1- SOGNI D'ORO CON GALILEO
Riccardo Bocca per www.gliantennati.it
Marco Paolini
Sarà troppo eretico? No, davvero, è il caso di chiederselo seriamente, nel pieno rispetto dei gusti altrui, ma anche in strenua difesa di chi ieri sera è uscito appesantito dall'"Itis Galileo" di Marco Paolini su La7.
Insomma, ci si domanda senza alzare la voce: è veramente troppo acido, e insolente, sostenere che due ore e mezza di monologo teatrale di Paolini, in televisione, sono il manifesto programmatico della noia postmoderna, e della presunzione di un affabulatore che approfitta del suo stesso karma e carisma, per costringere i telepenitenti a una dura lotta contro il sonno, e contro l'umana (in)capacità di reggere con l'attenzione?
E già che ci siamo, e che nell'aere ancora scorre calda la narrazione paoliniana della vita di Galileo Galileo, matematico e fisico e astronomo e in sintesi padre della scienza moderna, non sarà forse l'occasione buona -educatamente, s'intende, e con migliaia di ipocriti punti di domanda- per buttar lì il sospetto che questo one-man-sleep non sia poi tanto un continuatore in chiave d'impegno civile delle meraviglie artistiche del mago Fo, o di quel manipolatore di eufonie chiamato Carmelo Bene, ma piuttosto un adepto della gigioneria, un formidabile imbonitore applicatosi al segmento della nostra vita che corre in bilico tra cultura e osservazione sociale?
MARCO PAOLINI ITIS GALILEO
Viene da porgerseli, questi quesiti eretici, perché parecchio non convince nello spettacolo trasmesso ieri sera dal ventre del Gran Sasso, all'interno dei celeberrimi laboratori di fisica nucleare; a partire proprio dal modo in cui Paolini e La7 hanno sfruttato la possibilità di riprendere questo cuore tecnologico e terragno assieme, in teoria fonte di simbologia e fascino, ma di fatto percepito da casa come quinta statica di cui s'è intuito poco, perché sempre e comunque -nella dittatura monologare- le telecamere erano fissate su di lui:
Paolini Marco, trascinatore e despota di un pubblico in sala -o meglio: in laboratorio- che per una sera era costituito da ricercatori scientifici, e che sempre per una sera indossava caschetti di sicurezza gialli, e che per giunta aveva fissa in volto quell'espressione un po' così che abbiamo noi che siamo andati in tv, e dunque ci sentiamo tanto onorati -a prescindere- di assistere alla lezione di un teatrante di fama.
Il quale, per la cronaca, si è lanciato nella non piccola impresa di ricostruire tutte le tappe dell'esistenza galileiana (1564-1642): meravigliosamente eretica -quella sì, davvero- nella sua difesa del verbo copernicano. Salvo poi, molto italianamente, abiurare, e poi altrettanto italianamente abiurare di fatto l'abiura.
Un blobbone paraintellettuale in cui, con sistematico snobismo travestito da divulgazione amica, l'attor campione ha alternato folgori di aristotelismo spiccio a citazioni platoniche, attraversando i diktat tolemaici fino all'amara sorte kepleriana, segnata da intuizioni brucianti ma anche da una morte in disgrazia.
Come dire: una rinfrescata scolastica di cui, senza tutto questo rimescolio nozionistico, avrebbe tranquillamente potuto farsi carico il solito nonno Angela, o magari anche suo figlio Alberto, pasdaran entrambi della divulgazione pop, ma almeno immuni da pretese di gloria postuma.
Anche perché, aldilà dell'arte paoliniana di ruminare scienza e cultura, biografie e cronologie, reinventandole poi sotto forma di ipnotismo spettacolare, non è che il Marco Paolini Show sia stato immune da trucchetti acchiappa applausi. Anzi, pur di tener desto il pubblico, ha insistito a proporre il parallelo tra le (dis)avventure galileiane dell'epoca e i fatti stolti dell'oggi, rievocati con un doppio effetto:
Riccardo Bocca con la signora Berselli
da un lato l'induzione sporadica al sorriso (operazione riuscita, per esempio, quando Paolini ha sottolineato l'eterna propensione al dossieraggio ricattatorio), e dall'altro l'imbarazzo per lo stridore tra le intuizioni di Galileo e paradossi del tipo: «Ve lo immaginate papa Ratzinger che si confronta con Margherita Hack, come faceva Urbano VIII con Galilei?».
Certo, va riconosciuto, quando sul finire del teleminestrone le luci si sono abbassate, e Paolini con un fil di voce ha interpretato l'abiura galileiana dell'anno 1633, beh, sono stati minuti belli, e lucenti, perché il dolore e l'ingiustizia prevalgono su tutto e tutti.
