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73 MORTI IN EGITTO DURANTE UNA PARTITA DI CALCIO - COMPLOTTO DI AL-QAEDA PER ATTACCARE LONDRA

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DAGOREPORT

THE NEW YORK TIMES THE WASHINGTON POST

1 - THE NEW YORK TIMES - A sinistra, "I prigionieri talebani fanno riconsiderare il punto di vista degli Stati Uniti sulla guerra in Afghanistan" - Al centro, "Trovata la spiegazione della diffusione del morbo di Alzheimer" - "Dai fondatori agli arredatori, i ricchi impiegati di Facebook"

2 - THE WASHINGTON POST - A destra, "Gli Stati Uniti vorrebbero concludere la missione in Afghanistan nel 2013" - A sinistra, "74 morti negli scontri durante una partita di calcio in Egitto" - Al centro, "Don Cornelius 1936-2012: il titolare dell'anima dell'America" - "Per Romney e Paul, un'alleanza strategica"

3 - THE WALL STREET JOURNAL (EUROPE) - Al centro, "L'Unione europea può facilitare le regole patrimoniali per le banche" - In basso, "Il capo di Sony che succede a Stringer"

4 - THE GUARDIAN - A sinistra, "Gli ispettori chiedono più salvaguardia alle spie della polizia", ""Gli ispettori criticano ‘l'intrusione' nella vita degli attivisti da parte di agenti sotto copertura" - A destra, "73 morti e centinaia di feriti negli scontri durante una partita di calcio in Egitto" - In basso, "L'Argentina accusata di aver complottato per il blocco delle Falkland"

THE GUARDIAN jpegTHE INDEPENDENT

5 - THE INDEPENDENT - In apertura, "Protesta dopo che il capo della Student Loan Company ha evaso le tasse", "Un pacchetto da 182.000 sterline è stato pagato lordo alla sua azienda" - A destra, "Gli economisti concordano: l'euro è condannato" - In alto, "Il profondo freddo"

6 - THE TIMES - In apertura, "Salvate i nostri ciclisti", "The Times oggi lancia una campagna per migliorare la sicurezza di chi va in bici nelle città inglesi. Un'iniziativa nata dopo il grave incidente che ha coinvolto un giornalista del Times"

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "David Miliband: mio fratello Ed e il ritorno al vecchio partito laburista" - A sinistra, "20.000 persone chiamate ingiustamente criminali" - In basso, "Chi organizza complotti terroristici ‘libero nel giro di sei anni'"

8 - FINANCIAL TIMES (EUROPE) - In apertura, "I super-pacs corrodono il vantaggio di Obama", "Ricchi donatori sostengono la campagna dei repubblicani", "I sostenitori di Romney hanno donato 30 milioni di dollari nel 2011" - A destra, "Quattro estremisti confessano il complotto di al-Qaeda per attaccare Londra" - Al centro, "Incidenti nel calcio: 68 morti in una sommossa in Egitto" - In basso, "Le forti capacità manifatturiere suscitano ottimismo sulla ripresa globale"

DAILY MIRROR LIB RATION

9 - DAILY MIRROR - In apertura, "Una legge per i ricchi", "Nuovo scandalo sulle banche: il riccone londinese Ravi Sinha ha rubato 1,4 milioni di sterline... e i poteri pensano che sia ‘inappropriato' perseguirlo" - In alto, "73 morti in una rivolta calcistica" - A sinistra, "Complotto terroristico per bombardare Londra" - "Roberto Mancini sull'orlo del baratro"

10 - THE SUN - A sinistra, "La farsa dell'inchiesta su Amy", "Il padre di Amy Winehouse scioccato dopo aver appreso che il medico legale che si è occupato della tragica fine della figlia non era qualificato"

11 - DAILY EXPRESS - In apertura, "La Gran Bretagna affronta una settimana di neve" - In basso, "Madeleine McCann: il costo delle nuove ricerche della bambina da parte della polizia sale a 2 milioni di sterline"

12 - LE MONDE - In apertura, "La battaglia per le presidenziali si attesta sulle case" - A destra, "Bayrou scommette sul crollo di Sarkozy" - Al centro, "Mitt Romney favorito per affrontare Barack Obama" - "126 aerei Rafale venduti all'India: quale impatto sull'occupazione in Francia?" - "Jean-Pierre Chevènement si ritira dalla corsa" - "La ‘primavera araba' affronta un inverno difficile"

THE DAILY TELEGRAPH DAILY EXPRESS

13 - LE FIGARO - In apertura, "Il progetto Hollande non risparmia nessun contribuente", "Il programma fiscale del candidato socialista passato al setaccio dagli esperti del fisco" - A destra, "Libia: Le Figaro intervista il presidente del Consiglio nazionale di transizione" - "Internet: Facebook cerca un'entrata in borsa record a 5 miliardi di dollari" - Al centro, "La Nato accusa il Pakistan di aiutare i talebani"

14 - LIBÉRATION - In apertura, "Affaire Woerth-Bettencourt: pagherà il tesoriere?", "Convocato dal giudice, il vecchio ministro potrebbe essere messo sotto inchiesta per il finanziamento illegale della campagna di Sarkozy nel 2007" - A destra, "Bayrou presenta il suo programma"

15 - LES ECHOS - In apertura, "Come i tedeschi aprono al mercato cinese", "Merkel e una ventina di industriali tedeschi per due giorni in Cina", "Gli scambi commerciali bilaterali sono in forte crescita" - A destra, "Bayrou spiega il suo progetto per tornare nella corsa alle presidenziali" - Al centro, "Game over per il più grosso matrimonio in borsa", "La Commissione europea blocca la fusione Nyse-Deutsche Börse" - In alto, "L'ondata di freddo fa aumentare la domanda di gas e di elettricità" - "Facebook alle porte della borsa"

THE WALL STREET JOURNAL LE FIGARO

16 - EL PAIS - In apertura, "Le vittime del franchismo narrano le loro tragedia davanti alla Corte suprema" - A destra, "La Finanza scopre reati fiscali nella visita del Papa a Valencia" - In basso, "L'insolita ‘Gioconda del Prado'", "L'opera di un discepolo di Leonardo crea scompiglio nel mondo dell'arte"

 


FACEBOOK, UNA BUFALA DA 100 MILIARDI? - SU “WIRED” OSCAR GIANNINO, CHE NON HA DIMENTICATO LA BOLLA INTERNET DEL 2000, CANTA FUORI DAL CORO: SOTTO IL SOCIAL NETWORK C’È PUZZA DI “HYPE”, DI POMPAGGIO MEDIATICO DELLE GRANDI BANCHE D’AFFARI, DAL GOLDMAN SACHS (SOCIA DI ZUCKERBERG) A MORGAN STANLEY (CHE GUIDA LA QUOTAZIONE IN BORSA) - FACEBOOK HA SOLO 3000 DIPENDENTI, NON I 90MILA DI MICROSOFT O I 31MILA DI GOOGLE - I PRECEDENTI DI ZYNGA E GROUPON, QUOTAZIONI CROLLATE DOPO L’APPRODO SUL MERCATO…

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Oscar Giannino per "Wired"

COVER WIRED ZUCKERBERG OSCAR GIANNINO

Sbarcherà dunque in Borsa la mitica Facebook di Mark Zuckerberg? E varrà i 100 miliardi di dollari insistentemente annunciati a fine 2011 dal Wall Street Journal? Alla prima rispondo: non lo so. Alla seconda: spero proprio di no. Nassim Taleb, l'arcifamoso autore del Cigno nero, manuale anti-luogocomunista sugli eventi catastrofici non stocastici, nelle sue conferenze spesso spiega che: «Ho appena completato un approfondito esame statistico della vita del presidente Obama. Per decine di anni e con migliaia di osservazioni, non è mai morto neanche una volta. Posso quindi affermare che è immortale, con un alto grado di significatività statistica».

Taleb vuole farci riflettere sul problema dell'inferenza inaccettabile che discende da interpretazione di dati passati effettuata con metodo a-logico. La bolla dot com di qualche anno fa parla chiaro, e non va dimenticata. Considero con un certa diffidenza la reiterata campagna di annuncio della quotazione di Facebook. Puntualmente la voce viene rimbalzata dall'agenzia Dow Jones o dal Wall Street Journal, insomma da un ben preciso gruppo editoriale.

ZUCKERBERG

E il tambureggiamento è diventato sempre più forte dopo che a fine 2010 Goldman Sachs si occupò di un aumento di capitale di Facebook aperto solo a privati per 1,5 miliardi di dollari. Al termine del quale, dopo che la banca d'affari aveva messo in proprio 450 milioni di dollari in Facebook per un 1% in concomitanza con i russi di Digital Sky Technologies che ne misero altri 50, e poiché la stessa Goldman fece capire che si trattava di un mero 1% del capitale, ecco che da quel momento in poi tutti a scrivere e ripetere che Facebook valeva 50 miliardi.

logo facebook

Poi, con il procedere del 2011 e le sue novità nel web, la versione rivista dell'iPad e decine di nuovi smartphone più potenti basati su Android, il sistema operativo di Google, e le acquisizioni da decine di miliardi di dollari che hanno reso Motorola una parte di Google, Skype una parte di Microsoft e Gowalla una parte di Facebook, e dopo gli addii a ottobre a giganti come Steve Jobs e Dennis Ritchie, ecco che il Wall Street Journal inizia a suonare con più forza il suo tamburo, raddoppiando però il valore potenziale e parlando di 100 miliardi di valore complessivo e di un'Ipo in sicuro arrivo entro aprile 2012, per raccogliere 10 miliardi sul mercato piazzando cioè solo il 10% della società.

Francamente, si sente puzza di bruciato lontano chilometri. Goldman vuole straguadagnare sulla sua quota e inoltre guidare l'Ipo. Fa il suo mestiere, e il Wall Street Journal la spalleggia. Naturalmente, c'è chi ha interessi diversi. Tanto è vero che a ogni annuncio del quotidiano finanziario Usa ha quasi sempre fatto riscontro una mezza smentita rilanciata dal Financial Times.

GOLDMAN SACHS THE WALL STREET JOURNAL

Di Facebook però, per poter esprimere giudizi di valore di un qualche fondamento, non sappiamo abbastanza. Come tutte le società non quotate inferiori ai 500 soci, secondo le norme americane può tenersi quasi tutti i dati nel cassetto. Il giro d'affari 2011 stimato dagli osservatori oscilla tra i 3 e 4 miliardi, ma è una forchetta amplissima. Idem dicasi per il margine di utili, c'è chi dice 300 milioni, chi dice oltre 500. Certo, sappiamo che Facebook ha solo 3000 dipendenti, non i 90mila di Microsoft o i 31mila di Google.

Ma quale sia la marginalità pubblicitaria, e su che valutazioni e proiezioni di commercializzazione e profilatura clienti aperta a terzi si basino le prospettive di crescita della piattaforma, in realtà noi non lo sappiamo, e saranno i banchieri d'affari che dovessero pilotare l'Ipo a scrivere le carte sulla cui base il mercato abboccherebbe. A oggi, sono tutte congetture. L'unica cosa di cui sono certo è che un multiplo di 20 o addirittura 30 volte il fatturato è completamente lunare.

Groupon

Capisco che le banche d'affari non desistano dal fare denari facili cavalcando le mode di mercato. Capisco che l'Ipo di Zynga non faccia troppo testo, in quanto il multiplo applicato in quella circostanza ai giochi Internet - tra cinque e sei - deve essere considerato comunque conservativo rispetto alle possibilità dell'intera piattaforma. E comunque la quotazione del produttore di giochi internet su Facebook è stata la migliore Ipo di settore in Borsa da quella trionfale, nel 2004, di Google.

Morgan Stanley

Ma resta il fatto che dopo l'Ipo curata da Morgan Stanley il titolo Zynga è sceso, come erano scesi prima di lei il discounter online Groupon e la radio internet Pandora, altri due recenti approdi sul mercato. Calma e sangue freddo, dunque. E occhio che un'Ipo che va bene per Goldman può far ricchi trader di mestiere ad alta frequenza di scambi, ma non va scambiata per qualcosa la cui affidabilità saremo in grado di valutare solo quando conosceremo dati e loro sostenibilità di medio periodo. Per tornare a Taleb: Obama è un mortale, ricordatelo.

 

LUSI E COSTUMI DI UN TESORIERE-LUIGI LUSI SI CONCEDEVA AUTO DI LUSSO,PARTY ESCLUSIVI E UNA VILLA A GENZANO DA 2MLN €

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Caterina Perniconi per il "Fatto quotidiano"

LA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpegluigi lusi

L'ultima festa è stata quella per i suoi 50 anni, il 25 novembre. Ma a quanto pare le cene a casa di Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita che ha fatto sparire 13 milioni di euro, erano un'istituzione.

Ieri in Parlamento non si parlava d'altro: catering firmati dal pluristellato chef Gianfranco Vissani, bottiglie prestigiose, servizi d'argento. Insomma, lo sfarzo di cui si circondava l'ex tesoriere della Margherita era noto a molti. Qualcuno ricorda di aver presenziato alle serate nell'attico di via Monserrato , a due passi da Campo dei Fiori nel cuore della Capitale.

LA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpeg

Ma c'è anche chi è stato a Genzano, per il suo compleanno, in una villa che di certo non passa inosservata: "Credevo che fosse di un giocatore della Lazio" dice un passante nel vicino viale Mazzini. Perché la proprietà è degna di un divo di Beverly Hills: 17 vani distribuiti su 4 piani, per un valore d'acquisto di 2 milioni di euro e una ristrutturazione recente e non ancora completata costata più di un milione. Dall'esterno del poderoso muro di cinta si scorgono solo gli ultimi due piani della villa con un bovindo di vetro ricavato sul terrazzo principale.

LA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpeg

Per osservare meglio l'edificio in stile primi ‘900, bisogna arrampicarsi sulla strada che porta al lago di Nemi, in una delle zone più prestigiose dei Castelli Romani. Da lì si scorge un giardino con una rotonda in stile americano intorno al quale sfilano le auto, ma si vedono anche le telecamere di sorveglianza e i sensori antifurto.

Sul campanello ci sono i cognomi del senatore (Lusi) e della moglie (Petricone). Subito sotto compare il nome della Paradiso immobiliare, la società intestataria della proprietà, ceduta da Cristiano Berloco a Lusi insieme all'edificio. Il portone è chiuso, con il passo carrabile bloccato dai dissuasori mobili. Inutile suonare al citofono. Dopo un minuto di attesa una voce femminile spiega che il senatore non c'è: "Forse è al Senato, ma non qui, non lo trova a Genzano".

FRANCESCO RUTELLI

Poco dopo però esce un Suv dal cancello. Ma Lusi è solito girare su berline di ben altra forgia. Alle porte di Roma torna solo nel weekend e per le feste, come quella dei 50 anni, alla quale hanno partecipato molti amici intimi e qualche collega di partito. Certo è che chi è stato lì, dopo aver visto la casa di Roma, difficilmente poteva ignorare il tenore di vita dell'ex tesoriere.

