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NELL’INDAGINE CHE COINVOLGE L’EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MILANO SPUNTANO 15 MLN €, PER I PM “PARTE DI TANGENTI"

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Aura Marinaro e Andrea Scaglia per "Libero"

PENATI

Dice: ma che fine ha fatto l'inchiesta su Penati e compagnia? Di certo non è ferma, i magistrati continuano a interrogare, verificare, analizzare. Ed ecco la notizia: la Procura di Monza ha chiesto il sequestro preventivo di circa 15 milioni di euro dal bilancio della Codelfa spa, società del gruppo Gavio. Tanto per inquadrare: l'indagine che coinvolge l'ex presidente della Provincia di Milano, nonché capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, è quella in cui è accusato di corruzione e concussione.

Marcellino Gavio

Anche e soprattutto in relazione all'acquisto nel 2005, proprio da parte della Provincia allora guidata da Penati, di azioni della società Milano-Serravalle proprio dal gruppo Gavio, con quest'ultimo a realizzare una plusvalenza di circa 145 milioni di euro - la Corte dei Conti bollò l'operazione come «onerosa e priva di qualsiasi utilità». I pm Walter Mapelli e Franca Macchia ritengono che, dietro l'affare, si nascondesse un via vai di tangenti. E dunque non ci vuole molto per intuire che i 15 milioni in questione vadano collegati a quest'ipotesi di reato.

Anche perché, sempre stando alla ricostruzione degli inquirenti, il gruppo Gavio entra nell'inchiesta solo in relazione alla faccenda Milano- Serravalle. E proprio la Codelfa avrebbe fornito la traccia per indirizzare le indagini in quella direzione. È infatti attraverso questa società che nel 2008, con l'escamotage di una caparra per un'operazione immobiliare poi non avvenuta, vengono pagati due milioni di euro a Piero Di Caterina, uno degli imprenditori che sostiene d'aver foraggiato Penati. L'assegno portava la firma di Norberto Moser, per l'appunto amministratore delegato della società di Gavio, secondo i pm su indicazione di Bruno Binasco - manager di primissimo piano del gruppo - e Renato Sarno - stretto collaboratore di Penati - entrambi indagati.

tangenziale serravalle

In sostanza: la Codelfa allungò a Di Caterina dei soldi che quest'ultimo reclamava da Penati. E per quale motivo? Scrivono i pm: «L'unica alternativa razionale e coerente per spiegare il pagamento di Binasco a Di Caterina nell'interesse di Penati [...] è che la somma sia parte della tangente a loro destinata per l'acquisto da parte della Provincia di Milano del 15 per cento delle azioni della Milano Serravalle avvenuto in data 29.7.2005». Come detto, è in questo quadro che va letta la richiesta di sequestro preventivo di 15 milioni da parte della Procura.

PIERO DI CATERINA

E però i pm hanno trovato un ostacolo. Nel senso che l'istanza dei magistrati è stata respinta dal gip. Si tratta di Anna Magelli, il medesimo giudice che lo scorso agosto negò agli stessi pm l'arresto di Penati, sostenendo che l'accusa di concussione - che i magistrati rinfacciavano al politico - andasse ricalibrata in corruzione, reato che prevede termini di prescrizione più brevi, cosa che rendeva inutile la custodia cautelare in carcere.

E dopo quest'altro diniego, non è così azzardato ipotizzare visioni giuridiche radicalmente diverse fra Procura e gip. In ogni caso, i magistrati hanno presentato ricorso contro il rigetto dell'istanza di sequestro: la risposta del Riesame è attesa entro fine settimana.
Tornando al coinvolgimento del gruppo Gavio nell'inchiesta, le prime perquisizioni negli uffici di Tortona risalgono al 5 settembre scorso. Naturalmente il collegamento ipotizzato dagli inquirenti fra tangente Serravalle e bilanci delle società targate Gavio non è diretto. Tanto per dirne una - oltre ai passaggi di denaro fra le società del gruppo stesso, non solo in Italia - sono state analizzate con attenzione le consulenze.

PIER LUIGI BERSANI

Fra le altre cose, l'attenzione dei tecnici incaricati dai magistrati di Monza s'è fermata anche sugli incarichi assegnati all'architetto Sarno, considerato l'uomo di collegamento con Penati: per fare un esempio, nel file informatico trovato nel computer dell'architetto c'è un appunto su 458mila euro riferibili a Sina, altra società di Gavio che avrebbe comunque girato a Sarno consulenze per 3 milioni di euro.

BRUNO BINASCO BRACCIO DESTRO DI GAVIO

In sostanza, l'ipotesi dei magistrati - che com'è ovvio dovrà eventualmente passare al vaglio processuale - è che, dopo l'operazione milionaria del 2005 e l'enorme plusvalenza incassata dal gruppo Gavio, abbia trasformato quest'ultimo nella "cassa" a cui Penati poi avrebbe attinto, soprattutto per sostenere la sua attività politica, che in quegli anni lo vedeva come uno degli esponenti più in vista del centrosinistra.

 


LE PEN DI MARINE E I PENI DI SARKO - IL NANO DELL’ELISEO HA SEMPRE PIÙ PAURA DI PERDERE LE ELEZIONI

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1 - SARKÒ PROVA A SILURARE LA LE PEN
RICATTATI I SINDACI CHE SOSTENGONO MARINE; E LEI RISCHIA L'ESCLUSIONE DALLE ELEZIONI

Maurizio Stefanini per "Libero"

MARINE LE PEN

Sempre più fuochi d'artificio sulle presidenziali francesi: Marine Le Pen che rischia di essere esclusa dal voto per una manovra di Sarkozy appoggiato da Hollande, riceve la solidarietà dell'estrema sinistra e promette di vendicarsi in un modo che potrebbe escludere addirittura Sarkozy dal ballottaggio e proiettare a sorpresa all'Eliseo il centrista Bayrou. Al cuore del problema, le 500 firme di «eletti» di cui secondo la legge elettorale del 18 giugno 1976 i candidati hanno bisogno per potersi presentare.

Tra questi 500 «padrini» ci possono essere deputati, senatori, consiglieri regionali, consiglieri generali, membri delle assemblee territoriali e sindaci, e devono provenire da almeno 30 dipartimenti diversi. Marine Le Pen è stata finora terza nei sondaggi ma il suo partito è drasticamente sottorappresentato dal sistema maggioritario a doppio turno, e dunque non arriva che a 118 «padrini».

NICOLAS SARKOZY

Suo padre in passato ce l'ha fatta a candidarsi perché alla fine trovava sempre un po' di eletti di altri partiti che gli davano un aiuto: proprio col sistema a doppio turno, specie a livello locale uno scambio di favori può sempre essere utile. Ma da quando Jean-Marie Le Pen riuscì ad arrivare al ballottaggio nel 2002 il partito neo-gollista di Sarkozy Ump è diventato sempre più sospettoso nei confronti di queste intese.

Vari sindaci che avevano sponsorizzato il candidato del Fn l'ultima volta si sono visti tagliare drasticamente i fondi alle proprie amministrazioni e sottoporre a pressioni di ogni tipo. Interpellati dalla stampa sotto condizioni di anonimato, vari di loro hanno annunciato: «non ci casco più».

E infatti Marine Le Pen è ancora ferma a quota 340: «70 o 80 in meno che nel 2007 nello stesso periodo» riconosce lei stessa. Se si pensa che già allora suo padre ce l'aveva fatta per un pelo, fermandosi a 507, la cosa più probabile è che non ce la faccia. E se anche ce la fa, comunque l'impegno a trovare i «padrini» sta distraendo il partito dalla campagna elettorale.

Intanto, si apre già la caccia ai suoi elettori. Almeno il 40% di loro dicono che non voterebbe; gli altri dovrebbero logicamente convergere sul presidente, ma Jean-Marie Le Pen è furibondo, e giura: se escludono Marine, faremo di tutto per far perdere Sarkozy.

E dopo che i primi sondaggi fatti sull'ipotesi di una corsa senza la candidata del Fronte Nazionale avevano mostrato il presidente raggiungere il socialista Hollande a quota 33%, altre rilevazioni più recenti hanno visto a sorpresa il centrista Bayrou schizzare secondo col 31% contro il 45 di Hollande e il 30 di Sarkozy. Hollande, a parte essere di sinistra, ha a sua volta appoggiato la manovra di Sarkozy, respingendo la richiesta di Marine di permettere che i "padrinati" siano fatti in condizioni di anonimato, per evitare le pressioni.

francois hollande

Il Consiglio di Stato giovedì scorso ha acconsentito a trasmettere al Consiglio Costituzionale la questione di costituzionalità relativa, la decisione dovrebbe arrivare entro una quindicina di giorni ma secondo il candidato socialista «non si possono cambiare le regole del gioco a gioco in corso, e queste regole non hanno impedito in passato alla famiglia Le Pen di candidarsi». Bayrou sarebbe dunque la miglior vendetta disponibile, anche se appoggio alle proteste di Marine lo ha espresso perfino la candidata trotzkysta Narhalie Artaud. D'altra parte anche Dominique de Villepin, Christine Boutin, Hervé Morin e Corinne Lepage, candidati minori del centro-destra, probabilmente non otterranno i padrini necessari.


2 - DUETTO TV PER FAR RESTARE L'AMICO NICOLAS ALL'ELISEO
INTERVISTA ASSIEME ALLA CANCELLIERA CONTRO IL SOCIALISTA HOLLANDE

lepen jeanmarie 02

Alb. Mat. per "la Stampa"

La Grecia è stata il piatto principale della colazione di lavoro che ha seguito la conferenza stampa di «Angela» e «Nicolas». Mai come ieri all'Eliseo prima e in televisione poi i Merkozy sono sembrati tanto una coppia di fatto: del resto, lui va ripetendo che sente e vede Angelà più di Carlà. Però per Sarkozy non è solo questione di politica estera ma anche, e forse soprattutto, di politica interna. A 75 giorni dalle elezioni, l'appoggio di Merkel è prezioso per il Presidente uscente che vuol essere anche il Presidente rientrante.

Ma anche per Merkel sarebbe di gran lunga preferibile che Sarkò restasse all'Eliseo, e non solo perché sia la Cdu tedesca che l'Ump francese fanno parte della grande famiglia del Ppe, «sono partiti amici» e così via, come ha spiegato ieri. Questo è il meno. E non mancano nemmeno i precedenti di aiuti elettorali anche fra governanti di diverse parti politiche. Helmut Kohl, democristiano, fece campagna per François Mitterrand, socialistissimo, quando si dovette far accettare a un riluttante elettorato francese il trattato di Maastricht. E l'unico precedente di un duetto tivù risale al 2003, quando i due intervistati furono Jacques Chirac, presidente di destra, e Gerhard Schroeder, cancelliere di sinistra.

francois bayrou lap

Oggi per Sarkò, asfissiato dai sondaggi, l'appoggio di Merkel è ossigeno. Da mesi il Président indica ai francesi la Germania come modello di ogni possibile virtù economico-sociale. Nell'ultima intervista a reti unificate, Sarkozy ha citato quel che fanno «i nostri amici tedeschi» per sedici volte: un record.

«Sono passati i tempi - gongola la Sueddeutsche Zeitung - in cui in privato chiamava la cancelliera "la grossa" e i tedeschi "i Boches"», il termine dispregiativo in uso durante le due guerre mondiali. Lo sfidante socialista, François Hollande, ieri ha ironizzato: «Che Sarkozy abbia bisogno di Merkel la dice lunga sulla sua situazione». E poi: «Se Merkel vuole fare campagna per Sarkozy, liberissima. Ma si assume è un duro incarico, perché non sarà facile convincere i francesi».

Però spera ancora di essere ricevuto a Berlino, come del resto toccò alla sua ex compagna Ségolène Royal, la candidata battuta nel 2007 da Sarkozy. Ma Merkel, pare, dirà di no. Dopo che Hollande ha fatto sapere di voler ridiscutere gli accordi di Bruxelles, per la cancelliera la sua vittoria sarebbe un problema. E poi, con i numeri dell'economia che tutti conoscono e la Francia senza tripla A, oggi nella coppia franco-tedesca i due Paesi non hanno lo stesso peso. Sarkozy propone, ma alla fine è Merkel che dispone.

dominique de villepin

E un'Europa guidata dalla Germania suscita qualche remota ma radicata inquietudine, in primo luogo negli stessi tedeschi. Molto meglio far vedere che a governarla sono in due. Per questo «Angela» si sbilancia tanto per «Nicolas». Perfino troppo, dicono molti dall'altra parte del Reno.

Il portavoce del governo tedesco ha dovuto affrettarsi a precisare che «la Repubblica federale non è evidentemente parte in causa nella campagna elettorale francese», quindi se Merkel parteciperà ai comizi di Sarkò lo farà in quanto presidentessa della Cdu e non come cancelliera. Perfino il capo dei liberali nonché suo ministro degli Esteri, Guido Westerwelle, invita Angela a mantenere «un certo riserbo». Anche perché, se vincesse Hollande, con lui bisognerà comunque trattare.

 

IL SUPERCAPO DI GOLDMAN SACHS, LLOYD BLANKFEIN, GIRA UNO SPOT IN CUI DIFENDE I MATRIMONI GAY

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Angelo Aquaro per "la Repubblica"

Lloyd Blankfein Presidente e Ceo di Goldman Sachs

Anche la Piovra ha un cuore. L´ultimo insospettabile sceso in campo nella nobile e giusta causa dei matrimoni omosessuali è proprio lui: Lloyd Blankfein, il supercapo di Goldman Sachs, l´uomo che per il suo tentacolare potere su Wall Street così è stato ribattezzato nel suo simpatico ambientino. «Mi chiamo Lloyd Blankfein, sono il Ceo di Goldman Sachs e sostengo l´eguaglianza dei matrimoni», dice il nuovo testimonal nello spot da 32 secondi. «Le aziende americane hanno capito da tempo che l´eguaglianza è un buon affare: e la cosa giusta da fare».

La sua dichiarazione è un piccolo shock: ed è l´effetto che Human Rights Campaign cercava. L´associazione negli anni ha raccolto tifosi sempre più sorprendenti: dall´attrice Mo´Nique a Barbara Bush figlia dell´ex presidente antigay George W. Ma Blankfein è il primo supermanager a giocarsi la faccia nella causa. Non che il suo impegno sia una sorpresa.

MARK ZUCKERBERG

Ebreo democratico e sostenitore di Barack Obama - oltre che amico ed ex collega del suo ministro del Tesoro Tim Geithner - il 57enne Lloyd, sposato, tre figli (e due già sistemati familisticamente in ditta) era stato tra i lobbysti più attivi nella battaglia che lo scorso anno ha portato alle nozze gay nello stato di New York. Caso politicamente scottante: lo stesso Obama, che tanto ha fatto per i gay, non s´è dichiarato per non inimicarsi i moderati.

Goldman Sachs per la verità era già all´avanguardia nella tutela degli omosessuali: non solo riconosce da dieci anni l´assistenza ai partner ma paga per le operazioni di cambiamento di sesso. Ma al gioco del "cui prodest" non si sottrare neppure il New York Times. La Piovra-Blankfein non ha mai goduto di ottima stampa. Tanto più dopo quella gaffe: quando di fronte all´America che ancora annaspava nella crisi aveva rivelato che la sua banca stava facendo «un lavoro da Dio».

GEITHNER

Poi sono venute le accuse. Goldman si sarebbe arricchita scommettendo anche su quei mutui subprime che portarono al tonfo dell´economia mondiale: impacchettando quella spazzatura per i propri clienti. Uno scandalo culminato nell´umiliante sfilata davanti alla commissione d´inchiesta del Congresso.

L´ultimo smacco porta il volto di Mark Zuckerberg. Il giovane miliardario ha scelto la rivale Morgan Stanley per l´esordio in Borsa di Facebook: anche dopo il mezzo passo falso dell´anno scorso, con i guardiani della Sec che avevano accusato banca e compagnia di voler aggirare la legge collocando già qualche stock sul mercato secondario. Insomma una collezione di azioni non proprio buonissime. Che avrebbero spinto Blankfein a tentare ora l´operazione-pulizia d´immagine con la svolta gay. Buona fortuna - vero che una mano lava l´altra: ma quanto ci metterà mai una Piovra?

GOLDMAN SACHS

 

NEL SECONDO DOPOGUERRA GLI INTELLETTUALI DI SINISTRA SPIATI COL SOSPETTO DI PROPAGANDARE IL COMUNISMO IN ITALIA

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Paolo Mieli per il "Corriere della Sera"

MIRELLA SERRI SORVEGLIATI SPECIALI

Mirella Serri è entrata in possesso dei rapporti di polizia su intellettuali di sinistra, Pci e Psi in questo dopoguerra. Ne ha tratto un libro, Sorvegliati speciali. Gli intellettuali spiati dai gendarmi (1945-1980), che la Longanesi si accinge a pubblicare, dal quale viene fuori un gustoso ritratto di due ingenuità, quella degli osservatori e quella degli osservati. Ingenuità che fanno quasi da contrappunto alla drammaticità di quei cupi anni di guerra fredda.

Il libro - che va inquadrato nel contesto descritto da due importanti saggi editi di recente: La guerra fredda. Cinquant'anni di paura e di speranza di John Lewis Gaddis (Mondadori) e Gli intellettuali e la Cia. La strategia della guerra fredda culturale di Frances Stonor Saunders (Fazi) - si apre con la storia di una mostra, «L'arte contro la barbarie», organizzata dal poeta Mario Socrate e dal pittore Mario Penelope per protestare, nel gennaio del 1951 (ai tempi della guerra di Corea) contro la visita in Italia del generale - e futuro presidente Usa - Ike Eisenhower.

Gli informatori descrivono i quadri di Renato Guttuso, Marino Mazzacurati, Domenico Purificato e altri come se si trattasse di ordigni esplosivi. La mostra, a cui si imputa «una perfida e criminosa finalità», viene chiusa e trasferita nella sede del Pci in via delle Botteghe Oscure. Il che, per gli osservatori, è la riprova del carattere eversivo di quell'esposizione di quadri.

PAOLO MIELI

Nel 1952 i fulmini della polizia si abbattono su un'altra mostra, organizzata in Umbria da Ernesto Treccani per rappresentare la durezza del lavoro nei campi. I carabinieri fanno irruzione in una casa colonica di Città della Pieve, dove colgono Treccani in flagrante reato, «con il pennello in mano». C'è poi un'operazione a Rimini per stroncare forme di «propaganda comunista a mezzo di caramelle» («dette caramelle sono avvolte in una carta riproducente la bandiera dell'Urss»).

A Lucera viene sequestrato un pericoloso carico «contenente la lama del lavoratore» avvolta da carta con una bandiera rossa, falce e martello e la dicitura «che trionferà». Si segnalano con grande allarme l'attore Carlo Croccolo, e i cantanti («reduci da Sanremo») Nilla Pizzi, Oscar Carboni e Alberto Rabagliati a un festival dell'«Avanti!».

E ci si interroga sui motivi di questa presenza. Pagine sono dedicate a Vittorio Gassman, «un giovane estremamente intelligente, ma dal temperamento sensibile e irrequieto», che, influenzato da Luchino Visconti, «si sta avvicinando ai comunisti». Stessa attenzione nei confronti di Vittorio De Sica: il suo film Stazione Termini, si sottolinea, è stato prodotto «contro il volere dell'onorevole Andreotti», il che lo getterebbe tra le braccia di Palmiro Togliatti.

sca50 mirella serri

Del regista Alfredo Zennaro è agli atti che «si sarebbe recato in un paese del Cominform, vuolsi la Cecoslovacchia, per girarvi un film a sfondo comunista»; ma anche che è separato dalla moglie, «una mulatta nativa di Mogadiscio che a sua volta convive con un noto giornalista»; al momento - si legge nelle carte di polizia - Zennaro è legato «a un'attrice di varietà comunista la quale ha madre e sorella anch'esse di sentimenti comunisti».

Sotto particolare osservazione è l'associazione Italia-Urss (nata nel gennaio del 1945). Fino alla conclusione degli anni Cinquanta, Italia-Urss è considerata, non a torto, una burocratica emanazione «del regime comunista moscovita, di cui diffonde ogni genere di propaganda». Il 28 maggio 1953 i carabinieri fanno irruzione in una casa privata di Poggio Mirteto (di più: viene poi sottoposto «a rigoroso controllo tutto il centro abitato e la periferia» della cittadina) dove è stato portato un proiettore con delle «filmine», vale a dire «materiale propagandistico a corto metraggio».

