dichiara di avere come prova foto di paparazzi e biglietti aerei che proverebbero che nel primo caso, Travolta non era neppure in California ma nel East Coast il giorno del presunto "assalto".


13 - EVA MENDES A NEW YORK...

http://bit.ly/KSy0mT
Just Jared -
Eva Mendes e' stata paparazzata a New York in un abito molto trendy di Jonathan Saunders mentre lasciava gli studi del "Today" show. Completavano il look occhiali da sole di Thierry Lasry e scarpe di Prada.
Guarda le foto nella gallery...

AMY WINEHOUSE


14 - L'AUTORITRATTO DI AMY WINEHOUSE FATTO COL SUO SANGUE ANDRA' ALL'ASTA...

http://bit.ly/Jj6d1r
London Net -
L'autoritratto di Amy Winehouse fatto col suo sangue sara' venduto all'asta dal cantante Pete Doherty (ex di Kate Moss) caro amico della star defunta. Si prevede che sara' venduto per una cifra che va dalle 50.000 alle 80.000 sterline.

PREMIERE "DARK SHADOWS": JOHNNY DEPP, MICHELLE PFEIFFER E CHLOE MORETZ

Nel disegno, il profilo del viso di Amy con la parola "Ladylike" scritta al lato.
Doherty vendera' inoltre alcune sue opere disegnate col suo sangue. Copione!


15 - JOHNNY DEPP: MI SONO ISPIRATO A GEORGE BUSH STRAFATTO DI MARIJUANA...

http://bit.ly/LWHtza
Just Jared -
Johnny Depp, insieme a Michelle Pfeffer e Chloe Moretz hanno sfilato sul red carpet per la premiere inglese di "Dark Shadows".

JOHNNY DEPP E ELLEN DEGENERES

"Radar" riporta che l'attore, in un'intervista rara con Ellen Degeneres ha svelato la sua ispirazione per interpretare il personaggio di Willy Wonka: "mi sono immaginato George Bush estremamente fatto di marijuana".
Le foto, nella gallery...

SOFIA VERGARA E NICK LOEB

 

16 - SOFIA VERGARA DI NUOVO SINGLE...

http://bit.ly/JYgGw6
http://bit.ly/IVSMXv
Celebuzz e Just Jared -
Sofia Vergara ha lasciato il suo boyfriend Nick Loeb. Una fonte racconta che dopo una serie di litigate furiose, Sofia ha impacchettato le sue cose ha lasciato l'appartamento penthouse di Nick e si è trasferita in un Hotel.

SOFIA VERGARA

Pare non ci sia stato alcun tradimento solo tanti litigi che hanno portato la sexy attrice colombiana a prendere questa decisione.
Subito dopo la notizia, Sofia e' stata fotografata ad un evento al The Plaza Hotel.
Guarda le foto nella gallery...


17 -LE MIGLIORI CHIRURGIE PLASTICHE AL SENO DI HOLLYWOOD...

MIGLIORI PLASTICHE AL SENO

http://bit.ly/KI0WnL
Radar -
Le celebrity hanno i migliori corpi che i soldi possono comperare. "Radar" ha compilato una lista delle migliori plastiche al seno delle star di Hollywood.

Da Victoria Beckham a Kate Hudson e Kelly Rowland, scoprile tutte!
Guarda le foto nella gallery...


18 -I MIGLIORI SENI NATURALI DI HOLLYWOOD...

MIGLIORI SENI NATURALI

http://bit.ly/IEIQhu

Radar - "Radar" ha anche creato una lista dei seni ‘dichiarati' naturali piu' spettacolari dello show business.

ROBERT PATTINSON

Ovviamente nella lista, Scarlett Johansson, Kim Kardashian, Jennifer Love Hewitt, Katy Perry, Sofia Vergara (se e' veramente vero come dice), e Christina Hendricks (la formosa roscia di "Mad Men)".
Scopri tutte le foto nella gallery...

 


19 - LE FOTO CHOC DI ROBERT PATTINSON...

ROBERT PATTINSON

http://bit.ly/KNI9lm
Hollywood Life -
Robert Pattinson ha posato per rivista francese "Premiere" nel suo photoshoot piu' eccentrico: nudo a letto con una donna e morto squarciato.
Guarda le foto choc nella gallery...


20 - RIHANNA E LADY GAGA MOSTRANO IL LATO B PER TERRY RICHARDSON...

TERRY RICHARDSON: RIHANNA

http://bit.ly/KI0SVa
http://bit.ly/IMGX6g
http://bit.ly/JfLmiN
Just Jared, Drunken Stepfather e Celebuzz -
Il fotografo delle star Terry Richardson ha aggiunto alla sua collezione le foto ose' di Rihanna e Lady Gaga.

TERRY RICHARDSON: RIHANNA

Rihanna in micro shorts mostra il lato b spudoratamente. Lady Gaga e' stata fotografata in tour e anche lei mostra il derriere a Richardson.
Guarda le sexy foto nella gallery...

 

 

 

TERRY RICHARDSON: LADY GAGA

MONTE DEI PASCHI DI SIENA È COMMISSARIATA DA DUE ‘STRANIERI’: FABRIZIO VIOLA E ALESSANDRO PROFUMO - LE BUGIE A BANKITALI

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Anna Del Toro per Dagospia

SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA bankitalia big

"In cinque anni sono riusciti a distruggere una banca secolare, nata nel 1472. Dal 2007 ad oggi la Fondazione, dilaniata come la banca dalla guerra di potere che vede da una parte uomini di Massimo D'Alema, come il sindaco Ceccuzzi e dall'altra gli uomini della Margherita come Gabriello Mancini, presidente della Fondazione, ha sperperato un patrimonio di quasi 6 miliardi. Oggi si trova tra le mani azioni Mps e un mare di debiti. Devo dire, purtroppo che il Pd ha gravi responsabilità politiche in tutta questa vicenda".

Lo sfogo di un alto funzionario del luogo che ha lavorato anni al Monte Dei Paschi di Siena la dice lunga su quello che sta accadendo nell'Istituto di credito senese. "Di fatto - aggiunge il nostro interlocutore - la banca è commissariata da due ‘stranieri': Fabrizio Viola che rappresenta Allianz e che pretenderà che sia fatta pulizia al più presto e Alessandro Profumo, votato anche dal Pd ma con il consenso di Bankitalia che in tutta la vicenda ha avuto un ruolo importante nel fornire alla magistratura le prime notizie criminis sull'acquisizione di Antonveneta.

ALESSANDRO PROFUMO jpegGIUSEPPE MUSSARI

Oggi si scopre infatti che in una comunicazione a Bankitalia i dirigenti del Monte sotto inchiesta avrebbero mentito all'istituto di via Nazionale sulle modalità dell'operazione per l'acquisizione di Antonveneta. Gli inquirenti per il momento non contestano tanto la spropositata valutazione di Antonveneta, (9 miliardi di euro), ma la tecnicalità messa in piedi dal Monte con la Jp Morgan per un prestito da un miliardo.

