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DE BENEDETTI BOOM BOOM! ENNESIMA UCCELLAGGIONE DI PASSERA: “E' UNO CHE CURA PIÙ L'IMMAGINE DELLA SOSTANZA"

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Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera

È un fiume in piena, Carlo De Benedetti, nella lunga intervista-tv che domani sera su Rai2 inaugura la nuova serie di «Fratelli d'Italia», il programma ideato e condotto da Annalisa Bruchi e prodotto da Giovanni Minoli. Incalzato dalle domande della conduttrice, l'Ingegnere racconta l'esperienza in Olivetti ed esprime sui protagonisti della vita italiana giudizi che il Corriere è in grado di anticipare.

Carletto De Benedetti attovagliato con Fassino, Montezemolo e Azzurra CaltagironeSILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTI

Passera «E' uno che cura più l'immagine della sostanza. Uno che tende ad essere molto conciliatore e a non prendere mai posizioni molto definite. L'ho sempre considerato un eccellente assistente, e penso che quella fosse la sua vera e grande capacità. Poi ha fatto una carriera che mi fa piacere abbia fatto, ora ha scelto anche di andare in politica, perché mi pare che più che il ministro sia l'aspirante... l'aspirante di qualcosa che viene dopo. Lui è anche ministro delle Infrastrutture. E l'unica infrastruttura importante che si fa in Italia è la Tav. Ma io non ho visto Passera apparire a Torino. Allora mi chiedo se si studia il dossier a Roma o cosa fa. Penso che desideri non accoppiare la sua immagine a un elemento negativo».

de benedetti agnelli

Regina Coeli. Alla domanda sui ricordi delle ore passate a Regina Coeli ai tempi di Mani Pulite, De Benedetti risponde: "L'ispezione anale. E' stata la cosa più umiliante. Una cosa che ti rimane nella vita. Un senso di violenza fisica".

FRANCO BERNABE LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Agnelli. «L'Avvocato ha rappresentato un incredibile esempio di eleganza, di curiosità, di senso della bellezza, del gusto, e anche di arguzia, di spirito, di battute. Questi sono i lati belli. I lati brutti sono una certa superficialità, una certa "volagerie": l'Avvocato non si è mai fermato un momento su una cosa, ma questa era la contropartita di tante altre doti. Non si può essere tutte le cose insieme».

CARLO DEBENEDETTI E IL FIGLIO RODOLFO

Anita Ekberg. «A Torino con l'Avvocato abitavamo nello stesso palazzo. Ero un ragazzino, avrò avuto 14-15 anni. Una sera rientravo a casa, saranno state le 10 o le 11 di sera. Lo vidi entrare con Anita Ekberg. Sgranai gli occhi, perché era una donna straordinariamente bella, rimasi imbambolato e lui mi diede un consiglio, con un buffetto, i consigli che si danno ai ragazzi di quell'età, ecco... di aggiustarmi, insomma».

Berlusconi. «Credo che gli italiani ne abbiano avuto abbastanza». E i 564 milioni di euro? «Ho avuto la riparazione di un danno drammatico, non è che ho ricevuto un premio. La Mondadori era nostra e ci è stata portata via corrompendo un giudice. La difesa di Berlusconi dice che anziché averne corrotti tre ne ha corrotto solo uno. Va bene, vediamo cosa deciderà la Cassazione. Siamo assolutamente fiduciosi».

u cicconi02 gianni agnelli anita ekberg

Bernabè. Ingegnere, vuole comprare La7? «No, innanzitutto per comprare una roba bisogna che ci sia qualcuno che la vende, e per adesso mi sembra che Bernabè sia ancora innamorato del giocattolo. Poi però sarà costretto a vendere. Non c'è problema».

ANNA LISA BRUCHI E DE BENEDETTI

Scalfari. Nell'Editoriale L'Espresso «io sono entrato come azionista di minoranza quando gli azionisti di maggioranza erano Caracciolo e Scalfari. L'azienda stava andando veramente male, per non dire che era quasi sull'orlo del fallimento. La salvai. Poi Scalfari e Caracciolo vendettero». «Nei contenuti dei giornali entro zero, nelle scelte dei direttori totalmente. Io ho scelto Ezio Mauro. Devo dire onestamente che l'ho concordato con Eugenio. Nel senso che gli ho detto: "Guarda, io voglio essere sicuro di avere in mano un giornale vero. Questo giornale sei tu, e il giorno che tu non ce la fai più io non vorrei trovarmi con in mano un oggetto che non è più un giornale. Per cui, mentre tu sei ancora vivo e vivace, voglio cambiare direttore". Eugenio era perfettamente d'accordo».

EUGENIO SCALFARI EZIO MAURO

Rossella. «D'altronde Mauro aveva lavorato a Repubblica con Scalfari e in quel momento era direttore della Stampa, ed è la cosa per cui Agnelli me ne ha voluto di più. Perché è rimasto senza direttore per tre giorni, e poi si è dovuto ciucciare Rossella. Romiti a un certo punto ha trovato, nelle sue frequentazioni romane, che l'unico direttore in quel momento era lui. Quindi Agnelli si è trovato senza direttore, e per giunta con Rossella. Insomma, non era il massimo per l'Avvocato, no».

agnelli anita ekberg OGGI

Jobs. «Con lui feci la più grande stupidaggine della mia vita. Ero in California, dove lavoravano 300 ingegneri della Olivetti. Ero con Elserino Piol, che mi disse: "Ci sono due ragazzi in un garage che stanno facendo progetti, passiamo un attimo...". Vidi ‘sti due, erano Wozniak e Jobs, che trafficavano con delle piastre elettroniche. Steve Jobs mi chiese se ero disposto a mettere un milione di dollari di allora, 1980, per avere il 20% dell'azienda. Io dissi a Piol: "Ma non stiamo a perdere tempo con questi due ragazzi, abbiamo cose più serie da fare". Da mangiarsi le mani. Anzi, le mani non bastano...».

STVE WOZNIAK E STEVE JOBS

Cuccia. «Le banche, e in particolare Mediobanca, e in particolare Cuccia, non credevano nella telefonia mobile. Cuccia era rimasto all'hardware, per lui l'elettronica manco a parlarne. Quando gli parlai dell'idea di entrare nella telefonia mobile, lui rispose: "Ma lei pensa di fare concorrenza alla Stet! Lei è pazzo!" Dissi: "E' possibile, e io lo faccio". E Cuccia: "I suoi soldi se li va a trovare da un'altra parte, perché noi non glieli diamo". Infatti li andammo a trovare per il mondo».

Romiti Agnelli

La crisi. «Le cose peggioreranno ancora. La crisi si aggraverà e sarà molto lunga. L'Italia ne uscirà, perché poi i Paesi ne escono sempre: si tratta di vedere quanto impoverita uscirà l'Italia da questa crisi. Io penso fortemente impoverita».

 

Montezemolo-mieli-rossella-borgomanero_1877_alta

 


PARTITI IN CRISI, GELO SUL GOVERNO - CRISI, MONTI ACCUSA I GOVERNI - NAPOLITANO: GRILLO NON FA BOOM

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Il Velino.it

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO - NAPOLITANO CON LA BANDIERINA DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE

CORRIERE DELLA SERA - In apertura: Partiti in crisi, gelo sul governo. Editoriale di Piero Ostellino: La lingua di legno del neopresidente. Al centro, fotonotizia: "Quelle 59 donne uccise da uomini e "I costi umani della crisi? Rifletta chi ha portato l'economia in questo stato". In taglio basso: Il conte veneziano rubava quadri antichi e Snobbato in Italia insegnerà a Cambridge.

LA REPUBBLICA - In apertura: Crisi, Monti accusa i governi. Di spalla l'appello: Il federalismo che può salvare l'Europa di Giuliano Amato, Jacques Attali, Emma Bonino, Romano Prodi. Al centro: Lavitola: dossier su Fini per conquistare Berlusconi e Sarkò-Hollande, lezioni di stile, abbracci e sorrisi dopo gli insulti. In basso: "Perché dobbiamo fermare l'odio che uccide le donne" di Clio Napolitano

NAPOLITANO-FINI - MONTI E SCHIFANI

LA STAMPA - In apertura: Crisi, l'attacco di Monti. Al centro fotonotizia: Effetto-Francia, anticipato il vertice sulla crescita. A sinsitra: Sberleffo e castigo di Luca Ricolfi. In alto: Benzina, ipotesi di un taglio Iva, Niente messa per Impastato e Sotto processo tre società di A.

IL GIORNALE - In apertura: Dai Silvio, molla Monti. Editoriale di Vittorio Feltri con il titolo d'apertura. A destra il commento di Alessandro Sallusti: Napolitano più furbo che cieco. Al centro: Fini, fine di un traditore

Enrico Bondi

IL SOLE 24 ORE - In apertura: Italia alla Ue: investimenti fuori Patto. Al centro l'inchiesta: Sui rimborsi Iva il Parlamento pressa il Governo e Timori per Atene, Borse in rosso. Di spalla il punto di Stefano Folli: Politiche da ricostruire. In alto: Sulla casa "in prestito" scatta l'aliquota ordinaria.

IL MESSAGGERO - In apertura: Crisi, l'affondo di Monti. Intervista a Massimo D'Alema: il Pd sarà il pilastro dell'alleanza tra Udc e sinistra. Editoriale di Vincenzo Lippolis: Mettere il Paese in sicurezza. Al centro: Francia, simbolica staffetta alla festa per l'armistizio, "Benzina, giù i prezzi" e La carica delle mail anti-sprechi. In taglio basso: Lattentato al dirigente Ansaldo spunta un supertestimone e Scommesse, deferiti 22 club e 61 tesserati.

BERLUSCONI IN VERSIONE MAO

IL TEMPO - In apertura: Monti ha perso le staffe. Editoriale di Mario Sechi: L'"eliminazione" tecnica del Pdl. Al centro fotonotizia: Napolitano: Grillo non fa boom. In taglio basso: Malagrotta bis. L'accordo non c'è.

IL FATTO QUOTIDIANO - In apertura: "Nessun boom". "Sei sordo?" Napolitano-Grillo 0-2. Editoriale di Marco Travaglio: Scene da un funerale. Al centro: Crisi di nervi al Quirinale di Antonio Padellaro. In basso: Senza lavoro, altri tre suicidi. Monti: "Rifletta chi c'era prima". In un richiamo: Renzo il Trota s'è laureato prima della maturità.

BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO

ITALIA OGGI - In apertuta: Ritorna il federalismo. Al centro: Ecatombe di big di sinsitra: la Turco punita a casa sua, Vendola e Fassino nei loro paesi. In taglio basso: Divorzio col risarcimento danni.

MF - Ultimatum di Bondi alla Casta. Monti finisce nella morsa di Bruxelles sui debiti della Pa. In basso il commento: La sveglia di Grillo suona anche per il premier.

 

BOLOGNA SOTTO CHOC - IL CONSIGLIERE COMUNALE E REGIONALE DEL PD MAURIZIO CEVENINI SI E’ AMMAZZATO

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Ansa.it

MAURIZIO CEVENINI MAURIZIO CEVENINI

Il consigliere regionale dell'Emilia-Romagna e comunale di Bologna, Maurizio Cevenini, 58 anni, ex candidato sindaco del Pd e recordman in Italia per celebrazioni dei matrimoni civili, e' morto suicida davanti all'assemblea legislativa. Secondo le prime informazioni si sarebbe gettato da un terrazzo di Viale Aldo Moro.

Maurizio Cevenini si ritirò dalla corsa alla prima carica politica di Bologna in seguito a problemi di salute. Oggi si è ucciso lanciandosi da un terrazzo a un piano alto della torre in Fiera che ospita l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, in cui era consigliere recordman di voti. E' caduto su un altro terrazzo, interno all'edificio. A quanto si è appreso, stava male da tempo, era molto depresso. La figlia lo ha saputo mentre era al suo lavoro da terapista in una clinica privata.

La notizia è stata confermata in lacrime dal presidente del'assemblea, Matteo Richetti. Il corpo é stato trasportato all'interno del palazzo, dove per il momento l'accesso è consentito solamente alle forze dell'ordine. Il palazzo è stato raggiunto dal Prefetto Angelo Tranfaglia, dal Questore Vincenzo stingone e dal Pm Marco Mescolini. Sono poi arrivati arrivati il coordinatore del Pdl di Bologna, Paolo Foschini.

 

 

DOPO UN AVVIO POSITIVO, LE BORSE EUROPEE HANNO BRUSCAMENTE FRENATO: MILANO CEDE LO 0,2%,

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1 - BORSA: INDICI INVERTONO ROTTA, -0,2% MILANO...
Radiocor - Dopo un avvio positivo, le Borse europee hanno bruscamente frenato a dimostrazione che la volatilita' regna sovrana, mentre gli investitori si interrogano sul futuro della Grecia e cosi' sul futuro assetto dell'Unione europea. Milano cede lo 0,2%, Parigi lo 0,23%, mentre Francoforte oscilla sulla parita'. A Piazza Affari hanno ripiegato le banche, con Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mps che cedono l'1%. Mediaset accusa un tonfo del 6% risentendo dei timori per l'andamento deludente della pubblicita'.

PIAZZA AFFARI - MAURIZIO CATTELAN

2 - BORSA TOKYO: NIKKEI CHIUDE A -1,5%, PESANO GRECIA E YEN FORTE...
Radiocor - Le preoccupazioni per la situazione politico-finanziaria della Grecia e il rafforzamento dello yen sull'euro hanno pesato oggi sulla seduta a zionaria della Borsa di Tokyo, dove l'indice Nikkei ha chiuso in calo dell'1,49% a 9045 punti, sui minimi di chiusura da meta' febbraio. Pesanti le azioni dei manifatturieri e dei tecnologici, mentre tra i pochi titoli in controtendenza, Toshiba e' salita di quasi un punto percentuale dopo aver reso noto che i profitti operativi per quest'anno saranno di circa 300 miliardi di yen, in linea con le attese.

