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TUTTI CHIUSI IN CASA, E GLI INCASSI PIANGONO (-32%) - RIMANE IN TESTA “BENVENUTI AL NORD”, SCORSESE SCALZA “MISSION IMPO

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1- CINEMA: INCASSI;BISIO-SIANI ANCORA AL TOP, SCORSESE SECONDO - HUGO CABRET SCALZA TOM CRUISE,MILLENNIUM DEBUTTA AL QUARTO POSTO
Patrizia Vacalebri per l'ANSA

Benvenuti al Nord

Per la terza settimana di seguito Benvenuti al Nord, la commedia di Luca Miniero con Claudio Bisio e Alessandro Siani, rimane in testa alla classifica del box office, con un incasso nel week end di 2.328.978 euro, per un totale di oltre 24 milioni. Hugo Cabret, la favola in 3D di Martin Scorsese, debutta al secondo posto, registrando un incasso di 1.764.073 euro.

Tratta dal romanzo best seller 'La straordinaria invenzione di Hugo Cabret' di Brian Selznick (Mondadori), la storia del bambino-pinocchio che, rimasto orfano, vive nella stazione ferroviaria di Parigi de La Gare du Nord, scalza dal suo posto l'agente Tom Cruise di Mission Impossible - Protocollo fantasma, che nel fine settimana scende al terzo gradino con un incasso 1.324.742 euro e un totale di 4.253.618.

MARTIN SCORSESE

Al quarto posto troviamo un altro debutto: Millennium - Uomini che odiano le donne, che ottiene un incasso di 905.230 euro. Il film esordio di Stefano Sollima Acab All Cops are Bastards scende invece nella seconda settimana di programmazione al quinto posto, con 566.403 d'incasso per un totale di 2.139.508. Scivola al sesto posto l'efficace ritratto di Margareth Thatcher The Iron Lady, con Meryl Streep, che incassa nella seconda settimana di programmazione 515.762 euro per un totale di 1.573.624.

Immaturi il viaggio dal quinto posto arriva all'ottavo. Si posiziona al settimo gradino della top ten un'altra new entry, I Muppet, con un incasso di 149.348 euro. Il totale incassi e' di 8 milioni 560 mila euro, in netto calo (-32%) rispetto al week end precedente (12 milioni 609 mila), complice probabilmente anche l'eccezionale ondata di freddo e neve.


2- BOX OFFICE USA: CHRONICLE ‘RUBA' LA VETTA A THE WOMAN IN BLACK CON DANIEL RADCLIFFE
Da www.vivacinema.it

A dominare il box office Usa nel week end del Super Bowl, 3-5 febbraio 2012, è stato Chronicle, il film della 20th Century Fox diretto da Joshua Trank. Il fantascientifico agguanta la vetta, incassando 22 milioni dollari con la media di 7.500 dollari per sala. Dunque il film con Michael Kelly supera un'attesa uscita del fine settimana, quella con protagonista l'ex (è il caso di dirlo) Harry Potter Daniel Radcliffe con il suo thriller The Woman in Black.

Un testa a testa avvincente nella classifica relativa al box office Usa che questo week end vede due nuovi ingressi ‘pesanti'. Da un lato Chronicle, dall'altro The Woman in Black, attesa ‘prova' di Daniel Radcliffe, rimasto orfano della saga fantasy che lo ha portato al successo, che incassa 21 milioni di dollari.

Hugo Cabret Locandina

Scende in terza posizione The Grey, il thriller di Joe Carnahan interpretato da Liam Neeson, che ottiene ‘solo' 9,5 milioni dollari arrivando a 35 milioni dollari totali in dieci giorni. La settimana scorsa aveva debuttato in prima posizione, a sorpresa. Dietro troviamo un'altra new entry della settimana, Qualcosa di straordinario, il nuovo film con Drew Barrymore e John Krasinski, che guadagna 8.5 milioni dollari, seguito da Underworld: Il Risveglio, fantasy con 5.6 milioni dollari e 54.3 milioni dollari complessivi.

Sesto posto per la commedia One for the Money, che guadagna con 5.2 milioni dollari, settimo poi per Red Tails, con Cuba Gooding Jr., che incassa 5 milioni dollari per un totale di 41.3 milioni dollari. A chiudere la classifica sono il neo nominato all'Oscar The Descendants di Alexander Payne con 4.6 milioni dollari (è arrivato a un totale di 65.5 milioni dollari), il thriller 40 Carati, prodotto dalla Summit, con 4.5 milioni dollari e 14.7 milioni dollari totali, e, fanalino di coda, Contraband (totale: 62.103.000).


3- LA TOP 20 ITALIANA
Da www.comingsoon.it, dati Cinetel


1- BENVENUTI AL NORD
Distribuzione: Medusa Film Inc. week-end: € 2.328.978 Inc. Totale € 24.180.505 3 settimane 675 schermi

2- HUGO CABRET
Distribuzione: 01 Distribution Inc. week-end: € 1.764.073 Inc. Totale € 1.764.073 1 settimane 458 schermi

3- MISSION: IMPOSSIBLE - PROTOCOLLO FANTASMA
Distribuzione: Universal Pictures Inc. week-end: € 1.324.742 Inc. Totale € 4.253.618 2 settimane 510 schermi

4- MILLENNIUM - UOMINI CHE ODIANO LE DONNE
Distribuzione: Warner Bros. Inc. week-end: € 905.230 Inc. Totale € 905.230 1 settimane 435 schermi

TOM CRUISE

5- A.C.A.B.
Distribuzione: 01 Distribution Inc. week-end: € 566.403 Inc. Totale € 2.139.508 2 settimane 283 schermi

6- THE IRON LADY
Distribuzione: BIM distribuzione Inc. week-end: € 515.762 Inc. Totale € 1.573.624 2 settimane 215 schermi

7- I MUPPET
Distribuzione: Walt Disney Pictures Inc. week-end: € 149.348 Inc. Totale € 149.348 1 settimane 156 schermi

8- IMMATURI - IL VIAGGIO
Distribuzione: Medusa Film Inc. week-end: € 141.336 Inc. Totale € 11.654.656 5 settimane 107 schermi

9- ALVIN SUPERSTAR 3 - SI SALVI CHI PUÒ
Distribuzione: 20th Century Fox Inc. week-end: € 112.877 Inc. Totale € 5.971.148 5 settimane 139 schermi

10- UNDERWORLD - IL RISVEGLIO
Distribuzione: Warner Bros. Inc. week-end: € 112.877 Inc. Totale € 2.048.986 3 settimane 70 schermi

Margaret Tatcher

11- THE HELP
Distribuzione: Walt Disney Pictures Inc. week-end: € 95.657 Inc. Totale € 802.080 3 settimane 77 schermi

12- THE ARTIST
Distribuzione: BIM distribuzione Inc. week-end: € 65.442 Inc. Totale € 1.509.566 9 settimane 35 schermi

13- LA TALPA
Distribuzione: Medusa Film Inc. week-end: € 57.045 Inc. Totale € 2.633.162 4 settimane 45 schermi

14- L'ARTE DI VINCERE
Distribuzione: Warner Bros. Inc. week-end: € 55.144 Inc. Totale € 188.778 2 settimane 37 schermi

15- SHAME
Distribuzione: BIM distribuzione Inc. week-end: € 52.589 Inc. Totale € 971.621 4 settimane 41 schermi

DANIEL RADCLIFFE

16- E ORA DOVE ANDIAMO?
Distribuzione: Eagle Pictures Inc. week-end: € 43.041 Inc. Totale € 311.454 3 settimane 27 schermi

17- J. EDGAR
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia Inc. week-end: € 35.040 Inc. Totale € 5.908.388 5 settimane 27 schermi

18- L'INCREDIBILE STORIA DI WINTER IL DELFINO
Distribuzione: Warner Bros. Inc. week-end: € 29.874 Inc. Totale € 921.879 4 settimane 42 schermi

19- POLISSE
Distribuzione: Lucky Red Inc. week-end: € 28.246 Inc. Totale € 28.246 1 settimane 33 schermi

20- HESHER È STATO QUI
Distribuzione: Bolero Film Inc. week-end: € 25.346 Inc. Totale € 25.346 1 settimane 30 schermi

CUBA GOODING JR.

 


“IL PREMIER VUOLE MISURARE LO SPREAD TRA LA FIDUCIA(ALTA)PER MONTI E IL CONSENSO(BASSO)VERSO I PROVVEDIMENTI”

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Francesco Verderami dal "Corriere della Sera"

SILVIO BERLUSCONI MARIO MONTI

Che sia a capo di un esecutivo «tecnico» o «politico», poco importa: a Monti serviva uno strumento di cui si serve, e che con cadenza quindicinale gli fornisce un'analisi accurata sull'umore dell'opinione pubblica, sul gradimento dei provvedimenti di governo in cantiere, e sullo stato di salute dei partiti.

Come racconta uno dei suoi uomini più fidati, «l'approccio del premier a numeri e percentuali è quello dell'economista abituato a studiare i mercati, e che ora deve fare i conti con il suo ruolo di uomo pubblico».

MONTI-BERLUSCONI

E non c'è dubbio che Monti abbia già fatto uso dei sondaggi, in più occasioni. Presentando le liberalizzazioni, per esempio, si è notata una sua puntualizzazione sulla riforma, che «sarà pure osteggiata dalle categorie interessate, ma piace alla stragrande maggioranza dei cittadini». I dati di una ricerca lo confortavano in tal senso.

Persino le sue perplessità sulla candidatura italiana alle Olimpiadi non sono dettate solo da ragioni diplomatiche e da valutazioni sui risvolti economici del progetto, ma sono sostanziate anche dai risultati di uno studio. Perché sarà pur vero che il 65% dei cittadini è favorevole a ospitare i Giochi del 2020, ma la percentuale scende ben al di sotto del 50% quando si parla della necessità di investire soldi dello Stato: in questa fase l'opinione pubblica è poco propensa alla spesa e molto preoccupata dello spreco.

Renato Mannheimer

Mannheimer, che ha un rapporto di antica data con Monti, ricorda quando - all'inizio del suo mandato - presentò un sondaggio al capo del governo da cui emergeva la disponibilità degli italiani ai sacrifici: «Ne rimase sorpreso. "È un miracolo", mi disse. Ed è chiaro che si nutra di rilevamenti. Gli servono per sapere qual è la reazione della gente ai provvedimenti. E siccome questo, a sua volta, determina l'atteggiamento dei partiti, il premier sa come dosare le sue proposte». Sarà pure un gabinetto tecnico, ma i voti deve prenderli comunque in Parlamento.

Quei fogli zeppi di dati e grafici sono una miniera di informazioni per Monti, «gli consentono - spiega Pagnoncelli - di aggiustare il tiro sulle norme da varare, di correggere la propria rotta, se necessario. E servono anche a stabilire il timing nell'azione di governo». Non è casuale se - dopo aver varato la riforma draconiana delle pensioni - l'esecutivo ha rallentato il passo sulla riforma del mercato del lavoro, che incontra scarsi consensi tra i cittadini.

Nando Pagnoncelli

Così come non è casuale se il premier continua ad andare in tv, parlando ogni volta del provvedimento «inevitabile», come a voler preparare il terreno. Certo, sospira Bersani, «in tv ci va tante volte». «L'avessi fatto io...», sorride Berlusconi.

Ma c'è una differenza sostanziale tra il Cavaliere e il suo successore, è la differenza che passa tra il politico e il tecnico, tra la ricerca del consenso e la ricerca dell'assenso, e che consente a Monti di esprimersi anche in modo «politicamente scorretto». La battuta sulla «monotonia del lavoro fisso», è stata analizzata dalla Ghisleri, i cui sondaggi sono vangelo per Berlusconi. Ebbene, secondo la responsabile di Euromedia research non si sarebbe trattato di una gaffe: «Piuttosto Monti ha evidenziato una realtà conosciuta soprattutto dai giovani. Ha rivelato una verità che non si può raccontare, e che per i politici è tabù. Se l'ha detta è perché non è alla ricerca del consenso».

Appunto, è l'assenso che interessa al premier. Ogni volta che gli consegnano i report, Monti sottolinea come sia preoccupato di capire se, e in che misura, un provvedimento abbia prodotto «risultati percepiti» nell'opinione pubblica. Ecco il motivo per cui c'è una forte oscillazione nell'indice di gradimento settimanale per il premier, dai tre ai sei punti percentuali, come risulta anche dall'ultima rilevazione di Mannheimer, che al fixing di ieri dava in risalita Monti: «Dal 53% al 58%». Secondo Pagnoncelli questi sbalzi «non si erano mai registrati negli ultimi venti anni. Il punto è che il giudizio sull'operato del governo e del premier è oggi libero della zavorra del tifo, cioè dell'appartenenza politica a uno schieramento».

PIER LUIGI BERSANI

Così Monti si differenzia da Berlusconi, sebbene dedichi del tempo ai sondaggi. Non è dato sapere perché abbia chiesto report quindicinali e non settimanali, di sicuro ha voluto un'analisi approfondita su particolari temi: tra questi ci sarebbe anche il famoso «spread». Così il premier vuol misurare la temperatura del Palazzo e del Paese, e colpisce «il delta», come lo definisce il capo di Ipsos, tra la fiducia (alta) per Monti e il consenso (basso) verso i provvedimenti varati.

«La spiegazione - secondo Pagnoncelli - sta in due fattori: il premier non nasconde i problemi agli italiani e li tratta da "adulti"; eppoi è rapido nell'azione di governo. Questo lo accomuna a Berlusconi del 2008, quando intervenne subito sui rifiuti di Napoli e sull'abolizione dell'Ici». Un'era fa.

 

ALE-DANNO SCARICABARILE: “ANCHE IL MINISTRO CANCELLIERI ERA MALE INFORMATA” - “NON È VERO, LAVORI IN SILENZIO”

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Ansa.it

GIANNI ALEMANNO

"Non sono stata male informata, la situazione è stata seguita momento per momento". Così il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, intervistata da Tgcom 24, replica alle affermazioni del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, secondo cui neanche lei sarebbe stata bene informata sull'ondata di maltempo.

"Le istituzioni facciano il proprio dovere e poi, nelle sedi giuste, si difenderanno dalle accuse, ma polemiche così personalizzate vanno evitate: occorre lavorare in silenzio". Così il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, intervistata dal Tgcom 24, interviene sullo scontro tra il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli.

