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OBAMA PIOMBA IN GRAN SEGRETO IN AFGHANISTAN E LANCIA UN BEL MESSAGGIO ELETTORALE: “POSSIAMO VEDERE ALL'ORIZZONTE

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1- VISITA A SORPRESA DI OBAMA A KABUL, 'DOPO GUERRA, TORNA LUCE'
Ansa.it

Obama in Afghanistan

L'attacco suicida avvenuto stamane in un compound a Kabul usato da dipendenti stranieri dell'Unione Europea e dell'Onu si è concluso e tutti gli assalitori sono stati uccisi. Lo ha assicurato un portavoce dell'Isaf. Un kamikaze ha lanciato un'autobomba contro l'ingresso del compound, il 'Green Village, uccidendo cinque civili afghani e una guardia di sicurezza la cui nazionalita' non è stata resa nota; poi all'interno dello stesso edificio si sono udite due esplosioni.

OBAMA IN AFGANISTAN

"Le forze di Sicurezza afghane hanno risposto rapidamente e con efficacia per contenere l'attacco e uccidere gli assalitori", ha precisato in un comunicato il generale tedesco Cartsen Jacobson, portavoce dell'Isaf, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (sotto comando Nato). Oltre ai sei morti, nell'attacco sono rimasti feriti anche 17 persone, tra cui bambini.

Il generale Ayoub Salanghi, capo della Polizia di Kabul, ha detto che nell'attacco di stamane sono stati coinvolti più di un kamikaze: "Indossavano tutti il burqa", ha detto. I talebani hanno rivendicato l'attentato mentre era ancora in corso, assicurandosi che avvenisse in una "base militare". Questo nuovo attacco, in pieno centro Kabul, con numerosi posti di blocco e poliziotti armati, è avvenuto qualche ora dopo la visita del presidente americano Barack Obama. "E 'stato un altro attacco disperato dei talebani, ma anche un'altra prestazione notevole delle forze di sicurezza afghane,", ha detto il generale Jacobson.

obama barak

I talebani afghani che hanno rivendicato l'attacco suicida compiuto stamattina a Kabul hanno detto di aver agito in protesta alla visita in Afghanistan del presidente americano Barack Obama e come ritorsione per la firma dell'accordo strategico tra Obama e il governo del presidente afghano Hamid Karzai.

obama barak

OBAMA, LUCE DOPO 10 ANNI DI GUERRA
di Marcello Campo per l'Ansa

''Miei cari americani, abbiamo viaggiato un decennio attraverso le nubi scure della guerra. E ora qui, in Afghanistan, nel buio prima dell'alba, possiamo vedere all'orizzonte la luce di un nuovo giorno''. Barack Obama tocca le corde piu' profonde dell'America, nel suo messaggio alla nazione, dalla base aerea di Bagram, presso Kabul, a un anno esatto da un altro messaggio storico, quello in cui annuncio' dalla Casa Bianca la morte di Osama Bin Laden.

obama barak

Per dieci minuti, in diretta tv, in prime time, Obama entra nelle case degli americani, quando in Afghanistan e' notte fonda, in questa giornata molto particolare per la storia recente degli Stati Uniti. Lo fa parlando davanti a un podio, posto davanti a due blindati, con tanto di bandiera sullo sfondo. A sorpresa, il Comandante in capo ha deciso di volare in gran segreto in questo Paese straziato da una guerra eterna, oltre dieci anni, scoppiata all'indomani degli attentati dell'11 settembre.

obama barak

Qui ha appena siglato un importante accordo di partenariato con il presidente afgano Hamid Karzai. Mettendosi alle spalle i problemi e le incomprensioni del passato, Obama ha firmato un testo che certifica l'impegno degli Usa nei dieci anni a venire, quando ci sara' da costruire le istituzioni democratiche afgane. Poi il presidente ha parlato a 3200 soldati statunitensi raccolti in un hangar della base aerea, ringraziandoli del loro impegno a favore della pace e della democrazia. Infine, il culmine della giornata, il messaggio alla nazione.

Una prosa piana, nessun trionfalismo. Huffington Post si chiede se e' questo il discorso della vittoria finale, della ''Missione Compiuta''. Ma il premio Nobel per la Pace, l'uomo che riesce a far cessare le due guerre avviate dal suo successore, sa che la lotta per la stabilizzazione del mondo e' ancora lunga e faticosa. ''So che molta gente e' stanca della guerra, ma dobbiamo finire il lavoro iniziato. Battere Al Qaida e' un obiettivo alla nostra portata''.

obama barack

Tuttavia, malgrado la prudenza, il presidente non rinuncia a lanciare un messaggio di speranza e di unita' nazionale, e ancora una volta apre ai Talebani, se staranno al gioco e lasceranno la guerra armata. Nei giorni scorsi, Obama e' stato accusato di aver strumentalizzato per ragioni elettorali l'anniversario della morte dello sceicco del terrore. E' chiaro da tempo che l'imquilino della Casa Bianca tenta di spostare l'asse del dibattito politico dall'economia ancora zoppicante ai successi contro il terrorismo.

obama barack

E oggi Obama si puo' dire soddisfatto: mentre il suo avversario, Mitt Romney, portava la pizza ai pompieri di New York, assieme all'ex sindaco della Grande Mela, Rudy Giuliani, lui volava sull'AirforceOne alla volta di Kabul. Cosi' oggi il suo exploit, si conclude in tv, con un ricordo alle vittime delle Torri Gemelle: ''Dopo un decennio di guerre all'estero e di crisi economiche a casa nostra, e' tempo di rilanciare l'America, un paese dove i nostri figli possono vivere senza paura e noi possiamo realizzare i loro sogni.

Obama saluta i militari nella base di Bagram Afghanistan

Riprendiamoci l'America. Un Paese unito dalla grinta e dalla voglia di farcela, dove la luce torna a brillare tra le nuovi torri di Manhattan. Costruiamo il nostri futuro, uniti, come un solo popolo, una sola nazione. La' e' dove e' iniziata la guerra in Afghanistan, e quello e' il posto in cui finira'''.

 

 


“RUPERT MURDOCH NON È ADATTO A GESTIRE UNA GRANDE AZIENDA INTERNAZIONALE” - OBAMA FIRMA UN PATTO A KABUL

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DAGOREPORT

THE WASHINGTON POST THE WALL STREET JOURNAL

1 - THE NEW YORK TIMES - A destra, "Obama firma un patto a Kabul, voltando pagina nella lunga guerra" - A sinistra, "Il rapporto sul caso intercettazioni trova Murdoch inadatto per il gigante delle news"

2 - THE WASHINGTON POST - A destra, "Obama firma un patto a Kabul" - A sinistra, "Lancio per segnare la nuova frontiera della Nasa" - Al centro, "In Arizona un compito arduo per un eroe democratico" - In basso, "Per il Sud Sudan l'abbondanza di petrolio sta diventando una minaccia"

3 - THE WALL STREET JOURNAL (EUROPE) - In apertura, "Il rapporto inglese castiga News Corp." - A sinistra, "Il simbolismo segna le proteste del primo maggio" - In basso, "Un'altra azienda spagnola espropriata in Sud America" - "L'ipo di Carlyle è una vendita difficile"

4 - THE GUARDIAN - In apertura, "L'inizio della fine?", "‘Rupert Murdoch non è una persona adatta a gestire una grande azienda internazionale'", "Secondo gli esperti, lo schiacciante rapporto sullo scandalo intercettazioni potrebbe accelerare la vendita di News Corp nel Regno Unito" - In basso, "Il fondatore di Wikipedia chiamato a liberare la ricerca accademica"

THE TIMES

5 - THE INDEPENDENT - In apertura, "Murdoch: lo schiacciante verdetto"

THE NEW YORK TIMES

6 - THE TIMES - In apertura, "Parlamentari divisi sulla questione se Murdoch sia idoneo a guidare il suo impero" - Al centro "Sono tutti sorrisi per il nuovo allenatore dell'Inghilterra" - A destra, "Secondo il capo dell'esame, i livelli A sono diventati ancora più facili da raggiungere"

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "Errori letali in 2 milioni di ricette mediche" - A sinistra, "I parlamentari vogliono pronunciarsi su Murdoch e BSkyB" - Al centro, "L'ultima resistenza, signor presidente Sarkozy?" - In basso, "Gli iPad gratis ai parlamentari costano ai contribuenti 200 mila sterline"

8 - FINANCIAL TIMES - In apertura, "Murdoch ‘non adatto' a un ruolo globale, dice il verbale" - A destra, "Tour de force: la lotta all'ultimo voto del primo maggio di Sarkozy" - Al centro, "Obama in Afghanistan per incontrare Karzai" - In basso, "Il frontman degli Iron Maiden ‘run to the valleys'", "Bruce Dickinson ha annunciato l'intenzione di aprire un centro di trasporto aereo nel Galles del sud che porterebbe 800 posti di lavoro"

9 - DAILY MAIL - In apertura, "Ora la minaccia delle fontanelle!" - Al centro, "Kate Bush torna dopo 14 anni"

THE INDEPENDENT THE GUARDIAN

10 - DAILY EXPRESS - In apertura, "Un paziente su sei esposto a rischi da parte dei medici"

11 - LE MONDE - In apertura, "Un primo maggio molto politico, fra grandi meeting e scandali imbarazzanti" - A destra, "NKM crede nella vittoria" - "Hollande al 53%" - Al centro, "Ecologia e impresa: il capitalismo di Stato cinese si crepa" - "La crescita al centro dei dibattiti europei" - "Confusione nella campagna per le presidenziali egiziane" - "Le questioni sul ruolo e sul futuro dei fondi sovrani alla francese"

12 - LE FIGARO - In apertura, "Sarkozy: il sogno di una nazione riunita" - Al centro, "L'Europa cerca di consolidare le sue banche" - "Marine Le Pen afferma che voterà scheda bianca al secondo turno" - "Come Sarkozy e Hollande hanno preparato il dibattito di questa sera" - In alto, "Affaire DSK-Diallo: verso un processo civile a New York"

THE DAILY TELEGRAPH LIBERATION

13 - LIBÉRATION - In apertura, "Sarkozy-Hollande: cosa pensano l'uno dell'altro"

14 - LA CROIX - In apertura, "Un dibattito, due programmi", "Stasera Hollande e Sarkozy si affronteranno in un dibattito televisivo"

15 - LES ECHOS - In apertura, "Sarkozy-Hollande: il duello" - Al centro, "Verso un vertice europeo ai primi di giugno" - In alto, "Apple e l'high-tech americano accusati di evadere le tasse"

16 - LA TRIBUNE - In apertura, "La politica fa man bassa sul primo maggio" - In basso, "Crisi europea: delle obbligazioni europee per degli investimenti mirati?", "Le discussioni sull'iniziativa europea di crescita accelerano a Bruxelles. Si prepara un asse italo-tedesco" - "Triplicate le vendite di auto elettriche in Francia..."

LE FIGARO LA TRIBUNE

17 - EL PAIS - In apertura, "Morales segue la via dell'Argentina con l'esproprio di Red Eléctrica", "Il presidente della Bolivia accusa l'azienda spagnola di investire poco", "Il Governo, avvisato qualche ora prima, cerca di negare il parallelismo con YPF" - A destra, "Urdangarin offre 1,7 milioni per evitare che il processo coinvolga il Re"

 

BUSINESS INTERNATIONAL - IL PENTAGONO RASSICURA L’ITALIA SUL PREZZO DEGLI F-35 - MURDOCH “NON IDONEO” - SPUTI IN DIRETTA

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RUPERT MURDOCH

DAGOREPORT
1 - FINANCIAL TIMES
MURDOCH "NON IDONEO" A GUIDARE UN'AZIENDA INTERNAZIONALE
http://on.ft.com/IRZkBV

Una commissione parlamentare inglese ha dichiarato Rupert Murdoch "non adatto" a guidare una società internazionale dei media. Nel rapporto di condanna che criticava la gestione della News Corp., i parlamentati hanno accusato Murdoch di "cecità volontaria" in merito allo scandalo delle intercettazioni che ha colpito il tabloit "News of the World".

FACEBOOK

2 - THE WALL STREET JOURNAL
IL GRANDE DUBBIO RIGUARDO FACEBOOK (VIDEO)
http://on.wsj.com/IVuCej

Mentre Facebook si prepara a quotarsi in borsa, una domanda incombe: la pubblicità sui social network funziona? Gli inserzionisti dicono che non sono ancora sicuri di ricevere reali vantaggi dagli investimenti per pubblicizzare i loro prodotti su Facebook.

3 - BLOOMBERG
RIM RILASCIA IL PROTOTIPO DEL NUOVO BLACKBERRY
http://bloom.bg/JMPn9S

Research In Motion Ltd (RIM), nel tentativo di risalire dal crollo delle vendite, ha fatto un passo verso il debutto di un nuovo smartphone BlackBerry attraverso il rilascio di ben 2.000 prototipi per gli sviluppatori.
I dispositivi touch screen, con un display da 4,2 pollici, sembra una versione ridotta del tablet PlayBook. Al nuovo BlackBerry mancherà quindi la tastiera fisica, che è stata una caratteristica distintiva della maggior parte dei vecchi modelli.