BORSA tokyo

3 - EDITORIA: PRONTI DL E DDL DELEGA PER STRETTA CONTRIBUTI PUBBLICI...
Radiocor - E' pronta la riforma dei contributi pubblici all'editoria che portera' ad una riduzione generalizzata dei finanziamenti. Il Governo ha predisposto un decreto legge ed un disegno di legge delega, da portare all'esame di un prossimo Consiglio dei ministri. Il testo della delega, in possesso di Radiocor, prevede l'emanazione da parte del Governo dei decreti per 'lo sviluppo del mercato editoriale e la definizione di nuove forme di sostegno in favore del settore' e contiene le 'linee direttrici per la razionalizzazione degli interventi di sostegno' per 'garantire significativi alleggerimenti dell'onere finanziario attualmente derivante dal vigente sistema di contribuzione diretta'.

Allo stesso tempo il Governo ha prefigurato con la delega 'una gamma di possibili incentivi, piu' coerenti con l'attuale situazione del mercato editoriale, ma comunque compatibili con i vincoli di finanza pubblica'. Il decreto legge prevede invece una disciplina transitoria per regolare i contributi fin o al 2013, che saranno erogati nel 2014. La disciplina transitoria, si legge nella relazione illustrativa, 'si rende necessaria per poter introdurre sin dal 2013 misure di razionalizzazione e di efficientamento del settore e per conseguire effetti di risparmio prima del 2014'. Tra queste, la norma secondo la quale i contributi dovranno essere commisurati alle copie effettivamente vendute.

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4 - IL RIASSETTO MEDIOBANCA RICHIEDE PIÙ TEMPO...
A.Ol. per il "Sole 24 Ore" - Il riassetto definitivo del consiglio di Mediobanca, post scioglimento di doppi incarichi, dovrà attendere ancora un po'. Già Jonella Ligresti ha preso novanta giorni di tempo per decidere, sfruttando il fatto di avere appena accettato un nuovo incarico in qualità di vice-presidente di FonSai (tra tre mesi la partita in casa Ligresti dovrebbe essere conclusa).

Ma, a quanto risulta, alla riunione del cda di oggi non ci saranno ancora i nomi da cooptare al posto del vice-presidente UniCredit Fabrizio Palenzona e del patron di Mediolanum Ennio Doris, che comunque si sono già dimessi dal board di Piazzetta Cuccia. Più rapidi sono stati invece Vincent Bollorè che ha indicato al suo posto Vanessa Laberenne e Marina Berlusconi che ha già designato per sostituirla il fratello Piersilvio che, per incompatibilità di legge, ha dovuto dimettersi dal cda Fininvest. Oggi oggetto di esame saranno i conti del trimestre che dovrebbe chiudersi, secondo le stime degli analisti, con utili intorno ai 30 milioni.

5 - TERCAS E QUELLO STRANO BOOM DELLE SOFFERENZE...
Fa.P. per il "Sole 24 Ore" - Le motivazioni sono quelle canoniche di provvedimento di questo tipo. Inadeguatezza degli assetti di governance e dei controlli interni e gravi irregolarità operative. Ma la messa in amministrazione straordinaria di Tercas da parte di Banca d'Italia accade non a caso in un momento assai difficile per i conti dell'istituto. Che hanno visto nel 2011 un'impennata di alcuni voci del bilancio. Come le sofferenze nette sul patrimonio netto volate al livello record del 28,5% praticamente raddoppiate dal 14,7% del 2010. Il trend è simile se si guarda al totale dei crediti della banca.

giornali

Anche qui la somma di prestiti in sofferenza più incagli netti vale l'8,8% del portafoglio dei crediti totali. Con un aumento di ben tre punti percentuali sull'anno precedente. Detta in soldoni il totale delle attività deteriorate nette vale a fine 2011 ben 591 milioni di euro. Non poco per un banca che ha attivi per 5,3 miliardi e un capitale netto per 339 milioni. Da chi e come sono maturate quelle sofferenze è la domanda che si dovranno porre i commissari straordinari. E non solo.

6 - PICCOLI SOCI COGEME IMPUGNANO LE DELIBERE...
Ma.Mo. per il "Sole 24 Ore" - Un gruppo di azionisti titolari di oltre l'11% del capitale sociale di Cogeme ha impugnato le due delibere assunte dall'assemblea straordinaria e ordinaria dei soci del 12 gennaio, alla vigilia della messa in liquidazione della società. A renderlo noto è stato lo stesso presidente del collegio dei liquidatori, Gino Berti che ha annunciato di aver ricevuto lo scorso 2 maggio un atto di citazione con la richiesta di annullamento delle delibere.

La prima riguarda la proposta di aumento di capitale per 30.687.320 euro. La seconda delibera si riferisce alle responsabilità dei componenti del cda e del collegio sindacale in carica al momento dell'approvazione del progetto di bilancio al 31 dicembre 2010 e alla data della relativa relazione dell'organo di controllo. L'annullamento delle delibere viene chiesto in quanto contrario, secondo i soci, alla legge e allo statuto. La notizia arriva alla vigilia dell'assemblea straodinaria fissata l'11 maggio. I liquidatori hanno fatto sapere che ritengono l'impugnativa proposta priva di qualsiasi fondamento.

7 - RECORDATI CRESCE E PREPARA LO SHOPPING...
B.Ce. per il "Sole 24 Ore" - Il consolidamento della società turca neo-acquisita Frik Ilaç, l'andamento positivo delle vendite nell'Est Europa (soprattutto in Russia), nonchè il successo dei prodotti "orfani" (quelli per il trattamento delle malattie rare) stanno trainando i conti Recordati. L'azienda farmaceutica ha infatti chiuso il trimestre con un utile operativo in crescita del 7,5% a 47,6 milioni; l'utile netto è salito sempre del 7,5% a 33,8 milioni a fronte di ricavi in progresso dell'11% a 219,6 milioni (grazie soprattutto al +14,5% segnato dalle attività internazionali).

LA SEDE DI MEDIOBANCA

«Dati molto soddisfacenti - ha dichiarato il ceo Giovanni Recordati - e superiori alle nostre previsioni. Per il futuro però restiamo prudenti, e per il 2012 abbiamo lasciato invariate le previsioni (utile netto a 115-120 milioni e ricavi per 810-830 milioni). Di sicuro però vogliamo gettare solide basi per continuare a rafforzarci e per farlo dobbiamo andare a vendere sui mercati in crescita e quindi all'estero. Guardiamo soprattutto verso l'Europa dell'Est e l'Area Mediateraneo, dove entro l'anno contiamo di mettere a segno un'altra acquisizione».

8 - MORNING NOTE...
Radiocor

CDA (approvazione dati contabili) Beni Stabili, Brunello Cucinelli, Geox, Mediobanca, Telecom Italia, Telecom Italia Media.

Milano: conferenza stampa Federacciai sul futuro dell'industria siderurgica nazionale e il punto sul settore economico-produttivo. Partecipa, tra gli altri, Giuseppe Pasini, presidente Federacciai.

Milano: incontro organizzato dal Dipartimento di accounting dell'Universita' Bocconi sul tema 'Informazione, azione e controllo. I tre pilastri del governo delle istituzioni'. Partecipano, tra gli altri, Fabrizio Saccomanni, direttore generale Banca d'Italia; Stephane Lissner, sovraintendente Teatro alla Scala.

Rho (Mi): conferenza stampa 'Eni e il rilancio della chimica. La nuova strategia e la creazione di Versalis'.

sede MEDIOBANCA

Firenze: seconda edizione della conferenza 'The state of the union', organizzata dall'Istituto Universitario Europeo. Partecipano, tra gli altri, Mario Monti, presidente del Consiglio; Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel; Olli Rehn, commissario per gli Affari economici e monetari della Commissione europea; Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d'Italia; Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari; Jose' Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea.

Roma: incontro sul tema 'Rilanciare l'Europa puntando su creativita' e spirito imprenditoriale'. Partecipano, tra gli altri, Emma Mercegaglia, presidentessa della Luiss Guido Carli e di Confindustria; Enzo Moavero Milanesi, ministro per gli Affari europei; Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l'industria e l'imprenditorialita'.

Roma: assemblea Lottomatica per bilancio al 31/12/11.

Roma: incontro tra il ministro del Lavoro, Elsa Fornero e i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl sul tema dei cosiddetti esodati.

Radiocor - Milano, 09 mag - CRISI: Il premier Mario Monti nell'incontro con il commissario Ue Olli Rehn traccia i punti dell'agenda dello sviluppo. Vertice europeo il 23 giugno. La cancelliera Angela Merkel invia una lettera al nuovo presidente francese Francois Hollande per rilanciare insieme l'Europa. (dai giornali). Una spinta ai consumi per aiutare l'Europa. L'analisi (Il Sole 24 Ore, pag. 5). Il federalismo che puo' salvare l'Europa. Appello di Giuliano Amato, Jacques Attali, Emma Bonino e Romano Prodi (La Repubblica, pag. 1-33).'Troppi sacrifici, poche speranze. Dipendenti e piccoli imprenditori sono stremati.' Intervista al segretario Cgil, Susanna Camusso (La Repubblica, pag. 2)

ELSA FORNERO

IMPRESE: oltre mille fallimenti al mese (dai giornali). E' allarme rosso. Il dossier (La Repubblica, pag. 4)

GRECIA: preoccupa l'incertezza dopo le elezioni. Timori di possibile uscita Atene dall'euro spingono Borse in ribasso. Spread torna a salire (dai giornali)

ENI: utile sale a 6,86 miliardi. Dividendo di 1,1 miliardi alla Cdp, di 163 milioni al Tesoro (dai giornali). Negoziati sul gas con Norvegia e Olanda (Il Sole 24 Ore, pag. 30)

SNAM: l'a.d. di Eni, Paolo Scaroni chiede una 'corretta separazione' e rileva che su Snam bisogna tutelare gli azionisti (dai giornali). I ritardi su Snam minano la credibilita' dell'Italia (Il Sole 24 Ore, pag. 29)

UNIPOL/FONSAI: vertice nella notte sui concambi. La Milano torna in utile per 17 milioni di euro nel trimestre (dai giornali). Advisor al lavoro. Il nuovo piano di Banca Leonardo (Il Sole 24 Ore, pag. 31)

BANCA GENERALI: raddoppia i profitti nel primo trimestre (dai giornali)

MEDIASET: la pubblicita' frena l'utile nel primo trimestre (dai giornali)

LA7: Telecom da' il via alla cessione (Il Giornale, pag. 25). Bernabe' ne e' innamorato, ma dovra' vendere'. Anticipo dell'intervista a Carlo De Benedetti, presidente di L'Espresso, in onda domani su Rai2 (Il Corriere della Sera, pag. 23) PIAGGIO: nel primo trimestre i conti tengono grazie all'Asia (dai giornali)

PEUGEOT-GM: 'modelli comuni, niente low-cost'. Intervista al direttore generale di Psa Peugeot Citroen, Frederic Saint-Geours (Il Corriere della Sera, pag. 40)

LOTTOMATICA: 'il gioco un aiuto per le casse dello Stato italiano'. Intervista al ceo di Lottomatica, Marco Sala (Financial Times pag.16)

PERNOD RICARD: rilancia in Italia e punta su Ramazzotti (Il Sole 24 Ore, pag. 32)

IL MINISTRO ELSA FORNERO

MOLESKINE: procede verso Ipo. Quotazione a fine anno (dai giornali)

ELETTRODOMESTICI: appello delle imprese, costo del lavoro troppo alto, pesa il cuneo fiscale. Piu' sostegno o dovremo lasciare l'Italia, affermano le imprese del settore (Il Corriere della Sera, pag. 39)

BASICNET: vince in tribunale la battaglia per rilevare Fashion Network (La Stampa, pag. 29)

ALIMENTARE: alleanza tra Fiera Colonia, Federalimentare e Cibus, insieme a Bankgok nel 2013 (Il Sole 24 Ore, pag. 44)

AMAZON: punta sugli accordi con le grandi firme. Alta-moda con supersconto la nuova frontiera del colosso dell'e-commerce (La Repubblica, pag. 25)

 

 

BUSINESS INTERNATIONAL - CAMERON ALL’EU: “GOVERNO UNITARIO O VIA DALL’EURO” - GLI ATLETI DI HARVARD IN “CALL ME MAYBE” (

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DAGOREPORT
1 - FINANCIAL TIMES
LA SINISTRA GRECA ATTACCA L'AUSTERITÀ "BARBARA"
http://on.ft.com/KEm7ah

La Grecia si sta dirigendo verso uno scontro con i creditori internazionali dopo che il partito della sinistra radicale che è arrivato secondo nelle elezioni del fine settimana ha chiesto di stracciare il programma "barbaro" di austerity alla base del suo programma di salvataggio.

MASTERCARD PRESENTA IL "PORTAFOGLI DIGITALE"
http://on.ft.com/ITxVUK

MasterCard ha presentato i nuovi servizi di pagamento progettatI per consentire alle banche e ai negozi di approfittare della crescita dei pagamenti elettronici.
Con il nome di PayPass, MasterCard sta creando una rete unificata che permetterà ai commercianti di accettare pagamenti effettuati dai consumatori con smartphone o tablet.

PATTI HART DI YAHOO

2 - THE WALL STREET JOURNAL
L'AMMINISTRATORE DI YAHOO SI DIMETTE DOPO L'INCHIESTA
http://on.wsj.com/IC05zQ

L'amministratore di Yahoo, Patti Hart, dovrebbe dimettersi entro la fine dell'anno. La notizia arriva pochi giorni dopo che il consiglio ha avviato un'inchiesta che comprenderà un esame del suo ruolo nell'assunzione dello Chief Executive Scott Thompson.

