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L’OLANDA & HOLLANDE FANNO TRACOLLARE LE BORSE - MILANO -3,8%, SPREAD A 410, INTESA E UNICREDIT -6%

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1 - BORSA MILANO CHIUDE IN NETTO CALO, TIMORI EUROPA, ITALIA
(Reuters) - La borsa di Milano chiude in netto ribasso sui timori per la crisi finanziaria e l'andamento dell'economia reale in Europa, con vendite aggressive sui bancari. "Sulla piazza di Milano investitori non ce ne sono quasi più e quei pochi rimasti vendono", dice un trader.

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

"Si parla di voto in Francia e Olanda ma le difficoltà sono nel nostro paese", aggiunge. "Siamo tornati come prima di Monti, ma senza carte da giocare. Non riesco a capire cosa possano tirar fuori per raddrizzare la situazione". Lo spread è stabilmente sopra 400 punti. Le vendite in borsa sono diffuse su quasi tutto il listino.

Le elezioni in Francia e Olanda fanno temere sulla capacità di risposta dell'Europa alla crisi, secondo un altro trader. Il Pmi della zona euro ha mostrato ad aprile una contrazione del settore privato maggiore delle attese. In Italia la fiducia dei consumatori ha toccato un nuovo minimo dall'inizio della serie storica.

TRADER

L'indice FTSE Mib chiude in calo del 3,8%, vicino ai minimi di seduta. Volumi a 2 miliardi. Per il futures FTSEMib tiene il supporto in area 13.600 punti. In Europa il FTSEurofirst 300 scende del 2,4%. Parigi cede il 2,8%, Madrid il 2,9%, Francoforte il 3,4%. Bancari sotto pressione con diversi titoli in ribasso di oltre il 6%, tra cui INTESA SP e UNICREDIT. Il settore in Europa cede il 3%.

FEDERICO GHIZZONI

STM pesante per tutta la seduta, è in calo di oltre il 10% dopo l'atteso annuncio della riorganizzazione della jv ST-Ericsson [ID:nL5E8FNATU]. Il gruppo guarda ai risultati, previsti dopo la chiusura di Wall Street. Volatili i titoli coinvolti nella riorganizzazione del gruppo FONDIARIA-SAI (negativa). MILANO ASSICURAZIONI e PREMAFIN vedono ultimi prezzi in modesto rialzo dopo il balzo nel corso della seduta. UNIPOL in netto calo. Si guarda ai concambi. In controtendenza SARAS che beneficia di un upgrade a "buy" da "underperform" da parte di Bofa Merrill Lynch.

2 - BORSA, TONFO EUROPA: PARIGI -2,83%, FRANCOFORTE -3,36%, LONDRA -1,85%
(LaPresse) - All'indomani del primo turno delle presidenziali in Francia favorevole al candidato socialista, Francois Hollande, le Borse europee chiudono in forte ribasso. Il Ftse 100 di Londra lascia l'1,85% a 5.665,57 punti, il Dax di Francoforte perde il 3,36% a 6.523 punti e il Cac 40 di Parigi lascia il 2,83% a 3.098,37 punti. A Madrid, l'indice Ibex mostra un calo del 2,76% a 6.846,6 punti.

3 - PRESSIONE SU SPREAD BTP-BUND,SUPERA 410 PUNTI
(ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund supera i 410 punti (413,2) con il rendimento del Btp a 10 in rialzo al 5,77%. Il divario Francia-Germania si allarga a 146,6 punti e quello della Spagna a 439, con il rendimento dei Bonos che torna sopra la soglia critica del 6% (6,03%).

FAMIGLIA LIGRESTI Enrico Cucchiani

4 - PREMAFIN: CDA INVITA SOCIETA' A CONFRONTO URGENTE SU INTEGRAZIONE
Radiocor - Il consiglio di amministrazione di Premafin, riunitosi oggi, 'ha deliberato di invitare le societa' coinvolte nel progetto di integrazione ad un urgente confronto per addivenire in tempi rapidi a una soluzione'. Cosi' una nota di Premafin in merito alla proposta pervenuta da Ugf lo scorso 16 aprile per l'integrazione dei due gruppi assicurativi.

5 - FONSAI: CASO', DISTANZE SU CONCAMBI SI STANNO AVVICINANDO
Radiocor - 'Siamo agli sgoccioli, le distanze si stanno avvicinando. C'e' molta disponibilita' da parte di tutti a fare un'operazione che sia corretta, sper iamo'. Lo ha detto il presidente di Milano Assicurazioni, Angelo Caso', a margine dell'assemblea degli azionisti della compagnia a proposito dell'evoluzione delle trattative per l'integrazione tra il gruppo Fondiaria Sai e Unipol.

6 - FONSAI, ASCOLTATI IN PROCURA A TORINO AZIONISTI DI MINORANZA
(LaPresse) - Sono stati sentiti oggi in procura a Torino, come persone informate sui fatti alcuni azionisti di minoranza e un consigliere indipendente del cda di FonSai, dopo le recenti misure prese dalla procura di Milano, che nei giorni scorsi ha sequestrato il 20% delle azioni di Premafin. I sostituti procuratori Vittorio Nessi e Marco Gianoglio hanno aperto un fascicolo la scorsa settimana. Al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato.

GILBERTO BENETTON GetContent asp jpeg

7 - ATLANTIA: SLITTA AD AGOSTO GARA PER PRIVATIZZAZIONE AUTOSTRADE TURCHE
Radiocor - Slittano ancora i tempi per la privatizzazione delle autostrade turche, un'operazione da oltre 4 miliardi guardata con attenzione dai principali player internazionali del settore tra i quali l'italiana Atlantia (che lavora ad una cordata con almeno un operatore locale). Ankara, come apprende Radiocor, ha rinviato dal 24 aprile al 28 giugno prossimo il termine per la presentazione delle offerte preliminari e dal 17 maggio al 9 agosto quello per i 'bid' definitivi. E' il quarto slittamento: nella prima versione del bando, pubblicato nell'agosto 2011, le scadenze erano fissate, rispettivamente, al 18 novembre e al 15 dicembre 2011.

La privatizzazione riguarda un pacchetto di dieci asset, tra i quali due Ponti sul Bosforo, che viene offerto in solido, con contratto di 25 anni. Un'ulteriore modifica del bando, poi, riguarda la garanzia bancaria richiesta: i candidati non dovranno piu' fornire una garanzia da 200 milioni di dollari per partecipare ma ne bastera' una da 50 milioni; g li altri 150 milioni saranno richiesti entro un termine prefissato solo al candidato selezionato per firmare il contratto. La procedura, tra l'altro, prevede la possibilita' di un'asta tra i partecipanti ammessi alla fase finale.

PIETRO SALINI

Il Governo turco gia' tre anni orsono aveva lanciato una campagna di dismissioni pubbliche, tra cui le autostrade. In quell'occasione Atlantia si era candidata alla gara e aveva trovato alcuni soci locali per organizzare una cordata. Ma poi le dismissioni finirono su un binario morto. Oggi nell'offerta, oltre ai due Ponti sul Bosforo, vanno sul mercato, fra le altre, la Edirne-Istanbul-Ankara e la Smirne-Ankara.

8 - IMPREGILO: SALINI, 'CDA NON PIU' RAPPRESENTATIVO, DEVE DIMETTERSI'
Radiocor - 'Il nostro non e' un progetto aggressivo come lo si e' percepito, tutti gli azionisti devono capire che passa attraverso il loro consenso. Chi fa il costruttore faccia il costruttore, chi fa il concessionario faccia le concessioni'. E' quanto ha affermato Pietro Salini, a.d. del gruppo Salini Costruzioni, nel corso della conferenza stampa di presentazione del piano di integrazione con il gruppo Impregilo di cui sono arrivati a detenere il 25,3% del capitale secondo le ultime comunicazioni.

BANCA CENTRALE SVIZZERA

Salini ha inoltre affermato che il board di Impregilo non e' piu' rappresentativo, dopo l'uscita dall'azionariato degli azionisti Benetton e Ligresti: 'il cda di Impregilo scade nel 2013 e oggi otto membri su quindici rappresentano soci usciti, non e' piu' rappresentativo e non e' in grado di gestire il general contractor. Noi Salini abbiamo fatto le nostre critiche e chiesto che il cda di Impregilo rimetta il suo mandato'.

9 - SALINI, RIPARTE LA BATTAGLIA TRA I CUGINI...
F.D.R. per il "Corriere della Sera" - Mentre prepara l'assalto finale a Impregilo, Pietro Salini ha deciso di aprire un altro fronte e di andare allo scontro finale con l'altro ramo della famiglia per la conquista del controllo di Salini Costruttori. La dichiarazione di guerra, datata 13 aprile, è la convocazione dell'assemblea straordinaria della holding di gruppo con all'ordine del giorno la distribuzione delle azioni proprie. Si tratta di un 10% circa del capitale che verrebbero assegnate pro quota alla Salini Simonpietro Sapa e alla Sapar, le cassaforti dei due rami della famiglia, trasformando la prima da socio di maggioranza relativa con il 47% (la Sapar ha il 43%) in socio di maggioranza assoluta con il 51,7%.

Da anni i due rami discutono, a suon di ricorsi e impugnative, su come trattare le azioni proprie ai fini delle maggioranze assembleari. Finora non sono mai state computate, nonostante il parere contrario del ramo che si oppone a Pietro e alcune sentenze, non ancora passate in giudicato. Il 12 aprile, però, c'è stato un colpo di scena: la Corte d'Appello di Roma ha dato ragione a Pietro Salini su un vecchio ricorso del 2001 presentato dai cugini, rendendo di fatto possibile l'assegnazione delle azioni proprie.

E il giorno dopo è partita la convocazione dell'assemblea. Seguita a stretto giro dal deposito di un ricorso d'urgenza da parte della Sapar con la richiesta di inibire lo svolgimento dell'assise e in subordine di bloccare la distribuzione delle azioni proprie. È l'ennesimo ricorso presentato dall'altro ramo della famiglia, che ha impugnato anche le delibere che hanno permesso a Pietro Salini di costituire la Salini Spa e di conferire il ramo d'azienda costruzioni alla newco, attraverso cui il costruttore romano vuole scalare Impregilo. Intanto si scalda anche l'altro fronte.

Ieri il board di Impregilo ha esaminato il piano strategico, alternativo a quello che il costruttore romano presenterà lunedì alla comunità finanziaria, che sarà illustrato mercoledì. È stata anche convocata l'assemblea straordinaria per le modifiche allo statuto, decise per dare più spazio alle minoranze. Nulla invece sulla richiesta di Salini di convocare l'assemblea per nominare un nuovo consiglio. Il board ha preso tempo.

Coldiretti

10 - «L'ADDIO AL SEGRETO BANCARIO PER LA SVIZZERA È UNA GUERRA»...
Dal "Corriere della Sera" - La disputa sul segreto bancario tra Svizzera e Stati Uniti e alcuni Paesi europei è «una guerra economica» che mette a rischio 20 mila posti di lavoro. E' l'allarme di Sergio Ermotti, ceo di Ubs da novembre dell'anno scorso, lanciato nel corso di un'intervista al settimanale «SonntagsZeitung».

Il banchiere, che ha assunto la guida dell'istituto elvetico a settembre dell'anno scorso dopo la scoperta di megaperdite da 2,23 miliardi di dollari provocate da un giovane trader nella filiale di Londra, ha aggiunto che la Svizzera «è bloccata nel bel mezzo di una guerra economica» e l'obiettivo dei suoi avversari è quello di indebolire le due maggiori banche del Paese, Ubs e Credit Suisse.

I nostri concorrenti, ha aggiunto Ermotti, vorrebbero strappare una fetta dei 2.200 miliardi di franchi in capitali stranieri che gli istituti gestiscono, costringendo Ubs a tagliare i costi e mettendo a rischio 20mila posti di lavoro. La Svizzera ha firmato accordi con Stati Uniti, Germania e Regno Unito per contenere l'evasione fiscale.

11 - MALTEMPO, COLDIRETTI: ALLARME GRANDINE NELLE CAMPAGNE
(LaPresse) - L'allerta maltempo diffuso dalla Protezione civile per la giornata di domani rischia di causare danni irreversibili alle coltivazioni in fase di crescita. L'allarme arriva dalla Coldiretti, secondo la quale la grandine prevista, unita alle temperature estive attese nei prossimi giorni con l'arrivo dell'anticiclone Hannibal, metteranno a dura prova la campagna.

sony ericsson logo

"L'andamento climatico di questi giorni - sottolinea la Coldiretti - conferma l'anomalia di un 2012 segnato da neve, siccità e ora grandine. Nelle zone interessate dalle previsioni di maltempo sono particolarmente concentrate le coltivazioni di frutta e sono state stese a protezione le reti antigrandine che, tuttavia, non sono ancora sufficientemente diffuse e non impediranno quindi il verificarsi di danni alle strutture e alle colture agricole. La pioggia di primavera è arrivata dopo un lungo periodo di siccità che peraltro - conclude la Coldiretti - non mancherà di farsi sentire in estate".

12 - ST-ERICSSON: PREVISTA RIDUZIONE FORZA LAVORO DI 1.700 UNITÀ
Finanza.com - ST-Ericsson prevede una riduzione globale della forza lavoro di 1.700 persone nel mondo, compresi i dipendenti che sarebbero trasferiti a ST nel quadro dell'accordo di partnership annunciato oggi. I costi di ristrutturazione complessivi sono stimati fra circa 130 e 150 milioni di dollari fino al completamento del piano. L'impatto del piano specifico per Paese e per sito dipenderà da trattative a livello locale sulla base della legislazione vigente.

 


FINMECCANICA, LE INDAGINI IN SVIZZERA SULLA PRESUNTA TANGENTE ALLA LEGA - BELSITO: “HO AGITO NELL’INTERESSE DEL PARTITO”

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1 - GARE
Jena per "la Stampa" - «Il governo ha cercato di colpire di più chi non era stato colpito troppo e di alleviare chi era stato colpito di più». Con una frase Monti stravince la gara di burlesque.

