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SOLO FINI E BOCCHINO SONO RIMASTI COERENTI FAN DEL GOLLISMO NANICO DEL PORTAORECCHINI DI CARLÀ

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M. Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

SARKOZY E BERLUSCONI PIERFERDINANDO CASINI

«Ah, les italiens!». Da place de la Concorde - la place royale dove Sarkozy celebrò la sua vittoria - alla presa della Bastille, dove ha festeggiato Hollande, (luogo icona dell'inizio della Rivoluzione e della festa nazionale del 14 luglio) quante cose sono cambiate! Perché leggendo dichiarazioni ed endorsement dei politici nostrani, appena eletto il vittorioso «galletto» di Francia, e quelle di oggi, si fa presto ad annotare che molta acqua è passata sotto i ponti. A destra, innanzitutto, naturalmente.

Quella che allora si chiamava Cdl (Casa della libertà) che tifava Sarko esultò con Silvio Berlusconi, all'epoca all'opposizione, che ricevette nella serata del 6 maggio 2007, riferì Paolo Bonaiuti, una «telefonata di cortesia» dallo stesso neopresidente francese. Mentre la sconfitta della Royal venne valutata come «un'ulteriore prova del fatto che gli europei considerano ormai esaurita la capacità di governare della sinistra».

Ma bisogna ricordare che c'è stato anche un sarkosismo gauchista! «Cinque anni fa - ricorda l'ex ministro Franco Bassanini - circolava una battuta: che Sarko sarebbe stato acclamato presidente dal centrosinistra per convinzione e dal centrodestra per necessità». Acclamato da quelli che un tempo si sarebbero chiamati i miglioristi, in nome della modernizzazione, della liberalizzazione e delle riforme «condivise».

PAOLO BONAIUTI Bassanini

Sarko subito dopo l'insediamento sembrava molto ben intenzionato. Il 30 giugno del 2007 diede incarico a Jacques Attali (un socialista di rango, biografo e consulente di Mitterand), di guidare l'omonima Commissione, ampiamente bipartisan, per mettere a punto «un manuale d'uso per riforme urgenti e radicali per liberare la crescita francese». Dell'organismo vennero chiamati a far parte due italiani, l'ex ministro Bassanini e l'ex commissario europeo Mario Monti, l'attuale premier, che insieme hanno firmato la prefazione alla traduzione italiana del Rapporto finale, edita dalla Bocconi.

Bassanini stima ed è stimato da Sarkozy, che nel 2002, da ministro dell'Interno, lo chiama per illustrare le sue riforme ai prefetti francesi. E lo rivuole nel 2004 come relatore alla conferenza programmatica dell'Ump, il partito di centrodestra al governo fino a ieri in Francia. «Sarkozy volle sparigliare il campo e sorprendere i socialisti francesi, che lui reputava non proprio degli innovatori. Io stetti al gioco», aggiunge Bassanini.

Oggi, non si pente? «No, ma direi che le speranze che avevamo riposto in lui si sono via via affievolite, e le nostre indicazioni sono state recepite solo in parte». Ma il sarkosismo a sinistra era abbastanza diffuso. Il capogruppo dell'Ulivo Franceschini dichiarò: «Sarkozy è parso più innovativo». Per non parlare di Walter Veltroni.

ROMANO PRODI DARIO FRANCESCHINI WALTER VELTRONI

E l'allora presidente del Consiglio, Prodi, promettendo di continuare a «guardare alla Francia come a un alleato centrale e a te personalmente come a un amico», firmò il messaggio ufficiale «con la stima e l'affetto di sempre, tuo Romano Prodi». Più di recente, il centrosinistra ha appoggiato persino la scelta muscolare dell'intervento unilaterale francese in Libia, in contrapposizione alla posizione filo-Gheddafi di Berlusconi.

A destra, l'appoggio a Sarko venne vissuto dai vari competitor dell'ex premier italiano, nel nome del «cambiamento» dei leader e del «parricidio». È la vittoria «dell'innovazione sulla conservazione», delle «idee sull'immagine». Parlava di Francia, allora, il leader udc, Pier Ferdinando Casini, ma a leggere in controluce le sue parole si ritrovava l'Italia e il «padre padrone» della Cdl.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

La sonora risata di Sarko al Consiglio europeo della fine dell'ottobre 2011 davanti alla cancelliera di ferro, che ha seppellito Berlusconi e il suo governo, ha cambiato gli umori a destra. Casini ha preso in quell'occasione le distanze da Sarko in nome della dignità nazionale. L'ex ministro Tremonti ha fatto, qualche giorno fa, outing per Hollande.

GIULIANO FERRARA

E uno dei più accesi sostenitori di Sarkozy, Giuliano Ferrara, ha dovuto dichiarare che «Hollande è mediocre, può funzionare». Uno solo sembra non aver cambiato idea. Gianfranco Fini, il cui braccio destro Italo Bocchino ha tifato Sarko fino all'apertura delle urne del ballottaggio. Il presidente della Camera, dall'ormai ex inquilino dell'Eliseo ha addirittura mutuato l'idea stessa della rupture: sfidare Berlusconi come Nicolas aveva fatto con Chirac. Ma per uno scherzo del destino e del francese, #SarkozyC'estFini impazzava ieri su Twitter.

 

 


PROG-GETTO NEL CESSO - LA ROMA, OLTRE AL DISASTRO SPORTIVO, SI BECCA PURE LA FRANA ECONOMICA

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R. Maida per "Corriere dello Sport"

Dopo la frana, la Roma conta i danni. Il fallimento sportivo ha travolto con la sua impetuosa carica negativa anche il bilancio, che già nella semestrale di dicembre aveva fatto registrare un rosso di 27,1 milioni.

James Pallotta con la moglieJAMES PALLOTTA

La Champions League sarebbe stata una benedizione ma anche l'Europa di serie B avrebbe rinfrescato il forziere di Trigoria, in sofferenza da molti anni. Invece niente. Con Luis Enrique, che oggi compie 42 anni, la squadra è rimasta fuori dal calcio internazionale per la prima volta in quindici stagioni, creando imbarazzi anche al settore finanziario.

IL CALCOLO - Entriamo nel dettaglio: la partecipazione all'Europa League avrebbe garantito almeno 10-15 milioni di ricavi Uefa, a seconda del numero di partite giocate, visto che la riforma delle coppe voluta da Platini ha valorizzato questo torneo rispetto alla vecchia Coppa Uefa. Basti ricordare che il Villarreal, semifinalista della scorsa edizione, ha incassato 9 milioni di premi escluso il botteghino. Con la passione del tifo romanista, la cifra sarebbe stata molto più alta: se ricordiamo il brutto playoff contro lo Slovan Bratislava, il lato positivo venne proprio dall'affluenza di pubblico, che fornì 785.000 euro di fiducia alla società e alla squadra.

baldini foto mezzelani gmt sabatini foto mezzelani gmt

BEFFA DOPPIA - Proprio quell'eliminazione ha peggiorato, per non dire raddoppiato, la catastrofe economica. Se la Roma fosse andata avanti in questa edizione dell'Europa League, avrebbe ottenuto altri 10-15 milioni. Il totale di mancati premi è quindi quantificabile tra i 20 e i 30 milioni. Ma a questi si possono aggiungere gli introiti che sarebbero derivati da operazioni di marketing collegati all'esportazione del marchio As Roma fuori dall'Italia. La società ha stretto un accordo importantissimo con la Disney e ha organizzato una tournée negli States. Ma niente fa pubblicità quanto la visibilità delle grandi partite. (...)

IL MERCATO - E i conti non tornano nemmeno per la campagna acquisti. La Roma ha venduto Vucinic, Menez e Riise e infilato a Trigoria tredici giocatori nuovi: Stekelenburg, Josè Angel, Kjaer, Heinze, Pjanic, Gago, Bojan, Lamela, Osvaldo, Borini, Nego, Tallo e (a gennaio) Marquinho, registrando un saldo negativo superiore ai 40 milioni, che erano considerati indispensabili per rifondare un gruppo di giocatori scarico. Capace però di fare dieci punti in più della Roma attuale.

INVENTARIO - Alla fine, il primo anno della gestione di Baldini-Sabatini-Luis Enrique ha provocato perdite (tra spese effettuate e incassi non raggiunti) superiori ai 70 milioni. Senza valutare i costi degli stipendi, che la società è riuscita ad abbassare di circa il 10-15 per cento. E' possibile, anzi prevedibile, che buona parte di questi 70 milioni frutteranno nel medio-lungo periodo: calciatori come Pjanic, Osvaldo, Lamela, Stekelenburg sono un capitale che la Roma può ancora valorizzare. Ma di sicuro nella prima stagione italiana non hanno giustificato il prezzo del loro acquisto.

er capitano FRANCESCO TOTTI foto mezzelani gmt LUIS ENRIQUE

STRATEGIE - Se uno dei primi obiettivi della nuova società era incrementare i ricavi, come ha ammesso l'amministratore delegato Fenucci, l'esclusione dall'Europa spinge in direzione esattamente opposta. E costringerà gli azionisti, sia in America che nella quota Unicredit, a immettere altri liquidi. Anche oltre l'aumento di capitale, la cui prima parte di 50 milioni dovrà partire entro la fine di maggio. Ma il punto è che dagli Stati Uniti i proprietari (Pallotta soprattutto) non sembrano intenzionati ad aprire il portafogli. E allora il consorzio spera di reperire i fondi attraverso l'ingresso di nuovi soci. Che ancora non ci sono.

 

CANNOLI AMARI - PAURA E DELIRIO A PALERMO: ORLANDO NON SAREBBE AL 48% MA AL 30-35, FERRANDELLI NON AL 17 MA AL 10

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1 - AMMINISTRATIVE: REGIONE SICILIA CORREGGE COMUNI, SPOGLIO NEL CAOS
(AGI) - E' caos in Sicilia sui risultati elettorali. Una viziata interpretazione delle nuove norme regionali sta costringendo a un nuovo riconteggio. Con l'effetto che i consensi attribuiti ai candidati sindaci andrebbero corretti al ribasso. Tutto nasce da una circolare diramata dal Dipartimento elettorale regionale che contesta i metodi di conteggio utilizzati dai comuni e la formulazione delle percentuali sulla base del totale dei voti assegnati ai candidati sindaci.

LEOLUCA ORLANDO FESTEGGIA DOPO IL PRIMO TURNO DELLE AMMINISTRATIVE

Secondo gli uffici dell'assessorato alle Autonomie locali della Regione, invece, occorre tenere conto del totale dei voti validi, presi sia dai candidati sindaci, dunque, che dalle liste e dagli esponenti in corsa per il consiglio, ad eccezione delle nulle, ma comprese le schede bianche. Conseguenza di due leggi regionali, del '97 e del 2012, che tengono in piedi il sistema di calcolo secondo cui si estende automaticamente al candidato sindaco il voto per il consigliere.

FABRIZIO FERRANDELLI

Cio' conferma, ad esempio, il successo di Leoluca Orlando a Palermo, ma ne ridimensiona la portata e la percentuale del 47% che gli attribuisce il Comune, potrebbe abbassarsi al 30-35%; quella del diretto competitore, Fabrizio Ferrandelli, dal 17 al 10%. Ma altrove tutto cio' ha strozzato in gola l'urlo di gioia dei candidati che credevano di essere stati eletti al primo turno e che invece saranno costretti al ballottaggio: e' il caso di Sciacca, Erice, Misterbianco e Villabate.

Diego Cammarata - Sindaco di Palermo


2 - IN SICILIA CAOS CONTEGGI,ERRORE ATTRIBUZIONE PREFERENZE - CONSIDERATI VOTI COME SE CI FOSSE EFFETTO TRASCINAMENTO

(TMNews) - Si sta trasformando in un vero e proprio caos lo spoglio delle schede elettorali della tornata di amministrative in Sicilia. Ci sarebbe stato infatti un errore da parte degli uffici elettorali che hanno assegnato le percentuali sulla base del totale dei voti attribuiti ai singoli candidati sindaci. Un errore d'interpretazione della legge, la quale invece prevede che la base del calcolo dovrebbe essere effettuata sul totale dei voti validi, ottenuti sia dai candidati sindaci che dalle liste e candidati al Consiglio, con l'unica eccezione delle schede nulle.

Questo è avvenuto a causa della sovrapposizione di due leggi regionali, che lasciano in piedi il vecchio sistema di attribuzione, elaborato quando il voto per il consigliere comunale confluiva automaticamente al candidato sindaco. A Palermo la nuova attribuzione di preferenze abbatterebbe di circa 10-15 punti le percentuali ottenute dai due candidati arrivati al ballottaggio, il candidato di Idv Leoluca Orlando, attualmente intorno al 48%; e quello del Pd Fabrizio Ferrandelli, attualmente al intorno 17%.

RAFFAELE LOMBARDO

Dopo un susseguirsi di voci andato avanti tutta la mattina a Palermo, è arrivata dalla Regione la conferma a quanto rivelato dal blog dipalermo.it: c'è stato un errore nei conteggi delle preferenze per i candidati sindaci, e nei voti di lista. La legge elettorale varata l'anno scorso in Sicilia, infatti, non prevede più l'effetto trascinamento con il trasferimento "a cascata" dei voti dal candidato consigliere al sindaco a lui collegato. Adesso a valere sono solo le effettive preferenza espresse segnando il nome del candidato, mentre le altre preferenze vanno esclusivamente alla lista.

Secondo l'assessorato regionale agli Enti Locali, dunque, le percentuali vanno calcolate sulla base dei voti effettivamente espressi per il sindaco, e non si deve tenere conto delle schede nulle. L'effetto immediato di questo errore, quando sarà completato il riconteggio, sarà un notevole ridimensionamento delle percentuali ottenute dai due candidati, Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli, arrivati al ballottaggio. Per i due esponenti, di Idv e Pd, infatti, è prevedibile un abbattimento di circa 10 punti percentuali, che comunque non modificherebbe il grande distacco tra di loro.

E conferebbe comunque l'accesso di entrambi al secondo turno. Poichè l'abbattimento andrebbe applicato anche agli altri candidati. L'errore nell'attribuzione delle percentuali ha creato già diversi problemi in altri comuni della Sicilia. A Misterbianco, il deputato regionale del Pd Antonio Di Guardo, ieri sera aveva festeggiato l'elezione con il 56% di preferenze ma adesso, con l'abbattimento della percentuale al 42,88%, dovrà vedersela al ballottaggio con il candidato dell'Mpa e Pdl Antonio Condorelli, fermo al 24,26%.

NIKI VENDOLA


3 - PALERMO: ORLANDO, CON ERRORE CONTEGGIO IO AL 37 E FERRANDELLI AL 7
(Adnkronos)
- "Se io dovessi avere il 37 per cento con il nuovo conteggio dei voti, allora c'e' chi (Ferrandelli ndr) scendera' al 7 per cento". Cosi' Leoluca Orlando commenta l'eventualità di un errore nel conteggio delle schede elettorale, riferendosi al suo antagonista Fabrizio Ferrandelli.

4 - FERRANDELLI, ORLANDO SOSPETTO' PURE DI FALCONE
(ANSA) - "Leoluca Orlando è l'uomo dei sospetti, sospettò persino di Giovanni Falcone, non è degno di andare alla commemorazione". Così Fabrizio Ferrandelli (Pd, Sel e altre liste), secondo al primo turno delle comunali a Palermo con circa il 17 per cento, parla di Leoluca Orlando (Idv, Verdi e Fds) che sfiora il 48 per cento.

5 - ORLANDO, NIENTE PATTI CON GLI AMICI DI LOMBARDO
(ANSA)
- "Palermo ha dato uno schiaffo democratico alla malapolitica". Lo dice Leoluca Orlando, candidato sindaco dell'Idv che andrà al ballottaggio per il capoluogo siciliano, chiarendo, in una intervista al Mattino, che non ci sarà "nessun accordo con gli amici di Lombardo e Cammarata, io rispondo solo ai palermitani". "Girando per le strade - dice - avevo capito che i cittadini volevano chiudere con dieci anni di amministrazione Cammarata, che ha massacrato Palermo. E vogliono chiudere anche con il presidente della Regione Raffaele Lombardo, sostenuto dal Pd".

PIERLUIGI BERSANI

"La mia - aggiunge - è stata una candidatura anti-casta, ma anche di esperienza e di competenza". Al suo avversario, Ferrandelli, appoggiato dal Pd, che lo ha accusato di avere preso proprio i voti di Cammarata risponde: "Non polemizzo con gli scomparsi, così come non mi occupo di un Pd che ha deciso di scomparire in Sicilia". E come si recupera il rapporto con il Pd e con Sel? "Non lo so, non mi riguarda, è un problema loro". Certo, la foto di Vasto "c'é ancora. Ma in quella foto, come in nessun'altra foto elettorale, non era previsto che ci fosse un presidente della Regione inquisito per mafia. Vendola e Bersani devono spiegarmi come è possibile continuare a sostenere Lombardo".

