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MONTE DEI FIASCHI DI SIENA: “TANGENTONE ROSSO”! ALTRO CHE “AGGIOTAGGIO E OSTACOLO A BANKITALIA”, TRUFFA!

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Paolo Baroni per La Stampa

montepaschi siena sede

Ufficialmente si indaga per aggiotaggio, manipolazione del mercato sul titolo di Banca Mps ed ostacolo alle autorità di vigilanza. In realtà l'obiettivo vero dei magistrati senese, ma non è escluso nemmeno un interessamento di quelli milanesi, sta a 1250 chilometri più a nord. Gli inquirenti, che ieri hanno scatenato quasi centocinquanta finanzieri in giro per l'Italia, andando a frugare e a «cercare carte» a Siena, ma anche a Milano, Roma, Firenze e Mantova, è a Londra che vogliono arrivare. Non solo il Montepaschi ha strapagato l'Antonveneta, il cui prezzo nel 2007 nel breve volgere di appena due mesi è lievitato dai 6,3 miliardi sborsati dagli spagnoli del Santander a 9,3 e poi addirittura a 10,3 miliardi di euro, in pratica una mezza manovra finanziaria, ma dietro questo giro vorticoso di soldi si nasconderebbe ben altro. Qualcuno, e il sospetto sarebbe più che fondato, ha fatto una «cresta» sull'operazione Antonveneta.

I sospetti sono tutti rivolti sui venditori, gli spagnoli del Banco Santander guidato da Emilio Botin, su possibili consulenti e mediatori (magari non ufficiali) entrati in campo in quei giorni caldissimi in cui in Italia impazzava la guerra per banche, col Monte che rischiava di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro, schiacciato sul mercato italiano tra Unicredit e Banca Intesa da poco andata a nozze col Sanpaolo.

E' per questo che per i banchieri senesi, che in quei tempi si erano visti sbattere in faccia già tante porte, dal Sanpaolo a Banca di Roma, Antonveneta andava presa a qualsiasi prezzo. Anche a costo di.... oliare qualcuno? Arrivando a mettere in campo faccendieri e massoni, come trapela da fonti vicine agli inquirenti? Sembra di sì. Alcuni documenti in mano ai magistrati proverebbero legami e rapporti su cui ora si tenta di alzare il velo.

Il «Monte dei fiaschi», come l'ha ribattezzato domenica in tv Milena Gabanelli, ha pagato la sua preda tre miliardi di troppo? I numeri parlano da soli e sono in molti da cinque anni a questa parte, non solo a Siena, a sostenerlo. Soldi finiti a qualcuno in particolare? «Report» l'altra sera ha raccolto l'urlo di una donna che protestava contro il Monte: «Qualcuno li ha messi in tasca!».

MUSSARI VIGNI MPS

Questa è la «vox populi», i magistrati lavorano su un'ipotesi non molto diversa: ipotizzano una «truffa», estero su estero, che vale all'incirca 1,2-1,5 miliardi di euro. Ed ora, avendo aperto ufficialmente l'inchiesta per aggiotaggio, cercano riscontri alle soffiate raccolte da alcuni «fuoriusciti» di Rocca Salimbeni. A questo miravano le perquisizioni di ieri, ed è per questo che i nomi degli indagati, in un primo momento di parla di due dirigenti della banca a sera saliti poi a quattro, verrebbero tenuti coperti. Perchè l'indagine punta molto più in alto, tanto in alto (almeno come dimensione della truffa) da aver messo in allerta addirittura Palazzo Chigi ieri, secondo alcune indiscrezioni, puntualmente al corrente del vero obiettivo delle indagini in corso.

monte dei paschi di sienaGabriello Mancini

Nella montagna di documenti sequestrati a Siena presso la direzione generale della «banca rossa», e poi con i controlli effettuati a Milano negli uffici della Mediobanca e al Credit Suisse, e poi ancora negli altri grandi istituti coinvolti in questi anni nelle operazioni orchestrate dalla Fondazione Monte dei Paschi (da Jp Morgan a Deutsche bank, da Intesa Sanpaolo a Goldman Sachs) si cercano insomma le tracce del flusso dei soldi per arrivare a individuare le responsabilità precise dei singoli e la concatenazione dei passaggi di denaro.

Il vecchio adagio, «follow the money», segui la corrente dei soldi, resta insomma sempre valido. Si conosce il punto di partenza, Siena, ed il probabile punto di transito, ovvero Londra. Ora si tratta solo di capire quanti passaggi di mano ci sono stati, quanti soldi sono girati, e a chi sono finiti in tasca. La caccia è appena iniziata.

 

 


Nozze gay, la svolta di Obama - La Grecia spaventa l’Europa nuovo allarme per lo spread- Pdl, parte l’assedio a Monti -

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Il Velino.it

CORRIERE DELLA SERA - In apertura: "Investimenti, piano di Monti". Editoriale di Sergio Romano: "La risposta che non c'è". Al centro: "Perquisito dalla Finanza il Monte dei Paschi. L'accusa di aggiotaggio". Al centro fotonotizia: "Nel convoglio Onu sotto attacco". Di spalla: "I pm: commissariare una parte dell'Eni". In basso: "Obama dice sì ai matrimoni gay".

MPS

LA REPUBBLICA - In apertura: "Pdl, parte l'assedio a Monti". Sotto: "Shock a Bologna, suicida leader Pd". Editoriale di Andrea Bonanni: "La minaccia della bacarotta". In basso: "La sfida di Obama ‘legali le nozze gay'". Di spalla: "La triade Merkhollti nel destino dell'Europa".

LA STAMPA - In apertura: "Pdl-Monti, alta tensione sulle colpe della crisi". In alto: "Rimborsi ai partiti, primo sì al taglio del 50 per cento". Accanto: "Acquiato Antonveneta, blitz della Finanza al Monte dei Paschi" Editoriale di Marco Calabresi: "Il dovere di farsi carico". Al centro, fotonotizia: "Hillary, addio trucco: ‘ho l'età per decidere'" Di spalla: "Nozze gay, la svolta di Obama"

MARIO MONTI E IL DITINO ALZATO

IL GIORNALE - In apertura: "Pdl, ore decisive". Sotto: "Se Casini fa meno share dell'amica Lilli Gruber". Di spalla: "Amore e fame valgono per tutti, anche per i gay". In basso: "Cade un tabù: blitz dei pm nella banca rossa".

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Prestiti alle imprese fermi a crescita zero". Sotto: "Atene e Madrid deprimono i mercati, spread a quota 424". Editoriale di Fabrizio Forquet: "Sporcatevi le mani". Sotto: "La Gdf al Montepaschi, 4 indagati".

SCARONI

IL MESSAGGERO - In apertura: "Fornero Investimenti, il piano italiano". Editoriale di Alessandro Di Lellis: "La battaglia per Yulia non si deve fermare". Accanto: "'Chiarimento con il premier', il Pdl si divide". Sempre al centro: "La Grecia spaventa l'Europa nuovo allarme per lo spread". In basso: "Arriva il commissario per il Maxxi".

IL TEMPO - In apertura: "Monti fa il pompier, ma il Pdl brucia". Editoriale di Mario Sechi: "La tecnocrazia non è democrazia". Al centro, fotonotizia: "La Finanza in banca". Sotto: "Ministro e prefetto. Scontro finale".

IL FATTO QUOTIDIANO - In apertura: "Grillo sfotte i partiti ‘Senza di me vi beccavate i fascisti'". Editoriale di Marco Travaglio: "Ma mi Facci il piacere". Sotto: "Perquisiti Montepaschi e Mediobanca per aggiotaggio e affare Antonveneta".

 

USA: OBAMA APPROVA I MATRIMONI GAY - L’EUROPA PREME SULLA GRECIA PER IL PIANO AUSTERITÀ

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DAGOREPORT

1 - THE NEW YORK TIMES - In apertura, "Obama approva i matrimoni gay, prendendo posizione sulla dibattuta questione sociale" - A sinistra, "F.D.A. diffidente nei confronti dell'uso prolungato di farmaci per le ossa" - "I genitori dei prigionieri di guerra rivelano gli accordi degli Stati Uniti con i talebani"

THE TIMES THE WASHINGTON POST

2 - THE WASHINGTON POST - A destra, ""Passo storico di Obama sui matrimoni gay" - A sinistra, "Nell'attentato sventato, un affiliato di Al-Qaeda ha abboccato all'amo dell'informatore saudita"

3 - THE WALL STREET JOURNAL (EUROPE) - In apertura, "L'Europa preme sulla Grecia per il piano austerità"

4 - THE GUARDIAN - In apertura, "Cameron costretto a tornare indietro sui jet a causa dei costi crescenti" - "Al centro, "Sua Maestà trasmette il 69° discorso della regina" - A destra, "Otto anni di sogni infranti addensano nubi sulla cerimonia della torcia" - In basso, "Coulson agli incontri segreti? ‘Molto probabile', dice il N°10"

5 - THE INDEPENDENT - In apertura, "È così? Il business disprezza il discorso della regina", "Coro di critiche sulla mancanza di proposte per la crescita" - Al centro, "Sorpresa afghana: in un incontro per celebrare la ‘ritirata' talebana. Cosa potrebbe andare storto?"

6 - THE TIMES - In apertura, "Gove agisce rapidamente sullo scandalo delle case di cura " - A destra, "Vidal Sasoon, l'uomo che ha dato lo stile agli anni Sessanta, muore a 84 anni"

THE NEW YORK TIMES THE INDEPENDENT

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "Perché non c'era un piano per la crescita?", "I leader del mondo del business delusi per la mancanza di aiuto all'economia nel discorso della regina" - A destra, "I trafficanti sfrutteranno lo sciopero del personale di frontiera, avverte il sindacato" - In basso, "La Grecia avvertita: mantenere i tagli o gli aiuti dell'Ue si fermeranno"

8 - FINANCIAL TIMES - In apertura, "La Spagna prende una quota di Bankia di 4,5 milioni di euro" - Al centro, "Il Governo stabilisce il nuovo programma legislativo" - A destra, "Marcia indietro sui jet F35 colpisce i piani difensivi di cooperazione francesi" - In basso, "Migliaia di posti di lavoro a rischio mentre Clinton entra in amministrazione" - In alto, "La Silicon Valley scossa dalla guerra dei brevetti"

9 - DAILY MAIL - In apertura, "Vietati I cellulari a scuola" - In alto, "Sono stato considerato un maligno per aver detto la verità su Diana", "L'autore del libro reale dell'anno torna a colpire"

10 - DAILY EXPRESS - In apertura, "La figlia di Kate sarà regina", "Secoli di vecchie leggi reali saranno abolite" - A destra, "Urrà! Alla fine possiamo sbattere fuori Abu Qatada"

LES ECHOS THE DAILY TELEGRAPH

11 - LE MONDE - In apertura, "Le prime decisioni del presidente Hollande" - A destra, "HEC, la scuola che trionfa fino all'Eliseo" - Al centro, "Il caso Timochenko esaspera gli europei" - "Il governo tedesco favorevole all'aumento dei salari" - "La Grecia fuori dall'euro: l'ipotesi ritorna" - In basso, "Una diga, e il Niger torna a sperare"

12 - LE FIGARO - In apertura, "Fillon-Copé: obiettivo legislative" - A sinistra, "Il battesimo di fuoco europeo di François Hollande" - Al centro, "Elezioni test per il regime di Bouteflika in Algeria" - "Perché i giovani non leggono più Jules Verne" - In alto, "Esuli fiscali: Regno Unito e Svizzera, le destinazioni preferite dai francesi" - "Parigi: inizoi progressivo ma promettente per Autolib" - In basso, "La Grecia, primo ostacolo per la presidenza Hollande"

13 - LA CROIX - In apertura, "Torna la rabbia degli algerini" - In basso, "Uscire dalla transizione" - A destra, "Ultimo consiglio senza amarezza per il governo Fillon"

14 - LES ECHOS - In apertura, "L'Europa tenta ancora di evitare il fallimento della Grecia" - "La minaccia di un'uscita dall'euro fa tremare i mercati" - In basso, "Pensioni: la crisi aggrava l'equazione finanziaria" - "Ribasso dei prezzi della benzina: il blocco diventa inutile" - In alto, "Toyota torna in forze dopo gli anni neri"

LE MONDE LE FIGARO

15 - LA TRIBUNE - In apertura, "Il giorno in cui la Grecia uscirà dall'euro..."

