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MONTI SEI TUTTI NOI! - “SI È ESAGERATO NELL'USARE LO SPREAD CONTRO BERLUSCONI”

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1 - MONTI: SI È ESAGERATO NELL'USARE SPREAD CONTRO BERLUSCONI
(TMNews) - Lo spread è importante, ma ultimamente gli viene attribuito un significato un po' eccessivo, per esempio nel giudicare il Governo Berlusconi. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti durante il video-forum con Repubblica: "Spread è un termine diventato di uso casalingo, nonché un metro per valutare i governi, a volte in modo un po' eccessivo: credo si sia esagerato ad usare lo spread nei confronti del mio predecessore e si esagera quando scende per commentare il lavoro del successore...".

Mario Monti

2 APPLICAZIONE ATTUALE DELL'ART 18 FRENA INVESTIMENTI
(TMNews) - "Per come viene applicato in Italia", l'articolo 18 sconsiglia l'arrivo "di capitali stranieri e anche di capitali italiani". "il governo non ha poteri di intervento su come la giustizia viene amministrata, possono esserci però chiarimenti e modifiche che danno nuovi paletti a chi deve amministrare la legge".

Detto questo, "io non so dire se entro fine marzo, che è la scadenza che ci siamo dati per la riforma del mercato del lavoro, sia essenziale una modifica del ruolo dell'articolo 18 o no. Trovo che non sarebbe utile precludersi da una parte o dall'altra di usare ogni tessera del mosaico".

L'invito di Monti è evitare dunque gli scontri del passato sull'articolo 18: "Per gli uni era la punta di una spada offensiva per gli altri il centro di uno scudo difensivo, quindi 'si tocca' 'non si tocca' sembrava la contrapposizione tra Oriazi e Curiazi. Il nostro scopo è passare dai simboli e miti alla realtà pragmatica, e stiamo vedendo al tavolo come si può contemperare la garanzia del rispetto di certi diritti del singolo lavoratore con forme che non scoraggino le imprese dall'assumere maggiormente. E dobbiamo anche compararci con le discipline degli altri Paesi: in passato l'Italia si caratterizzava per la perfezione di diritti in astratto, ma spesso questa purezza dei diritti si è poi tradotta in una scarsa garanzia per quelli che dovevano essere tutelati da quei diritti".

monti

3 MONTI IRONIZZA SU DOMANDA DONNA: SARÀ TERRIBILE
(TMNews) - Molte domande provenienti da uomini e così il presidente del Consiglio, Mario Monti, ospite di Repubblica tv, ironizza sul fatto che ci siano poche voci femminili. Ma, quando tocca alla domanda di una donna, scherza: "Sarà terribile".

In particolare, si trattava della lettrice Marina Mare, che ha pungolato il premier sulla poca equità degli interventi del suo governo. Una domanda che ha molto colpito Monti che si è soffermato sul nome della lettrice, ripetendolo ad alta voce prima di rispondere in un modo che è parso un po' piccato.

"Invito la signora o signorina Mare - ha detto - a cercare di guardare quello che abbiamo fatto. Forse non sarà soddisfatta ma faccio qualche esempio. Credo che la ascoltatrice sia convinta che l'Italia è un Paese con troppa evasione e che questo penalizzi l'equità e infatti nel nostro primo provvedimento a dicembre abbiamo reso più difficile fare pagamenti in contanti. Inoltre abbiamo introdotto la trasparenza per il fisco sui conti bancari e introdotto una serie di misure che facilitano la lotta contro il riciclaggio dei capitali e facilitano attività del fisco. Quindi la lotta all'evasione credo sia molto rafforzata".

MARIO MONTI

4 ITALIA RIDOTTA MALE PER COLPA DI GOVERNI BUONISTI...
(TMNews) - L'Italia è "ridotta un po' male" perché per troppo tempo i Governi che si sono succeduti hanno avuto un atteggiamento troppo "buonista".
Monti, in particolare, ha puntato il dito contro i governi degli anni '80 e primi '90. "Perché l'Italia è ridotta un po' male? Perché per decenni i governi italiani hanno avuto troppo cuore, hanno diffuso troppo buonismo sociale, soprattutto prima che arrivasse l'Europa un po' austera a renderci più attenti".

C'è stato un periodo, ha ricordato, durante il quale "l'Italia aveva un disavanzo pubblico che era dell'8-10-12% Pil. Non c'era neanche dibattito, neanche consapevolezza di questo. Perché i governi, molto politici, accoglievano le richieste delle varie parti e la somma delle spese pubbliche era molto superiore alle entrate. Anno dopo anno si creava il debito pubblico. Un debito che è andato a gravare su persone che allora non votavano o non erano ancora nate". Quelle persone, ha sottolineato Monti, "sono i givoani di oggi che non trovano lavoro".

Dunque, "va tenuto presente che più si eroga 'bontà di cuore' oggi, più si creano condizioni che graveranno come il piombo su quelli che verranno dopo. Per questo che i giovani italiani non trovano lavoro, perché si è detto di sì a tutti. Per questo un governo come il nostro ha il compito anche di spiegare che ciò che sembra sgradevole, può anche darsi che lo sia, ma ha l'intenzione di riequilibrare le cose". E Monti ha concluso ricordando che "con la fretta della nostra manovra di dicembre abbiamo pur sempre introdotto una cosa che non abbiamo chiamato patrimoniale per non urtare sensibilità, ma abbiamo di fatto introdotto un'imposta su molte componenti del patrimonio, perché pensiamo che quando c'è da risanare una situazione c'è da fare attenzione al'equità".

SILVIO BERLUSCONI MARIO MONTI

5 SE SU POSTO FISSO HO OFFESO QUALCUNO MI SPIACE
(TMNews) - Se nel dire che il posto fisso è monotono ho offeso la sensibilità di qualcuno "questo naturalmente mi è dispiaciuto", "si possono usare frasi sbagliate ma per fortuna la comunicazione continua e così mi è stato possibile chiarire cosa intendevo con quella frase".

Il premier si è soffermato sul rapporto tra l'esecutivo e i media. "La comunicazione per un governo come il nostro - osserva - è meno necessaria che per un normale governo politico perché noi non dobbiamo presentarci a elezioni, ma è più necessaria che per un governo politico, primo perché non siamo stati eletti e poi, siccome abbiamo un compito difficile che tocca molti interessi, crediamo che per fare andare meglio l'Italia bisogna cambiare la mentalità e spiegarsi è necessario".

6 CON STABILITÀ UE, TEDESCHI PIÙ APERTI A EUROBOND
(TMNews) - "Mentre divergiamo sul ruolo degli eurobond oggi, io e la cancelliera Merkel ci troviamo d'accordo che una volta perfezionato ulteriormente il meccanismo di stabilità dell'eurozona, e l'accordo di lunedì va in questa direzione, si potrà guardare più serenamente anche da parte tedesca all'introduzione dell'eurobond e a quel punto l'euro sarà ancora più rafforzato".

"L'euro è una creatura giovane, direi adolescente, ma è un giovane robusto - ha sottolineato il premier - che ha dato prova di grande forza rispetto a quello che si chiede a una moneta, cioè di non perdere potere d'acquisto, non avere un'inflazione che la tarli, essere abbastanza forte nel cambio con le altre monete. C'è stato un problema nella gestione dell'Eurozona, e ci sono varie opinioni su quanto possono essere importanti gli eurobond per irrobustire ulteriormente l'euro. Io sono tra quelli, come Tremonti, che considerano che possano avere una parte importante. I tedeschi pensano che non siano importanti e possano essere al limite nocivi perchè deresponsabilizerebbero i singoli Paesi". Posizione che cambierà, è l'opinione di Monti, quando i meccanismi di stabilità saranno rafforzati.

MERKEL

7 TOBIN TAX? CREDO QUESTA SIA LA VOLTA BUONA PER FARLA
(TMNews) - La tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax, è "come il mostro di Lochness, un'espressione autenticata dallo stesso suo inventore, Tobin, per dire che entra e poi esce nel dibattito: questa ho l'impressione possa essere la volta buona perché la dimensione delle transazioni finanziare è stata così importante, così ingente, da far avvertire da più parti la necessità di disciplinare le transazioni e chiamare il sistema finanziario, che oltre ha tanto bene ha fatto anche tanti guai, a contribuire al risanamento".

 


MOLTE DELLE VITTIME DEL NAUFRAGIO DELLA “CONCORDIA” AVREBBERO DOVUTO AVERE LA PRECEDENZA SULLE SCIALUPPE

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Vincenzo Pricolo per "il Giornale"

Nave costa concordia

Qualcosa, o molto, deve aver funzionato male sulla Costa Concordia nella gestione dell'abbandono nave. Nelle sei drammatiche ore vissute da passeggeri e componenti dell'equipaggio fra le 22.58 di venerdì 13 gennaio, quando è stato dato l'ordine di lasciare l'imbarcazione, e le 4.46 di sabato, quando la Guardia di finanza ha comunicato che a bordo c'erano ormai soltanto i soccorritori.

I PRIMI SOCCORSI ALLA CONCORDIA PH MODESTI DA REPUBBLICA jpeg

Pur con tutte le cautele, restano i dati nudi e crudi del bilancio definitivo del naufragio. Fra le 17 persone decedute ci sono sei donne, un ultraottantenne e almeno un ultrasettantenne; e fra le 15 i cui cadaveri non sono stati ritrovati ci sono otto donne e una bambina di cinque anni.

Quattro in totale, fra morti e dispersi, i membri dell'equipaggio, considerando come tali anche Giuseppe Girolamo e Sandor Feher, entrambi imbarcati come orchestrali, e Erika Soria Molina, barista. Oltre la metà delle vittime, dunque, avrebbe dovuto avere la precedenza sulle scialuppe d'emergenza, secondo l'elementare principio di umanità che vuole in salvo «prima le donne e i bambini», con la logica postilla su anziani e disabili. E con l'altrettanto logico corollario sui doveri dell'equipaggio.

I PRIMI SOCCORSI ALLA CONCORDIA PH MODESTI DA REPUBBLICA jpeg

Che quella regola non scritta fosse stata violata più volte durante il naufragio del Giglio l'avevano già detto, nelle interviste apparse sui media di tutto il mondo, molti sopravvissuti, anche quelli che non si erano posti il problema di sapere se il comandante Francesco Schettino avesse lasciato la nave per primo, secondo, ultimo o penultimo.

E la violazione di quel principio l'hanno voluta mettere nero su bianco sette anziani passeggeri bolognesi del Concordia, che hanno presentato una querela nella quale due di loro denunciano di essere stati respinti con la forza per tre volte dal personale che sovrintendeva all'imbarco sulle scialuppe per far posto ai colleghi.

SCHETTINO COSTA CONCORDIA

«Passavano avanti tutti quelli che avevano una divisa - spiega Michelina Suriano, l'avvocato del gruppo che ha voluto denunciare le inefficenze nei soccorsi a bordo - e hanno spinto indietro anziani come i miei clienti ma anche donne e bambini». Si sarebbero comportati in quel modo alcuni componenti dell'equipaggio di origine asiatica di tutti i livelli, dai camerieri ai marinai fino agli ufficiali.

DE FALCO

Tutta gente che sicuramente non cambierà la suoneria del cellulare con il «vada a bordo, cazzo» di De Falco a Schettino, ora disponibile in varie applicazioni per smartphone.

 

BERLUSCONI AL FINANCIAL TIMES: NON MI RICANDIDO PREMIER. CI SARANNO LE PRIMARIE; SU RUBY E MILLS "SERENO"

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(TMNews) - Silvio Berlusconi, ha detto al Financial Times, nella sua prima intervista dopo le dimissioni da palazzo Chigi in novembre. Conversando con i corrispondenti del quotidiano londinese nella residenza romana di palazzo Grazioli, il Cavaliere ha accettato di affrontare una serie di temi che spaziano dal "bunga bunga" ai giudici "di sinistra", fino alla sua ferma convinzione della necessità per l'Italia di sostenere profonde riforme politiche e giudiziarie.

RUBY milestone SILVIO BERLUSCONI

L'ex premier ha anche espresso il massimo sostegno dimostrato finora al governo tecnico di Mario Monti, soprattutto per quanto riguarda il progetto di riforma del lavoro.

"La speranza è che questo governo, sostenuto per la prima volta dall'intero Parlamento, avrà l'opportunità di proporre grandi riforme strutturali, a partire dall'architettura istituzionale dello Stato, senza le quali non possiamo pensare di avere un paese moderno e davvero libero e democratico" ha dichiarato Berlusconi, come anticipa il quotidiano londinese nell'edizione online.

Nell'intervista concessa al quotidiano della City, che in passato non gli ha mai lesinato dure critiche, Berlusconi ha spiegato di essersi dimesso a causa "dell'ossessiva campagna dei media nazionali e stranieri che accusavano la sua persona e il governo per i livelli raggiunti dallo spread e per la crisi dei mercati".

NICOLAS SARKOZYmonti

"Dopo aver esaminato le cause della crisi, che non risiedevano in Italia ma nell'Europa e nell'euro, ho ritenuto che se fossi rimasto al governo avrei danneggiato il paese perché avremmo assistito ad altre terribili campagne mediatiche" ha proseguito l'ex presidente del Consiglio. "Con senso di responsabilità - ha constatato Berlusconi - nonostante avessi la maggioranza in entrambe le camere del parlamento, mi sono quindi fatto da parte, e con una certa eleganza".

Un Berlusconi descritto dai giornalisti britannici come particolarmente 'vivace' ha sottolineato di sentirsi "ancora giovane" a 75 anni, arrivando a mostrare un graffio che ha detto di essersi fatto in una recente partita di hockey sul ghiaccio con l'amico Vladimir Putin. Poi, sempre stando alle anticipazioni di Ft.com, ha ammesso di essere troppo vecchio per ricandidarsi al ruolo di premier nelle elezioni previste per la primavera del 2013.

ANGELA MERKEL

Berlusconi ha quindi confermato il suo endorsement per l'ex ministro della Giustizia Angelino Alfano, descrivendolo come il suo delfino. Ma ha chiarito una volta per tutte che si faranno le primarie per scegliere il candidato premier del Pdl. Lui, ha ribadito, resterà il "padre nobile" del partito e in quanto tale potrebbe scegliere di candidarsi in parlamento, soprattutto in virtù dei sondaggi che gli attribuiscono - a suo dire - una maggiore popolarità di quanta non ne possano vantare Nicolas Sarkozy in Francia o Angela Merkel in Germania.

David Mills

"Ho ancora un fortissimo sostegno popolare, quasi il doppio dei miei colleghi Merkel e Sarkozy" ha affermato, "nei sondaggi d'opinione, il mio indice di popolarità personale è del 36%. Se cammino per strada, il traffico va in tilt. Sono un pericolo pubblico e non posso nemmeno andare a fare shopping!" ha ironizzato l'ex premier. Non risparmiandosi un attacco alla stampa estera, in particolare per aver danneggiato la sua reputazione all'estero dopo gli scandali sulla sua vita privata, Berlusconi si è detto "sereno" sui procedimenti giudiziari per i casi Mills e Ruby.