Di che si tratta? Film o fotogrammi tratti dalle seguenti pellicole: Mamme e bimbi in Unione Sovietica, Il deputato del Baltico, Si conobbero a Mosca(sull'amore ai tempi del comunismo), La grande svolta (sulla battaglia di Stalingrado), Il figlio del reggimento (sulla guerra contro l'invasione nazista), Il grande fiume russo Volga, Il palazzo dei pionieri di Tbilisi, Attraverso l'Unione Sovietica, Il terzo colpo (sulla liberazione di Sebastopoli).

«È stato ripetutamente segnalato», sta scritto in un'informativa, «che a volte vengono presentate, nel corso di riunioni promosse dai circoli del cinema, pellicole sprovviste di nulla osta di revisione cinematografica». Di qui la disposizione: «Ove le proiezioni effettuate venissero a perdere, nel corso di una manifestazione, il carattere strettamente privato per concretarsi in vere e proprie pubbliche rappresentazioni, in tal caso deve essere rigorosamente applicata la condizione del preventivo nulla osta di proiezione in pubblico». Altrimenti... A Trieste due marinai vengono acciuffati mentre, appena sbarcati con quattro bobine di uno dei film di cui sopra, «si dirigono verso la sede di Italia-Urss».

Renato Guttuso

Proiezioni di «filmine» di propaganda provenienti dall'Urss si segnalano a Vittoria, Barletta, Padova, Reggio Emilia, Sassoferrato, Ancona e provincia (dove tali documentari vengono portati «all'interno di abitazioni di indigenti simpatizzanti del Pci») Siena, Cori, Gravina di Puglia, Bari, Torino e, ovviamente, Roma.

Ma oltre all'allarme per le «filmine» proibite, c'è quello per gli intellettuali che offrono pubbliche descrizioni dei successi dei regimi comunisti o resoconti mirabolanti di loro soggiorni in Unione Sovietica. La Serri nota come in questo esercizio si distinguano uomini e donne di cultura che precedentemente erano stati ammiratori di Mussolini, ad esempio Sibilla Aleramo e Leonida Repaci. Ma anche altri. Il 4 febbraio del 1951, al cinema Adriano di Roma, Emilio Lussu racconta di quando, tornando da Mosca, si è fermato in un negozio di giocattoli per acquistare «un fuciletto o un carro armato» da portare in dono al figlio.

Il negoziante lo ha gelato così: «Ai bambini sovietici sono sconosciuti i giocattoli che riproducono ordigni di guerra». Lussu considera quelle parole del giocattolaio come una prova definitiva del pacifismo sovietico. Carlo Salinari riferisce di aver visto con i suoi occhi che «in Russia i lavoratori, a differenza di quelli italiani, operano in un ambiente di assoluta serenità e di grande conforto, il che li sprona a dare il massimo contributo per le realizzazioni industriali».

E giura di aver altresì constatato che lì «si può persino criticare l'impostazione del lavoro, esprimere dubbi, perplessità». Antonio Banfi racconta che al termine di una conferenza due ragazzi sovietici gli hanno detto: «Noi siamo tanto felici e dite ai giovani italiani che auguriamo loro di essere felici come noi». «Questi giovani», prosegue Banfi, «leggono e commentano i nostri classici, quelli che la politica clericale vuol far sparire dalla nostra cultura».

vittorio desica01

Se ne poteva concludere - sempre per Banfi - che la «patria naturale» di Giordano Bruno e di Giuseppe Verdi era Mosca. Lucio Luzzatto sostiene che in Urss la ricostruzione postbellica è stata «perfetta» («fino all'ultimo vetro rotto») e l'ex partigiana Ada Alessandrini afferma che nella patria del socialismo è stata «raggiunta la parità tra i sessi». Michele Giua si dice persuaso che «i principi fondamentali della scienza moderna prima che da Lavoisier sono stati anticipati da scienziati russi e persino il fondatore della fisica atomica è russo».

Anche l'italianista Francesco Flora si dice ammirato «dalla ricchezza delle librerie e delle biblioteche dove ho visto leggere autori italiani, fra cui Dante, Petrarca, Leonardo, Giordano Bruno, Tasso» e definisce il proprio viaggio in Unione Sovietica «l'evento più importante della mia vita».

Italo Calvino, reduce da Mosca, offre la prova del suo essersi trovato nel regno dell'uguaglianza: lì, a veder camminare la gente per strada, ha capito immediatamente la diversità da ciò che aveva percepito «nel centro di Milano, di Vienna o di Parigi»; «non siamo nella "via dei ricchi" né nella "via dei poveri", non si può fare i conti in tasca alla gente vedendola passare».

A sinistra il mito dell'Urss staliniana varca anche i confini del Pci. Ancora nel 1952 a Torino in un'assemblea operaia, registrano gli informatori, il socialista Oreste Lizzadri e il comunista Luciano Lama tessono le lodi dell'operaio Stakhanov, che in sei ore ha estratto 102 tonnellate di carbone, pari a 14 volte la quota prevista, e viene fatto salire sul palco l'emulo italiano dell'eroe del lavoro russo: è l'operaio Buzzacchione, che si è distinto in Urss e ha per questo ricevuto in dono un'automobile e un viaggio premio lungo le rive del Volga da Gorkij ad Astrakan.

E se qualcuno osa insinuare dei dubbi ... Alla fine degli anni Cinquanta, cinque scrittori sovietici, in un dibattito a Roma, ricevono domande che reputano sconvenienti. Il 1° febbraio 1959, nel corso di una riunione di Italia-Urss (a seguito della entusiastica relazione introduttiva di Ranuccio Bianchi Bandinelli) Aida Abbatesciani, dopo essersi dichiarata «accesa comunista», attacca il segretario uscente di Italia-Urss Salvatore Maccarone per non essersi opposto a che fossero formulate le domande «disgustose» di cui sopra, che avevano «umiliato» gli scrittori.

vittorio gassman

Raffaello Ramat toglie la parola a un reduce della campagna di Russia che si era azzardato a chiedere chiarimenti sul destino dei dispersi. Ma c'è anche qualcuno che dà prova di un qualche coraggio (per l'epoca): come Carlo Muscetta, che si azzarda a proporre un'edizione russa del Dottor Zivago o Carla Voltolina, la moglie di Sandro Pertini, che gli dà man forte. Mara Muscetta (figlia di Carlo) afferma che il cinema sovietico «è ancora sottoposto a un rigoroso controllo poliziesco».

Lucio Lombardo Radice - ma siamo in anni successivi - accusa i Paesi socialisti di non tollerare libertà di culto e di pensiero (affermazioni che vengono accolte da un «boato di disapprovazione»). Sono pochi però. Calcola Mirella Serri che i disobbedienti «si contino sulle dita di una mano». Infinitamente di più quelli che si adattano. Alberto Moravia, secondo le informative di polizia, in più di un dibattito «s'è completamente allineato, sulla questione del realismo socialista, al punto di vista dei comunisti».

In seguito, sotto la guida, dal 1961, dello storico Paolo Alatri, l'associazione cambierà. Ma non molto. Assieme a comunisti ultra ortodossi come Ambrogio Donini e Paolo Robotti, vengono coinvolti Riccardo Lombardi, Giulio Einaudi, Luigi Russo, Cesare Musatti, Vito Laterza, Walter Pedullà, Claudio Abbado, Franco Ferrarotti, padre Ernesto Balducci, Tristano Codignola, la teologa Adriana Zarri, esponenti dc come Fiorentino Sullo, Luigi Granelli e il futuro ministro di Berlusconi Giuseppe Pisanu. Perché è stato scelto Alatri?

Qualche tempo prima, a ridosso della crisi che aveva colpito il Pci dopo l'approvazione togliattiana dell'intervento armato dei sovietici per reprimere la rivoluzione ungherese del 1956, Alatri aveva tenuto a Firenze una conferenza sullo squadrismo che, a detta degli informatori, aveva registrato un grande successo «nel settore della media borghesia, tra gli studenti, gli insegnanti e gli intellettuali, anche per l'abile mimetizzazione dell'iniziativa che tende, in realtà, a divulgare il pensiero e la dottrina marxista».

Qui Mirella Serri mette in evidenza come l'estensore della nota aggiunga parole assai interessanti: «Tale attività è facilitata dall'assoluta mancanza di iniziative di natura culturale da parte dei partiti democratici». È così che era stato portato ai vertici, prima napoletani poi nazionali, dell'associazione Eduardo De Filippo, che fino a quel momento «nonostante i non pochi tentativi di accostamento, non aveva mai preso posizione, nemmeno in modo indiretto, a favore dell'ideologia marxista».

Secondo un informatore, «la partecipazione del De Filippo deve essere frutto di un deplorevole opportunismo e, forse, di dispetto verso gli organi governativi e gli ambienti ufficiali dello spettacolo». Gli erano appena stati bocciati due progetti cinematografici; Italia-Urss lo risarcisce organizzando una trionfale tournée di Filumena Marturano a Mosca.

luciano lama

Negli anni Sessanta l'associazione promuove una grande campagna per l'insegnamento della lingua russa nelle scuole italiane. Il preside della facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Bari, Mario Sansone, si dice certo che tale insegnamento sia «particolarmente utile» alla sua città.

Il direttore della Biblioteca nazionale di Palermo, Giovanni Simionato, sostiene l'iniziativa definendola «necessaria per sviluppare il nostro arretrato Mezzogiorno». Lo storico Luigi Bulferetti afferma che l'insegnamento del russo dovrebbe soppiantare quello dell'inglese, in quanto di «migliore applicazione pratica». Si dicono d'accordo con questa teoria Alberto Carocci, l'orientalista Giuseppe Tucci, l'editore Vallecchi e molti altri.

Talvolta gli informatori di polizia offrono resoconti di battibecchi e di scontri. È il caso di un grande convegno antifascista del 1961 - alcuni mesi dopo la rivolta contro il governo Tambroni - quando un esponente del Movimento federalista europeo, il fiorentino Carlo Nocentini, riferendosi agli scontri dell'anno precedente, obietta che in democrazia non si dovrebbe «rispondere alle violenze con le violenze e che bisogna combattere il neofascismo non con le manifestazioni di piazza ma con dibattiti aperti e con una critica convincente».

Nocentini aggiunge di essere «contrario all'abuso degli scioperi politici che dovrebbero essere di pertinenza dei partiti mentre la Cgil dovrebbe occuparsi degli interessi dei lavoratori». Definito «reazionario e monarchico», l'oratore viene allontanato «tra grandi tumulti». È il caso anche delle assise dei Comitati di liberazione nazionale che si svolgono a Torino nell'ottobre 1965. Sul palco ci sono Giovanni Gronchi, Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Giorgio Amendola, Giuliano e Giancarlo Pajetta.

Presenti anche il sottosegretario dc Carlo Donat Cattin e il sindaco di Torino, anch'egli dc, Giuseppe Grosso. Viene proiettato un documentario che spiega come Trieste sia stata liberata, invece che dagli Alleati, dai partigiani jugoslavi. Il sindaco democristiano di Trieste, Gianni Bartoli, denuncia la menzogna e accusa il collega torinese di non aver vigilato sul contenuto del filmato. Il pubblico accusa Bartoli di essere un «fascista». Grosso si scusa.

Ma «l'Unità» definisce la sua una «precisazione fuori luogo» e biasima «l'ondata di dannunziano nazionalismo che si era scatenata nella sala dopo l'intervento di Bartoli». E siamo, sottolinea la Serri, non già nel 1945, bensì a venti anni dalla fine della guerra.
Del resto, nell'ottobre del 1967, quando Italia-Urss celebra i cinquant'anni della Rivoluzione russa, perfino uno dei dirigenti del Pci meno ortodossi, Umberto Terracini, definisce l'Unione Sovietica «lo Stato più avanzato del mondo per il progresso tecnico scientifico» ed esprime l'augurio che possa proseguire il suo cammino negli anni futuri. Simili propositi verranno espressi pressoché all'unanimità da parte dell'intellighenzia di sinistra nel 1970, in occasione del centenario dalla nascita di Lenin.

I riti delle manifestazioni di amicizia tra Italia e Urss proseguiranno fino alla seconda metà degli anni Ottanta. È l'Urss che, a un certo punto, si sottrae. In una relazione da Reggio Calabria si legge che i comunisti locali denunciano «un fatto spiacevole»: esisteva un accordo per cui «le settimane della cultura sovietica dovevano essere tenute a turno un anno in una regione italiana e, quello successivo, in uno Stato dell'Urss»; la regione italiana ospitante, in altre parole, avrebbe dovuto essere poi ospitata «a spese dell'Urss»; da tempo però, lamentavano i comunisti reggini, queste «giornate di ritorno» non venivano più organizzate e «nulla autorizza a pensare che lo saranno mai più».

Claudio Abbado

E infatti...Ma torniamo indietro. Negli Anni Sessanta, incontriamo lo storico della Resistenza Roberto Battaglia che, in campo didattico, invita «a procedere spediti sulla falsariga della sperimentazione bulgara». E indica nella Cina di Mao «la nuova frontiera della democrazia», magnificando la «meravigliosa ascesa del popolo cinese in campo culturale e scientifico».

Paolo Sylos Labini, reduce da un viaggio a Pechino, si dice entusiasta del «perfetto funzionamento dell'economia cinese». Cesare Musatti ha analoghi accenti nei confronti del Vietnam. Il giornalista Saverio Tutino esalta il regime castrista e si entusiasma per la fusione di tutti i giornali cubani sotto un'unica testata «a grandissima tiratura». Soffia il vento dell'Est e cominciano ad esserne investiti dirigenti dello stesso Pci.

È il caso di Antonello Trombadori che, racconta un informatore, a Firenze è contestato da Angiolo Gracci, segretario della locale sezione del Partito comunista d'Italia, un gruppo marxista-leninista, che lo esorta a essere «più energico». «Rosso in volto», prosegue il rapporto, Trombadori reagisce: «Siete degli utopisti, non capite niente di questo nostro periodo storico».

Capo del partito di Gracci è, annotano gli agenti, un farmacista della piccola frazione di Pontasserchio dalle parti di San Giuliano Terme, Fosco Dinucci, il quale riceve - mimetizzati tra pasticche e sciroppi - venti chilogrammi di opuscoli e riviste dall'associazione Italia-Albania. Nel fascicolo di polizia sono riportate missive di Aldo Tortorella e di Achille Occhetto con le quali si diffidano gli edicolanti iscritti al Pci o semplici simpatizzanti dal diffondere «Nuova Unità», organo del partito di Gracci e Dinucci.

Durante il Sessantotto gli informatori sorvegliano con grande intensità l'editore Giangiacomo Feltrinelli e registrano lo scontro che, nel corso di un'assemblea all'Università di Roma, ha con gli studenti, i quali non vogliono ascoltare i suoi proclami e gli chiedono di limitarsi a finanziare il loro movimento con qualche milione di lire.

Sotto osservazione anche il fondatore dell'Unione dei marxisti leninisti, Aldo Brandirali, e il direttore di «Quaderni Piacentini», Piergiorgio Bellocchio («appartiene a famiglia di agiate condizioni economiche», viene specificato nel rapporto).

Relazioni vengono redatte anche sui registi Marco Bellocchio e Salvatore Samperi, sugli attori Lou Castel, Gian Maria Volonté, Vanessa Redgrave, sui giornalisti Giampiero Mughini, Toni Capuozzo («si è sempre fatto notare per faziosità e intolleranza»), Paolo Liguori, detto «Straccio» (fa parte di «un gruppo di giovani capelloni che, dopo aver acquistato nella zona di Marsala un carretto e un mulo raggiungeva Gibellina... per dialogare con la popolazione del luogo e propagandare un nuovo sistema di società») ed Enrico Regazzoni (segnalato alla guida di una Jaguar in compagnia di un'amica), su Mario Geymonat, Federico Stame, Sergio Spazzali, Renzo Del Carria ed Edoarda Masi, Massimo L. Salvadori.

L'Università è in piena rivolta. Lo storico Rosario Romeo non si presta alle procedure di esame imposte dagli studenti. Non vuole sospendere le prove. Un corteo raggiunge la sua aula. Al che, «assediato dal gruppo di giovani», Romeo «si è rifugiato nel bagno». Riesce a uscire e si rintana nella sala dei professori che gli studenti sbarrano con tavoli, poi «rimossi dagli uscieri».

Romeo a questo punto «è oggetto per circa mezz'ora di insulti minacce e spinte, nonostante l'intervento in suo favore di alcuni studenti». Reagisce definendo «miserabili» i suoi assalitori che, a loro volta, gli danno del «buffone». Il preside della facoltà di Lettere, Franco Lombardi, commenta pubblicamente: «Non ho mai visto in tutta la mia lunga carriera di docente uno schifo del genere!

A voi studenti mancano l'esperienza del ventennio fascista, i disagi della guerra e del periodo postbellico». Ma, aggiungono i poliziotti, questo genere di reazione non è unanime: «Il professor Gabriele Giannantoni e il professor Alberto Asor Rosa hanno annunciato che si rifiuteranno di sostenere esami finché le istanze degli studenti non saranno accolte e hanno disapprovato la presenza della polizia nell'università».

Nel settembre 1968 a Jesi il gruppo consiliare del Pci blocca la visita dell'addetto culturale dell'ambasciata statunitense in occasione della rappresentazione della Lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne, messa in musica dall'anconitano maestro Pio Boccosi.

Giuseppe Pisanu

Motivazione: «Non è ammissibile che... il nostro Comune ospiti il rappresentante di un Paese imperialista che con la forza delle armi reprime ogni volontà di libertà e indipendenza dei popoli». Il parroco della piccola comunità di Vispa (Savona), don Angelo Billia, annuncia l'intenzione di mettere in scena Mistero buffo di Dario Fo e Franca Rame. Il vescovo esorta don Billia a soprassedere. Ma, scrivono gli agenti in borghese, «il parroco non teneva in alcun conto l'invito e lo spettacolo veniva ugualmente rappresentato».

Poi aggiungono: «È degno di nota il fatto che nella rappresentazione vengono messi in ridicolo e vengono attaccati con acrimonia Papi e vescovi con espressioni anche volgari».
È accusato di aver offeso la Chiesa anche Ulisse Benedetti, fondatore e animatore del locale romano d'avanguardia «Beat 72». Benedetti «ha richiesto la licenza per poter tenere pubblici intrattenimenti danzanti».

Ma - denunciano gli agenti in borghese - non si tratta di balli normali, bensì di una «parodia della santa messa». La sacra funzione viene, «come in un sabba demoniaco», oltraggiata «dall'attrice Trombetti Laura, ovvero Laura Betti», che «con capelli cotonati e occhi bistrati» si è esibita in «una messa rossa con spogliarello». Lo ha fatto «con una processione burletta, davanti a un altare in miniatura con candelabri e immagini sacre», davanti al quale si è tolta tutti i vestiti.

Assai impetuosi nei confronti della Chiesa, gli intellettuali sono però molto più timidi quando si parla di Unione Sovietica. Sempre al «Beat 72» è di scena la scrittrice Elsa Morante per discutere di controcultura. I ragazzi scalpitano raccontando episodi di repressione dei beatnik nelle società dell'Est, ma la Morante minimizza e scantona. E all'assemblea in ricordo di Jan Palach, il giovane cecoslovacco che il 16 gennaio del 1969 si diede fuoco per protestare contro l'invasione dei carri armati russi, si presenta - è scritto nel rapporto di polizia - un solo uomo di spettacolo: Gianfranco Funari.

Qualche coraggioso, registrano gli informatori, avanza dei dubbi in pubblico. Aldo Tortorella all'attivo provinciale del Pci di Varese denuncia che l'Urss «non ha onorato le risoluzioni prese dal XX congresso del Pcus, e cioè la destalinizzazione, la coesistenza pacifica e il profondo rinnovamento dei partiti comunisti». Il ventiseienne segretario della Federazione giovanile comunista italiana, Claudio Petruccioli, rimprovera i dirigenti dell'Associazione nazionale dei partigiani d'Italia di aver «istituzionalizzato la pratica dell'antifascismo».