CANCELLIERI

"Non do giudizi sui sindaci, non ho titolo per ergermi a giudice, io ho solo fatto un richiamo alla legge che prevede che il sindaco è il primo attore di Protezione civile", ha detto Cancellieri, ricordando che "da commissario prefettizio a Bologna ho fatto un piano antineve e non c'é stata alcuna criticità, ma Roma non è abituata ai piani neve, la nevicata che c'é stata non è un evento normale".

"La Protezione civile ha dato prova di essere efficacissima, ora attraversa un momento di riflessione per motivi legati alla capacità di spesa, ma è un ottimo sistema", ha detto il ministro. L'ondata di maltempo che ha colpito l'Italia ha evidenziato "che il Paese ha bisogno di forti interventi di ammodernamento, alcuni impianti necessitano di investimenti", ha aggiunto.

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno stamattina a Mattino Cinque aveva detto che "il ministro Cancellieri ha fatto appelli alla popolazione solo sabato, due giorni in ritardo, quindi anche lei è stata male informata". "La Protezione civile - ha ribadito - dovrebbe tornare sotto il Ministero dell'Interno deve poter avere poteri di intervento diretto". "Roma è funzionante, ci prepariamo a riaprire tutto domani mattina", ha detto il sindaco. "Sono a Cesano con la pala in mano", ha precisato Alemanno. Cesano è la zona alla periferia di Roma nord dove permangono ancora difficoltà legate alla nevicata di venerdì.

ALEMANNO SPALA NEVE jpeg

In un'intervista al Corriere della Sera, Alemanno ha detto invece che fino a venerdì mattina temeva ''di aver dato un allarme eccessivo sospendendo le lezioni a scuola". Sul presunto rifiuto di ricevere aiuto dalla Protezione civile, Alemanno spiega che "il mio 'facciamo da soli' era tarato sul basso grado di emergenza comunicato da loro". "Gli enti locali non hanno responsabilità - aggiunge il primo cittadino di Roma - perché l'allerta di base era inadeguata. Mi prendo le mie responsabilità ma i Comuni, come dice anche l'Anci non possono essere lasciati soli". Sul ruolo della Protezione civile, Alemanno sottolinea che "non si può limitare a fare il passacarte".

"Vorrei una Protezione civile che intervenga, ci guidi e ci corregga anche se serve - sottolinea - come faceva Bertolaso. Lui magari era anche troppo presente ma ci metteva la faccia. La Protezione civile deve tornare al ministero dell'Interno per essere molto più incisiva".

ALEMANNO SPALA NEVE jpeg

DOMANI ANCORA SCUOLE CHIUSE A ROMA - Domani ancora scuole chiuse a Roma. Il sindaco Gianni Alemanno con un'ordinanza ha disposto la chiusura per domani delle scuole di ogni ordine e grado. Sarà il terzo giorno di chiusura consecutiva: venerdì 3 il sindaco aveva disposto solo lo stop delle lezioni; per sabato 4, oggi e domani ha deciso la chiusura degli istituti. La decisione è stata presa dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, d'intesa con il presidente della provincia Nicola Zingaretti, dopo le segnalazioni di molti presidenti di Municipio, "e in assenza fino ad ora di una previsione meteo ufficiale della Protezione civile nazionale", si legge in una nota del Campidoglio.

ROMA SOTTO LA NEVE

D'intesa con il direttore dell'ufficio scolastico del Lazio, Maddalena Novelli, si dà disposizione a tutti i presidi e i dirigenti scolastici di attivarsi con il personale di servizio per segnalare a Roma Capitale e alla Provincia di Roma eventuali problemi relativi alle vie di accesso agli istituti e ai cortili interni per evitare ogni pericolo di ghiaccio o di alberature pericolanti, così da garantire l'incolumità dei bambini e dei loro genitori.

ROMA, DOMANI RIAPRONO UFFICI PUBBLICI - Domani riaprono a Roma gli uffici pubblici. Il sindaco Gianni Alemanno d'intesa con il Prefetto Giuseppe Pecoraro ha deciso la riapertura degli uffici pubblici anche per coordinare la riapertura delle scuole prevista per la giornata di dopodomani. Lo comunica il Campidoglio in una nota.

ROMA SOTTO LA NEVE

MALTEMPO:PD ROMA,ORA ALEMANNO POLEMIZZA PURE CON CANCELLIERI...
(ANSA) - ''Basta. E' ora di finirla. Nel suo quotidiano scaricabarile, stamattina il sindaco Alemanno e' arrivato al punto di prendersela anche con il ministro dell'Interno Cancellieri, che aveva osato richiamare il Campidoglio alle proprie responsabilita' nella gestione del maltempo a Roma''. Lo dichiara in una nota il segretario capitolino del Pd, Marco Miccoli. ''Il sindaco ha replicato alla Cancellieri con parole sprezzanti - aggiunge - di fatto facendo capire che neanche lo stesso ministro e' stato all'altezza della situazione. I

ROMA SOTTO LA NEVE

nsomma, Alemanno, per nascondere le proprie inefficienze, sta terremotando l'intero panorama istituzionale italiano: prima la Protezione Civile ed ora il Viminale. Alemanno dovrebbe finalmente assumersi le proprie responsabilita'. Chi ha la colpa se a Roma i mezzi dell'Atac non avevano neanche le catene? Di chi e' la colpa se dopo mezz'ora dalla neve il Lungotevere e il Muro Torto erano completamente bloccati? Di chi e' la colpa se sulle strade di Roma non e' stato cosparso il sale e non c'erano mezzi antineve? Alemanno provi a fare il sindaco, se ci riesce, e la smetta di polemizzare con tutto il mondo''.

 

PIPPA, REGINA DEL CASTELLO DI HARRY POTTER? - STACY KEIBLER, ULTIMATUM A CLOONEY: L’ITALIA O ME - MADONNA AL SUPER BOWL

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

1 - JACKIE O CORNUTA NEL SUO STESSO LETTO! L'AMANTE TEENAGER DI JFK RIVELA I TORRIDI DETTAGLI DELLA LORO LOVE STORY IN UN LIBRO...

LIBRO DI MIMI ALFORD

http://bit.ly/zKWUzR
The InQuisitr -
Vuoi sapere che tipo di amante era JFK? Basta leggere il libro di memorie di Mimi Alford, l'amante adolescente del Presidente americano, che descrive in dettaglio la loro love story durata 18 mesi.

Nel libro, intitolato "Once Upon A Secret", la Alford racconta la volta in cui l'hanno fatto nella camera da letto di Jackie O, di come le ha "sbottonato l'abito e toccato il seno". Dice che quella sera a 19anni ha perso la verginita'. Racconta che durante la loro relazione il sesso era sempre "diverso e divertente" e che amavano farsi il bagno insieme.

Un dettaglio particolare? Non si sono mai baciati! La Alford accusa il presidente di averla spinta a fare sesso con i suoi amici, incluso Dave Powell e lei ammette di averlo fatto. Ma che, quando le chiese di farlo con suo fratello piu' giovaneTeddy, lei si sarebbe rifiutata.

SUPER BOWL 2012 - KATY PERRY


2 - KATY PERRY AL PREGAME SHOW DEL SUPER BOWL...

http://bit.ly/yE3a84
Just Jared -
katy perry ha mostrato il suo amore per il football americano al Pregame Show del Super Bowl 2012, a Indianapolis, indossando sia i colori dei Giants (che poi hanno vinto la partita) che dei Patriots.
Guarda le foto nella gallery...


3 - (VIDEO) MADONNA AL SUPER BOWL 2012: SPETTACOLARE!...

SUPER BOWL 2012 - MADONNA CON NICKI MINAJ E CEE LO GREEN

Just Jared - Durante l'intermezzo al Super Bowl 2012, Madonna e' salita sul palco per una performance unica e veramente spettacolare. Accompagnata da ballerini, acrobati, Nicki Minaj, M.I.A. (criticato per un gestaccio alla telecamera), i LMFAO e Cee Lo Green, Madonna ha cantato un mesh-up delle sue canzoni piu' famose (Vogue, Loke A Prayer, Music) e il suo nuovo singolo, "Give Me All Your Luvin'".

Vestita da gladiatrice, suora e chearleader, con stivali alti di pelle da dominatrix, e' ovvio che Madonna e' ancora la piu' grande showgirl del music business.

SUPER BOWL 2012 - MADONNA M.I.A. E NICKI MINAJ

Guarda il video della sua performance qui:
http://bit.ly/wD4J0m

Guarda tutte le foto del Super Bowl 2012 (da www.Hollywoodlife.com ) nella gallery...


4 - ECCO ALCUNE DELLE COSTOSISSIME PUBBLICITA' DEL SUPER BOWL 2012...


- DAVID BECKHAM IN MUTANDE...

DAVID BECKHAM

Gawker - Ecco l'intera pubblicita' di David Beckam in mutande per H & M andata in onda durante il Super Bowl.

Guarda il video qui:
http://gaw.kr/zuy0qN


- TRAILER LUNGO DI "THE AVENGERS"...

THE AVENGERS

Just Jared - Scarlett Johansson si prepara per la battaglia del nuovo trailer lungo del film "The Avengers" durante la pausa pubblicita' del Super Bowl. Gli altri protagonisti del film sono Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Jeremy Renner, e Samuel L. Jackson.

Guarda il video qui:
http://bit.ly/xtWRky


- LA PUBBLICITA' DELLA FIAT- CHRYSLER ERA PRO-OBAMA?...

SPOT FIAT-CHRYSLER

The Hollywood Reporter - Durante il "Half'time" del Super Bowl e' andata in onda la pubblicita' della Chrsyler con Clint Eastwood, che narra la storia della rimonta di Detroit. Alcuni hanno commentato che lo spot "ricorda" i temi della campagna di rielezione del presidente Barack Obama. Giudica tu.

Guarda lo spot cliccando sul link:
http://bit.ly/xlRfEN


5 - UN ARTISTA DIPINGE BARACK CHE PESTA LA COSTITUZIONE AMERICANA...

QUADRO JON MCNAUGHTONS

http://bit.ly/AA5kyF
The Blaze -
Il quadro di Jon McNaughton che ritrae Barack Obama che pesta la costituzione americana e' diventato popolare facendo il giro di diversi siti mediatici.

L'artista spiega che l'uomo seduto sulla panchina ritratto nel quadro controverso intitolato "The Forgotten Man" rappresenta tutti gli americani (che sognano il successo) ma portati sul precipizio del disastro degl'atti anti-costituzionali imposti dal governo americano". Un altro suo quadro politico e' quello che ritrae gli americani incatenati e prigionieri davanti a Obama, come "schiavi del debito nazionale".


6 - PIPPA, FUTURA REGINA DEL CASTELLO DI HARRY POTTER?.....

PIPPA MIDDLETON E GEORGE PERCY

http://bit.ly/wvLzMj
Daily Mail -
Pippa Middleton sarebbe tornata insieme al suo ex boyfriend, George Percy, erede non solo del Castello di Hogwarts di Harry Potter ma anche di una fortuna stratosferica. Se si sposassero, anche Pippa diventerebbe Duchessa come sua sorella Kate.

VANESSA PARADIS


7 - VANESSA PARADIS TEME CHE JOHNNY DEPP L’ABBIA TRADITA CON ANGELINA JOLIE...

http://bit.ly/wKtkSK
Celebitchy -
Il "National Enquirer" riporta che Vanessa Paradis accusa Angelina Jolie per la rottura della sua relazione durata 14 anni,con Johnny Depp.

ANGELINA JOLIE E JOHNNY DEPP

La rivista sostiene che la Paradis e' sicura che Depp l'abbia tradita con la Jolie durante le riprese del film "The Tourist". La sua gelosia e i suoi sospetti avrebbero distrutto il loro amore.......


8 - SIR PAUL MCCARTNEY FINALMENTE AVRA' LA SUA STELLA A HOLLYWOOD...

PAUL MCCARTNEY

http://bit.ly/xoltp5
Perez Hilton -
Strano ma vero, Paul McCartney, fino ad oggi, non era mai stato onorato con una stella a Hollywood. Il leggendario rocker avra' la sua stella il 9 febbraio prossimo sul; Hollywood Walk of Fame vicino a quelle degli altri Beatles, John Lennon, Ringo Starr e George Harrison. Alla cerimonia saranno presenti Eric Clapton e Stevie Wonder.


9 - DEMI MOORE IN DISINTOSSICAZIONE...

DEMI MOORE

http://bit.ly/yGFS5U
Radar Online -
Demi Moore ha scelto Le Cirque Lodge in Utah, il centro di riabilitazione delle star, per curare il suo ‘esaurimento'. Il centro specializzato in trattamenti per abuso di droga e alcol ha ospitato diverse celebrita', incluse Lindsay Lohan, Mary-Kate Olsen e Eva Mendes.

Come riportato dai media la Moore sta soffrendo di anoressia e abuso di medicine da prescrizione, che hanno causato, il 23 gennaio, il suo ricovero. Pare che restera' in cura per almeno 30 giorni.


10 - SCARLETT JOHANSSON A BERLINO...

BERLINO - SCARLETT JOHANSSON

http://bit.ly/zin3Bu
Just Jared -
Scarlett Johansson sembra leggermente dimagrita ai Golden Camera Awards a Berlino, dove ha indossato un vestito nero e scollato di Calvin Klein (scarpe Louboutin e gioielli Bulgari). La star ha vinto il premio come Migliore Attrice Internazionale. All'evento erano presenti anche Morgan Freeman e Denzel Washington.
Le foto, nella gallery...


11 - (VIDEO) L’ALBUM DI MADONNA AL PRIMO POSTO IN 34 PAESI...

MADONNA

http://bit.ly/ySymrA
Perez Hilton -
Il nuovo e anticipatissimo album di Madonna, intitolato MDNA e' il numero 1 nelle classifiche iTunes di 34 paesi. Scusa Gaga, ma la Material Girl e' ancora la regina del pop!

Se non l'hai ancora visto, guarda il primo video del primo singolo del suo nuovo album, "Give me All Your Luvin'". Fantastico!

Guarda il video qui:
http://bit.ly/xoltp5


12 - STACY KEIBLER ULTIMATUM A CLOONEY: LA TUA CASA IN ITALIA O ME...

STACY KEIBLER

http://bit.ly/xHpngN
http://bit.ly/yvp3nu
Just Jared e Celebitchy -
Stacy Keibler (in un vestito di Alexander Wang e scarpe Louboutin) era l'ospite d'onore alla festa ‘Big Game Eve' al The Bank Nightclub al Bellaggio Hotel & Casino di Las Vegas sabato sera. Guarda le foto nella gallery.