PROTOTIPO BlackBerry

FACEBOOK POTREBBE LANCIARE LA SUA IPO LA PROSSIMA SETTIMANA
http://bloom.bg/IthnBU

Facebook Inc., proprietaria del più famoso social network al mondo, potrebbe iniziare a commercializzare la propria offerta pubblica iniziale per gli investitori già all'inizio della prossima settimana per concludere la vendita entro la fine del mese.

GUIDA ALLE STARTUP

4 - LES ECHOS
GUIDA ALLA START UP: UN SEDICESIMA EDIZIONE (GRATUITA) DA PROCURARSI D'URGENZA
http://bit.ly/IysafM

274 pagine per guidare l'utente nella creazione di una start up: questa è la promessa della 16° edizione della "Guides des startups".

5 - LA TRIBUNE
IL PENTAGONO HA RASSICURATO L'ITALIA SUL PREZZO DEL CACCIA F-35
http://bit.ly/JMpp7g

Mentre Roma ha ordinato 90 esemplari del jet da combattimento F-35 (un modello soggetto a continui aumenti del prezzo di produzione), il Segretario della Difesa Usa, Leon Panetta, ha detto al suo omologo italiano che la priorità del Pentagono è quella di "garantire che i prezzi siano rispettati".
Nell'ambito dei vincoli di bilancio, l'Italia ha abbassato il suo ordine di F-35 da 131 a 90 aerei. Costo per unità: da 103 a 113 milioni di dollari.

CACCIA F35

DOPO LA REPSOL IN ARGENTINA, LA BOLIVIA ESPROPRIA REE, UN'ALTRA SOCIETÀ SPAGNOLA
http://bit.ly/IFt8WI
Quindici giorni dopo l'esproprio di una filiale della spagnola Repsol in Argentina, il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato la nazionalizzazione della TDE Martedì, gestito da una filiale della spagnola REE.

EVO MORALES PRESIDENTE DELLA BOLIVIA

6 - MASHABLE
UNA DONNA SPUTA DAVANTI ALLA TELECAMERA E INTERROMPE IL TELEGIORNALE (VIDEO)
http://on.mash.to/IVgyjx

Alcuni video esistono semplicemente per diventare virali.
In questo video, una donna interrompe un collegamento per WCIU-TV, un'emittente locale indipendente con sede a Chicago, e sputa più volte per terra di fronte alla macchina da presa.

 

 

LEGA, ABBIAMO SCHERZATO! - BOSSI NON MOLLA IL CATETERE: "'MI RICANDIDO. SE NO LA GENTE PENSA CHE NON SIAMO UNITI”

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UMBERTO BOSSI IN LACRIME CON ROBERTO MARONI SUL PALCO DI BERGAMO

Ansa.it

ROBERTO MARONI E UMBERTO BOSSI SI STRINGONO LA MANO

ZANICA (BERGAMO) - "Secondo me non ha rubato nessuno, non vedo ladri ma qualche errore". Lo ha detto Umberto Bossi parlando delle inchieste giudiziarie sulla Lega dal palco della festa di Zanica. Fra gli errori Bossi ha indicato: "pensate che avevamo a fare l'amministratore uno legato alla ndrangheta".

'MI RICANDIDO? PER LA GENTE, PENSO DI SI' - "Per forza, per la gente". Lo ha detto Umberto Bossi rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto se si ricandiderà al congresso federale. "Penso di sì - ha aggiunto - se no la gente pensa che non siamo uniti".

FRANCESCO BELSITO

MARONI, CIO' CHE E' SUCCESSO CI HA RICOMPATTATI - ''Il Lega Unita Day e' una manifestazione importante per lanciare le iniziative contro l'Imu e anche perche' dopo tutto quello che e' successo la nostra intenzione e' di mostrare una Lega compatta e unita, anzi proprio quello che e' successo la ha ricompattata''. Lo ha detto Roberto Maroni parlando con i giornalisti al suo arrivo alla manifestazione di Zanica.

bossi belsito

'OBIETTIVO E'GOVERNO A CASA PRIMA ESTATE' - Nella mobilitazione contro le politiche fiscali del governo, in particolare l'Imu, "l'obiettivo più importante, se ci sarà l'adesione di tutti i Comuni, è che si possa mandare a casa il governo prima dell'estate", ha detto Maroni.

 

 

FLASH! - ANDREOTTI IN AUTO VERSO IL SUO UFFICIO ALLE 10 E 10, IN VIA TOMACELLI. IL DIVO GIULIO STA MEGLIO…

AVVIO BRILLANTE PER LE PIAZZE FINANZIARIE EUROPEE: MILANO +1% - ISTAT: A MARZO DISOCCUPAZIONE RECORD AL 9,8%

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1 - BORSA: AVVIO VIVACE IN EUROPA, +1% MILANO CON ST PROTAGONISTA (+5%)...
Radiocor - Avvio brillante per le piazze finanziarie europee che, ad eccezione di Londra (+0,08%), viaggiano tutte in rialzo di oltre un punto percentuale. Se Francoforte e Parigi sono le migliori (+1,3%), Milano guadagna l'1% nel Ftse Mib e lo 0,98% nel Ftse All Share. E' StMicroelectronics (+5%) a guidare il paniere delle blue chip, bene anche Luxottica (+4%) e i bancari. Realizzi su Ferragamo (-1,8%) dopo il rally di fine aprile, debole Ansaldo Sts (-0,5%) prima della trimestrale.

Luxottica

I mercati europei sono in attesa soprattutto ai dati sull'occupazione nell'Unione europea: occhi puntati in particolare su Italia e Germania. Sul fronte valutario, l'euro scambia a 1,3220 dollari (1,3234 ieri) e a 106,51 yen (106,05), mentre il biglietto verde vale 80,51 yen (80,13). Corregge il barile di greggio: il contratto giugno del Wti ripiega a 105,87 dollari da 106,16.

borsa Tokyo

2 - BORSA TOKYO: NIKKEI CHIUDE A +0,31% ALLA VIGILIA DELLE FESTIVITA'...
Radiocor - Seduta poco mossa alla Borsa di Tokyo, in quella che per la Piazza finanziaria del Sol Levante e' stata l'ultima seduta della settimana prima d i un week end di quattro giorni. Il Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,31% a 9.380,25 punti, mentre l'indice Topix ha fatto segnare +0,43% a 792,87. Attivita' molto tranquilla, con 1,33 miliardi di azioni
scambiate sul primo mercato.

Cina

3 - LAVORO: ISTAT, DISOCCUPAZIONE RECORD A MARZO, SALE AL 9,8%...
Radiocor - Il tasso di disoccupazione sale ancora a marzo, di 0,2 punti percentuali rispetto a febbraio, portandosi al 9,8%, ai massimi da gennaio 2004 (data di inizio delle serie storiche mensili) e dal terzo trimestre 2000, guardando alle serie storiche trimestrali. Lo comunica Istat che ha anche rivisto al rialzo il dato di febbraio, che si attesta al 9,6% (dal 9,3%). Su base tendenziale l'aumento del tasso di disoccupazione e' stato di 1,7 punti. Il numero dei disoccupati, pari a 2,506 milioni (al top dal 2004), aumenta del 2,7% rispetto a febbraio (+66mila unita'), con un incremento del 23,4% su base annua (476mila unita').

GIANNI ALEMANNO

4 - CINA: HSBC, INDICE PMI MANIFATTURIERO SALE A 49,3 PUNTI IN APRILE...
Radiocor - L'indice Pmi sull'attivita' manifatturiera cinese calcolato da Hsbc e' salito a 49,3 punti in aprile dai 48,3 di marzo. Il dato corregge in positivo la rilevazione preliminare pubblicata lo scorso 23 aprile, che si era attestata a 49,1 punti. Il settore manifatturiero cinese ha quindi contratto la propria attivita' a un ritmo piu' lento rispetto al mese precedente, segno che, per Hsbc, a breve non e' da escludere un rimbalzo. La soglia dei 50 punti separa idealmente un'economia in rallentamento da una in espansione.

5 - FINISCE SU UN BINARIO MORTO LA HOLDING ROMA CAPITALE...
Roberto Mania per "la Repubblica - Roma" - IL progetto era nebuloso all'inizio e continua ad esserlo ora. Più per gli aspetti politici che per quelli economici. "Holding Roma Capitale", insomma, non sembra destinata a fare molta strada. Non piace all'opposizione e nemmeno ai sindacati. Ma non convince neanche il Pdl. Il sindaco Gianni Alemanno cerca soldi pensando alle prossime elezioni.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Ma sono ancora le ragioni elettorali a rendere perplessa la maggioranza di centrodestra: si può andare al voto con il fardello degli scandali Atace Ama, dopo aver privatizzato Acea (Alemanno vuole scendere sotto il 30 %) nonostante il referendum sull'acqua, e pure dopo aver accorpamento le municipalizzate per poi venderle ai privati? Per tutte queste ragioni la grande holding, con un giro d'affari intorno ai 5 miliardi e circa 28 mila dipendenti, è pronta ad essere parcheggiata su un binario morto.

L'idea era nata ai tempi della giunta di centrosinistra. Poi ci lavorarono i due ex assessori al Bilancio Ezio Castiglione e Maurizio Leo. Infine l'attuale responsabile del Bilancio Carmine Lamanda ha presentato il progetto. Obiettivo, incassare almeno 20 milioni dai benefici fiscali che si possono ottenere attraverso una capogruppo: le tasse non le pagano più le singole società, bensì la holding che può compensare all'interno del gruppo utili e perdite (maa fare gli utiliè solo la quotata Acea che chiama in causa i piccoli azionisti al pari dei grandi soci privati, Francesco Gaetano Caltagirone e Suez Gdf).

Sì, certo, ci sarebbe anche un drastico taglio delle spese (- 10 %) centralizzando gli acquisti, ma la convinzione diffusa che è un nuovo cda (quello della holding) non possa sostituirsi a tutti gli altri e che alla fine il progetto serva a creare nuove poltrone. È questo che vuole il sindaco?

6 - FONDAZIONE MPS, PIÙ TEMPO A MANCINI PER I DEBITI...
F.D.R. per il "Corriere della Sera" - Alla fine la Fondazione Montepaschi ce l'ha fatta a «tirare» fino a maggio. Era la prima data proposta a gennaio alle banche creditrici per la proroga dello standstill sul debito, che era stato esteso però fino ad aprile. Ieri la notizia che gli istituti hanno concesso altri 15 giorni a Palazzo Sansedoni, che potrà quindi stare tranquilla fino a metà maggio.

Gabriello Mancini

Nel frattempo le 12 banche che devono spartirsi il 650 milioni incassati dalla Fondazione con la vendita delle partecipazioni non strategiche e del 12,5% del Montepaschi, continueranno a confrontarsi sulla divisione. Il problema è che i contratti firmati da Gabriello Mancini con le banche non sono tutti uguali. In teoria le 11 banche che la scorsa estate avevano prestato a Palazzo Sansedoni 600 milioni per sottoscrivere l'aumento di capitale del Monte, avrebbero una prelazione sull'incasso delle vendite. Ma anche Mediobanca e Credit Suisse, che devono avere quasi 400 milioni, vogliono essere soddisfatte subito.

La soluzione per accontentare tutti ci sarebbe: si starebbero discutendo i dettagli. Ma c'è anche un altro fronte che si sta muovendo. E che vede impegnate le stesse banche creditrici. Mancini deve rifinanziare 350 milioni di debito residuo e portare la scadenza al 2017. L'impianto generale c'è. Le banche hanno trovato la soluzione ma non ancora i dettagli sulla suddivisione dell'esposizione. Serve ancora tempo. E così, intanto, la Fondazione ha guadagnato altri 15 giorni.

7 - APPLE E GOOGLE SI FANNO PICCOLE PER ENTRARE NEL DOW JONES...
Giu.Fer. per il "Corriere della Sera" - Anche gli indici devono rinnovarsi per stare al passo con i tempi. Il Dow Jones non fa eccezioni. E, nell'età degli smartphone e dei tablet, stavolta potrebbero essere due giganti delle nuove tecnologie come Apple e Google a entrare a far parte dell'élite dei 30 principali titoli industriali del più famoso indice di Borsa del mondo, a spese di rappresentanti della old economy.

APPLE

«I custodi del Dow devono assicurare che questo benchmark, creato nel 19° secolo, resti rilevante per il mercato del 21° secolo», ha scritto la rivista finanziaria Barron's nella sua ultima edizione, suggerendo che è venuto il momento per un nuovo cambiamento. E sebbene non ci sia un calendario, una o due società potrebbero essere aggiunte all'indice il prossimo anno.

Le tre azioni che hanno più probabilità di uscire dall'indice? Il produttore di alluminio Alcoa, Bank of America e Hewlett-Packard. Anche se l'ingresso di Apple, la maggiore società quotata del pianeta con oltre 560 miliardi di capitalizzazione, e Google creerebbe alcuni problemi tecnici, a cause del mondo in cui è costruito l'indice. Il Dow infatti pesa i 30 titoli del suo paniere in base al valore assoluto dell'azione.

E con una quotazione che sfiora i 600 dollari (venerdì il titolo ha chiuso a 603 dollari, ma ieri era in discesa di quasi il 3%), Apple peserebbe troppo. Idem per il titolo Google ieri a 604 dollari. Per superare l'ostacolo, Apple e Google potrebbero fare uno split azionario. In alternativa il Dow Jones potrebbe modificare il meccanismo di calcolo dei titolo, ipotizza Barron's, pubblicata da Dow Jones & Company, l'editore che controlla anche l'indice Usa. Quanto al fatto che sia Apple che Google siano quotate sul Nasdaq non sarebbe invece un problema. Il ghiaccio in questo caso è stato rotto la prima volta nel 1999, quando entrarono nel Dow Jones Microsoft e Intel, la prima volta nella storia per due società del listino dei titoli tecnologici.