Gianni Corbi, futuro direttore dell'«Espresso», contraddice Pietro Ingrao a seguito di un'imbarazzante esaltazione di Cuba. Gian Giacomo Migone osa dire in un'assemblea sul Vietnam al Teatro Lirico di Milano che per il fatto che solo il 32 per cento degli americani sono dalla parte del presidente Johnson, ciò non significa che il restante 68 per cento tifi per i vietcong. Ma, nota Mirella Serri, «nessun intellettuale leva la propria voce contro le settimane dell'amicizia organizzate da Italia-Urss». Solo «gli esponenti del Partito radicale le trovano inopportune».

In anni passati «Marco Pannella ed Ernesto Rossi sono stati frequentemente monitorati dalla polizia politica mentre erano impegnati a stoppare le prese di posizione dei compagni comunisti». Per esempio, sono stati pronti a criticare Terracini (con il quale, pure, dialogheranno in molte occasioni) «appassionato sostenitore della tesi che sull'Urss sventola la bandiera della libertà e che gli intellettuali devono sentirsi in soggezione perché nel Paese del socialismo reale sono state raggiunte sostanziali conquiste».

Pannella e Rossi «si oppongono assai fermamente a queste affermazioni» e, recita un rapporto su un meeting all'hotel Universo di Roma tenutosi il 23 marzo 1964, «ricordano al senatore comunista gli eccidi commessi da Stalin e, in seguito, dalle truppe sovietiche in Ungheria».

I radicali, aggiunge Mirella Serri, «continuano negli anni a ribadire la loro opposizione alle settimane dell'amicizia Italia-Urss, trovandole inopportune soprattutto dopo l'invasione nel 1968 della Cecoslovacchia, mentre inalberano anche cartelli sulla repressione degli omosessuali in Urss». A differenza di quel che accade in tutti ma proprio tutti gli altri Paesi dell'Europa occidentale, sono gli unici, a sinistra.

 

GEPPI CUCCIARI SUPEROSPITE (?) DI SANREMO AL POSTO DELLA MARCUZZI - RUBICONDI VIA DALL’ “ISOLA”? ADDIO AI SOLDI

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1 - ARISTON BIFIDUS
A sorpresa e durante l'ultima serata del Festival doveva esserci come superospite la conduttrice Alessia Marcuzzi. Ma le trattative con il suo agente non sono andate a buon fine. Così, ad affiancare Gianni Morandi sul palco dell'Ariston, ci sarà Geppi Cucciari, la comica che fa coppia proprio con la Marcuzzi nel noto spot dello yogurt con il bifidus...

GEPPI CUCCIARI

2 - ROSSANO PERDE... I SOLDI
Per la sua prematura uscita dall'Isola dei famosi, dopo solo una settimana, Rossano Rubicondi perderà i 160 mila euro pattuiti con Magnolia come cachet per partecipare al reality condotto da Nicola Savino.

Alessia Marcuzzi - Grande Fratello 12

3 - QUESTO PROGRAMMA NON S'HA DA FARE
È ufficiale: Mediaset ha tagliato il programma Extreme makeover. La trasmissione, che avrebbe dovuto ridare una casa dignitosa alle famiglie sfortunate, non andrà più in onda per mancanza di budget. Smantellate la redazione e la produzione, che aveva già individuato e contattato le famiglie.

4 - INTER E MILAN UNITI DA UN TATTOO
Si chiama Andrea Spectrum il tatuatore che, lo scorso weekend, è riuscito a mettere d'accordo Milan e Inter. Infatti, sotto le sue mani, di recente sono passati sia il milanista Kevin Prince Boateng, che si è fatto tatuare all'interno del labbro inferiore la parola Milan, sia l'interista Wesley Snejder, che si è fatto scrivere sul petto: "Attraverso la valle della morte e dell'ombra non avrò paura del diavolo".

BOATENG FA IL MOONWALK

5 - ARRIVA RAFFAELLA
Claudia Galanti, in dolce attesa, ha scoperto che, contrariamente a quanto pensava (v. "Chi" n.2/2012), aspetta una femminuccia. La chiamerà Raffaella come la sua migliore amica Raffaella Zardo. Inoltre, il nonno di Arnaud Mimmerans, marito della Galanti, si chiamava Raffaello, quindi anche lui ha dato l'ok.

CLAUDIA GALANTI

6 - RENGA E AMBRA DIVISI...
Il cantante Francesco Renga si sta preparando per esibirsi sul palco dell'Ariston. Ma a Sanremo andrà senza la sua compagna Ambra Angiolini, che ha accettato di prendere parte alla produzione teatrale Ricordati di me, dal testo di Massimiliano Bruno. Ambra reciterà con l'attore Edoardo Leo. Il debutto è previsto a Roma il prossimo 20 marzo.

7 - A PARIS CHEZ ANTONELLA
Le cene parigine di Antonella Boralevi sono finite perfino su Le Figaro. La scrittrice fiorentina ha trasformato la sua seconda casa a Parigi in un salotto dove si ritrovano personaggi dell'alta società francese (scrittori, architetti, nobili, artisti, economisti...). E tra una portata e l'altra (con menu rigorosamente italiano), si discute dell'Italia e delle sue sorti.

ROSSANO RUBICONDI

8 - SILVESTRI "SALIRÀ"... ALL'ALTARE
Daniele Silvestri, cantautore e già compagno dell'attrice Simona Cavallari dalla quale ha avuto due figli, Pablo Alberto e Santiago Ramon, si sposerà a Roma il prossimo 17 giugno con l'attrice Lisa Lelli, con la quale è fidanzato da tre anni e mezzo.

sat40 ambra angiolini francesco renga

9 - ROCCO E CLAUDIA IN LOVE
Alla festa per il trentesimo compleanno di Filippo Magnini una nuova coppia ha fatto parlare di sé: Rocco Pietrantonio, ex compagno di Lory Del Santo, e Claudia Boldi, la nipote del comico Massimo Boldi, detto Cipollino.

ANTONELLA BORALEVI

 

LA PROCURA CHIEDE LE MANETTE PER UN NEOMELODICO: UNA SUA CANZONE ISTIGA A DELINQUERE

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Carlo Tarallo per Dagospia

TOMMY RICCIO

Arrestate ‘o cantante! La Procura di Napoli mette a segno un maxiblitz anticamorra a Ercolano, spedisce dentro 21 presunti appartenenti ai due clan della città, appioppa altre 20 ordinanze di custodia cautelare a altrettante persone già detenute. Accuse pesantissime: associazione di stampo mafioso, estorsione, omicidio, violazione alla legge sulle armi, rapina e spaccio di droga.

In pratica, una bella giornata di liberazione dalla criminalità organizzata per tutta la città di Ercolano e non solo, grazie all'impegno di magistrati e Carabinieri. Ma la notizia più curiosa è il "no" del Gip del Tribunale alla richiesta di manette per Nello Liberti, cantante neomelodico, esponente di quel genere ultratrash che tanto successo riscuote nei rioni popolari sotto ‘o Vesuvio.

NELLO LIBERTI

La colpa di Nello? Per i pm, la sua canzone "'O Capoclan", istiga a delinquere. Secondo i magistrati di Napoli, in pratica, il testo del pezzo, che inneggia all'onore e all'omertà del capoclan, spinge a ritenere giuste le regole della camorra.

"Un inno alla malavita e alla delinquenza - spiega il procuratore aggiunto della Dda di Napoli, Rosario Cantelmo, come riporta l'Agi - il boss cura la famiglia e gli affiliati. Ammazza chi ha sbagliato e chi parla mentre accudisce chi è omertoso".

Per questa ragione la Procura aveva chiesto l'arresto non solo di Liberti, ma anche dei due autori del testo della canzone. Il gip ha rigettato la richiesta, ritenendo "carente la motivazione". Ma la Dda ha già annunciato che farà ricorso al Riesame contro questa decisione. Insomma, per la Procura di Napoli ‘o cantante deve andare in galera, non perché abbia in qualche modo partecipato alle attività illecite del clan, ma per le parole di una sua canzone.

Ornella Vanoni

E da stamattina a Napoli non si parla d'altro. Il fenomeno dei videotrash di cantanti improvvisati che glorificano le gesta dei camorristi, che sfrecciano nei loro video a bordo di Transalp e Dominator, che inneggiano alle regole del "Sistema", è infatti diffusissimo sotto ‘o Vesuvio.

In principio fu Tommy Riccio, con la sua "'O Latitante", leggendaria hit di quasi venti anni fa (1993) che racconta la vita del ricercato, tra fughe dai blitz delle forze dell'ordine, telefonate strappalacrime alla moglie a casa, aiuto e vicinanza di pochi amici fidati. Dal pezzo fu tratto, nel 2003, un film con Barbara Chiappini e Tony Sperandeo.

Ma anche la canzone classica napoletana è piena zeppa di "canzoni di malavita", tra le quali Guapperia è forse la più nota. Mica solo napoletana: questa mattina, a margine della conferenza stampa in Procura, alcuni addetti ai lavori facevano notare come anche Ornella Vanoni, che nel 1960 cantava i versi di Strehler (Ma mi, ma mi, ma mi,quaranta dì, quaranta nott, sbattuu de su, sbattuu de giò: mi sont de quei che parlen no!) potrebbe correre qualche rischio; senza contare Vasco Rossi, che proprio oggi compie 60 anni (auguri!) e che con "Bollicine" pure ha fatto discutere, e tanto.

vasco rossi

Paragonare la Vanoni e Vasco con il neomelodico ercolanese è un paradosso, ci mancherebbe; ma alla fine lo stesso Tribunale di Napoli ha stabilito, respingendo la richiesta di arresto per Liberti, che non basta scrivere versi di malavita per finire in manette.

E così può stare più tranquillo anche Al Pacino, invitato a Napoli da Luigi De Magistris attraverso un video: all'aeroporto di Capodichino non troverà ad aspettarlo i Carabinieri con un ordine di arresto per "istigazione a delinquere" per le sue interpretazioni di Scarface e Il Padrino...

Nello Liberti - ‘O capoclan
http://www.youtube.com/watch?v=ag5OxmlZ88o&feature=related

Tommy Riccio - ‘Nu latitante
http://www.youtube.com/watch?v=7TUbsCKp1U8

 

QUANDO IL POTERE DELLA SERA - APPOGGIANDO MANI PULITE IL QUOTIDIANO DI VIA SOLFERINO FECE ARRABBIARE CRAXI

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Estratti del libro di Marco Damilano, "Eutanasia di un potere" (Laterza), pubblicati da "l'Espresso"

MARCO DAMILANO - EUTANASIA DI UN POTERE

Un libro ricostruisce la fine della Prima Repubblica e l'arrivo di Berlusconi. Dalle minacce di Craxi al "Corriere" alle paure di Andreotti sul pool di Milano

Canaglia. Mascalzone. C'è solo una persona che nel 1992 Bettino Craxi odia più di Antonio Di Pietro. Per lui non c'è il poker d'assi, ma una sequenza di attacchi, accuse, perfino minacce fisiche. "Una volta mi chiamò e mi urlò: "Dopo le elezioni verrò lì e la butterò giù dalle scale a calci!". Gli risposi: "Beh, intanto pensi a vincerle, le elezioni"".

Giulio Anselmi oggi è una figura istituzionale per il giornalismo, presidente dell'Ansa e presidente della Federazione degli editori... Ha diretto tutto quello che si può: "Il Mondo", "Il Messaggero", l'Ansa, "l'Espresso", "La Stampa". Ma la direzione che non può dimenticare è quella del "Corriere della Sera", ricoperta ad interim tra il febbraio e il settembre del 1992, nel mezzo della tempesta Tangentopoli.

MARCO DAMILANO

All'epoca il genovese Anselmi ha 47 anni, dopo una carriera da inviato... è in via Solferino dal 1987, con il grado di vice-direttore vicario di Mikhail Kamenetzky detto Micha, ovvero Ugo Stille, il direttore venuto da lontano, una vita di esodi tra Mosca, la Lettonia, New York, fortemente voluto da Gianni Agnelli. "All'inizio del 1992 Stille si ammalò e tornò in America. Non poteva neppure parlare al telefono, mi sono ritrovato da solo alla testa del "Corriere"", racconta Anselmi.

Il "Corriere della Sera", nel 1992 come sempre nella sua storia, è l'oggetto del desiderio dei partiti di governo. E il ruolo del quotidiano di via Solferino, e del suo reggente Anselmi, chiamato dalle circostanze a tenere il timone nella tempesta, sarà decisivo per costruire il consenso attorno all'inchiesta Mani Pulite. Un esito per nulla scontato.

Nel rapporto tra il "Corriere" di Stille e l'altro potere forte di Milano, il Psi di Craxi, c'è stato lo scivolone del direttore che non ama la politica italiana e che nelle sue acque limacciose si muove con una buona dose di ingenuità: 19 maggio 1989, congresso dei socialisti all'Ansaldo di Milano, c'è il camper parcheggiato dove sono riuniti con Craxi i maggiorenti del partito.

Giulio Anselmi

Di fronte a tutti, arriva Stille, sale la scaletta del camper e va a salutare il leader del Psi, padrone di Milano. Dopo di lui, appuntano i cronisti, entra Silvio Berlusconi. L'omaggio del direttore del "Corriere" ben descrive i rapporti di forza che ci sono tra potere politico e stampa alla vigilia di Mani Pulite.

Anselmi... incarna il profilo moderato di una città stufa di scandali e di paralisi politica. Nelle prime ore di Mani Pulite, il 18 febbraio, all'indomani dell'arresto di Mario Chiesa, il "Corriere" piazza un richiamo in prima pagina e i servizi nelle cronache locali, a pagina 40, firmati da Alessandro Sallusti, il futuro braccio destro di Vittorio Feltri e direttore del "Giornale" berlusconiano.

Già dal giorno dopo, però, l'attenzione cresce... Il primo articolo su Antonio Di Pietro è datato 24 febbraio, un ritratto di Goffredo Buccini sul pm "estroverso e imprevedibile, abruzzese d'origine". Da quel momento l'indagine non abbandona più la prima pagina. E Craxi comincia a innervosirsi.

"Quando partì l'inchiesta non avevo idea delle dimensioni dello smottamento" ricorda Anselmi. "Avevo la sensazione che stesse precipitando il craxismo, quel modo di intendere la politica, le mani del Psi su Milano, ma non avevo la più pallida idea di quello che sarebbe successo in seguito. Nessuno ce l'aveva, in realtà... Si ipotizzava all'epoca che anche Andreotti avesse informazioni privilegiate, ma il mio ricordo è diverso.

CRAXI BETTINO

Una volta mi chiamò Luigi Bisignani, "il presidente vorrebbe parlarti", mi disse. Lo andai a trovare a Palazzo Chigi, sperando di ricevere qualche notizia. E invece fu Andreotti a chiedermi cosa stesse succedendo a Milano e fin dove si sarebbero spinti i giudici. Aveva meno informazioni di me".

Il primo editoriale di Anselmi su Mani Pulite arriva il 2 maggio, all'indomani del primo avviso di garanzia per gli ex sindaci Tognoli e Pillitteri. Segue, a distanza di quattro giorni, un secondo intervento.

...Con Craxi lo scontro violento arriva qualche settimana dopo. Quando il segretario del Psi manca l'obiettivo di Palazzo Chigi e il quotidiano di Anselmi martella ogni giorno sulle inchieste. Titoli urticanti... interviste... editoriali schierati: "Noi non apparteniamo al "partito" di Di Pietro. Ma l'opinione pubblica ha individuato in Di Pietro e nei suoi colleghi che conducono le inchieste sulle tangenti i vendicatori per anni di soprusi, di corruzione, di inefficienza...

ugo stille

Non tenerne conto significa aver perso il polso della situazione del Paese" ("Di chi è la giustizia", 28 giugno)... E a questo punto Craxi ordina: da ora in poi non si subisce più. Il 17 luglio l'editoriale dell'"Avanti!" (coincidenze straordinarie) è una dichiarazione di guerra contro il giornale di via Solferino e la sua direzione: "Non intendiamo in alcun modo ostacolare il corso della giustizia come insistono nel dire organi di stampa che hanno perso insieme equilibrio, misura, obiettività e senso della giustizia, ad esempio è il caso di tanti articoli, corrispondenze e corsivi del "Corriere della Sera"".

"È vero, ho pubblicato l'intervista di Biagi a Di Pietro, c'erano gli editoriali, ma... c'era Giuliano Ferrara che firmava una rubrica, io la conservai accompagnandola con un distico: "Il contenuto di questo articolo non corrisponde alla linea del giornale". Sallusti era uno dei cronisti più bravi, più attivi. In redazione c'era un vice-direttore che tremava ogni volta che facevamo il titolo di prima e che teneva il filo con i socialisti, io saggiamente non gli avevo dato deleghe... Una volta sbottò con me: "Ci farai cacciare via tutti". E io gli risposi: "Perché ti preoccupi tu, che non sanno nemmeno che esisti?"".

ALESSANDRO SALLUSTI

Una delle leggende più dure da sfatare, a distanza di vent'anni, è il complotto dei poteri forti contro i partiti, le "coincidenze straordinarie" tra stampa, magistratura e editori di cui parlò l'"Avanti!", il circuito mediatico-giudiziario. "Non ho mai incontrato Di Pietro in quei mesi, mai parlato con lui neppure al telefono", replica Anselmi: "Non c'era nessun complotto contro i socialisti e contro i partiti: io e tutti gli altri capimmo quello che stava accadendo con gradualità, giorno dopo giorno.

E per dire quale tipo di rapporto ci fosse tra la magistratura e il potere economico ricordo una cena al Savini con l'intero establishment schierato, da Cesare Romiti in giù. A un certo punto arrivò Borrelli, sembrava un generale che passa in rassegna le truppe, salutò tutti con un cenno del capo e con un militaresco colpo di tacco. In sala c'era un gelo paragonabile al terrore. No, grandi disegni non ce n'erano. Se non avessi fatto il giornale così a Milano mi avrebbero tirato i sassi alle finestre. E se ci fu complotto dei poteri forti, fu quanto meno mal congegnato".

Luigi Bisignani con Giulio Andreotti

Da lì a poco, infatti, finiscono coinvolti nell'inchiesta i big dell'imprenditoria. Anche la Fiat viene coinvolta, mesi dopo, con l'arresto del numero tre, Francesco Paolo Mattioli. "In estate uno dei massimi dirigenti della Fiat da Torino venne di persona a Milano per dirmi che la successione di Stille era ormai quasi fatta e che il direttore sarei stato io. Nel percorso di denuncia mi ero spinto molto in là, non potevo arrestarmi quando le inchieste dai politici locali passavano a toccare i santuari della finanza, non potevo fermarmi di fronte alla Fiat e a Mediobanca. Così, quando fu scarcerato Mattioli, anche il "Corriere" pubblicò la sua foto con in mano la giumenta, la borsa di cartone con le sue cose. E da Torino chiamarono per sapere se fossimo tutti impazziti...".

Nell'editoriale del 28 agosto Anselmi attacca "i grandi gruppi che saranno sempre più tentati di riporre le bandiere orgogliosamente sventolate per rincantucciarsi all'ombra protettiva dello Stato". È il suo ultimo editoriale da reggente, il 2 settembre viene nominato Paolo Mieli, fino a quel momento direttore della "Stampa". Scrive Massimo Pini che è il segretario del Psi a trasmettere il proprio benestare alla nomina con una telefonata a Ugo Intini: "Chiama Paolo Mieli e digli che farà il direttore del "Corriere"".

Una delle pochissime vittorie di Craxi di quell'anno, anche se solo in apparenza. Anselmi resterà infatti in posizione di vertice come vice di Mieli per tutto il 1993, fino alla nomina a direttore del "Messaggero": "Quando la Camera negò per Craxi le prime autorizzazioni a procedere uscirono due editoriali sul "Corriere", uno firmato da me e uno di Mieli. E quello di Paolo era molto più duro del mio".

ANTONIO DI PIETRO

Nel 2008 i destini di Anselmi e di Mieli sono tornati a incrociarsi. Anselmi è dal 2005 direttore della "Stampa", Mieli dal 2004 è tornato in via Solferino. E il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi li accomuna in una sorta di licenziamento in diretta. Riporta l'Ansa (2 dicembre 2008): ""Il tuo giornale titola oggi Berlusconi contro Sky. Che vergogna...", si sdegna il premier rivolto ad Augusto Minzolini, cronista della Stampa.

