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PER MONTI LA POLITICA DI CRESCITA È FONDAMENTALE PER EVITARE LA CRISI IN EUROPA - I RUSSI IN TRATTATIVE CON ASSAD

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DAGOREPORT

THE TIMES jpegTHE WASHINGTON POST

1 - THE NEW YORK TIMES - A destra, "Abolito il divieto di matrimoni gay in California" - "Gli Stati Uniti valutano di dimezzare i dipendenti dell'ambasciata in Iraq" - Al centro, "Per i dipendenti degli alberghi, bottoni per chiede aiuto e aumenti" - "Obama cerca di calmare i cattolici sulla legge sulla contraccezione" - In basso, "Nuova svolta nella primarie del partito repubblicano con la vittoria di Santorum"

2 - THE WASHINGTON POST - A destra, "La Corte suprema abolisce il divieto di matrimoni gay in California" - In alto, "Legami stretti", "Alcuni legislatori hanno destinato milioni di dollari a organizzazioni in cui lavorano i loro parenti" - Al centro, "Ampia presenza della Cia a Baghdad e Kabul" - "Per Romney, un record irrilevante sui posti di lavoro", "Gli economisti credono che abbia difficoltà a mettere in pratica la sua esperienza nel mondo del business"

3 - THE WALL STREET JOURNAL (EUROPE) - Al centro, "Per Monti la politica di crescita è fondamentale per evitare la crisi in Europa" - In alto, "La Bce sprona a fare concessioni sulla ristrutturazione del debito greco" - A destra, "Gm prepara nuovi tagli nell'operazione Opel"

THE DAILY TELEGRAPH jpegTHE INDEPENDENT jpeg

4 - THE GUARDIAN - A sinistra, "Storia di due città in cui Assad avanza per distruggere l'opposizione", "I russi in trattative con il leader siriano", "Gli estremi del ‘genocidio' a Homs" - A destra, "Rivelazione: come i blogger sono pagati per sostenere Putin" - In basso, "L'incidente all'elicottero della Raf che ha evidenziato una relazione fra la Gran Bretagna e una prigione segreta in Iraq"

5 - THE INDEPENDENT - In apertura, "Lotta all'ultimo sangue per salvare le riforme sulla sanità di Lansley" - Al centro, "I direttori del Times sapevano delle intercettazioni di e-mail prima che scoppiasse il caso" - "L'agonia di Homs"

6 - THE TIMES - In apertura, "Cameron sfida le critiche e torna sulle riforme al Sistema sanitario nazionale" - A destra, "Il direttore del Times chiede scusa per le intercettazioni di e-mail"

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "I pensionati ‘trasportati come pacchi' dalle agenzie sanitarie" - Al centro, "La gaffe di Lagerfeld su Adele (‘Bella ma troppo grassa')" - A destra, "La Bbc dice ai suoi dipendenti di non chiamare Qatada estremista"

THE GUARDIAN jpegLIB RATION

8 - FINANCIAL TIMES - In apertura, "Minacciato l'accordo Glencore - Xstrata" - Al centro, "Hester rivela che il piano di salvataggio di Rbs è costato finora 38 miliardi di sterline" - In basso, "La persecuzione post mortem dell'avvocato Magnitsky aumenta i timori sulo stato della legalità in Russia" - In alto, "The italian job - 100 giorni di Draghi alla Bce"

9 - DAILY MAIL - In apertura, "Dopo la sentenza sul fanatico Abu Qatada, ora anche il predicatore d'odio Hamza potrebbe essere liberato"

10 - THE SUN - In apertura, "Non importano i suoi diritti umani... Ta-Ta-Qatada: cacciate il predicatore dell'odio ora, dicono i parlamentari"

11 - DAILY MIRROR - In apertura, "40 milioni di sterline per lasciare che il terrore cammini per le nostre strade", "I contribuenti pagheranno la security per il cospiratore" - A sinistra, "Il D-day di Fabio Capello"

LE MONDE THE SUN jpeg

12 - DAILY EXPRESS - In apertura, "-15°C: più freddo che al Polo Nord" - In basso, "La super-band della regina", "Cliff, Elton, McCartney, Tom: 4 star per il concerto del giubileo" - In alto: "Oltraggio: protesi contraccettive per le ragazzine di 13 anni senza che i genitori lo sappiano"

13 - LE MONDE - In apertura, "Mélenchon-Le Pen, la sfida dei populismi" - Al centro, "Con la crisi aumentano i suicidi in Francia" - "La crisi del credito minaccia le collettività locali" - "Siria: il veto di Pechino fa indignare gli internauti cinesi"

14 - LE FIGARO - In apertura, "La battuta di un deputato Ps infiamma la campagna" - A destra, "Imminente udienza civile per DSK negli Stati Uniti" - Al centro, "Siria: la diplomazia russa cerca una soluzione" - "Lo sciopero dei piloti di Air France si intensifica"

15 - LIBÉRATION - In apertura, "Epatite C: il sospetto dei trattamenti sbagliati" - In alto, "Adiós, Tàpies"

FINANCIAL TIMES jpegLA CROIX

16 - LA CROIX - In apertura, "La Francia si lancia sulla tassa sulla finanza" - In alto, "Un'inquietante sperimentazione farmacologica in India"

17 - LES ECHOS - In apertura, "Renault in Marocco sfida il tabù della delocalizzazione"

18 - EL PAIS - In apertura, "La Grecia negozia disperatamente con l'Ue per evitare il fallimento" - A destra, "L'Europa ritira i propri ambasciatori dalla Siria per protesta contro Assad" - Al centro, "Contador: ‘Continuerò nel ciclismo in modo pulito, come sempre'" - In basso, "‘Chi mi dava la comunione abusava di me'", "Testimonianza scioccante davanti al consiglio ecclesiastico riunito questa settimana a Roma"

 

LE FIGARO

IL SALVATAGGIO DELLA GRECIA SPACCA GLI EUROPOTENTI, DIVISI TRA UN DEFAULT DA EVITARE E UN ‘MASTICAZZI SE FALLISCE’

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Luigi Offeddu per il "Corriere della Sera"

grecia - Papademos

Il caso Atene giunge fino ai vertici dell'Unione Europea. Li agita, li divide. E finisce per richiamare in causa la stessa esistenza dell'euro. A difenderla, in una giornata tempestosa come poche, c'è anche il premier italiano Mario Monti: «La crisi dell'Eurozona ha fatto riemergere vecchi fantasmi di pregiudizi tra il Nord e il Sud dell'Europa», dice in due interviste al Wall Street Journal e alla radio americana Pbs, ma l'euro per tutta la crisi ha dato prova di essere una moneta «sostanzialmente solida», mantenendo la sua «forza e credibilità»; e così sarà ancora fra 5 anni, quando anzi «molti altri Paesi che non fanno parte dell'Eurozona» adotteranno la moneta comune.

barroso

E quanto ai sacrifici «necessari» richiesti agli italiani «non sono un'imposizione di Bruxelles o della Germania o della Bce, ma un passo necessario nell'interesse degli italiani stessi e delle future generazioni». Monti si dice convinto che oggi l'Italia «sarebbe molto meno esposta al rischio di un default della Grecia rispetto a pochi mesi fa». «Se il default fosse avvenuto pochi mesi fa - dice ancora il premier - le conseguenze per l'Italia sarebbero state estremamente serie».

A Bruxelles la vicenda greca marca le ore con i suoi cupi notiziari ed erode indirettamente la fiducia nella stessa tenuta dell'Eurozona. Il ballo comincia già dal mattino, quando, in un'intervista a un giornale di casa sua, l'olandese Neelie Kroes - commissaria europea all'Agenda digitale - dice che la Grecia non sta dimostrando «sufficiente volontà»; e poi butta lì, quasi con noncuranza: «Continuiamo a ripetere sempre che se lasciamo uscire un Paese dall'euro, tutta la struttura dell'Eurozona affonda, ma non è vero».

MARIO MONTI

Due ore dopo, nei corridoi della Commissione europea, circola già la prima smentita ufficiosa: la Kroes avrebbe parlato a titolo personale. Poi un portavoce ufficiale ribadisce la smentita, ma con parole che consentono forse una doppia lettura: ammette infatti che «gli scenari di un default greco esistono», anche se sono «speculativi» e «non probabili» e perciò «non devono essere alimentati».

Più tardi ancora, altre smentite dai piani più alti: il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani dice di considerare l'addio della Grecia come «un periodo ipotetico dell'irrealtà»; e il presidente José Manuel Barroso afferma: «Vogliamo la Grecia nell'euro. Questo è molto importante non solo per lei ma anche per l'euro e per il progetto europeo».

TAJANI

Il problema è anche e soprattutto di fiducia. Dai dati «truccati» dell'Eurostat, qualche anno fa, allo stallo nelle trattative di oggi, Atene deve recuperare credibilità presso la Ue. Ma un'ultima sua iniziativa, la costruzione di un costosissimo muro o recinto anti immigrati alla frontiera greco-turca, simile a quello fra Usa e Messico, ha peggiorato le cose.

Infatti, la commissaria Ue agli Affari Interni Cecilia Malmström spiega: «Atene ci ha chiesto il cofinanziamento, abbiamo rifiutato: con questa crisi dovrebbero esserci altre priorità». Dal 2007 a oggi, solo per i fondi destinati al controllo dei flussi migratori, la Grecia ha ricevuto oltre 215 milioni dall'Europa. Altri 89,8 li riceverà nel 2012. E il muro-recinto, da solo, ha un costo previsto di 5,5 milioni.

ERDOGAN

 

 

BUSINESS INTERNATIONAL-APPLE CHIEDE REGOLE CERTE PER I BREVETTI-“NO”DEGLI AZIONISTI A GLENCORE E XSTRATA

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DAGOREPORT
1 - FINANCIAL TIMES
IL RIALZO DELLE AZIONI RBS È COSTATO FINORA 38 MILIARDI DI STERLINE
http://on.ft.com/zKXIqn

ha rivelato che la drammatica ristrutturazione di Royal Bank of Scotland è costato 38 miliardi di sterline, lo ha detto lo chief executive Stephen Hester dopo aver rinunciato a un bonus di 1 milione di sterline.

logo apple

GLENCORE E XSTRATA AFFRONTANO LA MINACCIA DI UN BLOCCO
http://on.ft.com/yE1toN

Molti grandi investitori hanno minacciato di bloccare la fusione tra Glencore e Xstrata che creerebbe un gigante da 90 miliardi di dollari.
Gli oppositori all'accordo hanno detto che l'offerta di 2,8 azioni di Glencore per ogni azione Xstrata sottovaluterebbe la società mineraria di carbone termico, rame, nichel e zinco.

2 - THE WALL STREET JOURNAL
GM CERCA DI TAGLIARE OPEL
http://on.wsj.com/ydjdgD

General Motors Co. si sta preparando a rivelare le "orrende" perdite nel quarto trimestre della propria unità europea Opel/Vauxhall e cerca il dialogo con i sindacati per operari tagli significativi.

L'UTILE DISNEY AUMENTA DEL 12%
http://on.wsj.com/zpM0Oc

Gli utili di Walt Disney Co. nel primo trimestre dopo che il suo network ESPN ha raccolto tassi più elevati dagli operatori del sistema e che i prezzi del parco tematico sono aumentati.
L'utile netto per i tre mesi terminanti il 31 dicembre scorso è aumentato del 12% per un valore di 1,46 miliardi dollari (80 centesimi per azione), da 1,3 miliardi di dollari (68 centesimi per azione) dell'anno precedente. Le entrate sono aumentate dello 0,6% per un totale di 10,78 miliardi dollari.

AirFrance

IL PROFITTO DI BHARTI AIRTEL SCENDE DEL 22%
http://on.wsj.com/znVla1

Bharti Airtel Ltd. ha pubblicato il suo ottavo trimestre di utile negativo mancando le aspettative del mercato, anche a causa dell'aumento degli oneri fiscali che hanno superato i guadagni dovuti alla tiepida crescita del traffico e alle alte tariffe delle società di telecomunicazioni indiane.

RIO TINTO INVESTE 3,4 MILIARDI DI DOLLARI IN PIÙ NEL MINERALE DI FERRO AUSTRALIANO
http://on.wsj.com/xEl3tS

Rio Tinto PLC ha stanziato altri 3,4 miliardi di dollari per l'espansione delle sue operazioni di estrazione di minerale di ferro in Australia occidentale, investimento che si va ad aggiungere alle ingenti somme di denaro che già investite nella remota e arida regione Pilbara.

Logo "Nokia"

APPLE CHIEDE DI DEFINIRE LE REGOLE PER I BREVETTI
http://on.wsj.com/yFXt69

Apple Inc. vuole impostare i principi fondamentali che disciplinano come le aziende possano ottenere le licenza per i propri brevetti, un argomento sempre più controverso per i rivali nel settore degli smartphone.
In una lettera all'European Telecommunications Standards Institute, Apple ha detto che il settore delle telecomunicazioni non ha schemi di licenza coerenti per i numerosi brevetti necessari per realizzare i dispositivi mobili ed ha offerto suggerimenti per fissare delle royalty appropriate da far pagare a tutti gli operatori del settore.

IL TIMES DI LONDRA HA INGANNATO LA CORTE
http://on.wsj.com/A2K8bH

Il direttore del Times (gruppo News Corp.) di Londra ha riconosciuto che il giornale ha ingannato un giudice britannico della High Court in merito allo spionaggio delle email avvenuto nel 2009 e ha inviato le sue scuse al giudice.
James Harding, direttore del Times, ha detto che il giornale purtroppo non ha "prestato la dovuta attenzione" in merito all'episodio del 2009 in cui un reporter era illegalmente entrato nel'account e-mail di un blogger anonimo che scriveva sulle attività della polizia.

rbs

3 - BLOOMBERG
SONY DECLASSATO DA S&P A CAUSA DELLE PREOCCUPAZIONI SUGLI UTILI
http://bloom.bg/wnqWDV

Sony Corp., che amplia la propria previsione di perdita per l'anno fiscale, è stata declassata da "A-" a "BBB+" da Standard&Poor a causa del calo dei prezzi del declino della domanda e dell'aumento della concorrenza.

NOKIA PREVEDE DI ELIMINARE 4.000 POSTI DI LAVORO E SPOSTA L'ASSEMBLAGGIO IN ASIA
http://bloom.bg/AodTAW

Nokia Oyj, il più grande produttore al mondo di telefoni cellulari, taglierà circa 4.000 posti di lavoro nei suoi stabilimenti in Ungheria, Messico e Finlandia, per avvicinarsi ai fornitori e accelerare la consegna dei dispositivi.
Il montaggio dei dispositivi dovrebbe essere trasferita alle fabbriche in Asia, dove hanno sede la maggior parte dei fornitori di componenti.

JAMES MURDOCH

IL VAN GOGH DI ELIZABETH TAYLOR VENDUTO A 10,1 MILIONI DI STERLINE
http://bloom.bg/y2dORH

I dipinti che appartenevano a Elizabeth Taylor hanno raggiunto un totale di 21,9 milioni di dollari all'asta.
Il lotto principale di proprietà dell'attrice è stato un quadro di Vincent Van Gogh venduto da Christie's a Londra per 10,1 milioni di sterline (16 milioni di dollari), superando il prezzo stimato tra le 5 milioni e le 7 milioni di sterline.

4 - LA TRIBUNE
MEZZO MILIONE DI POSTI DI LAVORO CREATI NEGLI STATI UNITI GRAZIE ALLE APPLICAZIONI
http://bit.ly/AENifG

Sui dispositivi mobili e sui social network le applicazioni sono sempre più popolari.
Secondo uno studio recente, l'"economia delle applicazioni", o "appli-economia", che gira attorno allo sviluppo di programmi per computer e per i dispositivi mobili o i social network, oggi impiega 466.000 persone negli Stati Uniti.

AIR FRANCE-KLM NON RIESCE A COPRIRE IL PREZZO DEL PETROLIO
http://bit.ly/zs7fsB

Il gruppo Air France-KLM, che per giunta ha registrato un aumento del traffico di passeggeri del 3,7 nel mese di gennaio, ha detto che l'aumento delle entrate non compensa l'aumento dei prezzi del petrolio.

linkedin

5 - DEALBOOK
CAESARS FISSA IL PREZZO DELL' IPO A 9 DOLLARI AD AZIONE
http://nyti.ms/wTjovP

La catena di casinò che è diventata una scommessa sfortunata per le due società di private equity è finalmente tornata sui mercati pubblici.
Caesars Entertainment, che possiede i casinò Caesars, Harrah's e Horseshoe ha fissato la sua offerta pubblica iniziale a 9 dollari per azione.

6 - TECHRUNCH
LINKEDIN COMPRA RAPPORTIVE PER CIRCA 15 MILIONI DI DOLLARI
http://tcrn.ch/x0YAr0

LinkedIn ha comprato Rapportive, la start up creata per aggregare e visualizzare gli account dei social network delle persone contattate tramite Gmail.

 

TI VOGLIO BENE, CARMELO - A DIECI ANNI DALLA MORTE, RICORDO/ELOGIO DI UN GENIO DELLA NOSTRA CULTURA

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Gli ultimi due paragrafi di "Elogio di Carmelo Bene", di Giancarlo Dotto (Tullio Pironti editore)

GIANCARLO DOTTO ELOGIO DI CARMELO BENE

LA MALATTIA
Il calvario era cominciato tre mesi prima, a Otranto. Il singhiozzo, i dolori all'addome, l'inappetenza. Lo accompagnai dal medico. Decine di ecografie non segnalavano nulla di particolare. Il giorno in cui lo operano di cistifellea, scoprono la metastasi. Bisognava operare d'urgenza. Era già in metastasi quando recitò Dante nel castello di Otranto, l'ultima esibizione davanti alla sua gente.