Ma non è bastata, questa candela nella grotta, a far risplendere a pieno colui che avrebbe dovuto essere il fulcro della trasmissione: cioè appunto Galilei. Ha illuminato, piuttosto, le ambizioni del suo biografo, straordinario almanaccatore di idee ed episodi, ma non altrettanto efficace nell'amministrare la propria egolatria.
2- COMMENTI ALL'ARTICOLO DI RICCARDO BOCCA SUL BLOG:
Patrizia Brasa scrive:
Non sono affatto d'accordo . Paolini è bravissimo, incisivo, ironico profondo e se talvolta risulta faticoso è solo perchè non siamo più allenati ad usare il cervello in modo un po' più articolato.Averne di spettacoli così.
ITIS scrive:
...che ve l'ha missa.
DesEsseintes scrive:
Certo, non al livello de La Macchina del Capo', ma a me è piaciuto assaje. L'ho persino preferito a Real Madrid - Bayern. Ma io non faccio testo.
Luciana scrive:
Quel "secondo me [la barba] ce l'aveva anche da piccolo" ti rende subito attonito.
Alessandro scrive:
Un po' pesantino in effetti lo era, ma tra la miriade di cavolate che si vedono in TV di spessore culturale prossimo allo zero (diciamo prossimo all'armstrong) preferisco di gran lunga un monologo di tale caratura. Bravo Paolini, bellissima rappresentazione!
Carmelo Bene
Maria bottai scrive:
Finalmente un programma intelligente ,che non ha bisogno di alcun contorno.Spero lo ritrasmettano per gustarlo al massimo e ripercorrere tutte le citazioni. W La 7.
Chiara Campagnolo scrive:
è stato senza dubbio più noioso e pesante leggere questo articolo, che vedere il meraviglioso spettacolo di Paolini. Questa è la tv di cui abbiamo bisogno! Sempre bravo Marco!
Arianna scrive:
In totale disaccordo con la critica di Riccardo Bocca: Paolini è un grande narratore,e il suo Spettacolo è stato un esempio raro di Buona televisione. Incollata allo schermo fino alla fine.
GianPiero scrive:
Mah, forse anche la critica ha perso lucidità ed onestà intellettuale dopo un ventennio di ciarpame televisivo ... Grazie Paolini, un lampo di luce nelle tenebre dell'ignoranza, del servilismo e della mediocrità !
Gianni scrive:
D'accordo con Chiara .Questo signor Riccardo ,che poi non so bene chi sia,ha voluto semplicemente fare sfoggio di inutili e noiose parole da critico che ha lasciato la scuola da poco.Grazie a La 7 ,meno male che c'è (insieme a Paolini).
Mattia scrive:
Profondamente in disaccordo...
Con la televisione di ognigiorno, che ci propina le solite cavolate e talk show, con commenti delle/dei varie "starlette" del momento, lo spettacolo di ieri sera è stata una ventata di cultura...
Ma come al solito in italia siamo sempre a sparare a zero su tutto e tutti.
MARTA scrive:
Dovrebbero passarne più spesso di spettacoli così: anche i miei figli, sono attratti dall'imparare la storia e la scienza in modo alternativo!!
Bravo Paolini!! Sarà anche egolatra. Forse ma resto sempre attonita ad osservare la sua capacità di tenere un monologo così intenso e prolungato senza incepparsi e poi NIENTE INTERRUZIONI PUBBLICITARIE!!
A questo critico che sfoggia una dialettica non meno egolatra, chiederei di rivolgersi di più contro la telespazzatura che ci viene proposta quotidianamente!!
fm scrive:
Lo avevo visto in teatro. In televisione, con qualche accorgimento, ha acquistato ritmo. La televisione permette il primo piano, i movimenti di macchina, vedere quelli dalla tua parte -il pubblico. Non l'ho trovato noioso a teatro, mi è sembrato ben fatto per la televisione, in diretta. Si può sempre criticare qualcosa, ma mi sembra ingeneroso il confronto con Fo. Ad ogni modo, si dovrebbero stabilire dei criteri per la critica. Io non capisco i suoi.
Paolini mischia basso e alto, ha parlato di cose complesse, è stato stimolante. L'ho trovato didascalico quanto basta, o forse meno, perché in Italia si ignora la Resistenza, figuriamoci la nascita della scienza nel 600. Una domanda mi sorge spontanea: qual è il metro di paragone, a parte un premio Nobel?
Stefano scrive:
Mi spiace ma non sono d'accordo. Lo spettacolo di Paolini è stato molto interessante. Inoltre, Paolini ha dosato con sapienza i tempi comici proprio per mantenere alta l'attenzione degli spettatori. Certo, bisogna riconoscere che non tutti riescono a mantenere l'attenzione per un tempo così lungo. Ma non è colpa di Paolini. E' colpa della nostra - barbara - società. P.S. Se riesci a sopravvivere a Ionesco, Paolini è una passeggiata.
bocca riccardo LAMALFAFOTO TEAM
Andrea70 scrive:
Credo sinceramente che questo sciatto commentatore sia il vero stra-snob della vicenda e non Paolini che penso abbia fatto una grande prova.