"E le vignette del Corriere? Ma che vergogna, che vergogna...", aggiunge. "I direttori di questi giornali, come Stampa e Corriere, dovrebbero andarsene a casa..."". Il desiderio del Cavaliere sarà presto esaudito. Passano quattro mesi e Anselmi e Mieli lasciano le direzioni dei loro quotidiani. Mentre Minzolini viene nominato direttore del Tg1. Sembra un poker d'assi, anche in questo caso. Ma è tutta un'altra storia. O forse no, forse è la stessa.

 

EURO-MAGHEGGI - TUTTI I “MIRACOLI” CHE NEGLI ANNI ’90 PERMISERO AI PAESI DI ADERIRE ALL’EURO

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Marco Cobianchi per "ItaliaOggi"

helmut kohl

Il rigorismo ideologico (e recessivo) teso al risanamento dei bilanci pubblici europei non deve far dimenticare che la Grecia non è stata l'unica a truccare i bilanci per aderire all'euro. Tra il 1996 e il 1997 moltissimi Paesi europei, tra i quali le maggiori economie continentali, Francia, Germania e Italia, adottarono una creatività contabile straordinariamente fantasiosa. In parole povere: ne fecero di tutti i colori per riuscire, nel 1997, a presentare conti pubblici con un rapporto deficit-Pil sotto il 3% come era stato stabilito da loro stessi nel 1992 a Maastricht.

GUSTAVO PIGA

Iniziamo dalla Francia. Nel 1996 prelevò dal fondo pensioni dei lavoratori della società statale France Télécom 37,5 miliardi di euro, incorporando la somma all'interno del bilancio pubblico. Un'operazione spericolata che permise a Parigi di ridurre in un colpo solo il deficit dello 0,5%. L'operazione venne approvata dalla Commissione europea e fece infuriare i rigoristi continentali del Nord Europa.

Non solo: il 3 febbraio del 1997, Parigi decise di contabilizzare diversamente gli interessi sul debito pubblico in modo da spalmare su più anni gli interessi dovuti ai sottoscrittori. Sotto accusa finirono il ministro francese degli Affari economici De Silguy e il direttore dell'Eurostat, il francese Yves Franchet, il primo per aver architettato i due escamotage, il secondo perché li aveva approvati.

jp morgan

La Germania non fu da meno. A placare gli animi ci pensò il cancelliere tedesco Helmut Kohl che doveva anche farsi perdonare i suoi di trucchetti. Nel 1995 la Germania, infatti, fece uscire dal perimetro dei conti pubblici i debiti della Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW) che è una specie di Cassa Depositi e che, ancora oggi, ha 430 miliardi di debiti che sono fuori dal bilancio tedesco (a differenza di una parte dei debiti della nostra Cassa depositi e prestiti, Cdp).

Se venissero contabilizzati farebbero schizzare il rapporto con il Pil a ben oltre il 97%. Non solo: l'allora ministro delle Finanze, Theo Waigel, iniziò un braccio di ferro con la Bundesbank costringendola a rivalutare le riserve in dollari per ben 12 miliardi di marchi. Ma non è ancora finita: il paese che oggi fa la morale a tutto il resto d'Europa, negli Anni ‘90 rinviò il calcolo degli interessi sul debito pubblico della ex Germania orientale che, insieme con la vendita di beni demaniali, e, soprattutto, insieme alla finta privatizzazione della Deutsche Telekom, i cui titoli vennero parcheggiati presso un ente pubblico, risollevò il morale dei conti pubblici di alcune decine di miliardi di marchi.

France Telecom Logo

Ma siccome i tedeschi non erano (nemmeno loro) certissimi che i loro trucchi sarebbero stati approvati dall'Eurostat, Waigel si produsse in una famosa dichiarazione: la Germania non avrebbe fatto guerre sante per ottenere dai partner il «tre-virgola-zero» del deficit.
Poi c'è l'Italia. Nel 2000 venne pubblicato il noto rapporto di Gustavo Piga che segnalava come, nel 1995, un Paese (che non citò mai) aveva chiuso un'operazione di swap con una banca d'affari (anche questa rimasta anonima) che gli permise di guadagnare sul proprio stesso debito.

Come? Quel Paese aveva emesso un bond denominato in yen e siccome lo yen si era svalutato, l'emittente aveva un guadagno latente sul proprio bond. L'accordo consisteva nel fatto che la banca d'affari pagava subito il valore dell'obbligazione in cambio dell'impegno di incassare l'anno successivo, cioè alla scadenza, l'importo versato più un certo interesse. Un anticipo contanti, in parole povere.

deutsche-telekom

Quel Paese era l'Italia mentre sulla banca d'affari ci sono ancora dubbi: c'è chi dice che fosse la Jp Morgan mentre altre fonti la identificano nella Goldman Sachs. Insieme ad altri artifici contabili (mitica fu la «tassa sull'oro»), quello swap permise all'Italia di evitare un umiliante rinvio del suo ingresso nell'euro, che pure i tedeschi, già allora innamorati della loro immagine rigorista, auspicavano.

 


GLI SGARBI DELLA POLITICA E I FAVORI DELLA MAFIA-IL PRIMO CITTADINO DI SALEMI SI DIMETTE DOPO LE ACCUSE

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1 - SGARBI LASCIA SALEMI "IN PERICOLO, TORNO AL NORD"
Laura Anello per "la Stampa"

Oliviero Toscani e Vittorio Sgarbi - Copyright Pizzi

Alle sette di sera, quando si materializza al castello per presentare il suo libro «Piene di grazia», la folla fa ancora spallucce: «Ma figurati se si dimette davvero, l'ha già annunciato otto volte e poi non lo fa mai». Ma Sgarbi il furioso, ciuffo argenteo più ribelle del solito, giugulare più gonfia che mai, dice che sì, che questa volta è vero. «È impossibile fare il sindaco in Sicilia, con poteri occulti che ti ostacolano. Meglio così, mi sentivo in pericolo e me ne torno al Nord. Devo dire grazie, mi hanno tutelato», tuona sarcastico al pubblico che si aspettava di sentir parlare di donne e madonne nell'arte.

Fuori dal maniero tutta la città parla dei tre ispettori del Viminale pronti a commissariare il Comune per infiltrazioni mafiose, uomini inviati dall'ex ministro Maroni dopo l'indagine «Salus Iniqua» culminata, sette mesi fa, nel sequestro di beni per 35 milioni riconducibili all'ex deputato regionale democristiano Giuseppe Giammarinaro, detto Pino, soprannome «manicomio».

Sgarbi Salemi

Il rais di queste terre, amico degli esattori Salvo, alle spalle un patteggiamento (per corruzione, concussione, associazione per delinquere e abuso d'ufficio) e un'assoluzione dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Sottoposto per quattro anni al regime di sorveglianza speciale con l'obbligo di soggiorno a Salemi dove ha appoggiato, a forza di passeggiate a braccetto sul corso e di pubblici elogi, l'ascesa a sindaco del critico d'arte nel giugno del 2008, ottenendo in cambio il vice e tre assessori. E - secondo gli ispettori che hanno inviato la loro relazione al ministro degli Interni - condizionando pesantemente l'attività amministrativa, al punto da partecipare personalmente alle sedute di giunta.

Quisquilie e pinzillacchere, secondo Sgarbi, che ieri prima di arrendersi e rassegnare le dimissioni ha annunciato a botta calda una denuncia per diffamazione per i componenti della commissione e la nomina di Giammarinaro a vicesindaco, perché - come si dice in Sicilia - «per un cornuto, un cornuto e mezzo». Cioè mai cedere, anzi alzare il tiro.

ROBERTO MARONI

Designazione che avrebbe comportamento l'annullamento del concorso che il funambolico critico d'arte si era divertito a indire per trovare un assessore «di età compresa tra i 25 e i 60 anni, non iscritto a nessun partito e non pelato». Selezione aperta dopo quella per il vicesindaco, riservato a sole donne «di bella presenza tra i 25 e i 45 anni», richieste di inviare curriculum con foto a figura intera (hanno risposto in duecento, da tutta Italia e anche dall'estero). L'ultima mattana di un sindaco che ha trasformato questa sonnacchiosa cittadina nel palco di un eterno show, e che ha fatto della mafia bandiera e bersaglio pubblico.

Lui, Sgarbi, sotto scorta perché minacciato. Lui, Sgarbi, accusatore dei loschi affari che si celano dietro le pale eoliche e gli impianti fotovoltaici, fioriti davvero qui intorno senza alcun controllo e rispetto del paesaggio. Lui, Sgarbi, che ha chiesto alla Soprintendenza di Trapani (mentre tutti i comuni si ribellano ai lacci e ai laccioli) vincoli rafforzati su tutto il territorio del Comune. Lui che ha imposto alle ditte di edilizia di non fare porcherie di cemento, di usare solo materiali tradizionali.

fecin29 lucio dalla

Lui che ha inaugurato alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - arrivato l'anno scorso per le celebrazioni dell'Unità d'Italia in questa cittadina proclamata da Garibaldi prima capitale del Regno - il museo della Mafia, «per archiviare Cosa Nostra, per metterla dietro a una vetrina». E invece nella storia della criminalità organizzata, un piccolo posto rischia di averlo anche la sua amministrazione, se il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri (cui Sgarbi ha chiesto un appuntamento domani) varerà il commissariamento di Salemi.

«Io ho creato il museo della mafia, ho portato qui Picasso, Rubens, Caravaggio, stavo portando Van Gogh e hanno trovato infiltrazioni mafiose ignari delle infiltrazioni culturali - si sfoga - Nell'indagine "Salus Iniqua" vengo individuato come parte lesa, aspetto che mi si indichino quali sono gli atti della mia amministrazione condizionati dalla mafia. Non sono mai stato condizionato».

Le case in vendita a un euro, quelle che sono state prenotate o offerte in regalo a personaggi come Lucio Dalla, Massimo Moratti, Peppuccio Tornatore e perfino Bill Gates, sono ancora qui, in attesa di rinascita. Palazzine fatiscenti dalle cui finestre occhieggia una tenda, un lampadario, un fregio sul soffitto, pronte a essere assegnate con un bando pubblico che finalmente - dopo tre anni di travaglio amministrativo - era finalmente pronto a partire. Ma al primo taglio del nastro Sgarbi non ci sarà.

MORATTI massimo

2 - MA NEL POMERIGGIO ERA USCITA ANCHE QUESTA AGENZIA...
MAFIA: COMUNE SALEMI; SGARBI, NON MI DIMETTERO'

(ANSA) - Vittorio Sgarbi ha annunciato, riferisce il suo addetto stampa Nino Ippolito, che denuncera' per diffamazione i componenti della commissione di accesso agli atti del Comune di Salemi. Ne fanno parte un vice prefetto, un funzionario della Questura e un ufficiale dei carabinieri. Il contenuto della loro relazione, secondo il sindaco, farebbe parte di ''una pura azione diffamatoria''. Il critico ha aggiunto che non si dimettera' perche' non ha alcuna intenzione di ''mollare''.

3 - OLIVIERO TOSCANI: «L'INFLUENZA DI COSA NOSTRA C'ERA ECCOME È STATO UN INGENUO»
L. An. per "la Stampa"

«Sgarbi? Non è un mafioso, come si dice a Milano è un pirla, e lo dico quasi con amicizia, con affetto». Oliviero Toscani, il guru della pubblicità che fu assessore alla Creatività nella giunta di Salemi per sbattere la porta due anni dopo, ha la voce di chi sapeva come sarebbe andata a finire. Le sue dichiarazioni ai pm sul peso di Giammarinaro nella macchina amministrativa del Comune sono pure finite nella relazione che ora chiede il commissariamento della cittadina.

Giuseppe Tornatore

Sgarbi dice che non c'era alcuna infiltrazione, che non c'erano contiguità... «E invece sì che c'erano, non si poteva fare nulla senza parlare con questo e con quell'altro, senza chiedere permesso, senza passare da un'infernale macchina burocratica che è mafia. Alla fine non potevo fidarmi di nessuno. Eravamo un cavallo di Troia, lì, una foglia di fico. E lui un ingenuo a denunciare le pale eoliche e a restare in quel sistema».

Lei ci ha creduto all'inizio, ha messo su i laboratori, ha chiamato giovani creativi... «Un peccato, un vero delitto. Avremmo avuto la possibilità di sconfiggere veramente la mentalità mafiosa. Con Sgarbi è impossibile fare qualsiasi cosa. Sempre in ritardo, totalmente inaffidabile, interessato alla tv, sempre con le mani sulle cosce delle donne. Con lui è tutto un po' un flop».

Però lei ha risposto alla sua chiamata... «Sì, mi interessava il progetto di case a 1 euro, la rinascita della città, che non è mai partita. Ora mi fa soffrire il pensare alle 60 mila pellicole che mi sono fatto regalare dal collezionista Kim a New York e che adesso sono lì a marcire».

Lei ha detto di recente che era quasi tentato di diventare leghista, dopo la sua esperienza in Sicilia, «dove già all'aeroporto senti parlare di assistenza, di bandi, di come arraffare soldi pubblici».

BILL GATES

«Leghista non ci diventerò mai. Anche perché ormai tutta l'Italia è così, tutto uno schifo, un posto dove ti trovi dappertutto incompetenti messi lì per ragioni politiche. Impossibile lavorare qui per un creativo. Ci vorrebbe davvero aria nuova, un'insurrezione dei giovani che dicessero basta».

 

SU, FACCIAMOCI SEMPRE RICONOSCERE: PRESENTATO ALLA STRAMAGNONA ROMANELLA MONDANA IL 'LOS ANGELES, ITALIA 2012'

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Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

MIMMO CALOPRESTI E MOGLIE CRISTINA COSENTINO MARISA LAURITO NORI CORBUCCI

(Adnkronos) - E' stato presentato ieri sera al 'The Place' di Roma il 'Los Angeles, Italia 2012', in programma al Teatro Cinese di Hollywood, nell'immediata vigilia degli Oscar dal 19 al 25 febbraio. Tra i presenti la scenografa Francesca Lo Schiavo, candidata all'Oscar con il marito-collega Dante Ferretti, il regista Pupi Avati, chairman dell'evento, il produttore Tony Renis, presidente onorario del Festival, Gianluca Mech, maestro di Cerimonie della manifestazione che avra' come madrina Elisabetta Canalis, Dario Castiglio ed Enzo Gragnaniello, in rappresentanza della folta schiera di artisti che volera' in California (i registi Dario Argento, Fausto Brizzi, Paolo Genovese e Francesco Patierno ed Enrico Casaraosa, candidato all'Oscar per il corto 'La Luna').

LUIGI ABETE DESIRE COLAPIETRO PETRINI

La manifestazione e' un classico del calendario internazionale prodotto da Pascal Vicedomini e promosso dall'Istituto Capri nel mondo in collaborazione con Cim Group, Eni, Alitalia, con il patrocinio di Ministero Affari Esteri, Ministero per i Beni le Attivita' Culturali (D. G. Cinema). In associazione con Consolato Generale Italiano, Hollywood Chamber of Commerce, Gianluca Mech Spa, ltalian Trade Commission e Istituto Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, Italian Independent Productions. E con la partecipazione di NIAF - National Italian American Foundation e U.S.C: University of Southern California.

NICOLA E ANTONELLA TABUNDO

Alla serata che ha visto alternarsi sul palcoscenico lo stesso Gragnaniello insieme a Tony Esposito ed alla band di Lino Pariota, oltre al soprano Felicia Bongiovanni, sono intervenuti tra gli altri il presidente di Bnl e Cinecitta' Studios Luigi Abete con Desiree Colapietro Petrini, Raffaella Leone dell'Eni con Sandra Carraro, Mimmo Calopresti, Pappi Corsicato, Valerio Massimo Manfredi, Marisa Laurito, Isabelle Adreani, Francesco Apolloni e lo stilista Renato Balestra, tornato clamorosamente alla ribalta a Hollywood (i suoi abiti sono esposti da Neiman Marcus, in vista dei Red Carpet pre Academy Awards).

LA BAND AL COMPLETO

 

BERLUSCONI-JFK, I POTENTI (CON POMPETTA) NON SONO TUTTI UGUALI - DI PIETRO TACE SUL CASO LUSI?

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Riceviamo e pubblichiamo:

abete petrucci adn x

Lettera 1
per la giustizia ordinaria italiana (tribunale di napoli) il campionato italiano di calcio di serie A 2005/2006 non e' stato falsato;per la giustizia ordinaria italiana (la procura di cremona) il campionato di calcio di serie 2010/2011 e' falsato.adesso chi glielo spiega ad abete;a petrucci; a galliani;a moratti e soprattutto alle gazzette varie per le fesserie che hanno detto e scritto e che continuano a dire e scrivere sul 2006?
s.v.
taranto

Lettera 2
Caro Dago,
Milioni di Italiani ( Ezio Mauro in primis) hanno comprato un immobile dichiarando al rogito un prezzo inferiore a quello reale. Moltissimi Presidenti di squadre di calcio hanno comprato ( e/o venduto) migliaia di calciatori dichiarando un prezzo inferiore a quello effettivamente sborsato. Centinaia di giornalisti (Travaglio, D'avanzo in primis) in combutta con cancellieri e giudici ciarlieri, hanno violato il segreto istruttorio. Ebbene, tra tante persone l'unico processato per simili reati è il Cavaliere ( Processi Macherio, Lentini e Intercettazuione Fassino-Consorte). A chi nega l'esistenza di toghe rosse schierate contro Silvio per odio personale, consiglio una visita psichiatrica.
Salve
Natalino Russo Seminara

9tr36 adriano galliani

Lettera 3
Il dagoqualunquismo nitrisce ancora: dalle memorie di una 70enne americana che riemerge dal nulla per confessare di esser stata la giovanissima amante di Kennedy, si ritira fuori il parallelo tra Kennedy e Silviuccio nostro per far credere al popolaccio bue che i potenti (con pompetta) sono tutti uguali.