Sotto tiro è soprattutto il dalemiano Giuseppe Mussari, l'uomo che nel 2005, con un colpo a sorpresa acquistò in contanti per una cifra che gli analisti hanno definito "folle" la ambita banca Antonveneta, già sottoposta a take over ostile da Giuseppe Fiorani. E' probabile che Mussari volesse realizzare il sogno del Pd, sintetizzato nella famosa frase "Abbiamo una banca", ma le cose sono andate molto diversamente.

FABRIZIO VIOLA jpeg ANNA MARIA TARANTOLA

La crisi finanziaria dopo qualche anno da quell'avventura ha cominciato a corrodere il sistema bancario e la stessa Banca senese. E come spesso è avvenuto in molti scandali finanziari, per evitare il tracollo si tenta la strada della manipolazione del mercato. Nelle carte degli inquirenti c'è il sospetto che a fronte di un tracollo borsistico i dirigenti del Monte abbiano sostenuto il titolo per non aggravare ulteriormente l'indebitamento a fronte di titoli. Non è escluso che il fiammifero acceso incendi la foresta: nell'operazione Mps-Antonveneta erano convolte banche come Mediobanca, Intesa, Deutsche Bank, Jp Morgan e Cedit Swisse. E non è un caso se la guardia di finanza ha fatto visita anche a questi santuari della finanza.

 

 

LA CARFAGNA “FESTEGGIA” LA VITTORIA DI HOLLANDE NIENTEDIMENO CHE CON L’EX GOVERNATORE BASSOLINO

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Carlo Tarallo per Dagospia

BASSOLINO INCARFAGNATO MIGNOTTE A POMPEI FOTO GENNY MANZO

1- Bassolino incarfagnato! Incredibile ma vero: indovinate dove è andata l'Amara Carfagna a "commentare" la vittoria di Hollande alle elezioni francesi? Ma naturalmente alla Fondazione Sudd di Antonio Bassolino a Napoli! Ecco le foto: Mara, onn'Antonio e Andrea Cozzolino, neuroparlamentare Pd e leader degli ex - post - neo bassoliniani, che chiacchierano allegramente di spread, Europa e Eliseo, poche ore dopo il voto amministrativo. Qualcuno dei presenti giura di aver sentito la ex ministra più bella del mondo sussurrare al riparo dei taccuini una frase, rivolta a onn'Antonio: "Se andiamo avanti così il Pdl rischia di scomparire". Cosa le avrà risposto Bassolino? Ah saperlo...

BASSOLINO CARFAGNA COZZOLINO MIGNOTTE A POMPEI INTERVENGONO I CC GENNY MANZO

2- Nitto Palma cerca casa sotto ‘o Vesuvio: riconfermatissimo dal Patonza a capo dei berluscones campani, elogiato da Verdini, l'ex Ministro della Giustizia ha deciso di stabilirsi in città. Addio Hotel Vesuvio, Nittonapalm ha scelto il quartiere Sanità, storica zona del centro antico di Napoli, per stabilirsi definitivamente in città. Intanto, liquefatto il terzo polo e con il rischio - default che incombe sulla Regione Campania, continuano a svolazzare gli uccellini della pace tra Santa Lucia e Piazza Bovio, quartier generale dei Banana Boys parte-nopei e parte-rasserenati dal 30% conquistato, grasso che cola di questi tempi. "Con questi chiari di luna - avrebbe spifferato Nitto ai suoi - deputati e consiglieri regionali non mi venissero più a parlare di rimpasto in Giunta...".

3- Ammazza che "Spolverata" per Caldoragistris: stamattina Salvatore Ronghi, braccio destro di Sde-Renata Polverini alla Regione Lazio (di cui è segretario generale), ha letto dell'invito del Governatore mezzoarancione a un'azione comune di tutte le forze politiche e subito ha bastonato "l'amico Stefano". "Il Presidente Caldoro - spiega Ronghi, responsabile campano di Città Nuove, il movimento della Polverini - cerca di addolcire i problemi dei campani proponendo la trasformazione dell'attuale maggioranza in consiglio regionale in una specie di marmellata". Ci sarà una risposta al valium? Why Not!

nitto palma CALDORO STEFANO

4- A Pompei crollano i reperti archeologici ma non la libido! Da qualche settimana sono state avvistate, nella città degli scavi, numerose mignotte che si mettono al lavoro a pochi metri dall'uscita autostradale, lungo via Plinio, passaggio obbligato per le migliaia di fedeli che raggiungono il santuario che sorge a un chilometro di distanza. Un "comitato di benvenuto" che stona non poco con la sacralità del luogo, e così, prima che qualche autobus di suore passi da quelle parti, arrivano i carabinieri che identificano e allontanano le due ragazze...

 

 

LUIS ENRIQUE LASCIA LA ROMA E LA RIVOLUZIONE IN STILE-BARÇA VOLUTA DA BALDINI E SABATINI FINISCE DOPO UN ANNO

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(ANSA) - Luis Enrique lascia la Roma. Il tecnico giallorosso ha annunciato l'addio ai giocatori sul campo d'allenamento oggi a Trigoria.

LUIS ENRIQUE

Pochi minuti di colloquio al centro del campo al termine della seduta d'allenamento per dire che dopo la partita di domenica con il Cesena lascerà la panchina della Roma. E' il discorso finale di Luis Enrique quello andato in scena davanti allo staff tecnico e alla squadra oggi a Trigoria. Il tecnico spagnolo, seduto su un pallone circondato dai giocatori, ha ringraziato e salutato tutti con gli occhi lucidi.

FRANCESCO TOTTI - Copyright Pizzibaldini foto mezzelani gmt

A distanza la scena era osservata dal direttore generale Franco Baldini e dal direttore sportivo Walter Sabatini, posizionati su una delle terrazze che affacciano sui campi del centro sportivo giallorosso. Fuori da Trigoria era presente uno striscione "Luis tieni duro, qui è il tuo futuro". Futuro ormai lontano dalla Capitale.

 

“APOCALYPSE MURDOCH” DI GLAUCO BENIGNI, 10° PUNTATA - COME INIZIÒ TUTTO: IL “MELBOURNE HERALD”

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Videoblog di Glauco Benigni
http://www.youtube.com/user/glaucobenigni/featured

Il libro è acquistabile online
http://www.bandashop.it/product.php?id=18

 

RUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZA

1 - LE ORIGINI...
Rupert Keith Murdoch, detto anche RKM, nasce a Melbourne (Australia) l'11 marzo 1931. Per gli astrologi occidentali è Pesci con la Luna in Sagittario. Per i cinesi è Pecora.
Figlio d'arte, Rupert respira da subito l'odore delle tipografie e della carta stampata. Fin da ragazzo frequenta l'«Herald», giornale inventato e posseduto da suo padre, tanto che sua madre Elisabeth lo ricorda preferire, alle normali occupazioni di adolescente, la lettura critica della stampa, con il relativo commento di tutti gli aspetti, dal contenuto degli articoli alla veste tipografica.

L'«Herald» era un giornale popolare che vendeva molto grazie al binomio informazione-spettacolo, sempre in bilico sul filo del buon gusto (papà Murdoch è d'altronde uno dei pionieri dei concorsi di bellezza femminili, e questo la dice lunga sul tipo di informazione da lui preferita), e Rupert impara tanto e presto.

