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ORA SI È CAPITO PERCHÉ IL DECRETO LEGGE SI CHIAMA "SALVA ITALIA": PERCHÉ SALVA L'ITALIA MA NON GLI ITALIANI

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Riceviamo e pubblichiamo:

ITALO IL TRENO DI NTV

Lettera 1
Caro Dago, chi lo stima e chi lo detesta uniti da un solo grido: "A mare Monti!"
Agal

Lettera 2
Caro Dago, ora si è capito perché il decreto legge si chiama "Salva Italia": perché salva l'Italia ma non gli italiani.
Giacomo

Lettera 3
Caro Dago, dopo aver dominato in Francia il populismo sarà protagonista anche alle prossime elezioni in Italia. Ma Bersani è pronto ad affrontare il fenomeno Beppe Grillepen?
U.Lati

Lettera 4
Caro Dago, se il Governo fa il Def(iciente) non è detto che il Parlamento debba approvarlo.
Max A.

MONTEZEMOLO E IL TRENO ITALO

Lettera 5
Ma anche i mafiosi/camorristi/ndraghetisti quando chiedono il pizzo alle imprese o ai commercianti ,lo chiedono come "debito di riconoscenza"?
Sanranieri

Lettera 6
Caro Dago, che gaffe per un comico come Beppe Grillo tirare in ballo i partigiani proprio in questo momento. Ma non lo sa che i partigiani sono andati sui... Monti?
R.B.

Lettera 7
Caro Dago, collisione e interpretazioni a Roma Termini: O alle FS l'arrivo di NTV fa gia' tremare gli scambi, oppure e' stato un modo di salutare, da parte delle Ferrovie dello Stato, l'imminente partenza della concorrenza, facendo "l'inchino" a Italo.
Saluti, Labond

MARIO MONTI CON GLI OCCHIALI D

Lettera 8
Forse per far capire meglio il concetto,sarebbe il caso di fare un articolo dove compaiono i nomi degli appartenenti a questi gruppi elitari,e spiegare che posizioni occupano!le torie complottistiche possono anche sembrare fantasiose,ma tracciare la rete tessuta da questi signori aiuterebbe a conoscerne la portata!e' chiaro comunque che i governi dell'area euro contano ormai ben poco! Sarebbe altresi' utile spiegare come nasce l' euro,materialmente,tenendo presente che ormai da tempo la valuta non ha piu',come controvalore l'oro. Grazie di tutto e complimenti per il sito.
Luca Sartor

Lettera 9
La Palombelli nel suo articolo inserisce Amato, sponsorizzato da Napolitano, tra i papabili al Quirinale. Se fosse eletto Amato sarebbe uno schiaffo ai milioni di pensionati, che percepiscono meno di mille euro al mese, mentre il nostro papabile ne becca 45 mila al mese e con la sua riforma sulle pensioni ha penalizzato tutti i pensionati, mentre non ha penalizzato se stesso beccandosi e cumulando tre diverse pensioni.

A prescindere che, a causa dell'età, avremmo un'altra mummia al Quirinale, non sarebbe umanamente corretto che percepisse un altro stipendio. Ha 74 anni perché non lascia spazio ai giovani, come negli altri paesi europei, e godersi le sue pensioni? Non vorrei neanche avere mortadella come presidente, del resto ha anche superato i settant'anni. Draghi che ha 65 anni potrebbe essere un candidato ideale poiché dopo i 5 anni di Quirinale se ne andrebbe in pensione. Tutti, a tutti i livelli, dovrebbero lasciare le poltrone, alle quali sono incollati, al raggiungimento dei settanta anni.
Cordiali saluti.
Annibale Antonelli

Fornero e Passera

Lettera 10
Caro Dago,
dopo Apicella, un nuovo cantante napoletano, nel clan del Cav.: Lavitola. Ma la musica e, soprattutto, le parole di Valterino non sono molto gradite a Silvio, che un difettuccio dovrebbe ammetterlo : essersi circondato di personaggi modesti, famelici di denaro e poltrone e, soprattutto, irriconoscenti. Come Craxi ? Forse, ma non si possono mettere sullo stesso piano i Martelli e gli Amato con i Lavitola, le Carlucci, i Vèrsace ( con l'accento sulla prima e...) e le Bergamini. O no? Buon "ponte", gentil Dago, a te e ai lettori.
Pietro Mancini

Lettera 11
Ascoltando le ragioni dei No Tav, comprendo che anche l'autostrada del Sole fu un'opera inutile e dannosa. Pertanto, inchinandomi al pensiero dei No Tutto, avanzo pur'io una proposta geniale e lungimirante: ABBATTIAMOLA....!
Lorenzo Gnavi Bertea

BERSANI

Lettera 12
Caro Dago
ogni volta che si parla del calo di spettatori nelle sale cinematografiche
bisognerebbe ricordare, oltre ai motivi evidenziati dal Fatto Quotidiano, che:
a) Sky e Mediaset offrono la programmazione degli ultimi titoli a pochi mesi dall'uscita e a prezzi inferiori
b) che i costi al cinema sono più che cari, specie per chi ha famiglia
Troppo facile sparare sulla pirateria, che incide in minima parte. Bastrerebbe solo abbassare i prezzi,
ridurre gli sprporzionati e ingenti guadagni dei produttori per riportare un po' di spettatori nelle sale.
Provare per credere!
Carmelo Concilio

Lettera 13
Gentile redazione di Dagospia,
da diversi giorni, sulle radio, è in onda una serie di spot che pubblicizzano i servizi offerti da una societa' molto nota che fornisce assistenza agli studenti. Nello spot, in particolare, si fa balenare la possibilita' di conseguire la laurea in Medicina all'università di Sofia (Bulgaria)... a quando la possibilita' di diventare cardio-chirurghi studiando in Burkina-Faso?
Sentite condoglianze all'Italia e a tutti noi Italiani.
Il samurai.

beppe grillo

Lettera 14
Caro Dago,
checchè se ne dica la Began è stata la migliore trovata del secolo (per Berlusconi), Dio la benedica...
Alessandro

Lettera 15
Caro Dago,
i dati sulle pensioni confermano cose risapute, anche se, dagli spazi che vi dedicano i giornali, sembra una novità. E' evidente che in questa situazione l'Italia è destinata a non avere futuro.Tra qualche settimana poi arrivano altre statistiche che ci dice che ogni famiglia per vivere deve spendere oltre 2000 euro: una presa in giro per i pesnionati che recimolano , sì e no 600 euro.

In questa situazione della rivalutazione delle pensioni non si parla, l'adeguamento al costo reale dell'inflazione di là da venire, con i risultati che poi le statistiche impietose evidenziano. Tra l'altro c'è da dire che per i professoroni che ci governano l'adeguamento delle pensioni non è mai stato preso in considerazione. Nel frattempo ci consoliamo con la notizia che"gli italiani sono meno indebitati degli statunitensi e degli altri paesi europei", anche se quest'ultimi hanno stipendi e pensioni doppi o quasi, rispetto a noi . Cordiali saluti.
Giovanni Attinà

GIULIANO AMATO

Lettera 16
Egregio Direttore,
adesso che l'ISTAT ha reso noto che quasi il 50% dei pensionati fanno fatica a vivere perchè percepiscono una pensione al di sotto dei mille euro cosa succederà? Ci sono partiti e politici che hanno il coraggio (e il buon senso) di inserire questi pensionati in un'area NO-TAX in modo che non vengano ridotte le loro pensioni dall' Irpef, addizionali
regionali e comunali e dall'IMU? Se poi si tiene conto che queste pensioni NON sono rapportate al costo della vita la situazione sembra davvero preoccupante, e per questo va corretta nel più breve tempo possibile. Lo Stato Italiano deve garantire ai pensionati una vita decorosa tagliando sulle spese inutili e sugli sprechi, che sono ancora tanti e senza controllo.
Marino Domenico

SABINA BEGAN

Lettera 17
Dago darling, un tempo chi perdeva le battaglie per avere le chiavi delle casseforti del ricchissimo ducato di Milano, veniva spedito in esilio. Ludovico il Moro p.e. fu esiliato dai vincitori francesi e tenuto prigioniero per il resto della sua vita nel castello di Loches in Francia. Oggi, dovesse esserci un altro esilio, quale sarebbe la destinazione?

Nel caso - piacendo ai padroni "buoni ed ecosolidali" dei ricchi business sanitari - Castel del Monte é vuoto e kabalastico quel che basta. Tutto in terra federiciana funziona (parrebbe) alla perfezione, tanto che il modello lo si sta cercando di esportare dappertutto, prima a Milano città, ora a Genova, Stalingrado (cioé Sesto San Giovanni, sì quello del dimenticato sistema Sesto), ecc.

BERLUSCONI NAPOLITANO

Magari nell'originario modello neofedericiano c'era anche qualche cavaliere teutonico (tedesco per il volgo), un po' di cazzutissimi tarantini (che il mitologico Rodolfo Valentino riposi in pace) e qualche lady cosentina (con tutto il rispetto per le vere e ottime signore di Cosenza) di troppo, ma tutto fa buon brodo quando le cime di rapa (e le cozze pelose) sono veraci e rigorosamente bio. Come tutti sanno, l'eccelso Federico II di Svevia non abitò mai a Castel del Monte e scrisse anche il libro "De ars venandi cum avibus" (Sull'arte di cacciare con gli uccelli). Il sommo sovrano intendeva gli uccelli con le ali che volano.

BERLUSCONI CON RICCARDO MARTINELLI E VALTER LAVITOLA jpeg

Gli altri, quelli che non vedono mai il sole e se ne stanno goffi e rintanati per la maggior parte del tempo, a lui proprio non interessavano, anche se é impossibile mettere la mano sul fuoco in questo genere di cose. Ironia della storia, i principali nemici del grande catto-islamico (ma sostanzialmente ateo devoto) Federico furono il Papato e i Comuni del Nord, che alla fine riuscirono a sterminargli tutta la discendenza. "Other times, other places" sì, ma le vie del Signore (e del business) sono infinite. Ora come allora.
Natalie Paav

 


ANCHE I PIÙ GRANDI HANNO TREMATO DAVANTI AI CALCI DI RIGORE, CIPPANDO IL TIRO DECISIVO NEL MOMENTO CALDO

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1 - NON È DA QUESTI PARTICOLARI CHE...
Marco Ansaldo per "la Stampa"

BAGGIO E BARESI DOPO LA FINALE MONDIALE PERSA CONTRO IL BRASILE

Quante volte, di fronte ad un errore puerile, si dice che è stato come sbagliare un calcio di rigore. Cosa ci vuole a piazzare un pallone dalla circonferenza di 70 centimetri dentro uno spazio grande 18 metri quadrati, quanto il monolocale di un residence compreso l'angolo cottura? La domanda forse è affiorata sulle labbra di Josè Mourinho, mercoledì sera, inginocchiato al Santiago Bernabeu con l'espressione orante mentre Cristiano Ronaldo e Ricardo Kakà lo tradivano nel più perverso dei modi e Sergio Ramos completava l'opera di escludere il Real Madrid dalla finale di Champions.

Mourinho l'ha poi girata in "machismo": «I rigori li sbagliano quelli che hanno gli attributi per tirarli». Che è anche un'accusa a quanti si sono tirati indietro: se nella cinquina è entrato Ramos, che in carriera aveva calciato un solo penalty, è chiaro che qualche suo compagno ha marcato visita, schiacciato dalla responsabilità.

MARADONA A NAPOLI

Ronaldo e Kakà sono specialisti dagli 11 metri. Come Messi, che martedì sera ha calciato contro la traversa il rigore costato al Barcellona la stessa pena toccata all'odiato Real: incredibilmente fuori dalla finale europea. Oppure come Pirlo che quasi in contemporanea falliva a Cesena la seconda occasione in quattro giorni: palla contro il palo, Juve in affanno per ottenere la vittoria indispensabile a tenere a distanza il Milan.

Eppure Ronaldo e Messi sono i goleador più prolifici del mondo, Kakà e Pirlo si spartivano il ruolo in rossonero prima che arrivasse Ronaldinho. Ancelotti ricorda ancora con un sorriso la volta, era il febbraio del 2003, in cui fece alzare Pirlo dalla panchina perché andasse a tirare il rigore della vittoria contro il Modena. Roba da football americano.

E' come se fosse scoppiata in Europa una particolare epidemia che ha colto i più bravi. La realtà è che il rigorista infallibile non esiste. Come non c'è una ricetta per calciarli. «Quando piazzi la palla sul dischetto devi essere convinto che fai gol perché la porta diventa sempre più piccola e il portiere sempre più grande». Parole di Kakà. Ma l'insegnamento del brasiliano nelle sue lezioni di calcio ai Ringo Boys non ha funzionato al momento giusto.

Lionel Messi

«Riccardo non è stato abbastanza freddo: probabilmente non si sentiva tranquillo dopo un paio di errori che aveva commesso durante la partita», chiosa chi lo ha conosciuto nel Milan. La freddezza. L'assenza di pressione e di sensi di colpa. «Bisogna anche un po' fregarsene», diceva Platini il quale sosteneva di non essere un vero rigorista, anche se nella Juve e nella Nazionale francese li calciava sempre lui e ne sbagliava pochi. «Bisogna dimenticarsi di quanto ti circonda e entrare in una stanza vuota», disse Zola per spiegare come nel momento del rigore il passato e il presente non contano. A lui era capitato di fallire con la Germania all'Europeo .

«Mi veniva da ridere: stavo vivendo comunque l'attimo migliore della mia carriera», raccontò Jugovic dopo aver segnato il penalty che diede alla Juve la Champions League dell'96 . Jugovic era uno qualunque, non uno specialista. In certi casi è meglio non esserlo. In altri si sbaglia perché non ci si sente più sicuri delle proprie gambe o si rimastica un'occasione perduta poco prima, come accadde a Shevchenko nella finale di Champions a Istanbul contro il Liverpool. Prima di tirare gli passarono davanti le immagini dell'incredibile rimonta degli inglesi dal 3-0 mentre il Milan aveva già brindato negli spogliatoi dopo il primo tempo. L'ucraino si ricordò dell'occasione sprecata all'ultimo minuto dei supplementari: vide di nuovo davanti a sè Dudek, un polacco in serata magica, l'unica della vita, e sbagliò.

CRISTIANO RONALDO

Proprio perché il vantaggio sul portiere è gigantesco (lui non dovrebbe muoversi prima che parta il tiro e la palla impiega meno di un terzo di secondo ad arrivare in porta) chi calcia sa che l'errore sarà tutto suo. Di angolazione, di potenza, di altezza nel tiro. Ecco perché dietro allo sbaglio dei grandi rigoristi c'è sempre un momento di malessere fisico o psicologico.

A Pasadena nella finale contro il Brasile, Sacchi mandò sul dischetto Baresi e Baggio. Baresi era un miracolato che veniva da un'operazione di menisco rimediata a tempo di record. Baggio l'avevamo seguito nell'ultimo allenamento dell'Italia, sul campo di un «college» californiano: non riusciva a calciare per il dolore, eravamo convinti che non avrebbe neppure giocato. Coinvolgerli in quell'ultima fatica al tiro fu un azzardo sballato.

Tutti sbagliano. Di Maradona si ricordano 3 errori negli anni italiani: due li commise nel giro di pochi mesi contro lo stesso portiere, lo jugoslavo Ivkovic. Si erano trovati uno contro l'altro nel settembre dell'89: Diego nel Napoli, l'altro nello Sporting Lisbona, eliminatoria di Coppa Uefa. Ai rigori Ivkovic lanciò la sfida: «Se paro mi dai 100 dollari, altrimenti pago io». Maradona sbagliò e quando nel giugno del '90 si ritrovarono in Argentina-Jugoslavia, ottavi dei Mondiali '90, Diego fallì ancora, stregato dal ricordo. In entrambe le occasioni la bravura dei suoi compagni lo assolse: Napoli e Argentina andarono avanti e degli errori di Maradona ci si ricorda sorridendo. Come non succederà più al Real e al Barça .

kaka

2 - LA SOLITUDINE DEI NUMERO UNO DAL DISCHETTO...
Fabio Savelli per il "Corriere della Sera"

A pensarci bene la canzone di De Gregori - citata indirettamente anche da Maradona - non può più di tanto mitigare la delusione di tre fuoriclasse dei giorni nostri. Nel complesso sono gli ultimi cinque palloni d'oro, anche se la stella di Kaka appare oggi quasi una meteora, se paragoniamo le sue prestazioni a quelle fantasmagoriche nel Milan di Ancelotti, che trascinò quasi da solo alla vittoria della Champions nel 2007 nella finale contro il Liverpool. Ma la cifra di queste due semifinali di Champions è la solitudine dei numeri uno, tanto inavvicinabili per qualità, tecnica e velocità, tanto frustrati per aver fallito il più semplice - apparentemente - gesto tecnico: il calcio di rigore.