No caro Dago: a parte l'abisso tra la statura (oops) politica di JFK e quella del Berlu, la differenza evidente tra i due uomini (o sistemi) è già nelle prime righe dell'articolo: questa nonnina, dopo la momentanea avventura, ha poi passato la vita nell'ombra a fare l'amministratrice per una parrocchia; invece le amanti di Silvio sono diventate star tv, consiglieri regionali o ministre (cioè: le scopa lui ma ce le fa pagare a noi). Voglio vedere se mi pubblichi....
Luigi Contreas

Lettera 4
Cara Redazione,
avete notato che da quando é scoppiato il caso "Lusi / Margherita", il Sen. Di Pietro, di solito pronto a fare dichiarazioni e puntualizzazioni su ogni vicenda giudiziaria, tace ?
Forse teme che qualche giornalista a schiena dritta (ma ne esistono ?) vada a sindacare l'uso dei "rimborsi elettorali" da parte di TUTTI i partiti e qualche populista chieda la abolizione dei suddetti rimborsi elettorali?
Paolo Enrico Colombo

lapr massimo moratti 03

Lettera 5
Brava la nostra ministra Fornero e soprattutto "bravissima" la figlia. Ora ho capito perche Monti ha detto di mollare il posto fisso, perchè li vogliono prendere, i posti fissi, i suoi ministri e i famigliari. Tutti che tengono famiglia e prima naturalmente sistemano i propri pargoli, e pensare che, Monti dice che siamo monotoni, si guardi in casa propria ed inizi a chiedere ai propri collaboratori cosa ne pensano. Etienne66

Lettera 6
Caro Dago,
della vignetta di Vauro su Fiamma Nirenstein non me ne ricordavo assolutamente, leggo oggi sul Tuo indispensabile sito l'articolo di Pigi Battista sul Corriere e mi viene una curiosità che a Battista evidentemente non è venuta e mi sono andato a vedere la vignetta.
1) il naso non è adunco in modo antisemita, non è un naso da film di propaganda nazista, è il naso della Nirenstein, punto. Del resto la vignetta si intitiola Mostri elettorali e le fattezze sono quelle di Frankenstein e non quelle di Suss l'Ebreo

2) la stella di David è uno dei simboli che la Nirenstein disegnata da Vauro porta sul petto, gli altri sono un fascio e il simbolo del PDL; la vignetta era stata fatta quando la Nirenstein si era candidata in una lista dove c'erano anche fascisti, tant'è che la vignetta, come già detto, si intitola mostri elettorali e la Nirenstein ha infatti le fattezze di Frankenstein. Una donna ebrea ha tutto il diritto di mettersi in lista con esponenti dell'ideologia che ha mandato a morire sei milioni di ebrei ma gli altri hanno il diritto di prenderla per il culo per questo.
Grazie per il Tuo lavoro
Alberto Amateis

SILVIO BERLUSCONI

Lettera 7
Bello il servizio fotografico su Corriere.it sulla nuova fiamma di Paolo Berlusconi,il classico milionario pelato e con la panza ,di cui non si capisce l'origine dell'irresistibile fascino; la coppia è più volte fotografata teneramente mano nella mano, sono sempre così emozionanti le manifestazioni di sentimenti sinceri e disinteressati , la nuova bionda poi è un vero schianto soprattutto se confrontata con le figlie (Alessia e Luna) di Paolo! Davvero complimenti a De Bortoli per la storica pagina di giornalismo e fotografia che il servizio rappresenta.
Sanranieri

Lettera 8
Caro Dago, quando Ale'-famo-danno chiede le "lame", vuole dare un'aureola da cappa e spada alla nevicata e incrociare i ferri sulle pedane televisive con il civilmente protetto Gabrielli, oppure vanno intese quelle Gillette, perche' vuole sbarbare la neve dalle strade ?
Saluti, Labond.

john f kennedy 400

Lettera 9
Caro Roberto, la domanda sorge inevitabile : che fine hanno fatto le case a 1 euro a Salemi?
Margherita - Venezia

Lettera 10
Caro Dago,
Monti ha occupato anche il vecchio detto che in guerra si impara in fretta.. Infatti (Alemanno a parte.. ) è sempre in TV....!!!
Gianni Morgan Usai

Lettera 11
Si arrabbia, il sig. Lusi! Per lui è "infamante" il fatto di essere stato espulso dal partito; non il fatto di aver sottratto 13 milioni! Dica tutto quello che sa e poi se ne torni zitto zitto al suo paesello, a lavorare. Povere margherite: non più "m'ama, non m'ama", ma "rubo, non rubo".
Vittorio Smargheritato InFeltrito

Lettera 12
caro Dago ,mi spieghi a cosa servono i militari se per spalare la neve devono essere pagati ! non si può aspettare una guerra che non verrà più ! il mondo lo a capito !!!!! oris

ANTONIO DI PIETRO

Lettera 13
Caro Dago, leggo l'incipit della generosa - molto generosa - recensione di Marco Giusti a "Com'è bello far l'amore" di Fausto Brizzi. Non entro nel merito estetico del film, che trovo pessimo. Il tuo critico scrive: "Beh, la buona notizia è che il sedere di Claudia Gerini, anche ripreso in 3D, fa ancora la sua figura. E il cinema italiano non può che ringraziare". C'è del vero. Il lato B dell'attrice è ancora appetitoso e rotondo, al naturale, da feticismo callipigio. Poco o per nulla naturali risultano invece, a un'osservazione più attenta, le tette. Tu quoque, Claudia?
Saluti Bruno Cortona

Lettera 14
Caro Dago, in Italia ogni qualvolta succede qualche inconveniente che provoca disagi alla popolazione, tutti i politici ed i responsabili dei relativi servizi, iniziano i relativi
giri di scarica barili, per addossare agli altri le proprie inefficienze o le valutazioni errate fatte in precedenza. Mentre sarebbe molto meglio, anziché arrampicarsi sugli specchi, dire : .Chiedere scusa sarebbe un atto, di umiltà, apprezzato, mentre vederli in difficoltà
a difendere l'indifendibile è veramente pietoso.
Annibale Antonelli

VAURO SENISE

Lettera 15
Egregio Direttore,
a Torino gli operatori del commercio minacciano di chiudere i negozi perchè il Comune ha aumentato la tariffa della sosta a pagamento. Dal Comune consigliano di usare in mezzi pubblici, anche se il costo del biglietto è aumentato. Risultato? Se i negozi chiudono per protesta, i clienti sono quasi costretti di andare nelle strutture della grande distribuzione dove i parcheggi sono tanti e gratuiti.

Ma i politici non capiscono queste cose? Aumentando il prezzo della sosta a pagamento per fare cassa, il commercio in città rischia di fermarsi con notevoli danni per gli operatori che a Torino hanno investito soldi e lavoro. Spero che nei partiti ci sia qualcono che non voglia la scomparsa del piccolo commercio (già in crisi) che tiene viva la città in centro e in periferia.
Marino Bertolino

Fiamma Nirenstein

Lettera 16
Caro Dago,
se Gianni Alemanno, l'attuale primo cittadino di Roma, di centro-destra, non ha potuto stanziare maggiori risorse e impiegare più uomini, per fronteggiare l'emergenza-neve, non lo si deve anche alla circostanza che, dopo le gestioni mega-spendaccione di "Cicciobello" Rutelli e del nemico di D'Alema, "Uolter" Veltroni, il Sindaco ha trovato le casse del Campidoglio quasi più magre di quelle della "Margherita", all'indomani delle disinvolte "operazioni bancarie" di "manolesta" Lusi ( ieri cacciato dal PD)?

Nei panni dell'ex finiano, pertanto, risponderei alle raffiche di piombo, mitragliate sui media, vicini al centro-sinistra :"Cari amici, i vostri politici di riferimento non avrebbero fatto meglio di me...E' facile buttarla in politica e fare, come direbbe il nostro concittadino Ricucci, i froci con i culi degli altri...". Nè, francamente, sorprende molto la decisione di Alemanno di ricandidarsi a Sindaco. Come nel calcio....squadrista che vince, non si cambia.
pietro mancini

VITTORIO SGARBI

 

I WANT YOU…IN DAFAULT - MENTRE I MERKOZY PREMONO PER IL SALVATAGGIO DELLA GRECIA GLI USA SCOMMETTONO SUL DEFAULT

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Francesco De Dominicis per "Libero"

MERKEL SARKOZY

La Grecia prende tempo sulle misure anticrac e scherza col fuoco. Tuttavia c'è qualcuno che non ha affatto paura di scottarsi. Nonostante il pressing dell'Unione europea, Atene prende tempo. Ieri non è stato raggiunto l'accordo sul piano di emergenza e la partita è stata rimandata a oggi. Il baratro, adesso, ha una data precisa: 13 febbraio. Se entro 6 giorni i partiti politici ellenici non si mettono d'accordo sui tagli, sull'austerity e sul fisco, per la Grecia è fallimento.

Un'ipotesi che, forse, corre il rischio di mettere in crisi l'intera area euro. Ma che potrebbe rivelarsi quasi un affare per i fondi speculativi, specie quelli americani. Il giro d'affari con i junk bond made in Grecia, negli Stati Uniti, vale circa 35 miliardi di euro. Una montagna di quattrini, tutta (o quasi) coperta da una maxi polizza assicurativa. Si chiamano cds (credit default swap), titoli finanziari derivati che servono a coprire gli investimenti da eventuali fallimenti di un emittente (impresa, banca o stato sovrano).

Lo zio Sam, insomma, ha visto lungo. Oppure, secondo un'altra tesi, ha scommesso sul crac. Sta di fatto che mentre la maggior parte degli investitori fuggiva dal debito pubblico greco, gli Usa hanno incrementato la loro posta in gioco. Un po' tutte le major americane - Morgan Stanley, Bofa, Aig, Goldman Sachs - hanno continuato a investire nonostante i campanelli d'allarme stessero suonando da un pezzo. Nel giro di poche settimane gli investimenti sono cresciuti da 29 miliardi agli attuali 35.

Morgan Stanley

Un trend che sarebbe il chiaro segnale di un'attività speculativa legata alla copertura assicurativa. Usa a parte, nel Vecchio continente - dove complessivamente la posta in gioco vale oltre 100 miliardi di euro - è una corsa disperata a cercare un salvataggio necessario a mantenere la stabilità della moneta unica. Francia e Germania hanno in pancia circa 65 miliardi di euro e sono in prima linea con i rispettivi premier (Nicolas Sarkozy e Angela Merkel) che alzano la voce. Ieri, ad Atene, è stata una delle giornate più drammatiche da quando il Paese è in crisi.

jp morgan

Al termine delle trattative, i leader dei partiti non hanno sottoscritto gli impegni di una maggiore austerità richiesti dalla troika Ue-Bce-Fmi e il premier Lucas Papademos non è stato in grado di mediare, nonostante sia convinto che dei progressi si stiano facendo e vuole tornare a riunirsi oggi con i tre leader. Ma i mercati, scommettono in molti, non saranno più disposti a seguire le trattative greche e forse anche l'Eurozona da questa settimana comincerà a fare i conti con un default che, come accennato, sembra sempre più difficile da scongiurare.

La Ue aveva chiesto un accordo entro domenica sera, sia nella trattativa coi privati sia in quella con i prestatori internazionali. Mancano entrambi, anche se quello coi privati sembra vicino. Il premier Papademos ieri ha mediato con la troika, poi con i capi dei tre partiti Georges Papandreou (socialisti), Antonis Samaras (destra) e Georges Karatzaferis (estrema destra), e ha chiesto aiuto nelle trattative al presidente della Bce Draghi e al dg del Fondo monetario Lagarde.

GOLDMAN SACHS

La troika vuole tagli extra pari all'1% del pil - circa 2 miliardi di euro - quest'anno, inclusi tagli a difesa e sanità. Senza un impegno scritto su tagli e riforme, Ue-Bce-Fmi non concederanno i nuovi aiuti da 130 miliardi di euro. «Se non mette in atto le riforme, non può aspettarsi la solidarietà degli altri Paesi», ha detto Bruxelles paventando un'insolvenza a marzo, quando cioè Atene dovrà rimborsare 14,5 miliardi di euro di bond in scadenza. In serata si è saputo che Atene avrebbe approvato un progetto per tagliare i dipendenti pubblici di 15mila unità. Il crac greco in ogni caso non fa paura al Portogallo, altro paese in bilico. L'attuazione del programma di salvataggio interno non sarà messo in discussione qualunque sarà l'esito dei negoziati in Grecia con la troika: «Andiamo avanti» ha fatto sapere Lisbona.

grecia - Papademos

 

INCIUCIO LEGGE ELETTORALE: VIOLANTE, PD CONTRARIO ALLE PREFERENZE - LA RUSSA: “AL MASSIMO, PORCELLUM CORRETTO"

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1 - L.ELETTORALE: VIOLANTE, ASSOLUTAMENTE CONTRARI A PREFERENZE...
(ANSA) - Luciano Violante dice no ad una riforma elettorale nella quale vengano reintrodotte le preferenze. "Siamo assolutamente contrari - ha detto il responsabile Riforme del Pd - al ritorno alle preferenze, perché aumentano i costi della politica e premiano chi usa le clientele". "Con il Pdl abbiamo un accordo di fondo per una legge che riduca la frammentazione parlamentare. Abbiamo parlato anche di riforme costituzionali, in particolare della riduzione del numero dei parlamentari e del superamento del bicameralismo paritario".

Luciano Violante

2 - L.ELETTORALE: DI PIETRO, NO A INCONTRI SOTTOSCALA...
(ANSA) - ROMA, 7 FEB - "Riteniamo pericolosi e oscuri per la democrazia questi incontri da sottoscala fatti non alla luce del sole". Così Antonio di Pietro ha annunciato che non parteciperà alle consultazioni promosse dal Pdl sulla riforma elettorale. Una delazione dell'Idv incontrerà invece il Pd.

3 - L.ELETTORALE: LA RUSSA, ULTIMA RATIO E' 'PORCELLUM' CORRETTO...
(ANSA) - "Se proprio non si dovesse arrivare ad una soluzione condivisa, personalmente ritengo che si dovrebbe lasciare il 'porcellum', ma corretto nel senso di garantire agli elettori di scegliersi i propri candidati". E' quanto afferma il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa al termine dell'incontro con Lega e Pd sulla legge elettorale. "Una cosa è certa - aggiunge - il Pdl un Parlamento di soli nominati non lo vuole più".

4 - CASO LUSI: FOLLINI, CONTI BNL SENATO NON SONO STATI ACQUISITI DA GDF
(Adnkronos) - "No". E' la risposta del presidente della Giunta delle immunita' del Senato Marco Follini
alla domanda se la Gdf abbia avuto accesso ai conti della Margherita del Senato per il caso Lusi. Follini ha spiegato che la Giunta operera' all'insegna della massima trasparenza.

ANTONIO DI PIETRO

5 - CASO LUSI: FOLLINI, CONTI BNL SENATO NON SONO STATI ACQUISITI DA GDF
(Adnkronos) - Il presidente della Giunta ha reso noto di "aver ricevuto una lettera da parte del presidente del Senato" Renato Schifani, al quale rispondera' chiarendo che l'organismo "si mette in moto sulla base di documenti ufficiali, atti, richieste. Quando ci saranno, la Giunta rispondera' con assoluta tempestivita' e all'insegna della massima trasparenza". Follini ha detto ai giornalisti, al termine della riunione dell'organismo, che "la Giunta non puo' pronunciarsi su un caso astratto, ma risponde sul merito della documentazione presentata".

Come ha detto, successivamente, il capogruppo Pd in Giunta, Francesco Sanna, "se Schifani ci ha chiesto un parere teorico sull'eventualita' che una richiesta del genere da parte della Gdf possa incidere su prerogative dei senatori tutelate dalla Costituzione, noi dovremmo rispondere che dipende dal documento concreto che ci dovrebbe essere presentato e che non abbiamo". Da quanto e' stato possibile ricostruire, la Guardia di finanza si sarebbe presentata a palazzo Madama ma le sarebbe stato fatto presente che occorre rispettare una specifica procedura che comporta anche l'intervento della presidenza del Senato. A quel punto le Fiamme gialle ne avrebbero preso atto e si sarebbero allontanate.

Larussa mangia

"Anche se per ipotesi la polizia ha notizia di un delitto nel palazzo, non puo' accedere automaticamente" spiega un senatore, che ricorda come a norma di Regolamento "i lavori del Senato vanno prima interrotti perche' non puo' esistere nemmeno alcuna minaccia occulta sui lavori parlamentari". In ogni caso, e' stato spiegato, la Giunta si occupa delle posizioni dei singoli senatori, non di gruppi parlamentari.

6 - CSM: PARERE UNANIME COMMISSIONE, SI' A PIGNATONE A PROCURA ROMA...
(Adnkronos) - La quinta commissione del Consiglio superiore della Magistratura ha dato parere favorevole, all'unanimita', alla nomina di Giuseppe Pignatone a capo della procura di Roma. La nomina di Pignatone dovra' essere sottoposta all'approvazione del plenum.
Pignatone, attualmente procuratore a Reggio Calabria, prendera' il posto lasciato vacante da Giovanni Ferrara, nominato sottosegretario all'Interno.

luigi lusi

7 - MALTEMPO: BORGHEZIO, MERIDIONALI NON HANNO VOGLIA DI SPALARE
(ANSA) - "Certi meridionali non hanno voglia di spalare, come di lavorare. In fondo la caduta della neve non é un fatto così epocale e comunque era stata ampiamente annunciata. Anche da parte di sindaci e amministratori questa situazione si sarebbe dovuta affrontare con maggior spirito di iniziativa". Così l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio, in un'intervista a 'KlausCondicio'. "Riconosco - spiega Borghezio - che i mezzi erano limitati ma, da Roma in giù, le amministrazioni mancano di spirito di iniziativa, di tirarsi su le maniche con i mezzi che ci sono: manca proprio la volontà e la voglia di lavorare".

"Nei popoli del Sud - aggiunge - manca senso civico: dovrebbero venire a scuola a Nord per impararne un po'. Basta lamentarsi. Pensiamo al cattivo esempio di Napoli: non ci vuole un grande sforzo per fare la raccolta differenziata o per pulire la neve sulle strade, basta aver voglia di farlo". "Esistono due 'Italie' - conclude l'eurodeputato leghista - una che fa fronte alle emergenze, si rimbocca le maniche e lavora in tandem con le amministrazioni, l'altra con poca voglia di lavorare, che si rifiuta persino di spalare davanti alla propria casa. Siamo due cose diverse". Chi non spala la neve davanti a casa, secondo Borghezio è "un povero di senso civico, un cialtrone".

8 - SIAE: BLANDINI, IL PATRIMONIO DELLA SOCIETA' NON E' IN VENDITA
(Adnkronos) - "Il patrimonio strumentale di Siae non e' destinato alla vendita". Lo ha ribadito il direttore generale della Societa' Italiana Autori ed Editori, Gaetano Blandini, oggi in audizione in Commissione Cultura della Camera dei Deputati nell'ambito della quale ha spiegato il piano "autorizzato dal Commissario straordinario".

FOLLINI

Questa operazione "e' volta a creare valore per la Siae e per i suoi associati - conclude il direttore generale - risolvendo al contempo un problema strutturale come quello del Fondo Pensioni e ad interrompere logiche gestionali passate, sempre afferenti al Fondo Pensioni, che avevano portato ad ipotizzare di cedere gli immobili del Fondo".

Secondo quanto ha spiegato il direttore generale, l'operazione in atto prevede l'istituzione di alcuni obiettivi come la realizzazione di due fondi immobiliari: il Fondo Aida in cui far confluire gli immobili del Fondo Pensioni destinati alla dismissione nell'arco di cinque/sette anni e, quindi, in un tempo che dovrebbe garantirne una maggiore valorizzazione. E il Fondo Norma per la gestione degli immobili 'strumentali' e 'non strumentali commerciali' di Siae , che rimarranno di proprieta' della Societa'. I due fondi saranno gestiti da una societa' di gestione del risparmio la 'Sorgente Group s.g.r.'

9 - ON.PAPA;BORGOGNI,SEPPI CHE POTEVA DARCI NOTIZIE RISERVATE
(ANSA) - L'ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni, ha deposto oggi al processo sulla P4 in cui è imputato il parlamentare del Pdl Alfonso Papa. Borgogni, rispondendo alle domande dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio, ha riferito in particolare che, nel settembre o nell'ottobre 2010, ricevette la visita dell'imprenditore Alfonso Gallo, parte civile nel processo. Gallo lo informò della possibilità che Papa gli procurasse notizie su alcune inchieste giudiziarie in cui era coinvolta Finmeccanica, tra cui quella sulla realizzazione del Centro elaborazione dati della polizia di Napoli. In cambio delle notizie, gli disse ancora Gallo, Papa - che lo stesso Borgogni aveva conosciuto a una cena in casa dell'onorevole Daniela Santanché - sarebbe dovuto essere ricompensato con consulenze.

messa 24 borghezio obelix

Borgogni tuttavia rifiutò la proposta: "Non eravamo abituati - ha spiegato - a usare supporti e consulenze di natura non chiara e trasparente". Borgogni ha anche raccontato che l'altro imprenditore Anselmo Galbusera, alcuni mesi prima della visita di Gallo, quando su Finmeccanica si addensava la prima bufera giudiziaria a Roma, gli riferì da parte dell'uomo d'affari Luigi Bisignani di stare tranquillo, perché su di lui non pendevano richieste di arresto. "Bisignani - ha spiegato l'ex manager di Finmeccanica - voleva tranquillizzarmi attraverso Galbusera, un comune amico". Il processo riprenderà il 6 marzo prossimo.

10 - MALDIVE: FARNESINA, EVITARE VISITE IN CAPITALE MALE
(ANSA) - "Si raccomanda di evitare con cura visite nella capitale Malé nei prossimi giorni, fintantoché la situazione non ritorni alla normalità ". Sul sito 'Viaggiare Sicuri', la Farnesina lancia un avvertimento ai turisti italiani che si trovano o che stanno per andare alle Maldive dove, in queste ore, si registrano violente proteste dell'opposizione e le dimissioni del Presidente Mohamed Nasheed. Comunque, sottolinea la Farnesina, "I villaggi turistici non sono coinvolti e non risentono dei disordini che sono - si ripete - limitati alla capitale.