Studia dapprima in Australia, all'esclusiva Geelong Grammar School e poi, nel 1950, viene spedito in Inghilterra, al Worcester College di Oxford. Fra gli studi e le corse dei cavalli trova anche il tempo di frequentare la redazione del «Daily Express», un quotidiano popolare di rispettabile tiratura diretto da Lord Beaverbrook, vecchio amico del padre, che Murdoch cita sempre come uno dei suoi maestri. Ricorderà in seguito il Gran Mogol: «Al "Daily" doveva esserci ogni giorno un titolo a tutta pagina. Non contava che fosse una notizia importante. Il lettore doveva sentire che lo era».

RUPERT E WENDI MURDOCH CON LE FIGLIE

Rupert ascolta, apprende, memorizza, ma è inquieto e insoddisfatto. Sogni di grandezza si presentano confusi nella sua mente. Il disagio inoltre è accresciuto dall'atteggiamento un po' razzista dei suoi coetanei nei confronti degli aussie, un appellativo non sempre bonario che gli inglesi usano per definire gli australiani. Comincia così a comportarsi in modo provocatorio, si da' arie da sovversivo: compra un busto di Lenin e lo mette in bella mostra nella sua stanza al college tanto da meritarsi il soprannome di «Rupert il Rosso».

Sembra una ragazzata, ma poteva diventare un gioco pericoloso. Nei primi anni Cinquanta, in piena Guerra Fredda, i college britannici pullulano di uomini dei servizi segreti sovietici che reclutano adepti: passare per un comunista può procurare molte noie, anche se per Murdoch si tratta semplicemente di uno sberleffo all'establishment parruccone dei supponenti «cugini».

Nel 1953 Rupert deve tornare precipitosamente in Australia: sir Keith Murdoch è passato a miglior vita. Infarto cardiaco. L'uomo era stato una manna per gli editori e gli azionisti della Herald & Weekly Times (Hwt), viene meno proprio nel momento in cui stava per consolidare la sua posizione. Avrebbe voluto lasciare ai figli una cospicua eredità, ma il giovane Rupert deve accontentarsi di spartire con sua sorella le poche azioni del «Melbourne Herald» e la proprietà di un minuscolo giornale di provincia, l'«Adelaide News».

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Tra le carte paterne un testamento, a mo' di oracolo, recitava: «Spero che mio figlio Rupert possa avere l'opportunità di dedicarsi totalmente, fin dalla sua giovinezza, alla causa dell'informazione, affinché ricopra un giorno importanti responsabilità in questo campo». In realtà va detto che, nonostante le quote della Hwt apparissero esigue e tra i giornali fosse rimasto solo il quotidiano di Adelaide, grazie al patrimonio di famiglia il ventiduenne Rupert non si trovò certo spiantato.

Non appena entrato in possesso dell'«Adelaide News», Murdoch si trova in guerra con altre testate. Subisce esplicite minacce: «O ce lo vendi o ti mettiamo fuori dagli affari». «Ho fatto allora una cosa che stabilì una volta per tutte lo stile della mia società», ricorderà Murdoch in seguito: «ho rotto ogni regola dell'establishment e ho pubblicato l'offerta fattami, sulla prima pagina del giornale, sotto un titolo che recitava: VOGLIONO IL MONOPOLIO. E ho incluso anche la fotografia della lettera confidenziale che avevano inviato a mia madre». Murdoch non verrà mai più invitato nei club esclusivi di Adelaide, ma il giornale è salvo.

rupert murdoch

2 - LA BASE AUSTRALIANA...
Nel 1953, a 22 anni, arriva per il giovane Murdoch il momento di rimboccarsi le maniche e dimostrare al mondo e alla famiglia quello che sa fare. Se è l'intuito, misteriosa alchimia di cromosomi, a fare la differenza fra uno squalo di razza e un diligente barracuda, allora Rupert è stato toccato da una grazia (e a sostegno di questa ipotesi sembra esserci, per chi ci crede, la congiunzione Giove-Plutone nel suo quadro astrale).

Il suo primo passo è quello di occupare il posto di suo padre all'«Herald», e contemporaneamente trasformare l'«Adelaide News» in un'agenzia di stampa per sperimentare le sue idee in fatto di notizie e scelte editoriali. Da subito inonda i giornali australiani con servizi caratterizzati da un forte sensazionalismo, infarciti di scandali e di storie nere; gonfia piccole notizie o addirittura le inventa. Gli addetti ai lavori rimangono perplessi, ma sono costretti a riconoscere che la strada imboccata dal giovane Murdoch fa impennare le vendite e porta lauti profitti, anche perché l'irriverente editore sa ridurre al minimo i costi di gestione con ristrutturazioni selvagge - che tuttavia seminano il panico fra i suoi dipendenti e collaboratori.

Mettendo insieme i profitti delle sue imprese e il non trascurabile capitale di famiglia, Murdoch alla fine degli anni Cinquanta estende il raggio d'azione della sua avventura e si lancia alla conquista dell'East Australia. Lì ci sono ricchi insediamenti industriali e c'è Sydney, il cuore economico e finanziario del continente. L'Australia sta allora cominciando a pianificare l'impiego delle sue immense risorse: esporta grano, burro, carne, lana e gode dello sfruttamento di miniere dalle quali cava piombo, zinco, bauxite e lignite.

Rupert Murdoch

Milioni di immigrati approdano alle sue pingui rive, e le città si frantumano in una miriade di sobborghi residenziali e di ghetti dove dimora il popolo minuto. Mentre i decimati aborigeni vengono costretti a integrarsi a fatica nel nuovo sistema di vita, Murdoch arriva nel mondo degli affari australiani come un ciclone, e sorprende la sonnacchiosa editoria giornalistica con audaci colpi di mano. Rileva piccoli giornali moribondi quali il «Sunday Times» e il «New Ideas Magazine» e, con una tecnica che non abbandonerà mai più, li rivitalizza col proprio dinamismo imprenditoriale per poi darli in garanzia e ottenere prestiti per nuovi investimenti.

Il sensazionalismo fa alzare le vendite, con la conseguenza immediata di aumentare gli introiti pubblicitari e stimolare la distribuzione, cosa non facile in Australia per un editore spinto da ambizioni nazionali, data la vasta estensione del territorio. Le città stesse rappresentano scogli da superare perché occupano spazi immensi, non paragonabili a quelli dei nostri agglomerati urbani.

Oltre a un marketing aggressivo e alla pubblicità «concorrenziale» (cioè spazi venduti a prezzi più bassi della concorrenza), la carta vincente di Murdoch è la sua totale fiducia nelle nuove tecnologie tipografiche che gli consentono di realizzare, con almeno quindici anni di anticipo sui suoi competitors, un colpo di tutto rispetto: il lancio di un quotidiano nazionale di informazione, «The Australian»: un foglio che arriva puntuale, all'ora di pranzo, sulla tavola di ogni buon australiano, da Perth a Brisbane, da Hobart a Darwin.

