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METTETE DEI “FLOWERS” NEI VOSTRI CANNONI - SOLDI, SOLDI SOLDI: IL POMPETTA ERA IL BANCOMAT DELLE OLGETTINE…

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Piero Colaprico e Alessandra Corica per "la Repubblica"

Nei due processi, il Ruby-Silvio e il Ruby-Fede, stanno accadendo alcuni fatti che possono rendere ancora più franosa la posizione di Silvio Berlusconi. I pubblici ministeri stanno cercando di mettere in evidenza davanti ai giudici quando e come, e dopo quali incontri e telefonate, Karima El Mahroug, detta Ruby, cambi le versioni.

IMANE FADIL ESCE DAL TRIBUNALE DI MILANO

In questa chiave hanno un indubbio interesse pubblico le intercettazioni che stiamo sintetizzando su Repubblica.it, "limate" nella durata e nel contenuto. C'è una Ruby che racconta alcune cose agli amici e poi una Ruby che racconta di dover «passare per pazza».

C'è la guerra delle ragazze per i soldi da prendere: «A lei nine flowers», cioè novemila euro, «a me niente». C'è chi dice al ragionier Giuseppe Spinelli, inespressivo ufficiale pagatore: «Ho parlato con papi, che mi ha chiamato ieri sera, mi ha detto: "Se hai bisogno". Passo da lei, va bene?». C'è Marysthelle Polanco che chiama la mattina e dice: «Ho fatto un sogno bello, amore! Che dicevi a Pingitore» di prenderla nel Bagaglino.

imane fadil

E Berlusconi dopo il provino della sua protetta sottolinea: «Te l'ho procurato io». Ma poco dopo si lamenta e cerca conforto: «Sono in un momento difficilissimo della mia vita politica, ho fatto quattro discorsi in Parlamento, veramente dura (...) sono in una guerra durissima, quando vinco la guerra - dice ad Aris Espinoza - poi ti vedo e approfitto delle tue labbra».

SILVIO BERLUSCONI MARYSTHELL POLANCO

L'INPUT RUBY
Le ragazze squittiscono (non c'è altro verbo), non confortano affatto, ma chiedono soldi: euro per il trasloco, euro per la scuola di recitazione. Si sente Emilio Fede dire a proposito della nuova fidanzata di Berlusconi, la montenegrina Katarina Knesevic: «Quella è una tragedia». Il clima generale sembra rispecchiare il capo d'imputazione. E va espresso molto chiaramente un concetto base, che è entrato spesso nelle polemiche politico-giudiziarie: Ruby, minore all'epoca dei fatti dei processi, non è mai (mai) stata ritenuta attendibile dai pubblici ministeri. Non è stata creduta, ma ascoltata, «verbalizzata», e utilizzata come input: e che input.

Parlava di ragazze che si spogliano, si toccano, rallegrano Berlusconi, e ottengono soldi e case gratis, e queste situazioni sono state verificate. Parlava del bunga bunga, e il bunga bunga è stato riscontrato. Nell'aula del processo Ruby-Silvio è entrata Melania. È l'amica di Nicole Minetti, quella che viene «briffata» su «zoccole e disperate delle favelas». Il suo stupore per quella serata è ancora totale, credeva di parlare del suo curriculum, invece «le ragazze avevano atteggiamenti piuttosto provocanti e mostravano chi il sedere chi il seno in maniera ammiccante, e per me imbarazzante. Mi metteva in difficoltà, ero lì seduta e stavo cenando».

u cv21 pierfrancesco pingitore

MELANIA L'ESTRANEA
Davanti ai piatti obbligatoriamente senz'aglio inizia quel «qualcosa» che Berlusconi minimizza in «burlesque» (secondo un sondaggio di Sky non gli crede che una minoranza), ma che tale non sembra alla teste: «Notavo - ha detto Melania, ragazza benestante e laureata, davanti ai giudici - che quest'atteggiamento era invece gradito da Silvio Berlusconi, come dal resto dei commensali, quindi mi sentivo decisamente l'unica a non aderire (...) Iniziai a sentire questo nome "bunga bunga", e "andiamo di sotto, scendiamo"».

berlusconi

La discoteca di Arcore, vista da un'estranea, com'è? «Qualcuna delle ragazze si travestì da poliziotta, da infermiera, da coccinella, qualcuna si tolse qualche indumento (...) Andavano verso Berlusconi, ho visto dei baci, palpeggiamento sul sedere, sul seno, ma non soffermai lo sguardo».

E queste sono «cene eleganti»? E a queste cene che partecipa una minorenne? E questa minorenne, scappata da una comunità, viene fatta passare per la nipote di Mubarak? Se i visitatori del sito di Repubblica si stanno facendo una loro idea - ci sono le voci autentiche, le frasi, le «pause» di protagonisti e comparse - il tutto va però inquadrato senza perdere di vista le mosse dei pubblici ministeri.

Nelle udienze dei due processi milanesi sono stati recentemente ammessi i nuovi accertamenti della Procura sui soldi versati dall'ex premier, tramite bonifico, a Nicole Minetti, e da lei girati il giorno dopo agli avvocati. S'indaga su altri bonifici.

NICOLE MINETTI EMILIO FEDE

I DEPISTAGGI
Il pubblico ministero Antonio Sangermano ci ha tenuto molto, interrogando i vari poliziotti che hanno partecipato alle indagini, alla cronologia dei fatti: i detective dovevano raccontarli così come venivano scoperti. Perché? L'attenzione è concentrata non solo sul «passato», ma anche sui possibili depistaggi «attuali» dell'indagine e del processo. Una delle poche testimoni non ostili all'accusa, e cioè Imane Fadil, ha vinto la paura e ha detto: «Mesi fa sono stata avvicinata da un uomo, mi ha consegnato un telefonino. Avrei dovuto chiamare Arcore e non dire niente a nessuno».

Ma non l'ha fatto. Non erano fantasie, quelle della modella marocchina Fadil. La scheda telefonica c'era ed è stata consegnata alla polizia giudiziaria: «Gli accertamenti sono in corso», viene detto, ma secondo indiscrezioni questo depistatore esiste davvero e sembra siano vicini all'identificazione. E la domanda cruciale è: per conto di chi agiva?

 


PASSERINA SE LA TIENE STRETTA (“L’IDEONA”) - CORRADINO HA PERSO LA SICUMERA DI UNA VOLTA: “NON C’È UN’IDEONA”…

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Giancarlo Perna per "il Giornale"

CORRADO PASSERA

A lungo enfant prodige dell'economia italiana, Corrado Passera non è ormai più enfant a 57 anni e ha smesso di essere prodige da quando, entrato nel governo, non ha fatto un tubo. Dal seggio di ad di Intesa SanPaolo, poco prima di diventare ministro dello Sviluppo, Corradone (eretto, sfiora l'1,90) tirava le orecchie al Berlusca e Tremonti trattandoli da brocchi incapaci di raddrizzare la barca dell'economia.

CORRADO PASSERA SUPERSTAR CON MOGLIE

Lasciava intendere che lui avrebbe risolto con uno schiocco di dita. Ecco, in un'intervista al Corriere della Sera, come strattonava i berlusconiani.
«C'è una fuga dalle responsabilità della classe dirigente. Abbiamo le risorse per vincere. C'è un potenziale enorme». Dove lo vede? Mormorava incredulo il giornalista. E Corradone, col brio dell'italiano che parla di calcio, spiegò come avrebbe fatto lui.

CORRADO PASSERA SUPERSTAR CON MOGLIE e

«Ci serve ben di più dell'uno per cento l'anno (il +1% era il misero Pil del Cav nel 2010; oggi col duo Passera-Monti è -1,5%, ndr). Il sistema Paese è fermo. Sappiamo quello che c'è da fare ma continuiamo a non farlo. La giustizia è il problema numero uno (vi risulta che il governo Monti vi abbia messo mano?). Poi le lentezze amministrative (idem). Senza strade, ponti, ferrovie, termovalorizzatori e rigassificatori, il Paese non cresce (vedete tutto questo fermento di opere pubbliche ora che la palla è in mano a Passera? Il solo ponte in cantiere, quello di Messina, lo ha bloccato lui dicendo che non è il momento; l'unico rigassificatore, in Puglia, è finito a ramengo sotto il governo Monti per intralci burocratici)».

Ma dove si trovano le risorse? chiedeva il giornalista che, ancora ignaro di quello che Passera sarebbe stato come ministro, prendeva sul serio il vaniloquio.
«Non è facile», fece Corrado con sussiego e, dopo una pausa che sottintendeva «se però mi lasciaste fare», esternò l'ideona: «Le risorse si possono e si devono trovare. Dobbiamo investire 40-50 miliardi all'anno per cinque, sei anni. Non sono cifre fuori dalla nostra portata. Ci sono tanti fondi pubblici non spesi, fondi comunitari, autofinanziamenti, fondi privati... bla, bla, bla».

Berlusconi Tremonti

Questo fu il Passera guascone, quando era facile parlare perché in prima linea ci stavano altri. Ora che tocca a lui, la sicumera è sfumata. «Non c'è un'ideona», si è arreso Corradone dopo averci ponzato per cinque mesi. Non ci sono miliardi, fondi comunitari, pieghe del bilancio. Dobbiamo solo «pazientare», aspettando che i sacrifici inflitti da Monti vadano a buon fine. Ma come il salasso possa rimetterci in salute non lo spiega nessuno, né il premier né il loquace Passera. Siamo nelle loro mani. E Dio solo sa in che mani siamo.

CARLO DE BENEDETTI CON LA MOGLIE

Corradone è il primogenito di una famiglia di albergatori comaschi. Ha due fratelli: Antonello e Bianca. I tre possiedono nel capoluogo lacustre due hotel quattro stelle, il Terminus sul Lungolago e il Villa Flori verso Cernobbio, una quota del sublime Villa d'Este, il ristorante Raimondi. Dei beni si occupa Antonello.

Il Nostro seguì invece la scia del denaro. Fece Economia alla Bocconi, prese un Mba a Filadelfia ed entrò in McKinsey, massima società orbe terracquea di consulenza aziendale. Dopo cinque anni di tirocinio, 1980-1985, si mise sul mercato. Carlo De Benedetti lo adocchiò e Corrado si fece le ossa in Cir, Mondadori, Olivetti. Trattando per conto dell'Ingegnere l'affare Sme, l'agroalimentare che De Benedetti voleva per quattro soldi dall'Iri, frequentò il suo presidente, Romano Prodi. Conobbe invece Silvio Berlusconi nel braccio di ferro sulla Mondadori. A 38 anni era già nel giro di quelli che avrebbero retto il Paese nel successivo ventennio.

ROMANO PRODI

Nel 1996, Passera si affrancò dall'Ingegnere entrando nell'ambiente bancario. A chiamarlo come ad dell'AmbroVeneto fu Giovanni Bazoli, autorevole baciapile bresciano vicino a quel tristacchione di Mino Martinazzoli, detto Crisantemo. L'enfant prodige trascorse un biennio in mestizia, finché l'amicizia con Prodi portò il primo frutto. Romano, allora premier, lo volle ad delle Poste che erano un colabrodo. Corradone le risanò «esodando» 20mila persone, inventando la «posta celere» che ci restituì il piacere di ricevere gli auguri di Natale prima che fosse Pasqua e trasformando le Poste in una simil banca.

Compiuta la missione, Passera ebbe l'occasione della vita diventando il primo banchiere italiano come ad di Intesa SanPaolo. Ci rimase dal 2002 fino alla nomina a ministro nel novembre 2011. Nei dieci anni, ha guadagnato 43,9 milioni. Entrando nel governo, il compenso è diminuito di otto volte. Di questo gli va dato atto. Come anche di non essere un ingrato.

Giovanni Bazoli

Dopo le Poste, è infatti rimasto un fedelissimo di Prodi fino a partecipare platealmente, lui banchiere numero uno, alle primarie 2005 dell'Ulivo per appoggiarlo. Col Berlusca le relazioni sono invece altalenanti. Corradone è più un pesce in barile alla Casini che un ammazzasette alla Berlusca. Il Cav però lo ha avuto al fianco nel salvataggio Alitalia - di cui banca Intesa è stata advisor - ma non, come vedremo, per la sua bella faccetta. Oggi, se lo trova di nuovo contrapposto sulle frequenze tv che invece di essere gratuite saranno messe all'asta. Alti e bassi tra uomini di mondo. Sull'uscio dei cinquant'anni, Passera, già maritato e con due figli, si è invaghito.

Ha ripudiato la moglie, Cecilia Canepa, per una giovanetta di diciannove anni più giovane, Giovanna Salza, dalla quale ha avuto due nuovi rampolli e che ha sposato con qualche ritardo l'anno scorso sulle rive del lago natio. Rito civile, ovviamente, nonostante il suo penchant religioso e gli eccellenti rapporti con Cl al cui Festival riminese non manca mai. Giovanna era la pr di AirOne, la compagnia di Carlo Toto che si è fusa con Alitalia nell'operazione benedetta dall'ad di Intesa.

Lario hotels

Poiché Toto era indebitato con la banca, si è arguito che Passera più che dare una mano al Cav, l'ha data a se stesso per rientrare nel credito con Toto (appioppando i debiti avionici allo Stato, cioè a voi e me) e alla sua signora che, dipendente di Toto, ha fatto un figurone col datore di lavoro.

Nella moltiplicazione dei danée, l'enfant è un mago. Tempo fa, il Corsera raccontò che i Passera nel 2009 avevano riportato in Italia dieci milioni dopo la vendita a Madeira di una loro società. Corradone, imbarazzato, come tutti quando si parla di isole fiscali, si precipitò a precisare. Nel 1999 - scrisse al giornale - la LarioHotels, società di famiglia che raggruppa i due quattro stelle di Como (cento stanze in tutto), aveva ottenuto da banca Intesa 15 miliardi di lire (7,5 milioni euro) per comprare un altro albergo.

Madeira

L'acquisto era poi sfumato, ma poiché il mutuo era ormai erogato, la banca consigliò i clienti di trasferire i danée a Madeira. Il seguito è elementare. La famiglia tenne il gruzzolo ai tropici dove, grazie al clima, lievitò da 7,5 a dieci milioni, per poi riportarlo a Como da dove era partito. Nulla da nascondere, concluse Corradone.

Madeira

Peggio el tacòn del buso. Mettiamo sia tutto regolare del che, senza essere Befera, dubito. Ma sembra la storia di un altro pianeta. Chi, come LarioHotels, otterrebbe 15 miliardi con il reddito di sole cento stanze insufficiente perfino a pagare la rata del mutuo? A chi tra noi sarebbero stati versati i soldi una volta che la finalità del mutuo, l'acquisto di un nuovo manufatto, fosse sfumata com'è successo ai germani Passera?

Infine, si è mai vista una banca che ti suggerisce di depositare le palanche in mezzo all'Atlantico anziché in una sua filiale? E la favola ce la racconta proprio lei, egregio dottore, che poi di Intesa è diventato il caudillo? Gliela diamo per buona a un patto: che in futuro usi la fantasia solo per trovare una via di uscita al Paese. Noi le saremo grati, lei recupererà credibilità.

 

UN MEDICO DI UN GRANDE OSPEDALE ROMANO CI SCRIVE: BELIN BELEN CHE PRONTO SOCCORSO!

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1- MAIL A DAGOSPIA

Caro Roberto,
da medico che da anni lavora in un Pronto Soccorso di un ospedale romano mi preme farti le seguenti considerazioni sull'incidente con la moto che ha coinvolto lo scorso venerdì la soubrette Belen Rodriguez e il suo nuovo fidanzato, il ballerino Stefano De Martino. Le considerazioni sono essenzialmente sulla gestione clinica dei due malati che a mio avviso presenta delle anomalie.

BELEN E STEFANO DE MARTINO DOPO L INCIDENTE IN MOTO BELEN E STEFANO DE MARTINO DOPO L INCIDENTE IN MOTO

I due nel pomeriggio di venerdì hanno un incidente con la moto da cui sono sobbalzati verso l'esterno con conseguente caduta a terra. Essendo l'incidente verificatosi sulla via Tiburtina, oltre il raccordo anulare, vengono portati da una ambulanza del 118 al DEA di 1° livello di riferimento rappresentato dall'Ospedale di Tivoli, cittadina nei dintorni di Roma.

I due, anche sulla base del loro aspetto e delle loro condizioni cliniche apparenti documentate dai filmati dei media, sono a quel punto sicuramente classificati come codici verdi (i pazienti non hanno sicuramente lesioni che coinvolgono organi e funzioni vitali ma necessitano di cure).

L'ospedale di Tivoli dispone di tutte le specializzazioni fondamentali in un ospedale con DEA (Medicina, Chirurgia, Radiodiagnostica, Ostetricia e Ginecologia e Rianimazione) ma non dispone di un reparto di chirurgia plastica. La soubrette ha riportato delle ferite lacero-contuse non in un segmento nobile come il viso ma in segmenti sicuramente meno importanti da un punto di vista medico come le gambe e le braccio.

STEFANO DE MARTINO E BELEN RODRIGUEZ DA NOVELLA DUEMILA STEFANO DE MARTINO E BELEN RODRIGUEZ DA NOVELLA DUEMILA

A questo punto, a mio avviso senza un apparente valida giustificazione, i due feriti in codice verde vengono urgentemente trasferiti con una ambulanza al DEA dell'Ospedale Sandro Pertini, nosocomio che dispone di un reparto di Chirurgica Plastica. Peraltro dopo i tagli effettuati nel comparto della Sanità nella Regione Lazio per il ripianamento del debito pregresso, i chirurghi plastici sono solo reperibili durante la notte (dopo le 20 di sera) e non sono in guardia attiva.

Io credo che non sia giustificato trasferire una soubrette da un nosocomio ad un altro solo per garantirle una migliore sutura chirurgica, in tempi in cui si cerca di risparmiare anche sull'acquisto delle garze dentro un ospedale e in cui per trasferire da un nosocomio all'altro un paziente in codice rosso o giallo possono a volte essere necessari anche alcuni giorni.

Credo che sia i diretti interessati che soprattutto coloro che gestiscono l'Emergenza Sanitaria nella Regione Lazio debbano necessariamente dare delle spiegazioni alla cittadinanza, agli utenti del Sistema Sanitario Nazionale e ai contribuenti.
Con questo ti saluto,

Un medico del SSN della Regione Lazio

2- BELEN EMMA E O' MALAMENTE
Elena Stancanelli per "la Repubblica"

STEFANO DE MARTINO E BELEN RODRIGUEZ DA NOVELLA DUEMILA

In tre fanno meno di settant'anni. Lui lei e l'altra, Stefano Emma e Belen, rigorosamente soltanto per nome, trattati con la stessa familiarità che si dà agli amici, appunto. Tre ragazzi travolti dalla passione o tre scaltri conoscitori dei meccanismi del successo, interpreti di un perfetto copione scritto da qualche vecchia volpe della televisione o dal re del gossip? È uguale.