Vi potrebbero essere tuttavia difficoltà con i voli da e per l'aereoporto di Male, che potrebbero subire ritardi o cancellazioni. Si consiglia ai connazionali di registrare i dati relativi al viaggio sul sito Dove siamo nel mondo". Il 'warning' ricorda che "dalla notte di lunedì 6 febbraio i disordini nella città di Malé si sono aggravati ed estesi, con scontri anche gravi fra manifestanti ed esercito, e con un uso estensivo della forza e di sostanze quali spray lacrimogeni e urticanti"

GIUSEPPE PIGNATONE

11 - AMB.ITALIA, NO EMERGENZA,CONNAZIONALI NON COINVOLTI
(ANSA) - La situazione nelle Maldive è difficile ma le dimissioni oggi del presidente Mohamed Nasheed, seguite dall'insediamento del suo vice, Mohammed Waheed Hassan, sembrano "aver rispettato la Costituzione", escludendo quindi che quanto è successo "possa essere definito come un golpe". Lo ha dichiarato oggi l'ambasciatore italiano a Colombo, in Sri Lanka, Fabrizio Arpea. Il diplomatico italiano ha poi segnalato che a Colombo si è svolta una riunione del coordinamento degli ambasciatori occidentali, nell'ambito della quale si è concordato che "non si vorrebbe parlare di golpe" - anche se da alcune parti è stato evocato un 'soft coup' - visto il rispetto di alcune procedure costituzionali".

Accreditato anche presso il governo delle Maldive, Arpea ha detto che a quanto risulta "nessun italiano è rimasto coinvolto nei disordini dei giorni scorsi e di stamane" che hanno portato Nasheed a gettare la spugna. Nelle Maldive, ha poi precisato, "sono residenti alcune decine di italiani, mentre gli altri, i turisti, sono sparsi nei vari villaggi dell'arcipelago che sono al riparo dalle proteste". Arpea ha ricordato le raccomandazioni alla prudenza per i connazionali diramate dalla Farnesina, sottolineando che i mesi di gennaio e febbraio sono considerati di alta stagione nelle Maldive e che i villaggi sono solitamente al completo

blandini

12 - CROPPI, ERRORE ALEMANNO PENSARE A COMUNICAZIONE PERSONALE
(ASCA) - '' Ora, per essere chiari e - spero - giusti, Alemanno non ha responsabilita' nei disservizi superiori a quante ne avrebbe avute chiunque altro al suo posto. Non tutto ha funzionato ma non si puo' pretendere che una citta' come Roma sia sempre attrezzata per ogni evenienza. Aveva persino azzeccato nella decisione di chiudere le scuole (anche se esitazioni e ripensamenti avevano caratterizzato anche questa intuizione) ''. Cosi' sulla sua pagina Facebook, Umberto Croppi (Fli), ex assessore capitolino alla Cultura, interviene sulla vicenda dell' emergenza neve.

Croppi, che analizza il filmato nel quale Alemanno spala la neve a Cesano, esamina la comunicazione del Sindaco in questi giorni di emergenza. '' Il disastro - spiega - lo ha fatto nel pensare quasi esclusivamente alla propria comunicazione personale, ficcandosi in una serie di polemiche a cui nessuno lo aveva chiamato e aggiungendo errori ad errori. Come il filmato pubblicato sul suo blog, in cui si fa riprendere mentre con la pala sposta la neve da una parte all' altra, tirandola a casaccio, pure in mezzo alla strada ''.

GIANNI ALEMANNO UMBERTO CROPPI

Per Croppi '' il dovere di un sindaco e' quello di stare al suo posto a coordinare tutti i servizi e governare l' ordinario e lo straordinario, non quello di farsi riprendere nel fare quello che altri, volontari e dipendenti, hanno il compito di fare. Che dirvi? Mi sento sinceramente solidale con una persona evidentemente travolta da responsabilita' piu' grandi di lui, smarrita in questioni che non hanno a che vedere con la sua funzione, tirato per la giacca da consulenti che lo espongono al ridicolo. L' augurio che posso fare, da amico e da cittadino, e' che si riabbia da questo shock e si metta in condizione di guidare al meglio la citta' per l' anno di mandato che gli e' rimasto '' conclude Croppi.

 

IL PDL TIENE FORMIGONI LONTANO DAI FISCHI (E FA ORECCHIE DA MERCANTE SULLE TESSERE FASULLE IN VENETO)

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Bigador per Dagospia

ALEMANNO POLVERINI

1 - Qualcuno la chiama "bonifica", altri la definiscono "salvaguardia di un moribondo". Insomma, dopo i fischi dedicati a Formigoni, l'ordine interno al Pdl è scandagliare le platee per evitare al governatore lombardo altri rischi del genere. E se non è possibile farlo, meglio accampare un "sano" male di stagione per sottrarsi ad altre debacle.

PAOLO BONAIUTI

2 - Bonaiuti bugiardello! Eh, sì, anche i migliori ci cascano. Anche i migliori possono cadere nella piccola menzogna per coprire il capo. Quindi la sua smentita sulla Fondazione legata al nostro Pompetta, è totalmente fasulla. La Fondazione è in itinere e presto aprirà i suoi portoni.

3 - Curiosità. Lusi è stato cacciato dal Pd. Lusi ha qualche guaio con la giustizia. Lusi deve chiarire molte cose con la giustizia, e non. Toh, Lusi al Senato fa parte della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. Casta nella casta...

4- Ancora Lusi. Facce di imbarazzo, qualcuno direbbe paura, all'arrivo della Gdf a Palazzo Madama per andare alla filiale della Bnl. Rutelli non sa più come giustificare l'errore...

ROBERTO FORMIGONI

5 - La Di Girolamo su Twitter: "Spesso molti giovani laureati accettano occupazioni non corrispondenti al titolo di studio". Oh, non le si può nascondere niente!

6 - Eppoi per fortuna c'è Cicchitto. E' lui a dire (serio) alla Di Girolamo: "Oh, attenta a quello che dici, qui intorno ci sono giornalisti". La Nunzia era su piazza Montecitorio, luogo leggermente frequentato da giornali e tv.

parlam 27 nunzia digirolamo

7 - Qualche turbolenza in casa-Vendola. Piccole, per carità, tutto ancora lieve. Ma delle seconde linee di Sel iniziano a sentire la perdita dello slancio e il rischio di restare ancora fuori dai giochi.

8 - Non tutto il gelo vien per nuocere. L'amabile Polverini ne è convinta: più Ale-danno fa cazzate, più ci guadagno io. "E chissenefrega se perdiamo il Comune. A me interessa altro".

9 - Severino, Frignero, Cancellieri. SuperMario dice: le uniche ad avere le palle sono le donne. Passera escluso. E i sondaggi lo dimostrano.

NICKI VENDOLA

10 - Sì, fanno i vaghi. Sì, se ne parla. Ma senza esagerare. Meglio deviare, andare su altra rotta. Un cavolo! La storia delle tessere fasulle nel Pdl Veneto è grossa, grossissima, e più di uno teme di doverne rispondere.

 

LA SANTADECHÈ HA CAMBIATO “SPACCIATORE”! - “LA FORNERO DEVE DIVENTARE MIA SORELLA, VA PROTETTA DAI SINDACATI"

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Salvatore Merlo per "il Foglio"

daniela santanch

"La Fornero deve diventare mia sorella, va protetta dai sindacati, va aiutata a vincere sull'articolo 18". La nuova Daniela Santanchè, da ex anti montiana di ferro, dice tutto quello che non ti aspetti da lei: "Il governo di Monti va sostenuto fino in fondo. Chi non cambia idea è un cretino, e io ho cambiato idea. Fornero e Cancellieri sono due donne cazzutissime, cento volte meglio di Merkel. Cancellieri ha parlato dei ‘mammoni', di quelli che vogliono il posto fisso. Queste due ministre sono politicamente scorrette e se ne fregano del consenso, non vogliono compiacere ma vogliono agire. Sono brave".

ELSA FORNERO MARIO MONTI ANNA MARIA CANCELLIERI resize

E poi: "Questo è il nostro governo, fa le cose che vogliamo noi. Stanno smontando uno per uno i dogmi consolidati di questo paese, la concertazione, il potere dei sindacati. Hanno riformato le pensioni e ora vogliono intervenire sul mercato del lavoro. Come possiamo non stare con loro? Sono politiche di destra, sono il nostro programma".

SANTANCHE A PORTA A PORTA

E ancora: "Ora modifichiamo la legge elettorale, ma non con i finti amici Casini e Fini. La legge elettorale noi la vogliamo cambiare con Pier Luigi Bersani e il Pd. Le regole si cambiano con l'avversario. Ci si può fidare di più di un avversario che di un falso amico come Casini". E infine: "A Berlusconi gliel'ho detto, il prossimo presidente del Consiglio sarà Corrado Passera".

Daniela Santanch

Ed ecco lo schema che, per quanto onirico, evanascente o assurdo possa apparire, prende invece una forma più o meno solida nelle parole della donna che una volta alla settimana incontra Berlusconi per "fare il punto": l'ex banchiere e ministro dello Sviluppo (Passera) a capo di quel governo di grande coalizione che Vittorio Feltri il 3 febbraio aveva tratteggiato sul Giornale, dopo aver chiacchierato a lungo con il Cavaliere, e ben prima che Berlusconi stesso, preso dall'entusiasmo, decidesse, domenica scorsa, di farsi deliberatamente "rubare" (per poterla così smentire e dunque in definitiva confermare) un'intervista da Salvatore Dama di Libero.

Santanche vestita marijuana style Novella Nonleggerlo

Sabato il giornalista era andato a trovare il Cav., rimasto bloccato a Roma, a Palazzo Grazioli, per via del maltempo. "E' venuto con la sua fidanzata che ha lavorato per me a Palazzo Chigi, abbiamo parlato in amicizia del più e del meno, in libertà", raccontava ieri il Cavaliere agli amici, affettando stupore. "Non era un'intervista, ma quello invece ha scritto tutto. Mentre io parlavo un po' per assurdo, per iberboli, esageravo", ha detto lui. Ma a Libero il Cavaliere non ha mentito sapendo di mentire né ha esagerato: ha piuttosto detto la verità, sapendo di smentire.

Lo dice anche Daniela Santanchè: "Il Pdl per una volta deve prendere una posizione netta, deve partecipare, e mostrare coraggio su tutta la linea. Tanto tra un anno andiamo a votare. E dopo Monti nulla sarà come prima". Berlusconi sogna il gran finale da riabilitato, gioca sull'idea di una sua uscita di scena in grande stile: il dialogo, le riforme di sistema, la legislatura costituente, la legittimazione a sinistra inseguita dai tempi della Bicamerale; e magari anche un titolo eternamente assolutorio e penitenziale di Repubblica: "Lo statista che non avevamo previsto". Ma è mai possibile?

LE MINISTRE CANCELLIERI FORNERO SEVERINO DA CHI santanche

Risponde Santanchè: "La sinistra non mi sembra troppo intenzionata a legittimarlo, ma si vedrà. Di sicuro noi adesso dobbiamo provare a fare le riforme con il Pd e dobbiamo sostenere, senza ulteriori inutili mugugni, questo governo che sta riuscendo in una operazione impensabile sino a pochissimi mesi fa. A Berlusconi chiedo di darci una rotta chiara. Questo deve essere il nostro governo. Perché devo regalare Cancellieri, Fornero e Monti alla sinistra che con loro non c'entrano nulla?".

 


CLAUDIA GERINI NON SAPPIAMO SE È TETTORIFATTA, CERTO È CHE LAURA CHIATTI SFOGGIA DUE MAMMELLE NUOVE DI ZECCA

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1- Angela Merkel va a Parigi ad aiutare un perdente (cosciente di esserlo). Ma non basta: si reca all'Eliseo a bordo di una francesissima Citroen. E a Berlino ci si chiede se la donna venuta dall'Est stia sbroccando del tutto.

MERKEL SARKOZY CLAUDIA GERINI FABIO DE LUIGI NEL FILM DI FAUSTO BRIZZI

2- Caro Dago, leggo l'incipit della generosa - molto generosa - recensione di Marco Giusti a "Com'è bello far l'amore" di Fausto Brizzi. Non entro nel merito estetico del film, che trovo pessimo. Il tuo critico scrive: "Beh, la buona notizia è che il sedere di Claudia Gerini, anche ripreso in 3D, fa ancora la sua figura. E il cinema italiano non può che ringraziare". C'è del vero. Il lato B dell'attrice è ancora appetitoso e rotondo, al naturale, da feticismo callipigio. Poco o per nulla naturali risultano invece, a un'osservazione più attenta, le tette. Tu quoque, Claudia?
Saluti Bruno Cortona

CLAUDIA GERINI FABIO DE LUIGI IN COM e BELLO FAR L AMORE LAURA CHIATTI PRIMA DELLA "CURA"

3- La curvacea Gerini non sappiamo se è tettorifatta, quello che è certo è che Laura Chiatti sfoggia due mammelle nuove di zecca.

4- Tempi duri per gli ex furbetti del quartierino. Sere fa il buon Stefano Ricucci, con scia di fanciulle ridanciane, è approdato in via Veneto da Elle, il club di Luca Pavoni che va per la maggiore a Roma. Stefano voleva il solito tavolo, quello centrale che domina il locale a forma di anfiteatro. Quando se l'è visto rifiutare ha cominciato a fare storie, finchè Pavoni non l'ha educatamente invitato ad andarsene con le sue amiche. Come mai Stefano non è più ben accetto da Elle? I camerieri dicono che pretende molto e spende poco...

STEFANO RICUCCI E GIAMPI TARANTINI CHIAMATO IL TARANTOLA DA RICUCCI

5- Da "Vanity Fair" - Dicono che da quando una ex da premio Oscar fa il tifo per il suo ex fidanzato la musica sia cambiata. Dicono che lei sia a caccia di consensi. Dicono che lui abbia abboccato. Peccato che lo show cigoli. Dicono.

6- Domani sera, a Roma atterra la mitologica Annie Lennox per una cena-conferenza, per sole donne, organizzata da Ilaria Venturini Fendi su bio e dintorni...

D&G: ANNIE LENNOX E LETIZIA MORATTI

7- Carlo Rossella per "il Foglio" - Eccelso concerto di Evgeny Kissin. E dopo, cena in onore del grande pianista russo. Donatella Flick, Sandra Carraro e altre splendide, tutte con lui sul terrazzo dello Splendide Royal. Tetti romani ricoperti di neve. Villa Borghese bianca e gelata. Sembrava di essere a San Pietroburgo. Dasvidania!

8- Da "Libero" - Rassegna stampa di Radio radicale. C'è la prima pagina di Libero. Ma al lunedì Libero non esce. E infatti il conduttore legge l'edizione di due giorni prima. La trasmissione prosegue. C'è anche la prima pagina del Fatto. Ma al lunedì non esce neanche il Fatto. E infatti si tratta dell'edizione del giorno prima. È il bello della diretta. D'altra parte, certe notizie non invecchiano. A differenza di certi giornalisti...

Gad Lerner

9 - Da "Libero" - Sarà bene, dice Gad Lerner su Repubblica, «ricordare le indicibili motivazioni patrimoniali che suggerirono ai dirigenti della Margherita e della Quercia la scelta autolesionistica di presentarsi uniti alla Camera ma separati al Senato». Lo fecero, tuona il conduttore dell'Infedele, «per ragioni di cassa. L'unità del nascente Pd (...) fu sacrificata al vil denaro». Tutto giusto, tutto sottoscrivibile. Una sola domanda: come mai l'inflessibile Gad, non esattamente estraneo alle vicende politiche che portarono al Pd (era o non era portavoce dell'Ulivo?), se n'è accordo solo adesso?

CELENTANO

10- (Adnkronos) - Adriano Celentano non ha fatto in 
tempo ad arrivare a Sanremo che un altro 'caso' si affaccia 
all'orizzonte festivaliero, quello di uno spot 'censurato'. Secondo 
quanto apprende l'Adnkronos, da ieri sera su Rai1 doveva iniziare la 
messa in onda di 3 spot a rotazione che annunciavano la partecipazione 
di Adriano Celentano al Festival di Sanremo e che fanno parte 
dell'accordo raggiunto tra Rai e 'Molleggiato'.

Si tratta di 3 spot 'della stessa linea artistica', ideata e 
realizzata dallo stesso Celentano ma uno non ha ancora visto la luce 
catodica e il sospetto e' che il ritardo non sia casuale ma che la Rai 
non abbia piacere a trasmetterlo: a quanto si apprende lo spot 
riprenderebbe la celebre scena di 'Fantastico' in cui Celentano 
invitava i telespettatori di Rai1 a cambiare canale e sintonizzarsi su 
Canale 5.

MARCO LILLO E ANTONELLA MASCALI

L'artista, appena arrivato a Sanremo, non ha commentato 
l'episodio. Dal suo entourage trapela "molta sorpresa perche' il 
contratto garantisce piena liberta' artistica, ideativa e realizzativa 
anche negli spot". Ma anche perche' la sequenza sarebbe palesemente 
ironica, oltre ad essere andata in onda gia' moltissime volte sulle 
reti Rai.

Furio Colombo Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo

11- Sono stati selezionati i vincitori dell'edizione 2012 de Il Premiolino:
- Per la sezione quotidiani il Premio va a Marco Lillo e Sergio Rizzo;
- Premio congiunto ai 4 giornalisti rapiti in Libia: Claudio Monici, Domenico Quirico, Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina;
- Lilli Gruber e Riccardo Iacona si aggiudicano la categoria TV. Jacopo Tondelli premiato per il Web. A Gloria Ciabattoni il Premio Birra Moretti per la diffusione della cultura alimentare.
Piero Colaprico e Beppe Severgnini fanno il loro ingresso nella Giuria del Premio.

LILLI GRUBER MARCO TRAVAGLIO

12- Corriere.it - Alda D'Eusanio sta bene. Anzi, «è in ottime condizioni di salute». Lo spiegano i medici dell'Ospedale Gemelli di Roma, dove la giornalista è stata ricoverata per oltre due settimane dopo essere stata investita da un motorino il 24 gennaio scorso.

RICCARDO IACONA E SIGNORA

D'Eusanio era arrivata in ospedale, in codice rosso, «un importante trauma cranico. Dopo le prime cure, la nota giornalista televisiva è stata assistita fino alla sua guarigione nel reparto di Neurochirurgia del Gemelli. Lunedì l'uscita dall'ospedale «pienamente ristabilita», scrive in una nota il Gemelli.

13- Andrea Salvadore per "AmericanaTVblog.com" - Secondo la Coca Cola 7 milioni di americani non si sono presentati al lavoro ieri, lunedì dopo il Super Bowl. Altri 4.4 milioni sarebbero arrivati tardi in ufficio, in fabbrica, a scuola. Quindi che ideona hanno avuto alla Coca Cola ? Proporre una nuova giornata di festa nazionale il giorno dopo il Super Bowl. C'e' già' il nome della festa, "Magnificent Monday". Perché non rendere ufficiale quello che già' avviene, deve avere pensato qualche genietto della pubblicità', ebbro del successo degli spot della domenica. Naturalmente si invita a twittare #magmonday con idee per promuovere la festività' nazionale.

SUPER BOWL 2012 - MADONNA ALDA DEUSANIO

Idee in libertà in the country of freedom. Le feste federali valide per tutto il paese sono dieci : New Year's Day, Martin Luther King Day, Presidents Day, Memorial Day, Independence Day, Labor Day, Columbus Day, Veterans Day, Thanksgiving Day e Christmas Day.

Il paraculissimo video della Coca-Cola che spinge gli americani a chiedere una nuova festa nazionale per smaltire i postumi del Superbowl: http://bit.ly/zKNpiq

14- Leggo.it - Miracolo in Calabria, dove una bimba si è risvegliato dal come dopo aver sentito il messaggio del suo campione preferito. Non si tratta di una favola, ma della storia della piccola Giada Scalisa, bimba di 12 anni e grande tifosa della Juventus e di Del Piero. Giada era in coma dallo scorso 22 gennaio. I genitori avevano chiesto alla bandiera della Juve di inviare un video messaggio da far ascoltare alla bambina. Del Piero, sempre vicino alle problematiche dei suoi fan, non si è tirato indietro ed ha prontamente soddisfatto la richiesta dei genitori di Giada. Adesso la piccola si è svegliata dal coma grazie al suo campione ed ha iniziato le terapie di recupero.

de rossi ha rinnovato foto mezzelani gmt Alessandro Del Piero

15- Romacapitale.net - Col rinnovo annunciato ieri in conferenza stampa, Daniele De Rossi diventa il calciatore italiano più pagato in Serie A. Da luglio, infatti, il centrocampista della Roma, supererà Gigi Buffon, guadagnando una retribuzione media superiore ai 6,5 milioni annui sino al 2017. In Italia, solo qualche straniero percepisce di più: Ibrahimovic (9 milioni più 3 di bonus) e Sneijder (6 più bonus) per esempio. E gli altri connazionali? Pirlo è a quota 3,5 milioni (al Milan il suo ingaggio era a 7), Chiellini e Marchisio non vanno molto oltre i 3.