Eric Schmidt di Google

8 - MICROSOFT PER L'EBOOK SCEGLIE NOOK...
Dal "Corriere della Sera" - Microsoft sbarca nel mercato editoriale. Il colosso informatico di Redmond ha investito 300 milioni di dollari nel settore ebook della catena di librerie Barnes & Noble, che produce il lettore di libri elettronici Nook, diretto concorrente del Kindle di Amazon. La partnership, secondo alcuni esperti e investitori, potrebbe portare Barnes & Noble alla separazione del business digitale da quello tradizionale. Microsoft, come spiega il Wall Street Journal, avrà il 17,6 per cento nella nuova società frutto della partnership. Una delle prime conseguenze dell'accordo tra le due aziende sarà l'inclusione di un'applicazione Nook in Windows 8, atteso entro la fine del 2012, che conferma l'interesse del colosso di Internet nell'ebook reader di Barnes & Noble.

9 - MORNING NOTE...
Radiocor

Milano: assemblea Rcs Mediagroup. Per bilancio al 31/12/11, nomina Cda e Collegio sindacale, autorizzazione acquisto azioni proprie.

MICROSOFT

Vicenza: nell'ambito del Festival Citta' Impresa cerimonia di premiazione del 'Premio Citta' Impresa 2012'. Partecipa, tra gli altri, Corrado Passera, ministro dello Sviluppo Economico.

Roma: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti comunica i dati relativi al mese di aprile sulle immatricolazioni di autovetture.

Roma: Finmeccanica e Ansaldo Sts approvano i conti del primo trimestre 2012

Roma: il Tesoro diffonde il dato sul fabbisogno di aprile

Roma: presentazione del 'Bilancio di mandato 2005-2012' di Corrado Calabro', presidente dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni

Roma: conferenza stampa dell'Anci per illustrare la campagna informativa sull'Imu con la partecipazione del presidente Graziano Delrio

 

IL TEATRO DI EDUARDO (20,1%) BATTE IL “DR.HOUSE” (12,1%) E FA PERDERE A PAOLINI 2,5 PUNTI DI SHARE (“ITIS GALILEO” SU LA

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Marco Bosatra per www.davidemaggio.it

PRIME TIME - L'ultimo appuntamento con il teatro di Eduardo De Filippo, Sabato, domenica e lunedì, vince la serata con 4.750.000 telespettatori e il 20.14% di share. Su Canale 5 l'ottava e ultima stagione di Dr. House cala a 3.370.000 telespettatori con il 12.12% nel primo episodio e 3.017.000 con il 12.08% nel secondo. Su Italia 1 ottimo risultato per Wild Oltrenatura che arriva al 10.43% con 2.171.000 telespettatori mentre su Rai2 il film Tornado - La furia del diavolo segna il 9.25% con 2.381.000 telespettatori.

MASSIMO RANIERI IN "FILUMENA MARTURANO"EDUARDO DE FILIPPO

Su Rai3 il Concerto del Primo Maggio conquista solo il 6.8% di share (chiudendo a mezzanotte) e 1.606.000 individui superando di un soffio il film Le crociate che su Rete4 ottiene 1.588.000 telespettatori con il 6.73% di share. Su La7 ITIS Galileo totalizza il 3.26% con 728.000 telespettatori.

ACCESS PRIME TIME - Affari Tuoi tallona Striscia. Su Canale 5 Striscia la notizia conquista 5.326.000 telespettatori e il 19.89% tallonata da Affari Tuoi con 5.262.000 telespettatori e il 19.52% di share. Su Rai1 dopo il telegiornale, Qui Radio Londra con Giuliano Ferrara si ferma al 16.14% con 4.078.000 spettatori. Su Italia 1 CSI Miami registra il 6.22% di share con 1.618.000 spettatori e su Rete 4 Walker Texas Ranger sigla il 6.09% con 1.607.000 individui. Su Rai3 il Concerto del Primo Maggio arriva al 7.9% con 1.960.000 telespettatori. Su La7 Otto e mezzo ottiene il 4.69% con 1.272.000 individui.

PRESERALE - The Money Drop sotto il 15%, bene Tempesta d'amore. L'Eredità di Carlo Conti è stata seguita su Rai1 da3.334.000 telespettatori e il 18.16%, che diventano 4.659.000 e il 21.42% nella ghigliottina. Per The Money Drop con Gerry Scotti i telespettatori sono stati 2.915.000 con il 14.63% (presentazione all'11.01% con 1.858.000), con 3.268.000 e il 15.35% nel segmento finale a ridosso del telegiornale. Su Italia 1 Studio Sport raduna 727.000 telespettatori (4.01%) e subito dopo CSI Miami segna il 4.01% con 879.000 spettatori.

fiammetta_cicognaMARCO PAOLINI ITIS GALILEO

Su Rai 2 90° Minuto Serie B cattura 960.000 telespettatori con il 6.53% mentre Ghost Whisperer conquista 945.000 telespettatori e il 5.13% e Squadra Speciale Cobra 11 1.401.000 con il 6.18%. Tempesta d'amore su Rete 4 raduna 1.660.000 telespettatori con il 7.28%. Su La7 G'Day arriva al 3.54% con 734.000 individui (G'Day alle 7 su La7 al 2.86% con 507.000).

SECONDA SERATA - Bene Bats al 10.62%. Su Rai 1 Porta a Porta ha registrato 906.000 telespettatori con il 13.28% mentre su Canale 5 il film La doppia ora ha conquistato 746.000 telespettatori con il 5.81% di share. Su Rai2 Num3ri raccoglie solo 689.000 telespettatori con il 6.55%. Su Italia 1 il film Bats segna il 10.62% con 437.000 telespettatori. Su La7 L'importanza della carta stagnola ottiene il 3.23% con 216.000 individui.

TELEGIORNALI: (edizioni meridiana e della sera in migliaia):

TG1: 3.898 - 21.52% (ore 13.30) / 4.947 - 21% (ore 20.00)
TG2: 2.750 - 15.60% (ore 13.00) / 2.077 - 8.05% (ore 20.30)
TG3: 1.896 - 11.70% (ore 14.12) / 2.767 - 15.00% (ore 19.00)
TG5: 3.516 - 19.84% (ore 13.00) / 4.175 - 17.67% (ore 20.00)
STUDIO APERTO: 2.736 - 18.41% (ore 12.25) / 1.378 - 8.78% (ore 18.30)
TG4: 774 - 8.32% (ore 11.30) / 1.301 - 7.02% (ore 18.55)
TGLA 7: 897 - 4.97% (ore 13.30) / 1.937 - 8.17% (ore 20.00)

clemente mimunALBERTO MACCARI

 

 

DICI SAMSUNG, PRIMO PRODUTTORE AL MONDO DI SMARTPHONE, MA TI VIENE IN MENTE LA SAGA DEI LIGRESTI

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UOVA CONTRO LA SEDE DI SAMSUNG Lee Kun hee

Michele Masneri per "il Foglio"

Samsung si conferma primo produttore al mondo di smartphone. Ieri il gruppo sudcoreano ha annunciato di aver venduto 44,5 milioni di esemplari contro i 35,1 milioni della Apple. Anche la quota di mercato mondiale è superiore: 30,6 per cento per i coreani contro 24,1 per cento dei californiani. Ciò che è molto diverso tra le due aziende però è la governance: trapassato Steve Jobs, Apple è dominata dal nuovo amministratore delegato Tim Cook, mentre i proprietari sono al 99 per cento investitori grandi e piccoli che comprano e vendono titoli a Wall Street.

Samsung, invece, è la rappresentazione tipica del capitalismo di relazione sudcoreano, che si identifica con le "chaebol", ovvero le grandi conglomerate che reggono l'intero capitalismo di Seul (da chae, proprietà, e bol, clan). Nate sotto la dittatura di Park Chung Hee (1961-1979) non sono soltanto il fiore all'occhiello del capitalismo coreano.

lee seo hyun Lee Kun hee x

Grandi società che producono qualunque cosa ("from chips to ship", dalle patatine alle navi), rigorosamente nelle mani di famiglie che se le tramandano di generazione in generazione, le chaebol sono però anche lo strumento per cui il paese asiatico è sopravvissuto a varie crisi (anche quella delle Tigri asiatiche del ‘97-'98).

Seul anzi ha agito come una grande Mediobanca, finanziando le aggregazioni, tutelando le famiglie e le loro successioni. Anche la magistratura chiude un occhio sulle malefatte occasionali di questi salotti buoni. Secondo l'Economist la peculiare struttura del capitalismo coreano deriva dalla grande insicurezza dello spirito nazionale, stretto tra due vicini potenti (Cina e Giappone) e un confratello geografico (Corea del nord) gestito da dittatori pittoreschi e ansiogeni.

LEE BOO JIN lee jun hee

Così le chaebol, ramificate in tutti i settori e con intrecci azionari, sopravvivono, tengono a galla il settore e per questo vengono tollerate. Sono una decina, e tra le più importanti ci sono Lg, Hyundai e proprio Samsung. Quest'ultima è spesso al centro di una soap opera nazionale.

Il proprietario attuale, il presidente Lee Kun-hee, 70 anni, uomo più ricco della Corea (patrimonio da 10,8 miliardi di dollari secondo Forbes) è in questi giorni accus to di aver sottratto ai famigliari importanti quote societarie. I fratelli Lee Maeng- Hee e Lee Sook-hee l'hanno denunciato per aver rubato loro 790 milioni di dollari.

IL CAPO DI SAMSUNG LEE KUN HEE CON LE FIGLIE

Maeng, ottantenne, ha detto che Lee è "troppo avido e infantile" mentre la sorella Sook non si è pronunciata: pare che lei fosse la preferita del padre, il fondatore dell'impero, Lee Byung-chull, ma poi è stata ripudiata per aver sposato un membro della famiglia Keumsong (tra i proprietari di Lg).

IL CAPO DI SAMSUNG LEE KUN HEE

Il settantenne Lee ha detto che non darà un centesimo ai fratelli, e anzi li ha controquerelati. Ma non si tratta solo di soldi: il fatto è che con la disputa - sorta a febbraio quando la magistratura ha scoperto fondi neri per 4 miliardi di dollari su conti riconducibili al padre - l'attuale erede potrebbe perdere buona parte del suo 36 per cento su Samsung Overland, la società non quotata che controlla non solo Samsung Electronics (primo gruppo mon- diale di elettronica), ma anche Samsung Heavy Industries (secondo gruppo mondiale di cantieri navali), Samsung Engineering e Samsung C & T (campo costruzioni), Samsung Life Insurance (assicurazioni) oltre a società attive nella pubblicità, negli hotel, in parchi a tema, farmaceutici, automobili, eccetera. La saga Samsung prosegue e tiene i coreani col fiato sospeso: nel 2005, la figlia prediletta di Lee, Lee Yoon-Hyung, si è impiccata nel suo appartamento a New York.

corea del sud uvq T GLI AVVOCATI DI SAMSUNG

Il marito di un'altra figlia, Hong Seok- hyun, economista della Banca mondiale, maggior editore di giornali coreano, e fino al 2005 ambasciatore a Washington, studiava per diventare segretario delle Nazioni Unite, ma poi è stato scoperto mentre portava sacchi della spazzatura pieni di banconote ad alcuni politici di Seul. Anche il patriarca Lee è stato processato e condannato nel 2008 a tre anni e 109 milioni di dollari di multa per evasione fiscale. Ma è stato poi graziato, ed è tornato al suo posto.

 


FOOD TAX: LA FEDERALIMENTARE PROTESTA, MA FORSE QUALCUNA DELLE 19 ASSOCIAZIONI DELLA FEDERAZIONE SARÀ SCARICATA

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costa crociere logo

Da "Panorama Economy" in edicola domani

1 - FOOD TAX, ACCORDI E DISACCORDI...
Sarà il tema caldo dell'assemblea annuale di Federalimentare, in programma a Parma il 7 maggio in occasione di Cibus, la food tax, la nuova imposta su bevande e cibi «cattivi» prevista dal governo che dovrebbe presto approdare in Parlamento.

costa crociere

«Non c'è stato nessun accordo e nessuna trattativa che ci abbiano riguardato» ha scritto il direttore generale di Federalimentare Daniele Rossi a Panorama Economy, che la scorsa settimana aveva anticipato che i giochi sarebbero già fatti e che le pressioni delle lobby del settore si sposteranno presto in aula. «Odiosa e ingiustificata» ha definito la tassa Filippo Ferrua, presidente della Federazione che raggruppa 19 associazioni con interessi molto diversi, dal vino allo zucchero, dai soft drink alle carni. Difficile tenerli tutti insieme in un momento difficile.