Scalfarotto

"Avranno pensato che era ricco di famiglia" ironizza qualche deputato in Transatlantico. Ma c'è anche chi non ha voglia di scherzare e comincia a ipotizzare le ragioni del silenzio che per troppo tempo ha circondato il boy scout della Margherita: "Mi verrebbe a questo punto da chiedere se le persone che lavorano per l'Api siano pagate dall'Api o dalla Margherita. Insomma se Rutelli stia facendo politica in un altro partito con i soldi del Pd" chiede il vicepresidente del Partito democratico, Ivan Scalfarotto.

Ma su questo tema anche i più acerrimi "nemici" dell'ex sindaco di Roma nel partito sembrano non volersi pronunciare. Arturo Parisi, interrogato dai giornalisti alla Camera sulle omissioni intorno alla vicenda, le archivia a "valutazioni" che preferisce non fare. E a chi chiede allora una valutazione specifica su Rutelli, chiosa: "È un ragazzo simpatico". Non chiarisce che tipo di movimenti economici ci fossero tra i partiti nemmeno il Direttore generale della Margherita, Giuseppe De Meo, definendosi "non autorizzato a dichiarare dell'argomento".

LA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpegArturo Parisi - Copyright PIzzi

L'unico che sa e può parlare della fine che hanno fatto i soldi pubblici pare sia solo lo stesso Lusi. "Io so che quando servivano per le campagne elettorali non c'erano - dice il senatore del Pd, Marco Stradiotto - nel 2006 la campagna di Prodi l'abbiamo fatta coi fichi secchi, proprio perché Lusi aveva chiuso i cordoni della borsa ‘tanto si vinceva lo stesso'. I soldi all'interno di un partito devono essere usati per fare politica. Ma se poi avvengono questi fatti la situazione fa riflettere". Sulle ville, ma anche sulla gestione di partiti formalmente scomparsi.

 

CONTI IN TASCA - GLI AFFARI DEL SENATORE PDL, DA SPECULAZIONI IMMOBILIARI ALLE PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE

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Vittorio Malagutti per il "Fatto quotidiano"

RICCARDO CONTI

Semmai il ministro Elsa Fornero avesse avuto bisogno di una mano nella sua battaglia con le casse previdenziali dei professionisti (medici, avvocati, ingegneri, giornalisti e altre ancora) la vicenda della vendita della palazzina nel centro di Roma all'ente pensionistico degli psicologi (Enpap) è un assist sensazionale. Un'istituzione privata, ma vigilata dal ministero del Welfare, paga 44 milioni per un immobile comprato solo il giorno prima dal politico Pdl Riccardo Conti al prezzo di 26 milioni.

A prima vista non sembra proprio un affarone. E questa storia finisce per portare acqua al mulino del ministro che di recente ha detto che la gestione delle casse private, così com'è, è insostenibile nel lungo periodo. Apriti cielo. "Bilanci solidi, gestione affidabile", ribattono le casse. Ed ecco che salta fuori la vicenda dell'Enpap che decide di traslocare in un palazzo a due passi da Fontana di Trevi.

2a06 massimo caputi

Prima domanda, di cui forse si occuperà anche un'inchiesta giudiziaria: non era possibile scegliere qualcosa di più modesto? La sede attuale dell'Enpap si trova non lontana dal Policlinico di Roma ed è stata comprata per meno di 4 milioni non molto tempo fa, nel 2003. Negli ani scorsi i locali sono stati ristrutturati con una spesa superiore al milione di euro.

Seconda domanda: l'Enpap conta su una trentina di dipendenti in tutto. C'era bisogno di comprare un palazzo di cinque piani di cui, secondo quanto dichiarano i vertici dell'ente, almeno tre verranno utilizzati per gli uffici? Poi c'è il capitolo che riguarda il senatore Conti, che contesta le ricostruzioni dei media. "Provento legittimo di un mestiere che svolgo ormai da molto tempo", sostiene il politico Pdl, ex Udc, ex democristiano, vero peso massimo della dichiarazione dei redditi, mai inferiore a 500 mila euro negli ultimi anni.

piscitelli

In effetti Conti, bresciano doc, da anni si dedica con gran profitto agli affari immobiliari. Colleghi e concorrenti lo ricordano fare coppia fissa con Marco Brunelli, l'anziano imprenditore (classe 1927) che dopo aver fondato l'Esselunga con Bernardo Caprotti ha lanciato ormai alcuni decenni fa i suoi marchi Iper e Unes. Insomma, Brunelli è un big della grande distribuzione. Ma, si sa, per fare i supermercati servono grandi aree da sviluppare. Ed è qui che arriva Conti. Il quale compra, a volte semplici terreni agricoli, e poi si defila dopo aver lasciato campo libero all'amico Brunelli.

ETTORE BERNABEI

È andata così anche nella complicata vicenda dell'Alfa Romeo di Arese. Nel 2000 Fiat decide di chiudere lo storico stabilimento alle porte di Milano. Si fa avanti una cordata di acquirenti capitanata da Conti. L'operazione si trascina per anni, tra le proteste degli operai espulsi dalla fabbrica per far posto a una speculazione immobiliare. L'ultima versione del grande affare vede il solito Brunelli pronto a insediarsi con un centro commerciale.

E Conti? Il senatore , dopo aver fatto da apripista, si è ritirato in buon ordine. Va detto che il politico imprenditore non si occupa solo di palazzi e terreni. A tempo perso si interessa anche di cinema e tv. Qualche anno fa il senatore ha comprato una piccola partecipazione nella società di produzione Lux Vide fondata dal cattolicissimo Ettore Bernabei. Per via della Lux Vide il nome di Conti è finito nelle carte dell'inchiesta della procura di Napoli sull'ex direttore di Rai Fiction Agostino Saccà (poi prosciolto).

quad40 giuliano urbani

Interrogato nel 2007 dal pm Vincenzo Piscitelli, l'ex ministro ed consigliere Rai, Giuliano Urbani racconta di aver presentato Conti a Saccà quando quest'ultimo stava tentando di trovare partner privati per Rai fiction. "Mi risulta che Conti fosse molto interessato al settore della fiction", fa mettere a verbale Urbani, che cita anche la "vicinanza" del senatore Pdl (all'epoca Udc) a Bernabei.

Alla fine, comunque , l'incontro tra il politico e il manager Rai non avrebbe portato nulla, assicura Urbani. Poco male. Conti continua a macinare milioni come immobiliarista. Una sua holding dal nome curioso, si chiama Edizioni di storia bresciana, nel 2009 ha realizzato ben 30 milioni di profitti. Il vero colpo da maestro è però quello dell'anno scorso con la palazzina venduta all'Enpap per 44 milioni.

Questa però è soltanto l'ultima tappa di un'incredibile girandola. Già perchè lo stesso immobile nel 2004 era iscritto nei bilanci della banca San Paolo di Torino, poi fusa con Intesa, a meno di 10 milioni. Il Fondo Omega gestito da Massimo Caputi lo compra nel dicembre 2008 per 17,4 milioni. A gennaio 2011 Omega gira la palzzina a Conti per 26,5 milioni. E stretto giro di posta arrivano gli psicologi dell'Enpap che comprano per 44 milioni. Bingo! O no?

 

PIOGGIA DI CRITICHE ALLA BATTUTA DI MONTI: “IL POSTO FISSO? SAI CHE MONOTONIA!”

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1 - "MONTI CHIEDA SCUSA». «LUI IL POSTO FISSO CE L'HA"
Da "Corriere.it"

MONTI

Il posto fisso per tutta la vita non ci sarà più e, in ogni caso, sarebbe monotono, per cui è anche bello cambiare e accettare nuove sfide. Le parole pronunciate da Mario Monti a Matrix non sono passate inosservate e subito si sono levate critiche da destra e da sinistra.

Francesco Storace, leader de La Destra, si affida all'ironia e ricorda che «Monti farà il senatore a vita e avrà il suo posto fisso, quindi dovrebbe fare molta attenzione quando usa le parole». «Mi indigno per la leggerezza con cui vengono dette certe cose - ha aggiunto intervenendo a Tgcom24 - davvero Monti pensa che si possa saltellare da un lavoro all'altro con tanta facilità come accade negli altri Paesi?».
Ma critiche al presidente del Consiglio sono arrivate anche dal fronte del centrosinistra.

FRANCESCO STORACE

«È stata una delle peggiori performance televisive del presidente del Consiglio - taglia cortoNicola Latorre, vicepresidente del Pd al Senato, prendendo la parola ad Agorà, su Raitre -. Teorizzare che la società non è dinamica perchè c'è l'articolo 18, perché c'è il posto fisso è una sciocchezza. Teorizzare che il posto fisso è noioso credo sia discutibile e io non la penso proprio così».

Più duro il giudizio che arriva dalle fila dell'Idv per bocca di Antonio Borghesi, vicecapogruppo dei deputati dipietristi: «Sono parole inopportune e inappropriate, tipo quelle di Padoa Schioppa quando disse che le tasse sono bellissime». E ancora: «Monti ha sbagliato profondamente - ha aggiunto - e dovrebbe chiedere scusa a tutti quegli italiani che in questo momento vivono un momento estremamente difficile».

2 - MONTI E IL POSTO FISSO. IN RETE: "VIVA LA MONOTONIA"
Da "Repubblica.it"

Polemiche. "Caro Professore, questa della monotonia del posto fisso è davvero inascoltabile...". Basta una frase. Quella pronunciata dal presidente del Consiglio Mario Monti durante un'intervista alla trasmissione Matrix. E quel "i giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia", fa scattare subito la discussione in rete.

NICOLA LATORRE

"Gentile dottor Monti, occupatevi prima delle banche e del credito e poi del posto fisso per i giovani". Ancora: "Presidente, dica le stesse cose pensando a quelle famiglie dove i genitori sono disoccupati e i figli precari". Polemiche e indignazione. Ma anche inviti a prendere in considerazione le parole del premier.

Viva la monotonia. Su Twitter gli hashtag da seguire sono: #Monti, #postofisso, #monotonia e #vivalamonotonia. E i post di cittadini e uomini politici sono già centinaia. Tra gli altri, Paolo Ferrero, segretario della Federazione della Sinistra: "Sono d'accordo con Monti contro il posto fisso: se ne vada a casa".

E il tema del lavoro a tempo indeterminato s'intreccia con quello della riforma dell'articolo 18. "Non c'è bisogno di essere esperti: questo governo vuole cambiare i diritti dei lavoratori". Poi: "Caro Monti, mi accontenterei volentieri della monotonia pur di avere una sicurezza per quanto riguarda il mio lavoro".

NICOLA ZINGARETTI

"La precarietà non è divertente". Non manca chi scrive: "Monti ha ragione: il posto fisso rappresenta la morte per l'individuo". E ancora: "Io concordo, ci si annoia. Ho cambiato otto volte lavoro in otto anni". Ma in tanti mettono in relazione le parole del premier alla precarietà con cui vivono le loro esperienze lavorative: "Caro presidente, mi creda. Precari e disoccupati preferirebbero davvero la monotonia del posto fisso a questo presente in cui non riusciamo neanche a immaginare un futuro". Poi racconti, esperienze personali: "Senatore, non è divertente restarsene a casa per mesi aspettando che il telefono squilli".


3- ZINGARETTI, INFELICE BATTUTA MONTI SUL POSTO FISSO...
(Adnkronos) - ''Il posto fisso e' una noia? Battuta infelice. Credo che la vera tragedia in Italia sia la disoccupazione e il lavoro precario''. Lo scrive su Facebook e Twitter il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, commentando le parole dette ieri dal presidente del Consiglio.

4- MELONI, SENZA IMPIEGO FISSO NESSUNA CERTEZZA O GARANZIA LE BANCHE NON CONCEDONO MUTUI AI GIOVANI, MONTI LO SA BENISSIMO...
(Adnkronos) - La flessibilita' e' un elemento del mondo del lavoro con il quale i giovani fanno da tempo i conti, purtroppo senza avere alcun tipo di tutela o di aiuto da parte dello Stato. Lo sottolinea l'ex ministro della Gioventu', Giorgia Meloni, nel commentare le osservazioni del presidente del Consiglio, secondo il quale chi entra ora nel circuito lavorativo deve abituarsi alla prospettiva che non avra' il posto fisso per tutta la vita. "Monti -dichiara Meloni all'Adnkronos- sa benissimo che i giovani non inseguono piu' da tempo la chimera del posto fisso.

GIORGIA MELONI

Ormai, loro malgrado, se ne sono fatta una ragione. Chi sembra invece non averlo capito sono le banche e gli istituti di credito che, senza busta paga e, appunto la garanzia di un lavoro a tempo indeterminato, non fanno nulla e non concedono mutui per l'acquisto della prima casa. Il nodo quindi non la mobilita', ma il precariato e l'instabilita' del posto di lavoro, che rendono la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze al primo impiego, figli di un dio minore dal punto di vista delle prospettive di vita".

"Per questa ragione, il precedente governo aveva costituito un fondo di 50 mln di euro destinati alle giovani coppie che, pur avendo un impiego a tempo determinato, potessero accedere a un finanziamento agevolato per l'acquisto della casa. La monotonia di cui parla Monti non e' dunque nel dover lavorare per una vita nello stesso posto, quanto, se mai, nell'atteggiamento delle banche che non si smentiscono. Per il resto -conclude Meloni- mi sembra che le ultime generazioni non vadano sollecitate e mettersi in discussione, poiche' da anni hanno imparato a fare i conti con questa esigenza".

 

I SOLDI SGRAFFIGNATI DA LUSI ERANO FINITI SU UN SUO CONTO IN CANADA PRIMA DI RIENTRARE GRAZIE ALLO SCUDO FISCALE

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Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

luigi lusi

Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita, ora senatore pd, accusato di aver utilizzato a fini personali 13 milioni di euro del partito, aveva deciso di concentrarsi anche sull'estero, trasferendo in Canada gran parte dei soldi accumulati sul conto corrente intestato a «Democrazia è Libertà» e poi finiti nella disponibilità della «TTT srl», società della quale risulta unico proprietario. Nel 2009 aveva però deciso di far rientrare almeno in parte il denaro in Italia, accedendo allo scudo fiscale.

Faceva affari in Italia Luigi Lusi, ma negli ultimi anni aveva deciso di concentrarsi anche sull'estero. E alla fine aveva ritenuto che la strada più semplice da seguire fosse quella di trasferire in Canada gran parte dei soldi accumulati sul conto corrente intestato a «Democrazia è Libertà» e poi finiti nella disponibilità della «TTT srl», la società della quale risulta unico proprietario. In tutto 13 milioni di euro utilizzati per acquistare immobili di pregio e per alimentare il suo bilancio personale.

luigi lusi

Nel 2009, qualcosa lo ha però convinto sull'opportunità di far rientrare almeno in parte il denaro nel nostro Paese. E così ha deciso di accedere allo scudo fiscale. La clamorosa novità emerge dagli accertamenti compiuti dalla Guardia di Finanza su delega della magistratura romana. E rafforza il vero interrogativo che ruota intorno a questa storia: possibile che l'ex tesoriere della Margherita poi diventato senatore del Partito democratico, abbia fatto tutto da solo? Possibile che nessuno si sia accorto di questa continua movimentazione di denaro?

