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CHI TROVA UN AMICO, TROVA UN TESORIERE - DIETRO LA FUSIONE POLITICA DS-MARGHERITA C’È STATA UNA NETTA SEPARAZIONE ECONOM

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Fabio Martini per "La Stampa"

lusi e sposetti

In quei giorni di primavera del 2007, tra liti e qualche pianto, i Ds e la Margherita si sciolsero, confluendo con grande enfasi nel futuro Partito democratico. Nei trionfalistici documenti ufficiali dei due congressi però era omesso un piccolo dettaglio: i partiti optavano per la separazione dei beni e cioè non portavano nella nuova casa neppure uno spillo. I propri "redditi" li tenevano tutti per loro.

BERSANI

I Ds trattenevano non solo l'ingente patrimonio immobiliare e artistico ereditato (assieme a molti debiti) dal Pci, ma soprattutto i cospicui rimborsi elettorali previsti per i successivi 4 anni; la giovane Margherita era senza debiti, disponeva di una ingente liquidità e anche lei non versava al Pd i finanziamenti pubblici fino al 2011. Una separazione dei beni che si accompagnava ad un'altra originalità: i due partiti confluivano nel Pd, ma lo facevano con una formulazione ambigua, in base alla quale la propria attività politica non era conclusa. Era «sospesa».

FRANCESCO RUTELLI

E' con questo carico di ambiguità che Ds e Margherita scompaiono dalle schede elettorali ma restano fino ad oggi parzialmente attivi. Costituendo due tesoretti, finalizzati ad iniziative legali, le più diverse: gli ex Ds, grazie al diuturno lavoro del tesoriere Ugo Sposetti, sono riesciti a spegnere lo storico debito cumulato dal Pci e al tempo stesso hanno messo su una miriade di Fondazioni che gestiscono il residuo patrimonio immobiliare; gli ex Margherita (a parte le "deviazioni" del suo tesoriere) dal 2007 in poi si sono finanziati - ecco la novità - campagne elettorali, manifestazioni e convegni di ex esponenti di quel partito.

Dunque, tutto ha inizio nella primavera del 2007, è allora che si pongono le premesse di una storia tutta italiana: i partiti dalla "doppia vita". In quell'anno i tesorieri dei Ds, Ugo Sposetti e della Margherita, Luigi Lusi, cominciano a farsi pregare persino per versare una parte dei "propri" soldi per la campagna elettorale del Pd, appena nato per loro volontà. Soltanto con le elezioni del 2008 (e i relativi rimborsi) il Pd si prende la sua autonomia e dunque Lusi e Sposetti si dedicano alle loro "creature".

MASSIMO DALEMA

L'opera più complessa la compie Ugo Sposetti, un viterbese di 65 anni, uomo sanguigno, legato alla cultura di partito e alla storia del Pci. E' lui che nel bilancio Ds del 2010 può scrivere: «L'atto più significativo di questo rendiconto è la conclusione della vicenda della Beta immobiliare», la cassaforte delle proprietà immobiliari dei Ds. Sposetti - con sacrifici simbolici (la vendita delle Botteghe Oscure e di Frattocchie) era riuscito ad azzerare un debito enorme.

PIERO FASSINO

Ma sempre Sposetti si dedica ad un'altra operazione: costituisce 57 Fondazioni in tutta Italia alle quali viene conferito il restante patrimonio immobiliare, per un valore di centinaia di milioni di euro, determinando - è la tesi di Mauro Agostini, primo tesoriere del Pd - «con una procedura opaca, una sostanziale privatizzazione del patrimonio che era frutto del sacrificio di generazioni di militanti». Con un paradosso che li comprende tutti: mentre le 57 Fondazioni dei Ds danno in affitto tante loro sedi ai Pd locali in giro per l'Italia, a Roma il Pd nazionale è in affitto. E il padrone di casa ha un nome famigliare: Margherita.

GIUSEPPE FIORONI

E quanto al partito guidato da Rutelli, dal 2007 fino al 2011, riceve decine di milioni di rimborsi elettorali. Una parte vengono stornati da Lusi, una parte resta in cassaforte e la parte restante? Beppe Fioroni, da sempre uno che parla chiaro, spiega: «Il finanziamento di iniziative politiche, ma anche di campagne elettorali di ex dirigenti della Margherita confluiti nel Pd o restati nel perimetro del centrosinistra, compreso l'Api di Rutelli, è previsto dallo Statuto, è perfettamente legale».

E così diventa più chiara la vita reale della Margherita dopo il suo (apparente) scioglimento: tutti coloro che, forti dell'antica militanza, chiedevano una mano a Lusi, potevano sperare di averla. Sapendo di non commettere reati. Forti di quel paradosso tutto italiano dei partiti-zombie: sciolti, ma ancora vivi.

 


IERI TUTTI ALLO STADIO OGGI NESSUNO AL LAVORO - IN TRIBUNA CICCHITTO E GASPARRI IN UN REMAKE DI TOTÒ E PEPPINO A MILANO

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Foto di Mezzelani-GMT

usa thorne foto mezzelani gmt

1- IERI TUTTI ALLO STADIO OGGI NESSUNO AL LAVORO
Da "il Giornale" - I tifosi della Roma se lo sentivano: all'Olimpico contro l'Inter sarebbero fioccati i gol. Sono stati 4 e sugli spalti hanno festeggiato 33mila coraggiosi, che hanno sfidato i ghiacci momentanei della Città eterna per andare allo stadio. Di certo non un pienone per un big match come quello coi nerazzurri. Ma neppure il deserto siberiano che ci si aspettava in una città raccontata come paralizzata.

vip vip foto mezzelani gmt

Così la Curva Sud all'Olimpico ieri era una delle poche curve ripulite dalla neve e per 90 minuti l'emergenza è stata meno emergente. Oggi, invece, uffici chiusi e di nuovo tutti a casa. Che la Roma sarà pure «magica», ma per riportare i romani alla normalità serve il miracolo.

2- IN QUELLA "CAREZZA" DI IBRA LA STANCHEZZA PER UN PESO ECCESSIVO
Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"

totti foto mezzelani gmt

Il Milan inciampa sui propri limiti e su quelli istintivi di Ibrahimovic. Forse gli effetti non sono indipendenti. Ibrahimovic sa di essere quasi per intero il Milan, vuole anzi esserlo, prova piacere a immedesimarsi in questa parte completa. Se in mezzo a una partita irrisolta si lascia prendere da un soffio di pazzia è perché sente di non essere in grado di fare fino in fondo la sua parte, non riesce a decidere. A quel punto viene fuori il bullo. Cammina lento verso i rissosi, a gambe e braccia larghe, come portasse le colt. Poi arriva, abbraccia il fratello più piccolo e scarica la manona sulla faccia del cattivo. La sua giustizia è fatta. Ha lasciato il segno anche stavolta.

tutti pazzi per borini foto mezzelani gmt

Galliani dice che non è violenza, solo comportamento antisportivo. Ne va della durata della pena. Vorrei capire cosa si può fare di sicuramente violento più di coprirsi dietro un compagno per dare uno schiaffo a un avversario. La violenza non si giudica dalla gravità delle conseguenze. È violenza la premeditazione, il tradimento, far finta di abbracciare un compagno per alzare le mani.

Per carità, mai scandalizzarsi nel calcio, ne ho viste tante. Ma mai nemmeno prendersi in giro. Il gesto è brutto e violento. Giudichi il giudice. Un anno fa si cercò di dire che Ibrahimovic aveva inveito contro sé stesso quando fu espulso per aver pesantemente offeso il guardalinee. Lo disse il Milan, Ibrahimovic accettò l'equivoco. Salvo poi scrivere nella sua biografia ufficiale che aveva mandato tre volte a quel paese l'assistente dell'arbitro.

tifo roma foto mezzelani gmt

Senza Ibra il Milan vinse nel finale il campionato scorso. Cinque giornate di assenza, sette nella stagione, per un totale di 18 punti fatti su 21 disponibili. Ibrahimovic rientrò quasi di soppiatto, appena in tempo per partecipare alla partita che festeggiò lo scudetto. C'era però in quel tempo un grande Pato. Oggi manca lui, mancano Cassano e lo stesso vecchio Inzaghi, senza Ibrahimovic restano solo i danni, non le sorprese. Era il momento peggiore questo per metterla sulla spacconeria.

tifo roma foto mezzelani gmt

Ma la piccola follia sa di stanchezza, di carattere sfinito. Ibrahimovic si porta sulle spalle i problemi del Milan da inizio stagione. È lui la vera differenza di una squadra con tante toppe. Dietro Ibra manca una vera guardia reale, tutti hanno il peso di sentirsi comparse. Manca una formazione, mancano riferimenti. Dopo Natale il Milan ha segnato solo in due partite su cinque, tre volte non ha segnato, naviga a vista, s'ingegna ma non inventa. Questo sente Ibrahimovic, che tutta la sua stanchezza non sta bastando più.

svegliaaaaaainter foto mezzelani gmt

Dell'Inter vorrei capire una cosa: ma davvero mancavano i mediani? E la corsa, il gioco, la fantasia, chi dovrebbe portarli? Non ci sono né ali né mezze ali, chi deve fornire palloni agli attaccanti? Eppure quattro mediani non bastano a proteggere una difesa da otto gol in due partite. Se schemi così corazzati non sanno dare equilibrio, la colpa non è degli schemi. È dei giocatori.

tempestilli vigile foto mezzelani gmt


3- MALAGÒ: "SMENTISCO CHE SARÒ PRESIDENTE ESECUTIVO DELLA ROMA"
Marco Violi per Romagiallorossa.com - Giovanni Malagò, presidente del Circolo Canottieri Aniene, a Romagiallorossa.com smentisce categoricamente un suo possibile ruolo come presidente esecutivo nella Roma: "Devo dire a lei quello che ho detto ad altri colleghi. Non so come queste voci su un mio impiego come presidente esecutivo nella Roma siano uscite fuori - dice seccamente Malagò - Però la devo smentire questa voce nella maniera più categorica possibile.

super borini foto mezzelani gmt

Forse il mio nome è stato accostato alla Roma visti i buoni rapporti che ho con Unicredit, ma devo fare una precisazione: sono stato consigliere della banca per oltre 10 anni, ma da circa un anno, ossia da quando sono cambiati i quadri dirigenziali in Unicredit, non faccio più parte del Cda. Per carità, i miei rapporti sono ottimi, faccio parte del consiglio territoriale di Unicredit, ma tengo a precisare che non sono stato contattato per un ruolo nella Roma come presidente operativo nè in altri ruoli", conclude Malagò

sora sensi foto mezzelani gmt

 

GIANLUIGI NUZZI: “MAI COMPRATE LE LETTERE DI VIGANҔ - SQUINZI NON HA MAI COMMENTATO LA CANDIDATURA DI ANDREA RIELLO

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Riceviamo e pubblichiamo:

nuzzi

Lettera 1
Caro Dago,
Le lettere che abbiamo mostrato agli Intoccabili di mons. Carlo Maria Viganò al Papa nelle quali denuncia la "corruzione" in Vaticano non sono state acquistate se escludiamo qualche caffè (una volta anche un cappuccino con cornetto) consumati con fonti ed esperti per confezionare la puntata. Il resto è il solito venticello anonimo di chi vuol fare guardare il dito e non la luna....Buon lavoro!
Gianluigi Nuzzi

CARLO MARIA VIGANO jpeg

Lettera 2
Caro Dago,
a proposito del vostro avviso ai naviganti di oggi : "Gli imbarazzanti tira e molla......", vorrei precisarti che mai Giorgio Squinzi ha chiesto l'annullamento dell'incontro a Mogliano Veneto, né ha mai fatto alcun commento sulla candidatura del dottor Andrea Riello. Più semplicemente aveva informato gli organizzatori, già da tempo, che per precedenti impegni non avrebbe potuto partecipare. Oggi è stata inviata una lettera a tutti i Presidenti invitati per chiarire l'equivoco. Te la allego di seguito
Un cordiale saluto
Giuliana Paoletti

Giorgio Squinzi

Caro Presidente,
ritengo il Triveneto una delle colonne portanti ed insostituibili del Paese e di Confindustria per la qualità dei colleghi e l'intelligenza della visione industriale, elementi che fanno del Nord Est uno dei pilastri nel panorama della nostra economia. Per questo motivo ho quindi dato, felice di un confronto, ampia disponibilità agli organizzatori per l'appuntamento di Mogliano Veneto, a cui so parteciperai.

Avevo accettato la prima data proposta per il 23 gennaio, poi spostata al 26. Ho accettato, con qualche problema, anche il successivo slittamento al 6 febbraio. Quando mi è stato proposto un ulteriore spostamento ho detto subito e chiaramente che il 7 febbraio sarebbe stata per me una data impossibile, in quanto già impegnato con i colleghi della Toscana. Sono quindi veramente sorpreso, e dispiaciuto, di come si stia presentando, strumentalizzandola, la mia assenza all'incontro del prossimo 7 febbraio; la mia presenza, affinché tu lo sappia, non è mai stata prevista.

MASSIMO DALEMA

Ti inviterei ad informare compiutamente, in proposito, tutti i partecipanti alla riunione confermando loro la mia piena disponibilità ad incontrarli per illustrare e condividere le mie idee sull'organizzazione e sulle scelte di politica industriale per il nostro Paese, con la speranza di ricevere da te e da tutti loro indicazioni e suggerimenti con il solo scopo di costruire insieme la migliore Confindustria possibile.Ti ringrazio anticipatamente per la collaborazione e ti saluto cordialmente

FORNERO PENSOSA

Lettera 3
Caro Dago, alla luce della disgrazia ormai nota a tutti, visto le enormi difficoltà che stanno avendo per cercare il modo più opportuno di "succhiare" il carburante dalla nave, i signori armatori che costruiscono o fanno costruire questi mostri, hanno pensato di far predisporre degli appositi boccaporti, opportunamente dislocati all'esterno dello scafo, in modo tale da poter essere facilmente accessibili in caso di bisogno?
Chissà mai se c'hanno mai pensato!
Pino Ruggiu - Catanzaro

ANNAMARIA CANCELLIERI

Lettera 4
Spettabile redazione di Dagospia, vi pare normale che ieri, dopo 15 minuti di tg2 sul freddo e la neve ci abbiano propinato 10 minuti di D'Alema in qualità di presidente di non so quale fondazione, in un non meglio identificato Paese africano (mi sembra) a parlare con i responsabili di governo di tale Paese e a visitare le scuole ed i bambini.....è forse lui il ministro degli Esteri che agisce dietro le quinte? Ed è questa una notizia tale da darne conto in un tg (quello delle 20,30) nazionale? Preferisco l'anonimato. Grazie. Anonimo.

Lettera 5
ma potra' mai un ex sindacalista cgli far funzionare le ferrovie italiane ???
poveretto !!! per favore mi dite quando e come si e ‘ laureato il nostro eroe ??
per non parlare della ministra cancellieri !!!
ma dave vengono ??
sono piovuti dal cielo ???

ALEMANNO SPALA NEVE jpeg

Lettera 6
Con le ultime dichiarazioni le due ministre Fornero e Cancellieri fanno capire che non si tratta di un governo di tecnici ma di boiardi strapagati, che non hanno la minima idea della vita e delle difficoltà della gente comune. Perlomeno Berlusconi era stata votato!
Ma il taglio dei costi della politica e la lotta alla corruzione dove sono finiti nell'agenda del governo Monti?Altro che posto fisso e art.18!
Sanranieri

Lettera 7
Caro Dago,
adesso arriva il ministro Anna Maria Cancellieri con la sua battuta sui giovani alla ricerca di un lavoro con l'appellativo di"mammoni". Davvero gli appellativi si sprecano per un
problema che esiste da tempo e che viene affrontato all'insegna di slogan che lasciano il tempo che trovano. Invece di fare affermazioni del tutto gratuite, non sarebbe ora di affrontare il problema come priorità, almeno per il prossimo decennio?. Cordiali saluti.
Giovanni Attinà

IL PREFETTO FRANCO GABRIELLI

Lettera 8
Caro Dago, dopo una Frignero abbiamo anche una Ciancelleri che spara bordate verbali senza protezione. In due fanno una bella coppia nello sparare dichiarazioni più o meno sfrontate e che logicamente verranno smentite con la solita storia del fraintendimento etcc.. Forse questa volta però le due hanno fatto centro sia sul posto fisso di lavoro e sia sulla sua vicinanza a mamma e papà, perchè si riferivano a Martone.
Cordiali saluti
Roberto

ROMA SOTTO LA NEVE

Lettera 9
Caro DAGO
se un sindaco e un responsabile della protezione civile si sono riuniti e non sono riusciti a chiarirsi dove e quanto nevicherà, per non saper nè leggere nè scrivere, potendo, li manderei entrambi ad altro incarico sui due piedi. E anche Michele Serra, che si permette di scrivere che "spostarsi non è un diritto" senza tener conto che la cosa pubblica si ingoia piu' di metà del PIL fra imposte dirette e indirette, quindi un po' si sale da spargere per terra dovrebbe averlo...no? Quanto ai romani, capita la lezione, mano alle pale, senza nulla aspettarsi da lorsignori. Ma cazzo, i finlandesi come fanno? E i danesi? e i canadesi? Guarda che talvolta nevica anche a Gerusalemme...!BLUE NOTE

ROMA SOTTO LA NEVE

Lettera 10
Caro Dago,
finché i sindaci faranno i politici piuttosto che gli amministratori, strare in mezzo alla neve è una fortuna
ilm'ot

Lettera 11
Si parla solo di Roma ma di quello che sta succedendo nella provincia silenzio come al solito. ci sono paesi che da tre giorni sono senza luce e acqua e tutti tacciono. Zingaretti dove sei? Vai almeno anche tu a spalare la neve.
Paolo rip

NICOLA ZINGARETTI

Lettera 12
Egregio Direttore,
sulla questione che si è accesa tra il Sindaco di Roma e la Protezione Civile non capisco perchè la stessa Protezione Civile evita di intervenire a livello PREVENTIVO nei casi che gli vengono segnalati da cittadini o associazioni ambientaliste che riguardano nuove costruzioni in zone dei Comuni soggette ad allagamenti in caso di intense pioggie.
Sembra quasi che la Protezione Civile non opera in modo preventivo, chiedendo chiarimenti ai Comuni, ma aspetta che le cose diventino pericolose (o fuori controllo) per poi intervenire con vistosa difficoltà. Una situazione assurda che merita di essere chiarita dai responsabili regionali e dai politici a tutela dei cittadini.
Bertolino Marino

Lettera 13
Caro Dago,
il sale è sale, se nessuno lo specifica, che quello da neve è diverso da quello da cucina, la colpa mica è di Alemanno...anche io, la prima volta che ho cucinato una carbonara, è venuta Nakakata, ma poi ho imparato ( ma almeno non ho usato il sale da neve )...
Il dramma è per tutti quei quintali di bucatini sconditi che i romani hanno dovuto mangiare...