Secondo il "National Enquirer", la 32enne odierebbe la casa sul Lago di Como del suo fidanzato George Clooney perchè piena di ricordi di Elisabetta Canalis ed e' per questo motivo che sta cercando di convincere George a vendere la proprieta' italiana e comperarne una a Cabo San Lucas, in Messico


13 - LE TOP MODEL PIU’ RICCHE AL MONDO...

GISELE E TYRA BANKS

Hollywood Life - Secondo il Daily Mail, Gisele e' la modella piu' ricca del mondo, con una fortuna di 158 milioni di dollari. Seguita da Tyra Banks (90 milioni), Christie Brinkley (80 milioni), Kate Moss (79 milioni) e Heidi Klum (71 Milioni). 
Per scoprire lalista intera delle 20 top model "ricchisissime" e le loro foto piu' sexy clicca sul link:
http://bit.ly/zNqGx6


14 - KIM KARDASHIAN A CENA DA ZUMA A MIAMI...

KIM KARDASHIAN

http://bit.ly/w9Mpa9
Celebuzz -
Kim Kardashian e' stata paparazzata mentre entrava da Zuma, il ristorante piu' hot di Miami. La reality star, in citta' per business, ha indossava un vestito attillatissimo di Herve Leger e scarpe vertiginose di Chriastian Louboutin.
Le foto, nella gallery...


15 - LA FIGLIA DI BEYONCE' E' LA BAMBINA PIU' VIZIATA DEL MONDO?...

BEYONCE

http://bit.ly/zE2VQS
Celebitchy -
Blue Ivy e' la bambina piu' viziata del mondo (dopo Suri Cruise). Secondo "In Touch" magazine, la figlia di Beyonce e Jay Z ha sei tate che le cambiano il pannolino ogni ora, orecchini di diamanti, un braccialetto di platino e il biberon incastonato di zaffiri rosa.


16 - VIDEO VIRALE: UN NEONATO CHE GIOCA A PING PONG DIVENTA UNA STAR DEL WEB...

NEONATO GIOCA A PING PONG

The Telegraph - Questo neonato di 18 mesi che gioca a ping pong con suo padre e' diventato una web star.

Guarda il video che ha conquistato tutti qui:
http://tgr.ph/wc1HK5


17 - EREDITIERA DAPHNE GUINNESS VENDE LA SUA CASA DI N.Y. A 14 MLN DI $...

CASA DAPHNE GUINNESS

http://bit.ly/ArQ8zF
Radar Online -
La casa da favola dell'ereditiera Daphne Guinness e' lussuosa quanto i suoi gusti nel vestire. Il grande appartamento, nelThe Standhope Building situato di fronte al Metropolitan Museum a New York e' in vendita per 14 milioni di dollari.
Guarda le foto nella gallery...


18 - MODELLA SPAVENTOSAMENTE MAGRA DICE DI MANGIARE PIZZA E PATATINE (BUGIARDA!)...

IOANA SPANGENBERG

http://bit.ly/ycZkyu
Radar Online -
Ioana Spangenberg, la modella rumena dalle proporzioni di una Barbie, ha causato critiche per la magrezza e per la misura del suo vitino stretto di soli 50 centimetri. La modella pero' ‘sostiene' di mangiare come una donna due volte la sua taglia. La sua dieta sarebbe composta di pizza, patatine e kebab. La 30enne pesa 38 kg. Le vogliamo credere?


19 - ADRIANA LIMA SEXY NELLA PUBBLICITA' DELLA KIA...

ADRIANA LIMA

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Adriama Lima era la star nello spot della Kia durante il Super Bowl.
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ADRIANA LIMA

L’INTERVISTA VELENOSA DELLA MOGLIE DI FLAVIO TOSI: “ALLE PROSSIME ELEZIONI NON GLI DAREI IL MIO VOTO”

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Erminia della Frattina per il "Fatto quotidiano"

FLAVIO TOSI E STEFANIA VILLANOVA

Ormai si è capito, Flavio Tosi correrà da solo alle amministrative di Verona: senza il Pdl e senza la moglie. "Non gli darei il mio voto", ha dichiarato giuliva la bionda signora Tosi durante la trasmissione dei perfidi Lauro e Sabelli Fioretti, in diretta su Raidue a Un giorno da pecora. "Voterei il candidato del Pdl" affonda Stefania, che somiglia a Paris Hilton ma veste come Lady Gaga. In studio c'è il marito, basito e imbarazzato, che balbetta solo un: "devastante".

Stefania Villanova in Tosirtosi

Per fortuna la vistosa Hillary de noialtri ha la residenza a Vicenza ("per motivi fiscali" le scappa sempre via radio) altrimenti avrebbe votato per lo sfidante del marito. Del resto Stefania Villanova in Tosi, vestale della minigonna inguinale con stivaloni neri anni 60 non è nuova a queste uscite. Anzi, per dirla tutta, ama quasi quanto vestirsi da cubista il dissentire dal marito a mezzo stampa.

Come quella volta che è andata a Cortina, giacca verde con macrobottoni dorati, vestitino fazzoletto e tacco 12, e si è spellata le mani in prima fila ad applaudire Angelino Alfano, mentre il marito era a Venezia con Bossi e Maroni a mangiare porchetta alla festa dei popoli padani.

STEFANIA VILLANOVA E POVIA

Un consigliere regionale pidiellino racconta che quella volta, a Cortina, erano tutti seduti attorno al tavolo per la cena. A Stefania (descrizione della mise non pervenuta) squilla il cellulare: è Flavio. "Sapessi come è stato bravo Angelino, è bravissimo" starnazza lei tra l'imbarazzo dei commensali. "Non si sapeva come farla stare zitta, eravamo tutti a disagio perché il marito è la punta di diamante della Lega" ci sguazza feroce il consigliere.

Allo stadio invece si dice che l'abbiano dovuta portare via dalla porta secondaria, quella volta che ha esultato per un gol del Vicenza mostrando il dito medio rivolta alla curva dell'Hellas Verona, squadra del cuore del marito (che tra l'altro ne amministra la città). Uscite curiose, a volte fuori posto. Ma guai a sottovalutare la first lady scaligera, che nel lavoro è una professionista coi fiocchi.

Stefania Villanova in Tosi gdv f resize

Dopo anni come impiegata in Regione, il posto dove ha conosciuto il consorte (allora assessore alla Sanità), stipendio 25mila euro annui, quando lui è diventato sindaco di Verona nel 2007 lei è stata promossa capo della segreteria dell'assessorato, stipendio 70mila euro. Lui dice che è per i suoi meriti, anche perché per questo incarico di fiducia non serve concorso né laurea (che non ha), Stefania è stata promossa da un assessore alla Sanità leghista veronese (Francesca Martini) e tuttora quel posto lo ricopre un assessore leghista veronese (Luca Coletto).

ZAIA E STEFANIA VILLANOVA

L'opposizione accusa spesso lady Tosi di tenere le fila per conto del marito, che tuttora nell'area del Veronese, ma anche dell'intero Veneto , ha voce in capitolo nella programmazione sanitaria. O forse ce l'ha la signora Tosi, considerata da direttori sanitari, medici e politici la vera referente del settore? "Se devo discutere di un progetto di legge che riguarda la sanità parlo con lei" ammette un senatore leghista.

FLAVIO TOSI E STEFANIA VILLANOVA

"Non manca mai a cene, feste e incontri con medici, direttori e associazioni di volontariato" dice un direttore sanitario del Veneziano. Anche in Regione, è famosa per essere una che non manca mai. Ambiziosa, gran lavoratrice, tecnicamente preparata, la lady veronese che si presenta in Giunta con vestitini neri minuscoli, calze trasparenti e stivaloni sembra una che detta le coordinate al marito, piuttosto che riceverle da lui.

FLAVIO TOSI E SIMONA VILLANOVA IN COMPAGNIA DI LUCA ZAIA jpeg

Del resto, aldilà delle capacità professionali ("per la Sanità decide più lei che l'assessore" dicono quelli dell'opposizione) la signora la stoffa che manca nei vestiti ce la mette per presentarsi come vero soggetto politico, talento pubblico che sfoggia alle serate il suo fiore all'occhiello: Flavio Tosi. Per il 42esimo compleanno Stefania ha organizzato una seratona-vip con raccolta fondi per l'alluvione in Veneto.

FLAVIO TOSI SIMONA VILLANOVA KATIA RICCIARELLI

Non regali ma soldi per i paesi alluvionati, più politica di così...Fasciata in un mini abito rosa shocking si è presentata abbracciata al marito e a Povia a favore di telecamere. Alla festa sono arrivati tronisti, imprenditori, vip più o meno famosi, 40mila euro raccolti sulla voce di Povia che canta: Luca era gay. La first lady li consegna al governatore Zaia, si fa fotografare raggiante: e il marito sta a guardare.

 

SARKO-MPARSE - IL NANO, IN VISITA IN UN CANTIERE, VIENE ACCLAMATO DALLA FOLLA, MA PER ALCUNI È UNA MESSINSCENA

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Stefano Montefiori per "Corriere della Sera"

SARKOZY E I FALSI OPERAI

«Di solito lavorano qui cinquanta persone, oggi siamo in cento», dice uno. «Li hanno fatti venire dagli altri cantieri, e certi non sono neanche operai: fornitori, capicantiere, e perfetti sconosciuti», aggiunge un altro al microfono della Radio Europe1. L'entourage di Sarkozy avrebbe organizzato bene, troppo bene, la visita in un cantiere edile di Mennecy, nel dipartimento dell'Essonne a sud di Parigi: secondo le testimonianze di alcuni operai, al bagno di folla del presidente giovedì avrebbero contribuito falsi colleghi, dei figuranti, tragicomiche comparse nel grande film della corsa all'Eliseo.

Dopo una prima precisazione piuttosto cauta - «Tutti coloro che lavorano o hanno lavorato nel cantiere, anche nel passato, hanno potuto salutare Sarkozy» - con il montare della polemica la smentita si è fatta più netta. «È ridicolo - ha dichiarato la presidenza della Repubblica - tutti i presenti erano persone coinvolte nel cantiere, invitate dall'impresa edile Immobilière 3F». La società conferma la versione dell'Eliseo, aggiungendo che «al cantiere erano presenti le 67 persone che ci lavorano quotidianamente, più i quadri delle imprese che partecipano al progetto».

SARKOZY E I FALSI OPERAI jpeg

Gli operai che hanno svelato il presunto inganno, anonimi ma pronti a parlare alla radio, insistono che la visita di giovedì è stata in gran parte una messinscena, visto che oltretutto in questi giorni i lavori sono fermi per il gran freddo. Lo stesso Sarkozy si sarebbe lasciato scappare, davanti a una betoniera, l'irresistibile frase «Fate presto, ne ho viste cinquanta in vita mia, e fa meno 8!».

Ma quella visita era importante, perché si inseriva nella politica di sostegno all'edilizia annunciata domenica sera da Sarkozy in diretta tv come una delle misure principali per il rilancio della crescita. Il socialista Claude Bartolone, impegnato nell'équipe dello sfidante François Hollande, ha commentato che «Sarkozy merita di vincere l'Oscar per la regia», aggiungendo che l'episodio delle comparse «la dice lunga sul suo rapporto con la verità».

L'ingranaggio dei déplacement, le visite in provincia, gira a pieno ritmo in vista del voto del 22 aprile, anche se Sarkozy continua a non essere ufficialmente candidato. Da tempo ormai il presidente si sposta più volte alla settimana per entrare in contatto con i francesi impegnati nelle attività produttive: visite alla fabbrica di oleoderivati dalla colza, all'azienda di ferri da stiro, al laboratorio di sci Rossignol, all'allevamento di vacche da latte del Gers e ai produttori di foie gras, e così via.

SARKOZY E I FALSI OPERAI

Il partito socialista ha creato un apposito «Osservatorio delle visite presidenziali», provocazione per segnalare che il presidente approfitterebbe del suo status e soprattutto del denaro pubblico per condurre una campagna elettorale nascosta, e senza spendere un euro dei finanziamenti ai partiti che torneranno molto utili a ridosso del voto.

Il primo gennaio, a Metz, uomini del presidente avrebbero fatto il giro delle case che davano sulla strada del corteo presidenziale per chiedere agli abitanti, sia pure con grande gentilezza, di scendere a vedere da vicino Sarkozy, «occasione che non capita tutti i giorni».

Ma gli infortuni non sono riservati al presidente in carica: dall'immagine di giovani britannici spacciati per francesi sul sito di François Bayrou, alla folla di un comizio di Sarkozy diventata popolo socialista in una foto del Ps, nessun partito sembra ossessionato dal rigore della comunicazione politica.

 

MAI DIRE GARIMBA! - CHI AVEVA CREDUTO CHE GARIMBERTI SI SAREBBE VERAMENTE DIMESSO COME ANNUNCIATO? NESSUNO… MA ORA ANCHE IL PD MOLLA LUI E IL CONSIGLIERE VAN STRATEN - IL DALEMIANO ORFINI PICCHIA DURO IL COMPAGNO DI ARMADIETTO (DI LETTA) E IL COMPAGNO DI OMBRELLONE (DI VELTRONI): “DICONO CHE IL CDA RAI È ‘INGOVERNABILE’ MA POI RIMANGONO DENTRO. CHE ALTRO DEVE SUCCEDERE?”. SEMPLICE: CHE RIESCANO A RIPOSIZIONARSI PER SALVARE LA POLTRONA - SOLO RIZZO NERVO, L’UNICO CHE DAVA VERAMENTE BATTAGLIA DA DENTRO IL CDA, DOPO AVERLO DETTO (DI ANDARSENE), LO HA FATTO…

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Paola Setti per "Il Giornale"

La verità è che non ci aveva creduto nessuno, che Paolo Garimberti si sarebbe dimesso davvero. Solo che, si sa, le parole sono pietre. Soprattutto quelle che ti rimangi. E allora càpita che il presidente Rai ne abbia aggiunto una miliare, di pietra, non solo alla storia della Rai, ma alla sua personalissima storia.

ALBERTO MACCARIPAOLO GARIMBERTI GIANNI LETTA

«Piuttosto mi dimetto», aveva lasciato trapelare alla vigilia dell'ormai famigerato Cda che ha votato a maggioranza le nomine di Alberto Maccari al Tg1 e Alessandro Casarin al Tgr. Non si è dimesso, invece, e però non ha votato, anzi peggio, ha votato no, per la prima volta nella storia della tv di Stato. Di più: le sue mancate dimissioni, Garimberti le ha fatte precedere da un «no comment», e seguire da un grido di aiuto al governo: «L'azienda è ingovernabile».