Giuseppe Orsi WOODCOCK E FRANCESCO CURCIO

2 - FINMECCANICA, PM NAPOLI IN SVIZZERA PER PRESUNTA TANGENTE A LEGA
Reuters - I pm napoletani che indagano su Finmeccanica sono in Svizzera per effettuare perquisizioni e sequestri in relazione a una presunta mega-tangente per la Lega Nord. Lo riferiscono fonti giudiziarie. I pm napoletani Vincenzo Piscitelli e Francesco Curcio sono giunti a Lugano in base ad una rogatoria internazionale con la procura federale della città elvetica.

Le perquisizioni e i sequestri, riferiscono le fonti, sono conseguenza degli sviluppi investigativi legati alle dichiarazioni fornite dall'ex responsabile del settore relazioni istituzionali di Finmeccanica Lorenzo Borgogni, il quale è stato ascoltato più volte dai pm di Napoli, l'ultima una settimana fa. L'obiettivo dei magistrati è identificare e verificare flussi di danaro, cosa che contribuirà poi a qualificare meglio le ipotesi di reato da contestare ai diversi indagati, il cui numero non è stato precisato dalla fonte.

La fonte ha riferito che Borgogni ha parlato ai pm di Napoli di una tangente di circa 10 milioni di euro destinata alla Lega, per una commessa di 12 elicotteri Agusta Westland in India. Al momento, Giuseppe Orsi, all'epoca dei fatti AD di Agusta oggi numero uno del gruppo, non risulta iscritto nel registro degli indagati, ha detto la fonte. Venerdì scorso, il pool di magistrati della procura partenopea, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, era stato a Roma per una riunione di coordinamento con il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e con il pm Paolo Ielo.

FORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCORoberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero Dacco

3 - SANITA': FORMIGONI, RICEVUTE VIAGGI? SUSPENCE FINO A DOMANI
(ANSA) - Alla domanda di alcuni giornalisti se abbia trovato le ricevute dei pagamenti per i suoi viaggi di gruppo, fatti anche con Pierangelo Daccò, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha risposto: "Lasciamo la suspence, ne parleremo domani a Matrix". A margine di un incontro a Palazzo Lombardia, Formigoni ha chiarito che "domani sera parteciperò alla trasmissione insieme al vicedirettore di Repubblica, e lascerò che sia lui a farmi questa domanda".

4 - FORMIGONI, MIO PARTITO TOTALMENTE CON ME
(ANSA) - "Il mio partito, il Pdl, è totalmente al mio fianco: dopo che hanno parlato Mantovani, Alfano e Berlusconi, che cosa volete di più?". Così ha risposto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ai giornalisti che a una conferenza stampa su Expo sono tornati a chiedergli delle richieste di dimissioni che gli sono state rivolte.

5 - LEGA: BELSITO CONSEGNA DOCUMENTI A PM
(ANSA) - Francesco Belsito, l'ex tesoriere delle Lega indagato a Milano per appropriazione indebita e truffa, ha consegnato ai pm milanesi alcuni documenti che potrebbero essere utili alle indagini. Verbale delle dichiarazioni spontanee secretato su richiesta della difesa.

Da quanto si è saputo, inoltre, l'ex amministratore della Lega avrebbe 'promesso' ai pm di consegnare altre carte e dunque potrebbe esserci un altro 'incontro' tra lui e i pm. Il verbale, costituito da sole dichiarazioni spontanee, è stato secretato su richiesta della difesa.

FRANCESCO BELSITO ROBERTO MARONI jpeg

Da quanto si è saputo, l'ex tesoriere Belsito avrebbe avuto un atteggiamento 'collaborativo' con i magistrati. Proprio per questo la sua è stata una presentazione spontanea davanti ai pm, ai quali ha deciso di mettere a disposizione alcuni documenti. L'indagato, inoltre, da quanto si è saputo, potrebbe tornare ancora davanti ai magistrati consegnando altra documentazione. Sono stati gli stessi difensori dell'ex amministratore del Carroccio a chiedere la secretazione del verbale, che conterrebbe soltanto dichiarazioni spontanee.

6 - BELSITO A PM, HO AGITO NELL' INTERESSE DEL PARTITO
(ANSA) - L'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito, avrebbe agito nell'interesse del partito. E' quanto lo stesso ex amministratore del Carroccio avrebbe messo a verbale, da quanto è trapelato, davanti ai pm milanesi che indagano sulle presunte distrazioni dei fondi del movimento. Belsito, che è stato interrogato oggi, da quanto si è saputo, avrebbe spiegato di essere sempre stato un buon amministratore e che tutte le operazioni che ha effettuato le avrebbe fatte per conto della Lega.

7 - INDIA: SPERANZA PER MARO',CORTE SUPREMA AMMETTE RICORSO
Maria Grazia Coggiola per l'ANSA - Si è sciolto un altro nodo nell'intricata matassa della vicenda dell'Enrica Lexie: oggi la Corte Suprema di New Delhi ha ammesso un ricorso per incostituzionalità dell'arresto dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori al largo dello Stato indiano del Kerala. I giudici del massimo organo giudiziario hanno mostrato di voler prendere "sul serio" le obiezioni dell'Italia sull'illegalità della detenzione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: i due, sostiene da sempre Roma, sono militari in servizio anti pirateria e l'incidente è avvenuto in acque internazionali.

La Corte ha chiesto al governo indiano e allo stato del Kerala di comparire nella prossima udienza dell'8 maggio per esporre le loro tesi. Dopo l'accordo sull'indennizzo ai familiari delle due vittime e l'eventualità della partenza a breve tempo della petroliera ancorata al largo di Kochi, questo nuovo spiraglio potrebbe forse far sperare in un possibile rilascio dei due militari e nella loro consegna alla giustizia italiana.

MASSIMILIANO LATORRE E SALVATORE GIRONE

Parallelamente si intensifica anche l'azione della diplomazia italiana. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, oggi a Giacarta, ha incassato il sostegno del collega indonesiano Marty Natalegawa. "Capisco le ragioni di entrambe le parti. Ho ascoltato la prospettiva italiana e auspico di poterla comunicare in modo appropriato, se può essere utile all'altra parte", ha detto dopo l'incontro con il capo della Farnesina.

8 - PIRATERIA: IEVOLI; MARINA MILITARE A BORDO NAVE
(ANSA) - Uomini della Marina militare italiana sono saliti a bordo della motonave Ievoli, liberata oggi dai pirati a largo delle coste somale, ed hanno verificato che l'unità è in sicurezza. I componenti dell'equipaggio - hanno constatato i marinai - stanno bene.

9 - MOGLIE COMANDANTE IEVOLI, IL MORTO E' RESUSCITATO
(ANSA) - "Piango di gioia. Non ho dormito per quattro mesi, ho sempre avuto paura. Voglio ringraziare l'armatore e lo Stato. Prima era come avere un morto in casa, ora non c'e più, è resuscitato". Così Rita Gianfriddo, moglie di Agostino Musumeci, comandante della 'Enrico Ievoli', commenta il rilascio della petroliera. "Ho già sentito mio marito - ha aggiunto - mi ha detto che è stanco. Non abbiamo parlato di altro. Arriverà al massimo il prossimo 1 maggio".

RENATO BRUNETTA

10 - DEF: BRUNETTA, COSI' COM'E' NON LO VOTO
(ANSA) - L'Europa è sempre più virtuosa ma anche "sempre più sull'orlo del baratro. Evidentemente le politiche economiche rigorose, restrittive e di riforma non bastano, non bastano più". Così l'ex ministro e deputato del Pdl Renato Brunetta, durante l'audizione del vice ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, alla Camera, annunciando che se il Def rimane così non lo voterà.

11 - MILANESE RELATORE E IL PD INSORGE...
Da "la Stampa" - È polemica sulla nomina di Marco Milanese, ex braccio destro di Giulio Tremonti e indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla P4 e sugli appalti Enav, a relatore del Documento di Economia e Finanza in commissione politiche Ue alla Camera. Il Pd, per voce del suo responsabile economia Stefano Fassina, chiede al Pdl di revocare l'incarico «decisamente inopportuno vista la grave vicenda processuale in corso».

Milanese, per il quale si profila una richiesta di rinvio a giudizio dopo che i pm napoletani gli hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini, è ancora deputato perchè la Camera ha respinto nel luglio scorso l'autorizzazione all'arresto chiesto dalla Procura. Dalla commissione Finanze, nella quale il consigliere politico di Tremonti si trovava dall'inizio della legislatura, Milanese si è trasferito, dopo l'avvio delle indagini, nella meno centrale commissione politiche Ue.

MARCO MILANESE

12 - MALINCONICO COMMISSARIO DI VALORE ITALIA - MA IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE SI RIVOLGE AL TAR
Panorama.it. - Rispunta Carlo Malinconico, stavolta come commissario straordinario della Fondazione Valore Italia. Ma la sua nomina sta scatenando una bufera con imminente ricorso al Tar. Malinconico, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria, fu costretto alle dimissioni il 10 gennaio scorso per aver accettato vacanze pagate dall'imprenditore Francesco Piscicelli. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, l'ha scelto per gestire la fondazione creata nel 2005 allo scopo di curare l'esposizione permanente del design italiano e del made in Italy, prevista a Roma nel palazzo della Civiltà del lavoro all'Eur. L'azzeramento del consiglio di amministrazione ha però colto di sorpresa il presidente della fondazione, Massimo Arlechino, che ha deciso di ricorrere al Tar.

CARLO MALINCONICO

Alla fine dello scorso settembre l'allora ministro Paolo Romani rinnovò il cda della Valore Italia confermando Arlechino, i consiglieri Alberto Di Luca e Ruben Ruzzante e nominando Camillo Zuccoli. Il quinto membro dev'essere indicato dall'Eur spa. Secondo il racconto che Arlechino ha fatto al capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo economico, Mario Torsello, i consiglieri di amministrazione hanno chiesto il raddoppio del compenso, costituito da un gettone di presenza di circa 6 mila euro l'anno, incarichi professionali non consentiti dalla normativa e assegnazione di poteri non previsti dallo statuto.

Richieste respinte dal presidente. La conclusione è stata un ostruzionismo totale, compreso il no all'ingresso dell'università la Sapienza nella fondazione. In una relazione riservata chiestagli da Torsello, Arlechino ha esposto i fatti immaginando una sostituzione dei consiglieri mentre è arrivato il commissariamento. Ma ora si profila un ricorso al Tar: secondo i legali di Arlechino, infatti, ci sarebbe un'errata interpretazione dell'articolo 25 del codice civile. Il ritorno di Malinconico, dunque, coincide con un'altra bufera.

13 - LUSI: GIP, NO A RICHIESTA INCIDENTE PROBATORIO SU CONTI
(ANSA) - Il Gip del Tribunale di Roma ha respinto la richiesta dei difensori dell'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi di un incidente probatorio sulle movimentazioni del conto corrente intestato alla Associazione 'Democrazia e' Libertà-La Margherità tra il 2007 e il 2011. L'istanza era stata presentata nei giorni scorsi.

CORRADO PASSERA

La decisione è stata presa dal Gip Simonetta D'Alessandro. "La nostra richiesta - ha detto Luca Petrucci, difensore di Lusi - era di grande trasparenza. Ci viene detto che questo passo deve essere compiuto dall'autorità inquirente e non dall'indagato. Rispettiamo la decisione e attendiamo a questo punto le determinazioni dell'ufficio del pubblico ministero".

LUIGI LUSI

14 - LUSI: BIANCO A PM,NESSUN MANDATO NE'ACCORDO SPARTIZIONE
(ANSA) - Al tesoriere della Margherita Luigi Lusi non fu affidato alcun mandato fiduciario e non c'é stato alcun accordo tra le correnti per la spartizione dei fondi residui. Lo ha detto Enzo Bianco, presidente dell' assemblea federale della Margherita, ai pm romani che lo hanno sentito come testimone la sera di venerdì scorso, ma la notizia è trapelata oggi, nell'ambito dell'inchiesta sull'appropriazione di fondi dalle casse del partito da parte del senatore Lusi.

Bianco ha sostanzialmente ribadito quanto già dichiarato dagli altri vertici del partito, Francesco Rutelli e Giampiero Bocci, a loro volta sentiti come testimoni dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Stefano Pesci. L'inchiesta vede Lusi indagato per appropriazione indebita. Almeno 20 milioni di euro gli ammanchi finiti nel mirino degli inquirenti di piazzale Clodio.

Enzo Bianco phAgrpress

15 - PDL: GELMINI,SERVE UNA SVOLTA VERA,NESSUNO HA GOLDEN SHARE
(ANSA) - "Berlusconi e Alfano ci stanno lavorando da tempo. Non si tratterà di un maquillage". Lo afferma alla Stampa Maria Stella Gelmini sulla "grande novità" annunciata dal segretario del Pdl. "Nessun iscritto, nemmeno il Presidente avrà la golden share - spiega Gelmini - L'autofinanziamento prevederà un tetto ai contributi individuali, il segretario è stato chiaro. Non ci stiamo a farci tirare le orecchie da Grillo, da di Pietro e dai paladini della cosiddetta antipolitica: i soldi per mandare avanti le idee possiamo trovarli in altri modi".

Sul documento presentato da Beppe Pisanu, Gelmini osserva: "Documento condivisibile, indica la necessità di unire chi condivide certi valori. Ma che bisogno c'era di raccogliere firme su una posizione che Alfano porta già avanti?", "se non é una sponda a Casini, fa nascere il sospetto che lo sia. In questo senso l'iniziativa di Pisanu rischia di essere divisiva".

VITTORIO SGARBI

16 - «NO A SGARBI CANDIDATO» LUI: IO CORRO UGUALMENTE...
Dal "Corriere della Sera" - Il Tribunale di Marsala ha dichiarato Vittorio Sgarbi «incandidabile» in vista delle prossime elezioni amministrative, ma il critico d'arte ieri ha annunciato: «Mi candido lo stesso, questa è solo la sentenza di primo grado e ce ne sono altre tre: appello, Cassazione e Corte di Strasburgo». La sentenza che dichiara l'incandidabilità dell'ex sindaco di Salemi (Trapani), comune di recente sciolto per infiltrazioni mafiose, è stata emessa ieri pomeriggio dal Tribunale civile di Marsala.