16 - EL PAIS - In apertura, "Lo Stato prende il controllo di Bankia" - Al centro, "L'Atletico Madrid vince l'Europa League con un magico Falcao" - In basso, "L'amore oscuro di Federico García Lorca"

 

MATRIMONI OBAMASESSUALI - LO SBARACCATO DICE “S̔ ALLE NOZZE GAY E SPOSTA LA CAMPAGNA ELETTORALE SUL SOCIALE…

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Paolo Mastrolilli per "la Stampa"

BARACK OBAMA

Svolta storica del presidente Obama, che ha deciso di appoggiare i matrimoni gay. Lo ha fatto ieri durante un'intervista con la tv «Abc», cambiando la posizione che aveva tenuto durante tutta la sua carriera politica. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney ha subito risposto di essere contrario, impegnandosi a favorire un emendamento costituzionale che vieti le unioni tra gli omosessuali.

Così si apre un fronte che potrebbe diventare decisivo nelle elezioni di novembre, soprattutto negli stati più in bilico come la North Carolina, che proprio martedì ha votato a favore di un referendum per impedire le nozze tra i gay.

MITT ROMNEY article

Parlando con la giornalista Robin Roberts, Obama ha annunciato così la sua decisione: «Ad un certo punto ho concluso che per me personalmente è importante andare avanti, e affermare che penso che le coppie dello stesso sesso dovrebbero avere la possibilità di sposarsi». Il presidente ha spiegato che è passato attraverso una lunga evoluzione, parlandone con la moglie Michelle, le figlie Malia e

Sasha, amici e consiglieri. All'inizio della carriera era contrario ai matrimoni omosessuali, ma col tempo è passato ad approvare le unioni civili, la fine delle discriminazioni verso i gay nelle forze armate, e ora le nozze. La ragione principale è la trasformazione che ha visto nella società. Le sue figlie hanno parecchi amici con genitori dello stesso sesso, e per loro non aveva senso trattarli in maniera diversa.

Obama ha parlato anche del peso che la sua fede cristiana ha avuto nella decisione, perché da una parte molti credenti si oppongono ai matrimoni gay, ma dall'altra c'è la «regola aurea che ci chiede di trattare il prossimo come vorremmo essere trattati noi». Il presidente però non ha annunciato iniziative per favorire la legalizzazione delle nozze tra gli omosessuali a livello federale, limitandosi a dire che la questione normativa deve essere decisa dai singoli Stati.

matrimonio gay

Oltre agli aspetti personali, infatti, questa decisione ha un grande peso politico. Nel 2008 i gay avevano appoggiato in maniera massiccia Obama, ma ora erano delusi e rischiava di perdere il loro consenso per le elezioni di novembre. Domenica il vice presidente Biden ha dichiarato di essere favorevole ai matrimoni gay accelerando così la scelta di Barack.

I suoi consiglieri erano divisi, perché da una parte la mossa di ieri recupera il sostegno di gay, giovani e liberal, ma dall'altra mette a rischio quello di molti elettori moderati, cattolici ed evangelici, che saranno decisivi in diversi stati determinanti come North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Colorado, Virginia.

Lesbo Nozze

A livello nazionale, secondo la Gallup, il 50% degli americani è favorevole e il 48% contrario, ma il 65% dei democratici e il 57% degli indipendenti appoggia la scelta di Obama, contro il 22% dei repubblicani. Il presidente ha deciso che per lui era fondamentale mobilitare il sostegno della sua base, sperando di mantenere anche il consenso della maggioranza degli indipendenti, e quindi ha scelto di correre il rischio di cambiare posizione sui matrimoni gay.

 

BUSINESS INTERNATIONAL - LA SPAGNA NAZIONALIZZA BANKIA - OBAMA APRE AI MATRIMONI GAY - “NOSTALGIA CANAGLIA” (FOTO)…

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DAGOREPORT
1 - FINANCIAL TIMES
SPAGNA PRENDE IL 45% DI PARTECIPAZIONI IN BANKIA
http://on.ft.com/KNjaP6

La Spagna ha preso il 45 per cento delle azioni di Bankia, la terza più grande banca del Paese, dopo le preoccupazioni per la caduta dei mercati azionari e obbligazionari.

MARK ZUCKERBERG

OBAMA SI DICE FAVOREVOLE AI MATRIMONI GAY
http://on.ft.com/LUBL0M

Il presidente Barack Obama ha detto di essere favorevole ai matrimoni delle coppie omosessuali.
La dichiarazione conferma l'evoluzione di Obama sulla questione e ha deliziato la base più liberal del suo partito, anche se il presidente rischia di allontanare alcuni elettori più conservatori.

BANKIA x

L'elezioni di novembre ruoterà intorno all'economia americana, ma Obama sembra aver progettato di spostare la questione sul sociale per fornire un motivo di contrasto ancora più stridente con Mitt Romney, il suo presunto rivale repubblicano, che vorrebbe invece introdurre un emendamento costituzionale per vietare i matrimoni gay.

BARACK OBAMA

2 - THE WALL STREET JOURNAL
FACEBOOK RIVELA LA VULNERABILITÀ NEL "MOBILE"
http://on.wsj.com/KovRTg

Più della metà dei 900 milioni di utenti di Facebook accede al sito dagli smartphone. Gli utenti mensili della versione "mobile" del sito sono cresciuti dai 425 milioni di dicembre ai 488 milioni di marzo.
Ma Facebook ha riconosciuto di avere ancora una quantità limitata di annunci pubblicitari sul suo sito mobile e che quindi la crescita degli utenti non ha portato a un aumento delle entrate pubblicitarie.

GRECIA RISCHIO DEFAULT

3 - BLOOMBERG
OLANDESI IN FILA PER GLI AIUTI ALIMENTARI MOSTRANO LA NUOVA REALTÀ ECONOMICA CHE HA INGOLFATO L'EUROPA
http://bloom.bg/KowxIh

È solo poco dopo l'ora di pranzo in una giornata piovosa nella periferia di Amsterdam ma la linea di persone in attesa di riempire i loro sacchi di riso, succhi di frutta, patate e pane si sta allungando.
Il mercato di Bos en Lommer è solo uno dei 135 banchi alimentari nei Paesi Bassi dedicati al salvataggio di persone che cercano di sopravvivere con meno di 180 euro al mese, la soglia per beneficiare dell'aiuto. Gli organizzatori dicono che la domanda per il servizio è aumentata del 20 per cento nel primo trimestre del 2012.

AIUTI ALIMENTARI AD AMSTERDAM

IL PARCO TEMATICO DI "ANGRY BIRDS" (FOTO)
http://bit.ly/JhL6wm

Il successo mondiale di Angry Birds come gioco per cellulare è stato tradotto nella vita reale come "Angry Birds Land", un'area di svago all'interno del parco giochi finlandese "Särkänniemi".

4 - LES ECHOS
LA GRECIA NON È MAI STATA COSÌ VICINA AL FALLIMENTO
http://bit.ly/LkZrsh

Il fastidio regna nelle capitali europee dopo l'aggravarsi della crisi politica in Grecia. Atene ha chiesto di rivedere il secondo programma di aiuti. Una prospettiva che provoca forte agitazione nei mercati.

IL PARCO GIOCHI DI ANGRY BIRDS

UN PAESE PUÒ LASCIARE LA ZONA EURO?
http://bit.ly/IS0CQT

Questa è una delle principali domande che si sono poste dal primo giorno i partner della Grecia: l'impatto che avrebbe l'uscita di Atene dalla zona euro sarebbe non solo sugli investitori e sulle moneta unica, ma anche sulla costruzione della stessa Europa.

5 - LA TRIBUNE
LE AMBIZIONI "VERDI" DI MICROSOFT
http://bit.ly/KHfVhY

Due settimane dopo essere stato attaccato da Greenpeace per via del suo impatto ambientale, il gigante informatico statunitense ha pubblicato l'obiettivo di neutralizzare le emissioni di anidride carbonica di tutte le sue attività entro il 1° luglio.

ATARI

6 - MASHABLE
30 FOTO "NOSTALGICHE" DEI LETTORI DI MASHABLE (FOTO)
http://on.mash.to/K4ogqK

Noi tutti abbiamo cose che ci fanno tornare in mente il passato e ci rendono nostalgici. Una canzone, una foto o un oggetto che ci può trasportare in un altro luogo e tempo.

 

BORSE EUROPEE IN RECUPERO IN AVVIO, DOPO IL CALO DELLA VIGILIA: MILANO +0,66%

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1 - BORSA: TENTANO IL RIMBALZO IN AVVIO, +0,6% MILANO...
Radiocor - Borse europee in recupero in avvio, dopo il calo della vigilia. Gli indici, pero', dopo un avvio vivace hanno rallentato il passo: Milano segna un guadagno dello 0,66%, Francoforte dello 0,7%, mentre Parigi oscilla sulla parita'. Bene anche Madrid (+1%) e anche Atene argina le perdite allo 0,8%, nonostante la situazione politica rimanga bloccata.

PIAZZA AFFARI - MAURIZIO CATTELAN

A Piazza Affari rialzano la testa le azioni delle banche, fatta eccezione delle Mps (-0,6%) che continuano a risentire delle notizie sul blitz della Guardia di Finanza presso la sede dell'istituto. Sono ancora deboli le Mediaset (-1%), sempre penalizzate dai conti del primo trimestre e dalle prospettive incerte per tutto il 2012. Telecom Italia sale dell'1,7% all'indomani dei conti trimestrali e dell'annuncio che avvia il processo di vendita per Timedia (+7,3%). Sul fronte dei cambi l'euro passa di mano a 1,2955 dollari (ieri 1,2994) e 103,2 yen (103,7), mentre il dollaro-yen si attesta a 79,67 (79,8). In lieve calo il petrolio: il future sul Wti perde lo 0,1% a 96,91 dollari al barile.

MARIO DRAGHI ALLA BCE

2 - BORSA: TOKYO IN LIEVE FLESSIONE, NIKKEI UN SOFFIO SOPRA 9MILA PUNTI...
Radiocor - La Borsa di Tokyo chiude in leggero ribasso (-0,39%) una seduta caratterizzata dai timori degli operatori per l'instabilita' politica greca e la crisi del debito europea. Pesa, secondo gli esperti, anche l'incertezza sul mercato valutario (il peso dello yen per l'export nipponico e' molto significativo) e sul futuro comportamento delle banche centrali. Il Nikkei segna cosi' -0,39% proprio sopra quota 9mila punti mentre il Topix e' quasi invariato (-0,05%) a 765 punti. Gli scambi sono stati comunque piuttosto esigui con 1,89 miliardi di pezzi passati di mano.

