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LE PORNO TORTE DI JAMES MIDDLETON -LESBO- RIHANNA - MIKE TYSON IN PRIGIONE AVEVA MESSO INCINTA UNA GUARDIA

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

1 - GIORNALISTA DI GOSSIP RIVELA: "MI SONO DROGATO CON LINDSAY LOHAN E NAOMI CAMPBELL"...

LINDSAY LOHAN E NAOMI CAMPBELL

http://bit.ly/Jnq9OV
Radar Online -
Chris Gardner, un giornalista di gossip che ha lavorato per "The Hollywood Reporter" e "People", sostiene di aver fatto uso di droga insieme a Lindsay Lohan e Naomi Campbell.

Dice anche di aver comprato droga per altre star famose di Hollywood. I portavoce di Lindsay e Naomi non hanno commentato la notizia.


2 - LESBO RIHANNA, HA UNA DONNA PER AMANTE...

RIHANNA

http://bit.ly/I9ogbo
http://bit.ly/HYEvoV
Radar Online e Just Jared -
Lo scorso fine settimana Rihanna ha usato Twitter per informare tutti che frequenta sia donne che uomini e che la sua amica Melissa Ford, è sua "amante".

A Los Angeles, Rihanna e Melissa sono andate insieme a cena al Ristorante di Giorgio Baldi e a ballare al Roxbury nighclub. I paparazzi le hanno fotografate mentre si tenevano per mano.

torte per adulti

Si dice che Rihanna si trasferirà a Londra per i prossimi tre mesi perchè girera' una nuova serie tv. Il suo team sta cercando, per lei, una mega villa nella capitale inglese.


3 - LE PORNO TORTE DI JAMES, FRATELLO DI KATE MIDDLETON...

torte per adulti

http://bit.ly/I6BZAR
Now -
Tocca al fratello piccolo di Kate Middleton farle fare una figuraccia? James Middleton ha lanciato un nuovo business: torte ‘piccanti' per adulti. Le "Nice Cakes" possono avere varie forme: ad esempio, una donna in bikini con una frase divertente scritta sul seno ....

James Middleton mostra le chiappe

James non crede che le sue torte siano un'offesa nei confronti della sorella reale e del ruolo che ricopre. Anzi, dice che sono divertenti e maliziose ma non oscene o offensive. James, naturalmente, spera che la connection della sua famiglia possa aiutarlo a diventare un businessman di successo.


4 - LA FOTO DI MADONNA IN TOPLESS SARA' VENDUTA ALL'ASTA PER 10 MILA $...

MADONNA

http://bit.ly/IObaxz
Daily Mail -
E' emersa una foto stupenda, in bianco e nero, di Madonna che posa nuda sul letto mentre fuma una sigaretta. La foto e' stata scattata negli anni '90 da Steven Meisel e pare che sara' venduta all'asta per circa 10.000 dollari.

Madonna e' in topless mentre la parte bassa del suo corpo nudo e' coperta da un lenzuolo.


5 - MIKE TYSON IN PRIGIONE AVEVA MESSO INCINTA UNA GUARDIA...

MIKE TYSON

http://bit.ly/HYEJMJ
Fit Perez -
Mike Tyson ha confessato che la prigione ti rende disperato e "affamato" di donne. Dice addirittura di aver messo incinta una guardia carceraria, che pero,' aveva deciso di non portare a termine la gravidanza.


6 - VICTORIA BECKHAM IN CINA PER LA RANGE ROVER EVOQUE (DA LEI DISEGNATA)...

VICTORIA BECKHAM IN CINA

http://bit.ly/I2zHhd
The Mirror e Just Jared -
Victoria Beckham ha lasciato perdere l'abbigliamento per collaborare con la Land Rover e creare la Range Rover Evoque, la coupè quattro posti dai dettagli esclusivi.

Posh racconta di essersi ispirata a film, personalita', moda e di aver studiato l'interno di yacht lussuosi e aerei privati. Voleva creare un'automobile di lusso ma classica allo stesso tempo. Solo una serie limitata di 200 autovetture disegnate da Victoria saranno prodotte dalla Land Rover.

VICTORIA BECKHAM IN CINA

La Beckham ha indossato una serie di abiti, da lei creati in esclusiva, per promuovere la Range Rover Evoque a Pechino, in Cina. Le foto, nella gallery...

Guarda il video qui:
http://bit.ly/IpkPNi


7 - JENNIFER ANISTON SI SPOSERA' IN GRECIA? IL PORTAVOCE NEGA...

JENNIFER ANISTON E JUSTIN THEROUX

http://bit.ly/K5r5Gs
Perez Hilton -
Si dice che Jennifer Aniston abbia deciso di sposare Justin Theroux in Grecia, nell'isola di Creta. La star avrebbe visitato l'Hotel Ellunda Beach, luogo dell'anticipatissimo evento. Il portavoce della star ha immediatamente negato la notizia.


8 - SARAH JESSICA PARKER AD UN AVENTO PER BAMBINI...

SARAH JESSICA PARKER

http://bit.ly/JCyjH0
Just Jared -
Sarah Jessica Parker ha indossato un vestito da principessa del designer Rochas (e un cappotto di Oscar De La Renta) per partecipare al gala benefico per l'ospedale di Chicago, Ann & Robert H. Lurie Children's Hospital.
Guarda le foto nella gallery...


9 - GLI SPOGLIARELLI DISINVOLTI DI KATY PERRY...

KATY PERRY

Egotastic! - Katy Perry ha mostrato al pubblico le sue mutandine bianche mentre si faceva baciare sul palcoscenico durante una performance all'accademia navale.

Si dice che Katy non abbia problemi a mostrarsi nuda ai suoi fan. Anzi, una fonte vicina alla star, ha rivelato al "National Enquirer" che la Perry vorrebbe fare il salto da cantante ad attrice ed e' disposta anche a recitare in scene di nudo per diventare una star di Hollywood.

KATY PERRY

Guarda il video qui:
http://bit.ly/I67ok9

 

KATY PERRY E ROB ACKROYD

10 - KATY PERRY BACIA IL NUOVO BOYFRIEND...

http://bit.ly/I67qs9
Just Jared -
Durane il secondo weekend al Coachella Music Festival, nel deserto della California, Katy Perry e' stata beccata mentre teneva per mano, abbracciava e baciava il suo nuovo boyfriend, quattro mesi dopo il divorzio da Russell Brand.

Il fortunate si chiama Robert Ackroyd ed e' il chitarrista di Florence + The Machine.
Guarda le foto nella gallery...


11 - LA FIDANZATA SEGRETA DEL PRINCIPE HARRY, LA POP STAR MOLLIE KING...

MOLLIE KING

http://bit.ly/Jnqi57
Celebuzz -
Secondo il "Daily Star" il Principe Harry vede di nascosto, per evitare i media, la pop star inglese Mollie King (del gruppo The Saturdays). Scopri tutte le foto hot della nuova fiamma del reale inglese, che pare abbia un debole per le bionde minute.
Guarda le foto nella gallery...

JESSICA BIEL


12 - I GENITORI DI JESSICA BIEL HANNO BUONE RAGIONI PER ODIARE JUSTIN TIMBERLAKE...

http://bit.ly/IBo2rU
Celebitchy -
Mentre Jessica Biel e Justin Timberlake preparano le nozze in Italia, quest'estate, i genitori dell'attrice sperano ancora che il matrimonio tra i due salti.

JUSTIN TIMBERLAKE

I genitori di Jessica non si fidano del futuro genero e delle sue intenzini. Il povero Justin è molto dispiaciuto e cerca di fare di tutto per conquistare l'amore dei ‘suoceri': regali, cene, vino. Ha perfino trovato un lavoro per il fratello della Biel. Ma niente sembra funzionare.

I genitori non dimenticano il dolore che Timberlake aveva causato alla loro figlia quando l'aveva lasciata per frequentare altre donne. Pare che Jessica trovasse continuamente numeri di altre donne nelle tasche di giacche e jeans. Temono che la tradira' di nuovo.... Come dice il famoso detto "il lupo perde il pelo ma non il vizio!".


13 - SUSAN SARANDON DICHIARA: IL GOVERNO SPIAVA IL MIO CELLULARE ...

SUSAN SARANDON

http://bit.ly/JnqnFO
Newser -
Susan Sarandon sostiene di essere stata vittima del governo USA che spiava il suo cellulare. Lo ha raccontato al Tribeca Film Festival al quale ha partecipato insieme al regista Michael Moore, entrambi attivisti liberali. Racconta anche di essere nella lista dei personaggi "indesiderati" alla Casa Bianca.


14 - UOMO DICHIARA DI ESSERE IL FIGLIO DI CHARLIE MANSON - CHIEDE IL TEST DEL DNA...

MATTHEW ROBERTS E CHARLES MANSON

Radar - Dopo aver incontrato la madre, che l'aveva dato in adozione da piccolo, Matthew Roberts e' rimasto scioccato per aver scoperto che il suo padre naturale e' l'assassino Charles Manson. Ora Matthew ha chiesto al tribunale un'ordinanza per il test del DNA e avere la conferma certa di questa paternità "sconcertante".

Per saperne di piu', leggi l'articolo intero qui:
http://bit.ly/J6PBGp


15 - ROSIE HUNTINGTON-WHITELEY: LE GAMBE PIU' HOT AL COACHELLA MUSIC FESTIVAL...

ROSIE HUNTINGTON-WHITELEY: COACHELLA

http://bit.ly/I6CbzX
Just Jared -
Modella-attrice Rosie Huntington-Whiteley vince il premio come migliori gambe al Coachella Music Festival. Eccola in una camicia sbottonata e shorts. Un look sexy ma semplice.
Guarda le foto nella gallery...


16 - CHRIS HEMSWORTH E' IL PIU' BELLO...

CHRIS HEMSWORTH

http://bit.ly/J1Pcud
Just Jared -
Chris Hemsworth e' sulla copertina di "Out" magazine. L'attore di "The Avengers" sta girando il mondo per promuovere il nuovo film con Scarlett Johansson.

Sua moglie Elsa Pataky e' incinta ma Chris non vuole rivelare il sesso del bambino. Di recente le foto del bellissimo Hemsworth sono ovunque.
Guardale nella gallery...

IRINA SHAYK


17 - IRINA SHAYK IN RUSSIA PER INTIMISSIMI...

http://bit.ly/HYETnB
Socialite Life -
Mentre gira la voce che sia già finita la storia con Cristiano Ronaldo, Irina Sjayk e' stata fotografata a Mosca, in Russia, per promuovere il nuovo reggiseno di Intimissimi.
Le foto, enlla gallery...


18 - GWYNETH PALTROW RIFATTONA?...

GWYNETH PALTROW: PRIMA E DOPO

http://bit.ly/JU8Kgc
http://bit.ly/IsOe7T
Just Jared e Celeb Dirty Laundry -
Alcune foto del prima e del dopo di Gwyneth Platrow suggeriscono che la star non e' cosi' naturale come sostiene: pare che si sia sottoposta a chirurgia estetica per ringiovanire il volto e si sia anche iniettata botox sulla fronte. In pochi mesi il viso della star e' cambiato molto.

GWYNETH PALTROW

La Platrow ha portato la sua piccola Apple a fare dello shopping da Maxfield a Los Angeles. La star modaiola indossava una splendida giacca di peillettes bluette e jeans bianchi ed e' uscita dalla boutique con diverse buste.


19 - GLI UOMINI PIU' BELLI VIVONO A STOCCOLMA...

UOMINI PIU' BELLI

http://bit.ly/I7QCEV
The InQuisitr -
Donne, per il vostro prossimo viaggio scegliete Stoccolma come meta! Perchè? Secondo il "Traveler's Digest" Stoccolma e' la citta' con gli uomini piu' belli del mondo. Seguita da: New York, Amsterdam, Lisbona, Buenos Aires, Sydney, Madrid, Berlino e Milano.


20 - PAMELA ANDERSON SI DIMENTICA I PANTALONI A BERLNO, PARTY AL PLAYBOY CLUB DI LONDRA...

PAMELA ANDERSON BERLINOPAMELA ANDERSON BERLINO

http://bit.ly/IkKOBI
http://bit.ly/JCwVUz
Daily Mail e Egotastic! -
Pamela Anderson era a Berlino per promuovere il liquore "Andalo" insieme alla formosa Jordan Carver. Le due super plasticate indossavano poco o niente.

Pamela poi e' partita per Londra. E' stata vista entrare e poi uscire dal Playboy Club a Park Lane. Le foto, nella gallery...


21 - IL LATO B DI LAETITIA CASTA...

