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I FESSI DI FACEBOOK-QUANTO VALE"LA VITA DEGLI ALTRI" CHE AFFIDANO LA PROPRIA IDENTITÀ A FACEBOOK?100 MILIARDI DI DOLLARI

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Vittorio Zucconi per "la Repubblica"

logo facebook

Quanto vale "la vita degli altri"? Quanto rende frugare nelle amicizie, nella storia privata, nei gusti, nelle abitudini, negli interessi, nelle debolezze degli 800 milioni di esseri umani che affidano la propria identità, dunque la propria vita, alla società creata da Mark Zuckerberg, a Facebook?

Vale fra gli 80 e 100 miliardi di dollari, secondo le prime stime di Wall Street dove il massima «social network» del mondo sta depositando i documenti necessari per essere quotata in Borsa. Almeno ottanta miliardi saranno la somma investita da chi vuol sapere chi sono e che cosa fanno 800 milioni di persone. Dieci centesimi a testa. Ci vendiamo a buon mercato.

ZUCKERBERG

Dalle lunghe e gelide orecchie della «Stasi» tedesco orientale, che voleva sapere tutto di tutti per opprimere i cittadini, alle carinerie delle pagine di Facebook per scambiarsi amicizie vaporose, l'intrusione di grandi fratelli e di grandi sorelle nel nostro privato ha traslocato dalla dittatura della politica alla tirannide del commercio. Chi punterà fortune sulla creatura dell'ex studente fuori corso di Harvard - a quasi 28 anni non ancora laureato, ma difficilmente classificabile come «sfigato» - non sembra avere, per ora, sinistri interessi o secondi fini politici.

MARK ZUCKERBERG

Per ora Chi investirà probabilmente centinaia di miliardi, molto più delle sempre prudenti previsioni degli analisti della Morgan Stanley che gestirà l'Opa al prezzo di mezzo miliardo di dollari (Google fu offerta a 90 dollari e oggi è oltre i 500 ad azione) lo farà non per diventare tuo «amico», nella semantica dolce dei Facebook. Lo farà per mettere le mani sulla più colossale banca dati che il mondo abbia mai visto.

Un oceano di uomini e donne, dunque di consumatori o supporter potenziali, in ogni continente, quale neppure la Cia o il vecchio Kgb avrebbero mai osato sognare. Persino il grande gorilla della Rete, Google, ha tentato inutilmente di emulare Zuckerberg, con il suo Google+. Si è fermato, finora, a 60 milioni di utenti.

FACEBOOK

A propria difesa, e non a torto, il Grande Minatore del Web che ora mette la propria vena aurifera a disposizione di investitori, azionisti, società e di tutto l'esercito di «fund raiser», di professionisti della raccolta di fondi per beneficenza o per finanziamenti politici, può opporre la circostanza di fondo straordinaria sulla quale si regge questo impero: la assoluta volontarietà di chi si offre.

Non ci sono forme di coercizione, né spioni con cuffie e cimici ambientali, dietro il successo di Facebook. C'è soltanto la natura umana, il desiderio di spezzare il cerchio del proprio piccolo mondo quotidiano e illudersi di volare nello spazio, e a ritroso nel tempo, senza muoversi dalla propria stanza, per stabilire un contatto o riallacciare i fili del tempo perduto.

Google

Su questa umanissima e universale debolezza si fiondano i venditori di cose, di servizi e sempre più anche di iniziative politiche, nella super Catena di Sant'Antonio che supera anche i limiti strutturali dei blog e l'angustia dei tweet. L'incubo della pubblicità è sempre la ignoranza del proprio «target», che spinge a sprecare investimenti a pioggia rovesciati sperando di bagnare il campicello giusto.

Queste sono la promessa dei «social network» oggi in vendita e la implicita violazione volontaria della privatezza: offrire il «cliente perfetto», l'uomo, la donna, il ragazzo con il profilo ideale per il proprio prodotto ed evitare di gettare denaro bersagliando fanciulle con offerte di dopobarba o baffuti signori con nuove varietà di rossetti.

yahoo

La rotta di collisione fra privacy e interessi commerciali (o politici) è così evidente che persino la Microsoft, che pure aveva tentato invano di battere la stessa strada e da sempre arranca all'inseguimento di altri nell'oceano del Web, si è sentita in dovere di denunciare con pagine di pubblicità sui giornali i rischi dell'invadenza (altrui).

L'ingresso in Borsa imporrà infatti a Facebook ancora più accanimento nello scavare e nell'estrarre le pepite d'oro dalla propria miniera. Esposta allo scrutinio delle autorità americane di Borsa, la Sec, e soprattutto degli investitori, la creatura di Zuckerberg dovrà dare ai venditori, agli inserzionisti, ai cercatori di liste di potenziali benefattori o finanziatori o elettori notizie sempre più mirate e precise, sperando che quegli 800 milioni continui a offrirsi spontaneamente e liberamente sul mercato.

LinkedIn

Per questo esiste, perché Facebook, come Google, come Yahoo, come Linkedin, come tutte le «majors» della «libera ricerca in libera rete» trascurano il fatto di essere aziende a fini di lucro, non enti benefici. È un rischio, l'ingresso in Borsa e la condanna a crescere e scavare ancor di più nelle vite degli altri, per Facebook. Ma come aveva capito Phineas T Barnum, l'inventore dei musei dei falsi orrori 150 anni or sono, «nessuno è mai andato fallito investendo sulla credulità della gente».

 


NEL 2006 UNA LEGGINA ASSICURA 5 ANNI DI CONTRIBUTI ANCHE A QUEI PARTITI SPARITI CON LE ELEZIONI DEL 2008

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Paolo Baroni per "la Stampa"

SILVIO BERLUSCONI SCATENATO RACCONTA UNA CONQUISTA

Può sembrare un paradosso che 20-30 milioni di euro restino sul conto di un partito, che tra l'altro nel frattempo non esiste nemmeno più, senza che i beneficiari - quelli che in una società privata sarebbero chiamati gli azionisti - di quei soldi ne se preoccupino più di tanto. Al punto da farseli fregare dal proprio tesoriere. Eppure se il caso-Lusi una cosa insegna è che ai partiti, nonostante il referendum che nel 1993 ha abolito il finanziamento pubblico, arrivano ancora tanti soldi. Troppi soldi.

Prebende per miliardi In 14 anni, tra le politiche del marzo 1994 e quelle dell'aprile del 2008 le forze politiche italiane hanno incassato la bellezza di 2,25 miliardi di euro. Di cui quasi un miliardo solo con le tornate elettorali del 2006 e del 2008.

luigi lusi

A colpi di leggi e leggine i partiti, tutti senza distinzione di sorta, negli ultimi anni hanno via via rimpolpato il loro tesoretto. Nell'aprile 1993 il governo Amato reintroduce un «contributo per le spese elettorali» pari a 1600 lire per ogni italiano che risultava al censimento, anche quelli che non avevano diritto al voto.

Le politiche dell'anno seguente, il 1994, portano così nelle casse dei partiti 46,9 milioni di euro di oggi, altri 23,4 arrivano con le europee che seguono di lì a poche settimane. Prodi nel 1997 introduce il 4 per mille a favore dei partiti con uno stanziamento di 56,8 milioni l'anno. Ma una norma transitoria valida solo per il primo anno alza lo stanziamento a 82,6 milioni di euro nonostante le scarsissime adesioni dei contribuenti.

FRANCESCO RUTELLI

Col governo D'Alema, nel 1999, si ritorna al finanziamento pubblico pieno, vengono così definiti 5 fondi per il rimborso delle spese elettorali (elezioni di Camera, Senato, Parlamento europeo, consigli regionali e referendum) e al contempo la quota «procapite» sale da 1600 a 4000 mila lire.

Però, almeno, la base di calcolo viene un poco ridotta: non si tiene più conto dell'intera popolazione nazionale ma solo degli iscritti alle liste elettorali della Camera. In caso di legislatura piena ogni anno vengono così erogati ai partiti 193,7 milioni di euro. Ma è anche previsto che in caso di interruzione anticipata della legislatura il fiume di denaro venga sospeso. E così le europee del 1999 costano alle casse pubbliche 86,5 milioni di euro, 85,9 le regionali del 2000, e ben 476,4 milioni di euro le politiche dell'anno seguente.

PIER LUIGI BERSANI

Dalla lira all'euro Nel 2002 il governo Berlusconi cambia l'importo del rimborso per elettore: è arrivata la moneta unica europea e dalle 4 mila lire di tre anni prima si passa a 5 euro. Anche peggio, insomma, di quel cambio 1 a 1 tante volte contestato a ristoranti e bar in quei tempi. L'ammontare da erogare in caso di legislatura completa in questo modo aumenta più del doppio, si passa infatti da 193,7 milioni di euro a 468,8. L'ultimo «colpo» arriva nel 2006, ancora governo Berlusconi: la legge 5122 stabilisce infatti che l'erogazione sia dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura indipendentemente dalla sua durata effettiva.

Fantastico quel 2006! E' esattamente l'anno in cui la Margherita inizia ad incassare milioni su milioni forte di un significativo risultato elettorale. Inizia però anche una fase di grandi trasformazioni che vedranno il partito di Rutelli e Franceschini fondersi coi Ds, An unirsi a Forza Italia per dar vita al Popolo delle libertà. Comincia insomma la stagione dei cosiddetti «partiti fantasma» che, anche se non esistono più (la Margherita si estingue a inizio 2007), incassano come se nulla fosse i contributi elettorali sino a tutto il 2011.

antonio di pietro idv

E poco importa se nel 2008 si torna alle urne, la leggina di due anni prima garantisce comunque cinque anni di pagamenti. A Forza Italia vanno in tutto 96 milioni di euro, al Pd 74, 42 alla Margherita e via di questo passo. Anche le forze minori, come i Verdi, Rifondazione, l'Udeur, che per una ragione o per l'altra, si sono scissi, spaccati, fusi e riaggregati in varie forme incamerano quattrini, milioni su milioni.

Doppio incasso La sovrapposizioni tra i contributi della legislatura 2006-2011 e quella che inizia nel 2008 fa letteralmente esplodere il costo dei rimborsi elettorali. Si passa infatti dai 201,2 milioni del 2006 ai 290,5 di due anni dopo, cifra che poi scende a 168,4 nel 2009 e risale poi a 289,8 l'anno seguente.

NIKI VENDOLA

Dal 2011 in poi, finita la sovrapposizione con la precedente legislatura ed in seguito ad una serie di interventi che mirano a calmierare questa voce di spesa (dalla Finanziaria del 2008 che taglia 20 milioni di euro l'anno, al decreto 98 del 2011 che riduce i fondi di un altro 10%), si inizia a scendere: 189,2 milioni nel 2011 e nel 2012, 165,1 nel 2013, 153,7 nel 2014 e 143,3 nel 2015.

Tanto? Poco? Uno studio del tesoriere del Pd Antonio Misiani, che cita dati della Camera, sostiene che «dal 2013 in termini pro-capite i fondi destinati ai partiti saranno inferiori al livello della Germania (che nel 2011 ha speso 458 milioni di euro) e della Spagna (che staa quota 131) e superiori alle previsioni di spesa di Francia (161,9 milioni) e Regno Unito (8,1 milioni di euro).

Gianfranco Fini

Entrate e uscite Come certifica la Corte dei Conti, e come denunciano da tempo i radicali, la realtà però è un'altra: non solo dal 1993 ad oggi il finanziamento pubblico ai partiti è lievitato del 600%, ma i rimborsi sono almeno i triplo delle spese effettivamente sostenute dai partiti per le campagne elettorali.

Solo per stare al magnifico 2006: Forza Italia ha speso 50 milioni e ne ha incassati 128,7, An ne ha spesi 6,2 e ne ha incamerati 65,5, i Ds 9,9 ricevendone 46,9, la Margherita 10,4 riprendendone 30,7. Poi c'era l'Ulivo (simbolo comune a Ds e Margherita) che ha documentato spese per 7,6 milioni ed ha ottenuto rimborsi per 80,66. Idem gli altri partiti minori: Rifondazione (1,6 contro 34,9) Udc (12,38 contro 36,6) Lega Nord (5,1 contro 22,.4). Totale generale: spese accertate 117,368.302,29 euro, rimborsi assegnati 498.562.255,55 euro. Un incredibile, ingiustificato, 324,78 per cento in più.

 

TUTTI INC-LUSI NELLO SCANDALO? - IL CASO LUSI MINACCIA DI ALLARGARSI A MOLTI ESPONENTI DEL CENTROSINISTRA

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Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

PRIMO GREGANTI

L'incubo è che Luigi Lusi si trasformi nel compagno L, parente stretto di Primo Greganti, il compagno G che si assunse tutte le responsabilità delle tangenti coprendo i vertici del Pci. Leggende, dissero i dirigenti comunisti. Ma così Greganti è passato alla storia lasciandosi dietro una scia di sospetti e veleni. Adesso tocca al tesoriere della Margherita che si è appropriato della cassa del suo vecchio partito. In pochi credono possa aver fatto tutto da solo, che abbia usato il malloppo, 13 milioni, solo per faccende personali.