6 - FERRANDELLI, ORLANDO RAPPRESENTA LA CASTA
(ANSA)
- "Leoluca Orlando rappresenta la politica della casta, da 30 anni guadagna 20 mila euro al mese e gira in auto blu". Lo dice in conferenza stampa Fabrizio Ferrandelli, secondo con circa il 17 per cento alle comunali di Palermo alle spalle di Leoluca Orlando che ha oltre il 47 per cento. Per Ferrandelli, "Orlando deve spiegare da dove arriva quel 30 per cento di voti in più rispetto alle sue liste, sarebbe bene che prendesse le distanze da Ciancimino jr che ha dichiarato di votare per lui. Anche il capogruppo del Mpa all'Ars Francesco Musotto ha detto di averlo votato".

7 - ORLANDO, NON MI CONFRONTO CON FERRANDELLI CHE MI INSULTA
(Adnkronos)
- "Io mi confronto con la citta' e non con chi da settimane non fa che insultarmi ne' io voglio insultare. Mi confrontero' con le categorie produttive e con altri ma non con chi mi insulta". Lo ha detto Leoluca Orlando riferendosi a Fabrizio Ferrandelli che oggi ha chiesto ufficialmente di confrontarsi con lui.

gianfranco micciche

8 - MICCICHE'; CHE SBERLA, ADDIO SICILIA DEL 61 A 0
(ANSA)
- Dalle elezioni comunali "sono arrivate sberle per tutti. E da oggi tutta la vecchia politica non conta più. Tutto da rifare". Lo dice intervistato dal Corriere della Sera Gianfranco Micciché, osservando che ormai in Sicilia non c'é più traccia del "61 a 0". Orlando a Palermo, attacca, "ha vinto a modo suo. Sempre lo stesso Orlando che promette di assumere 10mila persone come ha fatto con gli sventurati della Gesip e di altre società partecipate. E' tornato papà, l'uomo del precariato". Ma, aggiunge, "non so immaginare come si comporterà il presidente del Consiglio quando Orlando, se davvero sarà lui il sindaco, busserà a cassa. Nessuno potrà dargli i soldi per i posti che promette".

Per Micciché "una fase politica è finita" e "non a caso a Trapani, l'unica città in cui noi di Grande Sud andiamo al ballottaggio, non stiamo col Pdl". Micciché pensa comunque di potersi candidare "come persona" alla carica di governatore "a prescindere dalla coalizione, ma stavolta bisogna riflettere tutti insieme". Intanto, comunque, in vista del ballottaggio "non mi affiancherei mai a chi ha garantito l'assunzione di 10mila persone, ma non potrei nemmeno stare con un Pd che alla Regione sostiene quel disastro di Lombardo".

 

NAPOLITANO BOOM BOOM - GRILLO RISPONDE SUBITO ALLO SBERLEFFO: “HA VOLATO (BASSO) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA”

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1- BOOM BOOM NAPOLITANO
Beppe Grillo per il suo blog, www.beppegrillo.it

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Sono rimasto a bocca aperta, spalancata, come un'otaria. Ho le mascelle che mi fanno ancora male. Là dove non hanno osato neppure i gasparri e i bersani ha volato (basso) Napolitano. Il Presidente della Repubblica, la massima carica dello Stato, a domanda sul MoVimento 5 Stelle ha risposto "Grillo, non vedo nessun boom!". Un linguaggio "giovane" arricchito da memorabilia storiche, ha rammentato "Ricordo quello degli anni '60, altri boom non ne vedo".

GIORGIO NAPOLITANO

E' vero! Il M5S è solo terzo ed è nato solo due anni e mezzo fa e non ha fatto boom. Forse ha fatto bim bum bam? O Sim sala bin? Napolitano è preoccupato per il futuro e ha approfondito "Ci sono motivi di riflessione per tutti, per le forze politiche e per i cittadini sui rapporti con la politica e sui problemi di governabilità". Traduzione: "I partiti (quelli che facevano boom) non se li fila più nessuno". Napolitano ha poi minimizzato il voto "Abbiamo avuto un test piuttosto circoscritto, anche perchè il numero degli eletti chiamati a votare non è stato grandissimo (nove milioni e mezzo di italiani, ndr)".

BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO

L'anno prossimo si terranno le elezioni politiche e, subito dopo, sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo. Se il MoVimento 5 Stelle farà boom (come quello dei favolosi anni '60), il prossimo presidente non sarà un'emanazione dei partiti, come la Bonino, e neppure delle banche, come Rigor Montis. I giochi per il Quirinale sono in corso da tempo. Si sono già venduti la pelle degli italiani.

"Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale" (articolo 87 della Costituzione). Rappresenta anche il MoVimento 5 Stelle e anche, dopo queste elezioni, i suoi circa 250 consiglieri comunali e regionali scelti dai cittadini. Il boom del M5S non si vede, ma si sente. Boom, boom, Napolitano!

EMMA BONINO


2- ELEZIONI: ECCO GRILLO! ALTRO CHE QUALUNQUISMO
Intervista a Gian Antonio Stella da http://www.cadoinpiedi.it/

Alla luce dei risultati elettorali, chi le ha vinte queste elezioni? E chi le ha perse?

Beh, la situazione non è mai stata così chiara. I vincitori sono Beppe Grillo, i grillini, e li ripeto perché sono due cose ovviamente unite, ma in qualche modo anche distinte, nel senso che questo non è il successo solo di Beppe Grillo, ma è il successo di un movimento che sul territorio, in questi anni, ha fatto tante battaglie niente affatto qualunquiste.

Poi ha vinto sicuramente Flavio Tosi, perché in un momento in cui la Lega perdeva da tutte le parti è riuscito a fare un miracolo a Verona. Ha vinto Orlando che è riuscito a riprendersi Palermo, perché probabilmente alla fine finirà così. E lo ha fatto contro tutte le aspettative.

Devo dire che nel contesto in cui stava, credo che abbia vinto anche Cialente, il Sindaco de L'Aquila, perché un altro probabilmente sarebbe stato spazzato via, invece il fatto che abbia comunque avuto la maggioranza dei voti degli aquilani, anche se non è riuscito a vincere al primo turno, è interessante perché non possiamo dimenticare che L'Aquila è la città in cui Berlusconi si era vantato di avere fatto quello che nessuno al mondo aveva mai fatto nella storia.

FLAVIO TOSI DOPO LA RIELEZIONE A SINDACO DI VERONA

Quelli che hanno perso? Intanto ha perso e straperso Berlusconi. Ha fatto finta di non perdere togliendosi dalla scena, andando a trovare il suo amico Putin e tenendosi fuori, evitando di andare a mettere la faccia in giro nei comizi. Ma parliamoci chiaro, se lui ci avesse messo la faccia, probabilmente in alcuni posti sarebbe andata ancora peggio. Per cui non può certo dire che il Pdl ha perso non c'era lui.

Poi ha perso Angelino Alfano perché devo dire che qui si è visto come un Segretario non possa essere nominato dall'alto, perché poi la gente intorno lo sa. Lo sanno tutti che Angelino è stato messo lì da Berlusconi, e non va bene. Il segretario di un partito deve conquistare il partito andandoselo a prendere voto dopo voto, conquistando la fiducia degli iscritti e dei grandi elettori.

Poi ha perso Casini, che evidentemente ha pagato la mancanza di un'identità precisa. Perché quasi si presentava con il centro-sinistra, quasi si presentava con il centro-destra, un colpo al cerchio, un colpo alla botte. E poi soprattutto uno schiacciamento su Mario Monti che evidentemente non ha giovato.

ANGELINO ALFANO

Infine ha perso la Lega, ma soprattutto ha perso Umberto Bossi, ha perso l'umanissimo Umberto Bossi. Ha perso anche nel luogo in cui è nato, il paese del suo braccio destro Calderoli. E poi ha perso anche nel paese dove aveva portato il Parlamento padano, a Sarego (provincia di Vicenza) dove ha vinto l'esponente del Movimento 5 Stelle di Grullo. Insomma, Bossi ha perso dappertutto, meno che a Verona dove vince quel Tosi che lui minacciava di espulsione. Una catastrofe per il Senatur.

Ma perché Napolitano si è affrettato a dire che non vede alcun successo di Grillo?

Beh, non lo so. Forse avrà letto i risultati elettorali francesi. E lì il Movimento di Grillo non era candidato. Oppure avrà letto quelli della Grecia, anche nella tabella dei risultati greci non c'è Beppe Grillo!

Gian Antonio Stella


3- COMUNALI: SINDACO SAREGO,GRILLO? CONOSCIUTO UNA SETTIMANA FA
(ANSA) - "Grillo? L'ho conosciuto solo una settimana fa quando è venuto qua e gli ho stretto la mano. Poi mi ha chiamato ieri sera per farmi le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro". Così Roberto Castiglion, primo sindaco del movimento 5 Stelle, eletto a Sarego, in provincia Vicenza, parlando ai microfoni della trasmissione 'Start' su Rai Radio 1. Il primo cittadino grillino, eletto nel paese dove ha avuto sede il parlamento padano, ha detto di "essere sorpreso e confuso per la vittoria, anche se durante la campagna elettorale abbiamo capito che c'era un crescendo di consensi".

 

MEREGHETTI ACCUSA MARCO GIUSTI DI ESSERE IL RESPONSABILE DELL’INVOLGARIMENTO DELLA COMMEDIA ITALIANA

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1- NUOVO CINEMA CONTRO LA DITTATURA DEL CONSENSO SERVE UNA RIVOLUZIONE CULTURALE POPULISTA
Paolo Mereghetti per "la Lettura - Corriere della Sera"

stracult marco giusti

Francis Ford Coppola l'ha spiegato con lucidità: la vera svolta epocale per il cinema degli ultimi decenni non è stata né la rivoluzione digitale né tanto meno il 3D, ma «il giorno in cui invece di chiederci se una film era bello, abbiamo cominciato a chiederci quanto aveva incassato». L'ossessione del successo, non come legittima aspirazione al maggior numero possibile di spettatori ma come scalata (la più rapida possibile) delle classifiche.

Paolo Mereghetti

Con tutto il corollario di «droghe» e «stimolanti» necessari ad arrivare in vetta subito: strategie di marketing invece del bocca-a-bocca, occupazione orizzontale dei cinema invece della penetrazione in profondità («quante copie?» è la domanda di rito ad ogni nuova uscita), offerta multipla (dai cibi alle bevande ai gadget. E non solo) invece dell'interesse per il singolo prodotto.

È il mercato, bellezza!, hanno detto in molti, senza accorgersi che in questo modo si cambiavano non solo i modi del consumo ma si stravolgeva anche la natura stessa del prodotto, pensato soprattutto per una fruizione immediata, rapida e possibilmente indolore visto che il weekend successivo bisogna essere pronti (e affamati) per una nuova «scorpacciata» di copie e di sollecitazioni.

MARCO GIUSTI

Poco male, hanno sentenziato i soliti convinti «modernisti»: il cinema è industria ed è giusto che si evolva con il tempo, lasciandosi alle spalle linguaggi obsoleti e non al passo coi tempi. E se ne facciano una ragione i soliti snob della cultura e dell'impegno, preoccupati perché dietro i numeri poteva nascondersi qualche cosa di più preoccupante. Come il fatto che dei 363 film usciti nel 2011 in Italia, i primi 12 hanno incassato il 30 per cento del mercato, i primi 28 il 50, i primi 180 il 95 per cento.

E tra gli altri 183 che si sono dovuti accontentate del 5 per cento del mercato (cioè meno di 5 milioni di euro) ci sono film che hanno vinto ai festival di Venezia (Faust), di Berlino (Una separazione) o di Roma (Kill Me Please), che sono stati applauditi a Cannes (Le nevi del Kilimangiaro) o al Sundance (Un gelido inverno). E che all'estero hanno ottenuto incassi molto, ma molto più interessanti.

paolo mereghetti

Pazienza, la cultura non serve a stabilire nessuno spread (escluso quello del livello di civiltà, ma le Borse se ne disinteressano. E i bocconiani anche), se non fosse che questa specie di sotterranea rivoluzione cinematografica sta trasformando - insieme ad altri fattori, ovviamente - non solo i gusti del consumo ma anche i modi del pensare. E dell'agire.

È come quando insegnano a scuola l'origine dei fiumi: un piccolo rivolo si unisce casualmente ad altri, nati per altre ragioni, ma tutti attratti da una certa pendenza del terreno, tutti incanalati da una certa conformazione orografica. E alla fine ti trovi un fiume che nessuno riesce più ad arginare, grosso e impetuoso. Dove puoi solo lasciarti andare alla forza delle corrente. Quel fiume si chiama populismo.

Secondo molti politologi è la malattia del Terzo Millennio, la reazione nemmeno tanto sorprendente alla degenerazione della politica, della finanza, della corruzione. Il vero cancro della democrazia. Ma i suoi effetti non si curano solo con i governi tecnici o le leggi anticorruzione. Serve anche una specie di nuova «rivoluzione» culturale, capace di ristabilire una corretta scala di valori e di rimettere coi piedi per terra quello che sembra ondeggiare ben più di 3 metri sopra il cielo. Anche a partire dal cinema.

MARCO MULLER

L'accostamento non stupisca. Il populismo non è nato nei libri di politica ma nei dibattiti letterari. Era il 27 agosto 1929 quando Léon Lemonnier pubblicava su «L'Oeuvre» Un manifeste littéraire: le roman populiste (Un manifesto letterario: il romanzo populista) dove difendeva un nuovo modo di scrivere, attento ai personaggi del popolo, più attratto da storie urbane che ambientate nelle campagne, anti-modernista e soprattutto capace di resistere al fascino del romanzo borghese (con le sue inquietudini e le sue debolezze) per esaltare le vite «povere e mediocri».

La storia letteraria si è incaricata di rimettere le cose a posto, ridimensionando il valore di scrittori come Henry Poulaille, André Thérive e lo stesso Lemonnier (forse siamo disposti a salvare solo Eugène Dabit e il suo Hotel du Nord, ma per via del film con Annabella, Aumont, Arletty e Jouvet, Albergo Nord), ma quel modo di guardare intorno a noi, mescolando pietismo e sensi di colpa (che poi sono i prodromi del politicamente corretto), compiacimento miserabilista e (finto) antisnobismo ha finito per rispuntare, favorito da un più generale disinteresse, per non dire disprezzo, verso i valori che fino a ieri andavano per la maggiore. Anche nella cultura. Anche nel cinema.

I SOLITI IDIOTI

L'EGEMONIA STRACULTISTA
Scriveva nel 1999 Marco Giusti nell'introduzione del suo Dizionario dei film italiani stracult: «Vedevo di tutto e contemporaneamente. Mischiavo Fuller con Baldanello, Antonioni con Bergonzelli. Nello stesso giorno vidi Il laureato, Qualcuno verrà e Pecos è qui, prega o muori. Snob? Non credo. Mi piaceva vedere i film, fare lo spettatore». Difficile dargli torto: se uno spettatore non è onnivoro che spettatore è?

Ma quando nel 2004 la Mostra del cinema di Venezia (direttore Marco Müller) decise di dedicare la propria retrospettiva a una sedicente «Storia segreta del cinema italiano - The Kings of the B's», con titoli come W la foca e Cannibal Holocaust, decretando «la rivincita di un cinema, oggi quasi completamente scomparso, su un sistema produttivo che lo ha distrutto» (sempre Giusti scripsit) ecco che lo snobismo dello spettatore bulimico si trasforma in qualcosa di ben più ambiguo.

I SOLITI IDIOTI

E pericoloso. Ribaltando le gerarchie (e con il solito vizio italiano di salire sempre sul carro dell'ultimo vincitore) si finisce per imporre una nuova scala di valori, dove gusto goliardico ed elogio del disimpegno, piacere dell'oltraggio e rivalutazione del rimosso, voglia di provocazione e spregio della tradizione finiscono per mescolarsi in un galateo dell'antigalateo. In un nuovo (e più subdolo) populismo cinefilo.

Se dovessi indicare un campione nazionale per questo nuovo «filone», penserei immediatamente a I soliti idioti e al loro gusto finto libertario di fustigatori dei vizi nazionali, dove lo specchio della realtà lascia il posto a una deformazione solo compiaciuta (e solo funzionale al meccanismo della risata). Ma mi vengono in mente, tanto per restare alle uscite più recenti, anche Benvenuti al Nord o Come è bello far l'amore.

checco zalone

Il primo per aver trasformato il meccanismo di bonaria critica antirazzista di Benvenuti al Sud (con il suo messaggio di fratellanza interregionale) in un campionario di luoghi comuni acritici (dall'ossessione lavorativa del Nord all'efficienza «marchionnesca») che alla fine vengono accettati ed esaltati; il secondo per aver banalizzato - e sfruttato - il tema dell'erotismo familiare in nome di una finta e superficialissima liberazione sessuale piccoloborghese (la trasgressione della dark room!). Stendendo un pietoso velo sull'inutile tirata antintellettualistica con cui si apre il film e di cui fanno le spese gli incolpevoli fratelli Lumière e qualche bravo regista di casa nostra.