STEFANO DE MARTINO E BELEN RODRIGUEZ DA NOVELLA DUEMILA

Sono giovani e belli, talentuosi e pieni di energia. Sanno cantare, ballare, vengono bene in fotografia e quando vengono intervistati snocciolano aforismi niente male. Io sono pericolosa, dichiara impavida Belen, in un tempo nel quale tutti siamo accartocciati e arroccati come tartarughe, immobili, perché ogni gesto, ogni pazzia, sembra ormai troppo costosa, non più affrontabile dove la crisi richiede ogni singolo palpito del nostro cuore. L'altra, Emma la cantante, una volta scoperto che il suo fidanzato Stefano l'aveva tradita con Belen la soubrette, brucia i vestiti di lui e poi li espone fuori dalla porta, come un sacrificio rituale.

STEFANO DE MARTINO E BELEN RODRIGUEZ DA NOVELLA DUEMILA

Anche se questo non è vero, anche se forse nulla di quello che ci stanno raccontando con una perfezione che pare un romanzo di Dumas è vero, che differenza fa? È bello, ci piace, funziona. Proprio come in un romanzo. Un romanzo rosa in cui le donne tramano e i maschi tacciono. Soprattutto lui, Stefano il colpevole, tace. Quando arrivarono i reality show li riconoscemmo come una frontiera. Persone selezionatee recluse, scimmie per la nostra noia, i cui sentimenti e desideri si intrecciavano e strecciavano come in un caleidoscopio.

Scandalo! Vergini di tanta impudicizia, all'inizio pensammo che fosse un po' indecente, qualcuno si sentiva un guardone. Fu un successo: il senso di colpa, si sa, crea dipendenza. Ma poi ci facemmo astuti, cominciammo a pensare che doveva trattarsi non tanto di un esperimento antropologico, quanto di un nuovo modo di fare televisione, cioè intrattenimento, cioè racconto. Sono i registi, gli autori a dar loro le battute, a muoverli come burattini. Al dubbio corrispose un immediato calo del desiderio.

STEFANO DE MARTINO E BELEN RODRIGUEZ DA NOVELLA DUEMILA

Prima che potessimo giungere a una conclusione e appassionarci a qualche altro tipo di intrattenimento, i reality cominciarono piano piano a cambiare. I famosi, le isole, chi cerca moglie, chi ristruttura la casa. E adesso Belen, che grazie alla posizione salda conquistata nel nostro immaginario, rovescia lo specchio. Con un movimento speculare ma identico, lei Stefano ed Emma si intrecciano e strecciano fuori dallo schermo, scorrazzano per la città in moto - ed è talmente vero che riappaiono tutti incerottati e zoppicanti - si lasciano fotografare al ristorante, si preparano per i rotocalchi, scrivono messaggi su twitter... ma una volta a settimana si presentano tutti insieme in un programma televisivo.

Un programma che, e qui neanche Dumas ci sarebbe arrivato, si intitola "Amici", e improvvisamente fa il record d'ascolti. Nell'arena affollata di spettatori che hanno seguito la vicenda su tutti i media possibili, vengono compatiti e sorretti oppure fischiati e biasimati. Emma che, la sera del giorno che all'alba la vide tradita, canta sotto gli occhi dei due che l'hanno accoltellata.

Belen Stefano de martino primo bacio

Stefano e Belen che ballano mentre la platea a pollice verso reclama a gran voce il linciaggio. Come Didone qualcuno ha affettato la nostra pelle di bue in strisce talmente sottili da poter circoscrivere uno spazio sempre più grande. La nostra Cartagine, la nostra città virtuale dove osserviamo gli idoli mettere in scena le loro tragicommedie, è assai più grande ormai dello schermo televisivo. Un immenso reality, così grande che anche noi, che applaudiamo e fischiamo, ne siamo diventati parte.

Cosa accadrebbe se Maria de Filippi avesse l'idea di chiedere al suo pubblico con chi volete che si fidanzi, adesso, Belen? Che punizione immaginate dovrebbe infliggere il nostro Fabrizio (Otello o Jago?) al traditore Stefano? Che canzone volete che canti stasera Emma per far sentire il colpa quella svergognata? Bella senz'anima, grideremmo tutti in coro. Ma nonè quello che ha cantato davvero durante la puntata? Allora forse lo abbiamo già fatto.

 

 

CAFONALINO - BRUNELLO VESPA SI SCALDA PER L’ASTA DOROTHEUM E ECCOLO A PALAZZO COLONNA

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Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
Lucilla Quaglia per "Il Messaggero"

RAGAZZE DOROTHEUM SCARPE DOROTHEUM

Arte, preziosi fiori, golosità e bollicine. Folla di intellettuali, blasonati e manager l'altro giorno, nei saloni di Palazzo Colonna, a Piazza SS. Apostoli, per ammirare le preziose opere che verranno battute all'asta, in maggio, a Vienna. Accolti da Maria Cristina Paoluzzi e dall'esperta di arte moderna e contemporanea Maria Cristina Corsini, i collezionisti Sergio Cellini, Ginestra Paladino, figlia del pittore Mimmo Paladino, Ovidio Jacorossi e ancora l'avvocato Pierluigi Pirandello - nipote di Luigi Pirandello - e l'architetto Piero Sartogo. Tra la nobiltà romana arrivano, tra i tanti, anche il conte Andrea de' Reguardati e Barbara Massimo, Vittoria Odescalchi e l'ambasciatore Damiano Spinola.

MARIA CRISTINA PAOLUZZI E BRUNO VESPA SEDIA DA A EURO

Commenti di ammirazione per le interessanti tele proposte da Afro Basaldella a Lucio Fontana e per le magnifiche decorazioni di peonie, in tutti i toni del rosa, che hanno accolto i numerosi ospiti nel corso del brindisi alla primavera e all'arte che ha animato il vernissage. Fiorito e goloso il menu di coppe di rose, cocktail con petali di violetta e ghiottonerie al bicchiere e al cucchiaio a base di crema d'asparagi con polpettine di melanzane, tartare di tonno rosso e spigola e ancora insalata di avocado, ananas e fragole.

 

IL TRENO DELLA SERA - IL “CORRIERE” SI SCHIERA CON MONTETRENOLO E COL SUO “ITALO”

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1 - QUANDO CI SARÀ LUI...
Libero - Mussolini faceva arrivare i treni in orario. Montezemolo fa pure meglio. Il suo «Italo», nel viaggio inaugurale, è giunto a Roma Tiburtina con quattro minuti di anticipo. Dal «quando c'era lui» al «quando ci sarà lui».

ITALO IL TRENO DI NTV ITALO IL TRENO DI NTV

2 - L'ITALO DELLA SERA: DA VIA SOLFERINO PARTE LA CAMPAGNA ANTI FF.SS.
Da "il Foglio"

Emergenza binari. L'Italo della Sera. Via Solferino tira la volata a Luca di Montetrenolo e ingigantisce in prima pagina l'incidentuccio del Freccia Rossa alla stazione Termini. Tutti i taccuini del Corriere contro le FF.SS. Scatenati Rizzo&Stella. Un'informata e dettagliata inchiesta dei due cronisti mette a nudo la verità scottante: una ritirata su tre ha lo scarico difettoso. Due su tre sono sprovviste di carta igienica.

MONTEZEMOLO DENTRO AL TRENO ITALO

L'Italo della Sera. Tutti con Luca di Montetrenolo contro i treni di stato interviene, da par suo, anche Ernesto Galli della Loggia. Ecco il titolo dell'editoriale d'apertura: "Altro che Freccia Rossa. E' solo Bandiera Rossa. Roba da Camusso". Patriottico assai è il nome scelto da Tuca di Montetremolo: "Vogliamo dirlo?", si chiede Galli della Loggia, "Italo è un nome più consono a un'impresa patriottica. Dobbiamo esserne orgogliosi".

MONTEZEMOLO E IL TRENO ITALO GIAN ANTONIO STELLA E SERGIO RIZZO

L'Italo della Sera. Assai interessante anche il pezzo di apertura di Corriere Economia. E' firmato in coppia: Giavazzi&Alesina. "Ogni appuntamento in agenda", scrivono i due economisti, "con i vagoni di stato rischia di saltare, non c'è un treno che arrivi in orario". Coinvolto nel dibattito anche il filosofo Bernard-Henri Lévy: "Ho viaggiato in treni italiani, fetidi. Finalmente c'è Italo". Piccato un corsivo del sempre spiritoso Beppe Severgnini: "Non gettate oggetti dai finestrini. Ecco, fate come me: gettate tutto il treno".

ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA

L'Italo della Sera non manca di sensibilità. Ci mancherebbe. Dura la denuncia di Pierluigi Battista: "Per quanto tempo ancora possiamo tollerare quella doppia SS runica nella sigla delle Ferrovie dello stato?". Crudele, infine, l'invettiva di Aldo Cazzullo contro Renzo Arbore, reo di aver girato anni fa "FF.SS, ovvero, che mi hai portato a fare a Posillipo se non mi vuoi più bene?". Cazzullo ha così scritto: "Giusto in quel quartiere di sfaccendati può arrivare il destino di queste tristi ferrovie. E poi, lo sanno tutti: sul Freccia Rossa ci viaggiano il Trota e Rosi Mauro".

de bortoli

L'Italo della Sera saluta il padrone delle ferriere, Fuca di Montetremolo, dedicandogli l'intero numero di Sette ("E' il più bello", scrive ancora Aldo Cazzullo nella sua rubrica), quello di Style ("E' il più elegante", scrive ancora Ernesto Galli della Loggia nella sua rubrica) e pure IO Donna ("E' il più seducente", dichiara Platinette in un'intervista). Tutto è per Italo mentre il Freccia Rossa deve accontentarsi delle pagine di giudiziaria.

Bernard-Henri Lévy

L'Italo della Sera, grazie a Fiorenza Sarzanini, è venuto in possesso di una scottante documentazione: le trascrizioni delle intercettazioni ambientali disposte da Henry John Woodcock tra i sedili del Freccia Rossa: "Grazie al lavoro di intelligence sono stati trovati gli altri diamanti di Belsito. E, nel bagno, un'altra Audi in comodato d'uso al Trota".

 

SE MARINE APPOGGIA SARKÒ, SARÀ HOLLANDE A LASCIARCI LE PEN? - IL NANOLEONE RECUPERA UN ALTRO PUNTO NEI SONDAGGI: 47% A 5

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1 - FRANCIA 2012: SI RIDUCE LO SCARTO, HOLLANDE 53%, SARKOZY 47%
(ANSA) - A sei giorni dal secondo turno delle presidenziali francesi, si riduce lo scarto fra i due sfidanti, che finora ha oscillato fra i 10 e gli 8 punti, sempre a favore del socialista Francois Hollande: secondo un sondaggio Ipsos diffuso questa mattina, Nicolas Sarkozy recupera un punto e sale al 47%, Hollande ne perde uno e scivola al 53%. Il 22% delle persone interrogate e sicure di andare a votare non hanno espresso intenzioni di voto.

HOLLANDE SARKO STRETTA DI MANO TRA SARKOZY E HOLLANDE

Quanto alla suddivisione dei voti dei candidati usciti al primo turno, il 34 di chi ha votato per il centrista Francois Bayrou afferma di voler votare Hollande, il 40% Sarkozy. Fra gli elettori di Marine Le Pen, candidata dell'estrema destra del Fronte nazionale, il 14% voterà Hollande, il 54% Sarkozy. Nell'elettorato di Jean-Luc Melenchon (Fronte de gauche), il 3% esprimerà la preferenza per Sarkozy, l'80% per Hollande.

2 - SARKOZY DENUNCERA' MEDIAPART SU SOLDI GHEDDAFI
(ANSA) - Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha annunciato stamattina alla tv France 2 che denuncerà il sito on line Mediapart per aver pubblicato un documento che ha definito "falso grossolano" sul presunto finanziamento libico della sua campagna presidenziali del 2007. "Presenteremo denuncia contro Mediapart - ha detto Sarkozy - questo documento è un falso grossolano, le due persone in Libia che avrebbero dovuto aver inviato e aver ricevuto questo documento hanno smentito".

marine le pen

3 - SOLDI LIBICI; HOLLANDE, GIUSTIZIA DECIDERA'
(ANSA) - Il candidato socialista all'Eliseo, Francois Hollande, ha affermato stamane che "spetta alla giustizia occuparsi" del documento pubblicato dal sito on line Mediapart e presentato come la prova di un finanziamento libico della campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy nel 2007. "Spetta alla giustizia occuparsene - ha dichiarato Hollande ai microfoni di Europe 1 - se è un falso, il sito sarà condannato, se non è un falso, allora ci saranno da dare spiegazioni".

Il candidato socialista ha negato qualsiasi legame fra lui e questo sito, che il primo ministro Francois Fillon ha definito ieri "laboratorio finanziato dai ricchi amici" di Hollande. "Si tratta di un sito di inchieste, informazioni - ha detto il socialista - a volte è successo che abbia accusato personalità di sinistra. Non vedo come potrebbe essere stabilita una relazione, una confusione fra i socialisti e questo sito di informazione, che, ricordo, è composto da noti giornalisti".

GHEDDAFI IN TV

4 - IL BACIO DELLA MORTE DELL'«ECONOMIST»...
Da "il Giornale" - Un buon presagio per l'avvento di Hollande all'Eliseo è la copertina dell' Economist contro di lui dal titolo: «Pericoloso per l'Europa e per la zona Euro». Lui, Hollande, finge risentimento. Ma sotto sotto c'è chi giura che stia esultando. L' Economist è quel giornale che attaccò Berlusconi sperando in Prodi e Veltroni e lo stesso che puntò su Giscard d'Estaing contro Mitterrand: nel peggiore dei casi non capisce nulla di politica estera, nel migliore mena solo sfiga.

francois bayrou lap


5 - HOLLANDE E SARKOZY IN GUERRA PER PRIMO MAGGIO E LE PEN...
Francesco De Remigis per "il Giornale"

Festa del lavoro o festa della politica? Il primo maggio francese, a sei giorni dal secondo turno presidenziale, si tinge di colori e vessilli di partito. Non solo di rosso. La decisione di Marine Le Pen di appoggiare o no Sarkozy, prevista per domani, indicherà forse in anticipo il nuovo inquilino dell'Eliseo.

«Voglio ascoltare cosa ha da dire il presidente uscente, prima di decidere», ha spiegato la leader del Front National. Per lei, c'è la consueta marcia in onore di Giovanna D'Arco in programma il 1˚ maggio a Parigi. E, più che un comizio, ci si aspetta un'indicazione di voto.

Il suo 17,9 per cento registrato il 22 aprile alle urne attende impaziente. Come pure i principali partiti, Ps e Ump. L'elettorato frontista è infatti ancora diviso: il 20% è pronto a votare Hollande, il 45% sarebbe orientato sul presidente uscente. Nicolas Sarkozy è in recupero: due punti in una settimana lo hanno portato al 46%. Mentre François Hollande, al 54, ieri galvanizzava i ventiduemila sostenitori nel suo comizio parigino, a Bercy, anche grazie al carisma di Najat Vallaud-Belkacem, la 34enne rivelazione di questa campagna. Sua portavoce e nuova Ma­rianne socialista.

Mélenchon

L'obiettivo dei due sfidanti è di promuovere una diversa commemorazione in onore dei lavoratori. Dicono entrambi: per unire i francesi attorno a questo grande tema. Ma Sarkò è già riuscito nel suo intento: rimettere il lavoro al centro del dibattito. E sfruttarlo, per colmare il gap che lo divide dal socialista, rilanciando la questio­ne dell'assistenzialismo come materia da ripensare.

Il candidato della destra, parlando di «vero lavoro», espressione prima ricalibrata e poi smentita in diretta tv, voleva suscitare polemiche utili alla campagna. Ci è riuscito al punto che anche Hollande, ieri, accusava Sarkozy di pregiudizi: «Io parlo a tutti gli elettori, non faccio distinzioni come chi accusa i poveri di essere degli assistiti». Si annunciano dunque numeri da record per il raduno Ump domani ai piedi della Tour Eiffel, simbolo della Francia nel mondo, scelto da Sarkò per ribadire il suo progetto-slogan. Quello di una «Francia forte». Una festa del lavoro «di tutti i francesi», per rimarcare l'importanza di essere uniti attorno al tema.

L'iniziativa ha scatenato le ire di alcuni sindacati, che il 1˚ maggio avevano già programmato di scendere in piazza per denunciare le politiche di austerità «imposte» dall'Ue: «I dipendenti non devono pagare con i loro stipendi i costi di una crisi di cui non sono responsabili».

Più o meno le parole pronunciate da Hollande nei comizi contro il ridimensionamento dei salari. Sarkozy, giocando sul fatto di essere sì candidato, ma ancora presidente della Repubblica, ha invece messo in piedi un raduno aperto a tutti (ben orchestrato e promosso dal suo partito): «Perché i socialisti non hanno il monopolio sul 1˚ maggio- attacca- Hollande sfilerà dietro le bandiere rosse del CGT».

Mélenchon

Il secondo obiettivo di questi ultimi giorni è di abbracciare quanti più moderati possibile. Per vincere Sarkozy ha bisogno anche di una parte dei voti di François Bayrou (9,1% spacchettato fra astensionisti, pro e contro Sarkò). Anche il centrista non ha sciolto la riserva. Attenderà il faccia a faccia tv fra i due candidati.

L'unico previsto, il 2 maggio, dopo il rifiuto di Hollande di dibattere in tre step con l'avversario, in radio e su piccolo schermo. Gli indecisi sono circa il 28 per cento. Tirati per la giacchetta da una parte e dall'altra. Anche ieri la parola più usata dagli sfidanti - Sarkozy parlava a Tolosa - è stata «rassembler». Ma unire demonizzando l'avversario, come stanno facendo Hollande e Sarkozy, spiega un dirigente centrista, invoglia all'astensione.

 

DE GREGORI-CRAXI, È AMORE: IL CANTAUTORE 20 ANNI FA ATTACCAVA BETTINO, OGGI È PAPPA E CICCIA CON BOBO

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Da "Panorama"

FRANCESCO DE GREGORI BOBO CRAXI

1 - DE GREGORI A BRACCETTO CON BOBO CRAXI
A braccetto a teatro con le proprie compagne, a seguire il recital di Antonello Piroso sulla persecuzione giudiziaria di Enzo Tortora: così si è presentata all'Auditorium di Roma la strana coppia Bobo Craxi e Francesco De Gregori. Proprio il cantautore che vent'anni fa nella sua famosa «Ballata dell'uomo ragno» attaccò il «faraone» Bettino. Altri tempi. Già nel 2006 De Gregori riabilitò Craxi e ora con Bobo trascorre persino le vacanze ad Hammamet. Almeno per loro l'unità a sinistra è diventata realtà.