 

SALI A BORDO, GIGGINO! INCOMBE SU NAPOLI LA MINACCIA DELLA COPPA AMERICA

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Carlo Tarallo per Dagospia

PINA PICIERNO

1 - Alla fine anche la Sovrintendenza ha dato l'ok, e l'incubo è servito: dal prossimo 18 marzo al 30 aprile Napoli sarà spezzata in due dalla "Coppetta America", sessione di regate preparatorie alla competizione velica più famosa del mondo. Via Caracciolo chiusa, viale Dohrn chiuso, Riviera di Chiaia a doppio senso di marcia, cantieri ristretti: il caos incombe, ma Luigi De Magistris va avanti per la sua strada e trascina nella scommessa più pericolosa della sua esperienza di sindaco la Regione Campania, il cui presidente Stefano Caldoro non riesce proprio a dire no all' "amico Giggino".

LUIGI MEROLLA

E allora, via libera alla chiusura della strada più importante della città e all'incredibile soluzione trovata per garantire agli organizzatori le condizioni ideali per svolgere le regate, in programma dal 7 al 15 aprile: allungare temporaneamente la scogliera davanti al lungomare.

Due "baffi" per un totale di 170 metri di lunghezza da posizionare in tempi brevissimi, da rimuovere subito dopo la fine della competizione, per poi riposizionarli (e rimuoverli di nuovo) nel 2013, quando la Coppa tornerà sotto ‘o Vesuvio. Tra i 5 e i 6 milioni di euro di fondi europei verranno così spesi per collocare e togliere per due volte in dodici mesi qualcosa come 50.000 tonnellate di giganteschi massi, destinati a prolungare la scogliera; ci vorranno 5.000 tir solo per trasportarli, uno scenario semplicemente allucinante per una città che ha nel caos traffico una delle piaghe più difficili da affrontare.

PROGRAMMA INFERNO (DA-_IL-ROMA_)

Ma Giggino è contento così, e insieme a lui si preparano a "festeggiare" l'evento Stefano Caldoro e il presidente degli industriali napoletani Paolo Graziano, che per primo ha avuto l'idea di portare a Napoli queste regate e che ha stabilito il contatto con gli organizzatori americani, ai quali pure andranno sborsati diversi milioncini.

E gli ambientalisti? Zitti tutti: se fino allo scorso anno sarebbe bastato ipotizzare una ritinteggiatura dei parapetti di Via Caracciolo per scatenare le ire e le proteste delle varie associazioni, al narcisindaco tutto è permesso. Timidamente, Legambiente ha sollevato qualche perplessità; nulla di che preoccuparsi per Giggino ‘a Manetta, che prosegue come uno schiacciasassi nell'operazione di annessione di tutto il centrosinistra napoletano.

de magistris con la bandana

"L'operazione - spiffera un ambientalista parte-nopeo e parte-incazzato - è rischiosissima e ad altissimo impatto ambientale. Un intervento così invasivo sul lungomare più protetto del mondo non si era mai visto. E pensare che l'assessore all'Urbanistica che ha dato il via libera, Luigi De Falco, proviene da Italia Nostra, associazione che si batte per la salvaguardia dei paesaggi...".

2 - Occupychi? In programma questa sera a Scampia la manifestazione "Occupyscampia", partita su twitter e rimbalzata sui giornali, con protagonista assoluta la deputata Pd Pina Picierno (chi?), la prima a indignarsi leggendo la notizia di un presunto e poi smentito coprifuoco imposto dalla camorra? Coprifuoco?

GRUPPO FACEBOOK DI OCCUPYSCAMPIA

Facce ride: il questore di Napoli Luigi Merolla, in una intervista all'Avanti! on line, dice pubblicamente quello che in questi ultimi due giorni diversi esponenti delle forze dell'ordine hanno sussurrato a Dago: "Ma quale coprifuoco. Sono quartieri dormitorio - spiega Merolla - dove la gente si ritira la sera dopo il lavoro e non va certo in giro per fare una passeggiata.

Perché tutto questo clamore? A me sembra più un'iniziativa partita dall'alto che non dagli stessi abitanti di Scampia o Melito. Un'operazione mediatica. Dai risconti effettuati dalla Polizia, Carabinieri e municipalità locali non risulta alcun coprifuoco. Proprio ieri sera - conclude Merolla - insieme al Prefetto di Napoli ho fatto un giro della zona chiedendo agli abitanti e commercianti conferma del coprifuoco. Ci è stata data una secca smentita".

americascup 001

E allora, mentre arrivano le prime defezioni causa maltempo, mentre le associazioni gridano alla "solita sceneggiata alla ricerca di un po' di visibilità sui tg", chi ci sarà stasera a Scampia? I soliti politici: fioccano le adesioni di deputati e consiglieri, tra l'altro scazzatissimi per dover partecipare per forza (non si può lasciare la ribalta alla Picierno) a una manifestazione controversa organizzata nella giornata più gelida dell'anno, e scarseggiano quelle degli abitanti del quartiere. Occupy-tg?

 

PAOLO BORSELLINO SAPEVA DELL'ATTENTATO CHE COSA NOSTRA STAVA PREPARANDO PER ELIMINARLO

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Da "Corriere.it"

paolo borsellino lap

Paolo Borsellino sapeva che stavano preparando un attentato contro di lui ma scelse il sacrificio. A sostenerlo è il l colonnello Umberto Sinico, che ha deposto come teste della difesa al processo Mori. L'ufficiale ha raccontato che alla fine di giugno del '92 i carabinieri informarono il magistrato di avere appreso da un confidente che nell'ambiente carcerario «era voce ricorrente che fosse in fase avanzata un attentato» a Borsellino, poi ucciso il 19 luglio dello stesso '92 in via D'Amelio, a Palermo.

LA STRAGE DI VIA D AMELIO IN CUI MORI BORSELLINO

«Lo so, lo so: devo lasciare qualche spiraglio, altrimenti se la prendono con la mia famiglia», avrebbe risposto Borsellino, votandosi dunque consapevolmente al sacrificio. Lo «spiraglio» alla sua sicurezza avrebbe permesso al magistrato di mettere al riparo la sua famiglia da eventuali ritorsioni.

CHI ERA L'INFORMATORE
L'informatore, ha detto Sinico, rispondendo alle domande dell'avvocato Basilio Milio, era Girolamo D'Anna, di Terrasini, «in confidenza» con il maresciallo che comandava la stazione del paese a 40 chilometri da Palermo, Antonino Lombardo, poi morto suicida nel marzo del '95.

MARIO MORI

«A sentire D'Anna, nel carcere di Fossombrone, andammo io - ha raccontato il colonnello Sinico - Lombardo e il comandante della compagnia di Carini, Giovanni Baudo, ma Lombardo fu il solo a parlare con D'Anna, che disse dell'esplosivo e dell'idea di attentato. Subito ripartimmo e andammo dal procuratore a riferirglielo e lui ci rispose in quel modo, di saperlo e di dover lasciare qualche spiraglio. "Procuratore - risposi io - allora cambiamo mestiere"». Secondo Sinico Girolamo D'Anna era un uomo d'onore «posato», cioè estromesso, perché vicino a Gaetano Badalamenti: «Era persona di grande carisma, veniva interpellato dai vertici della sua parte criminale».

1 badalamenti tano

IL MAGISTRATO E L'ANTICRIMINE
Le affermazioni di Sinico escludono del tutto sia che vi fossero contrasti tra Borsellino e la sezione Anticrimine dei carabinieri di Palermo e sia le tesi secondo cui al magistrato fu nascosto dai carabinieri che fosse arrivato l'esplosivo per compiere l'attentato ai suoi danni.

 

INTERCETTAMIAMOCI - BERSANI, DOPO ESSERSI STRACCIATO LE VESTI PER LA LEGGE BAVAGLIO DI ALFANO, ADESSO CAMBIA IDEA

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Marco Travaglio per "l'Espresso"

MARCO TRAVAGLIO

Davvero commoventi i maneggi del "Messaggero", edito da Francesco Gaetano Caltagirone, per maritare Pdl, Pd e Udc sull'altare dell'ennesima "riforma della giustizia". Quasi un'intervista al giorno: prima Casini (genero di Caltagirone), poi Alfano, Violante, Bersani e infine la ministra della Giustizia Paola Severino (ex avvocato di Caltagirone). Denominatore comune: le solite intercettazioni. Il fatto che Caltagirone, proprio grazie alle intercettazioni dell'estate 2005 sulla scalata Unipol-Bnl appoggiata da lui e dal vertice Ds, sia stato condannato in primo grado insieme a Giovanni Consorte, è puramente casuale.

BERSANI

L'intervista più stupefacente è quella di Bersani, che solo un anno fa era sulle barricate contro la "legge bavaglio" di Alfano, e oggi cinguetta a distanza con Alfano sulle intercettazioni perché "c'è una situazione nuova: il voto comune in Parlamento sulla mozione sulla giustizia". Come se in Parlamento il gruppo maggioritario non fosse sempre il Pdl. Domanda: "Lei è disposto a disciplinare le intercettazioni?".

Risposta di Bersani: "Certo. Facciamo una cosa civile, senza pregiudizi, che non strozzi l'informazione, che metta a monte la liceità di quel che può essere pubblicato salvaguardando il diritto alla privacy, impedendo il coinvolgimento di persone che non c'entrano con le indagini". Esempio: la telefonata fra il capitano De Falco e il comandante Schettino nella notte del naufragio. Il primo non è indagato, il secondo sì: che si fa, si pubblicano solo le frasi di Schettino e quelle di De Falco no?

paola severino

Si dirà: ma De Falco fa una splendida figura. Appunto: se uno si comporta bene, non ha nulla da temere dalla pubblicazione delle sue parole. E la privacy è già tutelata dalla rigorosissima legge del 1996: già oggi chi la viola (pubblicando notizie private prive di interesse pubblico) è punito dal Codice penale. Bersani cita fantomatici "paesi più avanzati" in cui "un uso così vasto delle intercettazioni non sarebbe possibile".

Quali paesi? Gli Usa o la Gran Bretagna, che intercettano molto più che in Italia, per giunta a opera di servizi segreti, polizie ed enti pubblici, senza il controllo della magistratura che in Italia è obbligatorio? Lo sa Bersani che nel 2007 il Parlamento dispose un'indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni e concluse col voto di tutti i partiti, compreso il suo, che "le garanzie assicurate dal nostro sistema legale al cittadino non hanno l'eguale presso alcun'altra democrazia occidentale"?

ANGELINO ALFANO E PIERLUIGI BERSANI

Il segretario promette anche "norme che riducano drasticamente la corruzione". Proposito lodevole, per un leader che fino a un anno fa aveva come capo della sua segreteria Filippo Penati. Ma quelle norme sono già scritte nella convenzione anticorruzione del Consiglio d'Europa siglata a Strasburgo da tutti gli Stati membri nel 1999, sotto il governo D'Alema: purtroppo né quel governo (Bersani era ministro dei Trasporti), né quello di Amato (Bersani ancora ai Trasporti), né il Prodi-2 (Bersani allo Sviluppo economico), né naturalmente quelli di Berlusconi ratificarono il trattato.

"Per 15 anni", tuona Bersani, "sui giornali abbiamo mangiato pane e giustizia e poi alla resa dei conti è il settore dove meno ci sono state riforme. Basta... È intollerabile che in 20 anni l'arretrato della giustizia penale si sia raddoppiato e non si sia messa mano alla giustizia". Ma l'arretrato aumenta proprio perché di "riforme" se ne son fatte troppe (oltre 100 dal '94 a oggi): solo che erano sbagliate. Quelle ad Berlusconem sono note.

Ma il centrosinistra, nei 9 anni (su 18) in cui ha governato, ha depenalizzato di fatto l'abuso d'ufficio e i reati fiscali; ha rallentato vieppiù i tempi dei processi, con l'incompatibilità fra gip e gup (così i carichi di lavoro sono raddoppiati) e con un quarto grado di giudizio tra le indagini e l'udienza preliminare (il "deposito degli atti"); e, dulcis in fundo, ha varato l'ordinamento giudiziario Mastella, che ha svuotato le Procure del Sud, ha annientato i pool antimafia e ora sta smembrando pure quelli specializzati in reati finanziari e sicurezza sul lavoro. Ce n'è abbastanza per tremare, alla promessa di una nuova "riforma della giustizia". Anzi, alla minaccia.

 

FARNEFICINA - GUERRA FREDDA AL MINISTERO DEGLI ESTERI TRA IL MINISTRO TERZI E IL SEGRETARIO GENERALE MASSOLO

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Andrea Garibaldi per "Corriere della Sera"

Giulio Terzi di Sant Agata

Non c'è alcun dubbio che il ministro e il segretario generale siano i due uomini più importanti e potenti della Farnesina, sede del ministero degli Esteri. Tutti coloro che ben conoscono la vita dei nove piani del palazzo costruito nel ventennio fascista sanno che il rapporto fra chi esercita i due ruoli è sovente pieno di spine. Nel momento presente, però, è più aspro che mai, e rischia di diventare tempestoso.

Ministro è Giulio Maria Terzi di Sant'Agata. Segretario generale, Giampiero Massolo. Due diplomatici prestigiosi e stimati. Eleganti, finemente educati. Il ministro dal carattere più duro, il segretario generale più affabile. Le loro strade si sono spesso incrociate, senza incontrarsi davvero mai, nel senso della collaborazione piena e produttiva.

Terzi, che ha giurato da ministro il 16 novembre scorso, ha appena avviato una vigorosa ristrutturazione del suo staff e uno dei motivi di fondo starebbe nell'esigenza di «depotenziare» Massolo. Terzi sta ricostruendo a Roma la sua squadra da ambasciatore a Washington. Innanzitutto, ha nominato Gian Lorenzo Cornado suo capo di gabinetto. Cornado era il suo numero due a Washington ed è anche il trait d'union del nuovo ministro con il Pdl, visto che è stato consigliere diplomatico di Angelino Alfano alla Giustizia.

MASSOLO

D'ora in poi sarà Cornado con i suoi collaboratori a redarre i documenti preparatori di ogni giornata del ministro, un compito che normalmente viene svolto dalla segreteria generale, vale a dire dall'ufficio di Massolo. La segreteria generale, ogni mattina, scrive i background sugli incontri previsti e sulle crisi in atto e li trasmette al gabinetto del ministro, che mette in dettaglio l'agenda quotidiana. Un compito che diventerà una formalità, per lasciare la sostanza agli uomini più fidati.

Gianfranco Fini

Come nuovo portavoce, al posto di Maurizio Massari, arriva Giuseppe Manzo, che già svolgeva questo ruolo per Terzi nella capitale degli Stati Uniti. E il nuovo ghost writer del ministro, l'estensore dei discorsi, dovrebbe diventare Cristiano Moggipinto, già primo consigliere a Washington. Capo della segreteria, Placido Vigo, l'ex ambasciatore a Panama, che si trovò ad accogliere Berlusconi, accompagnato dal faccendiere Lavitola, nel viaggio di fine giugno 2010. Nuovo perfino il fotografo ufficiale: Enrico Para, che proviene dalla Camera, dove l'aveva portato Fini, considerato punto di riferimento politico di Terzi.