FRANCO BARESI

Messi nella semifinale di ritorno con il Chelsea spedisce sulla traversa il possibile rigore del 3-1 dilapidando quella sensazione di enorme valore aggiunto che aveva dato in questa Champions, in cui è comunque ampiamente il capocannoniere. Cristiano Ronaldo ha una parziale giustificazione: una doppietta con il Bayern, di cui uno proprio su rigore a inizio partita. Kakà non ha neanche quella se si fa ipnotizzare nella notte che i Blancos attendono ormai da dieci anni, in cui rincorrono affannati la Decima coppa con le orecchie.

La sintesi appare paradossale: perché testimonia quanto il tiro dal dischetto sia una variabile imponderabile, che esce dagli schemi della tecnica pura per inserirsi nei meccanismi reconditi dell'incoscio, in cui il cuore batte all'impazzata e la salivazione cessa del tutto.

Ma un giocatore non si giudica da un calcio di rigore, ma dal coraggio e dalla fantasia. E Messi, Cristiano Ronaldo e Kakà ne hanno dispensata a gogò negli ultimi anni. Per la gioia dei loro tifosi, ora sotto-choc se il loro campione più puro arriva tremando sul dischetto. Provateci voi al Bernabeu o al Nou Camp rigonfi di attese e illusioni a trasformarle nei sogni più belli. La distanza dalla felicità totale dista undici metri. Infiniti.

 

È TORNATA LA PRIMAVERA, E LA ROMANELLA SCIOPERATA, PENSIONATA, MA MAI ESODABILE SI TRASFERISCE IN CAMPAGNA SULLA CASSIA

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Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
Roberta Petronio per "Il Messaggero"

SI MANGIA


Perdersi tra i ninfei, seguire nuovi sentieri, veder sbocciare corolle effimere, conversare di ecologia all'ombra del fogliame d'autore. È tornato a splendere il sole sulla Capitale, e la mondanità filo-bucolica riprende vigore affollando gli appuntamenti di culto, dove natura e primavera danno il meglio di sé. E la socialità trova spunti per rinnovare i suoi riti. I Giardini di Ninfa, ad esempio, con un'apertura straordinaria hanno invitato ieri ad un'immersione fantastica tra fiori profumatissimi e ciliegi ornamentali giapponesi, nel pieno della fioritura. Anche al centro botanico Moutan, che custodisce la più grande collezione al mondo di peonie cinesi, si stanno moltiplicando le passeggiate tra i vialetti e le valli per gli appassionati del genere, decisi a vivere le mille sfumature delle corolle al massimo dello splendore.

VITTORIA LEONE

Nel frattempo, ai Casali del Pino, zona Cassia, tutto è pronto per il taglio del nastro di FloraCult, mostra di florovivaismo e laboratorio nato per diffondere la passione del verde. L'idea si deve a due donne: Antonella Fornai, paesaggista giardiniera, e Ilaria Venturini Fendi, green designer e imprenditrice agricola, che hanno dedicato la terza edizione all'acqua e pensato un programma di intrattenimento green con incursioni nell'arte e nel teatro.

UMBERTO VATTANI

Tra i nomi dei «giardinieri» dalle carriere famose, che hanno messo in agenda l'evento, ci sono Virna Lisi, entusiasta del suo bellissimo giardino in città pieno di azalee, il vicepresidente del Senato Emma Bonino, un amore dichiarato per le camelie, e la contessa Cristiana del Melle, che invece ha un debole per le peonie. Ha confermato Roberto Capucci: gli addetti ai lavori confermano che lo stilista ogni mattina si sveglia all'alba, e inizia la giornata curando la sua terrazza traboccante di lillà, rose, agapanthus e salvie.

ROBERTO CIUFOLI CON THEODORA

A visitare la rassegna sono attesi altri noti in tendenza-giardinaggio, come Renzo Arbore e Mario D'Urso, entrambi habitué del borgo dove si ritroveranno di nuovo gli ospiti di famiglia come Anna e Carla Fendi, il presidente di AltaRoma Silvia Venturini Fendi, Delfina Delettrez Fendi, affermata designer di gioielli, e l'attore Claudio Santamaria.

MARINA LETTA MERISA STIRPE VITTORIA LEONE

Un brunch campagnolo a base di vini e formaggi biologici prodotti proprio dai Casali del Pino, azienda convertita da anni al biologico, è stato allestito per accogliere, fra gli altri, Claudio e Anna Strinati, i registi Ugo Gregoretti e Luca Guadagnino, Mirella Haggiag, Asia Argento, i costumisti Piero Tosi e Quirino Conti, Enrico e Federica Vanzina, Federico Fazzuoli. E poi ancora Ines Musumeci Greco con l'artista Mariagrazia Pontorno, autrice di Axis. L'opera è stata presentata nel primo pomeriggio ai visitatori dell'esposizione-happening, che continuerà a germogliare socialità per tutto il fine settimana.

 

 

DA PROFUMO A GNUDI, PASSANDO PER ORNAGHI E TERZI SI SANTA QUALCOSA: TUTTO IL (MAL)GOVERNO MINISTRO PER MINISTRO…

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Susanna Turco per "l'Espresso"

1. ANDREA RICCARDI (Cooperazione internazionale) Viaggia molto, parla molto, concentra in sé molte deleghe. Esclusa la gaffe sulla «politica schifosa», è il volto rassicurante del governo, nel senso che non sembra un alieno prestato ai Palazzi. Di concreto, a parte il recente sblocco dei fondi per la famiglia? Basta guardare il suo sito: incontri, discorsi, eventi, convegni, comparsate tv... Tutto quello che riguarda il ministro è minuziosamente elencato, competenze comprese. Ma nella home page del dipartimento Gioventù (una delle sue deleghe), campeggiano ancora i provvedimenti varati ai tempi della Meloni.

ORNAGHI POLVERINI

2. FRANCESCO PROFUMO (Università) Ha faticato a dimettersi dal Cnr, fatica assai a distinguersi dal suo predecessore. Risultato: la riforma Gelmini continua a mietere i suoi perversi effetti, nella scuola come nell'università, e dell'invocata discontinuità non s'ha traccia. E mentre gli italiani (consultati on line dal Miur) gli bocciano l'idea di abolire il valore legale della laurea, il ministro scopre (dalla moglie insegnante) che, ohibò, assegnare le versioni di latino è inutile perché «gli studenti le trovano su Internet». Così, annuncia deciso: «Basta con i compiti a casa».

ENRICO ROSSI ANDREA RICCARDI

3. PIETRO GNUDI (Turismo e sport) Non abbiamo le Olimpiadi, però vedrete che corse campestri. Eccolo, in sintesi, il Gnudipensiero. L'aspirazione, ripete lui nelle rare interviste, essere il «ministro della pratica sportiva» (non della teoria, si badi): più educazione fisica nelle scuole, più attività motoria per gli anziani (il Piano è atteso per giugno) e punto. Simpatico spettatore al governo, non aggredisce la realtà, però la osserva: Roma 2020 era prima un «sogno», poi un «dispiacere»; la legge sugli stadi «una priorità»; il turismo qualcosa da «rilanciare»; il disastro al Marassi «una brutta pagina». Vantaggio: nemmeno la realtà si cura di lui.

ANDREA RICCARDI

4. LORENZO ORNAGHI (Cultura) Pare che non ne possa più di essere chiamato «professore Ponzio» (nel senso di Pilato) e di farsi inseguire da vignette con la sua effigie e la scritta "chi l'ha visto?". «Mi sento come in una giungla del Vietnam, non si capisce da dove ti sparino addosso», si è lamentato. In effetti, gli sparano da ogni direzione. Così, tanto per rilanciarsi, ha avviato il commissariamento del Maxxi di Roma. E il Cam di Casoria che brucia le opere per sollecitare un suo intervento? «Non è di competenza del Mibac». Che il suo dichiarato «obiettivo immediato» sia «la pesca al luccio» è, in fondo, rassicurante.

GIULIO TERZI DI SANT AGATA

5. PIERO GIARDA (Rapporti col Parlamento) Ora che s'è attivato sulla spending review, persino Renato Schifani s'è tolto lo sfizio di dirgli - fingendo di incoraggiarlo - quel che i politici dicono o pensano: «Si sbrighi, magari si faccia aiutare». Il ministro dei rapporti col Parlamento, infatti, ha col Parlamento un pessimo rapporto. Entra maldestro nel gioco («Vi dico subito che ammetteremo quattro emendamenti»), s'impiccia, s'imbroglia, esita (le riunioni dei capigruppo si son fatte interminabili). O, al contrario, come è accaduto al vertice col gotha dei ministeri la settimana scorsa, parla mezz'ora solo lui, poi se ne va.

FRANCESCO PROFUMO

6. GIULIO TERZI DI SANT'AGATA (Esteri) L'hanno nominato ministro, si muove come l'ambasciatore (pur ottimo) che fu. La sua gestione, dai marò al blitz degli inglesi in Nigeria, ha scatenato inconfessabili moti di nostalgia per la berlusconiana politica del cucù. Isolato in Consiglio dei ministri, scavalcato come referente interno dai suoi sottosegretari Dassù e De Mistura, commissariato dalla politica che l'ha costretto (con l'avallo di Monti) a un tavolo permanente coi responsabili esteri di Pdl, Pd e Terzo Polo, s'è risospinto alla Farnesina a occuparsi di nomine e protestare per i tagli. Ambasciatore tra gli ambasciatori.

 

IL TRIO “A-B-C” VUOLE SAPERE OGNI MATTINA QUALCOSA SU GRILLO - QUALCUNO NEL PD VORREBBE RILEVARE “IL RIFORMISTA”

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Bigador per Dagospia

IL TRIO BERSANI CASINI ALFANO

1 - Problemi gastrici. Crampi allo stomaco. Mani sui reni. O sulla vescica per non pisciarsi sotto. Troppe risate, il motivo. Ale-danno la causa: "romani invitatemi a casa, cosi vi racconto cosa ho fatto..."

2 - Ancora ambito romano. A Giannino fanno sapere: qui in Parlamento tira una brutta aria, non si sa cosa accadra'. E' meglio se puntelli Roma, non la puoi mollare. Lui Giannino ha sempre un obiettivo: creare una sua corrente. Ma chi gli dara' retta?

Il sindaco Alemanno

3 - Ma possibile che anche un paio di politici hanno la passione per le scommesse sportive? A noi ce lo hanno ripetuto un paio di volte. Oh, noi non ci abbiamo mai creduto.

4 - Onore di primogenia: ora tutti accodati a Galan per un "ritorno a Forza Italia" e "allo spirito del '94". E pensare che fino a pochi giorni fa ne parlavano male. Vero Boniver?

beppe grillo

5 - Non parliamo di dossier. Assolutamente. Ma di informazioni. Ecco in cosa sono uniti (in questi giorni) ABC: vogliono sapere ogni mattina qualcosa su Grillo. Perennemente informati.

6 - Sacconi e' avvelenato. Non riesce piu' a trovare gli spazi che vorrebbe. La risposta che ha ottenuto: ma a te, con le preferenze, chi ti vota?

7 - Primi calori. Tutti a Sabaudia. Villa sul mare. Piscina. Negroni (parlo del cocktail). E amici preparati e disponibili. Chi partecipa? Ah, saperlo. Ma ci piacerebbe esserci!

GIANLUCA PINI

8 - Quel bel soggetto di un Pini. Ma quanti guai causa?!?! Ma dobbiamo ammettere un aspetto: la maggior parte dei leader leghisti avrebbero messo la mano sul fuoco per lui. La mano, un dito. Meglio un quarto di falange. Insomma, un "sola" a loro insaputa. Forse.

9 - Fantasie editoriali. Qualcuno nel Pd vorrebbe mettere qualche euro per rilevare il Riformista. In bocca al lupo...

 

UN CALCIO AL PALLONE, UNA GRATTATA ALLE PALLE - DALLE CORNA DI LUIS ENRIQUE AL SANTINO DI CONTE, ALLENATORI PEGGIO DI OR

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Andrea Scanzi per "il Fatto Quotidiano"

luis fa le corna foto mezzelani gmt

La superstizione è una credenza irrazionale. Accomuna ignoranti e intellettuali. Si affida a monili, abitudini, rituali. Dovrebbero portare fortuna. Nel calcio, ultimamente, pare avvenire il contrario. Giocatori, e più spesso allenatori, si ritrovano sconfitti da quella sfiga che pensavano di poter scacciare con un semplice abracadabra posticcio. Tragicomici e vinti. Cornuti (a volte letteralmente) e mazziati. I casi più recenti, molto diversi tra loro, sono Luis Enrique e José Mourinho. L'allenatore della Roma (per poco) è elegante, discreto. Colto o così parrebbe. Ha un concetto di difesa al cui confronto Zeman è un feticista della Linea Maginot, e ha perso già quattordici partite, però tutti lo stimano.

O lo stimavano. Prima di Roma-Fiorentina era l'unico non processato dai tifosi, dopo l'ennesimo rovescio di mercoledì non c'è più stata salvezza neanche per lui. Luis Enrique era lo spagnolo garbato, l'intellettuale con la mascella a sbalzo, il condottiero illuminato a cui dar credito in nome del "progetto" . È per questo, per l'innegabile contrappasso, che l'immagine che lo ritrae intento a fare le corna - come un Oronzo Canà qualsiasi - rischia di travolgerlo.

MOURINHO INGINOCCHIATO

Se Antonio Conte bacia Padre Pio, e inneggia agli Dèi prima delle partite (per elemosinare il trionfo o anche solo la tenuta del trapianto sebaceo), nessuno lo nota. Rientra nel mantra, svilito e fatalmente respingente, del personaggio. Luis Enrique, no: lui non può affidarsi alla scaramanzia. Che, oltretutto, si è rivelata un boomerang. La Fiorentina ha vinto, lui ha annunciato l'addio e già Franco Baldini sogna di contrattualizzare Villas Boas: il "Mourinho buono", ovvero un ossimoro.

TRAPATTONI BENEDICE IL CAMPO CON L ACQUA SANTA

Per vincere, o anche solo per discorrere insieme di Shakespeare. Già, Mourinho. Sembrava tutto perfetto: il Barcellona che perde contro pronostico, Guardiola vicino ad abdicare, la finale a un passo contro un Chelsea decimato. Un match point, in apparenza concretizzato dal 2-0 sul Real Madrid dopo pochi minuti. Poi, inatteso, il rovescio. Robben, gli errori dagli undici metri, il tiro decisivo di Schweinsteiger. L'eliminazione. Se in Luis Enrique la scaramanzia è stata l'ultima mossa prima dell'abisso, in Mourinho ha comunque fatto parte della recita.

ANTONIO CONTE BACIA IL SANTINO

Quando Mourinho perde, l'obiettivo non è mai la rivincita: è spostare l'attenzione. L'arbitro, la sfortuna, il noto complotto dell'Unicef. La teatralissima decisione di assistere ai rigori in ginocchio, come un Buddha egocentrico, non intendeva attirare le simpatie astrali: più semplicemente, era il desiderio antico di calamitare le telecamere. Gli ha garantito attenzioni, non gloria. In finale c'è andato il Bayern Monaco, non il Real Madrid. Evidentemente corna e inginocchiamenti non vanno di moda al mercato degli allenatori. Urgerà aggiornarsi, puntando su riti apotropaici più ficcanti.