Arturo Parisi - Copyright PIzzi

C'è un brutto clima nel Pd e soprattutto tra gli ex della Margherita. Cellulari spenti, parole a mezza bocca. L'inchiesta non è finita. Verranno chiamati Arturo Parisi e Enzo Bianco. Forse altri. Qualcuno dice: «Questa storia non si ferma a Lusi». Ecco l'incubo. Tira un'aria strana. In molti cercano un avvocato.

Francesco Rutelli, che della Margherita è stato l'ultimo leader e per cui Lusi era l'uomo di fiducia, si difende al telefono: «Co-intestatario del conto? Sì, una volta ho firmato un foglietto ed è finita lì. Mai fatto un bonifico, un assegno, un versamento. Faccio il politico, non il ragioniere». Lusi finanziava le correnti nel Pd ereditate da Democrazia e libertà, spiega un dirigente di quel partito che non vuole apparire. Fioroni, Franceschini, Rutelli, i big di Dl prima dello scioglimento. Accuse pesanti.

ENZO BIANCO

Alle quali il capogruppo democratico alla Camera risponde portando le cifre della sua campagna per le primarie a segretario, anno 2009. Spesa totale: 249 mila euro. «Confermo - dice Mario Adinolfi, testa calda e geniale della Margherita -. Io ero alla macchina organizzativa, avevamo mezzi poverissimi. Ma non ci credo a Lusi mela marcia isolata, la sua vicenda può diventare imbarazzante per molti. Il finanziamento pubblico è criminogeno. Troppi soldi ai partiti».

FRANCESCO RUTELLI

Franceschini incassa anche la difesa di Parisi. «Lusi mi disse di avergli dato 4 milioni. Non ci ho mai creduto, mentiva». La cifra che aveva insospettito Parisi spunta nel bilancio del 2009: 6.952.447 euro per spese di comunicazione e propaganda. Quando la Margherita era già morta da due anni, uno zombie che spendeva cifre folli per fare politica. Lettera43.it già ieri sera pubblicava il bilancio "incriminato".

Beppe Fioroni è tra i pochi a prendersi la briga di spiegare. «Premessa: Lusi dev'essere impazzito. Io ho conosciuto un cerbero che non faceva debiti e teneva le finanze del partito in ordine». Poi continua: «Il finanziamento di iniziative di ex dirigenti della Margherita confluiti nel Pd o comunque rimasti nel perimetro del centrosinistra è previsto dallo statuto di Dl, anche dopo la sua scomparsa.

DARIO FRANCESCHINI

Diverso è se Lusi ha dato soldi a dirigenti usciti dal centrosinistra pur rimanendo all'opposizione di Berlusconi o addirittura a persone confluite nel centrodestra». In parole povere: dopo la scissione, l'Api non poteva più avere risorse da Lusi e tantomeno, per esempio, il liberaldemoratico Italo Tanoni entrato e uscito dal centrodestra numerose volte.

Mauro Agostini è stato tesoriere del Pd durante la segreteria Veltroni. Ingaggiò un duello furente con il tesoriere dei Ds Sposetti e con Lusi per ritrovarselo compagno in Modem. Agostini fa una proposta choc: «Ormai non bastano i revisori, non basta il bilancio certificato come ha il Pd dalla sua fondazione. Le forze politiche devono portare i bilanci alla Corte dei conti, anche se sono associazioni private. Private ma sostenute solo dal pubblico». Gli ex diessini in questa storia si tengono alla larga.

senato16 giuseppe fioroni

Vedi il caso del loquace Ugo Sposetti, il maggior esperto di bilanci e rimborsi elettorali.
«Non parlo», risponde. Ma Bersani non può fare finta di niente: Lusi ha la tessera del Pd. Lunedì i garanti lo sospenderanno, se patteggia scatterà l'espulsione. C'è un brutto clima. Stasera era fissata una riunione dei big della Margherita per scegliere una linea di difesa. Annullata: «Non è il momento adatto». In ordine sparso, ognuno farà i conti con l'inchiesta e i sospetti. Rutelli stasera andrà in televisione.E ripete: «In questa storia spuntano persone che neanche conosco».

ie04 ugo sposetti

 

DOPPIA PROVOCAZIONE INGLESE ALL’ARGENTINA: ALLE FALKLAND UNA NAVE DA GUERRA E IL PRINCIPE WILLIAM AD ADDESTRARSI

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Giulia De Luca per "Il Riformista"

PRINCIPE WILLIAM

L'uscita in Argentina del film sulla vita di Margaret Thatcher arriva in un momento difficile e di grande tensione diplomatica con la Gran Bretagna. La questione delle isole Malvinas, Falkland in inglese, è al momento un tema centrale della politica interna e internazionale. «Le isole Falkland appartengono alla Gran Bratagna, e io le rivoglio indietro» tuona risoluta Marilyn Streep in una scena del film, così come disse Margaret Thatcher prima di contrattaccare, e riconquistare, le Malvinas.

E se fino a pochi mesi fa la pellicola avrebbe si fatto discutere, ma fino a un certo punto, la sua uscita prevista per domani a solo due mesi dalla data del 30° anniversario della guerra e in pieno botta e risposta tra i governi argentino e inglese, è destinata ad aprire dibattiti piuttosto accesi sia a livello politico che tra gli spettatori.

Margaret Thatcher

Solo negli ultimi giorni è stato annunciato l'arrivo alle Malvinas di una delle navi da guerra più letali dell'armata inglese, il "Hms Dauntless" tipo 45, che, secondo alcune dichiarazioni della marina britannica, sarebbe in grado di «abbattere gli aerei argentini appena decollano dalle loro basi. Questo darà a Buenos Aires il tempo per riflettere seriamente». L'invio della nave era previsto da mesi, affermano dalla marina inglese, ma dalla Casa Rosada è stato visto come un tentativo di intimidazione.

Che, unito all'arrivo del principe William nelle isole per un addestramento militare di sei settimane, definito «provocazione» da Buenos Aires, ha avuto l'unico risultato di inasprire ulteriormente le relazioni tra i due governi. Il ministero degli Esteri argentino ha emesso un comunicato in cui dichiara di «rifiutare l'idea della militarizzazione» del conflitto per la sovranità sull'arcipelago e afferma di essere «dispiaciuto» del fatto che il nipote della Regina arrivi «con l'uniforme da conquistatore» e non con «la saggezza dello statista che lavora al servizio della pace e del dialogo tra le nazioni».

Kirchner Argentina

La tensione diplomatica tra i due paesi, mai risolta, è aumentata a settembre scorso quando la presidente Kirchner, durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha minacciato di cancellare i voli settimanali che dal Cile arrivano alle isole Malvinas, se l'Inghilterra non avesse accettato di aprire il dialogo riguardo alla questione della sovranità sulle isole. Poi, in assenza di risposte da Londra, il 20 dicembre scorso la Kirchner ha chiesto e ottenuto l'appoggio dei paesi del Mercosur per vietare l'attracco di qualsiasi nave battente bandiera delle Malvinas.

L'Inghilterra ha reagito accusando l'Argentina di essere «colonialista», affermazione che ha fatto sorridere più di una persona e generato la facile risposta della Casa Rosada: «Mi sembra assolutamente offensivo - ha dichiarato il ministro degli Interni, Florencio Randazzo, pochi giorni fa - soprattutto visto che l'accusa arriva da un paese come la Gran Bretagna. La storia mostra chiaramente qual è stato sempre il suo comportamento con il resto del mondo».

isole Falkland

La guerra delle Malvinas, occupate dall'Inghilterra nel 1833, venne cominciata dalla dittatura militare argentina nel 1982. La giunta aveva bisogno di rilanciare la sua immagine, e il riscatto dell'arcipelago sembrò al Presidente militare Leopoldo Galtieri un'ottima occasione per fare del patriottismo un'arma di riconquista dell'elettorato argentino. Pochi giorni dopo l'invasione, le navi inglesi partirono per i mari del sud. La guerra causò la morte di circa mille soldati, di cui più di due terzi argentini e screditò il governo di Galtieri, che fu costretto a dimettersi permettendo cosi, nel 1983, il ripristino della democrazia nel paese sudamericano. La Thatcher, invece, fu aiutata nella rielezione proprio grazie alla riconquista delle isole.

Il fare della questione Malvinas un punto di forza per risollevare un governo in crisi è ancora oggi la critica più frequente mossa al premier inglese David Cameron, che secondo molti analisti argentini vorrebbe usare questa polemica per distogliere l'attenzione del popolo britannico da altri problemi ben più gravi, come quello della disoccupazione.

L'Argentina da parte sua non si è mai rassegnata alla perdita delle Malvinas, complice anche la scoperta di nuovi giacimenti petroliferi attorno all'arcipelago. «Stanno saccheggiando le nostre risorse naturali, il nostro petrolio, la nostra pesca», ha affermato la Kirchner pochi giorni fa nel discorso pronunciato al rientro dalla convalescenza dopo l'operazione alla tiroide. Ma Londra è inamovibile. E, nel dubbio, manda la nuova flotta.

 

SILVIO BERLUSCONI E VITTORIO SGARBI (DIO LI FA E POI LI ACCOPPA): “IN PARADISO C’E’ DI TUTTO, ANCHE IL BUNGA BUNGA”

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VIDEO: SGARBI: "ECCO PERCHE' BERLUSCONI HA LE ORECCHIE GRANDI": http://video.corriere.it/sgarbi-ecco-perche-berlusconi-ha-orecchie-grandi/da7d3f0a-4d83-11e1-bd39-8bec83f04289

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

Mattia Feltri per "la Stampa"

VITTORIO SGARBI VITTORIO SGARBI

Di solito funziona così: spunta una donnona con scollatura maestosa, ne spunta una seconda, una terza, e poi di certo apparirà come immagine mistica Silvio Berlusconi. Se dalla terza si sale alla quarta e alla quinta, state certi che dall'alto dei cieli calerà anche Vittorio Sgarbi.

Ieri è accaduto nella più solenne delle solenni stanze di Montecitorio, quella del Mappamondo gremita di abruzzesi a cui prudevano le mani dall'eccitazione di vedere lì, ospite d'onore, un celebre figlio della loro terra: l'onorevole Antonio Razzi. Dall'Abruzzo partì giovane - al pari di un Benedetto Croce, di un Ignazio Silone - per andare incontro a una vita laboriosa, come ha detto Silvano Moffa che di Razzi è il capogruppo in Popolo e Territorio, evoluzione dei Responsabili.

SPETTATORE CON PANAMA

Insomma, che è successo? Be', questo Razzi, noto ai cronisti e ai lettori di politica per essere improvvisamente passato ai Responsabili dall'Italia dei Valori nella indimenticabile giornata del 14 dicembre 2010, quella del golpe fallito da Gianfranco Fini e della nascita della stella di Domenico Scilipoti (ieri presente con una competitiva semicapigliatura catramata), ecco, questo Razzi presentava la sua biografia titolata Le mie mani pulite (il Borghese editore).

UN PASTORE SVIZZERO FANS DI RAZZI

E le mani saranno senz'altro linde, e per di più c'era Berlusconi a confermarlo, sicché truppe di fans si sono riunite nella Sala del Mappamondo, come si è detto gli abruzzesi febbrili per Razzi, i pidiellini spiritati per il carnale manifestarsi del capo.

Sgarbi è sorto con sublime ritardo seguito da una scoppiettante combriccola. Nell'ordine c'erano una certa Carmen Castellani da Montecarlo, alta uno e novantaquattro secondo gli accreditamenti di Sgarbi. «Non è vero, sono uno e settantotto a piedi nudi», precisava la ragazza. Era venuta alla presentazione della biografia di Razzi perché si sente «una cittadina del mondo». Seguiva Tania Riccò, assessore alla Legalità di Salemi, come Razzi già dell'Idv, movimento abbandonato, ricorda Sgarbi, poiché Antonio Di Pietro si oppose alla nomina della ragazza a vicesindaco.

TAVOLO DEI RELATORI SILVIO BERLUSCONI

«E' soltanto perché è prosperosa», dettagliava Sgarbi all'ombra della traboccante dote. La Riccò era salita a Roma per un così curioso appuntamento perché si considera «un battitore libero». Chiudeva la brigata una non notissima ma esorbitante pornostar, Vittoria Risi, molto nota nel web per le abbondanze: «Sono ammirata da questo Razzi, è uno che si è dato da fare». Già, nessuno dei tanti cervelloni presenti era stato capace di inquadrare la situazione meglio della Risi. La quale, comunque, transitava nelle sacralità del legislativo soltanto per stare avvinta a Sgarbi: «E' un uomo che mi arricchisce».

SILVIO BERLUSCONI

Capirete, è tutto passato in secondo piano. Berlusconi non aveva una gran voglia di celebrare la biografia, sebbene fosse una novità assoluta che Razzi ne possedesse una, e però bastavano la presenza e la gratuità del gesto. Dall'incontro è uscita un'aneddotica scarna.