Un capolavoro. Alle critiche bipartisan di chi gli ha fatto notare che il presidente di un'azienda ingovernabile di solito si dimette, ieri s'è aggiunto l'affondo proprio del soggetto della discordia, Maccari. Il quale in un'intervista al Corriere s'è tolto un macigno dalla scarpa, annotando un'altra parola non mantenuta: il no di Garimberti? Strano, perché «a metà dicembre, quando mi fu affidato l'interim della testata, il presidente fu tra coloro che mi sostennero di più». Bum.

Che è successo poi? «Fatti che non mi riguardano» ha messo lì Maccari, che da pensionato in prorogatio ne ha viste abbastanza. Su quali siano i fatti che non riguardano Maccari e però interessano l'azienda pubblica, le dietrologie di questi giorni non lasciano nulla di intentato.

Matteo Orfini AUGUSTO MINZOLINI

La più accreditata è quella che vede il presidente Rai in cerca di nuovi sostegni a sinistra, in una fase in cui, a due mesi dallo scadere del Cda, la Rai si prepara a un rimescolamento interno con relativo cambio di equilibri, con un governo tecnico che promette interventi a breve perché, dice il premier Mario Monti, la riforma dell'azienda è «una priorità».

Si dice che Garimberti fu scelto in forza di un gentlemen's agreement fra due esperti della trattativa come l'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e l'allora segretario del Pd Dario Franceschini, scuola Dc. Poi tutto è cambiato, a partire dalla leadership democratica.

E valli a recuperare i punti con quel post comunista di Pier Luigi Bersani. Partita difficile per uno come Garimberti, di cui si ricorda la teoria delle uova comuniste, che in quanto più bianche e più fragili di quelle occidentali erano, a suo dire, il simbolo della fragilità dell'Urss.

Van STRATEN

Se la teoria è vera (non quella delle uova, quella della ricerca di consensi a sinistra), non gli è riuscita molto bene. Dopo mesi trascorsi a invocarne invano un gesto, o anche solo una parola, adesso il Pd lo ha scaricato. In casa democrat c'è chi ricorda come persino sulla battaglia del decennio, quella contro l'odiato Augusto Minzolini, il presidente abbia alzato un dito, e nemmeno il medio, soltanto alla fine, quando a massacrare «il Minzo» ci avevano già pensato tutti gli altri.

NINO RIZZO NERVO

Adesso, a dar voce al Pd c'è il responsabile Informazione Matteo Orfini, secondo il quale non solo Garimberti, ma anche Giorgio Van Straten (quello che nel 2009 Veltroni impose nel Cda con un colpo di mano subito prima di lasciare la guida del partito), «dovrebbero essere più coerenti: dicono che il consiglio è "ingovernabile" ma poi rimangono dentro. Insomma cos'altro deve succedere?».

Loro, presidente e consigliere, l'hanno messa come si mette in questi casi: «È più utile e coerente continuare dall'interno la battaglia in difesa della Rai denunciando ogni tentativo di danneggiarla». Ecco, il sistema si combatte da dentro. Prendi Nino Rizzo Nervo, per dire, che invece lo aveva detto e poi si è dimesso su serio. Macché lezione di stile, quello ha mollato la lotta e i compagni sul più bello. E che importa se nell'ultima parte

 

LA CORSA ALLE FREQUENZE-NEL FAR WEST DELL’ETERE I CANALI SFITTI SONO STATI OCCUPATI DA EMITTENTI LOCALI E DALLA RAI

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Edoardo Segantini per il "Corriere della Sera"

CORRADO PASSERA

Mentre da settimane si discute che fare delle frequenze televisive - dopo il blocco del beauty contest deciso dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e dopo giorni di discussioni politiche accanite sul dilemma «asta sì, asta no» - ecco emergere un fatto nuovo e sconcertante: quelle frequenze in attesa di assegnazione, tranne una, sono già state occupate. Abusivamente, si direbbe.

Tra i casi più eclatanti la Lombardia, dove i canali 25, 54 e 55 vengono utilizzati dalle emittenti Telemilano, Più Blu e Più Blu 2. Mentre a Roma i canali 23, 54 e 59 sono usati dagli «inquilini» Canale Zero, Idea Tv e Yes Tv. E a Napoli il 54 e il 59 sono occupati dalle emittenti Telecapri e Tv Capital. Infine, in diversi bacini, in Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna, il canale 24 trasporta i segnali della Rai.

A denunciare l'incredibile vicenda, che fa capire quanto lunga sia la strada per uscire dal Far West dell'etere, è Antonio Sassano, autore del primo e unico catasto delle frequenze televisive ed ex consulente dell'Autorità per le Comunicazioni Agcom. Dalla sua denuncia parte anche l'interrogazione parlamentare dell'ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, pd, rivolta allo stesso Passera.

PAOLO GENTILONI

L'occupazione, si rileva, non è «storia vecchia», ma anzi recentissima. Poiché nel decreto governativo del 20 gennaio scorso queste frequenze da assegnare venivano definite «indisponibili», Gentiloni chiede di sapere se e quando il ministro abbia autorizzato, dopo quella data, l'uso delle preziose porzioni di etere.

È poi interessante notare come l'unico canale non occupato, tra quelli del fu beauty contest (il meccanismo che regalava le frequenze agli operatori televisivi esistenti), sia proprio il 58, dagli esperti ritenuto il più pregiato, che l'ex ministro Paolo Romani e il suo staff avevano destinato a Mediaset sollevando un mare di polemiche.

SANDRO PARENZO

A questo punto ci si domanda - se davvero quello spazio è stato indebitamente occupato - quando sarà liberato. E, soprattutto, da quale portafoglio sarà sostenuto il costo dello «sfratto»: dalle televisioni occupanti o dall'amministrazione pubblica, cioè dai contribuenti?
La domanda non è oziosa, perché i precedenti non tranquillizzano. In particolare l'ultimo in ordine di tempo, l'asta per le frequenze destinate agli operatori di telecomunicazioni, che come noto ha fatto entrare nelle casse dello Stato più di quattro miliardi di euro.

Anche in quel caso, i canali messi all'asta erano occupati da emittenti locali. Che, per liberarli, hanno ottenuto 175 milioni di euro a fronte di una richiesta di ben 400. Il «risarcimento», essendo stato fatto con criteri «egualitari», ha suscitato la protesta di quegli editori che avevano investito di più negli impianti.

Ad esempio Sandro Parenzo, che ha denunciato l'operazione acquistando e firmando un'intera a pagina di pubblicità sul «Corriere della Sera» del 26 gennaio e lamentato, in un'intervista successiva, che si mettono sullo stesso piano Telelombardia, che dà lavoro a 300 persone, e «le piccole televisioni dell'amico dell'assessore con due dipendenti quando va bene». La vicenda sta creando nervosismo tra i partiti che alcune settimane fa, all'insegna del «No al beauty contest», avevano dato vita a un'insolita maggioranza: Pd, Terzo Polo, Idv e Lega Nord.

 


BARAONDA BANCARIA - UN SALTO INDIETRO NEL PASSATO PER GLI ISTITUTI CHE TORNANO SOTTO IL CAPPELLO PUBBLICO

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Francesco De Dominicis per "Libero"

GIUSEPPE VEGASCORRADO PASSERA

Sotto i colpi della tempesta perfetta, l'industria finanziaria italiana cerca una nuova identità. Banche e assicurazioni guardano al futuro con preoccupazione. «È finita l'epoca degli utili miliardari» faceva notare un po' di tempo fa un banchiere di lungo corso motivando la scelta fatta da Corrado Passera di lasciare Intesa per un «posto» nel Governo Monti: «la regia tecnica del mercato bancoassicurativo potrebbe tornare a Roma».

Non un vero ritorno al passato con un enorme cappello pubblico. Tuttavia, il ruolo della Cassa depositi e prestiti - a esempio - è destinato a crescere. Non a caso, in ambienti finanziari è dato per probabile l'ingresso di Cdp in almeno due partite in corso: Fonsai e Monte paschi di Siena.

IGNAZIO VISCO resize

Nel primo caso, la spa del Tesoro scenderebbe in campo (col fondo strategico creato per Parmalat e fermo ai box) qualora Unipol avesse difficoltà nell'acquisto della major dei Ligresti. Cassa, quindi, potrebbe frapporsi a un eventuale straniero pronto all'assalto. I francesi di Axa hanno smentito l'interesse, ma non si sa mai.

FONSAI

C'è da dire che ieri Moody's ha messo in guardia Unipol: potrebbe subire un taglio del rating con le manovre su Fonsai. Un altolà, digerito dalla Borsa che invece scommette sul matrimonio. Anche se «la proposta definitiva non è stata depositata» ha osservato ieri il presidente Consob. Secondo Giuseppe Vegas, poi, al centro delle polemiche per un suo presunto attivismo, nella seconda bozza del progetto non ci sono vantaggi per i Ligresti.

Qualche nube va ancora diradata. Cdp sta con gli occhi aperti e potrebbe scaldare i motori pure per Rocca Salimbeni, magari con una fiche a sostegno della Fondazione azionista della banca senese. Di sicuro, sul versante bancario qualcosa si muoverà. E qualche ipotesi è arrivata ieri dalla City. Il Financial Times sostiene che «è il momento di iniziare un nuovo round di consolidamenti per le banche italiane più piccole». Il quotidiano spinge il risiko e si chiede «quante banche deboli possa sopportare l'Italia».

monte dei paschi di siena

Fari puntati su Mps oltre che su Ubibanca e Banco Popolare. Che, secondo l'Ft, quotano ancora al 50%-60% al di sotto del valore, anche perché necessitano di 7,5 miliardi di euro per rispettare gli standard Eba. Nel mirino i «costi» e la «complessa rete di interessi locali e patronati italiani». I regolatori dovrebbero chiedersi che genere di settore bancario serve all'Italia: «Possono davvero permettere che Mps resti così instabile?», si chiede l'Ft. Una risposta, indiretta, è arrivata sempre da Vegas in Senato.

L'ex viceministro ha auspicato un rinvio delle scadenze Eba in modo da consentire la vendita di asset necessaria a fare cassa. Una richiesta che rientra in una nuova logica di sistema, che coinvolgerà anche la Banca d'Italia guidata dal governatore Ignazio Visco. E lo Stato sarà gioco-forza protagonista.

 

IN ITALIA NON C’È NESSUNA REGOLA PER I PARTITI, CONSIDERATI COME SEMPLICI ENTI DI FATTO (E A LORO CONVIENE)

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Alberto Statera per "Affari & Finanza - la Repubblica"

LUSI

La grottesca stangata del senatore Luigi Lusi, tesoriere della Margherita oggi nel Pd, che sottrae 13 milioni di euro a un partito che non c'è più senza che nessuno mostri di accorgersene, certifica l'ennesima anomalo paradosso dell'Italia: una partitocrazia senza partiti. Perché da noi, al contrario che nel resto d'Europa, i partiti sono una specie di fantasmi giuridici.

Sono semplici associazioni di fatto, assimilate ad associazioni non riconosciute, prive di personalità giuridica. Come neanche una bocciofila. Per cui al loro interno può capitare di tutto: minoranze che espellono maggioranze, contratti arronzati, tesseramenti e conti fasulli. Ciò che, secondo il giudice Davigo, il quale fu protagonista della stagione di Mani Pulite, ha contribuito a produrre la prima Tangentopoli, che nei successivi vent'anni e fino ad oggi si è esponenzialmente moltiplicata.

L'anomalia è vecchia di più di sessant'anni per la mancata attuazione all'articolo 49 della Costituzione con la regolamentazione dei partiti politici, un sistema di norme che ne dovrebbe disciplinarne lo stato giuridico. "Non la legge deve dettare queste norme tuonò Palmiro Togliatti nel 1946 ma solo la Costituzione deve fissare lo sviluppo pacifico della lotta nel paese".

PALMIRO TOGLIATTI IN OSPEDALE DOPO L ATTENTATO DI LUGLIO FOTO ANSA

E così l'Assemblea costituente sancì il diritto dei cittadini ad associarsi in partiti politici senza alcun riferimento all'organizzazione interna, né all'attribuzione di competenze costituzionali, né al rinvio della loro disciplina alla legge statale.
Allora c'erano evidenti ragioni storiche per questa scelta: il recente ventennio di dittatura fascista con il partito unico. Ma nel mezzo secolo e più successivo, ogni tentativo di fare una legge e sono stati decine è andato fallito.

Ne spiegò la ragione Aldo Moro, quando disse in Parlamento: "Il riconoscimento della funzione costituzionale dei partiti presuppone la soluzione del problema della personalità giuridica che ad essi non è stata ancora riconosciuta, ma mai è stato posto rimedio ad una situazione troppo conveniente ai partiti stessi per pensare ad una soluzione".

Aldo Moro

Alla Camera giacciono in questa legislatura numerose proposte di legge di natura giuridica che sono state censite dal Servizio studi di Montecitorio. Sono firmate da deputati di vari schieramenti, tra i quali Castagnetti, Turco, Pisicchio, Briguglio, Sposetti, Veltroni. Definiscono il riconoscimento giuridico dei partiti e la regolamentazione del loro funzionamento. Alcune contengono una delega per l'emanazione di un testo unico delle leggi sulla disciplina e il finanziamento dei partiti, la creazione di fondazioni politicoculturali collaterali, come in Germania, e anche l'istituzione di una specifica sezione di controllo della Corte dei conti.

Non saranno magari il massimo della vita, ma potrebbero essere la base per un lavoro serio in un paese serio. Ma come diceva Moro la situazione attuale è troppo conveniente per i partiti stessi e per i Lusi che li popolano. Per cui rimarranno nei cassetti. Con buona pace di una possibile rifondazione del patto ormai rotto tra politica e società civile.

 

FERMI TUTTI!NTV SAPEVA BENISSIMO CHE IL TRENO “ITALO” NON SAREBBE MAI PARTITO“ALL’INIZIO DEL 2011”,E NON PER COLPA DI FS

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1- QUELLA VERITÀ SU NTV CHE SI LEGGE NEL BILANCIO INGLESE...
Gian Maria De Francesco per "il Giornale"

MONTEZEMOLO E IL TRENO ITALO

Ntv, il nuovo operatore ferroviario presieduto da Luca Cordero di Montezemolo, è finalmente pronto a partire. Entro fine marzo ci sarà un temibile concorrente sull'Alta Velocità per le Ferrovie dello Stato di Mauro Moretti.