LINO BANFI ORONZO CANA SPARGE IL SALE SUL CAMPO

In siffatti tempi di magra, potrebbe comunque risultare utile rivolgersi a Trapattoni. Quando era ct dell'Italia, ai Mondiali 2002, era solito glorificare la panchina con l'acquasanta prima delle partite. A chi lo ritenne un gesto inaccettabile, quasi blasfemo o quantomeno improponibile, Trapattoni rispose serafico: "Non c'è nulla di male, me l'ha donata mia zia suora". Chissà se la parente avesse avuto una ferramenta: come minimo, il Trap avrebbe inseguito la buona sorte - che peraltro si guardò bene dal palesarsi - disseminando brugole e chiavi inglesi.

 

ORSI: “LA BUFERA GIUDIZIARIA CREA DANNI A FINMECCANICA” - LE VISITE ALL’ALBA NELLA SEDE DELLA LEGA NON AIUTANO

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1- MARONI PROTEGGE ORSI, PASSERA GARANTISCE. PER ORA...
DAGOREPORT - La riunione semiclandestina che è avvenuta ieri nella sede della Lega a Varese, (rivelata dall'AdnKronos e non smentita) tra il presidente di Finmeccanica Orsi, Bobo Maroni, e il presidente della provincia Galli, per ora ha messo una pezza a protezione dell'azienda. Non succede tutti i giorni che un capo d'azienda indagato (anche) per i suoi legami per niente opachi con un partito, si rechi all'alba nella sede dello stesso partito e decida la strategia con i suoi referenti politici.

Giuseppe-Orsi Passera e Maroni

Fatto sta che Maroni, dopo l'incontro con Orsi, avrebbe chiamato Passera per garantirgli che il capo di Finmeccanica è affidabile. Pochi minuti dopo, il ministro ha fatto pubblicamente da garante, sottolineando che "non basta un avviso di garanzia per destabilizzare una grande azienda". Sempre in cerca di appoggi a 360 gradi, il buon Corradino si è messo in tasca un prezioso titolo di credito, da incassare con la nuova Lega timbrata Maroni nel sempre più prossimo futuro elettorale. Ma Passera ha anche tenuto a ricordare che tutto "dipende dagli sviluppi dell'inchiesta". Che non è affatto conclusa.

ROBERTO MARONI jpeg

Dalla Svizzera potrebbero arrivare nuovi, dirompenti, sviluppi. Sempre che il complesso reticolato che il pm napoletano Piscitelli sta cercando di sbrogliare, non si riveli troppo per la giustizia italiana, spesso impotente davanti al segreto bancario elvetico, pilastro indistruttibile di uno Stato che ha fatto delle operazioni "estero su estero" una voce del Pil.


2- FINMECCANICA: ORSI,BUFERA GIUDIZIARIA CREA DANNI ALL'AZIENDA
(ANSA) - La bufera giudiziaria e mediatica che si sta abbattendo su Finmeccanica rischia di nuocere al buon nome della società nel mondo. E' categorico su questo punto l'Ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi che ai microfoni del Tg5 sottolinea che "l'azienda sta portando avanti un piano di ristrutturazione molto pesante e molto delicato: i mercati ci stanno seguendo giorno per giorno scommettendo sul fatto se noi siamo capaci o no di portarlo avanti. Sì, questa bufera ha influenza su queste cose".

DARIO GALLI


3- FINMECCANICA: MISIANI, MARONI E ORSI SMENTISCANO INCONTRO
(ANSA) - "La notizia riportata oggi dalla stampa di un incontro tra Roberto Maroni, leader della Lega, partito che i magistrati sospettano aver preso soldi da Finmeccanica, e l'amministratore delegato di quest'ultima Giuseppe Orsi, presso l'ufficio di Dario Galli, leghista, presidente della Provincia di Varese e consigliere d'amministrazione della stessa Finmeccanica, se fosse vera, costituirebbe un grave errore, sotto il profilo dell'opportunità". Lo afferma in una nota Antonio Misiani, componente Pd in Commissione Bilancio alla Camera. "Confidiamo che la notizia non sia vera e che Maroni e Orsi siano in grado di smentirla. In caso contrario - conclude - ci troveremmo di fronte all'ennesima prova di comportamenti che sarebbe poco definire discutibili".

ELICOTTERO AGUSTA WESTLAND

 

 

TO CUT WITH LOVE - NINO FRASSICA, L’INNAMORATO DELUSO: “SONO STATO FELICE DI AVER CONOSCIUTO ALLEN”

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1- TAGLIATI E SCONTENTI: LA LISTA DEGLI EPURATI DAL FILM DI ALLEN
Gabriella Sassone per Dagospia

Tagliati e scontenti. Dal "To Rome with love" di Woody Allen son spariti alcuni attori italiani che si erano prestati con gioia per dei camei: Isabella Ferrari, Barbara Bouchet, Neri Marcorè e Nino Frassica, già visti in "The Tourist" con Angelina Jolie. Cassati impietosamente al montaggio da Allen. A loro insaputa.

WOODY ALLEN FLAVIO PARENTI ALLISON PIL WOODY ALLEN SUL SET

"Mi dispiace moltissimo: Woody è un mito per me e sempre lo sarà", dice Frassica. "Recitavo con lui nei panni di un idraulico che muore. Ma se ha tagliato la scena per il bene del film ha fatto bene. L'avevo capito quando non mi hanno chiamato al doppiaggio. Non mi aspettavo certo di sfondare a Hollywood con questa particina: è stato comunque un onore aver duettato con lui", aggiunge.

La produzione giura che le scene tagliate compariranno tutte nel Dvd di prossima uscita. "Spero che non mi facciano fuori pure da lì", scherza Frassica. Aveva solo una battuta la Ferrari, accettata, come disse, "per il gusto di stringere la mano a Woody: adoro il suo cinema". Allen, gentile e disponibile sul set con tutti, non risparmia nessuno in sala di montaggio. Lo sa bene Kim Rossi Stuart: 22 pose accanto a Julia Roberts in "Tutti dicono I love you", sforbiciate del tutto nel 1996. L'importante, con Woody, è partecipare!

WOODY ALLEN E PENELOPE CRUZ ROBERTO BENIGNI WOODY ALLEN

In beneficenza (100 euro a biglietto) per la Società Italiana per l'Amiloidosi l'anteprima mondiale all'Auditorium. Affollatissima, nonostante la pioggia. Allen, con due ore di ritardo, ha sfilato sul red carpet con Roberto Benigni, Penelope Cruz (la sorella-clone Monica è stata in disparte tutto il tempo), Alec Baldwin, Jesse Eisenberg e i nostri Alessandra Mastronardi, Alessandro Tiberi, Flavio Parenti, Fabio Armiliato (rivelazione del film), Leo Gullotta. Parterre de roi accolto da Giampaolo Letta di Medusa Film con la moglie Rossana Ridolfi e la famiglia al completo.

Forfait di Benigni e Cruz al seguente dinner al Majestic, regno dello chef Filippo La Mantia. Allen, davvero una buona forchetta, si è rimpinzato di piatti siculi: arancini, caponata, pasta alla Norma, cassate e cannoli. Baldwin, allacciato alla promessa sposa Hilaria Thomas, si è riempito 4 volte il piatto di moscardini fritti. E prima di ripartire, il regista ha ordinato il pranzo al sacco nell'amato Al Bolognese, da degustare sull'aereo.

7to 24 isabella ferrari

 

2- FRASSICA E IL WOODY INGRATO
Renato Franco per il "Corriere della Sera"

Il cast dei tagliati è da prima fila: Neri Marcorè, Isabella Ferrari, Nino Frassica. Chiamati da Woody Allen, il sogno di una vita d'attore che si realizza, ma rimasti fuori dal montaggio finale: To Rome senza love.

NERI MARCORE

Allora Frassica, come è andata?
«Capita. È successo che Allen ha tagliato parecchio girato dal montato finale, però per il bene del film ci sta di eliminare una scena intera. Con tanti piccoli ruoli si toglie là dove non fa danno alla storia. Tra i "fortunati" ci sono io».

Quanto ci è rimasto male?
«Sono stato felice di averlo conosciuto, di avere girato con lui. Tra tutte queste felicità, c'è il dispiacere del taglio. Quando faranno il dvd con gli extra, spero che non mi taglino anche dalle scene tagliate».

Ornella Muti compare per 20 secondi, Gianmarco Tognazzi per 10, Giuliano Gemma per 2. Meglio così che niente?
«Conta esserci. Per la medaglietta, così quando fai la lista dei registi con cui hai lavorato puoi mettere anche il suo nome. Per quanto è grande lui, mi bastavano anche due secondi. Magari mi richiamasse, farei anche la comparsa muta».

Peccato, lei era in scena proprio con Allen.
«Un giorno di riprese dedicato a me, non è poco. Il mio ruolo era quello di un idraulico che doveva montare le docce per il tenore. Io facevo il vanitoso, mi spacciavo per il migliore idraulico d'Italia».

NINO FRASSICA Barbara Bouchet La Presse

Eravate lei, Allen, Judy Davis e due figuranti.
«Io recitavo in italiano, lui in inglese. Vedevo che ridevano tutti, sia alle sue battute sia alle mie. Io non so l'inglese, grosso modo sapevamo di cosa parlavamo, ma mi avevano spiegato che potevamo andare a soggetto. Quando lui improvvisava però non capivo niente».

Domanda banale, le ha dato consigli?
«Ci faceva da interprete l'aiuto regista, Alberto Mangiante. Mi chiedeva come avrei interpretato il ruolo, ascoltava e vedevo che mi sorrideva tutte le volte ed era contento. No, consigli particolari non me ne ha dati».

Ma com'è visto da vicino?
«Allen è Allen, è un'apparizione, se ne rimane abbagliati, sembrava anche bello».

È uscita la voce che non l'abbiano pagata?
«Non è vero, la produzione mi ha pagato».

La critica non è che abbia apprezzato tanto questo «To Rome with Love»
«I critici si aspettano sempre chissà che cosa da uno come lui. Il film è molto divertente, certo se uno fa i paragoni con altri suoi film questo è inferiore. Però è come a scuola: se prendi sempre 10, non è che se prendi 8 sei un asino».

NINO FRASSICA

Allen è Allen, però tra le sue medagliette c'è «The Tourist», con Depp e Jolie.
«Il regista, von Donnersmarck, era un ammiratore di Don Matteo, guardava la versione tedesca e mi ha voluto».

Sofia Coppola l'ha presa «per sbaglio» in «Somewhere».
«Mi ha visto su YouTube, cercava un presentatore che desse l'immagine pacchiana della tv a cui lei pensava. Non credo avesse capito che ero uno che recitava il ruolo del bravo presentatore con le giacche colorate».

The Tourist

Non le ha spiegato l'equivoco?
«No, mai, mai spiegare...».

 

SOPHIA COPPOLA E IL ROCKER THOMAS MARS

 


BELEN AI PARIOLI SI ATTOVAGLIA COI PAPARAZZI - CHI ERA LA BELLA BIONDA INCOLLATA ALLA BOCCA DI DEL NOCE?

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1- Chi era la bella bionda, una simil Martina Stella più alta e più slanciata, che stanotte intorno all'una, in Corso Rinascimento, Fabrizio Del Noce baciava in bocca, appiovrato stile polipo, dopo una serata romantica? Il direttore di Rai Fiction ha riaccompagnato con la sua Audi Q1 bianca la fanciulla alla sua macchina, una Mini Cooper grigio metallizzata, posteggiata vicino Palazzo dei Massimi. Che il prode Del Nox sia in love?

termini scontro tra frecciarossadel noce

2- Curioso: su Il Messaggero di oggi, dopo due paginate dedicate all'incidente ferroviario Frecciarossa a Termini, ecco altre due paginate con la pubblicità di Italo, il treno montezumesco...

3- Brunello Vespa, la sera prima della puntata numero 2000 di Porta a porta, aveva cenato con la moglie e con Raffaella Leone al Bolognese...

4- A piazza del Popolo, al Bolognese, nella stessa serata di Vespa & C. erano attovagliati, sempre al piano terra, Brachetti Peretti con Gelasio Caetani e principe Giovannelli (arrivato per ultimo), Renato Altissimo, il ginecologo Severino Antinori, francesi in abbondanza....

PIERO MARRAZZO BRUNO VESPA E MOGLIE AUGUSTA IANNINI

5- In Campidoglio, il sindaco di Roma Gianni Ale-danno ha ospitato la presentazione del libro di Ramon Campayo "Sviluppa una mente prodigiosa", pubblicato da Lora edizioni. Che s'ha da fa' pe Campayo...

6- E' saltata l'operazione per portare Piero Marrazzo in Israele, come corrispondente della Rai. Sia a Roma che a Gerusalemme qualcuno si era speso molto per riuscire nell'impresa...

7- Grande scazzo per i piccoli futuristi. Il movimento giovanile di Fli che prende le iniziali dl SubComandante Fini, Generazione Futuro, sta vivendo ore travagliatissime.
Una fronda di irriducibili ha redatto un documento che di fatto punta ad azzerare il gruppo guidato da Giammario Mariniello. Dopo averlo letto il testo velenosissimo, l'uomo ombra di Bocchino e leader maximo dei giovani futuristi è andato su tutte le furie.

ITALO BOCCHINO GIANFRANCO FINI

A peggiorare la situazione ci ha pensato il Tempo con un articolo intitolato «Sciogliamo Futuro e Libertà» che spiegava le ragioni dei trenta dissidenti (protetti dal gotha finiano). Così mentre una parte di Fli guarda oltre il partito mai realizzato, Mariniello non riesce a darsi pace. Smentisce, si accalora e implora il suo alter ego Bocchino di dargli una mano. Povero Italo, in questo periodo non gliene va bene una...

Belen Stefano de martino primo bacio

8- Gabriella Sassone per Dagospia - Il copione è sempre quello. Ieri sera Belin-Belen era attovagliata in un ristorantino dei Parioli con il nuovo ganzo dallo sguardo ebete, il ballerino Stefano De Martino. Alcuni dei più noti e agguerriti paparazzi delle noti romane (che Belen conosce da sempre) erano seduti amichevolmente al tavolo accanto. Come mai? E come mai una paparazza cenava proprio al tavolo della coppia come una grande amica? E come mai dopo poco sono state fatte chiudere tutte le tende e blindare la sala, per evitare che gli altri click della notte appostati fuori del locale rubassero qualche scatto?

Belen Rodriguez e Stefano de Martino

"Da Fabrizio ho imparato molto", ha detto la gaucha argentina in un'intervista. Brava, si vede! Ha imparato soprattutto a chiamare prima di ogni spostamento i paparazzi... e a invitarli pure a cena, proprio come faceva Corona. Meglio tenerseli tutti amici!

9- Da "Blitzquotidiano.it" - Nicole Minetti prima di diventare famosa ha posato per una campagna pubblicitaria. Nicole, prima di entrare in politica ed essere coinvolta nello scandalo Bunga bunga, era apprezzata dai clienti di un albergo di Rimini, sul cui sito potevano vedere le sue foto sexy in una sauna, al bancone del bar e nelle altre situazioni dell'hotel. Le immagini molto sensuali della consigliera lombarda, stanno ovviamente facendo in poco tempo il giro della Rete.

NICOLE MINETTI PRIMA DEL BUNGA MODELLA PER UN HOTEL DI RIMINI

10- Romana Liuzzo per "il Giornale" - Nicole Minetti, consigliere della Regione Lombardia, l'altra sera era a Roma a cena con un'amica, la venezuelana, ex del Grande fratello, Carolina Marconi. Al tavolo da Elle , ristorante trendy di via Veneto, c'erano altri sei amici. Per tutti, fettuccine pomodoro e basilico, pollo al curry e dolci della casa. E al calar della notte, danze scatenate. Molti uomini in sala con gli occhi fuori dalle orbite.

NICOLE MINETTI PRIMA DEL BUNGA MODELLA PER UN HOTEL DI RIMINI

11- Da "La Stampa" - Barack Obama sulla copertina di Rolling Stones, la rivista musicale più importante al mondo e molto seguita dai giovani. Il presidente americana ha concesso una lunga intervista e si è fatto fotografare seduto sulla scrivania della Casa Bianca. «So cantare - ha puntualizzato - e non ero preoccupato di steccare quando mi è capitato di farlo in pubblico». E ha poi attaccato le posizioni «troppo conservatrici» di Romney.