3 - BCE: PREVISORI ABBASSANO STIME PIL 2012 A -0,2% DA -0,1%...
Radiocor - I previsori della Bce hanno abbassato le stime di crescita del pil 2012 a -0,2% dal -0,1% previsto a febbraio. Peggiorano anche le stime di crescita per il 2013, a +1% da +1,1%. Riguardo all'inflazione, i previsori vedono ora una crescita dei prezzi del 2,3% nel 2012 contro il +1,9% previsto tre mese fa mentre si fa ancora piu' preoccupante la situazione del del mercato del lavoro: le nuove stime parlano di un tasso di disoccupazione nel 2012 all'11% dal 10,6% di tre mesi fa.

MATTEO ARPE

4 - LA PROPOSTA MISTERIOSA DI ARPE E MENEGUZZO...
R.Fi. per il "Sole 24 Ore" - Alla fine, dopo tanti annunci, è arrivata. Sator e Palladio hanno presentato un'offerta che prevede un aumento di capitale su Fonsai per un importo non inferiore a 800 milioni. Così Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo hanno giocato la carta finale. Riusciranno a convincere il Cda della compagnia assicurativa della bontà del loro piano? Progetto alternativo, hanno spiegato, con un maggior rispetto del mercato rispetto all'unione con Unipol. Difficile dire quale sarà l'esito finale di una vicenda con diversi colpi di scena. Ma ci sono alcuni nodi che Sator e Palladio dovranno sciogliere.

È un dato di fatto che Unipol-Fonsai, malgrado i sacrosanti rilievi, rappresenta un'operazione di sistema. Sator e Palladio, invece, sono private equity che comprano aziende per rivenderle dopo qualche anno con profitto: tutto lecito, ma prevale la logica finanziaria su quella industriale. Inoltre, per ora, i due fondi non hanno svelato le carte: con quali banche saranno alleati per l'aumento di capitale? Hanno un socio industriale al fianco? Domande ancora senza risposta.

5 - A2A E I COSTI DUALI DELLA GOVERNANCE...
C.Ch. per il "Sole 24 Ore" - Premessa: i Comuni di Milano e di Brescia hanno già annunciato un'imminente sforbiciata alle remunerazioni di A2A. Ciò non toglie che gli stipendi 2011 - tra presidenti, vice presidenti, comitati vari e 23 consiglieri perlopiù d'estrazione politica - balzino all'occhio perché sopra la media delle ex municipalizzate. Complice il duale, la governance del gruppo lombardo è costata 4,4 milioni, circa il doppio rispetto ai 2 milioni di Iren e ai 2,3 di Hera.

In attesa dell'austerity promessa dai soci, comunque, alcuni manager hanno dimostrato sensibilità sul tema: i direttori generali Ravanelli e Rossetti (che hanno guadagnato circa 1 milioni a testa) hanno riversato in A2A i compensi percepiti nelle società controllate per complessivi 464mila euro e hanno rinunciato al 20% del bonus. Il presidente Giuseppe Sala, che a febbraio ha sostituito il compianto Giuliano Zuccoli, ha invece rinunciato all'intero stipendio mentre l'emolumento da consigliere (80mila euro) l'ha sempre devoluto in beneficenza.

ROBERTO MENEGUZZO

6 - BONUS AL TRADER ANCHE SE FA IL BUCO...
L.Mais. per il "Sole 24 Ore" - Giudici al fianco dei banchieri. Mentre esplode la rivolta degli azionisti contro la paga dei manager, la corte di Londra premia i bankers di Dresdner Kleinwort assegnando 50 milioni di bonus a un centinaio di manager. Nel pieno della crisi Commerzbank rilevò la banca d'affari anglo-tedesca, senza però rispettare i vincoli sulle gratifiche, ma lo fece per una ragione molto semplice: Dresdner Kleinwort aveva perso 6,5 miliardi di euro e quindi il management non meritava premi extra.

La querelle è finita in una class action firmata e vinta da un centinaio di traders. Commerz ha promesso d'appellarsi contro il verdetto nella speranza di vedere "trionfare la giustizia", per risparmiare 50 millioni e scongiurare il rischio che diventino 400. A tanto ammonta il pool del bonus mai distribuito: ora che l'avanguardia ha vinto la causa, altri potranno battere una strada simile. Anche a Milano, si sussurra, dove un manipolo di ex potrebbe richiedere qualche milione di...arretrati.

GRATTACIELO COMMERZBANK

7 - PER IMPREGILO UN'ASSEMBLEA «LUNGA»...
S.Fi. per il "Sole 24 Ore" - Si va verso un'«assemblea lunga» su Impregilo, contesa dal gruppo romano Salini e dalla famiglia Gavio. L'incontro-scontro tra i soci, per liquidare l'attuale cda, è stato chiesto da Salini, forte del suo 29% non rappresentato dall'attuale consiglio, espressione del gruppo di Tortona. Ma ci sarà da aspettare. I romani hanno avanzato la richiesta di revoca del consiglio lo scorso 19 aprile.

Impregilo ha trenta giorni per riunire il cda e convocare l'assemblea: visto che c'era già in calendario una riunione del board il prossimo 14 maggio, per la trimestrale, la società aspetterà quell'occasione per accogliere la richiesta di Salini. I tempi della convocazione richiedono almeno 40 giorni, ma probabilmente non si conteranno a partire dal 14 maggio. A fine mese, il 28, è già fissata un'altra assemblea di Impregilo, per una modifica allo statuto. E tra due assemblee devono passare almeno 40 giorni. Quindi per lo show-down tra Salini e Gavio si andrà ai primi di luglio. La battaglia si gioca anche sulle agende.

8 - MORNING NOTE...
Radiocor

Milano: Annual Report 2011 di Pirelli.

CDA (approvazione dati contabili): A2A (Consiglio di Gestione), Autogrill, Enel, Fondiaria-Sai, Pirelli, Prysmian, UniCredit, Unipol.

salini costruttori

Milano: assemblea Pirelli & C. per bilancio al 31/12/11 e nomina Collegio sindacale.

Milano: Giornata Nazionale della Previdenza. Partecipa, tra gli altri, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano; Elsa Fornero, ministro del Lavoro; Antonio Mastrapasqua, presidente Inps; Massimo Sarmi, a.d. Poste Italiane.

Milano: incontro organizzato dal Centro di ricerche su Sostenibilita' e valore della Bocconi (CReSV) sul tema 'Oltre il Pil: un nuovo concetto di valore. La sostenibilita' dall'azienda al sistema Paese'. Partecipano, tra gli altri, Amartya Sen, Premio Nobel per l'Economia; Enrico Cucchiani, ceo Intesa Sanpaolo.

Milano: convegno sul tema 'L'Economia in tempi di crisi. Quale sostegno alla Famiglia', organizzato da Il Sole 24 Ore e Fondazione Milano Famiglie 2012. Partecipano, tra gli altri, Card. Peter Turkson, presidente Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; Anna Maria Tarantola, vice direttore Banca d'Italia: Linda Laura Sabbadini, direttore Dipartimento Statistiche Sociali e Ambientali Istat; Giovanni Dotti, presidente e a.d. Welfare Italia Servizi; Mauro Magatti, preside Facolta' Sociologia Universita' Cattolica.

Torino: incontro organizzato da Mpn, Muoviti per la novita', sul tema 'Avere 20 anni in Italia: grande prospettiva o misera possibilita'?'. Partecipano, tra gli altri, Elsa Fornero, ministro del Lavoro; Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione.

PIETRO SALINI

Roma: si riunisce l'assemblea di Unindustria alla quale partecipano la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il vice presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani

Roma: assemblea annuale di Rete Imprese Italia alla presenza del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.

Roma: il presidente del Consiglio, Mario Monti, incontra il Primo Ministro del Montenegro, Igor Luksic.

CRISI: Atene e Madrid deprimono i mercati. Spread Btp-Bund a quota 424 punti (dai giornali). Allarme banche spagnole, Bankia viene nazionalizzata (Il Sole 24 Ore, pag. 2). 'Ora serve una nuova fase nei rapporti franco-tedeschi', intervista all'ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi (Il Messaggero, pag. 2).

PREVIDENZA: fondi per 65mila esodati, solo due anni di copertura (dai giornali)

TASSE: piu' esenti i ricchi dei pensionati poveri (La Repubblica, pag. 24).

BANCHE: prestiti alle imprese fermi a crescita zero (Il Sole 24 Ore, pag. 1, 41-43).

GRECIA: nel caos, verso nuove elezioni (dai giornali).

MPS: la Gdf perquisisce la sede. Indagine per aggiotaggio, 4 indagati (dai giornali).

FONSAI: offerta di Sator-Palladio per ricapitalizzare (dai giornali). Nagel 'proposta non percorribile' (Il Sole 24 Ore, pag. 31). Preaccordo sul concambio al 62% (Il Messaggero, pag. 17).

MEDIOBANCA: il peggio e' passato, parla l'a.d. Alberto Nagel (dai giornali).

GRUPPO GAVIO

FINANZA: 'col web le imprese arrivano dovunque', intervista al vice-presidente di Google per l'Europa, Carlo D'Asaro Biondo (La Stampa, pag. 36).

ENI: commissariare la societa' in Kazakhstan, la richiesta dei Pm (Corriere della Sera, pag. 27).

A2A: risolve il nodo Montenegro, il caso del duale (Corriere della Sera, pag. 41).

TELECOM: ok all'avvio cessione dei media (dai giornali). 'Ora ci sono le condizioni per la vendita di La7', intervista al presidente, Franco Bernabe' (La Stampa, pag. 33).

ENI-SNAM: il Governo stringe i tempi per il distacco (Il Sole 24 Ore, pag. 33).

 

 

TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUL SESSO MA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE VE LO SPIFFERA LUXURIA

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Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
Da www.ilmessaggero.it

VLADIMIR LUXURIA VLADIMIR LUXURIA

Fino al 13 maggio al Teatro dei Satiri di Roma Vladimir Luxuria ripropone il suo cavallo di battaglia "Si sdrai per favore", un modo per affrontare i problemi della sessualità in chiave comica.

Una terapia di gruppo che prevede il coinvolgimento del pubblico in sala, attraverso vere e proprie lezioni di sesso. Una proposta speciale per pazienti-spettatori, accolti non all'interno di un freddo studio medico o di una grande aula universitaria, ma sprofondati nelle confortevoli poltrone di un teatro.

VLADIMIR LUXURIA

Ma cosa è per Luxuria il sesso? «È la cosa più bella, più naturale e più genuina che i soldi possano comprare». Sorride l'istrionica Luxuria nei panni di professoressa dell'Università Lasolunga di Roma, con l'ausilio medico-spettacolare dell'eccentrica assistenza di Fluxia Loka.

VLADIMIR LUXURIA

Novanta minuti di show dove si parte dal primo contatto, dall'importanza di scaldare l'atmosfera prima di arrivare al sodo. Con una piccola critica all'universo maschile che tende a ignorare i preliminari, tanto che Luxuria sale in cattedra per ricordare che «quando una donna chiede agli uomini i preliminari, l'uomo risponde "dopo"».

FUXIA

Immancabile il consiglio: «Ricordare che esistono le carezze, che la cosa più naturale è il corteggiamento che può durare anche parecchio, quindi non capisco perché l'uomo creda che occorra andare solo dritti all'obiettivo - dice Vladimir -. Anche i baci, il movimento della lingua e la posizione, devono avere un senso: non pretendo ci siano le coreografie, ma almeno di non ruotarla a centrifuga, che ci fa perdere il senso dell'orientamento».