GIUDICE: "PROVIEW" NON PUÒ CITARE IN GIUDIZIO APPLE IN CALIFORNIA NELLA BATTAGLIA SUL MARCHIO I-PAD
http://on.wsj.com/IHASD3

Un giudice della California ha respinto la causa "Proview Electronics" contro Apple per il marchio i-Pad in Cina, ultimo colpo di scena nella lotta legale per il legittimo proprietario del nome del celebre tablet.

BIANCA BRANDOLINI DADDA AL MET

3 - BLOOMBERG
IL SEGRETO DI MADONNA PER LA LONGEVITÀ? FAVORIRE IL BOOM DEI BATTERI
http://bloom.bg/KkGXst

Il segreto della capacità di resistenza di Madonna può essere sorprendentemente semplice: giardinaggio.
Ma non con il rastrello e la paletta. Grazie a piatti a base di fagioli di soia fermentati, miglio e riso preparati dal suo chef personale, Mayumi Nishimura, Madonna pratica una forma di orticoltura interna: coltivare la sua flora intestinale in un approccio alternativo per la salute.

MADONNA

LE MADRI DIFFICILI DEI FILM (FOTO)
http://bloom.bg/JqwhZM

Per celebrare la festa della mamma, i consumatori statunitensi sborseranno 16 miliardi di dollari per fiori, gioielli e altri regali, secondo la National Retail Federation. Per apprezzare davvero le nostre madri, possiamo anche guardare alcuni film selezionati.

I MIGLIORI LOOK DEL RED CARPET AL MET GALA 2012
http://bloom.bg/IPpjNX

Modelle, attrici e filantropi al gala del Costume Institute al Metropolitan Museum of Art di New York. Qui ci sono alcuni dei migliori look della notte.

FESTA DELLA MAMMA

4 - LES ECHOS
IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO EUROPEO SOFFRE DELL'INCERTEZZA POLITICA IN GRECIA
http://bit.ly/JeR8vS

Gli investitori hanno fatto marcia indietro e hanno preferito evitare attività rischiose come alcune azioni e titoli di Stato.

5 - LA TRIBUNE
CRESCITA: COME HOLLANDE CERCHERÀ DI CONVINCERE LA MERKEL
http://bit.ly/KPpKE7

L'iniziativa del presidente francese potrebbe essere meno consensuale di quanto suggerito dal crescente dibattito in Europa sulla necessità di definire una nuova politica di crescita. Il metodo di trading sarà decisivo. Le confidenze di Catherine Trautmann, l'eurodeputato socialista, uno dei perni del memorandum che sarà proposto da Parigi a Berlino.

DAVID CAMERON

DAVID CAMERON: "LA ZONA EURO HA BISOGNO DI UN GOVERNO UNITARIO"
http://bit.ly/JdIFLp

Il primo ministro britannico nega di essere indifferente al destino dell'euro, contrariamente a quanto ha detto il neoeletto Presidente francese, Francois Hollande. In un'intervista con il "Daily Mail", David Cameron ha suggerito ai membri della zona euro di istituire un unico governo per risolvere i loro problemi o addirittura, forse, di lasciare l'euro.

MERKOLLANDE

IL PROPRIETARIO DELLA COSTA CONCORDIA VERSA 2 MILIONI DI DOLLARI PER I NAUFRAGHI FRANCESI
http://bit.ly/JdINKK

La compagnia Costa Crociere, il proprietario della Concordia, che si è arenata nel mese di gennaio nei pressi di un'isola italiana, ha iniziato a pagare i risarcimenti promessi ai passeggeri francesi che hanno accettato un accordo volontario. Quasi la metà di questi sopravvissuti non hanno firmato ancora nulla e hanno deciso di portare avanti crica una trentina di cause.

6 - MASHABLE
QUESTO È PAZZESCO: GLI ATLETI DI HARVARD SI ESIBISCONO IN "CALL ME MAYBE" (VIDEO)
http://on.mash.to/JelX5g

Il lanciatore della squadra di baseball della Harvard University, Conner Hulse, ha lanciato in Internet una delle sue palle curve: questa settimana ha caricato un video che ritrae lui e i suoi compagni di squadra mentre cantano in playback e ballano la hit virale di Carly Rae Jepsen, "Call Me Maybe".

LA SQUADRA DI BASEBALL DELLA HARVARD UNIVERSITY Costa Concordia

 

 

PROBABILI NUOVE ELEZIONI IN GRECIA - USA: IL TERRORISTA CHE PIANIFICAVA L’ATTENTATO AEREO È UN DOPPIO AGENTE?

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DAGOREPORT

1 - THE NEW YORK TIMES - A destra, "Dietro le svolte diplomatiche nel caso cinese" - "Secondo gli ufficiali americani, il terrorista che pianificava l'attentato aereo potrebbe essere un doppio agente, infiltrato in Al-Qaeda" - Al centro, "Il primo ministro israeliano allarga il suo potere grazie a un accordo con l'opposizione"

THE WASHINGTON POST THE WALL STREET JOURNAL

2 - THE WASHINGTON POST - A destra, "Una fonte interna ha aiutato a sventare l'attentato" - "Il terrorista ha puntato gli Stati Uniti 3 volte, dice un ufficiale" - A sinistra, "Lugar perde la gara per restare in Senato" - In basso, "Il potere, il profitto e i problemi mentre l'industria petrolifera irachena fa il boom"

3 - THE WALL STREET JOURNAL (EUROPE) - In apertura, "Probabili nuove elezioni in Grecia" - A sinistra, "È tutto tuo", "La stretta di mano fra Sarkozy e Hollande" - In basso, "Le scommesse degli investitori spagnoli suscitano preoccupazione sulle sventure della banca" - "Un magnate messicano sceglie KPN"

4 - THE GUARDIAN - In apertura, "Piani pro-famiglia nella nuova coalizione" - A destra, "La banda che costrinse una ragazza a fare sesso dichiarata colpevole" - Al centro, "La maratona con la donna ‘bionica'" - In basso, "Caccia aperta alle remunerazioni dei dirigenti nella ‘primavera degli azionisti'"

5 - THE INDIPENDENT - In apertura, "Colpevole la banda che costringeva le ragazze a fare sesso" - A sinistra, "Clegg riconosce che le speranze per la riforma dei Lord stanno scomparendo" - Al centro, "Ventisei miglia. Sedici giorni. Grinta illimitata"

THE SUN THE TIMES

6 - THE TIMES - In apertura, "La vergogna di una nazione", "Nove uomini dichiarati colpevoli di crimini sessuali contro ragazzine vulnerabili" - In basso, "Un libro rivela i messaggi di testo di Cameron a Brooks"

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "Più aiuto per le famiglie al centro delle nuove misure" - Al centro, "Kate, un sogno color crema" - A destra, "La minaccia greca spaventa i mercati azionari mondiali"

8 - FINANCIAL TIMES - In apertura, "Investitori all'attacco sui bonus al capo di Aviva" - A destra, "La sinistra greca chiede la fine ai ‘barbari' piani di austerità mentre cerca una coalizione"

9 - DAILY MAIL - In apertura, "Perché nessuno ha ascoltato la teenager vittima della banda dello stupro?" - In alto, "Governerei come un vero Tory se non fosse per i Lib Dem: intervista esclusiva a Cameron"

10 - THE SUN - In apertura, "‘Sei l'uomo che voglio': John Travolta coinvolto in battaglie legali da 4 milioni di dollari", "I massaggiatori: ‘Ci ha provocato'. Ma lui nega"

THE GUARDIAN THE INDEPENDENT

11 - DAILY MIRROR - In apertura, "Chi ha fatto QUESTO a mia madre, si costituisca", "L'appello della figlia della 94enne malmenata"

12 - DAILY EXPRESS - In apertura, "Il miglior modo per sconfiggere l'artrite" - In alto, "La caccia a Madeleine: la polizia britannica indaga sull'avvistamento della bambina da parte di una famiglia tedesca"

13 - LE MONDE - In apertura, "Hollandismo, le istruzioni", "Quindici giorni di maggio" - A destra, "Bercy, Berlino, Bruxelles, passaggi obbligati del presidente" - "Karachi, Bettencourt, Gheddafi, il cittadino Sarkozy sotto accusa" - Al centro, "Netanyahou, campione della sua causa"

14 - LE FIGARO - In apertura, "Riuniti dalla Repubblica", "Sarkozy e Hollande, ieri alle celebrazioni dell'8 maggio" - In alto, "La première dame affronta le regole del protocollo"

15 - LIBÈRATION - In apertura, "Giorno di tregua" - In basso, "Il 68% dei lavoratori e il 60% dei giovani hanno votato per Hollande"

THE DAILY TELEGRAPH LIBERATION

16 - LA CROIX - In apertura, "I primi cento giorni di François Hollande" - In alto, "Sondaggio esclusivo: il commercio equo guadagna terreno"

17 - LES ECHOS - In apertura, "La transizione francese sotto l'occhio dell'Europa" - Sotto, "Il caos politico in Grecia fa ondeggiare il mercato" - "Berlino inflessibile sul rispetto del patto fiscale" - Al centro, "I prezzi delle materie prime ancora instabili" - In basso, "Media, cultura: i dodici lavori del nuovo governo" - In alto, "La crisi intacca i salari dei padroni del Cac 40"

18 - LA TRIBUNE - In apertura, "Crescita: come Hollande cercherà di convincere Merkel" - In basso, "La crisi politica che si prevede in Grecia fa ondeggiare i mercati" - "Carrefour: il nuovo patron comincia a tagliare le teste" - "L'incredibile redditività del produttore dei giochi per cellulari ‘Angry Birds'"

19 - EL PAIS - In apertura, "Le obiezioni del revisore hanno forzato l'irruzione dello Stato in Bankia" - In basso, "Denunciato per appropriazione indebita il presidente del Tribunale Supremo"

LA TRIBUNE LA CROIX

 

HANNO PERSO TUTTI - IL PDL SENZA BERLUSCONI A RISCHIO ESTINZIONE: PERDE OLTRE 14 PUNTI

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Roberto D'Alimonte per il "Sole 24 Ore"

BERLUSCONI E ALFANO

Vittorie secche e ballottaggi Come era facile prevedere questa volta sono stati pochi i comuni in cui le elezioni si sono decise al primo turno. Nei 157 comuni sopra i 15.000 abitanti è successo solo in 37 casi con 25 vittorie dei candidati targati Pd e alleati, 7 candidati Pdl e alleati, e 2 candidati della Lega. Negli altri 120 comuni si deciderà al ballottaggio. In questi comuni è interessante vedere la distribuzione dei vari tipi di "duelli". In 58 casi lo scontro è tra i candidati del blocco di centro-sinistra (nelle sue diverse configurazioni) e quello del Pdl e alleati.

La Lega va al ballottaggio in 7 casi contro il candidato del Pd e in uno contro il candidato di una lista civica. I candidati del terzo polo (nei suoi vari formati) vanno al ballottaggio in 13 comuni contro i candidati del Pd e alleati e in 6 comuni contro quelli del Pdl e alleati. La sorpresa è il Movimento 5 Stelle che è riuscito a far passare al secondo turno 5 candidati che affronteranno tutti un candidato del blocco di centro-sinistra. Partiti e blocchi Il voto ai partiti è quello che attira sempre l'attenzione di tutti gli osservatori ma è un voto impossibile da decifrare in una elezione amministrativa in cui la presenza di tante liste collegate ai candidato-sindaco nasconde la vera forza dei partiti.

Casini e Fini

L'unica cosa che si può dire è che i brand Pd, Pdl ecc. non hanno un grande appeal se per sostenere i propri candidati i partiti storici devono ricorrere ad altri brand con una immagine meno logora. In questa situazione di grande frammentazione sono più indicativi i dati aggregati per aree politiche (i blocchi), come abbiamo fatto nella tabella in pagina. I blocchi sono stati costruiti sommando nei 26 comuni capoluogo i voti ottenuti dai partiti tradizionali e quelli delle varie liste comprese nella coalizione che sosteneva lo stesso candidato sindaco.

Dai dati emerge chiaramente che mentre il blocco di centro-sinistra (Pd, Idv, Sel + liste civiche) arretra relativamente poco rispetto alla sua consistenza nel 2008 (dal 43,1% al 37,7%, una perdita di oltre cinque punti interamente ascrivibile al Pd, poiché Idv e Vendola sono sostanzialemnte in linea con il voto del 2008) il blocco di centro-destra (Pdl, Nuovo-Psi, La Destra + liste civiche) passa dal 39,9% del 2008 al 25,7% di oggi. Quanto alla Lega che abbiamo separato dal blocco targato Pdl resta sulle stesse posizioni includendo Verona, grazie allo straordinario successo della lista di Tosi, ma in realtà perde significativamente senza Verona passando dal 4,7% al 2,3%.

RUTELLI-CASINI

Per il Carroccio però è più significativo calcolare i voti solo per i comuni in cui era presente. Così facendo si vede che nei 14 comuni del 2012 per cui abbiamo anche il dato delle regionali del 2010 (manca Gorizia) il Carroccio passa dal 15,3% al 5,3%. Se a questo dato sommiamo anche i voti della lista Tosi a Verona il gap si riduce ma resta comunque molto negativo. Per il blocco di centro il discorso è più complicato. In realtà questo blocco non esiste. Non esiste nemmeno il terzo polo.

MARONI E BOSSI

Esistono dei partiti e delle liste collegate che insieme però hanno raccolto un discreto bottino. Ma il dato più significativo è che, nel momento in cui si assiste al netto smottamento dell'elettorato del Pdl e della Lega, l'Udc resta al palo, però non perde. Il Movimento 5 Stelle Fino a pochi giorni fa molti irridevano quei sondaggi che davano il movimento di Grillo sopra il 7% dei voti. E invece erano stime corrette. Anzi no, ma per la ragione inversa a quella degli scettici perché ora sappiamo che erano stime al ribasso.