12- Giuliano Ferrara per "Il Foglio" - Woody Allen (vorrei ricordarlo) ha girato un film intitolato "To Rome with love". Mai vista una burinata simile.

 

OBAMA SULLA COVER DI ROLLING STONE

 

GIULIANO FERRARA WOODY ALLEN SOON YI E MARTA MARZOTTO

UN MONTI DI TASSE: SOLO DI IMU, BENZINA ED ENERGIA, 2.200 EURO A FAMIGLIA - IL PREMIER ALLA NATO: RIMARREMO IN AFGHANIST

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1 - TARIFFE: CONSUMATORI; TRA IMU, BENZINA E ENERGIA +2.200 EURO
(ANSA) - Sale ad oltre 2.200 euro la stangata con cui le famiglie italiane dovranno fare i conti nel 2012. Dopo l'adeguamento delle tariffe della luce deciso dall'Autorità dell'Energia, Adusbef e Federconsumatori hanno rifatto i conti e hanno calcolato che tra i rialzi di benzina, tariffe energetiche, alimentari, Iva, servizi bancari, trasporto pubblico locale, e con l'introduzione dell'Imu, il risultato sarà "drammatico", con aumenti che arriveranno nel corso dell'anno a 2.201 euro l'anno.

 

bollette

ENERGIA: AUTORITà, +4,3% ELETTRICITA' DA MAGGIO
Radiocor - L'Autorita' per l'energia ha approvato l'adeguamento della componente tariffaria a copertura dei costi per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili ed assimilate (la componente A3 degli oneri generali di sistema) per tutte le categorie di utenti. Per la famiglia tipo in maggior tutela (2700 Kwh/anno) le condizioni economiche di fornitura dell'energia elettrica per il periodo 1 maggio-30 giugno 2012 aumentano del 4,3%, con una maggiore spesa di ulteriori 21,44 euro su base annua. L'adeguamento, spiega una nota, conferma le stime dello scorso 30 marzo, quando l'Autorita' aveva approvato l'aggiornamento del secondo trimestre 2012 per le sole componenti legate alla materia prima, alle tariffe di rete e agli oneri di dispacciamento (+5,8%,), annunciando che a fine aprile si sarebbe reso necessario un ulteriore incremento a copertura della componente A3 per salvaguardare i diritti acquisiti agli incentivi.

Elio Lannutti

2 - FISCO: ANGELETTI, TASSE 2012 MANGERANNO TREDICESIMA
(ANSA) - "Quest'anno, a causa delle tasse, dell'ultimo carico fiscale, si perderà la tredicesima": è quanto sostiene il leader della Uil Luigi Angeletti intervenendo alla presentazione del concerto del 1 maggio.

MARIO MONTI CON GLI OCCHIALI D

3 - LAVORO: CAMUSSO, LO SCIOPERO GENERALE CI SARA'
(ASCA) - Lo sciopero generale? ''Certo che ci sara'. Quando lo decideremo noi''. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, conferma la volonta' di arrivare allo sciopero generale contro la riforma del mercato del lavoro varata dal governo, per una riforma fiscale e per la crescita. Conversando con i giornalisti prima della presentazione della manifestazione del 1* maggio, Camusso ribadisce il proprio parere negativo alla riforma all'esame del Parlamento.

''Le modifiche annunciate - sottolinea - non sono migliorative. Ieri la Fornero ha detto che sull'art.18 non interverranno, invece io confermo che si puo' solo migliorare''. In merito alle dichiarazioni del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che ha annunciato che non votera' la riforma se non verranno modificati alcuni punti tra i quali la flessibilita' in entrata, Camusso sottolinea che ''un governo che ci ha fatto perdere 3 anni pensa che tagliare lavoro e tutele sia la strada per lo sviluppo. Noi continueremo le iniziative perche' non penso che Gasparri debba avere ragione. Non e' che se Gasparri alza la voce noi cambiamo idea perche' l'idea del Pdl di modificare la flessibilita' in entrata e' quella di avere maggiore precarieta'''.

CAMUSSO E MONTI A CERNOBBIO

4 - LEGA: STIFFONI SI AUTOSOSPENDE DA MOVIMENTO E GRUPPO
(ANSA) - Piergiorgio Stiffoni comunica di aver rassegnato le dimissioni da Amministratore del Gruppo della Lega al Senato e di essersi auto sospeso dal movimento e dal gruppo al fine di non danneggiare l'immagine del movimento, fino alla conclusione delle indagini della magistratura, sicuro che sarà fatta piena luce sulla realtà dei fatti.

5 - LEGA: PM MILANO SENTONO CAPOGRUPPO SENATO FEDERICO BRICOLO
(ANSA) - I pm di Milano che indagano sui fondi della Lega oggi pomeriggio hanno sentito come testimone Federico Bricolo, il capogruppo al Senato del Carroccio. L'audizione del senatore sarebbe durata per circa tre ore e da quanto è trapelato sarebbe dovuta ad alcuni sospetti che i magistrati milanesi hanno sulla gestione dei rimborsi delle spese per il gruppo dei senatori della Lega da parte di Piergiorgio Stiffoni. Stiffoni, infatti, risulta avere la firma sul conto al Senato del Carroccio.

TRE SENATORI LEGA NORD STIFFONI BOLD E

6 - LEGA: BELSITO A PM, INFORMAVO BOSSI SU SPESE FAMIGLIA
Radiocor - Sulle spese piu' importanti e 'significative' della famiglia pagate con i soldi del movimento politico, Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega No rd, informava direttamente Umberto Bossi, all'epoca segretario del Carroccio. Lo ha detto lo stesso ex tesoriere nel corso delle dichiarazioni spontanee rese lunedi' scorso ai pm milanesi che stanno indagando sui rimborsi elettorali del partito. Belsito e' indagato a Milano per truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Per quanto riguarda, invece, gli investimenti fatti per conto del Carroccio, l'ex tesoriere ha riferito di avere 'carta bianca' da parte dei vertici.

FEDERICO BRICOLO

7 - CRISI: MONTI-BARROSO, SI' A INVESTIMENTI PER RILANCIARE DOMANDA
Radiocor - 'Il consolidamento fiscale deve procedere insieme a degli investimenti mirati per aumentare la competitivita' e al tempo stesso contribuire a rilanciare la domanda in breve termine'. E' questo il messaggio centrale di una nota comune emessa al termine dell'incontro fra il presidente della Commissione europea, Jose' Barroso, e il premier Mario Monti. Barroso e Monti si incontreranno di nuovo il 15 maggio prima della riunione del vertice europeo di fine giugno.

INSORTI IN AFGHANISTAN

8 - AFGHANISTAN: MONTI, ITALIA PROSEGUE IMPEGNO DOPO 2014
(ANSA) - Ho detto a Rasmussen che l'Italia intende proseguire la propria azione a sostegno del popolo afghano anche dopo il ritiro delle truppe nel 2014". Lo ha detto il premier Mario Monti dopo l'incontro a Palazzo Chigi con il segretario generale Nato Anders Fogh Rasmussen, in visita a Roma per incontri in vista del vertice Nato a Chicago a maggio.

"L'Italia - ha spiegato Monti dopo l'incontro con Rasmussen durato un'ora - intende proseguire la propria azione per la stabilità e la sicurezza del Paese asiatico, anche dopo il ritiro delle truppe italiane nel 2014. Questo avverrà attraverso il nostro impegno sia finanziario che di uomini, per l'addestramento delle forze afghane".

9 - CENSIMENTO ISTAT: 59,4MLN RESIDENTI; +2,5MLN SU 2001, IMMIGRATI DETERMINANTI
Radiocor - Sono 59.464.644 i residenti in Italia, dei quali 28.750.942 maschi e 30.713.702 femmine. Lo comunica l'Istat, che diffonde i pri mi risultati del quindicesimo Censimento della popolazione e delle abitazioni. La differenza tra uomini e donne e' pari a 1.962.760 individui in piu' per la popolazione femminile: in media ci sono 52 donne ogni 100 abitanti. Dal confronto del dato preliminare del 2011 con quello definitivo del 2001 si registra una crescita della popolazione pari a 2.468.900 persone.

bossi belsito

Anche le famiglie residenti sono aumentate, da 21.810.676 a 24.512.012, ma sono piu' piccole, con un numero medio di componenti che passa da 2,6 del 2001 a 2,4 nel 2011. La popolazione straniera con dimora abituale in Italia e' quasi triplicata in 10 anni, passando da 1.334.889 persone censite nel 2001 a 3.769.518 nel 2011 (dato provvisorio). Il forte aumento di cittadini stranieri contribuisce in maniera determinante all'incremento della popolazione totale nel decennio tra gli ultimi due censimenti, confermando la tendenziale staticita' demografica della popolazione di cittadinanza italiana.

Per quel che riguarda le abitazioni, in Italia si contano 14.176.371 edifici, l'11% in piu' rispetto al 2001, e 28.863.604 abitazioni, di cui 23.998.381 occupati da persone residenti. Sono 1.571.611 le abitazioni in piu' rispetto al Censimento del 2001, con un aumento del 5,8 per cento. Nel 2011 c'e' stato un aumento vertiginoso del numero delle famiglie che dichiarano di abitare in baracche, roulotte, tende o abitazioni simili: sono 71.101 famiglie, a fronte delle 23.336 del 2001.

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10 - DI PIETRO, LAVORIAMO PER RICOSTRUIRE LA FOTO DI VASTO
(ANSA) - Alle amministrative della prossima settimana e, in prospettiva, alle prossime politiche, "l'Idv sta lavorando per ricostruire la foto di Vasto". Lo sostiene Antonio Di Pietro, che da Parma ha parlato delle prospettive politiche del suo partito. Alludendo alla foto dove lui è insieme, sullo stesso palco, a Bersani e Vendola. La foto di Vasto, secondo Di Pietro "é un modello culturale, ideologico e programmatico affinché si superi definitivamente il modello berlusconiano che ha portato in politica persone che dovevano sistemare i propri affari o i propri problemi giudiziari o quello del'attuale governo che si sta preoccupando ragionieristicamente di far quadrare i conti senza rendersi conto che a pagare sono le fasce sociali più deboli ed oneste. Serve un governo politico che metta al primo posto una maggiore uguaglianza, legalità, taglio alle spese ed equità su chi deve pagare le tasse. Il voto all'Idv rilancia un modello di centrosinistra".

PODESTA

11 - REGIONALI:LOMBARDIA;AVVISO GARANZIA A PODESTA'PER LISTE 2010
(ANSA) - L'on. Guido Podestà (Pdl), attuale presidente della Provincia di Milano, ha ricevuto questa mattina un avviso di garanzia e di chiusura delle indagini relative alla presentazione delle liste elettorali regionali del 2010, quando era coordinatore del partito. Lo ha reso noto lo stesso Podestà con una nota sul suo sito, precisando che quanto agli atti "non ha nulla a che fare con l'attività istituzionale e di amministrazione della Provincia".

12 - PM,PODESTA' PROMOTORE FIRME FALSE LISTA FORMIGONI
(ANSA) - Il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, in qualità all'epoca di coordinatore regionale lombardo del Pdl, sarebbe stato il promotore della presunta falsificazione delle firme a sostegno della lista di Roberto Formigoni e di quella provinciale del Pdl per le regionali del 2010. E' quanto emerge dall'avviso di chiusura delle indagini. Podestà è accusato di falso ideologico per aver, secondo l'accusa, indicato ad alcuni rappresentanti del partito di falsificare oltre 900 firme.

ROBERTO FORMIGONI

Da quanto si è saputo, a 'tirare in ballo' Podestà sarebbe stata Clotilde Strada, che era all'epoca responsabile della raccolta firme del partito e che è stata anche collaboratrice della consigliera regionale Nicole Minetti. Strada, indagata assieme ad altre persone tra cui alcuni consiglieri provinciali e comunali locali del Pdl nel filone principale delle indagini chiuso nei mesi scorsi, ha raccontato davanti agli inquirenti, che sarebbe stato Podestà, quando stava per scadere il termine della presentazione delle liste e non si era raggiunta la quota sufficiente delle firme, ad indicare di falsificare le firme a sostegno del listino di Formigoni e del Pdl.

Podestà è accusato di falso ideologico pluriaggravato (perché sono più di 5 le altre persone indagate e perché sarebbe stato il promotore) e continuato, poiché le presunte firme false sono 926. Le firme, stando alle indagini, sono state riconosciute come false dalle persone sentite dagli inquirenti il cui nome risultava posto a sostegno della lista ma che hanno detto di non aver mai firmato. La chiusura dell'inchiesta a carico di Podestà è uno stralcio di quella principale e deriva dagli interrogatori di Clotilde Strada e da alcuni riscontri negli atti da parte degli inquirenti.

13 - FORMIGONI SOLIDALE A PODESTA', INSUSSISTENZA REATO
(ANSA) - Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha dato la sua "convinta solidarietà" a Guido Podestà, il presidente della Provincia, accusato di falso ideologico nell'inchiesta sulle firme per partecipare alle scorse regionali. "Sono sorpreso dalla notizia dell'avviso di garanzia al presidente Podestà al quale - ha sottolineato Formigoni in una nota - esprimo convinta solidarietà. E sono sicuro che le successive fasi di approfondimento e dibattimento chiariranno l'insussistenza di ogni sostanza di reato".

Mauro Masi

14 - GOVERNO: PARTE FONDO UNICO ANTIMAFIA E USURA, GESTIONE CONSAP 5 ANNI
Radiocor - Parte la riforma dei Fondi antimafia e antiracket ed usura attraverso la loro unificazione nel 'Fondo di rotazione per la solidarieta' alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell'usura', costituito presso il ministero dell'Interno e gestito dalla Consap, la Concessionaria servizi assicurativi pubblici. Il Regolamento, in 29 articoli che Radiocor anticipa e che lunedi' sara' esaminato dal Consiglio dei ministri, prevede tra le principali novita' l'allungamento di due anni della concessione alla Consap per la gestione del Fondo, che da triennale diventa quinquennale.

Nella stesura del Decreto del presidente della Repubblica col Regolamento che adegua, armonizza e coordina le disposizioni dei regolamenti dei singoli fondi esistenti e definisce il funzionamento del nuovo Fondo - si legge nella relazione illustrativa - si e' tenuto conto di esigenze di razionalizzazione. L'obiettivo e' arrivare ad un'omogeneizzazione dei due Fondi e ad una conseguente razion alizzazione dei relativi procedimenti, volti all'erogazione delle somme in favore delle vittime del racket, dell'usura e della criminalita' organizzata. Il provvedimento, secondo la Relazione tecnica, non comporta maggiori spese o nuovi oneri a carico dello Stato.

 

BORSE POSITIVE, MILANO +1,95% - SPREAD SEMPRE ALTO A 394 - LIGRESTI: PER I PM, I DEBITI DI SINERGIA SONO IL MOVENTE

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1 - BORSE POSITIVE, IGNORANO RATING SPAGNA,SPREAD SOTTO 400
(ANSA) - Le Borse europee archiviano la settimana in rialzo, ignorando il declassamento della Spagna da parte di Standard & Poor's, mentre lo spread tra il Btp decennale e il bund tedesco si attesta sotto i 400 punti base, dopo aver sfondato la soglia dei 435 punti nel corso della giornata. L'azione di S&P sulla Spagna, declassata di due gradini a BBB+ da A, ha fatto sbandare le piazze del Vecchio Continente in avvio di seduta quando si sono registrati cali superiori all'1%.

standard big

Ma progressivamente, con la spinta dei titoli bancari e quelli legati alle materie prime, hanno recuperato e chiuso in territorio positivo: Piazza Affari ha messo a segno un rialzo dell'1,85%, Francoforte ha guadagnato lo 0,91%, Parigi l'1,14%, Londra lo 0,49% e Madrid l'1,69%. Le Borse europee hanno tenuto anche alla luce dei dati sul Pil Usa, che ha deluso le attese. Nel primo trimestre dell'anno l'economia a stelle e strisce ha visto una crescita del 2,2% contro stime di un +2,5%.