 

MILANO RISALE SUL FINALE (-0,6%) - SPREAD AI MINIMI DA OTTOBRE (363) - SPECULAZIONE SU LIGRESTI: IERI +31%, OGGI -20%

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grecia - Papademos

1 - BORSA, LA GIORNATA: MIB IN RIALZO NEL FINALE, SVETTA UNICREDIT
(LaPresse) - Dopo una giornata in moderato ribasso, con un colpo di reni nel finale Piazza Affari termina la seduta in rialzo. L'indice Ftse Mib sale dello 0,62% a 16.491,71 punti e il Ftse All-Shareavanza dello 0,41% a 17.464,89 punti. Aiuta lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, sceso nel pomeriggio anche ai minimi da metà ottobre scorso, vicinissimo a 360 punti base. C'è attesa per l'incontro di oggi tra il premier greco Lucas Papademos e Charles Dallara, rappresentante dei creditori privati esposti con i bond di Atene. Ieri l'Ue ha fatto sapere che la Grecia ha già superato la data limite per un accordo sulla ristrutturazione del debito ma ha comunque auspicato un incontro a breve.

Oggi il presidente della Commissione, José Barroso, ha ribadito che l'Ue "vuole che Atene rimanga nell'euro", anche se un suo portavoce, nel primo pomeriggio, non ha negato che "scenari di rischio esistono". In questo contesto, chiusura mista per le principali Borse europee. L'indice Ftse 100 di Londra cede lo 0,03% a 5.890,26 euro, il Dax perde lo 0,16% a 6.754,2 punti, mentre il Cac 40 di Parigi mostra un rialzo dello 0,18% a 3.411,54 punti. A Madrid, l'indice Ibex guadagna lo 0,13% a 8.846,9 punti. Il listino principale di Atene avanza del 2,19% a 802,21 punti.

UNICREDIT

A Milano svetta Unicredit, che conferma la vena brillante dopo l'aumento di capitale andato tutto esaurito. Piazza Cordusio sale del 4,69% a 4,38 euro. Bene anche Intesa Sanpaolo (+1,51% a 1,55 euro) e Ubi Banca (+1,17% a 3,98 euro). Nel comparto cadono invece Banco Popolare (-0,62% a 1,451 euro) e Banca Montepaschi (-1,17% a 0,337 euro). Acquisti su Popolare di Milano (+0,69% a 0,494 euro). A mercati già chiusi il cda di Piazza Meda ha annunciato le dimissioni del direttore generale Enzo Chiesa, che ha deciso di lasciare il gruppo Bpm.

Pesanti oggi gli industriali con Finmeccanica (-1,61% a 3,432 euro). Secondo indiscrezioni di stampa la controllata Selex si prepara a chiudere l'esercizio in perdita. Giù anche Fiat Industrial (-0,51%) e Pirelli (-1,4%), mentre sale Fiat (+0,48% a 4,59 euro) dopo una giornata incerta. Fiat Group Automoblies ha comunicato che Freemont, frutto della partnership tra Lingotto e Chrysler, ha raccolto in sei mesi oltre 25.000 ordini diventando così la vettura '7 posti' oggi più venduta in Italia. Tra gli altri titoli, pesante Impregilo (-4,99%).

Giulia, Salvatore e Jonella Ligresti

Fuori dal paniere principale giornata schizofrenica per Fondiaria Sai e Unipol, che prima volano in alto e poi virano bruscamente per crollare rispettivamente del 19,49% a 1,07 euro e del 12,54% a 0,277 euro. I titoli delle due compagnie assicurative, interessate dai preparativi per un doppio aumento di capitale e un'operazione di fusione, sono finiti più volte in asta di volatilità nel corso della seduta.

2 - BTP: SPREAD CON BUND IN CALO A 363 P.B. IN CHIUSURA...
Radiocor - Lo spread tra BTp e Bund oscilla poco sopra i 360 punti base in chiusura di seduta. Le voci su una possibile soluzione positiva delle trattative sul debi to greco hanno favorito la riduzione del differenziale di rendimento. Al momento lo scarto tra Italia e Germania sulla scadenza decennale benchmark si attesta a 363 punti base, in flessione di 10 centesimi sulla chiusura di ieri. In calo anche il rendimento sulla scadenza decennale italiana, che vale ora il 5,60%.

CARLO CIMBRI

3 - FONSAI: SPECULAZIONE CAMBIA SEGNO, CROLLA IN BORSA (-19%)
(ANSA) - La speculazione cambia segno su Fonsai, Unipol e le altre società della galassia Ligresti. Dopo i maxi-rialzi dei giorni scorsi oggi in Borsa sono arrivate copiose le vendite, con la frequente sospensione al ribasso delle compagnie assicurative. Fonsai ha chiuso con un tonfo del 19,49% a 1,07 euro, Unipol del 12,54% a 0,277 euro, Premafin del 9,61% a 0,27 euro e Milano Assicurazioni del 6,25% a 0,27 euro. Sempre sostenuti gli scambi con il 4% del capitale di Fonsai passato di mano e l'1,8% di Unipol.

4 - FONSAI: COMPAGNIA NON A CONOSCENZA MOTIVI ANDAMENTO TITOLO...
(ANSA) - "La società non è a conoscenza di fatti o circostanze che possano in alcun modo giustificare l'anomalo andamento del titolo". E' quanto afferma un portavoce di Fonsai in merito all'andamento del titolo in Borsa.

Bank of New York Mellon

5 - UNIPOL: BANK OF NY LANCIA ADR SU AZIONI PRIVILEGIATE...
Radiocor - Riflettori accesi su Unipol anche Oltreoceano, con uno sbarco 'non sponsorizzato' a Wall Street. Bank of New York Mellon ha emesso American Depositary Receipt (Adr) sulle azioni privilegiate del gruppo bolognese, come risulta dalla documentazione depositata alla Sec, consultata da Radiocor, proprio nei giorni caldi del dossier Fonsai. Si tratta di 'unsponsored Adr', ovvero titoli emessi senza l'assenso e senza informare la societa' sottostante, in questo caso Unipol. Gli Adr sulle privilegiate Unipol sono quotati dal 3 febbraio in base al sito della Bank of New York.

ENZO Chiesa

La banca, peraltro, gia' nel 2008 aveva introdotto 'unsponsered Adr' sulle azioni ordinarie di Ugf. Il sistema degli Adr non sponsorizzati si e' diffuso negli Usa dal 2008, quando la Sec ha posto fine all'obbligo di comunicare queste emissioni alla societa' sottostante. In generale sono operazioni che forniscono liquidita' addizionale al titolo e danno una maggiore visibilita' alla societa' sui mercati internazionali, permettendo agli investitori Usa di acquistare titoli di societa' estere senza incorrere negli inconvenienti di transazioni su piazze e valute estere.

ANNA MARIA TARANTOLA

6 - BPM: DG CHIESA LASCIA GRUPPO, OK A FUSIONE LEGNANO-ALESSANDRIA...
Radiocor - Enzo Chiesa lascia la Banca Popolare di Milano. L'ex direttore generale, spiega una nota, ha concordato con l'istituto 'la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro' con effetto da oggi e si e' dimesso da tutte le cariche ricoperte all'interno del gruppo. Il consiglio di gestione di Bpm 'ringrazia Chiesa per l'operato svolto in favore della banca'. La gestione dell'istituto milanese fara' quindi interamente capo al consigliere delegato Piero Montani. Oggi, inoltre, e' stato stipulato l'atto di fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Alessandria nella Banca di Legnano. L'operazione avra' efficacia dall'11 febbraio.

Piero Montani

7 - UBI BANCA: LANCIA OFFERTA SU TITOLI TIER 1 PER 453 MLN...
Radiocor - Ubi Banca si unisce al novero delle banche italiane che hanno proposto ai creditori di riacquistare il proprio debito a sconto sul valore nominale. L'istituto ha lanciato un'offerta di acquisto su tre titoli Tier 1 per un valore nominale complessivo di circa 453 milioni, offrendo l'80% del nominale. L'esborso complessivo massimo per Ubi sara' quindi di 362 milioni. L'offerta terminera' alle 17 del 16 febbraio.

ALBERTO NAGEL E SIGNORA

L'operazione e' curata da Citigroup, Hsbc e Natixis come dealer manager, mentre Citibank e' tender agent. Ubi avverte che, per quanto riguarda i titoli che non saranno conferiti all'offerta, future decisioni su rimborsi anticipati saranno prese 'puramente in considerazione della convenienza economica e regolamentare per Ubi'.

8 - BPER: NUOVO AFFONDO SAMORI', ALCUNI GRANDI SOCI PREOCCUPATI
(Adnkronos) - Torna a salire l'attenzione sull'assetto azionario di Bper. Sotto i riflettori, come gia' in passato, l'avvocato Gianpiero Samori'. Da anni esercita pressioni sui vertici della banca modenese, con l'obiettivo di imporre la sua influenza. Con la sua lista, Bper Futura, ha tentato invano, per quattro anni consecutivi, di entrare nel Cda dell'istituto. Finendo indagato per furto di dati sensibili e, dopo la tumultuosa assemblea dello scorso anno, anche espulso dal libro soci.

Ora, si appresta ad un nuovo tentativo e, secondo le indiscrezioni che si rincorrono, potrebbe passare per una strategia diversa rispetto al passato. Non piu' uno scontro in campo aperto, in assemblea, ma un accordo preventivo. Samori' punterebbe tutto sull'elezione in cda di Romano Minozzi, industriale di Castelnuovo Rangone (Modena), oltre che azionista di Terna e membro del patto di sindacato di Mediobanca.

Sergio Chiamparino

Questo scenario, secondo quanto risulta all'Adnkronos, viene visto pero' con grande preoccupazione da diversi soci storici e dall'attuale management di Bper. Se le intenzioni dichiarate da Samori' sono quelle di cambiare prima i vertici e poi le strategie della banca, il timore degli azionisti e' che "possano aprirsi problemi gravi per la stabilita' della banca". L'accordo fra i grandi soci, in sostanza, sarebbe "tutt'altro che raggiunto". La banca, intanto, nei giorni scorsi ha precisato di non essere informata dell'esistenza di alcun accordo volto a consentire l'ingresso nei propri organi societari di persone indicate da Samori', quale legale rappresentante dell'associazione Bper Futura. Bper ha anche ricordato che spetta all'esclusiva competenza dell'assemblea, che si esprime sulle liste di candidati proposte da un numero qualificato di soci presentatori.

Enrico Cucchiani

9 - COMPAGNIA SAN PAOLO: CHIAMPARINO, SONO PALLONE NON GIOCATORE
(ANSA) - "Sono un pallone, non un giocatore e i palloni non parlano, vengono presi a calci". Risponde con questa battuta l'ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ai giornalisti che gli chiedono un commento sulla sua sempre più probabile nomina alla guida della compagnia di San Paolo. "Confermo la mia disponibilità - aggiunge Chiamparino, parlando a margine della presentazione del suo libro 'Cordata con sindaco' - al sindaco Fassino e la gratitudine per le manifestazioni di fiducia espresse pubblicamente".

10 - CRISI: CUCCHIANI (INTESA SP), FAREMO NOSTRA PARTE PER RILANCIO
(Adnkronos) - In Italia oggi "abbiamo la fortuna di avere un governo che da' una grande spinta al rinnovamento, anche mettendo in discussione tanti dogmi. Credo che il settore privato possa ben rispondere agli stimoli. Noi faremo la nostra parte: saremo a fianco dell'economia e lavoreremo per il suo rilancio". Cosi' Enrico Tommaso Cucchiani, nella prima conferenza stampa da quando e' diventato consigliere delegato di Intesa SanPaolo, ha delineato il ruolo che il gruppo bancario intende svolgere nei prossimi anni.

Cucchiani ha presentato stamani a Milano, insieme al chief economist del gruppo Gregorio De Felice, il quarto rapporto dedicato alla "Economia e finanza dei distretti industriali", realizzato dal Servizio Studi e Ricerche del gruppo bancario. Il manager milanese, che viene dal gruppo assicurativo tedesco Allianz, ha prefigurato un'azione della Ca' de' Sass in continuita' con quella da 'banca di sistema' giocato negli ultimi anni dal gruppo, dai cui board provengono due ministri chiave del governo Monti.

11 - PRELIOS: GOBBI TORNA ALLA BICOCCA,SARA' CONSULENTE PER LE DISMISSIONI...
Radiocor - Un ritorno di rilievo nella galassia Pirelli. L'ex direttore generale finanza del gruppo degli pneumatici Luciano Gobbi - secondo quanto risulta a Radiocor - rientra alla Bicocca questa volta nel business immobiliare nel frattempo passato sotto il cappello di Camfin: il manager e' stato scelto come Senior Advisor di Prelios e lavorera' accanto ai due amministratori delegati, Paolo Bottelli e Enrico Parazzini.

PIRELLI

A Gobbi e' affidata la consulenza in materia di M&A e in particolare nelle operazioni di dismissione, di immobili e di investimenti, su cui Prelios punta ad accelerare nel prossimo triennio per ricondurre il debito a dimensioni piu' compatibili con il suo ruolo di gestore immobiliare. Proprio due dismissioni di Pirelli del resto hanno reso l'ingegnere piacentino protagonista delle cronache finanziarie nel 2000: la vendita dei sistemi ottici terrestri a Cisco Systems e soprattutto quella delle fibre ottiche a Corning fruttarono a Gobbi un compenso speciale da 16,7 milioni di euro.

 

ARRIVA UN’ALTRA ONDATA DI GELO - GAS, VIA ALL’IMPORT DI EMERGENZA - PROTEZIONE CIVILE, PIÙ SOLDI E POTERI

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Il Velino.it

Treni bloccati dalla nevicata Berlusconi entra al tribunale di Milano

CORRIERE DELLA SERA - In apertura: " Pdl e Pd dialogano sulle riforme". A sinistra: "L'ipoteca degli elettori" di Massimo Franco. Al centro, fotonotizia: "L'Unicef: ‘In Siria uccisi 400 bambini'". A destra: "Arriva un'altra ondata di gelo. Monti ai ministri: più impegno". In taglio basso: "I genitori che non vedono i rischi della Rete".

LA REPUBBLICA - In apertura: "Protezione civile, più soldi e poteri". A sinistra: "Pd e Pdl uniti ‘Basta Parlamenti di soli nominati'". A destra: "Se le banche lanciano i bond della morte", di Stefano Rodotà. In taglio centrale: "Unipol-Bnl, Berlusconi a processo".

Barak Obama MAURO MORETTI

LA STAMPA - In apertura: "Gelo, allarme economia". A sinistra: "Il generale inverno pesa sul Pil", di Mario Deaglio. Al centro: "Moretti: scusate i disagi, non si poteva fare di più". Sotto: "Monti a Obama: un patto con l'Ue".

IL SOLE 24 ORE - "Gas, via all'import di emergenza". A sinistra: "Il lungo inverno degli investimenti". In taglio centrale: "Bce aiuta Atene: 11 miliardi di debito in meno". Sotto: "I sindacati aprono sull'articolo 18"

ITALIA OGGI - In apertura: "Pensioni meno feroci". Sotto: "Apologo dell'Italia? Azienda tecnologica perde monocliente ma va avanti lavorando al freddo". In taglio basso: "Perché professionisti in trincea".

luigi lusi Mario Monti

IL MESSAGGERO - In apertura: "Altra neve in arrivo, siamo pronti". A sinistra: "Quello che manca al paese" di Oscar Giannino. Al centro, fotonotizia: "Ancora un delitto a Roma la pista della vendetta". In taglio centrale: "Riforme e legge elettorale parte il dialogo Pdl-Pd".

IL TEMPO - In apertura: "Finanza in Senato. Panico a sinistra". A sinistra"Se tutto va bene siamo rovinati", editoriale di Mario Sechi. Al centro, fotonotizia: "Grande gelo sulla Protezione civile". In taglio basso: "Ucciso in strada. Era un assassino".

IL GIORNALE - In apertura: "Tremonti smentisce Napolitano". Sopra, "Con Berlusconi è caccia all'uomo", editoriale di Alessandro Sallusti. Al centro, fotonotizia: "Golpe alle Maldive, dove andranno i politici?"

giulio tremonti e giorgio napolitano

L'UNITA - In apertura: "Maltempo, il premier scuote i ministri". Al centro, fotonotizia: "Il nastro della vergogna". In taglio basso, "Bufera tra ex An: buco di 26 milioni nel bilancio".

maldive

 

DOPO LA RAPINA DA 13 MILIONI LUSI-MARGHERITA, SI RADDOPPIA: FURTO DA 26 MILIONI!

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Alessandro Ferrucci e Malcom Pagani

Dalla Fondazione "Alleanza Nazionale", nata in seguito allo scioglimento e alla confluenza del partito nel Pdl datata marzo 2009, sono spariti 26 milioni di euro. E allo stato, tra pezze d'appoggio mancanti, prestiti milionari al partito di Berlusconi e immobili dati in uso gratuito ai giovani del Pdl, non c'è certezza di dove siano finiti.

fini larussa gasparri

Il retropalco dei partiti sopravvissuti alla Seconda Repubblica è uno spettacolo quotidiano. L'ultimo in ordine di tempo, dopo lo scandalo Lusi-Margherita, sventola i simboli di una delle grande aggregazioni del dopoguerra italiano. La casa di Giorgio Almirante e di Gianfranco Fini. Un patrimonio di difficile stima che tra liquidità e immobili non risultava inferiore ai 400 milioni. Una cifra troppo alta per non scatenare brame e appetiti regolarmente finiti in tribunale.

La storia parte da lontano. Nei giorni di marzo del 2009, in cui dopo il congresso nazionale, An decise per il 2011 di trasformare il partito in: "Fondazione che ne assuma l'emblema e la denominazione. Alla fondazione competono tutti i diritti propri di An e ad essa sono assegnate le risorse materiali (...) e segnatamente ogni bene mobile e immobile direttamente o indirettamente posseduto comprese le partecipazioni in società e tutti i crediti verso soggetti pubblici o privati".

Gianfranco Fini

Si optò per un comitato di gestione che avrebbe operato secondo le indicazioni di un altro organo, il comitato dei garanti. Vennero designati i nomi dei singoli individui deputati al controllo degli "obiettivi strategici, anche di periodo, da perseguire per la conservazione, la tutela e lo sviluppo delle risorse (...) l'impiego e la destinazione dei fondi".

I comitati si insediarono il primo aprile del 2009 e in un amen, fu guerra tra gli ex colonnelli di An e i fedelissimi di Gianfranco Fini. Una guerra sporca, senza esclusione di colpi, durata per mesi e persa dai secondi costretti ad assistere a un "golpe" nelle mura di casa. Dal comitato di gestione, non a caso in piena bufera Montecarlo, venne estromesso Franco Pontone (espulso dal comitato dei garanti nel 2010) e al suo posto nominato il senatore Mugnai.

0gus46 larussa

Da allora e fino ad oggi, complice la frattura tra Fini e Berlusconi, quello che era stato definito "il divieto di confusione del patrimonio di An con quello del Popolo della Libertà" divenne un'autostrada senza caselli, controlli o pedaggi. Con gestioni allegre, rappresaglie ad hoc (la vicenda del Secolo d'Italia), purghe staliniane e campo libero a transazioni impensabili. Immobili di An affidati in uso gratuito ai giovani del Pdl (28), prestiti bizzarri come quello del 12 luglio 2011, in cui il comitato di gestione della Fondazione di An concesse su richiesta degli onorevoli Crimi e Bianconi del Pdl, la cifra di 3.750.000 a titolo di prestito infruttifero al partito rivale.

Da aggiungere a un altro milione a fondo perduto per sostenere le elezioni regionali del Pdl e ad altri contributi di importo ancora incerto, a fronte "dell'impegno morale" di Bianconi di vigilare sul loro "puntuale utilizzo".