LAETITIA CASTA

http://bit.ly/I67sjU
Drunken Stepfather -
Laetita Casta e' bellissima e per niente timida. Eccola in "Vogue" che, da cattiva ragazza, mostra il suo perfetto derriere.
Guarda le foto nella gallery...


22 - CHIRURGIA PLASTICA E LE STAR: 10 CELEBRITY DALLE TETTE SBILENCHE...

RIFATTE MALE (SENO)

http://bit.ly/IlITQw
Radar -
La chirurgia plastica, se fatta male, puo' creare piu' danni che miracoli. Ecco 10 star che hanno il seno storto o uno diverso dall'altro a causa di interventi chirurgici riusciti male (Megan Fox, Britney Spears).

Sempre presente, la povera Tara Reid! Cambiasse chirurgo!
Scopri le altre nella gallery...

 


IL DOTTOR STRANAMORTE - IN INGHILTERRA MUORE UNO SCIENZIATO: UFFICIALMENTE SI TRATTA DI SUICIDIO

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Enrico Franceschini per "la Repubblica"

SADDAM HUSSEIN

Ha detto alla moglie che usciva per una passeggiata, si è infilato nel bosco vicino a casa e lo hanno ritrovato morto: ufficialmente un suicidio, secondo la polizia, ma non tutti ne sono sicuri, perché la vittima era un noto scienziato, dipendente di un laboratorio "top secret" del ministero della Difesa britannico dove si studiano le armi non convenzionali, ovvero nucleari, chimiche e biologiche.

Se avete buona memoria, e vi sembra di avere già sentito una storia del genere, non sbagliate: è accaduto nove anni fa, quando si tolse la vita il professor David Kelly, l'esperto di armamenti al centro dell'Iraqgate, il presunto imbroglio dell'allora governo laburista di Tony Blair per gonfiare il dossier sulle armi in possesso di Saddam Hussein e convincere il Parlamento ad approvare l'entrata in guerra del Regno Unito contro l'Iraq, al fianco degli Stati Uniti.

DAVID KELLY

Ebbene, è successo di nuovo: a un altro scienziato dello stesso laboratorio segreto, per di più collega ed amico del professor Kelly. E poiché c'è un partito di teorici della cospirazione ancora convinti che Kelly non si suicidò, bensì fu assassinato per mettere a tacere per sempre un uomo che sapeva troppo, ora qualcuno ha dei dubbi anche sulla fine del professor Richard Holmes, il suo collega ritrovato morto lo scorso weekend.

Le somiglianze tra le due vicende sono impressionanti. E se una morte in strane circostanze può essere un caso, due fanno venire maggiori sospetti.

Il professor Holmes aveva dato le dimissioni il mese scorso da Porton Down, il laboratorio segreto dove lavorava e dove aveva conosciuto Kelly, ma le autorità rifiutano di rivelare il motivo. Lo studioso aveva confidato agli amici di essere «fortemente stressato», ma neanche di questo si conosce il perché. Come Kelly, aveva una casa di campagna in cui passava spesso il fine settimana. Come il collega, l'avrebbe apparentemente scelta come luogo per uccidersi. E come nel caso dello studioso rinvenuto privo di vita nel 2003, anche in questa occasione ci sono delle ombre.

Downing street

Quando Holmes è scomparso e sono iniziate le ricerche, la polizia ha invitato la popolazione a stargli alla larga, affermando che lo scienziato aveva cercato su Internet «informazioni su come farsi del male con sostanze tossiche». Commenta la moglie: «Vi pare che uno scienziato che si occupa di armi chimiche abbia bisogno di andare sul web per cercare sostanze tossiche?».

Nove anni fa un'inchiesta giudiziaria classificò il suicidio del professor Kelly come «morte non sospetta», cioè in cui nessun altro ha avuto parte. Apparentemente si era ucciso per la vergogna di essere stato indicato dal ministero della Difesa come la "gola profonda" che aveva rivelato alla Bbc che il dossier governativo sulle armi irachene era stato «reso più sexy» da Downing street.

david kelly dottor

È lo stesso certificato che viene dato per il momento alla morte del professor Holmes. Ma da tempo ci sono richieste per riaprire le indagini sulla morte di Kelly. Non è la prima volta che Porton Down è invischiato in un giallo. Tre anni or sono, centinaia di veterani di guerra britannici hanno ottenuto compensazioni per essere stati usati come cavie per la guerra chimica dal laboratorio in cui lavorarono Kelly e Holmes: furono sottoposti a un test con il Sarin, un gas sviluppato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, e soffrirono di gravi disturbi. Gli avevano detto che si trattava di un test per un rimedio al raffreddore.

 

PIER LUIGI FOSCHI, AMMINISTRATORE DELEGATO DEL GRUPPO COSTA CROCIERE, MOLLA LA POLTRONA

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Fabio Pozzo per "la Stampa"

PIER LUIGI FOSCHI AD DI COSTA

Alla fine l'avvicendamento ai vertici di Costa Crociere - annunciato dai rumors - è stato sancito. Pier Luigi Foschi, l'attuale amministratore delegato del Gruppo Costa, a luglio lascia i gradi del «numero uno» esecutivo, che passano al tedesco Michael Thamm. Riconfermato, invece, il direttore generale Gianni Onorato.

il direttore generale costa crociere gianni onorato

Era nell'aria. Foschi ha 65 anni, il suo contratto da ceo era annuale e scadeva a luglio. Il manager aveva già manifestato all'azienda l'intenzione di lasciare la carica esecutiva al compimento dei 65 anni. «L'annuncio di oggi (ieri, ndr) è quindi parte di un piano di successione a lungo termine» ha spiegato il boss di Carnival Corporation, il primo gruppo di crociere del mondo, Micky Arison.

Certo, gli ultimi avvenimenti, leggasi il naufragio della Costa Concordia, non è escluso che possano aver accelerato i tempi. Foschi, però, non esce di scena: resterà presidente del cda del Gruppo Costa (che comprende anche Aida Cruises e Iberocruceros) e ad (non esecutivo) e continuerà a far parte del cda di Carnival Corporation. In particolare, sarà l'uomo che curerà i rapporti e gli adempimenti che si riferiscono alla rimozione della Concordia (si attende l'autorizzazione ai lavori, che dovrebbero partire entro giugno e costeranno 300 milioni di dollari). Foschi non è stato, insomma, messo da parte.

Micky Arison, presidente e Ceo di Carnival CorporationCarnival Corporation

Non poteva esserlo: è stato lui, infatti, a guidare come ceo dal ‘97 la crescita di Costa, portando il fatturato del Gruppo da 572,4 milioni di euro a 3,1 miliardi nel 2011 (+ 540 %), con utili positivi e in costante crescita negli ultimi dieci anni, e facendo aumentare i passeggeri trasportati dai 363 mila nel 2000, ai 2,3 milioni nel 2011.

Risultati positivi, che hanno fatto di Costa la «gallina dalle uova d'oro» di Carnival. Non è un caso, dunque, che lo stesso Arison abbia riconfermato come direttore generale il napoletano Gianni Onorato, manager cresciuto in casa (ha cominciato con Zerbone Catering, società poi acquisita da Costa). Proprio Arison e il suo braccio destro Howard Frank, subito dopo il caso Concordia, avevano ribadito la loro fiducia nel management di Costa: la riconferma di Onorato - dicono fonti interne - va interpretata in tal senso.

Nave costa concordia

Il nuovo ceo, Thamm, arriva dalla controllata Aida Cruises (diventa nuovo direttore generale il già numero 2, Michael Ungerer), compagnia che in questi ultimi anni ha fatto registrare ottime performances. Arriva da un mercato, quello tedesco, dove Aida ha quasi il monopolio. Con Costa sarà diverso.

 

LA CASSAZIONE CONFERMA LA CENSURA A CARICO DI TERESA CASORIA, GIUDICE DEL PROCESSO A LUCIANO MOGGI

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teresa casoria Teresa Casoria Presidente della nona sezione del Tribunale di Napoli resizer jsp jpeg

Carlo Tarallo per Dagospia

Triviale a chi? Non finisce mai questo benedetto processo Calciopoli: Teresa Casoria, Presidente della nona sezione del Tribunale di Napoli, quella del processo a Luciano Moggi, ha perso ieri la sua battaglia in Cassazione. La corte ha infatti confermato la sanzione disciplinare nei confronti della Casoria da parte del Csm per aver tenuto un "comportamento abitualmente e gravemente scorretto, e in alcuni casi anche ingiurioso", verso le colleghe del collegio giudicante. Ma spulciando le testimonianze e i verbali dei vari interrogatori e controinterrogatori attraverso i quali si è snodato il procedimento, ecco spuntare delle vere e proprie chicche.

Durante una camera di consiglio, ad esempio, in seguito ad alcuni disaccordi, Teresa Casoria avrebbe apostrofato così le colleghe: "E' inutile impegnarsi a fare le cose perbene! Il sistema della giustizia non funziona!" E rivolta al giudice a latere Francesca Pandolfi: "Ma tu che cazzo vuoi? Che cazzo devi leggere? Vuoi fare le cose alla perfezione? Tanto qui finisce sempre tutto con dichiarazioni di prescrizione! Mi avete abboffato le palle!".

Teresa Casoria Presidente della nona sezione del Tribunale di Napoli x

Insulti, ingiurie e maleparole: ecco le ragioni della "condanna" da parte della Cassazione. E che Teresa Casoria non le mandasse a dire è confermato da qualche altro scambio curioso di battute tra lei e altre due sue "grandi accusatrici", ovvero Rossella Catena e Maria Pia Gualtieri, anch'esse all'epoca dei fatti in servizio presso il Tribunale di Napoli.

Ecco un passaggio della deposizione della Gualtieri, componente del collegio giudicante di Calciopoli, che racconta la reazione di Teresa Casoria alla notizia del suo trasferimento: "Teresa io e Francesca saremo trasferite... io a breve.. vogliamo parlare di questa composizione del collegio?" "A me non interessa proprio, tanto ve ne andate voi e arrivano altri due animali al posto vostro".

Teresa Casoria Presidente della nona sezione del Tribunale di Napoli x

"Ma perché ci parli così?" "No, ma io ho una grande considerazione degli animali...". E alla Catena, che la informa di aver presentato domanda per la Cassazione, la Casoria risponde: ""Eh vabbè, ci vanno cani e porci in Cassazione, ci puoi andare anche tu". Battute dovute "allo stress", secondo la difesa della Casoria, che però non ha convinto la Cassazione.

moggi

Altri spunti interessanti? Ecco come Teresa Casoria descrive i rapporti tra Procura e Tribunale, facendo riferimento a una lettera dell'allora procuratore capo Giovandomenico Lepore al Presidente del Tribunale Carlo Alemi sulla opportunità di far astenere il giudice, considerate le reiterate istanze di ricusazione nei suoi confronti: "Dicono l'indipendenza della magistratura. Non possiamo più parlare! C'e' solo l'indipendenza dei pubblici ministeri. Il procuratore della Repubblica tiene sotto lo schiaffo il presidente del tribunale!''.

Finalino ancora by Terry-bile Casoria, che si difende dalle accuse e contrattacca ricordando quando, nel 1980, fu estensore della condanna contro il boss della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Tutolo: "'Io ho fatto processi importantissimi! Cutolo è rimasto in galera da quando l'ho accusato. Aldo Semerari minacciava. Mi dicevano: i servizi segreti ti tagliano la testa se non dici che Cutolo è pazzo!". Alla fine a chi l'hanno tagliata la testa? A Semerari! Ma questa è un'altra storia....

 

FAZIO SI INVENTA L’ANTI-ANTIPOLITICA - IL PRESENTATORE “IN DIFESA DELLA FACCIA DA ONESTO CONTABILE DI COOPERATIVA EMILIA

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Fulvio Abbate per il "Fatto quotidiano"

BEPPE GRILLO fabio fazio1

L'altra sera Fabio Fazio, a "Che tempo che fa", suo feudo in appalto alle anime belle di Rai3, intanto che ragionava quieto con un Paolo Mieli meno conciliante del solito rispetto all'esistente che sempre più traballa, ha detto assai convinto di "preferire" i "politici di professione" a chiunque altro, cioè, così immaginiamo, agli arruffapopolo, ai demagoghi narcisisti senza titoli morali di cui l'Italia nostra può storicamente vantare un'ampia selezione, un "pout pourri" direbbero altri - da Masaniello a Guglielmo Giannini con il suo Fronte dell'Uomo Qualunque, dall'inurbano Umberto Bossi all'ultimo arrivato, l'ex comico televisivo Beppe Grillo, senza dimenticare, perché no, il centauro Agostino ‘O Pazzo, che nei primi anni Settanta fu bandiera di antistato anch'egli, ergo eroe dell'antipolitica selvaggia, brada, di strada.