VITTORIO GRILLI

Nel frattempo il Tesoro ha venduto Btp a 5 e 10 anni per complessivi 4,9 miliardi, poco meno dell'importo massimo prefissato di 5 miliardi, e come aveva già fatto ieri per piazzare Bot a sei mesi, ha dovuto offrire tassi più alti. Sui titoli decennali il rendimento medio è salito al 5,84% dal 5,24% dell'asta di marzo mentre sul Btp quinquennale il tasso è cresciuto al 4,86% dal 4,18% precedente. La domanda ha visto un rallentamento: sulla scadenza a cinque anni la richiesta ha superato l'offerta di 1,34 volte contro 1,65 dell'asta di fine marzo, e sulla scadenza a dieci anni si è registrato un rapporto bid-to-cover di 1,48 da 1,65 precedente.

Entro la fine di questo mese il Tesoro avrà rifinanziato circa 90 miliardi di titoli in scadenza tra febbraio e aprile, un compito che sembrava quasi impossibile a novembre quando lo spread viaggiava ampiamente sopra i 500 punti. Dopo l'asta lo spread Btp-Bund è sceso gradualmente ed ha chiuso la giornata e la settimana sotto i 400 punti base a 394, col rendimento del decennale al 5,64%. Resta invece ben ancorato sopra i 400 punti (418) il differenziale tra i titoli spagnoli e quelli tedeschi, col tasso sui bonos al 5,88%. Sulla scia del taglio del rating per mano di S&P, il ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Garcia-Margallo, ha detto che il Paese iberico sta attraversando una "crisi di proporzioni enormi".

I VERTICI DI FONDIARIA - LA FAMIGLIA LIGRESTI

2 - SPREAD BTP CHIUDE A 394 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra il btp e il bund chiude sotto i 400 punti base a 394. Il rendimento del decennale italiano cala al 5,64%. Il differenziale tra i titoli spagnoli e quelli tedeschi si attesta a 418 punti col tasso sui bonos al 5,88%.

3 - PREMAFIN: LUNEDI' INCONTRO DELLA SOCIETA' CON ANTITRUST
Radiocor - Il Cda di Premafin che si e' chiuso pochi minuti fa ha esaminato il provvedimento con cui l'antitrust ha bloccato l'operazione con Unipol. La socie ta' - secondo quanto riferiscono fonti vicino al consiglio - si rechera' lunedi' a Roma per incontrare i vertici dell'authority e discutere cosi' dei rilievi emersi nel provvedimento di ieri.

4 - LIGRESTI: PM, DEBITI SINERGIA MOVENTE PER AGGIOTAGGIO PREMAFIN
Radiocor - La situazione debitoria di Sinergia e Imco e gli accordi con le banche da cui questa dipendeva sarebbero il 'movente' della manipolazione fa tta su titoli Premafin dai due trust esteri ricollegabili alla famiglia Ligresti. E' questa l'ipotesi avanzata dalla procura di Milano nel decreto di perquisizione con cui questa mattina le Fiamme Gialle sono andate nelle sedi delle due holding per acquisire documenti.

Il pm di Milano Luigi Orsi, titolare del fascicolo, ha iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di aggiotaggio Salvatore Ligresti e Giancarlo De Filippo, il trustee di The Heritage Trust e asset manager di The Ever Green Trust, a cui sono state sequestrate le azioni detenute in Premafin.

LUIGI ORSI

5 - FONSAI:PM,NUNZI E RUBINO NON RAPPRESENTARONO INSOLVENZA
(ANSA) - Fausto Nunzi, presidente di Sinergia Holding e Salvatore Rubino, presidente di Inco, "con l'intenzione di ingannare il pubblico al fine di conseguire un ingiusto profitto" nei bilanci delle due società rappresentarono "una situazione che non dava conto dello stato di insolvenza". E' quanto si legge nel decreto di perquisizione firmato dal pm di Milano Luigi Orsi eseguito oggi dalla Gdf nei confronti di Sinergia e Inco, le due società del gruppo Ligresti delle quali è stato chiesto il fallimento e che sono anche al centro di una indagine.

Nunzi e Rubino sono indagati per false comunicazioni sociali in relazione il primo al bilancio ordinario relativo all'esercizio chiuso il 31 dicembre 2010 e approvato il 18 maggio 2011; il secondo in relazione al bilancio consolidato relativo all'esercizio chiuso sempre il 31 dicembre 2010 ma approvato il 4 maggio dell'anno scorso.

6 - RCS: ITALMOBILIARE SVALUTA PER OLTRE 35 MILIONI SUA PARTECIPAZIONE
Radiocor - Italmobiliare ha svalutato di oltre 35 milioni di euro la sua partecipazione del 7,465% in Rcs Mediagroup. Il bilancio del gruppo che fa capo alla famiglia Pesenti, consultato dall'Agenzia Radiocor, emerge che per la collegata Rcs, il cui valore di Borsa al 31 dicembre 2011 era pari a 0,6727 euro per azione, e' stato effettuato da un perito indipendente un test di impairment secondo le metodologie previste dallo IAS 36.

Giampiero Pesenti

Il test ha evidenziato un valore recuperabile pari a 0,900 euro per azione, inferiore al valore di carico 'di conseguenza - si legge - il valore della partecipazione e' stato ridotto tramite impairment per 35.306 migliaia di euro portando il valore di carico a 0,900 euro per azione'. L'analisi di sensitivita' effettuata, evidenzia come una variazione in aumento o in diminuzione dello 0,25% sul WACC o del tasso di crescita del valore terminale comporti una valutazione compresa tra un minimo di 0,815 euro per azione ed un massimo di 0,996 euro per azione.

Gabriello Mancini

7 - MPS: FONDAZIONE, RISULTATI BANCA DELUDENTI, SUBITO UN NUOVO PIANO
Radiocor - Un nuovo piano industriale per banca Mps perche' l'attuale e' obsoleto. Cosi' il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, nell' intervento all'assemblea della banca. Mancini definisce 'deludenti' i risultati Mps.

8 - AVIO: DA CDA VIA LIBERA A RIPRESA DEL PROCESSO DI QUOTAZIONE
Radiocor - Avio fa un passo verso la Borsa. Dopo il successo di Cucinelli che oggi ha fatto un esordio boom a Piazza Affari, la societa' torinese sta sca ldando di nuovo i motori in vista della quotazione. Oggi, secondo quanto risulta a Radiocor, si e' infatti riunito il cda che ha dato il via libera all'avvio delle procedure di Ipo. La societa', controllata da Cinven e partecipata anche da Finmeccanica, riprova quindi ad avviare il processo di listing dopo il tentativo di questa estate ed la marcia indietro a causa del peggiorare delle condizioni del mercato.

GIUSEPPE MUSSARI FABRIZIO VIOLA

La strada maestra, come ha ribadito piu' volte il management in questi mesi, resta la Borsa, ma come spesso avviene resta anche in piedi la possibilita' di una vendita a fondi di private equity se le condizioni di mercato dovessero deteriorarsi. Alla finestra c'e' la cordata Cvc e Clessidra che stanno guardando con attenzione il dossier e che gia' in estate aveva presentato un'offerta non giudicata allettante. Seguono Bain Capital e altri private equity. Un ruolo potrebbe averlo anche il Fondo Strategico della Cdp che andrebbe ad affiancare l'azionista Finmeccanica prima della quotazione.

9 - FORD: UTILE NETTO I TRIMESTRE IN CALO DEL 45% A 1,4 MLD
Radiocor - Primo trimestre in frenata per il gruppo Ford, che ha segnato un utile netto per circa 1,4 miliardi di dollari (-45% rispetto a un anno prima), ovvero 0,35 dollari per azione (da 0,61). Lo comunica la casa americana. L'utile operativo e' sceso a 2,29 miliardi (da 2,84), pari a un utile per azione per 0,39 dollari (contro attese degli analisti di 0,35 e 0,47 dollari un anno prima).

Logo "Ford"

Il fatturato e' salito del 2% a 32,4 miliardi. Il numero uno Alan Mullally ha detto che la performance del primo trimestre 'era solida, con risultati particolarmente forti in Nordamerica, malgrado un clima sfavorevole. Restiamo concentrati su investimenti per la crescita futura e sullo sviluppo di prodotti eccellenti, di alta qualita', efficienza, sicurezza, con un design accattivante e di valore'. Per il 2012 Ford 'continua a prevedere risultati solidi con l'utile ante imposte all'incirca analogo al 2011' grazie in particolare al deciso aumento dei risultati in Nordamerica, mentre in Europa sono attes e perdite tra 500 e 600 milioni.

10 - FELTRINELLI: PRONTO L'INGRESSO IN SMEMORANDA, AVRA' 20% GUT EDIZIONI
Radiocor - Feltrinelli mette un piede nella Smemoranda, lo storico diario-libro di Nico Colonna e del duo Gino&Michele. Il gruppo milanese delle librerie, secondo quanto risulta a Radiocor, ha raggiunto un accordo preliminare che la portera' a detenere il 20% di Gut Edizioni, societa' editrice della Smemo: l'operazione, la cui formalizzazione e' attesa prima dell'estate, ha un valore complessivo di circa 1,5 milioni.

Feltrinelli

Effe 2005 - la holding dei Feltrinelli a cui fanno capo sia l'editrice, sia le librerie sia i negozi di musica - rilevera' il primo 10% da alcuni azionisti di Gut e poi sottoscrivera' un aumento di capitale per un ulteriore 10%. Nell'ambito dell'accordo, Feltrinelli deterra' anche un'opzione a salire fino al 40% attraverso l'acquisto di quote di altri soci in uscita dalla Smemoranda.

L'ingresso in Gut, che ha un giro d'affari di circa 30 milioni, rientra nella strategia di diversificazione del business da parte di Feltrinelli che sta guardando con particolare interesse alla ca rtoleria: oltre a Gut, come emerso da anticipazioni di stampa, il gruppo sta infatti valutando l'acquisto di Cartorama, societa' nel portafoglio di Faberstone Capital Partners, anche se quest'ultima operazione, piu' impegnativa sia dal punto di vista finanziario sia industriale, sembra di piu' difficile realizzazione.

 

A UN SETTIMANA DAL BALLOTTAGGIO PRESIDENZIALE, STRAUSS-KAHN PROVA A FAR SALTARE, CON UN’INTERVISTA-BOMBA, SARKOZY

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Dal Corriere della sera - Edward Jay Epstein - Guardian
(Traduzione di Rita Baldassarre)

sarkozy e strauss kahn Strauss Kahn Sarkozy ce ce f c bd c c fc f d

Il Pavillon de la Reine è un hotel di lusso, dall'atmosfera ottocentesca, nel quartiere del Marais di Parigi. È qui che il 13 aprile ho appuntamento con Dominique Strauss-Kahn, nel primo incontro con la stampa dalla disgrazia che ha travolto quest'uomo per anni ai vertici del potere in Francia e nel mondo. DSK è molto più piccolo di quanto mi sarei aspettato, sul metro e settanta. Ci accomodiamo sui divani dell'atrio e discutiamo la più sconcertante caduta in disgrazia che abbia mai colpito una personalità pubblica da decenni.

SARKOZY E STRAUSS KAHN

Undici mesi prima, il 14 maggio del 2011, Strauss-Kahn era uscito da un taxi di New York davanti al Sofitel, un albergo di lusso di Manhattan. Le riprese delle telecamere di sorveglianza, che ho studiato per scrivere il libro Tre giorni di maggio, lo mostrano mentre entra nell'albergo.

STRAUSS KAHN ARRIVA ALLA GENDARMERIA DI LILLE PER ESSERE ASCOLTATO DALLA POLIZIA

In quel momento, DSK era all'apice della carriera: politico ed economista tra i più stimati e potenti al mondo, già ministro dell'Economia francese e capo del Fmi. Il giorno dopo sarebbe partito per Berlino per incontrare la cancelliera tedesca Angela Merkel e tentare di ottenerne l'appoggio per far fronte all'imminente collasso della Grecia. «Se la Germania l'avesse adottato, gli altri governi europei l'avrebbero seguita», mi spiega. Altrimenti, la crisi «sarebbe sfuggita a ogni controllo e avrebbe contagiato Spagna, Italia e altri Paesi dell'eurozona».

IL CASO CARLTON STRAUSS KAHN DA LE MONDE

Inoltre, DSK era sul punto di candidarsi alla presidenza francese. «Avevo in mente di annunciarlo il 15 giugno e non ho dubbi che sarei stato il candidato socialista di punta», aggiunge. Né aveva dubbi sul fatto che avrebbe vinto. I sondaggi lo davano di quasi 20 punti in vantaggio sul presidente in carica Nicolas Sarkozy. In realtà, non sarebbe mai arrivato a Berlino, né avrebbe corso per l'Eliseo. Invece, lo avrebbero arrestato, portato in manette dal giudice e accusato di stupro. Ma già nell'agosto 2011, quando il pubblico ministero di New York capì che la cameriera del Sofitel non era affidabile e ritirò ogni accusa, la sua reputazione era distrutta.

STRAUSS KAHN LASCIA IL SOFITEL

Mi aspettavo di incontrare un DSK depresso, anche perché tre settimane prima era stato accusato di complicità in un giro di prostituzione in Francia. Invece mi è parso tonico, convinto che la sua disgrazia politica sia legata alla sua volontà di sfidare Sarkozy nel 2012. DSK afferma di sapere per certo di essere stato spiato per giorni prima del soggiorno al Sofitel.

LA SICUREZZA DEL SOFITEL SALTA E BALLA DOPO AVER DENUNCIATO STRAUSS KAHN

Gli eventi successivi, dice, sono stati «architettati da avversari politici». Quando fu prelevato dall'aereo diretto a Parigi confessa di non aver avuto la benché minima idea di cosa stesse accadendo. Ma negli ultimi mesi, grazie a un'agenzia di investigazione, ha constatato molti movimenti sospetti dietro le quinte del Sofitel, che è di proprietà del gruppo francese Accor.

Persino il suo arrivo all'hotel era strano. Non aveva chiamato per avvertire del suo arrivo, eppure era stato accolto a sorpresa da un portiere dell'albergo. Dalle riprese delle telecamere si vede poi un dipendente dell'hotel, tale Brian Yearwood, che si precipita fuori del Sofitel con un telefono all'orecchio appena prima dell'arrivo di DSK. Ma come faceva a sapere Yearwood quando DSK sarebbe arrivato?

LA SICUREZZA DEL SOFITEL SALTA E BALLA DOPO AVER DENUNCIATO STRAUSS KAHN

Il direttore della sicurezza del Sofitel, John Sheehan, svolgeva il medesimo incarico per l'Accor. Quel giorno Sheehan non lavorava eppure scambiò con Yearwood 13 sms tra le 10.21 e le 10.35 e poi arrivò al Sofitel alle 13.03. Il superiore di Sheehan è René-Georges Querry, già capo delle unità anticrimine della polizia francese. Prima di entrare in Accor nel 2003, Querry aveva lavorato nella polizia in stretto contatto con Ange Mancini, che poi sarebbe diventato il coordinatore dell'intelligence di Sarkozy.

STRAUSS KAHN A PARIGI CON LA BARBA INCOLTA

Poi c'è il mistero del Blackberry e dei cellulari. DSK mi dice che da tempo sospettava di essere intercettato dai suoi nemici in Francia. C'erano stati molti segnali come la scoperta di un suo sostenitore, al quartier generale dell'Ump, che aveva trovato copia di una mail di DSK alla moglie in una fotocopiatrice. DSK aveva chiesto ai suoi servizi di sicurezza di criptare i suoi sette cellulari.

STRAUSS KAHN E ANNE SINCLAIR TORNANO A PARIGI

Ma uno dopo l'altro, tutti si erano inceppati e lui aveva chiesto di rimuovere le protezioni poco prima del viaggio negli Usa. «Forse sono stato politicamente ingenuo, ma davvero non credevo che quelli si sarebbero spinti a tanto... che avrebbero trovato un modo per fermarmi». «Quelli» sono ovviamente persone legate a Sarkozy. Non si saprà mai ciò che avvenne esattamente nella suite presidenziale del Sofitel perché i soli testimoni sono DSK e la Diallo, una 32enne originaria della Guinea.