Memorabile, raccontano i presenti. Si era concesso anche un divertimento d'altri tempi, da ex enfant terrible, la polemica con l'arcivescovo che non lo voleva nella cattedrale. Era stanco, Carmelo. Se ne infischiava del mondo che lo adorava o lo detestava, del tempo che gli restava da vivere. «Ci penso spesso di buttarmi giù dal terrazzo», mi disse una sera. «Ma poi mi frena il pensiero che sarebbe una cosa cruenta, vistosa. Una volgare piazzata». Era deciso a conquistarsi una lucida follia.

Carmelo Bene

Cantava arie di Rossini con l'orrenda cicatrice sul petto, mentre cucinava alla brace per gli amici un trancio di pesce spada. Luisa, la sua ancella devota, mani di fata, gli aveva cucito addosso una vestaglia da camera con uno spacco vezzoso che ne esaltava le pose da Eliogabalo. «Io sottoscritto Carmelo Bene ricoverato presso l'European Hospital, dopo esauriente colloquio informativo con i sanitari sui benefici / rischi ed eventuali complicazioni, in piena capacità d'intendere e di volere, acconsento a essere sottoposto a intervento chirurgico con la relativa anestesia, autorizzando i sanitari a eseguire quanto programmato o quant'altro essi ritenessero necessario o utile al buon fine dell'intervento».

La stanza era la 416, il tumore maligno, il paziente molto irritabile e però solvibile. Altre note dall'accettazione: «Soggetto cardiopatico, la transaminasi alta, stato civile separato, professione pensionato». Scritto proprio così: «Pensionato». Lettura preferita Il mondo come volontà e rappresentazione di Arthur Schopenhauer, aggiungo io. Di verosimili, seb- bene non accertate, discendenze turche. Forse dello stesso Acmet Pascià, il feroce rais al servizio di Maometto II che rase al suolo la città di Otranto e impalò 800 martiri cristiani, i cui teschi sono esposti nella cripta della cattedrale.

Carmelo Bene e Moglie

Cristiano Huscher è il medico che esegue l'intervento. Nome di grande e morbosa suggestione per Carmelo, che lo associava alle rovine della sua casa prediletta di Edgar Allan Poe. Sosia di Bela Lugosi, molto noto nell'ambiente per la sua chirurgia estrema. La cartella clinica parla di resezione del peritoneo, di parte del colon, dell'intestino e del diaframma. Poche ore dopo, lo ricordo bene, vispo come un pesce, seduto sul letto, che deliziava gli amici accorsi al capezzale. Torna a casa tra Natale e Capodanno. Le ferite che sembravano cicatrizzate si riaprono una a una. Tanto dolore, tanta morfina. Un incubo. Carmelo non si nutre più.


L'ULTIMO SPETTACOLO
Tre mesi dopo, 21,10 del 16 marzo 2002, al terzo giorno di coma, Carmelo Bene moriva, vegliato dal miagolio dei gatti e dal brusio delle donne che lo amavano, Luisa tra tutte, la «femminile disattenzione» che da sempre invocava a scortare i suoi morenti eroi di scena, da Pinocchio a Otello. No, non era la vista il dono più bello. Avevi fatto oscurare con le pagine rosa del tuo giornale sportivo lo specchio della camera e il suo prediletto Sony 37 pollici, lasciando solo una luce fioca da tela fiamminga sul quadro di Amore e Psiche.

Avevi urlato notti intere, spellato dall'orrore ancora prima che dal dolore. Avevi invocato la morfina, il cianuro, impartite lezioni in francese su Céline a Massimo, l'infermiere che ti assisteva la notte e non sapeva una parola di francese, ma non sapeva neppure chi fosse Céline, consultato febbrilmente il manuale del perfetto suicida che l'amico francese ti aveva spedito da Parigi, maledetto i medici che si ostinavano a tenerti in vita, dopo averti reciso un pezzo di diaframma e la tua voce che non era più la tua voce.

Carmelo Bene

L'ultimo Carmelo coltivava come un alchimista la sua pietra filosofale. Farsi fuori lungo i tracciati orfici della sua voce, amplificata negli anni a suon di miliardi. A furia di replicare, indovinare il concerto definitivo, quello in cui sarebbe sparito, in fin di voce. Quella voce, chissà dove è andata quella voce, quella voce che ci dava calma e forza, quella voce che solo a sentirla ci spediva in paradiso.

La voce di quella sera a Bologna, 31 luglio 1981, una sera di caldo scirocco, duecentomila persone stipate tra piazza Maggiore, via Rizzoli e le altre piazze, i viali e i vicoli attorno amplificati via radio da Salvatore Maenza, cieco dall'udito scaltrissimo e tu, Carmelo Bene, in jeans e camicia militare di cotone, che ti arrampichi scalzo sulla scaletta da pompiere che porta alla sommità della Torre.

Il boato da stadio. La tua voce, tuoni e carezze da svenimento che precipitano e rimbalzano su quel tappeto umano, trasportate nel vento da migliaia di watts, neanche una mosca che vola, tra un canto e l'altro, le ovazioni. Non tanto e non solo la tua voce che dice Dante, ma la tua voce che dice nel congedarsi, dopo aver strappato anche l'ultima pelle con l'ultimo sonetto, «Chiedo scusa per il vento...».

E ancora. La voce furiosa e commossa dei tuoi Quattro modi di morire in versi, Blok, Majakovskij, Esènin, Pasternak, Esenin, forse, in assoluto, la tua cosa più grande di artista, le tue lacrime finte e vere allo stesso tempo, mai tanto vere, il primo piano su di te, Carmelo Bene, spaventoso e spaventato, risucchiato dalle fiamme che tu stesso alimentavi, dal magistrale rogo che ha finalmente trovato il vento giusto, il verso e la voce, per bruciare senza che nulla più lo potesse estinguere.

«La mia voce... non ha più le armoniche» ti disperavi, a chi provava a consolarti, ai tuoi angeli di gesso in giardino, tu avvolto nella tua vestaglia da camera con lo spacco vezzoso, prima di somigliare impeccabile ai comatosi che avevi tante volte spiato nelle foto di guerra di David Harali, nelle liriche di Gozzano, nei Cristi di Mantegna, negli incubi di Poe e nei manuali di Krafft-Ebing. L'avevi detto per tempo. Inciso su nastro. «Sono inconsolabile. Me lo sono guadagnato. Ho meritato quest'uscita dalla felicità infelice. Sono fuori. Questo muovere incontro alla morte. Forse per vivere non ci vuole una dignità, ma per morire sì. Bisogna essere degni».

Carmelo Bene

Quando ti dissero che non c'era più nulla da fare, io ero lì, atterrito, tu disteso nella tua cuccia che era diventata la tua prigione, io e il medico in piedi davanti a te. Ti sei disperato per un giorno, hai invocato l'eutanasia. Poi niente più. Hai smesso di fare domande, di lamentarti. Delle fitte atroci, dei cani che abbaiavano fuori, delle gambe che non rispondevano più. Delle allucinazioni. I bambini che cantavano Tu scendi dalle stelle in giardino, confusi agli angeli di gesso. Mi hai chiesto di aggiustarti la coperta di lana sulle gambe. E di piegare i quattro orli, tutti allo stesso modo.

Non mi sono chiesto perché, non me lo chiedevo mai in tua presenza, ho sempre saputo che c'era una ragione profonda in tutto quello che dicevi o facevi. Ricordo ancora come fosse ieri. Ti sei sistemato con le mani intrecciate sul petto, come fosse una specie di prova generale, tu che non hai mai provato in vita tua. «Adesso voglio dormire», dicesti a Luisa, quando non ne potevi più anche di non poterne più.

La tua morte fu il tuo capolavoro. Non fidatevi ora di tutti quelli che dicono di averlo conosciuto, di sapere tutto di lui. Non fidatevi neppure di me. Non ne sapremo mai abbastanza di lui. Posso solo dire di averlo amato e ammirato. E il solo pensiero d'essere stato da lui ricambiato, anche un solo istante, è ogni volta un pieno di felicità e un pieno di dolore. Se devo scegliere una sola immagine, no, non è quando ti ho incontrato la prima volta al Teatro Quirino o in viaggio insieme con il tuo Pinocchio, o quando abbiamo giocato con le tante ragazze, o passato notti intere a parlare di tutto, o quando hai recitato solo per me i canti di Leopardi.

Carmelo Bene

Ma quella volta che stavi morendo, tu nella tua camera da letto e io, proprio io, incredibile, che ti stringevo la mano scarna e tremante, sempre più flebile, appena rischiarati dalla luce fioca di un abat-jour. La mano stanca di un gigante. «Ti voglio bene», ti dissi finalmente sottovoce. Non ero mai riuscito a dirtelo prima. «Anch'io», mi dicesti tu con un filo di voce. Avrei voluto amplificarti, registrarti e tenerlo tutto per me, quel filo di voce, sotto il cuscino. In quell'esatto momento, mi sono sentito tuo figlio, tuo padre, tua madre, il tuo più fraterno amico. Siamo stati intimi come di più non si può.

Mille gradi Celsius sono bastati a ridurti in cenere. Ma non a riscaldarti. Avevi sempre freddo, Carmelo. «Delle mie ceneri fate quello che volete», ci dicesti una sera a cena, davanti al camino, nella tua meravigliosa casa di Otranto. «... Magari una bella crostata per colazione ». Sai una cosa? Mi viene spesso, quando sto sovrappensiero, la tentazione di chiamarti. Avrei tanta voglia di farlo anche adesso. Ma non risponderesti. È mezzogiorno.

 

AMMAZZA CHE AMAZON! - VITA, OPERE E MIRACOLI DI JEFF BEZOS, L’INVENTORE DI AMAZON E DEL KINDLE RACCONTATA IN UN LIBRO

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Alessandro Gnocchi per "il Giornale"

Jeff Bezos di Amazon

Forse nessuno di loro incarna meglio l'ideale del capitalista schumpeteriano, che cambia il mondo cercando di fornire al cliente il miglior servizio possibile. Pazienza se i ricavi (poi cospicui) non sono immediati: prima di tutto viene l'innovazione,un po' per il gusto di creare qualcosa di mai visto, un po' perché nelle praterie del web chi arriva primo incamera un vantaggio colossale sulla potenziale concorrenza. Era il credo di Steve Jobs, fondatore di Apple e inventore di iPod, iPad e iPhone: «Pensiamo che il Mac venderà alla grande, ma non lo abbiamo costruito per quello. Volevamo solo costruire il migliore prodotto possibile».

JEFF BEZOS LANCIA AMAZON FIRE

È il credo di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook: «Non costruisco servizi per fare soldi. Faccio soldi per creare servizi migliori». Ed è quello di Jeff Bezos, padre di Amazon, la più grande libreria on line, e del Kindle, il lettore di e-book al momento più diffuso: «Stiamo investendo nell'innovazione. Rendere ora Amazon redditizia sarebbe la decisione più stupida da prendere».

Questo non significa, ovviamente, non capitalizzare e tanto meno ignorare il mercato: il discusso prossimo ingresso di Facebook in Borsa è lì a dimostrare che questi signori, quando arriva il momento giusto, sono imprenditori sensibili al guadagno e alla crescita della propria azienda.

JEFF BEZOS CON JOYCE IN VERSIONE KINDLE

Di Jobs e di Zuckerberg,all'incirca, sappiamo tutto. La biografia del primo, scritta da Walter Isaacson ed edita da Mondadori è in classifica in mezzo mondo dalla morte del protagonista, avvenuta il 5 ottobre 2011. Al secondo è dedicata un'ampia bibliografia, ma la sua immagine pubblica è stata definita soprattutto dal film The Social Network firmato nel 2010 dal regista David Fincher.

Bezos, invece, è personaggio meno noto, nonostante l'espansione di Amazon abbia innescato una rivoluzione nell'editoria libraria mondiale. E dire che entrò in quel settore quasi per caso: il giovane manager che passava di lavoro in lavoro, prevalentemente nel settore informatico-bancario, non aveva una passione particolare per i libri, ma considerava l'editoria un mercato colonizzabile grazie al web.

MARK ZUCKERBERG

Non c'è terremoto che non sia stato innescato da una mossa di Bezos: la crisi delle librerie tradizionali, l'avvento dell'e-book,il fenomeno dell'autopubblicazione, la drastica perdita di peso dell'editore a vantaggio del venditore finale (meglio: di Amazon).

Una vecchia frase di Bezos riassume questi cambiamenti e annuncia quelli futuri: «Su internet, tutti sono editori». One click di Richard L. Brandt (Rizzoli Etas, pagg. 290, euro 19) non è una biografia in senso stretto: molte pagine sono dedicate alle innovazioni appena citate, e più che ricostruire la vita di Bezos, ne ricostruiscono le strategie industriali. Ci sono però anche molte pagine dedicate all'infanzia,agli studi e ai primi passi nel mondo del web.

STEVE JOBS

Jeff nasce il 12 gennaio 1964 in New Mexico, ed è registrato come Jeffrey Preston Jorgensen. Del suo padre biologico nulla si sa. Bezos è il cognome del secondo marito della madre, Miguel, esule cubano in fuga da Fidel Castro. Infanzia e adolescenza del futuro CEO di Amazon sono raccontate con le stesse modalità narrative con le quali nel Medioevo si raccontavano le vite dei santi. È una caratteristica, per altro, comune alle molte biografie di Jobs e Zuckerberg.

Alle elementari i primi segni della predestinazione: una ferrea concentrazione, una abilità sorprendente con i numeri e i «lavoretti» manuali. Ed ecco i primi miracoli: Jeff fa ripartire il trattore del nonno, Jeff crea un rudimentale modem, Jeff pur essendo magrolino diventa leader della squadra di football... Poi ci sono i tratti tipici da nerd dell'informatica, immancabili: quanti aneddoti abbiamo sentito su Jobs hippie fuori tempo massimo o sulle infradito sfoggiate da Zuckerberg anche di fronte ai banchieri più importantit?

amazon logo

Ed ecco Jeff che negli uffici di Amazon vuole solo tavoli fatti con porte riciclate, Jeff che organizza una sfida a gavettoni per festeggiare il matrimonio, Jeff che lascia circolare per l'azienda gli animali domestici suoi e dei suoi dipendenti...

Il fatto che simili episodi siano presenti in lavori serissimi (e, a scanso di equivoci, interessanti) come la biografia di Jobs a cura di Isaacson o quella di Bezos scritta da Brandt, è singolare ma in fondo descrive un aspetto della nostra epoca: il santo è stato sostituito dal guru sub specie tecnologica, il web e i suoi profeti hanno qualcosa di mistico. E noi, i credenti, corriamo ad aggiornare lo status di Facebook, a scaricare un po' di musica da iTunes e a comprarci un bel libro su Amazon.

AMAZON KINDLE

 

AL SIRE DI HARDCORE PIACE GUARDARE, PIACE TOCCARE, PIACE SOPRATTUTTO ASCOLTARE (E PAGARE)…

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A cura di MINIMO RISERBO e PIPPO IL PATRIOTA

GIAMPAOLO TARANTINI PATRIZIA DADDARIO

1- AL SIRE DI HARDCORE PIACE GUARDARE, PIACE TOCCARE, PIACE SOPRATTUTTO ASCOLTARE (E PAGARE)...
E' un ometto completo, il vecchio Silvio Bananoni. Dopo l'inchiesta Tarantini lo immaginavate li', sdraiato in bagno un po' passivamente sotto una Patty D'Addario che vale tanto oro quanto pesa, e invece egli e' un vero Imperatore dei sensi. Gli piace il bunga bunga con le Olgettine, gli piacciono i crocefissi pacchiani che ballano tra le tette del consigliere Minetti, gli piacciono le ragazze che lesbicano un po' davanti a lui nei dopocena 'eleganti'.

Ma soprattutto, gli piace ascoltare la voce degli avversari politici mentre straparlano di banche. Almeno cosi' la pensa il Tribunale di Milano. Repubblica in prima pagina: "Unipol-Bnl, Berlusconi a processo per la telefonata di Fassino pubblicata dal Giornale. Il Cavaliere verso l'incriminazione per il caso Tarantini".

Nicole Minetti

Dentro, "L'ex premier: non e' vero. Il sindaco: chiedo i danni. E Silvio rompe il tabu'-interrogatorio: "Mai avrei usato un'intercettazione. Era naturale che attraverso mio fratello Paolo alcuni imprenditori mi cercassero". Poi, quando il magistrato gli chiede se dopo quell'incontro con gli imprenditori alla vigilia di Natale avesse incontrato l'allora direttore del Giornale, Maurizio Belpietro, o il giornalista che poi firmo' lo scoop, Gigi Nuzzi, Bananoni risponde: "Il cronista non lo conosco e credo di non averlo mai incontrato di persona. Con Belpietro, come con tutti i direttori dei miei giornali, non ho mai avuto rapporti diretti, anche perche' spesso con quello che scrivono mi mettono in difficolta'" (p. 14).

SILVIO BERLUSCONI

Prima o poi gli fara' causa, insomma. Brutta anche la svoltina giudiziaria in corso a Bari: "Escort, Cavaliere verso l'incriminazione. Con Lavitola pago' il silenzio di Tarantini". "Imminente l'iscrizione dell'ex premier nel resgistro degli indagati. Bacchettata ai pm del giudice del Riesame: "Atteggiamento ondivago" (Repubblica, p. 15). Ma sempre sia Laudato Laudati, il mitico procuratore capo spedito li' da Al Fano.