BENVENUTI AL NORD

Senza dimenticare la pretesa filiazione di questo cinema dalla commedia all'italiana, parafulmine spesso tirato in ballo - populisticamente - da chi vuole inventare quarti di nobiltà ai film comici di oggi, cercando una spiegazione intellettualistica (o giornalistica, che poi sono termini che hanno finito per essere considerati sinonimi) al nostro bisogno di ridere. Si dimentica che spesso le battute migliori sono nate anche dall'usare un linguaggio «basso» (come una parolaccia) per concludere un argomento «alto» (o che si vorrebbe tale).

Ma se rivediamo una qualsiasi delle vere commedie all'italiana (quelle prodotte grossomodo tra il 1958 e la fine degli anni Sessanta) balza all'occhio che la comicità non si limitava ai «vaffa...» o ai «dai c...!» (peraltro rarissimi in quei film), ma era centrata sulla capacità di prendere le distanze da quello che si raccontava, mettendo alla berlina con cattiveria (e molta, anche) i vizi e i difetti portati in scena. Si rideva, del padre che insegna al figlio a essere disonesto (come accade nei Mostri), ma poi il contrappasso arrivava. Ci si lustrava gli occhi di fronte alla Loren in guêpière (in Ieri, oggi, domani), ma gli ululati di Mastroianni ci parlavano anche del maschio italiano, bamboccione e succube del padre. D'accordo ridendo, ma anche castigat mores.

QUENTIN TARANTINO

Sarebbe troppo facile però buttare tutte le colpe su questo o quel film, rei di cavalcare un disimpegno fatto quasi esclusivamente di luoghi comuni. O sulla tendenza, che si vede soprattutto nelle commedie, di cancellare la responsabilità dell'io a favore di un moltiplicarsi indifferenziato di soggetti narrativi che finiscono per cancellare psicologie e moralità in funzione del puro e semplice meccanismo comico: oggi è la gag o la battuta che giustifica l'esistenza sullo schermo di un personaggio e non viceversa, come ci avevano insegnato la commedia all'italiana e i suoi protagonisti a tutto tondo.

LA SINDROME DI TOTÒ
No, spesso la vera molla di una degenerazione di tipo populista viene proprio da chi dovrebbe cercare di arginare questa tendenza. Dai giornalisti che si inventano dibattiti su film che non lo meritano, gratificando di un valore (e di un contenuto) opere che invece ne sono prive e finendo, per puro spirito di polemica, a trovare qualità dove non ce ne sono.

Dai critici che per paura di essere scavalcati non si sa dove, a destra o a sinistra, si attrezzano per ogni possibile rivalutazione a futura memoria di fronte a film minimi o minimissimi, timorosi di essere inseguiti dalla «vendetta di Totò», il campione indiscusso dei geni rivalutati post mortem (salvo scoprire che lui vivo e vegeto c'erano stati fior di ammiratori pronti a spendere lunghi e motivati elogi al «principe della risata» da Bontempelli a Soldati, da Benayoun a Pasolini, da Fofi a Spinazzola. Ma oramai quello del nemo propheta in vita è un luogo comune che va per la maggiore. E che fa comodo - populisticamente - a tutti).

dino risi

Senza dimenticare poi le responsabilità dei direttori di festival e degli organizzatori culturali che alla ricerca disperata di un consenso di massa, disposti a giocare con le parole e i concetti pur di giustificare tutto e il contrario di tutto, la cultura e l'anticultura, il nuovo e il vecchio, il popolare e il raffinato, il masscult e il midcult e compagnia cantante. Tutti insieme alla ricerca di un consenso che non disturbi nessuno e gratifichi tutti. Che poi è la vera essenza del populismo.


2- LA REPLICA DI MARCO GIUSTI
Lettura-Corriere della Sera

Era dalla fine del 900, che non sentivo parlare di cinema populista. Si sarà risvegliato qualche dinosauro. Così vengo omaggiato da Paolo Mereghetti con ben due pagine su "La lettura". Titolo: "Nuovo cinema populista - Contro la dittatura del consenso serve una rivoluzione culturale". Chi la dovrebbe cavalcare però questa rivoluzione culturale non c'è scritto. Peccato.

Mi sono sempre sentito io come il rivoluzionario Cuchillo invece sono additato come cattivo maestro di "un'operazione ambigua e pericolosa" che, puntando sul cinema di cassetta, ha portato allo sfacelo attuale del nostro cinema, dominato dalla commedia più triviale (dai "Soliti idioti" a "Benvenuti al Nord").

Mario Monicelli

Puntuali arrivano le battute sullo sdoganamento screanzato di "W la foca" di Nando Cicero (ma perché darà tanta noia? capisco i compianti Tullio Kezich e Lietta Tornabuoni, ma Mereghetti conosce il dibattito ciceriano...) e di "Cannibal Holocaust" di Ruggero Deodato presentati nella mia "sedicente" rassegna veneziana "Italian Kings of B's" di ben nove anni fa. "Opere assolutamente prive di valore". Ci risiamo. Ma la mia battaglia l'ho già vinta.

"Italian Kings of B's" e le due rassegne che ho curato per la Venezia di Marco Muller, Spaghetti Western e Commedia Italiana, sono state tutte dei grandi successi (specialmente il western). Ma sono legato alla prima, perché è da qui che, grazie alla supervisione di Quentin Tarantino, per la prima volta in Italia, si rimise in moto la discussione sul cinema di genere italiano.

Così, se "Inglorious Basterds" o il nuovissimo "Django Unchained", sono nati dalla rilettura critica internazionale della grande stagione del nostro cinema di genere, questo non può che farmi contento. Come lo saranno gli artigiani che hanno dato vita a quel cinema, perché vedranno finalmente riconosciuti i loro meriti.

In "Inglorious Basterds" Tarantino regala perfino un piccolo riferimento al famigerato "W la foca" nella scena del teatro, con Brad Pitt e Eli Roth che cercano di imitare il tzé-tzé di Bombolo (fonte Roth-Tarantino). E in "Django Unchained" si capirà quanto Tarantino debba a Sergio Corbucci, al quale ha dedicato una lunga e concitata lezione due anni fa a Venezia presentando "Minnesota Clay".

Cannibal Holocaust

Ora, non so se sono il responsabile dell'involgarimento della commedia italiana. "Peggio di Berlusconi!" Mi lanciò l'anatema la Tornabuoni. Ho solo cercato di ricucire una visione critica e storica dei nostri generi che erano stati poco considerati. Goffredo Fofi, su "Positif", scriveva che i nostri western targati Leone e soci erano "merda", Kezich e Tornabuoni lo hanno ribadito fino all'ultimo.

Non parliamo poi di commedia. Ma se avevamo un immaginario così forte da poter durare fino a oggi, producendo un nuovo cinema internazionale, allora la cosa è diversa. E dimostra quanto poco anche oggi riescano i critici a intercettare novità e idee di cinema. E a capire film come "I soliti idioti".

Monicelli e Risi, i maestri della commedia dietro i quali si nascondono i Fofi e i Mereghetti, avevano il dente avvelenato con i critici. E non solo con i vecchi Lanocita e Micciché. "Mereghetti? C'è di meglio!", è la battuta che aveva coniato il vecchio Dino. E io che cercavo di fargli far pace con tutti...

 

 

CAPRI E CAVOLI - MONTEZUMA SI BECCA UNA CONDANNA PER ABUSI EDILIZI NELLA SUA VILLA A CAPRI

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1 - CATTIVERIE
Dal "Fatto quotidiano" - Montezemolo condannato a Capri. Ora è pronto per la politica.

2 - MONTEZEMOLO CONDANNATO A CAPRI: ANCHE LUI «NON POTEVA NON SAPERE»
Gian Marco Chiocci per "il Giornale" - ha collaborato Simone Di Meo

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Quando si dice la tempistica. Nel giorno delle elezioni amministrative, dalla minuscola sezione distaccata del Tribunale di Capri arriva il segnale di pit-stop al presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo prossimo a scendere in politica. Condannato a un anno (pena sospesa) per due abusi edilizi nel suo «buen retiro» isolano, Villa Caprile, e assolto per il più grave reato di falso.

Il verdetto del giudice unico Alessandra Cataldi è arrivato nel tardo pomeriggio di ieri, poco prima della «dead line» delle 18.30, quando dalla perla del Golfo partono gli ultimi aliscafi diretti a Napoli. Pochi minuti per leggere la sentenza, e giudice e pubblico ministero sono volati via lungo i tornanti a strapiombo sul mare con direzione porto.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Per il leader di «Italia futura», il pm Milena Cortigiano aveva chiesto un anno e tre mesi nonostante l'autodemolizione dei manufatti fuorilegge decisa dallo stesso imputato. A cui è stata applicata la più classica (e controversa) delle formule giudiziarie: Luchino non poteva non sapere. Montezemolo sconta, probabilmente, anche la decisione del direttore dei lavori e del titolare dell'impresa edile appaltatrice, impegnati nella ristrutturazione della villa, di tirarsi fuori dal processo patteggiando alla prima udienza.

Luca-Cordero-di-Montezemolo

Nei mesi scorsi, ai due co-imputati (Rossella Ragazzini e Francesco Di Sarno) erano stati inflitti rispettivamente dodici e dieci mesi con pena sospesa. Con quella decisione i tecnici avevano, insomma, ammesso le loro responsabilità nella trasformazione illegale di un rudere in una dependance di 22 metri quadrati e nell'allestimento, ricavato da un garage, di un monolocale destinato a ospitare il guardiano della residenza estiva di Montezemolo.

capri_montezemolo

La sentenza di ieri ha chiuso, però, solo la prima parte dell'indagine. C'è infatti un altro procedimento, un secondo troncone d'inchiesta che si sta però celebrando sulla terraferma napoletana, e riguarda gli «effetti collaterali» del fascicolo madre sugli abusi ad Anacapri. Rinviati a giudizio dal gip Dario Gallo, nel novembre scorso, sono oggi alla sbarra l'ex sindaco di Anacapri Mario Staiano, il geometra dell'ufficio tecnico comunale Gennaro D'Auria (sospeso per due mesi dal lavoro, all'epoca delle indagini preliminari) e il comandante della polizia municipale Marco Pollio.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

I capi di imputazione nei loro confronti vanno dall'omessa denuncia al favoreggiamento, al falso ideologico. Per i magistrati della procura partenopea, avrebbero cercato di mettere la museruola allo scandalo isolano per non dare troppo fastidio all'illustre ospite. Come? Rallentando volutamente o addirittura ostacolando i controlli dei caschi bianchi e cercando di insabbiare il tutto o in alternativa - c'è scritto nelle carte processuali - trovando un «modo amichevole» per non sollevare un polverone.

Versione, quest'ultima, contestata dall'ex fascia tricolore Staiano che, tirato in ballo dalla deposizione di un vigile urbano, a proposito di presunte pressioni per chiudere in fretta la pratica Montezemolo, si è difeso sostenendo di aver chiesto ai vigili discrezione e silenzio soltanto nel rapporto con i giornalisti. Dagli atti d'indagine, emerge comunque che l'ex primo cittadino e gli impiegati comunali avrebbero agito di autonoma iniziativa, senza che ci fosse insomma alcuna sollecitazione da parte di Montezemolo. Che, infatti, in questo procedimento non compare.

montezemolo a capri

Inizialmente, il veleno di un sospetto caso di corruzione s'era insinuato nella primissima fase dell'inchiesta, quando era spuntata fuori una «Panda» regalata dalla Fiat al comando di polizia municipale di Anacapri. Sospetto subito fugato dalla circostanza, messa in luce dagli avvocati dell'ex numero uno di Confindustria, che l'omaggio automobilistico alla polizia locale rientrava in una campagna promozionale varata dalla società torinese nelle località turistiche di tutt'Italia.

Nessun nesso, dunque, con Villa Caprile. Una struttura acquistata nel 2002 dalla società «Fisvi Holding srl», di cui sono soci Montezemolo (col 99 per cento) e Francesco Saverio Grazioli (col restante 1 per cento), che ne è anche presidente. Pure lui condannato a un anno con pena sospesa. Pure lui non poteva non sapere.

 

“VENDESI LA7” STA DIVENTANDO LA MIGLIOR TELENOVELA TRASMESSA DALL’EMITTENTE DI TELECOM ITALIA

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1 - LA CORSA DI TI MEDIA, POI L'ESPRESSO SMENTISCE...
M.Sid. per il "Corriere della Sera"

FRANCO BERNABE

Non è la prima volta che Telecom Italia Media mette il turbo in Borsa in seguito a voci incontrollabili e, talvolta, incontrollate. L'unica novità è che - se tutto procederà come sembra - sarà anche una delle ultime volte: la controllante, Telecom Italia, su pressione della Consob, ieri ha comunicato che «nel corso della riunione del consiglio del 9 maggio verranno esaminate le diverse opzioni strategiche riguardanti la partecipazione di controllo in Telecom Italia Media».

Dunque domani si dovrebbe sapere qualcosa. Intanto ieri sulle indiscrezioni relative alla vendita de La7 a cui, secondo il «tam tam» del momento, sarebbero stati interessati il presidente dell'Espresso, Carlo De Benedetti, l'editore e presidente del Torino, Urbano Cairo, e il produttore cinematografico tunisino Tarek Ben Ammar, il titolo che per tutta la giornata era rimasto in asta di volatilità, ha segnato in chiusura un balzo del 21,78% a 0,17 euro.

Carlo De Benedetti

«Non c'è nessuna trattativa in corso ed il gruppo non commenta le notizie su La7» ha fatto sapere sempre ieri il Gruppo L'Espresso, prima della chiusura della Borsa. Un «no comment» invece è stato opposto alle indiscrezioni che vogliono il gruppo interessato alle infrastrutture. Secondo quanto riportato negli ultimi giorni da alcuni quotidiani, un eventuale riassetto di TI Media potrebbe portare alla nascita di una nuova società in cui far confluire i 3 multiplex digitali del gruppo controllato da Telecom e i 2 mux dell'Espresso. Insomma, per quanto si capisce interpretando i «geroglifici» dei comunicati, no al canale e sì, forse, a un accordo sulle trasmissioni digitali.

2 - LA7, DE BENEDETTI VUOLE LE FREQUENZE - IL GRUPPO ESPRESSO INTENDE INVESTIRE SOLO SU ANTENNE E PILONI. PER I CONTENUTI TV È PRONTO URBANO CAIRO
Stefano Feltri e Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"

Domani tutto sarà più chiaro, dopo il consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Intanto il mercato si eccita per le notizie, anticipate anche dal Fatto, dell'imminente riorganizzazione del settore tv del gruppo telefonico che porterà alla cessione di La7, l'emittente di Telecom controllata tramite Telecom Italia Media che ieri ha chiuso la giornata in rialzo del 21,78 per cento. I protagonisti della vicenda sono tre: Urbano Cairo, Tarak Ben Ammar e Carlo De Benedetti. Che hanno ruoli diversi e complementari.

Giovanni Stella

Il portavoce del Gruppo Espresso di De Benedetti smentisce le trattative in corso con Telecom Italia Media per l'emittente La7. E in un certo senso è vero. Perché De Benedetti, che come sempre quando si occupa di editoria deve vincere alcune resistenze in famiglia (al figlio Rodolfo il settore interessa poco), cerca un affare tutto industriale: un terzo polo fatto di antenne e piloni, non di programmi e varietà, una rendita che può garantire guadagni ben superiori alla soddisfazione che porta un punto di share strappato a Rai e Mediaset (cosa che richiederebbe forti e rischiosi investimenti).

Il trucco è semplice: creare una nuova società per fondere le infrastrutture di Telecom Italia Media (due multiplex, pacchetti di frequenze, più uno in sospeso) con quelle dell'Espresso (altri 2 multiplex, finora poco utilizzati). Il quotidiano del Gruppo Espresso, la Repubblica, negli ultimi mesi, ha tenuto una linea sempre più dura contro il beauty contest di cui chiedeva l'abolizione, perché concepito su misura delle esigenze di Rai e Mediaset e privo di gettito per lo Stato.

CHICCO MENTANA

Alla fine il governo Monti, con il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, ha cancellato la gara e iniziato una nuova procedura. Oggi De Benedetti potrebbe gareggiare all'annunciata asta a pagamento per le frequenze digitali e creare un polo di pari livello rispetto a Rai e Mediaset. Manca soltanto un regolamento dell'Autorità garante per le Telecomunicazione (Agcom), i cui vertici sono in scadenza, poi l'asta potrà cominciare.

Ieri il titolo di Telecom Italia Media è volato con rialzi non si vedevano dal giugno scorso, quando l'amministratore delegato Giovanni Stella annunciò una serie di ingaggi di conduttori Rai, tra cui quello (poi sfumato ) di Michele Santoro. Su richiesta della Consob, l'autorità che vigila sulla Borsa, Telecom Italia ha precisato che nel Consiglio di amministrazione di domani "verranno esaminate le diverse opzioni strategiche riguardanti la partecipazione di controllo di Telecom Italia Media".

GAD LERNER E MOGLIE

Questo lascia intuire che il percorso di cessione di La7 (frequenze e contenuti) avverrà per gradi, anche perché il gruppo guidato da Franco Bernabè punta a due vendite separate. La prima riguarda, appunto, le frequenze che possono interessare al Gruppo Espresso. La seconda, cioè la cessione del controllo dei due canali La7 Mtv, sarà un dossier successivo.