Entrambi hanno confermato un rapporto sessuale. Secondo il capo del Fmi la donna era consenziente. La Diallo invece sostiene che venne trascinata nella stanza da letto e costretta a un rapporto orale. DSK non scende in particolari ma dice che era appena uscito dalla doccia, nudo, e si era trovato davanti una cameriera che lo fissava... «Sono certo che non aveva in mano lo straccio per le pulizie», dice DSK. Vi fu un breve scambio di parole e gesti, dai quali DSK intuì che la donna gli offriva un rapporto sessuale.

STRAUSS-KHAN E MOGLIE LIBERI A NEW YORKil ritorno di strauss khan

Nelle oltre due ore di colloquio, DSK ribadisce che il «caso» è stato orchestrato dai suoi nemici politici. Ammette che forse non si sono spinti fino a organizzare l'incontro con la Diallo, ma pensa che essi abbiano svolto un ruolo preciso nell'incoraggiare la cameriera a rivolgersi alla polizia, trasformando così un incontro privato in uno scandalo pubblico.

Recentemente i media francesi hanno rivelato che DSK nel 2011 era stato sorvegliato dai servizi segreti. Gli chiedo se vede un nesso tra questo e la sorveglianza a New York. «Mi sembra che si tratti di molto di più di semplici coincidenze», risponde. Poi accusa le autorità francesi per averlo lasciato languire nelle carceri americane e averlo sottoposto all'umiliazione pubblica.

Dominique Strauss Kahn Nafissatou Diallo, la cameriera del Sofitel che accusa Strauss-Kahn, a colloquio con una giornalista ophelia01g

Era convinto che sarebbe stato rilasciato subito su cauzione, ma le trattative vennero bruscamente interrotte quello stesso giorno. La stampa francese riporta che il pubblico ministero americano, Cyrus Vance, aveva ricevuto informazioni sul caso da funzionari francesi. All'udienza per la cauzione, il giudice affermò che «informazioni supplementari e non verificate venivano fornite giornalmente sul comportamento e sul passato di DSK». Per tali interventi, DSK trascorse una settimana in cella.

Dominique Strauss Kahn arrestatoSTRAUSS La cameriera nascosta sotto un lenzuolo dagli agenti FBI

L'unico argomento di cui non può discutere, per motivi legali, è la recente accusa di aver organizzato un giro di prostituzione. Dal 2009 all'arrivo a New York in maggio DSK aveva partecipato a circa sei festini a base di sesso, con alcune prostitute. È stato accusato di «favoreggiamento aggravato della prostituzione».

Tra i suoi più grandi rimpianti, dice DSK, c'è il fatto di non essere mai riuscito a illustrare alla Merkel i suoi piani per salvare la Grecia. «Non sono certo che l'avrei convinta», dice, ma forse l'avrebbe persuasa ad appoggiarlo e la crisi greca sarebbe stata bloccata sul nascere. «Ma adesso non lo sapremo mai», aggiunge con un pizzico di malinconia.

STRAUSS KAHN IN MANETTE 2

 

VETE NOSTALGIA DELLA MITOLOGICA ERA BERLUSKAZZI, DELLE MINETTI E DELLE RUBY RUBACAZZI? ACCOMODATEVI...

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Repubblica.it

Espinoza Arisleida rig C fotogallery listaorizzontale foto fotoorizzontale berlusconi harem

Fiori, o esoticamente "flowers", ma anche "scarpe". Ci sono tanti modi, nel lessico delle Olgettine per definire le buste da due, tre, cinque, anche novemila euro che "Papi" distribuisce al termine delle serate di Arcore. In questa serie di telefonate che Repubblica.it pubblica in esclusiva, se ne parla a lungo. Con invidia per chi ha avuto di più, con il racconto di particolari tecnici sulle forme e i modi della "distribuzione", persino con qualche (piccolo) soprassalto d'orgoglio. E si fa la conoscenza del ragionier Spinelli (Giuseppe), grande elemosiniere della casa berlusconiana, quello (poveretto) che le ragazze chiamano per riscuotere: a volte "carine", a volte suadenti, a volte nervose e pretenziose. Lui, a quanto si sente in questa intercettazione cerca di mantenere un certo distacco, una certa dignità. Ma l'impresa è ardua.

ASCOLTA GLI AUDIO: NICOLE, MARYSTHELL, SPINELLI, BERLUSCONI, ARIS
http://video.repubblica.it/le-inchieste/nicole-e-barbara-aris-ha-avuto-nove-paia-di-scarpe/93552/91946


ASCOLTA GLI AUDIO / BERLUSCONI-MINETTI-MARYSTHELL
http://video.repubblica.it/le-inchieste/maryshtell-a-nicole-mi-stanno-chiamando-i-giornalisti/93661/92055

maria ester garcia polancoberlusconi harem OGGI 03

"Tutti hanno beccato qualcosa...". La telefonata tra Nicole Minetti e Barbara Faggioli risale alla mattina del 6 settembre 2009. La sera prima, ad Arcore, c'è stata una festa e Barbara informa Nicole che "Aris (Aris Espinoza; ndr) ha ricevuto nove fiorellini...". Ma Nicole sa tutto perché anche lei era presente. Non solo, ha assistito alla distribuzione delle buste: "Ero lì nell'ufficio. Tutti hanno beccato qualcosa. La Aris, nove, ha comprato nove paia di scarpe...". Novemila euro, dunque, è la cifra che la ragazza ha ricevuto per aver trascorso la notte con "Papi". Faggioli è inviperita per questo: "Tutti hanno avuto, anche Imane, l'amica di Emilio (Fede ndr); anche il ballerino spagnolo... Solo io, nada de nada....".

Minetti e Faggioli, dunque, unite nel disgusto: "Ero lì - fa Nicole - e lui mi ha chiesto: 'E tu?'. 'Io niente, sono a posto così... Ma adesso sparisco per un po'". Nella fenomenologia delle Olgettine, questi sono passaggi importanti e anche abbastanza "tipici". C'è la "favorita" della notte (o del periodo) che "becca" cifre davvero importanti, ci sono le altre senza le quali il rito collettivo del "bunga bunga" non si può fare che prendono i due/tremila euro. E c'è chi resta all'asciutto.

Barbara Faggioli

Come mai? E', duole dirlo, come se "Papi", qua e là cercasse di risparmiare qualcosa. Ogni sera, prima della festa, il ragionier Spinelli gli prepara le buste da diversi tagli che poi lui distribuirà a quelle che se ne vanno alla fine della serata, a quelle che si fermano a dormire, a quelle che dormono con lui.

Berlusconi e 5 ragazze

E ogni volta, alla fine, anche al povero Silvio viene il "braccino" e se le ragazze non hanno abbastanza faccia tosta da chiedere, può capitare, appunto, che restino con un palmo di naso. Barbara e Nicole, tra le più evolute delle Olgettine, almeno al telefono innalzano la loro critica al "sistema" e si ripromettono di far pesare il disappunto nel prossimo futuro... Ma non è detto che il proposito si realizzi sempre...

POLANCO-ELENA MORALI

ASCOLTA GLI AUDIO ESCLUSIVI / RUBY E GLI ALTRI
http://video.repubblica.it/le-inchieste/luca-a-ruby-hanno-scritto-tutto-di-te-e-s/93527?video

ASCOLTA GLI AUDIO ESCLUSIVI / MINETTI-FAGGIOLI
http://video.repubblica.it/le-inchieste/barbara-ci-sono-cose-di-lui-che-mi-fanno-un-po-schifo/93480/91874

"Aris ha preso nove flowers". Stessa mattina, Nicole Minetti, evidentemente, è alle prese con la delusione delle ragazze che hanno avuto poco o niente di fronte al "regalone" da novemila euro ricevuto da Aris. Iris Berardi è tra queste. La notizia dei novemila euro "alla Aris" è accolta da un sobrio: "Minchia... 'sti cazzi". A questo punto, invidia per invidia, anche Iris ha qualcosa da raccontare. Siamo ai particolari preboccacceschi perché Iris ha saputo dalla stessa interessata che Barbara (Faggioli) è stata "cacciata" dal "drago" e mandata a dormire.

Barbara Faggioli BARBARA FAGGIOLI E LA MINETTI

Cioé, lei si è presentata speranzosa in camera dove c'era già Aris e Berlusconi l'ha tranquillamente liquidata dandole la buonanotte. Non è dato sapere la situazione precisa (erano già a letto? Erano tutti vestiti?) ma la scena deve essere stata non poco imbarazzante. Nicole che, in fondo, di tanto in tanto sembra pensare cose del tipo "prima o poi qualcuno dovrà insegnarli l'educazione..." cerca di tranquillizzare Iris: "Va beh, non ci pensare, tresor". "Tresor"... Capito? Detto proprio così. Dopo "Love of my life" è la seconda perla del lessico Minettiano e supera, anche se di poco, "desperation".

"Sono arrabbiata, solo 3 fiorellini". La "pochade" si sposta a Roma dove Nicole è scesa per partecipare a una serata romana e dove Marysthell (l'una all'insaputa dell'altra) si trova con Diana. La ragazza dominicana si lamenta con la Minetti perché, in vista del suo compleanno, Berlusconi le ha dato solo tremila euro, "tre fiorellini". Nicole è scandalizzata e parte in quarta aggiungendo che dev'essere un periodo proprio negativo perché "ieri sera non mi ha fatto neanche dormire da lui, 'sto stronzo".

Marysthell cui interessano solo i soldi, frena: "Comunque mancano dieci giorni...". Come dire: "Fa in tempo a cambiare idea e a darmi di più". Così, dopo qualche qui pro quo tra Roma e Milano, Marysthell capisce che il Cavaliere, Minetti, Cinzia e altre sono tutti a Roma e che l'indomani ci sarà una festa. Verrà anche lei e cercherà di risolvere il problema dei fiorellini e del compleanno. Da crederci che ci riuscirà.

ASCOLTA GLI AUDIO ESCLUSIVI / BERLUSCONI-MARYSTHELL
http://video.repubblica.it/le-inchieste/marysthell-e-silvio-amore-voglio-fare-il-bagaglino/93396/91790

Emilio Fede con la Olgettina Marysthell Garcia Polanco nel 2007

"Quando vinco la guerra approfitto delle tue dolci labbra". Qui ci vorrebbe Fabrizio De André: "Re Carlo tornava dalla guerra...". "Papi" è alle prese con "la battaglia più difficile della mia vita politica", ha avuto una settimana d'inferno, ha fatto quattro importanti discorsi in Parlamento e alrove. Avrebbe bisogno che le ragazze gli tributassero qualche lode. Ma con Marysthell, si sa, i convenevoli durano poco e si va subito al sodo, al quattrino.

Marysthell Garcia Polanco

In questa telefonata, Marysthell è appena stata al provino di Pingitore e si esalta raccontando che ha ballato benissimo, che Pingitore era impazzito e che le ha detto che è meglio della Yespica ("che è sclerotica")... Ma appena lui comincia a parlare delle sue battaglie politiche, Marysthell passa alla richiesta diretta e dice che dovrebbe andare da Spinelli. "Papi" non fa una piega e le dice di andarci l'indomani che lui avvertirà il ragioniere.

Solo a questo punto, Marysthell gli passa Aris Espinoza: "Cattivona, cattivona, cattivona..." è lo splendido esordio del Cavaliere. E lei "Cattivissimissimo... Non mi chiami più". Ed ecco l'eroe: "Quando vinco la guerra approfitterò delle tue labbra dolci...". Lei cinguetta ma, subito, va al sodo: deve pagarsi la scuola di recitazione... "Papi", paziente, le spiega che Marysthell, domani andrà da Spinelli e potrà riscuotere per tutte e due.

Poi Marysthell riprende il cellulare e, prima del commiato, (a base di "amore, amore...") gli ricorda ancora di spingere per la trasmissione in tv di Pingitore perché solo così lei potrà entrare a far parte del cast". Lui assicura che ci metterà una parola. Un uomo allo sbando in mano alla sua debolezza. Chiunque avrebbe mandato a quel paese Marysthell e la "cattivona". Lui niente, lui sopporta il continuo oltraggio (in fondo è il premier della settima potenza industriale del mondo) e le manda tutte da Spinelli. Tutto per poter approfittare, prima o poi, delle loro "dolci labbra",

Marysthell Garcia Polanco

Il virus di Spinelli. Marysthell ha bisogno di soldi per pagare l'assicurazione e "Papi" le ha detto di rivolgersi al ragionier Spinelli. La ragazza ha la febbre e il vocione raffreddato. Chiama Spinelli che, a sua volta, non sta molto bene. La telefonata è splendida perché lei miagola un "Ciao Spinelli..." e lui, compunto s'informa sulla salute.

Marysthell Garcia Polanco

Dopo una breve discussione sui virus di stagione, lei va al sodo e chiede, gentile, quando può passare a riscuotere. Lui organizza l'appuntamento e al congedo, mentre lei, flautata, gli fa "Ciao Spinelli, un bacio", lui bofonchia: "Auguri... auguri". Qui c'è tutto il "ragiunat" milanese che fa carte false, paga i vizi del capo, ma non si lascia coinvolgere più di tanto. Un altro, al suo posto, con una dozzina di Olgettine scatenate avrebbe cercato di ottenere qualcosa in natura. Spinelli Giuseppe, non sembra il tipo: "Buongiorno, buonasera, la salute? Passi domani...".

 

DOPO APPENA 14 ANNI DI “CONVIVENZA” CON I VERTICI DELLE GENERALI, DEL VECCHIO LICENZIA L'AD PERISSINOTTO

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- LE "OCCHIALATE" DI DEL VECCHIO
Bankomat per Dagospia

Leonardo Del Vecchio

Dopo appena 14 anni di "convivenza" con i vertici delle Generali, Del Vecchio cambia occhiali e si accorge di colpo che il Sistema Italia è alla deriva e manda a stendere l'ad di Generali Perissinotto, la Mediobanca di Nagel, Ligresti e Profumo. Tiratina a Tronchetti che per fortuna e' tornato ad occuparsi di gomme...

leonardo_delvecchio

Una sana occhialata a Della Valle, perche' lo scarparo apprezza la gestione delle Generali ma è un consigliere che fu messo a Trieste da Geronzi (che ancora si mangia i gomiti) ma non possiede un'azione e quindi non gliene frega niente che i grandi manager di Generali abbiano distrutto valore diversificando nella finanza.

Poi ricorda che gli investimenti azionari finanziari tipo quello in Generali li fa lui, personalmente, non Luxottica. Come dire che con le aziende e i posti di lavoro non si gioca.

Battuta su Geronzi: ininfluenti le sue dimissioni da Generali. Rimpiange giustamente Rondelli (in fondo di banchieri così e' rimasto solo Saviotti, gli altri pseudo big spesso non sanno neppure di cosa parlano) che ascoltava le aziende e decideva.

PERISSINOTTO E GERONZI

2- «BASTA CON I MANAGER-FINANZIERI E ORA SI CAMBI ALLE GENERALI» - DEL VECCHIO: LE BANCHE AIUTINO LE IMPRESE. MA PERCHÉ TUTTI QUEI FONDI A LIGRESTI?
Daniele Manca per Corriere della Sera

PERISSINOTTO GALATERI BALBINOT

«Sono un po' a disagio. Sono azionista delle Generali con il 3%. Sono uscito dal consiglio perché non volevo litigare. Non con Geronzi. La sua uscita non contava e non è contata niente. Ma con il management. Il problema è che quando da assicuratori si vuole diventare finanzieri comprando partecipazioni le più disparate, non si fa un buon servizio alle Generali che restano una delle migliori aziende, se non la migliore, d'Italia.

DEL VECCHIO

Purtroppo questo è un vizio nazionale. Tutti vogliono fare il mestiere di altri. Mentre questo è un periodo nel quale ognuno di noi dovrebbe pensare a fare bene il proprio dovere. Guardi cosa accade al governo. E' un miracolo che un uomo come Monti si stia impegnando per risanare il Paese. Eppure già c'è chi pensa di votare a ottobre, e sarebbe un disastro. O chi crede che lo spread sia ormai domato, mentre ci vuole un attimo che torni a 600».