BEPPE GRILLO

Il critico d'arte ha già annunciato che farà ricorso in appello. Saranno proprio i giudici della Corte d'Appello di Palermo a decidere sulla sua possibilità a correre per la poltrona di sindaco, anche se Sgarbi ieri ha insistito: «Mi candido, questa sentenza è tecnicamente insignificante. Sono e resto candidato fino alla sentenza definitiva. Appena questa verrà notificata ai miei legali, cioè entro i prossimi 10 giorni, farò ricorso alla Corte d'Appello».

17 - GRILLO ALL'ASSALTO DEI FINANZIERI «INSTILLANO L'ODIO SOCIALE»...
Dal "Corriere della Sera" - I controlli della Guardia di Finanza «cercano di instillare l'odio sociale». Lo ha detto ieri Beppe Grillo durante un comizio a Conegliano. Pagare le tasse è giusto, ha proseguito il comico genovese, «ma io voglio la destinazione d'uso di quelle che io verso, voglio sapere esattamente a cosa serviranno». Il leader del Movimento 5 stelle ha poi aggiunto: «Le persone che vengono ai nostri incontri, oramai, raddoppiano»

 

 

COSA PARLOTTAVANO DI BELLO ALFANO E PAOLO ROMANI. QUESTIONI TELEVISIVE? - “TROVATE UN UFFICIO A MARCO RIZZO”

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1- Se il 10 maggio vi trovate dalle parti di Capistrano beach, in quel di Los Angeles , chiedete della villa di George Clooney. Con un po' di fortuna vedrete entrare Barack Obama. Il gaio George, infatti, ha organizzato una cenetta per raccogliere fondi a favore dell'"abbronzato". Previsione per la serata: 3 milioni di dollari per la campagna elettorale dell'inquilino della Casa Bianca. Astenersi morti di fame e repubblicani.

ANGELINO ALFANO DARIO SALVATORI

2- Carla' si presenta al seggio elettorale, porge il suo passaporto nuovo nuovo (francese, ha rinunciato a quello italiano tre anni fa) al Presidente del seggio. E questi lo lascia inavvertitamente cadere sul tavolo. Come se non volesse toccarlo. Segno dei tempi?

3- Sara' un caso ma il Dipartimento di Stato annuncia, in pieno scandalo escort colombiane, che la durata dei visti per gli USA passa da cinque a dieci anni per "aumentare gli scambi turistici e di lavoro con i cittadini della Colombia". Miss Suarez, ti aspettiamo a Washington...

4- Il motto del Secret Service di Obama, col debole escort, e': "Worthy of trust and confidence". Come dire, "fidatevi di noi"...

PAOLO ROMANI BARACK OBAMA E GEORGE CLOONEY

5- Chissà perché durante le ultime votazioni alla Camera, nei giorni scorsi, in Transatlantico era tutto un fitto parlottare tra Angelino Jolie Alfano e Paolo Romani. Questioni televisive? Ah, saperlo...

6- A proposito di gruppi parlamentari: non chiedete a Fabrizio Cicchitto (si arrabbia moltissimo) come mai i gruppi parlamentari come il Pdl non forniscono mai nessun resoconto pubblico o bilancio sul web di come spendano tutti i milioni e milioni di euro che sono loro assegnati ogni anno e vengono misteriosamente spesi senza necessità di alcun giustificativo di spesa o rendiconto...

7- Niente ponte del 25 aprile per Gianfranco Fini, nonostante la Camera riapra giovedì. Alle 9,30 in punto di mercoledì sarà all'altare della Patria con nonno Napolitano per celebrare la liberazione...

SCAMBIO PIGI BATTISTA - LUCA SOFRI Gianfranco Fini

8- Continua la campagna "Trovate un ufficio a Marco Rizzo". Il comunista trombato in crisi di astinenza dai Palazzi persevera nel passare le sue giornate alla Camera utilizzando le postazioni telefoniche e internet che riportano la scritta "riservato agli onorevoli deputati" (non agli ex), incontrando persone, telefonando a destra e a manca, organizzando dibattiti, come se fosse un parlamentare in carica. Non sarà il caso che si trovi un ufficio non pagato dal contribuente?

9- Sarà vero quanto sta confidando in questi ultimi giorni il Priapo di Palazzo Grazioli agli intimi che incontra, cioè che almeno l'ottanta per cento dei parlamentari azzurri che implorano di essere ricandidati dall'anno prossimo dovranno invece cercarsi un lavoro? Ah, saperlo...

10 - Simpatico scambio, soprattuto per Dagospia, di tweet tra Luca Sofri e Pigi Battista (vedi foto)

11- Fiato alle trombe! Dal 27 aprile al primo maggio, Dario Salvatori, dirigerà il Torino Jazz Festival, starring leggende viventi come Dionne Warkick e il pianista Ahmad Jamal, Stefano Bollani e Chiara Civello, con contorno di una rassegna di film jazz, tra cui la famigerata coppia Ciprì e Maresco con un documentario su Steve Lacy.

 

COME MAI PIERFURBY HA SCIOLTO L’UDC MA NON HA SCIOLTO IL GRUPPO PARLAMENTARE DELL’UDC?

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U. M. per "la Stampa"

Casini fa un altro passo avanti. Ieri ha dato le dimissioni da presidente dei deputati Udc dopo che venerdì aveva avviato le procedure di scioglimento del partito. Non resterà disoccupato: vuole concentrarsi, rende noto, sulla guida dell'Internationale democratico-cristiana. E comunque lui è pur sempre il leader riconosciuto del Terzo Polo dove lo sforzo massimo è di mostrare sintonia, specie in avvio di questa fase costituente, come dimostra l'intervista che Fini ieri ha rilasciato alla «Stampa».

RUTELLI FINI CASINI PIERFERDINANDO CASINI

Nessuna gelosia reciproca, anzi grande impegno per costruire tutti insieme il soggetto politico destinato a nascere dalle ceneri di Udc, Fli e Api. Lo ribadisce il finiano Della Vedova: «Partito della Nazione è soltanto il nome provvisorio del cantiere», ma l'obiettivo è «costruire rapidamente una forza elettorale in grado di competere ad armi pari con tutti gli altri... Questo è il progetto di Fini, Casini e Rutelli che si sono rimessi in gioco».

BEPPE GRILLO

Tutto dipende da quante adesioni il progetto saprà ottenere. Significativo che Pisanu, autore di un documento sottoscritto da altri 26 senatori Pdl, prometta di andare verso il centro «con tutto il partito o con una sua larga parte». Anche dal Pd applausi a Casini: Merlo indica nello scioglimento per un progetto più ambizioso «la strada maestra» da cui lo stesso Bersani non dovrà prescindere.

Nel Pd si ragiona a voce alta sulla crisi dei partiti braccati dell'antipolitica. Anche qui, sulla scorta dell'intervista che D'Alema ha rilasciato al nostro giornale. Il presidente del Copasir molto insiste sulla fine del modello ispirato alle leadership populista. E il professor Fisichella ricorda come il tema di una riforma morale e intellettuale fosse già stato evocato prima da Renan e poi da Gramsci, questione antica insomma.

MASSIMO CACCIARI Fini Casini Rutelli

Su cui il filosofo Cacciari ha qualcosa da dire: «Sono d'accordo con D'Alema quando evidenza che una crisi radicale dei partiti equivale a una crisi della democrazia. Ma il problema è come affrontare la crisi dei partiti che sono sempre peggio, non riescono a selezionare la classe dirigente e non fanno le foto riforme». Manca, secondo Cacciari, qualunque accenno di vera autocritica.

E in questo clima prospera Grillo, con i suoi messaggi fuori dagli schemi. Alcuni spunti dai discorsi di ieri: «I controlli della Finanza installano odio sociale, il mio commercialista è in analisi per capire come si deve pagare l'Imu, i poliziotti hanno i co... pieni di dover bastonare la gente» e via martellante con una indubbia vena comica. Lo stesso Di Pietro fatica a reggere il confronto con il fondatore del movimento Cinque Stelle, mentre ormai l'attenzione dei politici è tutta rivolta alle prossime amministrative. Tra due weekend, e rivedremo in campo pure Berlusconi: farà propaganda al suo partito in Brianza.

 

LANDE SEMPRE PIÙ DESOLATE - ALTRI 26 MILIONI SOTTRATTI DAL MADOFF DEI PARIOLI, DIETRO PSEUDONIMI COME “TOPOLONA”

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Sara Menafra per "Il Messaggero"

Gianfranco Lande al processo

C'è un capitolo completamente nuovo nella storia di Gianfranco Lande, il consulente finanziario a giudizio per aver truffato centinaia di persone tra i quali alcuni vip della capitale. Soldi per 21 milioni di euro che sarebbero stati movimentati tra il giugno 2002 e il giugno 2009 con investimenti paralleli a quelli rintracciati finora e dunque del tutto nuovi.

Gianfranco Lande

Ai quali si sommerebbero altri 5 milioni tra il 2004 e il 2006. A raccontare la storia di questa doppia contabilità è stata Daniela Reali, ex dipendente di una delle società degli indagati. Il file era contenuto su un hard disk intestato a tale Massimo Capone, nome finora ignoto alle indagini.

Una tabella informatica piuttosto semplice, con entrate e uscite attribuite molto spesso a nomi di fantasia. «Trattandosi di movimentazioni in contanti - sottolineano i consulenti del pm nel documento depositato ieri in vista della prossima udienza - non è stato possibile tracciare documentalmente la provenienza/destinazione delle stesse». Il sospetto è che il denaro venisse prelevato in contanti dai fondi di investimento intestati ad alcuni clienti e quindi spostato su altri investimenti che potrebbero avere a loro volta natura illecita.

Gianfranco Lande

Non a caso, molti dei nomi inseriti nella tabella «Tamara» sono pseudonimi più o meno fantasiosi: topolona, cassandra, farfalla, topkapi e via così, affiancati a nomi di clienti che si sono già costituiti parte civile nel processo, assieme alle circa trecento vittime della truffa.

LANDE- SEDE EGP

La nuova consulenza ha anche evidenziato che il danno patrimoniale per i 317 clienti truffati si aggira tra un minimo di 50,9 milioni di euro e un massimo di 118,9. Sottolineano i consulenti Silvio e Alessandro Tirdi e Giovanni Mottura, queste operazioni avevano un costo contabilizzato nel file: «Appare comunque evidente - scrivono - l'anomalia riscontrabile con riferimento alle movimentazioni in uscita indicate, nei file in esame, con casuali commissioni (per complessivi euro 1,3 milioni circa) e ufficio (per complessivi euro 300 mila circa), ragionevolmente riconducibili a una (non tracciabile) remunerazione propria delle persone e/o dei collaboratori (promotori), ovvero a sostenere gli oneri di gestione della struttura nel suo complesso».

Luca Tescaroli

L'obiettivo di questa nuova parte dell'indagine, affidata al pm Luca Tescaroli, è scoprire dove siano finiti questi contanti. La segretaria Reali a verbale ha detto di aver tenuto la contabilità senza mai aver visto un euro: «Mi veniva semplicemente richiesto di annotare i movimenti di denaro contante e mi veniva anche indicato cosa inserire nella colonna Description, in genere si trattava di movimentazione di denaro contante relativa a clienti principalmente di Castellacci e relativi alla gestione Blue Water, oltre a uscite relative a spese d'ufficio». Erano proprio i fondi Blue Water i più rischiosi dell'impero Lande, quelli che hanno fatto vacillare gli investimenti fino alla mancata restituzione per alcuni clienti.

 

 

SI VOCIFERA DI UNA TELEFONATA DI FUOCO DI LETTA A PASSERA PER CERTI SUOI ATTEGGIAMENTI POCO APPREZZATI DAL BANANA

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Bigador per Dagospia

GIANNI ALEMANNO RENATA POLVERINI ALEMANNO POLVERINI

1 - Deputati!? Deputati! Oh, oh. Ma dove siete? La Camera è al lavoro, anche se in pochi se ne sono accorti. Dopodomani, poi, è festa. Non per loro. Ma l'escamotage è dietro l'angolo.

2 - Felicissimi Polverini e Ale-danno per l'esclusione. Adesso possono fare le vittime" alla faccia di questi quattro rompicoglioni". Imbarazzo, invece, per Zingaretti.

3 - Bilancio dopo gli appuntamenti del week end: la Frignero è sempre più a picco in quanto a stima all'interno dell'Esecutivo. Passera non la può vedere e Barca tra un po' le dà del voi.

4 - Bilancio-2: "Sì, ora ci manca anche la Cancellieri in veste Frignero e siamo rovinati"

CANCELLIERI

5 - Qui mettiamo un pare grosso grosso: telefonata di fuoco da parte di Letta contro Passera. L'argomento? Certi suoi atteggiamenti poco apprezzati dal nostro Banana.

6 - Motivi profondi. Politicamente validi. Ragionamenti sopraffini. Sapete qual è l'unico dubbio di ABC sull'andare al voto nel 2013? Chi lo spiega agli italiani lo spreco di milioni e milioni di euro, quando le amministrative ci sono comunque ad aprile.

GIANNI LETTA METIDA

7 - L'argomento preferito di Milanese? Ma Tremonti, ovvio. Voi direte: ancora!? Eccome, specialmente dopo la sua dichiarazione di voto per Hollande.

8 - Poltrone friccicano. Aumenta il numero di parlamentari in cerca di qualche rassicurazione per il posto. In fin dei conti sono tanti "quelli che tengono famiglia". La loro salvezza? Che non si cambi la legge elettorale, magari una rinfrescatina. Ma niente più. Chiedere ai vari Razzi, Scilipoti, Penati, Moffa e ancora e ancora.... Che angoscia!

9 - Gelosie: le fanciulle messa da parte dal nostro Banana parlano malissimo della Rossi. Ma ne dicono di tutti i colori. Anche cose alle quali non vogliamo credere. Cribbio! Per carità, salviamo la Giammanco e la Gelmini. Loro non fiatano. Nononono....

scipiloti speech resize

10 - Santadeché stratega. Sarebbe pronta anche a telefonare a Storace per ritrovare un ruolo. "Se vabbé, se sente la Le Pen de noantri. Mavavava" rispondono i duri e puri.

11 - Sondaggio sondaggino, a quanto sta il grillino? Forse l'ascesa si è fermata. Forse. Certo "sarebbe meglio non parlarne tantomeno trasmetterlo" dicono dal Pdl.