Comprensibile quindi che il realismo dietro le quinte, quello che avrebbe portato a «cedere» su alcuni prodotti, non corrisponda con la posizione pubblica, che Rossi sintetizza così: «Battaglia continua per contrastare l'ennesimo balzello sia nell'interesse degli associati che in quello di tanti cittadini. Per non parlare del danno al nostro export alimentare, che si vedrebbe affibbiare un indelebile marchio d'infamia».

mcdonald

2 - E MCDONALD'S PENSA AI BAMBINI...
Anche McDonald's si muove in questa direzione, aderendo all'Eu Pledge, accordo che coinvolge in Europa le principali aziende alimentari e delle bevande, che stabilisce limiti alla comunicazione per i bambini sotto i 12 anni. Al via una nuova campagna pubblicitaria, che partirà il 18 maggio, con un budget da 4 milioni di euro, suddivisi fra il flight primaverile e quello invernale e comprende tv, stampa, digitale e affissione, con pianificazione di Omd.

3 - LA PACE NON ABITA A CITY LIFE...
Leonardo Del Vecchio ha attaccato, tra l'altro, Giovanni Perissinotto - capo delle Generali - per l'operazione CityLife, il quartiere residenziale che sta sorgendo a Milano. Ebbene, ha toccato un nervo scoperto, sia per le Generali che per il vero regista di quell'operazione, cioè, ancora una volta, Mediobanca. Già, perché quando la scorsa primavera Fonsai uscì dalla compagine di CityLife, a rilevarne il pacchetto per intero furono le sole Generali, mentre Allianz, che pure avrebbe potuto a sua volta salire pro quota, si limitò ad arrotondare al 33,33% la partecipazione, acquistando poco più dell'1%.

GIOVANNI PERISSINOTTO

Come aveva già fatto quando dalla compagine era uscito il gruppo Toti. Ligresti, con i soldi intascati, in parte lucrò e in parte rimborsò il debito a Mediobanca. Chiaro? La principale partecipata di Mediobanca, le Generali, liquidò profumatamente, a un prezzo che Allianz ritenne saggio non seguire, un Ligresti già semifallito, tanto da aver già dovuto accettare il primo tentativo di salvataggio da parte di Unicredit dopo il forfait di Groupama.

Un affarone, per Trieste? Bah! Poi, certo: oggi CityLife è ben gestita e - sempre che la giunta Pisapia non si metta di traverso - renderà i suoi utili. Ma rispetto al caso Fonsai, questa vicenda è un altro degli indizi dell'influenza esercitata da Mediobanca su Generali e Fonsai, causa dello stop che l'Antritrust ha opposto alla maxifusione con Unipol.

Salvatore Ligresti

4 - IL MADE IN ITALY PRENDE IL VOLO...
Prendiamoli per la gola. Nella strategia di Etihad, la compagnia aerea degli Emirati Arabi, la cucina di Prima classe deve avere uno chef stellato Michelin sotto il comando di Thomas Uhlerr, chef cresciuto al Dorchester hotel. Ma i vertici della compagnia mirano a rafforzare il made in Italy. L'8 maggio a Milano, all'hotel Melia, ci sarà il recruiting day di chef, sommelier e assistenti di volo.

5 - COSTA VARA L'AMMIRAGLIA E ROTTAMA LA CONCORDIA...
Il 5 maggio sarà presentata a Venezia la nuova Costa Fascinosa, realizzata in collaborazione con Fincantieri. Ma per un'ammiraglia che viene varata, un'altra deve essere recuperata. E in lizza ci sono molte città. I cantieri di Palermo e Livorno si contendono il relitto della Costa Concordia. Più defilata rimane Sestri Levante, che ha costruito la nave, ma che fra qualche mese dovrà avviare i lavori di ristrutturazione. In palio, infatti, c'è una commessa da 300 milioni (comprese le operazioni di recupero) e 10 mesi di lavoro. Niente male in un momento di mercato difficile come quello attuale.

ALBERTO NAGEL E RENATO PAGLIARO

6 - BOMBASSEI SALE SULL'ELICOTTERO...
Brembo allarga gli orizzonti e guarda in alto, verso gli aerei. Evidentemente il rientro in azienda di Alberto Bombassei ha dato una spinta al business. Di «attività alternative» parla il vicepresidente esecutivo Matteo Tiraboschi all'assemblea di bilancio. «Siamo stati contattati da un'azienda del settore per ragionare su impianti frenanti particolari» ha dichiarato, indicando una slide di elicotteri. Top secret il partner.

Bombassei

7 - ICE, CARI DIRETTORE E PRESIDENTE...
Una delle poche certezze sul nuovo Ice è che il vecchio direttore generale Gabriele Andreetta non ci sarà: il governo gli ha fatto sapere che non c'è spazio per lui nella nuova squadra. Al suo posto dovrebbe andare un dirigente interno di lungo corso. Andreetta, però, ha un contratto di 3 anni e la destinazione propostagli in alternativa pare non essere di suo gradimento. Circolano anche voci secondo cui sarà aumentato lo stipendio del nuovo presidente Riccardo Monti.

8 - TABACCI LICENZIA IN A2A
Bruno Tabacci licenzia Graziano Tarantini, presidente del consiglio di sorveglianza di A2A. «Serve un manager di alto profilo per rilanciare la società. Credo che abbia capito» sostiene l'assessore della giunta Pisapia. L'irritazione di Tabacci è dovuta al deludente andamento del titolo e all'investimento in Montenegro dove c'è un rischio di 430 milioni. Il dimissionamento di Tarantini, esponente di Cl a Brescia, viene considerato un altro attacco al movimento.

Pisapia - Tabacci

9 - NOVARA-VERONA, TENSIONE IN ASSEMBLEA...
Tensione fra la giunta regionale del Piemonte e il Banco Popolare. Ad accendere le polemiche Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico. «L'accordo tra Novara e Verona è nato sulla base di un patto federativo tra territori, ma se i patti vengono stracciati è opportuno che ognuno tragga le debite conseguenze». Per ora l'unica concessione fatta da Saviotti è stata l'assemblea dei soci: si è svolta allo Sporting Club di Novara con collegamenti in videoconferenza con Verona, Lodi e Lucca.

 

TUTTO È RELATIVO, ANCHE IL MATRIMONIO - CHI L’AVREBBE DETTO CHE EINSTEIN ERA UN DESPOTA FEDIFRAGO?...

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Emanuela Di Pasqua per "Corriere.it"

Alberto Einstein

Il padre della teoria della relatività e Premio Nobel per la fisica nel 1921 sarebbe stato un marito autoritario, anaffettivo e piuttosto incline al tradimento. A sottolineare queste inaspettate caratteristiche del genio di Ulm è un libro intitolato "Albert Einstein: His Life and Universe" scritto da Walter Isaacson.

ALBERT E MILEVA - Albert Einstein e Mileva Maric si incontrarono nel 1898 mentre frequentavano entrambi il Politecnico Federale Svizzero (lei era l'unica donna ammessa) e sui banchi di studio nacque la loro storia d'amore. Nel 1902 ebbero una figlia, Lieserl, che morì presumibilmente di scarlattina l'anno successivo. Il parto compromise definitivamente gli studi di Mileva che decise di sacrificare le proprie ambizioni scientifiche in favore della famiglia e della carriera accademica di Albert. Nel 1903 la coppia decise di regolarizzare la propria unione con un matrimonio civile. In seguito ebbero due figli maschi, Hans Albert ed Eduard.

UN MATRIMONIO IN CRISI - Fu attorno al 1914 che la coppia entrò in crisi ed è proprio a questo punto, secondo Walter Isaacson, che il padre della fisica moderna stilò una serie di regole alla quale la moglie doveva rigidamente attenersi. La ragione che mosse i due coniugi a mantenere in piedi un matrimonio finito fu la solita adottata anche da coppie assai meno famose: il bene dei figli.

Einstein Archiviato - per gentile concessione di Wired

NESSUNA INTIMITA' - Albert Einstein His Life and Universe è basato su inedite corrispondenze personali del grande scienziato e racconta di una persona che in quegli anni era insoddisfatta della propria vita privata tanto quanto di quella professionale. Con un pragmatismo sconcertante Einstein dettò le sue condizioni alla moglie, specificando punto per punto che cosa pretendeva da lei.

Mileva Maric doveva garantire al marito abiti e biancheria puliti e ordinati e preparare tre pranzi al giorno che dovevano venire serviti nello studio personale del coniuge. Inoltre doveva provvedere alla pulizia dello studio e della stanza da letto di Albert, ma non doveva assolutamente avvicinarsi alla scrivania del marito. Oltre alle indicazioni pratiche vi erano anche ordini relativi alla vita sociale e privata.

La signora Einstein doveva rinunciare a qualunque relazione personale con il marito, a meno che la sua presenza non fosse espressamente richiesta per ragioni sociali. Non poteva sedersi accanto al partner e tanto meno uscire o viaggiare con lui. Infine Mileva Maric doveva rigorosamente attenersi a ferree regole che prevedevano che tra i due non vi fosse alcuna intimità e che da parte sua non provenissero critiche nei confronti del coniuge. Tra le altre norme imposte vi era anche una sorta di codice di obbedienza, secondo il quale la moglie doveva tacere o abbandonare immediatamente lo studio o la camera dal letto quando le veniva richiesto. Infine la donna doveva evitare di sminuire in alcun modo Albert Einstein in presenza dei figli.

Einstein

TRADIMENTI E DIVORZIO - La lunga e misogina lista servì comunque a ben poco, infatti pochi mesi dopo Mileva Maric lasciò il marito a Berlino e se ne andò con i due figli. Cinque anni dopo il loro divorzio fu ufficializzato. Precedentemente però la condotta matrimoniale di Albert Einstein non fu esente da pecche e lo scienziato fu coinvolto in numerose relazioni extraconiugali, arrivando persino ad avere una relazione con sua cugina Elsa, che in seguito diventerà la sua seconda moglie. E per comprendere meglio la sfera affettiva dello scienziato tedesco basta leggere una lettera che il giovane Albert scrisse alla madre, descrivendo, come racconta Isaacson, "le gioie della scienza come un rifugio dalle dolorose emozioni personali".

 

DIGITAL WARS! - MOTOROLA OTTIENE DA UN TRIBUNALE TEDESCO IL BLOCCO DELLE VENDITE IN GERMANIA DEI PRODOTTI MICROSOFT

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(TMNews) - Motorola Mobile ha ottenuto di far bloccare in Germania le vendite di Xbox, la consolle di videogiochi di Microsoft, e di Windows 7, a seguito di una causa intentata per violazione di diritti brevettuali. La società, che sta per essere assorbita da Google, si era rivolta al tribunale regionale di Mannheim, lamentando la violazione dei brevetti su un sistema di compressione video molto diffuso (H.264).

Microsoft contro Motorolamicrosoft-vs-motorola

Tuttavia un portavoce di Microsoft, riferendo che la società presenterà appello contro la decisione, ha precisato che non avrà di fatto effetti pratici perché i consumatori tedeschi potranno continuare ad ordinare prodotti Microsoft che verranno loro forniti da un centro logistico in Olanda. In previsione di questa sentenza Microsoft aveva già chiuso il suo centro logistico tedesco trasferendone le competenze a quello in Olanda.

Non si tratta del primo caso in cui la giustizia della Germania, ritenuta molto puntigliosa sulla tutela dei brevetti, si spinge a vietare le vendite di prodotti molto conosciuti. Lo scorso settembre era toccato Galaxy Tablet 10.1 di Samsung, che si era ritenuto copiasse il design dell'iPad di Apple.

 

 

 

LONDON FALLING - IL DECLINO DELLA CITY: DALL’ERA DEL BENGODI DEL BLAIRISMO ALLA CRISI

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Enrico Franceschini per "la Repubblica"

arcivesc canterbury rowan williamsLONDRA BLOOMBERG

I ricchi d'Inghilterra non sono mai stati così ricchi: nella classifica annuale pubblicata ieri dal Sunday Times raggiungono complessivamente quota 414 miliardi di sterline, più del record precedente stabilito nel 2008, prima del grande crac finanziario globale. Ma tutti gli altri sono trascinati in basso dalla più lunga depressione economica dell'ultimo secolo.

L'uomo che l'altro giorno si è barricato in una scuola guida di Tottenham Court road, minacciando di farsi saltare in aria perché non aveva «più niente da perdere», non era un pazzo o almeno non solo un pazzo: era anche un disoccupato. Alla fine la polizia lo ha convinto ad arrendersi, ma il suo gesto è sembrato il termometro di una disperazione più ampia.

citylife

Non a caso è arrivato all'indomani dell'annuncio che la Gran Bretagna è di nuovo in recessione: da sei mesi l'economia nazionale si restringe anziché crescere. È il temuto "double dip", il doppio tuffo nella crisi, quella odierna dopo quella 2008-'09.

Due recessioni di seguito: non succedeva dal 1975. Di colpo, nell'anno che doveva essere di Londra, nel 2012 del Giubileo di Diamante della regina (sessant'anni sul trono, da festeggiare in maggio con una regata sul Tamigi) e delle Olimpiadi (a luglio e agosto), la capitale appare ferita, incerta, spaventata: rivede all'orizzonte lo spettro del "grande scontento" degli anni Settanta. È trascorso appena un decennio da "London calling", la canzone dei Clash diventata lo slogan dell'era del blairismo: ma Londra non "chiama" più allo stesso modo.