Nei 20 comuni capoluogo in cui si è presentato il movimento di Grillo ha ottenuto in media l'8,2% (7,1 nel complesso) dei voti. Questo dato nasconde però una grande varianza. Nei 10 comuni del Nord (tutti quelli in cui si è votato) la percentuale è stata 11,3. Mentre nei quattro comuni capoluogo della ex zona rossa arriva al 13,1. Al Sud invece il movimento era presente solo in 6 comuni su 12 e i suoi consensi sono modesti, il 3,1%. Questa diversità territoriale non è una sorpresa. Era così anche prima di queste elezioni, ma è poco probabile che sia così dopo queste elezioni.

BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO

Le condizioni politiche, economiche e sociali sono favorevoli ad una espansione del movimento anche nelle regioni meridionali. Il successo di oggi è destinato ad alimentare quello di domani se nulla cambierà nel campo dei partiti tradizionali. Tra questi invece si assiste più al tentativo di demonizzare il pericolo rappresentato da Grillo che a dare risposte concrete ad alcune delle istanze che ne spiegano il successo. Verso le politiche del 2013 Queste elezioni confermano un dato già rilevato da tutti i sondaggi di opinione negli ultimi mesi.

La fine del ciclo berlusconiano ha aperto il mercato elettorale. Ci sono milioni di elettori disponibili a cambiare le loro scelte di voto, ma l'offerta di nuovi "prodotti" è praticamente inesistente. Una fetta di loro ha scelto Grillo. Ma sono molti di più quelli che non hanno ancora deciso per mancanza di alternative accettabili. Se non verranno fuori da qui alla prossima primavera non andranno a votare. Ci sarà una domanda inevasa che rischia di ingrossare ancora di più la marea montante della disaffezione nei confronti della politica.

 

QUESTA VOLTA IL PALIO LO VINCE LA GUARDIA DI FINANZA: SI INDAGA PER AGGIOTAGGIO

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1- MPS: BLITZ GDF NELLA SEDE DELLA BANCA A SIENA
(ANSA) - Una cinquantina di finanzieri si sono presentati questa mattina, prima dell'apertura degli uffici, a Rocca Salimbeni, sede di Banca Monte dei Paschi di Siena. Secondo quanto si e' appreso, dopo aver chiesto a tutti i dipendenti in arrivo l'ufficio di appartenenza, gli uomini della Gdf si sarebbero spostati negli uffici finanziari.

GIUSEPPE MUSSARI resize SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA

2- MPS: BLITZ FINANZA DISPOSTO DA PROCURA SIENA
(ANSA) - L'accesso della Guardia di finanza nella sede del Monte dei Paschi e' stato disposto dalla Procura della Repubblica di Siena che ha ordinato una serie molto estesa di perquisizioni, sia in uffici di istituti di credito collegati, sia nelle abitazioni di alcuni dirigenti della banca. Sulla vicenda vi e' per il momento un rigoroso riserbo da parte degli investigatori. Stanno operando finanzieri del nucleo di polizia valutaria e del comando provinciale di Siena.

Gabriello Mancini

3- MPS: BLITZ FINANZA, SI INDAGA PER AGGIOTAGGIO
(ANSA) - ROMA, 9 MAG - L'inchiesta della procura di Siena, che questa mattina ha determinato l'accesso della Guardia di finanza nella sede del Monte dei Paschi riguarda presunti reati di aggiotaggio e ostacolo agli organi di Vigilanza. L'apprende l'Ansa da fonti contattate a Siena.

 

 


CALCIOSCOMMESSE, SI COMINCIANO A FARE I CONTI - LE PRIME VITTIME DELLE TESTIMONIANZE DI GERVASONI

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Guglielmo Buccheri per "La Stampa"

Gervasoni CARLO GERVASONI

La prima scossa dello scandalo scommesse è racchiusa nei cd partiti ieri pomeriggio dalla sede della procura della Federcalcio e destinati a 22 società e sessantuno fra giocatori, ex calciatori, dirigenti o collaboratori. Cd con dentro i deferimenti (i rinvii a giudizio della giustizia sportiva) e l'invito a comparire entro due settimane - davanti alla Commissione Disciplinare, il primo grado di un procedimento che potrebbe concludersi, dopo l'appello, i primi giorni di giugno.

Il processo al calcioscommesse al via nelle prossime ore sarà soltanto il primo di almeno due tempi perché il pool del pm del pallone Stefano Palazzi ha deciso di procedere per gradi, lasciando la serie A, e quindi le partite incriminate che, fra le altre, coinvolgono Lazio, Genoa, Lecce, Siena, all'inchiesta già cominciata e che riprenderà a metà maggio. Così, ieri, nel furgone che ha sgommato davanti alla procura poco prima dell'ora di cena c'era la serie B come grande accusata: ben 29 delle trentatré sfide incriminate, infatti, riportano alla luce gare della scorsa stagione del campionato cadetto, ma anche diversi duelli di anni meno recenti (le altre quattro prendono in ostaggio la Coppa Italia, anche quella della Lega Pro).

Cristian BertaniCalcioscommesse DONI RIGORE

Prima scossa e primi tremori. I club deferiti lo sono per responsabilità oggettiva o presunta, casi in cui il massimo rischio è quello di una penalizzazione in punti. L'eventuale sanzione dovrà seguire il principio dell'afflettività: si applica sulla classifica del campionato in corso se in grado di incidere sul piazzamento finale (toglie un traguardo raggiunto), viene erogata per la prossima stagione nel caso in cui i punti in meno non privassero il club penalizzato di un obiettivo concreto raggiunto che possa essere la salvezza, la promozione, un posto per i play-off o play-out.

Quasi la totalità dei deferiti, e quindi delle società, si troveranno a processo perché gli investigatori federali hanno ritenuto «molto credibili...» gli interrogatori dell'ex difensore del Piacenza, e grande pentito, Carlo Gervasoni. Così, per i tre club di A coinvolti (per ora), il Novara lo è soprattutto per la figura del suo ex attaccante Bertani, l'Atalanta (già penalizzata in questa stagione di 6 punti) per il ruolo svolto da Doni e il Chievo per la gara di Coppa Italia proprio contro il Novara e vinta per 3 a 0. Ma la posizione dei veneti è più leggera: viene contestata la responsabilità presunta, non quella oggettiva. E' sempre Gervasoni a strattonare nel cuore dello scandalo la truppa di formazioni di serie B - addirittura sarebbero state deferite sette delle prime otto in classifica - e sarà ancora Gervasoni a mettere nei guai, per l'accusa sportiva, tutti coloro che finiranno al centro del prossimo processo.

DONI FUORI DAL CARCEREstefano palazzi01

Il pool di Palazzi ha fissato il primo confine. Presto ne seguiranno altri per quella che si annuncia come una lunga estate di procedimenti davanti ai giudici dei due gradi della giustizia sportiva. Nelle prossime ore, il procuratore della Federcalcio chiuderà il cerchio con gli ultimi atti in arrivo dalla procura di Cremona e con i primi da quella di Bari dove, nel mirino, c'è il club del capoluogo pugliese e le rivelazioni dell'ex giocatore barese Andrea Masiello. Adesso a tremare è soprattutto la B, presto toccherà al campionato delle big con le classifiche appese a quelli che appaiono come ribaltoni annunciati.

 

SARKOZY E HOLLANDE SI RITROVANO ALL’ARCO DI TRIONFO PER CELEBRARE LA VITTORIA SUI NAZISTI NEL ’45

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Alberto Mattioli per "la Stampa"

SARKOZY E HOLLANDE GIOCANO A CALCIO FRANCOIS HOLLANDE

La stretta di mano più attesa arriva alle 11.14 esatte. Nicolas Sarkozy arriva all'Etoile, in anticipo come al solito, passa in rassegna i legionari in chepì bianco, gli allievi di Saint-Cyr in pantaloni rossi e quelli del Politecnico con il bicorno, poi si dirige sotto l'Arco di Trionfo, va verso François Hollande, gli stringe la mano e lo invita davanti al Milite Ignoto. Depongono insieme la corona e insieme ascoltano la Marsigliese cantata dal Coro dell'Armée. L'immagine della giornata è questa: il Presidente uscente e quello entrante, lo sconfitto e il vincitore, il vecchio e il nuovo, in piedi sull'attenti, immortalati per la Storia dietro la fiamma eterna e davanti alla prospettiva infinita degli Champs-Elysées.

Che messaggio, e che lezione: lo Stato è più grande di chi lo incarna, gli uomini passano, la Francia resta. Il verdetto c'è stato, si volta pagina. Ricordando però che ci sono una storia, dei valori e delle regole in comune, riconosciuti e accettati da tutti. C'è anche un po' d'ipocrisia? Forse sì. Forse è ipocrita festeggiare l'8 maggio, il giorno in cui il Terzo Reich si arrese senza condizioni, come se la Francia avesse vinto una guerra che in realtà ha perso.

NICOLAS SARKOZY VEDE ARRIVARE LA SCONFITTA HOLLANDE E SARKOZY

E forse è anche ipocrita questo scambio di sorrisi e cortesie fra due uomini che non si amano e forse nemmeno si stimano, e che fino a venerdì scorso si sono scambiati molti colpi, alcuni anche bassi. Però le democrazie hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di essere ipocrite e questi gesti fanno onore a quella francese. «Era un gesto che i nostri concittadini aspettavano, sia quelli di destra che quelli di sinistra», spiegherà poi il Président, quello nuovo.

Ironia della sorte, Hollande arriva mentre la banda suona la colonna sonora del «Gladiatore». La folla è formata soprattutto da sostenitori di Sarkozy venuti a dirgli addio, però di buuu! se ne sente uno solo, dal solito cretino che non ha capito nulla. Sarkò è accolto dai «Mer-ci Sar-ko-zy!» che hanno preso il posto dei «Ni-co-las Pré-sident!» della campagna.

Chirac

I due protagonisti sono impeccabili: Sarkozy come padrone di casa, Hollande attento a stare sempre due passi indietro, perché il Presidente è ancora l'altro. Con il vento che gli trasforma il riporto in un ciuffo, Hollande sembra più giovane, Sarkozy, tirato, stanco, più vecchio: il potere è crudele. I tamburi battono «Aux morts», il Silenzio francese, i due Presidenti stringono la mano ai ministri, ai veterani, ai generali.

Poi Sarkò, che veramente in questi giorni di amarezza sta mostrando un fair play notevole e magari inaspettato, porta Hollande verso il Corpo diplomatico. Come dire al mondo: ecco, adesso la faccia della Francia è la sua. E pensare che nel 2007, quando era lui nella situazione di Hollande e Chirac nella sua, Sarkò rifiutò l'invito del suo predecessore.

MAGGIO SARKOZY E FAMIGLIA DOPO LA VITTORIA TRASCORRONO TRE GIORNI DI VACANZA SULLO YACHT DELLAMICO BOLLORE

I due si separano, chiaramente sollevati. Si rivedranno martedì, all'Eliseo, per il passaggio delle consegne e dei codici della bomba. Sarkozy si concede un bagno di folla, forse l'ultimo, ma non parla con i giornalisti. Del resto, sono tutti addosso a Hollande, di cui da domenica stanno seguendo ogni istante con un'attenzione maniacale, minuto per minuto: a Versailles doveva succedere lo stesso. Un quarto d'ora, ed è tutto finito. Ma per la République è stata una gran bella giornata.

 

LA FORMIGA PERDE LE RICEVUTE MA NON IL VIZIO - FORMINCHIONI CAMBIA VERSIONE: LE PROVE DEI RIMBORSI A DACCÒ NON ESISTONO

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Davide Carlucci per "la Repubblica"

ROBERTO FORMIGONI jpeg

Nuova versione di Roberto Formigoni nel Caraibigate, lo scandalo delle vacanze pagate da Pierangelo Daccò, il faccendiere in carcere per aver distratto all´estero quasi 80mila euro della fondazione Maugeri. «Io non ho mai affermato di aver dato soldi a Daccò: si vede che non c´è esperienza su cosa sono le vacanze di gruppo, dove uno paga una cosa e uno un´altra ed eventualmente si conguaglia. Non c´è stato bisogno di alcun conguaglio».

ROBERTO FORMIGONI

Il governatore della Lombardia spiega così che è inutile cercare prove delle restituzioni di denaro da lui a Daccò. Confermando quello che sta emergendo dalle carte della procura - come riportato da Repubblica - assicura che non ci sono bonifici né trasferimenti di denaro di alcun tipo dai sui conti a quelli dell´imprenditore arrestato. Ha saldato, a quel che si capisce, offrendo cene o qualcos´altro a Daccò.

Peccato però che all´indomani delle rivelazioni sui viaggi nei Caraibi, Formigoni abbia dichiarato al settimanale ciellino Tempi (presso la cui redazione uno degli arrestati, l´ex assessore Dc Antonio Simone, incontrava gli interlocutori con cui era in affari): «Le ricevute dei rimborsi delle spese anticipate da Daccò? Non le ho tenute, le ho buttate». Ora, invece, si scopre, che le ricevute non ci sono mai state: Formigoni ha contraccambiato in altro modo.

FORMIGONI

AI CARAIBI CON SOBRIETÀ
Domenica, intervistato dal Corriere della Sera, Formigoni aveva espresso il suo rammarico per aver speso cinquemila euro per quelle vacanze ad Anguilla, uno schiaffo alla crisi economica che sta colpendo le famiglie italiane. E qui i conti continuano a non tornare: come ha fatto a spendere appena cinquemila euro se solo il biglietto aereo - come dimostra l´estratto conto della carta di credito Viseca Raffeisen - è costato a Daccò, che ha pagato, 4080 euro?