UMBERTO BOSSI IN CANOTTIERA jpegPAOLO MIELI

I più crudeli amici di Facebook e di Twitter, sentendo la frase pronunciata da un convintissimo Fazio in difesa (provo solo a immaginare) della faccia da onesto contabile di cooperativa emiliana di Pierluigi Bersani, mi hanno detto che potrebbe avergliela suggerita Michele Serra ("via auricolare!"), uno degli autori nobili del programma.

Perché al momento dell'antipolitica, come insegnava il probiviro munito di pipa e tabacco marca "Clan" sempre presente in prima fila nelle sezioni di un certo partito di sinistra, occorre rimettere la barra al centro dello spirito di responsabilità, e soprattutto vigilare e ancora darsi alla paranoia. Perché non sia mai che di questo passo, a colpi di antipolitica, ci si ritrovi nuovamente con il fascismo davanti ai citofoni di casa, eh?

PIERLUIGI BERSANI

Effettivamente, la sensazione che i Migliori, i Più Responsabili, i Tenutari del Doveroso Sentire Civile, i Compagni di Frittura di Paranza di Walter Veltroni a Sabaudia (o anche di Risotto con Massimo D'Alema), si siano guardarti negli occhi per altruisticamente - ripeto per l'altrui bene - salvare il paese dall'orda ottusa e ignorante dell'antipolitica che monta come un bisonte qualunquista, c'è, si avverte. Insieme al fantasma di Beppe Grillo, il Convitato di Pietra, anzi, il fantasma di Re Duncan del Macbeth, l'ombra di Grillo che Fazio crede di potere opportunamente esorcizzare attraverso il galateo democratico in uso del proprio salotto selezionato.

WALTER VELTRONI

Intanto che guardavo Fazio e Mieli a discutere fra loro, mi sono allora provato a immaginare lo svolgimento della riunione-tipo di redazione di "Che tempo che fa". Dunque, gli autori giungono nella stanza e con aria grave si mettono seduti, sentono in petto gli è fiorito il timore della già ampiamente citata antipolitica, non resta loro dunque che trovare una risposta, di più, un antidoto alla deriva, mi sembra quasi di vedere i volti, preoccupati, simili all'Urlo di Munch, forse, il tempo di spartirsi i compiti - "dai, invitiamo Paolo Mieli così avremo una speranza di continuità del bene civile" - e poi come le vergini minacciate dai garibaldini di cui narra Tomasi di Lampedusa nel suo romanzo, si segnano. Il bene è infine così salvo.

 

CERCASI MARINE LE PEN DE’ NOANTRI DISPERATAMENTE - PER BUTTAFUOCO L’UNICO NOME E’ MARCO TRAVAGLIO

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Vittorio Macioce per "il Giornale"

MARCO TRAVAGLIO MARCO TRAVAGLIO

E poi una mattina ti svegli e scopri che Marine Le Pen è al venti per cento. Con tutti che chiacchierano e parlano e dicono e postano e twittano. Chi mestamente preoccupato, chi a sostenere «nulla sarà come prima», chi vagamente gongolando, chi «ve l'avevo detto», come se davvero in questa stagione indefinita non ci resta da dire a noi italiani che, attenzione, la «Francia siamo noi». Capitano mattine così. Poi magari ti senti anche con una vecchia conoscenza per scambiare qualche parere e mettere su un'intervista, magari uno come Pietrangelo Buttafuoco, che di certe cose se ne intende.

Marine Le Pen cambia la storia della Francia e dell'Europa?
«Eh, quanta fretta. Di fronte a qualsiasi fenomeno scatta l'istinto, il riflesso condizionato, a piazzare l'etichetta. L'ho detto anche al mio caro amico Saviano, di cui mi sembra stai citando il tweet».

Vero. Il tono era piuttosto preoccupato.
«La Francia non è l'Italia. Lì le storie di vandeani e giacobini riescono a convivere. Le ferite si rimarginano, anche quelle più profonde delle nostre. I prodotti che trovi sul mercato delle idee hanno un passato forte, radici profonde e alle spalle c'è tutta la Francia, con una solidità che resiste a tutte le scosse».

PIETRALGELO BUTTAFUOCO

Chi è la figlia di Le Pen?
«È la Francia più profonda, quella che ha attraversato tutte le svolte e le rivoluzioni. È la Francia di Giovanna D'Arco. È Andrea Chénier. È, nella variante belga, il ciuffo ribelle e conservatore di Tintin. C'è da sempre, sta lì, torna, s'inabissa e ricompare».

Eppure la famiglia Le Pen evoca la destra nazionalista, la xenofobia, via gli stranieri, non vogliamo gli immigrati. Non c'è solo la tradizione, ci sono anche le porte chiuse.
«Strumentale».

Strumentale?
«Sì ed è un peccato. Voglio anzi sottolinearlo con chiarezza. Quando la destra per opportunismo, per racimolare qualche voto in più, rimesta nella paura, punta l'indice verso l'immigrato, rinnega se stessa, cancella le sue intuizioni politiche. Si svende, insomma».

E ottiene il 20 per cento dei voti.
«No, non ottiene voti. Li perde. Lo sai quale è lo slogan che sta premiando Marine Le Pen?».

Spara.
«L'euro ha fallito».

marine le pen

Il 20 per cento quindi è poco.
«Pochissimo».

Tutto quello che manca è il prezzo da pagare alla cattiva fama.
«Sta accadendo quello che molti già sospettavano. Come si fa ad amare una moneta senza indirizzo, senza casa».

Chi sarà il Le Pen italiano?
«Secondo te?»

Per ora ci sono i voti. Sono parcheggiati in quel cinquanta per cento di indecisi, stanchi, disillusi, e tutti quelli che «non se la bevono».
«Parte di questo capitale tornerà in gioco. Chi lo prende?»

L'impressione è che in prima fila ci sia Grillo, qualcosa può prendere Storace, una parte resta nell'orbita leghista. Il resto è da vedere. Qualcuno pensa che sia tutt'ora berlusconiano.
«Possibile. Ma questo vale a bocce ferme. La verità è che in questo gioco la partita, almeno in Italia, non sia ancora iniziata davvero. Il voto di chi comincia a chiedere l'uscita dall'euro, di chi non si arrende a un Europa di tecnici e di banche, è ancora in gran parte in cerca d'autore. Non c'è un lepenista in Italia. Nessuno che possa raccogliere un successo concreto. Ma ci saranno sorprese».

BEPPE GRILLO - Copyright Pizzi

Cioè?
«Sai chi potrebbe prendere quei voti?».

L'idea era chiederlo a te. Questa bene o male sarebbe un'intervista.
«Travaglio».

Stai scherzando?
«No, no. Lo dico sul serio. Non è una provocazione. È un'uomo di destra, alle sue spalle c'è la destra montanelliana e anche quella serietà sabauda, quello stile un po' scomodo ma che viene da una lunga tradizione. Non è la destra dei tecnici e neppure quella delle banche».

È una destra che non verrà mai votata da libertari e garantisti.
«È la destra della legge e dell'ordine».

Meglio la destra liberale, liberista e libertaria.
«Che tanto destra non è. Travaglio sarebbe interessante. Come in Sicilia si prepara la sorpresa delle sorprese».

Quasi quasi viene voglia di non saperlo.
«Antonio Ingroia che, per quanto si dichiari partigiano è un altro legge e ordine, più di un Ronald Reagan e già pronto per la politica».

Antonio Ingroia

Ronald Reagan quando faceva lo sceriffo, cattivo, nei western. Non il presidente.
«Gli sceriffi stanno sempre con i buoni».

L'Europa comunque è al cambio di stagione. Che faranno gli italiani?
«Lo dico sottovoce, sperando che nessuno ci senta, ma il popolo italiano spesso mostra gli istinti peggiori. Sa essere carogna. È vendicativo. Non si vergogna del tradimento. C'è sempre un sacerdote che accompagna questa o quella metamorfosi. Non abbiamo una storia condivisa come in Francia. Il Risorgimento è stato raccontato male, la guerra civile dopo il ventennio è stata raccontata male. Qui il passato è sempre di parte. Quando cambia una stagione non si sa mai dove si va a finire.L'unica cosa certa è che in politica quando si crea un vuoto presto viene riempito».

 

NON SOLO HOLLANDE, CI SI METTE PURE L´HOLLAND - IL VOTO IN FRANCIA E LA CRISI POLITICA IN OLANDA TERRORIZZANO I MERCATI

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Federico Rampini per "la Repubblica"

Mélenchonmarine le pen

«L´euro-angoscia mette in fuga i capitali» secondo il Financial Times che avverte una «crisi di legittimità dell´Unione». Il doppio shock politico, Francia e Olanda, non risparmia Wall Street e da qui dilaga su tutti i mercati mondiali. «Una virata nella direzione dei venti politici, più una collisione di indicatori negativi» è il giudizio del New York Times.

All´indomani di un weekend cruciale per gli equilibri politici del Vecchio continente, la ripresa mondiale si ritrova di nuovo in ostaggio dell´eurozona in crisi. L´accumularsi di eventi è micidiale. Al primo posto: la massiccia dimensione del voto anti-europeo in Francia, se si sommano le due ali estreme Le Pen-Mélenchon che auspicano l´uscita di Parigi dall´euro, più le ripetute promesse anti-Schengen di Nicolas Sarkozy, più l´impegno di François Hollande a «rinegoziare» daccapo tutto il patto fiscale europeo con Angela Merkel.

MERKEL SARKOZY ANGELA MERKEL E NICOLAS SARKOZY

Al secondo posto arriva a sorpresa la crisi politica in Olanda, che minaccia la tenuta della «roccaforte germano-centrica» nell´eurozona. Al terzo posto: una raffica di indicatori negativi (inattesa caduta dell´indice manifatturiero tedesco, contrazione degli ordinativi d´imprese in tutto il continente, conferma della recessione spagnola) fanno dire a Mark Miller di Capital Economics che «la recessione si aggrava e l´intera Unione non ne uscirà per tutto l´anno», un giudizio che l´Associated Press lancia all´apertura del mercato americano.

Il quarto fattore di preoccupazione nasce dal bilancio che viene fatto, alla riapertura dopo il weekend, sul meeting di primavera del Fondo monetario internazionale che si è tenuto a Washington. Nessuno ha considerato credibile il bilancio ufficiale positivo. E´ vero, al summit si è deciso di aumentare le risorse dell´Fmi che potranno contribuire al «muro di fuoco» da usare per eventuali salvataggi nell´eurozona (vedi Spagna).

MARIO DRAGHI ALLA BCE

Ma da quell´operazione si sono chiamati fuori, oltre agli Stati Uniti, anche due potenze emergenti come Cina e Brasile che rinviano continuamente il loro impegno concreto in favore dell´eurozona. Un pessimo segnale anche quello, in una fase in cui l´arsenale di aiuti di Mario Draghi, cioè i prestiti d´emergenza della Bce agli istituti di credito, comincia a mostrare i suoi limiti.

FRANCOIS HOLLANDE

Sugli eventi politici il Wall Street Journal si permette una battuta: «Non bastava un Hollande, ci si mette pure l´Holland (l´Olanda in inglese, ndr)». Quel che accade nei Paesi Bassi è «un trauma perfino superiore al risultato elettorale francese» secondo il maggiore quotidiano economico e finanziario, perché indica una «polarizzazione del dibattito fra crescita e austerità» anche nei Paesi finora più stabili e virtuosi. L´Olanda è un modello di buona gestione, ha un debito pubblico che pesa solo per il 65% del suo Pil.

I mercati hanno sempre visto i titoli del Tesoro olandese come un surrogato dei Bund tedeschi, tanto che lo spread fra i due paesi è un irrisorio 0,8%. Le dimissioni del premier olandese, la fronda di una destra locale che non accetta l´austerity, indicano che la resistenza al rigore germanico non è più solo un problema della periferia dell´Unione.

Di qui la paura che si diffonde sui mercati mondiali, così sintetizzata dallo stesso Wall Street Journal: «Se perfino il nocciolo duro dell´eurozona nordica si dissocia dagli impegni di rigore nel bilancio pubblico, gli investitori tornano a dubitare che l´Unione possa uscirne fuori intatta». Il giudizio del Financial Times è simile: dalla crisi economica il suo pessimismo si allarga alla tenuta dell´Unione europea.