LA CAUSA CIVILE SUI RENDICONTI
In realtà sin dal luglio scorso alcuni parlamentari che facevano parte della Margherita si erano rivolti al tribunale civile impugnando la validità dei rendiconti relativi al 2009 e al 2010. Appare difficile credere che neanche in quell'occasione i vertici dell'ex Margherita che adesso sono parte lesa contro Lusi - il presidente Francesco Rutelli, il presidente dell'assemblea Enzo Bianco e il presidente della Tesoreria Gianpiero Bocci - gli abbiano chiesto conto di quanto stava accadendo.

luigi lusi lap

Eppure la vicenda giudiziaria è appena entrata nella fase cruciale, tanto che la prossima udienza è fissata al 3 aprile prossimo. Sono le carte processuali a rivelare i passaggi della disputa. Si scopre infatti che il 15 luglio scorso, dopo aver scoperto che erano stati pubblicati i «bilanci» degli ultimi due anni, i parlamentari Enzo Carra, Renzo Lusetti e Calogero Piscitello, l'ex coordinatore regionale lombardo Battista Bonfanti e Carmine Nuccio, hanno presentato ricorso. E in quella sede hanno citato «l'Associazione denominata "Democrazia è Libertà - La Margherita"».

Nella memoria di costituzione è esplicitata la loro posizione: «Nessun rendiconto poteva essere stato approvato dal momento che è l'Assemblea federale, per espressa disposizione statutaria, a doverlo fare e noi che ne facciamo parte non siamo stati mai convocati. Per questo deve essere dichiarata la nullità degli atti».

FRANCESCO RUTELLI

Quattro mesi dopo, esattamente il 30 novembre 2011, «Democrazia è Libertà» deposita le controdeduzioni e «resiste all'impugnazione chiedendo in via preliminare di dichiarare inammissibili e improcedibili le domande». Poiché è il partito ad essere stato citato in giudizio, non può essere stato Lusi a scegliere la linea da seguire. E dunque i legali dei ricorrenti stanno adesso valutando la possibilità di chiedere al giudice civile la trasmissione degli atti ai pubblici ministeri per valutare eventuali falsi e soprattutto omissioni di controllo nella stesura dei rendiconti.

LA SOCIETÀ DI TORONTO E IL MUTUO NEGATO
Del resto i trasferimenti di denaro dal conto corrente della Margherita a società private erano facilmente rintracciabili, pur tenendo conto che Lusi li aveva frazionati in novanta bonifici. Un flusso continuo di soldi che arrivava alla «TTT», azienda che aveva come incarico esclusivo l'effettuazione di consulenze per la Margherita, e poi confluiva in altre società.

ENZO CARRA

Una in particolare, la «Luigia Ltd» con sede a Toronto che - come risulta dalle verifiche delle Fiamme Gialle - controlla al 100 per cento proprio la «TTT». Un gioco di scatole cinesi per occultare beni, ma anche per mascherare gli affari immobiliari. E infatti è proprio l'acquisto del lussuoso appartamento al centro di Roma, in via Monserrato 24, a creare la prima crepa nel meccanismo finanziario apparentemente perfetto che era stato messo in piedi.

Accade quando la società che fa capo a Lusi chiede il mutuo per comprare l'appartamento, ma la banca nega l'erogazione «perché "TTT" si rifiuta di rivelare i reali titolari delle quote». Una situazione che si modifica qualche mese dopo quando la stessa «TTT» accede allo scudo fiscale per far rientrare in Italia i capitali portati in Canada attraverso la «Luigia Ltd».

Si tratta infatti di un atto ufficiale che lo espone fiscalmente però gli consente di ottenere il via libera dell'Istituto di credito alla concessione del finanziamento necessario a comprare la casa. Lusi ha chiesto lo scudo senza informare nessuno? E dove è finito il denaro che ha riportato in patria?

L'IPOTESI DI ACCORDO AL 50 PER CENTO
A tutte queste domande dovrà rispondere l'inchiesta della Procura di Roma, tenendo conto che la «TTT» era società ben nota a La Margherita visto che l'amministratore unico era Paolo Piva, consulente in materia di viabilità di Francesco Rutelli quando era sindaco di Roma proprio insieme a Lusi.

Renzo Lusetti

Entro questa sera gli ex leader de La Margherita assistiti dall'avvocato Titta Madia dovrebbero visionare la proposta di fidejussione che Lusi ha già consegnato al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al suo sostituto Stefano Pesce. «Se saranno fornite le garanzie necessarie - anticipa il legale - potrebbe esserci l'accordo, sia pur con la riserva di avviare ulteriori azioni legali». Lusi ha offerto la restituzione soltanto di 5 milioni di euro, meno della metà della cifra che gli viene contestata. Ma nonostante questo il partito si mostra disponibile ad accettare la sua offerta. Un atteggiamento al momento incomprensibile.

 

I FESSI DI FACEBOOK: VOI VI AUTO-SCHEDATE E LORO SI QUOTANO IN BORSA I CAZZI VOSTRI

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A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota

MARIO MONTI A MATRIX

1- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
"Monti: che noia il posto fisso, l'importante sono le tutele. "Articolo 18 apartheid dei lavoratori". Il premier a Matrix: dopo il 2013 governo parentesi chiusa". E dalle tv accumulate con destrezza dal Sire di Hardcore dice: "Il sostegno del Cavaliere particolarmente significativo" (Messaggero, p. 2 e non P2, fare attenzione). Il Cetriolo Quotidiano di Padella&Travaglio chiede in prima pagina: "Posto fisso che noia". Ma è Monti o B.?". In effetti, sotto un certo punto di vista, meglio una destra cialtrona e incompetente di una destra thatcheriana (fuori tempo massimo, per altro).

MARIO MONTI A MATRIX

Poi passa La Stampa Lingottata e detta la strategia alla fida Fornarina del Canavese, la professoressa che fa sussurrare tra i larici del monte Bianco il professor Mario Deaglio: "Fornero avanti piano per evitare guerriglie. Il ministro punta a una trattativa aperta su quattro tavoli. L'articolo 18? Tema troppo caldo. Se ne parlerà alla fine" (p. 7). Si apprezzi la scelta del termine "guerriglie", che probabilmente indica le posizioni di chi alla fine di questo gioco dei quattro tavoli, semplicemente, non si troverà d'accordo. A un dissenso "guerriglia" come si risponde? Con la Celere?

ALESSIO VINCI

2- LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE (T'ADORIAM MONTI DIVINO)...
Ormai siamo alla titolazione da Ventennio a colori: "Lo spread ai minimi: 383. "Deve scendere e scenderà". Il Professore è fiducioso sull'andamento dei titoli. Grilli: nel 2020 debito sotto il 100%" (Repubblica, p. 7). E come sempre, agli infiocchettatori di titoli seguono gli spacciatori di altri titoli già a pagina 9 della stessa Repubblica: "Le scelte per i risparmiatori. Azioni, Btp e obbligazioni aziendali. I mercati scommettono sul rimbalzo.
Archiviati gli scenari peggiori sul debito italiano e il futuro dell'euro aumentano gli acquisti".

E visto che "L'incertezza macroeconomica mantiene alti i rischi a Piazza Affari" (ovvero, lettori non fate da soli), "prova a reagire il risparmio gestito". Ecco sì, date i soldi ai fondi d'investimento che poi loro "provano a reagire".

ELSA FORNERO

3- NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN...
"Liberalizzazioni, i dubbi di Bankitalia. "Troppo poco su banche e professionisti". Per Via Nazionale serve "più trasparenza per ridurre i costi di bancomat e carte di credito" (Repubblica, p. 12). Sulla Stampa, notizie surreali: "Fondazioni, Guzzetti mette il freno ai politici. Verso la nuova Carta, a rischio Ghigo nella Crt. Il caso Chiamparino: più facile l'elezione in Compagnia Sanpaolo perché sarà tra due mesi. Le alternative: a Torino c'è chi vuole Palenzona, ma lui lavora su Unicredit" (p. 30). Immaginarsi l'avvocato della Dc comasca Guzzino Guzzetti che "frena i politici" è puro spasso.

VITTORIO GRILLI

4- TROPPI GRILLI PER LA TESTA...
Francesco Giavazzi aveva chiesto platealmente dalla prima pagina del Corriere la nomina di un direttore generale del Tesoro (lui lo è già stato con Lambertow Dini) e Alessandro Barbera, sulla Stampa (p. 8) va meritoriamente a scavare. "Tesoro, corsa a quattro per succedere a Grilli. Sul tavolo l'ipotesi di un direttore "esterno". I candidati sono Scannapieco, Garibaldi e Giovannini. In lizza come vicaria la Cannata" (p. 8). Giavazzi vorrebbe un quarantenne: Scannapieco e Garibaldi lo sono.

GUZZETTI

5- SONO PARTITI CON LA CASSA...
Scoop del Corrierone con Fiorenza Sarzanini: "Scudo fiscale per i fondi del partito. Così il tesoriere della Margherita riportò in Italia i milioni sottratti" (p.1). Scoop anche per il Cetriolo Quotidiano con Caterina Perniconi: "Lusi, un tesoriere a Beverly Hills. La megavilla e le feste firmate Vissani: i "non so" della Margherita sull'uomo da 13 milioni di euro" (p.2). Mentre Marco Travaglio propone una legge modello tedesco per i rimborsi elettorali (la si può leggere e firmare su www.ilfattoquotidiano.it)

"Lusi, dubbi sulla Margherita. Nel 2010 spesi sette milioni dopo aver chiuso i battenti. Il gruppo Pd espelle il senatore", che però non si dimette dalla giunta di Palazzo Madama per le immunità (Repubblica, p. 2). Faceva tutto da solo? Sì, certo, faceva tutto da solo. Ma intanto la Repubblica degli Illuminati, antico sponsor della Margherita in chiave anti-Vendola e anti-Di Pietro, fa i nomi dei tre occhiuti revisori dei conti del di-partito: Giovanni Castellani, Mauro Cicchelli e Gaetano Troina. Ma quelle ricevute e fatture che Lusi non è stato in grado di portare in Procura, loro le hanno mai viste? E se non le hanno mai viste come hanno potuto scrivere "il rendiconto rappresenta le risultanze della contabilità regolarmente tenuta"?

Palenzona

Sul Giornale, "Caccia al tesoro di 223 milioni che la Margherita non trova più. I Dl si sono sciolti da quattro anni, eppure percepiscono ancora i rimborsi elettorali. Nel 2010, tra viaggi e consulenze, spese per 10 milioni di euro" (p. 3) "La denuncia degli ex Dl: "Ci hanno escluso per evitare i controlli". Ecco l'esposto dei deputati Carra e Lusetti, passati all'Udc: all'assemblea del partito sui bilanci invece Rutelli c'era" (Giornale, p. 4). Che destino, Carra e Lusetti. Crescono con Citaristi, incappano in Lusi e finiscono con Cesa.

Sul Messaggero (p. 7) il dolore degl'immacolati. "Enrico Letta: vicenda incredibile. Bindi: ci vuole una legge". Sì, ci vuole proprio una legge, visto che basta avere un solo eletto per avere i rimborsi pubblici ("Ai partiti 200 milioni l'anno") e i partiti si ciucciano "Un fiume di soldi aggirando l'esito del referendum del '93" (Stampa, p. 11)

LA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpeg

6- LA PSICO-TOMBOLA DEL SENATORE CONTI...
Forse non sfocerà in una condanna penale, ma è comunque emblematica la storia del palazzo acquistato e rivenduto in poche ore dietro Fontana di Trevi. "Caso Conti, inchiesta sulla compravendita. Il senatore Pdl: solo fango è tutto regolare. Psicologi in rivolta contro l'Enpap", che si è fatta fregare come un bambino (Repubblica, p. 14). Sul Messaggero, Massimo Martinelli definisce giustamente Riccardo Conti "un artista dell'immobiliare" ("L'affare d'oro del senatore pdl, la Procura apre un fascicolo. Conti: fango ignobile, operazione immobiliare legittima" (p. 6).

luigi lusi

Sul Corriere, bel ritratto di Ferruccio Pinotti: "L'ex dc amico di banchieri e 007 a capo di un impero immobiliare. Bresciano, vicino alla Curia. Una quota nella Lux di Bernabei" (p. 8). Sul Cetriolo, Vittorio Malagutti fa notare che se volevano fare un assist alla Frignero per la riforma degli enti previdenziali dei professionisti, questi dell'Enpap non potevano fare di meglio (p.1-5)

FRANCESCO RUTELLI

7- MA FACCE RIDE!...
"Non mi dimetto dal cda Rai, continuo la battaglia dall'interno", dice il consigliere Pd Giorgio Van Straten. "Ma lei votò la fiducia al dg Lorenza Lei e dichiarò di sentirsi quindi parte di una maggioranza", gli chiede Alberto Guarnieri. Risposta: "L'errore più grave della mia vita professionale è stato proprio quello" (Messaggero, p. 9). E allora ritrova un minimo di dignità e molla anche tu questa cazzo di poltrona!

8- VOI VI AUTO-SCHEDATE E LORO SI QUOTANO IN BORSA I CAZZI VOSTRI...
"Cinque miliardi di dollari per Facebook in Borsa. Annunciato il debutto del social network. E' l'ultimo record di Zuckerberg". Poi passa Vittorio Zucconi e comincia a insinuare qualche minimo dubbio: "Se Wall Street punta i suoi capitali su chi fruga nella vita degli altri. Ecco quanto rende investire nelle amicizie, nei gusti e nelle debolezze di milioni di utenti della Rete" (Repubblica, p. 17).

ENRICO LETTA

9- DISECONOMY...
Un po' di ottimismo sul Lingotto in fuga. "Effetto Chrysler su Fiat, volano utili e ricavi. Il titolo guadagna il 5%. Immatricolazioni in calo del 17% a gennaio. Gli ordini della nuova Panda sono già 14 mila. Buoni risultati anche per Lancia y e Giulietta". Ma Repubblica (p. 24) poi guasta la festa dando spazio ai nemici di Marpionne: "Dal nuovo contratto nessun vantaggio. "L'aumento di stipendio è solo fittizio". La Fiom di Torino ha messo a confronto le buste paga: l'unico modo per guadagnare di più e far crescere i turni".

ROSI BINDI

10- ORA D'ARIA...
Carceri, se ne va l'ex mago della famosa sezione Antiterrorismo di piazzale Clodio, il lettiano Franco Ionta, e arriva al Dap il magistrato di sorveglianza Giovanni Tamburino (Repubblica, p. 14). A Tamburino, che è una persona saggia e per bene, un compito da far tremare i polsi: rendere più umane e legali le carceri italiane.