A questo punto, non resta che un´ipotesi, assai improbabile: che il soggiorno all´Altamer Resort di Anguilla gli sia costato 920 euro. Un po´ difficile da credere, per un resort che, normalmente, ha tariffe da 45mila euro alla settimana. E ancora più incredibile se si ricorda che Giancarlo Grenci, il fiduciario svizzero di Daccò che ha mostrato ai pm le ricevute dei pagamenti dei viaggi a Saint Marteen, nel suo interrogatorio del 14 dicembre spiega che «risultano pagamenti di affitti di ville per 80/90mila euro ai Caraibi».

Roberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero Dacco

Ma a questo punto, stando alla versione fornita ieri, Formigoni non dovrebbe aver problemi a mostrare di aver effettuato, ad Anguilla, spese all´altezza di quelle riscontrabili nelle credit card di Daccò, che per i tre Capodanni trascorsi nei Caraibi, fanno registrare spese per 130mila euro, senza considerare i cospicui prelievi in contanti. Cosa lasciasse pagare a Formigoni resta ancora un mistero. Non molto, visto che dalle strisciate di Daccò risultano pagamenti di ogni tipo. Prendiamo per esempio il Capodanno 2008-2009: 3.639 euro per il Cap Juluca hotel, 1.310 per Diamond rent a car, 1355 ad Anguilla Air Services, 1256 per il ristorante Straw Hat, 1064 euro per Mango´s Limited...

FORMIGONI IN BRASILE FOTO ESPRESSO

I CONTI DALLA SVIZZERA
Intanto, in procura a Milano stanno per arrivare altre carte. Sono quelle che riguardano i conti gestiti a Lugano da Sandro Feyno, il fiduciario succeduto a Grenci nel ruolo di "traghettatore" verso i paradisi fiscali del denaro di Daccò. Dalle mani del venerabile maestro della loggia Bertone di Lugano, iscritto nel registro degli indagati per il reato di concorso in riciclaggio, sono passati circa 20 milioni di euro, compreso il denaro transitato dai conti correnti della moglie del gran cerimoniere, che aveva tra i suoi ospiti non solo Formigoni, ma anche il fratello Carlo e altri amici intimi del governatore.

ANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITA

LA RICHIESTA DI DIMISSIONI
«Il centrodestra non è più maggioranza in Lombardia», attacca nel frattempo il segretario regionale del Pd Maurizio Martina, alla luce del risultato delle amministrative. «Consiglio a Formigoni di prendersi qualche minuto in più e riflettere - ha aggiunto - Fuori dal palazzo il dato politico è chiaro, è sbagliato scegliere di arroccarsi».

 

DE GREGORIO, IL GUARDIANO DEL PRETORIO - “QUEL MILIONE MI È STATA EROGATO, REGOLARMENTE, DA FORZA ITALIA”

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Il soldi di cui parla Lavitola? Erogati regolarmente e alla luce del sole, nel 2007, da Forza Italia. Sergio De Gregorio, il senatore Pdl accusato dal faccendiere Lavitola di essere stato 'comprato' da Silvio Berlusconi con un milione di euro per passare al Pdl, oggi a 'Un Giorno da Pecora' ha spiegato a Claudio Sabelli Fioretti di essere tranquillo riguardo questa vicenda.

De Gregorio Lavitola

Senatore, perché Lavitola la sta accusando in questo modo? "Questa cosa di cui parlano il Corriere e la Repubblica è assolutamente nota - ha esordito De Gregorio -, è già passata al vaglio dei magistrati ed è stata archiviata. Quindi non è che mi preoccupi di come si sta comportando Lavitola".

Sergio de gregorio

Lavitola sostiene che lei avrebbe preso un milione di euro da Berlusconi. "Quella è una cifra che è stata erogata, regolarmente, da Forza Italia al mio movimento politico, come tutti i piccoli partiti sono stati finanziati da Forza Italia per la campagna elettorale del 2007. Soldi regolarmente contabilizzati dal mio movimento, ma è una roba che è già passata al vaglio dei magistrati".

Lavitola invece sostiene che quella cifra sia servita per farla passare col centrodestra. "Lui non si trova coi tempi, perché a me la cifra è stata erogata nella campagna del 2007". Ma allora perché lo dice? "Non lo so, la sua strategia difensiva non la capisco e non la voglio nemmeno capire, sono affari di Lavitola. Per quel che mi riguarda, tutto quello provocato dai giornali è cosa nota: non capisco dove sia lo scandalo".

SILVIO BERLUSCONI

Però conferma l'ammontare della cifra? "Certamente, ripeto: Forza Italia finanziò per la campagna del 2007 tutti i partiti minori del Pdl, e io tra quelli, ma per bonifico, alla luce del sole, senza che nessuno se ne debba vergognare. Con esiti certificati ed inchiesta passata al vaglio dei magistrati".

Perché crede che queste accuse siano finite su tutti i giornali? "I giudici di Napoli devono discutere i reati nei tribunali, non su giornali. Questa cosa dei giornali è uno scandalo, se c'è bisogno dei giornali per rafforzare le idee è uno scandalo". Stasera il Senato voterà per la richiesta? "io non lo so, sono pronto a tutti gli scenari, crede che a me faccia paura confrontarmi con queste cose?". Ma come si sente? "Ho la coscienza tranquilla. C'è un vecchio proverbio che dice: male non fare, paura non avere", ha detto De Gregorio.

 

 

QUALCUNO FERMI CASINI - PIERFURBY NEL POST-ELEZIONI HA PERSO LA BUSSOLA - SEPPELLISCE IL TERZO POLO

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Pierferdinando Casini Copyright Pizzi

TERZO POLO:CASINI,ONORE A LUI,MA OGGI GIOCO E' DIVERSO
(ANSA) - "Il Terzo Polo è stato fondamentale, onore a chi vi ha partecipato, ma oggi siamo in un nuovo campo, in una nuova stagione e il gioco è diverso". Lo dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, a margine dell'assemblea di Confcooperative. "Se altri ritengono - prosegue - che le cose vadano bene così, vadano avanti".

Casini 'richiama' i giornalisti e spiega loro che non è affatto una novità la sua richiesta di andare oltre il Terzo Polo. "Mi dispiace che quando parlo siate così disattenti - afferma - ho detto le cose che dico da mesi: il Terzo Polo non è sufficiente per rappresentare l'esigenza di novità e di cambiamento che viene dal Paese. E' il segno di una forza stabilizzante, di cui c'é bisogno per non finire come Atene.

Pierferdinando Casini

CASINI: A FORZA DI PARLARE DI ALLEANZE POLITICA SI DISTRUGGE
(ANSA) - Quali alleanze per il polo della nazione, dopo il "flop" dell'alleanza Casini-Fini-Rutelli alle amministrative? "A forza di parlare di alleanze, la politica si sta distruggendo", elude la domanda il leader Udc Pier Ferdinando Casini a margine dell'assemblea di Confcooperative. "Meglio riprendere un bel viaggio in Italia e occuparsi del territorio - prosegue -. Un itinerario di tre giorni a settimana fuori da Roma è quello che mi propongo".

BONDI A CASINI, MODERATI INSIEME CON PROGETTO CREDIBILE
(AGI) - "Le riflessioni ad alta voce dell'On. Casini sono importanti, innanzitutto perche' prendono atto dell'esistenza di un fronte comune della sinistra, potenzialmente maggioritario ma ancora impreparato ad assumere responsabilita' di governo, di fronte al quale tutte le forze moderate dovrebbero avvertire il dovere storico di contrapporre un credibile progetto moderato, rispettoso delle singole autonomie politiche, nell'ambito di un nuovo bipolarismo non muscolare ma fondato su una politica dei contenuti". Lo afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi.

1 - L'AMAREZZA DI CASINI "SIAMO FRA LE MACERIE"
Paolo Festuccia per "la Stampa"

pierferdinando casini

È scontento Pier Ferdinando Casini. Lo dice chiaro e tondo. Anche se l'Udc «è cresciuto», i partiti tradizionali sono stati sconfitti, e soprattutto, i «moderati sono sotto un cumulo di macerie e esplode l'antipolitica». Il giorno dopo il leader Udc tira le somme. Spiega ai giornalisti, che «c'è da andare molto oltre l'Udc, molto oltre il terzo polo», che bisogna riflettere.

«In politica - sottolinea - ogni tanto bisogna fermarsi a pensare». Casini guarda oltre la tornata amministrativa. Il crollo del Pdl se per un verso incoraggia il lavoro terzopolista, dall'altro preoccupa non poco i dirigenti dell'Udc che credono di perdere, comunque, «un interlocutore a destra, capace di rafforzare la loro forza contrattuale anche con il centrosinistra». Ma Pdl a parte nell'Udc assicurano che «d'ora in avanti si guarderà alla società civile, a uomini e protagonisti dell'associazionismo, dell'impresa, ma anche del sindacato, della Cisl».

PIERFERDINANDO CASINI FRANCESCO RUTELLI GIANFRANCO FINI

Questa la strada tracciata. Già avviato con l'azzeramento delle cariche del mese scorso. Diversamente, «la coperta si fa corta», spiegano quelli del Fli, soprattutto per il terzo polo. Un terzo polo che fatica, «che segna un colpo a vuoto - ammette Benedetto Della Vedova - perché da tempo raccontiamo che stiamo costruendo un opzione politica nuova, diversa, ma che poi nelle liste non c'è». Insomma, le alleanze a geometrie variabili non producono effetti.

«La prospettiva c'è - spiega Della Vedova ma se fai una cosa la gente deve vederla». È chiaro, dice Francesco Rutelli «che nelle urne amministrative lo spazio per opzioni politiche diverse dai due blocchi è molto ristretto», ma ribatte l'esponente del Fli, che «il Terzopolo là dove c'era ha ottenuto risultati»: da Cuneo a Genova o all'Aquila. Ed è su questo, che Casini vuole riflettere. Anche perché, sostiene un editoriale di ItaliaFutura, la Fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, ora diventa «urgente aprire un nuovo cantiere dei moderati, liberali, democratici, popolari e riformisti».

LA PREGHIERA DI PIERFERDINANDO CASINI

Anche perché, aggiunte ItaliaFutura, «il clima in Italia e in Europa è tale che Grillo e il grillismo rappresentano la faccia pulita e spesso ingenua di una protesta e di un populismo che altrove, nel continente, assume connotati ben più preoccupanti. Demonizzare Grillo è ingiusto e sbagliato, superarlo è urgente e fondamentale». Argomenti che tocca pure Rutelli accennando, però, «che i tempi difficili della crisi non si affrontano mettendoli in mano ai populisti».

SANDRO BONDI - copyright Pizzi

L'appello, dunque, è all'unione. Basterà? «Per ora spiegano dal Fli - il soggetto unitario cui si pensava è un po' più in salita. Casini ha capito che essere leader di una "cosa" grossa non è gratis, ma va fatta...E lo stesso Casini lo sa...». Al punto che al Tg1 della sera Casini chiarisce: «Il Terzo polo è stato importante per chiudere l'esperienza Berlusconi ma non è assolutamente sufficiente per rappresentare l'alternativa chiesta dagli italiani».

Quindi le alleanze: «Non interessa assolutamente entrare nella foto di Vasto, ma nemmeno inseguire la Lega per le valli padane». E, comunque, «se qualcuno pensa che da questo risultato elettorale derivi il togliere la fiducia al governo Monti non ha capito che questo sarebbe l'atto finale, esiziale della politica».

Insomma, il governo non si tocca, ma sul fronte politico si riaffaccia il partito della nazione. Con tutti i rischi di riforma sulla legge elettorale. Tema che non sfugge a Francesco Pionati (Adc): «Casini può cambiare tutti i nomi che vuole ma queste elezioni dimostrano l'inesistenza del Terzo Polo e la tenuta del sistema bipolare. Per questo la riforma elettorale contro il bipolarismo è già archiviata».

BENEDETTO DELLA VEDOVA


2 - ANCHE LA CEI S'INTERROGA SULLA DISFATTA DEI MODERATI
Andrea Tornielli per "la Stampa"

L' analisi ragionata di quanto emerso dal voto amministrativo sarà il cardinale Angelo Bagnasco a farla, nella prolusione che pronuncerà aprendo i lavori dell'assemblea generale dei vescovi italiani il prossimo 21 maggio. Ma la liquefazione del Pdl, l'affossamento del Terzo polo, l'onda lunga dei grillini e la tenuta del Pd erano dati in qualche modo attesi dalle gerarchie cattoliche. I vertici della conferenza episcopale non hanno mai creduto a progetti terzopolisti: «L'idea di un terzo polo è definitivamente caduta e la Cei - spiega alla Stampa una fonte autorevole - da tempo ha compreso che ormai il bipolarismo è saldo nel Dna del nostro Paese».

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Il Papa e lo stesso Bagnasco hanno continuato negli ultimi anni a invocare una nuova generazione di politici cattolici. Ora però «serve una nuova generazione di politici, non soltanto cattolici. Il risultato delle urne è un giudizio preciso innanzitutto sul mancato rinnovamento del Pdl, un bagno d'umiltà che dovrebbe far riflettere sulla necessità di volti e idee nuove». Dopo mesi di segnali contrastanti e di «stop and go», la Cei, più che preoccuparsi di favorire la nascita di un nuovo soggetto politico cattolico, attira l'attenzione sul segnale rappresentato dall'astensionismo e dalla crescita dell'«antipolitica».

Per quanto riguarda l'affermazione del movimento di Beppe Grillo, le gerarchie sembrano voler sospendere il giudizio, vogliono valutare le diverse situazioni, evitare letture sommarie e affrettate. «Il dato che emerge, nonostante tutto, è che i moderati nel nostro Paese sono ancora maggioranza e che i cattolici devono abituarsi a navigare in mare aperto insieme agli altri facendo valere le loro posizioni e difendendo i loro valori nei due schieramenti».