UN PASTORE SVIZZERO FANS DI RAZZI

Razzi giovanotto che a Giuliano Teatino va al bar a vedere Carosello, e il privilegio gli costa una consumazione, la più economica, una gazzosa. Razzi cresciutello che va a lavorare a Emmenbrücke nel Canton Lucerna, Svizzera, portando con sé il sogno di una Vespa, e lo realizzerà. Razzi parlamentare ormai poco incline all'italiano - troppi anni a parlar tedesco - che quando in aula non capisce si rifugia nelle spiegazioni di Maurizio Paniz.

Berlusconi era piuttosto nervoso perché Sgarbi aveva nel frattempo accennato con perfida ambiguità alla grandezza delle sue orecchie, intese come organi atti ad accogliere i desideri e le lagne di mezzo mondo ma anche vaste come cotolette alla milanese.

RAZZI BERLUSCONI E MOFFA PAOLO BONAIUTI

Ecco, non fosse stato per le esuberanze (e le intemperanze) di Sgarbi (« Le mie mani pulite non è un mio titolo, i miei titoli sono più belli, una volta per una mostra sull'omosessualità avevo proposto Vade retro , ma mi dissero di no...»), la faccenda sarebbe stata molto sbrigativa, molto dovuta, tendente al tristanzello.

Anche se poi il pericolo è sempre quello di finire nei soliti vicoli, e infatti mentre Sgarbi paragonava i miracoli suoi e di Berlusconi a quelli di San Filippo Neri, e si concedeva un'incursione nel concetto di aldilà, il nostro ex premier coglieva l'occasione per sigillare il pomeriggio: «Nell'aldilà c'è il Bunga Bunga».

NINO BENVENUTI

 

CENSURA STA FAVA-NO ALLA NORMA VOLUTA DA FAVA CHE OBBLIGAVA I PROVIDER INTERNET A CENSURARE I CONTENUTI“DIFFAMATORI”

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da "la Repubblica"

INTERNET

Salta il "bavaglio al web", la norma firmata dal leghista Giovanni Fava che avrebbe permesso a qualunque soggetto - e non più alle sole autorità competenti - di imporre ai provider la rimozione da Internet di informazioni da lui considerate illecite. È stata la Camera ieri ad affossare l'articolo 18 della legge comunitaria che era stato infilato dalla Lega in commissione e che avrebbe permesso a chiunque di imporre la censura ai siti con una semplice e-mail.

CASINI

La norma avrebbe di fatto bloccato il web perché, secondo i suoi detrattori, avrebbe messo il bavaglio a tutti i siti, compresi quelli giornalistici, e ai social network come Facebook e Twitter. A votare per la soppressione sono stati Pdl, Pd (radicali compresi), Udc, Fli, Idv e Api. Dunque Lega isolata, con i suoi deputati che hanno fatto scudo attorno a Fava nonostante lui stesso avesse chiesto ai suoi di esprimersi in libertà.

GIOVANNI FAVA

Dopo il voto, proprio su Twitter, è andato in scena un botta e risposta tra Udc e Lega. Casini "cinguetta" che «la rete è libertà e opportunità». Fava replica subito con un tweet indirizzato direttamente al leader centrista. «Evidentemente anche la libertà di Cosentino per voi può essere un'opportunità». Un riferimento al voto dell'Udc sul conflitto di attribuzione sull'autorizzazione all'uso delle intercettazioni di Nicola Cosentino del Pdl.

 

SVEGLIATE I PRODUTTORI DI POLIZIESCHI PER CINEMA E TV E MANDATELI A VEDERE “POLISSE”

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Polisse di Maiween Le Besco. In sala dal 3 febbraio.

MARCO GIUSTI

Marco Giusti per Dagospia

Polisse

Svegliate Valsecchi e tutti i produttori di polizieschi per cinema e tv e mandateli a vedere "Polisse", pompatissimo film diretto, scritto e intrepretato dalla bella e antipatica Maiween, una cavallona che a 16 anni si e' sposata con Luc Besson e ha avuto da subito una carriera di successo da attrice e regista.

Presentato con grande spolvero a Cannes, dove ha pure vinto il premio speciale della giuria, "Polisse", malgrado qualche pesante critica che lo vede come film di regime del governo poliziesco di Sarkozy, e' comunque una gran macchina di cinema tutta giocata da attori fantastici, Karin Viard, Marina Fois, Frederic Pierrot, il rapper nero Joeystarr, il nostro Riccardo Scamarcio, e da una piu' che invidiabile carica energetica di messa in scena.

POLISSE IL FILM Polisse

Maiween ottiene tutto questo girando dieci volte piu' del dovuto e sottoponendo i suoi attori a un vero corpo a corpo quasi teatrale fra di loro. Ne viene fuori un effetto violento e realistico particolarmente adatto a questo complesso ritratto della brigata della polizia parigina per la protezione dei minori, che non arrivera' ai livelli di modelli celebri, come "Police" di Maurice Pialat, ma non lascia in nessun modo indifferenti i suoi spettatori.

A Maiween non interessa tanto documentare il lavoro dei poliziotti, quanto mettere in scena i loro conflitti personali e interpersonali dovuti proprio allo stress di questo lavoro. Anche "Acab" di Stefano Sollima, nel suo ritratto di un gruppo di celerini romani, cerca di scavare in profondita' sul rapporto fra la violenza del loro lavoro e quanta di questa violenza intacchi poi la vita privata di ciascuno di loro e rimbalzi poi nel rapporto di gruppo.

SCAMARCIO IN POLISSE POLISSE DI MAIWENN LE BESCO

Come se il gruppo, la brigata, fosse la vera famiglia da far crescere dopo lo scoppio di quella della vita reale. Costruito con una bella tensione fino alla fine, "Polisse", non gioca, come "Acab", la carta del cinema di genere e non si pone la domanda di quanto siano fascisti i suoi poliziotti, ma li pone uno contro l'altro seguendo attentamente delle dinamiche di gruppo che porteranno allo scoppio di sentimenti e di tragedie.

SCENE DAL FILM POLISSE

Come "Acab", anche "Polisse" ci puo' non piacere, soprattutto perche' non offre delle risposte politiche ne' alla violenza cittadina ne' alla violenza della polizia, ma entrambi sono film sofferti e pensati, che dividono anche giustamente il pubblico, e dove si vede una passione vera per quello che si mette in scena. Non tutti i polizieschi sono cosi'.

 

BACCHETTON - LA FAMIGLIA DI INDUSTRIALI DI PONZANO VENETO INCAZZATISSIMA PER LA FUGA DI NOTIZIE

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Francesco Spini per "la Stampa"

BENETTON AL COMPLETO

Per dare scacco matto a Piazza Affari, i Benetton si preparano a spendere - al massimo -276,6 milioni di euro. Edizione, la holding della famiglia che col 67,08% controlla l'azienda tessile, ha formalmente avviato le procedure del «delisting», fissando dunque il prezzo dell'offerta pubblica di acquisto sul restante 32,92% della società: 4,6 euro. Il premio è del 15,6% rispetto al prezzo ufficiale di 3,98 euro fissato il 31 gennaio, quando il titolo è stato sospeso in attesa del comunicato giunto ieri sera.

Luciano Benetton

Rispetto poi alla media ponderata dei corsi registrati il mese precedente (3,18 euro) il premio sale al 44,6% per scendere al 6% se si prende a paragone l'ultimo anno, in cui il prezzo medio è stato di 4,34 euro. Si tratta comunque di un livello che difficilmente, almeno nel breve termine e in assenza di colpi di scena, gli azionisti avrebbero visto in Borsa: anche la più rosea delle previsioni degli analisti, da tempo assai freddi sulle prospettive del gruppo, non andava oltre i 3,8 euro.

Gilberto Benetton

Ma Piazza Affari è un problema che, con ieri, Ponzano Veneto ha cominciato a mettersi alle spalle. Al termine di una riunione del cda durata un'oretta, Edizione ha spiegato le ragioni dell'addio. Ritiene che «anche in considerazione della protratta volatilità dei mercati azionari» il delisting «possa fornire al management la flessibilità richiesta nel medio e lungo termine» per sviluppare le «azioni necessarie a fronteggiare le sfide derivanti dal mutato contesto competitivo». Di fronte a scenari nuovi, occorre «una strategia di rafforzamento del modello di business su cui sono fondati la storia e il successo di Benetton».

Alla vigilia del cambio della guardia alla presidenza, con Alessandro Benetton destinato in primavera a succedere al padre Luciano, Piazza Affari non è più considerata funzionale a un progetto di rilancio industriale. Anzi. Di qui l'obiettivo di raggiungere almeno il 95% del capitale per procedere alla revoca dalla quotazione nel giro di qualche mese.

BENETTON Benetton

Quanto ai 276,63 milioni di esborso (211,31 se si escludono le azioni proprie di Benetton, che pure rientrano nell'oggetto dell'offerta), i tre advisor dell'operazione - Mediobanca, Banca Imi e Unicredit - hanno dato la loro disponibilità a Edizione ad aprire «linee di credito committed aperte ad hoc per far fronte alla copertura finanziaria», nonché al «rilascio delle garanzie di esatto adempimento». Ora non restano che i passi formali.

Già oggi è prevista la riunione del cda di Benetton per un primo esame dell'offerta e la nomina dell'advisor. Poi comincerà l'iter tra prospetto ed esame della Consob. L'authority guidata da Giuseppe Vegas prosegue anche nelle indagini sullo strappo del titolo dei giorni scorsi che ha imposto una forte accelerazione all'operazione rispetto al ruolino di marcia prima ipotizzato dalla famiglia.

Alessandro Benetton

L'irritazione, dalle parti di Ponzano, è altissima. Tanto che c'è chi ipotizza un coinvolgimento della magistratura attraverso un esposto, per capire chi, a inizio settimana, abbia pensato bene di fare un po' di soldi sfruttando informazioni che avrebbero dovuto restare riservate.

 


IERI SERA ATTOVAGLIATI A ROMA FRANCESCO NITTO PALMA E STEFANO CALDORO: MENU' A BASE DI RIMPASTO IN GIUNTA

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Carlo Tarallo per Dagospia

NITTO PALMA

1 - Dagoesclusiva: ieri sera a Roma si sono attovagliati, lontano da sguardi indiscreti, Francesco Nitto Palma, neocoordinatore regionale del Pdl campano, e il Governatore Stefano Caldoro. C'è stato finalmente, dunque, il tanto atteso incontro tra il Presidente della Regione e nitto-nitto, il quale ha anticipato all'"amico Stefano" alcuni dei punti della sua azione al vertice dei napoberluscones post-Cosentino. Rimpasto subito e una preghiera: "A Stè, quando ti chiamano al cellulare i deputati campani, potresti rispondere? Altrimenti si lamentano con me...". Caldoro ha sorriso, ma non ha risposto. Nemmeno a Nitto Palma.

CALDORO STEFANO

2 - Passera smentisce? Mica tanto: intervistato stamattina da Maurizio Belpietro, il Ministro in via di Sviluppo ha risposto a una domanda sull'indiscrezione di Dago che ha rivelato il suo continuo contatto con Roberto Saviano e la collaborazione tra i due in vista della candidatura a Premier dello stesso Corrado Passera. "Saviano è un amico, una persona che stimo, ma non abbiamo mai parlato di cose di questo genere".

Prevedibile la risposta del Ministro, che in realtà, secondo fonti attendibilissime, prosegue imperterrito nella costruzione della sua candidatura a Presidente del Consiglio in collaborazione con il Gomorroico, che evidentemente ha cambiato idea anche rispetto alle banche e ai banchieri. Ecco cosa diceva a New York lo scorso 9 dicembre: "Le banche europee e statunitensi lavano tra i 500 e i 1.000 miliardi di dollari di denaro sporco ogni anno".

SAVIANO

http://www.youtube.com/watch?v=GzOEXKVhU0E

3 - A proposito di Saviano, stamattina su Repubblica si legge un suo intervento a favore di "OccupyScampia", manifestazione in programma domani nel quartiere a nord di Napoli. Il telescrittore nel suo pezzo commette però un errore: definisce "scarcerato" il boss scissionista Arcangelo Abete. "Le altre famiglie - scrive Saviano - da Abbinante a Petriccione, dai Marino ai Pariante, si sono messe contro.

Ma la figura centrale è Arcangelo Abete, nuovo capo dell'asse Scissionista: senza la sua autorizzazione Riccio non potrebbe agire, senza la sua autorizzazione la guerra non potrebbe partire. Abete è stato nei mesi scorsi scarcerato ed è oggi il nuovo re dei narcos".

passera jpeg

In realtà Abete è stato riarrestato un paio di mesi fa dagli agenti del Commissariato di Scampia, e ora è in cella. E proprio al suo arresto la Procura di Napoli attribuisce il terremoto interno al clan che ha prodotto i cinque morti delle scorse settimane. A Saviano deve essere sfuggito questo "particolare". Troppo impegnato nella campagna pro-Passera?