MASSIMO D'ALEMA

2 - BAFFINO TIRA LE ORECCHIE AGLI 007
È stato fatto un buon lavoro, ma molto c'è da fare. Massimo D'Alema, presidente del Copasir, che controlla i servizi segreti, non ha avuto peli sulla lingua al convegno della fondazione Icsa sullo stato di attuazione della riforma dell'intelligence. Secondo D'Alema, «il coordinamento del Dis e la collaborazione tra Aise e Aisi non sempre funzionano nel modo migliore». Anzi, l'Aise deve diventare «più internazionale, alleggerendo la struttura in Italia». In altri termini: troppi uomini in casa, meglio mandarli fuori.

In vista di un aggiornamento della legge di riforma, per Gianni Letta, ex sottosegretario con delega ai servizi, gli 007 devono occuparsi anche dei privati: «Come possono disattendere gli interessi di un'azienda come l'Eni in Libia?». Gianni De Gennaro, direttore del Dis, ha preso nota. Introducendo i lavori aveva sottolineato che le riunioni con le agenzie sono continue. Forse dovranno essere anche più proficue. (S.V.)

parodi eolo

3 - AUTO BLU: COME RISPARMIARE 1 MILIARDO
Benzina che spariva a fiumi dalle 86 mila auto blu. La pubblica amministrazione se n'è finalmente accorta grazie alla nuova convenzione che include il carburante nel canone di noleggio. I primi esperimenti, alla Corte dei conti e al Cnel, parlano chiaro: vetture che bevevano come bolidi di formula uno ora consumano la metà. Finché pagava lo Stato, infatti, nessuno sorvegliava le anomalie, mentre ora ci pensa il fornitore privato a tenere i consumi sotto la lente. Risulta a Panorama che la Consip ne stia studiando l'estensione a tutta la pubblica amministrazione.

Secondo il presidente del Cnel Antonio Marzano, si potrebbe risparmiare fino a 1 miliardo. Finora l'unica marca che ha beneficiato delle nuove regole sembra la Volkswagen: le altre case, forse perché abituate a dichiarare consumi poco veritieri, fanno fatica a competere. Ma se questo sarà lo standard Consip, c'è da scommettere che correranno ai ripari. (Stefano Caviglia)

4 - ENPAM, QUELLE SOCIETÀ MISTERIOSAMENTE LIQUIDATE
Investimenti rischiosi, operazioni immobiliari inspiegabili, società improvvisamente liquidate: l'inchiesta sull'Enpam, l'ente di previdenza dei medici, apre scenari imprevedibili, anche se gli inquirenti non si sbilanciano prima di leggere le carte acquisite. Certo è che le 47 perquisizioni ordinate dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e dal pm Corrado Fasanelli hanno creato scompiglio. Gli indagati per truffa, aggravata dall'ingente valore, sono quattro: il presidente dell'Enpam, Eolo Parodi; Maurizio Dallocchio, docente alla Bocconi e per 17 anni, fino al 2010, «consigliere esperto» dell'ente per gli investimenti; Leonardo Zongoli, ex direttore generale; Roberto Roseti, ex responsabile degli investimenti finanziari.

BARACK OBAMA

L'Enpam ha investito 2,9 miliardi, circa un terzo del patrimonio, in titoli derivati rischiosi perdendo quasi 500 milioni. Dopo una denuncia di alcuni consiglieri, il nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza ha accertato commissioni elevatissime pagate alle società che hanno collocato i titoli. Una materia complessa: i pm hanno disposto consulenze tecniche e sottolineano che lo statuto prevede investimenti prudenti. Ma la Finanza ha scoperto altre ipotesi di truffe, per ora senza indagati: compravendite immobiliari con grandi plusvalenze attraverso il fondo Ippocrate dell'Enpam, gestito dalla First Atlantic sgr, oggi Idea Fimit dopo la fusione con la Fimit sgr. Così, il palazzo Rinascente di Milano fu acquistato nel 2011 per 472 milioni dalla Prelios che ne aveva spesi 364 nel 2007.

A Roma, invece, ci si concentra su società del costruttore Antonio Pulcini. La Belgravia Invest nel marzo 2009 ha ceduto un immobile a 58 milioni, il doppio di quanto speso tre mesi prima, e la Coedimo ne ha venduto un altro nel 2010 a 60 milioni. Due mesi prima ne aveva spesi 23. Le società sono state liquidate subito dopo le dismissioni. Ugo Gaspari, presidente del collegio sindacale dell'Enpam, ha consegnato una relazione al ministero del Lavoro sugli ultimi anni. Le pensioni dei medici sono al sicuro, sulla vigilanza si poteva fare di più. (Stefano Vespa)

ANNA WINTOUR

5 - STATI UNITI: LA MODA SCENDE IN CAMPO PER SOSTENERE OBAMA
Sarà proprio la città di Barack Obama, Chicago, il palcoscenico per la sfilata e il party organizzato dal direttore di Vogue America, Anna Wintour, il 19 giugno. Lo scopo è la raccolta di fondi per la rielezione del presidente più amato dal fashion system americano. Già in febbraio la potente direttora aveva lanciato «Runway to win», coinvolgendo nomi di peso della moda Usa, in primis Diane von Furstenberg. A Chicago sfileranno designer vedette come Marc Jacobs, Derek Lam, Tommy Hilfiger, in più gli spettacoli di Beyoncé e Oprah Winfrey. Un pop-up store venderà abiti low cost griffati il cui ricavato sarà devoluto alla campagna. E poi non si dica che la moda non è democratica e impegnata. (A.M.)

VINCENZO ONORATO

6 - MASCALZONE LATINO SALVA TIRRENIA, MA NON DA SOLO
Unico, ma non da solo: Vincenzo Onorato, l'armatore di Mascalzone latino che controlla la flotta di Moby Lines, è rimasto l'unico socio della cordata Cin, candidatasi a rilevare la Tirrenia. Gli altri due, Aponte e Grimaldi, si sono ritirati per ragioni antitrust: sarebbero stati oligopolisti. Onorato ha i 380 milioni che deve pagare? Non tutti. Li anticiperà e poi assocerà altri partner. Per un terzo finanziari (fondi) come il suo azionista Clessidra. E per un terzo imprenditori portuali come il gruppo Negri di Genova. (J.L.)

7 - RADICALI E TRIVULZIO: UN AFFARE DI FAMIGLIA
Si chiama Revevol Italia srl, è di Sesto San Giovanni e ha appena vinto una gara informatica al Pio albergo Trivulzio di Milano. Ma tra i radicali dà scandalo: non tanto per la cifra (150 mila euro in 3 anni) quanto per il suo amministratore. Massimo Cappato è fratello di Marco, segretario dell'associazione Luca Coscioni e consigliere comunale a Milano. Proprio Marco Cappato ha messo nel cda del Trivulzio Marcello Crivellini, membro storico del Pr. Cortocircuito. (L.M.)

Vincenzo De Luca

8 - SALERNO IN ROSSO, RISCHIA IL DEFAULT
I sostenitori lo chiamano «sindaco della gente», per i detrattori invece è solo «Vincenzo la fontana», per la sua inclinazione a costruire opere pubbliche. Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, ora è alle prese con una voragine di debiti delle aziende partecipate dal comune su cui ha acceso un faro la Ragioneria generale dello Stato. La Salerno Sistemi, concessionaria del servizio idrico, ha debiti per oltre 10 milioni.

MARCO CAPPATO

Per evitare il default è stata acquisita dalla holding Salerno Energia, ma in corso c'è una vertenza sindacale. Il Cstp, consorzio del trasporto pubblico, è in liquidazione con debiti che nel 2012 sono stimati in 12 milioni. In liquidazione anche la Siis (depurazione delle acque). La Salerno pulita (rifiuti) vanta crediti verso il comune per circa 22 milioni di euro, ma nel bilancio municipale c'è solo un debito di 11 milioni. La Salerno Solidale, società per i servizi sociali, vanta un credito di 6,5 milioni, ma nel bilancio comunale è registrato un debito di soli 4 milioni e mezzo verso la società. Il comune poi ha un deficit di circa 7 milioni. Il risanamento, conclude la Ragioneria dello Stato, è «imprescindibile e urgente ». (M.O.)

9 - CAMERA NASCOSTA
di Giancarlo Mazzuca, parlamentare del Pdl

LA DIETA DI GIANNI
Il fine giustifica i mezzi diceva Niccolò Machiavelli. Così Pippo Gianni, deputato (Pt) e medico, prescrive diete di ferro per neutralizzare potenziali avversari politici. Al sottoscritto ha imposto una cura dimagrante draconiana: mai un piatto di tagliatelle. Giuro che gli sarò sempre alleato.

nino strano E LA mortadella

I TORTELLINI DI LUCA
A proposito di diete, incontro per caso Luca di Montezemolo al ristorante Diana di Bologna, famoso per i tortellini in brodo. L'ho trovato motivato e pronto a scendere in campo. Che voglia prendersi una rivincita su Angela Merkel dopo le ultime sconfitte della Ferrari con le Mercedes? Lo spread val bene un gran premio di formula uno.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

PERDONO STRANO
Vi ricordate Nino Strano, oggi senatore fli, che nel 2008 festeggiò la fine del governo Prodi ingurgitando in aula fette di profumata mortadella? Ha scritto al Professore chiedendogli scusa per «l'insano gesto». Adesso gli è arrivata una bella lettera dell'ex premier, chiamato ironicamente «Mortadella », che lo perdona. Piuttosto che col salume di Bologna, meglio finire a tarallucci e vino.

 

LA SMENTITA DI CARLO FENU (RELAZIONI MEDIA FINMECCANICA) - PERCHÉ FINI SPENDE 200 MILA € IN FOTOGRAFIE E 7 MILA IN TAPPP

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Riceviamo e pubblichiamo:

CARLO MARIA FENU

Lettera 1
Caro Dago,
quello che scrivi in rapporto a Marco Forlani e al sottoscritto - ossia che lo avrei messo "in un canto" - e' assolutamente falso. Con Marco ho un rapporto eccellente, e' una persona molto leale, estremamente preparata, con la quale mi trovo non bene, ma benissimo.
Marco e il sottoscritto, peraltro, hanno in azienda responsabilita' diverse, sovrintendendo, il primo, a tutta l'area delle Relazioni esterne (Affari Istituzionali e Internazionali), e occupandosi, il secondo, esclusivamente di Relazioni con i media.

MARIO MONTI

Non ho smentito le altre cose non vere che Dagospia ha riportato sul mio conto negli ultimi mesi, ma questa e' veramente troppo grossa per essere lasciata passare in cavalleria. Su rapporti personali di questo tipo ti pregherei in futuro di verificare, prima di scrivere.
Un cordiale saluto,
Carlo Fenu

Lettera 2
Da qualche giorno ho in testa una sorta di deja vu....ferrovie e televisioni. Penso all'avventura del Sig. Giuseppe Arena, che nel 2008 inizia l'avventura con la sua Arenaways per far partire la nuova tratta Torino-Milano con i suoi treni: partenza prevista per questi ultimi novembre 2008. Dobbiamo arrivare a novembre 2011 perché finalmente il progetto diventi operativo. Dopodiché la società fallisce ed e' notizia di questi giorni l'acquisizione da parte di una cordata di imprenditori che la rileva.

Nominato a.d. il fondatore Giuseppe Arena. Non so quando il progetto di NTV abbia visto la luce, la cosa certa e' che, mentre nel primo caso Arena ha dovuto fronteggiare difficoltà di ogni tipo, nel caso di NTV i soliti noti hanno avuto vita (e licenze) facili.

Non solo, ma pagano l'utilizzo della rete ferroviaria un'inezia...ed ecco perché la vicenda mi ha fatto pensare a strane similitudini: anche Berlusconi quando decise di creare le sue televisioni pago' un'inezia l'utilizzo dell'etere (e siamo ancora qui a parlare di beaty contest) creando un duopolio di fatto che ancora oggi e' di difficile smantellamento. Assisteremo al ripetersi di questa situazione anche nel trasporto ferroviario?????
Maga Maghella

Gianfranco Fini

Lettera 3
Caro Dago,
una domanda sola, semplice, da Italiano che il "ponte del primo Maggio" non lo farà per mancanza di soldi: vista la situazione economica in cui versa il Paese era il caso che il Presidente della Camera Fini spendesse 200 mila euro in fotografie e 7 mila in tapppeti?
Oddio, avrei anche un'altra domanda: quando la smetteranno di prenderci per il culo?
Saluti,
Derek W.

Lettera 4
Dago, ma non è che co sta spending review ci stano a prendere per i fondelli un'altra volta? A me pare che questi stanno a cercare il risparmio tagliando l'acquisto delle matite negli uffici ministeriali e dei lucida cruscotto per le auto blu.
Si, mi sa che è proprio una presa in giro.
Max

beppe grillo

Lettera 5
Gentile redazione di Dagospia,
ho letto ieri, sulla versione on-line del "Corriere della Sera", la dichiarazione di Silvio B. sulla sua intenzione di non voler diventare Presidente della Repubblica.
A prescindere dalla veridicita' di questa sua affermazione, vorrei umilmente chiedere a Silvio B.: "... con la pubblicazione di tutte le intercettazioni delle "mantenute" che parlano e sparlano di te, dipingendoti come un fessacchiotto a cui spillare continuamente soldi, facendotela "annusare"..., credi davvero che tu possa mai ricoprire la carica di: "Capo dello Stato""? Di: "Garante della Costituzione"? Di: "Comandante supremo della FF.AA."?
In quale mondo vivi, Silvio B.?
Condoglianze all'Italia e a tutti noi Italiani.
Il samurai.

Lettera 6
Caro Dago, avrai anche tu letto la penosa intervista di Bocchino nomen-omen alla zanzara, hai notato che quando sparla di Grillo dice che è una buona medicina per i partiti perchè è anche colpa "loro" se Grillo prende così tanto. Mitico, le colpe sono degli altri, mentre lui invece si sente intonso! Io penso che la differenza fra Grillo e questi politici, è che Grillo le cose che predica le può dire dal vivo in pubbliche piazze, mentre invece personaggi come Bocchino è meglio che le loro opinioni le esprimano in ambienti strettamente controllati come le televisioni ed i giornali. Se si avventurassero a predicare il loro pensiero nelle pubbliche piazze si impennerebbero i consumi di uova e verdure marce (potrebbe essere un'idea per la crescita di Monti).
Stefano55

ROBERTO SAVIANO

Lettera 7
Dago darling, il nostro premier Monti ha detto: "... l'Italia intende proseguire la propria azione a sostegno del popolo afghano anche dopo il ritiro delle truppe nel 2014". Si suppone che il popolo afghano sia stato democraticamente consultato per gradire il "sostegno" dell'Italia e di altre potenze e potenzucce straniere e "pacifiste".

E intanto chez noantri, dai con le accise per esportare la democrazia, dai con il razzismo mascherato da altruismo, dai con la marcia della follia bellica (micidiali e inumani droni inclusi). Certo e comunque, finché c'é guerra (pardon, ora si dice "peacekeeping"), c'é speranza... come in un vecchio film con Alberto Sordi e Silvia Monti. Quale "sostegno" possa poi dare un paese farwestizzato a uno vietnamizzato, lo sanno solo i redattori delle veline della benemerita "Agenzia Stefani" del trio ABC.
Natalie Paav

GABANELLI

Lettera 8
Nel mondo scompaiono milioni di bambine. Assassinate, abortite o abbandonate. Noi per eliminarle aspettiamo che crescano, che si fidanzino, che si sposino. Noi italiani siamo fatti così: preferiamo farle crescere prima. Teniamo molto agli embrioni, noi italiani, e ai bambini, la cui vita è sacra e inviolabile. Poi crescono, i bambini, e se sono maschi la loro vita continua ad essere sacra e inviolabile, se sono femmine la loro vita è un po' meno sacra, un po' meno inviolabile. Leggi più severe? E a che servirebbero per gli ottusi che si uccidono dopo avere ucciso? Che fare allora?

L'appello di «Senonroraquando»: "E' tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà". Ma basta? Occorre cambiare la mentalità degli adulti di domani, e per farlo bisogna educare i bambini di oggi. Il rapporto tra i generi, caratterizzato dal dominio maschile, dovrebbe diventare materia di studio nelle scuole di ogni ordine e grado. Libri sull'argomento ne esistono in gran quantità. Si leggano e si studino a scuola. Si preparino gli insegnanti. La Chiesa, dopo un approfondito esame di coscienza, faccia la sua parte.
Renato Pierri

LUCA DI MONTEZEMOLO SULLA MOTRICE ITALO

Lettera 9
Dago, dopo aver letto l'intervista di Tremonti al Corriere sulla finanza dei derivati che cannibalizza tutto, mi sono augurato che Giulio torni in Italia dopo gli ultimi 40 anni passati in esilio. Spero proprio che metta la sua brillante cozza al servizio del paese e magari partorisca uno scudo fiscale di quelli anonimi e col 5% tutto incluso, e gia' che ci siamo magari anche un po' di finanza creativa, ecco magari 2 cartolarizzazioni, tanto per gradire. Il nostro paese ha proprio bisogno di gente nuova e competente.
Un abbraccio.
Paolo da lontano

Montezemolo NTV

Lettera 10
Vorrei ringraziare la Gabanelli per averci fatto vedere, col coraggio che la conttraddistingue, durante il servizio sull'Aspartame la NON SANTITA' di alcune istituzioni europee.
a mandolfo (StC)

Lettera 11
Caro Dago,
Da na ricerca su internet ho scoperto che il personaggio con più imitatori al mondo è Elvis Presley. In Italia questo record appartiene ad Adriano Celentano. Ora, mi chiedo perché tanti lo imitano quando fa il cantante , quando fa le smorfie da scimmione molleggiato, quando predicatore contro casta e cementazione e nessuno fa altrettanto quando fa un'opera di bene, come nel caso del cachet di Sanremo, grazie al quale parecchie famiglie risolveranno i propri problemi almeno, si spera, fino alla fine della crisi.