Farebbe bene questo signore ad entrare in un bar, in uno studio medico , in una posta e porgere la benche' minima domanda non tanto su chi fossero e cosa hanno fatto Keplero, Bellarmino o Copernico, cosa ignorata dal 90 e passa per cento dei nostri concittadini, ma chi fosse, cosa ha fatto, e quando e' vissuto Galileo stesso, forse il piu' grande uomo di scienza che ha avuto il nostro paese. Ne uscirebbero, sono sicuro, delle belle. Il racconto di Paolini e' stato, a parte qualche concessione all'affabulazione (anche questa e' comunque un'arte), filologcamente corretto, scorrevole, interessante ad anche istruttivo. Magari ce ne fossero!!
L'unico problema: l'ha mandato in onda La7 e non Rai Uno, dove probabilmente andava in onda qualche polpettone o qualche show da encefalogramma piatto. Probabilmente la televisione che piace a questo sedicente critico televisivo.
Andrea70 scrive:
Mi fa piacere vedere che sono tutti d'accordo conn il "critico televisivo" . Probabilmente il suo Ego ed il suo snobismo ne saranno profondamente soddisfatti.
elena scrive:
Tutta invidia egregio signor Riccardo Bocca. Troppo facile stare comodamente seduti davanti al proprio pc a scopiazzare qua e là citazioni decostruttive. Mi è piaciuto moltissimo lo spettacolo di ieri sera: anch'io ho fatto lo scientifico (tanti anni fa) e per la prima volta mi sono sinceramente incuriosita di materie che al liceo mi facevano piangere.
Solo 2 osservazioni negative farei: l'orario (questa mattina tutti noi che stiamo scrivendo qui ci siamo dovuti svegliare alle 6.30/7, giusto?) e mi avrebbe fatto piacere vedere meglio la location, unica nel suo genere.
Per il resto, gran spettacolo proprio perchè faticoso e perchè ha dimostrato che non siamo più allenati ad usare intelligentemente il cervello, come hanno già fatto notare altre persone prima di me. Spero di rivederlo in replica con calma e dopo essermi andata a leggere il più possibile su Galileo.
RICCARDO BOCCA SCRIVE:
Caro antennato Andrea70, qui ciascuno dice e scrive ciò che gli pare. Bene così, sempre.
Dani scrive:
Se il programma è stupido, "che programma stupido, ci prendono per scemi"
Se il programma è intelligente "che noia, non è per la tv"
E Saviano non andava bene, Paolini peggio...
Pensi che pure mia madre (fan di Ballando com le Stelle) ha ammesso che era un bellissimo spettacolo!
Ogni tanto sia un po' più indulgente!!
Carmelo Bene
Andrea70 scrive:
Assolutamente bene cosi', compresi i commenti.
Roberto scrive:
Una delle poche volte che non mi sono addormentato guardando la TV, ho molto apprezzato lo sforzo di Paolini di raccontare le dinamiche sociali e politiche dell'epoca in cui è vissuto Galileo.
Sergio 80 scrive:
Un grande grazie a La 7 ed a Marco Paolini. La RAI ha rinunciato ormai alla cultura e ci sforna unicamente dei polpettoni insulsi.I video di canale 5 con striscia la notizia ci presentano in primo piano soltanto i "culi" dei loro cani.
roberto buffa scrive:
Come è strano il mondo, e come sono diversi, per fortuna, le senzazioni degli uomini!
Per Me, ieri sera un GRANDE, GRANDE, GRANDE Paolini!
Più appannato rispetto ad altre volte, non mi curo della performance, valuto, il teatro ....e il teatro c'era tutto: nel soggetto, nel testo, nella scena e naturalmente nella recitazione!
Paolini mette in scena Galileo, con freschezza, rigore, esattezza, e il brio di un simpaticissimo affabulatore. Utilizzando una pluralità di registri che non distolgono l'attenzione dello spettatore dall'argomento. Io, incollato alla poltrona mi sono anche commosso. (sono in genere solo un consumatore di film; e sono saturato dalle persone che parlano in TV) .
gino piffero snob scrive:
L'articolo di Bocca è esemplare. Esemplare dello snobismo degli "intellettuali" italiani verso qualsiasi cosa che possa minimamente sembrare divulgativo o mid cult: guai ad allargare la platea, meglio essere pochi ma buoni e continuare a lamentarsi perchè si è pochi incompresi in paese che non ama la cultura e guarda troppa televisione. Scoprire che la cultura, seppure divulgativa, si può fare anche in televisione fa male. Fa male agli inserzionisti degli spot cretini, fa male ai padroni delle televisioni che preferiscono pubblico abitudinario che si possa esporre come merce sugli scaffali dei venditori di pubblicità, e fa male anche ai geni incompresi delle élite culturali.