RUPERT MURDOCH

E il suo supplemento domenicale, «The Week End Australian», è un affare d'oro.
Nel frattempo Murdoch ha esteso le attività anche alla Nuova Zelanda e ha ottenuto, in patria, una licenza televisiva nazionale, per una stazione chiamata Channel 9. Non è la prima volta che il nostro aspirante tycoon si interessa concretamente al mezzo televisivo: qualche anno prima aveva già ottenuto due licenze regionali per la Southern Television e aveva tentato di acquisire il network nazionale Channel 10, incontrando però il veto del Primo Ministro, Robert Gordon Menzies. Stavolta ce la fa e comincia ad alimentare Channel 9 con programmi di importazione dagli Usa. In ogni caso la sua attenzione è ancora quasi interamente assorbita dall'adorata carta stampata.

Nei primi anni Sessanta riesce a ottenere dal gruppo Fairfax, dopo pressioni di ogni genere, un quotidiano e un settimanale, rispettivamente il «Sydney Daily» e il «Sunday Mirror». In un secondo tempo mette le mani sullo scandalistico «Truth» e lo rende ancor più fibrillante, applicando in modo selvaggio la regola appresa a Londra da Lord Beaverbrook: titoli a caratteri cubitali in prima pagina, del tipo: PROSTITUTA PRESBITERIANA SGOZZATA DA UN OPERAIO CATTOLICO.

RUPERT E WENDI DENG MURDOCH

Certo non si può dire che Murdoch indulga a considerazioni che possano nuocere al buon andamento del business. La gente compra? Tutto bene. Nel 1967, anno del suo secondo matrimonio (con Anna Troy), la sua catena di giornali, la Ipc, è già valutata 100 miliardi di vecchie lire. E sempre in quell'anno consolida una finanziaria che diventerà il suo «forziere»: la Cruden Investment. Per il trentaseienne Murdoch, che in patria può già fregiarsi del titolo di «Mr. Rubbish» (‘mister spazzatura'), è il momento di esclamare, parafrasando il balzachiano de Rastignac: «E ora Londra, a noi due!».

10/ Continua...

APOCALYPSE MURDOCH - PRIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-ogni-settimana-due-miliardi-di-persone-leggono-38253.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SECONDA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-2-puntata-chi-ha-finanziato-lo-squalo-38304.htm

APOCALYPSE MURDOCH - TERZA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-3-puntata-il-clan-dei-murdoch-attraversa-38422.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUARTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-4-puntata-squalo-sul-lavoro-pesce-lesso-38486.htm

RUPERT MURDOCH

APOCALYPSE MURDOCH - QUINTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-5-puntata-la-terza-moglie-wendi-deng-che-ha-38535.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SESTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-6-puntata-lo-squalo-compare-in-116-mln-di-38596.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SETTIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-7-puntata-il-pulcino-che-divenne-un-cane-terrier-laustralianism-di-rupert-38667.htm

APOCALYPSE MURDOCH - OTTAVA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-8-puntata-lodio-di-ted-turner-fondatore-38720.htm

APOCALYPSE MURDOCH - NONA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-9-puntata-quando-blair-chiam-prodi-per-permettere-a-38760.htm

 

 

IL DITTATORE SACHA BARON COHEN AL BUNGA BUNGA CON BERLUSCONI E KIM JONG IL...

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Vittoria Cecchi Gori da "Radar"
http://bit.ly/JYgtsH

SACHA BARON COHEN THE DICTATOR BUNGA BUNGA CON BERLUSCONI


Chi sceglie Sacha Baron Cohen per promuovere il suo film "The Dictator"? Ma il Banana, ovviamente! L'ennesima campagna pubblicitaria vede l'attore nei panni del suo personaggio Aladeen (uno pseudo-Gheddafi) photoshoppato in foto "rubate" a un bunga bunga party nel 2008, con Berlusconi e il defunto Kim Jong Il legato in posa sadomaso...

SACHA BARON COHEN THE DICTATOR FOTO RUBATE CON KIM JONG IL SACHA BARON COHEN THE DICTATOR SI SCATENA IN DISCOTECA CON HILLARY

Poi ce n'è una con Hillary che si scatena in discoteca, una con Chavez...

 

 


CASINI TELEVISIVI - PIERFURBY NON PERDE OCCASIONE PER ANDARE DALLA SUA MIGLIORE AMICA LILLIBOTOX A “OTTO E MEZZO”

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Maurizio Caverzan per "il Giornale"

GRUBER LILLI PIER FERDINANDO CASINI

Per qualche giorno, magari settimane, non lo vedremo più chez Lilli Gruber. Un vero peccato. Ieri, Pier Ferdinando Casini ha annunciato che sta per iniziare un bel viaggio in Italia per occuparsi del territorio. «Mi propongo un itinerario di tre giorni a settimana fuori da Roma per capire davvero cosa pensano gli italiani». Oddio, solo tre giorni? Sta a vedere che negli altri ce lo ritroviamo bronzato a Otto e mezzo, ha sibilato qualche inguaribile scettico.

Le ironie sul presenzialismo televisivo di Pierferdy, soprattutto su La7, sono uno dei nuovi tormentoni sui social network. «Avete mai visto la Gruber fare domande pungenti a Casini, suo ospite quasi fisso?». Oppure: «Mi dispiace per la Gruber e per La7, onorevole Casini, vado a vedermi Albertazzi a teatro. Migliori contenuti e miglior dizione». «Casini +Gruber, sai che mix... Meglio un buon libro».

Enrico Mentana

Il leader dell'Udc è un habitué della rete di TI Media (chissà per quanto ancora). Dal tg di Mentana, soprattutto nella sua prima annata, a Piazza­pulita, fino alle Invasioni barbariche e senza dimenticare L'Aria che tira di Myrta Merlino, non c'è talk show di alleggerimento dove non sia di casa. Da quando è il perno del governo Monti, ha una visibilità persino superiore a quella dei segretari del Pd e del Pdl - con i quali compone il famigerato Abc - nonostante il suo partito abbia percentuali equivalenti allo share di Otto e mezzo, il salotto tv prediletto.

«Dopo di me c'è Lilli Gruber che ha come ospite un gradito ritorno», ci scherza spesso sopra Mentana nell'abituale promo al talk che lo segue. «Buonasera e bentornato all'onorevole Casini», lo ha presentato consapevolmente la padrona di casa il 18 aprile scorso. Presentazione analoga aveva adottato un mese prima, il 16 marzo, per parlare del vertice a Palazzo Chigi con Alfano, Bersani e il premier Monti.

MYRTA MERLINO

In quell'occasione, come documentava la famosa foto, Pierferdy indossava bretelle rosse «inquietanti», aveva ammesso, collegato da Milano. «Perciò stasera ho scelto quelle bleu», aveva cinguettato. «Ma noi da qui non le vediamo», si era rammaricata lei. Andando indietro e salvo probabili dimenticanze, quel «Buonasera e bentornato» si era ascoltato anche il 6 febbraio scorso, l'11 novembre e il 4 ottobre 2011, solo per rimanere alla stagione in corso. Tra Lilli e Pierferdy ci dev'essere una corrente di simpatia.

GIANFRANCO FINI FRANCESCO RUTELLI

Così, quella sera di metà aprile, il leader Udc aveva scelto il glamouroso tavolo di
Otto e mezzo per annunciare che il nascituro Polo della Nazione, nuovo(?) rassemblement centrista che frullerà insieme ai soliti noti - lui medesimo, Fini e Rutelli - anche qualche rappresentante del governo Monti in libera uscita, sarebbe venuto pronto per le elezioni del 2013.