E meno appetibile. Riempire un palinsesto è più complicato e dispendioso rispetto a gestire un'infrastruttura che può assicurare una rendita priva di trappole. Dopo le esperienze non felici con ReteA e RepubblicaTv il Gruppo Espresso si muove con grande prudenza nel settore dei contenuti televisivi e lascerà volentieri ad altri la gestione delle emittenti Telecom.

TARAK BEN AMMAR

Per il momento l'unico candidato per La7 è l'imprenditore Urbano Cairo, che già ora ha un ruolo fondamentale come concessionario pubblicitario. Grazie soprattutto allo share del telegiornale diretto da Enrico Mentana ha visto incrementare parecchio i suoi profitti, e si tiene stretto un contratto appena rinnovato sino al 2019.

Ecco perché, se il nuovo proprietario del canale fosse Cairo, Giovanni Stella spera e pensa di poter restare al timone di una televisione che ha rianimato dopo le macerie lasciate da Marco Tronchetti Provera, precedente azionista di controllo e presidente di Telecom. Il finanziere e produttore televisivo francotunisino Tarak Ben Ammar, già socio di Silvio Berlusconi e produttore con la Lux di Ettore Bernabei, potrebbe affiancare Cairo nel-l'operazione per fornire contenuti alla nuova La7.

 

 

LA FARFALLINA DI BELEN ALL’ASTA PER BENFICENZA - CARESSA STRA-COTTO E MANGIATO - IL SENATO “RIPASSA” DAL VIA…

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Da "CHI"

Virginia Raffaele

1 - BELEN? NO VIRGINIA...
«Niente foto, niente interviste, niente riprese». L'addetta stampa di Virginia Raffaele (entrata in scuderia con Beppe Caschetto), imitatrice di Quelli che il calcio esplosa quest'anno grazie alla personale interpretazione di Belen Rodriguez, è inflessibile. All'evento Bmw, organizzato presso la concessionaria Autoavanti Monza, la Raffaele non si lascia fotografare, né risponde ai giornalisti presenti e durante l'esibizione guai a riprenderla con telecamere o telefonini. Proprio come una star, proprio come Belen.

Imitazione Belèn Rodriguez di Virginia Raffaele (Quelli che il calcio)

2 - INTANTO LA MAMMA DELLA RODRIGUEZ...
Nonostante il rapporto tra Belen Rodriguez e Stefano De Martino sia nato da poco, Veronica, madre della showgirl, fa già il tifo per la coppia, al punto che sul BlackBerry ha caricato una foto che ritrae Stefano e Belen come statuine del presepe di San Gregorio Armeno, a Napoli.

3 - LA FARFALLINA PER LA CHARITY
Dopo la sua misteriosa assenza da Amici (era in studio ma non in video, forse perché non poteva ancora ballare, e infatti sabato tornerà regolarmente in puntata), Belen, il 14 maggio, farà la conduttrice in piazza del Duomo, a Milano, alla festa di Radio Italia con i big della musica. Indosserà un braccialetto di Cruciani in pizzo d'argento con la celebre farfallina, un esemplare unico che verrà messo all'asta online, con altri cimeli della serata, per sostenere Alice for Children, che aiuta i bambini in Africa (www.aliceforchildren.virgilio.it).

BELEN RODRIGUEZ

4 - INDOVINA CON CHI PARLA LA KIRCHNER?
La presidente dell'Argentina Cristina Fernández de Kirchner si collega in teleconferenza con una donna in carriera. La presidente fa parlare la specialista, che si occupa di telemarketing. Lei ringrazia dell'opportunità che le è concessa di poter crescere professionalmente. La donna, guarda un po', si chiama Belen Rodriguez. È un'omonima.

5 - MELISSA "TRADISCE" BOATENG
La showgirl Melissa Satta non aveva il biglietto per assistere a Inter-Milan, il derby disputato domenica scorsa, così ha chiesto un pass per entrare allo stadio a Wesley Sneijder, centrocampista neroazzurro, che ha sfidato Boateng in mezzo al campo. Il tutto con l'ok di Kevin Prince, da sempre molto amico di Wesley.

Cristina Kirchner

6 - ALLERGIA IN CASA PARODI
Benedetta Parodi, regina della cucina in tv, non voleva crederci quando ha saputo che suo marito Fabio Caressa, giornalista di Sky, dopo aver fatto un controllo medico, ha scoperto di essere allergico al lievito e a un'altra serie di alimenti. Dovrà stare più attenta in cucina.

7 - ELISABETTA PRENDE IL VOLO E SCATTA...
In fretta e furia Elisabetta Canalis ha fatto le valigie, ha sostato qualche giorno a Milano e poi è subito ripartita alla volta di Santo Domingo per scattare un servizio fotografico sexy per una nota rivista sportiva.

MELISSA SATTA

8 - MISTER FLAVIO SARÀ THE APPRENTICE
Sono iniziati i casting di The Apprentice, il reality con protagonista Flavio Briatore (nei panni di Donald Trump) che selezionerà i migliori giovani imprenditori italiani, affidando loro un progetto di lavoro vincente. Il programma andrà in onda su Cielo e Flavio, che per chiudere la trattativa si è fatto rappresentare da Lucio Presta, agente della moglie Elisabetta Gregoraci, si avvarrà della consulenza dell'amico Bernie Ecclestone come ospite d'onore in una delle puntate.

BOATENG FA IL MOONWALK

9 - UNA TAGLIA SUI CONIUGI OBAMA
Barack Obama si appresta a salire sul palco del Siegel Center, a Richmond, in Virginia. Il presidente si sbottona e scattano i flash. Gli zoom arrivano a leggere l'etichetta sulla fodera della giacca, alla ricerca della prova provata di un presunto dimagrimento. L'etichetta smentisce. Obama non ha perso una taglia, porta ancora una 50. I fotografi rimettono a fuoco, cambiano obiettivo. E puntano su Michelle. Non si scappa.

10 - POLITICALLY (S)CORRECT
Giulia Cerasoli

Ma è un gioco o un giro dell'oca?
C'è anche un gioco dell'oca per imparare a conoscere l'iter di una legge in Parlamento. Lo ha realizzato da poco il Senato, per spingere i cittadini più giovani ad avvicinarsi alle istituzioni. Così anche i genitori magari ripassano...

Fini fa gli onori di casa
Serata di gala alla Camera dei deputati per il Premio Guido Carli. Gianni Letta, presidente, e Gianfranco Fini, padrone di casa, con ospiti illustri. Tra questi, il ministro Piero Gnudi, Cesare Romiti, Gianni Alemanno, Clemente Mastella e Gabriella Buontempo, ex moglie di Italo Bocchino.

parodi benedetta

L'Italia arriva sul mar Caspio
La first lady dell'Azerbaigian Mehriban Aliyeva non si ferma più. Dopo aver preso accordi con il ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi e con quello del Turismo Piero Gnudi, ora punta a rafforzare i rapporti con il governo italiano con una settimana della cultura italiana da organizzare nella capitale Baku, il prossimo autunno.

Un partito fa cappotto
Altro che antipolitica, un nuovo partito c'è già e ha un nome: il partito del loden. Dopo i tecnici di governo, infatti, sono arrivati i supertecnici commissari e a breve arriveranno altri professori, molti bocconiani, alcuni compagni di classe del premier Monti, ma tutti ospiti di Villa d'Este, al Forum Ambrosetti. E di Casini si fanno un baffo.

ELISABETTA CANALIS

La Pivetti fa la cinese
Irene Pivetti si butta sulla Cina. Dopo svariate esperienze e iniziative, l'ex presidente della Camera, in qualità di presidente della Only Italia, rete di imprese che mira a intensificare i rapporti con il mercato cinese, ha promosso un convegno al Tempio di Adriano. Ora si farà gli occhi a mandorla?

Se un giorno a Monti girano...
Monti potrebbe cacciare i ministri che non gradisce. Secondo Claudio Rossano, ordinario di diritto pubblico alla Sapienza di Roma, non c'è stata mai una revoca formale della legge 24 dicembre 1925 n. 2.263: "I ministri segretari di Stato sono nominati e revocati dal re su proposta del capo del governo e primo ministro".

 

 


NANNI AMORE-TTI - SEMBRA INCREDIBILE, MA ANCHE L’ANTIPATICO REGISTA DEL “CAIMANO” HA UNA VITA SENTIMENTALE

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1 - LA CHIAVE DI MORETTI...
Da "Novella 2000"

La vita di un uomo viene sporcata per sempre se qualcuno ne parla in un settimanale», diceva in Palombella Rossa il pallanuotista funzionario del Pci, Michele Apicella. Non ce ne voglia, però, il suo alter ego Nanni Moretti, se osiamo macchiargli indelebilmente l'esistenza, parlando di lui su queste pagine di cronaca rosa.

MORETTI E CHIARA PALMIERI

Piuttosto, lo prenda come un omaggio: al suo lato «dolce e spiritoso» che, come racconta di lui l'amico Vincenzo Salemme, il regista più "antipatico" del cinema italiano riserva solo agli affetti più cari. Relazione segreta Affetti come la giovane storica dell'arte Chiara Palmieri che da circa un anno lo accompagna ai rari eventi mondani, festival cinematografici e premiazioni, niente di più, e nella vita privata.

MORETTI E CHIARA PALMIERI

Bocche cucite sul loro ménage di coppia dai diretti interessati e dagli amici del regista. Ma da quel poco che trapela in pubblico sembra proprio che tra Nanni e Chiara vada tutto benissimo. Tanto che lei è riuscita a togliere dal viso di Moretti quell'aria da cinico insofferente che il regista si è cucito addosso, con il suo cinema. Nessuno, però, lo dice. E noi facciamo finta di non averlo scritto. Anche perché, per citare ancora Michele Apicella, «un concetto, appena viene scritto, ecco subito che diventa menzogna».

2 - LE SUE STORIE VERE E PRESUNTE...
Da "Novella 2000"

Nanni Moretti non ama che si parli della sua vita privata. E infatti è difficile reperire informazioni sulle sue relazioni. A parte le nozze con Silvia Nono, madre di Pietro, che ha esordito al cinema appena nato, al fianco dei genitori in Aprile, nel 1998. Il matrimonio finisce nel 2000, dicono, per colpa di Laura Morante, 55, musa del regista in Bianca e nella Stanza del figlio.

NANNI MORETTI E CHIARA PALMIERI

Lei ha sempre smentito, come qualche anno dopo ha dovuto fare pure Jasmine Trinca, 32, scritturata quando era ancora al liceo per La stanza del figlio e richiamata per Il Caimano. Si è poi vociferato molto su una intensa scena di sesso tra Moretti e Isabella Ferrari, 48, in Caos Calmo: troppo verosimile, si è detto. E lei si è affrettata a sottolineare la sua bravura di attrice.

 

CASINI MENTALI - PIERFURBY, TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO: “SONO ESTREMAMENTE SCONTENTO DEL VOTO. PERÒ SIAMO CRESCIUTI”

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1- COMUNALI: CASINI, VOTO IMPONE RIFLESSIONE PERSONALE
(ANSA) - Dopo i risultati delle comunali "sto avviando una seria riflessione personale". Lo dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini in una pausa dei lavori del Consiglio nazionale del suo partito. "I voti di Pdl e Lega non li abbiamo certo presi noi", sostiene Casini, secondo il quale è necessario "riflettere perché c'e grande preoccupazione per il quadro complessivo" che emerge dal voto.

LA PREGHIERA DI PIERFERDINANDO CASINI PIERFERDINANDO CASINI

"Ora voglio pensare, perché la prima cosa in politica, oltre a parlare, è, in casi delicati, pensare. E io sto avviando una mia riflessione personale, che credo anche il partito stia avviando collettivamente". E alla domanda se il primo interlocutore, in questa nuova fase di riflessione, possa essere Alfano, Casini risponde: "Io rifletto perché in politica ogni tanto bisogna fermarsi e riflettere. Noi abbiamo guadagnato ma questo dato, nel complesso dei risultati, non mi fa sorridere". Su questo Casini scherza: "Ora lasciatemi in quarantena: andrò a rifugiarmi in un eremo e lì penserò..."


2- CASINI, BENE UDC MA MODERATI SOTTO CUMULO MACERIE
(ANSA) - I risultati del voto amministrativo sono favorevoli per l'Udc ma non piacciono al leader Pier Ferdinando Casini che si dice "estremamente scontento". "I partiti tradizionali sono stati sconfitti e i moderati sono sotto un cumulo di macerie", dice in una pausa del consiglio nazionale del suo partito.

"L'analisi del voto, come testimonia D'Alimonte sul Sole 24 Ore, risulta positiva per noi ma in termini strettamente numerici. Siamo l'unico partito oltre i grillini che cresce. Ma questo non significa affatto che siamo contenti. Anzi - spiega Casini - siamo estremamente scontenti". Per il leader Udc questo "é un segnale molto serio per assumersi responsabilità e non certo per togliere il sostegno a Monti".

PIERFERDINANDO CASINI


3- IL PROGETTO DI CASINI è GIà NAUFRAGATO
Massimiliano Scafi per "il Giornale"

PIERFERDINANDO CASINI

E perché no, magari il Partito della Nazione nascerà proprio a Nemi. Castelli romani, aria fresca, fettuccine e porchetta, un paesino pittoresco, famoso soprattutto per il lago dove si affaccia la residenza estiva del Papa e per le fragoline di bosco. Lì, Alberto Bertucci è stato eletto sindaco con una lista civica post-dc. Forse, insieme a quella di Cuneo, è l'unica vittoria dei centristi in questa tornata elettorale.

Il voto per i comuni riconsegna dunque un Terzo Polo ammaccato, sotto choc, incapace di assorbire la forte flessione del Pdl e di sfruttare la grande visibilità conquistata da Pier Ferdinando Casini, Lord Protettore dell'esecutivo del Prof e co-azionista di maggioranza dell'acronimo politico ABC. Se il futuro Partito della Nazione, ci si chiede, non riesce a imporsi nemmeno ora che i pidiellini sono in difficoltà, quando mai potrà riuscirci?

Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, ammette il flop. «In queste elezioni paga un prezzo altissimo chi sostiene il governo Monti».Però, dice,non c'è alternativa,«dobbiamo continuare a sostenerlo». Ma Cesa spera comunque in una svolta. «Non bisogna dimenticare com'era la situazione dell'economia italiana solo cinque mesi fa. Adesso ci auguriamo che si passi alla fase due. E ci auguriamo che, finite la campagna e le fibrillazioni elettorali, da domani si torni alla normalità per ricominciare a lavorare per risolvere i problemi del Paese, solo così si può uscire da questa fase di estrema difficoltà».

ANGELINO ALFANO CON PUGNO VOLITIVO LORENZO CESA

Il segretario se la prende anche con l'assenteismo e i grillini, «segnali da non sottovalutare», e riesce a vedere un bicchiere mezzo pieno: «La lezione del voto? Emergo¬no i dati di un Pdl che resiste poco e di una Lega che fa altrettanto. Noi in questa tornata abbiamo costruito alcune coalizioni e i primi segnali ci incoraggiano a proseguire nel programma di costruire una forza moderata che metta insieme laici e cattolici. Vogliamo dare vita a un nuovo soggetto politico che metta al centro le rappre¬sentanze del Paese vero per dare una risposta all'antipolitica».

PIERLUIGI BERSANI

Insomma per l'Udc, nonostante l'insuccesso, «il progetto va avanti». Eppure anche il suo principale alleato, il Fli, è rassegnato e parla di un cataclisma. «Mi sembra che ci sia stato un profondo cambiamento- dice Italo Bocchino - la politica italiana è stata travolta da uno tsunami. Vincono l'astensionismo, le liste civiche, l'antipolitica. Il Pdl ha subito un tracollo». E il Terzo Polo? A Cuneo l'Udc Federico Borgna conduce la corsa con il 37 per cento. Per il re¬sto l'unica discreta notizia, oltre che da Nemi, arriva da Genova, dove Enrico Musso la spunta sul can¬didato di Cinque Stelle e vede il ballottaggio contro Marco Doria.

ITALO BOCCHINO

«Sì, a Genova abbiamo avuto un buon risultato - commenta Bocchino - altrove il Terzo Polo non l'abbiamo sperimentato ma i singoli partiti hanno incrementato i loro consensi».
Dunque il Pdn, come piattaforma del futuro, è ancora in laboratorio. Spiega Massimo D'Alema: «Il Terzo Polo paga un prezzo alto al fatto di non scegliere. In Italia il bipolarismo è entrato nella coscienza delle persone e chi sta in mezzo, che tiene posizioni incerte, non viene premiato».

Infierisce Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl: «Il Terzo Polo si conferma per quello che già si sapeva. Potere di interdizione elevato, capacità di vittoria nulle».

Casini insomma non sfonda, non «fa la differenza», non riesce a inseguire quella che Beppe Fioroni con ottimismo chiama «una prateria sconfinata di voti moderati in libera uscita». Altro che alternativa al Cav, «gli italiani che non votano più Pdl rischiano di restare a casa o di frammentarsi». I centristi,conclude Fioroni,«devono riflettere sul fatto che una rigenerazione della destra non esiste». Maurizio Gasparri ironizza: «Casini ha fondato sei volte il suo Partito della Nazione. Gli tocche¬rà rifondarlo per la settima».