In realtà, la competizione avrebbe già dovuto essere cominciata un anno fa. Il ritardo ha molteplici cause: le «resistenze» dell'incumbent cui fa capo anche la rete ferroviaria, i problemi con i partner internazionali (sia Fs che Ntv hanno alleati nella protezionistica Francia, rispettivamente Veolia e Sncf), ma anche l'omologazione italiana dell'Agv, il treno superveloce di Alstom che fornisce i nuovi «Italo».

MONTEZEMOLO DENTRO AL TRENO ITALO

Nell'annuncio ufficiale la società guidata da Montezemolo ha accennato a queste problematiche sostenendo che «il ritardo del processo di omologazione» e la crisi globale hanno determinato una modifica dei piani finanziari. Eppure, c'è un retroscena che Il Giornale è in grado di svelare con una versione un po' differente dei fatti. Bisogna partire dall'inizio, cioè dal 2008. L'amministratore delegato di Ntv, Giuseppe Sciarrone, siglò un accordo quadro con Rfi prenotando le «tracce ferroviarie» (l'equivalente degli slot per gli aeroporti) per avviare il servizio a inizio 2011.

MAURO MORETTI

Il termine dei quattro anni previsto non è stato rispettato e in questo periodo il nuovo operatore ha più volte accusato Rfi, il gestore della rete, di averne limitato la possibilità di accedere alla rete stessa, come nel caso dell'Interporto di Nola dove è acquartierata la manutenzione. Nello scorso marzo sono state rivolte formali proteste al ministero delle Infrastrutture per le modifiche al Prospetto informativo della rete, il «Pir», che avrebbero avuto lo scopo di svantaggiare il competitor.

Il bilancio 2010 di Ntv, in particolare la versione inglese, racconta un'altra storia. «Il nuovo business plan - si legge - ritarda l'inizio delle operazioni commerciali fino a dicembre 2011 a causa del nuovo calendario per l'omologazione dei treni Agv». Insomma, Ntv avrebbe saputo di non poter ottemperare all'obbligo di far partire il servizio nel 2011 come previsto dall'accordo quadro ben prima di puntare il dito contro il proprio concorrente. Anche l'Ufficio regolazione servizi ferroviari del ministero, che ne ha rigettato parzialmente un ricorso lo scorso 17 gennaio, ha confermato che non sono ascrivibili responsabilità a Rfi ma ha tuttavia ribadito la validità dell'accordo quadro che sarebbe altrimenti scaduto.

Alstom

In ogni caso, da marzo non ci saranno più alibi per nessuno. La stessa commissione Trasporti della Camera, al termine di un'indagine conoscitiva, ha raccomandato la separazione Rfi-Fs per evitare ulteriori disagi. Gli Agv, a breve, saranno sui binari e si vedrà chi sarà il migliore tra lo Stato e il concorrente partecipato da Montezemolo, Della Valle, Intesa e Generali.


2- DAGONOTA: ECCO IL PASSAGGIO IN CUI SI DICE CHE IL RITARDO È DATO DAL COLLAUDO DEI TRENI AGV...
http://www.ntvspa.it/ntvupload/utils/29072011_094023NTV%20Bilancio%202010%20Eng%203c.pdf

giuseppe sciarrone ad NTV lap2

Dal bilancio 2010 di NTV in inglese, pag. 31

Review of the business plan and construction budget 2011-2012

The company has updated its business plan in accordance with the surveys conducted in the second half of the year into passenger traffic on highspeed trains. The new plan, approved by the Board of Directors at its meeting on 26 January 2011, postpones the commencement of commercial operations until December (with income expected from 1 January 2012) because of the new timeline for the type approval of AGV trains. This plan is compatible with the company's debt structure, with the covenants in the financing contract being respected. The amended business plan has already been approved by the lending banks' consultants, both in terms of the definition of the reference market and the company's costs and investments and in terms of the tax implications.

Gianni Punzo

 

IL PECCATO ORIGINALE DI ALEDANNO CHE HA PORTATO ROMA ALLA PARALISI PER 72 ORE: IL ‘PIANO NEVE’ SMANTELLATO DAL SINDACO

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1- IL PECCATO ORIGINALE DI ALEDANNO CHE HA PORTATO ROMA ALLA PARALISI PER 72 ORE
Francesco Grignetti per "La Stampa"

Che le cose non siano andate per il verso giusto a Roma, anche il sindaco Gianni Alemanno lo ammette. Magari a denti stretti, scaricando la responsabilità sui bollettini «deboli» della Protezione civile, ma riconosce che i mezzi erano «pochi» e il sale sparso sulle strade «non sufficiente». Il punto è che a Roma, dopo la nevicata del 1985, era stato predisposto un solido e sperimentato Piano Neve.

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E' stato reiterato di anno in anno fino al 2009, quando il sindaco di centrodestra decise che la responsabilità di ripulire la città in caso di nevicate doveva essere tolta all'azienda municipalizzata per i rifiuti, l'Ama, e affidata alla Protezione civile comunale. In base a quella decisione furono smantellati i presidi di quartiere. Le settanta sedi distaccate dell'Ama non conservarono più i sacchi di sale da spargere in strada e che venivano acquistate con sei mesi di anticipo.

Furono ritirate le pale da neve, che pure venivano distribuite a inizio stagione. E così fu anche per le cosiddette «lame» da montare davanti ai camion per trasformarli in spazzaneve. «Una scelta dissennata», denuncia ora il consigliere comunale Athos De Luca, Pd. «Al posto di migliaia di robusti operatori, il sindaco Alemanno si è affidato a sparute quanto improbabili associazioni di volontariato».

ALEMANNO SPALA

Se c'è un vizio d'origine che ha dato il via alla catena di eventi che ha portato alla paralisi di 72 ore della Capitale, insomma, va ricondotto a questa scelta. Se non c'è il sale, le strade si fermano. E se si blocca la viabilità, tutto il resto va in tilt. D'altra parte che a Roma ci sia stato un accentra mento del Piano Neve che non fa i conti con una città tentacolare, la più estesa d'Europa, e con 3 milioni di abitanti, lo racconta la storia dei quattro soli punti di distribuzione delle pale alla cittadinanza.

Il responsabile della Protezione civile si chiama Tommaso Profeta. E' un funzionario di polizia distaccato in Campidoglio. Il 1 febbraio, mercoledì, garantiva di avere messo a disposizione dei Municipi 150 tonnellate di sale. E chi avrebbe dovuto distribuirlo? «Il personale del Servizio giardini (che dipendono direttamente da lui, ndr) e delle associazioni di volontariato».

alemanno sale

Ma non solo: sulle strade cittadine - avvertiva - interverranno le ditte di manutenzione stradale già incaricate dai Municipi e dal Dipartimento ai lavori pubblici. E qui, con le ditte private, si viene al secondo pilastro del Piano Neve di Alemanno & Profeta. Alla prova dei fatti pochissimi hanno risposto all'appello. Ammette lo stesso portavoce del sindaco, Simone Turbolente: «Non tutte le ditte hanno mezzi adeguati. Quel che c'era è stato concentrato sulle vie consolari».

ALEMANNO CAMERATA

Come racconta un altro consigliere di opposizione, Fabrizio Panecaldo, Pd: «Un conto è mettere toppe all'asfalto, altro è spalare la neve. Molte ditte vincono gli appalti, ma non hanno neanche i mezzi propri, che affittano». E' stata clamorosa, infine, la debacle dell'Atac. Racconta Turbolente, il portavoce del sindaco: «Gli autobus escono dai depositi al mattino presto. E così è accaduto venerdì. Attorno alle dodici è cominciato a nevicare. A quel punto, per motivi di sicurezza, è stato sospeso il servizio ordinario e ordinato agli autisti di rientrare nelle rimesse. Ma è capitato che molti autobus siano rimasti a bordo strada perché le ruote slittavano sul nevischio».

GIANNI ALEMANNO

Da quel momento, è stata un catena di eventi tutti negativi: «Pochi mezzi sono rientrati, pochi hanno potuto mettere le catene e garantire le linee di emergenza (che comunque sono appena 79 su 330 e vai a sapere quali, ndr)». Sembra che venerdì pomeriggio appena il 5% degli autobus fossero in servizio. Aggiungiamo che i treni dei pendolari sono andati anch'essi in crisi, sia quelli gestiti dal Comune, sia quelli di Trenitalia.

I binari dei tram si sono ghiacciati e anche i tram sono rimasti fermi e in mezzo alla strada. Il Grande Raccordo anulare è andato in tilt. Le consolari da Nord erano impraticabili. L'esercito è stato mobilitato dalla prefettura solo nella serata di venerdì quando era ormai tardi. Il risultato finale è stata la paralisi.

ILLUSTRAZIONE BIANI - ALEMANNO CON FAN

I primi a restare bloccati sono stati proprio quei dipendenti comunali che avrebbero dovuto lavorare per sbloccare la città. I dati su assenze e presenze saranno disponibili nei prossimi giorni. «Però sappiamo che parecchi lavoratori hanno avuto problemi pure loro», conclude Turbolente. Che se la prende con il destino cinico e baro. «La tempistica ci ha fregato».

REGIONE LAZIO DICHIARA LO STATO DI CALAMITÀ NATURALE
Romacapitale.net - La giunta della Regione Lazio ha dichiarato lo stato di calamità naturale. Lo ha annunciato la governatrice Renata Polverini. "La giunta che si è appena riunita - ha detto - ha deliberato lo stato di calamità naturale per la Regione Lazio. Solo la Regione Abruzzo ha dichiarato lo stato di emergenza".

"Non possiamo che accogliere favorevolmente la decisione presa dalla governatrice Renata Polverini di dichiarare lo stato di calamità naturale nel Lazio - dichiara, in una nota, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -. Mi auguro ora che la sua richiesta di un incontro con il presidente Monti e con il prefetto Gabrielli, per valutare l'attivazione dello stato di emergenza, sia accolta al più presto. Si è già perso troppo tempo".

GIANNI ALEMANNO


GAFFE, PARENTOPOLI, CAMERATI - ALEMANNO SEMPRE A CACCIA DI COLPE ALTRUI
Alberto Statera per "Repubblica.it"

Sedicente scalatore provetto, Alemanno dovette arrendersi nella scalata allo Shishapangma, il quattordicesimo monte tibetano più alto della terra e il più basso tra gli "Ottomila", per un raffreddore o, come dicono i tanti zelatori miracolati dal sindaco dal cuore nero, per una broncopolmonite. Stavolta non ai ghiacciai si è arreso, ma alle falde dei pochi metri del Gianicolo e dell'Aventino, sotto 30 centimetri di neve. Ma senza rinunciare a una puerile e improvvida polemica con il capo della Protezione Civile che, come non capita di frequente, stavolta sembra avere tutte le carte in regola negli avvisi lanciati per l'emergenza in arrivo con i venti gelidi del nord.

GIANNI ALEMANNO

Trentacinque millimetri? Se nevica, come tutti sanno, e non solo i campioni di arrampicate, fanno 35 centimetri di neve. Ma lo scalatore tibetano non lo sa, cade nell'equivoco, pensa di uscirne con la guerra dei millimetri e ci alluviona di interviste televisive. "Millimetri, come il suo cervello", ne conclude un blogger più che incazzato nella tundra gelida. Il senso di Alemanno per la neve diciamo che più che alla "K2" è un po' alla "barisienne", dalla città portuale pugliese dove nacque, o alla "pariola", il quartiere capitolino dove il papà generale dell'esercito lo condusse giovanetto a esercitarsi, tra piazza Euclide e piazza Pitagora, nelle arti del picchiatore nero, nutrito tra le mura del Liceo scientifico Righi.

GIANNI ALEMANNO E LAQUILA LAZIALE OLIMPIA

Incedere affrettato, sguardo basso, tratto alquanto isterico, debolezza evidente e autorità alquanto scadente rispetto agli squaletti neri affamati che lo attorniano in nome dei vecchi tempi delle mazze e delle molotov, il sindaco di Roma capitale delle calamità è diventato lui stesso "la calamità" agli occhi di migliaia di romani che nella notte di venerdì lo ha maledetto sul raccordo in una scena che neanche Federico Fellini era riuscito a rendere così cupa e ansiogena.

GIANNI ALEMANNO

Nel felliniano "Roma" il raccordo allagato era l'inferno metropolitano, nella "Fascistopoli" capitolina il raccordo imbiancato è diventato la tomba della Roma della "destra sociale", sotto cui si radunarono, conquistato il potere municipale, le antiche pattuglie romane di Terza posizione, Forze nuove, Naziskin, Avanguardia nazionale e ultrà fascisti e profittatori di ogni specie.

Stavolta sono arrivati davvero quasi tutti al potere con Gianni lo scalatore. Da Mokbel, l'uomo della grande truffa a Finmeccanica, fino a Vattani, il figlio console dell'ambasciatore Umberto animatore di Casa Pound e a Fabrizio Mottironi, ex Nuclei armati rivoluzionari, messo a capo di Buonitalia Spa. E intorno decine e decine di vecchi camerati che spuntano dappertutto in ruoli istituzionali, comunali e economici, come per placare un appetito di potere che viene da lontano e che dopo interi lustri seguiti alla sdoganamento berlusconiano, non è ancora placato.

ALEMANNO IN GNAM

E che l'ex piccolo camerata del Liceo Righi non riuscirà mai a placare. L'ufficio di collocamento di Roma capitale di "Fascistopoli" non dimentica nessuno degli antichi camerati, in un'orgia di inadeguatezza e incapacità, talvolta popolata di incredibili figuri muniti di doppiopetto e cravatta.

Talvolta antropologicamente simili agli eredi della Banda della Magliana, che negli ultimi mesi con le sparatorie hanno messo a ferro e fuoco la capitale in un continuo romanzo criminale.

ALEMANNO

Questa è la Roma "legge e ordine" che Alemanno aveva promesso. Per i posti apicali, come si dice, il grande consulente del sindaco è il solito Luigi Bisignani, che ha appena patteggiato per gli imbrogli della P4. È dell'ex piduista, poi passato allo stato maggiore di Gianni Letta, che il sindaco si fida per le nomine più importanti, come quella di Cremonesi alla Camera di Commercio e di Basile all'Atac. Come ormai tutti sanno, Bisignani è un cultore della prevalenza del cretino nei ruoli di potere, perché così quelli che colloca li controlla meglio, come ha rivelato in una ormai famosa intercettazione telefonica.