ROMA SOTTO LA NEVE

Alemanno ha detto che non aveva bisogno di niente, che poteva gestire la situazione anche da casa, ed era vero. L'unico vero e imperdonabile errore è stato quello di prendere, dalla biblioteca personale, "Cotto e Mangiato" invece del "Manuale delle Giovani Marmotte". Succede. Solidarietà. Ai romani.
PotereAiPiccoli

 

IL CINEMA DEI GIUSTI - BEH, LA BUONA NOTIZIA È CHE IL CULO DI CLAUDIA GERINI FA ANCORA LA SUA PORCA FIGURA

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‘'Com'è bello far l'amore'' di Fausto Brizzi.

MARCO GIUSTI

Marco Giusti per Dagospia

Beh, la buona notizia è che il sedere di Claudia Gerini, anche ripreso in 3D da Fausto Brizzi in "Com'è bello far l'amore", fa ancora la sua figura. E il cinema italiano non può che ringraziare. Quella cattiva è che malgrado sia sbandierato come commedia sexy, con tanto di set porno, dark room, e Filippo Timi come re dell'hard dal nome esplicativo di Max TwentyFive, e 25 sono proprio i centimetri dell'attrezzo, in questo film, per aggirare divieti e censure, le mutande non se le toglie nessuno.

come bello far lamore DE LUIGI CLAUDIA GERINI

Del resto sapevamo da tempo che la differenza fra un film d'autore con la Gerini e una commedia con la Gerini è che nel film d'autore la Gerini le mutande se le toglie, nella commedia no. Per fortuna qualche battuta buona c'è. Come un "Tu sei molto stressato... Vuoi pompino?", detta dalla pornostar Vanessa, cioè Giorgia Wurth, a Fabio De Luigi, sposato da vent'anni con la Gerini, che ha avuto la sciagurata idea di invitare a casa sua il vecchio amico di lei, cioè Max-Timi senza sapere della sua professione di artista dell'hard.

Come e bello far l Amore D Fausto Brizzi

Battuta, va detto, che somiglia parecchio a quella, celebre, che Dino Risi attribuiva a Anita Ekberg richiesta, su un famoso set felliniano, ti tirare su lo stressato Maestro: "Io no interessata a pompetto!". Vero, falso, leggenda?

E' notevole anche il record dichiarato da Timi di orgasmi in auto sulla Roma-Firenze: "Tre orgasmi casello casello. Orte, Arezzo e Figline Valdarno!". C'è anche una bella dichiarazione d'intenti per rivitalizzare l'industria del porno nazionale: "Basta con i soliti porno italiani due camere e cucina!". L'idea, va detto, non è male. Come nel vecchio "Teorema" di Pasolini, di cui questo film è una specie di remake in versione comedy, l'arrivo dello straniero, in questo caso il pornodivo Timi, provoca una serie di smottamenti all'interno della famiglia borghese.

IL CAST DI COM e BELLO FAR L AMORE DI FAUSTO BRIZZI

Dalla cameriera, per Pasolini era Laura Betti e qui una Virginia Raffaele truccata da cameriera sudamericana assatanata, al ragazzino che scopre finalmente il sesso. Dal padre, un Fabio De Luigi un po' addormentato che calcola il suo record di orgasmo con la moglie in un minuto e 36 secondi, a una madre, appunto la Gerini, un po' annoiata dalla routine.

COM e BELLO FAR L AMORE FAUSTO BRIZZI

Rispetto alle commedie uscite negli ultimi tempi, cioè "Immaturi - Il viaggio" e "Benvenuti al Nord", almeno il film di Brizzi, scritto con Marco Martani, Andrea Agnello e i gagmen Riccardo Cassini e Marco Terenzi, tenta una carta originale, fa degli esperimenti e non si limita alla piatta logica del sequel o del film a tanti personaggi a cui pure ci aveva abituato.

Gioca inoltre, quando può, sul cinema, sul confronto-scontro fra cinema d'autore e commedia, aprendo a buffi sketch con i Lumière che inventano il cinema realistico, l'arrivo del treno, perché si vergognano a mostrare il loro porno una volta girato, o con Margherita Buy che fa il verso a se stessa in un film ultradrammatico.

CLAUDIA GERINI FABIO DE LUIGI NEL FILM DI FAUSTO BRIZZI

O con Timi, cioè il protagonista di "Vincere" di Marco Bellocchio e di "In memoria di me" di Saverio Costanzo che ironizza in una sala piena di ragazzi che pomiciano sull'uso dei tempi morti nei film d'autore di Bellocchio e Lars Von Trier.

COM e BELLO FAR L AMORE FAUSTO BRIZZI

E la cosa divertente è che proprio la Wildside, la casa di produzione fondata da Brizzi assieme a Mario Gianani e Lorenzo Mieli, non solo ha prodotto film d'autore come "Vincere" e "In memoria di me", ma ha ancora in lavorazione "Io e te", il nuovo film di Bernardo Bertolucci, cioè il massimo del cinema d'autore, che doveva essere girato in 3D assieme a questa commedia sexy.

CLAUDIA GERINI FABIO DE LUIGI IN COM e BELLO FAR L AMORE

Magari pretendiamo troppo dalla nostra commedia e dovremmo accontentarci di una serie di bravi attori, De Luigi ha tempi perfetti e riesce a togliere ogni volgarità anche dalle situazioni più pesanti, Timi sembra finalmente divertirsi dopo i lugubri personaggi di cattivi visti a Venezia e la Gerini è fantastica come sempre, di qualche bella sequenza comica, come quella di Lillo farmacista che vende i preservativi e l'"anello del piacere" a De Luigi, di una serie di belle canzoni, dalla celebre "Tanti auguri" di Raffaella Carrà all'inedita "Com'è bello far l'amore" cantata da una Patty Pravo in gran forma (lei sì che ha avuto un passato hard con una celebre serie di fotografie scandalose per "Le ore").

CLAUDIA GERINI IN COM e BELLO FAR L AMORE DI FAUSTO BRIZZI

E Brizzi, da sceneggiatore, sa comunque strutturare bene un film senza tempi morti e troppi finali. Certo, la storia offriva più di quello che vediamo e certe gag, soprattutto quelle più da cartoon con Virginia Raffaele, potevano essere sviluppate con maggiore grazia. Qualche concessione al cattivo gusto, i titoli iniziali e il videogioco, ci potevano essere risparmiati. Però solo vedere assieme, per la conferenza stampa del film, Filippo Timi e Patty Pravo cinguettare, ci ha ripagato di molte facili ironie sul nostro cinema d'autore. Però qualcosa di più ce lo aspettavamo.

 

MI PRENDI PER IL NASO? - L’EBREO MONI OVADIA SI CONGRATULA CON VAURO PER LA VIGNETTA SULLA NIRENSTEIN CON IL NASO ADUNCO

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1- NON C'È UN NASONE POLITICAMENTE CORRETTO
Pierluigi Battista per il "Corriere della Sera"

Fiamma Nirenstein ADS

Se si applicasse il principio un po' barbaro del «non poteva non sapere», Moni Ovadia sarebbe condannato con una pena molto severa. Moni Ovadia che non sa che la raffigurazione mostrificante del naso adunco fa parte di una lunga e spregevole tradizione iconografica antisemita? Ma andiamo, è impossibile.

Perciò se Moni Ovadia ha deciso di congratularsi con il vignettista di nome Vauro che aveva dileggiato con il naso adunco e una stella di Davide come segno identificatore un'ebrea italiana, Fiamma Nirenstein, «colpevole» solo di pensarla diversamente da Vauro e di aver scelto uno schieramento politico opposto a quello del vignettista, allora ne dobbiamo dedurre che Moni Ovadia si è distratto.

VAURO SENISE

O che è vittima di un oscuramento momentaneo della sua vigile coscienza. Oppure, ma davvero non vorremmo pensarlo, che ha scelto di transigere su una brutta storia di antisemitismo camuffato, di non vedere, accecato da una faziosità politica furente a sensibilità doppia: severo, severissimo con i nemici, indulgente, accomodante, per così dire omertoso con i suoi compagni di avventura politica.

Se fosse vera l'ultima ipotesi, ma tremiamo alla sola idea che un raffinato intellettuale come Moni Ovadia possa cadere in un'ipocrisia così miserabile, dovremmo concludere che la battaglia contro la tentazione antisemita vada a corrente alternata. Inoltre Moni Ovadia sembra prigioniero di una forma acuta di paranoia politica. Dice che Vauro sarebbe vittima di un'occulta manovra di una Destra tentacolare e insidiosa.

Ma omette di dire che il giornalista condannato da un tribunale italiano solo per aver rudemente criticato la vignetta dell'ebrea con il naso adunco, Peppino Caldarola, è un giornalista di sinistra, con un passato e un presente tutto interno alla tradizione della sinistra, e in particolare della sinistra cresciuta nel Partito comunista italiano. Ma l'accecamento politico è proprio questo: sorvola sul naso adunco e sul dileggio della stella di Davide quando è frutto di una vignetta disegnata da chi è politicamente vicino e si inventa, come i paranoici, un gigantesco complotto della Destra mondiale per colpire un povero disegnatore.

grtnd21 moni ovadia

No, non può essere malafede: sarebbe una delusione troppo grande per chi ha nutrito stima per Moni Ovadia. Diciamo che il doppio standard gli viene naturale. O patologico, come un tic che non si riesce a controllare. E poi si può sempre legittimamente cambiare idea. Come Gad Lerner, che scherza con quel discolaccio di Vauro per via del «nasone».

Ma scherza solo ora, perché quando un topo da Radio Padania berciò sconcezze sul «nasone» di Lerner, quest'ultimo giustamente non scherzò e querelò chi aveva associato un ebreo a un «nasone». Certo, il «nasone» del leghista è antropologicamente inferiore al «nasone» del vignettista politicamente corretto. E quindi si capisce che Lerner applichi due pesi a due misure diverse. Mica i «nasoni» hanno tutti lo stesso peso.


2- NIRENSTEIN - OVADIA DIFENDE LA VIGNETTA DI VAURO
Da "il Fatto Quotidiano"

ysoc63 x caldarola

Con un intervento sull'Unità, Moni Ovadia difende Vauro nella vecchia questione di una vignetta su Fiamma Nierenstein, deputata Pdl. Il dibattito si è riacceso dopo che il tribunale ha condannato per diffamazione Peppino Caldarola, che sul Riformista aveva scritto che Vauro definitiva la Nierenstein "una sporca ebrea" (cosa che il vignettista non hai mai scritto).

Il drammaturgo, scrittore e cantante spiega le sue ragioni: "Le vignette di Vauro sono giustamente feroci, ma per sostenere che quella vignetta avesse intenzioni antisemite, antiebraiche o anti-israeliane , bisogna essere profondamente in malafede. [...] Il linguaggio della vignetta è trasparente e prende di mira, insieme alla signora Nierenstein, tutti coloro che fanno dell'ebraismo o delle simpatie filosemite un'ideologia politica che mira ad accreditare le destre berlusconiana e post fascista come veri amici degli ebrei [...] Personalmente sono grato a Vauro per aver denunciato con la folgorante sintesi che gli è propria il marasma di stereotipi che sostiene il mediocre polverone propagandistico della nostra patetica destra "filoisraeliana" & Co.".

Gad Lerner

 

BORSE DEBOLI, MILANO -0,3% - L’UE MINACCIA: “SIAMO OLTRE IL LIMITE”, ATENE ABBOZZA: “VIA 15MILA POSTI PUBBLICI"

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MARIO DRAGHI MERKEL

 

fitch ratings

BANCHE: FITCH TAGLIA RATING MPS, INTESA, UBI, B.POPOLARE...
Radiocor - Fitch Ratings ha annunciato di aver ridotto i rating di Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, Iccrea Holding, Unione di Banche Italiane e Intesa Sanpaolo. Al tempo stesso l'agenzia americana ha confermato i giudizi di UniCredit, Banca Popolare di Sondrio e Banco di Desio e della Brianza. Tutti gli Idr (Issuer Default Rating) sono stati levati dal credit watch negative dove erano stati piazzati il 20 di dicembre.

La decisione segue la riduzione del rating sovrano dell'Italia da A+ ad A- annunciata il 27 di gennaio. Nello specifico, Fitch ha abbassato Mps e B.Popolare da BBB+ a BBB mentre Ubi e Iccrea scendono da A- a BBB+. Intesa SanPaolo inoltre passa da A ad A-. Confermati invece Unicredit, Banca Popolare di Sondrio e Banco di Desio e della Brianza ad A-.

 


1 - BORSA, LA GIORNATA: MILANO DEBOLE, RALLY FONSAI-UNIPOL...
(LaPresse) - Giornata fiacca per i listini europei all'indomani del mancato accordo tra Atene e creditori privati sulla ristrutturazione del debito della Grecia. Milano chiude in moderato calo con l'indice Ftse Mib che perde lo 0,3% a 16.389,82 punti e il Ftse All-Share che lascia lo 0,12% a 17.393,21 punti. Oggi il portavoce del commissario Ue, Olli Rehn, ha ammesso che Atene "ha superato la data limite", ma ha auspicato che l'accordo arrivi già nei prossimi giorni. Dopo il bilaterale tra Francia e Germania di oggi, il presidente Nicolas Sarkozy e la cancelliera Angela Merkel hanno chiesto alla Grecia di assumersi le sue responsabilità, chiudendo l'accordo e implementando le misure chieste dai prestatori internazionali della troika (Bce, Ue e Fmi).

MARIO MONTI ANGEL GURRIA

Sarkozy, in accordo con la Merkel, ha chiesto anche che Atene istituisca un fondo apposito in cui accantonare gli interessi sul suo debito come garanzia. A Roma, intanto, si sono incontrati il premier Mario Monti e il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, che ha lodato le riforme fatte e da fare del governo dei tecnici. In questo contesto, chiusura debole per le principali Borse europee. L'indice Ftse 100 di Londra cede lo 0,15% a 5.892,2 punti, il Dax di Francoforte lascia lo 0,03% a 6.764,83 punti e il Cac 40 di Parigi mostra un ribasso dello 0,66% a 3.405,27 punti. A Madrid, l'indice Ibex lascia lo 0,29% a 8.835,3 punti. Bene invece Atene, il cui listino generale schizza in alto del 3% a 785 punti.

Tornando a Milano, seduta mista per le banche. Salgono Banca Montepaschi (+2,61% a 0,3419 euro) e Banco Popolare (+3,11% a 1,46 euro). Quest'ultima ha invitato i portatori dei strumenti Tier 1 e Tier 2 del gruppo a offrire in vendita allo stesso Banco Popolare i titoli in loro possesso. L'offerta di Banco Popolare riguarda 12 emissioni per un valore nominale di circa 4 miliardi di euro. Nel resto del comparto perdono Popolare di Milano (-1,82% a 0,4909 euro), Mediobanca (-1,02% a 4,964 euro) e Intesa Sanpaolo (-2,37% a 1,527 euro), che ha a sua volta annunciato un riacquisto di bond per un valore nominale di 3,75 miliardi di euro, ma a mercati chiusi.

MARIO MONTI ALBERTO NAGEL

Bene Ubi Banca (+1,81% a 3,934 euro) e Unicredit (+1,6% a 4,184 euro). Tra gli altri titoli, giornata difficile per Fiat (-2,06% a 4,568 euro). Standard & Poor's ha deciso di porre il rating a lungo termine del Lingotto 'BB' in CreditWatch con implicazioni negative. L'amministratore delegato di Fiat-Chrysler ha affermato oggi che nel 2012 la concorrenza sarà "feroce", ma Fiat è pronta ad affrontare l'anno con umilità e in modo "combattivo". Tra gli altri industriali, giù Fiat Industrial (-2,82%), Finmeccanica (-2,02%), mentre salgono Ansaldo Sts (+0,27%) e Pirelli (+0,13%). Nel Mib bene anche Telecom Italia (+1,88%), Salvatore Ferragamo (+1,74%) e Snam (+0,97%).

Fuori dal listino principale, invece, rally per Fondiaria Sai e Unipol, più volte sospesi nel corso della seduta. La compagnia assicurativa che fa capo ai Ligresti termina in rialzo del 31,32% a 1,33 euro, mentre quella bolognese schizza in alto del 30,33% a 0,31 euro. Oggi FonSai e Unipol hanno comunicato che Mediobanca guiderà il consorzio di garanzia sui due aumenti di capitale finalizzati all'integrazione delle società. Con Piazzetta Cuccia hanno accettato di partecipare altre sette banche.

evangelos-venizelos

2 - BORSA, SPREAD BTP-BUND CHIUDE IN LEGGERO CALO A 373,5 PUNTI BASE
(LaPresse) - Chiusura in leggero calo per lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, che termina la seduta a 373,5 punti base. Il rendimento dei buoni del Tesoro italiani sul mercato secondario si attesta al 5,62%. Il differenziale aveva chiuso venerdì a 377 punti.