 

LO SQUALO NELLA RETE - L’IMPERO DI MURDOCH CROLLA SOTTO I COLPI DELLO SCANDALO INTERCETTAZIONI

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1 - IL BIOGRAFO DELLO "SQUALO"
Da "la Repubblica"

RUPERT MURDOCH

"The man who owns the news: inside the secret world of Rupert Murdoch", edito negli Usa da Broadway News, una divisione di Random House, è la più completa biografia sull'editore più potente del pianeta, che Michael Wollf ha realizzato dopo nove mesi di interviste dirette con il tycoon, la sua famiglia e i suoi collaboratori più stretti. Fondatore e direttore del sito Newser, direttore di AdweekMedia, collaboratore dell'inglese Guardian e commentatore della tv Cnbc, tra i primi studiosi e protagonisti dell'informazione su internet, Wolff è una grande firma di Vanity Fair America e ha vinto due National Magazine Award. A lui la Repubblica ha chiesto di scrivere l'ultimo, inedito capitolo della saga dell'uomo "che possiede le notizie".

2- MURDOCH LA CAMPAGNA D'INGHILTERRA
Michael Wollf per "la Repubblica" (Traduzione di Emilia Benghi)

Rupert Murdoch

Rupert Murdoch ha esordito su Twitter all'inizio dell'anno per gli stessi motivi che spingono milioni di persone a usare i social network. Per farsi sentire, per contare qualcosa. Voleva dire al mondo: sono qui - o meglio - sono ancora qui. Per una strana e triste ironia della sorte un uomo della sua influenza, capace di rovesciare governi, torturare i propri nemici e, stando a molti dei suoi critici, corrompere la cultura, ha dovuto affidare la sua potentissima voce a 140 caratteri.

Rupert Murdoch

Segno che i suoi giornali lo avevano abbandonato, essendo diventati simbolo di tutto ciò che vi è di deteriore nella carta stampata. Il suo impero mediatico, un tempo il più aggressivo della terra, ma ormai screditato dalle migliaia di persone intercettate da News of the World, uno dei tabloid britannici di sua proprietà, era costretto in trincea. Così Murdoch ha twittato, come facciamo tutti - ma con una rabbia particolare. Sembrava di sentirlo battere i pugni sul tavolo.

Certo non poteva trovarsi in guai peggiori. Nel gruppo quasi tutti lo esortavano a vendere i suoi adorati giornali. La sua famiglia - Murdoch è un patriarca oltre che un magnate dei media - era dilaniata dalle recriminazioni per la vicenda delle intercettazioni. La sua più brillante iniziativa imprenditoriale degli ultimi dieci anni, l'acquisizione totale di BskyB, la maggiore piattaforma satellitare europea, era stata annullata dallo scandalo delle intercettazioni. Molti dei suoi più stretti collaboratori rischiavano il carcere.

Rupert Murdoch

Neppure lui era esente da problemi legali e 81 anni non sono esattamente l'età migliore per combattere una battaglia decisiva. Non è finita. L'accordo raggiunto a fine gennaio per definire tutta una serie di cause legate allo scandalo intercettazioni non solo ha lasciato presagire gli enormi costi cui la compagnia dovrà far fronte- varie centinaia di migliaia di euro in risarcimenti e spese legali per le circa 1000 denunce prevedibili - ma ha portato ad alcune pesanti ammissioni, ad esempio che la dirigenza della compagnia britannica aveva tentato di occultare le prove delle intercettazioni illegali.

Inoltre, almeno in un caso, quello dell'attore Jude Law, News of the World aveva intercettato un telefono che rientrava sotto la giurisdizione Usa, rendendo la compagnia passibile di sanzioni civili e penali negli Stati Uniti, tali da mettere a rischio il controllo di News Corporation da parte della famiglia Murdoch.

Rupert Murdoch

Dalle email (più di tre milioni) di cui le autorità britanniche sono entrate in possesso sono emerse prove che hanno portato all'arresto di alti dirigenti del Sun, l'atro tabloid di proprietà di Murdoch, con l'accusa di corruzione: bustarelle alla polizia londinese. Il problema più immediato riguarda James, quarto figlio di Murdoch, già a capo di BskyB, poi delle operazioni del gruppo in Europa e in Asia, ora numero tre della compagnia e, soprattutto, apparente erede designato del magnate dei media. A giudizio di molti il trentanovenne rischierebbe a breve l'arresto e l'incriminazione. L'impero di Murdoch in Gran Bretagna è allo sbando.

Rupert Murdoch

L'estate scorsa lo scandalo delle intercettazioni ha portato alla chiusura di News of the World, una delle testate che garantivano al gruppo maggiori introiti. Restano il Sun, redditizio ma in declino, il Times e il Sunday Times, le cui perdite assorbono i guadagni del Sun. Per di più l'intera dirigenza di News International è stata azzerata da dimissioni o licenziamenti. La situazione è difficilissima. I dirigenti delle branche più redditizie del gruppo - la Fox Network e le società di produzione cinematografica, la tv via cavo di Fox News - da tempo considerano irrilevante per il futuro della compagnia la divisione editoriale.

murdoch

È stata finora tollerata perché era il feudo di Murdoch, il suo patrimonio sentimentale, e perché i profitti di News of the World le garantivano una certa autonomia. Oggi la dirigenza e i figli di Murdoch si confrontano con il problema pressante di cosa fare dei giornali e si va imponendo sempre più l'opinione che sia opportuno venderli, e il prima possibile. Alla BskyB, James Murdoch resta presidente - rieletto dal consiglio da lui stesso nominato. E la News Corporation continua a controllare il gruppo con il 39%.

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Ma se la posizione di James nello scandalo intercettazioni si aggraverà, se verrà arrestato, e a detta di molti è probabile che ciò avvenga nelle prossime settimane, la News Corporation potrebbe essere costretta a rinunciare alle sue attuali quote in quanto la legge britannica esige che sia attestata la buona condotta dei proprietari dei media.

Ma, tra la costernazione della sua dirigenza, Murdoch continua quella che molti definiscono una battaglia contro i mulini a vento per difendere la branca britannica del gruppo. Si dice sia coinvolto personalmente nell'iniziativa segreta di creare un'edizione domenicale del Sun che sostituisca News of the World, e che continui a esaminare progetti grafici, pur essendo stato allertato sui costi proibitivi del lancio di una nuova testata in un mercato in contrazione e sulle sue possibili ripercussioni politiche.

Rupert Murdoch

Si sta inoltre preparando a una nuova opa su BskyB, nonostante gli ostacoli politici, normativi e finanziari siano ancora maggiori (l'offerta precedente portò al blocco della liquidità della News Corporation per più di 18 mesi). «È un po' come Achab a caccia della balena bianca», ha detto uno dei suoi dirigenti. E poi c'è la famiglia. A spingere Murdoch è in massima parte l'assoluta convinzione che uno dei suoi figli debba succedergli, come fece lui a suo tempo con il padre.

Rupert Murdoch

Negli ultimi cinque anni ha cresciuto con questo obiettivo James, il figlio-robot che recita meccanicamente le massime apprese al master in gestione aziendale. Tutti i programmi aziendali, tutti gli aspetti strutturali, ruotavano attorno alla scalata di James. Ora le beghe legali e la perdita di credibilità del delfino rendono sempre più improbabile la successione anche se nessuno della dirigenza (men che meno Rupert) ammetterà mai che un gruppo da 50 miliardi di dollari è privo di una strategia quanto alla leadership. Tutto questo ha complicato i rapporti in seno a quella che un tempo era una famiglia unita.

Il futuro economico dei figli adulti di Murdoch (ci sono poi i due piccoli avuti dall'attuale moglie, Wendi) dipende dalla News Corp (quasi tutto il patrimonio famigliare è costituito da azioni della compagnia), e i figli avranno pari voce in capitolo nel Murdoch Family Trust, che controllerà le azioni privilegiate della News Corp alla morte del padre. Sono previsti quattro voti (quelli dei figli adulti) e non è contemplato un meccanismo di voto decisivo.

MURDOCH

Al momento non c'è accordo su chi debba o possa guidare la compagnia e su come vada gestita. A dire il vero Lachlan e James Murdoch hanno sempre avuto un rapporto difficile.

Elisabeth Murdoch e il marito Matthew Freud, pr e lobbista londinese, non rivolgono la parola a James. La sorella Prudence, che vive in Australia e ha figli in età da poter iniziare a lavorare per la compagnia, è inferocita con tutti. Ed oggi, forse per la prima volta in quasi sessant'anni di storia del gruppo, emergono in seno alla dirigenza una serie di poteri in grado di sfidare la famiglia Murdoch. Chase Carey, fedelissimo di Murdoch e numero due del gruppo, tiene a precisare: «Mi chiamo Carey, non Murdoch».

Rupert Murdoch

Roger Ailes, a capo di Fox News, la branca più redditizia del gruppo, definito "pazzo" dallo stesso Murdoch e pubblicamente criticato dai figli di Murdoch per le sue posizioni di destra e i modi aggressivi, si è imposto come il personaggio più potente del gruppo. Lo scandalo delle intercettazioni ha smorzato l'ostilità dei figli di Murdoch nei suoi confronti e la recessione ha reso i profitti della Fox quanto mai importanti per il futuro e per la reputazione della compagnia.

È negli Usa che la società potrebbe rischiare di più. Il dipartimento della Giustizia ha aperto un'indagine sulla News Corporation per due diverse ipotesi di reato. La prima è corruzione di pubblici ufficiali stranieri - riguarda cioè le bustarelle pagate a funzionari di polizia britannici - che in base alla normativa Usa potrebbe portare non solo a pesanti sanzioni pecuniarie ma anche all'incriminazione dei dirigenti della società.

Rupert Murdoch

La seconda è associazione a delinquere. I manager della News Corp potrebbero essere chiamati a rispondere di reati imputabili all'organizzazione anche senza esserne direttamente responsabili in base alle norme contro il crimine organizzato.

A 81 anni, Murdoch lotta non solo per proteggere la sua società e tenere unita la famiglia, ma per ritagliarsi un nuovo ruolo. In seno al gruppo c'è chi pensa che abbia perso il suo primato. Le divisioni più redditizie vanno avanti autonomamente. Inoltre, essendosi dichiarato estraneo alla gestione delle sue testate, ora deve stare particolarmente attento a non mostrare un eccessivo coinvolgimento nel settore della carta stampata (continua a dedicare gran parte del suo tempo all'attività di supervisione al Wall Street Journal ).

murdoch rupert

Pur non usando personalmente il computer, Murdoch è diventato lo stratega digitale della compagnia. Ha imposto una sottoscrizione a pagamento per i contenuti digitali delle sue testate, iniziativa che ha ridotto le visite di più del 90 per cento e, di conseguenza, l'influsso esercitato dai suoi giornali. Ha supervisionato il lancio di The Daily, il primo quotidiano concepito solo per i tablet, diretto da alcune delle sue grandi firme, che per ora non è riuscito a conquistare né attenzione né lettori.

rupert murdoch

Inoltre ha guidato l'attacco - c'è chi dice la guerra - contro Internet e i nuovi atteggiamenti di solidarietà e condivisione (o "pirateria" nella sua lingua) che hanno sminuito il potere dei media che hanno fatto la sua fortuna, mettendone a rischio il futuro. Eppure, va detto a suo onore, lui resta lì, e continua imperterrito a combattere, sotto i dardi di Internet, dell'establishment politico e giuridico britannico e americano, della sua famiglia litigiosa e dei suoi dirigenti, tutto a un tratto emancipati.

 


DOPO DAGOSPIA ANCHE IL“FATTO”RIBATTE SULLA POSSIBILE JOINT VENTURE PASSERA-SAVIANO IN VISTA DEL POST-MONTI

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Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"

CORRADO PASSERA

La spifferata è gustosa. Scrive Dagospia: Roberto Saviano consigliere di Corrado Passera per la maratona verso Palazzo Chigi. Curare l'immagine pubblica per preparare il corpo a uno sforzo micidiale: drenare consensi, scaldare sondaggi, e poi contare i voti veri (non tecnici).

PASSERA

Bella coppia per copertine patinate e scalate istituzionali: il ministro più trasversale e ambizioso di Mario Monti, il giornalista-scrittore che svuota librerie, riempie cinema e prova a inventarsi in televisione. Amici di famiglia, certo. Saviano, icona per una sinistra eterodossa.

Passera, il banchiere che sussurra a destra e cerca di sedurre il Partito democratico. I contatti non mancano, la simpatia e la stima pure. Chi dimentica la tormentata vacanza a Sabaudia e le carcasse di venti cornacchie sul lungomare: estate 2010, Passera che affitta il villone di Claudio Toti e ospita Saviano per ritemprare un rapporto privato e riservato.

savIANO big

Cercare la verità è operazione complessa. L'autore di Gomorra non risponde. L'agente Beppe Caschetto è un maestro di furbizia: non smentisce, non conferma, lascia fantasticare. C'è spazio per illusioni e allusioni: Saviano può allenare Passera a cena, mica deve svolgere un compito certificato. Per una bizzarra inversione di ruoli, il tecnico diventa Saviano.

saviano G

Che soffre la scadenza televisiva di maggio, la riedizione su La7 di Vieni via con me per un secondo tempo con Fabio Fazio, lontano da quelle puntuali censure di viale Mazzini che stuzzicano le cifre di ascolto. Ecco, la notizia. Non vi aspettate di vedere Saviano che, col sottofondo di Eye of the tiger, lancia asciugamani e impartisce a Passera severe lezioni di buon costume mediatico. Tra parentesi: Passera centellina bene apparizioni e interviste per rinnovare il suo potere e sopravvivere al breve mandato di Monti e colleghi.

CLAUDIO TOTI

La notizia, già. I due amici si sentono, spesso: "Tra il ministro e Roberto c'è amicizia e stima reciproca. - spiega il ministero per lo Sviluppo economico - Non ci sono progetti comuni, ma un rapporto a cui il ministro tiene molto". Però, il giochino resiste e la suggestione cresce: l'ex banchiere che sfrutta il varco che aprono i tecnici e professori, lo scrittore che racconta la politica e ne plasma un pezzo, che può persino apparire fresco e inedito.

beppe caschetto lap

L'ex banchiere che comanda il ministero per lo Sviluppo economico senza delegare troppo, per istinto o per tattica, si smarca dal grigiore dei suoi colleghi che, convocati per l'emergenza nazionale e politica, dovranno trovare segreterie disposte ad accoglierli oppure tornare nei prestigiosi atenei. Passera, invece, deve investire su se stesso. Gioca con tanto anticipo e tanta testa: Saviano rappresenta esattamente quell'Italia che non lo conosce.

La distanza che li separava viene giù come le barriere culturali che li potevano dividere: sono amici, e dunque non esistono più. Nel girone di combattenti e reduci del Cavaliere, l'ex banchiere di grandi operazioni e lo scrittore di grandi vendite avranno numerosi motivi, oltre le frequentazioni in famiglia, per aggiornare il profilo e i successi.

fazio e saviano

Passera è digiuno dei manifesti civili e civici di cui si nutre la figura di Saviano, impegnato a combattere le mafie e (di recente, a New York) la finanza. Saviano è celebrato a sinistra, quasi ignorato a destra e contrastato dai leghisti. La metà di Saviano completa la metà di Passera. Il prossimo presidente del Consiglio dovrà passare per le urne, non potrà andare in televisione (o in piazza) per lezioni universitarie che tengono in riga la Merkel e Sarkozy, ma annoiano e confondono i cittadini-telespettatori.