 

 

LA FICTION MAGNOLIA “UNA GRANDE FAMIGLIA”, INCASSA 7 MILIONI (25,6%) - QUASI DOPPIATO “SCHERZI A PARTE” (17%)

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STEFANIA SANDRELLI E PRIMO REGGIANI IN UNA GRANDE FAMIGLIA

(ANSA) - Con 6 milioni 935 mila spettatori e uno share del 25.62% la fiction Una grande famiglia trasmessa su Rai1 ha stravinto la prima serata di ieri. Su Canale 5 Scherzi a Parte ha registrato 3 milioni 849 mila spettatori pari ad uno share del 16.97%. La serata televisiva prevedeva su Italia 1 Csi:crime scene investigation che ha totalizzato 2 milioni 627 mila spettatori e uno share del 9.59%;

Una-Grande-Famiglia

su Rete4 il film Per un pugno di dollari, visto da 2 milioni 346 mila spettatori (share 8.81%); su Rai2 un nuovo appuntamento con il programma Eva, che ha raggiunto 1 milione 427 mila spettatori e uno share del 5.29%; su La7 L'infedele, che ha ottenuto il 4.65% di share e 1 milione 29 mila spettatori; su Rai3 l'esordio della nuova edizione del programma Lucarelli racconta, che ha fatto registrare 882 mila spettatori e uno share del 3.13%.

Carlo Lucarelli

Nell'access prime time sostanziale testa a testa tra Affari tuoi (6 milioni 130 mila spettatori e il 21.81% di share) e Canale 5 Striscia la Notizia (6 milioni 107 mila spettatori con il 21.65%). Su La7 Otto e mezzo ha registrato il 5.30% di share e 1 milione 467 mila spettatori. I tg delle 20: il Tg1 ha realizzato il 21.37% di share e 5 milioni 11 mila spettatori; il Tg5 il 18.83% e 4 milioni 430 mila; il TgLa7 il 10.27% di share e oltre 2,4 milioni di spettatori. In seconda serata il programma di Bruno Vespa Porta a porta é stato il più visto della fascia oraria con 1 milione 328 mila spettatori e il 14.08% di share.

Su Canale 5 Terra ha totalizzato il 10.72% di share e 601 mila spettatori. Le elezioni amministrative sono state seguite su Rai1 con un lungo speciale del Tg1, dalle 15.30 alle 18.45, che ha registrato 1 milione 150 mila spettatori e uno share dell'11.16% e su Rai3 con uno Speciale del Tg3 dalle 15.10 alle 18.30 che è stato seguito da 840 mila e il 7.96% e fino alle 18.55 da uno speciale della TgR con 992 mila e l'8.16%, mentre in seconda serata lo Speciale dalle 23.00 alle 23.35 ha raggiunto 932 mila e il 4.67%.

Gad Lerner e la moglie Uberta

Su La7 lo speciale Elezioni in onda dalle 14:10 alle 19:55 ha realizzato il 4.60% di share e 585 mila spettatori. Nel totale le reti Mediaset hanno vinto la prima serata con 10 milioni 786 mila spettatori e uno share del 38.5% (Rai 10 milioni 186 mila spettatori, share 36.36%); la seconda serata col 36.79% di share (Rai 33.67%) e l'intera giornata con il 38.02% (Rai 35.79%).

EVA RICCOBONO

Ieri i canali della piattaforma Sky in prima serata hanno raccolto uno share dell'8.4%, in seconda serata del 9.9%, nell'intera giornata dell'8.1%. Per i canali Cinema, share del 2,55% in prime time con la prima tv del film con Cate Blanchett 'Hanna', dalle 21.10 circa su Sky Cinema 1/+1 HD e disponibile su Sky On Demand, vista in media da 485.784 spettatori. Per l'Intrattenimento, la diciassettesima puntata di 'Grey's Anatomy', trasmessa dalle 21 su Fox Life HD/+1/+2, ha ottenuto un ascolto di 544.095 spettatori (di cui 79.011 in ascolto differito pari al 14,5% del totale).

Inoltre, il nuovo episodio di 'Navi Ncis', dalle 21 su Fox Crime HD/+1/+2, ha raccolto 233.631 spettatori, mentre la seconda puntata della la serie tv con Adriano Giannini 'Missing', in onda dalle 21.55 circa su Fox HD/+1/+2, è stata seguita da 207.512 spettatori. Da segnalare anche l'appuntamento con l'edizione americana del talent show 'X Factor - USA', dalle 21.10 circa su Sky Uno HD/+1, seguito da 106.207 spettatori.

GIULIANO AMATO

Per lo Sport, il posticipo della diciottesima giornata di ritorno della Serie bwin Torino-Padova, in onda dalle 21 su Sky Sport 1 HD, Sky Supercalcio HD e Sky Calcio 1 HD, ha ottenuto 210.845 spettatori. Inoltre, l'appuntamento con 'Speciale Calciomercato', dalle 23 circa su Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 e Sky SuperCalcio HD, ha raccolto davanti alla tv 142.704 spettatori.

L'appuntamento con 'Rapporto Carelli', dalle 21 su Sky TG24, dedicato ai primi risultati delle Elezioni amministrative, ha registrato un'audience di 116.096 spettatori. Per quanto riguarda gli ascolti differiti nei sette giorni, il settimo episodio di 'Touch', in onda su Fox HD, ha raccolto un'audience di 682.403 spettatori, di cui 246.111 in ascolto differito, pari al 36,1% dell'ascolto medio totale.

 

MA IL BANANA È ANCORA IN POLITICA? - I RISULTATI DELLE AMMINISTRATIVE NON INTERESSANO AL BERLUSCAZZONE…

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Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

VLADIMIR PUTIN ALLA FESTA PER IL SUO GIURAMENTO DA PRESIDENTE APPLAUDITO DA SILVIO BERLUSCONI

E nel frattempo la leadership di Berlusconi è evaporata. Se ne coglie qualche residuo a Mosca, dove nel giorno della più severa sconfitta del Pdl il Cavaliere ha assistito all´insediamento di Putin. E a questo proposito egli si è fatto scrupolo di notificare all´opinione pubblica che nella cerimonia, di cui ha ammirato la solennità, «a me è stato dato il posto d´onore, ero in prima fila dietro le first lady». Come dire, forse, che era in seconda fila.

Berlusconi e Putin

Per il resto, liquidate le elezioni con il minimissimo indispensabile, l´ex presidente del Consiglio e presidente plenipotenziario e a vita del Pdl ha proseguito il suo tour di onori e spettacoli moscoviti come se quello che accadeva in Italia, e in particolare al povero Alfano, non lo riguardasse proprio. Non che tale pervicace estraniarsi, specie per un combattente come lui, sia la condotta più normale del mondo. Vero è che la dissimulazione rientra appieno nelle logiche della politica.

Berlusconi e Putin

Ma certo ripensando ai tanti possibili e anche truculenti esiti su cui per anni la pubblicistica s´è interrogata e variamente esercitata - Piazzale Loreto, senatore a vita, Idi di Marzo, fuga ad Antigua, finale del film «Il Caimano» - la riduzione allo stato gassoso del berlusconismo appare oggi una prospettiva abbastanza singolare nel suo plausibile svolgimento.

Berlusconi e Putin amiconi

O almeno. Anche senza ricorrere alle leggi della fisica e all´evidente ribollire dell´acqua ben oltre le consuete temperature, le ultimissime testimonianze sullo stato d´animo lasciano individuare qualcosa di più serio della prevedibile e già espressa disaffezione. Nell´ultima settimana c´è chi ha descritto Berlusconi con la scrivania coperta di stenografici di intercettazioni - che assecondando la consueta nevrosi quantificatoria lui ha calcolato in un metro cubo di carte. Con altri si è concesso un sintetico sfogo sull´unico comizio tenuto in questa disastrosa campagna elettorale: «Io non sono più spendibile, non ho alcuna intenzione di ricandidarmi, l´altro giorno sono stato a Monza e mi sono stancato, stufato».

BERLUSCONI E PUTIN - VILLA CERTOSA

In Russia va senz´altro meglio. E´ la seconda volta che vola a Mosca dall´inizio dell´anno. I potenti di laggiù lo tengono in palmo di mano e tutti pensano che a parte gli affari del gas (come da resoconti divulgati della diplomazia americana), la notte i suoi gentili ospiti lo facciano anche divertire, come piace tanto a lui, ma senza i rischi nostrani: paparazzi invadenti, avidi prosseneti e amichette linguacciute. In compenso ieri mattina un giornalista americano l´ha visto e subito fotografato.

Diffusa in tempo reale su twitter, l´immagine consegna un Berlusconi piuttosto impettito, abito e sorriso d´ordinanza. Ripreso dall´alto e all´ombra di un colossale body-guard, sta salutando qualcuno che non si vede. Ma intanto, più qui grandinavano i risultati della debacle, e più quella foto sembrava rivelare in sé qualcosa di vagamente simbolico, un attimo di inespresso straniamento e una specie di passaggio: come se l´uomo che ha governato e sgovernato l´Italia negli ultimi tre anni e mezzo stesse prendendo congedo non solo da un´epoca, ma dalla sua stessa funzione nella vita politica italiana.

SABINA BEGAN

E´ possibile che nel corso della giornata si sia reso conto che la sua lontananza parlava più forte di quelle quattro parole auto-consolatorie che ha ritenuto di diffondere dopo la cena al Cremlino - e pure in questo caso il Cavaliere, così attento alle forme conviviali, ha tenuto a far sapere: «Ero seduto al tavolo con Putin».

Ma questo rafforzato e ostentatissimo privilegio d´ospitalità non riesce minimamente a cancellare l´impressione invero bislacca di un leader sconfitto che si occupa delle Olimpiadi invernali di Soci 2013; e questo, per giunta, quando dal Palazzo di Giustizia di Milano filtravano amene narrazioni orgiastiche e paganeggianti sull´ostensione della statuetta di Priapo a villa San Martino; e dalla testimonianza di una ragazzetta colà invitata dall´ineffabile Emilio Fede arrivava una rivelazione che al punto in cui è arrivato il tran-tran del Rubygate può suonare perfino liberatoria: mentre scendevamo nella sala del bunga bunga, il presidente mi ha toccato il sedere.

ANGELINO ALFANO

E dire che qui lo aspetterebbero tante incombenze, drammaticamente lasciate a metà: il film su se stesso e per il quale non trova il regista giusto; il cambio del nome del Pdl, che va avanti ormai da più di un anno; il nuovo inno, pochissimo suonato, ma già ampiamente sbertucciato: pare abbia come titolo «Gente che resiste», e sul Foglio è già uscita una parodia del testo che fa: «Noi gente che spera e lotta/ e ormai si astiene dalla mignotta»...

Adriano Galliani

Bisogna ammettere che fuori da Palazzo Chigi non è una vita né bella né facile. Nel teleduello Sarko e Hollande giocano a scarica-Berlusconi; qui c´è sempre qualche Lavitola o Tarantini che incombe, senza contare Fede, la Minetti, Lele Mora o qualche olgettina dissidente; né più si avverano le rosee profezie della graziosa tele-sensitiva bulgara. Altro che «padre nobile»! Aveva promesso il Cavaliere appena due mesi fa: «Farò il presidente del Milan, dell´Università liberale e me ne andrò in giro per il mondo a costruire ospedali». Ecco: il Milan ha perso lo scudetto; a villa Germetto si è esibita Eve la Plume in un autentico burlesque; e quanto agli ospedali da costruire, prima si vede e poi si crede.

 

 

UDC E PD SFRATTANO CALDORO - I LEGALI DELLA FAMIGLIA DI PIETRO PAGANELLI VOGLIONO DENUNCIARE EQUITALIA

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Carlo Tarallo per Dagospia

1- "Abbiamo tenuto!": così ieri al quartier generale del Pdl a Napoli il commissario regionale Nitto Palma tentava di commentare i risultati delle amministrative davanti ai giornalisti. Ma la realtà è tutt'altra: nei comuni più importanti i Banana's hanno perso, cedendo il passo all'alleanza Pd - Udc. Una tenaglia che ha stritolato il Pdl e rinvigorito i sinistratissimi democratici, che appena un anno fa alle comunali di Napoli non erano andati neanche al ballottaggio.

Stefano Caldoro e Enrico Cisnetto NITTO PALMA

Nel mirino il Governatore Stefano Caldoro, che da questa mattina deve buttare nel cestino della carta straccia i sondaggi sul gradimento della sua azione di governo e mettersi a studiare i voti veri, quelli usciti dalle urne. L'alleato preferito di Caldoragistris, l'Udc, qui in Campania è riuscito nell'impresa impossibile: governare col Pdl in Provincia e in Regione e sfruttare i consensi accumulati gestendo il potere per trasferirli a sinistra. E allora, messe da parte le dichiarazioni di maniera, ecco cosa sta succedendo in queste ore nelle plance di comando dei partiti sotto ‘o Vesuvio.

Capitolo Pdl. Nitto Palma, commissario regionale Pdl, assediato da telecamere e taccuini, rilascia interviste all'insegna del "siamo andati meglio che altrove". Ma il clima è pesante. Lo stato maggiore del partito (Nittonapalm, Nicola Cosentino, Luigi Cesaro, il capogruppo in consiglio regionale Fulvio Martusciello) ieri sera si è chiuso in una saletta riservata del quartier generale di Piazza Bovio.

NICOLA COSENTINOSILVIO BERLUSCONI

E sono partiti i missili: "A Torre del Greco Caldoro ha chiuso un ospedale, a Pozzuoli ha aperto una discarica, e abbiamo perso entrambe le città. Mi spiegate - affonda Nitto, che non ne può più di stare zitto - in queste condizioni come si fa ad affrontare le elezioni? E l'Udc? Avete visto? Si è alleata col Pd ovunque e ci ha fatto perdere nei comuni più importanti, e intanto continua a fare il bello e il cattivo tempo in Regione...".

Cosentino e Cesaro, secondo gli spifferi, sono più mansueti, propendono per una posizione più morbida; Martusciello prova a dare la colpa della disfatta ai candidati a sindaco. Ma Nitto non ne può più. "Ora aspetto che Alfano convochi il sottoscritto e Caldoro per un chiarimento definitivo rispetto all'Udc. Ci stiamo suicidando, e il primo a pagarne le conseguenze è proprio il segretario".

hja23 luigi cesaro

Da Roma arriva la conferma. "E' ora di cambiare registro - spiffera a Dagospia un altissimo esponente del Pdl - a cominciare dalla Campania che è una delle regioni in cui andiamo meglio. Diamo l'impressione di essere subalterni non solo al governo Monti, ma anche a Casini e Bersani. Tanto vale convocare un bel congresso nazionale e ripensare a tutto. Alfano? Gli abbiamo dato fiducia, ma tranne Maurizio Lupi il suo cerchio magico è lo stesso di prima. Altro che rinnovamento!".

Capitolo Pd: qui l'atmosfera è molto più serena e distesa. Un partito ridotto ai minimi termini, schiacciato da Luigi De Magistris e dalle continue tarantelle interne, è stato resuscitato dal voto. L'alleanza con l'Udc è vincente, e i sinistrati se la godono, buttando un'occhiata interessata a quanto succede nel campo avverso. "Ora Caldoro e il Pdl - gongola un dirigente piddino che conta - inizieranno a scannarsi, si vede già dalle prime dichiarazioni, e a noi va benissimo così. Tra l'altro, quando l'Udc viene con il Pd riusciamo a tenerla a bada, limitandone le pretese, mentre al Pdl e a Caldoro fa pagare prezzi altissimi. In Campania i centristi che contano provengono tutti dal centrosinistra: basterà recuperare un'alleanza piena e riconquisteremo anche la Regione...".

2- Una denuncia penale contro Equitalia: è questa l'idea di Angelo Pisani, avvocato di Sergio Paganelli, il figlio di Pietro, l'artigiano che tre giorni fa a Napoli si è sparato un colpo alla testa dopo aver appreso di un'ipoteca sulla casa di suo figlio da parte della società di riscossione. Oggi i legali effettueranno l'accesso agli atti nei confronti di Equitalia. Pisani ribadisce la sua convinzione: la società avrebbe commessi degli errori nei confronti del 72enne, che da tre giorni è in coma irreversibile.

equitalia marchiode magistris

"Nei confronti di Equitalia - spiega Pisani - agiremo in sede civile e probabilmente anche penale, appena l'inchiesta della Procura avrà prodotto i primi risultati. La possibilità di rateizzazione dei debiti concessa dalla società è un diritto ma diventa un ricatto: ,a concedono se ci si accolla l'intero ammontare di un debito gonfiato di interessi e di multe e tributi ormai inesigibili".