3 - GRECIA: UE, SIAMO GIA' OLTRE LE SCADENZE PREVISTE...
Radiocor - 'Ora la palla e' nelle mani delle autorita' greche, siamo gia' oltre le scadenze previste per gli accordi'. E' questo l'allarme lanciato dalla Commissione europea oggi in relazione all'evoluzione dei negoziati in corso ad Atene per la ristrutturazione del debito e per la definizione del secondo programma economico, base necessaria per il secondo prestito internazionale (Ue-Fmi). Il portavoce del commissario Olli Rehn e' stato molto secco: 'Non possono aggiungere di piu', la cosa certa e' che tutte le scadenze sono ormai alle spalle, bisogna fare in fretta'.

olli rehn

4 - GRECIA, GOVERNO ACCETTA TAGLIO DI 15MILA POSTI PUBBLICI
(LaPresse/AP) - Il governo di coalizione in Grecia ha accettato la richiesta dei creditori internazionali di tagliare 15mila posti di lavoro nel settore pubblico nel 2012. Lo rende noto il ministro per le Riforme del settore pubblico, Dimitris Reppas.

OBAMA E HILLARY CLINTON

5 - IRAN: OBAMA BLOCCA GLI ASSET GOVERNATIVI IRANIANI IN USA...
Radiocor - Il presidente americano Barack Obama ha firmato un ordine esecutivo che blocca tutti gli asset negli Stati Uniti di esponenti del Governo di Teheran e degli istituti finanziari iraniani, tra cui quelli della Banca Centrale. E' quanto si legge in una nota della Casa Bianca, in cui si spiega che la decisione e' stata presa 'alla luce delle pratiche ingannevoli portate avanti dalla Banca Centrale iraniana e da altre banche, delle mancanze nelle strategie anti-riciclaggio di denaro e della debolezza della loro applicazione, e alla luce del rischio continuo e inaccettabile posto al sistema finanziario internazionale dalle attivita' iraniane'.

AHMADINEJAD NUCLEARE

6 - IRAN: TAGLIEREMO FORNITURE DI PETROLIO SOLO A PAESI "OSTILI"...
Finanza.com - Il taglio delle forniture di greggio da parte dell'Iran sarà solo simbolico. Lo ha annunciato Rostam Ghasemi, il Ministro del Petrolio iraniano. "Taglieremo le forniture solo ai Paesi europei più ostili", ha detto Ghasemi. Quando parla di stati "ostili" l'Iran in genere fa riferimento a Gran Bretagna, Francia e Germania che da Teheran acquistano solo quantità marginali di petrolio.

Inizialmente le autorità iraniane avevano parlato di un taglio tout court alle vendite all'Ue. Secondo gli analisti l'ammorbidimento della posizione è dovuto alla necessità delle autorità iraniane di ottenere pagamenti in euro e dollari. Le transazioni con India e Cina, due dei principali mercati di sbocco del petrolio targato Teheran, vengono ormai regolate solo in rupie e renminbi.

Enrico Cucchiani

7 - INTESA SANPAOLO LANCIA RIACQUISTO BOND PER 3,75 MLD...
(LaPresse) - Intesa Sanpaolo annuncia il riacquisto di bond per un valore nominale di 3,75 miliardi di euro. L'offerta è indirizzata ai possessori di titoli subordinati Tier 1, con un prezzo compreso tra il l'88% e il 91% a seconda del tipo di obbligazione. Il termine finale per l'operazione è fissato al prossimo 14 febbraio. L'invito, spiega l'istituto di credito, "permetterà all'acquirente di incrementare il proprio Core Tier 1 Capital ai fini regolamentari in virtù della plusvalenza derivante dall'acquisto dei titoli a un prezzo inferiore al loro valore nominale".

8 - UNICREDIT: RIACQUISTA BOND PER 1,8 MLD, ESBORSO PARI A 1,33 MLD
Radiocor - Si e' chiuso con adesioni pari a un valore nominale di 1,29 miliardi di euro e 473 milioni di sterline l'invito rivolto a UniCredit ai portatori di titoli di debito emessi dalla banca. Il valore nominale complessivo dell'operazione e' di 1,8 miliardi di euro. L'offerta di riacquisto riguardava complessivamente titoli per 4,3 miliardi di euro e per 1,1 miliardi di sterline.

FEDERICO GHIZZONI

UniCredit paghera' un corrispettivo di 1,327 miliardi, che secondo quanto si apprende da fonti di mercato comporta un effetto positivo lordo di circa 530 milioni. L'impatto sul core tier 1 e' superiore agli 11 punti base. L'operazione e' stata curata da UniCredit Bank come dealer manager e da BofA Merrill Lynch, Mediobanca e Ubs Investment Bank come appointed dealer manager. Lucid Services Limited ha agito come tender agent.

la mappa dei gasdotti dal Corriere della Sera

9 - GAS, ALLERTA FLUSSI, RIDOTTE FORNITURE AD AZIENDE...
Reuters - Situazione critica, ma in miglioramento per il gas in Italia, anche se oggi dovrebbe registrarsi il picco di consumi a causa dell'emergenza freddo che sta investendo il Paese. Da domani, intanto, in anticipo rispetto a giovedì prossimo, partiranno le prime interruzioni di fornitura di gas verso i clienti cosiddetti interrompibili, ovvero le aziende che pagano meno la materia prima, accettando restrazioni nella fornitura di gas qualora ci fossero problemi al sistema. Non accadeva dalla prima crisi Russia-Ucraina nel gennaio 2006.
"La situazione è sicuramente critica, perché dalla Russia e dalla Francia sono diminuiti i flussi, ma la situazione è ben monitorata", ha detto il ministro allo Sviluppo economico, Corrado Passera, a margine di un convegno a Milano.

"Ieri abbiamo deciso di passare al livello di allerta perché i consumi si sono dimostrati i più alti della storia e quindi siamo preparati anche a richieste superiori alle previsioni. Sono già stati attivati canali alternativi dall'Africa e altre parti", ha aggiunto Passera, ricordando che il problema che si è verificato al rigassificatore di Rovigo "ha creato ulteriore pressione".

gasdotto

10 - MALTEMPO, COMITATO GAS: ATTIVATA EMERGENZA, OK CENTRALI A OLIO...
(LaPresse) - Il Comitato per il monitoraggio e l'emergenza gas del ministero dello Sviluppo economico ha deciso di attivare lo stato di emergenza, secondo le procedure dell'Unione europea, e di avviare la messa in esercizio delle centrali elettriche ad olio combustibile, che consentiranno di contenere i consumi di gas a uso termoelettrico. E' quanto si legge in un comunicato diffuso dal ministero. Il Comitato ha inoltre deciso di attivare il contenimento dei consumi per i clienti industriali, "le cui clausole contrattuali prevedano tale possibilità". In questo modo, spiega la nota, "vengono tutelate pienamente le utenze domestiche, per le quali sono escluse conseguenze negative". Il Comitato si riunirà di nuovo domani.

Mario Draghi

11 - BCE: DEPOSITI OVERNIGHT SCHIZZANO A 511,4 MLD, SECONDO TOP DI SEMPRE
Radiocor - Tornano ben sopra 500 miliardi di depositi overnight delle banche presso la Bce segnano il secondo record di sempre dopo i 528 miliard i registrati a meta' gennaio. Gli istituti di credito hanno 'parcheggiato' allo sportello Bce, che paga un tasso dello 0,25%, un ammontare complessivo di 511,438 miliardi venerdi' in netto rialzo rispetto al valore del giorno precedente (488,689 miliardi). I depositi hanno conosciuto un consistente incremento da quando l'Eurotower a dicembre a messo a disposizione la prima ondata di titoli triennali e - secondo gli analisti - gli elevati livelli di deposito non sono da intendere necessariamente come un indicatore di tensione del sistema finanziario quanto piuttosto come conseguenza dell'alto livello di liquidita' presente nel sistema dopo gli interventi della Bce.

12 - EBA, MAGGIOR PARTE MISURE BANCHE IN LINEA SPIRITO REQUISITI...
(Reuters) - L'Eba definisce poco accurati e fuorvianti gli articoli di stampa sui risultati dei piani di ricapitalizzazione delle banche e sottolinea che la maggior parte delle misure proposte dagli istituti di credito appaiono, come aggregato, in linea con lo spirito delle raccomandazioni dell'authority.

"L'Eba sta sta ancora esaminando i piani delle banche. Nonostante sia troppo presto per commentare sulla aderenza dei piani ai criteri Eba, l'authority è stata impressionata della disponibilità delle banche a prendere tutte le misure appropriate per centrare i requisiti richiesti", si legge in una nota. L'Eba fornirà informazioni puntuali sui progressi dopo il meeting del board of supervisors dell'8-9 febbraio.

Andrea Enria

13 - BANCHE: MUSSARI (ABI), L'AUTORITA' EUROPEA NON CI CONDANNA
(ASCA) - ''L'Eba (Autorita' bancaria europea - ndr) non ci condanna, ma ha fatto un esercizio sui titoli di Stato''. Lo ha detto Giuseppe Mussari dell'Abi, a margine dell'assemblea Confindustria di Padova. ''Le banche italiane hanno titoli di Stato italiani e in questo momento i titoli di Stato italiani soffrono sui mercati anche se stanno recuperando e da qui una necessita' temporanea e straordinaria di piu' capitale legata all'esposizione verso il nostro paese. Noi riteniamo - ha concluso Mussari - che l'esposizione verso il nostro paese sia l'esposizione piu' sicura che una banca possa avere, e qui inizia il dibattito''.

MUSSARI BAZOLI resize

14 - ABI: PROSSIMA RIUNIONE ESECUTIVO IN TRASFERTA, IL 17 A BOLOGNA...
Radiocor - Banchieri in trasferta per il prossimo Esecutivo dell'Abi. L'organismo dell'associazione di Palazzo Altieri, che doveva riunirsi questo mese a Roma, ha rinviato l'appuntamento di una settimana e, secondo quanto risulta a Radiocor, ha deciso di organizzare la riunione a Bologna per il prossimo venerdi' 17. L'incontro nella citta' delle due torri ha un motivo logistico: il giorno dopo si terra' nella vicina Parma il convegno annuale degli operatori finanziari al quale interverra' per la prima volta il nuovo Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Al Forex, per prassi consolidata, e' folta la platea dei banchieri.

15 - IMPRESE:ARRIVA CLASS ACTION PMI CONTRO'GRANDI'CHE NON PAGANO...
(ANSA) - C'é anche la possibilità di "class action" contro le grandi aziende che pagano in ritardo le imprese fornitrici, nel ddl che la commissione Industria della Camera riprenderà giovedì prossimo. E' infatti previsto una riunione del comitato ristretto che dovrebbe approvare il testo base di sintesi delle sei Proposte di legge finora depositato. Non si parla invece, spiega il relatore Andrea Lulli (Pd) di pagamenti della P.A, su cui è stata già approvata una delega nello Statuto delle imprese.

 

 

CHI SARÀ QUELL’EX MINISTRO (MASCHIO) CHE HA UN DEBOLE (RICAMBIATO) PER UN DEPUTATO (MASCHIO) DALLA SUA REGIONE?

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Bigador per Dagospia

1- Evvai con la Lobby! E chi da' il calcio d'inizio? Ma il padrone di casa, ovvio. Cosi il presidente del Senato, avvocato Schifani, esordisce: "Qualche lamentela degli avvocati non e' infondata". A breve tocchera' anche agli altri...

schifani crimi foto mezzelani gmt

2- Giu' la maschera. Lo diciamo da giorni, ma e' sempre piu' evidente. I tecnici di SuperMario sono la perfetta espressione del nostro Banana. Oggi Matteoli loda apertamente Passera, ma anche altri sono molto vicini al Pdl. E' d'accordo ministro Fornero?

3- Altra conferma del rapporto Pdl-tecnici arriva del "cicalino" e dalla lista degli uffici stampa: oh, SuperMario e soci hanno attinto solo da una parte!

MAURIZIO LUPI

4- Ieri i fischi a Formigoni. Oggi la scarsa solidarieta' (di facciata) data al governatore da quel furbetto di Lupi. Oh, il poveretto (parliamo del caro Maurizio!) non sa piu' chi idolatrare, tutti i suoi punti di riferimento sono in crisi. Per fortuna c'e' la... Fede.

5- Donna di cuore. Di sentimenti. Donna che non dimentica. Quindi la Saltamartini e' tra i pochi parlamentari Pdl ha esprimere incondizionata solidarieta' ad Aledanno. Contenta Isabella.

GIANNI ALEMANNO BARBARA SALTAMARTINI

6- Angolo semipruriginoso: l'incantevole Giammanco ha ricevuto un invito-proposta da un parlamentare bruttino assai. Scusate se interveniamo in maniera cosi diretta, ma la ragazza e' confusa solo politicamente, non sul resto!

MAURIZIO SACCONI

7- Sacconi su Twitter ringrazia i 4000 follower che lo seguono. Tutta gente che ha cliccato sul suo nome in maniera spontanea. Molto spontanea. Lo sanno bene i collaboratori dell'ex ministro.

8- C'è una cosa di cui non si danno pace i Responsabili in Parlamento. Mancate poltrone governative? Nessun incarico politico di rilievo? Problemi per la rielezione? Macché, tutti a protestare, il mitico Scilipoti in testa, perché il nuovo ministro dell'Interno ha tolto loro la scorta, assegnata forse un po' frettolosamente dopo un paio di messaggi contro di loro usciti su qualche blog in internet...

9- Dopo aver deciso, chissà perché, di disertare definitivamente la sala stampa di Palazzo Chigi, Mario Monti ha fatto chiudere anche un'altra location utilizzata pressoché ogni giorno dal Priapo di Palazzo Grazioli per ricevere le delegazioni straniere e organizzarvi cene e ricevimenti ufficiali, la splendida Villa Madama. Costosissima nella manutenzione ma ora completamente inutilizzata...

10- A proposito dei soldi spariti dai conti della Margherita, qualcuno è mai riuscito a vedere, anche solo fugacemente, i rendiconti e i bilanci dei gruppi parlamentari? Qualcuno ha anche solo sommariamente una idea di come vengano spesi ogni anno così tanti milioni di euro da parte del tesoriere del gruppo parlamentare e del capogruppo del partito? Come mai i gruppi parlamentari dispongono di simili cifre in modo totalmente discrezionale e senza rendicontazione? Ah, saperlo...

ITALO BOCCHINO GIANFRANCO FINI SCILIPOTI E IL SUO SOSIA

11- Gli addetti ai livori sussurrano che dietro la scomparsa dalla tv del portachiavi di Fini, Italo Bocchino, che fino a pochi mesi fa era ospite fisso di tutti i tg e talkshow nonostante episodi come i weekend con l'Ape Regina in giro per l'Italia con scorta al seguito, ci sia una informale moral suasion arrivata ai direttori delle testate direttamente dai piani alti di Palazzo Montecitorio...

12- Chi sarà quell'ex ministro (maschio) del governo del Banana che ha un debole (assolutamente ricambiato) per un deputato (maschio) dalla sua regione, da lui fatto mettere in lista ed eleggere nel 2008? Ah, saperlo...

13-
Chi sarà quel deputato e giornalista del Pdl, di una certa stazza, che propone sempre cene ai colleghi ma si eclissa inevitabilmente al momento di pagare il conto, tanto che la sua "parsimonia" è diventata ormai una leggenda del Transatlantico? Ah, saperlo...

 

 

A DICEMBRE ALE-DANNO HA TOLTO LA COMPETENZA ALLA MUNICIPALIZZATA“AMA”PER DARLA ALLA SUA PROTEZIONE CIVILE DEL POLIZIOTTO

Next: 1- LA VORAGINE APERTASI NELLA “FABBRICA” DI VIA SOLFERINO (UN MILIARDO DI EURO DI DEBITI ) FA PAURA ANCHE A MEDIOBANCA PRIMO AZIONISTA NEL PATTO-CORRIERE DELLA SERA 2- ENTRO GIUGNO NAGEL&PAGLIARO DOVRANNO METTERE UNA PEZZA (QUALE?) AI DANNI FATTI CON L’ACQUSIZIONE FALLIMENTARE NEL 2007 DEL GRUPPO SPAGNOLO RECOLETOS 3- UN’OPERAZIONE DAI RISVOLTI OPACHI E CON QUALCHE CONFLITTO D’INTERESSE IN CUI A GUADAGNARE, OLTRE ALLA STESSA MEDIOBANCA E ALL’EX LAZARD GERARDO BRAGGIOTTI, SONO STATI GLI SPAGNOLI BOTIN (SANTANDER, GENERALI E SPONSOR MILIONARIO DELLA FERRARI) E IL SUO PARENTE JAIME CASTELLANOS (350 MILIONI DI PLUSVALENZE) 4- SI SPACCA IL FRONTE SINDACALE DOPO L’ANNUNCIO CHE LA “GAZZA” VA A CRESCENZAGO 5- A FINMECCANICA GIRANO SOLO LE “PALE” DEL NUMERO DUE ALESSANDRO PANSA IN ATTESA DI UNA NUOVA BUFERA GIUDIZIARIA TEMUTA MURA DAL VICE MINISTRO VITTORIO GRILLI 6- ALL’ATENEO OPUS DI TORRESCALLA, IL NUOVO CAPO DELLA COMUNICAZIONE FEN-OPUS (DEI) ERA COMPAGNO DI STUDI DI GIAN DAVIDE ORSI, IL FIGLIO DELL’AD DI FINMECCANICA
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GIANNI ALEMANNO

Alessandro Capponi per "Corriere della Sera - Roma"

Le lame spazzaneve a Roma, sono sotto la neve. Sono rimaste lì per qualche anno e di certo erano lì venerdì pomeriggio e venerdì notte, proprio mentre i romani erano bloccati sul Raccordo, o nelle tante strade paralizzate dalle precipitazioni atmosferiche e da un piano antineve che, oggettivamente, non ha funzionato. Alle otto della sera di quel venerdì, racconterà poi il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, «Alemanno mi ha telefonato, cercava uno spazzaneve».

GIANNI ALEMANNO

Un po' come tutti i romani, che si guardavano intorno nella speranza di trovare mezzi in grado di liberare le strade - e le loro vite - da quella morsa di traffico e neve. In quei momenti, le lame erano lì: ferme, abbandonate. Comprate - con i soldi dei romani - e poi lasciate lì, senza manutenzione.