CARDINALE ANGELO BAGNASCO

«Non mi permetto di analizzare il voto - spiega il vescovo di San Marino e Montefeltro, Luigi Negri - e attendo di conoscere le riflessioni che il cardinale Bagnasco proporrà all'assemblea della Cei. Un dato però mi sembra vada segnalato, ed è il venir meno della preoccupazione per il bene reale del popolo. Dobbiamo domandarci se questa politica sia ancora capace di occuparsi dei problemi reali della gente. I cristiani devono mettere il tema dell'educazione alla base delle loro iniziative, altrimenti non sorgerà mai la tanto invocata generazione di politici cattolici».

Di «vuoto» al centro della scena politica ha parlato Marco Tarquinio, direttore di «Avvenire», nell'editoriale di commento dei risultati elettorali, segnalando una «duplice questione». Da una parte «la riarticolazione e la rappresentanza di quell'area moderata che, da sempre, è cruciale per l'equilibrio (o lo squilibrio) del nostro sistema sociale e politico ed è tradizionalmente decisiva per il governo e l'utile sviluppo del Paese». Dall'altra «la vocazione e le priorità di quell'area di sinistra» che «si è ripetutamente scoperta o sconfitta o incapace di visione condivisa e quindi di azione di governo».

BEPPE GRILLO STRABUZZA GLI OCCHI

Un'analisi del voto è stata messa in pagina ieri pomeriggio anche da «L'Osservatore Romano», a firma di Marco Bellizi, che parla di «messaggi chiari» per tutti i partiti di governo; segnala gli evidenti «sentimenti di insoddisfazione dell'elettorato» determinati «dal giudizio sull'intero sistema politico e sulla mancanza di nuovi progetti per il Paese».

Significativa la sottolineatura positiva nei confronti di Monti: «Il governo tecnico sembra essere riuscito a opporre una cortina di ferro al propagarsi dell'incendio antisistema e antieuropeo che ha giocato il suo ruolo nelle elezioni di altri Paesi. Da queste consultazioni, l'esecutivo sembra uscire rassicurato sulle sue chances di arrivare al termine della legislatura».

 

FLASH! - ORNARGHI HA NOMINATO IL SEGRETARIO GENERALE DEL MIBAC, ANTONIA RECCHIA, COMMISSARIO DEL MAXXI, AL POSTO DI PIO BALDI, PER UN PERIODO DI 4 MESI...

IL ROMANZO PREQUEL DE “IL PADRINO” SCATENA UNA GUERRA TRA LA PARAMOUNT E GLI EREDI DI MARIO PUZO

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Antonio Monda per "la Repubblica"

Mario PuzoMarlon Brando - Il Padrino

Nel giorno in cui esce nelle libreria americane, con una tiratura iniziale di 130.000 copie, il prequel del Padrino, intitolato La famiglia Corleone rischia di essere bloccato da una causa milionaria, che vede opposta la Paramount Pictures, titolare dei diritti cinematografici con una clausola d´esclusiva su eventuali sfruttamenti letterari, la Grand Central Publishing, e gli eredi di Mario Puzo, che hanno dato il via libera all´operazione, affidando il nuovo romanzo a Ed Falco, apprezzato scrittore e per curiosa coincidenza zio di Edie, l´attrice che ha interpretato Carmela Soprano nella serie televisiva sui mafiosi del New Jersey.

Per comprendere la complicata vicenda è necessario partire dall´inizio, quando Mario Puzo, dopo aver realizzato due ambiziosi romanzi di nessun successo commerciale ebbe l´intuizione di scrivere un romanzo di genere, intitolato in origine "Mafia", con un personaggio centrale, don Vito, ispirato direttamente a sua madre. Il riferimento materno lasciò perplessi tutti gli interlocutori, ma le prime pagine di quello che poi fu chiamato Il Padrino conquistò immediatamente gli editori e spalancò le porte di Hollywood.

Il primo contratto non fu estremamente redditizio: l´opzione fu di 12mila e 500 dollari, ma la clausola che gliene garantiva altri 38mila per i diritti cinematografici legava indissolubilmente il materiale creato da Puzo alla Paramount. Lo scrittore sottovalutò questo dettaglio e ignorò il parere del suo agente: aveva cinque figli da mantenere ed era inseguito dagli usurai, a cui si era rivolto per pagare gli enormi debiti di gioco. In una delle ultime interviste concesse prima di morire disse che aveva capito allora che era giunto il momento di «seguire il consiglio di Lenny Bruce: prima o poi bisogna crescere e svendersi».

w thegodfatherreturns padrino2 coverFRANCIS FORD COPPOLA

Il clamoroso successo del romanzo e della pellicola gli garantirono un nuovo contratto che lo trasformò in un uomo ricco, anche grazie al secondo e poi al terzo film, dei quali scrisse la sceneggiatura, ma la clausola non venne mai rescissa. Lo scorso febbraio la Paramount ha intentato una causa contro Anthony Puzo, erede di Mario, sostenendo che non avrebbe potuto autorizzare il prequel, basato oltretutto su una sceneggiatura mai realizzata del Padrino parte IV.

Il figlio dello scrittore ha risposto facendo causa a sua volta, citando lo studio cinematografico per 10 milioni di dollari, sostenendo di aver avvertito ripetutamente la Paramount, che peraltro aveva dato il nulla osta per due sequel: The Godfather returns, che ottenne un buon successo, e The Godfather´s revenge, che invece fu un fiasco.

Come accade spesso, la controversia ha messo in secondo piano le qualità del libro. Falco, finora conosciuto soprattutto negli ambienti letterari come scrittore di racconti, si è misurato con il romanzo di genere. «Ho colto al volo l´occasione - ha dichiarato - Volevo scrivere qualcosa per il pubblico, perché l´ambiente letterario può essere anche molto piccolo». La sfida, affrontata con passione e rispetto, alla fine sembra vinta, almeno stando ai primi giudizi.

Il PadrinoIl Padrino

La storia è ambientata nella New York degli anni 30, dove si scontrano immigrati italiani e irlandesi. I protagonisti sono i figli di don Vito, che vanno a scuola e sono ancora all´oscuro della vera attività del padre. I caratteri tuttavia sono già delineati: il violento e impulsivo Sonny (è lui il vero protagonista del nuovo libro), il molle e troppo mite Fredo e il lucido e intelligente Michael, che sogna di essere un cittadino americano modello, ma diventerà invece il futuro capomafia. Francis Ford Coppola, che è riuscito a trasformare la creazione di Puzo in una grande opera d´arte cinematografica spiegò una volta allo scrittore cosa lo aveva portato a realizzare il film: è la storia di un re con tre figli, il primo ha la sua forza, il secondo la sua bontà e il terzo l´intelligenza.

 

 


AMAZON VESTE PRADA - IL FONDATORE JEFF BEZOS SFIDA AL RIBASSO LE BOUTIQUE DELL’ALTA MODA…

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Angelo Aquaro per "la Repubblica"

amazon logoJeff Bezos di Amazon

Amazon, che per molti è il diavolo del commercio, veste Prada. A farlo, per il momento, è solo il suo fondatore, Jeff Bezos, che l´altra sera, sulla passerella lussuosissima del Metropolitan Museum, ha confessato di indossare i jeans di Miuccia. Ma l´uomo che in meno di dieci anni ha stravolto il mondo dell´editoria e dell´elettronica ha deciso di fare lo stesso, ora, con l´alta moda. Andando alla guerra come alla guerra: cioè, com´è abituato a fare, a colpi di miliardi.

Amazon aveva già speso un miliardo di dollari per comprare tre anni fa il sito di calzature online Zappos. E altre centinaia di migliaia di dollari li ha puntati nel sito, sempre di scarpe, Endless.com e nella boutique online Shopbop. In più ha pure lanciato il suo bravo sito di moda: MyHabit. Dove ti puoi fare un guardaroba risparmiando col social shopping: facendo cioè la spesa con i coupon di gruppo tipo Groupon o comprando a tempo - prima che il prezzo risalga - come succede con Gilt.

PRADA

L´ultima mossa, però, è molto più ambiziosa. Amazon già vende al ribasso di tutto: dai libri alle librerie, dai cerotti alle cerate, dalle piante agli impianti idraulici o stereofonici. Ma adesso il supermercato più grande del mondo ha deciso appunto di darsi alla moda altissima. Di puntare sulle griffe. Di far sfilare sulla sua passerella virtuale modelle che indossano abiti da migliaia di dollari.

BALENCIAGA

Per il debutto non si bada a spese. Bezos lunedì sera ha sfilato appunto come "presidente onorario" - leggi: sponsor - del tradizionale Costume Institute Benefit del Metropolitan Museum of Art: presenziando anche alla nuova e attesissima mostra "Schiaparelli-Prada: Impossible Conversations". Come se non bastasse ha invaso New York con la sua pubblicità: dalle fiancate dei taxi ai poster del metrò è tutto un fiorire di "Amazon Fashion". E per la sua nuova passione il grande Jeff ha perfino concesso una rarissima intervista al New York Times. Dove ha confessato con franchezza due cose.

La prima è che ha scelto di puntare sulla passerella perché «il margine di profitto per unità sarà molto più alto per i prodotti d´alta moda» - e a ragione: visto che i costi di spedizione per lui sono gli stessi se fa partire un libro da 10 dollari o una mise da 1000 (moltiplicando, invece, i ricavi per cento). La seconda è che malgrado quest´immersione di fashion & mondanità - e i consigli della sua nuova amica Anna Wintour, la mitica direttrice di Vogue - lui stesso non è capace di nominare una sola griffe dei vestiti che ha addosso (a parte appunto gli amatissimi jeans Prada).

megan fox testimonial per Armani

Ma la domanda è: si può vendere Balenciaga e Armani nello stesso negozio, anche se virtuale, che vende "Hunger Games" e i Pampers? Amazon sta dando fondo ai suoi 5,7 miliardi di cash proprio per rinnovare le sue vetrine virtuali: assumendo stilisti e perfino modelle incaricate di vestire al meglio i prodotti in vendita. E per l´occasione il grande Jeff ha pure fatto approntare un megastudio fotografico: anche se la location laggiù nel Kentucky non promette certo di richiamare le vezzose top model dei Superstudios di Milano e New York.

Eppure, giurano gli esperti, l´uomo che lanciando il Kindle ha rivoluzionato il mercato della lettura, favorendo l´ascesa degli ebook e costringendo alla chiusura il gigante mondiale delle librerie Borders, riuscirà anche in questa impresa. I numeri sono dalla sua parte. Digital Luxury Experience, un´indagine di Altagamma, la fondazione che raccoglie il meglio del made in Italy, scommette su una crescita annua del 20 per cento nel mercato online, che nel 2015 raggiungerà gli 11 miliardi di euro.

GIORGIO ARMANI

Grazie soprattutto al boom dei fashion blogs e dei social network. Sì, gli "amici dei marchi di lusso" crescono su Facebook alla bellezza del 136 per cento annuo. E chi punta sul sociale incassa: Burberry, per esempio, è salita da 1,5 milioni a 6,8 milioni di amici nel giro di 9 mesi. Solo il mercato dell´auto crea, anche nei social network, un traffico maggiore: da Facebook a YouTube a Twitter, la parola "fashion" è quella che vende di più.

Amazon, insomma, non vestirà ancora Prada: anche se sul sito troverete già Vivienne Westwood e Jack Spade, Michael Kors e Catherine Malandrino. Ma la passione di Bezos si è appena accesa: e vedrete l´inferno che scatenerà in passerella.

 

I FINI DI LAVITOLA - IL DOSSIER SULLA CASA MONEGASCA DI FINI FU UN’INIZIATIVA DI LAVITOLA PER INGRAZIARSI BANANONI

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Dario Del Porto e Conchita Sannino per "la Repubblica"

L´"operazione Libertà" per traghettare senatori e far cadere il governo Prodi. Lo scoop dal paradiso fiscale di Santa Lucia sulla casa monegasca del cognato di Fini. Sono le missioni che Valter Lavitola mette a segno per ritagliarsi «spazio politico» accanto al Cavaliere.

lavitola-berlusconi

Anzi: nel «cerchio magico» di Berlusconi, a dispetto «di Letta e di Ghedini che non mi sopportavano, mi vedevano come l´uomo nero, volevano essere riveriti». Nel suo secondo interrogatorio dal carcere, Valter Lavitola parla a raffica. Interrompe i pm, divaga, incrocia un capitolo con l´altro. E fa battute: «Rapporti con i Servizi? Sì... 007 Operazione Fessacchiotto». Ma sono molti gli snodi che non chiarisce.

gianniletta

OPERAZIONE LIBERTÀ
L´editore dell´Avanti! spiega di aver svolto il ruolo di «consigliere» dell´allora senatore Comincioli (poi deceduto) che, per Lavitola era «buonanima... l´uomo principale che al Senato si occupava di avvicinare i parlamentari del centrosinistra per passare con il centrodestra». Secondo Valter, il senatore De Gregorio (eletto con l´Idv nel 2006 e poi passato con i berlusconiani) «negoziò con il Cavaliere la nomina a presidente della commissione Difesa».

NICOLO GHEDINI

De Gregorio è indagato con Lavitola per la truffa dei fondi per l´editoria: oggi la giunta di Palazzo Madama si pronuncerà sulla richiesta di arresti domiciliari a suo carico. Pm: «Allora come funziona questa Operazione libertà?»

Lavitola: «Io ho avuto un ruolo in questa cosa (...), perché il senatore Comincioli si convincesse lui per primo (...) Poi insieme a Comincioli, abbiamo detto a Berlusconi che c´era la possibilità di raccogliere un consenso in Senato. Berlusconi non ci credeva e però ha lasciato fare; quando si è reso conto che poi in effetti c´è stato anche un naturale movimento, si è convinto».