12 - E tanto che non lo facciamo: salutiamo Andreotti, l'ultimo Divo.

 

 

UN DEPUTATO LABURISTA, A LUNGO NEL MIRINO DEI TABLOID, ACCUSA MURDOCH DI AVER COSTRUITO UNO “STATO OMBRA”

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Enrico Franceschini per "la Repubblica"

Uno «stato ombra» che opera nascostamente all'interno della società britannica, sguinzagliando i suoi uomini alla ricerca di informazioni compromettenti sui leader politici, per scoprire «amanti segreti», «relazioni extraconiugali», «amicizie omosessuali», con l'obiettivo di ricattarli e di influenzarne le decisioni.

RUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZA

È l'accusa senza precedenti lanciata a News Corporation, la casa editrice dei giornali di Rupert Murdoch in Inghilterra, da un libro appena pubblicato a Londra, scritto da Tom Watson, un deputato laburista a lungo lui stesso nel mirino dei tabloid del magnate australiano, e da un giornalista dell' Independent, un quotidiano rivale.

RUPERT MURDOCH

Il libro presenta nuove prove contro Murdoch, proprio nel momento in cui il cerchio sembra stringersi sempre di più attorno all'editore e ai suoi collaboratori. Martedì suo figlio James sarà interrogato per la terza volta dalla commissione d'inchiesta sul Tabloidgate, lo scandalo di intercettazioni illecite e corruzione di pubblici ufficiali che dall'estate scorsa tormenta la News Corporation; e il giorno dopo sarà chiamato a deporre, per la seconda volta, l'81enne Rupert. Intanto la polizia ha arrestato altre tre persone nell'ambito delle indagini, fra cui un giornalista, corrispondente da Buckingham Palace del Sun, il quotidiano più venduto del gruppo.

Con questi il numero degli arrestati sale a 26 e secondo le indiscrezioni la polizia ha chiesto nei giorni scorsi alla magistratura di incriminarne formalmente almeno 11, tra cui ci sarebbe Rebekah Brooks, ex-amministratrice delegata della News Corporation, considerata da Murdoch come una figlia.

REBEKAH BROOKS CON IL MARITO

E il caso starebbe per allargarsi agli Stati Uniti, dove il tycoon ha un'altra cospicua fetta del suo impero mediatico, dalla rete tivù Fox News al tabloid scandalistico New York Post fino al Wall Street Journal: Mark Lewis, l'avvocato inglese che un anno fa fece scoppiare il Tabloidgate a Londra denunciando intercettazioni illecite ai danni di un singolo cliente, afferma di essere pronto a presentare tre casi analoghi alla giustizia statunitense.

MURDOCH ATTACCATO CON SCHIUMA DA BARBA

In attesa delle nuove testimonianze di Murdoch padre e figlio davanti alla commissione d'inchiesta, per il momento è il libro del deputato britannico a raccogliere la maggiore attenzione. Fin dal titolo: Dial M for Murdoch, allusione a un famoso film di Hitchcock, "Dial M for Murder" (in italiano si chiamava "Delitto perfetto").

In passato l'autore aveva paragonato Rupert Murdoch a un padrino mafioso. Stavolta va ancora più in là: «Abbiamo concluso», afferma Watson, «che la rete di influenza stesa da News Corporation sopra la Gran Bretagna, includendo politici, polizia e molti altri personaggi della nostra vita pubblica, equivale a uno stato ombra».

Il suo volume contiene le rivelazioni di un ex-giornalista del News of the World, il tabloid chiuso da Murdoch nel luglio scorso per spegnere lo scandalo, il quale afferma che l'allora direttore del giornale ordinò ai suoi cronisti di «trovare tutto quello che si riesce» sul conto dei membri della commissione della camera dei Comuni che aveva cominciato a indagare sulla News Corporation. Lo scopo era scoprire «chi è gay, chi ha relazioni extraconiugali, qualsiasi cosa possiamo usare» per compromettere i deputati e condizionarne le decisioni.

ALISTAIR CAMPBELL E CHERIE BLAIR Manifestante anti Murdoch

Trai deputati della commissione più decisi a fare luce sugli sporchi trucchi del gruppo Murdoch c'era lo stesso Watson, che nel suo libro raccoglie una confidenza in proposito fattagli da Alastair Campbell, l'ex-portavoce di Tony Blair: «Rebekah Brooks mi disse che non si sarebbe fermata fino a quando non fosse riuscita a colpire Watson.

E quando io criticai l'operato del loro gruppo, ricevetti una serie di messaggi minacciosi da parte di Rebekah e di James Murdoch». Con Watson, sempre secondo il libro, la News Corporation a un certo punto prova anche a trattare: un intermediario avvicina il deputato, per dirgli che la compagnia è disposta a sacrificare il direttore del News of the World, ma non Rebekah, considerata «sacra». Sennonché poi è caduta anche lei. Resta da vedere quante altre teste cadranno in questa istituzione che Dial M for Murdoch definisce «tossica», come un veleno, per la democrazia.

 

 

TOCCATEMI TUTTO, MA NON LA CASA - DA SCAJOLA A PATRONI GRIFFI, GLI SCANDALI IMMOBILIARI SONO PEGGIO DEL BUNGA BUNGA

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Pierluigi Battista per il "Corriere della Sera"

Non è vero che tutti sono uguali. Per esempio la casa di Calderoli affittata con i soldi (pubblici) della Lega affaccia sul Cupolone in lontananza, mentre quella comprata a sua insaputa da Scajola guarda invece il Colosseo in primo piano. Scenari diversi, ma che rimandano alla vera, grande fissazione neo-oligarchica della Seconda Repubblica: farsi casa con acrobazie poco chiare, ancorarsi alla solidità del mattone come privilegio da sfruttare e da esibire, mentre il mondo intero è sconvolto dall'evanescenza dell'economia smaterializzata in finanza pura.

SCAJOLA E SIGNORA NELLA CASA CON VISTA COLOSSEOScajola casa colosseo

Perché insomma una casa con cui approfittarsi della momentanea posizione di potere è un caso isolato, due sono una coincidenza, ma un intero compound di case messe a disposizione della nomenclatura politica sono una mania contagiosa. Anche un po' irritante, quando l'economia internazionale viene messa in ginocchio per i mutui sub- prime negli Stati Uniti. O quando le banche non sborsano più un euro per chi vorrebbe, a fatica, molto a fatica, accendere un mutuo anche modesto.

Loro no: i politici amano vivere in un mondo a parte. Sono contro l'antipolitica ma non rinunciano ad essere molto filo-casalinghi. Nel senso della casa come status symbol, della casa come appartenenza al cerchio magico politico che tutto può, della casa come segnale di differenza, di distinzione, di ostentata promozione sociale.

Calderoli se la poteva pagare da solo, con il cospicuo stipendio da parlamentare, la casa? Certo, ma ha preferito usufruire del finanziamento pubblico dei partiti. Niente di penalmente rilevante: solo la scocciatura in base alla quale sono gli italiani a pagare attraverso i maneggi del finanziamento pubblico dei partiti quell'affitto da 2.200 euro mensili (e anche le spese condominali?).

MONTECARLO TULLIANI TECNOCASTA CALDEROLI BY CARLI

Un pezzo grosso della sanità pugliese, si scrive in questi giorni, che cosa ha messo a disposizione del gruppo dalemiano di cui vanta l'appartenenza: ma una casa, naturalmente, e il gruppo dalemiano non sembra aver protestato. E oltre alla Mercedes, cosa si faceva prestare l'allora magistrato Di Pietro alla vigilia di Tangentopoli? Sempre una casa, piccola, ma a due passi dal Duomo, beninteso. E il presidente Fini cosa ha messo nelle mani del cognato vorace e dai comportamenti personali per così dire borderline: ma certo, una casa, a Montecarlo, pagata a un prezzo di favore, con tutto un ghirigoro di società offshore. Case, case, e sempre case.

Case, come quelle degli enti pubblici che hanno venduto gli appartamenti a prezzi stracciati agli inquilini con diritto di prelazione. Stavano dentro prima con affitti irrisori, pagano poco dopo con contratti d'acquisto irrisori: una catena di privilegi che non finisce mai. Trasversale, come si dice: c'entra Rosy Bindi e c'entra Renata Polverini. Tutto regolare, ovviamente. Anche il popolo di politici e sindacalisti e vip dello Stato e del paraStato i cui nomi vennero fuori al tempo dell'inchiesta giornalistica di Vittorio Feltri su «Affittopoli» si muoveva nella legalità, per carità.

milanese

Ma stavano dentro e non fuori. Anche il ministro Patroni Griffi ha dalla sua sentenze inattaccabili: dicono che il suo appartamento, malgrado la splendida vista sul Colosseo, sebbene da un'angolazione diversa da quella che gratifica la vicina casa Scajola, non sia per ciò stesso un appartamento di pregio e dunque che non deve subire trattamenti economici simili a quello di pregio. Sulla casa presa per via privilegiata non si scherza. Sugli immobili bisogna stare immobili.

TORRE DELLE MILIZIE - PATRONI GRIFFI

Anche perché è costume da nomenclatura così diffuso, così generalizzato che quasi quasi ci si chiede, tra chi beneficia di condizioni impensabili per la gente comune, dove stia, non diciamo lo scandalo, ma almeno il problema. L'ex ministro Tremonti divideva l'affitto di un appartamento con il sottosegretario Milanese. E come pagava la metà degli ottomila euro della casa presa con il solito giro di amicizie e intrecci dal grande patrimonio immobiliare vaticano messo a disposizione di chi conta? In contanti, cash, banconote.

Non con assegno, o con bonifico: in contanti. È proprio vero che per la casa si commettono impudenze imperdonabili. Con una parte del finanziamento pubblico alla Lega, il tesoriere metteva a disposizione della famiglia Bossi la somma necessaria per le piccole e grandi ristrutturazioni della casa del Capo carismatico.

CASA PATRONI GRIFFI CON VISTA SUL COLOSSEO

Appena esploso il caso dei soldi della Lega registrati sotto la dicitura «The Family», il quotidiano Libero ha fatto anche cenno a una casa lasciata in eredità al Carroccio da una militante leghista, poi rivenduta (sembrerebbe). Ma di questa casa ora non si sa granché. Se non che l'abitudine di usare con disinvoltura le case che sono il lascito di militanti a favore dell'«Idea» non è prerogativa solo dell'ex Alleanza Nazionale. Anche i proventi di Lusi, del tesoriere dell'ex partito che quando era in vita si chiamava Margherita e che ha continuato a ricevere contributi pubblici pure dopo la cessazione dell'attività, si sono materializzati in case e ville di notevole valore.

La casa è un bene rifugio, ma è soprattutto il rifugio di fondi che dovevano rimborsare e non hanno rimborsato. È il rifugio di chi si sente arrivato, partecipe di un mondo una spanna sopra il mondo normale, impastato di favori, prezzi stracciati, comodità gratuite, case, palazzi, ville, muri, metri quadri, vani, accatastamenti e così via.

La casa come investimento psicologico. Niente da dire, se effettuato con i soldi propri. Discutibile se i soldi, ricevuti talvolta come diretto finanziamento pubblico, talaltra come generosa regalia di cricche e lobby, non sono fatti della stessa materia di quelli guadagnati da tutti gi altri.

Filippo Patroni Griffi

E chi farà analisi dettagliate, minuziose, pignole sui patrimoni immobiliari di vecchi e nuovi partiti, partiti morti e partiti appena nati? La casa è troppo importante per non farsi notare. È lo scenario dove si svolgono le cose importanti della vita, è lo scenario dell'esistenza quotidiana, dei legami familiari, delle gioie domestiche e degli inferni domestici, anche.

Non capire la centralità simbolica della casa è anche il segno della cecità di una classe dirigente che non sa guardare oltre il recinto del proprio circolo, che non frequenti altri che non siano i propri simili, tutti nelle stesse condizioni, molti con case di favore, tutti a vantare un diritto di prelazione al privilegio.

Case pagate all'insaputa, case affittate con i soldi pubblici, case prese da enti pubblici poi dismessi, case di pregio ribattezzate orwellianamente «non di pregio» e che favoriscono ministri in carica, case del partito diventate case personali, eredità di militanti che vengono gestite come se fossero nella disponibilità privata di chi dirige un partito.

Una concentrazione così macroscopica sul mattone e i suoi derivati non può essere un dato passeggero e insignificante. È l'emblema visibile di un momento storico specifico dell'Italia repubblicana. Una malattia di chi ha messo un'intercapedine di incomprensione tra sé e il resto del mondo. Senza capire che sarà un rogito che li seppellirà.

 


LA FRANCIA SILURA L’EURO - LE PAURE EUROPEE AFFONDANO LE BORSE - FINMECCANICA, TACCE DI TANGENTI ‘MILIONI VERSATI ALLA L

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Il Velino.it

CORRIERE DELLA SERA - In apertura: "Le paure europee affondano le Borse". Sotto: "La stretta (virtuosa) dell'austerity". Editoriale di Angelo Panebianco: "L'antipolitica e i suoi antidoti". Al centro con foto di Marine Le Pen: "Se i due rivali corteggiano Marine Le Pen"; "Glucksmann e l'immaginaria Linea Maginot". Sempre al centro: "Finmeccanica, tacce di tangenti ‘Milioni versati alla Lega'". In basso: "Il Milan ora cerca Pep Guardiola".

LA REPUBBLICA - In apertura: "Effetto Francia, giù le Borse". Editoriale di Bernardo Valli: "Il partito anti-europeo". Accanto: "La schiavitù dei mercati". Al centro: "‘Finmeccanica, per la Lega una tangente da dieci milioni". Sempre al cento: "Ruby al telefono: da Berlusconi 47mila euro ogni settimana". Di spalla: "Quel libro che non scrissi sulla paghetta per i figli". In basso: "Il nuovo business degli 007 smascherare gli assenteisti". Accanto: "L'ultimo record d'Italia la classifica dei nasi rifatti".