Per trovarle basta andare in via Baccelli, a San Saba. Il deposito Ama si trova dietro un centro anziani: sono decine, sia fisse sia con i pistoni per girare. Sono di quelle da attaccare ai compattatori dell'Ama per trasformare i mezzi in spazzaneve: e sono di proprietà dell'Ama, comprate a più riprese in anni nei quali il piano antineve del Campidoglio puntava tutto sulla municipalizzata.

ALEMANNO SPALA NEVE jpeg

Poi, con l'arrivo di Gianni Alemanno al Comune, è cambiato tutto. Perché nel dicembre 2005 l'ordinanza antineve era chiara: «L'Ama deve fare fronte alle proprie incombenze con tutti i mezzi a disposizione e con il personale necessario, collaborando con gli organi comunali per lo sgombero della neve e per lo spargimento del sale». Invece, nell'atto del 14 dicembre 2011, il Campidoglio stabilisce che «Ama parteciperà a supporto, compatibilmente con i propri compiti istituzionali (...) per le opere di spazzaneve metterà a disposizione sei mezzi, tre pale meccaniche, una lama, due spandisale».

ROMA SOTTO LA NEVE

Sei mezzi. E il sale chi lo sparge? Il servizio giardini, «le ditte appaltatrici della manutenzione stradale» e le associazioni di volontariato. E chi sono i volontari che devono salvare i romani dal ghiaccio? Ci sono vigili in pensione, la «misericordia Appio tuscolano» e «Park forest rangers». La «Federcaccia». «Blu sub». Cacciatori e sommozzatori.

Il Pd, con il consigliere Athos De Luca, si indigna: «Quelle lame spazzaneve non utilizzate sono un monumento allo spreco e all'insipienza. E ciò dimostra che, per salvare la città dall'incubo neve, sarebbe stato sufficiente riuscire a organizzare quello che c'era. Anche perché affidarsi ad Ama avrebbe significato puntare su squadre organizzate, alle quali era sufficiente pagare gli straordinari. Invece si sono affidati alle ditte esterne.

ROMA SOTTO LA NEVE

E a quei volontari lì. Alemanno la smetta di dire che "Roma non è pronta alla neve": con lui, forse, ma prima i mezzi c'erano, c'era il sale, c'era tutto». Le lame spazzaneve, adesso, così abbandonate e senza manutenzione da anni, saranno probabilmente destinate alla dismissione. La signora del centro anziani che ce le mostra aspetta gli uomini dell'Ama: «Mi hanno telefonato perché vogliono prenderle, ma quando arrivano?». Troppo tardi signora, troppo tardi.

2- GLI UOMINI DEL DISASTRO: PROFETA, L'AGENTE AL POSTO SBAGLIATO
Luca De Carolis per "Il Fatto Quotidiano"


Le parole sono pietre, talvolta macigni. Tommaso Profeta, vicecapo di gabinetto del sindaco di Roma Alemanno, nonché direttore della Protezione Civile di Roma Capitale, forse l'avrà pensato mille volte in queste ore. E avrà rimpianto quella nota del 1 febbraio, che traboccava ottimismo: "La macchina delle emergenze del Campidoglio è pronta ad affrontare i rischi connessi a neve e ghiaccio che interesseranno Roma tra giovedì pomeriggio e domenica". Poi venerdì è arrivata la neve, e la promessa di "efficientare" è rimasta sulla carta. A farla rimbalzare sul web, il radicale Staderini, che ha chiesto le dimissioni di Profeta: "Torni a fare il suo lavoro".

xex 25 athos de luca

Già, perché il 42enne romano è un funzionario di polizia, che ha lavorato a Napoli, Palermo e Roma, per poi sbarcare a Washington, come ufficiale di collegamento tra polizia italiana e agenzie federali americane. Poi incarichi di prestigio al Viminale, sino alla chiamata di Alemanno nel 2008. Partito come vice capo di gabinetto, ora Profeta è anche responsabile della Protezione Civile romana. Ieri si è preso il dardo del governatore del Lazio, Polverini: "Oggi (ieri, ndr) per la prima volta è arrivata una lettera della Protezione Civile di Roma alla Regione Lazio che chiedeva le previsioni meteo. Ma noi comunichiamo a Comuni e le Province le previsioni che ci arrivano dalla Protezione civile nazionale, e le pubblichiamo su Internet".

prefetto Franco Gabrielli

Al Fatto, Profeta ribatte: "Quel comunicato del 1 febbraio lo riscriverei anche ora, perché era valido sulla base dei bollettini della Protezione civile nazionale. Avevano previsto neve solo da venerdì notte, e di 5-15 centimetri: invece ha cominciato a nevicare dalla mattina, e di neve ne ha fatta molto di più". Basta questo per provocare 280 chilometri di code sul Raccordo Anulare?

lame inutilizzate

Profeta replica: "La competenza sul Raccordo è dell'Anas, ed è stato l'effetto a catena della chiusura delle strade consolari, su cui sono competenti altri. Nessuna istituzione era preparata". Niente autocritiche: "Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, le carte lo provano". E la frecciata della Polverini?: "Le previsioni della Protezione civile ce le deve filtrare la Regione, e ci servivano in mattinata".

 


1- LA VORAGINE APERTASI NELLA “FABBRICA” DI VIA SOLFERINO (UN MILIARDO DI EURO DI DEBITI ) FA PAURA ANCHE A MEDIOBANCA PRIMO AZIONISTA NEL PATTO-CORRIERE DELLA SERA 2- ENTRO GIUGNO NAGEL&PAGLIARO DOVRANNO METTERE UNA PEZZA (QUALE?) AI DANNI FATTI CON L’ACQUSIZIONE FALLIMENTARE NEL 2007 DEL GRUPPO SPAGNOLO RECOLETOS 3- UN’OPERAZIONE DAI RISVOLTI OPACHI E CON QUALCHE CONFLITTO D’INTERESSE IN CUI A GUADAGNARE, OLTRE ALLA STESSA MEDIOBANCA E ALL’EX LAZARD GERARDO BRAGGIOTTI, SONO STATI GLI SPAGNOLI BOTIN (SANTANDER, GENERALI E SPONSOR MILIONARIO DELLA FERRARI) E IL SUO PARENTE JAIME CASTELLANOS (350 MILIONI DI PLUSVALENZE) 4- SI SPACCA IL FRONTE SINDACALE DOPO L’ANNUNCIO CHE LA “GAZZA” VA A CRESCENZAGO 5- A FINMECCANICA GIRANO SOLO LE “PALE” DEL NUMERO DUE ALESSANDRO PANSA IN ATTESA DI UNA NUOVA BUFERA GIUDIZIARIA TEMUTA MURA DAL VICE MINISTRO VITTORIO GRILLI 6- ALL’ATENEO OPUS DI TORRESCALLA, IL NUOVO CAPO DELLA COMUNICAZIONE FEN-OPUS (DEI) ERA COMPAGNO DI STUDI DI GIAN DAVIDE ORSI, IL FIGLIO DELL’AD DI FINMECCANICA

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DAGOREPORT

Sede del Corriere della Sera in via Solferino

1. MEDIOBANCA E IL "BUCO" DELL'RCS-CORRIERE
Di qui al prossimo giugno (assemblea degli azionisti) il futuro del "Corriere della Sera" si gioca sul filo del rasoio tra via Solferino e piazzetta Cuccia.
Dice un banchiere di lungo corso: "Una volta concluso, sia pure all'italiana, il salvataggio della famiglia Ligresti - con l'arrivo del cavaliere rosso dell'Unipol a espugnare Sai-Fondiaria -, il dossier più scottante sui tavoli di Mediobanca riguarda ora il salvataggio dell'Rcs".
Cioè, della società editoriale di cui la banca d'affari di piazzetta Cuccia è il primo azionista nel patto di sindacato.

ALBERTO NAGEL

- AAA CERCACI COMPRATORI PER LA FABBRICA SOLFERINO.
E aggiunge: "Neppure la vendita degli immobili in zona Brera (via San Marco), tra l'altro sotto ipoteca - sempre se ci siano dei compratori reali e non le solite banche creditrici (sedute nel consiglio d'amministrazione dell'Rcs) -, potrebbe coprire mai il miliardo di euro di perdite accumulato dal gruppo editoriale tra la Spagna e l'Italia".

Per osservare poi, scettico sul futuro del gruppo: "Un buco ben più largo di quello del San Raffaele di Don Verzè di cui si è fatto carico proprio l'azionista di maggioranza dell'Rcs, il re delle cliniche lombarde, Ettore Rotelli. E i gioielli di famiglia del gruppo, a parte il valore (ipotetico) della testata Corriere, rappresentano ben poca cosa rispetto ai debiti.

de bortoli

O, comunque, come poco appetibili come Flammarion a causa della crisi dell'editoria. Per non parlare dei bouquet di settimanali come il Mondo, Salute, Astra che non si piazzano nemmeno a costo zero. Anche la Domus editoriale interpellata recentemente dal gruppo a dichiarato di non essere interessata a una trattativa".

E sulla "fabbrica" di via Solferino, è ricordato, dopo gli "interventi di riqualificazione" dell'arch. Vittorio Gregotti (a lungo anche consigliere di amministrazione dell'Rcs) è "gravata", c'è un'ipoteca di "primo grado", ridottasi attualmente a 35 milioni di euro. A fronte di un mutuo originario di oltre 71 milioni.

Antonello Perricone

...E INTANTO SI ROMPE IL FRONTE SINDACALE INTERNO.
In attesa dell'assemblea di mezz'estate del patto di sindacato con cui i Poteri marci governano (si fa per dire) l'azienda, in via Solferino perde pezzi il fronte sindacale (giornalisti e poligrafici) che si oppone al trasferimento della "Gazzetta dello Sport" dalla sede storica a via Rizzoli (zona Crescenzago).

L'ultimo comunicato dell'Rsu (poligrafici) e del comitato di redazione della Rosea, non è stato sottoscritto dai giornalisti del Corrierone, che hanno avuto (ri)assicurazione dal direttore, Flebuccio del Bortoli, che il quotidiano non lascerà la sede storica.
Edificio realizzato nel 1904 dall'architetto, Luca Beltrami, e sottoposto a vincolo urbanistico da parte delle autorità amministrative locali. Dunque, poco appetibile sotto il profilo dell'uso immobiliare.

VITTORIO GREGOTTI

SOLDI PUBBLICI E RICCHI BONUS AL MANAGEMENT.
Resta tuttavia il giudizio del Cdr-Corriere, pesante e non "nebuloso" (apparso il 27 gennaio sul quotidiano), sulla "gestione dissennata e fallimentare" da parte del management e degli azionisti.
Documento poco gradito dagli azionisti chiamati pesantemente in causa. E di ciò si sono lamentati con la direzione.
Una gestione che fa acqua da tutte le parti.

A cominciare dall'acquisizione-flop della spagnola Recoletas. Nel documento sindacale, con buona pace dei Gabibbo dalla virgola accigliata Stella&Rizzo, veniva anche sottolineato come: "negli ultimi due anni mentre con una mano l'azienda ha chiesto (e chiede) soldi pubblici tramite stati di crisi e ristrutturazioni subentranti, con l'altra assegnava ad azionisti e vertici manageriali ricchi dividendi e premi milionari".

5 MILIONI DI EURO ANNUI PER IL "SOVIET" RCS.
Nonostante qualche piccola sforbiciata il costo del "Soviet" dei Poteri Marci che governa l'Rcs (amministratori delegati, consiglieri, collegio sindacale etc) continua a superare i 5 milioni di euro.
Alla faccia, per dirla con Totò, dei sacrifici imposti a tutti gli altri inquilini della "fabbrica" Solferino.

RECOLETOS

EL MUNDO (CANE) ALLA RECOLETAS DEI CONTI.
"L'acquisizione di un gruppo di prestigio come Recoletas configura un progetto di grande rilevanza", dichiarava giulivo il presidente dell'Rcs, Piergaetano Marchetti, al momento concludere quello che si rivelerà, alla fine, un fallimento per l'ex Rizzoli (aprile 2007).
Un'acquisizione, realizzata attraverso la controllata spagnola El Mundo, costata oltre un miliardo di euro.

Un'operazione che la finanza spagnola giudicava sin dall'inizio a dir poco spregiudicata.
Già, perché nel giro di un solo anno la Banesta, guidata da Jaime Castellano, cedeva all'Rcs il gruppo Recoletas che aveva appena acquistato, attraverso un'Opa, dal gruppo inglese Pearson.

PIERGAETANO MARCHETTI resize

IL BEL CASTELLANOS BRINDA ALLA FACCIA DELL'RCS.
Così nel giro di pochi mesi il bel Castellanos si sbarazzava di Recoletas, acquisita per 900 milioni di euro, rifilandola all'Rcs per 1,100 milioni.
Almeno per i venditori spagnoli, Recoletas è stata, come ha scritto Gaia Cacciavillani su "Finanza e Mercati", un "buon affare" e Castellanos poteva brindare a una plusvalenza che, il quotidiano catalano El Confidecial ha stimato in 350 milioni di euro.
Una manna, insomma.

Non soltanto per Jaime Castellanos. Ai tempi presidente della Recoletas. Ma anche per gli advisor dell'operazione "El Mundo cane": Mediobanca (prima azionista del patto Rcs) e Banca Leonardo di Gerardo Bragiotti (ex Lazard).
Nell'arena spagnola l'unica vittima della toreata dei manole(s)te della finanza è stato allora il povero toro incornato (Corrierone).

MEDIOBANCA, GENERALI, LAZARD E IL TORO CORRIERE.
Un'operazione che presenta forse qualche "opacità" e alcune (strane) coincidenze.
Dal ruolo avuto da Mediobanca di Nagel&Pagliaro, che da onesti e bravi azionisti dell'Rcs forse avrebbe dovuto controllare meglio sulla congruità dell'affare (sic) spagnolo. Tutelando al meglio l'acquirente (l'Rcs di cui sono i principali azionisti nel patto di sindacato).
Un'acquisizione, invece, contrastata dall'ex ad di Rcs, Vittorio Colao, che di lì a poco sarebbe stato costretto alle dimissioni (milionarie).

ANA BOTIN

BOTIN, DONNA ANA E I MIRACOLI DI SANTANDER.
Il passaggio di Recoletas all'Rcs ancora una volta porta alla luce come anche il nefasto conflitto d'interessi sia vasto, ramificato (e a volte a variante familiare).
La figura finanziaria di Jaime Castellanos, numero uno di Lazard a Madrid ed ex partner di Bragiotti nella banca d'affari francese, s'incrocia con quella di Emilio Botin, con cui è imparentato.
La figlia del presidente del Santander, Ana Patricia Botin, fino all'aprile del 2011 sedeva nel consiglio delle Generali (altro azionista di riferimento dell'Rcs). E ancora.

LA FERRARI E GLI INCROCI PERICOLOSI BOTIN-RCS.
La banca dei Botin, il Santander, è sponsor della Ferrari-Fiat (50 milioni alla casa di Maranello).
Cioè di un altro "pattista" forte dell'holding di via Solferino.
Per carità si tratta soltanto di uno spaccato economico-finanziario che tuttavia sembra riflettere qualche ombra sugli intrecci tra i compratori italiani di Recolates (Rcs) e i venditori spagnoli.
Cioè i Botin e i suoi cari.
Famiglia che in Spagna è sospettata dalla Corte nazionale spagnola di frode fiscale per alcuni conti detenuti in Svizzera dal patron del banco Santander.

0rep vittorio colao

2. GIRANO SOLO LE PALE DI PANSA IN FINMECCANICA.
Da qualche settimana la copertina dell'"Espresso" con un nugolo di elicotteri che ronza minaccioso sulla testa del governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ha fatto perdere il sonno all'ing. Giuseppe Orsi.
Dopo l'uscita di Guarguaglini sembrava che Finmeccanica, investita da alcune inchieste giudiziarie su presunti scandali (tangenti) potesse presto tornare alla "normalità".
La realtà sembra essere però ben diversa.

Lo stesso numero due dell'azienda, Alessandro Pansa, sembra trovarsi "a disagio" con il nuovo amministratore. Soprattutto nell'ipotesi, da molti temuta e da altri data addirittura per scontata, di dover gestire una nuova emergenza politico-giudiziaria.

Giuseppe Orsi

UN DOSSIER "CALDO" PER IL VICE MINISTRO GRILLI.
Ma al riparo da possibili sortite giornalistiche, anche il vice ministro all'Economia, Vittorio Grilli, sta seguendo con "attenzione e preoccupazione" le vicende extra aziendali che riguardano la multinazionale di cui il Tesoro è l'azionista di maggioranza.
Così sembrano confermate le voci che in vista dell'assemblea di aprile si potrebbe assistere in via Montegrappa a un nuovo "ribaltone" interno.

MALUMORI PER LA NOMINA DI FEN-OPUS AI MEDIA.
Anche la scelta di affidare la comunicazione del gruppo a Carlo Maria Fenu, professionista adepto dell'Opus Dei, ha fatto storcere il naso al management di via Montegrappa.
Ancora una volta sarebbe stata "mortificata" la dirigenza interna attraverso la nomina di un "esterno", sia pure dal curriculum rispettabile.
Già c'era stato un piccolo strappo quando l'ing. Orsi aveva richiamato a collaborare con Finmeccanica la vecchia gloria Sasà Toriello, che ormai via web si occupa a tempo pieno di cucina napoletana.

Alessandro Pansa

FENU E IL FIGLIO DI ORSI COMPAGNI A TORRESCALIA.
Molto rumore in via Montegrappa (e fuori) ha fatto purelo spuntino-rivelazione di Dagospia in cui si ricordava il rapporto tra Fenu e il Collegio universitario dell'Opus Dei Torrescalia.
Ateneo, quando si dicono le coincidenze, il cui ultimo anno accademico (novembre 2011) è stato inaugurato proprio dall'ing. Giuseppe Orsi.
Nulla da eccepire, ovviamente.

QUOTIDIANI DEL GRUPPO RCS

Nel corso degli anni accademici all'ottimo collegio Torrescalia si sono "esibiti", tra gli altri, Corrado Passera, Alessandro Profumo e Paolo Scaroni.
Ma le concomitanze non si fermano qui.
Negli anni Novanta a Torrescalia il rampante Carlo Maria Fen-Opus è stato amico e compagno di studi di Gian Davide Orsi.
Sì, il figliolo dell'attuale amministratore delegato di Finmeccannica. Definito dai professori e dai suoi ex studenti "un ottimo ragazzo".