Alla base del rapporto fra Terzi e Massolo ci sono ambizioni parallele. Il segretario generale Massolo, durante i giorni della rapida e concitata formazione del governo Monti, era candidato ministro. La terna sottoposta al Quirinale avrebbe compreso anche gli ambasciatori Aragona e Castellaneta, ma Massolo, come «tecnico», conoscitore di ogni segreto del ministero, autore della riforma amministrativa in vigore da un anno, sembrava il più accreditato. Secondo la ricostruzione che fece Il Foglio il Pd aveva bruciato Gianni Letta e lasciato al Pdl la scelta del ministro degli Esteri, ma il Pdl lasciò gli Esteri al Terzo polo, in cambio del via libera sulla Giustizia: così uscì vincente Terzi, vicino a Fini.

francesco cossiga

Di consueto, il ministro è di provenienza politica, occupa la sua poltrona per qualche anno e va via, mentre il segretario generale tiene in mano tutto il funzionamento del palazzo di piazzale della Farnesina, civico 1. Adesso non è così. Stavolta il ministro è dentro le cose del palazzo, non è tenuto né costretto a fidarsi delle indicazioni e dei dossier del segretario generale. Non si può dire che Terzi e Massolo non si parlino, ma il clima è teso, dietro il velo dell'alta diplomazia.

MARIO VATTANI CONSOLE OSAKA

In ambienti meno paludati si chiamerebbero «cordate», qui possiamo dire che Terzi e Massolo provengono da reti di relazioni diverse. Terzi è uno dei cosiddetti «Fulci boys», nel senso di collaboratore stretto di Francesco Paolo Fulci, storico Rappresentante permanente per l'Italia presso le Nazioni Unite, a New York. Quello era un gruppo di diplomatici abili, autorevoli, autoritari. Terzi andò poi a occupare il posto di Fulci all'Onu. Massolo è un grand commis dello Stato, che si muove con sicurezza e capacità, in particolare nelle stanze romane, fra Palazzo Chigi e Farnesina.

Terzi è nato a Bergamo, 65 anni fa. Prima di Washington, è stato ambasciatore in Israele, tra il 2002 e il 2004. A Gerusalemme accompagnò Fini nel suo viaggio «purificatore». Tutti ricordano le frasi dell'attuale presidente della Camera sul fascismo «parte del male assoluto» e sulle «infami» leggi razziali. Massolo, nato a Varsavia 57 anni fa, ha lavorato con Andreotti, Dini, Amato. Capo della segreteria particolare di Berlusconi nel '94, quando questi fu premier per la prima volta.

Capo di gabinetto con Fini, ministro degli Esteri e ancora saldo alleato di Berlusconi (2004-2006). Nel 2007 Massimo D'Alema lo nomina segretario generale della Farnesina. Al G8 dell'Aquila (2009) è «sherpa» (battistrada ed estensore di documenti) del governo Berlusconi. Forte è il suo rapporto con Gianni Letta. Viene fuori un'immagine bipartisan: una volta Francesco Cossiga, irritato perché non aveva dato una mano a un suo candidato per una promozione, definì Massolo «fasciocomunista».

Andreotti

L'incidente fra Massolo e Terzi è avvenuto due mesi dopo l'insediamento del nuovo ministro, il 15 gennaio. Sull'Unità esce un'intervista di Terzi, nella quale si parla, fra l'altro, del caso Vattani: Mario Vattani, figlio dell'ex potentissimo segretario generale degli Esteri, Umberto Vattani, viene filmato sul palco di un concerto «nazirock». Lo stesso giorno, sul Corriere della Sera, esce un lungo articolo di Massolo: «Fare sistema nel mondo globale. Le nuove sfide della politica estera».

Lamberto Dini

Articolo che esamina a larghissimo raggio il ruolo dell'Italia del mondo, con un piglio da ministro degli Esteri, pur citando, con rispetto, le «dichiarazioni programmatiche» di Monti e di Terzi. I due articoli finiscono appaiati in tutte le rassegne stampa. Alla Farnesina raccontano che Terzi non sapesse nulla del pezzo di Massolo e non la prese come una bella sorpresa. Anche per questo avrebbe proceduto alla sostituzione del capo ufficio stampa ereditato da Frattini, Maurizio Massari, nominato «inviato speciale del ministro per i Paesi del Mediterraneo e le primavere arabe».

Abbiamo citato Umberto Vattani. Di sicuro Terzi è un suo antico collaboratore e amico, mentre Massolo faceva parte di quella generazione favorevole a non prorogare il pensionamento dei diplomatici. Alla fascia d'età di Vattani conveniva il contrario. Massolo e Terzi si sono sfiorati in occasione di un caso dell'estate 2010. Sullo sfondo, la terribile disfida fra Berlusconi e Fini.

GIULIANO AMATO

Ci fu il tentativo, da parte del ministero degli Esteri, su richiesta della segreteria generale, di nominare console onorario a Saint Martin Francesco Corallo, figlio di un boss catanese. Corallo, imprenditore delle slot machine, aveva come rappresentante italiano Amedeo Laboccetta, deputato Pdl, ex missino, ex finiano, ora berlusconiano di ferro. Il console generale a Miami si oppose fieramente, e il suo «superiore» era l'ambasciatore a Washington, Giulio Terzi di Sant'Agata. Fra i marmi della Farnesina, ci si chiede se prima o dopo Terzi promuoverà Massolo per nominare un segretario generale più solidale. La prassi, tuttavia, non prevede che il ministro rimuova il segretario generale.

 

FARNESINA REPLICA A CORSERA, ILLAZIONI GRATUITE E FANTASIOSE
(ANSA) - "L'unica 'battaglia' che si conduce alla Farnesina e nelle sedi all'estero è quella per difendere e promuovere l'interesse e gli interessi dell'Italia nel mondo". Tutto il resto, "sono voci e illazioni gratuite e fantasiose". Così il portavoce del ministero degli Esteri risponde, in una nota, all'articolo pubblicato dal Corriere della Sera, dal titolo "La battaglia all'ombra della Farnesina che oppone ministro e segretario".

 

I DATI SUL LAVORO USA ECCITANO LE BORSE E OBAMA - MILANO +1% - MPS PAGA LA MINACCIA DI DOWNGRADE DI MOODY’S

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MOODY'S

1 - BORSA: IL LAVORO USA FA VOLARE I LISTINI, A MILANO (+1%) BANCHE SUPER...
Radiocor - I dati Usa oltre le attese, in particolare la disoccupazione, calata all'8,3% in gennaio, mettono le ali alle Borse che chiudono la settimana con l'ennesimo rialzo. Parigi e Francoforte guadagnano rispettivamente l'1,4% e l'1,6% mentre a Milano l'Ftse Mib, spinto dai finanziari, avanza dell'1%. Vola Bpm (+9,4%) che dal 9 gennaio ha raddoppiato la propria capitalizzazione, bene anche Atlantia (+5,5%) e il Banco Popolare (+5,2%). Strappano al rialzo anche Fonsai (+14%) e Unipol (+19%) in attesa dei concambi della fusione legata al riassetto della galassia Ligresti. Realizzi su Fiat (-3,6%) e Mps (-3,5%) che paga la minaccia di downgrade di Moody's.

2 - BORSA, SPREAD BTP-BUND SU LIVELLI CHIUSURA IERI A 375 PUNTI
(LaPresse) - Stabile rispetto alla chiusura di ieri a 375 punti base lo spread tra Btp e Bund a 10 anni. Il differenziale è salito nel primo pomeriggio vicino a quota 390 per poi tornare di nuovo in discesa. Il rendimento del Bpt decennale sul mercato secondario è al 5,68%.

Barak Obama

3 - USA: OBAMA, ECONOMIA ACQUISTA VELOCITA', NOTIZIE POSITIVE LAVORO...
Radiocor - L'economia americana 'sta acquistando velocita'' e il rapporto sull'occupazione di gennaio, nettamente migliore delle previsioni, 'e' un a buona notizia'. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama, parlando da una caserma dei pompieri ad Arlington, in Virginia, dove presenta un piano a favore dei veterani di guerra.

Nonostante i numeri positivi, 'ci sono ancora troppi americani che cercano un lavoro o un lavoro meglio pagato', ha detto Obama, sottolineando che 'non si puo' tornare alle politiche che hanno portato alla recessione e non si puo' lasciare che Washington intralci la via per al ripresa'. Il presidente ha fatto riferimento all'estensione dei tagli fiscali, che deve essere approvata dal Congresso 'senza collegarla a questioni ideologiche'.

4 - GRECIA: PER COMMISSIONE UE ACCORDO SU DEBITO E' VICINO...
Radiocor - Per la Commissione europea l'accordo fra settore privato e governo greco sul riscadenziamento del debito 'e' vicino'. Lo ha indicato il portavoce del commissario Ue Olli Rehn il quale ha detto che l'opinione del commissario Rehn non e' in contraddizione con la valutazione del presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Junker che ieri aveva dichiarato: 'Il negoziato e' molto difficile'.

Giuseppe Mussari ADS

5 - PAPADEMOS IN BILICO SENZA ACCORDO PARTITI SU NUOVI AIUTI...
(TMNews) - Il premier della Grecia, il tecnico Lucas Papademos potrebbe dimettersi se i leader dei vari partiti politici che sostengono il suo governo di salvezza nazionale non dovessero mettersi d'accordo sulle condizioni necessarie ad ottenere un nuovo piano di aiuti esterni. Lo ha riferito l'emittente Skai TV senza citare fonti specifiche, secondo quanto riporta Bloomberg.

6 - INFLAZIONE: ISTAT STIMA +0,3% A GENNAIO, +3,2% TENDENZIALE
Radiocor - Roma, 03 feb - A gennaio, l'indice Nic con tabacchi (a 104,4) segna un aumento dei prezzi dello 0,3% congiunturale e del 3,2% tendenziale. Lo stima l'Istat; i da ti definitivi verranno diffusi il 22 febbraio. L'inflazione di fondo, al netto di alimentari freschi ed energetici, e' ferma al 2,4%; al netto dei soli energetici scende al 2,2%.

BOMBASSEI

7 - LUNEDÌ A PARIGI BILATERALE ANNUALE FRANCIA-GERMANIA
(TMNews) - Lunedì a Parigi il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera della Germania Angela Merkel presiederanno il 14esimo consiglio dei ministri franco-tedesco, tradizionale vertice bilaterale tra le due maggiori economie dell'area euro che stavolta sarà ampiamente dedicato alla crisi sui debiti pubblici. Lo ha riferito l'Eliseo precisando che i lavori inizieranno alle 11 e 30 con un colloquio tra i due leader a cui parteciperà il primo ministro francese Francois Fillon. In parallelo si svolgerà una riunione tra nove ministri francesi e otto tedeschi, mentre alle 12 e 15 è prevista una conferenza stampa congiunta di Sarkozy e Merkel.

8 - GAS: UE, CONFERMA CALO FORNITURE RUSSE, MA NON C'E' EMERGENZA
Radiocor - La Commissione europea ha confermato che ieri c'e' stata una diminuzione delle forniture di gas russo in diversi paesi ma che la situazion e 'non e' di emergenza'. Lo ha indicato la portavoce del commissario all'Energia Guenther Oettinger. In Italia nella giornata di ieri c'e' stato un calo delle forniture pari al 24%, per l'Austria del 30% e per la Polonia dell'8%. Complessivamente ci sono stati problemi nelle forniture in Polonia, Slovenia, Austria, Ungheria, Bulgaria, Romania e Grecia, ha indicato la commissione. 'Nei diversi paesi - ha indicato la portavoce - e' stato fatto fronte al calo delle forniture senza alcun problema'.

9 - TRONCHETTI: LA CIGS? E' COME TENERE IN VITA UN MORTO
(TMNews) - La cassa integrazione straordinaria? E' come tenere in vita un morto. E' quanto ha affermato il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, a margine della presentazione dello spettacolo teatrale 'Settimo, la fabbrica e il lavoro' al Teatro Piccolo di Milano.
Tronchetti ha poi aggiunto: "Dobbiamo insieme renderla aggiornata alle esigenze di oggi senza togliere sostegno ma creando atmosfera di fiducia".

GIORGIO SQUINZI

10 - CONFINDUSTRIA/ BOMBASSEI, SQUINZI E RIELLO A CONFRONTO MARTEDÌ
(TMNews) - Entra nel vivo la sfida per la successione ad Emma Marcegaglia alla guida di Confindustria. La prossima settimana i candidati in corsa, Alberto Bombassei, patron della Brembo, Giorgio Squinzi, numero uno della Mapei, e Andrea Riello, presidente del Gruppo Riello Sistemi, si confronteranno per la prima volta. Il primo appuntamento è martedì prossimo, all'hotel Villa Braida di Mogliano Veneto: tutti e tre i candidati incontreranno, rigorosamente a porte chiuse, la base imprenditoriale del Nord Est. Giovedì 9, invece, ci sarà un faccia a faccia tra Bombassei e Squinzi in Assolombarda.

11 - QUEL DELISTING (SMENTITO) DI PARMALAT
Nicola Borzi per "Il Sole 24 Ore"- La Sfinge di Collecchio resta muta di fronte alle domande del mercato, che s'interroga sul futuro di Parmalat e su un possibile ridisegno societario della quotata passata in mani francesi. La fantasia così galoppa e prende il sopravvento: tra gli analisti c'è persino chi si spinge a immaginare possibile, anzi dietro l'angolo, un delisting della società alimentare da Piazza Affari.

grecia - Papademos

Un portavoce di Lactalis preferisce non commentare queste valutazioni e si limita a smentire ufficialmente le ipotesi affermando che "un delisting non é all'ordine del giorno". Ma le smentite non convincono: il titolo Parmalat ieri ha chiuso con un rialzo 7,49%, dopo aver superato in corso di seduta una crescita superiore al 10%. Durante la giornata il warrant ha fatto segnare fiammate arrivate anche al più 26%. Da fine 2011 il rialzo dell'azione è del 21,65%, dal 30 gennaio di poco meno del 12 per cento.

I voli pindarici degli analisti non saranno magari giustificati, ma gli interrogativi sì: «Chiedere è lecito, rispondere è cortesia», spiega un vecchio adagio. Tra le società quotate, sebbene non esista alcun obbligo in merito, la best practice prevede che normalmente, dopo trimestrali e semestrali, si tenga una conference call con gli analisti per analizzare l'andamento dei conti e le prospettive, industriali e finanziarie, della scietà. In base a quelle conference call i tecnici che coprono il titolo danno le loro interpetazioni al mercato.

Per Parmalat l'ultima conference call risale a marzo 2011, ancora in epoca Bondi. Con la gestione dei francesi di Lactalis è cambiato tutto: le presentazioni sono scomparse e la comunicazione si è diradata. Si tratta di un caso più unico che raro, tra le società quotate del Footsie Mib. Una mancanza di visibilità che finisce per coinvolgere, pur se marginalmente, anche la leggibilità del paniere dei principali titoli di Piazza Affari e dunque dell'intero mercato.

«Sarebbe bene che Parmalat tornasse a un livello di trasparenza e comunicazione adeguato alle necessità degli investitori e del mercato», spiega Marco Pedretti, presidente di Azione Parmalat, l'associazione dei piccoli azionisti di Collecchio. Che, per non saper leggere (ma scrivere sì), ha presentato un esposto alla Consob sull'andamento anomalo del prezzo e dei volumi del titolo.