LA STAMPA - In apertura: "Europa fragile, mercati a picco". Editoriale di Mario Deaglio: "Il tramonto dei parametri finanziari". Di spalla: "Follia ultrà Marassi chiuso Il Viminale: club colpevoli". Sotto: "I compari del calcio". Al centro: "Fornero in fabbrica: ‘Alle nostre cure non c'è alternativa'". In basso: "Quattro mesi prigionieri nella Tortuga".

IL GIORNALE - In apertura : "La Francia silura l'euro". Al centro con foto: "Perché la destra italiana non ha la sua Marine Le Pen". Editoriale di Nicola Porro: "Attenti al socialista vuole solo più tasse". Di spalla: "Alla faccia della Liberazione: i sindacati chiudono i negozi. Al centro grande foto di Mario Monti e lettera al premier: "Basta tasse, son finiti i soldi". In basso: "La paura del nero, i rossi e il Mar Giallo".

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "L'Europa affonda le Borse Milano -3,8%, spread a 409". Editoriali di Carlo Bastasin e Stefano Folli: "L'obbligo di dare certezze"; "Un risultato che fa gioco alla politica". Di spalla: "Rimborsi dell'Iva: subito una soluzione". Al centro in basso: "‘Meno tasse per crescere".

IL MESSAGGERO - In apertura: "Borse a picco, risale lo spread". Sotto: "Ciampi: ‘Hollande attento Sarkozy può ancora vincere'". In un altro riquadro: "Lo spettro di Marine Le Pen si aggira in tutta l'Europa". Editoriale di Marco Fortis: "Il vero problema è Berlino". A centropagina: "Busco: ‘Io, innamorato di Simonetta' ma per il pg condanna da confermare". Accanto: "Bankitalia e Corte dei conti: troppe tasse, crescita a rischio". In un riquadro: "25 aprile, Napolitano invita istituz

IL TEMPO - In apertura: "L'Europa sospesa tra la Borsa e la vita". Editoriale di Mario Sechi: "Decide il popolo non la finanza". Al centro con foto di Renato Schifani: "La riforma dei partiti o crolla tutto". In basso: "L'affondo di Muti: non ci sono più maestri"; "Nelle stazioni del metrò l'ora delle grandi pulizie".

IL FATTO QUOTIDIANO - In apertura: "Finmeccanica, in Svizzera a caccia della tangente". Editoriale di Furio Colombo: "Il loro 25 aprile". Di spalla, Marco Travaglio: "Pulizia di Stato". Al centro: "Tra Hollande e Sarkozy decidono gli Invisibili".

 

BANANA SHOW: “SE SI VOTA A OTTOBRE LA SINISTRA VINCE, ANZI NO. SE UNIAMO I MODERATI VINCIAMO NOI”

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1 - NAPOLITANO, LAVORO-PERSONA VALORI PRIMARI COSTITUZIONE...
(ANSA) -
"Va riconosciuto come grande impegno comune quello della tutela dei valori primari, quali il lavoro e la persona, che la nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica": lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.

SILVIO BERLUSCONI - PREGHIERA O PENNICHELLA

2 - BERLUSCONI,FORSE VOTO OTTOBRE E SINISTRA PUO' VINCERE...
(ANSA) -
"Se si andasse a elezioni a ottobre, come potrebbe essere possibile, la sinistra potrebbe vincere". Lo ha detto l'ex premier Silvio Berlusconi parlando ai coordinatori regionali del suo partito. La sinistra, ha detto Berlusconi, "con questa legge elettorale", potrebbe vincere "visto che la Lega masochisticamente ha deciso di andare alle amministrative da sola e Fini ha fatto quello che ha fatto".

berlusconi_casini

3 - PDL: BERLUSCONI, POSSIAMO VINCERE SE MODERATI UNITI...
(ANSA) -
Il Pdl lavora per cercare di unire i moderati e coloro che non si riconoscono nella sinistra. Perché solo se i moderati resteranno uniti, si potranno vincere le prossime elezioni. Lo ha detto Silvio Berlusconi nel corso della riunione con i coordinatori regionali del Pdl, secondo quanto riferiscono alcuni dei presenti.

4 - BERLUSCONI, A NUOVO CONGRESSO NUOVO NOME A PARTITO...
(ANSA) -
"Al prossimo congresso sottoporremo" l'ipotesi di "dare un nuovo nome al partito". Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando con i coordinatori regionali del Pdl secondo quanto riportano alcuni partecipanti. "L'acronimo Pdl - ha evidenziato Berlusconi - non suscita emozione, quindi al prossimo congresso sottoporremo un altro nome per il partito che resta lo stesso, composto dalle stesse persone che credono nelle stesse cose, nelle nostre idee".

ANGELINO ALFANO E SILVIO BERLUSCONI

5 - PDL: BERLUSCONI, ALFANO HA QUID IN PIU' DI CUI C'E' BISOGNO
(ANSA) -
"Abbiamo un giovane segretario, Angelino Alfano, che abbiamo avuto la fortuna di trovare nella nostra squadra". Lo ha detto il presidente del Pdl Silvio Berlusconi parlando a una riunione alla Camera con i coordinatori regionali del suo partito, secondo quanto riportano alcuni partecipanti. "Alfano - ha aggiunto - lo conosco bene, lavoro con lui da oltre 10 anni, è dotato di una lealtà assoluta e di una capacità straordinaria e di quel quid in più che solo lui ha e di cui c'é bisogno, di quel quid in più e non di quello che qualcuno aveva provato ad attribuirci".

6 - PARTITI: PD PROPONE DIMEZZAMENTE RIMBORSI DA SUBITO...
(ANSA) -
Un dimezzamento dei rimborsi elettorali a partire da quelli ancora in corso: è il succo della proposta di riforma che il segretario del Pd Pier luigi Bersani presenterà oggi nella sede del partito.

7 - FISCO: DL;SENATO CONFERMA FIDUCIA CON 228 SI',E' LEGGE...
(ANSA) -
Il Senato conferma la fiducia al governo sul decreto in materia di semplificazione fiscale con 228 sì, 29 no e due astenuti. Il provvedimento, in terza lettura al Senato, è legge. L' ultima fiducia al Senato è del 4 aprile, sempre sul decreto fiscale con 241 sì 29 no e due astenuti.

ROBERTO MARONI E UMBERTO BOSSI SI STRINGONO LA MANO

8 - LEGA: MARONI VERSO 'LEGA UNITA DAY' IL PRIMO MAGGIO...
(ANSA) -
Un "Lega Unita Day" potrebbe esserci già il primo di maggio: lo anticipa Roberto Maroni sul suo profilo Facebook, senza però fornire dettagli. "Ci stiamo lavorando (seguiranno indicazioni)", si limita a scrivere il triunviro della Lega, all'indomani delle voci di un 'Bossi Day', di cui è stata smentita la presenza del Senatur.

9 - SENATO: MAURO, RISPETTO REGOLAMENTO, RESTO A MIO POSTO...
(ANSA) -
"Al regolamento del Senato intendo attenermi come sempre ho fatto e come continuerò a fare nello svolgimento delle mie funzioni". Così la vice presidente del Senato Rosi Mauro chiude il dibattito sulla richiesta di dimissioni avanzate da Pd e Idv e rimane al suo posto continuando a presiedere.

ROSY MAURO

10 - SENATO: ROSI MAURO IN AULA, APPLAUSI E CONTESTAZIONI...
(ANSA) -
La vice presidente del Senato Rosy Mauro torna a presiedere l'Aula dopo l'espulsione dal gruppo della Lega avvenuta il 12 aprile. In questo periodo è stata sostituita dal presidente Renato Schifani. Il ritorno in Aula è stato contestato dall'Idv ma la senatrice ancora iscritta al gruppo misto ha ricevuto anche applausi.

BEPPE GRILLO

11 - GRILLO, SE ITALIANI VORRANNO GOVERNEREMO, IO INCANDIDABILE...
(ANSA) -
"Sono incandidabile". Così risponde Beppe Grillo al settimanale 'Chi', che gli domanda se si presenterà alle prossime elezioni. Quanto al Movimento 5 Stelle: "Cosa faremo del 7% di voti? - dice - Per ora assolutamente niente, ma se gli italiani decideranno che dovremo governare, ci attrezzeremo. Ci penseremo quando avremo visto il risultato delle elezioni amministrative". Grillo, nell'intervista per il numero di 'Chi' in edicola il 25 aprile, al termine di un comizio in provincia di Brescia, spiega: "La nostra è un'idea condivisa. Noi cominciamo a formare la base: quando vedremo i primi risultati, potremo fare un punto e decidere di condividere delle idee. In futuro il movimento, se vorrà e se ci saranno le condizioni, certo che andrà in Parlamento".

MASSIMO CACCIARI

12 - GRILLO: CACCIARI, 'FENOMENO' SIMBOLO DI MISERIA PARTITI...
(ANSA)
"Il 'fenomeno' Grillo è il simbolo della miseria dei partiti e allo stesso tempo viene utilizzato da loro per coprire i loro limiti". Lo afferma il filosofo Massimo Cacciari all'ANSA, rilevando come "Grillo è una forma di protesta ormai fisiologica e radicata". Per Cacciari quella di Grillo "é una forma di antipolitica che copre, nel sentire della gente, l'assenza di strategia politica da parte dei partiti".

 

L’”EDUCAZIONE SENTIMENTALE” SECONDO LA MINETTI PER ‘INIZIARE’ UNA NUOVA BUNGA-GIRL: “NE VEDRAI DI OGNI”

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1- TELEFONATA TRA SILVIO BERLUSCONI E NICOLE MINETTI
http://video.repubblica.it/le-inchieste/minetti-a-silvio-ti-porto-un-amica-carinissima/93392/91786

2- NICOLE MINETTI VUOLE "BRIFFARE" MELANIA TUMINI
http://video.repubblica.it/le-inchieste/nicole-a-melania-ti-volevo-un-attimo-briffare-sulla-cosa/93394/91788

NICOLE MINETTI IN USA DAL SUO PROFILO TWITTER

3- TELEFONATA TRA EMILIO FEDE E IMANE FADIL
http://video.repubblica.it/le-inchieste/imane-e-barbara-a-fede-vieni-quella-e-pazza/93295/91689

4- LA BOMBASTICA MINETTI QUANDO DOVEVA ‘INIZIARE' UNA NUOVA BUNGA-GIRL ERA "GASATA DURA"
Massimo Razzi per "la Repubblica"

nicole minetti

"Gasata dura", "Ti briffo", "Quando arrivi in station?". Ma come parlava (e, soprattutto, di cosa parlava?) la consigliera regionale lombarda Nicole Minetti quando (fine estate 2010) si dava da fare per organizzare i festini di Arcore? Perché Nicole è un'organizzatrice nata e si preoccupa di tutto: dalla "mise" che le ragazze indosseranno, a che siano preparate e pronte a tutto. Tutto quello che serve a far sì che lui, il "boss dei boss", "the love of my life", sia allegro, soddisfatto e su di giri per la presenza di ragazze nuove e sempre più belle.

Le telefonate di questo gruppo risalgono al 19 settembre 2010. Qualche mese prima di quelle in cui Ruby spiegava che Berlusconi l'avrebbe coperta d'oro in cambio del suo silenzio. Telefonate che Repubblica.it ha messo in onda in esclusiva e che hanno trovato notevole interesse anche in Marocco, come dimostrano i siti di "MaroccOggi" , "Hespress", "Goud" e "Alif Post". In quelle del secondo gruppo abbiamo visto all'opera Emilio Fede e alcune delle ragazze alle prese con le intemperanze di Katerina, la "favorita" pro tempore di "Papi". Nel terzo, la protagonista è indubbiamente Nicole.

barbara faggioli x Melania Tumini al liceo

Ecco dunque, la Minetti che discute con Lisa Barizonte. Di cosa? Dei travestimenti per il "burlesque" serale ad Arcore. Nicole non ha dubbi, si vestirà da maestra "con occhiali, reggicalze e sotto l'intimo sexy...". Chissà cosa ne pensano le insegnanti elementari che, di solito, vestono più morigerati grembiuli... L'altra, la Barizonte, che ha qualche problema con l'italiano (è sudamericana) non sa bene cosa si metterà. Alla fine, dopo una discussione lessicale sul termine "vestaglia" bofonchia che indosserà "una cosa normale". L'importante è che sia divertente...

Ma la festa si avvicina e ci vuole una telefonata a "Papi" per avere conferme. Lui è dolce e sbrigativo: "Allora...". Lei espansiva e confidenziale: "Love of my life...". Lui, pensieroso e un po' stanco: "..Questa sera facciamo una festa, dopo tanto tempo...". Lei non si tiene più: "Posso portare una ragazza?... Carinissima... bellissima... Alla seconda laurea". Lui, laconico, risponde tre volte "Ottimo".

A Nicole non resta che "briffare" la prescelta "carinissima" e "con due lauree". Si tratta di una vecchia compagna di studi, Melania Tumini, che sembra pronta e interessata a partecipare a una serata ad Arcore. Nicole la "briffa" mentre è in treno. Le dice che Silvio è entusiasta all'idea di conoscerla, che ha detto "ottimo" (vero) e, già che c'è, le spiega l'ambientino...

NICOLE MINETTI A FORMENTERA

"...La tipologia è varia - fa, didascalica - Ce n'è di ogni... C'è la zoccola, ci sono le 'sudamericans disperate', quelle un po' più serie come Barbara Faggioli... E, poi, ci sono io che faccio quello che faccio". Cosa farà mai la Minetti? Niente, intanto dà consigli che hanno il pregio della chiarezza: "Non sii (sic) timida, fregatene, battitene il cazzo e via andare..". Un crescendo un po' imbarazzante, ma efficace.

NICOLE MINETTI TESTIMONE DI NOZZE DELLA SORELLA ANGELICA

Ma Melania, evidentemente, non ha abbastanza pelo sullo stomaco. O, forse, non è stata "briffata" bene da Nicole. Perché la sua testimonianza sulla serata di Arcore sarà tra le più pesanti per dimostrare che non si trattava di feste eleganti, anzi. Melania parlerà di un "troiaio" e di essersi sentita in imbarazzo: "Sembra di stare al Bagaglino", dirà. "E lui - ormai - fa quasi pena... Si presenta in modo molto basso... Si potrebbe dire: sei malato... E sua moglie lo diceva".