 

PIRELLONE O PIRLONE?-LA NUOVA SEDE DELLA RAGIONE LOMBARDIA COSTERÀ 383MLN€,39 PIANI E UNA FORESTERIA CON ARREDI DI LUSSO

Previous: 1- LA VORAGINE APERTASI NELLA “FABBRICA” DI VIA SOLFERINO (UN MILIARDO DI EURO DI DEBITI ) FA PAURA ANCHE A MEDIOBANCA PRIMO AZIONISTA NEL PATTO-CORRIERE DELLA SERA 2- ENTRO GIUGNO NAGEL&PAGLIARO DOVRANNO METTERE UNA PEZZA (QUALE?) AI DANNI FATTI CON L’ACQUSIZIONE FALLIMENTARE NEL 2007 DEL GRUPPO SPAGNOLO RECOLETOS 3- UN’OPERAZIONE DAI RISVOLTI OPACHI E CON QUALCHE CONFLITTO D’INTERESSE IN CUI A GUADAGNARE, OLTRE ALLA STESSA MEDIOBANCA E ALL’EX LAZARD GERARDO BRAGGIOTTI, SONO STATI GLI SPAGNOLI BOTIN (SANTANDER, GENERALI E SPONSOR MILIONARIO DELLA FERRARI) E IL SUO PARENTE JAIME CASTELLANOS (350 MILIONI DI PLUSVALENZE) 4- SI SPACCA IL FRONTE SINDACALE DOPO L’ANNUNCIO CHE LA “GAZZA” VA A CRESCENZAGO 5- A FINMECCANICA GIRANO SOLO LE “PALE” DEL NUMERO DUE ALESSANDRO PANSA IN ATTESA DI UNA NUOVA BUFERA GIUDIZIARIA TEMUTA MURA DAL VICE MINISTRO VITTORIO GRILLI 6- ALL’ATENEO OPUS DI TORRESCALLA, IL NUOVO CAPO DELLA COMUNICAZIONE FEN-OPUS (DEI) ERA COMPAGNO DI STUDI DI GIAN DAVIDE ORSI, IL FIGLIO DELL’AD DI FINMECCANICA
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Davide Carlucci per "la Repubblica"

La più costosa operazione edilizia per la casta è a Milano: 571,4 milioni di euro per realizzare il grattacielo del Pirellone bis, sede della giunta regionale, e un complesso di edifici - in via Pola, Rosellini e Taramelli - per tutte le società o agenzie di emanazione dell´ente locale. Il Pirellone bis è alto 161 metri. I suoi 39 piani si raggiungono con un ascensore ultratecnologico che viaggia alla velocità di sette metri al secondo. È costato 383 milioni di euro.

ROBERTO FORMIGONI

Una cifra molto diversa da quella stabilita nella gara d´appalto - 234 milioni di euro più 90 per i costi di superficie pagati al Comune - e ancor più distante da quella propagandata (175 milioni di euro) dallo staff del presidente Roberto Formigoni. "È la sindrome del Faraone - accusa Stefano Zamponi, dell´Italia dei Valori - tipica degli amministratori che, superato il secondo mandato, vogliono lasciare ai posteri un segno del loro passaggio, pagato con soldi pubblici".

Il governatore ha a disposizione un eliporto per i suoi spostamenti in elicottero. E due piani, collegati tra loro da una scala interna. Nella nuova sede anche una foresteria per il presidente. Tra i mobili un tavolo da 11 mila euro e sofà da oltre 4 mila
Il governatore ha a disposizione due piani collegati da una scala interna.

NEL GRATTACIELO FIRMATO GIÒ PONTI SUPER RESTYLING DA 50 MILIONI
Il nuovo Pirellone è l´ultimo di una lunga serie di cantieri aperti dalla Regione. Prima gli uffici del governatore e dei suoi assessori erano ospitati nel grattacielo Pirelli, inaugurato nel 1961 e acquistato nel 1978 dalla Regione al prezzo di 52 miliardi di lire, l´equivalente degli attuali 150 milioni di euro. Un edificio di pregio, progettato da Giò Ponti, ferito dall´attacco "kamikaze" del 2002, quando l´imprenditore italosvizzero Luigi Fusaro si scagliò con il suo aereo contro il grattacielo.

Roberto Formigoni

Per la ristrutturazione servirono 60 milioni di euro, solo in parte (18 milioni) coperti dall´assicurazione. Ma Formigoni non si accontentò di ripristinare l´esistente: volle rifare alla grande il 31esimo piano del vecchio Pirellone, spendendo 5,2 milioni di euro. Ora in quel palazzo ha sede il consiglio regionale.

«I consiglieri e i loro collaboratori hanno a disposizione spazi immensi», fa notare Carlo Monguzzi, ex consigliere dei Verdi oggi nel Pd, che ha calcolato anche che «con l´acquisto del complesso di via Pola-Taramelli-Rosellini la Regione aveva già a disposizione 150mila metri calpestabili che in parte non sapeva come usare. Serviva davvero una nuova sede?».

DIVANI, TAPPETI, LETTO MATRIMONIALE PER GLI ARREDI UNA SPESA DI 43 MILIONI
Allestimenti interni, arredi e forniture sono costati, in tutto, 42,8 milioni di euro. Arredare l´ufficio e la foresteria del presidente ha avuto un costo (parziale) di 127mila euro. Sono serviti ad acquistare pezzi come i tre pouff con struttura portante in acciaio cromato lucido, i due divani con rivestimento sfoderabile in ecopelle (12mila euro), il comodino del letto, con struttura in legno massello di rovere come le nove sedie per la sala da pranzo (seimila euro), le quattro poltrone con fodera in vellutino accoppiato con resinato, il letto matrimoniale con testata in multistrato e rete ortopedica a doghe di faggio curvato a vapore.

E poi ancora: le librerie, il tavolo da pranzo, il tavolo "direzionale" del presidente (11.200 euro), l´armadio e ventuno tra poltrone e divani. Per sé e per il suo entourage, Formigoni non si è fatto mancare niente. Neppure le buvette e le cucine, dislocate tra i livelli 12 e 13 - dove si riunisce la giunta - e tra il 34 e il 36. Costo (parziale) della mobilia: 64mila euro. E i tappeti «fabbricati a mano con pelo corto e fitto in lino/lana», 20mila euro.

ROBERTO FORMIGONI

NEGLI UFFICI DOMINA IL DESIGN VENETO - PEDANA CONFERENZE DA 125MILA EURO
Di ottima qualità i materiali usati per gli arredi speciali. La pedana della sala conferenze, costo 126.388 euro, è rivestita con "pannelli lignei in pavimento vinilico Tatami" ed ha parapetti in acciaio. Abbondante l´impiego di poltrone e divani: alla voce sedute, nel capitolato d´appalto sugli arredi speciali, corrisponde una spesa di un milione e 328mila euro. Sono serviti a comprare, per esempio, 27 divani con "bracciolo a sbalzo" per gli uffici degli assessori e dei sottosegretari (58mila euro): si aggiungono alle 54 poltrone già previste per i maggiorenti della Regione (44mila euro).

Altri 270mila euro sono andati alle tende. E 174mila euro per altri "accessori interni". Dieci milioni di euro, invece, sono andati per l´arredamento dei piani occupati dagli impiegati. Vincitrice dell´appalto è la MioDino di Portogruaro, un marchio tra i più prestigiosi del design veneto. Secondo un´azienda concorrente - che ha presentato (perdendolo) un ricorso al Tar - e alcuni lavoratori rumeni che hanno presentato una denuncia alla procura di Venezia e al tribunale del lavoro, l´appalto è stato vinto giocando al massimo ribasso sul costo della manodopera.

APPALTO A UN CONSORZIO IMPREGILO - MANUTENZIONE A FINANZIATORI DELLA LEGA
A dirigere i lavori per il Pirellone bis è Infrastrutture lombarde, società di capitali totalmente controllata dalla Regione, che ha commissionato l´opera e l´ha appaltata a Consorzio Torre, al cui interno è socio maggioritario Impregilo. Gli impianti elettrici sono stati realizzati dalla Sirti spa, subappaltatrice degli ascensori è la Thyssenkrupp.

ROBERTO FORMIGONI

Nell´aprile del 2010 si è aggiudicata l´appalto per i servizi di manutenzione e riparazione degli impianti degli edifici di proprietà della Regione la Carbotermo, società che, nelle elezioni regionali del 2010, ha finanziato con 35mila euro la campagna elettorale del presidente del consiglio regionale Davide Boni, della Lega.

Le operazioni di bonifica del cantiere, invece, furono affidate alla So.Ge.Sa., il cui titolare, venerdì, è stato condannato a un anno di carcere per aver gestito in modo irregolare lo smaltimento 9 milioni e 943mila chili di rifiuti speciali non pericolosi tra il 2006 e il 2007. «Faremo appello, è una sentenza ingiusta», annuncia il difensore, l´avvocato Davide Steccanella. Si chiuse con un´archiviazione, invece, l´inchiesta che ipotizzava tangenti per far lievitare i costi dell´appalto.

 

ALE-DANNO AL CONTRATTACCO - GIOVEDÌ LA PROTEZIONE CIVILE DÀ LA NEVE COME “PROBABILE MA NON SICURA”

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1 - LA TELEFONATA CHOC CHE "SALVA" ALEMANNO. LA PROTEZIONE CIVILE: "NEVE? NON SI SA"...
Fabio Carosi per "affaritaliani.libero.it"

ROMA SOTTO LA NEVE

Che il sindaco Alemanno non abbia un buon carattere e non sia un fenomeno nell'amministrare la città è materia nota. Anche perché Roma non è un condominio qualunque. Se poi nevica e finisce in croce e si mette a spalare come un forsennato, passi pure. Ma in tutta la vicenda della nevicata straordinaria che ha paralizzato la città, ci sono dei lati oscuri che rischiano di trasformare il sindaco da politico inquieto a visionario.

ROMA SOTTO LA NEVE

Ricapitoliamo. Domenica mattina, due giorni dopo la bufera, Alemanno improvvisamente si mette a tuonare contro la Protezione Civile. L'accusa è pesante: previsioni sbagliate e induzione all'errore. Ne nasce la prima puntata di un duello combattuto in tv, nel corso del quale il direttore del Dipartimento, Franco Gabrielli poco manca che dia del bugiardo al primo cittadino. Seconda puntata del duello, il giorno dopo, stavolta col ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri che però media tra l'esigenza di una riforma del sistema di Protezione Civile e la difesa di un pezzo di Stato.

ROMA SOTTO LA NEVE

Poi però spunta un'intervista che il responsabile del Centro funzionale Regionale della Protezione civile del Lazio concede all'emittente radiofonica romana, Teleradiostereo. Francesco Mele parla chiaro (in coda al testo si può risentire l'intervista in formato audio): "Ci sara' un abbassamento dello zero termico fino a quote di pianura: questo non vuol dire che diamo per scontata la neve a Roma ma in termini probabilistici è un evento che si può verificare''.

Dunque, la Protezione Civile, ignorando i siti internet specializzati, gli esperti di climatologia e pure le articolazioni dei nonni, minimizza il fenomeno, esattamente alle ore 11 del 2 febbraio, quindi a meno di 24 ore dall'inizio della bufera. Non contento Mele continua a parlare anche il giorno dopo. È il 3 febbraio, ore 10,30: ".... già i primi fiocchi si sono affacciati nella nostra Capitale anche se accumuli al suolo ancora non ne ve sono. Nelle prossime ore la temperatura dovrebbe scendere ulteriormente, quindi sarà più intensa anche in pianura".

GIANNI ALEMANNO

Non contento, lo speaker dell'emittente che rischia di far saltare la Protezione Civile, incalza: "Quindi attecchirà?". Mele replica: "Nella notte probabilmente si, le temperature scenderanno, anche la temperatura del terreno diminuirà quindi la neve potrà attecchire al suolo''.

Se c'è una cosa che in Italia non è mai esistita è la verità. Stavolta però una storica radio romana ha tirato fuori un documento che fa venire i brividi. E non sono di freddo.

LA TELEFONATA A TELERADIOSTEREO
http://affaritaliani.libero.it/static/upload/mele/mele-2-feb-per-inchiesta.mp3


2 - MALTEMPO: ALEMANNO, POSSIBILI NUOVE NEVICATE VENERDI'

(Adnkronos) - 'Si parla di possibili nuove nevicate venerdi''. E' quanto ha dichiarato il sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo essere intervenuto oggi, presso la sede romana di Confcooperative in via Torino all'assemblea delle cooperative.

IL PREFETTO FRANCO GABRIELLI

'Domani faremo una nuova riunione con tutte le strutture di protezione del Comune -ha aggiunto Alemanno- ci prepareremo al meglio, leggendo tutti i bollettini in senso peggiorativo, non fidandoci piu' di quanto ci viene trasmesso. E' difficile comunque dire di quale entita' sara' il maltempo di venerdi''.

Il sindaco di Roma confucando le polemiche ha poi proseguito: 'Basta guardarsi intorno per capire che ormai Roma e' uscita dall'emergenza e che ha rimesso in funzione. I mezzi dell'Atac sono ripartiti e domani riapriranno le scuole'.

3 - MALTEMPO: ALEMANNO, STRATEGIA NORDISTA CONTRO ROMA
(Adnkronos) - 'Il fatto di vedere su tante prime pagine dei giornali, soprattutto del Nord, un'enfatizzazione dell'emergenza neve a Roma e' francamente sospetto. Non vorrei ci fosse una strategia nordista per mettere in cattiva luce Roma'. E' quanto ha dichiarato il sindaco di Roma Gianni Alemanno a margine dell'assemblea di Confcooperative.

ALEMANNO SPALA NEVE jpeg

'Mettere in cattiva luce la nostra citta' -ha ribadito ancora Alemanno- nel momento in cui la capitale si appresta a candidarsi per i grandi eventi, proprio quando il premier Monti si appresta a decidere sulle Olimpiadi. Lo ripeto, non vorrei ci fosse l'ennesimo tentativo di infangare Roma, di dire che la citta' non e' in grado di autogestirsi. In realta' Roma -ha concluso Alemanno- ha superato l'emergenza molto prima di altri territori'.

ROMA SOTTO LA NEVE

4 - MALTEMPO: ALEMANNO, COMUNE ROMA E' L'ULTIMO CHE DEVE CHIEDERE SCUSA AI CITTADINI
(Adnkronos) - "Il Comune di Roma e' l'ultimo che deve chiedere scusa ai cittadini. Sono le istituzioni che devono chiedere scusa ai cittadini romani". E' quanto ha dichiarato oggi il sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo essere intervenuto, nella sede di Confcooperative in via Torino, all'assemblea delle cooperative.

Ed ha aggiunto il sindaco di Roma: "Sono altre realta' e altri poteri che devono chiedere scusa ai romani -ha ribadito ancora- il Comune di Roma ha solo subito i disservizi di chi stava sopra la nostra testa insieme ai cittadini".

 

SU 'CHI' FOTO SCHETTINO E DOMNICA A CENA IN UN RISTORANTE UN MESE PRIMA DEL NAUFRAGIO

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1- SU 'CHI' FOTO SCHETTINO E DOMNICA A CENA IN UN RISTORANTE UN MESE PRIMA DEL NAUFRAGIO
(ANSA) - Un ristorante a Villefranche-sur-Mer, una tavola imbandita con ostriche e granchi e, in posa, il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino con, accanto a lui, la hostess Domnica Cemortan: è la fotografia, risalente al 13 dicembre 2011, un mese prima della tragedia del Giglio, scattata durante la sosta di una crociera, che apre il servizio in esclusiva di "Chi" dedicato al "capitano e alla moldava" nelle edicole da domani.

SCHETTINO E DOMNICA CEMORTAN IN COPERTINA SU CHI

Seguono poi altre immagini di Domenica Cemortan a bordo della Costa Concordia: la hostess in abito da sera davanti a una scalinata; quindi in bikini nella restroom della nave; con alcuni membri dell'equipaggio, che la tengono in braccio; nella sala cinematografica della Concordia con gli occhialini per vedere un film in 3D; da ultimo, ancora in abito da sera con alcune amiche e ragazze dell'equipaggio.

2- RIESAME, SCHETTINO RESTA A DOMICILIARI - RESPINTI RICORSI PROCURA E DIFESA
(ANSA) - Il tribunale del riesame di Firenze ha confermato gli arresti domiciliari per il comandante della nave Costa Concordia Francesco Schettino, respingendo quindi i ricorsi della procura di Grosseto e della difesa. Il tribunale del riesame di Firenze ha emanato l'ordinanza in tarda mattinata. Il collegio, confermando nella sostanza l'ordinanza del gip di Grosseto, Valeria Montesarchio, ha respinto sia il ricorso della procura che chiedeva la conferma del carcere per Schettino, sia la domanda di riesame della difesa, che invece chiedeva la liberazione del comandante da ogni misura.

MOLDAVA SCHETTINO

3- SCHETTINO, ORA SONO PIU' SERENO PER ESAME FATTI...
(ANSA) - "Ora sono più tranquillo. Adesso pensiamo più serenamente a soffermarci sull'esame dei fatti avvenuti". Lo ha detto il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, ai suoi difensori, Bruno Leporatti e Salvatore Parascandola, che gli comunicavano la conferma degli arresti domiciliari da parte del tribunale del riesame. "Sia il comandante Schettino, sia noi legali, ci aspettavamo una decisione in tal senso. Considerato che i tempi in cui si sono svolti i fatti sono ancora recenti, comprendiamo che potrebbero aver influito elementi di emotività", ha poi commentato da Napoli, l'avvocato Parascandola che ha incontrato lo stesso Schettino a Meta di Sorrento per comunicargli il contenuto dell'ordinanza che conferma gli arresti domiciliari.

moglie francesco schettino slider

"In diritto credevamo alla nostra domanda di riesame per far annullare anche i domiciliari - ha aggiunto l'avvocato Parascandola -. E certo continuiamo a giudicare molto forte la richiesta del carcere da parte della procura ed è comprensibile che il comandante avesse un certo timore sotto questo aspetto". Il tribunale del riesame depositerà le motivazioni della sua ordinanza nei prossimi giorni.