 

 

A ROMA PUO’ ARRIVARE PURE SAVONAROLA MA NESSUNO RIUSCIRA’ MAI A DEBELLARE IL VIRUS ULTRASH

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STEFANO MASCIARELLI E SIGNORA SARA IANNONE E DEMETRA HEMTON

Gabriella Sassone per Dagospia

In tempi di vacche magre i party cool scarseggiano (risparmio è la parola d'ordine), così anche il mitico Claudio Lotito e il dandy critico d'arte Angelo Bucarelli (era lui o non era lui? In pochi l'hanno visto) si fanno risucchiare volentieri per una sera dalla Romanella mondana e presenzialista. E si arrampicano a suon di scalini fino all'Open Colonna, regno dello chef Antonello Colonna da Labico, chiamati a raccolta da Maria Monsè e dal marito Salvatore Paravia, simpatico e bonaccione re degli ascensori.

PAOLO PAZZAGLIA E ADRIANA RUSSO PIEDI

Per la festa della mamma, Maria presenta (è la seconda volta in realtà) la sua nuova linea modaiola dedicata alla figlia Perla, presente anche lei ad accogliere i pargoli degli amici. Perché oggi, si sa, non sei nessuno se con quel pizzico di notorietà conquistato grazie alla tv e ai giornaletti, dopo averle provate tutte, esserti magari smutandata e scapezzolata per i flash, non firmi qualcosa.

Non c'è svippata che si rispetti che non produce qualcosa col suo nome. Simona Ventura impazza con le tutine da jogging brillantinate che costano un occhio della testa, Valeria Marini, novella Paris Hilton, prima di partire per l'Isola ha lanciato un nuovo profumo alla vaniglia che segue alle sexy lingerie e agli abitini "Seduzioni Diamonds".

MARIA TERESA STABILE OSPITE

E ancora, Katy Perry si è messa a griffare una nuova linea di ciglia finte low cost; Bar Refaeli ha debuttato con una linea di intimo; Madga Gomez produce costumi da bagno brasileiri. Poteva la Monsè, dinanzi a cotanti nomi, restarsene a casa con le mani in mano e fare solo la mogliettina e la mamma?

Certo che no! Cosi è messa a griffare borse e camicie da donna (in edizione limitata) ridondanti perle, perline e Swarovski. Creazioni artigianali realizzate dal sarto-stilista partenopeo Virginio Finizio e dal designer Carlo Cecchini. La collezione non poteva non chiamarsi "Perla Monsè", visto che Perla è l'adorata figlia che la showgirl ha avuto da Paravia. Non solo. Maria ama ripetere, manco fosse uno slogan sessantottino, "La vita è una collana di Perle che indossata sull'anima fa riflettere il candore della luce". "Oddio, che vorrà dì?", si chiedevano sgomenti i paparazzi.

MARIA GRAZIA NAZZARI E MARIA MONSE DANI DEMETRA SILVANA MARIA TERESA

Animo nobile, la Monsè ha deciso che parte del ricavato della vendita delle creazioni sarà devoluto alla "Happy Family onlus", che dal 2007 si occupa della ristrutturazione degli ospedali pediatrici in Italia ed in particolare nel Lazio. Tra dottori clown e palloncini colorati, ecco i soliti ignoti: Roberta Beta con il figlio Filippo, Saverio Vallone con le pargole Caterina e Raffaele, Maria Grazia Nazzari con le gemelline Sole e Stella, il mezzobusto del Tg3 Fidel M-Banga Bauna, Rita Forte, Nadia Bengala, Paolo Pazzaglia, Stefano Masciarelli, Amedeo Goria e figlia Guenda.

E ancora, le inseparabili Dani del Secco d'Aragona e Sara Jannone, la stilista Giada Curti, Silvana Augero, il re dei biscotti Paolo Gentilini, il re delle mozzarelle Francesco Mandara, Antonella Porreca, Raffaello Balzo, la conduttrice tv Samia Abbary scortata dal fido Emilio Sturla Furnò. Cartellino timbrato anche per l'ugola d'oro Elena Bonelli, il principino mondano Guglielmo Giovanelli Marconi a distanza di sicurezza dal padre Carlo Giovanelli , Alex Partexano, l'onorevole Massimo Romagnoli con la moglie Marilena e la psicoterapeuta Barbara Carniti Bollea. E dopo aver magnato e ben bevuto, qualcuno avrà pure comprato le creazioni di Maria? Ah, saperlo!

DANI E LUDOVICA DEL SECCO D ARAGONA CON MARIA MONSE

 

CLAUDIO LOTITO E FIDEL MBANGA BAUMA

“ABC” D’ACCORDO: NAPOLITANO POTEVA TACERE SU GRILLO - PIERFURBY È NERVOSO: L’HANNO SENTITO IMPRECARE CON CESA

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Bigador per Dagospia

1 - Forse per l'ultima volta ABC sono concordi. Nonno Giorgio "poteva starsene zitto..."

BERLUSCONI E ALFANO

2 - E la legge elettorale? Se, vabbe'. Ora vai a vedere quale. Diciamo: morta.

3 - Pierfurbino e' in crisi nera. La sua sfera magica (no, cerchio...) sta evaporando. Qualcuno l'ha sentito imprecare (non bestemmiare) con Cesa...

PIERFERDINANDO CASINI LORENZO CESA

4 - Mentre nel Terzo Polo c'e' chi non e' proprio scontento. Da Rao a Mezzo-Bocchino. Il primo temeva l'avvicinamento alla sinistra, il secondo la fine di Fli.

5 - E Rutelli? Subito e' corso a Montecitorio. Per annusare l'aria...

6 - La consolazione-provocazione bipartisan sui grillini? Li vogliamo vedere se, nel caso, non prenderanno lo stipendio da deputati.

7 - Carinerie in Transatlantico tra Rao e Giachetti. "Idiota" e' l'aggettivo piu' affettuoso.

8 - Di grigio vestita, oggi la Frignero stava inciampando a Montecitorio. Stava, si e' salvata. Inopportuno il sorrisino accompagnato da un "peccato" di un collega-gufo.

ROBERTO RAO

9 - Anche oggi Ale-danno e la contessa Polverini hanno discusso sul loro futuro politico. Il primo vuole fare squadra con la seconda. La seconda non sembra cosi convinta "aoh, ma hai visto che sondaggi cia' (detto e scritto) questo!? Macche' so' matta!?".

10 - Altro che sassolini dalle scarpe, nel fu Pdl volano i serci! La Rissa non vede l'ora di strangolare qualcuno, ultimamente detesta con tutto se stesso il Bagnino Frattini "uno che non capisce un cazzo e parla". Tenetelo calmo.

11 - Tenetelo calmo (soprattutto) questa sera! Vertice a Roma convocato dal nostro Banana. Tutti presenti. Angelino si prepara allo shampino pubblico.

PIERLUIGI BERSANI

12 - Leggiamo e riportiamo le amichevoli parole di Galan: dopo aver letto Corsaro penso ci siano solo tre ipotesi: era assente dal Paese, ha bevuto, ha fatto ricorso a qualcosa di piu' forte. A cosa (aggiungiamo noi)? Ah, saperlo...

13 - Hello, helloooooo, ci sono anche io! La Bernini si candida per un ruolo primario all'interno di un qualche futuro partito Bananino. Certo, dovrebbe darsi una certa calmatina....

14 - Stupiti! Eccome se lo siamo. La Cancellieri non e' poi cosi amata dai suoi collaboratori. Poco decisionista e lenta, le accuse rivolta. Mah...

15 - 494 favorevoli, nessun contrario, un astenuto, 134 assenti: la Camera approva la legge sul trapianto di polmone da persone viventi. Un sospiro di sollievo...

16 - Un deputato pidiellino ha visto una strana sigaretta nel pacchetto di Malboro di un collega Pd. "Strana, diciamo artigianale. Sembrava proprio una canna". Una canna dentro Montecitorio!?!? Impossibile, noi non ci crediamo.

 

 


DAGOSPIA PRESENTA “APOCALYPSE MURDOCH”, 8° PUNTATA - L’ODIO DI TED TURNER, FONDATORE DELLA CNN

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Videoblog di Glauco Benigni
http://www.youtube.com/user/glaucobenigni/featured

Il libro è acquistabile online
http://www.bandashop.it/product.php?id=18

rupert murdoch 50


Nel 1997 la Abc Tv News gli dedica un programma: «Murdoch è un barone dei media e sul suo impero non tramonta mai il sole», dice Andrew Neil, ex-giornalista del «Sunday Times», «ciò che lo distingue però è che lui si comporta come un Re Sole». «Nel bene e nel male», gli risponde Murdoch, «la mia impresa è un riflesso del mio pensiero, del mio carattere e dei mei valori». A loro si aggiunge, nella stessa occasione, il commento dell'anchorman Ted Koppel: «Murdoch è, per il mondo della comunicazione, ciò che Rockefeller è stato per il mondo del petrolio e del gas».

Tra i rivali di Murdoch, uno che gli ha sempre manifestato, con parole di fuoco, la sua ferma avversita', e' Ted Turner, il fondatore della CNN. In piu' occasioni Turner definisce Murdoch: " un personaggio viscido (slimy)" , "una persona molto pericolosa", uno che agisce "senza vergogna" e, piu' recentemente, "un guerrafondaio". Secondo alcune cronache (www.money.telegraph.co.uk) il primo scontro frontale tra i due si verifica nel 1983.

RUPERT E WENDI DENG MURDOCH

In quell'anno, durante la regata Sidney-Hobart, uno yacht sponsorizzato da Murdoch sperona l'imbarcazione capitanata da Ted Turner e l'affonda. Sembra che in quest'occasione, per dirimere la contesa, l'allora 45enne Turner sfidò l'allora 52enne Murdoch ad un incontro di boxe. Secondo altre fonti invece (Reuters/Variety 15.6.97), la sfida ad un incontro di boxe da tenersi a Las Vegas, da filmare e proporre come evento in pay per view, sarebbe stata lanciata da Turner nel 1997, durante un'udienza al Tribunale di New York, in cui era in ballo una disputa riguardante i diritti tv e reti via cavo. I due pero', nel 1997, sarebbero gia' un po' troppo anziani per boxare. In ogni caso Murdoch non ha mai raccolto il guanto.

Spesso di Murdoch si sono occupate eminenti Istituzioni e Organizzazioni internazionali, che gli hanno conferito premi e onorificenze. Nel 1997 la United Jewish Appeal Federation of New York (un gruppo che si autodefinisce «la maggiore organizzazione filantropica del mondo») si dilunga in elogi e riconoscimenti, e il 29 maggio in una sontuosa cena al Waldorf Astoria di New York, il suo amico Henry Kissinger gli consegna il Premio «Humanitarian of the Year». Murdoch nell'occasione si premura di affermare di avere sempre mantenuto «la fede sua e della News Corp. nell'integrità e nel valore del Sionismo».

RUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZA

Ancora più sorprendente, vista la fama di editore scandalistico che lo ha sempre accompagnato, è l'atteggiamento assunto dal Cardinale Roger Mahoney che l'11 gennaio del 1998 nomina Rupert e la sua cattolica moglie Anna «Cavaliere Comandante e Dama dell'Ordine di San Gregorio», come esempio «di influenza positiva sulla società e sulla cultura». In realtà l'onorificenza è dovuta al fatto che Murdoch ha da poco sottoscritto un accordo con un noto predicatore americano, Pat Robertson, che a ogni sua apparizione in Tv colleziona milioni di telespettatori.

L'occasione in cui Murdoch stimola veementi commenti sulla sua persona e sul suo operare, risale senza dubbio alla primavera 1998, quando impedisce la pubblicazione di un libro di memorie scritto dall'ultimo governatore di Hong Kong, Chris Patten, per ingraziarsi il Governo cinese (vedi capitolo su Asia Sat e Star Tv). Stavolta e' in ballo il principio di libertà di stampa e di pensiero e l'opinione pubblica si interroga sulla applicazione di tale principio da parte del Re dei media.

RUPERT MURDOCH

Si scatenano i commentatori: Murdoch ha cessato di essere un membro della nostra società aperta. (Peter Hennessey, storico della politica). Quelli come Murdoch devono essere controllati dal Governo. (Fay Weldon, romanziere). L'economia e gli affari sono le uniche forze che trainano il mondo secondo Murdoch [...]. Quando fa queste cose crede di essere nel giusto. (Ray Greenslade, commentatore media).

Sarebbe molto facile nascondersi e dire che io sono solo interessato ai profitti e alle perdite», fa sapere Murdoch, «ma io sono interessato al mondo delle idee, a quello che succede, al modo in cui si possono cambiare le cose.

Commenta Terry Boardman nel suo saggio Patten and Murdoch Quarrel:

"Sappiamo bene a quale tipo di idee e valori è interessato Murdoch: condivide con molti americani un profondo disprezzo per i valori della Vecchia Europa [...] Nel suo «Sunday Times» i valori che vengono difesi sono quelli del «sogno americano»: ricchezza e libertà materialiste, espresse della comunità anglofona, ricca e potente, all'interno della quale si è sempre mosso, sono per lui, decenti e universali. Sono i valori del futuro occidentalizzato che i suoi media diffondono nel mondo con una tale efficacia che pervadono tutto [...]".

RUPERT MURDOCH

Nel 1998 il suo amico Forbes, proprietario della rivista «Fortune», gli dedica un lunghissimo servizio teso a sostenere l'ingresso alla Borsa di New York del suo nuovo gioiello: il Fox Entertainment Group. Il candore dell'articolista, che peraltro rimane anonimo, è esemplare.

"Ecco chi è Rupert Murdoch: infrangere le regole, sfidare le convenzioni, intraprendere guerre con ogni mezzo necessario e, abitualmente, vincere. Per Murdoch il mondo degli affari è una giungla senza chiari confini e pericoli nascosti dietro ogni albero. Vuole diventare il Re Leone di questa giungla e la sua cruda fame di potere lo sostiene". Ma c'è dell'altro. «Murdoch ha la sconcertante abitudine di cambiare le regole di ogni partita in cui gioca.

In televisione, nello sport, sui giornali, in qualsiasi cosa faccia, attacca e si oppone alle tradizioni ignorando le critiche, e difende le sue scommesse così vigorosamente da scuotere l'establishment. Qualche volta sembrano follie. Più frequentemente che non, risultano vincenti. Non si ferma mai: qualsiasi posizione raggiunga se la rigioca immediatamente. [...] Non sembra preoccuparsi molto delle sue ricchezze. La notte del 1987 in cui i mercati finanziari crollarono era a cena con degli amici ai quali disse "Spero che qualcuno paghi il conto perché oggi ho perso 1 miliardo e 200 milioni di dollari".

Rupert Murdoch

Verità? Leggenda? Non sappiamo, anche questo fa parte del puzzle.
I gestori di un sito web, www.fortunecity.com, lo detestavano particolarmente. Nella schermata d'apertura era descritto come «egomaniaco e bugiardo. Ha trascorso la sua adolescenza scommettendo sulle corse dei cavalli», e all'interno del sito si citano diversi suoi biografi e detrattori.

Thomas Kiernan, autore di Citizen Murdoch (New York, 1986), afferma che «Murdoch ha costruito un'intera carriera infrangendo regole di condotta tra gentiluomini. [...] Nel 1972 sosteneva il candidato del Labour Party, Gough Whitlam, quale Primo Ministro in Australia. Dopo le elezioni Murdoch gli chiese di essere nominato ambasciatore a Londra. [...] Nel 1975, invece di continuare a sostenere Whitlam, offrì appoggio al conservatore Malcolm Fraser [...].

fonda tedturner

Niente appariva sul suo giornale, «The Australian», che non fosse in linea. [...] Fraser vinse e dopo le elezioni i giornalisti scesero in sciopero e bruciarono copie del giornale. Il problema non erano i soldi ma l'etica. [...] Più tardi Murdoch ottenne da Fraser una modifica alla legge che gli consentì di possedere televisioni».

«Considera il giornalismo come una branca dello show-business», scrive Alan Watkins, editorialista, «e crede che la gente compri un giornale non per essere istruita, né per sapere quello che succede nel mondo, ma per farsi due risate».

«Al New York Post», scrive Steve Dunleavy, «per rendere il giornale più conservatore, sostituì un quarto della redazione con i suoi reporter da foglio scandalistico». È questo il periodo in cui si conia una battuta sul suo conto che è circolata per anni, attribuita a un Premio Pulitzer: «Nessun pesce con un minimo di dignità si farebbe incartare in uno dei giornali di Murdoch».

Secondo Andrew Neil il «Times» venne comprato nel 1981 solo grazie a «relazioni politiche» e, secondo i redattori di www.fortunecity.com, nel 1985 l'acquisto della Fox in Usa si fece con l'appoggio della Federal Communications Commission (d'ora in poi Fcc) contro il volere del Congresso. Anche Ken Auletta sostiene questa tesi: «Murdoch e i suoi amici repubblicani che facevano le leggi premettero sulla Fcc in suo favore. Il Congresso addirittura minacciò di tagliare i fondi alla Fcc».

Murdoch sembra rispondere a tutto ciò che gli viene imputato nel sito «Time on line edition», che lo definisce «un libertario». «Che significa libertario? Il massimo della responsabilità individuale, la minima ingerenza dei Governi, le minime regole possibili. Non dico però che tutto ciò debba essere portato all'estremo». Meno male!