Parmalat

12 - LA SPINA E LA FIDUCIA DI PROFUMO SUL CASO BRONTOS
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - «Sono felice»: così Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, ha commentato la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti, insieme con altri 19 manager della banca e di Barclays, per la presunta maxi frode fiscale da 245 milioni, la cosiddetta inchiesta «Brontos» condotta dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo.

Profumo, che si sente diffamato dai «prematuri giudizi di colpevolezza» suscitati dall'inchiesta, dice che potrà dimostrare «l'insussistenza del fatto e qualsivoglia mia pretesa personale responsabilita». È la prima volta che il banchiere parla della vicenda, e dal suo tono diretto si intuisce che l'eventuale processo sarà terreno di scontri duri: «Non posso non notare che ancora una volta ho appreso "in tempo reale" dai mezzi d'informazione l'evoluzione dell'inchiesta», quando invece «compito della Giustizia è anche quello di proteggere le parti altrimenti avvinte nelle risacche di una pubblicità diffamatoria».

13 - NOVARTIS, LA RIVOLTA DEGLI AZIONISTI CONTRO IL BOARD
Fr.Bas. per il "Corriere della Sera" - Tempi duri anche in Svizzera. Il board di Novartis rischia di non essere riconfermato per avere concesso al presidente un bonus troppo generoso. L'attacco è stato sferrato dalla fondazione Ethos, che raggruppa investitori istituzionali, e che ha come obiettivo lo sviluppo sostenibile.

MERKEL SARKOZY

Ma soprattutto «consiglia» i fondi pensione. Il direttore di Ethos, Dominique Biedermann, ha detto ai giornali che il presidente della multinazionale farmaceutica Daniel Vasella «guadagna milioni di franchi al mese e sembra un po' troppo». Vasella è stato pagato 13,5 milioni di franchi svizzeri nel 2011, mentre i profitti della Novartis sono scesi del 7%. Ethos ha invitato gli azionisti di Novartis a non riconfermare i membri del board William Brody e Srikant Datar, componenti della commissione compensi.

14 - IL DURO ACKERMANN DIFENDE L'EURO
M.d.F. per il "Corriere della Sera" - Un accordo sulla Grecia «è vicino», e gli investitori potrebbero accettare «un taglio del 70%» del valore dei bond, più caro del previsto, ma si eviterebbe di andare incontro a «costi non calcolabili». Ne era convinto ieri il ceo di Deutsche Bank Josef Ackermann, parlando in qualità di presidente dell'IIF, l'associazione delle banche internazionali impegnata a trovare un accordo con Atene. E per questo, il top manager svizzero, alla sua ultima conferenza stampa prima di lasciare la guida del primo istituto tedesco, ci ha tenuto ad aggiungere di essere «contrario a qualsiasi uscita di Paesi dall'euro» e di pensare che il Portogallo «ce la faccia».

Perché, se «risolviamo in tempi brevi» il nodo della Grecia, «il problema del contagio sarà molto ridotto e i tassi di interesse scenderanno in breve a un livello basso». Per favorire l'accordo, sarà ad Atene il fine settimana. Un grande banchiere, per il mondo della finanza, che lascia con utili di 4,3 miliardi di euro guadagnati in piena crisi, grazie a una strategia di riequilibrio delle attività bancarie tradizionali (il 56% degli utili) rispetto all'investment banking.

15 - ALESSANDRO DA GRANDE...
Sara Bennewitz per "la Repubblica"

Benetton, ma mica tanto. Gli imprenditori veneti offrono agli investitori 4,6 euro per ritirare dal mercato l´azienda con il loro nome, ma l´asticella della Borsa sale a 4,7 euro. Già ai tempi di Autostrade e Schema28, Gianni Mion convinse la famiglia trevigiana ad assecondare le richieste degli investitori e ad alzare di un euro il prezzo dell´Opa sul gruppo dei pedaggi.

Marco Tronchetti Provera

Solo che stavolta Mion potrebbe essere meno incisivo, essendo in uscita da Edizione. La decisione spetta quindi ad Alessandro Benetton, che a breve diventerà presidente, e che ha scelto l´Opa per traghettare più velocemente l´azienda fuori dalle secche. Anche l´ultima parola sul prezzo spetterà al discendente della dinastia, che ha un lungo passato nel private equity. E che in questa partita si gioca la reputazione nei confronti del mercato.

16 - FONDAZIONE MPS IL SISTEMA ITALIA SI CHIUDE A RICCIO...
Giovanni Pons per "la Repubblica"


L´ossessione tutta italiana del controllo al 51% non riguarda solo una buona parte degli imprenditori italiani o, da ultimo, i Ligresti. Riguarda anche un ente come la Fondazione Mps che a furia di puntellare la sua quota di controllo, anche con prestiti onerosi e finanziariamente sofisticati, rischia di perdere la presa sulla banca senese. La miopia del passato ora viene al pettine. Fu infatti la stessa fondazione Mps a respingere qualsiasi aggregazione in passato poiché non voleva veder diluita la propria quota. Quando la Bnl nel 2005 era assediata dal Bbva e si intavolarono discorsi con Siena alla fine naufragarono e la banca romana finì nella pancia della francese Bnp Paribas.

ackermann

E altri abboccamenti finirono in nulla sempre per la stessa ragione, il rischio di perdere il 51%. Poi nel 2007 il Monte fece il passo più lungo della gamba con l´acquisizione di Antonveneta per 9 miliardi, proprio alla vigilia del crollo dei mercati. E da qui la necessità di aumenti di capitale per salvaguardare il patrimonio della banca. Adesso entro il 15 marzo la Fondazione Mps deve riuscire a vendere il 15% della banca per rientrare con i finanziamenti ottenuti dalle agguerrite banche straniere.

E se non ce la farà si prospetta una nuova grande operazione di sistema: Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mediobanca tireranno fuori altri quattrini, circa 500 milioni di nuovi prestiti, per far uscire le banche estere e tenere stretto in mani italiane il controllo del Monte. È il sistema che si chiude a riccio per evitare di perdere i pezzi a vantaggio degli stranieri ma forse c´è da chiedersi come mai gli imprenditori e i banchieri italiani che sono riusciti negli anni a costruire gruppi solidi e competitivi a livello internazionale si contino sulle punta delle dita. Forse dopo tanti anni occorre un ricambio delle menti che guidano il paese.

 


SUPER IPO PER FB-CON UNA IPO A QUOTA 100MLD FB NON AVRÀ PIÙ RIVALI:“I SOLDI PER ESPANDERSI VERSO NUOVE FORME DI RICAVO”

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Alessandro Longo per "l'Espresso"

ZUCKERBERG

Sarà il collocamento in Borsa (Ipo) più importante del decennio: parole di Max Wolff, anali- sta al GreenCrest Capital Management, società americana specializzata in investimenti finanziari e private equity. Si riferisce allo sbarco di Facebook a Wall Street, con una quota attorno al cinque per cento del colosso californiano che sarà offerta al pubblico.
Facebook, nella sua interezza, ha un valore stimato sui 90-100 miliardi di dollari, almeno a seguire le indicazioni del mercato secondario dove già viene comprato e venduto privatamente.

Certo, 100 miliardi (o poco meno) possono sembrare un po' troppo per un'azienda che nel 2011 ne ha ricavati 4,2 (quasi tutti dalla pubblicità). Ma il punto è che il valore dell'azienda, secondo gli analisti, va ben oltre quello che è finora misurabile. Un indizio: nel 2009 ha ricavato appena 700 milioni di dollari; nel 2013 si stima che supererà i 7 miliardi, secondo eMarketer. E già si parla di "Facebook economy": il social network ha aperto un ecosistema di business che genera un indotto stimato in 2,5 miliardi di euro e 33.800 posti di lavoro, in Italia, secondo uno studio di Deloitte, pubblicato a fine gennaio.

logo facebook

Tiene conto del fatto che molte aziende lavorano grazie a Facebook (quelle che creano apposite applicazioni, per esempio) o comunque ne ottengono vantaggi in termini di marketing, reputazione, pubblicità e vendite addizionali. «Credo che 100 miliardi di dollari sia un prezzo ragionevole, tutto considerato. E vedrete il valore delle azioni schizzerà subito in alto», dice Lou Kerner, analista di SecondShares e tra i più attenti osserva- tori della finanza hi-tech.

wall street

«Certo un valore così alto si giustifica solo in un modo: Facebook non è un sito normale. È il paradigma di una nuova Internet», aggiunge Andrea Rangone, a capo degli osservatori Ict presso il Politecnico di Milano. «Per la precisione è la terza fase di Internet, dopo quella basata sui portali e quella diretta dai motori di ricerca. Siamo nell'era dell'Internet delle relazioni».

Di conseguenza, abbiamo appena cominciato a vedere le potenzialità economiche di Facebook: «Credo che in futuro la pubblicità non sarà la sua fonte principale di ricavi», aggiunge Rangone. Farà soldi diventando il mediatore di gran parte delle transazioni economiche che avvengono su Internet: acquisti di giornali, giochi, vestiti».

Già ci sono negozi che hanno aperto battenti su Facebook. Che ha persino coniato una propria moneta di scambio (i "Facebook credits"), ritagliandosi una commissione del 30 per cento. «Credo che i soldi dell'Ipo serviranno a sostenere quest'espansione verso nuove forme di ricavo», dice Rangone.

I 5 miliardi di dollari dell'Ipo (che forse saliranno fino a 10 se la domanda lo consentirà) sono tanti. Per un confronto: l'Ipo di Google ha raccolto "solo" 1,9 miliardi di dollari nel 2004, eppure da allora il colosso è diventato molto di più di un semplice motore di ricerca. Kerner e Williamson prevedono quindi che Facebook userà i soldi dell'Ipo per potenziare la piattaforma e acquistare concorrenti. Obiettivi immediati: espandersi ancora nei paesi in via di sviluppo, migliorare l'utilizzo via cellulare e gli strumenti pubblicitari.

Google

«Facebook non ha mai venduto pubblicità tramite la propria applicazione su cellulare, che ha 350 milioni di utenti; comincerà a farlo nei prossimi mesi», dice Williamson.
«È possibile che Facebook creerà anche un proprio centro media, così potrà vendere pubblicità su altri siti: molto personalizzata, però, grazie a quello che conosce sui propri utenti», aggiunge Nate Elliott, analista di Forrester Research.

È prevedibile un effetto schiacciasassi: Facebook, evolvendo, entrerà a gamba tesa sul business pubblicitario altrui. Centri media, operatori di rete mobile. Già eMarketer nota il fenomeno: negli Usa, qualche grosso sponsor comincia a spostare gli investimenti pubblicitari dai network televisivi a Facebook.

E la concorrenza? «Google resta il competitor maggiore e infatti ha appena cominciato a includere nel motore di ricerca i risultati che provengono da Google+, il suo social network», dice David Berkowitz, uno dei massimi esperti di media digitali, con lezioni a Yale, New York University e Massachusetts institute of technology. «La principale minaccia all'egemonia di Facebook viene però dal mercato cinese, dove peraltro al momento il suo sito è bloccato ed è molto forte il campione locale QQ», aggiunge Williamson.

ERIC SCHMIDT

Sul mercato globale però Facebook non ha veri rivali all'orizzonte: «Google+ dovrebbe essere migliore per riuscire a rubargli utenti. Sconta il fatto che è un'impresa titanica cambiare social network: ricostruire il proprio gruppo di amici, ripubblicare le proprie foto su un altro sito», dice Elliott. Forse bisogna rassegnarsi: Facebook è destinato ad accrescere la propria presenza nella società e nell'economia mondiali.

 

LA RESPONSABILITÀ CIVILE DEI MAGISTRATI È UNA VITTORIA DELLA DEMOCRAZIA - ALEMANNO EREDE DI BERNACCA

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Riceviamo e pubblichiamo:

monti

Lettera 1
Alcuni mesi fa si esultò per il ritorno della democrazia contro gli inciuci della "casta". Raggiunto il quorum infatti, vinsero i Sì ai referendum. Per quanto riguarda il nucleare soprattutto fu ribadito il voto dell'analogo referendum del 1987. Fra i referendum del 1987 passò un altro quesito che avrebbe dovuto portare alla responsabilità civile dei magistrati. Ieri forse ci si è avvicinati un pochino a quel che un 80% e passa di italiani decise nel 1987.

La trovo un'altra bellissima vittoria per la democrazia e per il rispetto della volontà popolare. Sarebbe certamente bellissimo che i nostri politici trovassero la stessa coerenza per il rispetto delle decisioni referendarie in altre materie, finanziamento ai partiti su tutte. Sarebbe altrettanto bello che il bravissimo Marco Travaglio ci ricordasse quanti magistrati sono stati condannati (e a cosa) grazie all'attuale normativa vigente.
Jean-Claude Junod Musumeci

Lettera 2
Zingales dice che pochi negli Stati Uniti obiettano alla ricchezza accumulata da innovatori come Steve Jobs (ndr con lo sfruttamento di mano d'opera a basso prezzo e senza condizioni di sicurezza sul lavoro).

Lettera 3
Curate Travaglio! Berlusconismo bipartisan! Ma chiunque commette un reato per lui è Berlusconi? Lusi ha rubato per colpa di Berlusconi? E' persino ridicolo!

LUIGI ZINGALES

Lettera 4
Gentilissimo Dagospia,
ammesso che al Sarkozy DJ, da non confondere con il Sarkozy PRF, passi il famigerato "cagotto", suonerà per la prima volta in Italia questa sera al Pineta di Milano Marittima e non a Viterbo (ma poi a Viterbo dove? In piazza; all'oratorio; alla sagra; i citofoni?).
Grazie e lunga vita a dagospia.
AdT

Lettera 5
Caro Dago,
me se io mi chiamo Luigi Lusi e veramente voglio appropriarmi di danaro a titolo personale, che mi servo di una società a me intestata e la chiamo "LUIGIA"?!?
Daniele

Lettera 6
Egregio direttore,
Ieri il comune dove abito ha inaugurato un asilo eco-sostenibile di 650 posti. Costo 2,2 miloni di EUR. Il tesoriere Lusi avrebbe dunque indebitamente intascato l'equivalente di 6 asili o in altre parole 3.900 posti per bambini. La Margherita, dal canto suo in questi cinque anni di inesistenza di asili se ne è succhiata un centinaio. Pensi un po' con i soldi dati a un partito fantasma si poteva costruire un asilo in ogni città di provincia.
Messa cosi' fa ancora piu' impressione.
Paolo Ferraresi

Lettera 7
Caro Roberto,
non capisco perché a seguito della vicenda Lusi gli esponenti della Margherita e dei vari partiti morenti e nascenti si affannino tanto a farsi vedere frastornati, a commentare stupefatti ed incazzati, a cercare soluzioni frettolose per leggi sulla trasparenza dei partiti e dei loro bilanci.

C'è un provvedimento semplicissimo, veloce e nei Paesi normali molto praticato che consente di ritirarsi, meditare ed eventualmente rispondere dei propri atti alla Magistratura: le DIMISSIONI! Non sono infatti gli autori o, nella migliore delle ipotesi, i corresponsabili a dover risistemare i guasti e rivedere le norme.