4- COSI' PARLO' LA MOGLIE DI SCHETTINO: "MIO MARITO NON È UN MOSTRO"...
Da "www.Oggi.it"

IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA

Fabiola Russo, moglie del comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, parla per la prima volta. E lo fa in esclusiva al settimanale Oggi, in edicola da mercoledì. «Mio marito non è un mostro», dice la donna. Che accetta anche di farsi fotografare.

"E' UNA GOGNA" - Mentre al Giglio continua la ricerca dei dispersi e cominciano le procedure per svuotare i serbatoi della Costa Concordia dal carburante, Fabiola Russo accetta di parlare con Oggi: «Questa è una gogna, una caccia al colpevole», dice la moglie del comandante Schettino. «Mio marito è stato trasformato in un caso mediatico mondiale, senza precedenti. Lui ama le navi, le conosce a fondo, non ha mai smesso di studiarle, di volerne conoscere limiti e comportamenti. Non si è mai limitato a timonarle. Per questo per i suoi equipaggi è sempre stato un punto di riferimento, un maestro. È deciso, fermo e lucido, analizza le situazioni, le comprende e le sa gestire».

NAUFRAGIO CONCORDIA LE SCIALUPPE INCLINATE

LA SPAVALDERIA - Sull'atteggiamento del marito, giudicato eccessivamente spavaldo, Fabiola Russo dice. «Francesco a volte sembra spavaldo perché è una spanna sopra all'interlocutore, che spesso mette a tacere». Poi ricostruisce minuziosamente la carriera del marito: «Le dico tutto questo per rispondere a chi ha avanzato dubbi sul fatto che Francesco non avesse la preparazione necessaria a comandare la Costa Concordia. Non era capitato al timone in gita... Sa il fatto suo, ma anche a chi sa il fatto suo può capitare di sbagliare, se ha sbagliato».

DOMNICA CEMORTAN ALL'USCITA DALL'INTERROGATORIO

RITRATTO PRIVATO - Poi affida a Oggi un ritratto privato del comandante, con anche le FOTO esclusive del loro album di famiglia: il fidanzamento, il matrimonio, le crociere insieme, le giornate al mare su una piccola barca: «Una volta ci hanno anche multati, perché con la nostra barchetta eravamo troppo sotto costa. La nostra passione comune è la canoa: per pagaiare insieme serve essere in sintonia e io e Francesco lo siamo». E su questi giorni in cui il marito è agli arresti domiciliari in casa loro a Meta di Sorrento: «Prego, anche per le vittime perché noi sappiamo bene cosa sia il dolore. Anche Francesco prega: la fede è una delle cose che abbiamo in comune, preghiamo insieme».

DOMNICA CEMORTAN

LA FIGLIA DI 17 ANNI - Fabiola Russo attacca la stampa per lo scarso riguardo riservato a sua figlia, 17 anni: «Nei suoi confronti nessuno si è fatto scrupoli. Nessuno, prima dare giudizi, ha pensato che lei avrebbe avuto accesso a televisione, giornali, social network. È un'adolescente. Alla sua età anche quando va tutto bene ci sono mille difficoltà, impossibile aspettarsi da lei la forza per sopportare tutto questo». Quanto alla sua, di forza: «Sono la moglie di un marinaio, sono abituata a farcela da sola. Affronto le situazioni e le risolvo».

DOMNICA CEMORTAN A CENA CON SCHETTINO

 

IN RETE SCOPPIA LA RIVOLTA CONTRO LA BRAVA SILVIA DEAGLIO, FIGLIA DELLA FORNERO E DELL’ECONOMISTA MARIO DEAGLIO

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FORNERO PENSOSA

1- LETTERA
Illustre Dago,
domandina facile facile. Secondo Lei, da quale università proviene il Presidente della Commissione della "valutazione comparativa" presso l'Università di Pescara-Chieti vinta dalla Prof. Silvia Deaglio? Le do una mano, l'università ha sede in una città con una mole...

2- LA FIGLIA DELLA FORNERO NEL MIRINO DELLA RETE: PER LEI DOPPIO POSTO FISSO
Da "Corriere.it"


Tra i bersagli delle proteste e delle ironie della Rete c'è anche Silvia Deaglio, figlia del ministro Elsa Fornero e di Mario Deaglio, economista e giornalista. Perché, di posti fissi, denuncia il web, ne avrebbe addirittura due, a soli 37 anni: professore associato di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell'Università di Torino e responsabile della ricerca alla Hugef, una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana. Alcune sue ricerche sono state finanziate dalla Compagnia di Sanpaolo, fondazione che è la prima azionista della banca Intesa Sanpaolo, di cui sua madre era vicepresidente.

ELSA FORNERO

LA REPLICA - Dal ministero però si precisa che non ha due lavori, ma è docente universitario, pagata solo dall'ateneo. E che la ricerca, alla quale si è dedicata dopo avere lavorato per due anni ad Harvard, è sostenuta da un finanziamento internazionale.

ELSA FORNERO

LA PROFESSORESSA DEAGLIO - Nata nel 1974, a soli 24 anni si è brillantemente laureata in Medicina, per poi specializzarsi in Oncologia nel 2002, con il dottorato in genetica umana conseguito nel 2006. Appena conseguito il Master, e mentre ancora svolgeva un dottorato in Italia, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il prestigioso college di Boston. Alcuni blog sulla rete segnalano che in quel periodo Silvia Deaglio era contemporaneamente ricercatore non confermato a Torino, dottoranda nella stessa Università e collaboratore (per la precisione instructor) dell'università del Massachussets.

IL CURRICULUM - Anche in passato, dunque la Deaglio, ha capitalizzato più di un incarico contemporaneamente. Come si diceva è diventata associata a 37 anni, sei anni in anticipo rispetto alla media di ingresso dei professori di prima fascia. E il concorso è andato a vincerlo a Chieti, nel 2010, nella facoltà di Psicologia, prima di essere chiamata a Torino, l'università di famiglia, nell'ottobre del 2011.

silvia deaglio

Nonostante vanti un curriculum di 21 pagine e oltre cento pubblicazioni, e sia unanimemente riconosciuta come una brillante ricercatrice, alla professoressa Deaglio ha probabilmente giovato nella valutazione comparativa il ruolo di capo unità di ricerca all'Hugef, ottenuto nel settembre 2010 quando era ancora al gradino più basso della carriera accademica, e a ridosso dell'ultima riunione della commissione di esame che l'ha nominata docente di seconda fascia.

MARIO DEAGLIO

Come detto, l'Hugef è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, all'epoca vicepresieduta da mamma Elsa Fornero. I due fatti non sono collegati, anche perché forse il nuovo incarico non è entrato neppure negli atti di esame. Tuttavia, dal momento che lo stesso ministro del Welfare insiste molto sul tema dei «mammoni» che non osano lasciare la propria città d'origine, temono il precariato e si ostinano ad agognare il posto fisso, vale la pena segnalare il caso.

3- DAGOREPORT - LA BRUNA (DINI) DEL PD MENA I PROFESSORI E PREPARA LA SUA PRIMA USCITA CON D'ALEMA
Dopo aver commosso l'assemblea dei piddini con le difficoltà economiche della sua azienda, l'imprenditrice viareggina Bruna Dini va di nuovo all'attacco degli algidi professori al governo. Nella sua pagina Facebook attacca sul posto fisso, oggetto delle elucubrazioni di Fornero e Cancellieri dopo la gaffe di Rigor Monti: "Quando sono arrivati al governo, dopo anni di circo, ci hanno subito conquistato con il garbo, la misura, la sobrietà e soprattutto la competenza. Ci sono parsi di un altro mondo. Ma forse lo sono, di un altro mondo. Infatti non voglio nemmeno dire che abbiano torto in assoluto quando ci dicono che dobbiamo dimenticare il posto fisso, essere competitivi e disponibili alla mobilità lontano dalla mamma. Ma ce l'hanno un'idea di quello che c'è davvero là fuori? Fuori dai loro uffici di boiserie e dai loro salotti?".

MASSIMO DALEMA MONTI

E ancora: "Stare a casa coi genitori è spesso l'unica non scelta possibile. Chi può permettersi un affitto che ti mangia l'80% di un reddito, sempre che ci sia ? E chi eventualmente può permettersi di vivere con una famiglia in crescita lontano dagli aiuti della famiglia di origine?". La giovane imprenditrice prepara la sua discesa in campo nel Pd delle inchieste? Intanto pensa alla sua prima uscita pubblica: il 21 febbraio sarà al teatro India a Roma insieme al lider maximo, Baffino D'Alema.

 

IL POMPETTA PERDE TUTTO MA NON LA VOGLIA DI SPARARE GAFFE-INTERVISTONA AL MENSILE USA“THE ATLANTIC”

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Da "il Giornale"

SILVIO BERLUSCONI

Pubblichiamo ampi stralci della lunghissima intervista che l'ex premier Silvio Berlusconi ha concesso al prestigioso mensile Usa The Atlantic , in uscita in questi giorni. Al giornalista Philip Delves Broughton il Cavaliere risponde a tutto campo, dalla famiglia alla crisi economica, alle sue dimissioni da Palazzo Chigi.

Un Berlusconi comunque soddisfatto: «Sono felice con me stesso. Un terzo degli italiani mi ama alla follia. Se entro al ristorante si alzano, applaudono e -scherza -non pago mai il conto». Spazio naturalmente anche al suo futuro politico. Che sarà nel Pdl, a fianco del suo erede, Angelino Alfano: «Farò il padre nobile del partito».


Silvio Berlusconi oggi si trova ai margini, una figura di spicco della vita pubblica italiana, ma relegata nel corridoio, mentre un governo di tecnocrati non eletti cerca di salvare il paese dal disastro economico. Tuttavia si tratta di un bel corridoio. C'è il grande appartamento di palazzo Grazioli a Roma dove l'ho incontrato a fine gennaio. C'è lo yacht e ci sono le magnifiche ville di Milano e della Sardegna, ma secondo le voci che circolano a Roma sarebbe depresso, una figura isolata, che misura i passi negli oscuri corridoi delle sue case, con il divieto di parlare con i propri amici per via delle numerose cause legali in cui è coinvolto, terrorizzato di sollevare la cornetta del telefono per la paura di essere intercettato, con le sole guardie del corpo a tenergli compagnia.

ruby berlusconi

Tra il 2008 e il 2009 ha perso molte delle più importanti donne della sua vita, la madre e la sorella, che sono venute a mancare, e la moglie, Veronica Lario, che lo ha lasciato per via della sua 'incontrollabile' passione per le giovani donne. Ma quando si incontra Berlusconi dal vivo, ci si trova davanti una persona scaltra, divertente, un ospite premuroso, che nonostante tutti gli sforzi per camuffarsi sotto un trucco spesso e i capelli tinti di castano, non può nascondere i suoi 76 anni.

1 - Ma perché, 19 anni dopo l'essere entrato in politica, è ancora lì? Perché non tornare al calcio e agli show in topless, che offrono maggiori possibilità di fare soldi e comportano meno rischi personali? Evidentemente detesta i politici e i politicanti di professione, dopo tutto.
«Ho incontrato più ingrati e opportunisti in politica che in qualunque precedente vita da imprenditore».

Berlusconi Ruby

Odia anche il confronto diretto, sia nel convogliare cattive notizie che nell'affrontare gli altri, due requisiti necessari per un leader politico.
«Il mio stile come manager e come leader politico si è sempre basato sulla persuasione e non sulla forza», dice. «Non so come dare ordini. So come convincere». Spiega: «Quando governi non puoi ricercare soltanto il profitto per la tua nazione, ma considerare gli interessi di tutti i cittadini e di tutte le categorie, interessi che sono spesso in contrasto. Fai felice qualcuno e ne avrai scontentato un altro». Potendo scegliere, Berlusconi avrebbe fatto tutti felici, o almeno così dice.

L'anno scorso, con l'economia italiana in crisi e il mercato dei bond che anticipava che il Paese sarebbe stato schiacciato dal debito pubblico, a schiacciare Berlusconi è stata la sua riluttanza ad ammettere il peggio. Le cose non sono andate poi così male, insiste. Sì, il debito pubblico italiano è alto, ma lo è anche il risparmio privato. Unisci le due cose, afferma, e improvvisamente l'Italia diventa la seconda economia più forte d'Europa dopo la Germania. «Lo stato italiano è indebitato, ma i cittadini, le famiglie e le aziende sono ricche», dice.

Ruby

2 - Molti speravano che lui sarebbe stato la Margareth Thatcher italiana, che avrebbe sconfitto i sindacati, riformato le leggi del lavoro e modernizzato la rigida economia.
Ma non l'ha mai fatto. L'anno scorso non è neanche riuscito a rimediare un serio piano di austerità, mentre sembrava come se l'intera economia italiana stesse capitolando, nonostante il suo partito avesse la maggioranza in entrambi i rami del parlamento.

berlusconi ruby

Così è stato nominato un governo di tecnocrati, guidati dal Primo Ministro Mario Monti, per fare quello che Berlusconi non è riuscito a fare. «La colpa è mia e degli italiani», dice. «E' colpa mia perché non sono stato capace di convincere il 51% degli italiani a votarmi. E' colpa degli italiani quella di aver diviso il voto, sparpagliandolo tra molti piccoli partiti». Il suo partito non ha mai avuto più del 38% dei voti, obbligandolo a stringere alleanze con altri partiti di centrodestra. «Siamo stati castrati da queste alleanze. Non ci hanno consentito, come invece avrei voluto, di introdurre in Parlamento le bozze dei disegni di legge».

3 - Ancora una volta, la sua frustrazione mi porta a chiedere, perché non rinunciare alla politica per tornare alle sue aziende? «Perché se lascio, sarà un trionfo per la sinistra». In ogni caso, dice, «il denaro non è così importante». Egli rimarrà in politica, lavorando per cambiare la costituzione in modo da dare più potere al primo ministro. Ma giura che non sarà più lui a candidarsi alle elezioni da premier. Ha scelto Angelino Alfano, 41 anni avvocato siciliano, per guidare il suo partito, il Popolo della Libertà. «Resterò nel partito a sostenerlo. Ma io sarò il padre nobile. Il padre fondatore. Organizzerò il sostegno di cui ha bisogno».

noemi BERLUSCONI papi

4 - Antonio Martino, ex ministro degli Esteri e della Difesa detiene la seconda in assoluto tessera rilasciata dal movimento di Berlusconi Forza Italia. Martino è un siciliano, economista liberale, le cui idee una erano molto condivise da Berlusconi.
Quando si incontrarono nel 1993, la prima cosa che Berlusconi gli chiese era se gli piacesse o no il calcio. Martino esitò. «Per me, tutto il resto è business», ricorda Berlusconi. «Ma il Milan è la religione. Anche se la donna più bella del mondo mi chiedesse di vedermi durante una partita, le direi di aspettare».

Le foto di Roberta e Noemi a Villa Certosa

Quando Martino chiese Berlusconi perché stava scendendo in politica, lui rispose: «Quando ero nel settore immobiliare, ho detto che avrei costruito una città satellite alle porte di Milano e mi risero in faccia. Quando ho comprato la mia squadra di calcio e ho detto che avrebbe vinto il campionato, e mi risero in faccia. Quando ho creato Mediaset, Gianni Agnelli mi rise in faccia». Seguendo il ragionamento di Martino, Berlusconi è entrato in politica per poter dimostrare a quanti non credevano in lui che avrebbe guidato l'Italia.

5 - Come un uomo d'affari, Berlusconi ha sempre ispirato grande lealtà. «Le mie aziende non hanno mai avuto un'ora di sciopero contro di me», dice. «Ho usato tanti sabato mattina per andare a trovare i miei dipendenti, per stare loro vicino, per esempio coloro che erano in ospedale. Li conoscevo tutti per nome. In politica è stato più o meno lo stesso. Sono stato in grado di avere la simpatia, anche l'amore di un sacco di gente. Dovreste vedere quando vado ai raduni: le persone cercano di toccarmi, di starmi vicino anche fisicamente. Si dice che nella storia d'Italia, non c'è mai stato un politico in grado di muovere le folle, quanto ho fatto io».

BERLUSCONI CON FRANCESCA ROMANA IMPIGLIA A VILLA CERTOSA

Egli parla a braccio, senza discorsi scritti. Quando parlava alla forza vendita presso le sue emittenti televisive e le imprese di pubblicità, era solito dire che era di vitale importanza «portare il sole in tasca», perché l'ottimismo era attraente. «Sono felice con me stesso», dice. «Sono tenuto in grande considerazione dalle persone che mi amano. Un terzo del popolo italiano mi ama profondamente e me lo dimostra continuamente. Quando cammino si intasano le strade, se vado al ristorante la gente si alza in piedi e comincia a battere le mani e non pago mai il conto».

berlusconi impiglia OGGI sestini 004

6 - Fino a pochi anni fa, i giornali italiani erano come quelli in Francia. Le vite private dei politici erano off limits. Pochi politici apparivano con le loro mogli in pubblico sia durante le campagne o una volta in carica. Secondo Berlusconi, tutto è cambiato. «Non potevano trovare un modo per attaccare me per la mia integrità e onestà», dice. «Così l'occasione è venuta a creare un caso: è stato il compleanno di una ragazza di 18 anni. Hanno inventato molte cose. Avevo promesso di essere lì per il suo compleanno. Poi, invece, hanno creato un caso straordinario. Da lì hanno cominciato a raccontare tante bugie».

7 - «Sono profondamente rammaricato da questo», dice. «Ma non devo chiedere perdono per nulla. Tutto quello che ho fatto è stato assolutamente normale, assolutamente legittimo. Durante le cene c'erano tanti ospiti e, certo, c'era la confortante presenza estetica di belle ragazze. C'erano orchestre, musica, un sacco di camerieri, un sacco di persone. Tutti volevano conoscermi».