Leonardo Del Vecchio, classe 1935, ha creato dal niente una delle più belle aziende al mondo, la Luxottica. Studiata nelle università come caso imprenditoriale, ha sempre fatto lo stesso mestiere, costruire e distribuire occhiali.

PROFUMO ALLA FESTA DI ALLEANZA PER L ITALIA

«I miei investimenti nelle Generali o in Unicredit o in Foncière des Régions sono personali. Mi considero quindi un investitore e come tale credo che le Generali, uno dei fiori all'occhiello del Paese, abbiano bisogno di un cambio. L'amministratore delegato Perissinotto era il migliore assicuratore d'Italia e forse d'Europa».

ALESSANDRO PROFUMO JONELLA LIGRESTI old

Ma allora qual è il problema se Perissinotto è il migliore d'Europa?
«Il problema è quando si vuole fare finanza. Quando, usando i soldi dei risparmiatori che vorrebbero solo fossero ben gestiti, si comprano invece un pezzettino di Telecom e l'1% di una banca russa; si mettono a repentaglio oltre due miliardi con un altro finanziere come il ceco Kellner; oppure ci si impegna nell'operazione CityLife in una percentuale che nessun immobiliarista al mondo farebbe; e sui fondi greci sono stati persi 800 milioni. Penso quindi che oggi l'amministratore delegato, capo azienda unico, senza alibi di azionisti e presidenti, dovrebbe dare dignitosamente le dimissioni. Dovrebbe, sarebbe rispettoso verso gli investitori, gli azionisti e gli assicurati. So che in Italia questo non è uno sport nazionale, ma al suo posto non mi presenterei all'assemblea. Sono sicuro che ci sarebbe un'ovazione quasi scaligera».

Salvatore Ligresti e Silvio Berlusconi DEL VECCHIO CON LA MOGLIE

Eppure la compagnia non soffre, i risultati operativi sono solidi anche in questa situazione...
«La parte assicurativa va bene, come le ho detto. Ma al mio amico Della Valle, che è così contento del management ma che non ha un'azione della compagnia, vorrei ricordare che in cinque anni il titolo ha perso i due terzi del suo valore. Dal primo gennaio è sotto del 12%, a confronto Allianz è sopra del 14%, in un anno il titolo ha perso il 34%. Dividendo quasi azzerato. Quello che mi dà fastidio è che i fondamentali sono buoni, l'attività assicurativa funziona. Ma voler fare i finanzieri è quello che rovina tutto. Stessa identica cosa accaduta in Unicredit. Una banca nella quale ho investito da oltre vent'anni».

Cosa c'entra Unicredit?
«E' lo stesso problema delle Generali. Fino a che ha fatto la banca è andata bene. Poi ha iniziato ad acquistare partecipazioni, ha voluto fare fusioni. Alessandro Profumo mi si è trasformato sotto gli occhi. Negli ultimi anni è cambiato. E' arrivata anche lì la finanza. Ed è andata come è andata. Io me le ricordo bene le banche che facevano il loro mestiere».

giovanni perissinotto 03 lap

Ci sono allora istituti che aiutano le imprese...
«C'erano. Quando nel 1981 andai da Rondelli, all'epoca numero uno del Credito Italiano, per chiedergli di aiutarmi a crescere negli Stati Uniti comprando Avant Garde, non ebbe esitazioni. Esaminò il progetto, si fece illustrare i programmi e diede il via libera. Ma oggi nelle banche chi fa più questo mestiere? Lo chieda alle imprese, a una piccola azienda che vuole crescere, l'aiuto che riceve dalle banche».

Luxottica

Hanno ragione quindi a lamentare l'assenza di credito?
«Non si tratta di credito, si tratta di assistere le imprese. I primi anni che eravamo in America, appena ricevevamo un ordine la banca ci anticipava il 30-40% perché ovviamente passava del tempo prima di incassare. E il tutto avveniva a tassi decenti. Oggi c'è qualche istituto che lo fa? Guardate Fonsai come sta andando».

Sta andando che l'Antitrust ha bloccato l'operazione...
«Non conosco la vicenda, ma quello che mi chiedo è perché Mediobanca e Unicredit abbiano dato tutti quei soldi a Ligresti. Ma scusi, se fosse una buona azienda i francesi di Axa o Groupama si sarebbero fatti avanti per comprarla. E invece si procede a una fusione con due aumenti di capitale che mi fanno pensare che tra tre anni saranno ancora in difficoltà. E' questo che fa male all'Italia. Perché il nostro Paese funziona, funziona meglio di quanto si creda. Le imprese, le industrie girano».

Nagel Melita Ligresti

Ma le statistiche raccontano un'altra Italia.
«Non sto dicendo che vada tutto bene, dico che il sistema produttivo funziona. Luxottica ha il 4% del fatturato che arriva dall'Italia. Ma sempre in Italia abbiamo il 60% della produzione, l'ingegneria, il design. Questo significa che qui si può produrre e si può essere competitivi. E come noi ci sono tante altre aziende, le faccio anche i nomi: Interpump, Brembo. Pensi a Tronchetti Provera».

Pirelli?
«Sì. Prima l'ha salvata. Poi, comprando Telecom, Pirelli s'è rovinata. Ma quando ha abbandonato le telecomunicazioni ed è tornato a fare solo pneumatici, l'ha nuovamente rilanciata. E guardi che con Tronchetti ho avuto parecchio da ridire. Ma il suo esempio vale per far capire che bisogna essere concentrati sul business, non farsi distrarre. In Italia siamo abilissimi a parlare d'altro. A quella povera ministro Fornero stanno facendo vedere l'inferno. E solo perché ha voluto ritoccare l'articolo 18 e fare le riforme delle quali questo Paese ha bisogno».

Sull'articolo 18 si sono messi a rischio persino dei governi.
«Ridicolo. Ne discutevo con il vicepresidente di Luxottica, Luigi Francavilla, che è con me dagli inizi. E' vero, a noi non interessa, dei nostri 62 mila dipendenti forse solo uno sarebbe stato licenziato. I partiti non se ne rendono conto, ma in Italia dobbiamo solo sperare che questo governo duri. E' un miracolo se ciò accade. Passera mi sembra già più politico, ma si capisce che le persone sono lì per governare».

MARCO TRONCHETTI PROVERA CESARE GERONZI PROFUMO article

Ma allora cos'è che non va?
«Quando le dicevo del credito, quella è una. Se vado in Francia con la mia società immobiliare i prestiti li ottengo con un differenziale dell'1,8%; in Italia, se mi va bene e se mi prestano dei soldi, siamo al 3,5%. Ripeto, se mi danno i soldi è perché mi chiamo Del Vecchio: pensi a una persona normale. Del resto abbiamo visto come funzionano le banche. I consigli d'amministrazione ratificano quello che decide il numero uno. Alle Generali l'amministratore delegato poteva disporre investimenti fino a 300 milioni, limite che ora hanno abbassato a 100, una cifra elevatissima comunque. Il nostro Andrea Guerra ha fatto crescere la Luxottica attraverso acquisizioni in tutto il mondo e gode della piena fiducia di tutti, in azienda e fuori. Eppure anche per spese di pochi milioni informa il consiglio, pretende che si discuta in più occasioni e che si sia convinti di ogni decisione».

DEL VECCHIO

3- GENERALI VUOLE USCIRE DA PATTO RCS
Giuliana Licini per http://www.ilsole24ore.com

MARIO MONTI ALBERTO NAGEL

Un gruppo che punta ad accelerare la propria internazionalizzazione, mentre allenta i legami, almeno formlmente, con Mediobanca. È l'orizzonte delle Generali emerso nella giornata dell'assemblea annuale che ha approvato il bilancio 2011, ha confermato Gabriele Galateri alla presidenza e ha introdotto i limiti di età per le principali cariche di governance del gruppo e adottato le quote rosa.

A fare da sfondo sono state però le dichiarazioni di Leonardo Del Vecchio, azionista del Leone con il 3%, che in un'intervista ha duramente criticato il top management della compagnia per la gestione finanziaria, invitando senza giri di parole Perissinotto a «dare dignitosamente le dimissioni».

DEL VECCHIO

La Delfin di Del Vecchio ha comunque votato a favore del bilancio, approvato da oltre il 99% dei soci presenti. Le questioni sollevate dal patron di Luxottica (investimenti in Telco, nei titoli greci, nella jv con Ppf e nell'immobiliare) hanno fatto da filo conduttore degli interventi di Perissinotto, in assemblea e alla successiva conferenza stampa.

CLINTON con Sergio Balbinot e Giovanni Perissinotto

Il ceo ha tra l'altro preannunciato un aumento di capitale di Telco, difeso la bontà dell'investimento nell'Est Europeo con il finanziere ceco Petr Kellner, rassicurando che alla put in scadenza a fine 2014 la compagnia farà fronte con i propri mezzi, senza ricorrere ad aumenti di capitale, così come è stata sottolineata la valenza dell'investimento nel complesso immobiliare milanese Citylife.

ALBERTO NAGEL GIANNI LETTA_1

Perissinotto ha anche preannunciato l'intenzione di uscire da Rcs, perché l'editoria, oltre ad essere «un mestiere difficile», non rientra tra quelli delle Generali. Altro leit motiv della giornata è stata l'assenza, sia pure momentanea, dei rappresentati di Mediobanca nella governance, dopo le dimissioni dell'ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel e del d.g. Francesco Saverio Vinci, in ossequio alle disposizioni dell'articolo 36 che vieta i doppi incarichi in istituzioni finanziarie concorrenti e quindi comporta un allentamento della presa di Piazzetta Cuccia su Trieste.

«Non ho mai percepito controllo o forzature dal cda o dall'azionariato di Mediobanca», ha peraltro assicurato il presidente Galateri, dicendo che il discorso dell'articolo 36 «in linea di massima è condivisibile, ma non mi riconosco in un discorso da 25 aprile, di liberazione». Nessun problema, anzi «nessuna inibizione o condiscendenza», come teme invece l'Antitrust, nei confronti della ‘grande Unipol', ma piuttosto l'opportunità di guadagnare quote di mercato da un concorrente in difficoltà, ha detto Perissinotto.

DEL VECCHIO SAVERIO VINCI

«La strategia di fondo consiste nell'accelerare il processo di internazionalizzazione. La nostra dipendenza dalla Vecchia Europa è eccessiva. Tra 10 anni Italia, Germania e Francia che ora pesano per il 70% nel nostro giro d'affari non supereranno la metà», ha spiegato il ceo Perissinotto, precisando che la bussola delle Generali guarda sempre più all'Est Europa e all'Asia.

Giovanni Perissinotto

Un nuovo importante assaggio di internazionalizzazione è intanto venuto dall'azionariato, con il significativo aumento della quota del fondo sovrano norvegese all'1,79% dallo 0,49% dello scorso anno. Il "Government of Norway" «è un investitore prestigioso e stimato», si è rallegrato Perissinotto.

Perissinotto: utile 2012 tra 1,5 e 1,8 miliardi
L'a.d. di Generali Giovanni Perissinotto vede l'utile netto 2012 della compagnia «nella forchetta tra 1,5 e 1,8 miliardi di euro» e traccia un quadro positivo dell'avvio dell'esercizio. Perissinotto prospetta un raddoppio del risultato rispetto agli 856 milioni con cui si è chiuso il 2011, «se quest'anno i mercati saranno meno negativi», nella tradizionale intervista al ‘Piccolo' pubblicata nel giorno dell'assemblea annuale dei soci del Leone.

Petr_Kellner Antoine Bernheim Generali con Cesare Geronzi Mediobanca

Nel suo intervento introduttivo all'assise, il ceo ha poi sottolineato «l'avvio positivo dell'esercizio, con un incremento in termini omogenei del 6,1% della raccolta premi a 19,8 miliardi di euro, grazie al positivo andamento sia dei rami vita (+6,9%), sia dei danni (+4,7%).

«Fiducia in un dividendo più elevato nel 2012»
Perissinotto ha poi mostrato fiducia in un ritorno della politica di pay out della società ai livelli abituali, con l'erogazione quindi di dividendi più elevati. «Sono il primo che vorrei dare un dividendo più elevato, ma è anche una questione di regole, di solvency», ha detto il ceo rispondendo alle domande di un azionista a proposito delle prospettive della cedola dopo gli 0,20 euro a titolo del 2011, contro 0,45 euro per il 2010.

«Stiamo facendo tutti gli sforzi. Le evidenze che abbiamo sia di contenimento dei costi che di sviluppo degli affari sono molto confortanti. Dovremmo essere in grado di ristabilire la nostra politica di pay out, con dividendi più elevati», ha aggiunto il ceo. Quest'anno il pay out è stato del 36,4% contro il 40% abituale.

Alberto Nagel e Renato Pagliaro

Nel corso dell'assemblea, ancora in corso, è emerso che l'ex-presidente Antoine Bernheim, che riceve da Generali un vitalizio da 1,51 milioni di euro l'anno, ha avviato un contenzioso avanti al Tribunale di Trieste, chiedendo un risarcimento per il mancato rinnovo della presidenza due anni fa e per la mancata retribuzione della la presidenza onoraria.

CAMERANA E GALATERI DI GENOLA

Dal Tribunale «ci attendiamo un esito senza onere per la compagnia, è una partita senza senso», ha commentato il presidente della Generali, Gabriele Galateri. Ai soci che hanno sollevato la questione della mega-liquidazione pagata lo scorso anno all'ex-presidente Cesare Geronzi (poco meno di 17 milioni di euro) è stato poi spiegato che faceva parte degli accordi presi.

 

 

OSPITE DI FAZIO, ROMITI DISTRUGGE MONTEZEMOLO!!! E’ UGUALE AL CAVALIER POMPETTA. UNICA DIFFERENZA, I CAPELLI


LA ROMA CHE A FINE PARTITA DEVE ANDARE SOTTO LA CURVA SUD A FARSI INSULTARE DAI TIFOSI E’ UN FATTO UMILIANTE

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Fabrizio Bocca per http://bocca.blogautore.repubblica.it/ - Foto: Repubblica.it e Mezzelani-GMT

Il campionato è allo sprint finale, la tensione è alle stelle, visto che questo è il mese in cui ci si gioca la stagione. Bella, nella sua imperfezione, la partita tra Roma e Napoli. Il pareggio però lascia scontente entrambe. Il Napoli perché rimane col fiato sospeso nella lotta per il terzo posto e soprattutto non placa la contestazione della Roma, che nonostante un ottimo primo tempo della squadra e comunque uno spunto d'orgoglio nel finale che le ha permesso di riprendere la partita (2-2), è continuata feroce.

TOTTI TOTTI

La Roma che a fine partita deve andare sotto la curva Sud a farsi offendere e insultare dai tifosi lo trovo un fatto umiliante, di medievale sottomissione. Che la squadra non meritava assolutamente. E che ribadisce ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, il distorto significato del tifo nel calcio italiano: vuole comandare e dare la linea. E talvolta imporsi con la forza, come è accaduto la settimana precedente a Genova.

totttttttttttttttttttttttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii LOrgoglio del Capitano Foto Mezzelani GMT

Ieri toccava all'allenatore, oggi alla squadra: un coro classico e vecchio come la storia del calcio "andate a lavorare" non basta più. Da quella stessa curva a inizio partita si erano alzati vergognosi cori verso i napoletani: ormai non ci fa più caso nessuno, vengono quasi considerati la colonna sonora di uno stadio.

totttttttttttttttttttttttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii LOrgoglio del Capitano Foto Mezzelani GMT

Luis Enrique, che era andato via subito dal campo, non si è accorto del fatto che la squadra fosse andata sotto la curva, a farsi umiliare. L'allenatore spagnolo ha specificato che lui comunque non sarebbe andato: e figuriamoci se lo avesse fatto davvero. E ha detto bene.