Negli anni di Blair e della sua "Cool Britannia", la metropoli attorno al Big Ben era la terra del bengodi: la Borsa tirava, il valore delle case si moltiplicava, tutti si arricchivano. O così pareva. Oggi il settore finanziario, che rappresenta il 29 per cento del pil britannico, è quello calato di più negli ultimi due trimestri. Le banche non assumono, il settore dei servizi annaspa, le costruzioni frenano. Prima andava tutto liscio.

livingstone queen IL VILLAGGIO OLIMPICO DI LONDRA

Adesso va tutto storto. Code di ore al controllo passaporti dell'aeroporto di Heathrow: l'effetto dei tagli al bilancio, che riducono il personale, col risultato è che gli stranieri entrano a Londra in un'atmosfera da Terzo Mondo, un bivacco. Giungono oscuri presagi: l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, leader spirituale della Chiesa anglicana, si dimette. Si è mai visto un "Papa" dimettersi? E perché poi? Lo spiega in un articolo su Prospect, raffinata rivista progressista, scagliando condanne sull'avidità del capitalismo rapace di Londra: «Lo ammoniva già la Bibbia, la City commercia in anime di uomini».

L'Antico Testamento, in verità, non si riferiva allo Square Mile, il miglio quadrato più ricco della terra, sede della London Stock Exchange e delle principali banche, ammette l'arcivescovo: bensì a una "city" del passato, l'antica Babilonia. «Ma il paragone regge», sostiene Williams, «perché Londra è una moderna Babilonia in cui commercio e profitto guidano qualsiasi considerazione e tutto è in vendita, anche le coscienze».

IL GRATTACIELO DELLA SWISS RE A LONDRAOlimpiadi Londra 2012

È presto per pronosticare il declino della moderna Babilonia. I Giochi Olimpici metteranno in scena uno spettacolo globale, attirando su Londra gli occhi del mondo. La regina Elisabetta garantirà il solito show inappuntabile per le celebrazioni del Giubileo. E i turisti che sciamano fra Piccadilly e Trafalgar, tra cui un milione di italiani nell'ultimo anno, non notano certo una città sfregiata dalla crisi. «Ma solo perché il centro di Londra è il parco giochi dei ricchi», osserva Ken Livingstone, detto il "Rosso" per le posizioni politiche negli otto anni in cui è stato sindaco fino al 2008, ora con l'ambizione di ridiventarlo nelle elezioni amministrative di giovedì. I sondaggi dicono che sarà battuto dal sindaco uscente, il conservatore Boris Johnson, ma non perché il messaggio di Livingstone sia debole: perché è debole il messaggero, la gente vuole facce nuove, il 67enne Ken ha governato abbastanza.

RENZO PIANO

Tuttavia il modello di città divisa in "haves" e "haves not", chi ha e chi non ha, non disgusta solo l'ex sindaco di sinistra. «Tra il 1992 e il 2008, qui le rette delle scuole private sono cresciute dell'82 per cento», commenta Martin Stephen, preside di St. Paul, seconda scuola privata più esclusiva del regno (dopo Eton). Il costo ha raggiunto 26mila sterline l'anno, 30mila euro, che moltiplicati per l'intero corso scolastico significano su per giù mezzo milione di euro per educare un figlio fino alla soglia dell'università.

BORIS JOHNSON con moglie

Due figli uguale un milione di euro: c'è gente che si vende la casa (anzi: le case, chi le ha) per pagare la retta scolastica, tenuto conto che le scuole pubbliche inglesi sono un disastro e solo le private spalancano l'autostrada verso carriera, denaro, successo. «Sono figlio di un medico di provincia che ha potuto mandare i suoi tre figli a buone scuole senza rovinarsi», ammette suo malgrado il preside di St. Paul. «Oggi uno come mio padre non sarebbe più in grado di farlo. C'è qualcosa che non va in un sistema simile».

Immaginate di volare su Londra. Non vedrete, naturalmente, un panorama depresso. Sulla riva sud del Tamigi è quasi finito lo Shard, la Scheggia, il grattacielo più alto d'Europa, disegnato da Renzo Piano. A nord del fiume, l'area di Stratford, un tempo deposito di rifiuti urbani,è risorta come base del nuovo Parco Olimpico e dopo i Giochi dovrebbe venire "gentrificata", creando una Londra 2 di benessere nell'East End dei poveri immigrati. Davanti ai club privati di Pall Mall e ai night di Mayfair, il sabato sera, si fermano limousine da cui scendono donne da favola al braccio di uomini ricchi e potenti.

LONDRA

Ma si è inceppata la formula di città capace di essere contemporaneamente trendy e generosa, terra delle (pari) opportunità per tutti, quasi una succursale europea dell'American Dream, che aveva funzionato negli anni del blairismo. È una Londra sempre più diseguale e scettica, quella che si prepara alla lunga estate del Giubileo e dei Giochi, augurandosi di non vederla turbata da incidenti come il terrorismo del 2005 (i kamikaze nel metrò, il giorno dopo l'assegnazione a Londra delle Olimpiadi) o una rivolta urbana come quella dell'estate scorsa.

È una metropoli che, con la scusa o giustificazione del terrorismo, si prepara ad approvare nuove norme per sorvegliare tutte le email e i siti visitati su internet, nella più vasta invasione della privacy mai sperimentata in uno stato democratico, facendo evocare il Grande Fratello di Orwell ai difensori dei diritti umani. È la città di una politica sporcata dagli scandali delle "cene in vendita" con il premier David Cameron a Downing street e dalle intercettazioni illecite dei tabloid di Rupert Murdoch, che con Cameron faceva segretamente combutta mescolando affari e potere.

RUPERT MURDOCH

«Se anche io non fossi eletto sindaco, Cameron perderà le prossime elezioni», scommette Ken Livingstone, «e le vincerà di nuovo un laburista, Ed Miliband, un leader autenticamente di sinistra, non annacquato come era Blair». Di certo c'è che i Tories, dopo due anni al potere, precipitano nei sondaggi. Quando Londra era "cool", viceversa, era "cool" anche l'inquilino di Downing street.

DAVID CAMERON

Forse ha ragione China Mieville, scrittore inglese socialista di fantascienza, autore di un feroce j'accuse contro Londra pubblicato dal New York Times il mese scorso. «C'è in giro una sensazione di amarezza», dice Mieville, «di attesa del caos, di voglia di cambiamento». L'uomo impazzito che gettava computer dalla finestra a Tottenham Court road potrebbe esserne un sintomo.

Nello stesso giorno, per coincidenza, i quotidiani londinesi riportavano la notizia che nel 2011 la filiale londinese della Goldman Sachs ha pagato soltanto 4 milioni di sterline di tasse su 2 miliardi di sterline di profitti: non un'evasione delle imposte, bensì una scappatoia legale. «Non abbiamo fatto un patto con Faust», tuona il reverendo Williams, «abbiamo fatto un patto con Frankenstein». Un mostro ancora più brutto del demonio, sottintende l'arcivescovo di Canterbury, perché creato dagli uomini, con le loro mani.

 

SOLDATEN - UN LIBRO RACCOGLIE LE CONVERSAZIONI DEI SOLDATI TEDESCHI PRIGIONIERI DEGLI ALLEATI

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Giorgio Boatti per "la Stampa"

SOLDATI DELLA WEHRMACHT jpeg

Un catalogo degli orrori. Un repertorio di crudeltà che va ben al di là della ferocia insita in ogni guerra. Soldaten, il libro in uscita da Garzanti, con cui lo storico Sonke Neitzel e lo psicologo sociale Harald Welzer ricostruiscono il mondo interiore dei soldati di Hitler, non è lettura per palati fini. O per sensibilità delicate.

Per oltre quattrocento pagine i due studiosi attingono alla montagna di verbali - desecretati dagli archivi inglesi e americani - che riportano le intercettazioni delle conversazioni tra combattenti tedeschi, detenuti nei campi di prigionia di Trent Park e Wilton Park nel Regno Unito e di Fort Hunt negli Usa.

I verbali sono il frutto del lavoro della rete dei Secret Interrogation Center allestiti da Londra già all'inizio della guerra e dei Joint Interrogation Centre resi operanti dagli americani a partire dall'estate del 1941. Sul milione di prigionieri caduti in mano alleata sono circa 10.000 i militari tedeschi e 563 gli italiani (su questi ultimi, in Soldaten, emerge piuttosto poco) trasferiti, dopo opportuna selezione, in questi luoghi di detenzione speciale.

L'obiettivo non è raccogliere prove per punire azioni criminali, ma fornire all'intelligence alleata materiale prezioso sull'avversario che si sta ancora fronteggiando. Quella che si effettua è una sorta di vivisezione operata su una significativa campionatura del grande corpo delle armate di Berlino. Ne emergono schegge taglienti, impietosi reperti di una guerra senza regole che viene esposta con una schiettezza che nessun interrogatorio potrebbe mai afferrare.

Ikamaraden, ignari - o, forse, in alcuni casi, incuranti - di essere intercettati dalle «cimici» installate nelle baracche di questi campi speciali, si raccontano l'un l'altro quella che per loro, alla fine, è stata solo la pratica quotidiana del mestiere di soldati di Hitler.

Nelle oltre 150.000 pagine dei documenti vagliati dai due studiosi prendono corpo, attraverso le voci dei diretti protagonisti, i dettagli più raccapriccianti del secondo conflitto mondiale: dalle modalità operative dello sterminio degli ebrei alle esecuzioni dei prigionieri, dalle stragi di ostaggi civili alla pratica dello stupro di massa nelle terre occupate. Sino alle «battute di caccia» con cui carnefici volontari, in un caso persino gli appartenenti a una banda musicale inviata ad allietare le truppe al fronte, chiedono di «sparare assieme» ai reparti «specializzati» nell'eliminazione di ebrei e partigiani.

SOLDATI DELLA WEHRMACHT IN UNA FOTO DEL

Tutto accade come fosse la cosa più scontata e normale. In Soldaten si spiega come questi siano i frutti maturati in Germania in poco più di sei anni, dall'avvento di Hitler nel 1933 allo scoppio della guerra - della convinta adesione della maggioranza della società tedesca al mito della «razza eletta». Le riserve e gli interrogativi, quando ci sono, si rifugiano in privatissimi ambiti.

Nella vita pubblica la comunità dei prescelti esige degli esclusi: gli ebrei, i matti, gli zingari, gli oppositori. Nei confronti di questi, già in tempo di pace, una condotta collettiva e individuale sempre più disumana diventa la norma. Questo indurrà l'uomo della strada, il padre di famiglia esemplare - una volta rivestito nell'uniforme - a convivere con ogni efferatezza. Ancora una volta la Storia dimostra che non conta l'irrealtà di una situazione quanto il fatto che chi vi è immerso la possa percepire come reale.

Come dice il sociologo americano William I. Thomas, anche i fatti immaginari - ad esempio il «complotto ebraico» da estirpare per salvare la Germania - finiscono con l'avere conseguenze reali: l'infinito sgranarsi di brutalità e crimini rievocato, senza rimorsi né dubbi, nelle intercettazioni di Soldaten, ne è la prova.

Secondo lo storico Wolfram Setter furono poco più di un centinaio i casi di «Rettungswiderstand», ovvero di resistenza agli ordini finalizzata a salvare vittime. Cento su oltre 17 milioni di soldati inquadrati nella Wehrmacht nel corso dei sei anni di guerra. Tutti gli altri si adeguarono. Da volonterosi carnefici, da zelanti complici o da obbedienti comparse marciarono compatti sino in fondo al baratro. Facendo tacere ogni compassione e umanità.

2 - "NIENTE PIETÀ, NON SIAMO FEMMINUCCE"
Da "la Stampa"

Il timoniere del sottomarino U-187 Heinrich Skrzipek, catturato dagli inglesi, è intercettato mentre il 5 marzo 1943 spiega la sua visione del mondo ai commilitoni prigionieri: «Lo storpio va soppresso senza dolore. Così si fa. Loro non lo sanno e comunque non hanno nulla nella vita. Basta però non essere teneri! Non siamo mica femminucce! Lo stesso avviene con gli scemi o i mezzi scemi. Per uno scemo si possono nutrire sei soldati feriti. Naturalmente non tutto è giusto per tutti. Alcune cose non vanno neanche a me, ma qui stiamo parlando in generale...».

SOLDATI DELLA WEHRMACHT

I BAMBINI LI HANNO PRESI PER I CAPELLI
Il generale Kittel parla dei massacri del 1941, nella zona di Daugavpils (Lettonia) di cui è stato comandante. Contro gli ebrei operava la Sicherheitsdienst (SD): «I bambini, li hanno presi per i capelli e hanno sparato. Poi li hanno gettati dentro la fossa. L'ho visto con i miei occhi... Sono salito in macchina e sono andato dall'uomo della SD e gli ho detto: "Vi proibisco una volta per tutte fucilazioni alle quali può assistere chiunque. Se fucilate la gente nel bosco, dove nessuno vede quanto accade, è affare vostro. Ma vi vieto di sparare anche per un solo giorno di più. Quando andiamo a prendere l'acqua alle fonti noi ci troviamo dei cadaveri..."».

I miei compagni si sono divertiti come matti Il caporale scelto Müller è intercettato mentre rievoca un'azione anti-partigiana svolta contro un villaggio russo: «Allora abbiamo riempito bottiglie di birra con la benzina, le abbiamo messe sul tavolo e uscendo, come se nulla fosse, ci siamo lanciati alle spalle delle bombe a mano. È bruciato tutto subito: tetti di paglia. Tutti morti: donne, bambini. Pochissimi partigiani. In situazioni simili io non avrei mai sparato senza essermi assicurato che si trattasse veramente di partigiani. Ma molti dei miei compagni si sono divertiti come matti».