Cina

8/ Continua...

APOCALYPSE MURDOCH - PRIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-ogni-settimana-due-miliardi-di-persone-leggono-38253.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SECONDA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-2-puntata-chi-ha-finanziato-lo-squalo-38304.htm

APOCALYPSE MURDOCH - TERZA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-3-puntata-il-clan-dei-murdoch-attraversa-38422.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUARTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-4-puntata-squalo-sul-lavoro-pesce-lesso-38486.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUINTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-5-puntata-la-terza-moglie-wendi-deng-che-ha-38535.htm

RUPERT E WENDI MURDOCH CON LE FIGLIE

APOCALYPSE MURDOCH - SESTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-6-puntata-lo-squalo-compare-in-116-mln-di-38596.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SETTIMA PUNTATA

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-7-puntata-il-pulcino-che-divenne-un-cane-terrier-laustralianism-di-rupert-38667.htm

 

 

NAPOLITANO NON DOVEVA ESPRIMERSI SU GRILLO - L'OBIETTIVO DI MONTI NON È LA GRECIA MA LA REPUBBLICA DI WEIMAR

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro Dago, il "Movimento 5 stalle (con la 'a')" Grillo è riuscito a entrare nel letamaio della politica.
Carletto

ALFANO VINAI SCAJOLA

Lettera 2
Caro Dago, e se il Trota avesse ottenuto la laurea albanese stando muto come un... pesce?
P.K.

Lettera 3
Un candidato del Pdl giurò che si sarebbe dimesso se fosse arrivato terzo alle amministrative. Essendo arrivato quarto, è evidente che non si dimetterà. No, non si tratta di Alfano, che non è proprio arrivato, bensì del genovese Vinai.
Giancarlo Lehner

Lettera 4
Ma se il Pdl (o come cavolo si chiamerà) nel 2013 si presenta con le facce di Berlusconicicchittogasparribondibonaiutiquagliarellomatteolifrattinilarussa fittogelminicarfagnageminigiovanardirotondisacconitremontiformigoniprestigiacomobrambillabrunettascajolaverdinialemannoalfano (a metterli tutti insieme ora sembrano il cast di un film dell'orrore) supererà la soglia del 5%?
Sanranieri

Napolitano


Lettera 5
Caro Dago,
Napolitano non doveva esprimersi su Grillo, poiché ha avuto un successo strepitoso ed è riuscito a portare uno dei suoi a fare il sindaco. Il nostro Presidente ultimamente,
sarà dovuto all'età, fa delle affermazioni del tutto inopportune e gratuite. Se vi fossero state le politiche, oltre ad aumentare l'astensionismo, Grillo avrebbe avuto un risultato nettamente superiore. Le amministrative non sono un test, poiché si vota per l'uomo (Tosi, Orlando ecc.) per l'amico o il conoscente. In questo momento in Italia c'è una disaffezione verso i politici, i quali blaterano cantando vittoria, mentre dovrebbero andare tutti a Canossa o meglio a casa.
Annibale Antonelli

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Lettera 6
Caro Dago, scontento e dati elettorali lo confermano, l'obiettivo di Monti non è la Grecia ma la Repubblica di Weimar.
Pier V.

Lettera 7
Caro Dago,
se i vecchi ex "vicerè" di Palermo, gli Schifani, gli Alfano, i Vizzini, i Musotto, i dell'Utri- accusati dal loro grande nemico, Orlando Cascio, il trionfatore delle elezioni, di collusioni con la mafia- sono stati travolti da Leoluca, campione dell'Anti-mafia e votato, notoriamente, solo dai puri e duri anti-cosche, possiamo dedurne che, nel capoluogo siciliano, Cosa Nostra è passata a miglior vita, se non riesce ad eleggere non solo un Sindaco, ma neppure un consigliere comunale ?
Pietro Mancini

LA PREGHIERA DI PIERFERDINANDO CASINI

Lettera 8
se kohl non si fosse fatto convincere da Prodi e Ciampi, con la nostra liretta svalutata avremmo fatto un mazzo così ai crucchi, che devo dire sò sempre più crucchi. e noi ne avremmo beneficiato nel breve.
in pratica non saremmo morti fermando le ns. fabbriche, come è successo, anzi forse i tedeschi sarebbero venuti a produrre da noi. Era ampiamente prevedibile che con la corruzione presente nel ns. sistema politico, nessuno avrebbe potuto fare scelte impopolari di tagli, e l'Italia, con una moneta forte sarebbe entrata in recessione

Lettera 9
Caro Dago,
non so perché, ma ogni volta che la Fornero apre bocca, con la sua aria distaccata da madama torinese, mi copro la testa aspettando il boato dell'imminente cazzata.
Che, puntualmente, arriva.
L'ultima, in ordine di tempo:
"Fornero: "I giovani non conoscono l'italiano e non sanno fare di conto". Ora, questa meravigliosa affermazione, sempre all'altezza delle sue ultime performance, merita almeno un commento e una domanda:

helmut kohl

1. se i giovani sono in questi condizioni lo devono anche alla qualità della classe insegnante, a vari livelli; classe che annovera fra le sue file anche la Sig.ra Fornero.
2. se la Fornero è così brava a fare di conto, ci spiega per quale motivo la riforma che ha scritto di suo pugno le è scoppiata in faccia? Partiamo dalla parola "esodati" e andiamo avanti con i costi aggiuntivi:
"La riforma del mercato del lavoro costerà 18 miliardi e 218 milioni dal 2013 al 2020 e 2 miliardi e 225 milioni annui a decorrere dal 2021".
I miei più sentiti complimenti.
Saluti, Derek W.

Lettera 10
Caro Dago, parabola politica e musicale.
Sarkozy e' passato da l'ascolto delle note solenni della Marsigliese, a l'Eliseo, a quello della musica della "piemontese", nel tinello di casa.
Saluti, Labond

Prodi e Ciampi

Lettera 11
Dago darling, poco meno di un secolo fa, un treno blindato partito dalla Svizzera riportò in patria (che la Santa Madre Russia sia lodata!) un grande rivoluzionario come Lenin. Non sarebbe il caso che ora Grillo facesse partire un altro treno dalla Svizzera per riportare in patria la grande Mina, magari per candidarla alla Presidenza della Repubblica Italiana? Dopotutto si chiama Mazzini di cognone, é una persona molto intelligente e istruita (nettamente ma molto nettamente sopra la media dei mille sfaticati e trogloditi che abbiamo in Parlamento, e fosse solo lì!!!), ecc. ecc. E poi "Parole, parole, parole" come la canta lei, non la canta nessuno. E poi, e poi... "Politics is a stage and each must play a part".
Natalie Paav

Fini e Bocchino davanti ai fotografi

Lettera 12
Ciao dago,
non sono certo in grado di valutare le posizioni sul populismo cinematografico di mereghetti e giusti... ma certo va detto in romanesco che "so' trent'anni che ggiusti ce propina la stessa apologia de le scoregge...".
avrà pur rotto le palle?
rob

Lettera 13
Caro Dago,
Se Hollande ha vinto dopo aver divorziato da Sego...lene, cosa aspetta Fini
per mollare Bocchino? P.S. Tizio si uccide perché non può far fronte debiti per 61.000 euro. Tronchetti Provera guadagna la stessa cifra in un solo giorno. Se un governo
non riesce a correggere simili storture, i Grillini avranno tanta acqua dentro
cui nuotare.
Ciao
Natalino Russo Seminara.

HOLLANDE

Lettera 14
Caro Dago,
i risultati delle elezioni ammnistrative registrano il solito teatrino all'italiana, dove i segretari dei partiti, tradizionali e non, e i portavoci vari tentano di giustificarel
il risultato del loro partito.Gli analisti e retroscenisti arrancano e non sanno dipanare la matassa. Eppure da queste elezioni arriva la lezione sarda legata ai vari referendum. Se i partiti tradizionali vogliono prendere nota della loro disfatta debbono fare riferimento a quei risultati, con enti che vengono cancellati e privilegi e sprechi che finalmente trovano la proposta dell'accetta. Cordiali saluti.
Giovanni Attinà

Lettera 15
Caro Dago,
ma pensa te, Napolitano che parla come Ferrara... già, stesse radici...
Recondite Armonie

MERKEL A ROMA CON MARIO MONTI

Lettera 16
Dago, al compagno Casini Pierfurby che dichiara che: "C'è da andare molto oltre l'Udc, molto oltre il terzo polo", e magari molto oltre l'Ucciardone, volevo suggerire la pazza idea di andare all'ufficio di collocamento e cercarsi un lavoro vero.
Un abbraccio produttivo.
Lo scrondo

 

LA GRECIA SENZA GOVERNO AMMAZZA I MERCATI, MILANO -2,4% - LA BORSA DI ATENE AI MINIMI DA 20 ANNI - SPREAD 391

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1 - BORSA: L'IMPASSE IN GRECIA ZAVORRA L'EUROPA, MILANO PERDE IL 2,4%
Radiocor - L'impasse politico in Grecia pesa sui listini azionari europei, che dimenticano i guadagni di ieri chiudendo la giornata in deciso ribasso. Sulla scia del -3,6% di Atene, precipitata ai minimi da 20 anni, Piazza Affari ha perso il 2,37% sul Ftse Mib mentre il Cac 40 di Parigi cede quasi il 3%. Tra i titoli, le prese di beneficio hanno colpito A2a e Finmeccanica dopo i rialzi di ieri. Debole anche Saipem, penalizzata dalla flessione del prezzo del petrolio, in calo per la quinta seduta consecutiva.

TSIPRAS E SAMARAS

In controtendenza, invece, Telecom Italia, che ha chiuso in testa al Ftse Mib grazie al fermento nel settore innescato dalla salita di America Movil nel capitale di Kpn. Sul mercato dei cambi, l'euro e' sceso sotto la soglia di 1,30 dollari a causa dei timori sulla tenuta dell'Eurozona e in particolare sulla possibile uscita della Grecia dalla moneta unica. Un euro vale 1,2994 dollari (1,3052 ieri) e 103,70 yen (104,28), mentre il dollaro/yen e' a 79,80 (79,88). Sempre piu' giu' il petr olio: il future giugno sul Wti perde il 2,37% a 95,62 dollari al barile.

2 - SPREAD BTP CHIUDE IN RIALZO A 391 PUNTI
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il bund tedesco chiude la seduta in rialzo a 391 punti dai 380 punti di ieri. Il rendimento del decennale sale al 5,45%.

3 - BORSA, EUROPA IN ROSSO: LONDRA -1,78%, PARIGI -2,78%, ATENE -4,44%
(LaPresse) - Chiusura in netto ribasso per le principali Borse europee. L'indice Ftse 100 di Londra perde l'1,78% a 5.554,55 punti, il Dax di Francoforte lascia l'1,9% a 6.444,74 punti e il Cac 40 di Parigi registra un calo del 2,78% a 3.124,8 punti. A Madrid l'indice Ibex arretra dello 0,8% a 7.006,9 punti, mentre ad Atene il listino generale cade del 3,62% a 620,54 punti e il Ftse Athex 20 mostra un tonfo del 4,44% a 231,83 punti.

ALEXIS TSIPRAS DEL PARTITO SYRIZA

4 - BORSA: ATENE SPROFONDA AI MINIMI ULTIMI 20 ANNI
(ANSA) - Crolla ai minimi dal 1992 la Borsa di Atene. L'indice generale Ase cede in chiusura il 3,62% a 620,54 punti, il livello più basso da novembre 1992. Mentre l'indice Ftse/Ase 20 lascia sul campo il 4,44%.

5 - MONTI: INVITO A UE E GERMANIA A PUNTARE SU INVESTIMENTI PUBBLICI
Radiocor - 'Potenziare gli investimenti pubblici a livello comunitario'. E' l'invito che il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha rivolto alla Commissione europea e alla Germania nel corso di un dibattito. 'Credo ci sia modo - ha aggiunto - di identificare cose che aiutino la crescita come gli investimenti pubblici'.

antonis samaras

6 - CRISI: 3000 IMPRESE FALLITE NEL PRIMO TRIMESTRE , +4,2% ANNUO
Radiocor - Fallimenti in crescita in Italia a inizio 2012. Secondo gli ultimi dati dell'Osservatorio Cerved Group nei primi tre mesi dell'anno in corso sono state aperte 3mila procedure fallimentari, in progresso del 4,2% rispetto ai primi tre mesi del 2011. Per il sedicesimo trimestre consecutivo i fallimenti hanno registrato un aumento su base annua. L'unico timido segnale positivo si riscontra nei dati destagionalizzati: tra gli ultimi mesi del 2011 e i primi tre del 2012 il numero dei fallimenti (corretto per i fenomeni di stagionalita' e calendario) risulta in calo dell'1,1%, tenendosi comunque a dei livelli piu' alti rispetto al periodo pre-crisi.

7 - LAVORO, DOMANI FORNERO INCONTRA RAPPRESENTANTI DEI SINDACATI
(LaPresse) - Il ministro del Lavoro Elsa Fornero incontrerà domani alle 17 i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, presso la sede del ministero di Via Veneto 56 a Roma. Lo comunica il ministero in una nota.

MONTI ACCOGLIE MERKEL

8 - CAMUSSO: DISCUSSIONE CON FORNERO PER ESODATI NON SUI NUMERI
(LaPresse) - "Andiamo lì non per discutere di numeri, ma affinchè sia ripristinato il diritto soggettivo per migliaia di lavoratori di avere riconosciute le condizioni per andare in pensione con le vecchie regole". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in merito all'incontro in programma domani tra i sindacati e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sui lavoratori esodati. "La soluzione - ha aggiunto - è di tipo previdenziale, non ce ne sono altre". Camusso ha sottolineato che l'incontro "arriva molto tardi, ma meglio tardi che mai: da dicembre diciamo che la riforma delle pensioni non andava bene e che avrebbe causato problemi".

9 - CRISI: REHN, RITARDO RIFORMA LAVORO DANNO PER ITALIA
(ANSA) - "Un ritardo nella riforma del mercato del lavoro può danneggiare l'Italia nell'attuale fase di tensione dei mercati". Lo ha detto il commissario Ue agli affari monetari Olli Rehn durante la conferenza a Roma.

Rehn ha spiegato che bisogna "assicurare una maggiore flessibilità in entrata", sottolineando inoltre che "é importante poter dare un sostegno al reddito durante un periodo di disoccupazione". In questo modo, ha concluso, "potrebbe migliorare il funzionamento del mercato del lavoro".

ELSA FORNERO

10 - AS ROMA: UNICREDIT, PROGETTO E STRATEGIE CONFERMATI
(ANSA) - Il progetto e le strategie per il futuro dell'As Roma, peraltro chiari e condivisi con l'azionista di maggioranza (ovvero la cordata Usa di James Pallotta e thomas DiBenedetto), sono confermate. E' quanto riferiscono fonti vicine ad UniCredit. Inoltre, viene precisato che non mancherà occasione di condividere progetto e strategie con tutti i consiglieri a partire già dalla prossima riunione del consiglio d'amministrazione. Il prossimo appuntamento in calendario dovrebbe essere lunedì.

11 - ENI: SCARONI, DOPO SEPARAZIONE SNAM DEBITO SCENDERA' A 8 MLD
(ANSA) - "Dovremmo uscire dalla separazione di Snam con 7 miliardi di cassa e 11 miliardi di debiti in meno: quindi il nostro debito scenderà dagli attuali 26 a 8 miliardi circa". Lo ha dichiarato l'ad dell'Eni Paolo Scaroni durante l'assemblea.

SUSANNA CAMUSSO

"Certamente - ha poi aggiunto Scaroni nel corso della conferenza stampa - la cessione di Snam porta a una riduzione del nostro cash flow, visto che Snam ci dà un ritorno stabile in quanto regolato". Tuttavia, ha proseguito, "molte altre compagnie come la nostra non hanno questo asset, inoltre si tratta di una rinuncia imposta che troveremo il modo di gestire". Quanto a un'eventuale fusione con Terna, per altro esclusa recentemente al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, il presidente Giuseppe Recchi ha ribadito che all'Eni "non interessa tanto il compratore finale: qualunque altra riflessione su come compiere l'operazione spetta al legislatore".

12 - ENI: KNIGHT VINKE,RITARDO SNAM MINEREBBE CREDIBILITA' ITALIA
(ANSA) - La separazione di Snam da Eni "vista da Londra e da New York, rappresenta il punto focale del pacchetto di riforme del governo Monti, più delle pensioni e dell'articolo 18". Lo ha detto all'assemblea dell'Eni Eric Knight, del fondo Knight Vinke, socio da sempre favorevole allo scorporo. "Qualsiasi ritardo - ha quindi proseguito - provocherebbe serie conseguenze e rischierebbe di far sparire parte della fiducia faticosamente riconquistata dall'Italia. Un'accelerazione darebbe invece un immediato effetto benefico".