STEVE JOBS

La stampa e soprattutto la TV dovrebbe quindi evitare di dare a costoro possibilità di tribuna, lo spettacolo è infatti indecente e assai pericoloso per la stabilità democratica.
Tutto ciò sarà in capo ad una nuova classe dirigente che dovrà essere individuata democraticamente dai cittadini italiani nell'anno che abbiamo davanti prima delle nuove elezioni.

Per adesso chi non fosse obbligato alle dimissioni e quelli che subentreranno ai dimissionari stiano pure in Parlamento a votare quello che il duo Napolitano/Monti, nel confronto con la società, chiederanno che venga approvato per poi togliersi di torno o ripresentarsi dopo essere passati però attraverso un vaglio democratico e senza sconti né privilegi per nessuno.
liberbrio

Lettera 8
Non diventerà mai il successore di Berlusconi, come sognava, ma Alemanno ha un futuro assicurato come epigono del colonnello Bernacca
Pietro@ereticodarogo

Lettera 9
Caro Dago,
Bersani appoggerà sempre il governo Monti perché ha trovato qualcuno che pensa al suo posto! Cordialità
Frenand

luigi lusi

Lettera 10
Egregio Dago, davvero ci vuole uno stuolo di professoroni ed esperti di alta finanza per un governo che, nei fatti ed anche per sua stessa ammissione, non si occupa di Banche, Assicurazioni, Vaticano, immigrazione, legge elettorale, politica estera, ecologia, frequenze tv, ordine pubblico (ormai siamo al Far West...) etc ma solo di bastonare povera gente già a terra?

Lettera 11
Caro Dago,
Se mentre un tuo sottoposto si strafoga di caviale e champagne, tu devi accontentarti di mangiare pane e cicoria,i casi sono solo due : o sei sordo cieco muto, oppure sei un incapace.
Ciao
Natalino Russo Seminara

Lettera 12
Non si offenderà la Madonna di Medjugorje? In questo mese ricorre l'anniversario delle prime apparizioni della Madonna di Lourdes, e che fa il giornalista Paolo Brosio innamorato della Madonna di Medjugorje? Tradisce questa, e vola a Lourdes in pellegrinaggio, annunciando sul suo sito lo straordinario evento, e invitando i "cari amici lettori" e i "cari amici pellegrini" a partire con lui dal 9 al 13 febbraio. Cara Madonna di Lourdes e cara Madonna di Medjugorje perché non date una piccola punizione al Brosio, che passa disinvoltamente da una Madonna all'altra?

Prima che tanti poveri malati affrontino disagi e spese in questo periodo di crisi economica e climatica, perché non vi recate voi da loro? Ci pensate che bello per i bimbi malati di cancro negli ospedali avere il vostro conforto e magari (non si sa mai) anche una guarigione? Così il Brosio Paolo, che con sconcertante presunzione si dichiara miracolato da voi, capirà che una mamma amorevole non aspetta che un figlio malato si rechi con difficoltà da lei, ma è lei a correre da lui. Vi prego, care Madonne, date questa piccola lezione al presuntuosetto.
Miriam Della Croce

PIER LUIGI BERSANI

Lettera 13
Caro Dago,
In questi giorni a Firenze un giovane ha rubato una tavoletta di cioccolato da un supermercato, è stato preso e condannato per direttissima a due anni di prigione, senza condizionale, a Roma un senatore ha rubato per anni 13 milioni di denaro pubblico e sta patteggiando per un anno, restituendone 5 soli.
E' il caso di dire al ministro della Giustizia Severino che abbiamo un problema?
Roland Delmay

Lettera 14
Caro Dago,
propongo di inserire nella campagna pubblicitaria contro i parassiti della società, i politici. Chi meglio di loro rappresenta i parassiti della società.Non solo gli evasori, che spesso sono piccoli ed evadono per arrivare a fine mese, sono parassiti. Ma i peggiori in assoluto sono Loro: I POLITICI.
Che ne pensi?

Lettera 15
Il Presidente Monti dovrebbe fare, e non solo lui, una sola battuta:..." malgrado quello che vi diciamo ed abbiamo fatto (Europa, Euro, etc.) dovete "STARE PEGGIO"...invece di continuare ad alimentare speranze e sogni di grandezza !!!
a mandolfo (StC)

Paolo Brosio

Lettera 16
Caro Dago il Presidente de Consiglio seguita a credere di essere in America per cui trovare il primo lavoro é facile e ritrovarlo dopo essere stati licenziati magari a cinquant'anni lo é ancora di più. E' probabile che non abbia preso un autobus o la metropolitana negli ultimi trent'anni e sappia piuttosto poco della realtà quotidiana.

Lettera 17
Caro Dago, Monti corregge il tiro e dice che i giovani devono abituarsi all'idea di non avere un posto fisso tutta la vita. Allora, dico io, questa precarietà per quanto tempo deve durare? A forza di saltellare da un posto ( lavoro) all'altro come dice il nostro amico, arriva il momento in cui uno non è più giovane, quindi allora potrà finalmente avere il posto fisso? E secondo Monti, quale sarebbe questa età, 40 anni, 50, 60, o oltre? E quando uno non sarà più giovane, chi è che lo prenderà al lavoro o si interessarà a lui? Non il nostro amico Monti, perchè quando i giovani di oggi non lo saranno più, neanche lui ci sarà più. Renor

GIANNI ALEMANNO

 

MILLS:UN ARTICOLO DI“LIBERO”BLOCCA LA TESTIMONIANZA(POI RIPRENDE)-NAPOLITANO INCONTRA BERSANI-IL GOVERNO CONFERMA BEFERA

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1 - MILLS: ARTICOLO SU WEB METTE A RISCHIO SUA TESTIMONIANZA
Ansa - Non si era mai visto in un processo che un articolo uscito sul sito web di un quotidiano potesse fermare per oltre un'ora il dibattimento: è quel che sta accadendo oggi all'udienza sul caso Mills per il quale Silvio Berlusconi è imputato a Milano. In aula si sta discutendo con botta e risposta Milano-Londra se proseguire o meno la testimonianza di Mills dopo la pubblicazione sul sito di Libero di un pezzo in cui si dice che il pm De Pasquale ha intenzione di indagare per falsa testimonianza l'avvocato inglese.

SCILIPOTI E IL SUO SOSIA

E' ripresa stamani la deposizione, nel processo Mills a carico di Silvio Berlusconi, della consulente della difesa, Claudia Tavernari, che era iniziata nella scorsa udienza. L'ex presidente del Consiglio non si è presentato in Tribunale a Milano. La consulente contabile della difesa sta proseguendo nella ricostruzione dei flussi finanziari dei conti di Mills e dell' armatore napoletano Diego Attanasio, per dimostrare che i 600mila dollari, al centro dell'accusa di corruzione in atti giudiziari a carico dell'ex premier, sarebbero stati versati da Attanasio e non da Berlusconi.

Nel pomeriggio proseguirà invece la testimonianza dell'avvocato inglese Mills per rogatoria da Londra. L'armatore Attanasio dovrebbe essere in aula per l'esame da parte della difesa il prossimo 9 febbraio, mentre non si sa ancora se saranno confermate le udienze di domani e di lunedì prossimo.

PIER LUIGI BERSANI

2 - MILLS, AVVOCATO INGLESE DECIDE DI CONTINUARE A TESTIMONIARE
(LaPresse) - Dopo una pausa di 15 minuti, David Mills, tramite il suo legale, comunica di "aver deciso di continuare la sua testimonianza" in videoconferenza da Londra. Determinanti per il giudice inglese "sono state le risposte del pm De Pasquale che ha precisato che Mills non è sospettato, né indagato, né sottoposto ad indagini per le testimonianze rese nel corso dell'interrogatorio in videoconferenza". Mills ha quindi preso la parola e, prima di rispondere alle domande dell'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, ha ribadito il suo diritto a chiedere al pm quali dubbi avesse sulla sua testimonianza. Una volta ottenuto dal presidente Francesca Vitale l'assicurazione che De Pasquale "non ha ritenuto alcuna parte della sua testimonianza falsa", il legale inglese ha iniziato il suo interrogatorio.

3 - QUIRINALE: NAPOLITANO HA INCONTRATO BERSANI
(LaPresse) - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il segretario nazionale del Partito democratico, Pierluigi Bersani.

4 - GOVERNO CONFERMA BEFERA DIRETTORE AGENZIA DELLE ENTRATE
(TMNews) - Attilio Befera è stato confermato dal governo alla guida dell'Agenzia delle Entrate. É quanto si legge nella nota di Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri di oggi.

Su proposta del ministro dell`Economia e delle finanze sono stati confermati anche Mario Canzio, Ragioniere generale dello Stato, Fabrizia Lapecorella, Direttore generale delle finanze, Giuseppina Baffi, capo del Dipartimento per l`amministrazione generale, il personale e i servizi.

GIORGIO NAPOLITANO

5 - RESPONSABILITÀ CIVILE TOGHE, ANM CONVOCA IL 7/2 IL DIRETTIVO CENTRALE
(LaPresse) - Il Comitato direttivo centrale è convocato d'urgenza per martedì 7 febbraio, alle 13, presso la sede dell'Anm. All'ordine del giorno la discussione e le valutazioni in merito alle iniziative da intraprendere con riferimento all'approvazione dell'emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati. Lo fa sapere l'ufficio stampa dell'associazione nazionale magistrati.

6 - GIUSTIZIA/ PALAMARA: EMENDAMENTO PINI? UN RITORNO AL 2011
(TMNews) - Il voto di ieri alla Camera sulla responsabilità civile diretta dei magistrati "sembra far rivivere quelle tematiche - ha copmmentato il presidente dell'Anm Luca Palamara, intervistato da Sky Tg24 - che abbiamo affrontato non molto tempo fa, ancora nel 2011, quando parallelamente alla cosiddetta riforma epocale venne presentato questo emendamento".

A giudizio del leader del sindacato delle toghe "la finalità recondita" del provvedimento è "intaccare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, andare contro i magistrati".

ionta

7 - GIUSTIZIA, DA CDM VIA LIBERA A TAMBURINO AL DIPARTIMENTO PENITENZIARIO...
(LaPresse) - Secondo quanto si apprende da fonti del ministero di Grazia e Giustizia, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nomina di Giovanni Tamburino alla guida del Dipartimento Affari penitenziari (Dap) al posto di Franco Ionta. Il Cdm ha approvato anche la designazione di Manuela Romeo Pasetti a capo della Direzione minorile e quella di Eugenio Selvaggi alla guida del Dipartimento Affari di giustizia.

8 - DOZZO:LEGA ESTRANEA A RICORSI SU TAGLIO VITALIZI
(TMNews) - La Lega si chiama fuori dai quindici ricorsi presentati contro il taglio dei vitalizi ai deputati da altrettanti parlamentari eletti con il Carroccio, sottolineando che 14 non sono più iscritti alla Lega e il solo deputato in ancora in carica e iscritto ha fatto una "scelta personale" rispetto alla quale non è escluso l'avvio di un procedimento da parte del partito.

"La scelta di un deputato del Gruppo della Lega Nord, e sottolineo uno solo, di fare ricorso contro la riforma dei vitalizi, è del tutto personale e, eventualmente, sarà vagliata dagli organi di partito", ha precisato in una nota il neo presidente dei deputati della Lega Nord, Gianpaolo Dozzo.

"Chiarito questo - ha aggiunto- occorre precisare che vengono erroneamente attribuiti a leghisti 15 ricorsi. Nella quasi totalità dei casi si tratta, infatti, di ex parlamentari degli anni novanta che da tempo non rappresentano più, a nessun livello, il nostro novimento e non ne sono più iscritti. Quindi anche questi ricorsi sono da ritenersi frutto di scelte del tutto personali alle quali noi siamo totalmente estranei".

DAVID MILLS e Berlusconi

9 - VENTIMIGLIA, CDM SCIOGLIE CONSIGLIO COMUNALE PER MAFIA
(LaPresse) - Su proposta del Ministro dell'interno, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento del consiglio comunale di Ventimiglia (Imperia), dove sono state riscontrate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, nonché la proroga dello scioglimento del consiglio Comunale di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria.

10 - SCILIPOTI È A RIO A MONTECITORIO MANDA UN SOSIA
Dal "Corriere della Sera" - Domenico Scilipoti si è superato. Non era facile. Ma ce l'ha fatta, e quasi nel senso letterale del termine. Pur essendo a Rio in qualità di presidente dell'associazione parlamentare di amicizia Italia-Brasile, l'altro ieri è comparso anche nella sala del Mappamondo di Montecitorio, dove il collega «responsabile» Antonio Razzi presentava con Berlusconi il libro al quale l'ex premier ha scritto la prefazione. Il Tg3 ha svelato l'arcano. Non era Scilipoti (foto a sinistra) ma un sosia (a destra), che ha spiegato: «Siccome a Scilipoti hanno tolto la scorta a volte noi usciamo per qualche mansione». Noi?

UMBERTO BOSSI

 

MONTI E BANANA, UN AMORE CHIAMATO RIMPASTO (IN PRIMAVERA) - ROMA INNEVATA E ALE-DANNO NON SI VEDE

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Bigador per Dagospia

ROBERTO FORMIGONI

1 - Milano trema, Roma trama: nuvoloni dalla Svizzera in arrivo per il Celeste Formigoni e il boss di Finmeccanica Giuseppe Orsi? Ah, saperlo...

Giuseppe Orsi

2 - Aledanno...A-le-dan-nooooo.... Dove sei? Roma immobilizzata, niente sale per le strade. Lui voleva fare la grande entrata, l'eroe, macche': meglio stare al riparo. E dare un consiglio illuminante: muovetevi solo se necessario.

3 - Parisi ascoltato oggi in Procura a Roma sul caso del tesoriere della Margherita, Lusi. Aveva voglia di sfogarsi. Attenzione che anche altri stanno pensando di togliersi i loro sassolini.

lusi e sposetti

4 - La neve ha causato una crisi Transatlantichina. Allora: due deputati (oh, parliamo di uomo-donna) dovevano partire per 24 ore d'amore. Niente da fare, il Lui sposato teme di restare bloccato. E di venir sgamato. La Lei (non quella della Rai!) non e' molto soddisfatta. Ed e' pronta a dirgli addio.

NEVICATA A ROMA DEL FEBBRAIO COLOSSEO jpeg

5 - Attenzione: da qualche giorno SuperMario e' molto, ma molto piu' malleabile con il nostro Banana. Lo capiamo. Se lo merita. Anche il nostro Banana e' molto piu' dolce con lui. Insomma, pare si siano messi d'accordo: primavera-estate ci sara' un rimpasto di Governo. Entreranno nuovi nomi. Nomi graditi.

FLAVIO TOSI

6 - E comunque se la signora Tosi e' incazzata con suo marito ha i suoi buoni e sacrosanti motivi da donna. Cavolo.

7 - Ai confini del Transatlantico hanno sentito la rude Frignero pronunciare parole non gentilissime sulle qualita' intellettuali della Camusso.