Insomma, una notiziona, nello stagnante orticello della politica nostrana. Tanto che la rossa Dietlinde, ribattezzata Lillibotox dall'insolente Dagospia, si era incuriosita: ci sarà anche Passera? «Chi lo sa», aveva replicato laconico lui, recuperando l'aplomb perso davanti al fotomontaggio in cui Grillo lo raffigurava abbigliato da regina d'Inghilterra.

GEPPI CUCCIARI

«Chi semina vento raccoglie tempesta», era stata la sua minacciosa risposta. Come siano andate le cose alle amministrative si è visto. Il 6,6 per cento (con un calo dello 0,2) non è lo share del talk show di Lilli Gruber. Ma la percentuale di voti raccolti dall'Udc in una tornata elettorale che avrebbe dovuto premiare il partito più zelante nella difesa del salvifico governo Monti. Invece.

Lunedì, durante la maratona dell'Election Day, il solito Mentana, peraltro spalleggiato da Geppi Cucciari, non ha perso occasione per ironizzare sugli scarsi effetti nell'urna del presenzialismo catodico del nostro. Martedì, in quattro e quattr'otto (senza mezzo), volendo mostrarsi scattante e decisionista, Pierferdy ha rottamato Udc e Terzo polo, sentenziando che bisogna «andare oltre».

Poi ha parlato dei moderati seppelliti sotto «un cumulo di macerie». Infine, a chi gli chiedeva conto delle sue alleanze in vista del Polo della Nazione, ha replicato che «a forza di parlare di alleanze, la politica si sta autodistruggendo». Era anche un'autocritica o stava progettando di parlarne con Lilli Gruber?

 

IL DRENAGGIO DI VOTI CHE GRILLO HA FATTO A SCAPITO DELL’IDV, CONDANNA DI PIETRO A INSEGUIRE LA FOTO DI VASTO

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1 - TRACOLLO IDV, MANGIATI DA GRILLO
Francesca Schianchi per "la Stampa"

Hanno in comune la carica protestataria e polemica. Alcune analoghe battaglie sulla legalità e la trasparenza. Per un certo periodo si sono avvalsi dello stesso guru della comunicazione, Gianroberto Casaleggio. Sono stati anche amici, il No Cav Day del 2008 a piazza Navona li aveva visti protagonisti insieme. Così affini che però ora rischiano di dover condividere pure gli stessi voti: Di Pietro e Grillo, l'Italia dei valori e la novità che ha terremotato il panorama politico, il Movimento 5 stelle.

A sentire gli analisti di flussi elettorali, i voti hanno già cominciato a spartirseli. O, per essere più precisi, i grillini hanno già cominciato a sottrarli all'Idv. All'indomani del voto, il leader Di Pietro ha annunciato soddisfatto un raddoppio e in alcuni casi addirittura il triplicarsi delle preferenze per il suo partito rispetto alle precedenti amministrative.

«Ma in una fase di cambiamento così forte, il raffronto è meglio farlo con le ultime consultazioni, le Regionali del 2010: le comunali del 2007 sono un'era geologica fa», spiega Roberto Weber della Swg. Così facendo, allora, i dati elaborati dall'Istituto Cattaneo sono impietosi: nonostante il grande successo di Leoluca Orlando a Palermo, sono 55 mila i voti in meno da Nord a Sud del Paese, una perdita del 58% a livello nazionale. E, soprattutto, questo calo ha un nome e un cognome: Beppe Grillo.

«Ho davanti a me l'analisi dei flussi di tre città», legge Weber. «A Genova, Di Pietro ha ceduto un quinto dei suoi voti al Movimento cinque stelle. A Parma ha lasciato loro il 17%, a Como il 13. L'Idv è il più grosso "contribuente" del Movimento di Grillo che, se dovesse crescere ancora, porterebbe a uno svuotamento del partito di Di Pietro», prevede. Anche Nicola Piepoli, che pure ha raffrontato i dati dell'Idv con le ultime amministrative individuando una flessione solo «moderata», ritiene che «gli ha rubato voti Grillo».

«Il Movimento 5 stelle con la sua straordinaria affermazione ha drenato il nostro potenziale di espansione: non ha provocato un nostro arretramento, ma una mancata crescita», ammette il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi. Di certo, come sottolinea il professor Roberto D'Alimonte, «si pensava che Di Pietro potesse intercettare voti di protesta contro il governo Monti, essendo l'unica forza di centrosinistra in Parlamento all'opposizione: non è accaduto».

«Siamo un partito giovane, con una classe dirigente che si sta costruendo, non abbiamo ancora una rete di amministratori rodati in grado di macinare consenso sul territorio», giustifica il risultato Donadi.

Anche i grillini, però, sono giovani e inesperti ma hanno saputo raccogliere consensi a due cifre: «Hanno portato via voti a tutti, ma il loro vero serbatoio è stato il Pdl e la Lega», secondo il dipietrista. La linea dell'Idv, ora, è quella di richiamare ancora una volta alla foto di Vasto, alla creazione di «una coalizione di un centrosinistra riformatore», lasciando perdere Casini («alle elezioni non pervenuto») e il suo ormai defunto Terzo Polo («che è nato, sì, ma è quello di Grillo»).

Obiettivo, evitare di rimanere travolti dall'urlo della piazza grillina, da una parte, e «scaricati» dal Palazzo, dall'alleato democratico, dall'altro. Al Pd l'appello è stato nuovamente lanciato, con Vendola c'è già stato un colloquio di Di Pietro. «Non aspetteremo all'infinito sospira Donadi -. Noi, comunque, ci metteremo subito al lavoro per costruire una casa comune».

2 - TRAMONTA IL SOGNO DI TONINO, IL PARTITO DI INTELLETTUALI E POPOLO...
Jacopo Iacoboni per "la Stampa"

C' era una volta l'Italia dei valori, gramscismo alla molisana, intellettuali e popolo. I militanti 5 stelle - ma soprattutto i suoi stessi errori - la stanno dimezzando.

Appena nel 2009 l'ex pm andava a Mirafiori a fare comizi operaisti acclamati, sembrava il Franco Fortini di tempi, diciamo, un po' poverelli; e d'altra parte riceveva l'endorsement di Claudio Magris, candidava il raffinato Giorgio Pressburger, e faceva eleggere Gianni Vattimo, secondo il quale - allora come ora - anche «nella cosiddetta antipolitica di Di Pietro che male c'era? Ci è stato detto per anni che, per combattere Berlusconi, occorreva condividerne qualcuno dei tratti, o no?».

E infatti l'ex pm incassava un enorme successo alle europee drenando moltissimi voti ex Pd. Oggi invece, a parte Orlando che fa storia a sé, l'Italia dei valori barcolla, prende il 57 per cento in meno, parziale coincidenza col successo del movimento 5 stelle. E dire che almeno in parte certe istanze potrebbero sovrapporsi.