GIANNI ALEMANNO

Con il sindaco di Roma va giù morbido, come nel burro: ogni parente suo o di qualcuno dei suoi che Alemanno colloca, l'inesauribile Bisi gli impone il suo cretino di turno. Ora la neve. Ma con l'acqua, come sul raccordo anulare di Fellini, il sindaco aveva già avuto a che fare un sacco di volte. Purtroppo sembra che, nella sua arroganza, anche l'esperienza riesca a insegnargli poco. Nel dicembre 2008 ci fu la piena del Tevere.

Anche allora il sindaco se la prese con la Protezione civile. Ma nessuno in municipio aveva pensato a controllare la pulizia dalle foglie delle caditoie, i tombini romani per la cui manutenzione erano lautamente pagate le imprese napoletane di Alfredo Romeo. Fino al 20 ottobre scorso, quando Roma andò di nuovo sott'acqua e, come al solito, lui, sorpreso e stupito come fosse un passante, frignò contro qualche altro presunto colpevole.

GIANNI ALEMANNO

Ora ci racconta che il piano-neve - guarda un po' - è stato ostacolato dalla neve. E va in tivù trenta volte in poche ore a chiedere una commissione d'inchiesta. È uno scherzo? O chiede che qualcuno lo metta finalmente sotto inchiesta per liberare da lui stesso Roma Capitale? Non vi illudete, per lui la colpa è sempre di qualcun altro. E con i suoi spin doctor ha deciso di spezzare le reni al ghiaccio. Mediaticamente. Ma sapete chi sono gli ultimi suoi spin doctor, dopo l'assunzione di circa 25 addetti al suo ufficio stampa? Tenetevi forte: il più ascoltato è Luigi Crespi, quel tipo che si definisce sondaggista, che visse per un po' alle spalle di Berlusconi e che poi finì in bancarotta.

GIANNI ALEMANNO

Poi c'è Iole Cisnetto, la consorte di quel Cisnetto che organizza, finanziato soprattutto dalle imprese più care a Bisignani, "Cortinaincontra", una specie di passerella di amministratori delegati in cerca di una ripresa televisiva e di una marchetta giornalistica, in cambio di un modesto contributo pagato dai loro azionisti. Alemanno la frequenta insieme alla sorella Gabriella, direttrice dell'Agenzia del Territorio. Andate a spalare la neve, ha detto il sindaco ai romani quando ha visto che le cose si mettevano male.

Ma a Roma non si può fare. Uno che a Trastevere lo ascoltava in televisione ha commentato: "Aho, questo è più paraculo de Schettino, se vò godè la scena di Roma che lui ha affondato dallo scojo! Ci vada e ci resti, così non si bagna".

 

LIQUIDI CONGELATI - NELLE CASSE DELLE GRANDI CORPORATION AMERICANE SONO FERMI OLTRE 1.700 MLD $

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Maria Teresa Cometto per "Corriere Economia - Corriere della Sera"

Barack Obama

Con la sua «storica» Ipo (offerta iniziale pubblica di azioni) Facebook può arrivare a valere 100 miliardi di dollari. Ma con un'altrettanto «storica» pila di cash Apple se la potrebbe comprare tutta intera. Dal 2010 infatti è raddoppiato il volume di liquidità - in depositi bancari o investimenti a breve - che l'azienda di Cupertino ha accumulato, tenendone ben due terzi fuori dagli Stati uniti.

GLI ESEMPI
Apple è solo l'esempio più clamoroso di una tendenza generale delle multinazionali americane, che si è accentuata negli ultimi anni arrivando a un livello record: in tutto si calcola che abbiano in cassaforte 1.700 miliardi di dollari, ovvero il 6% del valore totale delle loro attività (senza considerare le società finanziarie). È una somma enorme, pari a quasi tutto il prodotto interno lordo di una nazione importante come il Canada; e superiore al patrimonio globale del prodotto finanziario più di successo oggi, gli Etf, i fondi indicizzati e quotati in Borsa.

pfizer

Nessuno è contento di come questi soldi giacciano inutilizzati. Non sono contenti gli azionisti delle aziende quotate, che preferirebbero fossero distribuiti sotto forma di dividendi e invece si ritrovano con il livello di pay-out (porzione dei profitti destinata ai dividendi) ai minimi da un secolo a questa parte (calcolato sui componenti dell'indice S& P 500). Non sono contenti i politici, a partire dal presidente Barack Obama, che accusano i top manager di pensare solo ai propri bonus e non a reinvestire i profitti per creare posti di lavoro.

Il tema è caldissimo negli Usa dove è in corso una campagna elettorale giocata proprio su come far crescere di nuovo l'economia e l'occupazione. Le ricette dei Repubblicani (gli sfidanti) e dei Democratici (il partito alla Casa Bianca) sono molto diverse ma su un punto sono d'accordo: la tassazione dei redditi aziendali negli Stati uniti è fra le più alte al mondo (35% di aliquota massima, peggio c'è il Giappone). Ed è anche per questo che le società come Apple non rimpatriano i profitti generati all'estero e li lasciano in Paesi dove il fisco è molto più leggero. Ma come incentivarle a comportarsi diversamente?

George w Bush

Nel suo discorso sullo Stato dell'Unione di fine gennaio Obama ha proposto degli sconti sulla tassazione dei profitti esteri a favore delle aziende che fanno insourcing (il contrario dell'outsourcing), cioè chiudono fabbriche all'estero e le riaprono in patria. E al Senato di Washington c'è già una proposta bipartisan - firmata dal Repubblicano John McCain e dalla Democratica Kay Hagan - per una riduzione temporanea delle tasse sui profitti rimpatriati fino al 5,25% se le aziende beneficiarie assumono nuovi dipendenti negli Usa, sulla falsariga di un provvedimento simile adottato nel 2004. Ma basterebbe questo a convincere Apple & co. a togliere i soldi da sotto il materasso?

RIMPATRI AMARI
No, dicono esperti sia di destra sia di sinistra che hanno analizzato gli effetti degli incentivi del 2004. Lo staff Democratico della Commissione senatoriale permanente per le inchieste ha scoperto che le 15 aziende che avevano ottenuto più benefici dagli sconti del 2004 rimpatriando i profitti esteri, poi hanno tagliato in tutto 20 mila posti di lavoro e rallentato anche il ritmo degli investimenti nella ricerca; il tutto a spese del Tesoro Usa, che ha perso 3,3 miliardi di dollari di introiti fiscali. Fra le aziende citate nello studio spicca il gruppo farmaceutico Pfizer, che ha rimpatriato 35,5 miliardi di profitti esteri ma tagliato 11.748 posti di lavoro americani dal 2004 al 2007.

logo apple

Il pensatoio conservatore Heritage foundation è d'accordo che un bis del 2004 sarebbe fallimentare, perché se le aziende non investono in America non è per mancanza di capitali, disponibili sul mercato a tassi di interesse minimi: invece di incentivi temporanei, c'è bisogno di una riforma generale del sistema di tassazione delle aziende e di una semplificazione delle regole.

INCERTEZZE
Un abbassamento delle tasse aziendali - per esempio dal 35 al 25% come aveva proposto la Commissione Simpson-Bowles che Obama aveva nominato per trovare soluzioni al boom del debito pubblico, ma poi ignorato - aiuterebbe, ma non basterebbe. «Il fatto è che un grande numero di aziende aspetta e sta a guardare come si muove l'economia Usa», osserva Anant Sundaram, docente alla Tuck School of Business di Dartmouth.

È l'incertezza, economica e soprattutto politica, a frenarle, sostengono tre economisti ideatori di un indice dell'Incertezza politica negli Usa: Scott Baker e Nicholas Bloom della Stanford university e Steven Davis, della Booth School of Business della University of Chicago.

TIMOTHY GEITHNER

L'incertezza economica dopo il congelamento del mercato creditizio nel 2008 e i timori sul collasso dell'euro sono certo fattori preoccupanti per le multinazionali. Ma, secondo i tre economisti, un freno ancor più forte agli «spiriti animali» dei capitalisti americani sono le incognite legate alle decisioni politiche: fra il 2011 e il 2012 ben 130 provvedimenti fiscali sono in scadenza, fra cui i tagli di Bush alle tasse che erano stati prorogati nel 2010; e nel 2013 entra in vigore la riforma sanitaria di Obama con un impatto sui costi aziendali tutto da vedere, sempre che non vincano i Repubblicani e la cancellino.

L'Indice dell'incertezza è quindi ai massimi da 30 anni: se tornasse ai livelli del 2006 - sostengono i tre autori - le aziende americane impiegherebbero una parte del loro cash per assumere 2,5 milioni di americani entro 18 mesi.

 

ALTRO CHE SCAMPIA! I VERTICI DEL PD NAPOLETANO SNOBBANO LE VELE E ORGANIZZANO “OCCUPYGNOCCA”

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Carlo Tarallo per Dagospia

claudio de magistris CALDORO MARIA GRAZIA PAGANO

1 - Finalmente un po' di gnocca sana e Democratica sotto ‘o Vesuvio: altro che occupyscampia! Il Pd venerdì scorso aveva di meglio da fare e ha mollato la deputata Pina Picierno tra le Vele a prendere atto del flop della sua manifestazione anticamorra. Con lei c'era Andrea Orlando, commissario provinciale e responsabile nazionale Giustizia del Partito Democratico, insieme a un paio di esponenti locali.

Sinistrati presenti invece in massa, la stessa sera, alla presentazione di un programma Tv condotto da Lorenzo Crea, portavoce del gruppo regionale Pd e figlio di Maria Grazia Pagano, presidente del partito campano, ex senatrice e ottima amica personale di Giorgio Napolitano.

DELIBERA MILAGRO DA LINKIESTA IT ENZO AMENDOLA SEGRETARIO REGIONALE PD

Un party strasponsorizzato, in un locale della movida napoletana, al quale ha partecipato il gotha del Pd napoletano e campano: insieme a Orlando, pallidissimo dopo il freddo preso a Scampia, c'erano tra gli altri il segretario regionale Enzo Amendola, il capogruppo regionale Peppe Russo, decine di giovani democratici e, ospite d'onore, nientemeno che il Governatore della Campania Stefano Caldoro, sempre più a suo agio tra i sinistrati che tra i suoi alleati per mancanza di prove del Pdl.

Altro che Vele! I mugugni e i paralleli degli addetti ai livori con l'impegno messo in campo dai sinistrati per la riuscita di occupyscampia si sono sprecati. Malumori veterocomunisti per la piega tardo-post-berlusconiana del Pd in Campania all'insegna di tette e culi? Ah saperlo...

GNOCCA DEMOCRATICA

2 - Riunione di Nitto Palma con gli alleati di centrodestra (tranne l'Udc): incontro a porte chiuse ma da cui con il via libera agli spifferi. Per le prossime amministrative Nitto chiama alla battaglia Stefano Caldoro: "Questa volta la Regione dovrà scendere in campo, con un'azione che sia più vicina ai cittadini e più attenta al consenso". E il rimpasto? Il neocommissario regionale del Pdl preme perché sia immediato.

LORENZO CREA AND GIRLS

E lancia fendenti verso il Governatore: "Mi dicono - affonda Nitto, stando a quanto riferiscono diverse fonti parlamentari - che il Nuovo Psi (partito di Caldoro, NdD) presenta liste autonome che approfittano della visibilità del presidente della Regione, facendo campagna acquisti tra i nostri amministratori locali". E il rapporto con l'Udc? "La prossima settimana - ha chiarito Palma agli alleati - vedrò Cesa. Se l'Udc non farà una scelta definitiva sulle alleanze per le prossime elezioni, l'indicazione nazionale del partito è chiara, le amministrazioni Pdl-Udc entreranno in fibrillazione, a cominciare dalla Regione".

OCCUPYFOREST

3 - Vieni avanti, Al Giggino! Il sindaco De Magistris una ne fa e cento ne pensa, ecco il simpatico video attraverso il quale il narcisindaco invita a Napoli Al Pacino! Da notare la grazia e lo stile spontaneo (facce ride) di Al Giggino mentre recita il compitino suggerito dai suoi "spin nel fianco", con tanto di finezza nel segno di "la giacca la prendo dalla spalliera della sedia e la indosso al volo, che fa tanto orange fashion icon, anche se ‘sta maledetta manica sinistra nun se vò infilà.. mannaggg....".
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=qbucCfPe4Tw

OCCUPYSCAMPIA POCHISSIMI IN PIAZZA

4 - Il "Forum per i Beni Comuni" organizzato da Luigi de Magistris per lanciare un movimento di sinistra radicale pronto a competere alle elezioni, continua a scatenare polemiche: dopo la tarantella sui bicchieri gentilmente offerti da Antonio D'Amato, ex leader di Confindustria, ecco spuntare l'atto del Comune di Napoli che affida (in maniera perfettamente regolare) per 5.000 euro, la comunicazione dell'evento a un'azienda privata. Indovinate quale?

Lo svela Linkiesta.it: si tratta della "Milagro". "Un nome - scrive Ciro Pellegrino - che non lascia indifferenti coloro i quali s'interessano dei fatti di Palazzo San Giacomo: Milagro è la stessa azienda nella quale, fino a qualche mese fa, ha lavorato il fratello di Luigi de Magistris, Claudio, oggi fedele consigliere del sindaco di Napoli".

PROSPETTIVE DEMOCRATICHE PD CAMPANIA FORZA GNOCCA

 

KENNEDY BUNGA BUNGA - ENNESIMO SPUTTANAMENTO DEL SESSUOMANE JFK: LA STAGISTA DICIANNOVENNE

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Vittorio Zucconi per "la Repubblica"

IL LIBRO DI MIMI ALFORD SU JOHN KENNEDY

Neppure le nonne risparmiano il fantasma di Jfk e dal letto bollente dei "mille giorni", e delle mille notti, di Kennedy, si alza una implacabile settantenne con la memoria troppo lunga. Quando speravamo di sapere tutto di lui, e di averne avuto francamente abbastanza, esce dal passato una signora che fa sembrare la Monica Lewinsky di Clinton come una ritrosa Maria Goretti.

Le memorie di Mimi Alford, già stagista nell´ufficio stampa di Jfk, annunciate da due anni e ora uscite, raccontano di una lunga e inedita relazione, con momenti di tenerezza, lacrime, seduzione alternati a quadretti da pornografia per guardoni solitari. Ma sempre sottesi dal leit motiv, dal filo conduttore del rapporto fra John F. Kennedy e le donne, considerate e usate come attrezzi ginnici per il relax proprio, dei fratelli e dei collaboratori.