8 - Piccole beghe viterbese. Sposetti aspetta qualche novita' dal caso Lusi legata al suo vecchio nemico Fioroni. E' fiducioso. Su certe cose e' esperto.

9 - SuperMario si deve essere gia' scocciato del suo nuovo posto di lavoro. Questione di monotonia. Per questo a Repubblica.it ha dichiarato che sta "approfondendo la questione dell'Ici alla Chiesa".

 

L’ULTIMA GIORNATA DELLA “ALTA ROMA, BASSA MODA” TRA CAMPAGNA E MATTATOIO

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Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Paola Pisa per "Il Messaggero"

VALERIA MANGANI E MARITO

Ultima giornata con mood bucolico e romantico ma anche con insolita presenza in pedana. Una regina delle fate, dagli abiti lievi e floreali, fa sognare da Renato Balestra. Ma in scena, da Giada Curti, arrivano due belle protesi, due seni poggiati su un vassoio d'argento: un invito alla cautela nel sottoporsi a interventi per essere più prosperose e più belle. E' Maria Ludovica Parissotto, miss Eleganza 2011, a sfilare in esclusiva per Balestra, con abiti che puntano sull'ottimismo, su una visione favolistica della vita, lontana dalla crisi. «Facciamo vestiti che piacciono a tutto il mondo, anche ai Paesi della nuova ricchezza come il Brasile, l'India e la Cina», dichiara lo stilista che è sempre un globetrotter e promoter del made in Italy.

SUSANNA SMIT

Applausi per abiti che mettono in evidenza la silhouette con tagli e effetti diagonali o a onde, con movimenti sartoriali di grande efficacia. I vestiti per il giorno sono in avorio e sabbia, avorio e blu notte. Le forme a fiore, a calice, a petalo, i colori vanno dal bianco (e allora i tailleurs sono accompagnati da cappelli, scarpe e borse stampate a fiori) alle tante tonalità che esplodono nei vestiti da cocktail, quasi dei prati fioriti. Le felci sono un motivo ricorrente e decorano anche i gioielli.

C'è il vestito glicine cangiante e iridescente, che brilla con migliaia di cristalli in tutte le tonalità di lilla. Sono come bouquet i boleri e gli abiti da grandi occasioni, da gala e balli. «Una fata di campagna», così Balestra definisce la sposa che indossa un abito bianco sul quale si posano decine di petali di fiori di campo.

SEMBRA VIVA

Midnight in Rome, volutamente alla Woody Allen il titolo della sfilata di Giada Curti, sarta che fa un omaggio alla Capitale e alla Dolce vita. Vestiti prevalentemente in bianco, con profusione di ricami, di decori di perle e cristalli su abiti appena scostati dal corpo. Non manca la rivisitazione delle culotte Anni 50 e neanche l'inno alla donna in equilibrio tra Oriente e Occidente, con fiori e altri omaggi alla femminilità.

SARA JANNONE MARIA MONSE

Il corpetto che esalta il decolletè ha una sua funzione esplicita, è un annuncio a una battaglia al femminile: «Sono vicina alle donne che si sono sottoposte a chirurgia estetica con il sogno di aumentare il seno, trovandosi oggi in pericolo di vita...». Ed ecco arrivare tra le mani della modella un vassoio con tanto di protesi in bella mostra. L'invito è a rivolgersi a professionisti della bellezza.

ROSANNA VAUDETTI MARIA GIOVANNA ELMI

E' super la sfilata di Abed Mahfouz, che guarda alla moda francese degli Anni 50, punta sul corto, sulla vita di vespa, sulle scollature generose, sui ricami floreali con profusione di paillettes, cristalli, pietre. Dà invece uno sguardo ai '60 la collezione di Stella Jean, stilista di Haiti, che gioca con tessuti e ispirazioni di tutto il mondo, mette insieme Africa, Oriente e un po' di bella maglia di tradizione italiana. Sottane ampie vanno con fascinosi spolverini e kimono.

L'Accademia di costume e di moda ha fatto la sua performance di alta qualità, tredici giovani talenti a cui guardare con interesse. Da segnalare le pellicce di Giulia Amendola, le donne pirata del duo Vitolo e Adriani, le borse ispirate agli insetti di Beatrice Serlupi, i vestiti origami di Olimpia Tiberia. E' dall'Accademia che sono usciti grandi stilisti, tra i superbig Frida Giannini direttore creativo di Gucci.

SEBASTIANO E MORGANA SOMMA

 

COME MAI LA PIERSILVIA TOFFANIN È STATA SORPRESA SINGHIOZZANTE E LACRIMANTE, ALL’INTERNO DI UN ASCENSORE?

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1- Biscione mistery! Come mai la Piersilvia Toffanin è stata sorpresa singhiozzante e lacrimante, nemmeno fosse la Fornero, all'interno di un ascensore? Forse per ragioni intimissime? Traballa la sua storia con Piersilvio? Ah saperlo...

TOFFANIN-PIERSILVIO B

2- Giancarlo Scheri, attuale capo della fiction di Mediaset, è in pole position per prendere il posto di Massimo Donelli alla direzione di Canale5.

3- Secondo il "Wall Street Journal", lo spot della Chrysler per il SuperBowl, l'evento televisivo più visto in America, durerà 2 minuti e avrà come protagonista Clint Eastwood. Il grande regista e attore sarà inquadrato mentre fa un "pep talk", un discorso di incoraggiamento da allenatore/militare.

GIANCARLO SCHERI

4- Carlo Rossella per "Il Foglio" - Sir Conrad Black ha scritto agli amici dal carcere in Florida: "In giugno io e Barbara saremo con voi. Finalmente". Just in time.

4- http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/03/soli-lerner-"grillo-cialtrone"/188808/ - A pochi giorni dalla chiusura della Campagna nazionale "L'Italia sono anch'io", per la presentazione di due leggi di iniziativa popolare sul tema della cittadinanza e del voto amministrativo agli Immigrati, in un incontro alla libreria Feltrinelli di Milano, Lerner ha attaccato il comico genovese che recentemente aveva derubricato il tema a semplice "diversivo da problemi ben più importanti": "Grillo è un cialtrone".
5- Gaia per linkiesta.it - Si chiama clinica arcobaleno, Rainbow clinic. Un vero e proprio reparto di un grande ospedale dedicato agli uomini che hanno relazioni con uomini, sempre aperto alle donne di ogni colore sessuale. Offre consulenza per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, test HIV gratuiti, controlli per chi soffre di problemi genitali (e la lista è lunga), professionisti specializzati nella psicologia oltre che nella medicina.

EASTWOOD SUL SET DI J EDGAR

Reparto di approdo e ascolto, di pianti e medicine, dove basta una telefonata per prendere appuntamento. Le altre domande arriveranno solo dopo, durante la visita. Benvenuti nell'arcobaleno del King's College Hospital, uno dei maggiori ospedali della capitale inglese.

6- R.S. per il "Corriere della Sera" - Locandine troppo ardite. E Jean Dujardin, attore francese candidato all'Oscar per The artist, finisce nei guai. L'authority francese per la pubblicità (Arpp) ha chiesto di ritirare i poster di Les infideles, film a episodi sull'infedeltà maschile vista da sette registi.

MANIFESTI FILM LES INFIDELES DUJARDIN

Due i cartelloni sotto accusa: uno con una donna inginocchiata davanti all'attore Gilles Lelouche, con la testa proprio lì; l'altro con Dujardin (anche regista qui) che afferra le gambe di una donna pronto a gettarsi su di lei. «Le immagini presentano un'immagine degradante della donna di cui non si vede il volto», ha commentato il responsabile dell'Arpp, Stephane Martin. Il settimanale L'Express e il quotidiano Le Parisien si chiedono se lo scandalo non rischi di danneggiare la corsa di Dujardin all'Oscar.

Gilles Lellouche in Les Infideles

7- (LaPresse) - Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, risponde "presente" a una possibile chiamata da Sanremo. A pochi giorni dal lancio internazionale del suo nuovo album 'M.d.n.a.', anticipato dal singolo 'Give me all your luvin', acquistabile a partire da oggi, la cantante fa sapere di essere pronta a calcare per la terza volta il palco del teatro Ariston in occasione del prossimo Festival della Canzone Italiana. "Se mi vogliono, sono qua", ha fatto sapere la divina 'material girl'. A rivelarlo è il portale online Sfilate.it, testata giornalistica dedicata al mondo del fashion e della musica.

MADONNA

8- (LaPresse) - I figli della stella del calcio David Beckham sono imbarazzati per l'ultima pubblicità di biancheria intima, in cui il papà resta senza vestiti. Uno spot di 30 secondi che mostra il fisico del calciatore con addosso solo la collezione da lui disegnata per l'intimo uomo di H&M e che sarà trasmesso per la prima volta al SuperBowl il 5 febbraio. "I ragazzi sono piuttosto imbarazzati", ha detto Beckham. "Sono bambini così mi hanno detto: 'papà ma ancora? Tutti ti vedranno in mutande'". David ha raccontato al 'Daily mail' che da quanto lui e la moglie Victoria sono diventati genitori di una femminuccia, Harper Seven, "sono finiti i giorni in cui andavo in giro nudo per casa".

DAVID BECKHAM

9- Luciano Verre per "Io Spio" - Non ha e non avrebbe neanche tutti i torti il neobomber della Juventus Marco Borriello. Tre anni fa, quando giocava nel Milan, gli erano state recapitate 6 mila euro di multe per la guida di una Mini Morris in Milano. Peccato che quell'auto lui l'avesse regalata alla fidanzata Belen Rodriguez e non c'entrasse nulla con le inflazioni. Rotto il fidanzamento l'auto era rimasta a Belen che la guidava in prima persona e la guidava il suo nuovo compagno Fabrizio Corona (Borriello, non aveva provveduto a effettuare il passaggio di proprietà, l'auto risultava sempre intestata a lui).

DAVID BECKHAM

Pagate le multe, Marco pensava di aver chiuso definitivamente "la partita" con la sua ex. Invece, ecco la doccia fredda. Il divo bianconero è stato bloccato alla dogana svizzera mentre rientrava da una sciata a Sankt Moritz e sottoposto a test antidroga, i doganieri gli hanno sequestrato l'auto che guidava per un vecchio debito di 800 franchi che il calciatore aveva con la Svizzera. "Ma io non ho debiti con voi", ha protestato Bor. "Ma lei ce l'ha eccome", hanno replicato i doganieri. Morale... si trattava di vecchie multe risalenti alla Mini Morris che Belen aveva guidato anche in Svizzera (con Corona, chiaramente) raggruppando un po' di inflazioni.

Borriello e Belen

- In Rai dicono che la prossima edizione di "Ti lascio una canzone", sarà condotta da Elisabetta Canalis con la supervisione di Antonella Clerici. Non a caso pochi giorni fa Betta è entrata a far parte della scuderia di Lucio Presta, agente dei vip (tra cui la Clerici).

- Pochi lo sanno, nessuna la vede. Elsa Monti, moglie del presidente del Consiglio Mario Monti, tutte le settimane trascorre una giornata intera come volontaria della Croce Rossa italiana.

ELISABETTA CANALIS

10 - Siete fan di Vasco Rossi? Non prendete impegni per martedì 7 febbraio e partite per Zocca, il paese in provincia di Modena che ha dato i natali a Vasco Rossi. La stella del rock italiano compie 60 anni e sono previsti festeggiamenti e notti folli. Tutti gli hotel sono prenotati, il sindaco trasformerà alcuni campi in parcheggi per i camper in arrivo. E lui, Vasco? Festeggerà con "momenti magici e memorabili", ha promesso.

La vera novità sarà che per un giorno, tutto il 9 febbraio, l'attuale sindaco di Zocca cederà la sua fascia tricolore di primo cittadino a Vasco, il quale, nella veste di pubblico ufficiale, potrà prendere qualsiasi decisione per il bene di Zocca. Si parla della realizzazione di parchi e strade, campi di calcio, case per gli anziani: Vasco firmerà i decreti, il "vero" sindaco poi realizzerà le opere.

vasco rossi

 

Belen e CoronaBelen e Corona

LA BALLERINA GARRITANO DENUNCIÒ L’ANORESSIA CUI SI SOTTOPONGONO ALLA SCALA: LICENZIATA

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1- LICENZIATA MARIAFRANCESCA GARRITANO
Rossella Burattino per "Corriere.it"

"Una ballerina su 5 della Scala soffre di disturbi alimentari". Lo aveva denunciato Mariafrancesca Garritano, 33 anni, ex allieva della scuola passata poi al corpo di ballo, al periodico britannico Observer. Per queste dichiarazioni è stata licenziata dal teatro milanese per «giusta causa», per diffamazione e per aver descritto una situazione non corrispondente al vero, con grave pregiudizio della reputazione.

Mariafrancesca Garritano

La ballerina, che ha dedicato la sua vita alle punte, aveva già raccontato la sua esperienza in un libro «La verità, vi prego sulla danza!» mostrando uno scenario da brividi all'interno dei camerini della Scala. Secondo la ragazza, entrata al teatro milanese quando aveva 16 anni, molte delle sue colleghe oggi non riescono ad avere figli per via dei disordini alimentari che le affliggono.

2- «UNA BALLERINA DELLA SCALA SU CINQUE SOFFRE DI DISTURBI LEGATI ALL'ANORESSIA»
Rossella Burattino per il "Corriere della Sera" del 5 dicembre 2011

Sotto il tutù il pericolo anoressia. Perché «una ballerina della Scala su cinque soffre di disturbi alimentari». Lo ha rivelato all'Observer, periodico britannico della domenica, Mariafrancesca Garritano, in arte marygarret, membro del corpo di ballo del prestigioso teatro milanese, che inaugurerà la stagione 2011/2012 lunedì con il «Don Giovanni» di Mozart. «Un caffè e due fette biscottate per colazione, per pranzo uno yogurt (magro) e una mela o una banana a cena: sono fiera di me». Spesso sono discorsi da ballerine. Che risuonano con durezza e follia dietro le quinte.

Mariafrancesca Garritano

E così Mariafrancesca ha deciso di parlare: «La possibilità di essere licenziata mi è passata per la testa, ma amo La Scala, ed è per questo che spero che le cose possano cambiare», ha raccontato. Secondo la ragazza, 33 anni, entrata al Teatro milanese quando ne aveva 16, molte delle sue colleghe oggi non riescono ad avere figli per via dei disordini alimentari che le affliggono.
«La verità, vi prego, sulla danza»

LA COMPETIZIONE - Fermagli e coroncine luccicati tra i capelli, paillettes, piume, tulle vaporosi e lustrini. Ma «non è tutto oro quello che luccica». La ballerina aveva già denunciato queste cose in un libro, «La verità, vi prego, sulla danza» . Dipinge uno scenario che ricorda molto quello del film «Black Swan» («Il cigno nero»), con l'attrice Natalie Portman nei panni della protagonista, problematica e competitiva. Ed è proprio la competizione la loro forza. Non gareggiano soltanto per risultare le migliori sul palco. Spesso fanno a gara anche sul quantitativo di cibo «ingerito».