A furia di ripetere le nozioni di Saviano, anche soltanto a cena, Passera potrà affascinare le piazze. Lentamente. Come affascina timidamente la sinistra. Le vie per palazzo Chigi sono infinite, una è necessaria: la popolarità. E Saviano la governa perfettamente. Governare, appunto.

 

IL CLOMNEY DI OBAMA - ROMNEY AFFRONTA BARACK COME BARACK AFFRONTAVA BUSH, E RISCUOTE SEMPRE PIÙ CONSENSI

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1 - ROMNEY IL CLONE DI DESTRA CHE ADESSO SPAVENTA OBAMA
Angelo Aquaro per "la Repubblica"

ROMNEY

Quando l'altra sera Mitt Romney si era presentato in tv nel dibattito decisivo per la conquista della Florida, quel piccolo particolare non era sfuggito nello staff di Barack Obama. La guerra intestina che sta consumando i repubblicani è stato un pensiero stupendo materializzato perfino sulla copertina del New Yorker: Barack che sorride in poltrona, birretta in mano, gustandosi la sfida da SuperBowl tra Mitt e Newt Gingrich. Ma la vittoria a due cifre di martedì sera (46 contro 32 per cento) è una doccia più fredda di qualsiasi birra.

MITT ROMNEY article

Sedici punti di differenza sono un piccolo ciclone non solo per la Florida. E' vero che Gingrich dice che combatterà fino alla convention di agosto: «Questa è una sfida a due». E' vero che Rick Santorum e Ron Paul sono ancora in corsa e che già dal caucus di sabato prossimo in Nevada si ricomincia. Ma il discorso con cui Romney ha festeggiato la vittoria è un segnale: «Leadership è responsabilità e la mia leadership metterà fine all'era di Barack Obama. Questa non è una semplice elezione di un presidente: bisogna salvare l'anima dell'America». Fosse solo la cravatta.

Sostituite nomi e cognomi: Romney non parla come l'Obama che si candidava al dopo Bush? Gli spin doctors della Casa Bianca ovviamente sono già al lavoro per far passare la tesi contraria. Il voto in Florida - dice Stephanie Cutter, il numero due della squadra elettorale - dimostra che per vincere Romney ha dovuto smettere la maschera di moderato e conquistare gli arrabbiati. Di più: per sconfiggere Gingrich ha dovuto seppellirlo di spot (60 a 1) e tutti negativi. Conclusione: la Florida ha votato "contro" gli altri candidati e non "per" Mitt. E la sua strategia gli si torcerà contro: alienandogli i moderati nella sfida con Barack.

MITT ROMNEY

Sarà. Però Obama quel clone di destra lo teme al punto da avergli dedicato, l'altra sera, una stoccatina: ricordando che l'uomo che si candida a salvare l'America era contrario a salvare invece l'industria dell'auto che grazie a lui è tornata più bella di pria. Perfino la carica della moglie Ann ricorda quella di Michelle.

BARACK E MICHELLE OBAMA

E' lei che l'altra sera ha presentato, da sola, il marito - il miliardario che non si sapeva fare amare - alla folla di Tampa. E' lei che prima della chiusura dei seggi l'ha incoraggiato a cantare - proprio come aveva fatto qualche giorno fa Obama nella raccolta fondi all'Apollo Theatre - davanti alla folla di Dunedin: "America the Beautiful". Com'è stato?, ha chiesto a bruciapelo il comico Jay Leno a un giudice particolare: proprio Michelle Obama. E lei: "Beautiful!".

Insomma Barack picchia e Michelle accarezza: è già battaglia elettorale. Poi, certo, un clone non è mai l'originale. Proprio ieri a Mitt gli è scappato che «non sono i veri poveri» a preoccuparlo perché per quelli «c'è una rete di salvataggio» sociale. Non gli interessano i poveri? Voleva dire, ha chiarito, che gli sta a cuore l'americano medio e senza protezione. Ma che volete: non è la cravatta, neppure quella azzurra, che fa il presidente.

Newt Gingrich

2 - «NON SONO PREOCCUPATO PER I POVERI»
Dal "Corriere della Sera" - Nuova gaffe ieri di Mitt Romney, il favorito delle primarie repubblicane: «Non sono preoccupato per i poveri, loro hanno una rete di protezione. Io sono concentrato su come aiutare il ceto medio», ha detto l'ex governatore del Massachusetts in un'intervista alla Cnn che puntava a celebrare la vittoria in Florida e che invece rischia di trasformarsi in un vero e proprio boomerang. «Credo che buoni pasto, buoni alloggio, i programmi Medicaid e altre forme di assistenza siano in grado di tenere a galla i più poveri», ha detto Romney. La mia reale preoccupazione è per il cuore dell'America, il 90-95% degli americani che ora sono in difficoltà».

 

DELITTI D’AUTORE-GLI IMMOBILI DELLA SIAE SVENDUTI A METÀ PREZZO E CASE ASSEGNATE IN AFFITTO A DIRIGENTI,SINDACALISTI

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1 - INCHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA - «GLI IMMOBILI DELLA SIAE VENDUTI ALLA METÀ DEL VALORE»...

dal "Corriere della Sera"

SEDE SIAE

La Procura di Roma intende vederci chiaro sugli immobili della Siae (tra cui sei palazzi del Fondo Pensioni) nella Capitale ceduti ai fondi Aida e Norma, gestiti da Sorgente Group. Il Procuratore aggiunto, Alberto Caperna, ha avviato un'indagine, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato, affidando al Nucleo di polizia tributaria di Roma il compito di verificare la regolarità dell'operazione. Secondo quanto denunciato dai sindacati che rappresentano i dipendenti e i pensionati della Siae, infatti, gli immobili varrebbero molto di più del prezzo a cui sarebbero stati ceduti: 463 milioni contro 260 milioni.

Secondo i sindacati la Siae avrebbe ceduto per 80 milioni i sei palazzi del Fondo Pensioni al fondo Aida. Un prezzo giudicato molto al di sotto di quello di mercato, visto che già nel bilancio del 2010 dell'ente il valore degli immobili era stato indicato in 103 milioni. L'accordo prevederebbe anche la cessione degli altri immobili della Siae al fondo Norma per 180 milioni di euro, contro i 360 milioni stimati dai sindacati. La Guardia di Finanza dovrà verificare su quali basi il direttore generale della Siae, Gaetano Blandini abbia deciso di dismettere il patrimonio immobiliare dell'Ente affidandosi a Sorgente Group e quali siano i reali numeri dell'operazione.

SIAE


2 - AFFITTOPOLI SIAE, PERIZIA CHOC: A GESTIRE GLI IMMOBILI UNA NONNINA DI 70 ANNI

Gian Marco Chiocci per "il Giornale"

Criticità evidenti, anomalie paradossali, esempi solari di cattiva gestione. Quando la Siae a giugno scorso incarica i revisori della Ria&Partners di redigere una due diligence su come è amministrato il fondo pensioni dell'ente, non si aspetta un esito così nefasto.

Il documento punta l'indice, tra l'altro, proprio sulla (cattiva) gestione del patrimonio immobiliare, acquistato in passato come garanzia per l'equilibrio del fondo integrativo, ossia quegli romani di cui abbiamo scritto ieri a proposito della tentata alienazione agli occupanti, prevedendo mutui quarantennali anche per inquilini ultraottantenni.

Tra i potenziali acquirenti, manco a dirlo, erano in lista tanti ex dirigenti dello stesso fondo pensioni Siae e diversi sindacalisti. E non a caso, tra le criticità messe in evidenza, c'è la mancanza di criteri per l'assegnazione in affitto delle case (che venivano date «discrezionalmente») i cui contratti, tra l'altro, erano custoditi da un'amministratrice di condominio senza essere depositati, nemmeno in copia, alla sede dell'Eur.

GAETANO BLANDINI

Sull'Affittopoli Siae, la Ria&Partners non fa sconti, tant'è che il nuovo dg Gaetano Blandini è «costretto» a occuparsi personalmente della gestione del Fondo come direttore (prendendo il posto del ragionier Truffa Giachet, reggente dal 2001 all'anno scorso). Il primo rilievo dei revisori è sulla scelta degli affittuari (ex direttori, parenti, sindacalisti) oggetto di lettere anonime e esposti in procura da parte di dipendenti «senza tetto».

Nelle conclusioni, la R&P annota infatti che «non si capisce come venivano scelti gli affittuari, non venendo rispettati i termini cronologici di richiesta». Episodio esemplare, in questo senso, quello dell'assegnazione di un appartamento nello stabile più prestigioso di proprietà del Fondo, quello di via Flaminia Vecchia, assegnato nel 2007 a una certa signora Apolloni e finito al centro di un esposto in procura già nel 2008. La signora è la moglie dell'ex presidente del Fondo Siae, Irace, che infatti non firma l'assegnazione, e lascia siglare la delibera alla vicepresidente dell'epoca, Anna Avallone.

L'altro punto che la due diligence trova incredibile è l'assegnazione, dal '99 al «nuovo corso» di Blandini, dell'amministrazione degli immobili a un consulente esterno. Una 70enne che diventa il dominus degli asset immobiliari del Fondo Siae: per una cifra superiore ai 50mila euro l'anno, la signora non ha solo fatto da amministratrice dei palazzi, ma era l'unica a detenere fisicamente i contratti di affitto e a stabilire gli stipendi di portieri e operai, stipendi che però pagava «mamma Siae». Come quello, incredibile, di 2.000 euro al mese a un operaio incaricato solo di «leggere» la caldaia dell'ambasciata del Canada, ospite di un immobile Siae.

ROMA-PROCURA

La Ria&Partners, inoltre, sottolinea come in una dozzina di anni il Fondo non abbia mai controllato l'operato della donna, pur essendo questa attività prevista dalla consulenza. Ci hanno provato i revisori ma «il consulente esterno non si è reso disponibile», e non ha nemmeno risposto alla «richiesta di conferma dati» spedita dagli analisti di R&P. Che, nonostante la mancanza di collaborazione (la documentazione è stata consegnata solo a fine anno) hanno notato una mancanza nei bilanci 2010 di 155mila euro «rispetto alla stima effettuata sui ricavi per fitti attivi» nello stesso anno. L'elenco di follie gestionali è lungo.

Oltre a inquilini morosi («senza azioni in atto contro di essi»), comprende anche la mancanza di un albo dei fornitori a cui rivolgersi per i lavori di manutenzione.
Tanto che, annoterà successivamente R&P, una ditta di idraulica e una di opere edili «nel solo 1° trimestre 2011 hanno fatturato rispettivamente opere per 110mila e 170mila euro».

 

UN CAPPON IN RAI PER L’OPUS DEI! - SOTTERRANEO BRACCIO DI FERRO SI STA SVOLGENDO TRA GRILLI E PASSERA

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1- PER LA NOMINA DEL DIRETTORE GENERALE DEL TESORO UN SOTTERRANEO BRACCIO DI FERRO SI STA SVOLGENDO IN QUESTE ORE TRA GRILLI E PASSERA
Ci voleva un uomo elegante e rompiscatole come Francesco Giavazzi per ricordare al collega della Bocconi, Mario Monti, la necessità di nominare al più presto il direttore generale del Tesoro, la poltrona vacante dopo il passaggio del pallido Vittorio Grilli a viceministro del Tesoro.

gb40 viittorio grilli corrado passera

L'economista di Bergamo ha lavorato per due anni in quel ministero occupandosi di debito pubblico e di privatizzazioni, un tema che gli è particolarmente caro e sul quale ritorna spesso con l'altro studioso dai capelli scomposti che si chiama Alberto Alesina. Ieri Giavazzi non ce l'ha fatta più e sul "Corriere della Sera" ha chiesto a SuperMario di procedere rapidamente alla nomina del nuovo Direttore.

monti

Nella parte finale del suo appello ha suggerito al governo di scegliere un 40enne come fece Guido Carli quando alla direzione del Tesoro nominò Mario Draghi. Il promemoria di Giavazzi ha riacceso la curiosità dei giornali e oggi i bookmakers dell'informazione sparano i nomi alti dirigenti di via XX Settembre che avrebbero i titoli per sostituire Grilli. Sono nomi eccellenti ciascuno dei quali si porta sulle spalle un curriculum di primordine, e la loro qualità può essere uno dei motivi ("non l'unico") che finora ha frenato la scelta di Monti.

Vincenzo La Via

A parlare dei candidati sono oggi il quotidiano finanziario "MF" e "La Stampa" di Torino, ma già il 12 novembre il "Sole 24 Ore" aveva messo in pista Vincenzo La Via, che ha lavorato al Tesoro fino a novembre 2005 quando l'allora presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz, lo nominò direttore finanziario dell'Istituto di Washington. I giornali di oggi non ricordano che La Via è nipote di Sergio Siglienti, lo storico presidente della Comit che gli aprì la strada a BancaIntesa dove ha lavorato per qualche anno sempre come direttore finanziario.

MARIA CANNATA

Quando La Via arrivò al ministero il suo lavoro fu apprezzato da Mario Draghi che non a caso lo ha poi inserito nel Financial Stability Board. È chiaro che queste credenziali sono particolarmente prestigiose, ma a via XX Settembre ritengono che La Via non avrebbe alcuna intenzione di lasciare il suo incarico alla Banca Mondiale e che Grilli potrebbe avere qualche riluttanza a scegliere un uomo gradito a Draghi e a Corradino Passera.

Alla schiera dei candidati bisogna aggiungere anche una donna, Maria Cannata, attuale direttore generale al ministero dove si occupa del Debito pubblico e delle aste che preoccupano i conti del governo.

dario Scannapieco

È una torinese con la predilezione per la matematica e dopo la laurea nel '77 ha vinto un concorso al Tesoro, e nel '92 quando Giavazzi fu nominato a capo del nuovo Servizio Primo, entrò in orbita fino all'incarico che occupa oggi. Anche sul suo nome ci sono obiezioni perché il suo ruolo in questo momento è particolarmente importante e delicato, ed ecco allora spuntare il terzo candidato, Dario Scannapieco, un nome ben noto nelle imprese pubbliche dove nella sua funzione di rappresentante del Tesoro ha fatto vedere i sorci verdi ai boiardi di Stato.

Con questo personaggio che ha studiato ad Harvard e alla Luiss e attualmente è vicepresidente della BEI, si entra nella rosa dei quarantenni che per Giavazzi hanno l'anagrafe giusta per essere scelti da Monti.

Pietro Garibaldi

Si arriva così all'ultimo candidato, Pietro Garibaldi, un giovane professore torinese che oltre ad occuparsi della Fondazione Debenedetti ha fondato il sito "LaVoce.info" con l'economista fighetto Tito Boeri. Con Garibaldi entra nel borsino dei bookmakers un altro nome legato a IntesaSaPaolo perché è consigliere di sorveglianza e membro del Comitato di controllo della banca guidata fino a poco tempo fa da Corradino Passera..