Berlusconi E MINETTI

Si sporge in avanti, mani sulle ginocchia. Vuole essere assolutamente chiaro su questo. «Ho una casa con un meraviglioso parco in Sardegna, con tutta una serie di musei, fiori e piante, e molti hanno desiderio di visitare questo luogo meraviglioso. Quando trascorro le mie vacanze in estate in Sardegna, ricevo richieste per 30 o 40 visite: parlamentari, uomini d'affari, gente di spettacolo. Così è stato estremamente agevole mettere insieme da 80 a 100 persone, organizzare una grande cena e mostrare loro tutto.

la Minetta saluta Berlusconi

Ho creato un museo del cactus, per esempio, un museo di hibiscus, palme, alberi di agrumi. È molto bello e molto piacevole. Dopo la visita c'era la cena e nel dopo cena c'era musiche e danze. Qualcosa di assolutamente normale. Una serata così dà l'opportunità di alleviare la pressione di 80 singoli incontri che avrebbero portato via tutto il mio tempo».

8 - È stato allora vittima di uno stereotipo degli uomini italiani? Sorride ampiamente. «Certo. Io non sono un playboy, sono un Playman». Sorride divertito. «L'unica cosa della quale non sono stato accusato, in tutto questo vortice di montature fatte sul mio conto, è essere gay. Non ho nulla contro gli omosessuali, sia chiaro. Anzi. Ho sempre pensato che le persone più gay ci sono in giro, meno competizione c'è». «Sto scherzando », dice Berlusconi.

Caricatura-Silvio-Berlusconi-e-Nicole-Minetti-

A quel punto chiedo: non ha mai paura che il suo modo di scherzare la mette inutilmente nei guai?. «No. So, però, che chi mi vuole criticare, cerca sempre di creare un malinteso, approfittando di questa mia disposizione caratteriale allo scherzo». Berlusconi non sente alcun bisogno di chiedere perdono del popolo italiano, perché «non c'è niente di cui perdonarmi. In Italia mi conoscono. Sanno che cosa mi piace, sanno che sono corretto... un bravo ragazzo. Sono rispettoso degli altri... Non credo che quanto sia stato riportato su alcuni giornali sia la verità».

OLGETTINA BY NIGHT

9 - Un giornalista romano che ha «coperto» la vita politica di Berlusconi per la maggior parte del suo tempo mi ha detto è di gran lunga il politico più attento che abbia mai conosciuto. Se il giornalista fosse stato in piedi da solo fuori da una riunione fino al mattino, Berlusconi si sarebbe sempre fermato a parlare con lui. Ama vedere come le persone rispondono alla sua attenzione. Ama tirare la gente dai ranghi più bassi e portarla nel suo mondo. Ama vedere lo sguardo nei loro occhi, che brillano come fossero dei vincitori della lotteria. Egli gode il potere di essere in grado di fornire tanta gioia e di ricevere gratitudine.

ragazze di via olgettina

10 - Con Berlusconi la politica italiana è squallida, ma senza di lui è triste, mi ha detto Antonio Martino. Con la morsa del piano di austerità (del governo Monti, ndt ), dice Martino, gli italiani stanno avendo dei ripensamenti. «Quando l'esercito americano arrivò a Roma alla fine della guerra, i soldati trovarono dei graffiti sui muri che chiedevano il ritorno di Mussolini. «Ridateci il fetente!». Così, credo, che ci sentiremo tra qualche mese.

OLGETTINA BY NIGHT

 

PARA-GURI - MARPIONNE INCASSA OLTRE 50 MILIONI DALLA FIAT E CI PAGA MENO TASSE DEI SUOI DIPENDENTI

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Vittorio Malagutti per "il Fatto Quotidiano"

SERGIO MARCHIONNE VERSIONE 'BARBUDO'

Chissà, forse in un futuro prossimo il governo di Mario Monti riuscirà a centrare quello che, a parole, è uno degli obiettivi dell'esecutivo. E cioè spostare il peso delle imposte dal lavoro al capitale, dalla produzione alle rendite. Obiettivo ambizioso per un Paese come l'Italia dove finanzieri e speculatori vari finiscono il più delle volte per pagare meno tasse di imprenditori e lavoratori dipendenti. Un esempio concreto? Eccolo. Sergio Marchionne ha da poco ricevuto in regalo dalla Fiat, a titolo di compenso supplementare, un pacchetto di azioni che vale in Borsa oltre 50 milioni di euro.

SERGIO MARCHIONNE CON LA BARBA

Ebbene, l'imposta massima su questo gradito omaggio multimilionario non supera il 30 per cento. Tutto regolare. Questa, infatti, è l'aliquota prevista a norma di legge per i guadagni dei soggetti residenti all'estero. E Marchionne, come noto, agli occhi del Fisco nostrano risiede a Walchwil, nel cantone svizzero di Zug, uno dei più generosi delle Confederazione per quanto riguarda le tasse.

Insomma, a conti fatti, il gran capo del Lingotto pagherà su questo maxi premio di 50 milioni un'aliquota inferiore a quella di migliaia di suoi dipendenti. Per esempio i quadri e dirigenti Fiat, che sono tassati fino al 43 per cento per la parte di reddito superiore ai 75 mila euro l'anno. Possibile? Possibile che Marchionne se la cavi così a buon mercato ? La conferma arriva dal quartier generale del Lingotto.

MARCHIONNE

Un comunicato stampa della Fiat ha reso noto che venerdì scorso il numero uno del gruppo ha venduto in Borsa 600 mila titoli Fiat auto e altrettanti di Fiat industrial, che produce camion e trattori. L'operazione ha fruttato al manager poco più di 7,5 milioni di euro. L'incasso, spiega il comunicato del Lingotto, servirà a far fronte "agli oneri fiscali derivanti dalla assegnazione" di 4 milioni di azioni Fiat auto e di altrettanti Fiat industrial.

MARCHIONNE eb a ebb ce eb d

In sostanza, l'azienda torinese ha regalato all'amministratore delegato un pacchetto di titoli che ai prezzi correnti di Borsa, vale 50,4 milioni euro. Questo regalo, chiamato in gergo stock grant, è espressamente previsto nel contratto di Marchionne, poi ratificato da delibere del consiglio di amministrazione e dell'assemblea dei soci. In altre parole, il manager italo-canadese avrebbe liquidato una parte delle azioni appena ricevute in regalo per far fronte alle imposte su quelle stesse azioni.

Non è finita. Il comunicato della Fiat spiega che "nei prossimi giorni" Marchionne metterà in vendita 370 mila azioni Fiat auto e altrettante Fiat industrial. A meno di repentini cali delle quotazioni, la nuova cessione dovrebbe fruttare almeno 4,5 milioni . In totale, quindi, il numero uno del Lingotto ha liquidato titoli del valore di circa 12 milioni al solo scopo di far fronte alle imposte sui 50 milioni di stock grant. Le imposte, quindi, valgono il 24 per cento del compenso supplementare assegnato al manager, che va ad aggiungersi alla retribuzione ordinaria (3,4 milioni nel 2010, ultimo dato disponibile).

SERGIO MARCHIONNE

Al momento non è dato sapere se Marchionne in futuro venderà altre azioni del suo tesoretto personale per saldare i conti col Fisco. Di sicuro però la sua aliquota personale non potrà superare il 30 per cento. La stessa che, peraltro, già paga sul resto del suo stipendio milionario. Un trattamento che appare a dir poco favorevole, a maggior ragione se, come in questo caso, i guadagni di Marchionne derivano, di fatto, da operazioni di Borsa.

SERGIO MARCHIONNE

Sarà una semplice coincidenza, o forse no, ma il numero uno del Lingotto ha dimostrato un'ottima scelta di tempo per liquidare i suoi titoli. Venerdì scorso, infatti, le quotazioni di Fiat erano molto vicine ai massimi degli ultimi tre mesi. Ieri invece è arrivato il giudizio negativo di Standard & Poor's che ha messo sotto osservazione il debito a lungo termine del gruppo. E le azioni, come sempre in questi casi, hanno perso quota: meno 2,1 Fiat spa e meno 2,8 per cento Fiat industrial. Marchionne però era già passato alla cassa.

 


SIRIA: ASSAD MOLLATO DA TUTTI PROMETTE DI “CESSARE LE VIOLENZE E ACCOGLIERE GLI OSSERVATORI DELLA LEGA ARABA”

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BASHAR ASSAD

1 - SIRIA: LAVROV INCONTRA ASSAD, ''PRONTI PER SOLUZIONE RAPIDA''...
(ASCA-AFP) - Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha definito ''molto utile'' l'incontro tenutosi oggi a Damasco tra lui e il presidente siriano Bashar al-Assad. Assad si sarebbe ''impegnato'', a detta di Lavrov, alla cessazione delle violenze. ''Siamo pronti ad agire per una rapida risoluzione della crisi basata sul piano proposto dalla Lega Araba'', ha dichiarato il ministro russo aggiungendo che Damasco e' pronta ad accogliere una rappresentanza piu' ampia degli osservatori della Lega sul territorio siriano.

Bashar Assad

Dal colloquio e' emerso anche che, come riportano le agenzie di stampa russe, Assad annuncera' presto la data del prossimo referendum costituzionale. ''Il presidente Assad ha detto che nei prossimi giorni incontrera' la commissione che e' stata incaricata di mettere a punto il progetto di una nuova costituzione'', ha annunciato Lavrov. ''Il documento e' pronto, bisogna solo scegliere la data del referendum'', ha aggiunto. ''E' chiaro che lo sforzo di fermare la violenza deve coincidere con un'apertura al dialogo con tutte le forze politiche del paese'', ha detto Lavrov. ''Oggi abbiamo avuto la conferma dell'intenzione del presidente Assad ad agire in questo senso''.

2 - SIRIA: UE NON RITIRERA' SUE DELEGAZIONI...
(ANSA) L'Unione europea non ritirerà le proprie delegazioni diplomatiche dalla Siria. Lo ha riferito un portavoce dell'alto rappresentante Ue Catherine Ashton. "E' importante avere persone sul terreno, considerando che in Siria non possiamo contare su libertà di stampa", ha detto.

BOMBE SU HOMS IN SIRIA

3 - PAESI ARABI GOLFO ESPELLONO AMBASCIATORI DAMASCO...
(ANSA) - I Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati arabi uniti, Oman, Qatar e Bahrein) hanno deciso di richiamare i loro ambasciatori da Damasco e di espellere quelli siriani presenti nelle loro capitali. Lo riferisce la televisione panaraba Al Arabiya.

4 - SIRIA:RICHIAMATO PER CONSULTAZIONI AMBASCIATORE ITALIA...
(ANSA) - Il Ministro degli Esteri Giulio Terzi ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell'ambasciatore italiano a Damasco Achille Amerio. Lo rende noto la Farnesina, che sottolinea che l'Ambasciata italiana nella capitale siriana resta aperta e operativa popolazione civile.

ERDOGAN

5 - SIRIA: UNICEF, OLTRE 400 BAMBINI UCCISI E OLTRE 400 SONO IN CARCERE
(ANSA) - Oltre 400 bambini sono stati uccisi in Siria dallo scoppio delle violenze in marzo a fine gennaio, ha affermato l'Unicef oggi a Ginevra. Sempre secondo informazioni di organizzazioni dei diritti umani locali oltre 400 minori sono in carcere, ha detto a Ginevra la portavoce dell'Unicef Marixie Mercado.

PUTIN NEL DUEMILA

6 - ERDOGAN AD ASSAD, SEI IN UN VICOLO CIECO
(ANSA) - Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito il presidente siriano Bashar Al Assad che, con la sua repressione dei moti di protesta soprattutto a Homs, si sta cacciando in un "vicolo cieco" e alla fine gli verrà chiesto "il conto" di quei crimini. "La tua è una via cieca", ha detto Erdogan ai deputati del suo partito ad Ankara aggiungendo di aver consigliato ad Assad di tornare indietro prima che venga sparso altro sangue con l'uccisione di persone innocenti.

"Prima o poi verrà presentato conto degli incidenti di Homs", ha detto ancora il premie, come riferisce l'agenzia turca Anadolu. "Stiamo facendo sforzi per facilitare la pace e la stabilità in Siria", ha ricordato Erdogan confermando che "coopereremo con Paesi che decideranno di stare dalla parte del popolo siriano e non dell'amministrazione siriana. Continueremo a sostenere le iniziative della Lega araba", ha aggiunto, riferendosi alla posizione assunta da Ankara.

Abu Mazen

7 - ACCORDO TRA ABU MAZEN E HAMAS, LA RABBIA DI ISRAELE
Da "la Repubblica" - Il leader di Al Fatah e presidente dell´Anp, Abu Mazen, e il capo dell´ufficio politico di Hamas, Khaled Mashaal, hanno firmato un accordo per la formazione di un governo provvisorio di riconciliazione nazionale palestinese. L´accordo è stato siglato alla presenza dell´emiro del Qatar, Hamed Khalifa Al Thani.

netanyahu

«Abu Mazen e Mashaal si sono assunti la responsabilità storica di riunire i palestinesi - ha affermato l´emiro del Qatar - noi siamo convinti della loro buona fede e li aiuteremo in ogni modo». In base all´accordo sottoscritto «l´Olp continuerà a organizzare le prossime elezioni politiche e presidenziali palestinesi, previste per maggio. Verrà formato un governo unitario guidato da Abu Mazen che sarà in carica fino alle prossime elezioni».

Ma l´accordo non è piaciuto al premier israeliano Benjamin Netanyahu: «Pare che Abu Mazen abbia abbandonato la via della pace per unirsi a Hamas», è stato il suo primo commento. Netanyahu ha rilevato che "Hamas è una organizzazione terroristica votata alla distruzione di Israele Se Abu Mazen procederà lungo le intese maturate a Doha - ha concluso -vorrà dire che ha scelto di abbandonare la strada della pace».

Qatar Emiro Tamim Bin Hamad Al Thani

 

ASCOLTI BOOM - BUZZANCA RESTAURA (24,3%) E BATTE IL “GRANDE FARDELLO” (17,9%) - “STRISCIA” INARRIVABILE (26,3%)

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Thomas Tonini per "www.davidemaggio.it"

LANDO BUZZANCA NE IL RESTAURATORE

PRIME TIME - L'ultima puntata de Il Restauratore sfiora i 7 milioni di spettatori: per la precisione sono stati 6.937.000 con il 24.3% di share a seguire la fiction con Lando Buzzanca. Staccata nettamente la sedicesima puntata di Grande Fratello, seguita da 4.219.000 spettatori pari al 17.86% di share (sette giorni fa al 17.11%).

Su Rai2 Voyager conquista 2.332.000 telespettatori e il 7.91% di share. In 2.546.000 si sono sintonizzati su Italia1 per la serie CSI: New York (share dell'8.4%). Nella sfida tra film prevale quello di Rete4, L'ultima alba, con 1.939.000 spettatori (6.95%) mentre quello di Rai3, Operazione Valchiria, si è fermato a quota 1.541.000 spettatori con il 5.12% di share. L'Infedele su La7 al 4.37% di share (1.098.000 spettatori).

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ACCESS PRIME TIME - Boom per la coppia Greggio-Hunziker. I Soliti Ignoti di Rai1 totalizzano 5.588.000 spettatori e il 17.44% di share, preceduti da Qui Radio Londra al 15.17% (4.681.000). Su Canale 5 Striscia la notizia conquista 8.409.000 telespettatori e il 26.26%. Su Italia1 la serie CSI registra il 6% di share con 1.863.000 spettatori e su Rete 4 Walker Texas Ranger sigla il 6.13% con 1.935.000 individui. Su Rai3 Un posto al sole conquista l'8.53% e 2.700.000 spettatori, preceduto da Blob al 5.43% e da Stanlio&Ollio al 7.7% (2.330.000). Su La 7 Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber registra il 5.26% e 1.674.000 telespettatori.

PRESERALE - Conti stacca di 6 punti Scotti. L'Eredità di Carlo Conti è stata seguita su Rai1 da 5.405.000 telespettatori (23.88%) nella Sfida dei 6, che salgono a quota 6.749.000 e il 24.97% per la ghigliottina. The Money Drop di Gerry Scotti raccoglie 4.449.000 spettatori e il 18.12% (l'anteprima al %). Su Italia 1 la sitcom Tutto in famiglia segna il 3.74% con 944.000 spettatori e I Simpson il 5.80% (1.664.000). Su Rai2 la striscia quotidiana dell'Isola dei famosi al 7.68% (2.235.000). Tempesta d'amore su Rete 4 sigla il 6.41% (1.845.000). Su La7 G'Day arriva al 2.68% con 692.000 individui.

Roberto Giacobbo foto di MarinoPaoloni

SECONDA SERATA - Porta a porta è stato seguito da 1.613.000 spettatori (14.65%). L'ispettore Coliandro su Rai2 al 6.87% di share. Mai dire Gf al 20.76% (1.581.000 spettatori). La serie White collar su Italia1 al 6.71% (1.397.000) nel primo episodio e all'8.01% (965.000) nel secondo.

TELEGIORNALI (edizioni meridiana e della sera in migliaia) Il Tg1 di Maccari prende il volo:

TG1: 5.229 - 24.72% (ore 13.30) / 7.237 - 24.61% (ore 20.00)
TG2: 3.474 - 17.98% (ore 13.00) / 3.301 - 10.64% (ore 20.30)
TG3: 2.407 - 12.58% (ore 14.20) / 3.614 - 15.80% (ore 19.00)
TG5: 4.449 - 22.74% (ore 13.00) / 6.379 - 21.67% (ore 20.00)
STUDIO APERTO: 3.114 - 19.63% (ore 12.25) / 2.128 - 11.17% (ore 18.30)
TG4: 777 - 7.93% (ore 11.30) /1.359 - 5.84% (ore 18.55)
TGLA 7: 1.195 - 5.64% (ore 13.30) / 2.576 - 8.68% (ore 20.00)

Operazione Valchiria


ASCOLTI SATELLITE DI LUNEDI 6 FEBBRAIO 2012: SKY IN PRIME TIME ALL'8.6%. BENE GREY'S ANATOMY CON 539.003 SPETTATORI
Da "www.davidemaggio.it"

Ieri, lunedì 6 febbraio, 10.444.294 spettatori unici hanno seguito i canali della piattaforma Sky*. Nell'intera giornata, i canali della piattaforma Sky hanno raccolto uno share medio del 7,5% (10,5% se si considera il target commerciale 15-54 anni)**. In prime time, tra le 21 e le 23, l'audience media dei canali Sky è stata di 2.638.599 spettatori con l' 8,6% di share**.