LE HANNO BUTTATE SUL LETTO E...
Due commilitoni, caduti prigionieri degli americani, sono registrati il 2 aprile 1945 mentre parlano di un'azione di paracadutisti tedeschi operanti in Italia. Schultka: «Cosa non succede al giorno d'oggi. Roba da non credere. Dei parà hanno fatto irruzione in una casa italiana e hanno fatto fuori due uomini. Erano due padri; uno aveva due figlie. Poi si sono scopati entrambe le figlie, se le sono scopate per bene e poi le hanno fucilate. In casa c'erano quei grandi letti all'italiana; le hanno buttate sul letto e...». Czosnowski: «È disumano. Ma spesso raccontano cose che non hanno fatto, per darsi un sacco di arie...».

SOLDATI DELLA WEHRMACHT jpeg

LA RESA DEI GENERALI ITALIANI COME TURISTI GRAN SIGNORI
Entrambi prigionieri degli inglesi, il generale Wilhelm Ritter von Thoma e il suo pari grado Wilhelm Cruwell rievocano la resa a El Alamein. Von Thoma, generale dei carristi, è stato fatto uscire dal suo corazzato a suon di pallottole e ha alzato le mani solo dopo che una pallottola gli ha bucato il basco. Ancora furente ricorda come invece alla resa «i generali italiani sono arrivati vestiti di tutto punto, con tanto di bagagli. Come dei viaggiatori della Cook, gran signori, con la valigia in cui avevano tutte le uniformi da parata. Io ho detto: "Non ho intenzione di frequentarvi..."».

MA DIAMOCELA TUTTI A GAMBE!
Nelle intercettazioni si parla spesso di ufficiali italiani in fuga. L'ammiraglio Leopardi, comandante delle fortezza di Augusta, una volta prigioniero, è intercettato dagli inglesi l'11 agosto 1943 mentre afferma: «Ho pensato di sparire in borghese. Alla fine se tutti gli altri se ne vanno non si vede perché non dovrebbe fuggire anche l'ammiraglio.. Perché mai dovrei rimanere? Non sarò mica così fesso? Diamocela tutti a gambe». Due generali italiani - i loro nomi non sono riportati - dopo la terza disfatta del novembre 1942 in Africa settentrionale sono registrati mentre convengono che: «È meglio non dire che cosa è successo: per esempio, che non abbiamo opposto alcuna resistenza». [G. B.]

 

 

PRIMO MAGGIO: FESTA DELLE AMERICANATE - “THE AVENGERS” HA DI NUOVO SBANCATO I BOTTEGHINI (1,4 MLN €), DOPPIANDO “HUNGER

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(ASCA) - Con un incasso di 10.977.233 euro in sette giorni, ''The Avengers'' entra nella classifica dei primi 10 incassi di questa stagione. Nella sola giornata del primo Maggio il film con Scarlett Johansson e Robert Downey Jr ha superato la new entry ''Hunger Games'' incassando il doppio del film di Gary Ross con Jennifer Lawrence. Resiste in terza posizione ''To Rome With Love'' di Woody Allen che ha superato i 6 milioni d'incasso.

SCARLETT JOHANSSONAVENGERS

Incassi Primo Maggio (Dati Cinetel).
1) The Avengers, 1.387.426 euro, Tot. 10.977.233.
2) Hunger Games, 589.737, Tot.649.516.
3) To Rome With Love, 413.418, Tot. 6.419.375.
4) Ho Cercato Il Tuo Nome, 159.849, Tot. 1.056.418.
5) The Rum Diary, 132.146, Tot. 846.406.

Completano la top 10 Il castello nel cielo, sesto con 98.872 euro; Quasi amici, che con gli 88.783 euro di ieri porta il realizzo totale a 14.194.005 euro; ottavo Street Dance 2; nono Biancaneve, con oltre 5 milioni totali; fanalino di coda, Battleship, che supera i 4 milioni complessivi.

THE AVENGERS: ROBERT DOWNEY JR E MOGLIETHE HUNGER GAMES


Ecco i maggiori dieci incassi della stagione (Dati Cinetel).
1) Benvenuti al Nord, 27,1 milioni di euro.
2) Sherlock Holmes - Gioco di ombre, 18,6.
3) Il gatto con gli stivali, 16,3.
4) Breaking Dawn - Parte 1, 15,7.
5) Quasi amici, 14.
6) Kung fu Panda 2, 12,5.
7) Immaturi Il viaggio, 11,8.
8) Vacanze di Natale a Cortina, 11,7.
9) I Puffi, 11,3.
10) The Avengers, 10,9.

 

MORTO UN BIN LADEN SE NE FA UN ALTRO - UN ANNO FA I NAVY SEALS UCCISERO BIN LADEN - ORA SONO IN UGANDA A CERCARE KONY

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1 - UGANDA KONY È INAFFERRABILE LA GIUNGLA INGHIOTTE I NAVY SEALS...
Maurizio Molinari per "la Stampa"

A un anno dall'eliminazione di Osama bin Laden la missione più difficile che i Navy Seals si trovano a svolgere avviene in un'area dell'Africa centrale coperta dalla giungla dove il nemico da catturare è lo spietato leader Joseph Kony, alla guida di un esercito di bambini trasformati in killer.

JOSEPH KONY

A Obo, nella Repubblica Centrafricana, una ventina di soldati delle truppe speciali americane hanno creato un avamposto che, in coordinamento con la base nei pressi dell'aeroporto ugandese di Entebbe, serve come punto di partenza per perlustrare un'area grande quanto la California, che include anche territori del Sud Sudan e del Congo.

Da quando, circa un anno fa, il presidente Barack Obama ha ordinato al Pentagono di inviare cento soldati delle truppe speciali per dare la caccia a Kony, inseguito dal 2005 da un mandato di cattura del Tribunale penale internazionale per crimini contro l'umanità, il generale Carter Ham, a capo del Comando Africa, coordina una gigantesca caccia all'uomo che vede Navy Seals e Berretti Verdi affiancare migliaia di soldati dei quattro Paesi africani con il sostegno di satelliti, droni e le più moderne apparecchiature dell'intelligence elettronica e per i combattimenti notturni.

BERRETTI VERDI NELLE FORESTE DELL'UGANDA ALLA RICERCA DI KONY

Finora però tale poderoso apparato si è dimostrato inutile. «Questa impresa non sarà affatto semplice», ammette Ken Wright, capitano dei Navy Seals, incontrando a Obo un gruppo di reporter americani. Il motivo è che la combinazione truppe speciali-intelligence d'avanguardia - che ha rovesciato i taleban a Kabul, sgominato Al Qaeda nel Triangolo sunnita iracheno e portato all'uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan - funziona assai meno nella giungla.

Basti pensare che droni e satelliti non riescono a vedere attraverso la fittissima vegetazione che copre gran parte del territorio del Lord's Resistence Army (Esercito di Resistenza del Signore) di Kony, perché il fogliame confonde il terreno, impedisce l'identificazione dei suoni e crea spesso false immagini.

NAVY SEALS IN AZIONE

I bambini-soldato di Kony si muovono alla cieca nella stessa area e, come un rapporto dei Berretti Verdi spiega, ciò significa saper evitare fiumi infestati da coccodrilli, identificare frutti e animali di cui cibarsi, muoversi su centinaia di chilometri quadrati ricoperti da erba alta fino a quattro metri, dove gli unici ad aggirarsi sono gli elefanti.

Quando i militari africani tentano di seguire le tracce di Kony, finiscono nelle trappole della Natura: soldati ugandesi sono stati sbranati dai coccodrilli mentre altri non sono mai tornati da pattugliamenti condotti nella giungla. «Kony combatte come se fossimo ancora nell'età della pietra» aggiunge il capitano dei Navy Seals, riferendosi ai rifugi offerti dal terreno, alla capacità di alimentarsi nella foresta e agli attacchi condotti con machete e frecce per evitare di attirare l'attenzione con il rumore delle armi da fuoco.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite consegnato al governo dell'Uganda, da quando i Navy Seals gli stanno dando la caccia, Kony ha dimostrato una maggiore vitalità, aumentando gli attacchi ma con una differenza rispetto al passato: uccide di meno e rapisce di più. È una strategia ispirata alla convinzione, da lui affidata a più proclami trasmessi con il passaparola e i corrieri, che «non importa quanti di noi vengono uccisi perché per rigenerarci ci bastano dieci combattenti».

I NAVY SEALS IN AZIONE NOTTURNA

Da quando era giovane chierichetto in un villaggio cattolico nell'Uganda del Nord, Kony si è trasformato in un profeta del terrore, circondato da bambini-guerrieri e bambine-spose, nella convinzione di poter creare, in Uganda o altrove, un regno basato su una propria versione dispotica dei Dieci Comandamenti che assegna a lui mansioni divine individuando in ogni altro essere umano una vittima o un suddito.

obama barak

Il video online di «Invisible Children» intitolato Kony2012 ha trasformato questa piaga africana - gli vengono attribuiti 2.500 morti e 465 mila profughi - in uno dei temi di politica internazionale di maggiore attenzione per il pubblico americano ma il tentativo del Pentagono di eliminare il profeta-massacratore finora si è arenato davanti alla banale constatazione, ammessa dal capitano «Gregory» dei Berretti Verdi, che «molte delle nostre attrezzature nella giungla non riescono a funzionare perché la vegetazione assorbe segnali e suoni» che il deserto esalta.

Fra i militari Usa c'era chi ipotizzava che Kony avrebbe lanciato attacchi contro gli avamposti creati nella sua zona di operazioni ma finora si è dimostrato troppo scaltro per farlo, preferendo piuttosto stare alla larga. La conseguenza è che da mesi Kony è scomparso nel nulla e ai Navy Seals non resta che raccogliere testimonianze di pastori nomadi, cacciatori indigeni e ricordi dei militari locali nel tentativo di disegnare una mappa dei movimenti sul terreno fatti in passato dall'esercito dei soldati-bambini nella convinzione che, prima o poi, Kony torni sugli stessi sentieri commettendo l'errore fatale.

BARACK OBAMA

2 - MAGO,MEDIUM EPOLIGAMO...
Da "la Stampa"
- Joseph Kony, l'inafferrabile e spietato guerrigliero che guida un esercito di bambini, è nato a Odek, un villaggio nel Nord dell'Uganda, nel 1961. A 25 anni è entrato nel movimento millenarista dell'Holy Spirit. Dichiarandosi medium, e perciò guidato da uno spirito superiore, ha raccolto i ribelli sbandati e ne ha fatto il suo Esercito del Signore. Si dice che compia rituali magici per proteggere i propri soldati, sostenendo che le pallottole si trasformeranno in acqua. Mettendo insieme cristianesimo e islam, prega sia la domenica sia il venerdì. Si dice anche che abbia 60 mogli.

 

 


UDC (UNIONE DEI CARCERATI) - SI AVVICINANO LE AMMINISTRATIVE E PIERFUBY VA A TROVARE IN CARCERE CUFFARO

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1- MAFIA: CASINI, VADO A TROVARE CUFFARO IN CARCERE E NON MI VERGOGNO (Adnkronos) - "Vado a trovare regolarmente Cuffaro in carcere e non me ne vergogno, e' un mio dovere morale e come cittadino". Lo ha detto Pierferdinando Casini parlando dell'ex Presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro che sta scontando una pena a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra.

TOTO CUFFARO - COPYRIGHT PIZZI CASINI

2- LAURO (PDL), CASINI STIA ATTENTO ALLA PAX MAFIOSA
(ANSA)
- "Casini, come persona e come cristiano, ha il diritto di rivendicare il suo dovere morale di visitare Cuffaro in carcere. Come leader politico, farebbe bene ad essere più attento e riservato, affinché un dovere morale non diventi, di fatto, al di là delle buone intenzioni, e di fronte all'opinione pubblica, una sconfessione della strategia di guerra alla mafia ed un avallo ad acquiescenze, a collusioni e a connivenze di qualsiasi genere con la criminalità organizzata".

raffaele lauroCASINI

Lo dice il senatore del Pdl Raffaele Lauro membro della commissione antimafia. "La sciagurata strategia della cosiddetta pax mafiosa, che ha caratterizzato le classi dirigenti della prima repubblica deve essere - afferma Lauro - estirpata e non può più avere cittadinanza, a Palermo, come a Milano! Va affermato con chiarezza, a venti anni dalle stragi di Capaci e di via d'Amelio".

 

IL FESTIVAL DELLA PANTOMIMA - MÜLLER GRIDA AL COMPLOTTO E SI FA REGISTA OCCULTO DELLA PETIZIONE PRO DOMO SUA…

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Michele Anselmi per Dagospia

MARCO MULLER

Come vogliamo chiamarlo? Uno scherzo di maggio? Il campionato italiano del rigiro della frittata? Ci mancava pure, dopo tutto quello che è successo in questi mesi, l'appello in favore di Marco Müller sottoscritto dal mondo del cinema. Meglio: da una parte di quel mondo del cinema, alla voce amici, parenti e premiati, interessata a far andare in porto comunque una faccenda, ormai imbarazzante. Da molti punti di vista.

GIANNI ALEMANNO

La petizione è stata richiesta dallo stesso direttore del Festival di Roma, o di come accidente si chiamerà dopo la sua cura da cavallo, ormai sentendosi «non più sostenuto come all'inizio di questa avventura» (leggo da un articolo di Paolo Fallai sul "Corriere della Sera" di venerdì scorso). E ti credo!