Espinoza Arisleida rig C fotogallery listaorizzontale foto fotoorizzontale

In fondo, quella di Arcore, è un'educazione sentimentale... Lo dimostra anche il dialogo tra due ragazze sudamericane, Marystelle Polanco e Aris Espinoza, oggetto di una delle intercettazioni. Qui si parla (in spagnolo) abbastanza esplicitamente di soldi. Nel senso che Aris spiega a Marystelle come ha fatto a ottenere il suo compenso serale che "Papi", quella sera (il 18 settembre) non sembrava intenzionato a scucire.

Marysthell Garcia Polanco

Scena: le ragazze tutte in macchina, aspettano Aris per partire. Lui cerca di congedarla. Lei, ferma. "Non te ne vai?". "No". "Rimani?". "No". E, allora, "Papi" capisce. Fanno duemila euro e Aris sale in macchina con le altre.

 

INTESA: CUCCHIANI VUOLE FAR FUORI MORELLI? - PROLUNGATE LE INDAGINI SU SANTORO PER UN’INTERVISTA SUL CASO “WHY NOT”

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Da "Panorama"

Enrico Cucchiani Marco Morelli DG Intesa Sanpaolo

1 - INTESA: IL RIBALTONE DI CUCCHIANI...
Turchia e Abu Dhabi le ha già aperte, ma non saranno le uniche sedi estere che Enrico Cucchiani, amministratore delegato dell'Intesa Sanpaolo da quando Corrado Passera è al governo, aprirà per internazionalizzare il gruppo, adempiendo al mandato che gli hanno dato i suoi azionisti: si parla già di nuove iniziative in Sud America. È invece sull'Italia che Cucchiani dovrà chiudere qualcosa, per esempio la partita in sospeso per la guida della Banca dei territori, dove Marco Morelli, direttore generale vicario del gruppo, non sarebbe considerato, secondo voci unanimi, tra i soci di riferimento del gruppo, in linea col nuovo corso. E Cucchiani sarebbe intenzionato a un cambio (nessuna conferma ufficiale). Con la comprensione del presidente, Giovanni Bazoli. Cambiare Morelli con chi? Presto per dirlo, anche se il terzo direttore generale, Carlo Messina, è pronto alla bisogna. (S.L.)

2 - WHY NOT, INDAGINI PROLUNGATE SU SANTORO...
La Procura di Lamezia (Catanzaro) aveva chiesto l'archiviazione, ma il tribunale ha appena prolungato le indagini nel processo aperto contro Michele Santoro e Sandro Ruotolo per diffamazione. I due giornalisti erano stati querelati nel 2008 da Antonio Saladino, l'imprenditore al centro dell'inchiesta Why not. Il 25 ottobre 2007, ad Annozero, era andata in onda un'intervista a Saladino, seguita da una ricostruzione delle gare d'appalto. Saladino lamentava che l'intervista fosse stata tagliata per deformare la sua immagine. E sostiene che a vincere le gare sia stata la società Why not di cui Saladino non è mai stato né socio né amministratore. (F.C.)

Antonio SaladinoGiovanni Bazoli

3 - A PAOLO SCARONI (ENI) IL PREMIO GUIDO CARLI...
Sarà Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, uno dei premiati della terza edizione del premio Guido Carli. Gli altri 11 nomi, tutti pezzi da novanta fra economia, imprenditoria e cultura, sono ancora top secret. L'evento, ideato da Romana Liuzzo, presidente dell'Associazione Guido e Maria Carli, si terrà il 10 maggio nella Sala della Lupa, a Montecitorio, sotto il patronato del capo dello Stato. Gianni Letta presiede la giuria.

4 - L'ECONOMIA SU RAI 2 STILE MINORITY REPORT...
È il primo programma che parla di economia e di politica senza dibattito in studio. Si intitola «NUM3R1» ed è condotto dal giornalista di Panorama Marco Cobianchi in onda su Rai 2 in seconda serata per altri sette martedì. Nella prima puntata Cobianchi ha mostrato, con l'aiuto di un grafico interattivo su uno schermo trasparente (stile «Minority Report»), l'andamento del finanziamento pubblico ai partiti dal 1974 a oggi. Nella prossima illustrerà come è cambiata la spesa delle famiglie. E dimostrerà che i consumi non sono affatto crollati, anzi.

PAOLO SCARONI

6 - PROCESSO ALLA «CRICCA» DEL G8: ECCO L'ELENCO DEI TESTIMONI ECCELLENTI...
Gianni Letta, Romano Prodi, Antonio Di Pietro e Francesco Rutelli sono solo alcuni degli oltre 100 testimoni famosi che saranno sentiti nel processo contro la «cricca» del G8, per il quale sono state rinviate a giudizio 18 persone, tra cui l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso e l'imprenditore Diego Anemone. Panorama ha letto in anteprima l'elenco dei testimoni. Ma l'udienza del 23 aprile salterà per difetti di notifiche: a settembre i giudici valuteranno se la sede competente è Perugia e se accogliere anche le deposizioni dell'ex generale del Sisde Francesco Pittorru e di don Evaldo Biasini. (E.B.)

SANDRO RUOTOLO E MICHELE SANTORO

7 - MESSA IN FRIULANO, L'OK DI BAGNASCO...
Il via libera del presidente della Cei è giunto a margine del convegno delle diocesi del Nord-Est: Angelo Bagnasco ha promesso che il messale cattolico in lingua friulana «sarà esaminato prossimamente» dalla Cei per l'approvazione. Esulta Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine. (O.P.)

GIANNI LETTA

8 - FORNERO INCONTRA LE FORZE ARMATE...
Il faccia a faccia è fissato per il 23 aprile. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, incontrerà i rappresentanti del comparto difesa e sicurezza, sindacati e Cocer, per discutere la riforma pensionistica. Una riforma che, con un aumento dell'età pensionabile di due o tre anni, rischia di fare saltare quella delle forze armate, che saranno ridotte di 33 mila militari e 10 mila civili. A Fornero verrà ribadita la specificità di un comparto che conta centinaia di migliaia di persone: non si escludono scintille. (S.V.)

 

I PIRATI DI BERLINO ALLA BERLINA - GIOVANI E INESPERTI IN POLITICA, MA IL PARTITO DEGLI HACKER TEDESCHI VIAGGIA A DOPPIA

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Federico Mello per il "Fatto quotidiano"

PARTITO DEI PIRATI TEDESCHI ANGELA MERKEL

Inesperienza, crisi di crescita o problemi strutturali di organizzazione? Il futuro è ancora tutto da scrivere ma i pirati tedeschi, il partito nerd-libertario che alle prossime elezioni in Germania insegue risultati a due cifre, si è tirato ieri una bella zappata sui piedi. L'ultima di una discreta serie, peraltro. "L'ascesa del partito è veloce come quella del Nspd (il partito nazista, ndr) fra il 1928 e il 1933", ha dichiarato Martin Delius, 27 anni, uno dei leader del partito a Berlino, in un'intervista allo Spiegel.

PARTITO DEI PIRATI

Il giovane politico si è subito pentito di questo suo strafalcione - sale sulle ferite nella Germania dove niente è tabù come il nazismo - anche se, coerentemente con la ferrea fiducia hacker nella trasparenza e nella libertà di stampa, non ha voluto ritrattare per rispetto del giornalista e del suo lavoro.

Piuttosto, ha successivamente chiesto scusa annunciando di rinunciare a candidarsi alla leadership federale del partito - ma rimanendo per ora in carica nel consiglio regionale. La toppa, però, non è stata sufficiente a coprire l'enorme strappo provocato dalla sua dichiarazione che è suonata piuttosto come una conferma del titolo (in italiano) sparato in prima pagina proprio dal settimanale Der Spiegel: "Avanti dilettanti".

PARTITO DEI PIRATI PLAYMOBIL

Come sta succedendo da noi con il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo - che rivendica spesso una sua comunanza di storia e di intenti con i pirati, anche se quest'ultimi hanno strutture e delegati che Grillo rifiuta -, i Pirataten sono la novità politica in Germania. Nati come costola locale dei fratelli svedesi - che hanno due parlamentari a Strasburgo ma non sono ancora riusciti a sfondare nelle elezioni nazionali -, i pirati tedeschi hanno stupito tutti lo scorso settembre portandosi a casa un 8,9 per cento nelle elezioni regionali di Berlino.

BEPPE GRILLO - Copyright Pizzi

Ma il successo non ha sorriso loro solo nella capitale cool e giovane della Germania unita: lo scorso mese nello stato del Saarland sono usciti dalle urne con un altrettanto incoraggiante 7,4 per cento. Solo la scorsa settimana, infine, il sondaggio che, almeno sulla carta, fa storia: l'Emnid Institute gli accredita a livello nazionale un 12 per cento, proiettandoli nell'olimpo del terzo partito nazionale dopo la Cdu e la Spd e addirittura prima dei Verdi.

SFIDUCIA DEI CITTADINI VERSO I POLITICI

La ricetta di questo boom è semplice. Se gli svedesi si erano presentati con un programma eccessivamente smanettone (si definivano un "single issue party" un partito concentrato solo su file-sharing, copyright e brevetti), i tedeschi hanno fatto loro un afflato libertario ad ampio spettro. La promessa della condivisione libera di file su Internet basta da sola a scaldare cuori - e portafogli - di più e meno giovani.

Ma i Pirati tedeschi hanno proposto anche trasporti pubblici per gli studenti, un salario minimo universale e la legalizzazione della marijuana. Un programma stupefacente e seducente se gli altri partiti impongono solo buchi alla cintura. Eppure non sono tutte rose e fiori: proprio la struttura leggera e l'inesperienza rappresentano un'ipoteca su eventuali successi futuri.

Prima della dichiarazione choc di Delius, alcuni giorni fa il segretario regionale di Berlino si era duramente espresso contro l'espulsione per iscritti che mostravano opinioni di estrema destra (anche se il partito si definisce anti-nazi, anti-omofobo e anti-razzista). Anche lui si è poi scusato, ma il nervo rimane scoperto: un ex membro dell'organizzazione di estrema destra Ndp è diventato un dirigente pirata in uno stato occidentale; e la federazione non è riuscita a espellere degli iscritti che in un forum avevano definito la Cdu di Angela Merkel, "più pericolosa dei neo-nazi".

PARTITO DEI PIRATI MANIFESTAZIONE IN MUTANDE

Passi falsi che, uniti a un'antipatia di molti artisti (favorevoli al copyright), e all'alto grado di testosterone di una formazione a stragrande maggioranza maschile, rischiano di incrinare un successo che appariva già scritto. Può essere la crisi di crescita di una forza politica che vuole essere aperta a tutti. Possono essere limiti strutturali: un partito responsabile sulla lunga distanza deve dimostrarsi preparato - i pirati spesso in economia balbettano - e autorevole nelle sue regole di adesione. Può trattarsi infine di inesperienza. Per la quale l'intelligenza pirata potrebbe trovare presto le sue innovative soluzioni.

 

POVERI MA BELLI - LA CHIRURGIA ESTETICA IN ITALIA NON CONOSCE CRISI - PIÙ DELL’1% OGNI ANNO SI SOTTOPONE A INTERVENTI

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Michele Bocci per "la Repubblica"

chirurgia estetica neo fita della chirurgia estetica

Non sente la crisi economica, attrae i giovani, non vacilla di fronte alle notizie sul ritiro dal mercato di protesi e filler ritenuti pericolosi. La chirurgia plastica nel nostro Paese vive una continua primavera, e l´Italia si piazza terza nella classifica mondiale di chi la utilizza di più. Secondo una ricerca della International society of plastic surgery, prima di noi ci sono solo Corea del Sud e Grecia.

Oltre 13 italiani ogni mille, cioè più dell´uno per cento, in un anno fanno interventi per modificare il loro aspetto. Si tratta di procedure non invasive, come le iniezioni di botulino o i trattamenti contro la caduta dei capelli, o invasive, come l´innesto di protesi al seno, la plastica al naso o la liposuzione.

In tutto nel 2010 in 820 mila sono entrati nell´ambulatorio di un chirurgo plastico. Ambulatorio privato, visto che il servizio sanitario nazionale non passa la chirurgia estetica a meno che non ci siano ragioni mediche. In Corea del sud si rifanno 16 persone ogni mille, in Grecia 14. L´Italia è seguita a breve distanza dal Brasile, dove ovviamente il numero assoluto di interventi è molto maggiore, visto che gli abitanti sono di più.

PRIMA E DOPO DI UN LIFTING

Perché siamo sul podio? Perché gli interventi per ritoccare il proprio aspetto sono così diffusi? Michele Pascone, ordinario a Bari e segretario della Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica prova a dare una risposta.

Medicina estetica

«In Italia c´è uno spirito di emulazione molto sviluppato, i media e soprattutto la televisione propongono modelli sempre perfettamente in forma, sempre giovani e molti vogliono seguirli». La caccia all´aspetto di altri inizia presto. «Gli interventi di chirurgia estetica sono in aumento e soprattutto cresce, paradossalmente, la richiesta da parte delle fasce più giovani. In molti si presentano da noi appena diventano maggiorenni, il ritocco del loro aspetto è il regalo di compleanno», spiega Pascone.

jennifer aniston chirurgia estetica

Il recente scandalo delle protesi francesi pip ritirate dal mercato e l´allarme della Gran Bretagna sui filler non sembrano dissuadere i pazienti. In un´epoca di crisi e difficoltà economiche sempre più diffuse, di attività sanitaria privata che entra in difficoltà (ad esempio quella dei dentisti), dal chirurgo plastico non si risparmia.

centri chirurgia estetica

«Ho notato che mentre prima la domanda era spalmata lungo tutto l´arco dell´anno - dice Francesco D´Andrea, ordinario a Napoli e tra i vertici della Sicpre - ora si concentra in certi periodi. Intanto da febbraio in poi, perché si inizia a pensare all´estate, e poi tra ottobre e dicembre. E´ come se la gente ci pensasse un po´ di più prima di rivolgersi al chirurgo plastico. Poi però alla fine arrivano. Magari aspettano anche per mettere un po´ di soldi da parte».