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/02/02/news/silenzio_scampia_saviano-29185696/

4 - Occupyche? Più ore passano e più sulla manifestazione di domani alle Vele di Scampia si addensano nuvoloni neri (e le previsioni meteo non c'entrano). Che succede? Succede che in tanti (il Procuratore aggiunto di Napoli Alessandro Pennasilico, il Prefetto Andrea De Martino, il sindaco Luigi De Magistris e varie associazioni laiche e religiose attive nel quartiere) negano che la storia del "coprifuoco" imposto dalla camorra a Scampia, sulla quale è stata costruita l'iniziativa, sia vera.

scampia

"Una manifestazione per la legalità e la libertà dai clan in una zona a densità criminale altissima come le Vele è sempre una buona cosa, ma questa sembra più che altro una passerella ad uso e consumo di qualche politico": questo il coro degli scettici. Incazzatissime le varie associazioni socioculturali anticamorra (e anche qualche parroco di frontiera) che attraverso mille difficoltà cercano di costruire centri di aggregazione all'ombra delle Vele.

"Seminare panico e paura - denuncia il Centro territoriale Mammut, attivissimo nel quartiere nel recupero di minori a rischio - diffondendo notizie infondate su coprifuoco e diktat della camorra, può servire solo ad occupare Scampia e Napoli con la paura che nasce dalla menzogna, seminando panico e false illusioni sulla forza della camorra stessa. Affrontare la questione Scampia in questo modo denota soprattutto ignoranza rispetto a questo territorio, e ai meccanismi stessi con cui funziona la criminalità organizzata".

cosentino

I promotori correggono il tiro: "La manifestazione non è contro il coprifuoco ma per raccontare una notte o più notti, speriamo, a Scampia, perché tra un fatto di cronaca ed un altro ci sono cittadini e associazioni che troppo spesso sono lasciate sole. Non ci sono partiti né bandiere ma solo cittadini". Rinunceranno i nostri politici alla sfilata davanti alle telecamere? Ah saperlo...

http://www.mammutnapoli.org/archivio-home/544-editoriale

 

TRA PASSERA E SAVIANO, METTI LA FIGLIA DI CORRADINO, SOFIA - AUGELLO ALLENA GIORGIA MELONI PER LA POLTRONA DI ALEMANNO

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1- Altra tessera del puzzle Passera-Saviano. Pare che a innescare l'incontro tra i nostri due eroi sia stata la figlia di primo letto di Corradino, Sofia, la quale avrebbe a suo tempo intrecciato una affettuosa amicizia con lo scrittore campano.

2- E' proprio stufo il senatore Andrea Augello della scarsa fantasia e della rigidità di Ale-danno. Si dice che stia allenando Giorgia Meloni per farla correre per la poltrona di sindaco.

savianoCorrado Passera in Senato

3- "Ma è vero che l'agenzia di comunicazione che segue la campagna confindustriale di Alberto Bombassei è la stessa che segue la comunicazione di Confindustria Veneto e che segue anche quella aziendale del suo presidente regionale Andrea Tomat?", si stanno chiedendo gli imprenditori veneti, sollecitati da più parti a non mancare il 7 febbraio al "faccia a faccia" fra i candidati al dopo-Marcegaglia, che Confindustria Veneto e la bombasseiana territoriale di Verona hanno organizzato per spingerli a sostenere subito in quella sede la candidatura del settanduenne re dei freni con un "outing" pubblico alla vigilia del primo incontro di consultazione dei saggi.

Giorgia Meloni ANDREA AUGELLO

"Ma è vero che dietro Bombassei ci sarebbe poi il solito Montezemolo", si domandano ancora i "paron" veneti, contrariati dall'"endorsement" fatto da Luchino su Bombassei venerdì scorso a Trieste. "Se è così, io all'incontro non ci vado e, comunque, il bergamasco non lo voto di certo", vanno dicendo i più in Laguna.

4- "Ottima la scelta di Massimiliano Gioni a direttore della sezione ‘Arti Visive' della Biennale di Venezia. La sua competenza è garantita da studi fondamentali sull'arte antica e moderna e dall'assistenza materiale e spirituale di Beatrice Trussardi". È l'ironico commento di Vittorio Sgarbi alla nomina di Massimiliano Gioni a direttore della sezione Arti Visive della Biennale di Venezia. "In fondo è giusto che l'arte sia affidata agli stilisti e ai loro assistenti e che il mercato abbia una rappresentanza istituzionale dentro la Biennale - prosegue Sgarbi -. Ci si aspetta adesso per il settore musica, la nomina di Celentano o Emma".

Alberto Bombassei MASSIMILIANO GIONI

5- Bruno Giurato per Lettera 43.it - Fonti ben informate raccontano che la riunione del Consiglio d'amministrazione della Biennale in cui si è decisa la la nomina ha lasciato con l'amaro in bocca più di un componente. Giorgio Orsoni (sindaco Pd di Venezia), Francesca Zaccariotto (presidente leghista della Provincia), Luca Zaia (governatore veneto, Lega) ed Emmanuele Francesco Maria Emanuele (nominato nel board della Biennale dal ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi) si sono trovati davanti a una candidatura - quella di Gioni, appunto - imposta dal presidente Paolo Baratta, di fresca riconferma dopo una tempesta di polemiche.

A quanto si racconta, in un'ora i consiglieri hanno dovuto confermare la nomina senza alcuna discussione. E sembra che Emanuele, arrivato espressamente da Roma per la riunione, sia stato così colpito dalla cosa da votare contro.

EMMANUELE EMANUELE

6- Da Libero - Momenti di imbarazzo per la cantante Christina Aguilera. Nel corso della cerimonia di saluto alla mitica Etta James, la Aguilera si è presentata sul palco avvolta in un tailleur nero con ampia scollatura, tacchi altissimi e gambe nude. E proprio quelle gambe nude sono state l'epicentro del palpabile imbarazzo, quando sulla pelle ha iniziato a colare un liquido rossastro.

VITTORIO SGARBI

La Aguilera se ne è accorta, e ha preso a fregarsi le gambe con impacciato imbarazzo per cercare di asciugarla. C'è chi sostiene che il liquido che colava fosse mestruo, ma c'è anche chi spiega che potrebbe trattarsi benissimo di uno spray abbronzante che colava a causa del sudore. Per ora il mistero non è stato svelato, ma i flash dei fotografi sono stati impietosi e si sono accaniti sulle gambe della cantante...

7- Da "la Stampa" - L'inchiesta sulla tragica morte di Amy Winehouse, uccisa dall'alcol a 27 anni il 23 luglio scorso a Londra, potrebbe essere dichiarata «illegale». Stando infatti al Sun, è emerso che il coroner, l'ufficiale incaricato delle indagini nei casi di morte sospetta o violenta, non avesse i requisiti per svolgere il suo compito. Suzanne Greenaway era stata nominata vice assistente del medico legale dal marito, il dottor Andrew Scott Reid, Coroner di Inner North London, senza averne i requisiti di legge: non era infatti iscritta all'Albo da almeno 5 anni.

Christina AguileraAMY WINEHOUSE

 

IL NEO-DIRETTORE ALBERTO BARBERA PER LA 69ª EDIZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA NOMINA LA FIDANZATA

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DAGOREPORT

MARCO MULLER alberto barbera article

Alla fine ci cascano tutti. Con loden o senza loden. Ieri la Biennale di Venezia ha reso noto i componenti della commissione di esperti che affiancherà il neo-direttore Alberto Barbera nella costruzione della 69ª edizione della Mostra del cinema. Dice il comunicato ufficiale: «Per il suo lavoro di selezione, il direttore della Mostra, Alberto Barbera, si avvale dei seguenti consulenti: Giulia d'Agnolo Vallan, Bruno Fornara, Mauro Gervasini, Oscar Iarussi, Emiliano Morreale, Marina Sanna».

LA FIDANZATA DI ALBERTO BARBERA, MARINA SANNA

Benissimo, ognuno porta i suoi. E i nomi prescelti sono, in generale, di provata competenza cinefila. Infatti prenderanno anche bei soldini. Peccato che Marina Sanna sia da tempo la fidanzata del direttore. Non si poteva proprio evitare? A quanto pare è una sindrome diffusa a Venezia. Anche Marco Müller portò la sua ex consorte francese in veste di esperta, mentre Moritz De Hadeln nei due anni al Lido fece assumere la moglie. Tutti tengono famiglia a quanto pare...

MORITZ DE HADELN

 

CASSAZIONE CHOC: “PER LO STUPRO DI GRUPPO ANCHE MISURE DIVERSE DAL CARCERE” - LE TOGHE PREPARANO LO SCIOPERO

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1 - CAMERA APPROVA LEGGE, PASSA AL SENATO...
(TMNews) - L'Aula della Camera ha approvato la legge comunitaria 2011 con 326 sì, 21 no e 43 astensioni. Si erano dichiarati contrari solo i deputati del gruppo Idv. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato.

toghe

2 - CASSAZIONE: "PER STUPRO DI GRUPPO ANCHE MISURE DIVERSE DAL CARCERE"...
Da "Repubblica.it" - Una sentenza destinata a far discutere. Nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo, il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell'indagato, ma può applicare misure cautelari alternative. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, dando un' interprestazione estensiva ad una sentenza della Corte Costituzionale del 2010.

La Cassazione ha annullato una ordinanza del Tribunale del riesame di Roma, che aveva confermato il carcere per due giovani accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza del frusinate ed ha rinviato il fascicolo allo stesso giudice perchè faccia una nuova valutazione, tenendo conto dell'interpretazione estensiva data dalla Suprema Corte alla sentenza n. 265 del 2010 della Corte Costituzionale.

ANTONIO DI PIETRO

A partire dal 2009, con l'approvazione da parte del Parlamento della legge di contrasto alla violenza sessuale non era consentito al giudice di applicare, per i delitti di violenza sessuale e di atti sessuali con minorenni, misure cautelari diverse del carcere in carcere.

3 - TOGHE PRONTE ALLO SCIOPERO, SUBITO MOBILITAZIONE...
(TMNews) - Il tam tam corre lungo le mailing list dei magistrati: mobilitiamoci subito contro la norma sulla responsabilità civile dei giudici, dobbiamo essere pronti a mettere in campo anche uno "sciopero immediato" perchè la "posta in gioco" è alta.

A 'chiamare' immediatamente i colleghi alla mobilitazione subito dopo il voto alla Camera è Nello Rossi, procuratore aggiunto a Roma e componente del 'parlamentino' dell'Anm in rappresentanza di Magistratura democratica, che chiede "formalmente alla giunta dell'Anm di proclamare lo stato di agitazione della magistratura e di procedere ad una convocazione straordinari del comitato direttivo centrale per sabato o domenica".

Carlo De Benedetti

4 - BERSANI: VOTO CAMERA TRASVERSALE? E' UNA 'CAZZATA'...
(TMNews) - Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, non ci sta a farsi tirare in mezzo al voto che oggi alla Camera ha applicato il principio della responsabilità civile ai magistrati. A chi gli chiede lumi sul "fronte trasversale" che si è visto stamattina Bersani replica prima in tono politico, poi perde le staffe e sbotta: "il fronte trasversale è una 'cazzata', è stata la destra". Poi il segretario cala l'asso: "a prescindere dal merito - dice - non so se quel che è successo stamattina è stato valutato da tutti. Una forza politica non può dichiarare un' intenzione di voto e poi votare in maniera opposta a quel che ha detto con tanto di applauso corale".

Per questo, Bersani non vuole che si parli "di ammucchiate" o che si dica "è stato il Parlamento", perchè "di ammucchiata in ammucchiata, si rischia di far credere che non c'è neppure la democrazia". E poi, "basta dire che è stato il Parlamento. E' stata la destra" e non so "se si rendono conto, quelli che hanno votato, che siamo qui a cercare di salvare l'Italia, ma così facendo si rischia di compromettere tutto".

5 - BOCCHINO:VOTO SU RESPONSABILITÀ TOGHE È VENDETTA CASTA...
(TMNews) - "Il voto della Camera sulla responsabilità dei giudici è una vendetta della 'casta' contro la magistratura, che correttamente sta facendo emergere tanti episodi che vedono uomini politici rubare finanziamenti pubblici ai partiti, fare compravendite milionarie e anomale di palazzi, avere collusioni con la criminalità organizzata". Lo in una nota dichiara il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino.

Giulio Anselmi

6 - MANTOVANO-CROSETTO: NAPOLITANO TUTELI CAMERE DA ANM...
(TMNews) - "Chiediamo al capo dello Stato, anche quale Presidente del Csm, di tutelare la dignità del Parlamento dagli attacchi dell'associazione rappresentativa dei magistrati italiani". Lo sollecitano i deputati Pdl Alfredo Mantovano e Guido Crosetto, dopo la reazione dell'Anm contro la norma che ha introdotto la responsabilità civile dei giudici.

7 - GIUSTIZIA: CIRCA 200 FRANCHI TIRATORI IN 'MAGGIORANZA STRANA'...
(TMNews) - Sono circa duecento i franchi tiratori della 'maggioranza strana' che oggi hanno votato a favore dell'emendamento della Lega sulla responsabilità civile dei giudici e sicuramente sono da cercare un po' in tutti i gruppi. Un calcolo molto preciso è difficile da fare, perché la 'maggioranza strana' non ha confini ben delineati e nel sottobosco di gruppi e sottogruppi fiorito negli ultimi due anni non è semplice attribuire ruoli di opposizione e di governo.

luca Zaia DSC

In ogni caso, sommando Pdl, Pd, Terzo polo, e le componenti del Misto che solitamente votano a favore del Governo e che erano ufficialmente contrari all'emendamento della Lega, oggi in teoria il 'no' avrebbe dovuto contare su 412 voti, considerando anche Idv che era schierato contro il Carroccio, mentre in realtà i 'no' sono stati 211, quindi ben 201 in meno.