Di cos'altro si parla in scena? «Si passa a parlare di sesso, dall'orgasmo femminile all'onanismo, dal Viagra al peeting, dando le istruzioni per l'uso. Fino al momento della psicanalisi, quando faccio salire sul palco un maschio e una femmina, da soli, per fargli domande e far loro disegnare sulla lavagna qualche risposta. Tutto ha un obiettivo esplicito: farsi una risata e sdrammatizzare tabu e aspettative!».

FUXIA ROBERTO PIANA VLADIMIR LUXURIA FUXIA E VLADIMIR

 

PIERFURBY TORNA A CASA DI SILVIO - CASINI SCIOGLIE IL TERZO POLO, SCARICA FINI, GETTA A MARE RUTELLI

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Amedeo La Mattina per "la Stampa"

Pierferdinando Casini

Casini scioglie il Terzo Polo, scarica Fini e Ruteli, si allontana decisamente da Bersani e vira, più che a destra, verso quello che sarà il contenitore dei moderati che sta aprendo il cantiere. Obiettivo sbarrare la strada alla sinistra e a un Pd «affetto dalla sindrome dell'autosufficienza», osserva il leader dell'Udc.

GIANFRANCO FINI FRANCESCO RUTELLI

Dopo i ballottaggi ed entro la fine di luglio ci saranno grandi novità che interesseranno l'area cattolica, personaggi come Luca Cordero di Montezemolo, il nuovo soggetto politico che sta preparando Berlusconi e Alfano, oltre il Pdl.

Tante iniziative autonome e per il momento separate l'una dall'altra, ma che potrebbero incontrarsi per coagulare il "centrodestra liquido". Il voto amministrativo, secondo Casini, ha reso in maniera plastica questa liquidità, e «i moderati rischiano di rimanere sotto le macerie» dell'antipolitica, mentre il Pd non comprende che sta crescendo «un mostro» fatto di grillini e sinistra radicale stile Vendola.

Commettendo l'errore di accarezzare una legge elettorale a doppio turno alla francese, che sarebbe la tomba dell'Udc. E anche se dovesse rimane l'attuale Porcellum, il rischio per il partito dell'ex presidente della Camera sarebbe altissimo: potrebbe verificarsi che l'ago della bilancia non sarebbe più l'Udc, ma un altro soggetto che scenderà in campo per le politiche 2013.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Allora, massimo movimentismo, gettare a mare il Terzo Polo, salutare Fini e Rutelli: ognuno tessa la propria tela e si salvi chi può. Le amministrative, secondo l'Udc, hanno dimostrato l'inesistenza del Fli e dell'Api. E poi Casini non sopporta più di stare insieme a esponenti del Fli, come Briguglio e Granata, che lo provocano, lo insultano, che in Sicilia sostengono Raffaele Lombardo. Basta, ognuno per la sua strada, in mare aperto. Dal Fli, proprio Briguglio in un tweet scrive che «su Costa (il candidato Pdl-Udc che a Palermo non è andato al ballottaggio ndr) non ci sbagliavamo, su Casini speriamo di sbagliarci».

ANGELINO ALFANO E SILVIO BERLUSCONI

E a proposito di voti, sempre Briguglio che in Sicilia è il coordinatore regionale del Fli, ricorda che sommando i voti presi nei comuni dell'isola il suo partito ha ha avuto una media superiore al 7%: «Un ottimo risultato, che lascia presagire un'affermazione ancora maggiore alle politiche e alle regionali». «Noi - aggiunge Italo Bocchino - andiamo avanti alla costruzione del Fli. Alle amministrative abbiamo ottenuto il 4,2%. Cosa voglia fare l'Udc non ci è chiaro».

bocchino, briguglio, granata

Nell'Udc fanno spallucce. Per Casini l'alleanza con Fli e Api non è sufficiente a rappresentare «un'esigenza di cambiamento, di rinnovamento». «Siamo in una nuova stagione e il gioco è diverso: se qualcuno pensa che le cose vadano bene così, vada avanti». Ieri Fini si è trovato il de profundis del Terzo Polo sui giornali e si è molto arrabbiato, temendo che il leader dell'Udc avesse comunicato la marcia di avvicinamento verso il Pdl e la federazione dei moderati proposta da Alfano.

RAFFAELE LOMBARDO

«Gridava come un pazzo, diceva che Casini è inaffidabile», raccontano nel Fli. Ma nell'incontro tra i due a Montecitorio, Casini ha chiarito di avere ripetuto cose dette tante volte: che il Terzo Polo non riesce a intercettare l'emorragia di consensi del Pdl, che ci vuole qualcosa di nuovo, un soggetto non strutturato che si apra alla società civile. «Vuoi che io mi allei con il Pdl ora che sono ai minimi termini? Ognuno porti avanti il suo progetto, poi si vedrà», ha detto a Fini. Il quale però ha capito l'antifona: Pier pensa che non può più fare il gioco dei due forni e vuole trattare solo per sè il ruolo che avrà nel futuro rassemblement dei moderati.

 

 


VEL-ENI KAZAKI - L’ENI AVREBBE SBORSATO 20 MLN $ PER METTERE LE MANI SUI GIACIMENTI DI PETROLIO IN KAZAKISTAN…

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Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

Logo "Eni"

Commissariare la divisione operativa dell'Eni in Kazakhstan, Agip Kco, o in alternativa vietarle di proseguire a negoziare contratti in Kazakhstan nel più grande giacimento petrolifero degli ultimi 30 anni: la Procura lo chiede al Tribunale di Milano perché almeno 20 milioni di dollari di tangenti Eni avrebbero carburato la prima fase (sino al 2007) dell'investimento, arrivando a corrompere il genero del presidente della Repubblica kazaka Nursultan Nazarbayev, Timur Kulibayev, già presidente dell'ente petrolifero statale e del fondo sovrano di Astana, visitata un mese fa dal premier Monti per «colloqui significativi» proprio sui temi dell'energia.

1 papa pre kazakhstan nursultan nazarbayev lapresse

Secondo quanto notificato all'amministratore delegato Eni Paolo Scaroni, non indagato come persona fisica, è questa la «misura interdittiva» che il pm Fabio De Pasquale chiede alla giudice Alfonsa Ferraro di emettere (in udienza il 29 maggio) nei confronti dell'Eni, indagata come persona giuridica per «corruzione internazionale» in base alla legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi dai dirigenti nell'interesse aziendale.

Eni, che sino alla nomina a ministro della Giustizia era difesa dall'avvocato Paola Severino, ha nominato il capo degli affari legali Massimo Mantovani e il professor Francesco Centonze (ex studio Severino) come legali in questo filone d'inchiesta che conta tre indagati, tra Guido Michelotti di Agip Kco. La Gdf ha nel contempo eseguito alcune perquisizioni.

scaroni

Ex repubblica dell'Unione Sovietica, grande quasi due terzi degli Stati Uniti ma con meno di un quarto degli abitanti dell'Italia, il più importante Paese dell'Asia centrale è guidato dal 1991 dal presidente a vita Nazarbayev, che a dispetto del grottesco 91% di voti conta amici dichiarati come l'ex premier Silvio Berlusconi (che nel 2009 firmò un accordo strategico per l'Italia e l'Eni) e consulenti illustri come l'ex premier britannico Tony Blair: in questi anni ha vantato tassi di crescita tra il 12% e il 5%, propensione a diventare una mecca del commercio internazionale sulla scia di Dubai, una capitale (Astana) ridisegnata da archistar come Norman Foster, una squadra di ciclismo tra le più forti del mondo (prima con Vinokourov e poi con Armstrong e Contador).

FABIO DE PASQUALE

L'Italia è al quarto e quinto posto per import ed export, ma il tesoro sta nel Mar Caspio: nel petrolio dello sconfinato giacimento di Kashagan, dove dal 2013 inizieranno le estrazioni, e nel gas di Karachaganak.

PAOLA SEVERINO

L'Eni, presente dal 1992, è responsabile della realizzazione della prima fase dello sviluppo di Kashagan affidato al consorzio North Caspian Sea Production Sharing Agreement al quale Eni partecipa con il 16,81% accanto a Shell, ExxonMobil e Total, e all'ente petrolifero kazako KazMunaiGas. Agip Kco, controllata Eni, all'epoca dei fatti contestati aveva un peculiare doppio ruolo: da un lato era l'operatore unico per il consorzio, dall'altro lato stava insieme alla kazaka compagnia petrolifera di Stato nello speciale comitato a due che assegna gli appalti selezionando le richieste dei fornitori internazionali che aspirano a ricevere commesse.

Berlusconi con Cherie e Tony Blair

La richiesta dei pm di vietare ad Agip Kco i contratti o di nominarle un commissario poggia sulle rogatorie sulla galassia olandese di un imprenditore israeliano (utilizzata come veicolo per smistare le tangenti) che avrebbero consentito di abbinare, almeno per una «piccola» fetta di 20 milioni di dollari fino alla primavera 2007, il denaro ai destinatari, che per due terzi sarebbero stati burocrati kazaki.

Compreso il «genero del Presidente che controlla le società partecipate dallo Stato», e che siede anche nel consiglio della russa Gazprom: quel Timur Kulibayev al quale un intermediario italiano, in una mail sequestrata nel 2010 ma scritta nel 2009 per spiegare a un'azienda i «ruoli dei vari burocrati kazaki e la propensione di taluni a esigere denaro per dare l'ok all'assegnazione dei contratti», attribuiva «cinque stelle». In una scala da 1 a 5.

 

HILLARITÀ - OCCHIO A CRITICARE HILLARY CLINTON, PERCHÉ LA EX FIRST LADY NE ESCE PIÙ FORTE DI PRIMA

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Paolo Mastrolilli per "la Stampa"

HILLARY CLINTON SENZA TRUCCO

Più invecchio - diceva Mark Twain - più i miei genitori diventano saggi. Di sicuro l'età sta giovando a Hillary Clinton, che forse ora apprezza meglio la saggezza dei suoi genitori, ma certamente sta facendo il miglior uso possibile della propria. La popolarità è alle stelle, e qualunque cosa faccia si trasforma in oro per lei, e carbone per gli incorreggibili critici, che non riescono a rassegnarsi al successo della ex first lady più odiata d'America, quando prima dello scandalo Lewinsky sembrava voler dominare il mondo.

HILLARY CLINTON

Prendiamo l'ultimo caso. Nei giorni scorsi è andata in Bangladesh, e i fotografi l'hanno sorpresa senza trucco, con un vistoso paio di occhiali dalla montatura nera. Un'immagine che ricordava le sue foto da ragazza secchiona con le lenti spesse un dito, quarant'anni dopo. Tabloid e siti conservatori, a partire dal perfido «Drudgereport», non hanno resistito alla tentazione: hanno piazzato subito la foto in apertura, per mostrare quanto fosse brutta la signora Clinton invecchiata e struccata.

HILLARY CLINTON

«Hillary au naturale», recitava il titolo, e giù sghignazzi digitali. Il segretario di Stato non si è scomposto: «Mi sento così sollevata di essere allo stadio della vita in cui mi trovo, perché se voglio portare gli occhiali, li porto. Se voglio tirare indietro i capelli, li tiro indietro. Ad un certo punto, non sono cose che meritano tanto tempo e attenzione. Se gli altri se ne vogliono preoccupare, li lascio preoccuparsi».

hillary clinton

E così l'attacco si è trasformato in boomerang per i detrattori. Tanto sui new media, quanto su quelli vecchi, è scoppiato l'applauso per lo stile «new cool» di Hillary, una donna che non si vergogna di avere 64 anni, peraltro portati piuttosto bene, e se ne frega se qualcuno nota le rughe. Il suo mestiere è far funzionare la diplomazia americana, e questo viene prima del tempo passato davanti allo specchio per truccarsi.