E poi, ancora altro denaro, dalla casa madre dei neo "nemici". Forme di generosa erogazione "del tutto anomale" distribuite con fumose motivazioni definite "Iniziative promozionali in sede al Pdl", senza rendiconti verificabili e con giustificazioni risibili ad accompagnare il salasso verso il feudo di B.: "Promuovere all'interno del partito la costituenda fondazione".

In mezzo, vennero bloccate le iscrizioni degli ex An alla fondazione (300 euro di versamento) e rese surrettiziamente invalide quelle giunte dopo il 30 aprile 2010. In una situazione simile, con l'uso disinvolto del denaro di un partito appannaggio di un altro (rivale e in costante battaglia) i finiani rimasti vicini al presidente della Camera e confluiti in Fli, hanno provato il contrattacco.

gasparri foto mezzelani gmt

Prima ha tentato l'avvocato di Fini, Giuseppe Consolo. Poi lo studio del deputato di Fli Antonio Buonfiglio si è messo al lavoro e ha presentato con l'omologo di cordata Enzo Raisi, un esposto al Tribunale di Roma a fine novembre. Quattro pagine fitte di date e cifre utili a chiedere alla magistratura di procedere "alla nomina di uno o più commissari liquidatori e comunque all'adozione di ogni e più opportuno atto affinché fossa data corretta e puntuale esecuzione alle determinazioni congressuali in ordine alla liquidazione e allo scioglimento formale di An".

Liquidazione non avvenuta (comportandosi la fondazione, in compulsivo erogamento di fondi della comunità di An al Pdl, in regime di "continuità" e in direzione del tutto opposta) e determinazioni originarie tradite. Il tribunale si è mosso e ha prodotto una relazione sull'attivita di liquidazione: misteriosa e raggelante. Analizzati i documenti delle parti, i periti del tribunale hanno evidenziato come non solo non si sia verificata alcuna liquidazione né alcun passaggio formale sulla stessa, ma del denaro scomparso, non vi sia traccia.

Dentro il buco nero si trova di tutto. Accensione di conti correnti intestati all'associazione senza riscontri per individuarli. Parcelle saldate per decine di migliaia di euro ad avvocati impegnati a difendere il Pdl. Il famoso prestito da quasi 4 milioni erogato al partito di Berlusconi, poi restituito a distanza di qualche mese, senza che ci sia foglio di carta che nel rendiconto chiuso a ottobre del 2010 che lo ratificasse.

luigi lusi

E poi altri milioni, sempre destinati al Pdl, a fondo perduto. Una situazione incredibile che relega l'affaire Margherita alle piccole cose di valore non quantificabile e lascia sul terreno una differenza di valori, tra la Fondazione gestita dai colonnelli e quella immaginata da Fini & C., di 26 milioni in meno di due anni(2009-2011). Una perdita di capitali e ideali di cui adesso qualcuno chiederà conto.

2- BOIA CHI MOLLA IL TESORETTO
Gian Marco Chiocci per Il Giornale


Due brutte notizie per gli ex An «titolari» del ricco patrimonio, immobiliare e no, della vecchia Fiamma. La prima: la procura di Roma indaga formalmente sulla gestione del tesoretto da svariati milioni di euro a seguito di un esposto di Rita Marino, storica segretaria di Gianfranco Fini. Lo conferma al Giornale il senatore Vincenzo Consolo: «Sì, la signora Marino ha presentato un esposto alla procura di Roma nel quale si fa presente che sono state esautorate alcune persone dalla gestione del patrimonio ex An e che vi è stato un uso distorto del patrimonio che doveva essere liquidato e non gestito. Il fascicolo è aperto, indaga il pm Attilio Pisani».

fini e almirante

La Marino punta l'indice sugli esponenti di An nel Pdl, Caruso, Valentino, Mugnai, Giordano, Petri, Gamba, Giordano. Nell'esposto si ipotizzerebbero ammanchi per svariati milioni di euro, e i reati sui quali starebbe lavorando il pm sarebbero appropriazione indebita, malversazione e truffa.

La seconda brutta notizia si rifà alla prima: il presidente del tribunale di Roma ha nominato due commissari liquidatori degli stessi beni di cui parla la segretaria di Fini, contraddicendo una sua stessa decisione di sei mesi fa.
Il «commissariamento per liquidazione» è arrivato a seguito dell'accoglimento di un'apposita istanza proposta nel 2010 dai finiani Antonio Buonfiglio (passato recentemente con Fare Italia) e Enzo Raisi per chiedere la liquidazione patrimoniale, posto che dopo lo scioglimento di An la gestione delle liquidità prodotte da rimborsi elettorali, depositi e valori delle case era stato affidato a un'apposita fondazione.

puc619 rocco crimi

Secondo quanto trapela dagli uffici giudiziari romani, negli ultimi mesi due ispettori del tribunale hanno esaminato, al dettaglio, l'amministrazione del patrimonio affidata al Comitato di Gestione e al Comitato dei Garanti (a maggioranza ex An, attualmente nel Pdl) costituiti nell'ultimo congresso in attesa di traghettare il tutto in un'apposita Fondazione. 
E nelle conclusioni avrebbero ravvisato estremi per una soluzione che va nella direzione di quella auspicata dalla coppia finiana.

Raisi e Buonfiglio, già un anno fa, avevano contestato la corretta operatività dei due comitati che anziche´ limitarsi «al mero esercizio dei poteri di indirizzo e vigilanza» avrebbe via via limitato i poteri degli stessi con modalità, a loro avviso, illegittime, infischiandosene di «preservare integro il patrimonio attraverso il compimento di atti conservativi o, al più, migliorativi».

GIUSEPPE CONSOLO - Copyright Pizzi

Ovviamente gli ex An rimasti nel Pdl la pensano diversamente, e a nulla sono servite le ragioni messe nero su bianco dal «portavoce», senatore Franco Mugnai, che sei mesi fa aveva convinto lo stesso presidente del tribunale a respingere il ricorso spiegando che era inammissibile e improponibile «perch´ il Comitato ha operato nel rispetto delle prerogative attribuite loro dal Congresso e quindi in piena osservanza del mandato di cui era stato investito».
Appresa la notizia del commissariamento, Mugnai ha parlato di «decisione sconcertante» del tribunale di Roma «in palese contrasto con le determinazioni dell'ultimo congresso. In essa non si ipotizza in alcun modo comportamenti illeciti o fraudolenti degli organi di Alleanza nazionale. È incomprensibile».
Tutti gli uomini del presidente della casa di Montecarlo, che nell'inchiesta sull'appartamento in uso al cognato se l'è cavata come tutti sanno, cantano vittoria. «Siamo soddisfatti, così evitiamo un nuovo caso Lusi», gongola Buonfiglio.

 

LE BUONE TRATTATIVE SUL SALVATAGGIO DELLA GRECIA TRASCINANO PIAZZA AFFARI (+1,1%) - SPREAD SOTTO I 350 PUNTI

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grecia - Papademos

1 - BANCHE IN DECISO RIALZO A PIAZZA AFFARI. ALTA VOLATILITÀ SU UNIPOL E FONSAI. LO SPREAD SCENDE SOTTO 350...
Da "Sole24Ore.com" - Avvio in rialzo per le principali Borse europee. Nei primi scambi gli indici Ftse Mib e Ftse It All Share avanzano di circa un punto percentuale. Bene anche Parigi e Francoforte. (Segui gli indici nel box a destra).

I listini festeggiano l'importante schiarita nelle trattative per il salvataggio della Grecia con il coinvolgimento della Bce nella ristrutturazione del debito.

Grecia vicina all'intesa con la Troika sull'austerity. Incognita sull'appoggio dei partiti
In avvio di seduta lo spread tra BTp e Bund si attesta poco sotto la soglia psicologica dei 350 punti base, a 349, in flessione di circa 13 punti base rispetto alla chiusura di ieri. In calo anche il rendimento sulla scadenza decennale italiana, che oscilla al momento intorno al 5,49%. Sia lo spread BTp/Bund che il rendimento decennale sono ai minimi dall'inizio dello scorso ottobre.

merkel

A Piazza Affari corrono i bancari trainati da UniCredit. Bene anche Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e Bpm. Ancora altissima volatilità sui titoli coinvolti nel riassetto Unipol-Fonsai. La prima finisce in asta di volatilità in Piazza Affari con un teorico +13,36% a 0,3145 euro per azione. Il titolo aveva chiuso ieri con un calo del 12,54% a 0,277 euro.

Chiusura positiva alla borsa di Tokyo. L'indice Nikkei-225 ha superato per la prima volta in tre mesi quota 9.000 con un progresso dell'1,10% a 9.015 punti.

2 - BORSA: EUROPA PARTE DI SLANCIO, A MILANO (+1,1%) GUIDANO LE BANCHE...
Radiocor - Partenza di slancio per i listini europei che seguono la scia di Tokyo e il maggiore ottimismo sulla Grecia dopo le indiscrezioni sull'intervento della Bce per ridurre il debito di Atene. In discesa gli spread dei Paesi periferici: il differenziale tra Btp e Bund viaggia in area 351 punti. Piazza Affari e' la migliore e segna un rialzo dell'1,1% nel Ftse Mib che e' guidato dai bancari: in testa ancora Unicredit (+3,3%), dopo la conferma del rating da parte di Fitch, seguono Intesa (+2,6%) e Bpm (+2%). E' ancora exploit per i titoli coinvolti nel riassetto Fonsai-Unipol: le azioni di entrambe le compagnie assicurative salgono del 13,5%, Premafin sale del 13,8%. Sul fronte valutario, l'euro guadagna ancora posizioni e tratta a 1,3281 dollari (1,3256 ieri). Petrolio in rialzo: il Wti per consegna marzo scambia a 99,14 dollari al barile.

3 - BORSA TOKYO: NIKKEI CHIUDE A +1,1% GRAZIE A INDEBOLIMENTO YEN...
Radiocor - la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo grazie all'indebolimento dello yen sia sul dollaro che sull'euro in attesa di novita' dalla Grecia. Il Nikkei ha mostrato un guadagno dell'1,1% tornando sopra quota novemila punti per la prima volta da tre mesi mentre il Topix ha fatto segnare un +1,24%. Forti anche gli scambi con 2,48 miliardi di titoli passati di mano.

MARIO MONTI

4 - BTP: SPREAD CON BUND SOTTO 350 P.B., RENDIMENTO DECENNALE AL 5,49%...
Radiocor - In avvio di seduta lo spread tra BTp e Bund si attesta poco sotto i 350 punti base, a 349 p.b., in flessione di circa 13 punti base rispet to alla chiusura di ieri. In calo anche il rendimento sulla scadenza decennale italiana, che oscilla al momento intorno al 5,49%. Sia lo spread BTp/Bund che il rendimento decennale sono ai minimi dall'inizio dello scorso ottobre.

5 - GERMANIA: SURPLUS COMMERCIALE A 158 MLD NEL 2011, EXPORT RECORD
Radiocor - La Germania ha chiuso il 2011 con un surplus commerciale di 158 miliardi di euro rispetto ai 155 miliardi del 2010 grazie a un balzo dell'e xport dell'11,4%. Lo comunica l'Ufficio federale di statistica. Le esportazioni hanno superato per la prima volta i mille miliardi di euro a 1.060 miliardi. Solo la Cina ha fatto meglio di Berlino a 1.432 miliardi di euro. A dicembre, tuttavia, il surplus commerciale tedesco e' sceso a 13,9 miliardi rispetto ai 14,9 miliardi di novembre, le esportazioni sono calate del 4,3% e le importazioni del 3,9%.

6 - PIAZZA AFFARI DELUSA SU IMPREGILO...
S.Fi. per il "Sole 24 Ore" - Se qualcuno era ancora scettico che a muovere Impregilo negli ultimi mesi fosse stata solo la speculazione su una possibile scalata firmata Salini, eccone la prova. Sono bastate le indiscrezioni, peraltro senza alcuna conferma, su un ipotetico addio di Salini alla partita Impregilo (di cui ha rastrellato il 15%), per far sgonfiare l'interesse. Ieri il titolo è caduto del 4,99% (dopo un picco del 6%) sulla scia dei rumors su un'eventuale uscita e nemmeno l'ipotetico ingresso di un big del calibro della francese Vinci, candidato compratore della quota di Salini, ha tenuto alto l'interesse.

UNICREDIT

Segnale indiretto che tutto quello che il mercato attende è solo un'Opa da parte di Salini. Ma la verità è che oggi Salini è a un bivio: i romani vorrebbero sposarsi con Impregilo, ma i «genitori della sposa» (leggi Gavio e Benetton), sono freddi, per non dire ostili, alla proposta. Dunque, o Salini continua a comprare per poi imbarcarsi in una scalata vera e propria, oppure si vedrà costretta a fare dietrofront. Il solo pensiero mette di malumore gli investitori.

7 - IL BUSINESS DEL GAS DÀ ENERGIA AI CONTI A2A...
C.Ch. per il "Sole 24 Ore" - Se l'Italia è nella morsa della gelo, tra le utility schizzano le vendite di gas, necessario soprattutto per il riscaldamento. A2A, per esempio, solo lunedì scorso ha distribuito qualcosa come 17 milioni di metri cubi di metano (per la maggior parte fatturati da A2A Energia) con incrementi, rispetto all'anno scorso, che a Milano e Brescia hanno toccato rispettivamente il 70 e il 79 per cento (a Varese e Como i consumi sono addirittura raddoppiati).

monte dei paschi di siena

In tutta la settimana scorsa l'aumento è stato del 28,5% e considerato che si prevedono ancora diversi giorni di freddo intenso, l'impatto sul bilancio del gruppo lombardo, a livello di fatturato, potrebbe non essere indifferente. E così proprio il gas, che negli ultimi due anni era stato il tallone d'Achille delle utility, almeno in questi giorni si sta rivelando l'esatto opposto. Chissà che, nel caso di A2A, non sia un buon viatico per l'imminente acquisizione di Edipower, in cui la scommessa principale è rappresentata dal ritorno all'efficienza dei quattro cicli combinati.

8 - DOMANDA A 1,5 MILIARDI PER IL BOND ENEL...
Ce. Do. per il "Sole 24 Ore" - Se il buongiorno (del bond) si vede dal mattino, Enel ha già un ottimo motivo per festeggiare. Visto che, al secondo giorno di offerta, la nuova obbligazione, destinata al retail e presentata dall'amministratore delegato Fulvio Conti anche al pubblico del web con un video su Youtube, ha totalizzato 1,5 miliardi di euro di richieste presso le banche collocatrici. Un boom che, con molta probabilità, spingerà il colosso energetico a portare l'offerta finale a 3 miliardi di euro.

Come accaduto già in occasione delle emissioni precedenti, non è affatto da escludere che l'operazione si concluda in anticipo rispetto al termine ultimo fissato per aderire alla proposta, il 24 febbraio. Nonostante la neve e il maltempo che stanno sferzando la penisola, i risparmiatori italiani non si sono quindi persi d'animo e hanno premiato il gruppo elettrico. Che vanta già un significativo gradimento: 1,2 milioni di investitori hanno infatti in tasca titoli targati Enel. E, data la partenza col botto, il numero sembra destinato senz'altro a crescere.

impregilo

9 - MARCO BOGLIONE NON TIFA PIÙ AZZURRO...
S.Fi. per il "Sole 24 Ore" - Rugby: fuori l'Italia, dentro la Germania. Non è una rivoluzione del Sei Nazioni, il prestigioso torneo europeo dove Berlino non è ammessa, ma una staffetta nelle sponsorizzazioni. Per anni Marco Boglione ha vestito la nazionale azzurra . La sua Basicnet, società quotata di celebri marchi sportivi quali Robe di Kappa e Superga, da cinque anni realizzava tute e felpe della nazionale. Boglione ha costruito la sua fortuna abbinando i suoi marchi allo sport: la t-shirt Kombat della nazionale di Calcio spedì alle stelle il titolo durante i Mondiali del 2002.

E se con il pallone il flirt continua (Basicnet sponsorizza Torino e Samp), con la palla ovale sarebbe invece tutto finito, nonostante l'attenzione mediatica che ruota attorno alla nazionale di rugby e il ricco marketing che ne è sorto. Il 30 aprile scade la sponsorizzazione e pare che non sarà rinnovata. A cucire le uniformi per il 15 azzurro, e a vendere le felpe azzurre con il tricolore, è in lizza la tedesca Adidas.

10 - MORNING NOTE...
Radiocor

- Webcast Standard & Poor's. Ore 16,00.

- L'Aula della Camera vota la fiducia al Governo sul decreto legge 'svuota-carceri'

MALTEMPO: Gas, via all'import di emergenza (Il Sole 24 Ore, pagina 1,2,3-5). Gelo, allarme economia (La Stampa, pagina 1 e da 2 a 7). 'Le interruzioni alle imprese duro colpo al Pil', intervista a Paolo Culicchi, presidente di Gas Intensive (Il Sole 24 Ore, pagina 3). I punti oscuri della rete: cosi' e' nata la crisi (Il Corriere della Sera, pagina 6). 'Piu' rigassificatori e stoccaggi', parla Alessandro Ortis, ex presidente dell'Autorita' per l'energia elettrica (Il Messaggero, pagina 4).

Fulvio Conti

Fs sotto attacco, Moretti si difende: 'Non potevamo fare di piu'. Anche all'estero chiudono le linee', parla l'ad di Ferrovie dello Stato (La Stampa, pagina 5). L'allarme degli industriali: 'Senza forniture possiamo resistere quattro giorni', parla Franco Manfredini, presidente di Confindustria Ceramica (La Stampa, pagina 7)

CRISI: Bce aiuta Atene: 11 miliardi di debito in meno (Il Sole 24 Ore, pagina 1,8,9). 'Beni valorizzati per 15 miliardi', parla Stefano Scalera, direttore dell'agenzia del Demanio (Il Sole 24 Ore, pagina 1,11). 'Eba e banche, test problematici, intervista ad Angelo Caso', presidente del consiglio di gestione dell'Organismo italiano di contabilita' (Il Sole 24 Ore, pagina 39).

Grecia sul baratro. Monti: l'Italia ora non rischia (La Repubblica, pagina 26,27). Grecia fuori dall'euro? Lite a Bruxelles (Il Corriere della Sera, pagina 10). 'Il fallimento di Atene? Se e' concordato l'Ue lo puo' sopportare'. Intervista all'economista Zsolt Darvas (La Stampa, pagina 32). Un modo abile per guadagnare tempo (Analisi sul ruolo della Bce, Financial Times, pagina 7)

LAVORO: i sindacati aprono sull'articolo 18 (Il Sole 24 Ore, pagina 1,7). Calano gli apprendisti ma il posto e' piu' stabile (Il Sole 24 Ore, pagina 6). Si cerca l'accordo tra sindacati e Confindustria (La Repubblica, pagina 12). Ipotesi della riforma in due tempi (Il Corriere della Sera, pagina 12). Pagare di piu' i contratti a tempo. Fornero incalza le aziende (Il Messaggero, pagina 19)

Enel

UNIPOL-FONSAI: Lazard e Boston i consulenti del maxi riassetto (Il Sole 24 Ore pagina 37 e Il Messaggero pagina 19). Merrill Lynch in manovra sui titoli della compagnia milanese (Il Giornale, pagina 19)

MPS: L'ente Mps al riassetto del debito (Il Sole 24 Ore, pagina 37). In consiglio Delfini al posto di Caltagirone (Il Sole 24 Ore, pagina 37)

UNICREDIT: restringe il board. Primo esame in comitato (dai giornali)

ALITALIA: ipotesi Sabelli in uscita (Il Corriere della Sera, pagina 34)

RCS: svalutazione in vista sotto i 300 milioni per la partecipazione in Spagna (Il Messaggero, pagina 20). Archiviati i Ligresti, obiettivo Mediobanca: guarire il Corriere. Salvata Fonsai, si apre il dossier per ristrutturare Rcs (Libero, pagina 23)

IT: 'Patto digitale, web veloce per tutti entro il 2013', intervista a Stefano Parisi, presidente Confindustria digitale (Il Corriere della Sera, pagina 35)

DEIULEMAR: e' caccia alle obbligazioni irregolari. L'amministratore unico: 'In circolazione titoli emessi fuori dalle normali procedure' (Il Secolo XIX, pagina 13)

 

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