Si arriva allo stesso risultato se si fanno i conti sul fronte del 'sì'. Alcuni, come i Radicali e Popolo e territorio, pur votando spesso a favore del Governo, avevano in questa occasione annunciato il voto a favore dell'emendamento della Lega: in tutto 20 voti (14 di Popolo e territorio e 6 dei Radicali), che si sommano ai 44 della Lega.

PIER LUIGI BERSANI

In questo modo si ha certezza di 64 'sì', mentre i favorevoli all'emendamento sono stati 200 in più, ovvero 264. I presenti in Aula del Pdl erano 143, dunque non sufficienti ad arrivare ai 264 voti a favore ottenuti dall'emendamento della Lega: anche se tutto il partito di Silvio Berlusconi avesse votato con il Carroccio, ci sarebbero altri 57 voti arrivati da altri partiti che teoricamente avrebbero dovuto votare contro.

I numeri possono non essere precisi all'unità, dal momento che è complicato ricostruire l'atteggiamento di partenza di tutti i singoli parlamentari del gruppo Misto. Ma, complessivamente, l'ordine di grandezza è questo: circa 200 deputati della maggioranza teorica hanno oggi votato in modo diverso da quello annunciato e promesso al Governo, che aveva dato parere negativo sull'emendamento.

ITALO BOCCHINO

8 - CONTRO TAGLIO VITALIZI 26 RICORSI,15 DALLA LEGA...
(TMNews) - Sono tre (Roberto Rosso e Giorgio Jannone del Pdl, Daniele Molgora della Lega) su un totale di 26 i deputati in carica che hanno presentato ricorso al Consiglio di giurisdizione della Camera contro la decisione dell'ufficio di presidenza di Montecitorio di modificare il sistema previdenziale dei deputati. I restanti 23 sono tutti ex parlamentari, specialmente della XII legislatura, la maggior parte della Lega nord (ben 15 in tutto). Lo ha reso noto il presidente del Consiglio di Giurisdizione, Giuseppe Consolo (Fli), dopo la riunione di oggi in cui è stata fissata per il 18 aprile prossimoalle 13.30 la prima udienza pubblica.

9 - DI PIETRO SFIDA DE BENEDETTI: CHIARIMENTO IN PUBBLICO...
(TMNews) - Antonio DI Pietro, leader dell'Idv, sfodera il guanto: "Sfido l'ingegner Debenedetti a venire a un incontro pubblico che abbiamo organizzato a Milano il 17 febbraio alle 17. Venga e spieghi cosa intendeva dire, quando ha affermato che noi, con Mani Pulite, abbiamo favorito una parte politica. Io quell'inchiesta l'ho fatta, e non ho favorito nessuno. Io e Gherardo Colombo il 17 alle 17 ci saremo. Debenedetti venga e si spiega". Poi, l'aggiunta, a mezza bocca, minaccioso: "carte alla mano, ingegnere. A buon intenditore...".

ALFREDO MANTOVANO

10 - REGUZZONI: MONTI STA DALLA PARTE DEI PRIVILEGIATI...
(TMNews) - "Monti sta dalla parte dei privilegiatià che si "annoiano" sulle spalle dei giovani". Lo scrive il deputato della Lega Marco Reguzzoni sulla sua pagina facebook. "Caro Monti - osserva l'esponente del Carroccio - io le parlo da imprenditore, da chi per scelta personale ha deciso di aver un lavoro soggetto agli andamenti del mercato, e quindi precario per definizione. È giusto invece che, ad esempio, una coppia che vuol farsi una famiglia abbia non dico delle certezze, ma perlomeno il barlume di una situazione stabile. Le sue parole, pertanto, sono assolutamente esecrabili soprattutto perché vengono da chi rappresenta categorie protette".

11 - USIGRAI: E' BENE COMUNE COME L'ACQUA, NON LO SI DILAPIDI...
(TMNews) - La Rai è un servizio pubblico "un bene comune" che quotidianamente viene dilapidato. Lo ha spiegato il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna nel corso del suo intervento alla tappa veneziane, di "Riprendiamoci la Rai" la manifestazione promossa da Usigrai, Slc-Cgil, Fistel Cisl.

"E' un sistema che non funziona - ha proseguito Verna - a causa della lottizzazione che è un male ingiusto, un tentativo sbagliato di dare risposta al pluralismo che non si realizza con risse quotidiane, con la sopraffazione della parte politica di turno a fronte della tacitazione dei diritti dei cittadini".

MARCO REGUZZONI

12 - ZAIA: NON PAGO IL CANONE, NON SONO TITOLARE DI TELEVISIONE...
(TMNews) - Sebbene in Veneto l'80% dei cittadini paghi il canone il presidente del Veneto, Luca Zaia ammette di non pagarlo perché non titolare di un televisore.
Il governatore leghista lo ha rivelato nel corso della tavola rotonda della tappa veneziana di "Riprendiamoci la Rai', evento promosso da Usigrai nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice. Di fronte al segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, al sindaco di Padova, Flavio Zanonato, il presidente del Veneto ha spiegato: "Non pago il canone Rai perché non sono titolare del televisore. Il canone sarebbe una bella cosa da pagare, un segno di civiltà se la Tv valesse il prezzo del canone, se ci fosse un'informazione pulita estranea dall'aspetto commerciale".

13 - SIRACUSA, ARRESTATO EX SOTTOSEGRETARIO FOTI E INDAGATO PRES. PROVINCIA...
(LaPresse) - L'ex sottosegretario e deputato siciliano della Dc (poi passato al Pd), Luigi Foti, detto Gino, è stato arrestato dai carabinieri di Siracusa ed è ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta chiamata 'Aro blu'. Il gip di Siracusa ha disposto la stessa misura cautelare anche per Giuseppe Marotta, ex ad della Sogeas, la società che gestiva il servizio idrico a Siracusa. Indagato, invece, il presidente della provincia di Siracusa, Nicola Bono.

14- ANSELMI IN VISITA ALL'ADNKRONOS...
Adnkronos - Visita ufficiale del presidente della Fieg, Giulio Anselmi, al Palazzo dell'Informazione del Gruppo Gmc Adnkronos. Anselmi, ricevuto dal presidente dell'Adnkronos, Giuseppe Marra, si è intrattenuto con la direzione e la redazione dell'agenzia. Al neo presidente Fieg sono state presentate le attività e le società del Gruppo: da Aki-Adnkronos Interntional all'Adnkronos Salute con il nuovo canale Doctor's Life alla piattaforma multimediale con gli studi televisivi digitali e l'auditorium di Piazza Mastai.

 

SIBERIA ITALIANA - TUTTO IL PAESE SOTTO LA NEVE, STRADE GHIACCIATE, TRENI FERMI, AEROPORTI A RILENTO

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1- GAS: PICCHI DI FREDDO MA NESSUN ALLARME FORNITURE (SNAM)...
Radiocor - I forti picchi di freddo hanno provocato un aumento della domanda di gas nei paesi esposti, compresa l'Italia, con qualche leggera carenza nell'offerta ma nessun motivo di allarme. Lo rendono noto dal quartier generale di Snam dove risulta che su una richiesta di 108,9 milioni di metri cubi di gas ne arrivano circa 87 milioni di metri cubi, segnalando per il terzo giorno una leggera carenza in quanto molti altri paesi finiti nella morsa polare hanno elelvato di colpo la domanda. La situazione rientra nella norma in casi di picchi di freddo, fanno sapere da Snam, ma la situazione e' sotto controllo e non vi e' alcun problema contrattuale o di stoccaggio.

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2- ITALIA NELLA MORSA DEL GELO...
(Adnkronos/Ign) - Da Nord a Sud continua il freddo record sulla Penisola attanagliata da gelo e neve con numerosi disagi soprattutto per chi viaggia. Sono ripartiti questa mattina i treni rimasti bloccati la notte scorsa, nella zona di Forlì, in Emilia Romagna, a causa delle intense precipitazioni nevose. L'Intercity Bologna-Taranto è rimasto bloccato per oltre 7 ore nella neve.

Mentre un Frecciarossa è rimasto fermo oltre due ore sulla linea Milano-Napoli ed è stato necessario il trasbordo con scalette d'emergenza. E' accaduto sul treno partito da Milano alle 6.20 e bloccatosi due volte. La prima poco dopo Parma; successivamente nella zona di Modena. Fallito il tentativo di far ripartire il treno, che secondo i passeggeri è rimasto complessivamente bloccato per oltre due ore, il personale ha deciso per il trasbordo in piena campagna. Un altro Frecciarossa diretto a Salerno è stato fermato e i viaggiatori sono stati fatti passare da un convoglio all'altro utilizzando le scalette d'emergenza. I passeggeri hanno ripreso a viaggiare intorno alle 9.40.

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Di "situazione particolarmente critica attorno a Bologna, snodo ferroviario cruciale per i collegamenti Nord-Sud" parla l'avviso contenuto nel bollettino Trenitalia delle 11. Le temperature, aggiunge l'azienda, continuano ad essere "ampiamente sotto lo zero e la neve continua a cadere abbondantemente. Tale situazione comporta ripercussioni sulla circolazione in termini di ritardi medi di circa 30-40 minuti".

La Regione Liguria ha denunciato Rfi e Trenitalia per disservizi del trasporto e per disagi ai passeggeri avvenuti in questi giorni. Secondo l'assessore ai Trasporti, Enrico Vesco, che ha firmato la denuncia, le due aziende non sono state in grado di gestire l'emergenza maltempo.

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Un incontro urgente a Trenitalia "per stabilire i dovuti rimborsi e risarcimenti per i passeggeri che hanno subito gravi disservizi, oltre che per sollecitare Trenitalia ad adottare tutte le misure necessarie per garantire il trasporto ferroviario in questi giorni" è stato chiesto dalle due associazioni Federconsumatori e Adusbef.

A intervenire è anche il Codacons che sta ''studiando le azioni legali da intraprendere per far ottenere a tutti i viaggiatori rimasti ore e ore bloccati all'interno dei convogli il giusto risarcimento". E in merito al caso dell'Intercity bloccato per oltre 7 ore nella neve nei pressi di Forlì, l'associazione fa sapere che presenterà ''un esposto alla Procura della Repubblica e al ministero dei Trasporti, chiedendo di verificare i fatti e le cause che hanno determinato i forti ritardi nei soccorsi".

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Mentre sul blocco dell'Intercity i senatori del gruppo Pd nella commissione Lavori pubblici hanno inoltrato al presidente Luigi Grillo la richiesta di "una convocazione immediata dei vertici di Ferrovie dello stato e Rete ferroviaria italiana in Senato''.

Problemi anche negli aeroporti. A causa dell'ondata di maltempo Alitalia ha avviato una riduzione pianificata del numero dei voli operati presso l'aeroporto di Milano Linate, contattando preventivamente i passeggeri interessati che sono stati prevalentemente ricollocati su voli nella stessa fascia oraria. La compagnia per oggi, in accordo con Sea, ha pianificato la cancellazione di 14 voli in partenza da Milano Linate e 5 in arrivo.
In relazione alle avverse condizioni meteo sull'Italia, l'Enac ha reso noto che in tutti gli aeroporti interessati sono stati attivati i 'piani neve' approvati dall'ente, che prevedono attività specifiche da parte di tutti gli operatori aeroportuali.

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Permangono i disagi anche alla viabilità. Nevica sulle strade statali gestite dall'Anas della Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, tra gli svincoli di Lagonegro Maratea (km 123) e Frascineto (km 194).
A causa dell'emergenza maltempo, verranno sospese le attività didattiche nelle scuole della Capitale domani e sabato. Niente lezioni dunque, ma le scuole come uffici pubblici resteranno aperte.

''Le previsioni della Protezione civile regionale diramate ci indicano che dal pomeriggio di questa sera fino alla giornata di sabato le condizioni del tempo peggioreranno e da questa notte c'è anche il rischio neve'' ha dichiarato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, intervenendo oggi in Campidoglio durante la conferenza stampa sull'emergenza maltempo. ''Ci sono già mezzi a disposizione, e 150 tonnellate di sale per prevenire il rischio ghiaccio - ha aggiunto il sindaco - Il rischio aumenterà da questa notte progressivamente, il momento più difficile sarà sabato.' A Roma domani e sabato scuole chiuse.

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In Piemonte si registrano abbondanti nevicate e temperature ovunque al di sotto dello zero. A Torino sono caduti tra i 10 e i 12 centimetri di neve e fino a 20 nelle zone collinari più alte.

Gelo e bora continuano a non dare tregua a Trieste, dove durante la notte le raffiche hanno superato i 110 chilometri orari, mentre stamattina hanno raggiunto anche i 130 chilometri all'ora. Problemi di circolazione in città, a causa del crollo di intonaci e lamiere dalla cupola di Palazzo Carciotti per le forti raffiche di bora. Nella vicina Slovenia, in particolare nella Valle del Vipacco, hanno raggiunto i 170 chilometri orari.