Molto spesso le richieste non sono motivate, nemmeno dal punto di vista psicologico. «Capita almeno nel 30-35% dei casi - spiega di nuovo Pascone - E´ chiaro che a quel punto entra in gioco la capacità del chirurgo di valutare qual è la giusta motivazione. Io personalmente se non trovo una corrispondenza tra la richiesta e la menomazione fisica rifiuto l´intervento. Dovrebbe essere un criterio adottato da tutti i colleghi ma purtroppo non sempre è così.

Chirurgia estetica e interventi che vanno di moda

Ci sono società che vendono chirurgia estetica facendosi propaganda con visite gratuite, prezzi concorrenziali, possibilità di accendere mutui al solo scopo di acquisire pazienti senza curarsi dei bisogni delle persone». Nel terzo paese al mondo per seni, labbra e glutei rifatti trovare clienti non è un problema.

 

LE ROVINE DI ADRIANO - A TIVOLI L’ENNESIMO SCEMPIO: A VILLA ADRIANA, SORGERÀ IL PROGETTO “NATHAN”

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Nello Trocchia e Ferruccio Sansa per il "Fatto quotidiano"

mezzaroma-massimoMassimo Mezzaroma AC Siena

II romani costruirono Villa Adriana. Noi realizzeremo i condomini. A Tivoli ogni epoca lascia la sua traccia. "O tempora o mores", dicevano gli antichi. Una volta c'era il grande imperatore filosofo. Oggi ecco un sindaco appoggiato da altri potenti, come l'ex ministro Mara Carfagna che è anche moglie del re del mattone romano Marco Mezzaroma, cugino di Massimo. É il gruppo di quest'ultimo con la Impreme Spa a realizzare i palazzi.

Chissà che cosa sarebbe successo all'estero. In Italia la notizia è scivolata via nel silenzio generale: il comune di Tivoli ha approvato, dopo decenni di tira e molla, la realizzazione del "Comprensorio di Ponte Lucano". Progetto "Nathan" per gli amici. In pratica all'interno di un'area di 50mila metri quadri (come dire cinque campi di calcio) saranno costruiti 95mila metri cubi di condomini e 25mila di edifici non residenziali.

E poi parcheggi, strade e piazze. Cemento. Ma non solo: basta guardare il progetto per rendersi conto che i condomini nasceranno proprio a due passi dalla Villa Adriana, inserita tra i patrimoni dell'Umanità dell'Unesco. È tutto descritto sul sito del gruppo Mezzaroma, colosso capitolino delle costruzioni in un video sorprendente: "Costruire significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell'uomo su un paesaggio che ne sarà modificato per sempre", ricorda il sito del costruttore citando le "Memorie di Adriano" che pare diventare testimonial dei condomini progettati accanto alla sua villa.

Villa Adriana A TivoliMARCO MEZZAROMA MARA CARFAGNA

Poi ecco l'intervista all'architetto Paolo Portoghesi, autore del progetto insieme con il suo collega Arata Isozaki. Per quattro minuti su sei parla della Villa romana mostrandone la bellezza. Poi, in coda, quasi di sfuggita, ecco le immagini dei condomini, anzi, "le strutture residenziali... nella zona che fa da filtro alla Villa". Dice lo stesso architetto.

Ma ormai il "dado è tratto", direbbe un altro imperatore. O almeno così sembra. Perché i condomini di Adriano nascondono altri nodi da sciogliere. Anche politici. Ricordano le cronache che l'operazione è stata approvata con 12 voti "sì" su 13 votanti: favorevole il centrodestra, contrario il solo Idv (Federico Colia). Assente il centrosinistra. Già, perché l'operazione era stata avviata già dal precedente sindaco Giuseppe Baisi, Pd, con l'approvazione della delibera di adozione e ancor prima dal primo cittadino Marco Vincenzi, oggi assessore provinciale della giunta di Nicola Zingaretti.

Fu proprio sotto la giunta Vincenzi che furono sottoscritti gli atti propedeutici alla lottizzazione. Con l'amministrazione guidata da Sandro Gallotti (Pdl) è arrivato il sì definitivo. Amministrazione benedetta da Mara Carfagna, che da ministro per le Pari Opportunità nel 2010 andò a Tivoli per sostenere Gallotti in campagna elettorale. Il marito dell'allora ministra è Marco Mezzaroma, rampollo di una dinastia dei costruttori.

Arata Isozaki

Sarà il gruppo Pietro Mezzaroma e figli a costruire materialmente il progetto ("Residentia Tibur", è il nome latino riportato sul sito dell'impresa). Il presidente del gruppo è Massimo Mezzaroma, cugino di Marco. C'è, però, altro, come ricorda il verde Angelo Bonelli in un'interrogazione al consiglio regionale del Lazio.

Paolo Portoghesi

Primo, la "lottizzazione dovrebbe sorgere in una zona che la Regione ha classificato come "paesaggio naturale" e "paesaggio naturale agrario". Non solo: l'area, sostiene Bonelli, "è stata inserita dall'Autorità di Bacino del Tevere tra quelle a massimo rischio idraulico", quindi con "inedificabilità assoluta". Ancora: Giovanni Loreto Colagrossi, consigliere regionale Idv, ricorda che manca ancora "il parere di compatibilità geomorfologica". Ma c'è ancora un ostacolo alle ruspe.

Dopo l'approvazione, infatti, sono subito scattati i ricorsi presentati, tra gli altri, da Wwf e Italia Nostra (anche Legambiente si oppone al progetto) contro gli atti del consiglio comunale. Solo il Tar può sospendere l'atto e fermare il cemento altrimenti non resteranno che le parole di Adriano: "Costruire... significa... imprimere il segno dell'uomo su un paesaggio che ne sarà modificato per sempre".

 


PER LA CASSAZIONE DELL'UTRI VERSÒ SOLDI A COSA NOSTRA PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEL BANANA

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MARCELLO DELLUTRI

Da "Corriere.it"

BERLUSCONI

Il senatore Marcello Dell'Utri è stato il «mediatore» dell'accordo protettivo per il quale Berlusconi, in «posizione di vittima», pagò alla mafia «cospicue somme» per la sua sicurezza e quella dei suoi familiari. Lo ha scritto la Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza che ha annullato con rinvio la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa al politico palermitano. Il processo di secondo grado, con questo rinvio, dovrà essere rifatto a Palermo davanti ad altri giudici.

La prescrizione del reato inizialmente era prevista per il giugno 2014, ma la stessa Cassazione evidenzia come al processo d'Appello bis potrebbe essere applicato «il regime della prescrizione antecedente alla riforma del 2005, che valorizza il reato continuato». Così i termini della prescrizione cambierebbero «in pejus» per Dell'Utri e i tempi per la prescrizione stessa potrebbero allungarsi.

berlusconi dellutri DELLUTRI

IL RINVIO E GLI ANNI 1977-1982 - Il rinvio della sentenza d'appello è del 9 marzo scorso: era stata la difesa del senatore a presentare un ricorso contro la condanna a sette anni, mentre la procura generale ricorreva chiedendo un aggravio di pena, sostenendo che il reato è proseguito anche dopo il 1992.

Secondo la Cassazione, però, deve ancora essere provato il concorso esterno di Dell'Utri a favore di Cosa Nostra per gli anni che vanno dal 1977 al 1982, periodo durante il quale il senatore non lavorò più per Berlusconi ma venne assunto «alle dipendenze di imprenditore diverso e autonomo, il Rapisarda». Secondo la Suprema Corte, per quegli anni nel verdetto d'Appello c'è «un totale vuoto argomentativo per quanto concerne la possibile incidenza di tale allontanamento sulla permanenza del reato già commesso».

DellUtri e Berlusconi

LO STALLIERE - Sono 146 le pagine delle motivazioni della sentenza 15727: secondo la Cassazione i giudici della Corte d'Appello di Palermo hanno valutato in maniera «corretta» le «convergenti dichiarazioni» di più collaboratori sul tema «dell'assunzione, per il tramite di Dell'Utri» dello stalliere Vittorio Mangano «ad Arcore, come la risultante di convergenti interessi di Berlusconi e di Cosa Nostra».

cassazione

Viene ritenuta provata anche la «non gratuità dell'accordo protettivo, in cambio del quale sono state versate cospicue somme da parte di Berlusconi in favore della mafia». Ancora, si legge, che l'ingaggio di Mangano «indipendentemente dalle ricostruzioni dei cosiddetti pentiti, è stato congruamente delineato dai giudici di merito come indicativo, senza possibilità di valide alternative, di un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell'Utri che, di quella assunzione, è stato l'artefice grazie anche all'impegno specifico profuso da Cinà».

Vittorio Mangano in tribunale nel 2000

Gaetano Cinà, amico personale di Dell''Utri e ritenuto il padrino della famiglia Malaspina fino al 2006, anno della morte, secondo la sentenza d'Appello è stato il contatto diretto tra Dell'Utri, e quindi Berlusconi, ed influenti esponenti mafiosi come Stefano Bontate, che così nel 1974 sarebbe stato in visita nella sede di Edilnord.

 

 

GLI UOMINI DI FIDUCIA DI GIUSEPPE ROTELLI IN RCS, DA GUARNIERI A MINGARDI, PASSANDO PER GRIGOLETTO

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Da "Panorama Economy" in edicola domani

lbl10 alberto mingardiGIUSEPPE ROTELLI

1 - TUTTI GLI UOMINI DI ROTELLI...
Un bocconiano, un liberista e un progressista. Sono i candidati per il consiglio d'amministrazione della Rizzoli-Corriere della Sera con cui Giuseppe Rotelli si presenta per il board della società editoriale. Sarà eletto soltanto l'imprenditore a capo del gruppo ospedaliero San Donato che con il 16,5% è il primo azionista di Rcs, però gli altri candidati in lista indicano i circoli culturali e intellettuali che Rotelli apprezza.

In lizza c'è il bocconiano Attilio Guarneri, docente di Diritto privato. Guarneri si è laureato a Pavia, dove è nato Rotelli e anche Alberto Mingardi, altro candidato nella lista Rotelli. Mingardi è direttore generale del think tank liberista Istituto Bruno Leoni: il primo socio di Rcs, infatti, ha avuto tra i professori all'università proprio il giurista Leoni.

Nella lista Rotelli c'è anche un avvocato amministrativista: Carlo Cerami, consigliere di amministrazione della Fondazione Cariplo su indicazione degli enti provinciali governati dal centrosinistra, e punto di riferimento in Lombardia della Fondazione dalemiana ItalianiEuropei.

Un altro avvocato, Nicola Grigoletto, invece, è candidato da Rotelli per il collegio sindacale di Rcs. Grigoletto è segretario generale di un altro «pensatoio» liberale seguito con interesse da Rotelli: la Fondazione David Hume, finanziata anche dall'imprenditore, al cui vertice ci sono l'editorialista del Corriere, Piero Ostellino, e il sociologo Luca Ricolfi.

mcdonalds green COCA COLA

2 - TASSA SUL VIZIO, CHI VINCE E CHI PERDE...
Giacomo Wolf - L'accordo sembra fatto. Per la prima volta anche l'Italia avrà la sua sin tax (tassa sul vizio): non sarà una food tax per combattere l'obesità ma un nuovo balzello sui soft drink e superalcolici non «politicamente corretti». Una nuova tassa da circa 300 milioni di euro che contribuiranno a ripianare le casse del sistema sanitario italiano. Due mesi di trattative, incontri più o meno riservati tra gli staff dei ministri Passera, Balduzzi, Catania e le associazioni di categoria con Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare, e David Dabiankov, direttore di Assobibe, tra i più attivi nel difendere gli interessi del settore.

Per ora ha vinto la filiera agroalimentare, grazie anche alle azioni nel backstage di Coldiretti e dell'industria italiana delle merendine. A perdere, invece, le multinazionali della soda, Coca-Cola su tutti. Mancano i dettagli: cioè i tempi e i modi della nuova tassa. Non è più tempo delle associazioni confindustriali. Ora saranno i singoli a difendere i propri interessi: Ferrero e Barilla perché non ritorni l'ipotesi della food tax; McDonald's perché non si trasformi in una junk food tax; Coca Cola per calmierare gli effetti di questo accordo.

VINCENZO NOVARI CESARE ROMITI

3 - NOVARI PENSA ALLA CRESCITA E LANCIA LA PAGHETTA...
Su Facebook ha annunciato che a breve darà una sua ricetta per la crescita italiana. Intanto, Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3 Italia, ha lanciato l'iniziativa «Paghetta 3», rivolta ai figli dei dipendenti iscritti a scuole medie inferiori e superiori. Si tratta di 100 euro al mese per i ragazzi delle medie e 150 per quelli delle superiori, assegnati per la durata dell'anno scolastico (da ottobre a giugno) ai tre studenti - per classe di studi - che avranno ottenuto la media-voti più alta. Il voto medio minimo per partecipare è 8 per gli studenti delle medie e 7 per quelli delle superiori.

4 - IL DUELLO IN IMPREGILO? COLPA DI MEDIOBANCA...
Sergio Luciano - Se la memoria è un vizio in politica, lo è anche in finanza. Allora, viziosamente, è il caso di ricordare che l'impasse di Impregilo, contesa tra un azionista con il 29,8% e un altro col 25,3% è solo una bomba a orologeria che sembra pronta a esplodere oggi, ma era stata innescata nel 2005 da Mediobanca.

Salvatore LigrestiBenetton

La quale, volendo disimpegnare la Gemina dei Romiti dalle sue partecipazioni, fece rilevare il pacchetto di controllo del general contractor a una delle sue invenzioni, la «scatola» Igli, dove ficcò tre azionisti eterogenei tra loro e interessati a guardare più da vicino l'affare senza compromettersi troppo: Benetton, Gavio e Ligresti. Un terzetto che condivise una gestione molto manageriale, rinviando la decisione su chi avrebbe, un domani, preso un vantaggio sugli altri.

Alla fine è venuto fuori Gavio, per abbandono di Ligresti e pragmatismo dei Benetton. Detto questo, l'auspicio è che lo scontro non nuocia a Impregilo. Che Salini non interferisca interdittoriamente nella gestione qualora non riuscisse a prevalere; che Gavio trattenga possibili idee di rivalsa se Salini insistesse a interferire. Insomma, che i duellanti definiscano la loro partita senza danneggiare la preda.