Alla fine, in sostanza, il maldestro sgambetto su una questione superficiale è diventato l'utile sponda, per far passare un messaggio che Hillary ha faticato tutta la vita ad affermare. Il sano femminismo di quando era giovane e voleva essere giudicata per le proprie capacità, alla pari con i colleghi maschi.

HILLARY CLINTON

I dietrologi fanno già ogni genere di supposizione. Si tratta di una strategia premeditata per proiettare un'immagine più naturale, come le foto che qualche giorno fa l'avevano ripresa in un locale di Cartagena con una birra in mano. Lo scopo è sempre lo stesso: spianarsi la strada per la candidatura presidenziale. Hillary smentisce di volersi ripresentare nel 2016, ma anche se lo facesse, non ci sarebbe nulla di male.

 

PREVISIONE SVIZZERA - RIGOR MONTIS VA IN SVIZZERA PER RIPRENDERSI I SOLDI DEGLI EVASORI

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Thomas Mackinson per il "Fatto quotidiano"

Alla fine anche il governo dei tecnici riesce a trovare un pertugio per infilare la mano nei forzieri svizzeri che custodiscono 150 miliardi di capitali esportati illegalmente dagli evasori italiani. Solo dopo il benestare della Ue per evitare spiacevoli contenziosi. Ieri c'è stato un passo avanti importante nella direzione di un'imposta sui redditi da capitale e sui patrimoni scudati che eviterebbe di imporre ulteriori sacrifici nel breve periodo.

MARIO MONTI E IL DITINO ALZATO

I negoziati tra Roma e Berna hanno ricevuto un'accelerazione a seguito dell'incontro tra il consigliere diplomatico del ministero dell'Economia Carlo Baldocci e il capo della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali Michael Ambúhl. Sul tavolo una doppia partita sui temi fiscali e finanziari. Il primo risultato portato a casa è un accordo sui ristorni dei frontalieri italiani relativi al 2011.

Eveline Widmer-Shumpf

Il Consiglio di Stato elvetico ha aperto una linea di credito all'Italia sbloccando 28 milioni di euro: da mesi il Canton Ticino aveva bloccato i rimborsi che ogni anno versa ai Comuni di frontiera italiani i cui lavoratori pagano le tasse in Svizzera ma beneficiano dei servizi pagati dallo Stato italiano. Monti aveva individuato nel ritorno alla normalità dei rapporti con i Comuni frontalieri la precondizione per avviare ulteriori negoziati. E così ieri si è iniziato davvero a negoziare.

"Ancora non è stato individuato un modello di convenzione sulla regolarizzazione di patrimoni e capitali", ha precisato il viceministro all'Economia Vittorio Grilli, ma tutto lascia pensare che si arriverà a un accordo a doppio binario, sulla falsa riga di quelli sottoscritti con Austria, Gran Bretagna e Germania: un prelievo una tantum sui capitali in deposito e una tassazione fissa annua sulle loro rendite, capital gain o dividendi. In cambio, quei capitali potranno rimanere in Svizzera.

LUGANO-BANCHE SVIZZERE

Un condono, certo, ma che produrrà benefici duraturi nel tempo. "Quanti dipenderà dalle aliquote che il governo riuscirà a strappare agli svizzeri, ma in ballo ci sono cifre importanti per la finanza pubblica", spiega la professoressa di Economia Rita Castellani che ha dato vita al battagliero gruppo di pressione "Guardie Svizzere".

Prendendo per buono quel 30% utilizzato nell'accordo con l'Austria del 13 aprile, come ipotesi di scuola, nelle casse dello Stato italiano potrebbero entrare subito 50 miliardi. Cui si sommerebbero le entrate per la tassazione sulle rendite al 25% che potrebbero aggirarsi intorno ai 625 milioni di euro l'anno.

BANCHE SVIZZERE

Una stima prudente. In Germania, ad esempio, l'Spd ha fatto il diavolo a quattro per ottenere condizioni più punitive per gli evasori con una tantum tra il 21 e il 41% e una patrimoniale colossale del 50% per coloro che "ereditano" improvvisamente un conto svizzero mai dichiarato al fisco.

Un gruppo di lavoro dedicato farà il punto il 24 maggio mentre è in via di definizione un incontro tra Monti e il presidente della confederazione Eveline Widmer-Shumpf. In Parlamento scrosciano applausi per il governo ma ora tocca capire se i tecnici sono anche abili negoziatori.

 

TE LA DO (IN TESTA) IO L'ECONOMIA - IL PROGRAMMA BEPPE GRILLO DICE TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO

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Michele Masneri per "Il Foglio"

Te la do io l'economia. E' interessante esaminare le sedici pagine di programma economico del Movimento Cinque stelle, presenti sul sito internet di Beppe Grillo e analizzate in questi giorni anche da due intellettuali di area liberista come Alessandro De Nicola e Sandro Brusco. Il primo sull'Espresso ha sottolineato alcune vaghezze del programma grillesco.

beppe grillo

Soprattutto sul tema del debito pubblico, infatti, c'è solo una frase vaga e contorta, molto Prima Repubblica: "Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello stato con il taglio degli sprechi e con l'introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l'accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari". Non si sa insomma quali siano i "forti interventi sui costi dello stato" e soprattutto quali le "nuove tecnologie che consentano l'accesso a informazioni e servizi".

BEPPE GRILLO CON I LIMONI IN VAL DI SUSA PER CALMARE GLI EFFETTI DEI LACRIMOGENI

Molte sono poi le voci di spesa che Grillo punterebbe a introdurre: diffusione di Internet nelle scuole, insieme a libri gratuiti scolastici (in formato ebook), corsi di italiano per stranieri. Ma soprattutto un ben più sostanzioso sussidio di disoccupazione per tutti, che non si sa con quali fondi potrebbe essere finanziato.

E ancora: Adsl e Wimax (Internet ad alta velocità senza fili) su tutto il territorio nazionale. Da notare che il programma grillesco ha in sé l'anticorpo che lo distruggerà, prevedendo per ogni nuova legge un esame di "effettiva copertura finanziaria" (che nessuna delle succitate proposte passerebbe). Ma non c'è solo la spesa pubblica.

BEPPE GRILLO - Copyright Pizzi

A parte qualche voce di buon senso (abolizione di province e piccoli comuni), largo spazio è lasciato a un certo dirigismo: una norma a salvaguardia dell'italianità di "industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno" che evoca l'acquisto di Parmalat da parte della francese Lactalis (anche se la stessa Parmalat fatturava solo il 30 per cento in Italia). Incentivi invece a "produzioni locali" (anche decotte?), alle società no profit (con che criteri?), abolizione della legge Biagi senza spiegare però in che modo vada riformato il mercato del lavoro.

BEPPE GRILLO - Copyright Pizzi

Il terzo pilastro della politica economica grillesca è un consumerismo radicale: no alle stock option, no alle partecipazioni incrociate di banche e imprese; introduzione della class action. Poi, abolizione delle "scatole cinesi" di Borsa cioè una revisione della legge Draghi; abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate (Grillo forse non sa che è già in vigore grazie al governo Monti);
introduzione di "strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate". E ancora: trasformazione di tutta l'industria editoriale in public company obbligatorie, con azionariato diffuso per proprietari di giornali e tv (2 canali Rai venduti ai privati) e tetto all'azionista di maggioranza sia per reti che carta stampata al 10 per cento.

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Per le nuove frequenze, beauty contest ogni cinque anni (ma chi investirà cifre imponenti per un periodo così breve?). Ci sono poi alcune norme ammazza-Telecom (vecchio pallino del guru genovese): eliminazione del canone telefonico e nazionalizzazione della rete telefonica. Insomma, un mix di keynesismo, un po' di protezionismo da Prima Repubblica e qualche riferimento a esperienze anglosassoni.

grillo beppe bn0001

Per quanto riguarda le pensioni, infine, di cui non si fa parola nel programma, si potrebbe supporre che vada bene la riforma Fornero così com'è. E invece fa testo - ha segnalato Sandro Brusco su NoisefromAmerika.org - un post sul sito di Grillo del 18 agosto. Il comico contemporaneamente denunciava l'eccessiva spesa pensionistica e difendeva il sistema contributivo con la motivazione che "non me ne frega un cazzo delle statistiche. Dopo 35 anni di contributi ho il diritto di riposarmi".

 

VALTERINO INGUAIA TUTTI - LA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI VOTA “S̔ AI DOMICILIARI PER DE GREGORIO…

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1 - SENATO, LA GIUNTA VOTA SÌ AGLI ARRESTI PER DE GREGORIO
M. Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

SERGIO DE GREGORIO E VALTER LAVITOLA

Undici sì contro dieci no. Ribaltando le previsioni della vigilia, la Giunta delle autorizzazioni a procedere del Senato, presieduta da Marco Follini, ha deciso di accettare la richiesta dei pm napoletani per gli arresti domiciliari per Sergio De Gregorio (Pdl), coinvolto nell'inchiesta sui contributi pubblici al quotidiano l'Avanti.

A favore hanno votato Pd, Idv e Lega, contro il Pdl (che però non ha invocato il fumus persecutionis). Il capogruppo dell'Udc Gianpiero D'Alia era assente al momento del voto.
Sì unanime invece alla perquisizione dei due container di De Gregorio fermi al porto di Napoli. De Gregorio era socio dell'ex direttore dell'Avanti Walter Lavitola, nella gestione del quotidiano di matrice socialista.

Per quanto riguarda i container intestati a De Gregorio, l'esponente del Pdl nei giorni scorsi aveva riferito di aver già offerto le chiavi ai magistrati, i quali però si sarebbero rifiutati di riceverle perché le garanzie poste in capo a deputati e senatori non sono rinunciabili e si estendono, in questo caso, anche ai container.

CLEMENTE MASTELLA

Poche ore prima del verdetto lo stesso De Gregorio, durante la trasmissione «Un giorno da pecora», si è detto «pronto a tutti gli scenari». E alla domanda dell'intervistatore («Come si sente?») ha risposto: «Ho la coscienza tranquilla. C'è un vecchio proverbio che dice: male non fare, paura non avere».

La decisione della Giunta non era affatto scontata. «De Gregorio salvo e Lusi in carcere». Era questo, a detta di molti senatori, il pronostico che circolava a palazzo Madama, sulle sorti dei due parlamentari, rispettivamente del Pdl ed ex Pd per cui la magistratura ha chiesto la restrizione della libertà personale (con l'arresto per Lusi).

La decisione su De Gregorio è stata giudicata dal presidente della commissione Marco Follini «controversa ma, secondo me, doverosa e appropriata». La Lega Nord ha fatto da ago della bilancia. Ma in Giunta - va ricordato - si vota con il voto palese. Adesso bisognerà vedere cosa avverrà in Aula, dove però il voto sarà segreto. E sarà l'Aula che dovrà dare la risposta definitiva ai magistrati del capoluogo campano. Il relatore Francesco Sanna (Pd) ha spiegato che già dalla prossima settimana la sua relazione sarà pronta, a disposizione dell'Assemblea. Ma il voto sarà con ogni probabilità calendarizzato dopo i ballottaggi.