Ci sono perlomeno un migliaio di Vip ( d'istinto, mi vengono in mente Saviano, Benigni, Camilleri, Dario Fo, Nanni Moretti, Carla Fracci, Beppe Grillo, Fabio Fazio, De Benedetti, Emma Marone, Fiorella Mannoia, Vecchioni e Jovanotti eccetera) che potrebbero salvare una dozzina di famiglie e testa, e/0 un paio di aziende alle prese con l'avarizia e l'esosità di banche ed Equitalia. P.S. I Vip nominati sono tutti di sinistra, ma ciò è puramente voluto. Sono loro, infatti, che hanno sempre in bocca paroloni come solidarietà, giustizia sociale e perequazione. Ma, naturalmente, invito anche i Vip destrorsi a fare altrettanto.
Ciao
Natalino Russo Seminara

MARIO MONTI

Lettera 12
Caro Dago, i binari dell'istruzione. Dopo i master alla Bocconi, alla Luiss, alla Normale, ora i master presso l'universita' N.uovo T.rasporto V.iaggiatori
per la sua "Scuola di Accoglienza". Iscrizioni aperte, si ricorda agli interessati, di obliterare il curriculum.
Saluti, Labond

Lettera 13
Dagosicari, adesso che Saviano viene clamorosamente messo in sordina da uno come Grillo che, almeno, fà ridere (non sempre, qualche volta fa pena!), ecco che il nostro eroe anticamorra sceglie una nuova strada da battere: quella del femminicidio. Già proprio così: femminicidio. Ecco la grande parola, ecco la mobilitazione della sinistra e delle femministe ("se non ora" quando sarete persone serie).

Qui si specula sulla morte orribile e iniqua di 54 donne (a proposito ci sono anche alcuni maschietti morti, ammazzati per mano di qualche virago, gelosa e incacchiata, ma questi sarebbero maschicidi, che è un termine troppo vicino al moschicida per essere preso sul serio). Non è che questi cinquantaquattro assassini siano assassini e basta: no, sotto sotto si vuole mettere sotto accusa la famiglia perchè l'ideologia attuale così vuole.

Guerra in Afghanistan

Non è che sarebbe il caso, invece di fare tante prediche sulla libertà delle donne che in realtà possono fare tutto, pure troppo cadendo anche nel ridicolo, comminare delle pene adeguate agli assassini (tipo ergastolo o pena di morte). Perchè se anche queste misure non bastassero, care le mia camusse-polverini, prese dalla fregola di esercitare il potere come i maschietti con muso imbronciato e bruttino, allora anche le tante conclamate operazioni di rieducazione culturale al femminista non basterebbero. La natura è quella: uomo più forte, donna più debole. Puoi educare quanto vuoi, ma per evitare gli omicidi bisogna usare le misure forti. Da uomini. Le lezioni di cultura gay lasciamole a Vendola.
Amore per la verità.

Lettera 14
Egregio Direttore,
non ho mai voluto fare politica, se non quella di piccolo cabotaggio, dando a volte una mano, non più di tanto, al politico "professionista". Il perchè è semplice: non sono portato a lavare con un colpo di spugna comportamenti non condivisi. Dico tutto questo nel ricordare la scena in cui Lucia Annunziata era alla trasmissione di Santoro e questi, mentre la giornalista non condivideva, da giornalista, certe impostazioni della trasmissione, Santoro sottolineava con un " basta, vieni qui a fare l'ospite e dici fesserie" . L'Annunziata si alzò e se ne andò, accompagnata da uno irritato ed alterato Santoro, "non perdiamo altro tempo" e con " va bene, rivederci", salutando in pratica con atteggiamento molto maleducato!

Ecco, oggi, alla trasmissione dell'Annunziata, gli stessi protagonisti sono seduti pacatamente, uno di fronte all'altro, a parlare e cercare di convincere gli ascoltatori che Santoro, Direttore generale alla Rai, sarebbe l'uomo giusto al posto giusto. Non avrei potuto essere, in questa occasione, né da un lato né dall'altro del tavolo. Per chi continuerà a pagare il canone, no problem, per me la dignità è a corrente continua non alternata, pertanto, per gli altri...auguri!
Grazie per l'attenzione e buon lavoro
Leopoldo Chiappini Guerrieri
Roseto Degli Abruzzi (Te)

 


SOLO L’8% DEGLI ELETTORI DEL PD VEDE CON FAVORE L’INGRESSO DEL PARTITO NELLA GIUNTA-DE MAGISTRIS

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Carlo Tarallo per Dagospia

ZTL MEGABORDELLO A NAPOLI PH GENNY MANZO TURISTI A ZONZO TRA LE LAMIERE G MANZO

1- Clamoroso a Napoli: mentre i dirigenti sinistrati sotto ‘o Vesuvio flirtano con il sindaco Luigi De Magistris e trattano per l'ingresso del Pd in giunta, dai militanti e dagli elettori arriva un giudizio pessimo sull'operato dell'amministrazione arancione e un "no" secco all'ipotesi di entrare a far parte del governo cittadino. Sono questi i risultati di un sondaggio condotto dalla Lega Democratica Napoletana, associazione sinistrata, tra i piddini napoletani: 1.600 gli elettori e i simpatizzanti del partito che hanno risposto al questionario.

I risultati completi saranno presentati dopodomani, 2 maggio, da Michele Caiazzo, Gennaro Prisco, Salvatore Salzano, dirigenti del Partito Democratico e promotori dell'iniziativa: Dagospia, però, può anticipare un dato choc.

VIGILI SFANCULATI AI VARCHI DELLA ZTL G MANZO ZTL NAPOLI I TURISTI SI GODONO LE STRADE LIBERE MANZO

Alla domanda sull'ipotesi di un ingresso del Pd in giunta, solo l'8% ha detto "sì"; più del 90% degli intervistati è dunque contrario a questo "matrimonio", visto come un abbraccio mortale dai già sinistratissimi piddini parte-nopei e parte-lacerati dall'ultimo colpo di scena, la sentenza del Tribunale di Roma che ha annullato il commissariamento della federazione affidata un anno fa da Sfanculatello Bersani ad Andrea Orlando.

La spiegazione dello scetticismo dilagante rispetto al riavvicinamento dei piddini a Giggino ‘a Manetta è data dalla risposta alla classica domanda sull'operato dell'amministrazione comunale: meno della metà dei piddini ritiene positiva l'azione di governo del narcisindaco....

PIERLUIGI BERSANIANDREA ORLANDO

2- A proposito di guerra sinistrata: è tregua fino alle elezioni tra Nicola Tremante, ex segretario provinciale defenestrato un anno fa da Bersani e recentemente reintegrato dal Tribunale di Roma, e il gotha del Pd napoletano. La direzione regionale che venerdì scorso avrebbe dovuto sancire la linea del "convochiamo il congresso a Napoli, della sentenza chissenefrega" in realtà si è conclusa con un nulla di fatto.

Prudenza! Prudenza! Questa la parola d'ordine, suggerita dalla possibilità che ogni decisione potesse essere impugnata da Nick Tremante, che attende impaziente che la sua scrivania di segretario provinciale venga liberata dalle scartoffie dell'Orlando Noioso, ma anche dalle diverse assenze "politiche". Vuoi vedere che tanti piddini che contano sotto ‘o Vesuvio iniziano a far quadrato intorno al segretario reintegrato? Why not?

de magistris NICOLA TREMANTE

3- Caldo torrido sotto ‘o Vesuvio: la rivoluzione arancione resterà imbottigliata nel traffico? Non si sa. Quello che si sa è che ieri a mezzogiorno la città è andata in tilt: un fiume di lamiere si è scontrato contro i varchi off limits per i non residenti ed è stato l'inferno. I turisti? Quelli sui bus hanno fatto un'esperienza di vita imbottigliati pure loro; quelli a piedi stentavano a credere ai loro occhi. Si chiama Ztl, e va molto di moda tra le amministrazioni new age: si chiudono le strade del centro e si incrociano le dita.

 

MISTERO VOTINO: MA L'ADDETTA STAMPA “OMBRA” DI MARONI È ANCORA PAGATA DALLA CAMERA (4MILA EURO MENSILI)?

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1- Tra i leghisti gira la domanda: ma la curvacea Isabella Votino, l'addetta stampa "ombra" di Maroni, che fine ha fatto? Uscito dal Viminale il capo barbaro sognante le ha procurato un contrattino con il gruppo della Lega nord alla Camera dei deputati, e poco dopo un altro contratto con il Milan, da addetta stampa anche lì.

ISABELLA VOTINO Giulio Maira

2- L'affare Maira si ingrossa: nei salotti romani si spettegola tantissimo del caso del barone della medicina vaticana Giulio Maira e della sua (ex) figlia Francesca, facendo circolare copie dell'invito ai festeggiamenti per i 50 anni della facoltà di medicina del Gemelli, in programma giovedì pomeriggio a Roma. Anche perché il prof dovrebbe parlare alla presenza del cardinale Angelo Scola e di una folta schiera di cardinali (addirittura fino alla scorsa settimana si vociferava di un'apparizione di Papa Ratzinger), ma quello che è uscito sui giornali sulla faida familiare crea grande imbarazzo...

3- - Avvistati nella romana via della Penna, all'hotel Locarno, Fabio Canino e Tommaso Cerno, firma di punta dell'Espresso che viene continuamente tentata da formidabili promesse televisive...

4- Preparatevi a vedere presto una testata free press intitolata "Roma mia", promossa dal sindaco Gianni Ale-danno, allegata a un quotidiano romano...

5- Dite all'ale-dannato Simone Turbolente che non è bello vederlo "accompagnare" la porta a vetri del Campidoglio con i piedi, anche se è pesante...

6- Nel Pd di culatello Bersani da oggi alcuni fan (!) del segretario spifferano che l'uscita di Beppe Grillo sulla mafia "non è casuale", aggiungendo che il comico genovese "in realtà proviene da una famiglia sicula". Per dire certe cose Beppe deve far proprio paura a Pier Luigi...

GIANNI ALEMANNO 0 asia08 fabio canino

7- Grande scazzo per i piccoli futuristi. Il movimento giovanile di Fli che prende le iniziali dl SubComandante Fini, Generazione Futuro, sta vivendo ore travagliatissime.
Una fronda di irriducibili ha redatto un documento che di fatto punta ad azzerare il gruppo guidato da Giammario Mariniello. Dopo averlo letto il testo velenosissimo, l'uomo ombra di Bocchino e leader maximo dei giovani futuristi è andato su tutte le furie.

A peggiorare la situazione ci ha pensato il Tempo con un articolo intitolato «Sciogliamo Futuro e Libertà» che spiegava le ragioni dei trenta dissidenti (protetti dal gotha finiano). Così mentre una parte di Fli guarda oltre il partito mai realizzato, Mariniello non riesce a darsi pace. Smentisce, si accalora e implora il suo alter ego Bocchino di dargli una mano. Povero Italo, in questo periodo non gliene va bene una...

SIMONE TURBOLENTE E RAFFAELLA BOCCHINO SALE IN AUTO CON LA BEGAN

8 - Da Rai5.it - Stasera alle ore 21.15, su Rai5, per la serie di "Wanted - Il successo è un delitto", Roberto D'Agostino ci spiegherà come funziona il successo in Italia. In questa ultima speciale wanted entrerà in casa di D'Agostino per scoprire le segrete stanze da cui gestisce le notizie di Dagospia e dove conserva i suoi cimeli pop. E come in una vera indagine, Elena di Cioccio e Malcom Pagani, seguiranno le tracce, guarderanno i repertori e analizzeranno le prove. Ma in questa imperdibile ultima puntata di "Wanted" D'Agostino non sarà solo l'indagato ma anche il testimone eccellente. Ripercorrerà gli inizi della sua carriera, dal posto in banca al Piper, passando per Arbore, Domenica In e Milan Kundera, dal trash popolare al trash del potere. Ma parlerà anche di molti personaggi già intervistati in questa serie. Il successo è un delitto? E come lo si paga?

arbore indietrotuttarai ROBERTO DAGOSTINO RENZO ARBORE resize

9- Sempre alle 21, ma su Rai3, "Sfide" dedica una puntata a Renzo Arbore. Con uno speaker d'eccezione: Nino Frassica. A fargli da coro e contraltare la nutrita schiera di artisti e collaboratori che lo hanno accompagnato nel corso degli anni: Mario Marenco, Marisa Laurito, Gianni Boncompagni, Milly Carlucci, Roberto D'Agostino e tanti altri... e in più qualche intervento curioso come quello di Walter Veltroni che, appena quindicenne, era un assiduo frequentatore di Speciale per Voi...

10- Carlo Rossella per "il Foglio" - Weekend a Roma. Giovanni Malagò, duca di Sabaudia, ha riaperto i saloni e le tende del suo resort sulle dune, in riva al mare. Agenda già piena di inviti e conferme, da Corrado P., a Luca C. d. M., a Giancarlo L., a Monica B. Tornerà un altro inverno... cadranno mille petali di rose.

MALAGO GIOVANNI

Da "la Repubblica" - È morta sabato a Roma la regista televisiva Rita Vicario. Aveva 76 anni. Diresse alcuni tra i più popolari programmi di Renzo Arbore, come Queli della notte e Indietro tutta.

 

 

 

ALL’OMBRA DI BANCA MPS RINASCE LA MARGHERITA: DOPO LA TRAVAGLIATA NOMINA DI ARROGANCE PROFUMO

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1- NEL PD SCOPPIA IL "CASO SIENA", ALL'OMBRA DEL MONTE DEI PASCHI RINASCE LA MARGHERITA
Alessandro Trocino per "Il Corriere della Sera"


Un duello tra ex Ds e Margherita, sgradita eredità dei passato. Una legittima ribellione di un gruppo di consiglieri di maggioranza contro un bilancio senza copertura finanziaria. Una ritorsione di un gruppo di potere - il partito-famiglia di un pd ex dc, Alberto Monaci - escluso dal nuovo assetto di potere del Monte dei Paschi.

FRANCO CECCUZZI

Sono molte le chiavi di lettura della guerra che si è scatenata a Siena, dove la maggioranza guidata dal sindaco ex diessino Franco Ceccuzzi è stata messa sotto dal voto contrario al bilancio consuntivo di sette consiglieri, sei dei quali ex margheritini. Uno scontro che rischia di riportare Siena alle urne, visto che il sindaco si ritiene «pugnalato alle spalle».

Ma c'è anche un rilievo nazionale, visto che il deputato popolare Beppe Fioroni prende le difese del gruppo ribelle di Siena e addossa al sindaco la responsabilità dello scontro. La versione dei sette dissidenti fa riferimento alla mancanza di 6,4 milioni nel bilancio. Buco causato dal fatto che la Fondazione del Monte dei Paschi di Siena non garantisce più gli 11,6 milioni attesi, ma solo 5,2.

GIUSEPPE FIORONI

Di tutt'altro avviso la maggioranza del partito, che individua l'origine dello scontro nell'improvviso esautoramento dal Monte dei Paschi di quella parte di margheritini che fanno capo al presidente del consiglio regionale Alberto Monaci. E nella volontà di fare pressioni per mantenere almeno la presidenza della Fondazione nelle mani dell'ex della Margherita Gabriello Mancini, in scadenza.

Il sindaco Ceccuzzi (ex segretario provinciale dei Ds e deputato), ha rotto il quieto vivere e anni di tregua tra le due fazioni, decidendo per un profondo rinnovamento. Gli assetti di potere del cda della banca sono stati cambiati e si è aperta la porta ad Alessandro Profumo, nominato presidente, e a nuovi consiglieri. Una rivoluzione accolta con favore dalle Borse e stroncata dal consiglio comunale.

Da Roma hanno preso le difese del sindaco Maurizio Migliavacca e Vannino Chiti (ex ds), ma anche l'ex dl Antonello Giacomelli. Beppe Fioroni, invece, sta con i dissidenti: «Ci vuole senso di responsabilità da parte di tutti. A cominciare dal sindaco Ceccuzzi, che ha le maggiori responsabilità».

ALBERTO MONACI

Non si tratta affatto, nega Fioroni, di una guerra fratricida tra correnti, né di spartizione di potere nella banca: «Non c'entrano né la Margherita né i Ds, né la destra né la sinistra. Qui c'è un finanziamento da sei milioni che è incerto e un sindaco che ama la trasparenza e la legalità deve approvare uno strumento che ha la certezza della copertura. Va bene la discontinuità, ma non dalle leggi».

Gabriello Mancini

Del resto, aggiunge, «abbiamo approvato una legge che prevede il pareggio di bilancio e non c'è fedeltà di partito che possa violare le regole». E se la questione non si risolve? «Eviterei le drammatizzazioni. Mi viene in mente la vicenda di Sansone e dei Filistei: a furia di tirare troppo la corda, finirono tutti sotto le macerie del tempio. In questo caso stiamo parlando di Siena. E onestamente non mi sentirei di farlo crollare, il tempio».

ALESSANDRO PROFUMO

A capo del gruppo dei dissidenti c'è Alberto Monaci. Ex ras dc, entrò in possesso delle 14 stanze della dimora storica del partito pagando appena 570 milioni di lire. La moglie Anna Gioia, fisioterapista, è consigliere comunale dal 2004. Uno dei figli avuto dal primo matrimonio, Alessandro Pinciani, è vicepresidente della provincia di Siena.

Il fratello Alfredo Monaci si aspettava una nomina nel cda, che non è arrivata. Rosy Bindi - senese «ma di fuori le mura», come tiene a precisare -, della Margherita ha fatto parte ma certo non è mai stata vicina al partito-famiglia Monaci: «Penso che non sia una coincidenza che nel giorno in cui si è insediato il nuovo cda del Monte dei Paschi una parte della maggioranza abbia votato contro il bilancio. Io indagherei su questa coincidenza».

Chiti

La presidente del Pd ha già indagato: «Il sindaco ha finalmente scommesso su un cambiamento vero e questo non è stato accettato da quella parte dei partito che ha contribuito a tenere la banca sotto un condizionamento dovuto a una spartizione del potere locale. Per questo ha reagito con una vera e propria ritorsione». Questione anche nazionale per il Pd? «Assolutamente no. Il gruppo che ha votato contro il bilancio ha caratteristiche non solo senesi ma familiari».

rosy bindi x

Si potrebbe discutere del «collateralismo» che lega Pd e Monte dei Paschi. E si potrebbe obiettare che la rivoluzione di Ceccuzzi non sia altro che la creazione di nuovi equilibri, sempre interni al Pd: «Non è così - dice la Bindi -. E vero che la politica non ha fatto bene alla banca in passato. Ma questa volta si è deciso nell'ottica della competenza e della qualità». Non sarebbe il caso di rinnovare il patto con il gruppo Monaci, fa capire la Bindi: «O si risolve la questione limpidamente o sono meglio le elezioni. Che rivinceremmo senza problemi».


2- MONTEPASCHI: CHI TOCCA I FILI MUORE (COME E' SUCCESSO AL DIRETTORE DELLA "NAZIONE")
Dall'articolo di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella per il "Corriere della Sera" di ieri


«Impugnare il manubrio. Sedersi sul sellino. Posare il piede sul pedale...» Bolzano sono arrivati a inventarsi un corso di bicicletta per immigrate: 21 mila euro. Settecento ad allieva. Vanno in bici anche in Perù o in India? Sì, ma non alla bolzanina. L'ultima volta la commissione municipale ha detto no. Prova provata che ormai la crisi morde anche i Comuni tradizionalmente meno sparagnini...