 

 

LA LETTERA DI UN EX DIPENDENTE DE “IL MATTINO” METTE A NUDO LE MAGAGNE EDITORIALI DI CALTARICCONE

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Riceviano e pubblichiamo:

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Caro Dago,
a soli 2 anni dall'ultimo stato di crisi Francesco Gaetano Caltagirone, l'uomo più liquido d'Italia, si appresta a farne un altro nei suoi giornali, dove non investe un euro ma attraverso i suoi manager punta solo a tagliare posti di lavoro. Il progetto è di prepensionare 12 giornalisti a Il Mattino e 28 al Messaggero.

L'autorizzazione del governo arriverà sicuramente, mai da oltre 20 anni in qua un esecutivo ha negato l'ok allo stato di crisi di un giornale. E' un mood per legare ancora di più i giornali e i giornalisti al potere politico. La tragedia però è che l'Inpgi depauperata da queste operazioni e sull'orlo del collasso, il sindacato Fnsi, l'Ordine di una categoria ormai ultraprecarizzata tacciono.

CIMINI

E gli editori, Caltariccone in testa, continuano a ristrutturare le aziende con soldi pubblici per pagare la cassa integrazione e soldi dei dipendenti, come i quattrini dell'istituto di previdenza. La strumentalità di questi stati di crisi è evidente a tutti, ma la dormita è generale, il silenzio dilaga. E poi si fanno i convegni sul libero mercato, l'autonomia e l'indipendenza della stampa. "Chiacchiere e tabacchere e legn o banco e Napule nun ne 'mpegna". Il Calta diventa sempre più ricco. Amen.
Frank Cimini

P.S. Ricordo che sono una delle vittime del precedente stato di crisi a "Il Mattino", licenziato dopo 23 anni attraverso un finto trasferimento da Milano a Portici, nell'ambito di una operazione colma di irregolarità in cui alcuni amici degli amici furono salvati.

 

CHI SEMINA SPOCCHIA RACCOGLIE TEMPESTA - DOPO LA SCONFITTA DI SARKO, LA RETE DISTRUGGE CARLÀ

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Massimo M. Veronese per "il Giornale"

Contrariamente alle abitudini il presidente Nicolas Sarkozy è rimasto a dormire all'Eliseo con la moglie invece di rientrare a casa nel XVI arrondissement. Tanto è uguale. Dicono i maligni che, da quando, settimane ormai, hanno cominciato a uscire i sondaggi elettorali pare che la cosa più eccitante che Sarko faccia a letto sia cambiare le federe. Lungo il boulevard Saint-Germain, sulla strada del ritorno, il convoglio delle auto di Sarkozy è stato accompagnato da fischi e cori impietosi.

CARLA BRUNICARLA BRUNI

Carlà, di nero vestita come gli ultimi esistenzialisti sulla rive gauche, non ha detto una parola, così limitata d'un tratto dalle circostanze e improvvisamente tentata dall'infinito. Perché in rete, su ogni tweet, a effetto domino da paese e paese, di lingua in lingua, la danno già in uscita non solo dall'Eliseo ma anche dalla famiglia de le Roi Sarko: «Carla Bruni ha cambiato il suo status su Facebook: da "sposata" a "situazione complicata"...»

Come rassegnarsi a una vita senza attese e senza colpi di scena? Come non farsi inghiottire, se i numeri resteranno questi, dall'oblio delle folle volubili? «É un po' che tra me e Nicholas le cose non vanno - se la ridono on line - Firmato: Carla Bruni Hollande... » I complimenti per la première dame del resto si sono sempre sprecati: ambiziosa, arrivista, mangiatrice di uomini, abile calcolatrice. Complimenti che lei, dalla parte degli ultimi ma insofferente ai perdenti, si è sempre cercata con la cura che dedica alla scelta del guardaroba.

CARLA BRUNI CARLA BRUNI INCINTA

«Si comporta come l'ex regina di Francia, Maria Antonietta, che si accordava con il suo re dopo un matrimonio combinato» l'ha consegnata ai posteri lo storico belga Patrick Weber. Ma anche consegnata ai post la premiere dame esce con le guepierre a pezzi: @ IdeeXscrittori: «Forse per Sarkozy è il canto del cigno. Ma almeno il cigno che canta non è Carla Bruni». @IAmNotEnrico: «Holland vince le presidenziali. Panico in Francia. La Bruni potrebbe tornare a cantare...». Ipotesi che da sola mette più tristezza della collezione completa delle canzoni di George Moustaki.

Carlà adesso non è più lo zoccolo duro di Nicholas, ma il suo infradito indice, scivola via alla prima onda, innamorata solo di se, sposata solo alla carriera. @Isanao: «Allez scoop... ! Carla Bruni prepara il suo certificato di divorzio».

q07 carla bruni

@ItsCetty: «Chiamata ditta disinfestazione Premiére dame per far sloggiare Carla Bruni dall'Eliseo». É il crudele tam tam della maldicenza. Lei «felice di non essere più italiana», ma contenta che il sindaco della banlieue parigina di Nogent-sur-Marne, voglia dare il suo volto ridisegnato dal botox alla statua dedicata alle operaie italiane, proprio dagli italiani si becca cinguettii cattivi come beccate. @ GiulioRiga: «Che differenza c'è tra Carla Bruni e Luis Enrique? Nessuna. Fanno perdere tutti e due».

CARLA BRUNI

@MassSte: «Gli italiani fanno il tifo per Sarkozy: il ritorno di Carla Bruni sarebbe un colpo troppo duro da sopportare». @Umb80: «Se per i laureati che vanno all'estero parliamo di cervelli in fuga, il rientro di Carla Bruni potremmo definirlo analfabetismo di ritorno?».

«Sono emozionata, ottimista e fiduciosa» aveva detto uscendo dal seggio, nell'elegante sobborgo occidentale parigino di Neuilly, il viso quasi congelata da botulino e acido ialuronico. Sempre che sia lei visto che il particolare non è sfuggito ai duri e puri del web: @HedgefundPLAY: «La moglie del presidente ormai è barely recognisable».

Appena riconoscibile. Un attimo dopo i social network l'hanno usata per aggirare i divieti della legge sul voto, come i messaggi cifrati di Radio Londra: «La bambina (scritto in italiano) non crescerà al castello...». Adesso che la rete chiede una legge che separi le carriere tra premier dame e arrampicatrici sociali, tanto ottimista e fiduciosa Carla non è più. Per uscire dall'impasse ci vorrà un piano A. Ma soprattutto lato B.

 

DIETRO IL BOOM DEL “FRONT NATIONAL” RIBOLLE L’ODIO DEI CITTADINI PER LE BANCHE E LA GRANDE FINANZA

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Bernardo Valli per "la Repubblica"

HOLLANDE SARKO

I sei milioni e mezzo di voti a Marine Le Pen sono stati un segnale inquietante. Un brontolio allarmante. Non solo per la Francia. Sensibili le borse europee.

marine le pen

Queste hanno registrato ribassi consistenti anche se non proprio insoliti negli agitati tempi finanziari che stiamo vivendo. La società francese ha avvertito politicamente qualcosa di simile a una vibrazione, sul tipo di quelle intercettate dai sismografi sotto la crosta terrestre. Scosse di cui spesso non ci accorgiamo, o alle quali non prestiamo troppa attenzione. Nell´immediato non fanno danni in superficie. Ma li annunciano.

Dapprima stupita dal clamore che il successo di Marine Le Pen ha suscitato, al punto da relegare quasi in secondo piano la gara tra i due candidati ammessi al ballottaggio, la società politica si rende via via conto di avere trascurato, o di non avere valutato abbastanza, gli effetti della crisi, anche sul piano psicologico. L´assillo, l´angoscia di chi la vive, o teme di esserne investito, hanno dominato cuori e cervelli durante la campagna elettorale, senza che gran parte dei protagonisti ne fosse cosciente. Adesso il trauma è forte.

FRANCOIS HOLLANDEmarine lepen

In politica il terremoto è la rivolta. La quale non si esprime obbligatoriamente sulle piazze. In democrazia le urne sono ribalte più importanti. Il successo elettorale del Front National ha avvertito che la crisi ha votato. E voterà. Si, proprio la crisi nuda e cruda, che non risparmia i più sfortunati e che angoscia anche chi non è ancora stato investito e teme di esserlo a sua volta. La crisi ha riversato nei seggi elettorali l´ansia, l´esasperazione della gente. Invece di pronunciarsi sui programmi dei veri candidati al potere, nei quali non hanno più fiducia, i sei milioni e mezzo di cittadini hanno espresso la loro collera, pronta a diventare rabbia, puntando sul partito della protesta e della provocazione. Era un modo di farsi ascoltare.

I due candidati principali, quelli che in queste ore si contendono la presidenza della Repubblica, in vista del ballottaggio del 6 maggio, non si erano accorti di quel che stava accadendo. Gli esperti nelle indagini d´opinione avevano avvertito nevrotiche fluttuazioni nell´elettorato. Giovani, pensionati, piccoli e medi imprenditori, commercianti, donne disoccupate, impiegati anche pubblici, rivelavano intenzioni di voto che cambiavano di mese in mese. E non era chiaro quel che li spingeva a mutare parere.

Di fatto era il vento della crisi, sempre più forte, sempre più insistente, che li sbatacchiava da un candidato all´altro, come un carico umano sofferente, ansioso, senza ammaraggio. E alla fine sono finiti tra le braccia del Front National, il partito del rifiuto, della rivolta, della provocazione. Non più soltanto il partito xenofobo, e più degli altri capace di esprimere, in modo diretto, rudimentale, esasperato, non sempre innocente, senza sofisticazioni ideologiche, le inquietudini delle classi popolari più colpite.

Adesso François Hollande e Nicolas Sarkozy, rimasti in gara, inseguono, si contendono quei sei milioni di francesi, i cui voti saranno decisivi alla fine della prossima settimana. Ascoltavo ieri sera il candidato-presidente che a Tours prometteva, ai suoi elettori di cinque anni fa poi sfuggitigli di mano, tutta la sua comprensione. Ripeteva con insistenza di non avere, come il candidato di sinistra, alcun disprezzo per chi ha optato per il Front National.

marine le pen MARINE LE PEN

Lui capiva le sofferenze che li aveva spinti a quella scelta, ma proponeva una soluzione più costruttiva di quella suggerita da Marine Le Pen. E alla stessa ora François Hollande tentava la stessa operazione di recupero, dando per scontata la differenza tra gli elettori legati al Front National da un´ideologia xenofoba e quelli spinti dalla collera, dalla disperazione a schierarsi con l´estrema destra. Quest´ultimi erano attesi dalla sinistra come il figliol prodigo del vangelo.

Marine Le Pen ha liberato il partito da quell´odore di zolfo che emanava quando Jean-Marie, il padre fondatore, lo gestiva. Gli ha tolto, o ha ben occultato, il carattere demoniaco. Lo ha spogliato dell´antisemitismo che lo rendeva infrequentabile, non degno di appartenere alla società politica normale. Ha alleggerito anche gli accenti razzisti. E l´idiosincrasia per i musulmani che un tempo era un´ossessione. A Lione, nel grande anfiteatro dove teneva un comizio davanti a una fitta folla di giovani e pensionati, di medi imprenditori e piccoli negozianti ridotti al fallimento dalle grandi aree commerciali, Marine Le Pen affrontava soltanto di striscio, marginalmente, l´ostilità per gli immigrati, in particolare quelli magrebini.

NICOLAS SARKOZY

Lei, la sola dichiarata «candidata del popolo», li inseriva nell´elenco dei nemici dei poveri. Cosi i poveracci, i lavoratori africani clandestini, accusati di approfittare della costosa assistenza sanitaria nazionale, figuravano accanto ai banchieri, ai finanzieri internazionali,ai ricchi che investono i loro miliardi in opere d´arte perché meno tassate degli altri beni, ai mercanti di beni di lusso che non sentono la crisi, ai tecnocrati di Bruxelles, ai colpevoli della mondializzazione, agli inventori dell´euro che avvelena l´economia europea, ai politici dei grandi partiti di governo, di sinistra o destra non importa, che sono da mandare a casa. Tutti facevano parte di una schiera di fantasmi in cui i giovani, i pensionati, gli operai, i commercianti che l´ascoltavano vedevano i colpevoli della crisi.

MARINE LE PEN

Conosciuto il risultato elettorale, domenica sera Marine Le Pen si è vantata di avere fatto «esplodere il monopolio dei due grandi partiti della banca, della finanza delle multinazionali, della rinuncia e dell´abbandono». Vale a dire il partito del candidato socialista François Hollande e il partito del candidato di destra Nicolas Sarkozy. Lei non dimentica nessuno: mette insieme gli immigrati che vivono alle spalle dei francesi, i finanzieri miliardari presentati come tanti dracula che succhiano il sangue del popolo, e i politici profittatori.

Circa il venti per cento dei voti ottenuti da Marine Le Pen al secondo turno andrà a François Hollande, circa il sessanta per cento si riverserà invece su Nicolas Sarkozy. Ma questo riporto di suffragi non basterà al presidente per essere riconfermato. Del resto lei si guarda bene dal desiderarlo. Non può infatti che puntare sulla sconfitta di Sarkozy.

Marine Le Pen

L´uscita di scena del candidato di destra aprirà una crisi nel suo partito, l´UMP, lasciando al Front National un ampio spazio. Anzitutto l´occasione di diventare la forza d´opposizione al presidente di sinistra. Sarebbe la grande promozione di un´estrema destra, sfrondata degli eccessi che l´hanno caratterizzata fin dalla sua fondazione. E´ il sogno di Marine Le Pen. La sua abilità è consistita nell´approfittare della crisi.

STRETTA DI MANO TRA SARKOZY E HOLLANDE

Se il progetto di Marine Le Pen si dovesse realizzare la società politica non conoscerebbe i fremiti, i brontoli, le vibrazione avvertite la notte di domenica, all´annuncio del 18 % per cento ottenuto dalla candidata del Front National, ma vivrebbe un vero terremoto. L´estrema destra, ripulito il linguaggio ma non del tutto liberata dal suo originale carattere xenofobo, provocatore, populista e antieuropeo avrebbe un ruolo primario che non ha mai avuto nella società politica francese.

 

 

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