NICOLO GHEDINI

La Giunta ha anche iniziato l'esame della richiesta d'arresto di Luigi Lusi per la vicenda dei fondi dell'ex Margherita. Sarà ascoltato il 15 maggio. Lusi faceva parte della Giunta, ma ieri non ha votato perché si è dimesso e non è stato sostituito.

2 - MASTELLA DENUNCIA VALTER LAVITOLA: FALSITÀ SU DI ME...
Dal "Corriere della Sera"

Clemente Mastella denuncia Valter Lavitola. A dirlo è lo stesso ex ministro della Giustizia. «Ho dato mandato ai miei legali di querelare Lavitola per le dichiarazioni che avrebbe rilasciato ai magistrati. A questo professionista della latitanza e della millanteria non ho mai chiesto nulla. E da lui, e da nessun altro, non ho mai avuto nulla, men che meno danaro». Il segretario dell'Udeur aggiunge che «le sue dichiarazioni sono totalmente false. Quando dice di aver tentato di coinvolgermi, ero ministro della Giustizia nel Governo Prodi con una posizione di riguardo nelle Istituzioni e determinante nella maggioranza. Quindi non ai margini, come leggo». «Spero di essere ascoltato quanto prima dai magistrati», conclude Mastella.

LONGO E GHEDINI big

3 - GHEDINI E LONGO: IL MILIONE DI EURO VERSATO DA FI...
Dal "Corriere della Sera"

«Forza Italia, e non Berlusconi, ha versato 1 milione di euro alla formazione politica Italiani nel Mondo di cui il senatore De Gregorio è il principale referente». È quanto sostengono gli avvocati del Cavaliere Piero Longo e Niccolò Ghedini dopo le indiscrezioni sui verbali dell'interrogatorio di Valter Lavitola, nei quali l'ex direttore dell'Avanti sostiene che Berlusconi versò un milione di euro al senatore Sergio De Gregorio, che passò dall'Idv a Forza Italia. «I fatti narrati dal dottor Lavitola sono stati totalmente travisati», continuano Ghedini e Longo. «Non vi è nulla di antigiuridico trattandosi di somme puntualmente dichiarate alla Camera dei Deputati e verificate dall'autorità giudiziaria».

 

 

GRILLO SPEGNE LA TV AI SUOI: “PARTECIPARE AI TALK SHOW FA PERDERE VOTI E CREDIBILITÀ”…

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BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

1- GRILLINI, CI SI NOTA DI PIÙ...
Antonio Dipollina per "la Repubblica"


I Grillini si notano di più se vanno ai talkshow e se ne stanno in disparte o se disertano del tutto? La questione rischia di tenere banco, come si è visto a Ballarò. In collegamento periglioso da Genova c´era il grillino Putti. Negli scambi di battute con gli ospiti in studio si è capito che anche uno non entusiasmante come Fassino poteva demolirlo solo a colpi di esperienza. Forse è questo che ha provocato l´immediata reazione del nume tutelare Beppe: alle 23 aveva già vergato sul blog il divieto ai suoi di andare in tv.

PIERO FASSINO

C´è chi sostiene che l´assenza mediatica dei Cinquestelle li nobilita, ma c´è chi sospetta che sia l´unico modo per non rispondere a quelle due-tre domande (soprattutto sul programma politico) che nessuno finora è mai riuscito a porre. La questione è interessante. Anche perché l´alternativa è Porta a Porta: lunedì, al termine della giornata-terremoto, Vespa è entrato e ha annunciato il primo ospite. Ed è apparso Buttiglione. E sembrava una gag di Alto gradimento.

2- GRILLO AI PARTITI: "O ME O I NAZISTI" - MA IL MOVIMENTO SI DIVIDE SUL DIKTAT DEL LEADER: "NON ANDATE IN TV"
Raffaele Niri per "la Repubblica"

BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO

La bacchettata arriva - via blog - sulle dita di Paolo Putti, candidato grillino ipervotato nella città di Grillo, proprio mentre lui sta uscendo dalla diretta a Ballarò, dove si è confrontato con Vendola e Fassino. «Se il Movimento 5 Stelle avesse scelto la televisione per affermarsi, oggi sarebbe allo zero qualcosa per cento. Partecipare ai talk show - sentenzia Beppe Grillo - fa perdere voti e credibilità».

PAOLO PUTTI

Solo che Paolo Putti (educatore di strada, 42 anni, 36.579 voti, pari al 13,9%, raccolti domenica, un passo dal ballottaggio) non legge il blog del Capo, va a dormire e la mattina presto, a Omnibus su La7, rincara: «Grillo non è un leader ma una persona che ha messo a disposizione risorse e intuizioni e che fa da megafono al Movimento nelle città e in rete».

PAOLO PUTTI

Dal suo blog, il Capo, chiude ogni discussione: «Che senso ha confrontarsi con Veltroni o con Gasparri in prima serata? Più che spiegarlo e ribadirlo non posso farlo. Chi, dei nostri, partecipa ai talk show deve sapere che d´ora in poi farà una scelta di campo». Una scomunica vera e propria. E poi dilaga: «Il Movimento 5 Stelle salverà il culo alla partitocrazia? Dovrebbero domandarselo i coniugi Fassino, Gargamella Bersani, Azzurro Caltagirone e il Coniglione mannaro Alfano: siamo la loro ultima speranza, l´unico salvagente per evitare traumi. La dittatura può presentarsi in varie forme, come quella agghiacciante di Nikos Michaloliakops in Grecia. In Italia è accaduto un piccolo miracolo: il vuoto generato dai partiti è stato occupato da un movimento di popolo, il nostro. O Nikos o Beppe».

NIKI VENDOLA BEPPE GRILLO STRABUZZA GLI OCCHI

Il quale Beppe vede esplodere la prima, grossa frizione, dopo il trionfo elettorale, proprio a Genova, dove vive, nella splendida villa di Sant´Ilario, con vista da Portofino alla Corsica. Ma il rapporto tra Grillo e grillini scricchiola anche altrove, e non da ieri: in Emilia hanno rifatto le regole (nessuna scorciatoia mediatica, si fa parte del Movimento solo dopo aver partecipato a tre assemblee in carne e ossa), a Legnano e a Bologna hanno posizioni opposte sui rom, a Ferrara sono andati per avvocati, a Rimini la riunione autoconvocata di meetup dissidenti era arrivata addirittura ad individuare l´anti-Grillo nella persona di Giuseppe Favia, primo trionfatore bolognese. Che ha detto "no, grazie" ma intanto ha comunicato "a Beppe" che non si candiderà in Parlamento.

gasparri_ungiornodapecora

Eppure i segni premonitori della crisi genovese c´erano tutti. Paolo Putti non è un grillino della prima ora: si è fatto le ossa nel Movimento Antigronda (che è una strada). Come tutti i candidati grillini è dovuto passare attraverso le forche caudine della Casaleggio Associati, l´agenzia-staff di esperti che consiglia le strategie al comico genovese («tre ore di confronto, a Milano, con persone molto intelligenti che mi hanno riempito di consigli: poi se siano loro a pagare Grillo o Grillo a pagare loro a me, francamente, frega poco» spiega Putti). Putti col Boss ha parlato solo ieri mattina.

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

In tre giorni Grillo non ha fatto in tempo a chiamarla per complimentarsi? «Francamente sono passato da un´intervista all´altra, avrà trovato occupato. Così, ieri mattina, l´ho chiamato io, per capire se c´era bisogno di me in giro. Mi farà sapere». Che fa, Putti, torna in tivù? «Per carità, Beppe ha ragione: troppa fa male. Sono un ragazzino educato, se mi invitano vado. Vuol dire che adesso non andrò più».

 

IL GROSSO GRASSO PATRIMONIO GRECO - IN GRECIA PROLIFERANO PISCINE, YACHT DA SOGNO E BARCHE A VELA

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Ettore Livini per "la Repubblica"

Problema Grecia risolto, Mar MerkelGRECIA RISCHIO DEFAULT

La Athalanta, 28 metri di pura potenza marina, è già pronta a levare le ancore. Sulla Persephoni, un parabordo più in là, due ragazzi in alta uniforme tirano a lucido il ponte di questo puledro dei mari da 80 piedi (uno sfizio da 3 milioni) mentre il display dell´autobotte che riempie i serbatoi macina numeri come una slot-machine: «Fatto, 960 litri a 1.700 euro», grida l´addetto ai marinai di bordo. Mercoledì ore 17, Marina Kalamaki, pochi chilometri a est del Pireo. La Grecia a prova di austerity quella che Merkel e la Bundesbank proprio non riescono a mandar giù sta facendo le prove generali per il week-end.

Il 27,5% del Paese è stato spinto dall´austerità sull´orlo dell´esclusione sociale, la disoccupazione è schizzata al 22%, il livello di vita del ceto medio è stato riportato indietro di vent´anni dai tagli a stipendi e pensioni. Qui sui pontili più esclusivi dell´Egeo però, tra una foresta di alberi di barche a vela e una distesa di yacht da sogno, i venti della crisi non sono mai arrivati. E l´unica preoccupazione, quanto a tempeste, è un bollettino del mare che preannuncia Meltemi per sabato. «Speriamo di no - dice Christos, addetto alla sicurezza dell´area - Ci sono trenta gradi, è arrivata l´estate. Vede le barche ormeggiate a questo molo? Domenica scorsa non ce n´era una. Tutti fuori, a prendere il sole a Salamina o a Serifos».

GRECIA SCONTRI DI PIAZZA jpegLA GRECIA AFFONDA

La Germania può mettersi il cuore in pace. La Grecia - il Paese povero più ricco del mondo, scherzano qui - danza da mesi sull´orlo del crac. Ma per un po´ di greci («un po´ più di un po´», dice Christos) la festa non è mai finita. «Chi sono? Piacerebbe saperlo anche a me!» ammette Iannis Kapeleris, lo 007 che il governo Papandreou aveva sguinzagliato dietro i ricchi invisibili di Atene, un esercito di fantasmi visto che nel Paese solo 15mila persone dichiarano più di 100mila euro l´anno. Lui ha provato a stanarli: ha mandato gli uomini della finanza nelle marine a cinque stelle per riprendere con le telecamere gli yacht "sospetti".

Il premier greco Papandreu

Ma è servito a poco. «Qui l´evasione è ancora lo sport nazionale», scuote la testa Christos. Le telecamere del ministero del Tesoro sono già finite in soffitta. E il grosso grasso patrimonio greco - a Kalamaki un posto barca costa più o meno 3mila euro al mese - continua a sfuggire ai radar dell´erario e della crisi. «Qualcuno ha spostato la sua vela in Montenegro o in Turchia per risparmiare e l´affitto giornaliero di un 70 piedi è sceso da 4mila a 2.500 dollari», ammettono alla Marina di Glyfada. Ma di yacht fermi in banchina la domenica ne restano pochi.

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L´Europa dei falchi - sotto accusa per avere messo in ginocchio la Grecia - schiuma rabbia. L´evasione ad Atene è un business da 40 miliardi l´anno. Più o meno il 20% del Pil. Germania, Olanda e Danimarca hanno tenuto settimane di corsi ai funzionari del Tesoro ellenico per insegnar loro l´Abc della caccia all´evasore. I risultati però sono stati inferiori alle aspettative. Il governo ha messo online una lista di 4mila contribuenti infedeli, ha varato qualche operazione mediatica stile Cortina, come si direbbe da noi. Nel 2011 però è riuscito a recuperare "solo" 900 milioni di arretrati, più delle attese ma una goccia nell´oceano dei quattrini sottratti alle casse dello Stato.