BARACK OBAMA

Nel 2008 e nel 2009 era ancora credibile una narrativa della crisi che la descriveva importata dagli Stati Uniti, una terra di banchieri-pirati, di debitori irresponsabili, per di più governata fino agli albori del disastro da un presidente repubblicano. Quel mito, secondo il Financial Times, «aveva tenuto insieme un´identità europea», oggi non regge più. Stremata dalla seconda recessione in quattro anni, e stavolta una recessione «fatta in casa», l´Europa sta perdendo fiducia nella costruzione comunitaria avviata mezzo secolo fa: i partiti tradizionali che ne furono i fautori, e in generale le classi dirigenti pro-europee, perdono consensi tra le opinioni pubbliche.

hu jintao

I requiem per l´Unione europea si sono sentiti già altre volte, a Londra o da questa parte dell´Atlantico dove l´euroscetticismo ha radici antiche. Stavolta però una preoccupazione unisce gli Stati Uniti alle potenze emergenti, dalla Cina al Brasile. Già si avvertono i segnali di rallentamento della crescita americana, cinese e brasiliana: e dietro questa frenata c´è il «buco nero» dell´economia europea, il più vasto mercato del pianeta, così depresso da contagiare (attraverso la caduta delle importazioni) anche chi sta meglio.

Lo scenario politico visto da Washington, Brasilia e Pechino, nella migliore delle ipotesi sfocia su un lungo negoziato tra la Francia e la Germania per rivedere il patto fiscale dell´eurozona. L´esatto contrario di una luna di miele tra Merkel e il neopresidente francese, semmai una sorta di «prova di divorzio» nell´asse storico Berlino-Parigi. Anche se la ragione dice che alla fine quell´asse dovrebbe sopravvivere, Wall Street e la Casa Bianca, così come i leader dei Brics, mettono in conto mesi di instabilità sul Vecchio continente.

 

IL PIANO-MONTI DI NOMINARE AMBASCIATORI DEI NON DIPLOMATICI HA SCATENATO IL PANICO ALLA FARNESINA

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DAGOREPORT

MARIO MONTI GIULIO TERZI DI SANT AGATA

Farnesina, allarme rosso. È quello che suonando incessantemente dopo che Dagospia ha ipotizzato l'esistenza di un progetto di Rigor Montis di nominare ambasciatori non diplomatici di carriera. Nei corridoi del parallelepipedo bianco il gioco più gettonato è il chi-dove-quando, cioè quando la sede sarà liberata e chi sarà destinato. E le ambasciate non sono certo oche e la maggior parte sono di serie A. Nella tagliola del governo stanno per essere affettate una ventina di feluche sessantacinquenni.

Finiti i bei tempi tempi che quando si usciva dalla Farnesina si traslocava subito in una comoda e ben retribuita poltrona di qualche società pubblica. Bei tempi andati, adesso si va a casa e là si resta. Al posto dei pensionati, Mao-Monti vorrebbe ambasciatori-piazzisti un'idea che potrebbe aver successo se viene rispolverata una legge ad hoc messa a punto da Amintoruccio Fanfani che quando era ministro degli Esteri la studiò perché voleva promuovere alcuni sei suoi.

Ma Amintoruccio fu costretto a fare marcia indietro perché scoppiò il caso Fenoaltea, il nostro ambasciatore a Washington che si dimise in protesta contro la politica filo-vietcong attraverso la quale Aretino il Piccolo tentava di ingraziarsi il Pci per la corsa al Quirinale e sappiamo come è andata. Fanfani non andò al Colle perché gli americani quando s'incazzano s'incazzano. Adesso il passato sembra tornare prepotentemente .

GIANNI LETTA MASSOLO

Tonti dei Monti non è certo il gerarchetto di Arezzo e quando vuole una cosa la ottiene. Così oltre alle poltrona scontata per Gianni Letta all'ambasciata presso la Santa Sede alla Farnesina e di Lisa dagli occhi blu Moavero a Palazzo Chigi starebbero incastrando i pezzi del gigantesco puzzle delle nomine. Nei corridoi si sussurra che a Parigi a sostituire Giovanni Caracciolo di Niente la candidata ideale sarebbe Maria Dassù e giù ha già un piede alla Farnesina essendo uno dei vice di Giulio Terzi ma ultimo.

LORENZO ORNAGHI

In caso di vittoria socialista in Francia, la Dassù potrebbe fare da tramite con il nuovo corso socialista transalpino di Francois Hollande viste anche le sue ottime entrature con la sinistra. A Madrid a subentrare nella villa franchista che attualmente ospita Leonardo Visconti di Montone si pensa - udite udite - al pio rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi. Per Tokyo forse si preparerama far le valigie Corrado Clini, l'ex direttore all'Ambiente gestione Prestigiacomo. Non si tratterebbe però di una scelta tecnica ma solo economica. Stando a Tokyo Clini costerebbe meno di quanto pesa adesso sui conti dello Stato. Potrebbe infatti partecipare agli innumerevoli vertici sull'ambiente che si svolgono in Asia con una cadenza quasi bisettimanale con notevoli risparmi sulle spese di viaggio.

CORRADO PASSERA

Poi tra le ambasciate da svecchiare c'è Londra. Vuoi cedere che sotto il Big Ben atterra Passerotto? Lady Salza per i suoi figli pretende bonnies e scuole inglesi.

In tutta questa operazione c'è chi la guarda con il dovuto interesse. È Giulio Terzi di santaqualcosa che così potrebbe regolare la partita interna con Giampiero Massolo. Il potente segretario generale della Farnesina agli occhi di Riportino Terzi è stato l'artefice della bocciatura del prolungamento in servizio delle feluche fino a 67 anni come avrebbe voluto invece Giulio Ultimo.

MARTA DASSU

Così crescendo il malcontento degli ambasciatori che hanno già mobilitato il loro sindacato, il Sindmae, il ministro in quota finiana potrebbe mediare con il governo: sì ad ambasciatori tecnico-politici ma anche sì all'allungamento a 67 anni dell'età pensionabile. Con una postilla non di poco conto: la testa di Maisolo Massolo. E indovinate chi ci sarà anche ad essere beneficiato dalla norma over65? Giulio Terzi vicino anche lui al traguardo dei 65 anni.

 

 


GLI SCAMBISTI DEL SALOTTO BUONO - NUOVE NORME SUGLI INCROCI POLTRONIZI E I DOPPI INCARICHI

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Luca Iezzi per "la Repubblica"

Nagel Vincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse

Non solo i consiglieri in quota Mediobanca, Alberto Nagel e Francesco Saverio Vinci, dovranno decidere entro giovedì se rimanere nel cda del Leone. Infatti anche il vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone e Lorenzo Pellicioli rischiano di cadere nelle tagliola dell´articolo 36 del Salva Italia. Solo la settimana scorsa il documento congiunto di Banca d´Italia, Consob e Isvap ha chiarito quali società «operanti dello stesso settore» devono essere considerate in concorrenza e quindi non possono vedere la stessa persona in entrambi i cda.

Oltre ad un limite di fatturato minimo di 47 milioni, le Authority specificano come le imprese interessate dal divieto non siano solo banche e assicurazioni ma anche tutti quei soggetti «la cui attività è sottoposta ad autorizzazione e vigilanza ai sensi del Tub, del Tuf e del codice delle assicurazioni o di normative speciali che fanno rinvio a queste discipline». Fra queste ci sono anche «Sim, Sgr e Sicav».

Generali è un conglomerato assicurativo, bancario e attivo nell´asset management immobiliare e mobiliare, a capo di una tra le più grandi Sgr italiane attive nel settore mobiliare e immobiliare, entrambe regolamentate da Banca d´Italia. Sia il vicepresidente Caltagirone che Pellicioli (è nel comitato esecutivo del Leone), guidano delle Sgr regolamentate da Banca d´Italia operanti nel settore immobiliare o nella gestione del risparmio. Pellicioli è amministratore delegato del Gruppo De Agostini e presidente di Dea Capital, la quale controlla Idea Capital Funds Sgr e Idea Fimit Sgr immobiliare. Caltagirone controlla a sua volta Fabrica Immobiliare Sgr che vanta masse amministrate per 2,3 miliardi di euro.

Lorenzo Pelliccioli

Il presidente di Generali Gabriele Galateri di Genola ha mandato nei giorni scorsi una lettera a tutti i consiglieri chiedendo di chiarire entro giovedì la loro posizione. Le risposte possibili sono due: o annunceranno di essersi dimessi dai cda incompatibili per rimanere a Trieste, o di non ritenere quelle cariche contrarie alla normativa.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

La legge prevede che in caso di mancato adeguamento si decada da tutte le cariche "in conflitto" tra di loro nei 30 giorni successivi (vale a dire a fine maggio) su decisione degli stessi cda coinvolti. Caltagirone ha già lasciato il consiglio di Mps per entrare in Unicredit. Mentre ieri per lo stesso motivo l´ad di Mediolanum Ennio Doris ha rinunciato alla poltrona in Mediobanca.

GABRIELE GALATERI DI GENOLA

Altri big della finanza come Giovanni Bazoli e Fabrizio Palenzona hanno dovuto nei giorni scorsi scegliere in quale consiglio rimanere abbandonando tutti gli altri.
Alla fine saranno comunque le Authority a giudicare le posizioni di compatibilità espresse dai singoli consiglieri. Soprattutto per quei casi in cui lo spirito della norma - evitare che attraverso i manager ci siano contatti tra le aziende in grado di limitare la concorrenza reale - possa venir aggirato.

Per quanto riguarda Mediobanca, che ha sempre negato il controllo diretto di Generali nonostante il parere opposto dell´Antitrust, Nagel e Vinci dovrebbero lasciare il posto a Trieste, ma immediatamente sfruttare l´assemblea del 28 aprile per essere sostituiti da altri uomini di Piazzetta Cuccia. Un´ipotesi che rispetterebbe la norma, ma che dovrebbe essere sottoposta al vaglio di Banca d´Italia e Antitrust.

bollore article

2- BOLLORE': RESTA NEL CDA DELLE GENERALI, LASCIA MEDIOBANCA
Radiocor - Vincent Bollore' ha deciso di restare nel cda delle Generali e proporra' un altro rappresentante del suo gruppo per il consiglio di Mediobanca. L o riferiscono a Radiocor fonti vicine al finanziere francese in merito alle sue decisioni di fronte al regolamento attuattivo della legge sui doppi incarichi in cda. Bollore' e' vicepresidente delle Generali, di cui detiene lo 0,14% del capitale, e' azionista di Mediobanca con il 6% e guida e rappresenta nel patto di piazzetta Cuccia il gruppo C dei soci stranieri sindacati che raggruppa l'11% del capitale.

 

IL PRESIDENTE E A.D. DI FINMECCANICA GIUSEPPE ORSI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI

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(ANSA) - Il presidente e a.d. di Finmeccanica Giuseppe Orsi è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti alla Lega. L'ipotesi di reato, a quanto si è appreso, è di corruzione internazionale e riciclaggio. Fonti giudiziarie sottolineano che l'iscrizione di Orsi è un fatto dovuto in seguito alle dichiarazioni rese ai pm dall'ex dirigente delle relazioni esterne della holding Lorenzo Borgogni.

I PM WOODCOCK E PISCITELLIGiuseppe Orsi

TUTTE LE GRANDI EMITTENTI DEL MONDO HANNO PERSO SPETTATORI NEL PRIME TIME A BENEFICIO DEL WEB

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Alessandra Farkas per il "Corriere della Sera"

logo nbc

Il New York Times lo ribattezza «il mistero dei telespettatori spariti». Dai network tradizionali come Cbs al canale via cavo Hbo, dalla tv pubblica Pbs a quella a pagamento Cinemax e dalla stazione in lingua spagnola Univision alle «cugine» cinesi e caraibiche, il prime-time, la prima serata, negli Stati Uniti è in crisi. «In fuga è soprattutto l'audience dai 18 ai 49 anni», precisa il Times, «la fascia più importante per gli inserzionisti».

logo cbs

Nelle quattro settimane dal 19 marzo al 15 aprile il fuggi-fuggi tra gli under 49 è stato tanto generalizzato quanto devastante: -20% la Fox, -3% la Nbc, -8% la Cbs e 21% l'Abc. La frana del prime-time ha falciato programmi consolidati come «Modern Family» della Abc e show meno popolari quali «Community» della Nbc. E se in passato il calo degli storici network significava sempre un aumento proporzionale per i rivali via cavo, anche questi ultimi hanno perso cumulativamente 409.000 spettatori in sole quattro settimane. Ovvero il 2% del totale.

Il trend tiene in ansia gli addetti ai lavori, che proprio lo scorso febbraio avevano commentato i dati Nielsen secondo cui la tv resta il passatempo numero uno degli americani, che le dedicano in media 33 ore la settimana. Un recente studio della svedese Ericsson rileva come gli Stati Uniti restino l'unico dei 13 grandi Paesi sviluppati a non aver registrato alcun calo nell'audience tv.