 

 

BENVENUTI A SCAJOLA-BANK - ALL’ASSEMBLEA DEI SOCI, UNA CARTELLA ESATTORIALE DA 15 MLN CON EQUITALIA

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Ferruccio Sansa per il Fatto Quotidiano

Tocca anche alle banche. Equitalia non risparmia nessuno. Così è toccato, tra gli altri, alla Cassa di Risparmio di Genova e Imperia. Se n'è parlato - animatamente - durante l'assemblea di ieri. Che per Genova e la Liguria è un avvenimento, perché Carige è la cassaforte della regione. Luogo di potere al centro degli appetiti della finanza. E della politica. Per capire chi comanda sotto la Lanterna bisogna assistere a queste assemblee, dove gli azionisti sono gli stessi da decenni e vengono chiamati per nome ("La parola a Luigi"). Dove fa capolino il dialetto: "Belin, i conti sono in regola".

CARIGE

Il presidente Giovanni Berneschi assicura: "L'utile netto 2011 è stato di 186 milioni". Ma gli azionisti non sono tutti tranquilli, come Luigi Barile: "Vogliamo sapere perché Carige ha ricevuto cartelle esattoriali da Equitalia".

Per il 2005 si parla di un debito di 14,2 milioni. Circa 9 milioni per Ires e interessi. Ma un'altra voce ha suscitato allarme tra gli azionisti "Retribuzioni, pensioni, trasferte e mensilità aggiuntive". La voce vale quasi 3,5 milioni di debiti. Carige risponde: "Il debito riguarda un contenzioso con l'Agenzia delle Entrate. Siamo stati accusati di "abuso di diritto".

Alessandro Fratello di Claudio Scajola vicepresidente di banca Carige con Maurizio Zoccarato sindaco di Sanremo

Tutto parte dall'acquisto di obbligazioni all'estero. Stiamo sostenendo, come altre banche, due giudizi. In un caso finora ci hanno dato ragione, nell'altro no. Le contestazioni parlano di 4,4 milioni per il 2004, 35 per il 2005 e 1,2 per il 2006. Nessun allarme". Ma il riferimento a retribuzioni e pensioni? "Una questione informatica, il computer deve averlo classificato così".

burlando al seggio elezioni regionali

Una seduta movimentata, partecipata. Anche perché si parlava di bilanci, del valore delle azioni sceso 0,80 euro. Ma soprattutto della nomina del nuovo cda: c'è Giovanni Berneschi, uno dei potenti della città, che guida la banca da quasi dieci anni (è uscito assolto dall'accusa di aggiotaggio per la scalata Unipol-Bnl). Accanto a lui Scajola. Non Claudio, ma il fratello Alessandro (vicepresidente).

Nella fondazione c'è anche il consuocero. Gli Scajola contano ancora. Anche perché il vicepresidente della Fondazione (autosospeso) è Pierluigi Vinai, scajoliano candidato sindaco Pdl a Genova. Nella controllata Carisa (Savona) ecco Luciano Pasquale definito da Claudio Scajola "manager di grande caratura".

Di sicuro un recordman delle poltrone savonesi: già presidente dell'Unione Industriali, è numero uno della Camera di Commercio. A parte cariche varie, vedi società autostradali (legate al gruppo Gavio). Il suo vice è Enrico Nan, un passato nel Pdl e un presente di coordinatore regionale Fli.

CLAUDIO SCAJOLA

Una banca targata Scajola? Carige ha radici anche nella democristiana Imperia. Era un po' camera di compensazione del potere "rosso". Ma la storia è più complessa. È stato riconfermato ieri Luca Bonsignore, figlio dell'europarlamentare Vito (prima Udc poi Pdl). Entra nel cda Alessandro Repetto, presidente della Provincia di Genova (centrosinistra) che lascia la politica. Ma Repetto era già dirigente Carige. Un ritorno a casa.

BERNESCHI

Altri Pd non mancano: nel consiglio di indirizzo della Fondazione ex onorevoli come Graziano Mazzarello ed ex assessori come Massimiliano Morettini (toccato dall'inchiesta Mensopoli, poi prosciolto). Si ritrovano storici tesorieri del Pci ligure ai posti di comando di banche del gruppo. Confermato intanto nel cda anche Bruno Cordazzo, presidente di Legacoop Liguria, altro socio di peso della Carige.

C'è anche la Curia di Genova, cui la Regione di Claudio Burlando aveva lasciato il posto che le spettava nel cda della Fondazione. Dalla banca è passato Marco Simeon, pupillo di Tarcisio Bertone e Angelo Bagnasco. Approdato a incarichi romani (Rai), ha lasciato la poltrona genovese che fruttava 62mila euro l'anno. Ma c'è Vinai (vicino all'Opus Dei). E qualcuno ricorda che lo Ior aveva acquistato e poi rivenduto cento milioni di bond Carige.

 

GRILLO AZZANNA SANTORO, FLORIS, LERNER, ANNUNZIATA, FORMIGLI ETC . "SIETE CANI DA LECCA"

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Beppe Grillo per www.beppegrillo.it

Lucia Annunziata e Gad Lerner - Copyright Pizzi

Se non ci fossero i politici di professione, non esisterebbero i conduttori di talk show. Vivono in simbiosi come il paguro bernardo e l'attinia. Coppie di fatto e di interesse. Con il trascorrere del tempo si assomigliano, come due vecchi coniugi, o come quelle persone che sono tali e quali al cane che portano a passeggio ai giardinetti.

Il conduttore può avere il guinzaglio corto o lungo. I primi sono cani da lecca, reparto conservatori, i secondi da riporto, sempre presenti nella corsia dei progressisti. Il conduttore è super partes, si pone in mezzo a due fazioni che si insultano e alzano la voce. Il suo compito è quello di ravvivare la conversazione, eccitare i galli da combattimento in studio. Più merda, più share. E' la dura legge della pubblicità e del loro stipendio.

GRILLO COVER ESPRESSO

Lo scontro ha come affresco trespoli, plastici, balconate e file contrapposte di centosinistri e centrodestri ghignanti e grotteschi, degni di un quadro di Bruegel. Il contraddittorio è un match di wrestling americano, nessuno si fa male e dopo la sceneggiata tutti insieme per una spaghettata di mezzanotte.

I conduttori di talk show non hanno bisogno della museruola, è incorporata nella mascella. Per durare devono abbaiare con moderazione. Sono anche individui permalosi. Se qualcuno si rifiuta di partecipare alle loro trasmissioni si offendono, lo accusano di negarsi al confronto, di essere anti democratico.

SANTORO LAVORI FORZATI IN MINIE RAI DORO BENNY DA LIBERO

I paguri bernardo di fronte a stimoli inusuali come la negazione di un'intervista farlocca ti accusano persino di controllarli dall'esterno. O con loro in studio a fare "vera politica" e discettare con statisti del calibro di Alemanno, di Rutelli, di Casini o fuori, con diecimila cittadini a fare antipolitica!

L'interruzione è per loro un'arte, se un ospite si esprime con argomenti non previsti dal copione, fanno partire la pubblicità o danno, presi da una fregola irrefrenabile (quando scappa, scappa!), la parola a Vendola, a Renzi o a Mastella. Sono paperelle di gomma inaffondabili. Passano i segretari di partito, cambiano i governi, ma loro resistono, resistono, resistono da sinceri democratici. L'importante è ... frinire.

 

DEMAGOGIA - MA PERCHÉ MAI PROFUMO DOVREBBE FARE IL PRESIDENTE DEL MONTE DEI PASCHI E FARLO GRATIS?

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Bankomat per Dagospia

Ma perché mai il dott Profumo dovrebbe fare il Presidente (eletto con maggioranza quasi plebiscitaria) del Monte dei Paschi e farlo gratis?

ALESSANDRO PROFUMO jpeg

Gasparri onorevole Maurizio, ritenendo utile il suo commento pubblico sulla vicenda, atteso da milioni di italiani, ha subito sentenziato alle agenzie che con tutto quello che Profumo ha preso in Unicredit non farà per questo uno sforzo eroico. Commento sofisticato stile Gasparri.
Bankomat che conta assai meno di Profumo e di Gasparri non concorda con nessuno dei due. E siccome scrive liberamente per un sito libero e per chi vuol leggerlo butta li' la sua opinione. Non intasiamo le agenzie ed il nostro tempo non e' pagato dai contribuenti.

SANDRA CARRARO ALESSANDRO PROFUMO

Se uno lavora va pagato, il giusto ma va pagato. Possibile che un Presidente di banca sia così inutile da non meritare compensi? Oppure l'ex Amministratore Delegato di Unicredit ritiene di essere non un manager, seppur di valore e di vertice, ma una star mondiale che da' esempi morali e ammonimenti. Come Passera, come Marchionne, come Berlusconi, tutte persone importanti, ma non necessariamente così grandi da avere l'autorevolezza di insegnarci come si sta al mondo. Calare giù, grazie.

LUCA JOSI E ALLEGRA ALESSANDRO PROFUMO E GIUSEPPE RECCHI

E Gasparri in fondo gli va dietro, facendo dichiarazioni che le agenzie trovano notizie degne di pubblicazione. Ma soprattutto, chiediamoci perché mai capogruppo del primo partito italiano dovrebbe sentire il bisogno di commentare a caldo un fatto certo degno di una citazione sul Sole 24 ore, ma che riguarda in fondo solo prima banca Toscana e fra le prime in Italia, ma non un fatto prioritario per la politica italiana.

SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Perché di questo vogliamo parlare, cosa vuole la politica da una banca privata? Se e quanto guadagna Profumo a Siena interessa il Parlamento? A noi sembra tutto ormai normale, tutti parlano di tutto, ma e' come quando ai tempi gloriosi degli anni settanta il comune di Rocchetta Superiore dibatteva in consiglio comunale i temi della guerra fredda. Impegno civile o pirlata a spese del contribuente?

ALESSANDRO PROFUMO

Del resto Grillo ci parla di democrazia, Di Pietro di Giustizia, Ligresti si crede un capitalista (il grave è che i figli pure lo pensano), altri pensano di essere non manager di banca ma "play maker" del potere italiano in generale.

Avanti di questo passo oscuri portaborse della Lega potrebbero entrare in qualche consiglio di amministrazione del gruppo Finmeccanica, gente tipo Scajola potrebbe fare il Ministro e una della levatura della Minetti sarebbe candidata da Formigoni nella sua lista.....

Grazie se poteste tornare ognuno a fare e bene il proprio mestiere.

 

 

 

UN TERREMOTO È IN ARRIVO IN EUROPA. LE SCOSSE SISMICHE SONO LE PROSSIME ELEZIONI

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1- DAGOREPORT
Il brusco cambio di umore, che ormai sfiora l'euforia, a favore di un'Italia al voto anticipato a novembre 2012 ha origine dai soliti sondaggi. Sabato scorso sulla scrivania di Berlusconi a Palazzo Grazioli sono stati scodellati dati che, per la prima volta, vedono la popolarità di Rigor Montis ridotta ai minimi termini. E ancora non sono entrati in ballo, per le tasche degli italiani, l'Imu e l'aumento dell'Iva. Altre stangate.

DALEMA E BERLUSCONI

E subito il Banana ha spedito il "ribelle" Pisanu chez Casini per convincerlo a mettersi di nuovo insieme. Ovviamente, come ha dichiarato al settimanale "Gente", fa professione di pensionato destinato alla panchina dei giardinetti; in realtà, il Cainano non schioda: dietro le quinte, comando io.

vendola bersani di pietro strappo x

Anche il mago Dalemix sente odor di sangue e ha pensato bene di riattaccare i personaggi della foto perduta di Vasto: Bersani, Di Pietro e Vendola. Alla proposta dalemona, si è subito smarcata la quota catto-piddina capitanata da Enrico Letta e Fioroni: mai con Idv e Sel, a costo di abbandonare il Pd.

Infine va registrato che il mini-partito di Fini, Futuro e Libertà, è da un pezzo spaccato tra l'ala oltranzista di Granata e quello moderata filo-Napolitano di Della Vedova, con mezzoBocchino che galleggia in mezzo.

dalema berlusconi

Questa è, al momento, lo stato dell'arte mentre l'Europa va alle urne. La prossima domenica sono in ballo il ballottaggio tra Hollande e Sarkozy, il voto in Grecia, in Irlanda, amministrative in Italia e in due laender tedeschi (a settembre si voterà in Olanda). Il destino dell'Euro-zona è appeso al risultato del combattimento tra la dittatura dei "mercati" e la rivolta dell'antipolitica.


2- BERSANI: 'VOTO? NON VOGLIO VINCERE SULLE MACERIE. ITALIA SI TROVA ANCORA IN PIENA CRISI'
Ansa.it
- "Non intendo vincere sulle macerie del nostro paese, non possiamo destabilizzare il paese che si trova ancora in piena crisi": così Pier Luigi Bersani leader del Pd, a Sky tg24 ha risposto a Maria Latella che gli ha chiesto perché il Pd non si gioca, con il voto anticipato la possibilità di vincere.

DALEMA E DI PIETRO

3- GRILLO: ASPETTANDO IL TERREMOTO
Beppe Grillo per www.beppegrillo.it

Un terremoto è in arrivo in Europa. Le scosse sismiche sono le prossime elezioni e i referendum. Si profila un confronto tra politica e finanza. I parlamenti nazionali da una parte e la BCE e il FMI dall'altra. Il 6 maggio si voterà in Grecia e il nuovo Governo potrebbe rigettare gli accordi presi con la UE per evitare il default. In Francia Hollande è favorito, la sua posizione è contraria ai tagli sociali per favorire le direttive europee.

GRILLO a e f d ef b a da c

Sul trattato di stabilità ha dichiarato "Aggiungiamo una parte sulla crescita o non lo ratificheremo". Marine Le Pen ha ottenuto il 20% con un programma eurofobo e il suo consenso non potrà non influenzare il nuovo inquilino dell'Eliseo. Il 31 maggio in Irlanda si terrà un referendum sulle nuove regole di bilancio volute dalla Germania, il "fiscal compact" che in Italia è stato approvato senza alcuna consultazione popolare come nelle migliori tradizioni di uno Stato partitocratico e non democratico.

Persino dove non vi sono elezioni a breve si stanno aprendo delle faglie profonde, in Olanda si è dimesso il Governo Rutte a causa dei previsti tagli alla spesa pubblica, senza austerity si perderebbe infatti la tripla A... In Olanda si andrà alle urne il 12 settembre, il Pvv antieuro di Geert Wilders potrebbe spopolare.

Dove le politiche di tasse e sangue in nome dell'euro sono state applicate i risultati sono stati a passo di gambero, c'è stato un costante peggioramento. Il debito pubblico è aumentato, come in Italia, o il Paese è letteralmente fallito come in Grecia dove è avvenuto un default silenzioso. C'è stato, ma non si deve dire in giro (*).

Standard&Poor's ha declassato la Spagna da A a BBB+, in sostanza aumenta l'interesse dovuto a chi acquista titoli spagnoli. Gli interessi saranno onorati con il taglio delle spese sociali. Tutti più poveri, ma per cosa? Per diventare carne da macello come i tori nelle corride?

Fini e Bocchino davanti ai fotografi BEPPE GRILLO SU INTERNAZIONALE

José Ignacio Torreblanca professore alla UNED University ha scritto sul Financial Times un lungo articolo dal titolo "Tempo di dire basta al nonsenso dell'austerity". Scrive "La prossima settimana saranno due anni da quando Zapatero adottò le prime misure di austerità. Queste misure comportarono il suicidio del Partito Socialista spagnolo.

Ora i Conservatori si trovano in una situazione simile, dopo 100 giorni di governo hanno portato l'austerità bel al di là del loro mandato elettorale e questo solo per trovarsi nella stessa situazione finanziaria di Zapatero.

Napolitano ha incontrato anche Bersani e Casini

E' oltraggioso che mentre gli spagnoli soffrono per la recessione e per la disoccupazione (del 24,44%, ndr) Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e membro della BCE, affermi che il 6% di interesse per i titoli pubblici spagnoli "non è la fine del mondo". E' preoccupante che la UE sostenga i pesanti tagli alla spesa dell'educazione e della ricerca in Spagna ignorando deliberatamente che ciò è incompatibile con un modello di sviluppo... E' tempo di dire basta!".

In gioco non c'è solo l'euro, ma un modello di sviluppo superato e la distruzione degli Stati sociali. Loro non si arrenderanno mai. Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento.

 

 

 

 

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