Invece. Il partito un po' intellettuali un po' populo, direbbe Mourinho, scolorisce. L'ultimo cenno da Pressburger, per dire, è stata la sua partecipazione alla «Scuola europea dell'Idv», in estate a Strasburgo. Il programma, immortale, recitava: «Alle 14 lezione di Felice Belisario; a seguire, Giorgio Pressburger». Evidentemente qualcosa non ha funzionato, nell'Idv. Ma molto deve aver pesato una certa inclinazione alla candidatura discutibile, nel solco di quella leggendaria di Sergio De Gregorio nel 2008.

Racconta Pancho Pardi, un dipietrista strano, fondatore dei girotondi, uno di quelli sempre rimasti di sinistra: «L'Italia dei valori non può considerare suoi quei voti contro il sistema dei partiti. Quest'elettorato critico fluttua, alla sinistra del Pd, per forza di cose può essere tentato da offerte più o meno seduttive rispetto alle precedenti».

Dice Pardi che sì, «io candidature come Mennea, o come il lombardo Carraro, che un giorno dopo era con Berlusconi, non me le dimentico. Ma la politica di oggi non ha memoria, in un elettorato giovane conta di più la capacità di mobilitazione istantanea, una certa indipendenza dai modelli precedenti: e noi rispetto a Grillo appariamo consolidati, vecchi, loro sono molto più frizzanti».

Il compagno Pancho non ritiene però incomunicanti le due basi elettorali: «I 5 stelle sono un fenomeno interessante, abbiamo verso di loro un'aspettativa senza pregiudizi; però l'alternativa noi la vorremmo fare nel centrosinistra, mentre loro ripetono sempre di non esser né di destra né di sinistra... e comunque, nel mare della politica sociale siamo tutti fratelli. Se ci prendono un po' di voti, pazienza».

Micromega di Paolo Flores nel settembre del 2009 denunciò le tante zone grigie nelle candidature dipietriste: un elemento che sicuramente ha pesato. Flores propose poi nel 2010 una specie di «partito della Costituzione» - unendo gli elettorati di Vendola, dei dipietristi, di Grillo e della sfuggente società civile - ma ecco la replica di Beppe: «Perché non lo fa lui, questo partito? Io sono un cittadino, Di Pietro in cinque anni ha fatto un partito, io ho fatto un movimento in cinque anni, che lui faccia il suo, se gli obiettivi saranno gli stessi ci scioglieremo, ma sarà una cosa naturale. Io ho paura degli intellettuali, a volte anche finti, perché arrivano sempre dopo».

Così come l'Idv bocciò in seguito la proposta, sempre di Flores e Andrea Camilleri, di una lista Di Pietro-società civile alle europee. In quel momento, Tonino vinceva. Ora arretra, e prova lui a imitare il format della ripetizione del comico del boom: «L'Idv con Grillo? È come se mi chiedessero se voglio sposare la Schiffer. Chiediamo prima alla Schiffer se vuole sposarsi con me».

 

PESSIMO DEBUTTO PER “PUNTO SU DI TE”, CON CLAUDIO LIPPI E LA ISOARDI SU RAIUNO (12,1%), CHE PAREGGIA CON “CHI L’HA VISTO

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Gianluca Camilleri per www.davidemaggio.it

9sass08 barbara derossi compPUNTO SU DI TE

PRIME TIME - La fiction di Canale5 Le tre rose di Eva mantiene la sua leadership nella serata del mercoledì e si aggiudica la sfida degli ascolti di ieri conquistando 5.512.000 spettatori e il 21.18% di share, un risultato che segna una crescita rispetto alle settimane precedenti. La prima puntata di Punto su di te trasmessa da Rai1 si deve accontentare invece di 3.161.000 ascoltatori (12.09%) ottenendo un sostanziale pareggio con Chi l'ha visto? che raccoglie 3.156.000 spettatori e il 12.03%.

Su Italia1 Questo pazzo pazzo matrimonio debutta con appena 1.522.000 ascoltatori (5.59%) facendosi superare da Criminal Minds che su Rai2 porta a casa 1,906.000 spettatori (6.83%) nel primo episodio, 2.517.000 (9.13%) nel secondo e 2.023.000 (8.5%) nello spin off Criminal Minds - Suspect Behaviour. Buon riscontro per la finale di Europa League Atletico Madrid-Athletic Bilbao che su Rete4 ha conquistato l'attenzione di 2.346.000 calciofili per uno share dell'8.61%. In 973.000 si sono sintonizzati su La7 per il film Hancock interpretato da Will Smith e Charlize Theron (share del 3.76%).

Claudio Lippi CUCCIARI

ACCESS PRIME TIME - Ferrara sotto i 4mln, bene Un posto al sole al 9.63% - Su Canale5 Striscia la notizia conquista 6.021.000 telespettatori e il 22.31% superando Affari Tuoi che su Rai1 ha fatto segnare 5.075.000 ascoltatori (18.89%). Prima del gioco di Max Giusti Qui Radio Londra con Giuliano Ferrara si ferma al 15.99% con 3.886.000 individui all'ascolto. Su Italia1 CSI Miami registra il 7.37% di share con 1.877.000 spettatori. Su Rai3 Blob ottiene solo 680.000 spettatori per uno share del 3.41%, Le Storie - Diario... ne ha interessato 649.000 (2.91%) e Un posto al sole ha fatto segnare il 9.63% e 2.454.000 spettatori. Su La7 Otto e mezzo registra il 6.14% e 1.662.000 telespettatori.

SCIARELLI

PRESERALE - Male Insinna che crolla sotto il 15%, cresce G'Day - L'Eredità di Carlo Conti è stata seguita su Rai1 da 3.255.000 telespettatori e il 22.65%, che diventano 4.536.000 e il 24.76% nella ghigliottina. Per Il braccio e la mente con Flavio Insinna i telespettatori sono stati 2.315.000 con il 14.83% (Anteprima al 13.66% con 1.496.000 individui all'ascolto). Su Italia1 l'edizione serale di Studio Sport ha ottenuto 843.000 ascoltatori (6.38%) e a seguire l'appuntamento con CSI Miami ha portato a casa 1.104.000 spettatori (5.86%) mentre su Rai2 Ghost Whisperer cattura 907.000 telespettatori con il 6.79% e Squadra Speciale Cobra 11 ne conquista 1.454.000 con il 7.23%. Tempesta d'amore su Rete4 raduna 1.475.000 telespettatori con il 7.4%. Su La7 G'Day arriva al 4.43% con 766.000 individui all'ascolto (la prima parte, G'Day alle 7 su La7 al 3.24% con 422.000).

Elisa Isoardi

SECONDA SERATA - Bene Fabio Volo che sfiora il 9% - Su Rai 1 Porta a Porta ha registrato 1.584.000 telespettatori con il 16.96%. L'appuntamento di Canale5 con Matrix non è andato oltre l'11.43% e 1.052.000 ascoltatori. Su Rai2 Superclub ha fatto segnare il 5.85% con 538.000 spettatori mentre su Rai3 Volo in diretta ha ottenuto l'8.92% con 1.203.000 ascoltatori. La pellicola American Pie 2 trasmessa da Italia1 ha divertito 878.000 spettatori per uno share del 7.41%.