CRISI GRECIA MANIFESTANTI IN PIAZZA CONTRO LE MISURE DEL GOVERNO

La buona volontà, intendiamoci, non manca. All´epoca di Papandreu, Kapeleris & C. hanno inviato i loro Droni nei cieli di Kifissia, la collina a nord di Atene dove si sono trasferiti tutti i Paperoni della città per sfuggire al degrado del centro. Le spie aeree hanno svelato il segreto di Pulcinella: le 300 piscine dichiarate nell´area sono in realtà diverse migliaia, malgrado molti furbetti si fossero affrettati a coprirle con teloni mimetici. Eppure in questa Beverly Hills ateniese la vita scorre come prima, in un´ostentazione che fa a pugni con i problemi del resto del Paese.

GRECIA SCONTRI DI PIAZZA jpeg

Zero saldi, le strade pedonali in marmo lucide come biliardi, i tavolini dei ristoranti sotto i tigli e le robinie strapieni e nemmeno uno dei cartelli "Enoikiazetai" ("Affittasi") spuntati come funghi sulle vetrine del resto della Capitale, dove in due anni ha chiuso il 20% dei negozi. "Be chic by giving", recita il motto sulla vetrina di Vardas a Kifissia. Il vestito più economico è un tubino nerazzurro da 379 euro. «Piace tantissimo, ne sono rimaste poche taglie», assicura la commessa Helena. Lo sapesse la Merkel, sospenderebbe da domani gli aiuti alla Grecia.

 


BRIGATE ROTTE - I CARABINIERI DEL ROS SMENTISCONO I GIORNALI: NON È VERO CHE C’È UN’INDAGINE SU DUE SOSPETTATI EX BR

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1 - GAMBIZZATO GENOVA:ROS,FALSE NOTIZIE SU PRESUNTI AUTORI

(ANSA) - "Le notizie inerenti le indagini condotte dai Carabinieri del Ros sul ferimento del manager dell'Ansaldo Roberto Adinolfi, riportate da alcuni quotidiani, sono totalmente prive di fondamento. In particolare, nessun riferimento esiste in ordine a presunti responsabili dell'agguato". Lo afferma lo stesso Ros dei carabinieri.

ROBERTO ADINOLFI NEL E STATO NOMINATO DIRETTORE GENERALE DI ANSALDO NUCLEARE

2 - GAMBIZZATO GENOVA:2 SOSPETTATI,SI CERCA IN AREA EX BR
(ANSA) - Sono due i sospettati per il ferimento dell'ad di Ansaldo Roberto Adinolfi. I due, che a metà del 2000 tentarono la ricostruzione una cellula brigatista con ex esponenti Br-Ucc, sono sotto l'attenzione degli investigatori da molto tempo. I due sospettati sarebbero legati ad un genovese oggi in carcere dopo un sequestro di armi da guerra e munizionamento proveniente da Paesi ex comunisti. Entrambi, secondo fonti investigative, farebbero parte di un centro di documentazione politica genovese.

3 - PISTOLA HA PORTATO INVESTIGATORI A EX BR
(ANSA) - Ad aprire la pista d'indagine dei carabinieri del Ros che lavorano sul caso è stato il tipo di proiettile usato per l'agguato: un calibro, il 7,62, che si adatta ad una TT-33 Tokarev, arma privilegiata da brigatisti e insurrezionalisti per l'affidabilità e per la capacità di resistere a condizioni climatiche difficili, anche sotto terra. Proiettili simili e un manuale d'uso di questa pistola vennero sequestrati proprio a Genova qualche anno fa assieme a alcune pistol machine di fabbricazione est europea.

PISTOLA TOKAREV

I carabinieri del Ros, come si legge nel rapporto di cui riferiscono oggi anche il Corriere della Sera e il Secolo XIX, sono risaliti così a "un nome" che ritengono riferibile al commando che ha sparato. Per questo - riferisce il rapporto - chiedono l'autorizzazione a "ascoltarne le conversazioni telefoniche e a circoscriverne le comunicazioni e i contatti a partire dal 1/o gennaio 2012". Ma secondo fonti investigative i sospettati sarebbero due. I carabinieri, secondo il rapporto del Ros, hanno infatti da tempo "indagini pertinenti a ambienti eversivi" con i quali un sospettato sarebbe in contatto. Gli 'ambienti eversivi' sarebbero appunto riconducibili a uno specifico centro di documentazione genovese frequentato anche da un secondo sospettato, non genovese.

Giorgio Piccirillo

4 - COPASIR SENTE DIRETTORE AISI PICCIRILLO
(ANSA) - Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha ascoltato, stamani, il direttore dell'Aisi, Giorgio Piccirillo. Nel corso dell'audizione, si legge in una nota del Copasir, il prefetto Piccirillo ha svolto una informativa sull'agguato all'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi.

 

LA BOMBA DI DI TANNO, FISCALISTA FILO-PD E PRESIDENTE DEL COLLEGIO MPS: “NESSUNA DUE DILIGENCE SU ANTONVENETA”

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1- MPS-VENETA: NEL 2016 LA GDF INDAGHERA' SULLE VOCI DI VENDITA DE LA7?

mps

Gianni Gambarotta per www.michelearnese.it

Tommaso Di Tanno

Cara Gazzetta Economica,
la vendita di Antonveneta al Monte dei Paschi di Siena risale al maggio 2008. Viste le notizie di cronaca di oggi (ipotesi aggiotaggio e altro), possiamo sperare che nel maggio 2016 la Guardia di Finanza si occuperà anche delle voci di vendita di Telecom Italia Media e dei relativi protagonisti?
Un cordiale saluto.
Gianni Gambarotta


2- UN URTO MEDIATICO-GIUDIZIARIO SQUASSA L'EX MPS DI MUSSARI
Michele Arnese per www.ilfoglio.it
(...)

VINCENZO VISCO MASSIMO DALEMA

Ad aprile il caso dell'acquisizione di Antonveneta nel 2008 da parte di Mps è stato discusso nell'assemblea della banca. "Rispondendo a una domanda di un piccolo azionista - ha ricordato ieri Ugo Bertone sul sito "Firstonline" - Tommaso Di Tanno, eminente studioso delle scienze tributarie vicino a Vincenzo Visco (e a Massimo D'Alema) e presidente uscente del collegio sindacale di Mps, aveva risposto ai dubbi sul prezzo, vicino ai 9 miliardi, pagato per Banca Antonveneta, che, pur non essendo stata fatta alcuna due diligence, i documenti pervenuti al collegio erano risultati corretti sul piano formale e sostanziale". "Il valore patrimoniale della Banca era di 2,3 miliardi e fu acquistata per 9 miliardi - ha aggiunto Di Tanno, sorprendendo azionisti e analisti - Non entro nel merito se il prezzo di 9 miliardi fosse appropriato".

milena gabanelli

Di Tanno ha anche ricordato che la due diligence preventiva sulla banca veneta "non fu fatta", tuttavia i dati "risultarono veritieri". "Una vera e propria ‘bomba' - ha chiosato Bertone - fatta esplodere da uno dei tributaristi più autorevoli vicini al Pd, spesso intervistato tra l'altro per i servizi di "Report", la trasmissione tv di Milena Gabanelli che domenica sera ha acceso, circostanza forse non casuale, i riflettori su Siena, dove altre fazioni del Pd soprattutto tra i cattolici si stanno sfidando da settimane proprio sul Monte dei Paschi di Siena". Di Tanno, tra l'altro, è stato in passato anche presidente del collegio sindacale della Caltagirone spa.

A Siena si è notato ieri un atteggiamento atarassico dei nuovi vertici dell'istituto: il nuovo presidente Alessandro Profumo e il direttore generale Fabrizio Viola hanno seguito le perquisizioni delle Fiamme Gialle e ai giornalisti hanno dato appuntamento a oggi per la presentazione di Viola come nuovo amministratore delegato.

ALESSANDRO PROFUMO

3- SALTA L'INTRECCIO ROSSO TRA AFFARI E POTERE PD
Marcello Zacché per "il Giornale"

Non una banca qualunque, bensì la più antica del mondo, terzo gruppo creditizio in Italia. Che con Giuseppe Mussari, l'ex presidente divenuto capo dell'Abi, si era evoluto in un crocevia di poteri forti ben diversificati: da Caltagirone a Guzzetti, da Mediobanca a Tremonti.

FABRIZIO VIOLA

Il segnale finale della resa arriva con l'inchiesta aperta sull'acquisizione dell'Antonveneta del 2008, coordinata dalla Procura della Repubblica di Siena, che ha portato la Guardia di Finanza a perquisire la banca e le abitazioni di dirigenti, tra cui Mussari. Il fatto che i pm siano proprio quelli senesi è importante: indica la presa di distanza della magistratura locale dal sistema di potere, costruito negli anni, di cui essa stessa è giocoforza parte integrante. Ma che non regge più, non ha più coperture. Liberi tutti, nel disperato tentativo di salvare il salvabile.

L'operazione Antonveneta è costata a Mps 10 miliardi. E quando è stata annunciata, nel novembre 2007, la banca ne capitalizzava 12,6: per procedere ha dovuto prosciugare il proprio free capital ed effettuare un aumento di capitale di 5 miliardi. Qualche tempo dopo, nel settembre 2008, falliva Lehman Brothers, iniziava la crisi e l'operazione Antonveneta, che già era apparsa cara, si rivelava letale, divorandosi il capitale della banca e il patrimonio della Fondazione Mps, che ne deteneva la maggioranza assoluta. A nulla sono valsi i Tremonti bond, un successivo aumento di capitale da 2 miliardi e la recente discesa della Fondazione sotto il 50%: il risultato è stato il corto circuito del sistema di potere.

GIUSEPPE MUSSARI

Lo schema era semplice: la politica, attraverso gli enti locali, Comune e Provincia su tutti, controlla la Fondazione. Che a sua volta controlla la banca. Che a sua volta restituisce alla Fondazione, sotto forma di dividendi, le risorse che a questa servono per finanziare il territorio degli elettori. Mentre per la banca dispensa assunzioni importanti. E il cerchio si chiude.

La colorazione storicamente «rossa» delle giunte toscane rendeva la banca «vicina» al Pci (poi Ds, oggi Pd). Qualcuno parla addirittura di cassaforte del partito comunista: non è corretto, dal momento che Mps ha sempre finanziato tutti, essendo anche una delle principali banche, per dire, che più ha lavorato con la Fininvest. Ma certo con comunisti ed ex c'è sempre stato un feeling particolare. Ed era questo che rendeva Siena molto vicina a Roma, anche attraverso epici scontri di potere maturati all'interno del Pci, dei Ds (dalemiani e veltroniani si sono scannati a più riprese intorno a Fondazione e Mps) e del Pd (l'ultimo duello è stato tra cattolici ed ex comunisti sulla successione a Mussari).

Mauro Tedeschini

Sarebbe però riduttivo ed errato fermarsi qui. Siena ha fatto sistema, intorno alla sua banca, con una rete trasversale che abbracciava tutto: politica, magistratura, università, chiesa, massoneria. E chi si metteva di traverso pagava dazio, come è appena capitato al direttore della Nazione, Mauro Tedeschini, rimosso per aver pubblicato articoli sgraditi su Mps. La resa corrisponde alla fine di questo sistema. Non a caso è arrivato Alessandro Profumo, ben gradito a Bersani, al posto di Mussari, con il compito di ricostruire il patrimonio trovando nuovi capitali, questa volta fuori dalla Fondazione e dunque dalla città stessa, che viene lasciata andare.