TEATRO LA SCALA

Vince chi mangia meno. E secondo Garritano è «una regola». Le conseguenze? «Sette ballerine su 10 - ha detto - non hanno più le mestruazioni per via delle diete punitive alle quali si sottopongono. Andavo avanti con un frutto e uno yogurt al giorno, affidandomi all'adrenalina per arrivare alla fine delle prove». E molte sue colleghe «venivano portate in ospedale per essere alimentate con i tubi».

IL TEATRO LA SCALA DI MILANO

LA CARRIERA - Mariafrancesca, si legge nel suo libro, si è rassegnata a convivere con questo disagio alimentare, a mangiare il giusto per ottenere il miglior rendimento possibile dal suo fisico. Ma anche a convivere con tutte le rinunce che la danza pretende. Ha dedicato la sua vita alle punte. «Mia madre è morta quando avevo 11 anni e ho vissuto soltanto con papà. E con la sua nuova famiglia. Quando ho capito che per lui ero diventata di troppo ho deciso di inseguire il mio sogno e a 16 anni sono partita per Milano, dove sono entrata subito nella scuola del Teatro alla Scala e poi nel corpo di ballo».

Teatro alla scala

La sua carriera è piena di successi, di premi internazionali ricevuti e di tanti ruoli da protagonista interpretati nel corso degli anni. Ma qui alla Scala di Milano è ancora in attesa di una nomina mai arrivata: «Nel resto del mondo dopo due o tre ruoli importanti in automatico sei nella categoria superiore. In Italia, invece, siamo in tanti ad aspettare da anni promozioni che non arrivano. La mancanza di meritocrazia, che fa parte di molti ambienti lavorativi, è anche colpa di chi sottostà al sistema per paura di perdere il posto di lavoro o, nel caso della danza, il ruolo. Una ballerina, infatti, vive sulla scena. Si nutre di visibilità».

 

 


ROMA PUÒ SOPPORTARE TUTTO. BERLUSCONI E BOSSI, MONTI E FORNERO. MA CON LA NEVE, NO. LA SCONFITTA È SICURA

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da Il Fattoquotidiano.it

Roma bloccata a causa di oltre 40 centimetri di neve che nelle ultime 24 ore hanno paralizzato la Capitale. E mentre le autorità spiegano ai cittadini di uscire di casa solo in caso di stretta necessità, scoppia la polemica tra Gianni Alemanno e il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.

NEVICATA A ROMA DEL FEBBRAIO COLOSSEO jpeg ROMA SOTTO LA NEVE

Il sindaco infatti ha invocato una commissione d'inchiesta e ha accusato il servizio di previsioni meteo, che secondo lui non aveva avvertito dell'emergenza in atto. Un'accusa che Gabrielli ha rispedito al mittente. A testimoniarlo, spiega, ci sono le registrazioni del Comitato operativo della Protezione Civile del 2 febbraio a cui ha partecipato lo stesso sindaco e in dove è stata presentata l'ondata di maltempo in arrivo e le sue conseguenze.

"Le previsioni non erano corrette", ha dichiarato Alemanno, che ha spiegato: "Nel bollettino meteo di giovedì si parlava di 35 millimetri e la sera di 10-15 centimetri: chiedo trasparenza e una commissione che accerti tutte le responsabilità. Ogni volta sappiamo in ritardo e male le situazioni e le fronteggiamo soltanto con le nostre forze. Da venerdì pomeriggio stiamo cercando di rimediare solo con le nostre forze".

E si difende dalle accuse di Gabrielli che ribadisce: il sindaco era perfettamente a conoscenza della gravità delle previsioni. "Sì le conoscevo - ha aggiunto -. Mi hanno anche preso in giro perché avevo deciso di chiudere le scuole anche se le previsioni di rischio erano molto modeste. E mi sono esposto alle critiche per il bene di Roma".

ROMA SOTTO LA NEVE ROMA TETTI IMBIANCATI DALLA NEVE

Ma il botta e risposta tra i due non si ferma e ai microfoni di SkyTg24 Alemanno spiega: "Qui siamo noi a accusare. Io sto diffondendo il bollettino meteo della protezione civile che parlava di 35 millimetri di neve su Roma giovedì". E continua ad attaccare Gabrielli: "Non ho niente da nascondere - ha proseguito il sindaco - noi facciamo il massimo che ci è possibile con i nostri mezzi. Se la protezione civile aveva dubbi sulla adeguatezza del sistema anti-neve della capitale ce li potevano comunicare prima. Io mi sono adeguato alle loro previsioni".

ROMA SOTTO LA NEVE

Il sindaco, come era accaduto anche per i riot londinesi, ha invitato i concittadini ad affiancarsi a che è impiegato nella pulizia delle strade: "Ci saranno dei punti di distribuzione di pale - ha spiegato-. Se ci sono dei cittadini attrezzati che vogliono dare una mano ai volontari, indicheremo dove distribuiremo delle pale, per fare in modo che ci sia un grande concorso anche della popolazione per liberare Roma dalla neve".

ROMA SOTTO LA NEVE

Intanto su Twitter spopolano i commenti su un account fasullo del sindaco che ha dato consigli ai suoi cittadini su come affrontare l'emergenza meteo e a cui molti hanno creduto. Ma lo staff del sindaco è intervenuto per smentire su Facebook con un comunicato: "Vi segnaliamo una gravissima sottrazione di identità verificatasi sul Social Network Twitter, ed avvenuta tramite una combinazione per niente casuale delle lettere del cognome del sindaco Gianni Alemanno". Ma se l'emergenza fake è stata risolta, quella del maltempo rimane.

ROMA SOTTO LA NEVE

LE CODE LUNGHE 280 CHILOMETRI - DALLE 12 ALLE 18 SENZA VEDERE UN MEZZO DI EMERGENZA
Paolo Conti per Corriere della Sera

Prima le immagini oleografiche e rassicuranti, da Bel Paese spendibile sui media di mezzo mondo. Benedetto XVI contempla piazza San Pietro imbiancata come la sua veste pontificia: c'è ancora l'albero di Natale, come da calendario liturgico, il tutto fa un effettone. La turista cinese fotografata dal marito davanti alla Fontana di Trevi quasi ghiacciata.

NEVICATA A ROMA DEL FEBBRAIO COLOSSEO jpeg

I fiocchi cadono nel Pantheon dal foro della cupola, dove altro può capitare qualcosa del genere? Il Colosseo e i Fori glassati. La felicità dei bambini. Villa Borghese trasformata nella Foresta Nera. L'inevitabile pupazzo di neve. La Lupa capitolina col manto candido, antica, fiera e altera.

ROMA SOTTO LA NEVE

Poi, le fotografie più autentiche, spietate, eloquenti, che certificano la paralisi di una Capitale. Quel calcolo lunare, 280 chilometri di code tra città e raccordo: il grande anello che collega le arterie di accesso e uscita in tilt, anche sei ore fermi da mezzogiorno alle 6 del pomeriggio senza vedere un solo mezzo d'emergenza. I lungotevere bloccati da una melma grigiastra e scivolosa. Ambulanze paralizzate con i malati a bordo, a sirene inutilmente spiegate. Auto abbandonate un po' ovunque perché si prosegue disperati a piedi, anche per chilometri, come succede nei film genere Day after.

ROMA SOTTO LA NEVE

Il «Muro torto», imponente costruzione di età repubblicana (sinuoso collegamento tra piazzale Flaminio e il quadrante Parioli-Policlinico) inservibile. La Cassia bis chiusa. I taxi spariti dalle stazioni, impantanati anche loro. La cittadella nazionale dell'informazione pubblica, ovvero Saxa Rubra, in affanno perché giornalisti e tecnici (incaricati proprio di raccontare l'Italia innevata) non riescono ad arrivare a metà della via Flaminia, trasformata in un blocco di lamiere.

ROMA SOTTO LA NEVE

Moto e motorini - unici mezzi con cui si può sopravvivere nella città dei Papi, degli Imperatori e del caos da traffico quotidiano - fuori gioco. Le proteste dei passeggeri dell'Atac, fatti scendere a metà percorso da molti bus non dotati delle caratteristiche tecniche previste nel «piano emergenza neve» e quindi non utilizzabili secondo la legge: tutti a piedi, unica e davvero incredibile soluzione possibile. Sul 63 a via Po, l'autista si ferma perché «è troppo pericoloso». I passeggeri gridano: «'a Schettino!» Ma poi, chissà per quale misterioso motivo, i pullman turistici continuano a girare per la città e a sbarcare passeggeri a pochi passi dagli alberghi.

ROMA SOTTO LA NEVE

La verità, assai amara per una capitale europea, è che Roma può sopportare tutto. Un Giubileo clamoroso come quello del 2000, con un anno di continue emergenze. Una beatificazione (Giovanni Paolo II) da un milione di persone in giro per le strade in una sola giornata. Riesce a sopravvivere ai black bloc e agli scontri con polizia e carabinieri, ai raduni sindacali più o meno oceanici, ai family day e ai gay pride . Potrebbe addirittura affrontare l'Olimpiade 2020, a colpi di grandi opere. Ma con la neve, no, niente da fare. La sconfitta è sicura. Nonostante lo stato di emergenza o addirittura di allarme da parte della Protezione civile.

ROMA SOTTO LA NEVE

Se lo ricorda molto bene Ugo Vetere, sindaco comunista di Roma, che nel 1985 vide la sua città sommersa da una nevicata epocale e, subito dopo, dalle polemiche della Dc («Capitale impreparata»!). Treni fermi, le linee telefoniche fisse saltarono (i cellulari sarebbero arrivati molti anni dopo), si scoprì l'assenza di un adeguato piano.

E i democristiani, che non digerivano l'onta di aver perso il Campidoglio cattolico, infierirono. Ieri c'è stato il bis, col nervosissimo ex An Gianni Alemanno nei panni di Vetere, alla sua seconda nevicata da sindaco (la prima, il 12 febbraio 2010, un record personale). L'opposizione ha svolto il suo compito. Il Pd ha attaccato il sindaco, accusandolo di impreparazione. Il Pdl lo ha difeso a spada tratta. Ma la scena sarebbe stata esattamente speculare se oggi al potere ci fosse stato il Pd.

ROMA SOTTO LA NEVE

La neve a Roma riesce a sospendere tutto: scuole, uffici pubblici, seminari e incontri politici (attività in cui Roma inevitabilmente eccelle). Blocca addirittura le liti politiche: niente consiglio di amministrazione della Fondazione Musica per Roma che avrebbe dovuto decidere come far votare lunedì Carlo Fuortes in vista di un altro consiglio, quello del Festival del cinema dove centrodestra e centrosinistra si stanno battendo all'arma bianca sul nome di Marco Müller, fortissimamente voluto da Alemanno e dal presidente della Regione Lazio, Renata Polverini.

ROMA SOTTO LA NEVE

Il voto di Fuortes è decisivo, intorno a Müller ballano milioni di euro: ci voleva la neve per far inceppare tutto, chissà come andrà lunedì, il presidente ultranovantenne Gian Luigi Rondi (ostile a Müller) probabilmente se la ride.

Chiuso per gelo anche il teatro Stabile romano, sia al teatro Argentina che nello spazio sperimentale India. In compenso Axel, la grande pista ghiacciata per pattinatori di piazza Mancini, ha spento le macchine refrigeratrici e aspetta un pienone nel weekend proprio per l'effetto neve. Niente Ivano Fossati all'Auditorium, il concerto era fissato per domani, domenica.

ROMA SOTTO LA NEVE

E sempre oggi sbarrati musei e aree archeologiche. Un'atmosfera da tempo di guerra, e invece si tratta di una gigantesca nevicata.

ROMA SOTTO LA NEVE

Che Roma non tolleri la neve si capisce persino da come i romani si muovono e camminano: incerti, a tentoni, come se dovessero sciare o pattinare, e invece basta procedere decisi ma con attenzione. Perché Roma, in fondo, è città balneare, il litorale con Ostia e Fregene è lì, a due passi, basta una mezz'ora e sei seduto davanti a un piatto di pesce di fronte al mare, che c'entra in tutto questo la neve.

E invece c'entra, e c'entrerà sempre di più, come dimostrano i mutamenti climatici che hanno ravvicinato il ritmo delle nevicate (2010, ora 2012). Sarebbe tempo di prenderne atto. Tutti. Centrodestra, centrosinistra, aziende di trasporto, Protezione civile. Smettendola con i comunicati e passando ai fatti.

 

 

DOPO VENT'ANNI DE BENEDETTI SVELA PERCHE' BERLUSCONI PERDETTE NEL 1994 PALAZZO CHIGI: AH LA STET...

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Franco Bechis per Libero

L'episodio è raccolto nel bel libro "Eutanasia di un potere" di Marco Damilano. E' Carlo De Benedetti a raccontare una cena finora restata inedita, appena Silvio Berlusconi approdò a palazzo Chigi nel 1994. E lo fa naturalmente scandalizzato: "Nel 1994 ci fu una cena organizzata da Agnelli in casa sua. Intorno al tavolo c'eravamo io, Marzotto, Romiti, Lucchini.

BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTI

Era una sorta di introduzione del Berlusconi premier di fronte all'establishment confindustriale. Agnelli gli dava del lei: ‘Adesso che è arrivato a palazzo Chigi, la prima cosa che Lei deve fare è la privatizzazione della Stet' (la società che controllava tutti i telefoni italiani).

Berlusconi e Agnelli (da Il Riformista)

Romiti si accodò immediatamente: ‘Assolutamente d'accordo con l'Avvocato, quello è un simbolo'. Berlusconi li bloccò subito: ‘Quella azienda ora è mia, va bene. Perché dovrei venderla?'. Il suo concetto politico era che lui era diventato lo Stato, non capiva perché bisognasse privatizzare".

De Benedetti è colpito nel racconto da questo identificarsi di Berlusconi con lo Stato, tanto da dire "la Stet è mia". Sinceramente, quel che colpisce è l'esatto opposto, che spiega assai meglio la storia di Italia. Un premier nuovo nel 1994 era appena stato eletto a sorpresa.

MARCO DAMILANO - EUTANASIA DI UN POTERE

Nel libro lo stesso De Benedetti rivela che a gennaio 1994 Agnelli pronosticava per Berlusconi al massimo il 3% dei voti. L'ingegnere era più generoso: il 10%. Berlusconi invece vinse, e un minuto dopo i veri padroni di Italia invitarono a cena il nuovo regnante imprevisto e gli ordinarono di vendere a loro la più grande azienda di telecomunicazioni del paese.

prodi berlusconi facetoface

In fondo Berlusconi era un industriale: non gradito, ma uno di loro, quindi doveva obbedire e in fretta. Lui non lo fece - e sì, disse in modo assai poco elegante e privo di cultura e di senso dello Stato: "La Stet ora è mia. Non ve la vendo". Dopo averlo detto perse palazzo Chigi. Nel 1996 al governo salì Romano Prodi. E vendette la Stet agli Agnelli a prezzo di supersaldo.

Quelli con il senso dello Stato portarono via dallo Stato il suo bene più prezioso, pagandone (poco) solo lo 0,67%, ma comandando. Non seppero fare nemmeno quello e dopo qualche anno dovettero gettare la spugna e trovarono chi aveva senso dello Stato che fece lievitare quel loro minimo investimento grazie all'Opa di Roberto Colaninno.