Come si spiega allora la crisi di prima serata? «Gli americani hanno cambiato il modo di guardare la tv», replica il Times, «invece di seguire gli show in diretta, un numero crescente preferisce registrarli, guardandoseli con calma più tardi senza le interruzioni pubblicitarie». Sempre secondo Nielsen il monitor preferito di quasi 150 milioni di americani è quello del loro computer, che resta acceso per molte ore la settimana su video, film e serial tv.

logo hbo

Il boom di servizi Internet di video e show televisivi a richiesta come Netflix, iTunes e Hulu ha fatto il resto. «Ogni americano oggi si costruisce la propria biblioteca digitale cui può accedere come e quando vuole», spiega Jeff Gaspin, capo della Entertainment della Nbc che confessa di non guardare mai i programmi live «perché le interruzioni pubblicitarie distruggono la suspense».

INTERNET

Ma a mettere in fuga i telespettatori sono anche le scelte dei network che, senza preavviso, spesso modificano la programmazione alternando in onda vecchi e nuovi episodi delle serie tv. «Passano anche settimane prima che la nuova puntata della serie tv preferita venga trasmessa», punta il dito Jay Sures della società di ricerca United Talent Agency. «E quando ciò avviene, spesso i fan non ne sono a conoscenza», continua, «ecco perché la scorsa settimana l'ultimo episodio di "Modern Family" ha fatto registrare il più basso indice d'ascolto dell'intera stagione».

 

 

MICHELE ANSELMI: “C’È POCO DA SFOTTICCHIARE SE FILM COME “DIAZ”, “ROMANZO DI UNA STRAGE” VANNO MALE”

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Riceviamo e pubblichiamo:

diaz film vicari

Lettera
Caro Roberto,
leggo alcuni dei tuoi titoli salaci a proposito degli incassi cinematografici. "Disfatta del cinemismo d'autore", "Gli italiani amano la polizia", "Che palle la strage di Stato!", eccetera. Capisco, conoscendoti, il gusto che provi nell'irridere una certa idea di cinema d'autore. Però, secondo me, sbagli. C'è poco da sfotticchiare se film come "Diaz", "Romanzo di una strage" o "Il primo uomo" (peraltro uscito in appena 50 copie dopo incredibili disavventure produttive) vanno male o maluccio.

Diaz di Daniele Vicari

Era prevedibile che andasse così, l'Italia ha la memoria corta, e anche a sinistra tra i no-global, i professori, gli avvocati e i pensionati c'è chi "scarica" in abbondanza, pensando così di far fessi tutti per aggirare il diritto d'autore. Francamente, dopo questi risultati devastanti, sarà sempre meno facile, forse impossibile, proporre film che provino a raccontare l'Italia: di oggi e di ieri, dei misteri irrisolti e delle ingiustizie nefaste.

Poi sui singoli film si può discutere, e tuttavia i tre citati - di Vicari, Giordana e Amelio - sono, a mio modesto parere, tutt'altro che brutti, noiosi, auto-referenziali, anti-spettacolari. Magari raccontano storie che il pubblico non ha voglia di sentire. Appunto, pagine piene e sale vuote. Ma basta questa diffidenza diffusa per non farli? Saluti.
Michele Anselmi

MARCO TULLIO GIORDANA SUL SET DI ROMANZO DI UNA STRAGE

Lettera
Caro Dago,
a proposito di lifting vari a cui si sottopone l'orbe terracqueo, leggo con stupore che, oltre ai mutilitini italiani consenzienti, coreani e greci ci precederebbero in questa graduatoria di "eroi" in attesa di entrare nel museo degli orrori... ma ciò che più mi meraviglia sono i greci con una percentuale di masochismo estetico del 14 per mille. Mi chiedo, data nota disastrata situazione in cui versa il popolo ellenico, che cosa si sono fatti rifare, oltre al tendine, i pronipoti del prode Achille? Il culo?...
serpico48

Lettera
Caro Dago, il 25 Aprile. Vorrei sapere cosa c'è da festeggiare, quando siamo oppressi da un manipolo di burocrati che ci succhia il sangue. Se mai festeggeremo, se Dio vuole, la data di quando questo Governo si scioglierà come la neve al sole.

FAVINO E MASTANDREA IN ROMANZO DI UNA STRAGE

Lettera
Caro Dago, dalla classifica accademica delle università mondiali è facilmente riscontrabile che quelle Americane la facciano da padrone seguite da Inglesi, Giapponesi, Tedesche, Francesi, Canadesi, Svizzere e via elencando...Per farla breve, nelle prime cento non compare nessuna università Italiana. Il nostro presidente nell'affidare l'incarico di governo del paese forse avrebbe fatto meglio a pensare ai prof. italiani che insegnano in quelle
università (chi sa quanti ce ne sono) che a quelli che insegnano in quelle Italiane tipo: Fornero, Ornaghi, Martone e compagnia cantante. La riprova del perché manchino le università Italiane in quella classifica la stiamo provando sulla nostra pelle.
Un saluto

BRUNO VESPA

Lettera
Caro dago leggo e sento spesso questa parola
Spending review
Inizialmente pensavo fosse una nuova malattia venerea, anche perche' , l' inglese non lo mastico affatto; quindi oggi mi sono deciso, capiamo cosa vuole dire:
La traduzione dall'inglese significa "revisione della spesa" e nella finanza italiana è stata introdotta dall'ex Ministro dell'Economia Padoa Schioppa, facente parte dell'esecutivo nel Governo Prodi.
Orbene se i soloni parlassero di : revisione della spesa , forse capiremmo tutti, non credi?
Grazie d'esistere

LARRIVO DI SILVIO BERLUSCONI

Lettera
Caro Roberto,
Schifani ha detto che i partiti debbono sollecitamente provvedere a: riformare la seconda parte della Costituzione, adeguare a questa la nuova legge elettorale, riformare il finanziamento/rimborso ai partiti per le spese elettorali, assicurare la massima trasparenza a tutto quello che riguarda il conferimento di denari pubblici o privati ai partiti politici. Fini è d'accordo proprio per evitare ... l'antipolitica. Mi astengo dal fare battute volgari, però non posso non rilevare la mancanza totale di cultura istituzionale che alberga nelle teste dei due presidenti di Senato della R

LOCANDINA DEL FILM _IL PRIMO UOMO

Lettera
Caro Dago, l'Italia assomiglia sempre più ad una impresa finita nelle grinfie di una banda di taglieggiatori. Ma non è che Bella Napoli, per sanare i debiti contratti per finanziare il lusso di quella Banda Bassotti dei suoi colleghi, si è rivolto al giro dell'usura?
Qui più debiti si pagano e più ne saltano fuori dei nuovi, avanti così dovremo venderci le mutande!
Stefano55

Lettera
A "Otto e mezzo", sul Monte Sinai-di-Venere di Lillibotox, il divino D'Alema con voce solenne ha calato dall'alto i suoi comandamenti: bisogna voltare pagina; i partiti hanno estremo bisogno di rinnovarsi; la politica deve cambiare; eccetera. Alla fine, alla domanda: "Alle prossime elezioni lei si ricandiderà?" ha risposto di tutto fuori che "No".
Vittorio Dieuetmondroit InFeltrito

Nicole Minetti

Lettera
Caro Dago,
pur non essendo un militante leghista, tutto preoccupato che la Lega, unica opposizione a questo Governo di "maltrainsema" come dicono a Milano, fosse finita nel pantano, stavo già rispolverando il sogno della Grande Lombardia del compianto Gianni Brera, o dello storico (anni 60-70) Grande Canton Ticino, quando scopro che uno dei PM è il mitico Fallo di Legno (Woodcock per la stampa estera). ma allora ditelo, era tutta una farsa!
Cordiali Saluti Colonnello Kurtz

NICOLE MINETTI IN USA DAL SUO PROFILO TWITTER

Lettera
Caro Dago,
Massimo Fini erede di Bocca e Travaglio erede di Montanelli ? A me sembrano
due che hanno alzato troppo il Gomez !
Salve
Natalino Russo Seminara

Lettera
Caro Dago, trovo strano che il grande giornalista Bruno Vespa non abbia organizzato nemmeno un Porta a Porta per discutere, approfondire e commentare (dopo averne sentito l'audio e magari ricostruito un plastico esplicativo) le varie intercettazioni telefoniche relative alle cene eleganti, Burlesque e compagnia cantando. Come mai questa mancanza per un giornalista della sua caratura.
Salut

rif61 daria bignardi

Lettera
Caro Dago, rifatti al sugo ? in padella ? no, al bisturi.
Da uno studio riportato da l'Economist, a seguito di una ricerca scrupolosa e autorevole,
l'Italia e' al 3° posto per interventi di "rifacimento" corporale, dietro la Corea
del Sud e la Grecia (??). Ma sono i brasili-ani che stracciano tutti per gli interventi alle natiche (7 volte piu' di noi.Mira-culo!). L'Italia deve essere fiera di essere portatrice di culi autentici e i carioca non si possono trans-mettere
di prenderci per le chiappe sane.
Saluti, Labond

Lettera
Comincio ad essere confuso: la foto ,continuamente e ottimamente riproposta da Dagospia, di Ruby con un palo di una specie di gabbia ben stretto tra le chiappe ,è burlesque o maialesque?Altra questione: la consigliera lombarda Minetti quando parla di Papi lo chiama "vecchio","pezzo di m.","culo flaccido",quando invece parla con Papi è "amorino","love of my life", e Papi pur sapendo ciò continua a foraggiarla. Sembrerebbe appena quasi che il padre nobile del PDL abbia qualcosina da nascondere!
Sanranieri

ELSA FORNERO

Lettera
Caro Dago,
Luca Sofri sostiene che le ragioni per cui Tizio, o Caio non vengono mai attaccatii sono misteriose. Mica tanto, però. La sua consorte Daria Birignao, per esempio, dai Sinistrones veniva trattata come una servetta quando, al soldo del Cavaliere, conduceva il Grande Fratello, mentre non è più stata criticata, nonostante i flop barbarici che tu evidenzi (per questo Luca ti ha inserito tra gli intoccabili) quando, sposandolo, divenne nuora di cotanto
suocero. Salve
Natalino Russo Seminara

LORENZO ORNAGHI

Lettera
Dago darling, non capisco dove sta scritto che i ricchi stipendi delle vestali "femmes de chambre [du vrai pouvoir]" di Via Solferino e Largo Fochetti, già di per sè "Voci dei loro ricchissimi padroni", debbano essere pagati anche scorticando vivi i soliti noti, i contribuenti italiani. Nella Costituzione? In un patto d'acciaio stipulato verbalmente tra uomini d'onore in qualche riunione Bilderberg? In un "ukase" segreto di questo "ABC de l'Ancien Régime", sedicente democratico, che ci sta portando a una guerra civile tra poveri? E almeno fossero giornali interessanti e ben fatti.

Prendiamo p.e. il "Corriere della Sera" di sabato scorso (21/04/12). Sarò troppo difficile, ma non ci ho trovato nessuna notizia-novità e sono stata affogata da un mare di trovarobato e schiocchezzai mangerecci, trendistici e touristici. Lo compro ancora di sabato, perché nell'allegato "Io donna", la brava Diamante d'Alessio riesce sempre a piazzare due o tre fotoarticoli interessanti e qualche novità vera.

MICHEL MARTONE E FIDANZATA

Tipo le speranze che arrivano dal Somaliland o i maltrattamenti subiti dalle valorose donne Sahraoui nell'ex-Marocco spagnolo (toh, le "primavere arabe"!). Dico riesce, perché capisco bene che ha le mani legate dal diktat maschilista che vuole i giornali femminili leggeri come piume di passerotte al vento. E poi fanno gli "ukase" per le quote rosa! Qui i maschi (o presunti tali) bisogna mandarli tutti a casa!

GIORGIO NAPOLITANO

Qui ci vuole una donna autocrate & illuminista come Caterina la Grande, che da povera principessa d'uno statarello tedesco divenne imperatrice di tutte le Sante Russie e una dei sovrani più ammirati di tutti i tempi. Pensate donna e straniera, e ci riuscì alla grande. Senza mai rinunciare alla sua femminilità fisica, per giunta.
Natalie Paav

Lettera
Che male c'è se Bertinights si diverte a teatro a far da sponsor per la fondazione dell'imprenditrice della griffe Fendi. Dopo le cantonate ammanite in politica, tra cadute di governi in nome dei lavoratori che diceva di rappresentare e voti per il finanziamento della guerra in Afghanistan, pur di rimanere alla presidenza della Camera, senza contare i suicidi, all'ordine del giorno anche per colpa di quelli come lui inchiodati a priviliegi e maxi vitalizi, era tempo che ci sollazzassimo, a detta di Sansonetti, con le sue esibizioni teatrali, del resto ha sempre recitato di essere dalla parte degli operai.