VOLO

TELEGIORNALI (Edizioni meridiana e della sera in migliaia):
TG1: 3.505 (20.37%) - 4.869 (22.5%)
TG2: 2.806 (17.96%) - 2.242 (8.86%)
TG3: 1.553 (9.89%) - 1.462 (12.23%)*
TG5: 3.354 (21.26%) - 4.627 (21.19%)

STUDIO APERTO: 2.175 (17.34%) - 974 (9.6%)
TG4: 554 (8.97%) - 934 (6.83%)
TGLA7: 918 (5.32%) - 2.178 (9.78%)

 

PAOLETTA CONCIA SCRIVE UNA BIOGRAFIA E, COLPO DI SCENA, A LODARLA È FELTRI SULLA PRIMA DEL “GIORNALE”

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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

SELMA DELL OLIO TEATRO CENTRALE

1- DAGOREPORT
Ieri sera alla sede romana del Corriere della Sera di piazza Venezia ci saranno rimasti solo i segretari. Gran parte delle truppe cammellate di Flebuccio hanno affollato il Teatro Centrale per festeggiare "La vera storia dei miei capelli bianchi, Mondadori", il libro di Paoletta Concia, scritto con la Maria Teresa Meli, giornalista del politico del Corriere.

Mancava davvero solo De Bortoli: Monica Guerzoni, Paolo Conti, Maria Laura Rodota, Pigi Battista, Francesco Verderami, Massimo Franco, da Milano è volato perfino Massimo Mucchetti. Last but not least, si è fatto vivo anche l'82enne ex capataz di Rcs, Cesarone Romiti.

Anche "Il Foglio" non ha fatto mancare la sua voce: Ferrara e Selma, Marcernaro e Lodovico Festa, Ritanna Armeni. Dalla "Stampa", Jena Barenghi. Bianca Berlinguer ha timbrato il cartellino del Tg3. In quota spettacolo, Mara Venier e Franco Di Mare. Come ai vecchi tempi, Giovanni Minoli e Myrta Merlino. Si aggirava, a sua insaputa, anche Testa di Chicco. Faceva colpo rivedere gli ex lothar dalemiani Rondolini e Velardi. L'unica acclarata in quota lesbo, Imma Battaglia.

RONDOLINO E VELARDI

2- "SE MIO FIGLIO FOSSE GAY, NON FAREI UNA PIEGA"
Vittorio Feltri per "il Giornale"

ROBERTO GIACHETTI ANNA PAOLA CONCIA

Tutti teniamo a passare per evoluti, ma quando si tratta di parlare di omosessuali, bene che vada ricorriamo a logori luoghi comuni, banalità sconce da caserma, frasario da bar. Nel linguaggio corrente mancano perfino le definizioni appropriate: frocio, culattone, busone, orecchione, finocchio eccetera. Un vocabolario meschino, oltre che triviale, totalmente inadeguato a un discorso non dico serio, ma almeno sereno, per discutere di una questione vecchia come il mondo.

PIGI BATTISTA PAOLO REPETTI

In redazione, quando l'attualità propone temi quali i Dico, i Pacs, i matrimoni tra persone dello stesso genere, non c'è giornalista che si offra volontario per scriverne. La categoria, pur zeppa di gay e lesbiche, al pensiero di vergare un articolo sulla materia, si nasconde sotto i tavoli per evitare l'incombenza. I maschi, in particolare, notoriamente più sboccati delle femmine per motivi storici e culturali, davanti a una notizia riguardante l'omosessualità la buttano sul ridere. Le barzellette prevalgono sui ragionamenti e perfino sull'esigenza di capire.

Non sono migliore dei miei colleghi e non mi tolgo dal mazzo di chi scherza su certi problemi. Però, avendo avuto (per fortuna li ho ancora) quattro figli, mi sono spesso posto la domanda: se scoprissi che uno di loro è omo, come reagirei? Non farei salti di gioia, perché, chi più, chi meno, siamo tutti conformisti - prole compresa - e sogniamo per noi stessi e per i nostri eredi una vita in discesa, mentre quella dei gay - in questa società ­ è comunque in salita, per quanto si cerchi ipocritamente di negarlo.

PAOLA CONCIA VIA SKYPE MOSTRA LA SERATA IN VIDEOCONFERENZA ALLA MOGLIE RICARDA PAOLA CONCIA

Detto ciò, se un ragazzo che porta il mio cognome avesse tendenze diverse dalle mie, non farei una piega: mi limiterei a ricordargli che le persone si giudicano dalla cintola in su ma, poiché non tutti la pensano così, troverà sempre qualcuno pronto a dir male di lui alle spalle o, peggio, in faccia. L'Italia non è soltanto piena di cretini; abbondano anche gli ignoranti affezionati alla propria ignoranza.

Spesso la gente si rifiuta di comprendere non per cattiveria: per pigrizia. Ecco perché consiglio la lettura del libro ‘'La vera storia dei miei capelli bianchi'', Mondadori. Ne è autrice (insieme con la giornalista Maria Teresa Mieli) una parlamentare di sinistra, Paola Concia, la quale racconta della sua candida esistenza di donna che ama le donne, una in particolare, quella che ha sposato.

PAOLA CONCIA PIGI BATTISTA

Non è una biografia in senso stretto né un romanzo; è entrambe le cose. E ciò rende le 149 pagine del volume molto piacevoli e toccanti, ricche di umori e patemi che dimostrano come le pulsioni amorose degli omosessuali siano uguali a quelle degli etero, per cui è un esercizio gratuito sottolineare differenze immaginarie: è un modo becero per discriminare chi crediamo di conoscere e non conosciamo.

PAOLA CONCIA E BIANCA BERLINGUER

La vera storia dei miei capelli bianchi è un manuale di educazione sentimentale utile per modificare le opinioni infondate che molti di noi si sono fatti sul problema, senza mai affrontarlo con cognizione di causa. Per correggersi non servono grandi sforzi. Basta immedesimarsi nelle situazioni, per esempio quella del primo flirt tra Paola Concia (allora diciassettenne) con un'amica, Giulia.

Tra loro succede ciò che tutti abbiamo vissuto da adolescenti. La scintilla dell'amore scocca da un gioco di sguardi che comunicano inquietudine e mandano messaggi facili da decriptare: il reciproco interesse tra due giovani, indipendentemente dal loro sesso, che si attraggono e si desiderano. L'erotismo quanto conta? Non è questo il punto. Il fatto è che l'amore tra gay e tra etero ha la stessa intensità e provoca gli stessi effetti. Se si accetta questo sano principio, cade ogni tabù: non c'è nulla di perverso nell'abbraccio fra due donne o fra due uomini.

P G BATTISTA E MONICA GUERZONI

Occorre calarsi nell'animo altrui: lo si fa in fretta. A chiunque, suppongo, sarà capitato di innamorarsi e di avere il cuore in tumulto, una voglia incontenibile di baciare, abbracciare, accarezzare, stringere l'amata; e di essere tormentato dal ricordo del suo volto e del suo corpo; di avere la sensazione di non poter fare a meno di lei e di morire di passione.