2- ANCHE A DESTRA SONO PARTITI CON LA CASSA...
"Dal tesoro di An scomparsi 26 milioni. Non c'e' solo la Margherita. La Procura di Roma indaga su una denuncia di ammanchi e prestiti al Pdl. Tutto nasce dallo scontro tra i finiani e i "colonnelli" dopo la conflenza nel partito di B.". Alessandro Ferrucci e Malcom Pagani sul Cetriolo Quotidiano: "La Fondazione Alleanza Nazionale, in mano agli anti-Fini, "presta" 3,7 milioni al Popolo della liberta', affitta 28 immobili gratis ai giovani berluscones e paga strane parcelle" (pp. 1-3).

maurizio belpietro

Sull'altro fronte - ma verrebbe da dire sullo stesso fronte, visti gli inciuci in atto - la Gdf prende una facciata al Senato: "Lusi, Guardia di finanza bloccata in Senato. Nei conti della Margherita alla Bnl causali multiple per coprire gli ammanchi" (Repubblica, p. 17). E intanto e' istruttivo leggere: "Soldi ai partiti. Il Parlamento tace. Bersani e Casini avevano promesso tempi rapidi, ma la Camera discute di feste e Sassofeltrio" (CQ, p. 5).

Valter Lavitola

3- E CASUALMENTE RIPARTE L'INCIUCIONE...
"Pdl e Pd dialogano sulle riforme. Intesa sui principi di un nuovo sistema di voto: più' potere ai cittadini". Esulta in prima pagina il Corriere dei Poteri Marci. E per l'emozione, don Flebuccio de Bortoli dimentica di far mettere in prima pagina i nuovi guai giudiziari del Banana. Hai visto mai che il lettore facesse 2+2. Invece a pagina 3 arriva una giuliva intervista ad Angelino Jolie Alfano: "Le 4-5 cose che faremo insieme".

Povero Bersani, che brutta fine. Se ne avvantaggeranno solo il CaiNano e il governo della Destra Perbene, momentaneamente affidato ai Sapientoni. Più' cauta la Stampa: "Sulla legge elettorale prima intesa Pdl-Pd: stop ai partitini" (p. 9). In sollucchero il Messaggero di Calta-papa' e Pierfurby: "Riforme e legge elettorale, parte il dialogo Pdl-Pd. Incontro tra i rappresentanti dei due partiti; basta con i nominati" (p.1).

fini gasparri larussa

Si ragiona su tetti al 5-6 per cento, come racconta Littorio Feltri sul Giornale (p.3) che salverebbero Casini e il Terzo Pollo. Prudenti i Cdb boys: "I leader e il nuovo patto della crostata. "Scriviamo insieme un testo unico". Bersani, Casini e Alfano preparano un summit sulle riforme. Napolitano segue con attenzione" (Repubblica, p. 11).

luigi lusi

4- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
Su Repubblica, "dossier emergenza disoccupazione" dedicato a un fenomeno davvero nuovo: i precari. "Finte partite Iva, soci e falsi progetti. I sette contratti che sfruttano i giovani. Oltre ai veri e propri lavori a termine, esiste una giungla di strumenti abusati per abbassare il costo del lavoro. Dagli assegni universitari agli stagisti permanenti, ecco l'identilit dei nuovi lavoratori "atipici" (p. 13)

ALFANO

Consigli disinteressati per la vasellina sul Corriere: "Lavoro: l'ipotesi della riforma in due tempi. Prima accordo "minimo" con le parti sociali, poi un intervento del governo sulla flessibilita'" (p. 12). Poi, un paio di perle: "Contratto: alla Fiat mamme senza premio" (Corriere, p. 12).

CASINI E CALTAGIRONE

5- LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE (T'ADORIAM MONTI DIVINO)...
Titolo a tutta pagina del Corriere: "Monti e la neve: più' impegno da tutti. Richiamo ai ministri" (p. 5). Ma se non e' stato neppure capace di mandare Clino Clini (Ambiente) e AirOne Passera (Trasporti) al Giglio per la Costa Concordia!
Sulla Stampa di Mariopio Calabresi, un vero notizione: "Monti: i nostri sacrifici non li ha imposti l'Europa. Il premier: li facciamo nel nostro interesse e per le future generazioni" (p. 9)

6- MA FACCE RIDE!...
Parla ancora, Nevone Alemanno. E visto che la neve viene indubitabilmente dall'alto, scolpisce: "Il fatto di vedere sulle prime pagine di tanti giornali del Nord una enfatizzazione dell'emergenza neve e' francamente sospetto: non vorrei che ci fosse una strategia nordista per mettere in cattiva luce Roma nel momento in cui la citta' si candida per grandi eventi" (Repubblica, p. 2).

GIANNI ALEMANNO MONTI E PASSERA

In effetti il complotto ai danni di Nevone e' chiaro. Lui vuole organizzare a Roma "Big Fire 2012", un grande evento gia' previsto da alcune profezie Maya, ma la Protezione civile del nordista Gabrielli, dove sono tutti dei passacarte, si rifiuta di fornirgli i sacchi di carbonella.

7- L'ISOLA DEI QUIRINALISTI...
sul Corriere, Marzio Breda si supera nel parlare a nome di Re Giorgio Banalitano e "ricostruisce' le reazioni del Quirnale allo scoop del Giornale su Tremontino presunto killer di Berluska. Fa tante domande retoriche, ma dimentica la più' semplice: ma perche' Cascella ha spedito al Giornale una lettera cosi' goffa?

8- DISECONOMY...
Ogni governo paga le sue oscure cambiali estere. "F-35, l'Italia acquista i primi tre. Costano 240 milioni di dollari. Sui caccia gli operai ex Eurofighter, nessun posto di lavoro in più'" (Repubblica, seminascosto in fondo a pagina 18). Finche' c'e' guerra c'e' paranza.

IL PREFETTO FRANCO GABRIELLI

 

OBAMA CALA LE BRAGHE E ACCETTERÀ LA CORRUZIONE LEGALIZZATA DEI “SUPER PAC” - SANTORUM VINCE, MA NON CAMBIA

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Barack Obama

1- LA GUERRA DEI MILIARDARI OBAMA RISPONDE AI RICCONI REPUBBLICANI
Paolo Mastrolilli per "la Stampa"

La corsa alla Casa Bianca si sta trasformando in una sfida tra miliardari. Da una parte, il club dei ricchi riunito in California durante lo scorso fine settimana dai fratelli petrolieri Charles e David Koch, che si sono impegnati a staccare assegni per cento milioni di dollari allo scopo di sconfiggere Barack Obama. Dall'altra Warren Buffett, i magnati dell'industria digitale della California, e forse ancora George Soros, che da oggi in poi avranno mano libera per donare tutti i soldi che vogliono ai Super Pacs del presidente, i comitati esterni alle campagne dei candidati che possono raccogliere somme illimitate per appoggiarli.

Le elezioni americane si finanziano in due modi: i soldi offerti dagli individui o dalle aziende direttamente ai candidati, che però hanno un limite massimo di 2.500 dollari a persona; e i contributi dati ai Political Action Committee, ossia i comitati esterni che non possono coordinarsi ufficialmente con le campagne, ma possono appoggiarle pagando spot televisivi e altre iniziative in sostegno dei loro programmi.

mitt romney

Sul primo fronte Obama è nettamente in vantaggio, anche se ha appena subito l'imbarazzo di dover restituire duecento mila dollari ricevuti dalla famiglia del re dei casinò e fuggitivo messicano Pepe Cardona. Nel corso del 2011 ha raccolto 125 milioni di dollari, contro i 56 milioni del probabile avversario repubblicano Mitt Romney.

Sul secondo fronte, però, il Gop è decisamente avanti. Alla fine di dicembre Priorities USA Action, il Super Pac fondato dai due ex consiglieri di Obama Bill Burton e Sean Sweeney, aveva racimolato appena 4,4 milioni di dollari, contro i 30 milioni finiti nella cassaforte di Restore our Future, il Super Pac di Romney che in Florida ha speso 17 milioni di dollari in spot televisivi negativi per demolire Newt Gingrich.

Nello stesso tempo American Crossroads e Crossroads GPS, organizzazioni fondate dall'ex consigliere di Bush Karl Rove, hanno raccolto 51 milioni di dollari, mentre durante il fine settimana un gruppo di miliardari riunito in California dai fratelli petrolieri Charles e David Koch si è impegnato a stanziare cento milioni per battere Obama.

Santorum

Lo scarso successo dei democratici in questo campo è dipeso principalmente da due fattori: l'opposizione dichiarata del presidente ai Super Pac, definiti come una minaccia per la democrazia dopo la sentenza del 2010 con cui la Corte Suprema ha tolto ogni limite al loro utilizzo, e le critiche a Wall Street che hanno allontanato parecchi finanziatori. I democratici vedono i piccoli contributi individuali come una lecita espressione di sostegno politico, e i grandi assegni delle corporation come una presa del potere attraverso i soldi. Davanti alla voragine che si stava aprendo, però, Obama ha dovuto cambiare posizione.

Le stime prevedevano che i democratici spenderanno circa un miliardo di dollari per conservare la Casa Bianca, ma questo vantaggio economico sta sfumando a causa dei Super Pacs repubblicani. Allora il capo della campagna, Jim Messina, ha mandato una mail ai sostenitori invitandoli a finanziare il Super Pac del presidente: «Restiamo contrari - ha detto Messina - e faremo il possibile per regolare questi contributi, ma nel frattempo non possiamo combattere con una mano legata dietro la schiena. I democratici non accetteranno di competere con due regole diverse e non disarmeranno unilateralmente». I repubblicani hanno subito attaccato la decisione, dicendo che il dietrofront dimostra come Obama sia pronto a tutto pur di vincere.

Newt Gingrich

L'altro fronte su cui la Casa Bianca sta meditando il compromesso è quello della contraccezione. Nelle settimane scorse l'amministrazione ha deciso che tutti i datori di lavoro devono includere nelle assicurazioni sanitarie dei dipendenti il pagamento delle pratiche anticoncezionali.

Questo ha scatenato la reazione dei vescovi americani, e ora quella di gruppi come la Catholic League, che minaccia di organizzare proteste di piazza e mobilitare i 70 milioni di cattolici per battere Obama a novembre. Si tratta di un gruppo di «swing voters» fondamentale, che nel 2008 aveva votato in maggioranza per Barack. Quindi Axelrod sta correndo ai ripari, segnalando la disponibilità ad un compromesso che rispetti i diritti delle donne e la coscienza dei fedeli.


2- L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DI ROMNEY RILANCIA SANTORUM, CHE FA TRIS
Pier Paolo Bozzano per America24.com

Tra i due litiganti, Mitt Romney e Newt Gingrich, questa notte è spuntato di nuovo Rick Santorum. Ha vinto i caucus in tutti e tre gli Stati chiamati a votare: in Missouri, in Minnesota e a sorpresa anche in Colorado, dove Romney era strafavorito. Il voto ha rimescolato ancora una volta le carte nella pazza corsa alla nomination repubblicana. E' l'ennesima capriola di una competizione, quella che dovrà nominare lo sfidante di Barack Obama alle delicatissime elezioni presidenziali di novembre, che ogni settimana sembra ricominciare da capo, su nuove premesse, con nuovi equilibri e, a turno, un nuovo protagonista.

JIM MESSINA

Se Santorum, un ultraconservatore e un beniamino della destra evangelica, parla di vittoria del conservatorismo, la sua tripletta si spiega soprattutto con la sorprendente, surreale debacle dei suoi avversari. Di Romney che in Minnesota e Colorado aveva stravinto quattro anni fa battendo il candidato repubblicano in pectore John McCain e che arrivava da due vittorie nette in Florida e Nevada. E di Gingrich che non ha neppure fatto il rituale discorso di fronti alle telecamere nella sera del voto. E' stato di fatto assente.

Santorum, intendiamoci, ha lavorato sodo, ha fatto campagna elettorale per 22 giorni nei tre stati contro un totale di 12 giorni complessivi dei suoi avversari, Ron Paul incluso. E ha sfruttato la forte presenza di elettori evangelici. Ma il suo trionfo è soprattutto sintomo della grande sconfitta di Romney che dopo mesi di campagna elettorale non è ancora riuscito a convincere la base repubblicama a fidarsi di lui. Ancora ancora in Minnesota, ma il suo crollo in Colorado è difficile da spiegare. Romney ci ha provato con il maltempo, nel suo intervento, sottolineando la scarsa partecipazione al voto. La realtà è più complessa: l'entusiasmo dei repubblicani per lui, il frontrunner, e in generale per la sfida presidenziale è per il momento scarso.

George Soros

Colpa della sua battutaccia sui poveri, che, dice, non lo preoccupano affatto perché il governo li assiste? O colpa dei sondaggi che all'improvviso lo vedono in difficoltà in un ipotetico confronto con Obama? Colpa degli attacchi alla sua credibilità che Gingrich e Santorum gli fanno da settimane? Del suo carattere troppo freddo, distaccato? Del suo passato da repubblicano 'liberal' del nord est che non piace ai teapartisti? Se nei grandi Stati come la Florida e il Nevada Romney può sfruttare la potenza di fuoco della sua macchina elettorale e inondare gli elettori di spot per trovare consensi, quando si tratta di mobilitare gli insider repubblicani alle assemble dei caucus, allora fa quasi sempre cilecca.

La consolazione, per lui, è che i caucus di questa notte non hanno di fatto modificato il pallottoliere dei delegati. Romney resta davanti con 106, poi Gingrich con 37, quindi Santorum a 22 e Paul a 19. D'ora in poi, inoltre, la campagna elettorale diventa proibitiva senza una montagna di soldi e una capillare organizzazione sul territorio. E lui è l'unico ad averla.

WARREN BUFFETT

Morale: tutto cambia ma alla fine non cambia nulla. Quasi nulla: Gingrich è ormai di fatto uscito di scena e Santorum si sveglierà con i bombardieri della campagna di Romney a ronzargli sulla testa, pronti a colpire in vista dei nuovi Stati che andranno al voto a fine febbraio.

 

LUSI E COL-LUSI - COL BLITZ DELLA GDF IN SENATO, SFIORATO L’INCIDENTE ISTITUZIONALE, MA CAPALDO CI METTE UNA PEZZA

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1 - CACCIA AI DUE CONTI DELLA MARGHERITA
Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

LUSI

Sono due i conti correnti intestati alla Margherita che la Procura di Roma vuole esaminare. Depositi aperti presso la filiale del Senato della Banca Nazionale del Lavoro e gestiti dal tesoriere Luigi Lusi, che aveva la delega a operare insieme al presidente del partito Francesco Rutelli.

Era stato proprio quest'ultimo ad assicurare piena collaborazione ai magistrati per scoprire se oltre ai tredici milioni di euro prelevati tra il 2008 e il 2011, Lusi si fosse appropriato di altro denaro. Dunque i pubblici ministeri non si aspettavano tante difficoltà per riuscire ad acquisire i documenti relativi alla movimentazione relativa agli ultimi anni. Invece, di fronte al diniego della presidenza di Palazzo Madama, si è preferito soprassedere per evitare un possibile scontro istituzionale.

FRANCESCO RUTELLI

Il comunicato emesso in serata dal procuratore reggente Giancarlo Capaldo sembra voler accreditare l'ipotesi che sia stata la Guardia di Finanza a sbagliare. E questo rischia di aprire nuove frizioni all'interno dell'ufficio. Anche perché sia il procuratore aggiunto Alberto Caperna, sia il sostituto Stefano Pesci hanno seguito passo dopo passo le mosse degli investigatori e sono stati proprio loro a decidere di frenare.

Di certo c'è che le consultazioni tra piazzale Clodio, dove hanno sede gli uffici giudiziari, e la presidenza del Senato sono andate avanti per tutto il giorno. Alla fine si è concordato di diramare una nota ufficiale per cercare di stemperare il clima precisando che non c'era alcuna volontà di violare le prerogative del Parlamento con un ingresso di forza nella sede del Senato, pur nella consapevolezza che per questo tipo di provvedimento che riguarda il partito non è necessario chiedere alla giunta l'autorizzazione a procedere.

Nei prossimi giorni gli stessi atti saranno quindi acquisiti presso la sede centrale della Bnl, a meno che non arrivi un'opposizione formale da parte dei vertici della Margherita. L'analisi degli estratti conto relativi agli ultimi quattro anni viene ritenuta fondamentale dai magistrati per ricostruire eventuali altri illeciti commessi da Lusi, soprattutto dopo aver visionato la relazione dei tre revisori che era stata depositata due giorni fa.

CAPALDO

I «controllori» si sono infatti limitati a ricostruire le «uscite» verso la «TTT» e hanno accertato che, oltre ai tredici milioni di euro già scoperti dai finanzieri, Lusi avrebbe prelevato altri 600mila euro.

È dunque necessario visionare l'intera movimentazione, in modo da scoprire se il tesoriere abbia utilizzato altre società e soprattutto se ci siano altri soldi che abbia utilizzato per scopi personali o versato ad altri politici. Anche perché i primi controlli hanno già mostrato come il tesoriere avesse creato di fatto una doppia contabilità registrando sotto voci fasulle quelle fatture di consulenza a lui intestate.