C'è chi dice che la soluzione finale dovrà scaturire da un sotterraneo braccio di ferro che si sta svolgendo in queste ore tra il pallido Vittorio Grilli e Corradino Passera che spende parole di encomio per Ignazio La Via e Pietro Garibaldi, due nomi che portano diritto a IntesaSanPaolo.

Sarà comunque Monti a sciogliere il nodo e lo farà con l'orecchio teso a Francoforte per restare in sintonia con il presidente della BCE.

Giuseppe Orsi


2- DOPO LA BOTTA DELLA GARA DA 10,4 MILIARDI DI DOLLARI PERSA IN INDIA PER 126 JET DELL'AERONAUTICA, ARRIVANO DOLORI ANCORA PIÙ GRANDI DA WASHINGTON
Anche oggi è bene passare a largo da piazza Monte Grappa, sede del quartier generale di Finmeccanica.

LEON PANETTA

Al settimo piano dove si trova l'ufficio di Giuseppe Orsi l'aria è ancora pesante perché dopo la botta della gara da 10,4 miliardi di dollari persa in India per 126 jet dell'aeronautica, arrivano notizie dettagliate sui tagli del Pentagono annunciati nei giorni scorsi dal Segretario alla Difesa Leon Panetta.

Sembra infatti che l'Amministrazione Obama stia provocando dolori ancora più grandi rispetto alla cancellazione dei 23 elicotteri presidenziali che Obama operò nel 2009 con grave danno per Agusta Westland.

In America Finmeccanica ha come testa di ponte la società DRS, comprata a peso d'oro dai Guarguaglini, nella quale pochi giorni fa (come anticipato da Dagospia) è stato decapitato il vertice promuovendo a chairman l'ex-viceministro alla Difesa William Lynn.

Barack Obama

La mossa di Orsi è stata interpretata in chiave politica per ingraziarsi l'amministrazione Obama, ma il manager ha spiegato negli ambienti politici italiani che la scelta è frutto del lavoro di una delle più grandi società americane di cacciatori di teste.

Comunque sia la scelta di Lynn non è arrivata in tempo per cancellare dai programmi del Pentagono l'acquisizione di 38 esemplari del cargo tattico C-27J prodotto da Alenia Aermacchi.

5al40 mario pescante

A questo punto il problema di Orsi è diventato un problema di portafoglio, non personale, ma dei lavori da portare a casa quest'anno per far quadrare il bilancio dopo le botte tremende in Turchia, Giappone, India, Usa e per i presumibili tagli del nostro Governo.

Mercoledì Monti sarà da Obama e nessuno è in grado di dire se tra i dossier del sobrio presidente ci sarà anche quello che serve ad arginare i tagli della Difesa statunitense che nella stessa giornata saranno discussi al Senato dove si deciderà anche la sorte degli F-35, i velivoli che l'Amministrazione americana vorrebbe tagliare.

gianni petrucci foto mezzelani gmt

Per placare l'irritazione di Orsi l'ufficio stampa di Finmeccanica si sta dando un gran da fare e un nuovo assetto. La task force della comunicazione di Finmeccanica è in pieno movimento e, come anticipato ieri da Dagospia, oggi il quotidiano "MF" conferma l'arrivo a marzo del nuovo direttore media, Carlo Maria Fenu che va ad affiancare il mite Marco Forlani, e Marco Conte, responsabile della comunicazione e immagine. A questa pattuglia di volontari si è aggiunto anche un giornalista napoletano noto per le sue barzellette e per i generosi regali di Natale.

GIANNI ALEMANNO


3- UNA "VOCE" CONTRO LA SCELTA DI ROMA PER I GIOCHI 2020.
Nella polemica sulle Olimpiadi 2020 entra a piedi giunti anche la task force degli economisti che lavorano con Tito Boeri nel sito www.LaVoce.info

Con una analisi stringente viene rimesso in discussione l'analisi costi-benefici che spinge Mario Pescante, Gianni Petrucci e il sindaco dalle scarpe ortopediche Alemanno a perorare la scelta di Roma per i Giochi 2020.

ETTORE BERNABEI

Lo studio di fattibilità che sostiene una crescita dell'1,4% del Pil e un costo zero per le infrastrutture, è stato realizzato da un gruppo di lavoro guidato da Marco Fortis, l'economista di Verbania responsabile della Direzione studi economici di Edison e vicepresidente della Fondazione omonima.

Non è la prima volta che i professorini della "Voce.info" contestano Fortis perché già nell'aprile di tre anni fa denunciarono la sua incapacità di cogliere il declino italiano. Adesso è sceso in campo un giovane esperto di economia urbana che si chiama Lawrence Bartolomucci, che sulla base di un modello matematico ha smontato le previsioni ottimistiche di Fortis e di Pescante sostenendo che, sia dal punto di vista del Pil che dei posti di lavoro, l'ottimismo è ingiustificato.

CLAUDIO CAPPON


4- UN CAPPON PER OPUS DEI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che dietro il bordello per il futuro assetto della Rai si intravede la mano discreta di un uomo di 91 anni.

È quella di Ettore Bernabei, il mitico ex-manager che ha guidato viale Mazzini dal '60 al '74 e oggi sta spendendo parole in Vaticano e tra i ministri "cattolici" per portare alla direzione generale Claudio Cappon. Quest'ultimo ha lavorato per 20 anni all'Iri ed è già stato al vertice della Rai tra il '98 e il 2002 senza lasciare segni particolari".

 

CHI SARÀ IL‘COMPAGNO’DI SAN PAOLO?-DUELLO A SINISTRA TRA GLI EX SINDACI CHIAMPARINO E CASTELLANI

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Sergio Bocconi per il "Corriere della Sera"

pd22 sergio chiamparino

Circola a Torino una certa febbre elettorale, nella quale si intrecciano finanza e politica. E che vede in primo piano il sindaco, il pd Piero Fassino, e coinvolti in modo particolare due ex primi cittadini, Sergio Chiamparino (Pd) e Valentino Castellani (Centrosinistra). Le scadenze sono tre, intrecciate: in primavera vengono rinnovati vertice e presidente della Compagnia di San Paolo, primo socio di Intesa con il 9,9%; e sarà quindi la nuova «squadra» ad avere peso determinante nel secondo appuntamento, la nomina dei consigli di sorveglianza e gestione della banca Mi-To nella primavera 2013; infine, sempre nei primi mesi del 2013 tocca ai vertici di Crt, socio big di Unicredit con il 3,3%.

Piero Fassino

Si parla dunque di nomine in enti che hanno ruolo fondamentale nelle prime due banche italiane: è logico che la temperatura salga quando l'agenda appare più vicina. Soprattutto per la Compagnia, visto che sarebbero già arrivate le lettere per invitare a fare i bandi ai soggetti che nominano i componenti il consiglio generale (17 eletti, di cui sei dalle camere di commercio, e 4 cooptati).

Per prassi il presidente della Compagnia è «candidato» dal sindaco della città. Così è avvenuto nel 2008 quando è stato eletto Angelo Benessia: secondo Chiamparino era lui l'uomo giusto per prendere il posto di Franzo Grande Stevens. Ed è proprio Chiamparino che alla fine del 2011 Fassino sonda per la carica di presidente al posto di Benessia, che pure teoricamente può essere rieletto per un secondo mandato. Lo ha confermato lo stesso Chiamparino aggiungendo di aver dato la propria disponibilità.

Angelo Benessia

Il suo nome del resto circola da qualche mese, anche perché, pur avendo sottolineato il «primato della politica», non ha mai nascosto un interesse per il mondo delle fondazioni. Inoltre nel 2010 si è speso non poco nella partita delle nomine in Intesa Sanpaolo, questa volta contrapponendosi a Benessia ed esprimendosi a favore di Domenico Siniscalco (che poi si è ritirato) per la presidenza del consiglio di gestione al posto di Enrico Salza.

ROBERTO COTA

Tutte partite che oggi «ritornano». Fra dichiarazioni e «si dice», com'è logico nelle «tornate elettorali». Fra le prime è spiccata quella del governatore della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota, che non ha dato uno stop a Chiamparino ma ha sottolineato: «Se dipendesse solo da me non sceglierei un politico». Forse però è finita ancor più sotto i riflettori la presa di posizione del pdl Enzo Ghigo, che nei giorni scorsi ha invece candidato proprio Chiamparino.

Poi ci sono i «sussurri». Salza si sarebbe mosso per sbarrare la strada all'ex primo cittadino forte del sostegno delle camere di commercio. Preferibile, perché di provenienza accademico e più «lontano» nella stagione politica, sarebbe Castellani. Che non si è tirato indietro. E, secondo i «si dice» che restano senza commenti ufficiali Fassino avrebbe riconsiderato Chiamparino per la sua popolarità, e potrebbe convenire su Castellani.

ghigo piemonte

Il risiko torinese, al quale diversamente dal passato la Fiat guarda con un certo distacco, non si esaurisce qui. Perché c'è chi pensa che Benessia in realtà non abbia perso la speranza di un bis (ma lui non vuole parlarne in pubblico). E che Ghigo abbia spinto Chiamparino anche pensando a se stesso per la Crt (scelta che alcune voci, in contrasto con le ipotesi di no di Fassino al suo predecessore, arrivano a ipotizzare come frutto di una possibile confluenza bipartisan). Un passo che potrebbe però non risultare più in sintonia con la Carta che le fondazioni si daranno al congresso di giugno e che potrebbe disciplinare una maggiore distanza fra incarichi politici e negli enti.

 

WHEN“THE SUN”GOES DOWN-DOPO IL NEWS OF THE WORLD,LO SCANDALO INTERCETTAZIONI TRASCINERÀ GLI ALTRI GIORNALI DI MURDOCH?

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Enrico Franceschini per "la Repubblica"

QUANDO GLI HACKER ANNUNCIARONO LA FINTA MORTE DI MURDOCH SUL SITO DEL SUN

Ha un nome da fantascienza: Data Pool 3. È un immenso archivio digitale. Dentro ci sono centinaia di milioni di email, scambiate per anni tra i dipendenti dei quattro giornali inglesi di proprietà di Rupert Murdoch: News of the World, Sun, Times, Sunday Times. Era stato completamente cancellato, un anno fa, quando è scoppiato il Tabloidgate, lo scandalo delle intercettazioni illecite: il furto di conversazioni private, ai danni di membri della famiglia reale, leader politici, stelle dello show-business, familiari di vittime di orrendi crimini. Ma nulla viene mai veramente cancellato dal web.

MURDOCH CON IL SUN E IL TIMES

Scotland Yard ora ha recuperato l'archivio e ha cominciato a esaminarlo. Sulla base delle informazioni che contiene, sabato scorso la polizia ha effettuato nuovi arresti: quattro giornalisti del Sun. Potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. Secondo Nick Davies, il reporter del Guardian che ha scoperto per primo questa colossale macchina di interferenze, corruzione e ricatti, il Data Pool 3 può diventare "il bastone che rompe la schiena del tycoon": ovvero il grimaldello in grado di scassinare la cassaforte in cui Murdoch padre e suo figlio James, responsabile delle operazioni del gruppo in Europa, hanno chiuso i segreti del loro impero dei media.

MURDOCH CON I SUOI GIORNALI

Finora sono state arrestate 17 persone nel corso dell'inchiesta, inclusi ex-direttori e amministratori delegati del News of the World, la testata domenicale al centro dello scandalo, che Murdoch ha chiuso l'estate scorsa nel tentativo, non è un modo di dire, di voltare pagina (si dice che in aprile dovrebbe lanciare un nuovo giornale domenicale, il Sunday Sun ). L'arresto di altri quattro giornalisti sembrava una notizia di scarsa importanza. Invece ne merita di più.

Per due ragioni. La prima è che tutti e quattro non sono (ex) dipendenti del News of the World, bensì del Sun, il tabloid che è l'orgoglio della scuderia Murdoch, perlomeno in Inghilterra. E al Sun non erano pesci piccoli: sono il caporedattore dei notiziari, il capo della giudiziaria, l'ex-vicedirettore e un altro caporedattore.

JAMES MURDOCH

Non sono stati ancora condannati, ovviamente, e neppure incriminati: solo interrogati (in questo paese è necessario l'arresto per condurre un interrogatorio formale alla presenza di un difensore). Ma è un segnale che l'inchiesta sta allargandosi ad altri giornali. E non solo al Sun: un comunicato del gruppo Murdoch informa discretamente che è stata aperta "un'investigazione interna" anche al Times e al Sunday Times. Il sospetto è che la pratica di intercettare telefonini e corrompere poliziotti fosse in vigore in tutti giornali inglesi di Murdoch.

Il secondo motivo d'importanza è che dal Data Pool 3 sembra essere emersa la prova che James Murdoch e altri dirigenti hanno cercato di coprire le proprie malefatte, mentendo all'autorità giudiziaria e alla commissione d'inchiesta parlamentare. È ormai noto che il 4 gennaio 2011 il direttore del News of the World scrisse un email a Murdoch figlio chiedendogli un incontro urgente perché la questione delle intercettazioni illecite era «brutta come temevamo».

ED MILIBAND CON IL SUN

Nella sua seconda deposizione parlamentare, Murdoch junior ha ammesso di avere ricevuto quella email, ma ha sostenuto di non averla letta tutta perché aveva fretta e dunque di non essersi reso conto che lo scandalo non riguardava soltanto qualche mela marcia ma assai di più. Ebbene, dall'archivio digitale ora recuperato dagli inquirenti risulta che l'email in questione fu cancellata da un tecnico meno di due settimane dopo, il 15 gennaio, insieme all'intero Data Pool 3.

Curiosa combinazione, sebbene l'avvocato difensore di Murdoch la definisca una «pulizia digitale di routine». E non è finita: dal recuperato Data Pool 3 risulta che due mesi più tardi l'email scompare anche da un secondo archivio di riserva, quello dove va a finire la posta cancellata, stavolta per un «malfunzionamento del sistema, un incidente, come ne capitano spesso», si giustifica il suo avvocato.

Quante strane coincidenze in questa storia. Nessuno sa cosa ci sia dentro il Data Pool 3. Ci vorranno mesi a scoprirlo. È così grande che un team di investigatori cerca solo certe parole chiave, non proverà nemmeno a leggere tutte le email che contiene. Ma cresce l'impressione di un "cover-up", una gigantesca operazione di copertura, con l'approvazione dello stesso Murdoch junior, per occultare la verità.

 

DA MILANO A ROMA E’ UNO STILLICIDIO QUOTIDIANO DI FURTI, RAPINE, SPARATORIE, OMICIDI IN PIENO GIORNO

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1- FURTI, RAPINE, SPARATORIE A MILANO
RAPINA UN TABACCAIO, POI CERCA DI DIROTTARE UN AUTOBUS: ARRESTATO

Corriere.it 29 gennaio 2012 - Un pregiudicato di 37 anni, Daniele Di Stefano, è stato arrestato sabato mattina dai carabinieri, a Milano, per aver rapinato un tabaccaio e aver poi cercato di dirottare un autobus per fuggire. L'uomo, con una pistola giocattolo, ha prima rapinato un tabaccaio di 31 anni nella sua rivendita in via Litta Modigliani, poi si è allontanato a bordo di un autobus della linea 89. I carabinieri, chiamati dal titolare, hanno saputo da alcuni testimoni che il bandito era salito sul bus, e lo hanno rintracciato.