Lanciando così un messaggio chiaro: il Monte del futuro non sarà più nelle mani del potere della città, che ha abdicato. Ma del mercato. E, naturalmente, di chi in questo si saprà muovere meglio degli altri.

 

 

ORNAGHI UNA NE FA (SBAGLIATA) E CENTO NE PENSA - LE NOMINE CONTROVERSE DEL MINISTRO AL CDA DELLA SCALA…

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Pierluigi Panza per il "Corriere della Sera"

LORENZO ORNAGHI

Un po' di polvere sotto il tappeto si nasconde anche nelle migliori regge. E quindi anche sotto la passatoia dell'ovattata Scala. Dietro le quinte l'interrogativo è: perché il cauto ministro per i Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, è diventato decisionista indicando due nuovi consiglieri alla Scala? Dal punto di vista formale tutto correttissimo. Con la concessione dell'autonomia firmata dal governo Monti, il Cda della Scala va rinnovato. Quattro soci saranno indicati dall'assemblea a fine mese, gli altri designati dai fondatori.

LORENZO ORNAGHI

Tra cui il ministero, che è l'unico ad averli già indicati. Sono «una figura di prestigio nella vita economica e una più giovane», ha detto Ornaghi, ovvero la manager farmaceutica (che lavora nell'azienda di famiglia) Margherita Zambon e il vicedirettore amministrativo della Università Cattolica (di cui Ornaghi è rettore uscente), Alessandro Tuzzi. I due sostituiscono il noto finanziere e grande esperto di musica, Francesco Micheli, e Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo.

Chi difende la scelta per i due «outsider» si richiama all'opportunità di avere una persona di fiducia (concetto molto italiano) all'interno di un'istituzione. E sottolinea la «ventata di aria nuova» (come da numerose mail giunte al ministero). Chi è perplesso, sia nel Cda che in più alto loco a Roma, evidenzia, tra l'altro, che è stato sostituito il consigliere con maggiore competenza musicale. Quasi una consuetudine, visto che negli anni scorsi hanno lasciato la Scala i manager-musicofili Fedele Confalonieri (Mediaset) e Vittorio Mincato (Eni). Che per la Scala, come nel resto del Paese, si temano le competenze culturali?

MASSIMO PONZELLINI LORENZO ORNAGHI RETTORE CATTOLICA

Micheli era un consigliere scomodo. Si dice che abbia «stoppato» la nomina di Gustavo Dudamel alla direzione musicale e forse non apprezzato che a Dudamel e Harding fossero affidate le opere verdiane del prossimo anno. Anche l'amicizia con Riccardo Chailly e Daniele Gatti non gli deve essere stata favorevole.

A lui va la solidarietà di diversi consiglieri, espressa da Fiorenzo Tagliabue, nominato dalla Regione e vicino a Cl: «Nel Cda Micheli ha portato un grande valore aggiunto perché, più di ogni altro, ha sostenuto e salvaguardato l'identità e la solidità di quel grande patrimonio musicale e lirico di cui il nostro Paese porta vanto nel mondo grazie all'unicità della tradizione del nostro teatro e dalla quale, soltanto, possono scaturire novità e futuro». Il «grazie» del sovrintendente Lissner, invece, va più genericamente «a tutto il Consiglio uscente per il lavoro svolto».

A parte Micheli, gli altri consiglieri verranno probabilmente confermati. L'unica incertezza riguarda il nuovo ingresso (o meno) del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. La sua Mapei è tra i soci e ha dato un contributo determinante al restauro del teatro. Ma dai rumors pare che non sarà nominato.

teatro scala GIORGIO SQUINZI

Mentre da un lato si deve ricomporre questa sotterranea controversia, dall'altra c'è una Cgil che non accetta l'autonomia, definita «privatizzazione», e non vuole che «la Scala diventi come Pomigliano». La Scala vorrebbe siglare con i suoi dipendenti un contratto ad hoc. La Cgil non ci sente. Il 3 novembre scorso ha denunciato ministri e sovrintendente (si arriverà dal giudice) e ora vuole che i lavoratori Scala abbiano un contratto nazionale «come gli altri», più un integrativo.

Una scelta, questa, perché, senza la capacità persuasiva esercitata dai lavoratori Scala, la discussione a Roma per il rinnovo del contratto nazionale (ferma da anni) perderebbe forza. Giancarlo Albori (Cgil) ha invitato Lissner «a svolgere un ruolo diretto al tavole delle trattative». Cosa difficilissima, visto che il sovrintendente per mesi è andato a Roma a chiedere l'autonomia. Non sono esclusi né uno sciopero né un referendum interno.

MARIO MONTI

Insomma, un po' un teatro nel teatro tra ministero, Cda e sindacato sotto una spada di Damocle: l'assenza di fondi. La Scala costa molto ed è necessario l'ingresso di nuovi soci. Ma a parte quelli coinvolti dal vicepresidente Ermolli (e non da altri, si fa notare) è difficile vederne.

 

QUANTO COSTA SALIRE SUL CARROCCIO - PER CANDIDARSI CON LA LEGA BISOGNAVA SGANCIARE 2000 O 2400 € AL MESE

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Lionello Mancini per "Il Sole 24 Ore.it"

FRANCESCO BELSITO MARONI E BOSSI

Dopo la finta laurea, le finte donazioni con evasione fiscale incorporata. Nella serata di ieri, la Procura di Forlì (fortemente specializzata in evasori fiscali, data la contiguità territoriale con San Marino) ha sequestrato alcune carte in Via Bellerio, sede della Lega Nord, nell'ambito di un'inchiesta di cui ancora poco si conosce, forse scaturita da riscontri documentali (rogiti, contratti, assegni) nonché dalle dichiarazioni di Francesco Belsito e Nadia Dagrada, i custodi della cassaforte del movimento politico.

A partire dal 2000, i prescelti dalla Lega Nord, hanno di fatto comprato la propria candidatura impegnandosi - come condizione irrinunciabile - davanti a un notaio a versare circa 2000 euro (alla prima elezione) o 2400 euro (a quelle successive) per tutti i 60 mesi legislatura, in cambio delle spese elettorali che il partito anticipava loro. L'atto privato diventava pubblico e registrato a elezione avvenuta, oppure decadeva in caso di mancato seggio o di fine anticipata della legislatura. Nella dichiarazione dei redditi, poi, i versamenti mensili degli eletti e del partito comparivano come semplici donazioni.

BOSSI E MARONI

Secondo il Procuratore di Forlì Sergio Sottani e del suo sostituto Fabio Di Vizio, in questo meccanismo ci sarebbero molte cose che non vanno dal punto di vista fiscale.
Innanzitutto, messa in questi termini, la donazione non solo è simulata, ma proprio nulla, perché il donatore si impegna per beni che non possiede ancora e, dice la legge, il notaio non può rogare atti nulli.

ROSI MAURO

Nel racconto della Dagrada, invece, a ridosso delle elezioni nella sede di Via Bellerio di questi atti se ne stipulavano a centinaia in un sol giorno. E prima dell'apertura delle urne bisognava versare una bella caparra.

Secondo gli inquirenti, il marchingegno notarile serviva agli eletti per detrarre dall'imposta lorda il 19% e alla Lega "venditrice" del posto in Parlamento a non pagare alcuna imposta (i partiti sono esenti dall'imposta di donazione).

NADIA DAGRADA RESPONSABILE GADGET DELLA LEGA NORD

Insomma, grazie ai crediti d'imposta maturati, i parlamentari - ministri compresi - hanno di fatto annullato per tutti questi dieci anni il 'peso' economico della "donazione", non perdendo nulla, neppure i soldi versati.

Sarebbe interessante, a questo punto, verificare se lo stesso sistema non sia utilizzato da tutti i partiti e non solo dalla Lega Nord (la quale, peraltro, non avrebbe presentato mai alcuna dichiarazione dei redditi).

 

FINMECCANICA! NEI GIORNI SCORSI, I PM PISCITELLI E WOODCOCK SI SAREBBERO RECATI AL MINISTERO DEL TESORO

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Giuseppe Orsi Giuseppe-Orsi

DAGOREPORT
Un grande silenzio è sceso negli ultimi giorni su Finmeccanica e il suo presidente e amministratore delegato Giuseppe Orsi, oggetto di indagine dalla Procura di Napoli per presunte tangenti alla Lega con tanto di riciclaggio internazionale. Non è un'accusa da nulla per un'azienda che opera sui mercati mondiali. Finora non c'è stata da parte del governo Monti una risposta alle varie interrogazioni parlamentari presentate da alcuni gruppi alla Camera e Senato.

Così, mentre si avvicina la scadenza dell'assise di metà maggio, si susseguono le voci "allarmanti" che arrivano dalla Procura di Napoli e dai Palazzi romani. Nei giorni scorsi, si racconta nell'entourage di Palazzo Chigi, che i magistrati napoletani Piscitelli e Woodcock si siano recati in via XX Settembre, sede del ministero del Tesoro, per incontrare in gran segreto il capo di gabinetto del vice-ministro Vittorio Grilli, Vincenzo Fortunato.

VITTORIO GRILLI

Da mesi il Tesoro sta monitorando le vicende giudiziarie che ancora una volta vedono al centro l'holding pubblica. Non è ancora chiaro se sono stati i pm napoletani a chiedere l'incontro col Tesoro o viceversa. Fatto sta che nelle mani degli inquirenti ormai ci sono le carte delle presunte tangenti alla Lega arrivate da Lugano. Che fare? Ancora una volta il governo si trova a fronteggiare una difficilissima situazione: chiedere ad Orsi di fare subito un passo indietro per evitare che la situazione precipiti definitivamente per via giudiziaria.

I PM WOODCOCK E PISCITELLI

FINMECCANICA: PASSERA,PIANO CONVINCENTE, SPERIAMO REALIZZATO
(ANSA) - In Finmeccanica "c'é un piano convincente che speriamo di fare in modo che venga realizzato". Lo ha detto il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera parlando della società di aeronautica e difesa a Otto e mezzo, aggiungendo che su questa partita bisogna "assolutamente" metterci la faccia.

VINCENZO FORTUNATO


FINMECCANICA: IDV, PASSERA NON CONOSCE PIANO O COPRE ORSI?
(ANSA) - "La dichiarazione di Passera in cui definisce 'convincente' il piano di Finmeccanica appare strabiliante. Due sono i casi: o parla a vanvera senza conoscerlo e, dal momento che domani c'é l'assemblea generale di Finmeccanica, doveva inventarsi qualcosa, oppure c'é un'ipotesi più grave. Il ministro vuole coprire l'attuale amministratore delegato e presidente Giuseppe Orsi che, com'é noto è stato nominato dalla Lega Nord ed è sottoposto a importanti inchieste, al fine di spappolare il gruppo vendendo alla concorrenza sia il settore trasporti che quello energia".

CORRADO PASSERA

Lo afferma in una nota il responsabile lavoro e welfare dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi riferendosi alle dichiarazioni rese ieri dal ministro. "Passera - aggiunge - deve intervenire in Parlamento per rispondere sulle inchieste aperte, sulle difficoltà che l'attuale cda, spartito tra i vari partiti, sta creando ad ogni singola impresa e sulla richiesta dell'IdV di azzerare i vertici e trovare veri tecnici, di cui Finmeccanica è piena, che abbiano a cuore l'interesse dell'azienda e dell'Italia. Questo é l'unico modo per impedire la distruzione e la svendita del più grande gruppo ad alta tecnologia del nostro Paese".

 

 

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