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In Liguria, le bufere di vento, dopo la neve, hanno fatto scendere le temperature in tutto l'entroterra genovese e del levante e continuano a formare cumuli bianchi, alti diversi metri, sui tratti più alti ed esposti delle carreggiate di montagna.

Nevica ancora su Bologna ma l'aeroporto 'Marconi', come annunciato ieri, ha riaperto le partenze dalle 9 di stamattina. Sospesi invece fino alle 12 gli arrivi. Ha ripreso inoltre a nevicare in alcuni dei Comuni limitrofi a Firenze. Black out elettrici e difficoltà sulla viabilità secondaria sono le criticità maggiori nel territorio regionale toscano. A causa del freddo intenso e del rischio ghiaccio è stata prolungata l'allerta meteo (criticità moderata) fino a lunedì 6 febbraio alle 12.

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Da stamani alle 7 nevica anche a Nuoro, così come in tutta la Barbagia a quote superiori ai 6-700 metri. Particolarmente copiosa, come prevedibile, la neve a Fonni e sul versante nord del Gennargentu.

I Vigili del Fuoco, la scorsa notte, sottolinea una nota del Viminale, hanno effettuato più di 1.800 interventi ''resi necessari dall'eccezionale ondata di maltempo che ha colpito il territorio nazionale, a partire dalla giornata di ieri. Le situazioni di maggiore criticità sono state registrate in Emilia Romagna, in Toscana ed in Piemonte ed hanno richiesto un impegno massiccio da parte di tutte le strutture dei Vigili del Fuoco''.

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E l'ondata di gelo e neve non accenna a diminuire. ''Nel fine settimana c'è da attendersi un ulteriore peggioramento: un nucleo siberiano più intenso si riverserà infatti sull'Italia, colpendo soprattutto il centronord'', si legge in una nota di 3bmeteo. ''Prepariamoci - dice il meteorologo Francesco Nucera - a un weekend da brivido su tutta la Penisola, con temperature in ulteriore calo e gelate intense sia al Nord che al Sud". Tra domenica e lunedì le nevicate sino a quote bassissime raggiungeranno anche la Sicilia e la Calabria. Gelo sulle Alpi con punte inferiori ai -30 gradi.

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MALTEMPO: 160 I MORTI PER L'ONDATA DI GELO NELL'EUROPA DELL'EST...
(AGI/AFP) - Si aggrava giorno dopo giorno il bilancio della vittime dell'ondata di gelo che ha colpito l'Europa dell'Est. I morti accertati sono 160. In Polonia, dove si registrano punte di 32 gradi sotto lo zero, nove persone sono morte nelle ultime ore, portando a 29 il totale delle vittime. In Ucraina i decessi sono 63 e decine di migliaia di persone hanno trovato riparo dai -33 gradi nei 2000 rifugi temporanei allestiti dalle autorita'.

In Romania il numero delle vittime e' salito a 22, dopo otto decessi nella notte: -31 la temperatura minima registrata nel Paese. In Bulgaria i morti accertati sono 10, come in Lettonia nella zona della capitale Riga. In Lituania ci sono stati nove decessi, sette in Serbia e ci sono state vittime anche in Bosnia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Grecia.

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LOMBARDO, QUANDO TEMEVA DI ESSERE ARRESTATO È ANDATO A FARSI CERTIFICARE UN ANEURISMA CHE NON C’ERA

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Riccardo Bocca per espresso.repubblica.it

VIDEO CON IL DOTTOR ALBERTO LOMEO: http://espresso.repubblica.it/multimedia/video/31380622/1

ALBERTO LOMEO

Quando temeva di essere arrestato, il governatore è andato in un ospedale di Catania a farsi certificare un aneurisma. Che ovviamente gli avrebbe evitato il carcere. Ma un chirurgo ha rivelato che invece «la sua aorta era normalissima». E adesso, per questa denuncia, il medico rischia il posto

Il documento che ha stravolto la vita di Alberto Lomeo, 61 anni, primario di chirurgia vascolare all'ospedale Cannizzaro di Catania, arriva sul suo tavolo la mattina del 20 maggio 2010. E' quello che i medici chiamano "sdo", la scheda ospedaliera di dimissione dei pazienti. Un atto di assoluta delicatezza che viene prima compilato dal medico di reparto, e poi controfirmato dal suo superiore. "In quell'occasione", ricorda Lomeo, "l'attenzione era moltiplicata per mille".

OSPEDALE DI CATANIA

La scheda del paziente, infatti, non appartiene a un cittadino qualunque, bensì al governatore della Sicilia Raffaele Lombardo: "Si riferiva, per la precisione, a un ricovero in day hospital datato 17 maggio 2010, di cui peraltro nessuno in ospedale mi aveva informato". Strano, fa notare, data l'importanza del personaggio politico. "E altrettanto curiosa", aggiunge, "è la coincidenza con le notizie sul governatore che circolavano in quel periodo".

Il dottor Lomeo, che per la prima volta ripercorre qui i dettagli della sua tormentata vicenda, si riferisce allo scoop pubblicato cinque giorni prima del ricovero del governatore: "Mafia, chiesto l'arresto di Lombardo", titola il 12 maggio 2010 "la Repubblica". A seguire, un articolo riferisce che i magistrati ipotizzano legami tra il numero uno della Regione e Cosa nostra. "Si teorizzava il concorso esterno in associazione mafiosa", dice Lomeo. "E anche se il procuratore capo catanese, Vincenzo D'Agata, ha subito smentito la prospettiva delle manette, girava voce che Lombardo potesse finire in cella".

RAFFAELE LOMBARDO

Ecco, dunque, la ragione per cui Lomeo controlla con cent'occhi quella cartella clinica. Ed ecco, pure, la sorpresa contro cui dice di avere sbattuto: "Nel fascicolo, il collega di reparto aveva certificato che il governatore era affetto da aneurisma all'aorta ascendente". Patologia grave, spiega Lomeo, "a volte fonte di danni che uccidono".

Ma in quel momento, il problema più imbarazzante è un altro: "Dai controlli documentali, ho visto che l'aorta del governatore era in condizioni normali, senza tracce di aneurisma". E se non bastasse, "dalla cartella di Lombardo mancava un ecocardiogramma al quale il collega sosteneva di averlo sottoposto, e che invece avrei più avanti scoperto risalire al 23 gennaio 2010".

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Questo, dice Lomeo, è il motivo per cui s'è deciso a tenere quasi due mesi quei documenti dentro un cassetto: "Non serviva un genio a intuire che, con quella diagnosi, Lombardo avrebbe eventualmente potuto evitare il carcere". Più complesso, invece, era scegliere cosa fare: "Se turarsi il naso e firmare la scheda di dimissione", o alzare la testa e segnalare i suoi dubbi.

"Potendo", dichiara Lomeo, che non vuole atteggiarsi a eroe, "avrei subito strappato quelle carte. Ma non sarebbe servito, perché il reparto le aveva trasmesse ai vertici dell'ospedale". Così, alla fine, il primario prende carta e penna, e scrive il 13 luglio 2010 ai vertici del nosocomio.

raffaele lombardo

"Dica se non sono stato chiaro...", sorride nervoso mentre estrae quel foglio da una borsa di documenti. E in effetti è inequivocabile, e grave, il messaggio rivolto ai suoi superiori: "Avendo esaminato con attenzione gli esami eseguiti", inizia, "non ho rinvenuto l'esame ecocardio del quale si fa menzione in cartella" e "ritengo che la diagnosi di aneurisma dell'aorta non corrisponda alle effettive condizioni del paziente". Dopodiché Lomeo precisa di avere "ritenuto giusto informare le Signorie Vostre con discrezione, perché possiate prendere i provvedimenti che ritenete opportuni".

Ma le comunicazioni non finiscono qui: Lomeo, in parallelo, informa i magistrati di Catania, riassumendo il caso e dichiarandosi disponibile per chiarimenti.

raffaele lombardo gov sicilia lap

"Sapevo", dice il primario, "che avrei scatenato un terremoto di polemiche. Ma non avevo previsto la violenza con cui mi avrebbe colpito". Una bufera, oggi al centro di indagini, che parte dal reparto di Chirurgia vascolare del Cannizzaro, sette medici e una ventina di letti, e tocca la cima della politica regionale. Anche perché Lomeo, a Catania, non è un primario di secondo piano. In curriculum vanta un periodo di attività al famoso Texas heart institute of Houston e una carriera in patria che lo ha portato a diventare coordinatore siciliano dei chirurghi vascolari.

"Naturale", commentano gli infermieri del Cannizzaro, "che la sua ribellione abbia fatto scalpore". Infatti le reazioni scattano immediate: "Il 28 luglio 2010", dice Lomeo, "mi ha scritto il direttore generale Francesco Poli: non per lodare il mio scrupolo, bensì per attaccarmi ad alzo zero".

 

MONTA LA PROTESTA DEGLI PSICOLOGI ISCRITTI ALL’ENPAP DOPO LA SOLA DELL’ACQUISTO A SCATOLA CHIUSA DELLA NUOVA SEDE

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Claudio Marincola per "Il Messaggero"

RICCARDO CONTI

Quando hanno appreso il modo in cui l'Enpap avrebbe condotto l'acquisto del palazzo di via della Stamperia 64 si sono attaccati al telefono e hanno intasato il centralino del loro ente di previdenza. Psicologi sull'orlo di una crisi di nervi. «Se tutto va bene e a fine carriera risultiamo in regola con i contributi percepiamo meno di una pensione sociale», sbotta Stefano Crispino, presidente del Sipap, uno dei sindacati che conta più iscritti.

Prima rabbia e indignazione, poi sconcerto e voglia di capire. Il presidente dell'Ordine del Lazio, Marialori Zaccari, ha scritto una lettera al presidente dell'Enpap Angelo Arcicasa chiedendo «con carattere d'urgenza» di fissare un incontro «al fine di fare chiarezza». L'urgenza si spiega con la necessità, precisa la Zaccaria, «di garantire una adeguata e giusta tutela dell'immagine della nostra categoria professionale».

MASSIMO CAPUTI - copyright Pizzi

Il prezzo d'acquisto dell'immobile lievitato di 18 milioni dalla sera alla mattina. Roba appunto da farsi psicanalizzare. Anche perché le tensioni all'interno della categoria ci sono sempre state. L'Enpap, istituto di previdenza obbligatorio, è nato per decreto legislativo nel 1996, ed è diventato operativo l'anno dopo. Si occupa di chi esercita la libera professione circa 30 mila iscritti ma è guidato per lo più da psicologi che lavorano nella sanità pubblica. Polemiche simili si scatenarono quando venne acquistata l'attuale sede romana di via Cesalpino, un villino Liberty al Nomentano, non distante da Villa Torlonia. Acquisto che nel tempo si è rivelato un buon investimento.

PALAZZO VENDUTO DA CONTI

Quale sarà la prossima mossa? «Se ci sarà una coda giudiziaria saranno le autorità competenti a stabilire la validità dell'operazione di compravendita», chiarisce Crispino, da sempre critico sulla gestione dell'ente. «Certo aggiunge in base a quanto si è saputo i dubbi vengono e chiediamo che certe opacità vengano al più presto chiarite».

Il quartier generale dell'Enpap ieri era blindato. Il disco della segreteria telefonica invitava a richiamare negli orari di apertura. E al citofono si veniva gentilmente respinti. La replica alle critiche affidata a un comunicato, «...l'Enpap ritiene doveroso rassicurare i propri iscritti sull'assoluta economicità dell'operazione immobiliare volta a salvaguardare e implementare il patrimonio e svolta in assoluta legittimità, regolarità e trasparenza».

PALAZZO VENDUTO DA CONTI A VIA DELLA STAMPERIA

Nel palazzo di via della Stamperia 64, un elegante immobile d'epoca di 4 piani, all'angolo con via del Tritone e a due passi da Piazza Navona, è rimasto attivo il cantiere della ditta che sta eseguendo i lavori di restauro. A una verifica è risultato che sono stati regolarmente richiesti il 24 aprile del 2011 all'Ufficio tecnico del I Municipio dalla società Estate due Srl (l'immobiliare guidata dal senatore Pdl Riccardo Conti). Dunque la Dia è arrivata 3 mesi dopo l'acquisto.

PALAZZO VENDUTO DA CONTI

Il 12 maggio è stata poi inviata una richiesta di integrazione, mentre il parere positivo della Sovrintendenza è arrivato solo il 10 ottobre. E se la richiesta fosse stata respinta? Che ne sarebbe stato del rogito firmato il 31 gennaio?Chi lo ha rivenduto a 44 milioni di euro, garantendosi un plusvalore di 18 milioni, ha controfirmato un complesso capitolato. E se qualcosa fosse andato storto? L'11 ottobre, un giorno dopo l'approvazione dei lavori è partita una richiesta di variante. Segno che il progetto si è andato definendo in corso d'opera. Come si spiega?