GIAN ANTONIO STELLA E SERGIO RIZZO

Il fatto è che, in attesa di vedere quale sarà il gettito dell'Imu, sono nei guai anche quei Comuni convinti storicamente di essere in una botte di ferro. Come Siena. Dove l'altra sera, per la prima volta, lo scontro fratricida all'interno del Pd ha portato alla clamorosa bocciatura del bilancio consuntivo. Da sempre fatto con la serenità di chi sapeva di contare sul Monte dei Paschi, la grande banca le cui mammelle parevano dover buttare latte per l'eternità come quelle dell'egizia Vacca Celeste, emersa dalle acque reggendo fra le corna il sole.

Macché, le mammelle non buttano più come prima. Colpa della crisi, di certe scelte sbagliate, del progressivo sbandamento dell'Istituto. Per controllare il quale le due anime democratiche si sono scontrate con una cattiveria agonistica che manco i fantini al Palio. Finché, appunto, la componente margheritina ha deciso di votare con l'opposizione di destra contro il bilancio presentato dalla maggioranza di cui fa parte. Una sterzata che ha mandato su tutte le furie i diessini, fino a sentire risuonare l'insulto: «Siete peggio di Scilipoti!».

Che la situazione si stesse deteriorando era chiaro da un pezzo. Tanto che alla manifestazione di marzo dei dipendenti del «Monte» c'era un cartello che invocava l'arrivo ai vertici della rockstar cittadina: «Gianna Nannini presidente!». Meglio lei, piuttosto che lo spettacolo offerto dalla rissa fra il Comune, guidato dall'ex diessino Franco Ceccuzzi, e la Fondazione Montepaschi, presieduta dall'ex margheritino Gabriello Mancini.

Sergio Rizzo

Una scazzottata così violenta da costare il posto al direttore de La Nazione Mauro Tedeschini, saltato per avere dato conto d'un comunicato ufficiale della Fondazione che non dava per scontato il sostegno all'emissione di certi Buoni comunali fondamentali per il Municipio. Una telefonata dell'editore Andrea Riffeser, racconta Tedeschini, l'aveva raggiunto sul Frecciarossa per Bologna: «Passi in amministrazione. C'è una busta per lei».

Dentro, la lettera di licenziamento. Chi tocca i fili muore. E i fili sono, appunto, quelli che collegano il Monte dei Paschi al Comune. Siena è il Monte e il Monte è Siena. Basta un numero: in una città di 50 mila abitanti, settemila prendono lo stipendio dalla banca. Fra questi, anche gli uomini che di volta in volta si sono alternati alla guida della città e della politica cittadina.

E che magari sono poi finiti anche in Parlamento. Il Monte è tutto: la squadra di basket, la squadra di calcio, il Palio. Tutto. A lungo, prima della traumatica cessione di una quota che ha fatto scendere l'azionista pubblico sotto il 51%, il Comune ha dominato la Fondazione, a sua volta padrona del pacchetto di maggioranza del gruppo bancario. E a lungo questa è stata una sicurezza: male che andasse, c'era il Montepaschi. Oggi non più. Anzi, il controllo della politica sulla banca si rovescia squassando la politica. Aggiungendo crisi a crisi.

 

PIAZZA AFFARI CHIUDE IN ROSSO (-1,3%) DOPO IL DOWNGRADE DELLE BANCHE SPAGNOLE - SPREAD A 385 - UE: NESSUN NUOVO PIANO MA

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1 - BORSA, LA GIORNATA: MILANO GIÙ CON SPAGNA, BRILLA FERRAGAMO
(LaPresse) - I listini cominciano bene la seduta sulla scia del focus europeo sulla crescita, ma Spagna prima e Wall Street poi portano l'Europa in rosso. La Borsa di Milano chiude sui minimi di giornata con l'indice Ftse Mib che perde l'1,26% a 14.592,34 punti e il Ftse All-Share che mostra un calo dell'1,08% a 15.637,72 punti. Secondo l'ufficio di statistica nazionale il Pil spagnolo si è contratto dello 0,3% nel primo trimestre del 2012, il secondo calo consecutivo dopo il -0,3% registrato negli ultimi tre mesi dello scorso anno.

standard big Emilio Botin

E' arrivata quindi la certificazione che la Spagna è in 'recessione tecnica', condizione che si verifica con due trimestri in rosso consecutivi, proprio nel giorno in cui l'agenzia di rating Standard & Poor's, in scia al downgrade sul debito dello scorso 26 aprile, ha deciso di tagliare il merito di credito a una decine di banche del Paese, tra cui le grandi Santander e Bbva. Nel pomeriggio poi Wall Street ha aperto in rosso dopo alcuni dati macro sotto le attese.

CARLO CIMBRI

In questo contesto, chiusura negativa per le principali Borse europee. L'indice Ftse 100 di Londra perde lo 0,68% a 5.737,78 punti, il Dax di Francoforte cede lo 0,59% a 6.761,19 punti e il Cac 40 di Parigi mostra un calo dell'1,64% a 3.212,8 punti. A Madrid, l'indice Ibex lascia l'1,89% a 7.011 punti.

A Milano terminano miste le banche. Salgono Banca Montepaschi (+1,63% a 0,2683 euro), Popolare di Milano (+1,39% a 0,3711 euro), Mediobanca (+1,49% a 3,69 euro) e Ubi Banca (+3,09% a 2,806 euro). In rosso invece Unicredit (-2,28% a 3,006 euro), Intesa Sanpaolo (-1,97% a 1,143 euro), Bper (-1,11% a 4,636 euro) e Banco Popolare (-0,62% a 1,122 euro).

MARIO MONTI MARIANO RAJOY

Ancora acquisti sul comparto del lusso, in particolare su Salvatore Ferragamo (+6,46% a 18,47 euro). Tuttavia il titolo non riesce a sostenere fino alla fine Luxottica (-0,44% a 27,05 euro) e Tod's (-0,11% a 87 euro). In affanno gli industriali, con Prysmian (-3,68%), Fiat (-2,98%), Fiat Industrial (-2,39%) e Finmeccanica (-1,52%). Raffica di vendite anche su Stm (-4,18%) ed Enel (-1,98%). Fuori dal paniere principale brilla la galassia Ligresti, con Fondiaria Sai (+2,77% a 0,928 euro), Premafin (+8,39% a 0,226 euro) e Milano Assicurazioni (+4,88% a 0,2515 euro. Positivo anche Unipol (+1,02% a 22,73 euro).

2 - SPREAD BTP-BUND CHIUDE A 385 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il Bund chiude in calo a 385 punti base dai 394 di venerdì. Il rendimento del decennale italiano cala al 5,51%. Il differenziale tra i titoli spagnoli e quelli tedeschi si attesta a 410 punti col tasso sui bonos al 5,77%.

3 - COMMISSIONE, NESSUN NUOVO PIANO MARSHALL, PROPOSTE NON NUOVE
Radiocor - La Commissione europea ha smentito i dettagli pubblicati dalla stampa spagnola nel week end su un 'piano Marshall' per sostenere la crescita. La portavoce ha indicato che 'per quanto riguarda i dettagli si tratta di pura speculazione al momento, non scopriamo oggi la necessita' di agire a sostegno della crescita e abbiamo messo in campo fin dal 2010 delle proposte precise e la strategia Europa 2020 e' stata approvata nel 2010 dai governi'.

FAMIGLIA LIGRESTI

4 - INFLAZIONE: +3,3% TENDENZIALE APRILE, PREZZO BENZINA +20,8% IN UN ANNO
Radiocor - Continua a crescere l'inflazione, spinta dai prezzi della benzina (+20,8% in un anno) e dal carrello della spesa che non e' mai stato cosi' caro dal settembre del 2008. Ad aprile, ha reso noto l'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettivita' comprensivo dei tabacchi ha registrato un aumento dello 0,5% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei confronti di aprile 2011, stabilizzandosi sul valore registrato a marzo. Il dato e' risultato leggermente superiore alle attese degli analisti consultati da Radiocor che avevano previsto un +0,4% su base mensile e un +3,2% tendenziale.

Il prezzo della benzina e' cresciuto del 3,1% rispetto a marzo, facendo segnare un aumento del 20,8% nell'ultimo anno, in forte accelerazione dal 18,6% di marzo. L'aumento tendenziale e' alto almeno dal gennaio del 1996, ovvero da quando sono disponibili le serie storiche. Ma a rendere piu' leggere le tasche degli italiani c'e' anche il carrello della spesa che in aprile ha regis trato l'aumento piu' alto dal settembre 2008: i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza sono aumentati dello 0,4% rispetto a marzo, mentre la crescita tendenziale e' salita al 4,7% dal 4,6% di marzo.

zt03 famiglia ligresti giulia salvatore jonella

5 - UNIPOL: CIMBRI, NO MODIFICHE PROGETTO A QUATTRO, CESSIONE RAMO AZIENDA
Radiocor - 'Fare un ramo d'azienda e cederlo a qualcuno'. E' il progetto di Unipol per ridurre le quote di mercato a seguito dell'integrazione con FonSai. 'Il progetto prevede l'integrazione di tutte le quattro societa' coinvolte, anche la Milano - ha precisato l'a.d. di Unipol Carlo Cimbri a margine dell'assemblea - E poi ragioniamo sulla cessione di un ramo d'azienda: parliamo di marchi, ne abbiamo 7, e di premi. Penso ci siano diversi soggetti interessati al ramo d'azienda: e' piu' facile cedere questi asset che altri'.

Salvatore Ligresti

Cimbri ha ricordato che il piano di Unipol prevede la cessione di premi per 1,3 miliardi e si e' detto pronto a discutere con l'Antitrust le possibili soluzioni. Quanto all'eventualita' di una richiesta da parte dell'authority della cessione della Milano, Cimbri ha ribadito: 'Il progetto e' quello a quattro con Milano e su quello stiamo lavorando. Non intendiamo fare modifiche'. Secondo Cimbri dire che la compagnia che potrebbe nascere dall'integrazione a quattro sara' monopolistico 'e' eccessivo. E' un soggetto con quote molto importanti nel mercato assicurativo. Era gia' previsto di ridurre la quota nel nostro piano'.

6 - CIMBRI, PUNTIAMO CIRCOSCRIVERE SOSPENSIONE ANTITRUST
(ANSA) - "Nei prossimi giorni collaboreremo con l'Antitrust al fine di ottenere che il provvedimento di sospensione sia circoscritto alle sole attività che producono effetti irreversibili e non a tutte le attività prodromiche al progetto". E' quanto ha detto l'amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, parlando in assemblea delle prossime mosse dopo lo stop dell'Antitrust al progetto di integrazione con Fonsai. "Questo - ha aggiunto - è quello che stanno già facendo oggi alcuni colleghi e che faremo nelle prossime giornate per poter prosegurie nella predisposizione del nostro progetto.

ANGELO CASò

7 - CIMBRI, DELIBERA AUMENTO PREMAFIN NON IRREVERSIBILE
(ANSA) - Carlo Cimbri, ad di Unipol, si augura che l'Antitrust non consideri irreversibile una eventuale delibera dell'assemblea di Premafin sull'aumento di capitale riservato a Unipol. "Collaboreremo con l'Antitrust per chiarire a che cosa si riferisca la sospensiva. Mi sembrerebbe razionali che la sospensiva riguardi solo atti e fatti irreversibili" ha detto. "La delibera dell'assemblea di Premafin sull'aumento di capitale non produce effetti irreversibili" mentre "il versamento dell'aumento produce effetti irreversibili".

8 - FONSAI: MILANO; CASO' LASCIA CON ALTRI SEI CONSIGLIERI
(ANSA) - Angelo Casò lascia la presidenza e il Cda della Milano Assicurazioni per il divieto del cumulo di incarichi previsto dal decreto Salva Italia e con lui fanno un passo indietro altri sei consiglieri e il collegio sindacale della compagnia controllata da Fonsai. Per sostituire i dimissionari il board è convocato l'8 maggio. Col presidente, che ha scelto di rimanere nel consiglio di amministrazione di Mediobanca, si sono dimessi dal Cda della Milano Assicurazioni, per le incompatibilità sancite dalle nuove norme, Umberto Bocchino, Maurizio Burnengo, Maurizio di Maio, Davide Maggi e Aldo Milanese, tutti amministratori indipendenti.

FULVIO CONTI

Passo indietro inoltre per un altro indipendente, Mariano Frey. Il board rimane pertanto composto da 11 consiglieri, di cui tre indipendenti, rispetto ai 18 deliberati dall'assemblea. Inoltre - si legge in una nota -, sempre per l'articolo 36 del Salva Italia, hanno lasciato il presidente del collegio sindacale Giovanni Ossola, i sindaci effettivi Maria Luisa Mosconi e Alessandro Rayneri, oltre al supplente Giuseppe Aldé. Subentrano nella carica Claudio De Re, che prende il posto di Ossola, e Michela Zeme. Il Cda è già stato convocato l'8 maggio "per assumere le deliberazioni conseguenti"

9 - FONSAI: CALABI, MERCOLEDI' RICHIESTA 182/BIS SINERGIA-IMCO
(ANSA) - Il presidente di Imco e vicepresidente di Sinergia Claudio Calabi punta ad un accordo di ristrutturazione del debito con i creditori in vista della prossima udienza di mercoledì prossimo 2 maggio al Tribunale di Milano. E' quanto ha affermato a margine dell'assemblea dei soci di Risanamento, di cui è amministratore delegato. "Presenteremo - ha detto - richiesta dell'articolo 182/bis della Legge fallimentare al Tribunale di Milano", per Sinergia e Imco, le holding della famiglia Ligresti per le quali il Tribunale ha chiesto il fallimento.

EDISON

10 - FONSAI: CALABI, SERENI SU PERQUISIZIONE SINERGIA E IMCO
(ANSA) - "Siamo serenissimi" così il presidente di Imco e vicepresidente di Sinergia, Claudio Calabi, in merito alle perquisizioni della Guardia di Finanza presso le sedi, a Milano e Roma, delle due holding della famiglia Ligresti. Le perquisizioni "sono terminate", precisa Calabi che aggiunge che gli uomini della Gdf "sono stati un giorno e se ne sono andati". Il piano di salvataggio alternativo per le società "tiene conto anche delle risultanze delle 'due diligence'" spiega Calabi precisando che "aspettiamo cosa deciderà il Tribunale. Se l'istanza verrà approvata le società falliranno, altrimenti, ci saranno i termini per procedere con il 182/bis".

11 - ENEL: OK ASSEMBLEA A BILANCIO E DIVIDENDO, A TESORO 763 MLN
(ANSA) - L'assemblea dell'Enel ha approvato il bilancio 2011, chiuso con un utile netto di 4,15 miliardi (-5,5%) e la distribuzione del dividendo di 0,26 euro ad azione (contro 0,28 euro del 2010). L'assegno per il Tesoro, che detiene una quota del 31,24% del capitale, è di circa 763 milioni di euro, contro gli 822 milioni dell'esercizio 2010. L'anticipo del dividendo di 0,10 euro è stato distribuito a novembre: i restanti 0,16 euro verranno messi in pagamento a decorrere dal 21 giugno, con stacco cedola il 18 giugno.

12 - EDISON: NUOVO QUESITO EDF A CONSOB SU OPA 0,895 EURO
(ANSA) - Spunta un nuovo quesito di Edf alla Consob sull'opa Edison. Nelle scorse settimane il colosso francese ha chiesto alla commissione guidata da Giuseppe Vegas conferma della congruità del prezzo di 0,895 euro per l'opa che dovrà lanciare sulle minoranze di Foro Buonaparte. La risposta della Commissione, a quanto si apprende, potrebbe arrivare a breve, forse già giovedì o venerdì. In quel caso i consigli di A2A potrebbero riunirsi per deliberare le modifiche all'operazione.

GIUSEPPE VEGAS

13 - EDISON: STRETTA SU REVISIONE OPA E RIASSETTO PRIMA DI ELEZIONI FRANCIA
Radiocor - Stretta finale sulla revisione dell'Opa e del riassetto Edison dopo l'intervento della Consob. L'obiettivo di Edf e A2A, secondo quanto risulta a Radiocor, e' quello di trovare un accordo definitivo entro venerdi' e dunque prima delle elezioni presidenziali francesi, previste per il prossimo week end. Se nei prossimi giorni, festivita' permettendo, si trovera' un'intesa, l'ipotesi e' quella di convocare i consigli di amministrazione di A2A e Edison tra giovedi' e venerdi' per il via libera finale.

La revisione del riassetto, infatti, va verso un rialzo sia del prezzo dell'Opa di Edf da 0,84 a 0,895 euro (a cui gli italiani contribuiranno con un contributo simbolico) sia di quello della transazione tra italiani e francesi, riguardante cioe' il 30,5% di Edison e il 50% di Edipower ceduto dalla stessa Foro Buonaparte. Un ritocco generale dei prezzi che richiedera' l'ok dei consigli ma che scrivera' la parola fine su una partita quasi infinita.

 

CON CHI SI RILASSA FOMIGONI NELLA VILLA DI COMO? - CHE GUAZZABUGLIO ATTORNO A PASSERA

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Bigador per Dagospia

CORRADO PASSERA ROBERTO FORMIGONI

1 - Angoscia trasversale! Due deputati uno del Pd e l'altro del Pdl, hanno scoperto un dato comune: il primo ha la suocera, l'altro il suocero che hanno deciso di votare per Grillo! "Bella figura di merda...".

2 - Assalto di lecchini e imbucati per il concerto del Primo Maggio. I peggiori? Quelli del Pd, ovvio. Chi subisce fa sapere: "Spero nella pioggia, cosi si attaccano!" Giove Pluvio resta con noi.

3 - Che guazzabuglio attorno a Passera. Cacchio quanti guai. Lui mica aveva capito che la politica era questo. Amici finti, nemici veri. Consiglieri oscuri. Collaboratori doppiogiochisti. Ahiaiahaiaiai

CROSETTO IN SMART

4 - Della serie: il papa-straniero. Un vecchio vizio per il Pd. Qualche piddino milanese sta corteggiando Giuseppe Sala (ad di Expo 2015) per una sua candidatura. Chissà...

5 - E Gianni Letta? Sì, sta passando la mano. E' una seconda, terza o quarta Repubblica che crolla. Il suo Verbo conta sempre meno (Nb: non abbiamo detto "zero", solo meno...)

GIUSEPPE SALA

6 - Applausi a Crosetto. L'altro giorno un bambino per strada lo ha indicato: "Mamma, mamma, c'è Shrek!". E lui cosa fa? Mette l'immagine dell'orco verde nel suo profilo Twitter. Bravo.