FURTO BANCOMAT MILANO VIA CELIO, ALGERINI DISTRAEVANO I CLIENTI E INTASCAVANO LE BANCONOTE
Cronacamilano.it del 30 gennaio 2012 - Dopo varie segnalazioni i truffatori sono stati arrestati in flagrante, mentre raggiravano un inglese. E' successo allo sportello bancomat della filiale Banca Intesa di via Celio. Secondo quanto spiegato dai Carabinieri, la banda aveva già raggirato diversi cittadini, che avevano poi segnalato l'accaduto. In base a quanto ricostruito, un algerino regolare e due francesi di origine algerina di 27, 25 e 23 anni, tutti con precedenti, entravano nel vano bancomat predisposto dall'istituto di credito e, una volta che il cliente digitava la propria password segreta, mettevano in atto azioni disturbatorie per deviarne l'attenzione.

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A questo punto, uno dei tre intascava velocemente le banconote; nel momento in cui la vittima si girava, i malviventi fingevano quindi che si fosse verificato un guasto.

MILANO, SPARATORIA SUI NAVIGLI I LADRI SCAPPANO UN VIGILE INVESTITO
Da "City" - 31 gennaio 2012 - Inseguimento in zona Navigli, a Milano, fra tre rapinatori e due vigili urbani, ma i banditi sono riusciti a scappare, dopo aver speronato l'auto civetta e aver investito i due agenti, uno dei quali è ricoverato in ospedale. L'episodio alle 10.45 di martedì mattina. I tre banditi avevano appena fatto un colpo nel negozio di antiquariato "Il Borghetto" in via San Maurilio, in centro, rubando anche due corni di rinoceronte, ed erano in fuga a bordo di una "Mégane" bianca con targa francese verso la periferia. Il proprietario del negozio ha dato l'allarme al 113.

NUOVA RAPINA IN FARMACIA A MILANO
(AGI) 31 gennaio 2012 - Alle 18.50 c'e' stata una nuova rapina in farmacia in via Rimini 29, in zona Ticinese. Secondo il racconto dei testimoni alla polizia, due italiani col volto parzialmente travisato da sciarpe scure, sono entrati nel negozio minacciando una cliente con un taglierino. I due si sono fatti consegnare 500 euro dalla cassa e si sono allontanati a piedi mischiandosi alla gente in strada.

POLIZIA

RAPINA VIALE PASUBIO MILANO, DEPREDATO TITOLARE DEL BAR LE TRE GAZZELLE DI CORSO VITTORIO EMANUELE
Da "Cronacamilano.it" del 1 febbraio 2012

All'indomani dell'inseguimento con sparatoria durante il quale due agenti della Polizia locale sono rimasti coinvolti e, uno dei due, è stato travolto dall'auto dei rapinatori in fuga, ecco una nuova rapina e un nuovo intervento proprio della Locale, stamattina, alle 11 in viale Pasubio, zona corso Como.

La vittima è il titolare del bar "Le tre gazzelle" di corso Vittorio Emanuele; l'uomo, di 59 anni, è stato aggredito da un ragazzo di 22 anni, italiano di origine calabrese, armato di una pistola giocattolo.

2- ANCORA RAPINE NEL CENTRO DI ROMA, COLPITE DUE GIOIELLERIE IN PIENO GIORNO - IN UNA UN BOTTINO DA 600MILA EURO. POLEMICA SULLA SICUREZZA
Domenico Palesse per l' "Ansa"

Due colpi in due gioiellerie in centro a Roma e in pieno giorno. Dopo il colpo negli altri templi del lusso, da Cartier ad Eleuteri, e la rapina ad una banca a Piazza di Spagna, oggi e' toccato alla gioielleria 'Roberto Coin', in via Vittoria, una delle piu' prestigiose non solo in Italia ma soprattutto nel mondo. Un colpo da circa 600mila euro in pieno giorno. Poco dopo, in via in Arcione, sempre in centro un'altra rapina ad un orefice: questa volta complice la sua distrazione (aveva lasciato il negozio aperto) i ladri sono entrati e hanno fatto razzia. Ma e' il colpo di via Vittoria ora ad impegnare gli uomini della Squadra Mobile in una caccia serrata in tutta la citta'.

carabinieri e polizia foto gmt

Si cercano tre-quattro uomini, alcuni dell'est alcuni italiani, eleganti, distinti e armati. Mancano pochi minuti a mezzogiorno, quando due persone distinte, di bella presenza e ben vestite, si presentano nel negozio a due passi da via del Corso. Con un inglese fluente spiegano alle due donne di stare tranquille, mentre le minacciano con l'arma e le immobilizzano con le manette. Fuori uno, forse due complici ad attenderli. ''State buone e non vi succedera' nulla'', le parole dei ladri. La titolare viene costretta ad aprire la cassaforte, mentre i due banditi fanno razzia di gioielli, catenine, anelli, bracciali e si avviano verso l'uscita, dove ad attenderli c'e' un'auto bianca di piccola cilindrata. Prima di andare, da veri professionisti, portano via anche le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso del negozio.

GIOIELLERIA ROBERTO COIN

Ma ad immortalarli sono le telecamere di un'altra gioielleria di via Vittoria, dove restano impresse le immagini dell'auto che sfreccia a tutta velocita' verso via del Babuino. Le immagini vengono subito prese in consegna dalla Squadra Mobile, che sta passando al setaccio anche i video delle altre telecamere di via del Corso e di tutto il centro storico per risalire ai malviventi. Secondo fonti investigative, si tratterebbe di stranieri dell'Est Europa e di italiani.

''Pochi minuti prima della rapina ho visto la stessa auto parcheggiata in via Belsiana - afferma il gioielliere il cui circuito di sicurezza ha ripreso l'auto- poi e' sfrecciata davanti al mio negozio con un rombo incredibile''. Oltre ai tre rapinatori descritti dalla titolare della gioielleria, dunque, potrebbe essercene anche un quarto che ha atteso nell'auto parcheggiata il momento in cui i tre sono usciti per prelevarli dal negozio e darsi alla fuga.

''Sicuramente e' stato un colpo preparato - ammette la gioielliera, ancora visibilmente scossa - I due sembravano proprio dei clienti, erano distinti ed anche avvenenti. Abbiamo avuto paura quando ci hanno puntato l'arma addosso''. Intanto e' sos sicurezza da parte dei commercianti che si sentono in costante ''allerta''. ''C'e' chi ha la pistola sotto il bancone - ammette un gioielliere - ormai aspettiamo solo che ci sparino''. E far alzare l'allarme anche un'altra rapina avvenuta in serata, questa volta in periferia, dove il direttore di un supermercato e' rimasto ferito nel tentativo di fermare i ladri.

CORNO D'AVORIO

Si infiamma anche la polemica politica con il centrosinistra che attacca il sindaco Alemanno, proprio nel giorno in cui il Campidoglio diffonde i dati sulla percezione della sicurezza dei romani. Secondo le rilevazioni Ipsos, ''il 55% degli intervistati si sente molto/abbastanza sicuro, contro il 44% che, al contrario, si sente poco/per nulla sicuro''. IL Pd ribatte con i suoi numeri: secondo dati della Swg il 71% dei romani non si sente sicuro nella sua citta'. Ma intanto, i commercianti del salotto buono di Roma, si sentono ''tutti in allerta''.

 


MONTI CHE FLOP! SOLO UN MILIONE (12,1%) GUARDANO IL PREMIER DA “MATRIX”, BATTUTO DA VESPA COI NAUFRAGHI (13,4%)

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Da "www.davidemaggio.it"

Il Tredicesimo Apostolo

PRIME TIME - Il Tredicesimo Apostolo torna a guidare la serata del mercoledì. La penultima puntata della fiction di Canale 5 con Claudio Gioè e Claudia Pandolfi è stata seguita da 5.391 .000 telespettatori con il 18.67% di share, riuscendo per la prima volta ad invertire il trend calante. In particolare il primo episodio "Il villaggio" ha registrato 5.556.000 telespettatori e il 17.34% di share mentre il secondo episodio "Fantasmi" 5.230.000 telespettatori e il 20.29%.

cavani

Segue a netta distanza il film trasmesso da Rai1 Viaggio al centro della Terra 3D che si accontenta di 3.325.000 telespettatori con il 10.93% e viene superato da Chi l'ha visto? che su Rai3 ha catturato 3.607.000 telespettatori e l'11.08%. Buon risultato per il film trasmesso da Italia 1, Lo spaccacuori, che sigla l'8.46% con 2.554.000 telespettatori mentre su Rai2 Desperate Housewives si ferma ad un disastroso 4.83% con 1.479.000 telespettatori. Su Rete 4 il film Il piccolo Lord arriva al 7.85% con 2.335.000 telespettatori, crescendo nettamente dal primo tempo (6.58%) al secondo (9.14%). Su La7 Gli Intoccabili, il programma d'inchiesta condotto da Gianluigi Nuzzi, totalizza il 3.35% con 932.000 telespettatori.

MARIO MONTI A MATRIX

ACCESS PRIME TIME - Bene Striscia al 20.51%. Nonostante la concorrenza della Serie A sul satellite, su Canale 5 Striscia la notizia conquista 6.658.000 telespettatori e il 20.51% (23.50% nel commerciale, picco di 8.256.000) superando I Soliti Ignoti di Fabrizio Frizzi che si ferma a 5.297.000 telespettatori con il 16.27% di share. Su Rai1 dopo il telegiornale, Qui Radio Londra con Giuliano Ferrara non va oltre il 15.15% con 4.690.000 spettatori.

Su Italia 1 CSI registra un modesto 5.30% di share con 1.662.000 spettatori e anche su Rete 4 Walker Texas Ranger si deve accontentare del 5.68% con 1.811.000 individui. Su Rai 3 Blob è stato seguito da 1.781.000 con il 6.17% mentre Per ridere insieme con Stanlio e Ollio da 1.857.000 per uno share del 6.17%. Un posto al sole arriva all'8.31% e 2.643.000 spettatori. Su La 7 Otto e mezzo registra il 6.18% e 1.994.000 telespettatori.

PRESERALE - Il daytime dell'Isola e Tempesta d'Amore oltre il 7%. L'Eredità di Carlo Conti è stata seguita su Rai1 da 4.996.000 telespettatori e il 22.34% nella sfida dei 6, mentre la ghigliottina non supera i 6 milioni (5.926.000) con il 22.29%. Per The Money Drop con Gerry Scotti i telespettatori sono stati 4.387.000 con il 18.35% (presentazione al 15.40% con 3.059.000), e 5.077.000 e il 19.57% nel segmento finale a ridosso del teelgiornale. Su Italia 1 Studio Sport interessa solo 1.230.000 telespettatori (5.63%) e subito dopo Provaci ancora Gary sprofonda al 2.54% con 633.000 spettatori mentre I Simpson risale al 5.52% di share con 1.576.000 telespettatori.

VESPA CON IL PLASTICO DELLA CONCORDIA

Anche Rai 2 ha la sua gatta da pelare: Numbers collassa al 3.86% con 831.000 telespettatori mentre il daytime dell'Isola dei Famosi cresce al 7.18% con 2.080.000 telespettatori (L'isola dei Famosi Oggi al 5.98% con 1.510.000 telespettatori). Cresce anche Tempesta d'amore su Rete 4 che torna a superare il 7% (7.05%) con 2.005.000 telespettatori. Su La7 G'Day non va oltre il 2.62% con 654.000 individui.

SECONDA SERATA - Vespa vincente anche se da Vinci c'è Mario Monti. Su Rai 1 Porta a Porta ha registrato 1.537.000 telespettatori con il 13.43% superando Matrix che con ospite il Presidente del Consiglio Mario Monti, arriva appena al 12.14% con 1.095.000 telespettatori. Su Rai2 Speciale 90° Minuto ottiene il 12.09% con 1.633.000 telespettatori mentre su Italia1 Così fan tutte è stato seguito da 1.606.000 individui con il 9.55% di share. Subito dopo sempre su Italia1, Controcampo Linea Notte incassa il 7.67% con 529.000 telespettatori. Su Rai3 Glob Spread sigla il 7.4% con 1.308.000 telespettatori.

DESPERATE HOUSEWIVES

TELEGIORNALI: (edizioni meridiana e della sera in migliaia):

TG1: 4.572 - 22.36% (ore 13.30) / 6.604 - 22.58% (ore 20.00)
TG2: 3.376 - 18.02% (ore 13.00) / 2.961 - 9.43% (ore 20.30)
TG3: 2.466 - 12.72% (ore 14.25) / 3.203 - 14.33% (ore 19.00)
TG5: 4.344 - 22.79% (ore 13.00) / 6.281 - 21.33% (ore 20.00)
STUDIO APERTO: 2.847 - 18.2% (ore 12.25) / 1.852 - 9.77% (ore 18.30)
TG4: 495 - 5.22% (ore 11.30) / 1.495 - 6.61% (ore 18.55)
TGLA 7: 1.002 - 4.88% (ore 13.30) / 2.570 - 8.69% (ore 20.00)


ASCOLTI CAMPIONATO
ASCA - Premium Calcio - 21a giornata Serie A. Nuovo record per Premium Calcio: 1.748.000 telespettatori totali e il 5.50% di share. In particolare, ''Napoli-Cesena'', con l'1.06% di share e 338.000 telespettatori, supera la concorrenza pay. Bene anche ''Lazio-Milan'' (1.37% di share con 436.000 telespettatori) e ''Diretta Premium'' (1.44% di share con 458.000 telespettatori).

 

CONT-ECCHI E CAPU-LE-TI - CHI SONO RICCARDO CONTI E MASSIMO CAPUTI - CONTI IL TRASFORMISTA, CAPUTI IL SUPER MANAGER

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1- L'EX DC AMICO DI BANCHIERI E 007 A CAPO DI UN IMPERO IMMOBILIARE
Ferruccio Pinotti per il "Corriere della Sera"

ipu 27 massimo caputi

Bresciano, vicino alla Curia. Una quota nella Lux di Bernabei. Un'eminenza grigia tra affari, finanza e politica, un uomo che dispone di informazioni estremamente riservate, grazie alle quali riesce a mettere a segno affari incredibili: così viene descritto il senatore bresciano Riccardo Conti, 64 anni, un supercattolico con le mani in pasta negli affari della Curia bresciana e con ottime entrature in Vaticano.

Figlioccio politico di Bruno Boni (classe 1919), uno dei fondatori della Democrazia cristiana (sindaco di Brescia per circa trent'anni, dal 1948 al 1975 e dal 1993 vicepresidente della Società autostrade Brescia-Padova), Conti negli anni 80 è segretario provinciale della Dc bresciana. All'epoca fa parte della destra democristiana, ha ottimi rapporti con Arnaldo Forlani ma anche con la componente «affaristica» che fa capo al ministro dei Lavori pubblici Gianni Prandini. Ma è vicino anche alla «corrente del Golfo» di Gava e Scotti.