E aveva riunito sotto la voce «bonifici multipli» le somme che aveva fatto confluire nelle casse delle sue società. Soltanto quando queste verifiche saranno terminate si potrà stabilire se procedere con il patteggiamento - così come era stato ipotizzato inizialmente contestando il reato di appropriazione indebita - o se invece emergeranno altre ipotesi illecite.

GUARDIA DI FINANZA

Ieri Lusi ha ribadito la propria volontà di restituire almeno in parte il maltolto e - dopo che gli è stata negata la possibilità di procedere con una fideiussione da 5 milioni di euro per mancanza di garanzie - ha proposto di dare in pegno le quote dell'appartamento al centro di Roma e della villa di Genzano che risultano acquistati con i rimborsi elettorali della Margherita.

Nei giorni scorsi i vertici della Margherita avevano mostrato disponibilità ad accettare l'offerta nonostante il valore complessivo fosse inferiore al totale della somma contestata. Adesso dovranno comunicare ai magistrati la propria posizione ufficiale, soprattutto specificando se questo serva a chiudere definitivamente la partita, quantomeno dal punto di vista del risarcimento.


2- CASO LUSI: PROCURA,NON DISPOSTE ACQUISIZIONI IN SENATO
(ANSA) - "La Procura di Roma non ha disposto l'esecuzione" di acquisizioni "all'interno del Senato e, per tanto, non ha formulato alcuna richiesta di esecuzione del provvedimento al Presidente" di palazzo Madama. E' quanto afferma in una nota il procuratore Capo facente funzioni di Roma, Giancarlo Capaldo.

RICCARDO CONTI

Nella nota diramata dalla Procura di Roma si spiega che "che in data 6 febbraio 2012, la Procura di Roma ha disposto l'acquisizione di documentazione bancaria presso la Bnl Spa relativa al conto corrente intestato a 'Democrazia e' liberta". Capaldo prosegue affermando che "nel darvi oggi esecuzione, la Polizia Giudiziaria delegata prendeva contatto preliminare con il responsabile dell'Ufficio questura del Senato, informandone successivamente i titolari del procedimento che, appresa la notizia, disponevano l'immediata sospensione dell'attività".

La Procura di Roma, conclude la nota, "attribuisce la massima importanza alla leale collaborazione istituzionale e ribadisce, anche in questa occasione, il consueto, doveroso rispetto per le prerogative parlamentari e per tutte le procedure intese a tutelarle".


3- PALAZZO VENDUTO AGLI PSICOLOGI: APERTO UN FASCICOLO PER TRUFFA
Dal "Corriere della Sera"

PALAZZO VENDUTO DA CONTI

Truffa. È questa l'ipotesi di reato per la quale la Procura di Roma sta indagando sulla plusvalenza da 18 milioni di euro realizzata dal senatore del Pdl, Riccardo Conti, attraverso l'acquisto per 26,5 milioni di un immobile rivenduto il giorno stesso per 44,5 milioni all'Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi (Enpap). Le indagini sono state affidate ai pubblici ministeri Erminio Amelio e Corrado Fasanelli, che nei prossimi giorni disporranno una perizia sul valore dell'immobile e delegheranno alle Fiamme gialle l'acquisizione di tutti i documenti utili a chiarire la vicenda. I pm procederanno quindi a convocare come testimoni i protagonisti della compravendita.

 


“PRESADIRETTA” DI IACONA SCODELLA IL VIDEO DI UNA MADRE CHE NON VUOLE CHE GLI ASSASSINI DEL FIGLIO VADANO IN PRIGIONE

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1- LA PUNTATA DI "PRESADIRETTA" SULLA ROMA CRIMINALE: 2 600 MILA SPETTAORI, 10.2%
http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-d84723b3-84f7-48be-9d06-ffbcca7794e3.html

Riccardo IACONA


2- MALAROMA CRIMINALE
Luigi Galella per il "Fatto quotidiano"

"M'arriva ‘na telefonata, era mi' fratello co' mi' cognata, m'ha detto: è morto. Chi è morto? Simone. Come: è morto Simone... Sì sì, è morto..." La madre di Simone Colaneri, assassinato nel luglio 2011, nel quartiere romano di Primavalle, parla della fine tragica di suo figlio, ma racconta di un'intera società cresciuta ai margini di quella ordinaria, un'escrescenza arbitraria ma "legittima" nella sua deformità, in cui ognuno meritoriamente si ritaglia la sua porzione d'esistenza, perfino i killer che hanno ucciso suo figlio, che lei non vorrebbe vedere nemmeno in carcere, perché lo stesso Simone, che conosceva bene la galera, l'avrebbe voluto.

far west primavalle foto gmt

"Ognuno nella vita fa il proprio mestiere, tu fai il giornalista, quello fa il muratore... e quelli so' stati pagati pe' spara' a Simone. Quello è il lavoro de loro". Una drammatica testimonianza di piena accettazione della "verità effettuale" della strada, che quasi si fa fatica a credere, e che proviene peraltro dalla persona emotivamente più legata alla vittima.

Quel giorno la donna aveva telefonato alla polizia per informarli che suo figlio stava "a gira' co' quattro coltelli addosso". Non era vero, ma in questo modo pensava di tirarlo fuori dai pasticci: "Almeno se sbrigano, ‘o prennono e s'o portano via". Da soli dieci giorni era uscito di prigione. Ma lei già desiderava che vi rientrasse, perché presagiva i guai. Era la strada la vera insidia. Letteralmente. Ed è lì che dei ragazzi in tutto simili a lui - che facevano "il lavoro de loro" - come dei qualsiasi impiegati o dei braccianti, che la sera consegnano il salario di un giorno alle famiglie, dietro a un furgone dove aveva inutilmente cercato riparo, lo hanno braccato e ucciso, crivellandolo di colpi.

far west primavalle foto gmt

"Mia cara mamma - scriveva dal carcere - io non sono pazzo. Sono un criminale. Ho provato a cambiare la mia vita. Ma neanche se me metti su 'na sedia elettrica potrai mai cambiarla. È il mio DNA". "Solo con la pistola ‘o potevi ferma'", racconta lo zio. "E quanno tu rompi ‘e scatole, e 'na volta e due e tre e quattro e cinque, io te fermo: capito?" Lucidamente, sua madre Sabrina. Che delinea la figura tragica di un eroe negativo di quartiere, insolente e aggressivo, spavaldo e indomito, ma incapace di comprendere i rapporti di forza reali: l'ingresso nel suo piccolo regno del crimine organizzato, sbrigativo, che non perde tempo a discutere coi piccoli pesci come lui.

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Primavalle conta trecentomila abitanti, ma solo 59 poliziotti. Con due auto civetta che si riconoscono da lontano. E gli agenti che girano con una vecchia "Marea", che spesso si ferma, perché il motore va in ebollizione. Di recente avevano individuato un ricercato, che ha attirato su di sé l'attenzione suonando il clacson della sua auto, così sono accorsi "aiuti" e quella della polizia si è vista circondata da una settantina di persone "amiche", che l'hanno presa a calci.

Con "Malaroma" ("Presadiretta", Rai3, domenica, 21.40) Riccardo Iacona tocca uno dei vertici espressivi del reportage televisivo, per la qualità dell'inchiesta e della scrittura. Il fatto è la nuova mala romana: 37 omicidi solo nell'ultimo anno. Il "peggio della diretta", oggi, è tutto racchiuso nell'oggetto.

far west primavalle foto gmt


3- ROMA VIOLENTA: "GIUSTIZIATO" SOTTO CASA A TORREVECCHIA, 4 OMICIDI IN UN MESE
(AGI) - Un uomo e' morto in un agguato in serata in via di Torrevecchia, nella periferia di Roma. L'uomo e' stato colpito alla testa con un colpo di pistola. Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra mobile e del commissariato Primavalle. L'agguato e' avvenuto mentre la vittima si trovava a bordo di una Mercedes Classe A ed usciva da un garage in via di Torrevecchia 479. L'uomo e' stato raggiunto alla testa da un colpo di pistola esploso da un uomo, ed e' morto sul colpo.

super rizzi indaga foto gmt

La vittima si chiamava Mario Maida, 61 anni, meccanico originario di Chiaravalle (Catanzaro). L'uomo nel 2005 era stato arrestato per l'omicidio del nipote, Andrea Bennato, di 30 anni, ucciso con un colpo di pistola in via di Casal del Marmo, a Roma, per una lite in famiglia. In via di Torrevecchia sono ancora al lavoro gli agenti della polizia scientifica.

L'agguato mortale di oggi lascia sul selciato la quarta vittima dall'iniziop dell'anno dopo l'uomo ucciso in via del Fontanile Arenato, e la tragica rapina di Torpignattara costata la vita al commerciante cinese Zhou Zeng e alla figlioletta Joy, di appena 9 mesi.

super rizzi indaga foto gmt

Un inizio d'anno purtroppo in linea con l'escalation di violenza che dalla primavera del 2011 in avanti ha colpito la capitale. La prima traccia della lunga scia di sangue che da piu' di nove mesi attraversa la citta' risale all'8 aprile, quando i neon del Teatro delle Vittorie illuminano il corpo senza vita di Roberto Ceccarelli, freddato da cinque colpi di pistola mentre e' all'interno della sua macchina.

Il 13 giugno Raffi Coen, pensionato di 74 anni, viene trovato morto nell'androne del condominio in cui viveva in via Lanciani: per lui un'unica stilettata al cuore. Il giorno dopo tocca a Marco Calamanti, 47 anni, inseguito e ammazzato a colpi di crick per le strade di San Basilio dopo una lite generata dalla richiesta di restituzione di un debito. E nemmeno un mese piu' tardi - il 5 luglio - nove colpi calibro 9 mettono fine tragicamente all'esistenza di Flavio Simmi, gioielliere di 33 anni, gia' gambizzato poco tempo prima.

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LA SAMBA DELLE BR - L’ULTIMA TROVATA DELL’ESULE CESARE BATTISTI: SFILERÀ AL CARNEVALE DI RIO

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Da "Leggo"

Cesare Battisti

Tra carri e ballerine ci sarà anche Cesare Battisti. Infatti secondo la stampa brasiliana, l'ex attivista politico ha incontrato alcuni parlamentari a Brasilia, manifestando l'intenzione di sfilare al Carnevale di Rio de Janeiro. Ad invitarlo a partecipare al carnevale carioca sarebbe stato il direttore di un giornale tradizionale, il "Cordao do Bola Preta", al quale Battisti avrebbe confermato la partecipazione all'evento.

«Certo che ci vado - ha dichiarato Battisti mentre parlava con alcuni parlamentari - il Bola Preta è in grado di portare in strada due milioni di persone». Intanto l'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) inizierà a lavorare in una libreria di Rio,in attesa che ad aprile esca il suo nuovo libro "Ai piedi del muro".

Cesare Battisti esce dal carcere brasiliano di Papuda

LA POLEMICA CON NAPOLITANO DELLA SETTIMANA SCORSA
«Signor presidente Napolitano, mi dia la possibilità di difendermi». L'appello giunge dal Brasile, direttamente da Cesare Battisti che, davanti alle telecamere delle 'Iene', si dice pronto a «rispondere delle mie responsabilità di fronte alla giustizia italiana» a patto che ci sia «un interrogatorio vero». Netta, però, arriva la replica del Quirinale: l'ex terrorista «deve solo presentarsi nel nostro Paese per espiare le pene alle quali è stato condannato a conclusione di processi svoltisi nella piena osservanza delle regole di uno Stato di diritto».

Cesare Battisti

Il caso dell'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato a due ergastoli in Italia e attualmente libero in Brasile, è tornato sotto i riflettori con l'intervista rilasciata alle 'Iene'. Battisti parla a 360 gradi delle sue fughe, della sua condanna, della sua vita da scrittore in Brasile e non risparmia una stoccata a Napolitano, definito «un irriducibile degli anni '70, dell'ex Pc stalinista»:

Cesare Battisti

«Non mi sembra che sia la persona adeguata per dire oggi all'Italia 'Giriamo pagina, dimentichiamo il passato, riconosciamo le responsabilità, riconosciamo la storia, riappacifichiamoci'. Non mi pare che Napolitano stia dando esempio di questo», è la sua osservazione. Poi però, incalzato dall'intervistatore, si rivolge direttamente al capo dello Stato: «Mi dia la possibilità di difendermi. Di presentarmi di fronte a un tribunale, oggi, in Italia, e di rispondere a un interrogatorio vero, come non è mai successo».

Cesare Battisti

La replica del Colle arriva in serata e non lascia spazio a dubbi, anticipata peraltro da un coro bipartisan di condanna per il «farneticante» appello di Battisti, come lo definisce l'eurodeputata Debora Serracchiani (Pd). Dalla Lega, giunge invece un 'controappello' al Quirinale, quello di tornare a chiedere la sua estradizione alle autorità brasiliane.

E, mentre il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri ricorda come Battisti «non abbia mai pagato per i suoi delitti», il coordinatore nazionale di Fli Roberto Menia osserva che l'ex terrorista «la possibilità di difendersi ce l'aveva, ma ha scelto la via della latitanza dorata, coccolato e supportato da presunti intellettuali radical chic».

Cesare Battisti esce dal carcere brasiliano

CONDANNATO IN CONTUMACIA ALL'ERGASTOLO
Cesare Battisti è stato condannato in contumacia all'ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per aver commesso quattro omicidi in concorso durante gli anni di piombo. La prima fase della sua latitanza venne trascorsa in Francia. Arrestato in Brasile nel 2007, Battisti è stato detenuto in carcere a Brasilia fino al 9 giugno 2011.

Il 31 dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva annuncia il rifiuto dell'estradizione in Italia. Della questione viene investita la Corte costituzionale brasiliana che l'8 giugno 2011 rifiuta definitivamente l'estradizione. Battisti dopo la sentenza viene scarcerato, è attualmente in libertà.

Battisti arrestato

 

TWITTER CONTRO CROZZA: HA COPIATO LE BATTUTE DI “BALLARҔ DAI SOCIAL NETWORK

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1- VIDEO: CROZZA A BALLARÒ SU ALEMANNO E LA NEVE: http://bit.ly/xlZPkB

maurizio crozza 001 lap


2- CROZZA E LA NEVE A ROMA, POLEMICA SU TWITTER: CI COPIA
Da "ilMessaggero.it"

ALEMANNO SPALA NEVE jpeg

«Alemanno meglio di Veltroni... a Roma la notte bianca è stata indimenticabile. C'è un complotto per le olimpiadi, dice Alemanno... al limite ti danno quelle invernali! "Oh, Ratzinger si è finalmente rilassato, gli hanno spiegato che "a Roma nevica ogni morte di papa" è solo un modo di dire.». Non risparmia battute, Maurizio Crozza, nel suo consueto show a Ballarò. Le recenti vicissitudini romane, poi, si prestano particolarmente all'ironia.

Una facile ironia, forse troppo, per Crozza, dato che su Twitter in poco tempo monta la polemica: il suo sarebbe un mero copia e incolla dai post più divertenti trovati sul social network. Anzi, un #copiaeincrozza, secondo l'hashtag più popolare di oggi.

daniele luttazzi ANSA 0021 SARUBBI CONTRO CROZZA CHE COPIA

«Crozza, nemmeno la decenza di citare la fonte!». In poco tempo diventa il principale obiettivo degli utenti di Twitter: «Crozza non copia le battute da Twitter, le raitwitta», «#copiaeincrozza per un paio di battute sulla neve uguali a quelle apparse su twitter? Erano talmente banali che le ha pensate chiunque». Altri invece sottolineano come l'utilizzare Twitter come "fonte" di battute sia un'attività ormai comune: «Questo accanimento su #Crozza emana il fetore dell'ipocrisia. Tanti, non tutti, copiano tweet ogni giorno. Gli stessi di #copiaeincrozza».

SARUBBI CONTRO CROZZA CHE COPIA

Altri invece sono decisamente contenti che le proprie frasi siano riprese dal comico: «Non vedo dove sia il problema, tutti retwittiamo, tutti condividiamo, sarei orgogliosa se fossi menzionata da lui #copiaeincrozza».

SARUBBI CONTRO CROZZA CHE COPIA

 

LA NEVE BLOCCA LO SGOMBERO DEI RIFIUGIATI AFGHANI DALLA STAZIONE OSTIENSE E I PROGETTI DI MONTEPREZZEMOLO

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Chris Bonface per "Libero"

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

La neve li ha fregati in extremis. Luca Cordero di Montezemolo, a braccetto con Oscar Farinetti, patron di Eataly, il supermarket-logo del buon cibo ottimista e di sinistra, erano ormai riusciti a convincere il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dare una pedata nel sedere a qualche centinaio di profughi afghani che avevano piantato la loro tendopoli alla stazione Ostiense di Roma. Montezemolo ha chiesto di mandare via i profughi perché al binario morto dove sono accampati (lo avevano concesso le Fs di Mario Moretti) debbono iniziare i lavori per la nuova stazione del supertreno privato e griffato.

C Air Terminal Stazione Ostiense Roma

E proprio lì aveva annunciato lo sbarco a Roma con un suo megastore il patron di Eataly. Quando sembrava fatta è arrivata la grande nevicata di Roma e gli afghani sono passati in secondo piano. Già erano stati allontanati dal binario morto e spostati all'esterno della struttura con le loro tende in un'area sempre messa a disposizione delle Fs. Ma con il grande freddo e la nevicata sono tornati riparati fra stazione e binari mandando in fumo i progetti di Montezemolo e di Eataly.

oscar farinetti

Oltretutto a favore dei profughi afghani è pronta a fare le barricate la onlus che li sta assistendo, il Medu (Medici per i diritti umani), anche perché al momento a Roma non sembrano esserci centri di accoglienza in grado di ospitarli (sono già 1200 i rifugiati in lista di attesa per una sistemazione più dignitosa).