7 - Ma quanto spende quella finissima donzella della Polverini? Eh, ma quanto? Ah, saperlo

RENATA POLVERINI

8 - Eppoi, (sempre sulla la donzella), ma quanto è felice di camminare per le strade del centro con la scorta che la segue in macchina? Sembra l'immagine finale del film "il Profeta", avete presente?

9 - Fiorellino-Formigoni alla riscossa! Spara bordate verso il Pd, per dirgli: perché non guardate i vostri di guai invece di rompere a me? Nel frattempo, per rilassarsi, domani andrà nella sua villa sul lago di Como. Con chi? Ah, saperlo.

 

DATEMI UNO SPOT E VI SOLLEVERÒ IL MONDO - “MAD MAN”, QUANDO L’AMERICA ERA IN MANO AI PUBBLICITARI…

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1 - I VERI MADMEN L'INCUBO DEL SOGNO AMERICANO...
Stefania Parmeggiani per "la Repubblica"

Mad Men

A New York da qualche settimana c'è una pubblicità che risveglia un incubo: la figura nera stilizzata di un uomo in giacca e cravatta precipita nel vuoto da un grattacielo. È la silhouette che ricorda Don Draper, il protagonista della serie televisiva Mad Men, arrivata alla sua quinta stagione. È dal 2007 che la stessa immagine apre il telefilm ma vederla affissa a pochi isolati da Ground Zero sconvolge l'America: troppo simile al «Falling man», la foto simbolo dell'11 settembre scattata da Richard Drew.

Eppure la campagna è a suo modo perfetta: applica i principi della big idea, il metodo pubblicitario al centro della saga di Matthew Weiner. La caduta di Don Draper è una metafora del caos in cui piomba la sua vita, cattura l'attenzione e non si cura del politicamente corretto.

Come era consuetudine negli anni d'oro del marketing e come racconta Advertising from the Mad Men Era, un cofanetto in due volumi che raccoglie vent'anni di pubblicità a stampa. In pratica il capitalismo a colori secondo Jim Heimann, editore esecutivo di Taschen America e Steven Heller, autorevole storico dell'illustrazione e del design.

Settecento pagine che attraverso immagini d'epoca, citazioni e saggi descrivono l'evolversi della comunicazione commerciale dall'approccio formale all'ironia, dal semplice bombardamento agli slogan in grado di vendere non un prodotto ma uno status sociale. Il primo volume si apre con gli annunci del dopoguerra che mostrano come nel 1950 i messaggi shirt-sleeve, in maniche di camicia, non siano più sufficienti alle esigenze del mercato.

Il Pil americano ha raggiunto i 300 miliardi di dollari, vendere è un grande affare, ma per stimolare i consumi bisogna soffiare sui desideri. Ecco le automobili presentate come «macchine da sogno» e la Guerra fredda riflessa in un annuncio della Western Elettric: «Qualcosa che i Rossi non hanno», in riferimento alla velocità delle linee telefoniche. Persino un bambino va bene per vendere sigarette: «Prima di sgridarmi, mamma, sarebbe meglio che accendessi una Marlboro».

Mad Men

E quando dire il falso diventa inaccettabile, i pubblicitari dimostrano all'America che il marketing intelligente è possibile. Siamo all'inizio degli anni Sessanta, nel pieno della Mad Men Era, la culla dei consumi in cui si muovono gli uomini di Madison Avenue, che sono sì creativi ma anche mad, matti. Nel telefilm Don Draper aggira i pericoli del fumo coniando lo slogan delle Lucky Strike: «It's toasted».

Poco importa che nella realtà la frase sia stata inventata nel 1917. George Lois e gli altri fanno la stessa cosa: le sigarette centos sono per chi sa godere un lungo piacere e la Pepsi è la bibita per i ragazzi della classe media che se la spassano sulle piste da sci. Si seduce il consumatore facendo leva sulle sue aspirazioni e ricorrendo all'ironia: «Lei la fa o non la fa? Solo il suo parrucchiere lo sa», strilla dalle riviste femminili la tintura per capelli Clairol. Non ci sono limiti, la creatività non lo ammette.

«L'uomo d'affari americano ha scoperto la vagina. È la nuova terra promessa. Ora stiamo puntando su quella. Ed è solo l'inizio. Oggi la vagina, domani il mondo». Così parlava Jerry Della Femina, italo-americano tra i cento più influenti pubblicitari del secolo scorso, citato alla fine del secondo volume. Un vero mad man: audace, scorretto, con pochi scrupoli e come Don Draper decisamente ingegnoso.

2 - L'INCUBO DEL SOGNO AMERICANO...
Natalia Aspesi per "la Repubblica"

A New York, adesso, Don Draper e la sua agenzia pubblicitaria stanno attraversando il 1966: i primi soldati americani sono già partiti per il Vietnam, anche il marito della rossa, pettoruta Joan, che nel frattempo partorisce il figlio del suo ex capo; le donne più evolute e arrabbiate hanno già letto La mistica della femminilità di Betty Friedan: forse anche Megan, la nuova moglie di Don, la prima donna della sua vita che si sente autonoma da lui e non vuole sacrificare il suo lavoro per compiacerlo.

Da poco è cominciata negli Stati Uniti la quinta serie, tredici puntate, di una delle più appassionanti e perfette saghe televisive, l'ormai famosissima, anche da noi (arrivata alla quarta serie), Mad Men, che racconta di un luogo simbolo di quegli anni e di quella nazione, quella Madison Avenue su cui già si affacciavano le agenzie di pubblicità, dove nascevano non i prodotti ma una loro immagine di fantasia per trasformarli in sogno, in desiderio, in bisogno, in un'ansia invincibile che poi si sarebbe chiamata consumismo: dalla sigaretta alla lotta ai tumori, dall'aereo all'automobile, dalla merendina alla vacanza, dall'assorbente igienico al deodorante, dal candidato presidenziale alla catena di alberghi.

IL CAST DI MAD MEN

Di serie in serie, il grande romanzo newyorchese segnala i cambiamenti politici, sociali, di genere, le mode, gli arredi, i peccati, gli orrori, i rapporti familiari e d'amore, le ambiguità e le ipocrisie, di quel decennio; e lo fa attraverso Madison Avenue, i suoi uffici arredati con il design di lusso, il mondo che lo invade con il suo furore creativo per diventare merce di massa, la vita inquieta di chi ci lavora, dentro e fuori le sue pareti di vetro.

Se la pubblicità si basa sull'inganno, anche la vita dei soci-padroni, dei dirigenti, dei creativi, delle segretarie e degli, impiegati della nuova agenzia Sterling Cooper Draper Pryce è una menzogna: nasconde segreti, disperazioni, turpitudini, inganni, terrori, ambizioni, frustrazioni, rivendicazioni, dietro l'apparente serenità e compostezza, l'ancheggiare delle donne, l'immancabile cappello degli uomini, l'atmosfera continua di seduzione, gioco, prevaricazione, umiliazione.

Sulla menzogna è fondato il successo del protagonista, Don Draper, che interpretato da Jon Hamm, è il primo divo televisivo di fascino irresistibile, un eroe amorale dal viso chiuso e malinconico, l'eleganza antica, e soprattutto l'apparente perfezione virile che cela sregolatezza, depressione, abbrutimento, indifferenza, nell'ombra nera di un inganno pericoloso e odioso che lo perseguita tra ricatti, sensi di colpa e terrori.

Lo sappiamo sin dalla prima serie che l'affascinante Don durante la guerra di Corea ha assunto l'identità di un compagno morto per cancellare la pochezza della sua vita. E Matthew Weiner, il genio che ha scritto Mad Men, autore anche dei meravigliosi Soprano, sa raccontare la continua, nascosta discesa all'inferno dell'impeccabile manager, che pare accettare il disgregarsi della sua vita come una tanto inevitabile quanto ignota punizione.

Raccontato dal cinema di quegli anni, Madison Avenue era un luogo di vita e professione invidiabili, i suoi manager di successo avevano mogli bruttine, devote e domestiche e tutti sprizzavano felicità, incuranti di quel che succedeva oltre i loro enormi frigidaire e giardinetti di casa. Weiner si riallaccia a certi romanzi d'epoca, come Diario di una casalinga inquieta (1967) di Sue Kauffman, e a film come Lontano dal Paradiso (2002) di Todd Haynes, per raccontare l'altra faccia di quella apparente armonia.

Mad Men

Dapprima Mad Men comunica un senso di fosca libertà oggi perduta, quella di fumare incessantemente Lucky Strike (gli uomini) senza temere il cancro, di divorare enormi bistecche (gli uomini) senza pensare al colesterolo, di bere cinque o sei martini alla volta (gli uomini) senza temere lo stordimento e l'arresto per guida pericolosa.

Ma la realtà è un'altra e a poco a poco quegli anni così romantici, quei luoghi di lavoro così vivaci, quella New York dei locali alla moda e delle bellissime signore sfacciate e impudiche, quei professionisti pieni di ambizioni e di denaro, in guerra continua con i colleghie con le agenzie rivali, sempre sull'orlo del disastro professionale e sentimentale, appaiono nella loro umana desolazione, nella loro lotta quotidiana per dare un sensoa un'esistenza che non ne ha.

Sono infelici gli uomini, sono infelici le donne: le belle mogli che assomigliano a Grace Kelly tradiscono e sono tradite, i seducenti mariti portano a letto le segretarie e poi le licenziano, il divorzio non cambia la vita, i nuovi amori neppure, i figli si isolano nel loro rancore. Gli uomini comandano, fanno i manager, le donne ubbidiscono, fanno le segretarie: quelle che cercano di far carriera sono derise, hanno vite private difficili e squallide, gli omosessuali si nascondono e scelgono di sposarsi.

Il dolore, lo sperdimento, il fallimento, sono peccati, crimini da annegare nel bere, nel sesso sfrenato e casuale, nell'Lsd, l'ultimo gioco pericoloso arrivato in città. Sono gli anni delle marce per i diritti civili, proprio nel '66 nasce il Black Power, ma nel mondo separatoe irreale dei Madison Men, come isolati dalla libera infuocata, colta New York, non ne arrivano gli echi: gli unici neri dell'ufficio sono inservienti (in quegli anni su ventimila impiegati delle agenzie i neri erano venticinque), quando la creativa Betty propone di pubblicizzare un prodotto anche per la gente di colore usando come richiamo Harry Belafonte, è il cliente che rifiuta, perché non vuole consumatori neri. Maschilismo, razzismo, disuguaglianze, e l'America è già dentro una nuova, sanguinosa guerra, che terminerà con la resa solo nel 1975.

 

UN RENDEZ-VOUS CON LE MITOLOGICHE E FATALI CAROLE BOUQUET E CHARLOTTE RAMPLING

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Mario Pizzi da Zagarolo

Repubblica.it - Si intitolava così un delicato film del 1995 girato dal grande regista Eric Rohmer (scomparso nel 2010 a 89 anni) che raccontava di tre storie d'amore molto particolari ambientate nella Capitale francese. "Rendez-vous - Appuntamento con il nuovo cinema francese" si chiama, invece, l'appuntamento a Roma. Tra gli ospiti segnaliamo Carole Bouquet, Charlotte Rampling, Léa Seydoux e Virginie Ledoyen.

STAFFEN DE MISTURA E SIGNORA VIRGINIE LEDOYEN

La seconda edizione di questo festival, esclusivamente dedicato al cinema d'Oltralpe, propone una quarantina di titoili nuovissimi, per la maggior parte in anteprima. I generi rappresentati sono vari: si va dalla produzione popolare a quella sofisticata, dai campioni di incasso ai film indipendenti. Una sezione speciale, infine, sarà dedicata alle opere del regista Mathieu Kassovitz, diventato famoso per il suo capolavoro "L'odio" nel 1995.

 


CAMBIA IL VERTICE DI RETE IMPRESE ITALIA: SANGALLI FAVORITO - LA PARTITA PER LA SUCCESSIONE IN CONFINDUSTRIA VENETO

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Carlo Cinelli e Federico De Rosa per il "Corriere Economia - Corriere della Sera"

1 - PORTE GIREVOLI...
Il 10 maggio si celebra a Roma il secondo compleanno di Rete Imprese Italia e ci sarà da decidere il futuro della governance del network che raggruppa Cna, Confesercenti, Confartigianato, Casartigiani e Confcommercio. Nei due anni trascorsi la modalità prescelta era stata quella di cambiare il portavoce ogni sei mesi. E così è stato, con la sola eccezione dell'organizzazione più piccola (Casartigiani).

CAMUSSO, MONTI E SANGALLI A CERNOBBIO

Nei mesi scorsi si era pensato di salire di un gradino e quindi di portare la rotazione a un anno. Poi però è prevalsa la prudenza e la governance resterà immutata. Ergo il primo luglio, alla fine del mandato di Marco Venturi che ha gestito tutta la fase della riforma del lavoro, con tutta probabilità dovrebbe toccare di nuovo al numero uno di Confcommercio, Carlo Sangalli.

2 - SUCCESSIONE A TOMAT...
Finita la partita nazionale, in Veneto si apre quella della successione ad Andrea Tomat. Il presidente della Confindustria regionale scadrà a fine anno, mentre è già in prorogatio quale Presidente della Fondazione Nordest. Se fino a qualche mese fa era data per certa la nomina in Regione di Roberto Zuccato, ex presidente vicentino, e per probabile quella alla Fondazione di Francesco Peghin, ex numero uno di Padova, ora le carte potrebbero rimescolarsi.

GIORGIO SQUINZI ALBERTO BOMBASSEI

Nella logica delle territoriali, la nomina del vicentino Stefano Dolcetta quale vice presidente nella squadra di Squinzi pone un ostacolo ad un compaesano in Regione. Padova reclamerebbe quel posto, proprio per Peghin, mentre per la Fondazione Nordest molti vedono come papabile Alessandro Vardanega, presidente di Treviso.

3 - LE STRANE IDEE SU VILLA ALTACHIARA...
È da quando è stata costruita, a fine '800, che a Portofino hanno una certa idea su Villa Altachiara. Che la morte della contessa Francesca Vacca Agusta ha rafforzato. Quella casa è sfortunata. Comincia a pensarlo, forse, anche Claudio Saracco, il commercialista incaricato della vendita. Nonostante siano arrivate diverse manifestazioni di interesse, l'asta, prezzo base 34 milioni, è andata deserta.

MAURIZIO RAGGIO

Qualcuno dice che l'orologiaio svizzero Frank Muller ci stia ancora pensando. Di certo c'è che Attilio Befera dovrà aspettare ancora chissà quanto per rivedere i 30 milioni che il fisco chiede a Maurizio Raggio, che della villa era il comproprietario. L'Agenzia delle Entrate aspetta la vendita. Chissà se Befera conosce la storia di quella casa, costruita per il conte di Carnavon, l'egittologo a cui capitò la «sfortuna» di scoprire la tomba di Tutankamen.

VILLA ALTACHIARA

 

FRANCESCA VACCA AGUSTA

PUBBLICATO IL SECONDO VOLUME DEI DIARI DI SUSAN SONTAG, RACCOLTI DAL FIGLIO DAVID RIEFF

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1 - SUSAN SONTAG, I PENSIERI DELLA GRANDE SCRITTRICE TRA POLITICA AMORE E PSICOANALISI
Gabriele Pantucci per "la Repubblica"

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Susan Sontag ha 31 anni quando si apre questo secondo volume dei suoi diari, di cui pubblichiamo alcuni estratti. Con uno degli aforismi di cui queste 500 pagine traboccano, osserva che "una delle principali funzioni (sociali) d'un diario è quella d'essere letto furtivamente da altre persone".

In realtà questi scritti non provengono dal tradizionale volume rilegato che il diarista tiene nel cassetto. Sono dispersi in taccuini d'appunti che la perseveranza di suo figlio, David Rieff, ha raccolto aggiungendovi soltanto note brevissime come nomi o piccoli dettagli. Sono pagine ricche di penetranti osservazioni psicologiche sulla nostra civiltà, sulla politica, sulle sofferenze della sua vita sentimentale.

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Leggiamo della sua rottura con la commediografa cubana Maria Irene Fornes che la fa sentire "congelata, paralizzata". E poi c'è la passione per Carlotta del Pezzo, un'aristocratica italiana. A lei, oltre che al figlio David, è dedicato L'Amante del Vulcano che Mondadori pubblicò nel 1995. Trenta pagine di diario sono riservate a lei (indicata semplicemente come C). La Sontag la analizza e si analizza: atteggiamenti e intenzioni.

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Tra le esplorazioni sentimentali ci sono anche le note sul figlio David ed il grande valore che ha il loro rapporto. Nella primavera del 1968 c'è il suo viaggio nel Nord Vietnam in guerra con gli Stati Uniti: pubblicato in un saggio del 1969. Non ci sono riferimenti al cancro che la colpì la prima volta nel 1976.

Ci sono momenti toccanti come quando in lacrime, a Venezia al mattino prestissimo entra in San Marco semideserta e lei - di discendenza ebraica anche se mai praticante religiosa - segue la Messa e prende la Comunione. Abbondano le liste: dei libri che ha letto e di quelli che deve leggere, come pure dei film e di quelli che possono essere spunti di libri futuri. Con molti rimpianti per qualche talento che pensa di aver perduto.


2 - PERCHÉ LA NOSTRA ESTETICA È PARALIZZATA DALLA BELLEZZA
Susan Sontag (traduzione di Paolo Dilonardo) © 2012 by David Rieff

19/8/64 - odorato è la più grande area sensoriale del cervello e anche la più primitiva.
Molto potente ma poco articolata - non ci si può fare niente (si può solo nominare) Tutta accenti, niente sintassi. L'odorare offre la consapevolezza di una sensazione da cui il pensiero è sciacquato via (a differenza dell'udire e del guardare) Osmologia, contrapposta a logologia.

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10/9/64 - L'estetica moderna è paralizzata dalla dipendenza dal concetto di bellezza. Come se l'arte "riguardasse" la bellezza - come la scienza "riguardasse" la verità! 3/10/64 Un uomo pensa prima di agire. Un altro pensa dopo aver agito. Ciascuno dei due è convinto che l'altro pensi troppo. 1/11/64 Da scrittrice, tollero l'errore, la prestazione insufficiente, il fallimento. Che importa allora se a volte fallisco, se un racconto o un saggio non sono all'altezza- A volte le cose vanno davvero bene, l'opera funziona. E ciò mi basta.

Susan Sontag

E' proprio questo l'atteggiamento che non riesco ad avere rispetto al sesso. Non tollero l'errore, il fallimento, - perciò sono ansiosa fin dall'inizio, ed è probabile che io fallisca. Perché non ho fiducia che a volte (senza bisogno di forzare) il sesso funzionerà.