MASSIMO D'ALEMA

Qualcosa come una serena presa per i fondelli senza preuccuparti dei sepolcri imbiancati. Contestato dagli studenti del liceo Socrate la risposta del galoppino party-giano non si fa attendere: "La coerenza è il primo principio della mia vita politica, con Rifondazione sono stati fatti alcuni errori alla ricerca di un compromesso ma non siamo mai stati coinvolti in gravi scandali come altre forze politiche''.

Visto gli esempi della sua coerenza a proposito di scandali, affari loschi e soldi sottratti agli italiani tramite rimborsi elettorali, nessuno finora ha mai fatto un'inchiesta sui rimborsi che ha ricevuto Rifondazione e sopratutto sul suo immenso patrimonio immobiliare privato visto che non ha mai lavoraro in vita sua. Cominciamo a far confiscare i palazzi e i beni di lusso a questa gente, che si inizi sul serio a combattere la crisi e la disoccupazione in Italia.
honeybump

 

 

IL FUTURO DEL PDL IN MANO A UNA BADANTE E A UN CAMERAMAN! - IL CALL CENTER A PALAZZO GRAZIOLI PAGATO DAL PARTITO!

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DAGOREPORT

SILVIO BERLUSCONI E LA BADANTE MARIA ROSARIA ROSSI MARIA ROSARIA ROSSI

Quale davvero sarà il nome del Pdl non è ancora dato saperlo come è imprevedibile il ruolo che avrà la già costituita Fondazione Berlusconi (che al di là delle smentite del Cav pare proprio esista già). Quel che è certo - e che preoccupa tutti o quasi i dirigenti del partito - è che a indirizzare le scelte (sul nome, ma anche sulle politiche del partito) sia il call center messo su a Palazzo Grazioli - nei vecchi studi della dalemiana Red Tv - dalla balconatissima Maria Rosaria Rossa e dal sempre cortesissimo Roberto Gasparotti: la prima deputata "badante" del Banana, balzata alle cronache per le sue doti organizzative in occasione delle "cene eleganti" ad Hardcore; il secondo cameraman di fiducia dell'ex premier e custode dei segreti di Bananoni oltre che di tutto (proprio tutto!) il suo repertorio video dal '94 ad oggi.

ROBERTO GASPAROTTI

A via dell'Umiltà l'operazione non convince, perché - si obietta - far finta che la Rossi si sia trasformata nella nuova Alessandra Ghisleri è davvero difficile. Eppure la "badante" - che ha convertito la sua azienda di call center alla causa del Pdl - gira regolarmente al Cavalier Pompetta i risultati dei suoi sondaggi d'opinione: sul futuro nome del partito, sulle politiche del governo e chi più ne ha più ne metta.

PALAZZO GRAZIOLI

Ma visto che nel partito sono già fuori dalla grazia di Dio, cosa direbbero se si sapesse che il Call center della Rossi e di Gasparotti è profumatamente sovvenzionato dalle casse di via dell'Umiltà? Ah, saperlo...

 

ALLA FACCIA DI BOMBASSEI, AURELIO REGINA ENTRA CON UN RUOLO DI PRIMO PIANO NELLA SQUADRA DI GIORGIO SQUINZI

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1- REGINA È "SUPERDELEGATO" ORA SI ASPETTANO IDEE NUOVE
Roberto Mania per "la Repubblica"

AURELIO REGINA E MOGLIE

Aurelio Regina, presidente dell´Unione industriali di Roma, è entrato nella squadra di Giorgio Squinzi che guiderà per i prossimi quattro anni la Confindustria. E ci è entrato con un ruolo di primo piano. Il precedente risale a oltre vent´anni fa e - coincidenza - riguardava l´altro romano ai vertici confindustriali, Luigi Abete, allora vice di Sergio Pininfarina per i rapporti economici.

GIORGIO SQUINZI ALBERTO BOMBASSEI

Infatti, è quasi una superdelega quella che è stata affidata all´imprenditore foggiano di nascita ma romano di adozione: sviluppo economico, politiche energetiche comprese. Questa sarà la partita chiave per il governo (senza accenni di crescita la crisi avrà effetti devastanti) e Regina è destinato a diventare l´interlocutore privilegiato del governo.

È in qualche modo il patto che lega Squinzi e Regina. La "corrente" di Alberto Bombassei ("Impresa al centro") aveva messo una sorta di veto sull´ipotesi che a Regina venisse attribuita la delega sulle relazioni industriali. Su quella poltrona la minoranza (per la prima volta si può davvero usare anche per Viale dell´Astronomia questa formula) voleva un suo esponente. Ha impedito che ci andasse Regina, ma ha anche subìto la scelta di Stefano Dolcetta, vicentino, ad della Fiamm, vicepresidente di Federmeccanica, ma non bombasseiano.

Jacopo Morelli con Antonella Mansi

D´altra parte c´è poco da attendersi nei prossimi quattro anni dal fronte dei rapporti imprese-sindacati. Perché tutto si può dire ma non che il sistema di relazioni industriali italiano sia stato incapace di gestire le crisi di ristrutturazioni aziendali. Continuerà a farlo, mentre è improbabile che arrivino altre regole contrattuali dopo quelle del 28 giugno scorso. È sullo sviluppo che mancano le idee. Il ministro Corrado Passera ha sostanzialmente ammesso di non averne di nuove. Qualcuna dovrà tirarla fuori anche Regina.

2- CONFINDUSTRIA, PER ORA CRESCE SOLO IL VERTICE...
da "Panorama Economy" in edicola domani

Un obiettivo il presidente designato di Confindustria Giorgio Squinzi l'ha già mancato: quello di sfoltire il vertice. I vicepresidenti erano 10 con Emma Marcegaglia e sono diventati 11. Lo stesso è accaduto con i responsabili dei comitati, prima 4 e ora 8.

Da un lato la volontà di avere il massimo di rappresentanza in una congiuntura difficile, dall'altro la necessità di andare incontro allo scalpitante rivale sconfitto (per una manciata di voti) Alberto Bombassei, hanno fatto proliferare gli incarichi, come sempre avviene nei governi nati da una gestazione difficile. Il risultato è una squadra forte, con un discreto tasso di rinnovamento (sui 17 del comitato di presidenza sono 5 le conferme: Diana Bracco, Aldo Bonomi, Salomone Gattegno, Paolo Zegna ed Edoardo Garrone) e un mix equilibrato fra i vari settori.

STEFANO DOLCETTA

Fra i nuovi vicepresidenti, da segnalare Stefano Dolcetta, cui va la fondamentale delega alle relazioni industriali, Antonella Mansi (38 anni e un curriculum di tutto rispetto), Aurelio Regina (prima di lui solo Luigi Abete aveva avuto un ruolo paragonabile in rappresentanza dell'industria della Capitale).

Ma anche gli altri sono di rilievo, ciascuno a suo modo: da Gaetano Maccaferri a Ivan Lo Bello, da Fulvio Conti ad Alessandro Laterza. Un'attenzione speciale merita la commissione per la riforma di Confindustria, oggetto di una complicata trattativa fra Squinzi e Bombassei nei giorni scorsi, affidata a Carlo Pesenti. Se c'è un luogo dove il confronto potrà farsi acceso è proprio quello. (s.cav.)

 

 

DAGOSPIA PRESENTA “APOCALYPSE MURDOCH” DI GLAUCO BENIGNI, LA VERA STORIA DELLO “SQUALO”

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"APOCALYPSE MURDOCH" DI GLAUCO BENIGNI - PRIMA PUNTATA

- Videoblog di Glauco Benigni
http://www.youtube.com/user/glaucobenigni/featured

- Il libro è acquistabile online
http://www.bandashop.it/product.php?id=18

GLAUCO BENIGNI jpeg

Chi è Rupert Murdoch ? Dove nasce, come cresce, all'ombra di Chi ? Chi l'ha finanziato? Perchè è diventato il Napoleone dei Media ? Come ha influito sulla politica mondiale : tra Washington e Pechino, tra Londra, Sidney e Nuova Delhi ? Per rispondere a queste domande cominciamo da oggi la pubblicazione di un libro scritto da Glauco Benigni : "Apocalypse Murdoch - Storia e leggenda del Padrone di Sky" (Editore Cooper - Castelvecchi)


I mass media si distinguono dai media per alcune fondamentali diversità, che individuano i primi quali macrostrutture imprenditoriali e commerciali e i secondi quali strutture esili, spesso avventuristiche, aventi obiettivi più poetici che industriali-commeciali, in ogni caso con target di riferimento «non di massa».

Certo, non esiste una frontiera numerica, individuata e con un valore condiviso, che separi da una parte i media e dall'altra parte i mass media, però né un piccolo quotidiano di provincia né tantomeno il maggior quotidiano di Budapest saranno mai il «New York Times», così come un'agenzia specializzata, per quanto autorevole, sarà mai la Reuters e un canale Tv greco via satellite sarà mai la Cnn o Mtv. Ciò non esclude comunque che un buon film d'autore o un romanzo di successo, in progress, non possano diventare un medium di massa. Ma in tali casi entriamo nella sfera del casuale e dell'imprevisto, del non progettabile industrialmente.

RUPERT MURDOCH

I mass media hanno caratteristiche diverse dai media. Tra queste caratteristiche c'è da dire che i mass media operano nella prospettiva di ottenere effetti misurabili sui propri telespettatori e sui propri lettori. A tal fine organizzano l'offerta di messaggi e contenuti audiovisivi in modo altamente consapevole nei confronti di un pubblico, che li frequenta, invece, in modo spesso inconsapevole.

Ma, sempre a tal fine, i mass media (e questo è un tratto saliente che li differenzia dagli altri media) organizzano studi e ricerche sul proprio pubblico e misurano (o comunque tentano di farlo) le variazioni indotte nelle masse esposte ai loro messaggi. Ciò viene effettuato a conferma dei loro intenti (che genericamente non sono quello di informare, divertire, educare in modo neutrale e imparziale), ma rispondono alle strategie dei loro proprietari e gestori, i quali sono sempre al servizio di due fondamentali gruppi d'interesse: i politici e i mercanti.

Rupert Murdoch è al servizio di questi gruppi, ed essi lavorano incessantemente affinché egli possa svolgere al meglio il suo incarico. Questo ci narrano i suoi biografi non autorizzati e i molti giornalisti che, specialmente nel mondo anglosassone, sono costretti a occuparsi di lui praticamente ogni giorno. La sua immagine dominante, in sessanta anni di carriera, è stata costruita con poche fotografie, spesso «sparate» sulle copertine dei grandi rotocalchi di tutto il mondo, e con rarissime apparizioni in Tv.

RUPERT MURDOCH

E non si sa mai se quella rivista è sua, se quella Tv è sua, se sta per comprarle, se le ha appena vendute, se l'editore ha chiesto al direttore di dare la copertina a Murdoch e di fare un servizio per imbonirlo, per sostenerlo o per attaccarlo.

Neil Chenoweth, uno dei suoi biografi, lo ha definito «virtual Murdoch»: e infatti lui è unreal, non fa parte del mondo comune, è un unicum. «Le Monde» lo definisce «insaziabile». Molti aggettivi sono stati usati per conferire significati addizionali alla sua immagine pubblica di ex-colono di origini protestanti, ben educato, che veste solo abiti confezionati su misura probabilmente a Mayfair, che si muove nelle maggiori piazze d'affari e colleziona successi tra Londra, New York, Hong Kong e Sydney.

Rupert Murdoch

Tra i tanti appellativi quello di «bucaniere» è forse il più adeguato: nel secolo XVI Richard Hawkins, Francis Drake, Martin Frobisher, i più famosi corsari inglesi dell'epoca, erano gli avventurosi protagonisti di un'attività in cui si fondevano commercio, esplorazione, guerriglia marittima e lotta politica. I Fratelli della Costa prima e le diverse Compagnie delle Indie poi, svolgevano un'attività, sapientamente guidata dalla Regina d'Inghilterra e dai suoi Ministri: un'attivita che favoriva - semplicemente ‘favoriva' - lo sviluppo della ricchezza commerciale e della marineria inglese.

Un'attività che Murdoch potrebbe chiamare merger and acquisition. Murdoch infatti assalta, non galeoni, ma veicoli di comunicazione, mass media in difficoltà finanziarie o gestionali che "navigano" nel grande mare della comunicazione e società che trasportano content (‘contenuti'): titoli, testi, foto, immagini in movimento, musica. Si appropria dei loro beni, del content trasportato e lo riusa, lo rivende a suo piacimento in altri mercati, dopo averlo fatto "sbarcare" in altri porti. Murdoch è senza dubbio definibile «bucaniere». In lui vivono e si manifestano echi e comportamenti della filibusteria.