A causa del ponte del 1° maggio c'è voluto qualche giorno per mettere insieme le firme, finora 155, naturalmente destinate ad aumentare per dare l'idea dell'emergenza, del passaggio cruciale, del fatto, insomma, che Marco Müller, da settimane nuovo direttore della cine-kermesse capitolina, l'uomo fortemente voluto dalla governatrice Polverini, dal sindaco Alemanno, dal banchiere Luigi Abete e dal presidente dell'Anica Riccardo Tozzi, oggi sarebbe stato messo nell'impossibilità di lavorare dai suoi stessi sponsor politici.

GIANNI ALEMANNO RENATA POLVERINI

Di prima mattina, arriva la mail dettagliata così intitolata in rosso, tutto in maiuscolo:

IL CINEMA ITALIANO SI SCHIERA CON MARCO MÜLLER: DA BELLOCCHIO ALLA FERILLI, DA BERTOLUCCI A FIORELLO, DA OLMI A PAPALEO, DA ELISA A SALVATORES, OLTRE 150 I PRIMI FIRMATARI DELL'APPELLO.

RENATA POLVERINI

Segue preoccupato appello tra virgolette, che proponiamo ai lettori di Dagospia in attesa che finisca domani sui giornali, con calda richiesta di pubblicazione. Dice (già con una bugia iniziale): «Abbiamo salutato con grande entusiasmo la nomina di Marco Müller a direttore del Festival del Film di Roma. Un fabbricante di festival e rassegne che torna nella sua città per costruire un modello nuovo di festival metropolitano.

Una piattaforma inedita e riconoscibile. Un appuntamento che cerchi un rapporto diverso con l'industria, gli spettatori, le forme espressive. La sua professionalità, il suo estro e la sua consolidata reputazione, messi al servizio della manifestazione romana, possono aprire una nuova e feconda fase del Festival. Il Roma Fest che diventa in modo ancora più evidente grande vetrina, laboratorio, tappeto rosso e luogo di riflessione per il cinema italiano e per quello internazionale. Roma capitale delle nuove storie da immaginare per il prossimo futuro.

«Per questi motivi ci rivolgiamo agli uomini politici e agli amministratori coinvolti nell'organizzazione di questo importantissimo evento affinché Marco Müller possa essere messo effettivamente nelle condizioni di garantire lo svolgimento di un'edizione 2012 ormai quasi troppo prossima.

SABRINA FERILLI

Perdere altro tempo sarebbe una sconfitta per Roma e uno scacco durissimo per il cinema italiano. Una replica, non richiesta, di "Tanto rumore per nulla" sarebbe, a questo punto, insostenibile. E condurrebbe probabilmente alla morte dell'evento e alla cancellazione delle prospettive future». E via con le firme in ordine alfabetico, consultabili più in basso.

L'appello, come si diceva fortemente sollecitato dallo stesso Müller su richiesta di alcuni potenti produttori dell'Anica, dovrebbe servire a sbloccare una situazione che in realtà ha contribuito a bloccare lo stesso direttore, facendo richieste sempre più esose e improbabili, certo di sfangarla per diventare il nuovo cine-imperatore romano.

Invece le cose si sono complicate, nessuno sa più bene come uscire dall'impasse, alcuni dei soci fondatori della Festa che fu veltroniana stanno perdendo la pazienza a causa dei bizzosi diktat di Müller su compensi, date, sedi e collaboratori, sicché s'è deciso di chiamare alla mobilitazione "militante" il mondo del cinema.

RICCARDO TOZZI

Ma sulla base di un messaggio piuttosto insensato, spedito per sms, che appunto rovescia clamorosamente la frittata. Eccolo. «Entro domani mattina dobbiamo unirci per aiutare il Festival di Roma affinché non venga chiuso... Quello che poi vorrebbe Alemanno! Müller ha portato in commissione un piano finanziario molto inferiore a quello dell'anno scorso, nonostante questo stanno facendo guerra a Müller per affondare lui e il Festival. C'è bisogno del tuo nome perché questa notizia possa uscire sui giornali dopodomani. I primi firmatari sono 100. Da Bellocchio a Bertolucci, da Martone a Mastandrea e tanti altri. Se mi date un segno affermativo procedo a comunicarlo».

In prima linea, nella raccolta delle firme, Graziella Bonacchi e Francesca Calvelli, la prima famosa agente di attori, la seconda illustre montatrice. Naturalmente anche Müller ha spedito accorati sms ai big, spiegando, in sostanza che, dopo averlo scelto contro tutto e tutti, adesso il centrodestra vorrebbe farlo fuori. Vabbè.

In realtà, pure la dirigenza dell'Anica non sa più che pesci pigliare dopo essersi infilata in questo pasticciaccio brutto, mal partito e peggio gestito. Che si faccia o no, a ottobre o a novembre, oppure a ottobre e novembre, quello che fu prima Festa e poi Festival è diventato un boomerang per l'impagabile coppia Polverini-Alemanno; anche la dimostrazione che Müller, uomo brillante, colto e dalle mille risorse, forse non era la persona giusta per pilotare la kermesse capitolina.

MARCO BELLOCCHIO

Sarebbe stato un segno di saggezza, da parte del mondo del cinema italiano, almeno alla voce artisti, non farsi coinvolgere così maldestramente nel pastrocchio, in buona misura creato dal direttore sinologo, peraltro ancora senza contratto a causa delle sue richieste, tanto più di fronte al penoso spettacolo quotidianamente registrato dai giornali. Ma si sa: in Italia si corre sempre in soccorso del vincitore.

Le firme (Per adesioni: appellopermueller@gmail.com)

LUIGI ABETE

I firmatari:
1. Cesare Accetta (direttore della fotografia)
2. Stefano Accorsi (attore)
3. Michele Alaique (attore e regista)
4. Giorgio Albertazzi (regista e attore)
5. Gigio Alberti (attore)
6. Eric Alexander (regista e attore)
7. Aureliano Amadei (regista)
8. Yuri Ancarani (regista)
9. Pierpaolo Andriani (sceneggiatore)
10. Laura Angiulli (regista)
11. Amedeo Bacigalupo (produttore)
12. Franco Battiato (regista e compositore)
13. Marco Bellocchio (regista)
14. Bernardo Bertolucci (regista)
15. Marta Bifano (attrice)
16. Claudio Bigagli (regista attore e sceneggiatore)
17. Barbora Bobulova (attrice)
18. Anna Bonaiuto (attrice)
19. Alessio Boni (attore)
20. Francesco Borghi (attore)
21. Andrea Bosca (attore)
22. Tinto Brass (regista)
23. Paolo Briguglia (attore e regista)
24. Antonella Bussanich (regista e artista video)
25. Gianfranco Cabiddu (regista)
26. Francesca Calvelli (montatrice)
27. Felice Cappa (regista)
28. Massimo Cappelli (regista)
29. Carlo Carlei (regista e sceneggiatore)
30. Valentina Carnelutti (attrice)
31. Chiara Caselli (attrice)
32. Romeo Castellucci (regista)
33. Fabrizio Cattani (regista)
34. Valentina Cervi (attrice)
35. Simone Contu (regista)
36. Daniele Ciprì (regista)
37. Giorgio Conte (compositore e cantautore)
38. Tilde Corsi (produttrice)
39. Pappi Corsicato (regista)
40. Saverio Costanzo (regista)
41. Emanuele Crialese (regista)
42. Maria Grazia Cucinotta (attrice e produttrice)
43. Angelo Curti (produttore)
44. Felice D'Agostino (regista)
45. Tosca D'Aquino (attrice)
46. Giancarlo De Cataldo (sceneggiatore)
47. Pippo Delbono (regista)
48. Renato De Maria (regista)
49. Gianluca Dentici (VFX Supervisor)
50. Marco Dentici (scenografo)
51. Leonardo Di Costanzo (regista)
52. Gaetano Di Vaio (regista e produttore)
53. Elisa (cantante e musicista)
54. Roberto Faenza (regista)
55. Ennio Fantastichini (attore)
56. Antonello Faretta (regista)
57. Sabrina Ferilli (attrice)
58. Isabella Ferrari (attrice)
59. Elda Ferri (produttrice)
60. Beppe Fiorello (attore)
61. Lucio Fiorentino (regista e sceneggiatore)
62. Lino Fiorito (scenografo)
63. Maurizio Fiume (produttore e regista)
64. Flatform (registi)
65. Annalisa Forgione (montatrice)
66. Giogiò Franchini (montatore)
67. Edoardo Gabbriellini (attore e regista)
68. Giovanna Gagliardo (regista)
69. Giorgio Gallione (regista)
70. Alessandro Gassmann (regista e attore)
71. Giuseppe Gaudino (regista)
72. Massimo Gaudioso (sceneggiatore)
73. Marco Giallini (attore)
74. Mario Gianani (produttore)
75. Claudio Gioè (attore)
76. Enzo Gragnaniello (compositore e musicista)
77. Luca Guadagnino (regista e produttore)
78. Caterina Gueli (regista)
79. Alessandro Haber (attore)
80. Sabrina Impacciatore (attrice)
81. Stefano Incerti (regista)
82. Indinapolicinema (associazione)
83. Daniele Incalcaterra (regista)
84. Lorenza Indovina (attrice)
85. Fiorella Infascelli (regista)
86. Babak Karimi (montatore e attore)
87. Peppe Lanzetta (regista e attore)
88. Arturo Lavorato (regista)
89. Edoardo Leo (attore e regista)
90. Armin Linke (regista)
91. Guido Lombardi (regista)
92. Carlo Luglio (regista e sceneggiatore)
93. Stefano Lorenzi (regista e sceneggiatore)
94. Pietro Marcello (regista)
95. Vinicio Marchioni (attore)
96. Norma Martelli (attrice)
97. Mario Martone (regista)
98. Valerio Mastandrea (attore, regista e produttore)
99. Pippo Mezzapesa (regista)
100. Giovanna Mezzogiorno (attrice)
101. Lorenzo Mieli (produttore)
102. Enzo Monteleone (regista e sceneggiatore)
103. Salvatore Mereu (regista)
104. Stefano Mordini (regista)
105. Serafino Murri (regista)
106. Carlotta Natoli (attrice)
107. Anna Negri (regista)
108. Claudio Noce (regista)
109. Fabio Nunziata (montatore)
110. Ermanno Olmi (regista)
111. Amedeo Pagani (produttore)
112. Marco Antonio Pani (regista)
113. Gianfranco Pannone (regista)
114. Rocco Papaleo (regista e attore)
115. Sonia Peng (scenografa)
116. Roberto Perpignani (montatore)
117. Alessandro Pesci (direttore della fotografia)
118. Alessandro Piva (regista)
119. Michele Placido (regista e attore)
120. Silvia Polato (produttrice)
121. Jacopo Quadri (montatore)
122. Galatea Ranzi (attrice)
123. Michele Riondino (attore)
124. Alba Rohrwacher (attrice)
125. Alice Rohrwacher (regista)
126. Alessandro Roja (attore)
127. Gianni Romoli (sceneggiatore e produttore)
128. Gianfranco Rosi (regista)
129. Alessandro Rossetto (regista)
130. Fabrizia Sacchi (attrice)
131. Stefania Sandrelli (attrice e regista)
132. Piero Sanna (regista)
133. Gabriele Salvatores (regista)
134. Isabella Sandri (regista)
135. Giuliano Sangiorgi dei Negramaro (compositore e musicista)
136. Claudio Santamaria (attore)
137. Paolo Sassanelli (attore)
138. Greta Scarano (attrice)
139. Toni Servillo (attore e regista)
140. Elisabetta Sgarbi (regista)
141. Giovanni Soldati (regista)
142. Anna Sozzani (attrice)
143. Gianluca Tavarelli (regista)
144. Cinzia Th Torrini (regista)
145. Andrea Tidona (attore)
146. Mattia Torre (sceneggiatore e regista)
147. Riccardo Tozzi (produttore)
148. Thomas Trabacchi (attore)
149. Fabio Troiano (attore)
150. Pietro Valsecchi (produttore)
151. Grazia Verasani (sceneggiatrice)
152. Marco Visalberghi (produttore)
153. Maurizio Zaccaro (regista)
154. Zapruder filmmakersgroup (registi)
155. Paolo Zucca (regista)

BERNERDO BERTOLUCCI MAX Fiorello


LISTA AGGIORNATA ALLE ORE 10.00 DEL 2 MAGGIO

 

 

 

GOVERNO BATTUTO IN SENATO SULLE PENSIONI DEI MANAGER PUBBLICI - GRILLO: NOMINARE AMATO È UNO SCANDALO

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1- SENATO: GOVERNO VA SOTTO IN AULA SU PENSIONI MANAGER
(ANSA) - Il governo è stato battuto in Senato su un emendamento di Idv che ha abrogato un articolo del decreto sulle commissioni bancarie, che conteneva una norma a favore delle pensioni dei manager pubblici. I favorevoli sono stati 124 (Idv, Lega e Pdl), i contrari 94.

MARIO MONTI

L'articolo che è stato abrogato, integrava un comma del decreto Salva Italia, che imponeva un contributo di solidarietà per gli stipendi dei manager pubblici oltre i 300.000 euro annui. L'articolo stabiliva che questo "taglio" di stipendio era ininfluente ai fini della definizione della pensione per la parte calcolata con il metodo retributivo.