MYRTA MERLINO PAOLA CONCIA MARA VENIER

Dalle mie parti usa dire: «L'amur e la famm i la sènt tucc i salam» (l'amore e la fame la sentono tutti i salami). Giusto. Ma se l'amore è un sentimento universale, comune a ogni individuo, spiegatemi perché gli omosessuali dovrebbero esserne esclusi. Solamente il pregiudizio può offuscarci le idee e indurci a ritenere che due innamorati dello stesso genere non debbano aspirare a prendersi per mano, a convivere, a volersi bene, massì, anche a litigare e magari a detestarsi esattamente come facciamo noi.

Ma dopo aver vinto il pregiudizio è indispensabile compiere un passo ulteriore: rispettare le unioni gay, smetterla di sghignazzare. In altri termini: se i diritti umani li pretendiamo per noi, dobbiamo pretenderli anche per il nostro prossimo, senza indagare sui motivi per cui palpita il suo cuore. Già. I cuori palpitano. E il mio non palpita più del tuo.

MYRTA MERLINO ANSELMA DELL OLIO

3- UNIONI DI FATTO: RIPRENDONO LAVORI IN COMMISSIONE GIUSTIZIA
(ASCA) - La commissione Giustizia della Camera, e' tornata a riunirsi in sede referente oggi pomeriggio stabilendo che ''entro maggio inizieranno le audizioni di alcuni esperti che forniranno delle indicazioni'' sul tema delle unioni di fatto. Lo ha dichiarato all'ASCA, la presidente della Commissione Giustizia della Camera e relatore, Giulia Bongiorno sottolineando che ''al momento non abbiamo fatto un testo base''.

MASSIMO MUCCHETTI

''Per adesso la mia relazione - ha aggiunto la Bongiorno - e' stata solo un elenco di tutta la possibile regolamentazione della materia ovviamente in ciascuna proposta di legge vengono indicate quelle che possono essere le discipline per fare in modo che le unioni di fatto abbiano una rilevanza giuridica''. ''L'abbinamento dei testi che era stato chiesto da alcune delle commissarie in particolare da Anna Paola Concia (Pd) e da Rita Bernardini (Pd), sara' stabilito solo dopo le audizioni''.

Sull'iter in commissione la Bongiorno si dice fiduciosa e nonostante le difficolta' ''il primo nodo e' stato sciolto perche' gia' il fatto che ne stiamo parlando in commissione significa che c'e' la volonta' di affrontare il tema. A volte questa volonta' e' mancata ma credo che il tema sia irrinunciabile e indifferibile''. Per il presidente della Commissione Giustizia ora si devono verificare quali sono le volonta' sull'argomento e soprattutto ''estendere alle coppie di fatto i diritti che attualmente sono previsti tra i coniugi. Si tratta di vedere che tipo di estensione si puo' dare''. La Bongiorno, infine, rileva che ''per ora non ci sono stati contrasti con il Pdl. Non posso registrare nessun tipo di posizione contraria''.

MARA VENIER LUIGI COLDAGELLI

4- USA:GAY;CONCIA,OBAMA VENGA IN COMMISSIONE E SPIEGHI CIVILTA'
(ANSA) - "E' surreale che nel giorno in cui il presidente Obama negli Usa dichiara il suo storico appoggio al matrimonio tra persone dello stesso sesso in Italia, in Commissione Giustizia alla Camera ci si è confrontati, nell'imbarazzo generale, sulla richiesta di includere nella discussione sulle unioni civili, anche le proposte presentate da me e dalla collega Bernardini che riguardano il matrimonio tra persone omosessuali. E' evidente che questi tentennamenti sono stati spazzati via dalla storia e a questo punto sarebbe bello audire anche il presidente Obama".

Lo dichiara Anna Paola Concia, deputata del Partito democratico. "Prima di Barack Obama anche il neo presidente francese Hollande - ricorda la parlamentare Pd - si è schierato sulle stesse posizioni. Il Partito democratico, impegnato in questo momento ad elaborare una piattaforma programmatica comune con tutte le forze progressiste europee sui temi della crescita economica, non può più perdere tempo e far finta di niente". Poi Concia conclude: "forza Partito democratico italiano, puoi farcela ad entrare anche tu nella storia!".

 

 

LA GELMINI CONTINUA A DIRE CHE IL SUO BANANA LE HA PROMESSO UN FUTURO IPER-LUMINOSO “E FANCULO AD ALFANO!”

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Bigador per Dagospia

MARIA STELLA GELMINI CORRADO PASSERA

1 - E' più forte di lei. Non ce la fa proprio a stare zitta. A poche decine di amici fidatissimi (oh, fidatissimi!) la vispa Gelmini continua a dire che il suo Banana le ha promesso un futuro iper-luminoso "e fanculo Alfano..."

2 - Il Papa straniero per il centrodestra ha sempre più un identikit ben definito: pochi capelli in testa, quei pochi sono scuri, viso ovale, mani in pasta in gran parte della industria italiana. Una certa passione per le donne... Oddio, non è il nostro Banana (purtroppo) ma Passera!

3 - E c'è a chi dà fastidio. SuperMario sta pensando di ridurre (ulteriormente) gli spazi di Corradone. Ridurre la sua visibilità. Troppa concorrenza.

4 - Lo mollo. Non lo mollo. E se lo mollo cosa accade? Strage di margherite fuori palazzo Grazioli. Sono sempre più numerosi gli pseudo-politici che non sanno come sopravvivere. Da Pionati a salire...

5 - E Montezemolo? Eccone un altro! Il sor tentenna è allettato. "Adesso ci sono praterie per noi". Della Valle pensa lo stesso. Lavorano e trafficano. Chiedono anche sondaggi. La Ghisleri ha nuovi clienti?

6 - Ma (Gelmini esclusa) che fine hanno fatto le donne del Pdl? Ok, lasciamo fuori anche la Di Girolamo (ha altro cui pensare). Ma tutte le altre? Imboscate "provano a rifarsi una verginità....difficile"

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO DELLA VALLE

7 - Oh, svelato l'arcano. Dopo l'auto-candidatura della Santadeché grazie a due articoli su Repubblica, la stessa ha confermato a Pocket di essere pronta per le primarie. "Il problema è: ma chi la vole?! Sta facendo tutto da sola!". Quasi, da sola...

8 - Due in ascesa, due che rischiano di mandare in pensione i loro "padri": Tosi e Rao stanno massacrando Maroni e Pierfurbino. Vedremo....

9 - A proposito di Lega. Guardate che la Votino non è l'unica portavoce che prende un fottio di soldini. E non si capisce cosa fa! Andate a vedere...

10 - Bersani ha un nuovo fan. Matteoli ha dato tutto il suo apprezzamento "per l'idea di riunire i moderati" - che sa' da fa' pe' campà...

11 - Siamo affranti per Razzi. Continua a lamentare e manifestare una certa preoccupazione per il suo futuro. "Ho un mutuo! Ho delle sbese". Insomma "Ma sendo un pracario da bolitica..."

12 - Obama pentito per aver fatto dispiacere Giovanardi riguardo ai matrimoni gay.

13 - Auto-citazione: due parlamentari pidiellini oggi discutevano affranti perché non gli sembrava opportuno partecipare alla festa di Dagospia. Problemi loro.

14 - Prodi si è rotto di fare il nonno. Secondo Velina Rossa punterebbe nientepopodimenoche all'Onu. Sempre se non conquista il Quirinale.

santanche bocca aperta

 

 

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