16/7/65 - Parigi. Non telefono mai a nessuno; potendo evitarlo, non chiederei mai a qualcuno che esca dal mio appartamento di imbucare una lettera per me. Non mi fido che qualcuno faccia le cose al posto mio - voglio fare tutto da sola, o se mai lascio che qualcuno agisca al mio posto in una qualche faccenda, mi rassegno (in anticipo) all'idea che non la farà bene o che non la porterà a termine. 6/9/65 Tangeri Per un anno (avevo 15 anni) ho portato sempre con me, in tasca, le Meditazioni di Marco Aurelio. Avevo una tale paura di morire - e soltanto quel libro riusciva a darmi conforto, una certa forza d'animo. Volevo averlo addosso, poterlo toccare, al momento della mia morte.

20/11/65 Funzione della noia. Positiva e negativa. Arthur Schopenhauer, il primo scrittore importante a parlare di noia (nei Saggi), la considera, insieme al dolore, uno dei mali gemelli della vita (il dolore per i non abbienti, la noia per gli abbienti - è questione di ricchezza). La gente dice "è noioso" - come se si trattasse di un metro di giudizio definitivo sull'interesse di qualcosa, e nessuna opera d'arte avesse il diritto di annoiarci. Ma la maggior parte dell'arte più interessante del nostro tempo è noiosa, Jasper Johns è noioso. Beckett è noioso, Robbe-Grillet è noioso. Ecc, ecc.

Forse oggi l'arte deve essere noiosa. (Il che ovviamente non significa che l'arte noiosa sia per forza la migliore - ovviamente). Non dovremmo più aspettarci che l'arte riesca a intrattenerci o a distrarci. Perlomeno, non la grande arte.

La noia è una funzione della nostra attenzione. Stiamo imparando nuove forme di attenzione- privilegiando, ad esempio, l'orecchio rispetto all'occhio - ma finché ci muoveremo all'interno di un vecchio modello di attenzione continueremo a trovare X noioso... ad esempio quando prestiamo ascolto al senso di qualcosa piuttosto che al suo suono (essendo troppo orientati verso il messaggio).

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Forse, se dopo la ripetizione prolungata di una sola frase o di un certo tipo di linguaggio o di immagine - in un testo scritto o in un brano musicale o in un film - dovremmo chiederci se stiamo utilizzando il giusto modello di attenzione. O se stiamo, forse, utilizzando un solo giusto modello di attenzione, quando dovremmo invece utilizzarne due simultaneamente, in modo da bilanciare il carico (tra senso e suono, ad esempio).

26/11/65 Il benefattore come riflessione su Cartesio. Me n'ero dimenticata! Fino a quando, oggi, non me ne ha parlato Burt Dreyfus (un amico di S.S.) - perché ho passato gli ultimi 7 anni della mia vita con degli illetterati, e mi ci sono talmente abituata che non mi azzardo neanche più a parlare di qualcosa che preveda una qualche familiarità con i libri. Trovo la psicoanalisi umiliante (tra le altre cose); è la mia banalità che mi imbarazza. Mi sento sminuita.

E' questo uno dei motivi per cui trovo preoccupante il fatto SUSAN che si tratti di una relazione "professionale" e non "privata". La conoscenza ha a che fare con la coscienza incarnata (non soltanto con la coscienza) - è questa la grande questione trascurata dalla fenomenologia da Cartesio e Kant fino a Husserl e Heidegger - Sartre e Merleau-Ponty hanno cominciato ad affrontarla.

29/11/65 Il vantaggio di dire "è bella" di un'opera d'arte è che quando lo si dice non si sta dicendo niente.

4/1/66 - Sono attratta dai demoni, da quel che di demoniaco c'è nella gente. Solo da quello? Ultimamente, sì. Dalla follia, ma solo dalla follia incandescente e anticonformista: da persone che possiedono un generatore tutto loro. Philip Rieff, (l'ex marito di S.S.) era folle, e Irene e Jasper - e quella ragazza del Living Theatre, Diane Gregory, al laboratorio teatrale di Joe Chaikin ieri sera.

MARIA IRENE FORNES

Gli occhi neri, grandi e brucianti, le labbra socchiuse il vestito trapuntato, lungo fino a terra - La follia di Sallie Sears, (critico letterario americano e amica di S.S.) era respingente - perché la sua sensibilità, così limitante e remissiva, prendeva la forma della dipendenza. David non è precoce né creativo come ero io da bambina, e questo lo infastidisce. Mette a confronto com'ero io a nove anni e com'era lui alla stessa età, com'ero io a tredici anni e come è lui adesso. Io gli dico che non deve per forza essere così brillante. Lui ha altre soddisfazioni.

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8/8/66 - In America la religione è tutt'uno con il comportamento. Si smette di andare in chiesa o in sinagoga per via dei divieti o del peso eccessivo del rituale, non (come in Europa) a causa di una crisi di fede. Perciò, un uomo del Midwest che ha smesso di andare in chiesa quando da giovane è arrivato a New York, può benissimo mandare i figli alla scuola di catechismo dopo essersi sposato e trasferito a Long Island.

Gli basta scoprire che la chiesa protestante di Long Island non gli chiede di smettere di bere e di fumare come aveva fatto quella nello Iowa... 10/2/70 Non ho tutte le alternative che pensavo di avere- ne ho, di fatto, soltanto due: sradicare il mio sentimento, dirle (a Carlotta) di andare al diavolo - o jouer le jeu. Naturalmente sceglierò la seconda. L'età dell'innocenza è passata.

Questa non è la fine della storia - solo l'inizio della Fase Tre. La Fase Uno è stata luglio-agosto: passione, speranza, desiderio. La Fase Due va dal mio ritorno a New York il 2 settembre fino alla settimana scorsa a Parigi: desiderio sempre più vivo, ossessione, sofferenza, paralisi nel lavoro, magica castità, innocenza (ancora), gioia nel sentirsi amata, attesa paziente che cominci la nostra vita insieme.

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17/2/70 - A proposito del suo telegramma: "Parigi sembra così lontana". - Devo capire che quella di Parigi non è stata affatto un'esperienza positiva per C. Lo è stata per me: per quanto dolorosa, ero comunque insieme a lei.

L'importanza, per C., dell'idea di essere "civili". Essere civili significa sapersi controllare, saper essere allegrie affabili anche quando si è disperati. La capacità di ridere al telefono con un conoscente quando si è nel bel mezzo di una grande sofferenza personale è per lei "civile" - in me provoca invece ansia e dissociazione.

Essere civili significa tenere separate le cose - stati d'animo diversi con ciascuno, modi diversi di manifestare e rivelare se stessi - ferma restando la regola di essere gradevoli e di buona compagnia. 26/4/70 L'immenso valore che David ha nella mia vita: qualcuno che posso amare con incondizionata fiducia - perché so che la relazione è autentica (la società la garantisce e io la costruisco) - perché io l'ho scelto, perché lui mi ama (di questo non ho mai dubitato): la mia unica esperienza di amore, di generosità, di premura.

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21/4/71 - Soffro per la mancanza di stimoli intellettuali. Ho esagerato, nel reagire contro l'ambiente accademico in cui da giovane ero totalmente immersa. È stata una esagerazione. Poi, a partire da Harriet, l'esagerazione è stata equivalente, ma di segno opposto. Si è fatta sempre più estrema, al punto che negli ultimi anni ho passato quasi tutto il mio tempo con persone dalle menti mediocri. Per quanto mi piacessero (perché erano più calorose, più sensuali, più sensibili, più esperte del "mondo") non mi stimolavano. Pensavo sempre meno. La mia mente è diventata pigra, passiva. Ho guadagnato molto ma ho anche pagato un prezzo altissimo. E quel prezzo adesso mi umilia. Molti libri mi risultano difficili da leggere! (Soprattutto la filosofia). Scrivo male, con difficoltà.

19/7/75 - L'arte ufficiale nei paesi comunisti è, oggettivamente, fascista. (per esempio gli alberghi e i palazzi della cultura dell'era Staliniana, il film cinese di propaganda maoista, L'oriente è rosso, ecc). E la visione sentimentale del passato voluta dal fascismo, allora? I nazisti fecero di Wagner la loro musica ufficiale; Marinetti disprezzava Wagner.

La società comunista ideale è totalmente didattica (l'intera società è una scuola); qualunque considerazione è governata da un'idea morale. La società fascista ideale è totalmente estetica (l'intera società è un teatro); qualunque considerazione è governata da un'idea estetica. 24/5/78 Venezia Venezia mi fa piangere. Da sola, passeggiando in piazza San Marco di mattina presto. Sono entrata nella basilica, mi sono seduta tra i cinque o sei fedeli presenti, ho assistito alla messa, e ho fatto la comunione.

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6/5/80 Sì, un saggio sul pensiero aforistico! Un'altra fine, una chiusura. "Note su Note." Con un'epigrafe (1943) di Canetti: "Leggendo i grandi autori di aforismi si ha l'impressione che si conoscano tutti bene fra loro". Viene da chiedersi perché. Può essere che la letteratura aforistica ci insegni l'unicità della saggezza (così come l'antropologia ci insegna la diversità della cultura)? La saggezza del pessimismo.

O dovremmo piuttosto concludere che la forma dell'aforisma, del pensiero abbreviato, condensato o irregolare sia una voce storicamente connotata che, nel momento stesso in cui viene fatta propria, suggerisce inevitabilmente determinati atteggiamenti; che sia il veicolo di una tematica condivisa? La tematica tradizionale dell'aforista: l'ipocrisia della società,la vanità dei desideri umani, la superficialità e la falsità delle donne; gli inganni dell'amore; i piaceri ( e la necessità) della solitudine; e la complessità dei propri processi mentali. Tutti i grandi aforisti si battono per farsi carico del peso del pessimismo, della disillusione - alcuni con più leggerezza (con meno ferocia) di altri.

 

ENRICO BONDI COMMISSARIO PER LA SPENDING REVIEW? MANCAVA SOLO IL TECNICO CHE COMMISSARIA I TECNICI! - 4 MLD € I TAGLI (I

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1 - SPENDING REVIEW:MONTI NOMINA BONDI COMMISSARIO
(ANSA) - Enrico Bondi commissario per beni e servizi dell'amministrazione statale per rendere operativa la spending review.

Enrico Bondi

2 - SPENDING REVIEW: POCO SOPRA 4 MLD I TAGLI SPESA 2012
(ANSA) - Ammonterebbero a poco più di 4 miliardi i tagli di spesa che il governo intende programmare per il 2012 con la spending review. L'importo, secondo quanto si è appreso, non sarà contenuto in un provvedimento ma viene calcolato definendo gli interventi previsti per quest'anno.

3 - SPENDING REVIEW:IPOTESI COMITATO INTERMINISTERI,MONTI A CAPO
(ANSA) - Il Comitato interministeriale sulla spending review avrebbe due mesi di tempo per verificare tutti gli elementi delle spesa pubblica non vincolati (come ad esempio sono pensioni e stipendi) con l'obiettivo di realizzare tagli senza danneggiare i cittadini. La struttura non sarebbe dunque alternativa all'istituzione del commissario ad hoc sulla spesa pubblica, il quale avrebbe poteri operativi

fornero monti catricala

Un comitato interministeriale sulla spending review presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti e composto dal ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, dal ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi, il viceministro Vittorio Grilli e il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà: sarebbe una delle novità, secondo quanto si apprende, che potrebbero essere decise dal Consiglio dei ministri di oggi.

4 - SUD: CIPE, OK 1,7 MLD PER INTERVENTI TUTELA AMBIENTE
(ANSA) - Un miliardo e settecento milioni di euro per interventi di tutela ambientale nel Mezzogiorno: è quanto ha stanziato il Cipe. I fondi serviranno per "223 interventi diffusi nel territorio, che contribuiscono a creare attività economica anche per piccole e medie imprese".

TRE SENATORI LEGA NORD STIFFONI BOLD E

5 - INDAGINI,DA STIFFONI PRELIEVI DA CONTO SENATO
(ANSA) - Il senatore Piergiorgio Stiffoni, autosospesosi nei giorni scorsi dal gruppo parlamentare della Lega Nord, avrebbe utilizzato un conto che serve di norma per rimborsare le spese dei senatori, per effettuare operazioni "sospette" come l'emissione di assegni circolari e una serie di prelievi in contanti. Le operazioni "sospette" emergono dalle indagini dai pm di Milano sui fondi del Carroccio. Gli inquirenti valutano la posizione di Stiffoni e non è esclusa una eventuale contestazione di peculato, perché si tratta di soldi pubblici.

6 - STIFFONI GESTI'IN 2 ANNI 3-4 MLN EURO PUBBLICI
(ANSA) - Al senatore Stiffoni, secondo quanto risulta dalle indagini dei pm di Milano, la Lega Nord aveva dato la delega ad operare sul conto, acceso presso la Bnl, su cui confluiscono soldi pubblici di pertinenza del Senato e che devono andare a coprire le spese dei senatori e in questo caso di quelli del gruppo del Carroccio. Stiffoni avrebbe così gestito, tra il 2010 e il 2011, in modo 'sospetto' secondo le prime analisi degli investigatori, tra i 3 e i 4 milioni di euro di fondi pubblici. Stando alle indagini del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dei pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano, Stiffoni avrebbe effettuato una serie di operazioni 'anomale' su quel conto, movimentando assegni e facendo prelievi.

UMBERTO BOSSI IN LACRIME CON ROBERTO MARONI SUL PALCO DI BERGAMO

Operazioni sui cui ci sono state anche delle segnalazioni da parte dell'Uif di Bankitalia, ora agli atti della Procura. Venerdì scorso è stato sentito come teste dai pm il capogruppo al Senato della Lega, Federico Bricolo, il quale avrebbe in sostanza spiegato che lui non sapeva cosa facesse Stiffoni con i soldi del conto per i senatori del Carroccio, perché il senatore aveva la delega ad operare e la fiducia del partito.

Lo stesso Stiffoni era stato sentito a verbale una decina di giorni fa e gli inquirenti avevano, da quanto si è saputo, 'sospeso' l'audizione quando il senatore era caduto in contraddizioni, sostanzialmente 'avvicinandosi' alla posizione di possibile indagato. Ora la Procura sta vagliando per lui l'ipotesi del peculato, perché si tratta di denaro che era destinato ad un gruppo parlamentare, che ha quindi funzione pubblica.

7 - MARONI, STIFFONI E' STATO MESSO FUORI
(ANSA) - Il senatore Piergiorgio Stiffoni, che si era già autosospeso dalla Lega Nord, "é stato messo fuori" e quindi sostanzialmente "espulso" dal Consiglio Federale: lo ha riferito Roberto Maroni lasciando la sede di via Bellerio. Al Consiglio Federale, ha spiegato Maroni, "é stato preso atto dell'autosospensione del senatore Stiffoni ed è stata decisa la cancellazione dal libro dei soci ordinari militanti, il che equivale tecnicamente all'espulsione".

8 - RAI: VIGILANZA, UFFICIO PRESIDENZA IL 2 IN VISTA RINNOVO CDA
(ANSA) - Il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, ha convocato l'ufficio di presidenza per mercoledì 2 maggio alle 17. La seduta, spiega una nota della bicamerale, "sarà dedicata alla definizione degli adempimenti di competenza della commissione per il rinnovo del cda della Rai in vista dell'Assemblea degli azionisti convocata per il 4 maggio in prima, e l'8 maggio in seconda, convocazione". Alla commissione, in base alla legge, spetta designare sette membri del cda su nove.

PAOLO GARIMBERTI SERGIO ZAVOLI

9 - RAI: BUTTI, INCOMPRENSIBILE OSTINAZIONE PD PER CAMBIO CDA
(ANSA) - "E' francamente incomprensibile questa ostinazione da parte di esponenti del Pd nel voler cambiare la composizione del cda". E' quanto sottolinea in una nota il senatore Alessio Butti, capogruppo del Pdl in commissione di Vigilanza sulla Rai, che aggiunge: "Riusciamo a capire l'imbarazzo del Pd, poiché non sa come uscire dal cul de sac in cui si è infilato, quando immotivatamente ha deciso di non partecipare al voto per l'elezione del cda in vigilanza Rai".

LUSI E SIGNORA

Ora, però, fa notare Butti "atteso che il governo, nei suoi più autorevoli rappresentanti, ha dichiarato che si procederà al rinnovo del cda Rai con questa legge e con queste proporzioni, continuare a polemizzare non serve a nulla e a nessuno. Del resto - conclude l'esponente del Pdl - la qualità dei palinsesti Rai, la consistenza dei bilanci, gli investimenti tecnologici e la particolare cura per il servizio pubblico non dipendono direttamente dal numero dei consiglieri di amministrazione".

10 - CASO LUSI: MONTI PLAUDE INIZIATIVA MARGHERITA SU ESODATI
(ANSA) - Fonti di P.Chigi lasciano trasparire il vivo apprezzamento del Presidente del Consiglio Mario Monti per la decisione odierna del Partito della Margherita di devolvere 5 milioni di Euro a beneficio dei lavoratori privi di tutele. Nell'attuale fase di difficoltà economiche, non può che essere incoraggiata la disponibilità da parte dei partiti politici a contribuire allo sforzo generale di riduzione della spesa pubblica attraverso un gesto di solidarietà in favore delle persone più duramente colpite.

ENZO MOAVERO MILANESI MARIO MONTI FRANCESCO RUTELLI resize

11 - ICE: SI INSEDIA NUOVO CDA, RICCARDO MONTI NUOVO PRESIDENTE
(ANSA) - E' Riccardo Monti il nuovo Presidente dell'Agenzia ICE, l' Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane. La nomina - è scritto in una nota dell'istituto - coincide con l'insediamento del nuovo consiglio di amministrazione dell'Agenzia, che è stato nominato lo scorso 18 aprile al quale fanno parte, oltre allo stesso Monti, anche Giuseppe Mazzarella, Maurizio Melani, Luigi Pio Scordamaglia e Paolo Zegna.

Riccardo Monti

La nuova Agenzia Ice, che con la nomina del presidente e l'insediamento del Cda è ora pienamente operativa, "punta a coordinare - prosegue la nota - tutte le strategie e gli strumenti di internazionalizzazione del sistema Paese, così da supportare in modo efficace l'export e la crescita all'estero delle aziende italiane. Si concentrerà fortemente anche sull'attrazione degli investimenti diretti esteri, un settore di importanza fondamentale per la ripresa della crescita e del mercato occupazionale interno".

Riccardo Monti, 44 anni, si è laureato in Economia e Commercio all'Università di Napoli e ha successivamente conseguito due specializzazioni alla Columbia University e al Brooklyn Polytechnic di New York. Negli ultimi quindici anni, soprattutto nel ruolo di Executive Director del Gruppo Value Partners ha lavorato con Corporation e Governi di oltre 30 Paesi, in particolare nei grandi mercati emergenti di America Latina, Medio Oriente, Asia e in Turchia, su progetti di espansione internazionale. Dal 2007 è membro del Board della Robert Kennedy Foundation.