"Questo articolo - aveva spiegato in aula il sottosegretario Claudio De Vincenti - fa sì che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno già maturato i requisiti di pensionamento, che volontariamente prolungano la loro attività, al momento dell'andata in pensione avranno l'assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012". L'articolo non comportava oneri per la finanza pubblica e il governo lo aveva inserito nel decreto sulla commissioni bancarie per evitare possibili ricorsi, alla luce di precedenti sentenze della Corte costituzionale in tema previdenziale.

luigi li gotti

Il blitz è avvenuto a seguito dell'approvazione, all'inizio del voto sugli emendamenti, di un ordine del giorno di Lucio Malan (PdL) sugli esodati. Esso impegnava il goveno a risolvere il problema degli esodati "prima" di qualsiasi altro intervento pensionistico a favore di altre categorie. Una volta giunti al voto sull'articolo del decreto che riguardava le pensioni dei manager pubblici, Luigi Li Gotti (Idv) ha sottolineato che la "logica conseguenza" dell'ordine del giorno precedente sarebbe stata la cancellazione dell'articolo in questione. La tesi è stata appoggiata dalla Lega e dal Pdl, con Giacomo Caliendo. Il Pd, con Giovanni Legnini si è invece dichiarato contro la cancellazione dell'articolo.

GIACOMO CALIENDO


2- GOVERNO:GRILLO, NOMINA AMATO?UN VAFFA DELLA CASTA A ITALIANI
(ANSA) - "Giuliano Amato nominato super-consulente da Rigor Montis sui soldi pubblici ai partiti è uno schiaffo agli italiani. Una pernacchia. Un potente vaffanculo della Casta. Una provocazione. E' come buttare un fiammifero acceso in un pagliaio". Così il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, sul suo blog. "Qualche volta - prosegue - mi chiedo se Monti e il Trio Lescano che lo appoggia abbiano veramente capito dove si trovano, in quale momento storico. L'Italia è sull'orlo del collasso economico, dopo il quale può succedere di tutto. Al confronto di Rigor Montis, di Alfano, Bersani e Casini, Maria Antonietta, alla quale venne attribuita la frase 'Se non hanno pane, mangino brioches!', rivolta al popolo affamato durante la Rivoluzione francese, è una statista".

GIULIANO AMATO

"Giuliano Amato ha una certa esperienza nel maneggiare i soldi e di finanziamenti pubblici, è stato tesoriere del PSI di Craxi. Uno dei rari casi in cui il tesoriere fa carriera e il capo finisce sotto accusa e latitante. L'esatto contrario dei tesorieri Belsito della Lega e di Lusi della Margherita. Si invocano i tagli e si imbarca un tizio che prende 32.000 euro di pensione al mese. E' uno scherzo di Carnevale? Per le pensioni va applicato un tetto massimo di 3.000 euro. Sono più che sufficienti per vivere. Con il risparmio (valutabile in 7 miliardi di euro all'anno) delle mega pensioni, doppie e triple, dei vitalizi dei politici si apra un fondo per pagare i debiti che lo Stato ha con gli imprenditori che si suicidano al ritmo di uno o due al giorno".

beppe grillo

"Affidare un incarico al superpensionato Amato per contenere i costi è una dichiarazione di guerra a chi non riesce a mangiare con la sua pensione e dopo il taglio di 200 euro al suo misero reddito decide farla finita buttandosi dal terrazzo. I sacrifici, o li facciamo tutti, o non li fa nessuno! Ma questo, Rigor Montis non lo sa. Non capisce che senza esempi, occupandosi di ritagli e frattaglie al posto dei tagli e senza l'appoggio dell'opinione pubblica, è già finito. Che sarà travolto. Un ferrovecchio a cui i partiti cercheranno di attribuire le colpe per poi essere spazzati via a loro volta. Loro non si arrenderanno mai. Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento (ma forse loro non ci saranno)", conclude Grillo.

 

A ROMA SÌ, MA SOLO A CERTE CONDIZIONI: LE RICHIESTE PIÙ ASSURDE DELLE STAR DI HOLLYWOOD

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Enrico Lucherini per mensile "Ciak"

fendi03 madonna ciccone

CAPRICCI DA STAR
Da Madonna a Scarlett Johansson, le richieste impossibili delle celebrity. Seconda parte

SCARLETT JOHANSSON

• Al Festival di Venezia per la prima mondiale di The Queen Helen Mirren voleva essere una regina anche sul red carpet. Come fare? Semplice: indossando un gioiello del pari di quelli della Corona Inglese. Una ghiotta opportunità per Bulgari che per l'occasione tirò fuori dalle proprie cassaforti una parure vintage di brillanti dal valore inestimabile. Sul tappeto rosso la Mirren era davvero regale anche se era seguita a vista da bodyguard e poliziotti armati fino ai denti, oltre ai sette avvocati mandati in avanscoperta da Londra
dalla vera Regina Elisabetta alquanto preoccupata da gossip e polemiche che il film poteva provocare.

• Da contratto Scarlett Johansson chiedeva (e otteneva) cinque guardie del corpo, tre stanze d'albergo di cui una particolarmente luminosa per truccarsi (truccatori e parrucchieri personali che ovviamente viaggiavano con lei). Tra le varie richieste anche quella di mezze giornate a disposizione per visite guidata a Cappella Sistina e a Villa d'Este. No limits sul cibo: Scarlett è una buona forchetta... Da far impallidire perfino Penélope Cruz che ingurgita qualunque cosa.

will smith

• In fatto di richieste Madonna batte sicuramente tutti! A Roma per Evita (memorabili le sue due ore di ritardo alla première) diede il meglio di sé provando addirittura a far battezzare dal Papa in persona la sua neonata Lourdes (che assurdità...!).

Gabriele Muccino

• Per fortuna ci sono rare eccezioni. Tra queste: Will Smith. Sicuramente il più simpatico: la sua imitazione di Gabriele Muccino che lo aveva da poco diretto in La ricerca della felicità era da Oscar.

RICHIESTE A 5 STELLE
Le pretese delle celebrità in tour nel nostro Paese: dalle suite di Brando alle Vespa di Peck

Ecco le richieste e le pretese, quasi sempre ottenute, dei divi americani quando arrivano a Roma per i due o tre giorni di promozione della loro ultima fatica.

• Nel passato Elizabeth Taylor adorava mangiare alla Taverna Flavia, ristorante glamour a Roma negli anni ´60. Il proprietario Mimmo Cavicchia le mandava un prosciutto intero a New York ogni Natale. E la Taylor quando soggiornava o lavorava a Roma, aveva un'intera sala della Flavia tutta per sé. Ancora oggi, come in un museo, quella stanza è piena di oggetti personali e foto storiche di Liz. I pochi fortunati ammessi al cospetto possono ancora ammirare in una teca protetta da vetri anti proiettile le scarpette che la diva indossava in Cleopatra.

Liz Taylor

• Gregory Peck dopo Vacanze Romane chiese in regalo tre Vespe da regalare ai suoi parenti.

LEONARDO DI CAPRIO

• Marlon Brando pretese tre suite nell'albergo di Trinità dei Monti dove alloggiava e decideva a seconda dell'umore con chi dormire.

• Recentemente Leonardo Di Caprio ha accettato di venire a Roma per promuovere un suo film a condizione che potesse proseguire poi per un tour culturale tra Napoli, Capri, Positano e Pompei rigorosamente accompagnato da mamma e nonna...

• Woody Allen arriva sempre con voli privati e carico di figli, tate, moglie, sorella produttrice. Tra le svariate richieste, la più categorica è quella che i percorsi stradali non prevedano mai tunnel e sottopassaggi: la sua claustrofobia è totale! Per To Rome with Love, suo ultimo film girato interamente a Roma, aspettiamo Woody ad aprile con amore.


POSTER
Romanzo di una strage
Il ritorno del "Portaborse"

Magnifica presenza
Elegantissimo, ma forse più adatto per un film genere Funeral Party.

FERZAN OZPETEK WOODY ALLEN SUL SET

IL SILENZIO È D'ORO
«Ritengo che l'universo non sia circolare come si tende a definirlo ma ellittico»
Ferzan Ozpetek

«Ho mille file aperti, il terrore di dimenticare gli appuntamenti. Sono disordinata. Mi aiutano solo le ore di meditazione che mi danno calma e ordine mentale»
Violante Placido

«Vorrei riprendere la psicanalisi ma mi frena un aspetto che mi dà molto fastidio: troppi analisti sono evasori fiscali»
Laura Morante

«La miseria... non sapevo cosa fosse la miseria. Si vive bene anche se si mangia pane ammuffito»
Valentina Cortese

LAURA MORANTE VIOLANTE PLACIDO

«In amore sono caliente, molto meridionale. Posso chiudere a chiave il mio uomo in una stanza e dire "E ora facciamo l'amore tutta la notte"».
Giuliana De Sio

«Sembra ridicolo ma ne siamo ossessionati, gli orifizi hanno un controllo su di noi: organi orali e sessuali, cibo ed escrementi».
David Cronenberg

«Mi fa ridere il sarcasmo, mi diverte la cattiveria, mi piace il veleno».
Riccardo Scamarcio

SUPER IPERBOLE
La nuova Anna Karenina sarà Keira Knightley?
E allora "Via col mento".

 

CHI È SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA MOTO - SE DE MARTINO FRA EMMA E BELEN HA SCELTO LA PIÙ BONA, CHE C’È DI MALE?

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Belen Rodriguez insultata ma rubare il fidanzato non merita la gogna

Daniela Mastromattei per "Liberoquotidiano.it"

EMMA MARRONE A SANREMO BELEN RODRIGUEZ

Il suo motto: «Parlatene pure purché se ne parli». Belen Rodriguez non ha mai nascosto il piacere che prova nell'apparire e nel sentirsi personaggio. Lo ha dimostrato fin dalla sua Isola dei Famosi. Non ha mai nascosto neppure di non voler compiacere il pubblico a costo della sua libertà. Non avrebbe avuto un fidanzato ingombrante come Fabrizio Corona. Non avrebbe fatto tante altre scelte audaci, non avrebbe mostrato al mondo intero la sua farfallina. Lì il commento dei più maligni, di quell'Italia benpensante che non ha ancora capito che il male risiede altrove, è stato: «Cosa non si fa per guadagnare le prime pagine dei giornali...».

Belen è la Belen che ruba il fidanzato alla cantante Emma. «Da applauso, e brava l'argentina», hanno urlato le amanti di tutto il pianeta per anni costrette nell'ombra a lottare per essere le prescelte del mascalzone di turno che però non si decide a lasciare la compagna ufficiale. Ovazioni alla donna determinate che mette l'uomo immediatamente davanti a una scelta: o con me o con lei. E lui Stefano Martino, il ballerino, rivelazione di Amici, che non è un santo, visto che già in passato aveva tradito la sua Emma, messo alle strette ha scelto la showgirl dalla sensualità prorompente. Mica scemo.

Le fan di Emma potranno anche fischiare la «farfallina» Belen, come hanno fatto sabato scorso durante il programma di Maria De Filippi. Intanto Stefano ha scelto la bella argentina. E non l'ha scelta con una pistola puntata alla tempia. L'ha scelta perché gli amori finiscono, le storie si chiudono. Gli uomini e le donne si innamorano ma poi si lasciano. Al cuore non si comanda.

BELEN RODRIGUEZ Belen Stefano de martino primo bacio

Ma se i fischi di una settimana fa, potevano dare fastidio, gli insulti di ieri sui social network dopo l'incidente di Belen e Stefano (con la moto regalata al ballerino da Emma quando erano fidanzati) fanno indignare. Su Facebook e Twitter bande di gente senza cervello hanno usato parole pesanti contro la showgirl. Hanno avuto un incidente, sono finiti in ospedale, vorrei ricordare loro. Poteva andare decisamente peggio, ma per fortuna stanno bene (se la sono cavata con qualche contusione e alcune ferite alle braccia).

E ieri sera la coppia tanto discussa ha partecipato al programma di Amici, ma senza ballare, naturalmente. Emma, come promesso, ha cantato "Bella senz'anima" di Riccardo Cocciante. «È la mia conferenza stampa: non scelgo mai a caso, l'ho scelta per esorcizzare un sacco di cose», ha detto la cantante salentina, riferendosi evidentemente a chi le ha soffiato il fidanzato.

FABRIZIO CORONA Emma Marrone

Ma c'è qualcuno, come Selvaggia Lucarelli, che non crede assolutamente alla relazione tra la Rodriguez e De Martino. E se fosse tutta una macchinazione orchestrata da Fabrizio Corona? La teoria non è così fantasiosa come sembra. Lucarelli lancia indizi suggestivi dal suo profilo Twitter: «Curioso che alla prima uscita con Belen, Stefano vesta Rock ‘n Roll, marchio da sempre legato a Corona».

Sul nostro sito wwwliberoquotidiano.it ci sono le foto a confronto di De Martino e Corona: indossano la stessa identica t-shirt. Un caso... strano. La verità è che il re dei paparazzi in questi giorni appare nervoso più che mai. Prima tratta male quelli di Striscia la notizia, e dopo l'incidente di Belen, l'altra notte Fabrizio, avvicinato da un giornalista, ha risposto con insulti e botte. La reazione di un uomo innamorato o preoccupato?

 

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