Dopo aver sottolineato i positivi risultati raggiunti nel 2011 dal gruppo petrolifero, Knighte ha espresso "apprezzamento per i passi fatti finora, i quali dovrebbero condurre alla vendita da parte dell'Eni della propria partecipazione azionaria passiva in Snam e Galp". Secondo il fondo il valore di mercato dei due asset "supera i 10 miliardi di euro" e "fornirà, insieme alla restituzione degli 11 miliardi di euro prestati alla Snam, i mezzi per sviluppare e ottimizzare le straordinarie nuove risorse recentemente aggiunte al proprio portafoglio". Queste operazioni, inoltre, consentiranno "al mercato di vedere più chiaramente i meriti dell'Eni, permettendogli d'apprezzare la rapida crescita del suo upstream business e, in conseguenza, attribuire un più giusto valore alle azioni della società".

PAOLO FIORENTINO

Rivolgendosi poi al governo italiano, Knight ha osservato che "le modalità con le quali sarà realizzata tale separazione verranno considerate dalla comunità finanziaria internazionale come una sorta di barometro economico della propensione italiana ad accettare gli aspetti positivi della libertà di concorrenza". Il governo italiano, ha concluso, "é formato da tecnici competenti, che queste cose le sanno perfettamente. Posso pertanto concludere dichiarandomi ottimista, speranzoso come sono che essi ne terranno conto e che la comunità finanziaria internazionale non resterà delusa".

13 - BANCHE-IMPRESE, UNIMPRESA:OLTRE 1 AZIENDA SU 2 DENUNCIA CREDIT CRUNCH
(LaPresse) - Più di un'azienda su due denuncia gravi problemi con le banche. Nei primi quattro mesi del 2012, oltre il 60% delle 130mila associate a Unimpresa dichiara di aver avuto dagli istituti richieste di 'rientro' sugli affidamenti e un calo vertiginoso sul fronte delle nuove linee di credito. Il sondaggio è stato condotto tra l'1 e l'8 maggio dal Centro studi Unimpresa prendendo in considerazione il primo quadrimestre di quest'anno e ha interessato tutte le categorie e i settori produttivi: dall'industria ai servizi - spiega la ricerca - c'è un dato costante: in media il 63,2% delle imprese italiane si trova a fare i conti con una generale restrizione delle politiche sugli impieghi da parte dell'industria bancaria del Paese.

PAOLO SCARONI

Soffrono tutti, ma in particolare l'edilizia (è al 72,1% la percentuale di imprese in difficoltà), l'industria tessile (69,5%) e alimentare (65,1%). Da rilevare poi l'agricoltura (68,4%), il commercio (65,3) e i trasporti (55,2%). Anche i dati ufficiali confermano la crisi del credito. A marzo gli impieghi delle banche, infatti, hanno registrato un'altra battuta d'arresto: il ritmo di crescita è calato all'1,16% dall'1,18% di febbraio.

Calo ancora più evidente se si limita l'analisi ai soli prestiti a un anno: il ritmo di crescita è crollato allo 0,96% dall'1,65%. Un quadro negativo che potrebbe essere peggiorato dall'entrata in vigore di Basilea 3: l'entrata in vigore delle nuove regole sui requisiti patrimoniali delle banche, secondo il Centro studi Unimpresa, potrebbe cagionare una perdita di pil pari all'1,4%, cioè circa 22 miliardi di euro.

14 - GRECIA, TSIPRAS: RIVEDERE ACCORDO DI SALVATAGGIO COME VUOLE IL POPOLO
(LaPresse/AP) - "Non c'è possibilità: non ripristineremo di nascosto quello che il popolo greco ha respinto" nelle elezioni. Così Alexis Tsipras, leader del partito di sinistra greco Syriza, a proposito dei termini dell'accordo di salvataggio internazionale e alle misure di austerità. Tsipras ha ricevuto dal presidente Karolos Papoulias l'incarico di formare il nuovo governo dopo che Antonis Samaras, leader del partito conservatore Nuova democrazia, ha dichiarato ieri di non essere in grado di formare una coalizione.

PROTOTIPO BlackBerry

Tsipras ha fatto appello ai leader dei due principali partiti in Grecia affinché rinuncino al sostegno per il salvataggio internazionale e ha aggiunto che cercherà di formare un governo di sinistra che "porrà fine agli accordi di subordinazione" con i creditori internazionali di Atene.

"I partiti pro-salvataggio - ha affermato - non hanno più una maggioranza nel Parlamento per approvare misure distruttive per il popolo greco. Si tratta di una vittoria molto importante per la nostra società". Tsipras ha infine chiesto che il debito della Grecia venga esaminato e ha fatto appello per una moratoria sul rimborso di una parte "onerosa" del debito. Se Tsipras non riuscirà a formare un governo nei prossimi tre giorni, l'incarico passerà a Evangelos Venizelos, leader del partito socialista Pasok. Se neanche Venizelos avrà successo, i leader dei partiti cercheranno per l'ultima volta di raggiungere un accordo e altrimenti nuove elezioni saranno organizzate entro un mese.

ERIC KNIGHT DI KNIGHT VINKE

15 - RIM, ASSUNTI 2 NUOVI DIRIGENTI PER RILANCIARE I PRODOTTI
(LaPresse/AP) - Research in Motion, azienda produttrice del BlackBerry, ha assunto due nuovi dirigenti nel tentativo di risollevare il mercato nel periodo più difficile della sua storia. Frank Boulben sarà il nuovo direttore del marketing, posizione definita di fondamentale importanza dal nuovo amministratore delegato. Boulben era vice presidente esecutivo per la strategia e il marketing di LightSquared. Kristian Tear, ex vice presidente esecutivo di Sony Mobile Communications, sarà invece il direttore operativo.

Sempre più persone stanno abbandonando i BlackBerry per telefoni più veloci e touch-screen come l'iPhone di Apple o altri che utilizzano il software Android di Google. Il futuro di Rim, dicono gli analisti, dipende dalla nuova piattaforma operativa che uscirà entro la fine dell'anno, anche se molti dicono che potrebbe arrivare troppo tardi.

 

IL MISTERO DELLA SCIENZIATA SCOMPARSA - CHE FINE HA FATTO LA RICERCATRICE DI HARVARD MARGIE PROFET?...

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Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

Il nome di Margie Profet lo trovate in tre posti. Nelle monumentali biblioteche americane. Negli archivi dei giornali. E nei siti alla «Chi l'ha visto». Margie l'hanno vista in tanti e l'hanno conosciuta in molti. Almeno fino al 2004 o 2005. È strano ma non sono troppo sicuri della data precisa.

Ed è in un giorno difficile da rintracciare sul calendario che Margie scompare lungo i viali dell'università di Harvard, simbolo di progresso e successi. Margie è svanita. Con le sue ossessioni e le sue idee. Un caso scientifico che si è trasformato in caso umano. Un «senza traccia» angosciante rilanciato sul web e sulle pagine di «Psychology Today».

MARGIE PROFET

Margie Profet, californiana del '58, ad un certo punto della sua vita è stata quello che si dice «un nome». Laureata in fisica e filosofia, quindi senza uno specifico background, lancia una teoria che non passa inosservata. Sostiene che il ciclo mestruale o le allergie sono in realtà un meccanismo di autodifesa dell'organismo per espellere virus e agenti patogeni. Si occupa anche della nausea delle donne che aspettano un figlio, suggerisce diete diverse. Una posizione che conquista sostenitori.

Definiscono la sua ricerca di «rara genialità», le conferiscono anche un prestigioso premio. Margie - a metà degli anni '90 - fa notizia, attira i media, c'è la corsa ad intervistarla. Un grande salto seguito da rapide discese. Dopo i finanziamenti per continuare le ricerche arrivano le polemiche. Professori emeriti passano al contrattacco per demolire «l'eretica». Confutano le sue conclusioni, sostengono che non hanno base.

Altri si muovono in sua difesa mostrando pezze d'appoggio scientifiche. Il colpo è però duro. Margie va avanti ma qualcosa si incrina in lei. Probabilmente si ampliano fessure invisibili. Qualcuno rammenta la sua «ossessione per un mondo invaso da agenti patogeni e parassiti». E spuntano altri problemi. Chi la frequenta ad Harvard - siamo attorno al 2001 - la descrive affaticata mentalmente.

MARGIE PROFET

La studiosa inizia una lenta marcia che la porta verso l'isolamento. Si chiude in se stessa. E, a sorpresa, Margie Profet tronca i rapporti anche con la madre, Karen. Un lungo silenzio che allarma la donna. Senza informazioni, chiede agli amici, si rivolge alla polizia e si affida persino ad un «privato», un investigatore che spulcia archivi, bollette e altro. Le conclusioni sono incredibili: dal maggio 2002 Margie non ha più lasciato tracce elettroniche.

In un paese ipertecnologico come gli Usa è facile marcare il proprio passaggio. Tesserini magnetici, bancomat, schede telefoniche, carte di credito sono i tasselli che aiutano a ricostruire un'esistenza. I passaggi in un luogo. Le frequentazioni. Le spese. Invece il filo digitale si è spezzato. Non porta a nulla, tranne che a pensare male. A qualcosa di drammatico. Un sospetto attenuato solo dal profilo - eccentrico - della ricercatrice. E, infatti, le testimonianze emerse in seguito confermano le stranezze.

Harvard

I colleghi raccontano di aver avuto contatti tra la fine del 2004 e le prime settimane del 2005. Si tratta di eventi sporadici che mettono Margie sotto un'altra luce. Appare depressa. E sembra rifiutare chi le porge una mano per aiutarla. È chiaramente in crisi, soffre di disturbi seri. Lei li cita di sfuggita. Giorno dopo giorno la mente «geniale» di Margie si perde. E il filo che la tiene legata agli ultimi amici si spezza da qualche parte all'università di Harvard. È lì che la vedono l'ultima volta. Nessuno sa cosa sia avvenuto dopo.

 

 

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MEDUSA RITORNA NELLA PANCIA DI MEDIASET? -VASCO ROSSI SI SPOSA - VISSANI SI SCUSA CON BERTINOTTI - MANDELLI HITLER

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1- A Roma circolano molte voci su un possibile ritorno di Medusa nella pancia di Mediaset...

Medusa

2- Da "Vanity Fair" in edicola domani - Dicono che una dolce showgirl abbia avuto uno scontro con il fidanzato. Dicono che lui per indole vada all'attacco e le abbia dato un manrovescio. E che lei sia stata consolata da un vecchio e potente amico. Dicono.

Gilda Moratti

Il pizzino di Montezemolo
Avvistato a Forte dei Marmi, con la moglie Ludovica Andreoni e i loro tre figli Guia, Maria e Lupo, Luca Cordero di Montezemolo. La famiglia ha fatto scorpacciata di pizzini e focaccine da Orlando.

Moratti nonna bis
Nei salotti meneghini circola il gossip di una fresca gravidanza di Gilda Moratti, figlia dell'ex sindaco Letizia e di Gianmarco Moratti. Gilda ha già una figlia, Anastasia.

I SOLITI IDIOTI

Eva in gommone a Formentera
Cabinato e 14 metri: è il gommone Pirelli PZero, presentato alle ultime regate di Santa Margherita. Quest'estate a Formentera lo userà Eva Herzigova.

Soliti idioti sul set
Attimi di panico ad Abbiategrasso, alle porte di Milano: Francesco Mandelli dei Soliti idioti si aggira per la cittadina, in versione Hitler, scatenando il putiferio. E raccontando di essere il nuovo sindaco. Battuta non gradita dal vero primo cittadino.

L'étoile e la roulette
Avvistata, tra calli e campi di Venezia, la coppia Eleonora Abbagnato-Federico Balzaretti. Hanno trascorso qui il ponte del 1° maggio da turisti, senza timore di essere riconosciuti dai tanti ospiti che hanno invaso la città. Dopo una giornata a farsi scattare foto dai passanti sul Ponte dell'Accademia e in piazza San Marco, puntatina serale al casinò. L'étoile dell'Opéra di Parigi, mamma da quattro mesi di Julia, si è scatenata alla roulette, mentre il marito, difensore del Palermo e della Nazionale, la stava a guardare.

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3- VASCO ROSSI ANNUNCIA SU FACEBOOK, QUEST'ESTATE SPOSO LAURA
(ANSA)
- Vasco Rossi annuncia su Facebook il suo matrimonio con Laura Schmidt. "Quest'estate - ha scritto nel tardo pomeriggio sulla sua pagina del social network - sposo Laura. Dopo 25 anni regolarizzo una situazione di fatto. Fatto di normale burocrazia. Cerimonia civile privatissimissima".

Nella pagina Facebook Vasco Rossi pubblica anche due foto in cui è assieme alla compagna, in una di queste si scambiano un tenero bacio. Laura Schmidt è salita alla ribalta delle cronache in particolare lo scorso anno, quando ha seguito passo dopo passo, sempre con discrezione, la degenza del rocker nella clinica bolognese Villalba. In poco più di mezz'ora la 'dichiarazione' sul social network ha ottenuto oltre diecimila 'Mi piace' e quasi duemila commenti.

Molti i messaggi di auguri e congratulazioni a Vasco e Laura, diversi i 'Ti amo' o 'Sposa me' rivolti dalle fans deluse a Blasco, ma c'é anche qualche post perplesso: "regolarizzare mi sa di pratica notarile", oppure " Eh Vasco Vasco, anche tu, da (ex) trasgressivo dalla 'vita spericolata' sei caduto nella banalità del matrimonio come tutte le persone normali. Peccato".

Amy Winehouse Cecilia e Belen Rodriguez

4- CECILIA RODRIGUEZ: BELEN E FABRIZIO NON SI SENTONO PIÙ E LEI È FELICE
(LaPresse)
- "Belen e Fabrizio non si sentono più. Oggi lei è davvero felice, ma tutto può succedere", così la sorella di Belen Rodriguez, Cecilia ai microfoni di 'Mattino cinque', in onda sulla rete ammiraglia di Mediaset. La sorella della chiacchieratissima soubrette argentina racconta per la prima volta l'infanzia di Belen e le sue vicende sentimentali, da Fabrizio Corona a Stefano De Martino.

"Belen è sempre stata una leader, fin da piccola. Ha bisogno di volare, di avere nuovi stimoli e se si mette in testa una cosa la fa sempre", ha aggiunto la Cecilia che ammette di aver "un bellissimo rapporto con Fabrizio. Non penso che la sua storia con Belen sia stata così chiacchierata per come era lui. Anche con Marco (Borriello, n.d.r) ha avuto una storia discussa. Ora però nessuno parla più di lui. Credo quindi che in coppia sia Belen la carismatica".

FRANCOIS-HENRI PINAULT, SALMA HAYECK E LINDA EVANGELISTA

5- IL RITRATTO DI AMY WINEHOUSE FATTO CON IL SUO SANGUE VA ALL'ASTA
(LaPresse)
- Il ritratto di Amy Winehouse disegnato con il suo sangue è stato messo all'asta e si prevede che la vendita della prossima settimana si aggiri tra le 50 e le 80mila sterline. Il disegno ripercorre il contorno del viso dell'ormai scomparsa cantante ed è uno dei tanti pezzi messi all'asta dal cantante Pete Doherty, un caro amico di Amy, insieme ad altri lavori realizzati con il sangue.

Diana Baccini e Gianfranco Vissani

6- EVANGELISTA CONTRO PINAULT, ACCORDO RAGGIUNTO E CIFRA SEGRETA
(LaPresse/AP)
- Linda Evangelista e il suo ex compagno Francois-Henry Pinault hanno raggiunto un accordo per il mantenimento di loro figlio. Non è stata resa nota la cifra che hanno negoziato, ma la top model e il magnate della moda hanno posto la parola fine alla lotta in tribunale su quanto l'uomo dovesse versare di alimenti per il bambino di 5 anni, Augustin, avuto in seguito a una breve relazione.

"Sono tutti molto contenti che sia finita" ha detto l'avvocato di Pinault, David Aronzon. L'accordo è arrivato alla fine di un processo che ha reso pubblico lo stile di vita del miliardario, amministratore delegato di Ppr, la società che possiede Gucci, Yves St Laurent e altri marchi di alta moda, ed è ora sposato con l'attrice Salma Hayek, da cui ha avuto una bambina di 4 anni.

MICHEL MERTONE E FAUSTO BERTINOTTI

7- SESSO IN CLASSE ALLE SUPERIORI, SOSPESI PER 15 GIORNI
(ANSA)
- Due studenti di una scuola superiore della provincia di Perugia sono stati sospesi per 15 giorni dopo essere stati scoperti a fare sesso in classe durante una lezione. A riportare la notizia sono alcuni giornali locali. L'episodio risale a qualche giorno fa e i due ragazzi, minorenni, frequentano il primo anno. Ad accorgersi di quanto stava accadendo in classe sono stati i compagni, segnalando poi la cosa all'insegnante. Di qui la loro sospensione. Secondo una dichiarazione della dirigente dell'istituto scolastico, riportata sempre da alcuni quotidiani, i due studenti non si sono forse resi conto pienamente di ciò che stavano facendo, sottovalutando probabilmente la cosa.

8- VISSANI SI SCUSA CON BERTINOTTI
Lettera a "Panorama": "Nell'intervista su Panorama 19 mi sono espresso male nei confronti del mio amico, e vero buongustaio, Fausto Bertinotti"

 

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