12 - IMU, 500 SINDACI IN RIVOLTA. PISAPIA: RISCHIO ESPLOSIONE SOCIALE
(LaPresse) - Un'azione di disobbedienza contro la tassa "più odiosa", l'Imu, perchè "è ora di ribellarsi" contro un governo "dei record negativi" e dire no ad Equitalia. E' stato l'ex ministro dell'Interno e triumviro della Lega Nord, Roberto Maroni, a lanciare la proposta di una "opposizione fiscale" dalla sua pagina Facebook: un annuncio che dalla Rete è subito rimbalzato nel dibattito politico, suscitando consensi e critiche. Ad appoggiare l'iniziativa di Maroni sarebbero pronti almeno 500 sindaci, gli stessi che domani si ritroveranno a Zanica, in provincia di Bergamo, in occasione del 'Lega unita day'.

Pisapia - Tabacci

Ma, al di là del consenso interno al Carroccio, l'ipotesi di uno sciopero fiscale ha riacceso la discussione sul 'che fare' tra tutti i primi cittadini d'Italia. A iniziare dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che in un'intervista al 'Corriere della Sera' lancia l'allarme di una possibile "esplosione sociale", a settembre, nel caso in cui il governo e il parlamento non assumessero in tempi brevi delle iniziative "che vanno nella direzione di più equità e sviluppo". Pisapia lamenta, inoltre, i tagli ai comuni e chiede all'esecutivo l'avvio di nuovi cantieri per far ripartire l'economia, nonchè di pagare i crediti delle aziende fornitrici e i rimborsi sull'Iva.

Il primo cittadino del capoluogo lombardo non sposa la rivolta fiscale contro l'Imu del partito di via Bellerio perchè, dice sempre al 'Corriere', "diventa un aiuto all'evasione e non un contributo per modificare una norma ritenuta ingiusta", ma allo stesso tempo sottolinea che "di fronte a un obiettivo giusto o che risponde a un interesse generale, chi ha un ruolo istituzionale non deve alzare steccati, ma farsene partecipe se non protagonista".

L'Anci, l'associazione che racchiude i comuni italiani, è sulla stessa lunghezza d'onda di Pisapia, pronta però a lanciare una mobilitazione a Venezia, il 24 maggio, contro "una patrimoniale mascherata". Sull'organizzazione guidata da Graziano Delrio è forte il pressing di molti sindaci, anche del Sud: i primi cittadini dei comuni della Basilicata hanno chiesto "l'attribuzione totale dell'Imu ai comuni" e la rimozione del patto di stabilità.

 

 

NESSUNO È RIUSCITO A PROVARE SE IL CORPO DI BELEN CHE STAVA FACENDO L'AMORE FOSSE QUELLO DI UNA MINORENNE O MENO

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1- MINORENNE O NO?
Franco Bechis per Libero

Belen Rodriguez

C'è un pm e addirittura una squadra di polizia che da sei mesi a questa parte sono i più invidiati nei palazzi di giustizia italiani. Il pm è in forza alla procura di Milano. Si chiama Luigi Luzi e dal 24 ottobre scorso addirittura insieme a un pool speciale della squadra mobile di Milano indagava su uno dei reati più odiosi: la pedopornografia. Nelle mani della supersquadra pronta per una serie tv solo un filmato in bianconero reperito sulla rete.

BELEN VIDEO SEX

Poco, ma il valoroso pm con la sua squadra di polizia non si è arreso, trascorrendo giorni e giorni a guardare e riguardare ogni frammento di quel filmato alla ricerca della più labile traccia che potesse portare al colpevole: un cinturino di orologio bianco, una marca di lenzuola, quella strana luce di una lampadina sul comò. Scruta e scruta, guarda ogni frame con attenzione. E indaga.

BELEN

Sei mesi in cui ogni strada è stata tentata, ma senza successo. Alla fine anche i nostri eroi si sono dovuti arrendere, gettando la spugna e proponendo l'archiviazione del caso. Per quante volte avessero guardato e riguardato quel filmato attenti ad ogni minimo particolare la prova regina non si è trovata: nessuno è riuscito a provare al di là di ogni ragionevole dubbio se il corpo di Belen Rodriguez che stava facendo l'amore in ogni posa con il fidanzato argentino Martinez Pardo fosse quello di una minorenne o meno...

Ps. Il pm Luzi deve avere una certa vocazione a proteggere Belen: è stato proprio lui a chiedere il 22 febbraio scorsola "sorveglianza speciale" per Fabrizio Corona, considerato socialmente pericoloso...

BELEN E STEFANO DE MARTINO DOPO L INCIDENTE IN MOTO

2- VIDEO «HOT» DI BELEN, CHIESTA L'ARCHIVIAZIONE
Corriere.it

Non c'è la prova che Belen Rodriguez fosse minorenne all'epoca in cui le immagini sono state girate: con questa motivazione la Procura ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sul tentativo di vendita per 500mila euro ai giornali scandalistici del video hot finito online lo scorso autunno. Il filmato ritrae una giovanissima Belen in intimità con il modello Tobias Blanco Martinez Pardo.

borriello-belen

Il pubblico ministero Luigi Luzi ha inviato al gip la richiesta di archiviazione del fascicolo che ipotizzava i reati di diffusione di materiale pedopornografico e tentata estorsione a carico degli «emissari» dell'argentino, che invece non è mai stato iscritto nel registro degli indagati come mandante del tentativo di vendita solo perché non è mai stato formalmente identificato.

Belen Rodriguez

IL BLITZ DI CORONA - All'epoca del tentativo di vendita del video, Fabrizio Corona, allora fidanzato con la modella, aveva cercato di smascherare gli intermediari, fingendosi interessato all'acquisto tramite un suo collaboratore e fissando un appuntamento in un ristorante del centro. Ne era nata una rissa durante il quale era comparso Tobias Blanco che, in lacrime, aveva consegnato una copia del video in una chiavetta usb.

Belen Rodriguez

Belen ha poi testimoniato alla squadra mobile di aver distrutto il video, ricevuto senza sborsare soldi. Tuttavia, lo scorso ottobre, le immagini sono finite in internet con tanto di istruzioni per scaricarle, perché il passaparola era stato tale che il sito che le ospitava era andato in tilt.

BORRIELLO E L'OROLOGIO - Il video è poi finito anche in vendita sulle bancarelle di svariate città, sottoforma di dvd con tanto di copertina, prima per 20 euro, poi per 10. In questo modo, però, anche gli inquirenti avevano potuto visionarlo e notare nelle immagini sul polso di Belen un orologio bianco in apparenza simile al gioiello che il calciatore Marco Borriello aveva regalato all'argentina durante la loro relazione, tra il 2004 e il 2008, quando la showgirl era già maggiorenne.

Borriello, sentito a dicembre, ha dichiarato che l'orologio delle immagini non ha niente a che vedere con il suo regalo, avvalorando così la denuncia della sua ex. Tuttavia, al termine degli accertamenti, il pm ha ritenuto di non aver raggiunto la prova che Belen all'epoca del video fosse minorenne, di qui ha ritenuto caduta l'ipotesi di diffusione di materiale pedopornografico. Tra l'altro, non è stato nemmeno individuato chi ha materialmente messo in rete il video.

«MAI RICATTATA» - Per quanto riguarda l'accusa di tentata estorsione, il pm ha ritenuto che i due intermediari non hanno mai ricattato l'argentina, non avendole mai chiesto soldi in cambio della mancata pubblicazione delle immagini. Hanno solo cercato di vendere il video in questione. Della richiesta di archiviazione è stata avvisata la denunciante, che potrà presentare una memoria, proponendo opposizione a tale conclusione.

Belen RodriguezBelen Rodriguez

3- BELÉN E IL PARTITO DEI COMPLOTTISTI - AMORE VERO O REALITY BEN STUDIATO: IN RETE CRESCONO I SOSPETTI
Renato Franco per il Corriere della Sera

Il tenente Colombo alzerebbe il sopracciglio del suo occhio di vetro e chiederebbe: «Ma com'è che la fasciatura fino al ginocchio in un giorno è diventata un calzino rosa da Lolita?». L'amorazzo mediatico tra Belén e Stefano De Martino non bisogna spiarlo dal buco della serratura perché la porta è aperta e ci sono pure le telecamere. Sono veri palpiti di cuore o solo frusciare di banconote? Baci sinceri o montatura per prolungare all'infinito i 15 minuti di celebrità a cui questa coppia - che rasenta l'illegale per quanto sono giovani e belli - non vuole rinunciare?

Gli internauti della Cia (Central Internet Agency), gli investigatori della Rete, si sentono tutti più cool della squadra della scientifica di Csi e indagano a caccia di indizi. Poiché è la teoria che determina ciò che osserviamo, partendo dal presupposto che i due fingano, possiamo solo trovare elementi a supporto di questa tesi retroscenista o complottista.

L'ultimo dubbio è quello legato ai postumi dell'incidente, la botta alla caviglia. Belén, appena dimessa dall'ospedale, la teneva immobilizzata in una fasciatura fin sotto al ginocchio e usava le stampelle per camminare. In 24 ore tutto ridimensionato, con le scarpe da tennis e quella vezzosa calza rosa che arriva appena più su del malleolo.

belen stefano de martino

Così quelli della tesi che è una messinscena da reality eccoli a far girare le due foto su Twitter e scrivere che l'incidente è falso. E questo forse è troppo. Una sfilata muta ad Amici - giusto il tempo di farsi vedere - poi ieri sera ancora a Scherzi a parte, sempre su Canale 5, a farsi prendere per i fondelli da Luca e Paolo e alzare lo share. Già con i tacchi, la caviglia in mostra, due cerottini appena a nascondere gli acciacchi. Come da copione.

STEFANO DE MARTINO CON EMMA MARRONE E BELEN RODRIGUEZ

Per i complottisti taroccata sarebbe pure la loro storia d'amore. Anche qui indagini a tappeto, per scoprire tre indizi inequivocabili. Il primo: il blog che si è aggiudicato l'esclusiva del primo bacio tra i due è di un tale che sarebbe socio di Fabrizio Corona, il paparazzo che muoverebbe i fili della montatura e farebbe alzare il prezzo delle foto con Belén.

BELEN E STEFANO DE MARTINO DOPO L INCIDENTE IN MOTO

Secondo: la maglietta indossata da De Martino nella prima uscita pubblica, nera con un teschio da pirata, è di un marchio legato al solito fotografo, quello che ama girare senza patente (anche ieri lo hanno beccato su una Harley Davidson, pure contromano). Terzo: la borsa griffata di Belén, una firma seguita dall'amico di Corona. Tutto costruito dunque?

Belen Stefano de martino primo bacio

Magari anche per dopare gli ascolti di Amici, quest'anno un po' talent (la gara tra i concorrenti), un po' reality (il triangolo Emma-Stefano-Belén). Con l'argentina nella parte della Cattiva che si becca i fischi dello stadio perché ha portato via il Bello alla Buona. Ricalcando con la peggiore approssimazione sceneggiature da soap opera, ecco che lo studio di Canale 5 diventa come l'arena degli Hunger Games raccontati da Suzanne Collins, un evento televisivo in cui vince l'unico che rimane vivo. Così Emma pare la designata ufficiale a vincere questo De Filippi Game, grazie ai televoti che da casa le arriveranno come risarcimento per il suo amore spezzato.

Belen Rodriguez

La Beleneide assume i colori di un romanzo ultra-pop, da bancone del supermercato, se non fosse che oggi all'Esselunga ci trovi pure Pirandello, che farebbe rivoltare nella tomba chi (Flaiano) scriveva frasi che non appartengono a questi tempi di gossip: «I fatti miei non li racconto, quelli degli altri non li voglio sapere».

 

TRAVAGLIO ATTACCA LA DISINFORMAZIONE (E FIORELLO): GRILLO NON HA MAI DETTO CHE LA MAFIA NON UCCIDE”

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1- MAIL DA MOVIMENTO 5 STELLE DI ROMA
Caro Dago, era molto chiaro il discorso di Grillo a Palermo sulla mafia.
La mafia non si sognerebbe mai di uccidere chi paga il pizzo, la mafia uccide chi non lo paga e invece lo Stato con Equitalia uccide anche, ma soprattutto, chi paga. I media asserviti come al solito hanno stravolto il senso del messaggio lanciato da Grillo dinanzi migliaia di palermitani. Mentono pure su fatti inoppugnabili e facilmente verificabili. Secondo il giornale di Caltagirone, le persone presenti erano solo 400, quando più di 400 erano i soli giornalisti di tutto il mondo presenti.

VIGNETTA DI BENNY - BEPPE GRILLO BOMBAROLOBEPPE GRILLO SULLA COVER DEL MALE

MoVimento 5 Stelle di Roma

2- MICHELE SERRA: LE BELINATE DI GRILLO
Michele Serra per La Repubblica
- Il breve rosario di belinate sulla mafia scappate di bocca a Beppe Grillo nella sua predica palermitana ha una spiegazione tecnica quasi ovvia, ma stranamente rimossa dal discorso pubblico su Grillo e il grillismo: Grillo è un comico, ragiona e parla come un comico. E il linguaggio comico lavora sulla sintesi.

Procede per battutee brutali semplificazioni che possono anche essere fulminanti, ma solo in quel contesto. Se un intellettuale o un politico osasse liquidare un argomento tremendo come la mafia con quattro battute, verrebbe considerato un cialtrone.

La semplificazione comica è bene accetta, e liberatoria, perché ci solleva dalla complicazione della vita. Il successo di Grillo dipende (anche) dall'avere trasposto il suo carisma di semplificatore in mezzo alla polis, e di averlo fatto in un momento in cui la vita pubblica ed economica è così complicata da essere angosciante.

MICHELE SERRABEPPE GRILLO IN SPIAGGIA

Ma ci sono istanti rivelatori (il discorso di Palermo è uno di questi) in cui il gioco della semplificazione crea un cortocircuito,e anche il re dei semplificatori all'improvvisoè nudo. Semplicemente, così come un politico che fa lo spiritoso in genere è deprimente, un comico che fa politica in genere è irritante. Contro la mafia don Ciotti, che non ha mai fatto ridere nessuno, vale un milione di Grillo messi insieme.

3- TRAVAGLIO: GRILLO E IL BUE
Marco Travaglio per Il Fatto


Grillo non mi piace quando dice che bisogna uscire dall'euro, perché temo che tornando alla lira saremmo capaci di uscire non solo dall'Europa, ma anche dall'Africa. Grillo non mi piace quando dice che i programmi tv sono tutti uguali, perché Report non è uguale a Porta a Porta e perché Santoro, con Servizio Pubblico, ha fatto esattamente quel che lo stesso Grillo suggeriva da anni: uscire dal regime Raiset e mettersi in proprio, finanziato da editori puri (come il Fatto) e dal pubblico.

grillo travaglio abbraccio lapBEPPE GRILLO E MARCO TRAVAGLIO - Copyright Pizzi

Grillo non mi piace quando attacca Gian Carlo Caselli per gli arresti dei (pochi) violenti in Valsusa. Grillo non mi piace quando dice che, se pagassimo tutti le tasse, i partiti ruberebbero il doppio, perché milioni di lavoratori dipendenti e pensionati sono costretti a pagarle tutte, le tasse, anche per chi non le paga, e anche se poi i partiti si rubano tutto.

Invece Grillo mi piace per tutte le altre battaglie con cui si è imposto negli ultimi anni come soggetto politico fino a toccare il 7 per cento (forse sottostimato) nei sondaggi, candidando ragazzi puliti e impegnati che si stanno comportando benissimo in vari consigli comunali e regionali. Ma mi piace anche quando non rinuncia al gusto della battuta e del paradosso.

berlusconi mafia duesseldorf

Qualche anno fa, a proposito credo di Andreotti, disse che la politica s'era infiltrata nella mafia e l'aveva corrotta. Era una splendida battuta, che valeva più di tanti editoriali e di tanti saggi, anche perché nessuno si sognò di prenderla alla lettera. L'altro giorno a Palermo, almeno a leggere i giornali e i commenti sdegnati (persino di Fiorello), l'ha detta grossa: "La mafia non uccide, lo Stato sì".

fiorello e benigni

I parenti delle vittime di mafia, appositamente fuorviati dalla disinformazione, sono insorti, e giustamente. Se Grillo avesse davvero detto che la mafia non uccide, avrebbero avuto ragione da vendere. Ma, per fortuna, non l'ha mai detto. Ha azzardato un altro paradosso.

Prima ha osservato che "un governo di transizione avrebbe dovuto fermare il debito pubblico e mettere un taglio alle pensioni d'oro, massimo 5 mila euro, e il resto investirlo per trattenere i nostri giovani ricercatori che fuggono all'estero". Poi ha aggiunto: "La mafia non ha mai strangolato il proprio cliente: gli prende il pizzo del 10%.

RAFFAELE LOMBARDO

Qui la mafia (intesa come il governo che porta molti imprenditori e lavoratori al suicidio, ndr) strangola le proprie vittime". Il senso della provocazione era chiarissimo, e lo stesso Grillo l'ha precisato ieri sul blog per i duri di cervice: "La mafia ha tutto l'interesse a mantenere in vita le sue vittime.

Le sfrutta, le umilia, le spreme, ma le uccide solo se è necessario per ribadire il suo dominio nel territorio. Senza vittime, senza pizzo e senza corruzione come farebbe infatti a prosperare? La finanza internazionale non si fa di questi problemi. Le sue vittime, gli Stati, possono deperire e morire. Gli imprenditori possono suicidarsi come in Grecia e in Italia. Spolpato uno Stato, si spostano nel successivo".

Vittorio Mangano in tribunale nel 2000

Eppure ai partitanti di destra, centro e sinistra non è parso vero di potergli dare, oltreché del demagogo, antipolitico, fascista, nazista, anche del mafioso. Manca soltanto piduista, ma ci arriveremo. Ma dai, siamo seri: chi ha ospitato e rilanciato sul blog e in varie manifestazioni le battaglie delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino? Chi, quando non ne parlava nessuno, ha denunciato le trattative Stato-mafia?

Baraldi Cuffaro Casini - Nonleggerlo

Chi ha difeso i magistrati di frontiera? Grillo. Prima di dargli del mafioso, il Pdl pensi all'"eroe" Mangano e a tutti i mafiosi e amici dei mafiosi che B. ha portato in Parlamento fino alle più alte cariche. Bersani pensi al compagno Crisafulli, filmato da una telecamera nascosta mentre abbracciava affettuosamente il boss Bevilacqua, dunque senatore Pd, e al compagno Lombardo, inquisito per fatti di mafia dunque alleato del Pd. E il Terzo Polo pensi ai suoi Cuffaro e Romano. I classici buoi che danno del cornuto al Grillo.

 

 

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