SERGIO DE GREGORIO

Nel dettaglio: «Voglio dire: Dini e Mastella erano al centrodestra da sempre, stavano sul confine e si sono trovati messi al margine dal centrosinistra. Poi (...) ognuno di loro ha fatto un movimento, quando si è fatta la fondazione del Pdl (...) di Fini, ci stavano pure, alla pari, De Gregorio, Caldoro, Dini».

Pm: «Lei per questa opera, ha avuto un compenso?»
Lavitola: «Economico no... Ma la promessa di Berlusconi di essere candidato al Parlamento».
Pm: «Perché ha avuto 500mila euro?». Riferimento alla pubblicità che Forza Italia acquista su l´Avanti!
Lavitola: «Avevamo una situazione economica difficile».

LA CASA MONEGASCA
I pm chiedono: «Rispetto alla vicenda Fini, che ruolo ha svolto e che contropartita ha avuto?» Lavitola rivendica di «non avere avuto input» nella ricerca dei documenti sulla riconducibilità al cognato di Gianfranco Fini della casa monegasca. Lavitola dice: «Figuriamoci se il giornale del fratello di Berlusconi dava a me la cosa». Parla di una cena in Costarica, ma «da giornalista tutelo le mie fonti», da cui sarebbe emersa la notizia-scoop.

STEFANO CALDORO E LUIGI DE MAGISTRIS senato07 dini mastella

«Rispetto a questa vicenda - aggiunge Lavitola - ho puntato sempre a mantenere con Berlusconi un rapporto di carattere politico. Più che la ricompensa, l´obiettivo era riuscire a ritagliarmi uno spazio politico all´interno del partito. Ho tentato col Parlamento, non ci sono riuscito; ho tentato con il Governo, non ci sono riuscito; volevo tentare col partito e neanche ci sono riuscito». Ma poteva comunque fare pressing su Berlusconi. E proporre, per esempio, la nomina del generale Emilio Spaziante come numero due della Finanza.

FINMECCANICA
Sull´intreccio di affari a Panama che vedono Lavitola a Panama nel doppio ruolo di consulente di Finmeccanica e uomo vicino al presidente Ricardo Martinelli, Valter svela il retroscena di un ospedale promesso da Berlusconi, atteso in un quartiere povero e mai arrivato. Tutto ciò nel caso che le imprese italiane si fossero aggiudicate una commessa per la metro locale.

GIANFRANCO FINI

«Berlusconi con la sua solita verve andò sul palco, disse che lui regalava l´ospedale pediatrico nella provincia poverissima di Veraqua». Lavitola ribadisce di aver provato a chiedere a Berlusconi, dalla latitanza, «un prestito di 5 milioni».

fini_casa_montecarlo

Ammette di aver inviato da Berlusconi come suo «tramite» Carmelo Pintabona, presidente delle associazioni siciliane in Sud America ed esponente Mpa. «Gli dissi: vedi se riesci a contattare a Berlusconi, digli che sono nella cacca. Ma lui fu fermato sotto Palazzo Grazioli e un funzionario gli disse anche che aiutare un latitante è "favoreggiamento"».

 

 

“BYE BYE BABY”, MARILYN ERA DIVENTATA TROPPO SCOMODA - L’FBI DICHIARÒ GUERRA (FREDDA) ALLA DIVA DEL CINEMA…

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Leonardo Coen e Leo Sisti per "il Venerdì di Repubblica"

SECRET. OGGETTO: Marilyn Monroe. Internal Security.
DATA: 19 agosto 1955.
NUMERO DI PROTOCOLLO: 40018.
MITTENTE: John Edgar Hoover, Director Federal Bureau of Investigation. DESTINATARIO: Dennis A. Flinn, Director Office of Security (SY), Dipartimento di Stato, 515 22nd Street N. W., Washington, D.C.

Robert Kennedy JOHN KENNEDY E MARILYN

Venti righe. Molte cancellate per coprire i nomi dei collaboratori Fbi. Scrive Hoover: «Un informatore, attendibile in passato, il 12 agosto ci segnala che... (censura)... della Reuters News Agency ha contattato l'ambasciata sovietica di Washington. In risposta ad una richiesta da... (censura)... avvertì che l'ambasciata sovietica ha ricevuto una lettera dal manager di Marilyn Monroe contenente la domanda di un visto per visitare l'Unione Sovietica. Secondo... (censura)... la questione è ora sottoposta ad esame... (censura)... avvertì inoltre che... (censura)... ha parlato di questa materia con l'addetto culturale dell'ambasciata sovietica.

L'informatore ha anche aggiunto che il 12 aprile del 1955 un reporter del New York Post ha contattato l'ambasciata sovietica di Washington e ha fatto delle richieste riguardanti la domanda di Marilyn Monroe per il visto... (censura) ... informò il reporter che la lettera che richiedeva il visto era firmata dal suo manager ed è arrivata il 12 agosto del 1955 ed è stata presa in considerazione. Tutti questi dati sono stati forniti per sua informazione con la richiesta che non siano ulteriormente diffusi per proteggere l'identità dell'informatore in questo caso».

JOHN KENNEDY E MARILYN

Come mai il temutissimo e potente boss dell'Fbi si pigliava la briga di scrivere personalmente al Dipartimento di Stato segnalando che l'attrice più famosa e popolare d'America aveva chiesto un visto per l'Urss? Bisogna entrare nel clima di quegli anni, agli sgoccioli del maccartismo, e in piena Guerra fredda. Hoover è al vertice del Bureau dal 1924 (ci resterà sino al 1972): di lui si parla molto oggi, grazie al film J. Edgar di Clint Eastwood. Leonardo DiCaprio interpreta Hoover: un uomo che incarnava l'ipocrisia della cultura puritana, quell'America ossessionata dai «rossi, dai neri e dai pederasti ». Un uomo con molte fobie.

Frank Sinatra

Quella degli stranieri, per esempio. Non era mai stato all'estero, salvo una scappata in Messico. Il suo rapporto con la sessualità era controverso, e nel film di Eastwood si palesa una possibile relazione omosessuale con Clyde Tolson, il suo vice, al quale lascerà l'eredità e che verrà seppellito accanto a lui. Per J. Edgar, Marilyn è l'oggetto del peccato. Una sgualdrina. Peggio: una che frequentava i «nemici» degli Stati Uniti. Come Arthur Miller. Il grande drammaturgo in odore di comunismo che Marilyn aveva incontrato nel 1951 e che nel 1956 sarebbe diventato il suo terzo marito. Come incastrare questa coppia malefica? L'Fbi sguinzaglia i suoi segugi.

Cerchi Marilyn e trovi i fratelli Kennedy, John e Bob, il presidente e il ministro della Giustizia, entrambi amanti della donna che faceva sospirare il mondo intero. Pure Ted, il fratello minore. E poi: Frank Sinatra, Peter Lawford, attore e cognato dei Kennedy, Sammy Davis jr., Lee Strasberg, il regista che aveva fondato l'Actor's Studio a New York. Una Hollywood sulfurea, con i suoi agganci mafiosi (Sam Giancana finanzia i film di The Voice). Sono oltre 2700 i documenti Fbi che riguardano direttamente e indirettamente Marilyn Monroe, e l'ultimo è anche il più scabroso. Riguarda una nota vicenda: quella di un filmino porno girato in 16 mm che dura pochi minuti.

frank sinatra x02

L'anno scorso venne messo all'asta a Buenos Aires e fecero scalpore su internet le brevissime scene in cui si vede una ragazza molto somigliante alla giovane Marilyn - al tempo in cui ancora si chiamava Norma Jean Baker - che ha un rapporto orale con uno sconosciuto partner. L'Fbi lo aveva bollato Unnatural acts nel rapporto del febbraio 1965 (memorandum protocollato 145-3217-1).

Peter Lawford

Anzi, gli spioni federali avevano poi caricato la dose: Perverted act. Povera Marilyn: nemmeno da morta la lasciano in pace. Il suo corpo senza vita era stato trovato il 5 agosto del 1962. Ma il suo nome rimbalza da un dossier all'altro per anni e anni ancora. La vicenda del filmino è grottesca: Joe Di Maggio, il grande campione di baseball, suo secondo marito ma forse anche l'unico che l'abbia amata veramente, fece di tutto per recuperare la pellicola compromettente, messa in vendita da un misterioso ricattatore. Offre 25 mila dollari, una somma cospicua all'epoca.

L'Fbi registra l'indiscrezione, ma non agisce come dovrebbe per smascherare il ricattatore. L'informatore che ha rivelato l'inghippo era presente alle trattative, in un locale di New York, dove era stata esibita la «pizza» del filmato. Invece di indagare, l'Fbi raccomanda di «evitare ogni fuga di notizie perché potrebbe essere compromesso il nome della fonte». E invita a non «discutere della faccenda fuori dagli uffici dell'Fbi». Sono tre righe in carattere maiuscolo e sottolineate perentoriamente. Un ordine.

MARYLIN

In verità, i guai di Marilyn erano stati causati involontariamente da Arthur Miller che frequentava - pubblicamente - fin dagli anni Quaranta personaggi che i servizi di sicurezza Usa tenevano d'occhio notte e giorno. Per estensione, dunque, anche la Monroe diventa una «di sinistra », come lo era notoriamente Miller. I file che lo riguardano erano qualificati internal security. E lo stesso destino è applicato a Marilyn. Ogni contatto dell'attrice è vivisezionato, persino quando va in Inghilterra in viaggio di nozze.

La storia con Miller finisce, ma ormai lei resta invischiata nei meccanismi - questi sì, perversi - del Grande Occhio di Hoover. Che la segue ovunque. Pochi mesi prima di morire, il 19 febbraio del 1962, le capita di andare in Messico, da Miami. Organizza tutto Frank Sinatra, che si appoggia all'ex presidente messicano Miguel Alemán Valdés.

marylin monroe

Gli spioni non solo registrano l'episodio ma si allarmano perché lei ha viaggiato con alcuni membri dell'American Communist Group in Mexico (Acgm): lo certifica il rapporto 105-40018-2. La prova che la cittadina 40018 è una sovversiva. Anche leggendo i fascicoli segreti Fbi, la tentazione è quella di ricostruire la storia di Marilyn Monroe cominciando dalla fine, ossia dalla morte che nell'immaginario collettivo resta uno dei grandi misteri americani, come l'assassinio di John Kennedy, che verrà ucciso un anno dopo. Un filo doppio, anzi triplo, lega Marilyn ai Kennedy.

Tutti ricordano l'attrice sbronza mentre canta happy birthday al compleanno di John del giugno 1962. Pochi, invece, conoscono il contenuto della lunga, dettagliata ed inquietante nota informativa numero 61-9454-28, inviata da uno special agent e registrata il 19 ottobre 1962.

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Eccone alcuni stralci: «Robert Kennedy era profondamente coinvolto dal punto di vista emotivo con Marilyn Monroe. Le aveva promesso ripetutamente di divorziare dalla moglie per sposarla. Alla fine, Marilyn si rese conto che Bobby non aveva alcuna intenzione di sposarla e, in quel periodo, la 20th Century Fox aveva deciso di cancellare il suo contratto. Era diventata inaffidabile, arrivava tardi sul set, ecc. ecc. Inoltre lo studio aveva difficoltà finanziarie a causa delle grosse spese nel film Cleopatra (...).

Marilyn telefonò a Robert Kennedy dalla sua casa di Brentwood, California, a tu per tu al Dipartimento di Giustizia di Washington, e gli riferì la cattiva notizia. Robert Kennedy le disse di non preoccuparsi per il contratto (...) si sarebbe occupato di ogni cosa. Quando nulla avvenne, lei lo chiamò ancora da casa al Dipartimento di Giustizia, a tu per tu, e in quest'occasione i due ebbero uno scambio di parole spiacevole. Si dice (testualmente: reported) che lei abbia minacciato di rendere pubblica la loro storia».

marilyn monroe

Perché l'investigatore racconta questo episodio? Perché c'era sempre stato il dubbio che Marilyn Monroe fosse stata lasciata morire, invece di salvarla. Almeno, questo è il dubbio che traspare leggendo il seguito della nota: «Il giorno in cui Marilyn morì, Robert Kennedy era in città, registrato presso il Beverly Hills hotel. Per coincidenza l'albergo si trova dall'altra parte della strada in cui, anni prima, suo padre Joseph Kennedy aveva vissuto per un certo periodo con Gloria Swanson. Fatto sta che, lo stesso giorno, Bob lascia l'albergo e si reca da Los Angeles a San Francisco con un volo Western Airlines e alloggia al St. Francis Hotel, il cui proprietario era un suo amico. Robert Kennedy, da un altro albergo, il St. Charles Hotel, sempre di San Francisco, chiama Peter Lawford, per sapere se Marilyn è già morta. Peter Lawford aveva composto il numero di Marilyn e controllato ancora dopo per essere certo che non rispondesse».

Più sotto, si accenna a una relazione lesbica di Marilyn con ... (censura)... «durante un rapporto sessuale con Marilyn. In alcune occasioni, John F. Kennedy partecipava ai festini (sex parties) con...(censura)... attrici». Si riferisce pure che uno di questi party era stato filmato da un detective privato di Los Angeles. Sic transit gloria mundi.