MACCARI

In evidenza l'Intrattenimento, con il quinto episodio di "Grey's Anatomy", dalle 21 su FoxLifeHD/+1/+2, che ha ottenuto un ascolto medio complessivo di 539.003 spettatori con 702.502 contatti unici e una permanenza del 77%. Sugli stessi canali la serie "Pan Am" ha raccolto complessivamente 186.009 spettatori medi* con il quinto episodio in onda dalle 22 circa. Ottimo risultato anche su Sky Uno per l'appuntamento con" X Factor - Usa", edizione americana del celebre talent show: la puntata dedicata alle "audizioni" in onda dalle 21.10 su Sky UnoHD/+1, ha raccolto nel complesso 223.756 spettatori medi* e 541.373 e contatti unici. In evidenza anche l'episodio della terza stagione di "White Collar" dalle 21 su FoxHD/+1/+2, che ha ottenuto un ascolto medio complessivo di 232.932 spettatori.

monda28 lilli gruber

Per i canali Cinema, il film "Will Hunting - Genio Ribelle", in onda dalle 21.10 circa su Sky Cinema 1/+1HD, è stato seguito in media da 417.536 spettatori complessivi. Da segnalare anche il film "L'uomo ombra" in onda dalle 21 su Sky Cinema Max/+1HD che ha raccolto un ascolto medio complessivo di 117.879 spettatori complessivi.

Per lo Sport, in evidenza il match di Premier League Liverpool - Tottenham, in onda dalle 21 su Sky Sport 1HD, Sky Super CalcioHD e Sky Calcio 1HD che è stato seguito da 122.263 spettatori medi complessivi*. Nell'intera giornata, Sky Sport24HD ha raccolto 1.716.483 spettatori unici*.

 

PRIMA DEL DISASTRO NEVE, IL GOVERNO STAVA STUDIANDO LO SMEMBRAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE,. CHE FARÀ ORA RIGOR MONTI?

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1- PROTEZIONE CIVILE SPARTITA TRA MINISTERO DELL'INTERNO E DEL TESORO?
Marco Ludovico per "Il Sole 24 Ore"


Sarà inevitabile, una volta finita l'emergenza neve, decidere il futuro prossimo della Protezione civile. Nella bufera delle ultime polemiche sin da sabato il presidente del Consiglio, Mario Monti, da Monaco ha riconosciuto l'impegno del dipartimento guidato da Franco Gabrielli. Sulla stessa linea il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, che pure ha sottolineato a più riprese il ruolo dai prefetti. Ma Gabrielli fa i conti con questioni precedenti alla neve e anche al naufragio del Concordia. Problemi di soldi, di procedure, di assetti istituzionali: tutti da rivedere e tutti in forse, a quanto pare.

IL PREFETTO FRANCO GABRIELLI

L'immagine abbagliante, iperefficiente e trionfalistica di un dipartimento in soccorso anche ad Haiti dopo il terremoto - il capo di allora, Guido Bertolaso, criticò perfino l'intervento americano - sembra perdersi nella notte dei tempi. Una vicenda, invece, che risale giusto a due anni fa, gennaio 2010. Oggi i circa 700 dipendenti distribuiti nelle tre sedi romane in via Ulpiano (quella storica), via Vitorchiano (operativa) e via Affile (sede dei mezzi) si interrogano ogni giorno sul loro destino.

L'idea di lasciare la presidenza del Consiglio per ritornare sotto l'ala del ministero dell'Interno - riaffacciatasi alla nascita del governo Monti e sollecitata dalla Cancellieri - è solo una delle ipotesi. Pochi sanno, peraltro, che un paio di giorni dopo il suo insediamento da Cancellieri andò preoccupato l'ormai ex sottosegretario Gianni Letta proprio per perorare la causa di una Protezione salda a palazzo Chigi, non all'Interno.

Quest'ultimo scenario poi è stata messo in sospeso dalla stessa titolare del Viminale, che al Senato la settimana scorsa ha detto: deciderà Monti. In realtà sembra avanzarsi un'altra e più temuta - per i diretti interessati - soluzione: una Protezione divisa a metà. Ripartita tra ministero dell'Economia e Viminale. A viale XX settembre sarebbe destinato il settore delle ordinanze di protezione civile, in pratica la stima, la gestione e il controllo totale delle spese.

MARIO MONTI

Sarebbe l'epilogo di una situazione già lamentata più volte da Gabrielli, cioè l'obbligo ormai imprescindibile, che Bertolaso non aveva, del «concerto con l'Economia» per le ordinanze. Al ministero dell'Interno andrebbe a finire la parte operativa dell'attuale Protezione.

Monti, di certo, non si farà dettare l'agenda della riforma della Protezione dall'emergenza neve. È certo che sta rivedendo presenze e ruoli dei dipartimenti di palazzo Chigi. È altrettanto certo che segue con occhio attento e minuzioso il tema delle ordinanze di protezione civile e la «bollinatura» della Ragioneria generale è ormai un requisito irrinunciabile.

Oggi il premier vedrà Gabrielli e all'incontro dovrebbero esserci anche Cancellieri e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Di certo il presidente del Consiglio potrà avere molti spunti per decidere con i criteri ormai guida di ogni sua scelta: rigore finanziario, efficienza amministrativa, snellimento delle procedure. Con la Protezione civile l'intervento ha, del resto, natura politica, come testimonia anche il dibattito di questi giorni.

anna maria Cancellieri

Ma il Pdl, sceso lancia in resta contro Gabrielli, ora deve chiarire il suo modello. Letta e l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi tentarono persino di istituire una Protezione civile Spa, una sorta di privatizzazione naufragata in Parlamento. Le inchieste sui Grandi Eventi, peraltro, hanno gettato troppi sospetti e critiche su un certo schema di funzionamento. Il problema per Monti, oggi, è un altro.

Evitare che la Protezione civile torni stretta nelle pastoie burocratiche. Garantire rapidità e coordinamento con tutti gli altri settori dello Stato interessati, come i ministero Interno, Difesa, Economia. E assicurare flussi di risorse adeguati. Il Fondo nazionale di Protezione civile è azzerato da 2004.

2- PROTEZIONE CIVILE: GABRIELLI, RESTI SOTTO PRESIDENZA CONSIGLIO
(ASCA) - 'Continuo ad essere assertore del fatto che la Protezione civile debba rimanere sotto la presidenza del Consiglio'. Lo ha detto il capo della protezione civile, Franco Gabrielli. Parlando con i giornalisti a margine di un'audizione al Senato, Gabrielli ha espresso cosi' la sua contrarieta' al trasferimento del dipertimento sotto il ministero degli Interni o addirittura ad una guida Interni-Economia, come ipotizzato da alcune parti.
'Questo naturalmente e' il mio sommessissimo parere - ha continuato - mi rimettero' comunque alle decisioni del Parlamento e del governo, l'importante e' che tutto avvenga nella massima trasparenza'.


3- PROTEZIONE CIVILE: LEGAMBIENTE, ERRORE GESTIONE A MINISTERO
(ANSA) - 'In un momento in cui il nostro Paese e' colpito da calamita' naturali che si trasformano in tragedie perche' non si investe nella prevenzione e mitigazione dei rischi, sarebbe un gravissimo errore rinunciare a uno dei pochi elementi positivi che ci consente di rispondere alle emergenze in maniera efficace e tempestiva'.

guido bertolaso

Cosi' Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, commenta l'ipotesi secondo cui il governo starebbe valutando di passare la gestione del dipartimento della Protezione civile dalla presidenza del Consiglio dei ministri al ministero dell' Interno o a quello dell'Economia.

'La nostra protezione civile rappresenta una specificita' positiva, considerata con ammirazione anche all'estero', rileva Muroni. 'Affidare la gestione di un sistema cosi' articolato e complesso a un ministero sarebbe come farlo tornare indietro di anni e soprattutto non si capisce quale utilita' ne ricaverebbe il Paese. Per questo - conclude - condividiamo la preoccupazione espressa dal dipartimento della Protezione civile e ci auguriamo che tale ipotesi non venga confermata'.

Antonio Catricala ADS

 

PIOVE, NEVICA O TIRA VENTO: LE FERROVIE VANNO PUNTUALMENTE IN TILT MA NESSUNO METTE IN DISCUSSIONE MORETTI

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Giovanni Cocconi per "Europa Quotidiano"

www.europaquotidiano.it


Tra i misteri dell'inverno italiano c'è anche quello Mauro Moretti. Nel senso che ogni anno, puntuali come il freddo e la caduta della neve, arrivano anche le polemiche sulla paralisi di treni regionali e Intercity, ma nessuno che osi chiedere la testa del numero uno delle Ferrovie.

 

MAURO MORETTI

Sull'Ingegnere (che i sindacati interni chiamano l'Imperatore) centrodestra e centrosinistra sembrano aver stretto un patto non scritto. I passeggeri sono furiosi, i giornalisti raccontano odissee infernali, le regioni minacciano di fare causa, ma non succede mai niente. Moretti è un vero intoccabile. Perché? Un piccolo mistero, appunto.
Anche perché il manager delle Ferrovie viene descritto come un personaggio ruvido, poco simpatico, sicuro di sé ai confini dell'arroganza (il 21 dicembre 2009 consigliò ai passeggeri dei treni bloccati per ore sui binari di portarsi coperte e panini da casa).

MAURO MORETTI

Un'immagine che le ultime campagne di comunicazione dell'azienda non hanno fatto nulla per smentire. Gli spot con la famiglia di colore testimonial della classe economica dei nuovi Frecciarossa non ha reso meno impopolare Ferrovie dello stato, così come la scelta (poi rientrata) di impedire ad alcune "classi" di passeggeri l'uso della carrozza bar.

Pazienza, si dirà, quella è solo comunicazione. Il problema è che, se si esclude l'alta velocità, i guasti di treni regionali e Intercity sono sulla bocca di tutti spesso, e comunque ogni inverno che Dio manda in terra. Solo negli ultimi giorni gli assessori ai trasporti di almeno quattro regioni diverse (e di diverso colore politico) hanno puntato il dito contro i disservizi di Trenitalia.

Treni bloccati dalla nevicata

«Gli utenti dei treni regionali ieri sono stati abbandonati a se stessi», ha tuonato l'assessore del Lazio Francesco Lollobrigida (centrodestra), mentre la regione Liguria (centrosinistra) ha denunciato Rfi e Trenitalia per i disagi ai passeggeri avvenuti in questi giorni, treni soppressi o fermi per molte ore.

L'assessore della regione Piemonte (centrodestra) ha già annunciato che «per questa settimana di disservizi interminabili non verseremo un solo euro a Trenitalia» mentre, nella regione di origine di Moretti, l'Emilia-Romagna, quattro consiglieri regionali del Pd hanno presentato un'interrogazione alla giunta sull'«assoluta impreparazione» da parte delle Ferrovie dello stato a fronteggiare la situazione.

Treni bloccati dalla nevicata

Insomma, delle Ferrovie si lamentano un po' tutti, ma le lamentele non arrivano mai a Roma, cambiano i governi ma l'ex dirigente della Cgil rimane saldo al suo posto. Perché? Fonti interne all'azienda confermano che Moretti è politicamente un intoccabile ma offrono spiegazioni molto diverse.

I buonisti dicono che la sua fortuna è stata quella di arrivare dopo la «disastrosa gestione di Elio Catania», di avere in parte risanato i conti dell'azienda e di essere riconosciuto come una persona competente, che sa cosa sono le Ferrovie dove lavora da 35 anni. «Ma ha commesso molti errori, per esempio investendo solo sull'alta velocità a scapito di regionali e Intercity che, infatti, ogni inverno si bloccano», ci racconta un dirigente sindacale. «Il problema è che, avendo accentrato tutto il potere in una gestione monocratica e azzerato tutti i livelli dirigenziali, quando andrà via lui crollerà tutto».

NEVE E GELO IN ITALIA TRENO BLOCCATO DALLA NEVE jpeg

I maligni, invece, evocano le origini di Moretti: iscritto alla Cgil dai primi anni Ottanta, ha scalato i vertici aziendali e sindacali fino alla segreteria della Cgil trasporti e alla nomina ad amministratore delegato delle Ferrovie da parte del governo di centrosinistra nel 2006. «Ma da manager ha fatto di tutto per farsi perdonare le origini sindacali e rifarsi una verginità».

Un decisionismo che gli ha consentito di vincere il braccio di ferro con i sindacati più duri (come quello sul macchinista unico) e che è piaciuto a destra, soprattutto perché Moretti ha saputo personalizzare la sfida con Montezemolo, il nuovo entrante nel mercato ferroviario con la società Ntv, poco simpatico sia a destra che a sinistra.

ELIO CATANIA

Un duello a distanza che si è consumato più sulle pagine dei giornali che in tribunale e che ha finito per mettere in ombra la profonda trasformazione vissuta dalle Ferrovie dello stato negli ultimi anni, sempre meno servizio pubblico e sempre più impresa privata, con un amministratore delegato che punta tutto sull'alta velocità e incolpa lo stato di avere abbandonato a se stesso il parco buoi dei pendolari. L'imperatore Moretti, appunto, e noi sudditi.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

 

COSTA CONCORDIA, DOMNICA CEMORTAN: “NON SONO L’AMANTE DI SCHETTINO”

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Da www.oggi.it, in edicola domani su "Oggi"

SCHETTINO E DOMNICA CEMORTAN IN COPERTINA SU CHI

Domnica Cemortan, la venticinquenne moldava a bordo della Costa Concordia la notte del disastro , in una intervista rilasciata al settimanale Oggi in edicola dall'8 febbraio, dà sfogo alla sua amarezza per tutto quanto è stato scritto sul suo conto nei giorni successivi al naufragio all'isola del Giglio. A darle particolarmente fastidio è stata la relazione che le è stata attribuita col comandante Francesco Schettino, sempre agli arresti domiciliari come principale responsabile del disastro del 13 gennaio scorso.

«Non ho mai detto ai magistrati "Io amo Schettino"», dice Domnica, «Vorrei capire come puó essere uscita un'informazione del genere. Dicono che hanno trovato un mio bikini nella cabina di Schettino. E il mio bagaglio dov'è? Non c'è nient'altro di mio? Non ci sono pantaloni, non ci sono camice, niente? E no scusate, ci vuole qualcosa di più. Come si puó costruire una storia partendo da un bikini? E poi cos'hanno trovato su questo bikini che permetta di collegarlo a me? C'era scritto il mio nome, c'era la mia foto o il mio dna?».

DOMNICA CEMORTAN

«HO SOLO RACCONTATO QUELLO CHE E' SUCCESSO» - Domnica è categorica quando smentisce che i Pm le abbiano fatto domande su una presunta relazione col comandante: «Qualcuno mi ha detto che i miei vestiti sono sequestrati. Perché allora i magistrati non mi hanno interrogato su questo? Niente di niente. Quando sono entrata c'erano tre procuratori piú un signore in civile che chiamavano capitano. Quando mi sono seduta davanti a loro un procuratore mi ha detto: "Non ci interessiamo a questioni personali. Vogliamo sapere quello che tu hai visto e sentito sul ponte". E così è stato. Per sei ore ho solo riferito quello che era successo sul ponte la notte del naufragio».

BASTA GOSSIP - Al gossip delle ultime ore secondo cui Schettino sarebbe il padre della figlia nata due anni fa, Domnica ribatte con una risata: «Anche mia figlia adesso? Cosa volete che vi dica. Sì o no? Schettino ha i capelli neri. Mia figlia è bionda. No, non credo proprio sia figlia di Schettino. Comunque non mi interessa, dite quello che volete».

MOLDAVA SCHETTINO

La love story che impazza su giornali e tv secondo la moldava sarebbe tutta una montatura mediatica per mettere in difficoltà il comandante della Concordia: «Sono tutte bugie», dice a Oggi. «Non sono stupida. Non sono nata ieri. Quando ho letto ho subito capito quel che sta succedendo. Questa notizia è stata messa in giro apposta per mettere sotto pressione il capitano. Vogliono isolarlo anche all'interno della sua famiglia».

«IO, REGISTRATA PRIMA DI SALIRE SULLA NAVE» - Domnica afferma anche di essere salita bordo seguendo le procedure di registrazione e imbarco di tutti i passeggeri. «Ho dato il mio bagaglio, che era chiuso, in consegna all'equipaggio che poi passa nelle cabine a lasciare borse e valige. E la compagnia ha già chiarito tutto. Ha dimostrato che ero registrata come passeggero e avevo una cabina assegnata a me. Ho ancora con me la chiave col numero della cabina e con scritto sopra il mio nome».

DOMNICA CEMORTAN

«MA QUALE DONNA DEL CAPITANO!» - Nell'intervista a Oggi Domnica esprime poi tutta la sua delusione per i media italiani: «Andate pure avanti con «la bionda del capitano», «la sirena della Concordia», «la donna misteriosa»... La cosa grave che non capite il danno che mi state provocando. L'Italia parla e ride di me. Ma non esiste solo l'Italia. Anche la Moldavia parla di me e trova che non ci sia niente da ridere. Dicono che sto rovinando l'immagine del mio Paese e del mio popolo. A questo punto non è più gossip. Sta diventando una questione politica. Non so per chi mi abbiate presa. Vi sembro una sgualdrina?

SCHETTINO

«HO FATTO SACRIFICI ENORMI PER STUDIARE» -Allora sappiate che parlo cinque lingue, nel mio Paese e all'estero ho ottenuto diplomi di alti studi e in Francia ho frequentato un'accademia molto importante. Mi sono impegnata, ero la migliore della mia classe, avevo dei voti eccellenti e tutto questo per cosa? Per essere trascinata nel fango dai giornalisti che senza nessuna informazione si permettono di scrivere su di me? Non riesco a guardare in faccia i miei vicini, mi vergogno a entrare nei negozi».

NAVE CONCORDIA

 

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