Carmelo Bene
Certo, lo poteva fare anche Alberto Angela... la differenza è che molti spettatori quando vedono la sua faccia cambiano canale (anche per la noia ventennale, siamo l'unica nazione dove pure il posto di presentatore televisivo è ereditario!), mentre quando vedono Paolini e le sue battute che Riccardo Bocca snobbano, buttano il telecomando e restano incollati alla poltrona.
Io stesso, che senza essere un genio in fisica al liceo ero bravino (avevo 9) e uno straccio di laurea in architettura me l'hanno dato, ho provato sollievo quando Paolini mi ha rivelato che non sono l'unico ad aver trovato indigeribile il dialogo sui massimi sistemi, e me ha spiegato il senso.
Così dott. Bocca, non sia rigido, e se devo essere cattivello, ci dica invece se anche il posto di opinionista all'Espresso è ereditario, o se è solo omonimo di un giornalista partigiano che colgo l'occasione di ricordare con rimpianto.
RICCARDO BOCCA SCRIVE:
Cari Antennati, per completezza di informazione sono usciti ora i dati d'ascolto: 1.484.000 spettatori, per uno share del 5.7 %.
Davide scrive:
Un pò tecnico all'inizio ma poi riesci a farti trasportare dalla bravura di Paolini ed immergerti nel mondo di Galileo.
Bello! Bello! Bello!
cristina scrive:
Guardati amici della De Fillippi che fa piu' x te ... le critiche vanno bene purche' siano intelligenti non rispettose, non intrise di astio come la tua.E` stato un bel momento di teatro civile occasione di riflessione su ieri e oggi. tra i piu` belli spettacoli di paolini
Federico scrive:
Difficile capire un commento come questo, caro Riccardo Bocca, di fronte a una delle poche idee che troviamo nella misera televisione di questa misera epoca. Ieri sera ho avuto il piacere, raro, di assistere a teatro, idea, innovazione, uniti da un solido background storico.
La sua critica resta un mediocre esercizio di stile che ho fatto fatica a leggere. Sono d'accordo con Marta che le consiglia di rivolgersi contro la telespazzatura quotidiana.
un piccolo blogger scrive:
Che non tutte le ciambelle gli riescano col buco è una considerazione legittima, come anche l'opinione che sia stato uno spettacolo pesante...
Per tutto il resto, di questa recensione, la principale egolatria che balza all'occhio è quella del presuntuoso blogger, il quale - ben lontano dall'aver meritato in vita sua una popolarità paragonabile a quella del recensito - sfoga un'animosità che lo rende ridicolo quando argomenta di cose che sembra proprio non conoscere.
Carmelo Bene
Ad esempio questo signore crede (anzi, ha deciso) che divulgare cose difficili da spiegare sia un'operazione che non richiede mestiere. Come se gli Angela, o Fo, non ne facessero uso, di mestiere.
In effetti è sottile il confine tra il pallone gonfiato e il sapiente narratore ma, una persona sensata, non si porrebbe la domanda in questi termini da tronista televisivo, o da saputello strafottente.
Peraltro, sempre per sottolineare il ridicolo dell'articolo, vorrei sapere dal fortunato blogger (fortunato se lo pagano...) se si sia mai chiesto a cosa servirebbe parlare di Galileo ad un grande pubblico, se non si creassero paralleli con il presente.
Alcuni ragionamenti sull'estetica - e sull'etica in generale - farebbero comodo anche alla sua attività di commentatore...
ma fare polemica - questa sì - populista e becera forse paga di più.
barbecue scrive:
quanto fumo anche stavolta...verrebbe da pensare e molto: com'è che qui si sono avvicendati numerosi commentatori ( tanti nick per 2 menti alla brace, stracotte e al pepe bianco) a distanza di 2 dico 2 minuti l'uno dall'altro, in un blog dove per leggere un commento si aspetta in media un'ora o anche di più?
Riconoscibile la crociata dei paladini minori dell'Afflizione Imposta, l'armata dei minicenci lerci del Contrasto Polemizzante, schierata in assetto di guerra.
olga luisa scrive:
la macchina degli sfangatori al lavoro: per mettervi la coscienza in pace venite qui a fare i tosti...mi sa che siete solo degli emarginati...o meglio un'idea ce l'avrei. Magari non è stato coperto di attenzioni, da parte del blogmaster, uno dei vostri capibranco ed ecco che aspettate il momento migliore per buttarvi sulla preda. Pussate via!