Rupert Murdoch

La Regina lo farà mai sir come fece con Drake? Chissà. Ma egli probabilmente è già più di un sir. Esiste una corte «virtuale» nel pianeta fatta di banchieri, uomini d'affari e politici. Non c'è Re Artù, ma ci sono un certo numero di cavalieri dell'Apocalisse. Murdoch è decisamente uno di loro.

Lo hanno definito «bulimico», vale a dire insaziabile in quanto malato. Ma Murdoch è malato? Chi potrebbe dirlo? Solo il modo in cui, prima o poi, uscirà dalla scena fornirà elementi di riflessione per gli storici. Murdoch è «onnipresente»: circa due miliardi di persone ogni settimana legge uno dei suoi giornali, vede una delle sue Tv, legge un libro pubblicato da una sua casa editrice, vede un film prodotto dalle sue case cinematografiche, consulta uno dei portali web controllati dalla sua News Corporation.

murdoch

Di questi , un miliardo costituisce la parte più abbiente del pianeta, la parte in grado di pagare l'informazione e l'intrattenimento. Questo pubblico ha un atteggiamento critico nei suoi confronti? Non lo sappiamo, ma riteniamo che la maggioranza non si ponga il problema e lo autorizzi così a essere presente nella vita di ciascuno. L'audience planetaria e la sua inattiva reattività sono uno dei punti di forza di Murdoch.

Per i mass media, suoi e degli altri, Murdoch è the giant (il gigante), è l'imperatore, è the man who wants to control the news (l'uomo che vuole controllare le notizie). Quest'ultima definizione, se corrisponde alla verità, inquieta più delle altre perché Murdoch vuole controllare la cronaca, la rappresentazione degli avvenimenti, nel tentativo di sostituirla alla Storia, alle intepretazioni che se ne potrebbero dare alla luce della democrazia e dei valori più alti.

1- Continua

 


PRO(U)FUMO LO “SPECIAL ONE” - IL PRESIDENTE IN PECTORE DI MPS AL GRUPPO: “DOBBIAMO VINCERE COME MOURINHO”…

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Camilla Conti per "Economiaweb.it"

ALESSANDRO PROFUMO jpeg Gabriello Mancini

Prima l'incontro in Fondazione con Mancini. Poi la prima, vera, uscita pubblica in banca il 19 aprile. A poco più di una settimana dall'assemblea degli azionisti che lo incoronerà presidente del Monte dei Paschi, Alessandro Profumo ha varcato la soglia di Rocca Salimbeni dove ha incontrato il direttore generale (e futuro amministratore delegato) Fabrizio Viola insieme ad altri top manager del Monte, come il direttore finanziario Marco Massacesi.

VOGLIA DI VINCERE, ALLA MOURINHO. Secondo quanto risulta a Economiaweb.it il banchiere genovese avrebbe approfittato della visita anche per presentarsi al board della controllata bancassicurativa Axa Mps. «Ha detto che si aspetta tantissimo dalla rete, che il nuovo consiglio di amministrazione pretenderà molti sforzi sul fronte dei ricavi. E che dovremo vincere il campionato due volte, come le squadre di Mourinho (soprannominato special one, ndr). Del resto lui è interista», riferisce una fonte bene informata sui contenuti dell'incontro.

FABRIZIO VIOLA

GIÀ TROVATA CASA, A DUE PASSI DALLA ROCCA. Poco prima di pranzo, Profumo avrebbe poi lasciato la Rocca per una colazione con l'attuale presidente del Monte, nonché dell'Abi (dove dovrebbe essere riconfermato) Giuseppe Mussari che fra poco gli passerà il testimone. In attesa di insediarsi ufficialmente, l'ex numero uno di Unicredit avrebbe già trovato casa a Siena, a due passi dalla sede della banca perché (avrebbe sottolineato ai manager della Rocca) vuole arrivare a piedi al lavoro, molto presto la mattina.

GIUSEPPE MUSSARI resize

INTERVENTO URGENTE A SOSTEGNO DEL TITOLO. Di lavoro da fare, del resto, Profumo ne avrà. Sotto i riflettori del mercato che saranno fin da subito puntati sul suo operato. Per il titolo Mps ci vorrebbe infatti una bacchetta magica: oggi quota attorno agli 0,24 euro con una performance che ha fatto registrare un calo di oltre il 66% in un anno e del 35,6% solo nell'ultimo mese. Il trend, sostengono gli esperti di analisi tecnica, rischia di riavvicinarsi pericolosamente ai minimi toccati il 10 gennaio di quest'anno quando i titoli del Montepaschi valevano solo 19 centesimi.

La conseguenza diretta potrebbe essere duplice: da un lato aumenterebbe la pressione dei venditori, dall'altro salterebbero gli stop dei compratori. Proprio a ridosso dell'aggiornamento del piano industriale cui sta lavorando Viola ma che porterà anche la firma di Profumo.

SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA

IL MERCATO TEME ANCORA L'AUMENTO DI CAPITALE. Quanto alla solidità dei conti, l'aumento dei crediti problematici del quarto trimestre 2011 (nuovi incagli mensili a 285 milioni) non è rallentato nel primo trimestre di quest'anno. Non solo.
Per alcuni analisti la riduzione all'esposizione alla Bce (28,5 miliardi a un costo di 100 milioni di euro annui) rappresenta la sfida principale, perché impatterà su impieghi (crescita più contenuta), commissioni (meno prodotti di terzi, più bond captive) e margine di interesse della banca. Sembra dunque che il mercato continui a scontare nei prezzi di Mps il rischio di un aumento di capitale. Il cui fardello ricadrà sulle spalle del Mourinho dei banchieri.

 

 

LA FORNARINA PIAGNENS INCONTRA PER LA PRIMA VOLTA L’INOSSIDABILE ROMA GODONA E SUBITO SI CAFONALIZZA

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Mario Pizzi da Zagarolo

TEATRO DELL OPERA DI ROMA WALTER GALLENI E CAMILLA MORABITO

1- ALTA SOCIETÀ
Carlo Rossella perr "Il Foglio" - Dopo concerto. Cena international dalla marchesa Giovanna Sacchetti in onore del grande Riccardo Muti. Gelato favoloso.

2- MUTI E SUONATI
Roberta Petronio per "Il Messaggero"

Riccardo Muti torna sul podio a Roma, si rinnova la magia della grande musica al Teatro dell'Opera. Il celebre direttore d'orchestra italiano, nominato direttore a vita dell'istituzione di piazza Beniamino Gigli, ieri sera ha diretto i musicisti della Chicago Symphony Orchestra ai quali è legato con un rapporto molto stretto dal settembre 2010, da quando ha assunto il ruolo di direttore musicale.

SPETTATORI STEFANO PULSONI

Il ponte fra Stati Uniti e Italia, e in particolare tra Roma e Chicago dopo l'evento di ieri è una realtà. La tournèe dell'orchestra americana, tra le più famose per la sua forza d'espressione e per le sue radici antiche, è partita dalla Capitale come voluto dallo stesso maestro Muti, con una soirèe che ha fatto registrare il parterre delle grandi occasioni.

Non c'è il tradizionale tappeto rosso a sottolineare il valzer degli arrivi, ma il rito è ugualmente solenne. Le istituzioni, il mondo dell'imprenditoria, l'alta società si trovano d'accordo sull'importanza della première e partecipano in forze. I volti noti sono tantissimi.

Arrivano il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, il ministro del Lavoro Elsa Fornero, il ministro della Giustizia Paola Severino, il ministro del Turismo Piero Gnudi. Nel parterre, ecco Francesco Gaetano Caltagirone, presidente dell'omonimo gruppo, l'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti, il presidente di Unindustria Aurelio Regina, il vicepresidente del Csm Michele Vietti, e poi il deputato Rocco Crimi, la senatrice Anna Finocchiaro, Franco Bassanini.

MINISTRO PIERO GNUDI RICCARDO MUTI

Una lunga fila di auto blu lascia scendere ospiti eccellenti, tra loro l'ambasciatore degli Stati Uniti David Thorne accompagnato dalla moglie Rose, e preceduto da una folta delegazione di ospiti americani.

Il sindaco Gianni Alemanno va incontro alla moglie Isabella Rauti, poi insieme davanti all'ingresso del foyer attendono l'arrivo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto tra gli applausi e con l'affetto dei presenti.

Nel frattempo, avevano già preso posto in platea il collezionista Giuseppe Calabresi con la moglie Sabina, Laura Melidoni, Augusta Iannini, Milly Marchini, Enrico Cisnetto, Renato Balestra, Maite Bulgari, Camilla Morabito e Walter Galleni, Mario e Marisa Stirpe, Stefano Pulsoni.

MINISTRO PAOLA SEVERINO

«Ciò che l'Opera di Roma sta esprimendo con Muti può e deve diventare uno degli esempi di riferimento, un luogo dove si crea cultura con sentimento» aveva scritto e dichiarato il sovrintendente Catello De Martino alla vigilia dell'attesissimo concerto. Per le signore sono pronte centinaia di rose bianche a gambo lungo.

MINISTRO PAOLA SEVERINO

Marta Marzotto in caftano verde smeraldo saluta le sue amiche tra cui Sandra Carraro. Il concerto, inizia con una suite di Rota, è prosegue con due esecuzioni di alto profilo come il poema sinfonico op.24 Tod und Verklärung (Morte e Trasfigurazione) di Richard Strauss, e la Quinta Sinfonia in re minore op. 47 di Dimitrji Shostakovich.

MARTA MARZOTTO

«Il nostro Paese di cultura e arte si è nutrito, in passato, più e meglio di tanti altri. Testimoniare che questa tradizione non è estinta è il modo migliore per cominciare a rinascere», è l'augurio espresso da Muti prima dell'esibizione. Ancora una volta, spazio alla musica.

 

 

EMMA BRUCIA GLI ABITI DEL FEDIFRAGO (CON BELEN STORIA FINITA?) - SAN LORENZO PROTEGGA MONTEZEMOLO

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1- Cosa ci faceva l'ex direttore di Rai2, Antonio Marano, a pranzo a piazza Nicosia con la bionda giornalista Rai Maria Leitner?

ANTONIO MARANO

2- Ogni anno il settimanale USA "Time" pubblica la lista delle 100 più influenti
personalita' del mondo. C'è Barack Obama, Hillary Clinton, Angela Merkel e i nostri Mario Draghi e Mario Monti. Grande assente Nicola Sarkozy, l'odioso porta-bigodini di Carlà (defunto prima delle presidenziali).

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

3- Romana Liuzzo per "il Giornale" - Cena tra vecchi amici al ristorante «Il Sanlorenzo», specializzato in crudi di pesce. Sabato sera allo stesso desco c'erano Luca Cordero di Montezemolo, Giovanni Malagò e il regista Carlo Vanzina, Tutti con le rispettive mogli. L'argomento? Il varo di «Italo»: il treno testato dalla «comitiva» la mattina stessa. Al tavolo accanto il direttore de IlSole24ore Roberto Napoletano, risparmiato dall'alta velocità.

4- Da "Vanity Fair" - Dicono che una showgirl si sia giocata il reintegro sul posto di lavoro. Dicono che abbia commesso l'errore di alzare il sipario su una storia fasulla di tradimenti. Dicono che farebbe bene a scusarsi in fretta. Dicono.

MALAGO GIOVANNI

5- Da "Vanity Fair" - Avvistata alla sciccosa Masseria San Domenico, in provincia di Brindisi, la coppia hollywoodiana Justin Timberlake e Jessica Biel. Prossimi alle nozze, hanno scelto l'Italia per una romantica fuga anti-stress dalle incombenze del matrimonio.

6- Da "Vanity Fair" - Da giornalista a mago. E' la trasformazione di Davide De Zan. Il telecronista e conduttore sportivo, infatti, lascerà microfoni e taccuini per cilindri e colombe: sarà infatti l'assistente del mago Casanova in "Magic Land" dal 19 aprile su Italia1.

JESSICA BIEL

7- Da "Vanity Fair" - Fervono i preparativi per le nozze tra la stilista Marta Ferri, figlia del fotografo Fabrizio e della ballerina Alessandra, e Carlo Borromeo, figlio di Paola Marzotto e del Conte Carlo e fratello di Beatrice. Previste tre feste: a Milano, a Roma e nel fantastico dammuso pantesco dei Ferri.