 

DAGOSPIA PRESENTA “APOCALYPSE MURDOCH” DI GLAUCO BENIGNI, 9° PUNTATA - QUANDO BLAIR CHIAMÒ PRODI

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Videoblog di Glauco Benigni
http://www.youtube.com/user/glaucobenigni/featured

RUPERT MURDOCH

Il libro è acquistabile online
http://www.bandashop.it/product.php?id=18

L'occasione del suo settantesimo compleanno scatena un'ondata di messaggi che vengono raccolti dal sito www.mediaguardian.co.uk. Tra quelli pro: Ci voleva un australiano per rigirare il mondo sottosopra. (Lord Saatchi, guru della pubblicità)
Ho sempre ammirato in te la tua completa mancanza di pomposità e la tua determinazione quasi infantile nell'ottenere ciò che vuoi. (Gerry Robinson, ex-Presidente di Granada)

Amalo o odialo, non puoi evitare di ammirare i suoi successi che sono veramente immensi. (Frank Barlow, ex-Sky Tv e Pearson). Tra quelli contro:

RUPERT MURDOCH

"È un peccato che tu possa celebrare un altro compleanno considerando la miseria che hai causato a tutte le donne che lavorano nell'industria del sesso e che hanno sofferto molestie sessuali... la tua idea è stata quella di mantenere viva l'immagine della donna intesa come un pezzo di carne senza cervello e di incoraggiare molti uomini ad essere più porci di quanto non fossero." (Julie Bindel, capo di Justice for Women)

"Buon compleanno, Rupert. Posso solo augurarti di essere trattato come tu hai trattato gli altri." (Ernie Greenwood, una dei partecipanti al picchetto di Wapping che venne travolta dalla Polizia a cavallo)

"Murdoch è la signora Thatcher dei media. Ha cambiato lo scenario irreversibilmente e non sempre per il meglio. Adesso ha troppo potere, ma sfortunatamente non può essere «trombato» e mandato a spasso, come la Thatcher." (Norman Baker, portavoce dei Liberal Democrats)

Ma quanto è il potere di Murdoch sugli uomini politici? Troppo, veramente troppo - anche in relazione all'Italia - se è vero quanto affermato nel programma radiofonico australiano The National Interest condotto da Terry Lane l'8 luglio del 2001. Nel corso di una lunga intervista a Neil Chenoweth (consultabile sul sito www.abc.net.au), Terry Lane chiede: «Immagino che uno dei più cospicui esempi dell'influenza politica di Murdoch sia quella che esercita su Tony Blair.

RUPERT E WENDI MURDOCH CON LE FIGLIE

Ci sono un paio di esempi che tu dai [nella biografia Virtual Murdoch pubblicata nel 2001 sia a Londra sia a Sydney, nda]: uno sarebbe quello in cui Blair è intervenuto sul Primo Ministro italiano per persuaderlo a superare le regole che avrebbero impedito ad uno straniero di comprare le Tv di Berlusconi».

«Sì, avviene in un momento particolare», risponde Chenoweth. Lo scrittore riassume il sostegno dato da Murdoch con i suoi giornali all'elezione di Blair e poi continua: «Un anno dopo (le elezioni inglesi, nda) Murdoch è alle prese con uno dei suoi interminabili negoziati. A Roma sta cercando il modo per comprare i media assets di Berlusconi. Vuole sapere se il Governo italiano protesterà nel caso in cui si faccia l'affare. Telefona a Tony Blair. Blair è molto impegnato nella stesura del suo primo programma finanziario, ma quando Prodi lo chiama il giorno dopo...».

RUPERT E WENDI DENG MURDOCH

«Intendi il Primo Ministro italiano?», dice Terry Lane. «Certo. Tony Blair sa come muoversi e gira la domanda a Prodi. Il Primo Ministro italiano dice che si cerchera' una soluzione e così Blair può comunicarlo a Murdoch». Anche Michael Leapman, nel sito www.motherjones.com, conferma che nel marzo 1998 Blair, su richiesta di Murdoch , chiese a Prodi un parere " da statista a statista". In quell'occasione, il Primo Ministro Italiano avrebbe risposto che , sebbene non fosse personalmente contrario, l'offerta avrebbe potuto destare resistenze nella coalizione di centrosinistra. Su questa controversa vicenda si pronunciò in seguito anche il portavoce di Blair, negando tutto ma, in risposta, secondo Leapman, scese in campo il Times che invece confermò l'intervento di Blair su Prodi.

rupert murdoch 50

Dell'affare con Berlusconi, come si sa, non se ne fece niente, ma restano le affermazioni di Chenoweth, che, se corrispondono a verità, disegnano un inquietante scenario e confermano la capacità di ingerenza di Murdoch sulla Global Power Élite, giustappunto al di là delle popolaresche distinzioni tra destra e sinistra, tra maggioranza e opposizione.

Scrive ancora Chenoweth nel suo libro:
"Ciò che Murdoch offre, qui e ora è un pezzo di futuro. L'uomo, prima di altri, possiede una misteriosa e fantastica abilità di far accadere il futuro, in un modo che quasi nessuno nel mondo sa fare. È un futuro di idee e visioni che rendono Murdoch quasi irresistibile a chiunque abbia una scintilla di immaginazione... Questo è Murdoch nella sua forma più seduttiva".

Con il 2002, forte dei suoi 72 anni che gli consentono di essere collocato tra i Grandi Vecchi del pianeta, in uno scenario di Global Risk Economy, per Neil Chenoweth Murdoch diventa «virtuale», e per lui viene coniata la definizione Pragmatic Foresight (‘preveggenza pragmatica', ‘pragmatismo visionario'), e in questo strano accostamento di parole si nasconde un'insidia da Terzo Millennio, un'insidia nuova e sconosciuta.

RUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZA

Non sappiamo ancora quanto Murdoch sia apocalittico o quanto sia Sheherazade. Secondo Chenoweth si tratta di uno «stile» che gli venne insegnato, durante la sua permanenza a Oxford, dal suo amico Robin Farquharson, Segretario della Voltaire Society, che lo introdusse alla game theory (http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_dei_giochi) e ai modelli matematici. Dal 1953 in poi Murdoch applicò la game theory a una serie di stratagemmi d'affari che hanno creato la sua aura di «giocatore/scommettitore». Fra gli altri, l'uso della game theory accomuna Murdoch a Timothy Belden, considerato il responsabile del crack Enron.

In sostanza, scrive Chenoweth, «c'è sempre un secondo livello al di sotto del negoziato pubblico, conosciuto solo da chi sta nel gioco (the insiders) e poi c'è un terzo livello, ancora più sotto, che nessuno vede mai». Se parlassimo dell'uomo che fa «il gioco delle tre carte alla fiera» sarebbe divertente, ma stiamo parlando del maggior proprietario di media del pianeta. E infatti la sua strategia lo rende, dice Chenoweth, «più di un banale, intelligente uomo d'affari e tattico della finanza.

La prospettiva conservatrice sulle tecnologie dell'informazione, che ha condizionato tutti gli affari delle telecomunicazioni nella metà degli anni Novanta, venne influenzata dal libro di George Orwell 1984 e subì la paura della sorveglianza totale della società [...]. Murdoch (invece) fonda le sue visioni sulle analisi di Peter Huber, del Manhattan Institute, il cui libro Orwell's Revenge: the 1984 Palimpsest ridisegna lo scenario del Grande Fratello e la sua dimensione morale».

rupert murdoch

E probabilmente è proprio sotto il profilo morale che un indispensabile giudizio su Murdoch andrebbe espresso. In parte quel giudizio è stato espresso, non dalla piazza o dai Parlamenti, ma attraverso una campagna stampa e Tv pagata dalle organizzazioni civili (vedi il capitolo su DirectTv), quindi, per la prima volta sul suo stesso terreno di gioco. Gli annunci sui giornali e i messaggi televisivi dicevano semplicemente: MURDOCH VUOLE DI PIÙ, MOLTO DI PIÙ. SE NON AGIAMO ADESSO SE LO PRENDERÀ.

Un ultimo tassello del grande mosaico Murdoch è costituito dalla sue dichiarazioni sull'Euro-Referendum: «Votate no!», diceva in quel frangente. «L'Europa è fatta da così tante culture e storie diverse che non si può ammucchiarle tutte insieme sotto un Governo di burocrati francesi che non risponde a nessuno [...]. L'idea di un'Europa con una sola politica estera, con una forza militare unita in una sola organizzazione, mi sembra cent'anni prematura. Se aspettiamo non vedo altro che benefici». Meditate!

9/ Continua...

APOCALYPSE MURDOCH - PRIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-ogni-settimana-due-miliardi-di-persone-leggono-38253.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SECONDA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-2-puntata-chi-ha-finanziato-lo-squalo-38304.htm

APOCALYPSE MURDOCH - TERZA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-3-puntata-il-clan-dei-murdoch-attraversa-38422.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUARTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-4-puntata-squalo-sul-lavoro-pesce-lesso-38486.htm

Rupert Murdoch

APOCALYPSE MURDOCH - QUINTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-5-puntata-la-terza-moglie-wendi-deng-che-ha-38535.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SESTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-6-puntata-lo-squalo-compare-in-116-mln-di-38596.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SETTIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-7-puntata-il-pulcino-che-divenne-un-cane-terrier-laustralianism-di-rupert-38667.htm
APOCALYPSE MURDOCH - OTTAVA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-8-puntata-lodio-di-ted-turner-fondatore-38720.htm


 

LA TV STA A BERLUSCAZZONE COME INTERNET STA A GRILLO: “HA UTILIZZATO LA RETE IN MODO SAPIENTE”…

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Nicola Porro per "il Giornale"

BEPPE GRILLO IN UNA DELLE SUE SMORFIE BEPPE GRILLO E PIPPO BAUDO

Ma vi ricordate quando ridicolizzavano la discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994? Con il kit del candidato, le mentine, le convention e gli spot in tv? Poi, dopo, dissero che era tutta colpa della televisione. E Bobbio (tocca scomodarlo) ci spiegò che non era l'elettrodomestico in sé, non era stato il conflitto di interessi di quegli ultimi mesi a far vincere il Cav; ma vent'anni di tv commerciale (ovviamente lo diceva in modo negativo) digerita dagli italiani aveva permesso il berlusconismo. Aveva creato il substrato culturale per il quale Berlusconi, diceva snobisticamente Bobbio, non poteva non vincere.

Ecco. E ora nessuno che si scomodi a pensare che uno degli strumenti chiave per la vittoria di Grillo si chiama Internet. Tutti i leader di partito hanno il loro tablet, il telefonino multifunzione e si sono affacciati sulla Rete. Ma non sono nativi. Utilizzano internet come un aborigeno potrebbe cavalcare una Ducati: con una certa goffaggine. O come un politico della prima Repubblica avrebbe usato le tv: al massimo con una tribuna politica.
Il movimento di Grillo, al contrario, ha sfruttato appieno la Rete.

L'ha cavalcata, ne ha capito gli umori, l'ha indirizzata. Sì, è possibile, nonostante la retorica della massima libertà e trasparenza del web. La Rete è anche un gigantesco pozzo di liquami: chi è più bravo nasconde i suoi e scoperchia quelli altrui. Sia chiaro non è la Rete come mezzo che fa vincere le elezioni, ma la Rete è un preciso termometro di una certa opinione pubblica che deve essere intercettata.

BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Grillo e i grillini hanno abilmente saputo mischiare gli ingredienti del miglior marketing politico, proprio grazie ad Internet. Se uno studioso avesse voglia e tempo non faticherebbe a mettere in relazione l'affermazione del Movimento 5 Stelle con la penetrazione geografica della Rete in Italia. I grillini sfondano dove la Rete e i computer sono più presenti. I suoi candidati e i suoi elettori sono nativi di Internet. Lo usano, lo maneggiano e lo consumano come un tempo la casalinga di Voghera guardava le soap opera.

Per una parte della politica, Internet semplicemente non esiste. Eppure la piazza virtuale a marzo ha raccolto 27 milioni, di cui 13 milioni nel giorno medio. Questi signori stanno davanti al computer un bel po'. Secondo i dati Audiweb ci trascorrono la bellezza di 1 ora e 18 minuti, scartabellandosi 147 pagine elettroniche. C'è molto gioco, intrattenimento, cazzeggio, ma anche informazione e propaganda. E la stragrande maggioranza sono giovani sotto i 34 anni.

BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO

Grillo ha utilizzato la Rete in modo sapiente. I suoi candidati non sono legati da uno Statuto, che non c'è, o da una sezione, che non esiste, ma da alcune parole d'ordine che nascono e si sviluppano solo sulla rete.

BEPPE GRILLO STRABUZZA GLI OCCHI

Sono come, sia detto senza irriverenza, tanti terminali di un server centrale (Grillo appunto). Davvero pensiamo che il problema dell'acqua pubblica (peraltro dopo un referendum già stravinto) sia il tema fondante di queste ore? Ovviamente no.
Eppure è una delle parole d'ordine dei grillini, che alimentano attraverso la suggestione di questa battaglia (facile e demagogica) una comunità collaudata. Non hanno Turati e De Gasperi, non hanno Marx o Friedman, sono semplicemente su un altro piano: quello della Rete.

Berlusconi Silvio

Guai a prendere sotto gamba questo fenomeno. Sono tanti, sono svegli, hanno voglia di cambiare. Semplicemente il loro ribellismo non utilizza più i canoni della protesta dell'altro secolo. E grazie al cielo. Sono nativi della Rete, ma non per questo poco impegnati. Attenzione a non confondere il mezzo con il contenuto. Il New Yorker in una lunga inchiesta si interrogava mesi fa sulla rivoluzioni arabe e sul ruolo della Rete.

Silvio Berlusconi

E sosteneva che essa fosse stata largamente sopravvalutata dai media tradizionali. Ricordava, il New Yorker , le grandi battaglie dei neri americani contro il segregazionismo e la loro capacità di diffusione virale per il Paese, anche senza telefoni e computer. Insomma Internet e la Rete sono uno strumento, come lo era la televisione, formidabile. Ma i cambiamenti nascono dagli uomini, da coloro che riescono a utilizzare meglio gli strumenti di comunicazione che hanno a disposizione.

 

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