Un po' di afghani se ne sono andati volontariamente, ma quelli restati a rovinare le uova nel paniere di Eataly e della Ntv di Montezemolo e Diego della Valle sono ancora più di un centinaio. Le due aziende da mesi stanno facendo pressing su comune e prefettura di Roma per avere il campo libero per i cantieri entro brevissimo tempo.

Eataly

Poco dopo Natale sembrava davvero cosa fatta. Il 31 dicembre Eataly Roma festeggiava sul proprio profilo Twitter: "Via i rifugiati afghani, parte il cantiere!", e pochi giorni dopo iniziava sul social network la ricerca delle 250 persone da impiegare nel megastore, che sarà il più grande di Italia dopo quello di Torino. Ora la nevicata ha complicato tutto, ed è possibile che il caso "afghani" motivi l'ennesimo ritardo della partenza dei treni di Montezemolo e dello sbarco capitolino del supermarket del cibo caro a slow food.

 

SIETE PRONTI PER L’”ALBERT NOBBS” DI GLENN CLOSE, UNA DONNA TRAVESTITA PER TUTTA LA VITA DA UOMO?

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Albert Nobbs di Rodrigo Garcia. In uscita il 10 febbraio.

MARCO GIUSTI

Marco Giusti per Dagospia

Dopo un'infanzia funestata dallo Scaramacai di Pinuccia Nava, possiamo digerire anche l'Albert Nobbs di Glenn Close. E' vero che qualcosa di disturbante nel suo Albert Nobbs c'è. Forse la bombetta magrittiana, qualche ritocco di troppo, la costruzione di un personaggio da Oscar per sfidare la rivale Meryl Streep, anche lei truccatissima come Margareth Thatcher, una regia troppo moderna di Rodrigo Garcia, il figlio di Gabriel Garcia Marques che ha fatto fortuna a Hollywood...

LOCANDINA DEL FILM ALBERTO NOBBS jpeg

Certo, in mano al vecchio Istvan Szabo, il regista di "Mephisto" e di "Being Julia", che aveva iniziato anni fa il progetto (assieme alla sceneggiatrice Gabriella Prekop), saremmo stati più vicini all'Europa di inizio novecento. Ma, comunque la si veda, il personaggio di Albert Nobbs, una donna travestita per tutta la vita da uomo, anzi da cameriere in un hotel di Dublino dei primi del secolo, per difendersi dalla vita, ma anche per nascondere la propria sessualità e i propri desideri, deve essere disturbante.

E poi Glenn Close, con lo stesso personaggio a teatro, nel 1982, aveva vinto anche il premio Obie nel 1982, nel pieno cioè della sua grande stagione teatrale e prima dei suoi successi cinematografici ("Il grande freddo" è del 1983 e "Attrazione fatale" è del 1988). Il progetto, insomma, viene da lontano e Glenn Close, che oltre a interpretarlo, ha prodotto e scritto il film, assieme al novelliere irlandese John Bainville, sa bene di cosa si parla.

GLENN CLOSE IN ALBERT NOBBS

Il testo teatrale era a sua volta ripreso da una novella dello scrittore irlandese George Moore (1852-1933), attivissimo a cavallo dei due secoli come seguace del realismo alla Zola, con storie di prostitute, lesbiche, cameriere incinte abbandonate da uomini senza cuore, amico di Oscar Wilde, anticipatore di James Joyce e molto legato agli impressionisti francesi. Notevoli i ritratti che gli ha fatto Manet.

GLENN CLOSE IN ALBERT NOBBS jpeg

Nel film, molto adatto ai pomeriggi delle signori inglesi, quelle irlandesi sono furiose del fatto che non si chiamino attrici irlandesi per ruoli di irlandesi, si respira comunque l'aria del tempo e il mondo di Moore, i set ricostruiti a Dublino e i costumi sono bellissimi e tutto il cast funziona perfettamente, a cominciare dalla strepitosa Janet McTeer come il muratore Hubert Page, anche lei donna travestita da uomo, anche lei candidata all'Oscar (ma già ebbe una nomination da protagonista per il da noi ignoto "Tumbleweeds" nel 1999).

Ma è favolosa anche Mia Wasikowska, la Alice di Tim Burton, come cameriera ingenua che si fa mettere incinta da un rozzo ragazzotto, Aaron Johnson, e civetta con Albert Nobbs, che sogna con lei una vita di coppia come quella del suo amico/amica Hubert Page.

GLENN CLOSE IN ALBERT NOBBS

Notevole come sempre, in più è veramente irlandese, il grande Brendan Gleeson nel ruolo del dottore che vediamo bere e scopare come un dannato per tutto il film. Ovvio che il cuore della storia sia tutto nel desiderio represso di Albert Nobbs di una qualche sessualità, il desiderio di una famiglia nasconde un innamoramento non dichiarato verso il proprio sesso, e la recitazione di Glenn Close è di conseguenza tutta nel costruire un personaggio totalmente chiuso e concentrato nel nascondersi.

GLENN CLOSE IN ALBERT NOOBS jpeg

Strarecita da oscar, ovviamente, mentre l'Hubert Page di Janet McTeer è decisamente più divertente. Ma insieme, vestite da donne sulla spiaggia, incapaci di muoversi da donne, ci rimandano ai grandi travestimenti femminili di Laurel e Hardy che erano molto più vicini di Glenn Close al mondo trans gender di Moore.

GLENN CLOSE DURANTE IL TRUCCO PER ALBERT NOBBS jpeg

Del resto anche nel grande film lesbico, e allora totalmente conturbante, di Robert Aldrich, "The Killing of Sister George", Beryl Reid e Susannah York si travestono da Laurel e Hardy per la grande scena nel bar lesbo di Londra (era il vero Gateway Club). Purtroppo la regia di Rodrigo Garcia, da anni molto attivo in tv ("In Treatment"), non aiuta Glenn Close a limitare certi manierismi e spinge molto sul lato psicanalitico, forse troppo moderno per il racconto di Moore. Nomination anche per il make up.

 

 

IL “TREDICESIMO APOSTOLO” RISORGE (22%) GRAZIE A TIBERIO TIMPERI (11,3%), TRAVOLTO PURE DA FLORIS (15,1%) - NO VASCO

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Thomas Tonini per "www.davidemaggio.it"

Il Tredicesimo Apostolo

PRIME TIME - Netta vittoria per Canale5: l'ultima puntata della fiction Il tredicesimo apostolo è stata seguita da 6.077.000 spettatori pari al 22.02% di share. Su Rai1 tiepidissimo riscontro per Socrate - Il merito in tv, condotto da Tiberio Timperi, che ha riportato una media di 3.047.000 telespettatori con l'11.37% di share. Ben 4.388.000 spettatori con il 15.09% di share hanno seguito Ballarò su Rai3. La serie Criminal minds - Suspect behavior su Rai2 ha totalizzato 1.894.000 spettatori (5.81%) e a seguire Criminal minds 2.408.000 (7.77%).

GIOVANNI FLORIS

Su Italia1 Wild Oltrenatura con Fiammetta Cicogna ha appassionato 2.503.000 spettatori (10.76% di share). Su Rete4 il film French Kiss è stato visto da 1.981.000 spettatori con il 6.88% mentre su La7 docu-film Questa storia qua dedicato ai 60 anni di Vasco Rossi ha siglato il 2.27% con 714.000 spettatori.

ACCESS PRIME TIME - Record stagionale per Striscia. I Soliti Ignoti di Rai1 totalizzano 5.592.000 spettatori e il 17.32% di share, preceduti da Qui Radio Londra al 15.53% (4.839.000). Su Canale 5 Striscia la notizia conquista 8.983.000 telespettatori e il 27.92%. Su Italia1 la serie CSI registra il 5.95% di share con 1.868.000 spettatori e su Rete 4 Walker Texas Ranger sigla il 5.46% con 1.727.000 individui. Su Rai3 Un posto al sole conquista l'8.49% e 2.684.000 spettatori, preceduto da Blob al 5.67% e da Stanlio&Ollio al 5.8% (1.747.000). Su La 7 Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber registra il 5.66% e 1.801.000 telespettatori.

Maurizio Crozza

PRESERALE - Scotti stabile al 18%, l'Isola sfiora i 2 mln. L'Eredità di Carlo Conti è stata seguita su Rai1 da 5.248.000 telespettatori (23.4%) nella Sfida dei 6, che salgono a quota 6.266.000 e il 23.29% per la ghigliottina. The Money Drop di Gerry Scotti raccoglie 4.407.000 spettatori e il 18.14% (l'anteprima al 14.65%). Su Italia 1 la sitcom Tutto in famiglia segna il 3.83% con 983.000 spettatori e I Simpson il 5.12% (1.488.000). Su Rai2 la striscia quotidiana dell'Isola dei famosi conquista 1.965.000 spettatori e il 6.83% di share. Tempesta d'amore su Rete 4 sigla il 6.58% (1.872.000). Su La7 G'Day arriva al 2.57% con 655.000 individui.

TIBERIO TIMPERI

SECONDA SERATA - Porta a porta ha raccolto 886.000 spettatori (11.42% di share). The good wife su Rai2 al 5.90% (1.557.000 spettatori). Matrix su Canale5 al 10.91% (842.000 spettatori). Su Italia1 la serie Romanzo criminale 2 è stata seguita da 559.000 spettatori (10.68%).

TELEGIORNALI (edizioni meridiana e della sera in migliaia) Il Tg1 della sera ancora sopra i 7 mln:

VASCO ROSSI

TG1: 5.251 - 25.08% (ore 13.30) / 7.100 - 24.17% (ore 20.00)
TG2: 3.600 - 18.57% (ore 13.00) / 3.376 - 10.83% (ore 20.30)
TG3: 2.561 - 13.41% (ore 14.20) / 3.368 - 15.01% (ore 19.00)
TG5: 4.583 - 23.31% (ore 13.00) / 6.547 - 22.27% (ore 20.00)
STUDIO APERTO: 3.209 - 19.98% (ore 12.25) / 1.761 - 9.35% (ore 18.30)
TG4: 632 - 6.38% (ore 11.30) /1.345 - 5.94% (ore 18.55)
TGLA 7: 1.115 - 5.32% (ore 13.30) / 2.610 - 8.83% (ore 20.00)

ALESSIO VINCI

 

PER DIVENTARE CONSIGLIERI DI UNICREDIT CALTARICCONE E LO SCARPARO A PALLINI ABBANDONERANNO LE GENERALI DI TRIESTE?

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1- PER QUALE RAGIONE IL GIOVANE RIELLO HA FATTO QUESTA CLAMOROSA MARCIA INDIETRO?
Sono arrivati sfidando la neve con le gomme delle automobili che slittavano paurosamente, e quando sono andati via avevano l'aria di chi si sente preso per i fondelli.

Alberto Bombassei

È questo lo stato d'animo dei 65 imprenditori del Triveneto che ieri mattina hanno raggiunto Villa Braida, un hotel in stile veneziano immerso nella campagna trevigiana, dove avrebbero dovuto assistere al confronto tra Alberto Bombassei e Andrea Riello, due dei tre candidati alla presidenza di Confindustria. Prima ancora che si aprissero le danze, al primo piano della villa il 49enne Riello ha annunciato ai colleghi industriali che affollavano la sala di aver preparato due discorsi: il primo per spiegare il suo manifesto, il secondo per annunciare il ritiro dalla competizione.

"All'ultimo momento - si legge nella cronaca del "Corriere del Veneto" - ho deciso di leggervi il secondo facendo un passo di lato e non indietro perché credo che due candidati (Bombassei e Squinzi) bastino e avanzino. Esco con rammarico ma bisogna dare un esempio di sobrietà".

cortina andrea riello moglie

Per i 65 imprenditori tra cui spiccavano il presidente regionale del Veneto, Andrea Tomat, e quello di Vicenza, Roberto Zuccato, è stata una doccia fredda, anzi forse è meglio dire una scarica di adrenalina che ha fatto montare il sangue al cervello. E molti di loro si sono chiesti per quale ragione il giovane Riello, che a ottobre da Mestre aveva lanciato la sua sfida esclamando "il Veneto è con me", abbia fatto questa clamorosa marcia indietro lasciando al 72enne Bombassei e al 68enne Squinzi il compito di giocarsi la partita finale.

GIORGIO SQUINZI

Per alcuni dei presenti a Villa Braida la ragione va cercata in una presunta telefonata che sarebbe arrivata il giorno prima da Padova dove la Marcegaglia ha presieduto l'Assemblea degli Industriali locali, e a questa ipotesi si accompagna il sussurro malizioso che Bombassei gli abbia offerto una vicepresidenza nel futuro organigramma di viale dell'Astronomia.

Sono ipotesi contraddittorie perché è noto che la Marcegaglia sta tirando la volata a Giorgio Squinzi che ha disertato l'incontro di ieri mattina a Mogliano Veneto e non ha mai avuto nel cervello l'idea di offrire vicepresidenze senza garanzie. Il patron della chimica si è incazzato quando Dagospia lunedì scorso ha insinuato che la sua assenza fosse dettata dalla convinzione di partecipare a un'inutile sceneggiata e ha precisato in una lettera che la sua assenza era semplicemente dovuta ad impegni assunti in precedenza con gli imprenditori della Toscana.

marcegaglia - montezemolo

Ora non è certo il caso di mettere in discussione la buonafede di Squinzi, ma certamente la ritirata improvvisa di Riello fa venire strani pensieri. Resta il fatto che adesso Bombassei, il candidato di Luchino di Montezemolo che ha raccolto nelle ultime ore il consenso di due pezzi da 90 come Carletto De Benedetti e Gianfelice Rocca, può mollare i freni e viaggiare più spedito verso l'appuntamento di domani in Assolombarda dove si troverà vis a vis con il suo avversario Squinzi.

7cap30 carlo debenedetti

Questo è di sicuro il passaggio più difficile, perché se è vero che il Triveneto può buttare sul piatto il 20% dei voti, il peso di Assolombarda è decisivo. E qui l'imbarazzo più grosso ce l'ha il presidente Alberto Meomartini, l'ex-Reviglio boy socialista che si porta dietro il peso dell'Eni e quello di Franchino Bernabè, ma non può ignorare le pressioni della Marcegaglia, della Bracco e di tanti piccoli e medi imprenditori.

Entro il 22 marzo i tre saggi scelti da Confindustria per sondare gli umori delle diverse associazioni dovranno portare in Giunta i risultati e tutti fa pensare a un corpo a corpo tra i due candidati rimasti sul campo. Negli ultimi anni non si era mai assistito a una gara sul filo di lana così interessante e per certi versi drammatica. Presidenti come Montezemolo e la Marcegaglia sono stati eletti con plebisciti bulgari, mentre adesso lo scontro si gioca sul pallottoliere con scarti eccezionalmente esigui.

GIANFELICE ROCCA

E c'è chi teme che il risultato finale di questa spaccatura tra l'imprenditore di Brembo e quello di Mapei possa riproporsi dopo l'Assemblea di fine aprile indebolendo ancor di più quella Confindustria sulla quale Marpionne e De Benedetti hanno picconato senza pietà.

2- PER DIVENTARE CONSIGLIERI DI UNICREDIT CALTARICCONE E LO SCARPARO MARCHIGIANO ABBANDONERANNO, IN NOME DELLA LEGGE SULL'INCOMPATIBILITÀ DELLE CARICHE, IL POSTO CHE HANNO DENTRO LE GENERALI DI TRIESTE?
I grandi investitori e il popolo bue dei piccoli risparmiatori che hanno aderito all'aumento di capitale di Unicredit sono molto soddisfatti per lo strappo in Borsa del titolo che ha preso a veleggiare smentendo le previsioni degli iettatori.

Palenzona

Adesso questi universi variegati per razza e quattrini si chiedono quale sarà l'assetto finale della banca dove il presidente tedesco Rampl e il roseo piacentino Ghizzoni si trovano d'accordo nell'idea di ridurre il numero dei consiglieri per avere un board più leggero e meno condizionato da interessi esterni.

Oggi a piazza Cordusio si riunisce il Comitato governance del quale fa parte anche il massiccio Fabrizio Pallenzona, leader delle Fondazioni che dopo l'aumento di capitale detengono circa il 12%. È probabile che durante la riunione si affronti il problema del dimagrimento della governance perché a questo punto c'è sufficiente chiarezza per capire chi sono i soci forti sui quali si carica il rilancio dell'Istituto preso di mira dalle autorità europee e da quell'italiano di nome Enria che adesso ha spostato il tiro su MontePaschi.

Federico Ghizzoni ROBERTO NICASTRO DIETER RAMPL UNICREDIT

All'Assemblea di bilancio che si dovrebbe tenere l'11 maggio verranno fuori i numeri esatti e si deciderà il nuovo consiglio di amministrazione nel quale siederanno il Fondo di Abu Dhabi, i libici, gli americani con il loro 8%, i tedeschi di Allianz e le Fondazioni rappresentate quasi certamente dal loro peso massimo Pallenzona.