MIMI ALFORD QUANDO LAVORAVA PER JOHN F KENNEDY

Mimi Alford oggi è una nonna di 69 anni, in pensione dopo avere lavorato per anni come amministratrice in una parrocchia di New York, forse per penitenza. Spiega di avere taciuto per mezzo secolo per non imbarazzare personaggi ancora vivi e, si potrebbe aggiungere maliziosamente, anche per non essere smentita, essendo gli uomini che lei "serviva", da Jfk al fratello Ted a David Powers grande amico del presidente, ormai tutti morti. Ma nel 1963, quando lei era entrata nell´ufficio stampa guidato da Pierre Salinger (morto anche lui) neppure ventenne, Mimi era il prototipo della brava ragazza di buona famiglia, prodotto dalla stessa scuola per signorine bene già frequentata da Jacqueline Bouvier Kennedy, fotografata sempre con l´indispensabile golfino giro collo e filo di perle.

Ricorda, in queste sue memorie con un titolo da fiaba "C´era una volta un segreto" (che memoria lunga hai nonnina) la sera in cui "Mister President" la invitò a visitare la camera da letto presidenziale, assente la First Lady. La sorprese alle spalle, la spogliò con «delicatezza», almeno questo, cominciò a frugarla dappertutto, lei impietrita e lusingata, e poi la sdraiò sul talamo coniugale, senza neppure togliersi la camicia o la cravatta. Il suo solo pensiero sul taxi che la riportava a casa dopo, non era «oddio, ho fatto sesso con il Presidente degli Stati Uniti». Ma «oddio, non sono più vergine».

MIMI ALFORD

Non ci fu mai violenza fisica, né brutalità, nei ripetuti incontri che la nonnina ricostruisce con una succosa abbondanza di dettagli, ammesso che, come fu nel caso di Monica e Bill, possa essere considerata davvero «consensuale» la seduzione dell´uomo più potente del mondo verso una adolescente stagista. Mimi doveva essere sempre a disposizione, sia del Comandante in Capo che dei suoi amici o consaguinei. Le chiedeva di «fare un servizietto» a loro, come si chiederebbe a un meccanico di fiducia di cambiare l´olio all´automobile.

LA PISCINA DELLA CASA BIANCA

«Nuotavamo insieme nella piscina della Casa Bianca - ricorda - dove Jfk doveva fare molte vasche per la sua schiena e Powers era seduto sul bordo coi calzoni arrotolati sulle caviglie e i piedi nell´acqua. Lo vedo un po´ teso, Mimi, mi disse ridendo il Presidente, perché non lo aiuti a scaricarsi». Lei acconsentì. Il Presidente rimase a godersi lo squallore del quadretto.

Per quanto numerosi siano stati gli incontri fra Jack, come Kennedy era chiamato in casa, e Mimi, la distanza fra una ragazza di diciannove anni e un Presidente non poteva mai essere cancellata neppure dalla intimità fisica. Lo chiamava sempre Mr. President, anche con le brache calate, e lui rifiutò sempre di baciarla sulla bocca, considerando quel gesto come una barriera invalicabile ed eccessiva fra il sesso e l´amore. «Non mi ero mai illusa che la nostra relazione potesse andare oltre quei rapporti» dice mezzo secolo più tardi la nonna che poi sposò un compagno di università ignaro di averla condivisa con tanto rivale. «Ma il pensiero che quell´uomo potentissimo e bellissimo mi trovasse attraente, mi bastava».

JACKIE E JOHN FITGERALD KENNEDY

Non sospettava che Kennedy trovasse attraenti quasi tutte le donne che respirassero, ma dai quadretti porno a tre o di gruppo, nei party organizzati con gli amici di Las Vegas dove circolavano i poppers, le pillole vasodilatatrici di amile nitrito antenate del Viagra, ascoltando le canzoni di Frank Sinatra suonate a palla, lei e Jfk sapevano passare anche a momenti di intimità umana, non soltanto sessuale. La notte del 9 agosto 1963, quando morì dopo poche ore vita l´ultimo figlio, Patrick Bouvier, Mimi e il Presidente erano da soli sul terrazzo della Casa Bianca, mentre la moglie era ancora in ospedale.

MATRIMONIO KENNEDY JACKIE BOUVIER

Rimasero a lungo accanto a «una montagna di messaggi di condoglianze» che Kennedy sfogliava e gettava, «mentre le lacrime gli scendevano sul viso». Si confidò con lei, nelle ore angosciose del possibile scontro nucleare con l´Urss sopra i missili piazzati a Cuba, confessandole di essere pronto a qualsiasi compromesso, mentre faceva il duro con Krusciov in pubblico, «perché preferisco che i miei figli siano rossi piuttosto che morti», better red than dead.

E quando lei, consumati i sei mesi di stage previsti tornò all´Università, lui continuò a telefonarle, con lo pseudonimo pre concordato di "Michael Carter" per chiederle come andassero gli studi, se si trovasse bene, e, in stile "telefono rosso", che cosa facesse nella sua cameretta con la altre studentesse.

LA PISCINA DELLA CASA BIANCA

La volle vedere ancora nel novembre del 1963. La mandò a prendere dal Massachusetts con un´auto e poi con un aereo privato. «Tra pochi giorni vado a Dallas» le confidò annoiato. «Quando torno, ti chiamo e ci rivediamo». Non si sarebbero più rivisti, se non nella pagine di queste «memorie di una nonna» che ha svelato tutto quello che lei fece con il Presidente. O che avrebbe voluto fare. Anche le nonne hanno fantasie.

 


MERCATO DELLE BANANE-MEDIOBANCA,CREDITORE E COMPETITOR DI LIGRESTI,INCARICATA DA UNIPOL DI GESTIRE L’AUMENTO DI CAPITALE

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1- UNIPOL: DEFINITO CONSORZIO AUMENTO UGF E FONSAI, MEDIOBANCA COORDINA
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Unipol Gruppo Finanziario e Fondiaria-Sai hanno ricevuto disponibilita' da parte di Barclays Capital, Credit Suisse, Deutsche Bank, Mediobanca, Morgan Stanley, Nomura, Ubs Investment Bank e Unicredit Corporate & Investment Banking a partecipare, in qualita' di Joint global coordinator e Joint bookrunners, al consorzio per gli aumenti di capitale di Unipol Gruppo Finanziario e Fondiaria-Sai.

ALBERTO NAGEL

Lo comunica il gruppo Unipol, precisando di aver conferito a Mediobanca l'incarico per la promozione del consorzio di garanzia per il proprio aumento di capitale nell'ipotesi di integrazione dei due gruppi assicurativi. Incarico analogo era stato conferito a Mediobanca anche da FonSai.

CARLO CIMBRI


2- IL MERCATO DELLE BANANE
Bankomat per Dagospia

Quindi apprendiamo che Mediobanca, fra i principali creditori bancari del gruppo Premafin-Fonsai, nonché socio di riferimento di Generali, gruppo assicurativo competitor di Fonsai e di Unipol, adesso viene incaricata dal Gruppo Unipol di coordinare il consorzio bancario di garanzia del proprio aumento di capitale.

A questo punto ISVAP e CONSOB potrebbero delegare a Piazzetta Cuccia anche i rispettivi ruoli di controllo, del resto esercitati a velocità variabile a seconda del vigilato, perché così faremmo prima...Come si suol dire, cabina di regia unica per il bene del Paese. E di Alberto Nagel. Al Governo dei professori va bene così?

Salvatore Ligresti

 

DEMOCRATICI DE-LUSI:L’EX TESORIERE DELLA ‘MARGHERITA’ ESPULSO DAL PARTITO-I MERKOZY SI IMBRODANO(“ABBIAMO SALVATO L’UE”)

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il pd luigi lusi pierluigi bersani

1 - CRISI:SARKOZY-MERKEL,BENE MONTI,PROGRESSI SPETTACOLARI...
(ANSA) - "Stiamo vedendo il primo ministro italiano Mario Monti quale lavoro notevole stia facendo e quali progressi spettacolari stia facendo l'Italia": lo ha detto il presidente francese, Nicolas Sarkozy, nella conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, a Parigi. "L'esempio da seguire è il lavoro del presidente italiano Mario Monti, che fa un lavoro notevole. I progressi dei nostri amici italiani sono spettacolari. E'
l'esempio da seguire", ha detto Sarkozy nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri franco-tedesco, parlando al fianco di Angela Merkel e rispondendo a una domanda sulla Grecia.

NICOLAS SARKOZY

2 - CRISI: SARKOZY, CON MERKEL ABBIAMO SALVATO UE DA BARATRO...
(ANSA) - L'alleanza tra Francia e Germania "ha permesso di evitare all'Europa di finire nel baratro" e di "superare le sfide immense che si sono presentate in questi 3
anni di crisi": lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy nel corso di una conferenza stampa congiunta a Parigi con il cancelliere tedesco Angela Merkel.

3 - MONTI, GRAZIE A SARKOZY PER SUO APPREZZAMENTO...
(Adnkronos)- 'Non sapevo che il presidente Sarkozy avesse citato oggi la politica economica del governo italiano. Lo ringrazio per questo apprezzamento. Abbiamo tutti da imparare da tutti'. A dichiararlo il premier, Mario Monti, commentando le parole del presidente francese Nicolas Sarkozy.

4 - CASO LUSI:PD,INCOMPATIBILE CON PD, ESPULSO DA PARTITO...
(ANSA) - L'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi è stato dichiarato all'unanimità incompatibile con il Pd e i garanti del partito hanno adottato la massima sanzione prevista che è la cancellazione dall'albo degli elettori e dall'anagrafe degli iscritti.
Lusi, ha spiegato il presidente del Comitato di garanzia, Luigi Berlinguer, al termine della
riunione, "non è più membro del Partito democratico".

I garanti hanno definito "molto gravi" i reati contestati all'ex tesoriere della Margherita che "ha una grave responsabilità non da lui contestata ma ammessa". L'appropriazione indebita all'ex Margherita, secondo i garanti, "ha causato un grave danno al Pd e preoccupato l'opinione pubblica". Da qui la decisione di adottare la sanzione più grave che è la cancellazione dall'albo degli elettori e dall'anagrafe degli iscritti perché, spiega Berlinguer, "l'espulsione non è una sanzione più prevista negli statuti dei partiti ma concettualmente la nostra decisione è la stessa".

MERKEL

5 - LAVORO: MARCEGAGLIA, ART.18? VA RIVISTO IN MODO SERIO...
(Adnkronos) - L'articolo 18 'va rivisto in modo serio, perche' dobbiamo diventare europei in tutto'. A sostenerlo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine della decima edizione della Mobility Conference che si e' appena conclusa a Milano.

In particolare, il numero uno degli industriali risponde cosi' a chi le domanda se l'articolo 18 sia il fulcro della trattativa con sindacati e governo in tema di riforma del lavoro. Per Marceglia, in sostanza, il reintegro del lavoratore va mantenuto, soprattutto per evitare che si verifichino abusi, ma, negli altri casi, e da introdurre un 'indennizzo economico'.

6 - AEROPORTI: PASSERA, LAVORARE SU NUMEROSITA' IRRAZIONALE...
(Adnkronos) - "Un singolo aeroporto non e' valutabile in quanto tale e anche la Lombardia non puo' dire di essere al meglio delle sue possibilita' su questo fronte. Dobbiamo dare entro a breve un senso alla numerosita' non pensata degli aeroporti di tutti Italia, e anche" della Lombardia. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, oggi a Milano intervenendo alla 'Mobility conference 2012'.

7 - GOVERNO: GASPARRI, PASSERA PREMIER? SI OCCUPI DI BLOCCO TRENI E STRADE...
(Adnkronos) - " Passera premier? E' ministro delle Infrastrutture, si preoccupi del blocco di treni e strade su cui tace". Lo scrive su Twitter il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri.

MONTI

8 - FERRERO(PRC): PASSERA VUOLE SVENDERE TUTTO...
(TMNews) - Il ministro Corrado Passera vuole "svendere tutto" il trasporto locale. Lo ha detto il segretario di Rifondazione comunista-Federazione della sinistra Paolo Ferrero: "Mentre gli italiani sono appiedati per una nevicata e a pochi mesi di distanza da un referendum che ha sancito la proprietà pubblica delle aziende locali, Passera invece di preoccuparsi di far funzionare i trasporti ci dice che 'faremo di tutto perché possano nascere grandi operatori di mercato delle aziende locali', superando 'l`abnorme diffusione delle proprietà pubbliche di aziende locali'.

Mentre distrugge i diritti dei lavoratori, questo governo già pensa a come svendere anche il patrimonio pubblico italiano ai suoi amici banchieri e imprenditori". Ha concluso Ferrero: "Mentre il liberismo ci ha portato alla crisi il governo Monti si ingegna ogni giorno ad introdurre in Italia il liberismo più sfrenato, contro gli interessi dei lavoratori e del popolo italiano".

9 - L. ELETTORALE: LEGA,INTESA PD-PDL CONTRO DI NOI? LA PAGANO...
(ANSA) - "Se Pd e Pdl dovessero accordarsi sulla legge elettorale nel tentativo di far fuori la Lega, i cittadini del Nord farebbero pagare caro questo tradimento", afferma Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e presidente federale del Movimento giovani padani.
"Il crescente consenso della Lega Nord - aggiunge - sta già dimostrando che la parte produttiva del Paese non accetta di dover pagare in via esclusiva le manovre del Governo Monti, sostenuto da tutti gli altri partiti senza eccezione di sorta. Il Nord vuole essere rappresentato ed è stanco di essere spremuto per pagare privilegi e nullafacenza delle altre regioni. Noi siamo l'unico sindacato del Nord: chi si mette contro la Lega, per di più in modo subdolo - conclude - si mette contro il Nord".

passera jpeg

10 - MAFIA: ALFANO (IDV), SPERIAMO SGARBI ABBIA FINITO CON FARSE...
(ANSA) - "Speriamo che Sgarbi abbia veramente finito con le farse a Salemi. Centinaia di volte ha 'minacciato' le dimissioni e poi è sempre tornato sulla poltrona. Adesso, visto che sono state dimostrate le drammatiche conseguenze della sua frequentazione con Pino Giammarinaro sulla città, deve lasciare Salemi sul serio". Così Sonia Alfano, eurodeputata IdV e presidente dell'Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, commenta le dichiarazioni che Vittorio Sgarbi ha rilasciato dopo le notizie sulla richiesta di scioglimento del comune di Salemi, del quale è sindaco dal giugno 2008.