Viva il senso dello Stato! Ogni tanto questi racconti che emergono dopo venti anni sembrano tanto simili a quelle storie popolari in cui il bue dà del cornuto all'asino...

 

I CONTI NON TORNANO. CAPUTI MI HAI? - CHI CIURLA NEL MANICO NEL COLPO DA 18 MILIONI DI RICCARDO CONTI?

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Umberto Mancini e Massimo Martinelli per il Messaggero

Quattro magistrati, due ipotesi di reato, una maxiperizia appena cominciata. La procura di Roma sceglie la strada più diretta per fare chiarezza sulla sorprendente operazione immobiliare che ha consentito al senatore pdl Riccardo Conti di incassare diciotto milioni in un giorno, comprando un palazzo la mattina e rivendendolo la sera.

MARIO DURSO MASSIMO CAPUTI

E dal momento che a favorire un simile guadagno è stato il primo proprietario dell'immobile, cioè il fondo Omega della Idea Fimit sgr, sulla vicenda ha deciso di avviare accertamenti anche l'organismo di vigilanza della Banca d'Italia a tutela dei risparmiatori che hanno investito soldi in quel fondo.

ETTORE BERNABEI RICCARDO CONTI

Ma andiamo con ordine. Proprio l'entità della somma incassata da Conti ha convinto la procura di Roma a ipotizzare il reato di finanziamento illecito ad un parlamentare. Il secondo reato preso in considerazione dai procuratori aggiunti Nello Rossi e Alberto Caperna e dai sostituti Erminio Amelio e Corrado Fasanelli è la truffa che potrebbe configurarsi ai danni degli stessi risparmiatori del fondo Omega, ai quali sarebbe stato negato un guadagno maggiore da chi gestisce i loro soldi, cioè la Idea Fimit, se avesse venduto il palazzo direttamente all'ente di previdenza degli psicologi, al prezzo maggiorato di 18 milioni rispetto quello richiesto a Conti.

CORRADO PASSERA SUPERSTAR CON MOGLIE PALAZZO VENDUTO DA CONTI A VIA DELLA STAMPERIA

A questo punto vale la pena di ricordare i fatti: Riccardo Conti, senatore e agente immobiliare, mette a segno il colpo della vita a fine gennaio 2011, il giorno 31. Acquista di prima mattina una palazzina in via della Stamperia 64, pieno centro di Roma, alle spalle di piazza Fontana di Trevi. Fissa il prezzo in 26 milioni e mezzo, che si impegna a saldare con il venditore, cioè la società di gestione del risparmio Idea Fimit di Massimo Caputi, entro tre mesi.

RICCARDO CONTI

Subito dopo, lo stesso giorno, Riccardo Conti rivende quella palazzina ad Angelo Arcicasa, presidente del cda di Enpap, l'ente di previdenza e assistenza degli psicologi, che si impegna a pagare 44 milioni e mezzo. Cioè ben diciotto in più di quelli che Conti ha sborsato per acquistarlo poche ore prima. Per questo, la prima mossa della procura di Roma sarà quella verificare il reale valore di mercato di quella palazzina, anche tenuto conto dello stato in cui si trovava al momento della doppia compravendita.

EMMA MARCEGAGLIA MASSIMO CAPUTI

Se ne occuperanno gli investigatori del nucleo tributario della Guardia di Finanza, che dovranno stabilire anche i costi dei lavori di ristrutturazione che Riccardo Conti si impegnò ad eseguire a sue spese con il presidente di Enpap, per giustificare in qualche modo la lievitazione del prezzo pagato dall'ente previdenziale.

Ma la cosa che potrebbe incuriosire maggiormente gli inquirenti è che il piano terra della palazzina di via della Stamperia 64 è affittato a Intesa San Paolo, che a sua volta detiene il trenta per cento del fondo Omega, primo proprietario del palazzo. E che, almeno in apparenza, non si era accorta che qualcuno - cioè Idea Fimit - stava alienando una sua proprietà pro quota ad un prezzo decisamente inferiore a quello che si sarebbe potuto ottenere dall'ente di previdenza degli psicologi.

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E' anche per questo che gli ispettori di Bankitalia hanno deciso di accendere un faro sulla gestione del fondo Omega; l'organismo di sorveglianza intende infatti acquisire informazioni sulla transazione sia per verificare il rispetto delle norme sul riciclaggio che per valutare l'adeguatezza dell'organizzazione di quella Sgr (Società di gestione del risparmio).

A rendere sospettosi gli ispettori della Banca d'Italia c'è un precedente datato 2009, quando una verifica sul fondo Omega diede esito sfavorevole e la Banca d'Italia chiese alla Fimit di rivedere la governance e di rafforzare i controlli interni alla società. Sempre in quel periodo e per questi motivi, la Fimit subì una sanzione da parte di Bankitalia di 650mila euro, e si vide respingere, dall'istituto di via Nazionale, alcune autorizzazioni per creare nuovi fondi di investimento e per modificare alcuni assetti di quelli già esistenti.

2- CON MILLE EURO INCASSO' 18 MILIONI
Massimo Martinelli per il Messaggero

8cap11 massimo caputiMASSIMO CAPUTI E LUDOVICA ROSSI PURINI

A metterle in fila, le circostanze singolari di questa operazione immobiliare, si capisce perfettamente perché la Procura di Roma e anche la Banca d'Italia hanno deciso di intervenire. Per individuarle è sufficiente sfogliare l'atto di compravendita disponibile alla Conservatoria dei registri immobiliari. E poi incrociare le date dei pagamenti con le disponibilità di cassa della Estate Due, la società immobiliare del senatore pdl Riccardo Conti che ha condotto la doppia transazione.

Si scopre così che il 31 gennaio del 2011, il giorno in cui Conti acquista l'immobile dal fondo Omega gestito da Massimo Caputi e dalla sua Idea Fimit, nel portafoglio della sua società ci sono appena mille e sessanta euro. Eppure, quella mattina, la Estate Due si impegna a pagare 26 milioni e mezzo, e ad anticiparne cinque in pochi giorni.

Con quel contratto preliminare in mano, che certificava solo un impegno a comprare il palazzo di via della Stamperia, lo stesso giorno Riccardo Conti incontra il presidente dell'Enpap, e gli vende l'immobile con un ricarico di diciotto milioni. Chiedendo un anticipo di sette milioni da pagare in tempi rapidi. E in effetti i tempi saranno talmente rapidi da consentire a Conti di versare - tre giorni dopo - i cinque milioni di acconto che doveva a Massimo Caputi.

Così prima ancora di aver sottoscritto un rogito, il senatore pdl aveva già incassato due milioni senza sborsare nulla di tasca propria. Tre mesi dopo, Riccardo Conti deve saldare il conto con Idea Fimit, che gli ha venduto il palazzetto. Così un giorno prima del termine, cioè il 29 aprile 2011, Conti prende appuntamento con il presidente dell'Enpap per l'atto di vendita definitivo del palazzo che ancora deve pagare. In quella occasione incassa una tranche di altri 26 milioni e mezzo, e può agilmente versare i 21,5 che servono per saldare Idea Fimit di Caputi.

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E anche in questa circostanza realizza un utile immediato di cinque milioni tondi, che sono la differenza da quanto incassato da Enpap e quanto versato a Caputi. A questo punto della storia è necessario fare un passo indietro, a quando Angelo Arcicasa, presidente dell'Enpap, aveva accettato di versare quei sette milioni di anticipo ad un senatore che certamente conosceva, ma che non era ancora formalmente proprietario di quello che stava vendendo.

La risposta è nelle carte: Riccardo Conti garantiva il buon esito dell'operazione con ben due fideiussioni. Che però appaiono assolutamente inadeguate. Di più: per un'operazione compiuta da un ente previdenziale come l'Enpap sottoposto al controllo del ministero del Lavoro, erano assolutamente inaccettabili. Perché a garantire Riccardo Conti non era una banca o alcune ipoteche sui suoi beni immobili, bensì la società Estate Due, con i suoi mille e sessanta euro di cassa.

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Non è tutto, perché a confermare che il presidente di Enpap fosse decisamente ben disposto verso il senatore Conti è la delibera del cda dell'ente previdenziale che autorizza le trattative con la Estate Due per l'acquisto dell'immobile di via della Stamperia. E' datata novembre 2010, cioè due mesi prima del preliminare. Quando però la palazzina in questione è ancora di proprietà del fondo Omega gestito da Caputi, che la vendeva a 26 milioni e mezzo.

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Dopo l'acquisto, che qualcuno potrebbe definire «incauto», il presidente dell'Enpap ha voluto precisare che il maggior prezzo è stato pagato perché l'impegno del senatore Conti era quello di provvedere alle spese di ristrutturazione. Ma siccome la maggiorazione è di diciotto milioni, appare difficilmente dimostrabile che un palazzo che costa 26 milioni e mezzo possa avere bisogno di una ristrutturazione da diciotto milioni, anche tenuto conto del buono stato in cui appariva l'immobile al momento della cessione, tale da consentire a Intesa San Paolo di aprire una importante filiale al piano terra.

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Ma la questione principale riguarda l'effettiva consapevolezza, da parte Massimo Caputi, del fatto che Riccardo Conti avrebbe chiuso un vantaggiosissimo affare rivendendo quel palazzo. Soprattutto dopo che si è appreso che una delle società che valutò in 44 milioni il valore dell'immobile per conto di Enpap, era la Ingenium Real Estate. Che tra i suoi clienti più importanti ha pure alcuni fondi di investimento gestiti proprio dalla stessa Idea Fimit di Massimo Caputi.

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NEMMENO LA NEVE CHE HA BLOCCATO TUTTI DAVANTI AL TELEVISORE, FA DECOLLARE “LE INVASIONI BARBARICHE” DI BIRIGNAO BIGNARDI

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Tvblog.it

La quarta puntata del varietà Attenti a quei due - La Sfida, condotto da Paola Perego con Mara Venier e Lorella Cuccarini, ha totalizzato 4.404.000 telespettatori, share 17,13%.
La serie in replica Senza Traccia ha ottenuto nel primo episodio 2.236.000 telespettatori, share 7,34%; nel secondo 2.514.000 8,64% e nel terzo, 2.089.000 8,59%.

paola perego toplesslapr35 paola perego ischia

Per il ciclo Red Carpet, il film in prima tv Milk con Sean Penn ed Emile Hirsch, ha catturato 908.000 telespettatori, share 3,23%.
La quarta puntata del varietà comico Di Gino&Michele e Giancarlo Bozzo, Zelig, condotto da Claudio Bisio e Paola Cortellesi, ha divertito 5.866.000 telespettatori, share 22,45%.
Il tv movie in prima visione True Justice - Giustizia letale, con Steven Seagal, ha raccolto 1.953.000 telespettatori, share 6,86%.

Il programma di cronaca Quarto Grado, condotto da Salvo Sottile con la partecipazione di Sabrina Scampini, ha interessato 2.929.000 telespettatori, share 11,42%.
Il Talk show Le Invasioni Barbariche (recensione) condotto da Daria Bignardi con ospite tra gli altri Geppi Cucciari, ha intrattenuto 1.096.000 telespettatori, share 4,53%.

BISIO CORTELLESIVENIER-PRESTA-CARRARO

ACCESS PRIME TIME
Il programma Qui Radio Londra condotto da Giuliano Ferrara è stato visto da 4.389.000 telespettatori, share 14,92%. Il game show Soliti ignoti condotto da Fabrizio Frizzi ha ottenuto una media pari a 5.054.000 telespettatori, share 16,85%.

saviano-bignardi

Per ridere insieme a Stanlio e Ollio con Stan Laurel ed Oliver Hardy ha divertito 1.839.000 telespettatori, share 6,46%. Blob - Di tutto di più ha intrattenuto 1.640.000 5,92% e la soap opera Un posto al sole da 2.480.000, share 8,36%.
Il tg satirico di Antonio Ricci Striscia la Notizia condotto da Ezio Greggio e Michelle Hunziker con le veline Federica Nargi e Costanza Caracciolo, ha registrato una media di 8.297.000 telespettatori share 27,70%.
La serie in replica CSI: Scena del Crimine ha catturato una media di 1.499.000 telespettatori, 5,12% di share.

La serie Walker Texas Ranger interpretata da Chuck Norris è stata seguita da una media di 1.970.000 telespettatori, share 6,65%.
Il programma di approfondimento Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber ha riportato una media di 1.673.000 share 5,60%.

Dopo il salto, i dati Auditel del Preserale, DayTime, della Seconda Serata e delle edizioni principali dei TG delle reti generaliste. Inoltre, le Fasce Orarie del digitale terrestre e, non appena disponibile, in tarda mattinata il comunicato di Sky.

 

 

MONTI DE CHE? - LA CONFERMA DI GABRIELLA ALEMANNO ALL’AGENZIA DEL TERRITORIO È INACCETTABILE

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Marco Lillo per Il Fatto

Mario Monti ieri ha perso una grande occasione. Il presidente del Consiglio ha confermato i capi delle Agenzie fiscali e alcuni dirigenti ministeriali nonostante il sistema dello spoil system gli avrebbe permesso di fare piazza pulita rispetto all'era berlusconiana. In alcuni casi la conferma era una scelta condivisa, in altri il governo ha dovuto tener conto della maggioranza traballante.

GIANNI ALEMANNO BARBARA SALTAMARTINI Gabriella Alemanno ADS

In un caso si è passato il limite della decenza: la conferma di Gabriella Alemanno all'Agenzia del Territorio è l'epitaffio sull'era della sobrietà. Quella nomina "su proposta del ministro dell'Economia", cioè Monti, è inaccettabile per chi ha letto le note spese pazze dell'Agenzia, rivelate dal Fatto. Sotto la guida del direttore Alemanno i costi di rappresentanza e comunicazione sono aumentati da 100 mila euro a oltre un milione l'anno.

Lady Alemanno, detta anche "Alè-magno", ha consumato pranzi per migliaia di euro nei migliori ristoranti d'Italia e ha sperperato decine di migliaia di euro per sponsorizzare mostre, convegni ed eventi come il Meeting di Rimini (50 mila euro) dove saliva sul palco come oratrice e si faceva notare a spese nostre. Per non parlare dei gioielli e delle celeberrime uova di struzzo donate a non meglio precisate autorità straniere.

A Cortina, dopo aver speso 42 mila euro per sponsorizzare la manifestazione alla quale era invitata con il fratello, ha pagato la cena per entrambi. Con i soldi pubblici. Cosa deve fare di più un dirigente per non essere confermato da Monti?

cmplalmnn21 gabriella alemanno isabella rauti alemanno

Il premier aveva promesso di approfondire il dossier nella conferenza di fine anno tra una risatina e l'altra. Invece non ha fatto nulla e ha confermato al suo posto un simile campione dello spreco. È stata aperta solo un'inchiesta dal servizio Audit dell'Agenzia del Territorio. Per scoprire chi ha passato le carte al Fatto, però. Non certo per capire chi andava a cena a Venezia con Gabriella Alemanno e altri commensali illustri al ristorante Fiore pagando 850 euro. A quella cena c'era anche il capo del servizio Audit.

Ma a Monti questo (forse) non interessa.

 

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