Un problema più complesso riguarda il fronte dei soci privati, cioè di quei patrioti italiani che negli ultimi giorni dell'aumento di capitale sono spuntati fuori. Anche loro, Caltariccone, Dieguito Della Valle, Del Vecchio, De Agostini, sono saliti sul pennone che è apparso nell'orrenda campagna pubblicitaria, e hanno voluto mettere un chip che oggi vale nell'insieme un 4-5% del capitale.

leonardo_delvecchio

Chi tra questi cavalieri dell'imprenditoria e della finanza andrà a sedersi nel consiglio multietnico della "nuova Unicredit"? È una bella domanda alla quale nessuno finora ha dato una risposta precisa. L'unica cosa certa è che per diventare consiglieri Caltariccone e lo scarparo marchigiano dovrebbero abbandonare, in nome della legge sull'incompatibilità delle cariche, il posto che hanno dentro le Generali di Trieste.

L'unico tra i patrioti che non ha conflitto di interessi è Leonardo Del Vecchio, il 76enne patron di Luxottica che durante lo scontro tra Geronzi e Della Valle si è dimesso dalle Generali lasciando al management il compito di gestire la Compagnia.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

L'ingresso in consiglio di un uomo come Del Vecchio, che da orfanello nativo di Barletta è riuscito a diventare con la sua azienda in provincia di Belluno uno degli uomini più ricchi del mondo, darebbe un tocco di nobiltà al salotto di piazza Cordusio. Chi però conosce il fondatore di Luxottica sa che non è un collezionista di cariche e preferisce starsene sullo yacht "Moneikos" ormeggiato a Montecarlo. L'unica volta in cui il suo nome è balzato alle cronache è stato per colpa di una cameriera che lavorava sullo yacht e lo denunciò per mancato versamento dei contributi.

DELLA VALLE

Un uomo di così basso profilo è difficile vederlo mentre si destreggia a piazza Cordusio per tenere a bada le ambizioni dei vari Pallenzona, Ghizzoni e Rampl.


3- QUALCUNO POTREBBE RICORDARE A MORETTI CHE NEGLI ULTIMI TRENTA ANNI SONO STATI INVESTITI CIRCA 60 MILIARDI DI EURO NELLE FERROVIE MENTRE SI È SCORDATA LA NECESSITÀ DI METTERE LE SERPENTINE RISCALDATE NEGLI SCAMBI E IL LIQUIDO CHE SCONGELA I PANTOGRAFI.
Mauro Moretti è uscito dalla war room allestita al primo piano del palazzo-obitorio delle Ferrovie e dove senza pigiama ha trascorso tre giorni e tre notti, per andare a Bologna, lo snodo cruciale del trasporto.

Qui lo ha raggiunto un giornalista del quotidiano "La Stampa" al quale l'ex-sindacalista di Rimini ha dato spiegazioni molto dettagliate sulla risposta che la sua azienda ha saputo dare alla tormenta dei giorni scorsi.

MAURO MORETTI

L'assoluzione del sistema che deve governare è assoluta perché - dice Moretti - solo 8 treni su 42mila hanno avuto problemi. "Parliamo di 8 convogli, di cui tre bloccati per gli alberi caduti sulla linea elettrica e sui binari, e cinque con ritardi dovuti ai manicotti di ghiaccio sulle linee di contatto...però mille ferrovieri hanno distribuito 7mila kit di conforto, 50 bar sono rimasti aperti nelle stazioni periferiche, 12 bus e 140 taxi messi a disposizione dei viaggiatori e a tutti è stato offerto il pernottamento in albergo...permettetemi di ringraziare a nome dell'azienda gli uomini delle Ferrovie dello Stato".

NEVE E GELO IN ITALIA TRENO BLOCCATO DALLA NEVE jpeg

Al giornalista che gli chiede per quale ragione gli scambi ghiacciano, Moretti risponde: "abbiamo avviato un piano per dotare di scaldiglie anche altri lunghi tratti di linea". E all'obiezione sui treni dei pendolari penalizzati dall'Alta Velocità, aggiunge: "gli utili che facciamo con Frecciarossa li impieghiamo a coprire le perdite del servizio universale".

È chiaro che il supermanager delle Ferrovie non ci sta a salire sul banco degli accusati e non accetta nemmeno la lezioncina che Franchino Bernabè ha pronunciato ieri sera a "Ballarò" dove ha detto: "non c'è nulla di più prevedibile dell'imprevedibile".

L'aspetto più nobile della sua intervista è comunque rappresentato dal rifiuto di scendere in campo nella polemica casereccia tra il sindaco di Roma con il sale da cucina e l'arcangelo Gabrielli senza poteri. Ma qualcuno potrebbe ricordare a Moretti che negli ultimi trenta anni sono stati investiti circa 60 miliardi di euro nelle Ferrovie mentre si è scordata la necessità di mettere le serpentine riscaldate negli scambi e il liquido che scongela i pantografi.

Sabelli e Colanino, Ad e Presidente di Alitalia

Anche loro: scambi, pantografi, piccole stazioni non presidiate, sono cose prevedibili, anzi da manuale.

4- DAL 24 FEBBRAIO ROCCO SABELLI SMETTERA' DI VOLARE ALITALIA-COLANINO
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Rocco Sabelli, il manager di Agnone scelto nel 2008 da BancaIntesa per salvare l'Alitalia con la cordata dei patrioti italiani, sta per smettere di volare.

I giornali oggi danno per sicure le dimissioni che presenterà alla prossima assemblea fissata per il 24 febbraio. Nel palazzo dell'Alitalia si dice che Sabelli abbia intenzione di ritirarsi nella sua piccola società Data Service e che stia dialogando con l'azienda di informatica Engineering per una nuova avventura imprenditoriale".

 


S-LEGATI - IL CARROCCIO CORRERÀ DA SOLO IN TUTTI I COMUNI DEL NORD - “DIVENTEREMO IL PRIMO PARTITO DELLA PADANIA”

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Paolo Bracalini per "il Giornale"

ROBERTO MARONI

Si cercano ma non si trovano granché. Neppure la cena ad Arcore è servita a brindare al riavvicinamento degli (ex) alleati Pdl e Lega, che restano su due fronti ben diversi: uno in maggioranza, l'altra all'opposizione. Anche se i tuoni di Bossi («facciamo cadere la Lombardia», «Silvio è cagasotto»), riprendono decibel normali nelle discussioni a quattr'occhi col Cavaliere, i nodi non sono risolti. Bossi sta giocando la sua partita, teme l'isolamento e perciò riannoda i fili con Berlusconi, per evitare che l'ex premier giri la testa verso il centro, o addirittura il Pd, per concordare una legge elettorale che tagli fuori il Carroccio (titolo della Padania :«Contro i padani prove tecniche del partito unico romano»).

BOSSI MARONI

Il segretario federale della Lega, insieme a Calderoli, ha riprovato la sua carta più alta, chiedendo a Berlusconi di fare una cosa saggia che salverebbe l'asse: elezioni anticipate per spazzare via i tecnici e ritornare ad un governo eletto.

Il Cavaliere però prende tempo, non può dare a Bossi una deadline per Monti, dunque per ora si va avanti così. Sul tavolo, al momento, c'è la legge elettorale. La Lega si è detta disponibile a modificare il Porcellum, ma se sentisse puzza di bruciato - hanno spiegato i capigruppo leghisti - ci sarebbero pesanti ritorsioni dal Carroccio. Quindi, per ora niente asse, solo una convergenza molto debole e sospettosa.

Anche sulle amministrative tira aria di separazione. Nel consiglio nazionale della Lega lombarda dello scorso venerdì si è decisa la corsa solitaria in tutti i comuni, alcuni dei quali anche importanti per Bossi. Anche nel resto del Nord la linea sarà quella, seppure non ancora ufficializzata da una decisione di via Bellerio. «Diventare il primo partito della Padania» è la nuova via leghista, lanciata da Maroni ma condivisa, con più prudenza, anche dal capo.

passera

In Parlamento Pdl e Lega viaggiano abbastanza divisi. Una mozione del Pd passa con i voti di tutti, tranne la Lega, che se accusa subito l'ex alleato di incoerenza: «Grazie anche all'astensione del Pdl è passata in aula una mozione del Pd volta a favorire quello stato di polizia fiscale tanto osteggiato fino a poco tempo fa- dice il vicecapogruppo leghista Maurizio Fugatti - Ci chiediamo come mai il Pdl non l'abbia ostacolata». Altro fronte di tensioni, lo «svuotacarceri», ovvero il decreto legge che riguarda il sovraffollamento carcerario, contro cui la Lega sta facendo ostruzionismo.

«Ma il Pdl ha votato contro tutti i nostri emendamenti!», lamenta un onorevole del Carroccio. Bossi ne deve curare parecchi di dossier. Quello dell'alleanza col Pdl, che passa (anche) da una nuova legge elettorale che non deve stravolgere il vecchio impianto, perché il Porcellum non fa poi così schifo a Bossi, che potrebbe così decidere chi entra e chi non in Parlamento. E questo si interseca con l'altro fronte,quello interno. I maroniani attendevano una data per il congresso nazionale della Lega in Lombardia, ma l'ultimo «nazionale» ha rimandato la decisione, lasciando l'amaro in bocca ai barbari sognanti più agguerriti.

berlusconi monti

In Piemonte, invece, si farà l'11 marzo, con Roberto Cota come candidato finora unico alla segreteria della Lega piemontese. Anche in Liguria (dove Rosy Mauro ha concluso il suo mandato da «legato», cioè commissario delle sezioni leghiste) si va verso il congresso nazionale, ancora senza una data stabilita. Molto più complicata la partita in Veneto, in particolare a Verona.

Il sindaco Tosi sembra irremovibile, malgrado il no dei vertici, a presentarsi alle amministrative di primavera con una sua civica. Bossi non vuole, e lui vuole andare a Milano a parlarne direttamente col capo. Il rischio, per Bossi, è che la lista Tosi ottenga più voti della lista Lega Nord a Verona, aprendo così la strada ad un plebiscito per il sindaco nel congresso veneto, tassello importante. Dunque, molte partite aperte. Servirà più di una cena per risolverle.

 

PIANGE-RAI SOTTO ‘O VESUVIO: L’ITALIA DEI DIS-VALORI SI SPACCA SUL TGR CAMPANIA E LA DIREZIONE-MILONE

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Carlo Tarallo per Dagospia

FRANCO BARBATO

1 - Bufera in Italia dei Valori, tempesta sulla sede Rai della Campania, esplode il caso del Tgr regionale. Il deputato dipietrino Franco Barbato, insieme al collega Pancho Pardi, capogruppo di Idv in Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai, ha presentato a Palazzo San Macuto un'interrogazione choc sulla situazione della tv pubblica a Napoli. Ma Pardi e Barbato dovranno vedersela, stando agli spifferi, con Nello Formisano, senatore e pezzo da 90 del partito, che sarebbe invece schierato a difesa del direttore del Tgr Campania Massimo Milone.

Formisano, che rappresenta (insieme a Pardi) l'Idv in Commissione di Vigilanza, si troverà presto (forse già oggi, all'intergruppo di Idv convocato da Di Pietro) a dover rispondere alle critiche dei suoi colleghi di partito. Il senatore ha recentemente commentato con molto favore i risultati di Alberto Maccari, riconfermato alla guida del Tg1 da Pdl e Lega tra le proteste roventi dei sinistrati: "Il Tg1 ereditato da Minzolini - ha smanettato Formisano - era sceso a 4 milioni e mezzo di telespettatori.

NELLO FORMISANO

Il Tg1 del direttore Maccari, in poco più di un mese, li ha riportati al di sopra dei 6 milioni e mezzo. Al netto di tutte le legittime polemiche politiche, queste cose avranno un senso oppure no?". Dichiarazioni che non sono per nulla piaciute a Barbato e Pardi. Insomma, Maccari spacca in due l'Idv: alla riunione dei gruppi parlamentari di oggi pomeriggio si prevedono scintille.

E nel tritacarne finisce il Tgr Campania, con il direttore e i suoi fedelissimi sulla graticola dopo mesi di avvisaglie. Riunioni, incontri, proteste, assemblee con verbali al vetriolo: questo più o meno il quadro di viale Marconi, con la fronda antidirettore agguerrita e fiduciosa in un intervento "tecnico" e i miloniani a far quadrato e rintuzzare. Rintuzzare?

MASSIMO MILONE DIRETTORE DEL TGR CAMPANIA

La interrogazione di Barbato è piena zeppa di attacchi frontali ma anche di curiosità: apprendiamo che il Cardinale Crescenzio Sepe fa presenza fissa nel Tg Campania, con 1.332 servizi in 1.827 giorni di arcivescovado; 527 servizi sull'Università privata "Suor Orsola Benincasa", ateneo in cui Milone risulta incaricato di una docenza e dal quale provengono, secondo Barbato, troppi nuovi assunti.

"Ho presentato questa interrogazione - spiega a Dago Franco Barbato - per fare luce su quanto avviene alla sede Rai di Napoli, e ho appreso un fatto agghiacciante: le interrogazioni alla Vigilanza, al contrario di quanto avviene per tutte le altre commissioni, non sono rese pubbliche attraverso i resoconti parlamentari. Si tratta di uno scandalo al quale va posto immediatamente rimedio: una attività così importante come la vigilanza sulla televisione pubblica non può essere gestita con logiche da loggia segreta, va data la massima pubblicità a tutti gli atti".

E Milone? Interpellato da Dago, il direttorissimo preferisce non commentare: "Non so nulla di questa interrogazione - risponde Milone - non è mio costume replicare su questioni relative alla Rai". Arietta mefitica in redazione: ecco un interessante verbale assemblea di redazione luglio 2011 (da iustitia.it)

MATTEO SALVINI MENTRE CIUCCIA LA BANANA

http://www.iustitia.it/archivio/14_luglio_11/documenti/lettere1.htm

2 - Ricordate i coretti antinapoletani del neuroparlamentare legaiolo Matteo Salvini? Quelli pieni di insulti da stadio? Bene: uno spione vesuviano è riuscito a immortalare il buon Salvini in una posa ideale (vedi foto) per un coretto di risposta, che da qualche giorno viene cantato e fischiettato allegramente sotto ‘o Vesuvio....

 

MONTI IN PARTENZA PER OBAMALAND PORTA IN DONO LO SCALPO DEI LAVORATORI: “RIFORMA ENTRO MARZO"

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CARCERI: CAMERA, VOTO FIDUCIA DOMANI ALLE 12
(ANSA) - L'Aula della Camera voterà sulla fiducia che il governo ha posto sul dl 'Svuota carceri' domani alle 12, lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo. Le dichiarazioni di voto avranno inizio dalle ore 10.15. Il voto finale sul provvedimento si terrà martedì prossimo: dalle 15 verranno esaminati gli ordini del giorno e dalle 18 alle 19,30 ci saranno le dichiarazioni di voto trasmesse in diretta tv.

PAOLA SEVERINO GIORGIO NAPOLITANO

CARCERI: SEVERINO, NESSUN DELINQUENTE PERICOLOSO SARA'LIBERO
(ANSA) - "Nessun delinquente pericoloso sarà lasciato libero di circolare per le strade italiane e ci tengo molto a rassicurare di questo l'opinione pubblica". Lo ha sottolineato il Guardasigilli Paola Severino con riferimento ai temuti effetti della detenzione domiciliare per i fermati in flagranza in attesa di giudizio per direttissima.


1 - ANCORA
Jena per "la Stampa" - Tangentopoli vent'anni dopo, un po' invecchiata ma ancora in piena forma.

2 - BREVIARIO
Antonello Caporale per "la Repubblica" - "Iniziano a girare palloni, ma noi siamo pronti. Sono stato chiaro?" - Pierluigi Bersani, segretario Pd

3 - LAVORO: MONTI A WSJ, RIFORMA VICINA, ENTRO FINE MARZO...
(ANSA) - Sulla riforma del lavoro "siamo vicini alla conclusione, che attendiamo non più tardi della fine di marzo". Così il premier Mario Monti, in un'intervista al Wall Street Journal, ha risposto ad una domanda sui "passi che farà l'Italia per cambiare le leggi che contengono le tutele dell'impiego e liberare il mercato del lavoro".

ELSA FORNERO MARIO MONTI ANNA MARIA CANCELLIERI resize

Nella sua risposta - riportata nella trascrizione dell'intervista, pubblicata sull'edizione online del quotidiano statunitense - Monti ha spiegato che "la direzione delle modifiche è ridurre la segmentazione nel mercato del lavoro italiano tra quelli che sono protetti, a volte iper-protetti e quelli, in particolare i giovani, che non possono effettivamente entrare nel mercato del lavoro".

E - ha proseguito il premier nell'intervista, rilasciata alla vigilia dell'incontro con Barack Obama - "noi faremo questo aumentando la complessiva flessibilità del mercato del lavoro, muovendoci, con moderazione, verso modelli che esistono con successo in Nord Europa" a partire dalla "Danimarca, che è la più celebrata in termini di flexsecurity". "Noi - ha concluso Monti - vogliamo permettere più impiego e la rimozione delle barriere che di fatto impediscono l'entrata" al mercato del lavoro.

ELSA FORNERO E MARIO MONTI

4 - CRISI: MONTI, ITALIA OGGI MENO ESPOSTA, ANCHE OBAMA PUO' AIUTARE L'UE - IL PREMIER FA IL PUNTO CON L'EMITTENTE AMERICANA PBS PRIMA DEL SUO VIAGGIO NEGLI STATI UNITI ...
Adnkronos/Aki) - L'Italia oggi reagirebbe meglio di due mesi fa ad un eventuale default greco ma la crisi dell'Eurozona continua a mettere a dura prova l'Ue e i suoi cittadini. E' l'analisi della situazione attuale consegnata dal Premier Mario Monti all'emittente pubblica americana Pbs, alla vigilia della sua visita istituzionale a Washington. Oltre dieci minuti d'intervista (preceduti da un filmato sulla manovra e sulle riforme licenziate finora dal governo) rilasciata alla giornalista Margaret Warner e trasmessi integralmente in 'Newshour', il famoso programma serale di approfondimento dell'emittente.