«Noi siamo solo operai e tecnici», si limitano a dire i dipendenti della ditta che sta eseguendo i lavori. «Il palazzo? È vuoto da tempo, da quando non ci sono più gli uffici dell'istituto Intesa San Paolo», dicono i tassisti, che hanno il loro parcheggio proprio dinanzi alle vetrine della banca. Proprio di fronte c'è una sede distaccata della presidenza del Consiglio. Per ora non è in vendita.

 


CINE-PESTIVAL - CI SCRIVE BETTINI - CONVOCAZIONE URGENTE DI MUSICA PER ROMA, CARLO FUORTES DETERMINANTE PER MULLER

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1 - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA GOFFREDO BETTINI

GOFFREDO BETTINI

Caro Direttore, per precisare:
Ho espresso un opinione chiara e nei modi corretti, sulla vicenda della Festa del cinema di Roma. Non ho mai utilizzato parole offensive nei confronti di Müller, che ritengo un ottimo professionista, del tutto inadatto a dirigere il festival della Capitale. E ho ribadito la mia stima per la Detassis. Detto questo le battaglie si vincono e si perdono. Qualora non si dovesse procedere sulla strada anche da me auspicata, considero improponibili e del tutto sconvenienti, scambi, compromessi e patteggiamenti riguardanti qualsiasi persona, a partire da quelle che operano all'interno della struttura.
Goffredo Bettini

Articolo cui fa riferimento Bettini:
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/cine-inciucio-volete-sapere-come-finir-questa-ridicola-soap-attorno-al-festival-del-cinema-35004.htm

MULLER


2- CONVOCAZIONE URGENTISSIMA DEL CDA MUSICA PER ROMA
Il Messaggero - Convocazione «urgentissima», domenica 5 febbraio, per Musica per Roma. La Fondazione ha un ruolo strategico nella votazione del giorno dopo su Marco Müller e dovrà indicare all'ad Carlo Fuortes la posizione da prendere. Il destino dell'ex direttore della Mostra di Venezia, candidato da Alemanno e Polverini a guidare il Festival di Roma, è appeso a un voto. Solo il sì di Musica per Roma (o in alternativa l'astensione di Camera di Commercio) possono farlo passare.

PIERA DETASSIS

Intanto, il Festival senza pace fa ancora parlare. Ieri è arrivata la bordata di Ettore Scola. «La rassegna di Roma stenta a trovare una propria autonomia anche se ci prova da qualche anno», ha detto il regista, presidente del Bari International Film Festival che si svolgerà dal 24 al 31 marzo. «Se non si coglie quale sia il disegno viene male, uno scarabocchio. Bisogna conoscere l'anima di quello che si vuole fare».

GIAN LUIGI RONDI

Gli altri Festival affilano le armi. Torino ha annunciato con dieci mesi d'anticipo la retrospettiva su Losey. «E a Venezia Barbera, approfittando dei ritardi della Capitale, ha promesso un mercato leggero», avverte Michele Lo Foco, nel cda di Cinema per Roma. Torna la guerra? «Serve una convinvenza proficua», esorta il ministro Lorenzo Ornaghi, «sarebbe una iattura se la competizione facesse perdere il respiro internazionale delle due manifestazioni». Chissà se lo ascolteranno.

CARLO FUORTES


3- CINEMA: CREMONESI, SU FESTA ROMA NOSTRA INDICAZIONE E' ASTENSIONE
(Adnkronos) - "L'indicazione della giunta della Camera di commercio, e quella che preferiamo, e' quella di astenerci su delle scelte che spettano forse ad altri rispetto alla Camera di commercio". E' quanto ha dichiarato Giancarlo Cremonesi


4- FESTIVAL FILM ROMA: RONDI, NO A DIMISSIONI E VERSO ASTENSIONE SU DIRETTORE
http://www.giornaledellospettacolo.it/ - La situazione del Festival del Film di Roma è in continuo mutamento. Il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, ha incontrato il presidente Gian Luigi Rondi per chiedergli o l'appoggio alla nomina alla direzione di Marco Muller o le dimissioni. La risposta di Rondi è stata un no alle dimissioni, il suo incarico scade a giugno, e l'ipotesi di astensione sul voto (che vale doppio) per il nuovo direttore, mentre in precedenza aveva espresso la sua preferenza per la conferma del direttore precedente, Piera Detassis, scaduta a gennaio.

GIANNI ALEMANNO

Dunque, tutto resta nelle mani del Cda del Festival che si riunirà 6 febbario. In particolare, è decisivo il voto di Carlo Fuortes, rappresentante dell'Auditorium nel consiglio del Festival, che finora non ha condiviso la scelta di Muller ma che potrebbe anche lui astenersi.


5- COMPOSIZIONE DELLA FONDAZIONE CINEMA PER ROMA
Dal sito www.romacinemafest.it

COLLEGIO DEI FONDATORI
Il Collegio dei Fondatori è costituito dai rappresentanti legali degli enti Fondatori.

Presidente: Giancarlo CREMONESI


CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

GIANCARLO CREMONESI

Gian Luigi RONDI, presidente
Michele LO FOCO, consigliere
Massimo GHINI, consigliere
Andrea MONDELLO, consigliere
Carlo FUORTES, consigliere
Collegio dei Revisori dei Conti
Roberto MENGONI, Presidente Collegio dei Revisori

Massimo GENTILE, Revisore Effettivo
Giovanni SAPIA, Revisore Effettivo
Marco BUTTARELLI, Revisore Supplente
Maurizio BRANCO, Revisore Supplente

RENATA POLVERINI


I SOCI FONDATORI

Comune di Roma
Regione Lazio
Provincia di Roma
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma
Fondazione Musica per Roma

 

VAFFANBANKA! - PRESTITI AL PALO E RICAVI INTATTI - BANKITALIA SVELA IL TRUCCO DEGLI ISTITUTI

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Francesco De Dominicis per "Libero"

Giovanni Bazoli

Guai a toccare i ricavi delle banche. Non c'è crisi che tenga: quando si tratta di macinare quattrini, gli istituti sono veri e propri maestri. Tant'è che riescono a mantenere intatti i loro livelli di redditività in piena bufera finanziaria e pure se chiudono i rubinetti del credito. Il giochetto, svelato ieri dalla Banca d'Italia, è semplice: basta raddoppiare o triplicare i margini d'interesse sui (pochi) prestiti.

ignazio visco

Insomma, il credit crunch (certificato da Bankitalia) esiste e tuttavia non preoccupa i vertici degli istituti bancari. Sta di fatto che nel quarto trimestre 2011 «i criteri per la concessione dei prestiti alle imprese e alle famiglie hanno subito un significativo irrigidimento passando da un valore di 0,25 a uno di 0,50». Questa stretta, stando al «sondaggio» degli esperti di palazzo Koch, è stata determinata soprattutto dalle difficoltà di accesso al finanziamento sui mercati all'ingrosso e dai problemi di liquidità incontrati dagli intermediari nel trimestre, nonché dal deterioramento delle prospettive economiche. Un passaggio che in qualche modo cerca di giustificare la chiusura dei rubinetti dei finanziamenti.

Poi la frustata. Bankitalia, infatti, svela il trucco sui guadagni facili. Secondo lo studio di via Nazionale, l'irrigidimento sul fronte dei prestiti si è tradotto in un aumento dei margini di interesse, che passa da un valore di 0,31 dalla rilevazione di ottobre 2011 all'attuale 0,69: più del doppio. Non solo. L'istituto guidato dal governatore Ignazio Visco segnala anche, per le imprese, una revisione delle linee di credito e stima anche per il trimestre in corso un'accentuazione delle tensioni sull'offerta, ma di minore intensità.

bankitalia big

L'ultimo passaggio del documento Bankitalia smentisce alcuni big del settore. Come Giovanni Bazoli, convinto che la riduzione dei finanziamenti sia attribuibile a una minore richiesta da parte dei clienti: «È il cavallo che non beve» aveva detto lunedì il presidente di IntesaSanpaolo. Tesi smontata da Bankitalia. La crescita della domanda di finanziamenti nel quarto trimestre da parte delle famiglie viene vista in rallentamento, mentre sarebbe rimasta sostanzialmente invariata la domanda delle imprese.

DEUTSCHE BANK

In ogni caso di denaro, allo sportello, ne gira sempre di meno. Si studiano soluzioni alternative. Alcune associazioni di categoria cercano ossigeno attraverso accordi diretti con le banche. Partite nelle quali i player stranieri hanno la meglio. I tedeschi di Deutsche Bank ha siglato lunedì un patto con gli industriali di Treviso. Mentre i francesi di Bnp Paribas (attraverso il braccio italiano Bnl) ne hanno firmato uno martedì con Assolombarda: in ballo ci sono finanziamenti agevolati per le reti di impresa.

BNP

Idee originali che piacciono. Al punto che quelli di Como e Lecco hanno chiesto informazioni ai "colleghi" trevigiani per imitarli. C'è chi parla, forse esagerando, di secessione del credito. Di sicuro, le banche italiane stanno facendo sempre meno il loro mestiere. O, come osserva il segretario generale della Cgia di Mestre, sono selettive. «Non tutti - dice a Libero Giuseppe Bortolussi - hanno subito lo stesso trattamento e infatti nei primi 10 mesi del 2011 le aziende pubbliche hanno registrato un forte aumento dei prestiti bancari (+ 26,1%), mentre il settore dell'artigianato ha subito una contrazione dell'1,24%».

Il quadro è opaco. A imprese e famiglie non resta che sperare in una dura presa di posizione da parte della Vigilanza di Bankitalia. Ieri il vicedirettore generale, Salvatore Rossi, ha ammesso che allo sportello «c'è un problema di trasparenza nei rapporti tra banche e clientela». Un attacco a parole al quale dovrebbero seguire i fatti.

 

 

PER LA CELEBRAZIONE DELLA COMUNITA' DI SANT'EGIDIO FONDATA DAL MINISTRO ANDREA RICCARDI, GRANDE ASSENTE IL GOVERNO

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Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

WALTER VELTRONI UN FRANCESCANO

(ANSA) - Autorita', personalita' della politica e delle istituzioni, amici e basilica gremita per la celebrazione in San Giovanni in Laterano del quarantesimo di fondazione della Comunita' di Sant'Egidio. Il rito e' stato presieduto dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale William Levada, che ha concelebrato con decine di vescovi, sacerdoti e cardinali e nell'omelia ha rivolto un saluto ad Andrea Riccardi, fondatore della comunita' che, ''nel lontano 1968 - ha detto Levada - inizio' il cammino e che ora e' stato chiamato anche a svolgere un servizio prezioso per il governo italiano''.

RICCARDI INPAGLIAZZO

Oltre a Riccardi erano presenti il presidente della Comunita', Marco Impagliazzo, delegati e membri delle varie comunita' diffuse in 73 paesi del mondo, poveri, anziani e malati assistiti dalla Comunita' di Sant'Egidio. Hanno partecipato al rito i ministri Giarda, Gnudi e Balduzzi. Tra i presenti l'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Francesco Greco, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, Walter Veltroni, Giovanni Maria Flick, Francesco Rutelli, Vincenzo Scotti.

RENATA POLVERINI

Rappresentate con delegazioni anche le principali chiese cristiane, visto l'impegno della Comunita' di Sant'Egidio nel campo ecumenico. Tra i celebranti anche don Matteo Zuppi che ieri il papa ha nominato vescovo ausiliare di Roma. La nomina recentissima, ricordata dal cardinale Levada durante l'omelia, ha suscitato un caloroso applauso all'interno della basilica. Il cardinale Levada, partendo dal vangelo del buon samaritano letto durante la messa, ha sottolineato in particolare l'impegno per i poveri e per la pace perseguito dalla comunita' di Trastevere.

RAFFAELE BONANNI

Levada ha anche ricordato il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II perche' ''la Comunita' di Sant'Egidio - ha detto il porporato - e' uno dei frutti del Concilio, potremmo dire che nella primavera conciliare e' sbocciato il suo carisma che poi e' diventato un albero sempre piu' robusto per il servizio alla Chiesa e al mondo''. Il porporato ha concluso l'ampia omelia incitando i membri della Comunita': ''non vi spaventino le difficolta' - ha esortato - non vi indeboliscano le avversita', possiate sempre trovare nella preghiera la forza che mantiene vive le vostre comunita' in ogni parte del mondo''.

RAFFAELE BONANNI GIANNI LETTA PIERO GNUDI

 

MANDATE AI GIARDINETTI I PENSIONATI RAI CHE RESTANO A LAVORARE - CHE MONOTONIA FARE IL POLITICO PER TUTTA LA VITA!

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Riceviamo e pubblichiamo:

MARIO MONTI A MATRIX

Lettera 1
Caro Dago,
ho letto fugacemente della frase di Monti sulla monotonia del posto fisso e dei piagnistei che (proprio come per le affermazioni di Martone) ne sono seguiti. Tralasciando ogni considerazione su questa attitudine al pianto, mi sembra che sia sfuggito l'aspetto costruttivo del messaggio del Premier: lui dice, in pratica, " dal momento che la flessibilità è una realtà di cui non si può che prendere atto, cerchiamo di costruire un sistema che renda effettive le possibilità ‘in entrata' e che garantisca una serie di tutele tale da scongiurare gli aspetti disumani della flessibilità stessa.
Non so se la cosa gli riuscirà, ma credo che il discorso meriti molta attenzione.
Daniele

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Lettera 2
Caro Dago il posto fisso in Italia c'e' ancora. Basta stare su un treno delle ferrovie vicino Forli...