8- Il. Sa. per il "Corriere della Sera" - Recuperare la verginità sul bollettino dei protesti costava tra i 100 e i 150 euro. Una riabilitazione per la quale, secondo i magistrati, avrebbero pagato almeno 368 persone. Denaro versato a un vero e proprio pool attivo nelle falsificazioni dei documenti presso il Tribunale civile.

MARCO BALDINI

Fra queste figurano il conduttore radiofonico Marco Baldini (storica spalla di Fiorello), l'uomo d'affari Flavio Carboni e l'ex gestore del teatro Petruzzelli di Bari, Ferdinando Pinto. Un elenco eterogeneo che il pm Luca Tescaroli ha studiato per mesi. E ieri, a conclusione dell'inchiesta, ha notificato agli indagati l'avviso che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. I protestati rispondono di falso.

Singolare il caso di Sara Buonacquisti: titolare di alcune società, ha beneficiato di ben dodici riabilitazioni. I fatti sono avvenuti tra il 2007 e il 2009: sulle istanze di riabilitazione presentate al presidente del Tribunale venivano apposti timbri contraffatti e firme apocrife di funzionari municipali e notai. L'inchiesta è uno stralcio di quella sfociata il 15 febbraio scorso, nella condanna di due pubblici ufficiali e nel rinvio a giudizio di nove persone.

9- Dal "Corriere della Sera" - Robin Gibb, uno dei fondatore dei Bee Gees, è uscito dal coma mentre nella sua stanza di ospedale venivano suonate le canzoni del suo ultimo album «The Titanic Requiem». Lo ha detto il figlio Robin-John. Il cantante, 62 anni, che soffre di cancro al colon e al fegato, era caduto in coma qualche giorno fa in seguito a una polmonite. I medici gli avevano dato meno del 10% di possibilità di salvarsi la vita. La sua famiglia, dopo avere suonato canzoni dei Bee Gees, ha notato che Gibb provava a muovere le labbra cercando le parole dei successi che per anni aveva cantato.

FORMIGONI

10- da "Libero" - «Lasciamo la suspance», se volete vederne delle belle, guardate la puntata di «Matrix» in onda stasera. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha risposto così alle ennesime domande sui conti dei viaggi con l'imprenditore Piero Daccò. E annuncia che spiegherà tutto nella trasmissione di Alessio Vinci.

«Non c'è alcuna indagine che riguardi la Regione Lombardia e nemmeno il suo presidente. È tutto un attacco mediatico», contrattacca Formigoni. «Dopo aver abbattuto Berlusconi ora vogliono far cadere me. Ma io non cedo». Intanto le opposizioni al Pirellone preparano una mozione di sfiducia che dovrebbe essere presentata a giorni. «Chiedano pure le mie dimissioni. Se vincono avranno ragione, se no dovranno tacere».

11- da "Libero" - «Emilio voleva restare ancora qualche mese, niente di più. Sarebbe stato contento così. Non meritava questo trattamento dopo aver dato una vita per Mediaset». Lo dice Diana De Feo, senatrice del Pdl e mo- glie di Emilio Fede, alla Zanzara su Radio 24. «Tornerà a fare tv? Penso di sì».

ti19 diana defeo fede

Che rapporto ha con suo marito, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo? «Non ci vediamo mai, lui ha altri giri, altre cose da fare...Sa, quando una coppia è sposata da 45 anni, si parla solo al telefono e ci vediamo alle feste comandate. Ormai Emilio è come un parente prossimo. Siamo come separati. Se cerco un messaggio tenero che mi ha mandato de- vo risalire molto indietro nella memoria».

12- TWITSENEFREGA - Dal "Fatto quotidiano"
Stefano Menichini - Opinione sulla Francia: complesso del voto regressivo, di paura, diffidente sull'Europa. Anche per questo può finire (bene) in Hollande

Vittorio Sgarbi - Tu trovi in questa Belen passione, forza, delicatezza o genio?

Emma Marrone


13- Da Libero - Emma Marrone non ha preso bene il tradimento del suo ormai ex fidanzato con la showgirl argentina Belen Rodriguez, durante la trasmissione serale "Amici" di Maria De Filippi. La cantante ha infatti raccolto abiti, fotografie ed oggetti personali del ballerino Stefano De Martino e gli ha dato fuoco.

A raccontare la scena, il Quotidiano di Lecce che riporta anche la testimonianza di una delle titolari della boutique nella quale Emma lavorava come commessa. "A me quello Stefano non è mai piaciuto, anche se era un tenerone aveva qualcosa che non mi convinceva" racconta Claudia Linciano che ha mandato anche un sms di incoraggiamento alla cantante:

"Per una donna meravigliosa come te ci vuole un uomo e non un bambino. Volta pagina, c'è chi ti saprà apprezzare veramente". Intanto la mamma della vincitrice di Amici, è partita da Aradeo per raggiungere la figlia a Roma e starle accanto in questo momento difficile. Su Facebook sono in molti a mandare messaggi di sostegno ad Emma che intanto può sorridere. A quanto pare il fedifrago Stefano e l'ammaliatrice Belen si sarebbero già lasciati.

 

 

ORSI HA VISTO PASSERA CHIEDENDO INVANO DI AZZERARE IL COLLEGIO SINDACALE IN SCADENZA - E' IL SECONDO "SCHIAFFONE"

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1- DAGOREPORT
Stasera Orsi doveva essere intervistato dal Tg1 e non si sa se andrà o meno dopo l'iscrizione nel registro degli indagati.

Nei giorni scorsi l'ad di Finmeccanica ha visto il ministro Corrado Passera chiedendo di azzerare tutti i componenti il Collegio sindacale in scadenza e - per tutta risposta - Passera ha confermato i suoi due membri (non a fine mandato). E' il secondo "schiaffone" di Passera e del governo a Orsi che aveva bocciato il piano di dismissioni annunciato da Orsi orbi et urbi.

ORSI

Inoltre non va sottovalutato che stavolta anche la magistratura svizzera ha aperto un'inchiesta sulle presunte tangenti alla Lega...

2- FINMECCANICA: NO TANGENTI A LEGA NORD, NE' IRREGOLARITA'
Ansa.it

"Né AgustaWestland né Finmeccanica hanno corrisposto alcuna tangente alla Lega Nord". Lo precisa una nota di Finmeccanica in merito agli articoli pubblicati oggi sugli organi di stampa, aggiungendo che "AgustaWestland non ha commesso alcun tipo di irregolarità, né pagato commissioni di alcun genere per la vendita di elicotteri AW101 al Governo indiano, come una recente indagine del Ministero della Difesa indiano ha confermato".

VITTORIO GRILLI ELSA FORNERO MARIO MONTI CORRADO PASSERA

Con riferimento alle notizie di stampa, e con particolare riguardo a presunte tangenti corrisposte da Finmeccanica alla Lega Nord, che sarebbero state originate da una gara vinta da AgustaWestland in India, Finmeccanica precisa anche che "Lorenzo Borgogni, le cui dichiarazioni 'per sentito dire' sembrano essere alla base delle iniziative giudiziarie, ha lasciato Finmeccanica su richiesta della società. Le 'consulenze' per milioni di euro ammesse da Borgogni, pagate anche da fornitori di Finmeccanica, erano in palese contrasto con il codice etico di Finmeccanica".

Finmeccanica ha inoltre "dato incarico ai propri legali di valutare, in relazione alle dichiarazioni di Borgogni, le azioni ritenute necessarie alla tutela dei propri diritti e al ristoro dei gravi danni subiti e subendi".

 

 

MUOIA FINMECCANICA CON TUTTI I FILISTEI! LE BOMBE DI BOBO MARONI SU PIERFURBY E BERSANI

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Marco Cremonesi per il Corriere della Sera

Il Carroccio si ribella: «Il coinvolgimento della Lega nell'affaire Finmeccanica, semplicemente, non esiste. Anzi, io non credo proprio che esista un affaire Finmeccanica». Parola di Roberto Maroni.

VIGNETTA BENNY ROBERTO MARONI

Mentre Umberto Bossi torna alle inchieste sull'ex tesoriere Francesco Belsito e ribadisce la sua convinzione: «Era tutto preparato. Dite di no? Mah... Basta vedere. Tre procure insieme, non si era mai visto. Napoli, Reggio Calabria, Milano si mettono insieme per vedere le cose dentro la Lega. Figurati un po'». Il presidente padano si scalda: «Evidentemente qualcosa non quadra... oppure è un Paese di merda. Paese in cui a Reggio Calabria avanzano il tempo di pensare alle beghe della Lega, con tutta la mafia che hanno. Questa roba puzza...».

BERSANI - MONTI - ALFANO - CASINI DA TWITTER

Roberto Maroni, ieri mattina, leggendo i giornali ha fatto un balzo sulla sedia. Tutti i giornali parlano di «tangenti alla Lega» in relazione alla vicenda Finmeccanica. Lui, il neo triumviro, in più di un'occasione aveva detto di «non credere ai complotti». Semmai, il problema era ed è la stampa: «Qui abbiamo un tizio (l'ex responsabile della comunicazione di Finmeccanica Lorenzo Borgogni, ndr) che sostiene di aver sentito dire che è stata pagata una tangente per i partiti. "Anche per la Lega?" gli chiedono, e lui conferma. Per i giornali, diventa la tangente della Lega. Ma perché?».

bersani casini

Di più. In mattinata, raccontano gli amici dell'ex ministro dell'Interno, Maroni era anche indignato per i tentativi di tirare il suo nome in vicende tutte da verificare: «Adesso - avrebbe confidato - sembra che Orsi lo abbia designato io. Noi eravamo d'accordo, certo: era un esponente del nostro territorio che andava alla testa di una multinazionale. Ma non dimentichiamo che lui è sempre stato assai più vicino a Casini e all'Udc. Per tacer di Bersani, piacentino come lui e suo buon amico».

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI GIUSEPPE ORSI

Inoltre, Orsi era «all'interno di una terna, tutta interna al gruppo, da cui poi è stato scelto dal ministro all'Economia». Maroni, a sentire chi gli è vicino, resta in ogni caso assolutamente «convinto dell'estraneità di Orsi a quanto gli viene contestato. Tutto è basato su quanto afferma uno che proprio da Orsi è stato cacciato».

Eppure, quel che fa storcere il naso all'ex ministro - che ieri avrebbe sentito per telefono lo stesso Orsi - è il tentativo di accostarlo a vicende in cui non c'entra: «Dicono che le nostre famiglie si frequentano - avrebbe detto -, alludono a chi sa quali relazioni. La verità è che io Orsi non l'ho mai incontrato neppure al ristorante, ma soltanto in occasioni aziendali».

ROBERTO MARONI E UMBERTO BOSSI SI STRINGONO LA MANO ORSI

Peraltro, come ha ricordato ieri sera a Como Umberto Bossi, chi nella Lega si occupava di nomine e designazioni era Roberto Giorgetti, il segretario uscente della Lega lombarda. Uomo, secondo Bossi, lontanissimo da «tangenti e cose del genere. Io non penso proprio che ci siano state tangenti. Lì, di solito, lavorava Giorgetti, che è un pretino. Di lui sono ultrasicuro. Se gli avessero dato delle tangenti, lui gliele riportava indietro». Un riferimento al rifiuto di denaro offerto a suo tempo dal patron della Banca popolare di Lodi Gianpiero Fiorani. Il nome di Giorgetti già nel luglio scorso era apparso sulla stampa quale referente del Carroccio nelle designazioni in Finmeccanica.

GUARGUAGLINI E BORGOGNI

E intanto, Umberto Bossi sta meditando qualcosa. Un ritorno all'indipendentismo, sia pure in forma diversa dalla secessione lanciata nel 1996. A chi gli chiedeva delle politiche 2013 («Non si è mai votato ad ottobre, però vediamo, non dico niente in questo momento...») ha risposto duro: «Per la lega è stato un errore andare a Roma». E poi, con convinzione: «Spero sempre che nessuno vada più a fare il deputato a Roma, compreso me».

borgogni appunto su milanesi

E dunque, quel che Bossi annuncia è «la guerra, la battaglia per la libertà del Nord che, dopo tanti anni di Italia e di Roma, ne ha piene le scatole e vuole l'indipendenza».
È assai probabile che di questi argomenti Bossi parlerà il Primo maggio, data per la quale è stato fissato un «Lega unita day» a Zanica, nella Bergamasca.

Bossi all'evento ha accennato ieri: «La Lega aveva un grosso difetto, si era divisa: mai dividersi in battaglia perché lo Stato si infila dentro». E, appunto, c'è chi è pronto a scommettere che il discorso di Bossi riguarderà l'indipendenza, rilanciata anche dalla Padania oggi in edicola. Resta da capire quanto il capo in pectore Roberto Maroni possa apprezzare un programma neo secessionista.

 

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