"Quasi un anno fa, in occasione dell'operazione 'Salus Iniqua' - aggiunge - ho chiesto ufficialmente al ministero dell'Interno di inviare una Commissione prefettizia e di valutare la richiesta di scioglimento. Il mio documento è stato inviato per conoscenza anche al Prefetto di Trapani. Di cosa non si era accorto Sgarbi? Di essere amico di un ex latitante e
presunto mafioso già sottoposto a sorveglianza speciale?"

11 - SANDRO BONDI: "TREMONTI? ORA FA FILOSOFO DELLA STORIA MA E‚ PRINCIPALE RESPONSABILE CADUTA BERLUSCONI"...
Il bello è che adesso Tremonti fa il filosofo della storia, il pensatore, mentre è il principale responsabile della fine del governo Berlusconi. Ha distrutto il nostro consenso, ha umiliato me e altri ministri, era impossibile parlare con lui‰. Lo dice Sandro Bondi, Pdl, ex ministro della Cultura, alla Zanzara su Radio 24. „Purtroppo Tremonti ha una stima di se stesso altissima, non ammette mai di aver sbagliato ˆ spiega Bondi alla Zanzara ˆ e si appoggiava a Bossi per tenere sotto scacco Berlusconi.

ALFANO

Silvio ha dovuto subire questo asse, Tremonti dettava la sua linea senza alcuna possibilità nemmeno di parlare. Mi ha umiliato: quando sono andato via ha subito sbloccato i fondi per la cultura. Ma ha reso la vita impossibile a tutti‰. „Mi sarei dovuto dimettere molto tempo prima ˆ dice ancora Bondi ˆ ma ora da cristiano lo perdono. Su una sua eventuale ricandidatura nel Pdl non ci sono veti, non ne farei mai una questione personale. E‚ un genio che ha subito una metamorfosi‰.

12 - SANDRO BONDI A RADIO 24: "SENZA GOVERNO STO MEGLIO, PENSO ALLA MIA SALUTE. SONO DIVENTATO VEGETARIANO"...
Mi chiedete se sto meglio da quando non sono più al governo? „Certamente sì, sono molto più sereno e passo più tempo con Manuela (Repetti, anche lei deputato del Pdl, ndr) a Novi Ligure. Pensate che sono praticamente diventato vegetariano, mangio solo frutta e verdura e faccio almeno trenta minuti di moto al giorno‰. Lo rivela Sandro Bondi, Pdl, ex ministro dei Beni Culturali, alla Zanzara su Radio 24. „Un medico molto famoso ˆ racconta Bondi ˆ ci ha consigliato una dieta basata soprattutto sulla frutta e stiamo pensando molto di più alla nostra salute, ho capito che essere vegetariani significa un modo di vivere più sano e rispettoso del creato.

SANDRO BONDI

Bondi rivela a Radio 24 anche di essersi pentito di aver pubblicato su un settimanale le poesie che dedicava all‚ex premier: „E‚stato un errore che non rifarei. Mi sono esposto al dileggio. Ora continuo a scrivere delle rime, ma le tengo per me e la mia famiglia‰. Il deputato del Pdl stila posi la sua classifica degli ingrati, cioè „quelli che da Berlusconi hanno avuto tuttoe poi lo hanno abbandonato‰: „Ai primi due posti metto sicuramente Gabriella Carlucci e Chiara Moroni, ingrate e smemorate. Ha cambiato la loro vita e loro lo hanno lasciato in quel modo. Due vicende che mi hanno colpito molto. Entrambe hanno dimenticato quanto di buono ha fatto per loro un‚altra persona‰. Anche perchè, secondo Bondi, „Berlusconi dopo De Gasperi è sicuramente il più grande statista del Dopoguerra.

giulio tremonti big

 

FULMINATI A DAMASCO - DOPO I BOMBARDAMENTI DI ASSAD SU HOMS, CHIUDE L’AMBASCIATA USA IN SIRIA

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Da "Repubblica.it"

Bashar AssadBarack Obama

La crisi siriana è arrivata a un punto critico: gli Stati Uniti hanno chiuso oggi l'ambasciata a Damasco e richiamato i loro diplomatici in Siria. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato.
Anche quella di oggi è stata una giornata di sangue. Le forze siriane fedeli al presidente Bashar al Assad stanno bombardando con mortai la città "ribelle" di Homs, in particolare il quartiere di Bab Amro, nella parte sud-occidentale della città. Lo riferiscono militanti dell'opposizione.

E ci sarebbero diverse vittime: almeno cinquanta. Le televisioni arabe stanno mostrando in diretta le immagini di colonne di fumo che si levano dalla città. "Stanno bombardando Bab Amro. Sparano in modo indiscriminato", ha raccontato un fotoreporter. "I feriti non possono essere soccorsi perché non si può fuggire. Sparano a caso, siamo rintanati al centro di un edificio", ha detto, mentre la voce è stata più volte coperta da boati di esplosioni.

BOMBARDAMENTI SU HOMS IN SIRIA jpegPUTIN

Secondo gli attivisti del Comitato della rivoluzione siriana, raggiunti dalla tv al Arabiya, l'esercito governativo siriano ha "sigillato" la città e si prepara a una vasta offensiva militare. Sabato un altro attacco su Homs aveva fatto 230 vittime, secondo quanto riferito dall'opposizione che aveva parlato di un massacro.

L'emergenza sul terreno inasprisce lo scontro diplomatico. Il presidente Usa, Barack Obama, in un'intervista, si è detto convinto che la strada da seguire per risolvere la crisi in Siria sia quella delle sanzioni, per fare pressione sul regime di Assad e favorire la costituzione di un governo di transizione. Obama esclude categoricamente, come ha già fatto in passato, che la comunità internazionale possa esplorare un'opzione "libica", con una forma di intervento militare.

BOMBE SU HOMS IN SIRIA

Ma la comunità internazionale è divisa persino sulla formulazione verbale da usare nei confronti del governo siriano. Dopo il veto di Russia e Cina alla risoluzione Onu che condannava l'operato di Assad, Francia e Usa hanno usato termini duri. Oggi il ministro della Difesa francese si lascia andare a un commento assai poco diplomatico: i due Paesi andrebbero presi a "calci nel c...".

BOMBARDAMENTI IN SIRIA

"E' una vergogna che gli Stati rifiutino di assumersi le proprie responsabilità, perché tutti debbono guardarle in faccia", ha dichiarato Longuet, non nuovo a sfoghi poco diplomatici. "Francamente, esistono certe culture politiche che meritano un calcio in c.... Dobbiamo dare una svegliata a chi accetta il conformismo ed è inaccettabile il conformismo che chiude gli occhi davanti a un dittatore sanguinario", ha aggiunto Longuet alludendo al presidente siriano Bashar al-Assad, del quale la bozza di risoluzione avrebbe imposto la rinuncia al potere. Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, aveva già definito il duplice veto una "macchia morale" sulle Nazioni Unite.

 

L’OVVIETÀ INFELICE DI BOLLE SUI CLOCHARD ACCAMPATI AL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI:“EMBLEMA DEL DEGRADO”

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Fulvio Bufi per il "Corriere della Sera"

roberto bolle nudo

Si possono dire infinite cose interessanti con un tweet. E a volte si potrebbe anche restarsene zitti. Opzione, questa, che avrebbe potuto scegliere Roberto Bolle durante il fine settimana a Napoli, dove, tra un cinema e una cena al ristorante giapponese di un suo amico, si è trovato a passare a tarda ora davanti al Teatro San Carlo, caro all'étoile che vi si è esibito spesso negli ultimi anni.

TWITTER ROBERTO BOLLE

E irrefrenabile gli è venuta la voglia di cinguettare subito il suo sdegno perché sotto i portici del teatro ha visto persone che con coperte e cartoni cercavano - inutilmente - di ripararsi dal gelo. Persone senza casa, di quelle che passano la vita in strada e per le quali un tetto, fosse pure quello di un porticato, in certi momenti fa la differenza.

«Basito» è stata la prima parola sfuggita dalle dita a Bolle, accompagnata nel messaggio da una foto, scattata col telefonino, della scena apparsa davanti ai suoi occhi. Poi, in rapidissima successione, altri due tweet più argomentati: «I senzatetto che si accampano e dormono sotto i portici del Teatro San Carlo, gioiello di Napoli, sono un emblema del degrado di questa città», e «Scena mai vista davanti a nessun teatro. Nè in Italia né all'estero».

TWITTER ROBERTO BOLLE

Su Twitter (che ha usato tra l'altro per esprimere critiche al governo Monti e alle liquidazioni milionarie dei manager di Stato, per dire come la pensava sulla prima della Scala e anche per far conoscere i suoi progetti) Roberto Bolle ha 49.296 followers, cioè persone che ricevono i suoi messaggi, e per quanto tutti lo amino come ballerino, era inevitabile che qualcuno non apprezzasse il suo pensiero sui senzatetto sotto i portici del San Carlo.

TWITTER BOLLE

Magari l'autore non se ne è nemmeno reso conto, ma quei tweet esprimevano indignazione per la presunta sacralità violata del teatro, ma ignoravano completamente la condizione delle persone che non hanno una casa. E infatti sul marciapiede di fronte a quello del San Carlo ci sono altri portici, davanti alla Galleria Umberto, dove pure chi non ha un tetto si va a riparare, ma Bolle non ci ha fatto caso, o comunque non ci ha fatto un tweet.

Perché sarà forse per la sua immediatezza di utilizzo - messaggi di non più di 140 caratteri che si possono inviare facilmente anche dallo smartphone - ma Twitter qualche volta rischia di sembrare il social network di chi la spara più grossa senza stare lì a pensarci. «Il fisco? Ladri!», scrisse in un impeto di sincerità lo stilista Stefano Gabbana quando il suo proscioglimento in un'inchiesta per evasione fiscale fu annullato dalla Cassazione.

BARBONI FUORI DAL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI DA REPUBBLICA jpeg

E ricordate il «Napoli città di m...» di Yanina Screpante, la fidanzata di Lavezzi che dopo essere stata rapinata del Rolex corse su Twitter anziché al commissariato? E come dimenticare Letizia Moratti che, sollecitata da un follower burlone, in campagna elettorale rassicurava i suoi elettori che mai sarebbe stata costruita una moschea nel quartiere di Sucate, che però a Milano non esiste.

BARBONI FUORI DAL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI DA REPUBBLICA jpeg

Tutti messaggi rimossi appena compresa la gaffe (resistette invece il botta e risposta tra Fiorello e Sabina Guzzanti a proposito dello show «Il più grande spettacolo dopo il week end», ma quella era un'altra cosa, una polemica). E anche Bolle ha cancellato i suoi tweet sui senzatetto.

Ma la rete va veloce, e prima che lui intervenisse già lo avevano bombardato: «Balla, che è meglio», oppure «Non schifarti, dà una mano piuttosto», o ancora «Che ti credi che esiste solo la danza? Ci sono anche i poveri, sai?». Gli scrive pure il sindaco de Magistris, ma senza polemiche, solo per spiegargli gli interventi del Comune in favore dei senzatetto.

BARBONI FUORI DAL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI DA REPUBBLICA jpeg

E alla fine riecco Bolle che cerca di chiudere la vicenda. Prima con un tweet in cui dice «Mi dispiace leggere che le mie parole sono state fraintese», seguito subito da un altro: «Il mio attacco non era rivolto ai senzatetto, le persone più bisognose d'aiuto. Non è nella mia sensibilità, credo di averlo sempre dimostrato». Fino a un'ammissione: «Di certo mi sono espresso male».

roberto bolle01

 

BABY FORNERO - NON UNO, MA DUE LAVORI TUTTI VICINO, MOLTO VICINO A MAMMÀ

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Thomas Mackinson per http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/06/posto-fisso-monti-monotono-figlia-ministro-fornero/189284/

ELSA FORNERO

Il ministro del Lavoro che ha un figlia con doppio lavoro e per giunta nella stessa università torinese di mamma e papà. Silvia Deaglio, 37 anni, risulta così ricercatrice in oncologia e professore associato alla facoltà di Medicina dell'Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica, genomica e proteomica umana.

La figlia del ministro ha preso a insegnare medicina, a soli 30 anni, proprio nella stessa università in cui insegnano economia il padre Mario e la madre neoministro.

Ma anche l'altro posto fisso che affligge Silvia è sotto tiro. Dietro l'incarico presso la "Human Genetics Foundation" ci sarebbe ancora lo zampino di mamma. Solo perché la fondazione è stata creata dalla Compagnia di San Paolo di cui la Fornero era vicepresidente, dall'università di Torino in cui insegnano i genitori e dal Politecnico di Torino il cui rettore era nel consiglio direttivo della Fondazione, fino a che non è diventato ministro dell'Istruzione con il nome di Francesco Profumo.

MARIO DEAGLIO

Sarà che Torino è piccola. E che - come scrive Dagospia - la figlia del ministro è "l'incarnazione del ceto accademico-bancario della sinistra liberale sabauda" (e lei, per non smentire l'alto lignaggio, ha sposato un alto dirigente di banca, Giovanni Ronca, già responsabile dell'area Nord-ovest di Unicredit). Ma queste son chiacchiere da bar, gossip, tutto fumo.

Per diradare nebbie e dubbi bisogna scorrere tutto il curriculum senza fermarsi all'intestazione. Si scopre allora che Silvia il suo successo lo merita tutto quanto perché è una calamita di fondi pubblici e privati, un prodigio della natura nel finanziare la ricerca. Soprattutto la propria. In un Paese che investe in questo campo meno dell'1% del Pil Silvia Deaglio è riuscita a ottenere dai ministeri della Salute e della Ricerca quasi un milione di euro in due anni (500mila nel 2008, 373.400 e 69mila nel 2009).

silvia deaglio

Le briciole arrivano dalla Regione Piemonte con finanziamenti a progetti per 12mila e 6mila euro. Altrettanto frenetica l'attività di ricerca fondi per il secondo posto fisso, dove l'intervento delle "alte sfere" è palese. La Compagnia di San Paolo, quella "vicepresieduta" dalla mamma, nello stesso biennio ha finanziato a Silvia un progetto di ricerca da 120mila euro divisi in due trance da 60mila.

Nel 2010 la fondazione "Human Gentics Foundation", creatura della Compagnia stessa, ha garantito il posto da responsabile di unità di ricerca affidandole un progetto da 190mila euro. Silvia, alla fine dei conti, è una donna da un milione e mezzo di euro. A fronte di tutto questo ha pubblicato su Blood, la bibbia mondiale della ricerca sulle malattie del sangue.

 

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