'Le conseguenze di un default greco sarebbero state molto piu' serie se questo fosse avvenuto qualche mese fa', ha risposto Monti alla giornalista. 'Oggi sono fiducioso che l'Italia, di fronte a un'evenienza simile, sarebbe molto meno esposta' perche' 'e' vista dai mercati, dalle istituzioni europee e dalla comunita' internazionale come un Paese che e' stato capace in pochi mesi di adottare misure concrete, sia per il consolidamento del bilancio che per la crescita'. Per gli italiani, spiega successivamente il Premier, si tratta di 'sacrifici necessari' presentati, per evitare contraccolpi, 'non come un'imposizione di Bruxelles, della Germania o della Bce, ma come un passo necessario che gli italiani devono compiere nel loro interesse e in quello delle future generazioni'.

BARACK OBAMA E LA MOGLIE MICHELLE jpeg

Nell'Ue, invece, ammette Monti, 'la crisi ha sicuramente riportato a galla vecchi fantasmi sui pregiudizi tra il nord e il sud dell'Europa e molto risentimento reciproco'. Incomprensioni che, a suo avviso, vanno prese seriamente in considerazione, 'per evitare che la moneta unica, pensata come il punto culminante della costruzione europea, si trasformi in un fattore di disgregazione'.

5 - PATRIMONIO AN: STORACE, SE VERO FARANNO LA FINE DI LUSI...
(ANSA) - "Oggi farÃ" una riunione con gli avvocati. Quello che si legge sui giornali sul patrimonio di alleanza nazionale fa vergognare. Se è vero, gli facciamo fare la fine di Lusi". E' quanto scrive su Facebook, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, commentando le notizie di stampa sull'apertura di un fascicolo alla Procura di Roma per la "sparizione" di 26 milioni di euro dal patrimonio di An.

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6 - CASO LUSI: FOLLINI (PD), GDF NON POTEVA ENTRARE MA DEPOSITI SIANO RESI PUBBLICI...
(Adnkronos) - Quando arrivera' un provvedimento formale della Procura della Repubblica di Roma, "garantiro' la massima trasparenza e la massima celerita'". Cosi', intervistato da La Repubblica, il senatore del Pd Marco Follini, presidente della Giunta per le immunita' del Senato, ricostruisce la vicenda dell'arrivo della Guardia di Finanza a palazzo Madama per acquisire carte e documenti presso la filiale Bnl del Senato sul conto corrente intestato a Democrazia e Liberta'.

'Dal punto di vista della forma -spiega- ci si e' mossi sicuramente in modo non appropriato. Ma non nego un problema che e' anche di sostanza. Riguarda la trasparenza dei nostri bilanci pubblici e privati, personali e politici. Non possiamo estendere la garanzia e l'immunita' dell'articolo 68 della Costituzione ai conti della politica. Ciascuno di noi deve dare conto all'elettorato di ogni variazione del suo assetto patrimoniale'.

PIERLUIGI BERSANI PIERFERDINANDO CASINI MARCO FOLLINI

'Occorre -conclude Follini- una buona legge sul finanziamento pubblico ai partiti che leghi le risorse alle regole di democrazia interna delle forze politiche. E' un passaggio ineludibile'.

7 - RESPONSABILITA'TOGHE: GOVERNO, CERCARE INTESA MODIFICA - INCONTRO A PALAZZO CHIGI CON GIUNTA DELL'ANM...
(ANSA) - Il governo attiverà "un dialogo con le forze parlamentari per raggiungere il massimo dell'intesa su una modifica" della norma sulla responsabilità civile dei magistrati. E' quanto si legge in un comunicato della presidenza del Consiglio al termine dell'incontro tra il premier Mario Monti, il ministro Paola Severino e l'Anm.

Vincino su Napolitano e magistrati

8 - GIUSTIZIA: PINI (LEGA), GRAVISSIME PAROLE MONTI....
(Adnkronos) - Le parole del premier Mario Monti seguite all'incontro con l'Associazione nazionale magistrati "sono gravissime'. Lo dice all'Adnkronos Gianluca Pini, deputato leghista autore della norma sulla responsabilita' civile diretta dei giudici. A giudizio di Pini, le parole di Monti 'sottintendono una disaffezione, da parte di questo governo, rispetto ai principi democratici della separazione dei poteri. E mostrano la subordinazione con cui i poteri forti in questo paese si muovono rispetto all'ordinamento giudiziario, calpestando cosi' i diritti civili fondamentali dei cittadini".

"Mi sarei aspettato da parte dell'Anm - aggiunge il deputato del Carroccio - una richiesta di confronto con il Parlamento che, per quanto cerchino di delegittimare, e' comunque sovrano e rappresenta i cittadini. Invece noto che continua un livello di scontro inaccettabile e pericoloso", conclude.

9 - GOVERNO: D'ALEMA, SOSTEGNO A MONTI MA SERVE NUOVA PROSPETTIVA POLITICA
(Adnkronos) - Il Pd sosterra' il governo Monti "perche' e' interesse dell'Italia che l'esecutivo possa operare fino alla conclusione naturale della legislatura", ma occorre "una svolta politica sostenuta da una coalizione progressista ed europeista, in grado di imprimere un nuovo corso in Europa e in Italia". Lo afferma Massimo D'Alema, nell'editoriale di 'Italiani Europei', anticipato da L'Unita'.

MENTINE DELLA FINOCCHIARO PER DALEMA

Una svolta, sottolinea D'Alema, "non contro l'attuale governo del nostro paese, ma rispetto ad una lunga stagione politica dominata dalle destre conservatrici e populiste. Un progetto per l'Italia che tenga insieme crescita e giustizia sociale, opportunita' per le nuove generazioni, innovazione e competitivita' non puo' che essere concepito in una visione europea. Il centrosinistra italiano, dentro una nuova coalizione progressista ed europeista, puo' candidarsi ad interpretare e guidare questa fase".

In ogni caso, "e' ineludibile rinnovare la classe dirigente, puntando sul talento e la qualita' e sul talento che non mancano nelle nuove generazioni", insieme ad un indispensabile riavvicinamento tra politica e cittadini, "anche attraverso riforme, a cominciare dalla legge elettorale, in grado di ridurre il distacco e la sfiducia".

10 - RIFORME: ALFANO, NESSUN GOVERNISSIMO, RIDAREMO POTERE DI SCELTA A CHI VOTA
(Adnkronos) - Il Pdl e' "disponibile alla collaborazione tra le principali forze del Paese per fare alcune riforme di iniziativa parlamentare in questa legislatura e sotto questo governo". Ad affermarlo e', in una intervista al Corriere della Sera, il segretario del Pdl Angelino Alfano.

ANGELINO ALFANO

"Certamente, in ambito elettorale ci presenteremo con una coalizione che speriamo possa essere ampia, vasta e che possa portarci al successo. Crediamo che i cittadini debbano sapere in anticipo da chi saranno governati, perche' questa e' una grande conquista dalla quale non vogliamo tornare indietro", spiega Alfano, che aggiunge come occorra "restituire ai cittadini il diritto di scelta del loro parlamentare, ma senza eliminare la possibilita' di scegliere il premier, o il saldo finale sarebbe negativo".

Tra le riforme istituzionali da portare avanti anche "la riduzione del numero dei parlamentari, senza perdite di tempo e gia' a partire dalla prossima legislatura", ma soprattutto una legge elettorale che stabilisca "un rapporto piu' diretto tra eletti ed elettori". Alle preferenze, Alfano dice di preferire "i collegi", mentre sul sistema "quel che conta e' arrivare a un consolidamento del bipolarismo con un meccanismo elettorale che metta il cittadino nelle condizioni di scegliere parlamentare e premier, senza totem ne' tabu' e senza dover necessariamente copiare sistemi altrui". Infine, "serve uno sbarramento molto alto: se da un lato si pensa di limitare il premio di maggioranza per rendere piu' effettiva la corrispondenza con i voti presi, dall'altro non si puo' frammentare in modo esasperato il Parlamento, pena l'ingovernabilita' del Paese".

11 - ALFANO, CON LEGA ALLEANZA NON E' ARCHIVIATA...
(Adnkronos) - L'alleanza tra Pdl e Lega "non e' archiviata". Lo dice il segretario del Pdl Angelino Alfano in una intervista al Corriere della Sera. "Pensiamo -spiega- che il filo del rapporto tra noi e la Lega non sia reciso e la nostra alleanza non sia archiviata".

MARCO REGUZZONI

"Speriamo che anche in queste amministrative, nonostante arrivino nel momento di massima turbolenza, si possa collaborare, come il Pd sta facendo con Idv e Sel, che pure si oppongono al governo Monti almeno quanto la Lega".

12- REGUZZONI, AD AMMINISTRATIVE CORREREMO DA SOLI
(ANSA) - "Quando sarà il momento, Bossi prenderà la decisione definitiva ma mi pare che al momento le condizioni portino a una corsa solitaria: non possiamo essere allo scontro in Parlamento e insieme al governo delle regioni. E' diverso dove abbiamo un programma comune presentato anni fa e abbiamo preso impegni con gli elettori". Lo ha detto l'ex capogruppo della Lega, Marco Reguzzoni, intervenuto questa mattina alla Telefonata di Belpietro su Canale5, a proposito delle chance di un'alleanza con il Pdl alle prossime amministrative.

Per quanto riguarda la possibilità che il sindaco di Verona Flavio Tosi presenti una propria lista, Reguzzoni sottolinea: "é una questione che devono vedersi all'interno della Liga Veneta ma mi pare che ci sia una certa unanimità nella non presentazione della lista Tosi, poi credo ci potrebbero essere liste civiche ma non so". In ogni caso "tutti devono remare insieme per la Lega senza personalismi e credo che il mio caso sia un esempio". Infine, a Belpietro che gli chiedeva se a suo avviso il congresso del Carroccio ci possa essere quest'anno, il leghista ha replicato: "può essere ma dipende da molti fattori, a partire da quando si va a votare".

BOSSI MARONI

12 - LEGA: REGUZZONI, CONGRESSO? FORSE ENTRO FINE ANNO...
(Adnkronos) - Il Congresso federale della Lega potrebbe tenersi entro fine anno. Lo ha detto l'ex capogruppo del Carroccio alla Camera Marco Reguzzoni nel corso de 'La telefonata' su Canale5. Quanto alle prossime amministrative, "Bossi decidera' quando sara' il momento. Al momento -ha aggiunto Reguzzoni- si va verso una corsa solitaria della Lega. Dove invece c'e' programma comune con gli alleati e impegni presi anni fa con gli elettori, il discorso e' diverso".

Per quel che riguarda la Lombardia, Reguzzoni ha sottolineato coe Roberto Formigoni abbia "amministrato fino ad ora in maniera corretta. Certo, preoccupano gli scandali che stanno emergendo". C'e' anche il 'caso' Tosi, che ha annunciato una sua lista a Verona: "e' una questione -risponde Reguzzoni- che devono valutare soprattutto all'interno della Liga veneta, ma c'e' una certa unanimita' a non consentire una lista Tosi. In ogni caso, l'importante e' che tutti si mettano a remare per la Lega".

Le tensioni all'interno del Carroccio sono costate a Reguzzoni il posto da capogruppo alla Camera. "A me -risponde- non interessano le poltrone, il nostro e' un progetto ben piu' importante. La Lega e' unita con Bossi. Forse ci ho guadagnato sotto il profilo personale, e ee ho dovuto fare un passo indietro, chi se ne frega".

MARIONE ADINOLFI CON LA COMPAGNA PREGMANT

13 - CASO LUSI: ADINOLFI, SE NESSUNO SAPEVA, BERSANI RISPONDA A MIE DOMANDE...
"Se, come dice Bersani, è una stupidaggine asserire che qualcuno sapesse di Lusi nel Pd, allora non dovrebbe avere difficoltà a rispondere alle domande che gli ho posto. Cinque semplici domande" Così Mario Adinolfi, dalle pagine online del suo "The Week" http://thedailyweek.it/. "Il caso di Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita e senatore del Pd, appena espulso dal partito, e quello di Filippo Penati, di pochi mesi fa, tornano a far risuonare la questione morale nel centrosinistra. Penati è stato il capo della campagna di Bersani nelle Primarie del 2009, e poi suo capo segreteria, ecco perché pongo al segretario del Pd 5 semplici domande, nella speranza che possa chiarire alcuni dubbi e così confermare che, come dice lui, quello di Lusi è un caso isolato. Di cui nessuno poteva sospettare. Se mi risponderà allora dovrò seriamente preoccuparmi, visto che dice di aver dato ai suoi avvocati le mie dichiarazioni".

Di Paola

Ecco le cinque domande che il giornalista, fondatore del Partito Democratico ed ex membro dell'assemblea nazionale ha posto a Bersani: 1) Per farsi eleggere segretario alle primarie '09 la sua campagna è costata più o meno del limite a 250.000 euro? 2) Perché ha scelto Filippo Penati prima come coordinatore del suo comitato di elezione, poi come capo segreteria? 3) Perché Lusi non è stato ascoltato dai garanti che lo hanno espulso, mentre Penati sì? 4) Come giudica il fatto che alle ultime regionali abbia ottenuto 52 milioni di € di rimborsi su una spesa di 14? 5) Quanto pesano i soldi, anche gestiti dalle fondazioni, nella determinazione degli equilibri politici nel Pd?

14 - DIFESA:C.SUPREMO;GARANTIRE MISSIONI MA CONTENERE ONERI...
(ANSA) - Nel corso della riunione del Consiglio supremo di difesa in corso oggi al Quirinale è stata "confermata la necessità di proseguire nel processo già in corso volto a qualificare ulteriormente i contributi garantiti alle missioni internazionali, in modo da accrescerne l'efficacia, contenendone, nel contempo, gli oneri".

 

LE “COINCIDENZE” DELLA CARRIERA LAMPO DEL GENIO SILVIA DEAGLIO, LA FIGLIA DEL MINISTRO FORNERO CON DOPPIO POSTO FISSO

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1- LETTERA
Illustre Dago,
Faccio seguito alla mia domandina di ieri sul concorso con cui la Prof.ssa Silvia Deaglio è salita in cattedra (Secondo Lei, da quale università proviene il Presidente della Commissione della "valutazione comparativa" presso l'Università di Pescara-Chieti vinta dalla Prof. Silvia Deaglio? Le do una mano, l'università ha sede in una città con una mole....)

Elsa Fornero - Silvia Deaglio

Pare impresa improba per i giornalisti italiani incrociare i nomi del Presidente della Commissione di "quel" concorso, il Prof. Alberto Piazza, e la suddetta. Peccato, perché mettendo i due nomi su Google si scoprirebbero cose interessanti: ad es., che i due sono attualmente entrambi componenti dello stesso Dipartimento dell'Università di Torino (http://www.unito.it/unitoWAR/page/dipartimenti3/D024/D024_giunta1) oppure che lo stesso Prof. apre un Convegno indetto dall'HuGeF, di cui illustra le "linee di ricerca 2010-11", e che il successivo relatore è la non ancora Prof. "Deaglio Fornero" http://flipper.diff.org/app/tools/info/3074.

Eh sì, non ancora Prof, perché il Convegno è del 7/9/2010, mentre il Concorso si chiude "solo" il successivo 24/9, come si legge qui http://www.uffdoc.unich.it/6sedmed03IIfasciaI2008psi.htm). Il giorno prima, i candidati avevano sostenuto la prova didattica (la cd. "lectio") ed il Prof. Piazza esalta la "non comune esperienza comunicativa della candidata" (cfr. http://www.uffdoc.unich.it/5sedmed03IIfasciaI2008psi.htm ). C'era proprio bisogno di affrontare il viaggio fino a Chieti se aveva avuto modo di apprezzare tali capacità comunicative solo due settimane addietro?
Suo
Brüno Ganzo

ELSA FORNERO

Ps: nulla di personale contro la Prof. Deaglio per carità. Ma i "chiagn e futt" non li sopporto proprio.

2- SILVIA DEAGLIO: «PER ME PARLA IL CURRICULUM» - LA FIGLIA DEL MINISTRO FORNERO: «IO, GIÀ CONDANNATA DA UN BLOG. NON DEVO GIUSTIFICARMI CON NESSUNO»
Nino Luca per Corriere.it

«Voleva un appuntamento per parlare di genetica umana?».
Veramente sono un giornalista e volevo incontrarla per parlare di lei, di posti fissi, di illusioni e del ministro sua madre....
«La ringrazio ma non voglio parlare di nulla. Con nessuno! Il mio curriculum è pubblico e non c'è nulla da aggiungere».

Silvia Deaglio, 37 anni, ha un tono gentile ma fermo. La figlia del ministro del Welfare, Elsa Fornero, è un professore associato alla facoltà di Medicina dell'università di Torino. La stessa università nella quale insegnano la madre-ministro e il padre, Mario Deaglio, economista e giornalista. Ma, fatto importante nell'Italia di Parentopoli, non sono tutti nella stessa facoltà o dipartimento.

silvia deaglio

LA CARRIERA - Una carriera accademica perfetta e un profilo «prestigioso» quello della figlia del ministro. Nata nel 1974, Silvia Deaglio, a soli 24 anni è già laureata in medicina, dunque con ben quattro anni d'anticipo rispetto alla categoria degli sfigati elaborata dal sottosegretario Michel Martone. (La) Deaglio si è specializzata in oncologia nel 2002 e ottiene un dottorato in genetica umana nel 2006.