Lettera 3
Caro Dago, immobile e prezzo dinamico (Enpap): penso alle molte sedute, alle terapie di gruppo e di coppia, alle riunioni a porte chiuse e menti aperte per esaminare, valutare e comprare lo storico edificio. Insomma un'acquisto effettuato solo dopo tanta tanta analisi.
Saluti,
Labond.

Lettera 4
Caro dago: sono noiosi i posti fissi degli altri!

Lettera 5
Caro Dago,
Senza nulla togliere alla professionalita' di tanti pensionati Rai: Galeazzi, Maccari, Sorgona', Vespa, Vecchioni, Agnese, e molti altri, riassunti con contratti di collaborazione.
In una stagione di lacrime e sangue; a piangere sono i giovani disoccupati e precari Rai, mentre a ridere quei pensionati Rai che invece di andare ai giardinetti, intascano laute pensioni e continuano a lavorare?
Un caro saluto
Articolo 1

Galeazzi

Lettera 6
Dopo le dichiarazioni della "bella moldava", ora alla moglie di Schettino verrà affidato come a quella di Strauss-Khan il "Buffington Post" napoletano?
Viper

Lettera 7
Ha ragione! Carissimi politici, onorevoli, parlamentari, senatori (a vita e non) CAMBIATE LAVORO! CHE MONOTONIA FARE IL POLITICO PER TUTTA LA VITA!
Maurizio

Bruno Vespa

Lettera 8
Facebook
Contro
- C'è gente che ha più amici di quanti dipendenti abbia Facebook (3000) e comincia andar di moda ristringere la cerchia (Desocializzare).
- Un miliardo di utenti stimati per l'agosto di quest'anno. Quindi se Facebook vale cento miliardi di dollari vuol dire che i dati di ogni utente valgono 100 dollari... troppi.
- Se i miei dati valgono 100 dollari, 98 di questi sono balle, sopravvalutazioni, bla bla bla.
- Non è detto che gli utenti accettino ulteriori novità da Facebook: aspettano qualcosa di totalmente nuovo ma non marchiato Zuckerberg.

Pro
- Fare pubblicità su Facebook costa molto poco.
- Geolocalizzazione dei post: a fini pubblicitari posizionare le persone sul mappamondo è estremamente interessante.
Giaz

Lettera 9
Il silenzio di Giulio Andreotti e di Carlo Azeglio Ciampi in occasione della morte di Oscar Luigi Scalfaro, caro Dago, è il fatto più rilevante degli ultimi giorni. Se l'età dei due signori in questione non fosse quella che è e se le voci sulle non eccellenti condizioni di salute di entrambi non fossero così insistenti, questo silenzio stupirebbe non poco.
Lei che ne dice?
Grazie e cordialità
Dedo Savardo Fotis

SCHETTINO

Lettera 10
Dago,
notizia surreale ai TG di oggi: A Torino sono tutti (sindacati, politici,media) in festa perchè Marchionne ha annunciato che Mirafiori ricomincerà a produrre auto....... nel Dicembre 2013! Intanto, giusto x confermare 'l'amore' del mega-Sergio x Torino, a Dicembre, 2012, la FIat metterà in vendita un nuovo modello prodotto in...Serbia.
bye
Luigi A.

Lettera 11
Gentil Dago,
nessun giornale/telegiornale sembra aver ripreso lo scoop del Fatto sulla condotta omertosa dello IOR nei confronti della giustizia italiana. Possibile che nemmeno una prova documentale del fatto che la politica ufficiale dello IOR è di non collaborare mai con la giustizia italiana possa smuovere i "coraggiosi" giornalisti italiani?

Eppure credo che i cittadini che danno l'8 per mille alla chiesa abbiano il diritto di sapere perché parte delle loro donazioni sono magicamente state traferite dallo IOR ad un altra banca e mescolati con altri soldi di provenienza sconosciuta. Scommetiamo che invece domenica ogni telegiornale dedicherà un quarto d'ora alla imprevedibile notizia "il Papa durante l'Angelus ha detto quello che dice durante ogni Angelus ogni domenica"?
G. Bohm

DOMNICA CEMORTAN

Lettera 12
Dago darling, due grandi presidenti egiziani come Gamal El Nasser e Anwar Al Sadat si rivolteranno nelle tombe a sentire quello che é successo a Port-Said dopo una partita di calcio: più di 70 morti e centinaia di feriti. Magra consolazione sapere che nel paese da loro tanto amato sono arrivate le cosiddette primavera e democrazia "all'occidentale". Se poi si pensa al dimenticato (dai media) batterio killer, forse derivato dal fieno greco d'Egitto, e alla febbre del Nilo, portata in Sardegna dai fenicotteri rosa (Corsera di oggi 2 febbraio 2012), vien da porsi la domanda se non ci sarà qualche maledizione dei faraoni in corso. Salamalikum
Natalie Paav

Lettera 13
Egregio Direttore,
quando un pensionato, con pensione minima, vede alla TV che il responsabile economo di un partito che non esiste più (Margherita) ha fatto sparire 13milioni di euro, cosa pensa? Una sola cosa: che è inutile andare a votare perché i politici sono tutti uguali!! La causa
di questi vergognosi fatti va ricercata nei rimborsi elettorali che partiti e partitini incassano dallo Stato ( cioè dai cittadini) anche se non sono presenti in Parlamento.

DOMNICA CEMORTAN ALL'USCITA DALL'INTERROGATORIO

Nonostante un Referendum che ha annullato il finanziamento ai partiti, i nostri bravi politici hanno messo in campo il rimborso elettorale senza tenere conto della volontà popolare. Questa non è più una Casta o una Cricca, ma qualcosa di più grande che si autoalimenta sulla pelle dei cittadini sempre più delusi e sempre più incazzati!
Marino Bertolino

Lettera 14
Caro Dago, condivido quasi sempre i tuoi "Ma facce ride" perché evidenziano spesso l'ipocrisia di uomini famosi e potenti. Ma questa volta sulle dimissioni dei consiglieri Rai non sono daccordo. Credo che rimanere in carica non sia un attaccamento alla poltrona, fra l'altro per pochi mesi, bensì un segno di rispetto nei confronti delle istituzioni che hanno nominato i medesimi consiglieri.

Non ci si dimette perché in Consiglio si è stati battuti. Se fosse così il Consiglio Rai non dovrebbe nemmeno riunirsi la prima volta. Non ci si dimette per fare il bel gesto quando già si sa che si andrà a casa. Non ci si dimette perché il Direttore generale non mantiene gli impegni assunti alla sua designazione. Casomai si chiedono le dimissioni del Direttore generale. In Italia spesso le dimissioni sono lo strumento per ottenere incarichi ancora più importanti. Credo che rimanere in carica, soprattutto in un momento così difficile, sia al contrario un atto di responsabilità senza contropartite.
Cordiali saluti.
Giovanni Pontano

MAURO EZIO

Lettera 15
Caro Dago,
è cambiato il governo, sono arrivati i grandi sapientoni, ma il ritornello del posto fisso non è mutato. Adesso è arrivato il premier Monti a farci la lenzioncina "sulla noiosità del posto fisso".. Guarda caso, però, il posto fisso vale sempre per gli altri. Le nuove generazioni continuano così ad essere vilipesi con gli editorialisti dei giornaloni che si guardano bene dal contestare queste tesi che non hanno senso.

Piuttosto, nonostante "il sonno" dei partiti che appaggiano il governo, bisognerebbe ricordare al premier Monti che per le tasse tutto è divennato operativo, mentre per l'occupazione vengono chiesti tempi pù lunghi e si discetta alla maniera della caduta dell'Impero di Bisanzio, senza arrivare ai provvedimenti necessari. Un'altra cosa: il sobrio Monti dovrebbe magari ricordare alle imprese che i cinquantenni, i sessantenni e, putroppo, anche i quarantenni non sono da rottamare, ma la loro esperienza è un valore aggiunto.
Cordiali saluti.
Giovanni Attinà

MARCHIONNE

Lettera 16
Caro Dago,
Prima di attribuire difetti,vizi, comportamenti immorali, e/o illegali a una sola parte politica, bisogna essere sicuri di esserne immuni. Altrimenti può capitare di sentirsi urlare in coro :"Senti chi parla", come accade spesso ai Moralistoni de Sinistra. I casi "Penati, Lusi, Ezio Mauro, De Benedetti, Greganti, De Bustis, Miliardo di Gardini a Botteghe Oscure,Tedesco,Frisullo, Vasco e Valentino, Montepaschi di Siena, Sanitopoli pugliese, Del Bello, Marrazzo eccetera, sono lì a dimostrare quanto sopra. Infine, visto il caso
Lusi, cosa si aspetta a spulciare i conti e i bilanci dell'IdV e quelli personali di Antonio Di Pietro ?
Salve
Natalino Russo Seminara

 

 

PASSERA E MONTEPREZZEMOLO NON SI PARLANO PIÙ - MONTI ALLA MATRIX-CIANA

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Bigador per Dagospia

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO PASSERA

1- Risultato della puntata di ieri di Matrix: Letta difende Monti. Ma attacca Castelli. E' d'accordo con Lupi su Monti, ma lo incolpa di Berlusconi. Castelli attacca Letta su Monti, ma evita Lupi. Lupi difende Monti, sarebbe d'accordo con Letta, ma non può dirlo apertamente. Anche lui evita lo scontro con Castelli. Per fortuna c'era Donati: gli facevano apertamente schifo tutti.

2- Sempre rispetto a ieri sera, due cose: segnaliamo lo splendido strato di cerone dato a SuperMario per coprire la stanchezza, e lo sbotto dei suoi dietro le quinte dopo l'ennesima battuta sbagliata...

3- In lutto Enrichetto Letta: quei cattivone del pm di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit. Lui lo aveva indicato come futuro leader del centrosinistra.

MARIO MONTI A MATRIX

4- Prendiamo in custodia Ale-danno. E' messo troppo male, inutile accanirsi. Quindi sposiamo la sua idea di tornare protagonista in caso di emergenza-neve nella Capitale. Ha già avvertito i suoi: dobbiamo replicare l'episodio del 2008 con la piena del Tevere. Quindi sarà in prima fila pronto a farsi fotografare...

ENRICO LETTA

5- Gli eroi ci entusiasmano. Guccini li definiva per sempre "giovani e belli", dopo la morte. Visto il gesto estremo, speriamo non accada anche a Moles: da oggi è in sciopero della fame per 24 ore. Siamo con lui.

6- Pan di zucchero Casini ha rotto gli zebedei anche a Fini. Il primo fa lo splendido con tutti, lo fa annusare a destra e a sinistra. Il sub no, vuole ancora il ruolo del duro e puro, quando ora rischia di sputtanarsi.

7- In attesa dello sputtanamento del sub, ricordiamo per la terza volta cosa dicono dentro Fli: Granata e Napoli soffrono. Eccome se soffrono.

ALESSANDRO PROFUMO

8- A proposito: avete notizie del mezzoBocchino beganizzato?

9 - Legge elettorale: Pd e Pdl continuano a parlarsi. Altro che sussurri, più si indeboliscono e più si rendono conto che è meglio picconarsi in Parlamento per evitare brutte sorprese. Di Pietro, Vendola e la Lega sono avvertiti.

10- Mamma mia quanto è esperta la Fornarina Frignero. Lo è proprio tanto. Ma ancora di più. Su cosa? Ah saperlo...

FABIO GRANATA

11- Sono in tutto 26 i ricorsi presentati alla Camera contro i tagli ai vitalizi dei parlamentari http://www.repubblica.it/politica/2012/01/30/news/sipendio_dei_deputati_taglio_di_1300_euro_al_mese-29040378/index.html?ref=search. Anche in questo caso i più incazzati sono quelli legati al Carroccio: ben 15!

luigi lusi

12- Festa Radicale per la responsabilità civile dei magistrati. Con loro Pdl e Lega. E, quatti quatti, anche qualcuno del Pd. Tanto il voto era segreto...

13- Il caso Lusi ha tolto un forte peso agli ex Ds. "Adesso le mele marce non sono solo dalla nostra parte, ma anche dagli ex Margherita", dice un ex diessino. E pensava a Fioroni e alle sue vecchie battutacce.

GIUSEPPE FIORONI

14- Non osate parlare di Passera davanti al ciuffo a penzolone di Monteprezzemolo, c'è il rischio che il primo ferroviere di Ntv s'incazzi di brutto. I due, infatti, non si parlano più. L'ex ragazzo dei Parioli si è visto, da un giorno all'altro, chiusa la sua carriera politica, azzerata dall'arrivo di Passera. Eppure, per anni, attraverso Megalò Malagò, Corradino e Luchino hanno intrecciato telefonate, cene, vacanze in barca. Con il banchiere che chiedeva consigli e cercava dritte. Sì, per fregarlo meglio, è il giudizio di Montezemolo

 

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