Nel 2005, appena conseguito il Master e nel mentre svolge un dottorato in Italia, la giovane professoressa, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il celebre college di Boston. Poi diventa responsabile della ricerca alla Hugef, una fondazione che si occupa di genetica. Alcune sue ricerche sono state finanziate dalla Compagnia di Sanpaolo, fondazione che è la prima azionista della banca Intesa Sanpaolo, di cui sua madre era vicepresidente.

LA VICENDA - E ora che la mamma è ministro, proprio quando i pulpiti in Italia tornano a contare, c'è il grosso rischio che le eventuali «colpe dei genitori ricadano sui figli». Quali colpe? Quelle frasi, «l'articolo 18 non è un tabù» oppure «chi promette il posto fisso promette illusioni», pronunciate dalla Fornero che ora rischiano di ritorcersi contro la figlia. Aggiungete anche la battuta del ministro dell'Interno Cancellieri, «i figli vogliono il lavoro accanto a mamma e papà», ed eccovi servito esattamente il quadro familiare di Silvia Deaglio.

E in Rete monta la polemica: «Come? Ma perché non lo racconta alla Fornero che ha figlia e marito negli stessi corridoi...». Oppure: «Posto fisso illusione? Ma perché non lo dice a sua figlia che di lavori ne ha due!». Dunque, le politiche del lavoro di un grande paese industrializzato finiscono dentro un dibattito che somiglia sempre più a un mero calderone polemico pieno zeppo di battute «equivocate» o «espresse male» e ad una caterva d'improperi rabbiosi e ironici.

MARIO DEAGLIO

E Silvia Deaglio non ci è finita dentro volontariamente...
«Beh, tanto volontariamente no - ride al telefono -. Non penso che ritrovarsi in questa situazione possa far piacere a qualcuno». E cosa risponde?
«Che non sono interessata a ribattere a persone che ti hanno condannata così, sulla base di un blog. Quindi ripeto: le mie pubblicazioni sono accessibili, il mio curriculum idem. Dopodiché io non devo giustificarmi di fronte al mondo».

Il posto fisso per lei era un'illusione?
«Credo che sia evidente dal mio curriculum che ho sempre lavorato sia in Italia che all'estero e che ho fatto parte di tutti gli step di una carriera accademica. Adesso basta, la saluto e buona giornata».

Ovviamente è arrabbiata?
«Davvero non voglio parlarne. Perché non è che io sia dispiaciuta o pazzamente felice... solo non lo ritengo un argomento interessante. E spero che prima o poi tutti questi lettori di blog lo ritengano meno interessante».
Quindi i ministri tecnici parlano tanto e i loro figli invece restano zitti e muti...
«Non è il mio mestiere parlare con i giornalisti. Io parlo attraverso i lavori scientifici e di argomenti scientifici».

silvia deaglio

Ma su Internet si mette in dubbio anche la validità delle sue pubblicazioni: «Troppe 61 in sei anni per essere serie...».
«Intanto le pubblicazioni sono 93. E se lei guarda la mia prima pubblicazione risale al gennaio del 1996, quindi non sono ristrette in sei anni. Sono forse sedici anni?»
E cosa risponde a chi...
«Io non devo giustificarmi né con lei né con nessuno. Davvero una buona giornata». Clic.


FIGLIO DI MINISTRO È UN PO' MEGLIO
"MONOTONI" E "MAMMONI" QUELLI DEGLI ALTRI, I LORO HANNO CARRIERE BEN AVVIATE

Dal "Fatto quotidiano"

Ma che "monotonia" il posto fisso. Lo diceva Mario Monti davanti alle telecamere di Matrix una settimana fa. "Monotono per chi ce l'ha", diventò immediatamente il commento più gettonato sui social network. Ad avere posti non solo fissi, ma di tutto rispetto, sono i figli dei super tecnici di super Mario, quando non vanno ancora a scuola o all'università. Giovanni Monti, per quanto ora ufficialmente disoccupato, a 43 anni è un manager di lungo corso.

Giovanni Monti - figlio di Mario Monti

Piergiorgio Peluso, il figlio di Annamaria Cancellieri, è direttore generale alla Fondiaria Sai. Lui è uno che ha girato grandi gruppi (a lungo in Unicredit) e città, forse per questo sua madre si è sentita di dare dei "mammoni" ai giovani italiani: "Gli italiani sono fermi al posto fisso nella stessa città, magari accanto a mamma e papà, ma occorre fare un salto culturale".

Proprio quel salto che il ministro del Lavoro, Elsa Fornero continua a predicare in ogni sede. La sua di figlia, Silvia, però, il posto fisso ce l'ha: insegna a Torino nella stessa università della madre e del padre, l'economista Mario Deaglio. Il viceministro del Lavoro, Michel Martone è diventato Professore associato a 27 anni, potendo contare su un padre importante, Antonio, magistrato. É chiaro che gli sembrino "sfigati" quelli che a 28 anni vanno ancora all'università.

CORRADO CLINI

Nessuna pietà da parte dei professori di Monti nel bistrattare, per ora solo a parole, i giovani italiani e nel fornire lezioni di vita, puntando il dito contro le loro inadeguatezze non solo professionali, ma pure psicologiche. Che l'Italia sia un paese di "bamboccioni" l'aveva detto già Tommaso Padoa-Schioppa. Ma un fondo di verità in tutte queste impietose definizioni c'è: la famiglia è la rete sociale che più funziona, l'unica che protegge.

Lo confermano anche le storie dei figli del governo dei Professori: Maddalena Gnudi, lavora da commercialista nello studio del padre, Costanza Profumo fa l'architetto in un prestigioso studio di New York, Carlo Clini lavora a Bruxelles per la Regione Veneto, Luigi Passera ha fatto la Bocconi e ora è entrato alla Procter & Gamble, Eleonora Di Benedetto, è avvocato nello studio della mamma Paola Severino dalla quale ha ereditato i clienti prestigiosi. Questione di opportunità. E - al di là del merito - di occasioni. Quale super tecnico le negherebbe ai propri figli?

Corrado Passera con figli

MARIO MONTI, PREMIER
Giovanni Monti, 43 anni, è un manager di lungo corso, già vicepresidente della banca d'affari Morgan Stanley, fino a dicembre curava le strategie di sviluppo della Parmalat, poi si è dimesso, si dice anche per non creare imbarazzi al padre. Ora è ufficialmente disoccupato. Ha studiato alla Bocconi e alla Columbia. Federica, 41 anni, non lavora e si dedica a fare la mamma di tre figli piccoli.

ANTONIO CATRICALÀ, SOTTOSEGRETARIO A PALAZZO CHIGI
Catricalà ha 60 anni. Una delle sue due figlie, Michela, ha 26 anni. Da un paio d'anni, dopo la laurea, è andata a lavorare a Terna, la società che gestisce la rete elettrica, come impiegata, di basso livello, part time. Tra i figli di governo è una delle poche senza posto fisso: il suo contratto a tempo determinato scade nel luglio 2012. Mentre lavora sta facendo un dottorato di ricerca.

FRANCESCO PROFUMO, ISTRUZIONE
Profumo ha 58 anni e ha tre figli: Costanza, Giulio e Federica. La più grande è Costanza che si è laureata in Architettura nel 2008 al Politecnico di Torino, università di cui era rettore il padre. Poi ha fatto un paio di stage e, come si apprende dal suo profilo LinkedIn, oggi lavora a New York nello studio Daniel Libeskind, architetto di fama mondiale che ha progettato il futuro di Ground Zero.

ANNAMARIA CANCELLIERIe

CORRADO CLINI, AMBIENTE
Clini, classe 1947, ha tre figli. Uno di questi, Carlo (1973) si è laureato a Parma e da anni lavora a Bruxelles, dapprima per l'Upi, l'Unione delle Province italiane, poi, dal 2009, per la Regione Veneto, dove si occupa tra l'altro di "coordinamento dei progetti di interesse Regionale". E proprio in Veneto corre, alle primarie a sinistra, la ex moglie di Clini, Luisa Conti, che vuole diventare sindaco di Mirano (Venezia).

PIERO GNUDI, TURISMO
L'ex presidente dell'Enel è prima di tutto un famoso commercialista bolognese. Ha tre figlie: una di queste, Maria Maddalena (1979), lavora dal 2010 nello studio di famiglia, lo Studio Gnudi, appunto. Ha fatto un master in Olanda. Anche Elisabetta Gnudi lavora a Bologna, è una ricercatrice presso Nomisma, storico think tank e società di consulenza del mondo prodiano. La terza figlia, Elsa, si occupa di pubblicità.

CORRADO PASSERA, SVILUPPO
Corrado Passera ha quattro figli: due piccoli dal secondo matrimonio (uno è appena nato). Dalla prima moglie ha avuto Luigi e Sofia. Luigi ha studiato alla Bocconi, poi in Cina, Hong Kong University e Fudan University, ha fatto uno stage alla Piaggio in Vietnam e ora ha iniziato la carriera nel colosso della chimica Procter & Gamble. Sofia Passera si è laureata da poco in Medicina a Roma, ora è a Milano e si sta preparando all'esame di Stato. Vuole fare la pediatra.

Piergiorgio Peluso di Unicredit

ANNA MARIA CANCELLEIERI, INTERNO
Anna Maria Cancellieri ha 67 anni e due figli. Piergiorgio Peluso, 43 anni, è un importante manager finanziario che ha appena traslocato da Unicredit alla direzione generale della Fondiaria Sai in crisi, molto indebitata con la banca milanese. L'altro figlio si chiama Federico, si occupa di animazione digitale alla 3D Vision, di cui è uno dei due capi azienda.

RENATO BALDUZZI, SALUTE
Il ministro della Salute ha tre figli, ancora non lavorano. La più piccola fa la terza media, poi c'è Diletta che si è laureata in giurisprudenza e sta facendo la pratica legale a Genova.
Giacomo Balduzzi, 28 anni, si è laureato alla Cattolica di Milano e ora sta seguendo un dottorato in sociologia economica a Pavia.

PIERO GNUDI

PAOLA SEVERINO, GIUSTIZIA
Eleonora Di Benedetto, 35 anni, ha scelto la professione dei genitori: avvocato, iscritta all'ordine di Roma, lavora nello studio della mamma (che si è sospesa) e insegna anche all'Università di Roma La Sapienza. La madre è Paola Severino, oggi ministro della giustizia, celebre per essere diventata l'avvocato donna col reddito più alto d'Italia. Il padre, Paolo Di Benedetto, è un altro avvocato importante fino allo scorso anno commissario della Consob.

 

IL NEOMELODICO È IL NEOBUSINESS DELLA CAMORRA: È TUTTO GESTITO DAI BOSS, DALLE ETICHETTE DISCOGRAFICHE AI CONCERTI

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1 - ECCO LA CAMORRA CHE CANTA: I NEOMELODICI AFFILIATI AI CLAN
Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo per "il Giornale"

NELLO LIBERTI

È tutta una questione di sfumature. C'è chi «canta» perché ha deciso di collaborare con la giustizia, e allora giù pistolettate e vendette trasversali. E c'è chi canta perché s'è invaghito della camorra e dei suoi falsi valori, e allora è tutta un'altra musica: arrivano le ospitate nelle emittenti radio e tv «amiche» dei clan, fioccano gli inviti a matrimoni e cresime (fino a 700 all'anno) e,soprattutto, si susseguono i concerti di piazza, la consacrazione dei «menestrelli» delle cosche.

Due li hanno indagati, uno lo volevano pure arrestare i pm antimafia di Napoli. Lo accusano di istigazione a delinquere perché nel suo «capolavoro» 'O capoclan giustifica il boss che uccide i pentiti e quelli che lo tradiscono e descrive 'o padrino né più né meno come uno sportello Caritas che aiuta le famiglie povere e bisognose: «Da bambino non ha potuto studiare, per sfortuna dovette lavorare. Si sacrificò per assicurare il cibo, alla sera, alla sua famiglia, per risollevarla dalla miseria. Questa condizione non l'ha potuta sopportare e se ha commesso errori è stato per necessità». Il gip però ha rigettato la richiesta e così Nello Liberti è rimasto a ugola libera.

RAFFAELE CANTONE - Copyright Pizzi

Ma lui è solo uno dei tanti (troppi) del sottobosco neomelodico della «camorra song» dove furoreggiano imperdibili canzoni come 'O latitante, Il mio amico camorrista , Femmena d'onore , Core carcerato , Dint 'a stanz e l'avvocato (la traduzione a occhio e croce è «a colloquio col mio penalista»). L'elenco dei «ritornelli calibro 9» che saltano agli occhi leggendo le informative dei carabinieri di Napoli è sterminato e ha conquistato nuovi estimatori grazie ai gruppi fan di Facebook e Youtube dove ragazzi ingelatinati sorridono in foto per la gioia di mamme e figlie.

Un territorio monitorato dai carabinieri fin dentro le sale di registrazione, spartiti e telecamere. Con risultati incredibili. L'aveva capito per primo il più furbo e spregiudicato e potente boss della camorra napoletana, quel Luigino Giuliano «scopritore» di Gigi D'Alessio (uscito indenne da alcune indagini) e oggi paroliere con tanto di iscrizione Siae. La malavita s'impone non solo con la violenza e il denaro, ma anche con una vincente strategia d'immagine: le foto con Maradona, le serate nei night, gli artisti di rione.

Con Luigino nasce l'etichetta Forcella­music che ha sfornato più cantanti del Conservatorio di Santa Cecilia ed è l'ex padrino oggi pentito a vincere la causa (lui, il Capo dei capi che si rivolge a un tribunale) contro i produttori del film « Pianese Nunzio, 14 anni a maggio» che non lo avevano citato nei titoli di coda quale autore della colonna sonora Chillo va pazzo pe' tte. Da allora, il mondo del «Naples gangsta» si è evoluto fino a diventare un vero ramo d'impresa della «camorra spa».

Marco Demarco

Gli scissionisti di Secondigliano hanno una loro agenzia di pr che organizza cerimonie pubbliche e feste patronali come quella di Santo Stefano a Melito. E un trafficante di cocaina della stessa zona, tale Di Pietro, coinvolto in un'inchiesta del 2001,s'era inventato una­casa discografica che aveva in scuderia parecchi neomelodici organizzando un concerto online con Katia Ricciarelli. Si chiamava «Mast music» perché 'o mast (il datore di lavoro in dialetto) era il soprannome del titolare all'anagrafe di camorra.

Tommaso Prestieri, il boss-poeta con moglie neomelodica, sta ancora in galera perché ha fatto sparare all'ex impresario di Carmelo Zappulla che non gli aveva chiesto il permesso per l'esibizione a Scampia. La penultima volta che lo hanno ammanettato se ne stava dietro le quinte del Teatro Bellini a Napoli in attesa che iniziasse lo spettacolo di neomelodici da lui organizzato.

Una tv di Giugliano fece una cosa da Minculpop: vietò al regista di mandare in onda un video di un cantante neomelodico che inneggiava alla pace per la faida di Secondigliano: non c'era spazio per i sentimentalismi. Certo, pure di Mario Merola si diceva ingiustamente che fosse la voce dei clan, o di Frank Sinatra un tutt'uno con le famiglie americane. Ma erano altri tempi e, soprattutto, era tutta un'altra voce.

TOMMY RICCIO

2 - I NEOMELODICI E LE INCHIESTE SUONATE E CANTATE
Marco Demarco per il "Corriere del Mezzogiorno"

Raffaele Cantone ha commentato l'avviso di garanzia al neomelodico accusato di concorso in istigazione a delinquere per una canzone che esalta il potere insindacabile del boss. Ha detto che chi canta questi inni del male, così come chi li scrive, li produce e li commercializza speculandovi è sul piano morale e etico non solo complice della camorra ma corresponsabile della scelta di tanti ragazzi che si illudono con i lustrini del "sistema".
Ma come la mettiamo, allora, con Eminem?

Eminem, tanto per dire, è uno che nei suoi testi parla di troie, bimbi sgozzati e uomini che bruciano. Eppure, io ho sentito con le mie orecchie Saviano raccontare alla Bignardi di prepararsi alla scrittura ascoltando proprio lui, Eminem. Mi chiedo: cosa fa la differenza? La sublimazione artistica? E chi la certifica? Se quel neomelodico avesse un giorno successo e fosse per questo invitato a Sanremo come Eminem, la legittimazione artistica potrebbe in quel caso essere retrodatata?

EMINEM

Cantone, io credo, spinge troppo sulla forza persuasiva di queste canzoni. Così come altri hanno spinto troppo sulla forza persuasiva della televisione, illudendosi in questo modo di spiegare il fenomeno Berlusconi. Tuttavia, non tutti quelli che vedono certa tv diventavano berlusconiani. Non tutti quelli che si motivano con Eminem, Saviano compreso, sgozzano bambini. Non tutti quelli che ascoltano i neomelodici sono camorristi. E allora su cosa poggia il concorso in istigazione a delinquere?

Mi viene un dubbio. Il pm voleva addirittura arrestare il neomelodico in questione. Non è che senza questa richiesta di arresto nessuno, probabilmente, si sarebbe accorto dell'inchiesta? E non venitemi a dire che sarà ora merito della magistratura se sui testi violenti delle canzoni neomelodiche si aprirà finalmente un sano e utile dibattito pubblico. Perchè non è questo, credo, il compito di un pm.

SAVIANO

 

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