RICCARDO CONTI

Affianca la politica alla passione per i libri e per il mattone: mette infatti in piedi prima una tipografia, poi una casa editrice, le Edizioni del Moretto, entrambe situate a due passi dalla residenza del vescovo; infine una libreria in centro a Brescia. Con la Curia ha sempre avuto rapporti strettissimi e si dice che il padre, mediatore, gestisse beni dei religiosi bresciani.

Nel '91 ingaggia una competizione feroce con Pietro Padula (sinistra Dc) per diventare sindaco ma soccombe. È però trasversale e nel settembre '92 (dopo un mutamento di giunta) accetta un incarico come vicesindaco nella giunta guidata da Paolo Corsini, Pds. Un mese dopo viene coinvolto in un'inchiesta per contrabbando di rame e frode ai danni dello Stato e si dimette: chiarirà tutto, dimostrando che i soldi (700 milioni) ricevuti dalla vendita della sua libreria alla moglie dell'imprenditore Giovanni Bonomelli non erano il provento di una maxi evasione dell'Iva commessa attraverso il contrabbando di rame da un gruppo di imprenditori lombardi.

FOLLINI

In politica è trasformista: dopo Tangentopoli e la fine della Dc aderisce all'Unione dei democratici cristiani e Democratici di centro (Udc), che però poi abbandona seguendo Marco Follini nel movimento Italia di Mezzo. Non segue tuttavia Follini nel votare la fiducia al governo Prodi e nell'aderire al progetto del Partito democratico. Si avvicina invece a Rocco Buttiglione e lo segue nell'alleanza con Forza Italia.

Con l'Udc è deputato dal 2001 al 2008. Nel 2008 si avvicina al movimento dei Popolari liberali di Carlo Giovanardi e aderisce al Popolo della libertà: viene eletto senatore in sostituzione di Roberto Formigoni, che ha optato per il suo quarto mandato da presidente della Regione Lombardia.

La passione per l'immobiliare ereditata da papà non lo abbandonerà mai e nel 2004 è al centro delle proteste operaie in quanto appartengono a una sua società, la Estate6, le aree su cui sorgevano gli stabilimenti dell'Alfa di Arese, al centro di una dismissione (con annesso progetto di «riconversione») che avrebbe decretato la morte dello stabilimento e dei relativi posti di lavoro. In quella fase, si ipotizza che dietro Conti ci sia il finanziere bresciano Emilio Gnutti (Hopa) che sarebbe poi diventato celebre per molte altre imprese finanziarie.

Marco Staderini

Cattolico di ferro, di lui si dice che simpatizzi più per l'Opus Dei che per Cl, tanto che ha una partecipazione nella Lux Vide di Bernabei. «Ma ha rapporti trasversali con tutte le componenti del mondo cattolico, se si tratta di fare affari», rivelano fonti che non vogliono essere identificate. «Ha amicizie dappertutto: dalle banche ai Servizi».

Nel corso del tempo ha costruito un piccolo impero immobiliare e se si effettua una visura camerale si scopre che a lui fa riferimento una galassia di società immobiliari (Estate 1,2, 3, 4, 5, 6, 7,8, 9) e che negli ultimi anni ha effettuato numerose operazioni in cui figurano nomi come: Iper Montebello spa (con Ubi fiduciaria), Campagnoli allevamento suini srl, Retail park srl, Tea srl, Mincio srl, Losep srl. A lui fa capo inoltre la società fiduciaria Capital investment trust.


2 - CAPUTI, IL MANAGER DA 71 INCARICHI «UN AFFARONE»
L. Sal. per il "Corriere della Sera"

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

«Uffi che Paese? Max». Vicino alla boa dei 60 anni, superata quella dei 71 incarichi in società pubbliche e private, Massimo Caputi (nella foto) è abituato a scherzare e sorridere anche quando i nuvoloni sono grigi per davvero. La «sua» Idea Fimit è il primo anello del nuovo affaire di case e politica? E lui accompagna con quelle vezzose paroline il comunicato spedito via mail ai «cari amici» per smontare la «notizia pseudoscandalistica». Non è successo niente, anzi è stato un grandissimo risultato. Come sempre.

Nato a Chieti, ingegnere, i primi passi nello studio del papà, il grande salto Caputi lo fa all'inizio degli anni 90. La sua società di allora, la Proger spa, lavora molto per le Ferrovie dello Stato. E alla fine le Fs gli affidano quello che sembra il solito progetto pilota, ristrutturare le principali stazioni italiane. Ma da pilota quel progetto diventa operativo e Caputi siede sulla poltrona di amministratore delegato di Grandi stazioni, che ridisegna per davvero i 13 snodi più importanti e viene privatizzata. Sono gli anni in cui Caputi combatte una guerra quasi personale con le ditte di pulizia, ma anche quelli in cui stringe i rapporti con Caltagirone, con Marco Staderini, con la Roma che conta.

E infatti nel 2002, piena epoca berlusconiana, arriva il secondo salto: amministratore delegato di Sviluppo Italia, con il compito di ricostruire la holding pubblica che dovrebbe aiutare lo sviluppo d'impresa e l'attrazione degli investimenti. Le cose vanno un po' così, Caputi si mette di traverso sull'acquisizione della Cit, la Compagnia italiana del turismo. E la cosa non passa inosservata. Pure allora i nuvoloni sono grigi ma lui continua a scherzare. Anche perché continua a stringere mani, a dare pacche sulle spalle.

CIT COMPAGNIA ITALIANA TURISMO

E soprattutto ad accumulare incarichi su incarichi: adesso gliene restano pochi ma tra quei 71 che ha nel curriculum c'è il cda del Monte dei Paschi di Siena, dell'Acea, di Antonveneta, e poi altri nomi che mischiano alto e basso, dalle Manifatture lana Marzotto ad un piccolo cantiere navale di Pescara. Bulimico, lo definiscono e lui lo prende come un complimento. Ci sono solo due cose che lo fanno arrabbiare davvero. La prima è essere scambiato con l'altro Massimo Caputi, il giornalista sportivo che si vede sempre in tv.

La seconda il fattaccio che gli capita nel maggio del 2008. A Milano, in un hotel di via Cusani, si dimentica una busta con 45 mila euro. Parte un'inchiesta che lo vedrà indagato per riciclaggio e aggiotaggio. Lui si difende dicendo che quei soldi servivano per pagare i fattori della Locanda Rossa, uno splendido resort che ha con la moglie sulle colline di Capalbio. Un'ombra non da poco per chi già allora era al vertice di due società di gestione del risparmio. Compresa la Fimit, il primo anello della catena in questa nuova storia piena di nuvoloni.

 

LA FORNERO AFFILA LE LACRIME (LE NOSTRE): “SULLA RIFORMA DEL LAVORO AVANTI ANCHE DA SOLI”

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GIUSTIZIA: SI' CAMERA A EMENDAMENTO SU RESPONSABILITA' CIVILE GIUDICI...
(Adnkronos) -
A scrutinio segreto, con 264 voti a favore e 211 contari, con il parere contrario del governo, la Camera ha approvato l'emendamento alla legge comunitaria, presentato dal leghista Gianluca Pini, che prevede modifiche relative alla responsabilita' civile dei magistrati.

Umberto Bossi

La norma prevede che "chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia puo' agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della liberta' personale. Costituisce dolo il carattere intenzionale della violazione del diritto".

"Ai fini della determinazione dei casi in cui sussiste una violazione manifesta del diritto, deve essere valutato se il giudice abbia tenuto conto di tutti gli elementi che caratterizzano la controversia sottoposta al suo sindacato con particolare riferimento al grado di chiarezza e di precisione della norma violata, al carattere intenzionale della violazione, alla scusabilita' o inescusabilita' dell'errore di diritto. In caso di violazione del diritto dell'Unione europea, si deve tener conto se il giudice abbia ignorato la posizione adottata eventualmente da un'istituzione dell'Unione europea, non abbia osservato l'obbligo di rinvio pregiudiziale ai sensi dell'articolo 267, terzo paragrafo, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, nonche' se abbia ignorato manifestamente la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea".

MARIO MONTI ELSA FORNERO

1 - RIFORMA DEL LAVORO, FORNERO: «AVANTI ANCHE DA SOLI»...
Da "Corriere.it" -
Il governo incalza le parti sociali alla ripresa del tavolo per la riforma del mercato del Lavoro e mentre il ministro del Welfare Elsa Fornero chiarisce che il governo procederà con o senza il consenso di imprese e sindacati, il titolare dello Sviluppo, Corrado Passera, ricorda che la flessibilità in uscita è un tema che va affrontato.

Rispetto alle ultime indicazioni, anche i tempi sembrano farsi più stretti rispetto all'orizzonte di fine marzo indicato solo sabato scorso: Fornero vorrebbe chiudere ora in 2-3 settimane e ha già proposto alle controparti di rivedersi tra 10 giorni. Il tempo («ci gioca contro») è insieme a quello delle risorse il «grande vincolo» del percorso che porterà alla riforma. Rispetto ai tavoli tradizionali il ministro avrebbe avanzato anche l'idea di dar vita a «gruppi di lavoro flessibili».

«Il dialogo è aperto, ma non possiamo permetterci di perdere il treno. Se andremo avanti insieme saremo contenti, in caso contrario il governo cercherà comunque di fare la riforma» ha detto Fronero aprendo il secondo round di incontri a Palazzo Chigi, un tavolo al quale non partecipa per ora il presidente Mario Monti. «Saremo giudicati dagli italiani », ha detto ancora Fornero ricordando che va data risposta «a coloro che hanno subito esclusioni e non hanno avuto prospettive appiattendosi su precarietà e basse aspirazioni»

MARIO MONTI A MATRIX

2 - DOMANI CDM, ESAMINERÀ TESTO DEFINITIVO SEMPLIFICAZIONI...
(TMNews) -
Il Consiglio dei Ministri è stato convocato domani alle ore 9,30 a Palazzo Chigi, per l'esame del seguente ordine del giorno: - ESAME del testo definitivo del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di semplificazioni e sviluppo (pubblica amministrazione - sviluppo economico - infrastrutture e trasporti - istruzione). Lo ha reso noto la presidenza del Consiglio.

3 - IL FRATELLO DI LUSI: "NON RIESCO A PARLARCI, NON PUÒ AVER FATTO DA SOLO"...
(TMNews) -
"L`ho cercato perché sono suo fratello ma non sono riuscito a parlarci. Una vicenda del genere sconvolge la vita delle persone. C`è un senso di riserbo e pudore finché le cose non verranno chiarite". Lo ha affermato Antonino Lusi, sindaco di Capistrello (Aq) e fratello del senatore Luigi Lusi, intervenuto stamattina a '24 Mattino' su Radio 24 per parlare della presunta truffa da 13 milioni di euro da parte dell`ex tesoriere della Margherita.

luigi lusi

"Con lui non ho mai parlato di questa vicenda - ha aggiunto il sindaco Lusi - per cui ho appreso le notizie dai giornali.
Abbiamo totale fiducia nella magistratura, nel contempo siamo vicini a una persona cara. Sui giornali ho letto delle autentiche mascalzonate che coinvolgono la casa di famiglia, mia madre morta da anni. Io e mia moglie abbiamo per esempio comprato la casa cui si fa riferimento sui giornali 40 anni fa".

"Metterei la mano sul fuoco sull`onesta di mio fratello? Io dico: ma è possibile che uno che voglia rubare 13 milioni si fa 90 bonifici ad personam? Se uno vuole rubare usa mezzi più intelligenti. Dall`unico ex partito con i conti non in rosso spariscono 13 milioni senza che nessuno sappia nulla? Quantomeno c`è molto da chiarire, non è che ci sia un onnipotente che gestisce il tutto senza un gruppo dirigente che quantomeno decida, dia delle direttive. Mi sembra un po` inverosimile"

4 - CASINI:DA MONTI PROVOCAZIONE EFFICACE, NON SCANDALIZZARSI...
(TMNews) -
Le parole di Mario Monti sulla "monotonia" del posto fisso non devono scandalizzare, la sua è una provocazione efficace per aprire un dibattito sul mutamento del mercato del lavoro. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, si schiera con il presidente del Consiglio a proposito della riforma del mercato del lavoro.

Casini Moavero Monti Berlusconi

Interpellato a Montecitorio, Casini ha spiegato: "Quella di Monti è una frase provocatoria che mira ad aprire un grande dibattito nel paese e sarebbe da provinciali non coglierla capendo cosa c'è dietro quelle parole. Solo chi fa finta di non vedere i mutamenti sociali e del mercato del lavoro - sostiene il leader Udc - può scandalizzarsi. Ci sono tanti sepolcri imbiancati che si scandalizzano ma sarebbe meglio andare alla sostanza".

5 - SACCONI: NESSUNO SCANDALO, MONTI HA RAGIONE...
(TMNews) -
"La tutela del lavoro non è più affidabile a istituti giuridico-formali difensivi ma, soprattutto, a significativi ed efficienti investimenti nelle conoscenze di base, nell`integrazione tra apprendimento teorico e pratico, nel continuo aggiornamento del saper fare. Quindi, nessuno scandalo". Lo ha affermato l'ex ministro del welfare Maurizio Sacconi, commentando le parole del premier Mario Monti sulle garanzie sul posto di lavoro in Italia.

6 - BERSANI: POSTO FISSO È MONOTONO QUANDO UNO CE L'HA...
(TMNews) -
"Il posto fisso diventa monotono quando uno ce l'ha, quando non ce l'ha è desiderabile". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a Montecitorio commenta la dichiarazione fatta ieri dal presidente del Consiglio Mario Monti aggiungendo però che "per come lo conosco credo che il pensiero di Monti sia più articolato di così".

GIANFRANCO ROTONDI

7 - ROTONDI: DA MONTI LUOGO COMUNE IRRISPETTOSO SU POSTO FISSO...
(TMNews) -
"Sul posto fisso da Monti un luogo comune irrispettoso di una generazione che fa del precariato la sua definizione e la sua nevrosi. Questi giovani sono conservatori se preferiscono la monotonia dei padri?". Lo ha affermato l'ex ministro Gianfranco Rotondi, membro dell`Ufficio di Presidenza del Pdl.

8 - FERRERO: IN PIAZZA CON LA FIOM CONTRO L'INVASATO MONTI...
(TMNews) -
"Il Presidente Mario Monti è un invasato irresponsabile che guarda alla società dal buco della serratura di una banca". Il segretario nazionale di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, commentando le dichiarazioni rilasciate ieri sera dal premier in tv, chiama le sinistre in piazza con la Fiom il prossimo 11 Febbraio.

PAOLO FERRERO

"Monti - ha attaccato il premier Ferrerio- cerca di mettere i giovani contro gli anziani, come già fece Berlusconi, perché l`obiettivo di questo governo di destra è il livellamento al ribasso dei diritti dei lavoratori. Una strategia che non riduce i danni della crisi economica ma la sta aggravando. Abbiamo fermato Berlusconi, fermeremo anche Monti: l`11 febbraio tutti in piazza con la Fiom per mandare a casa il governo Monti".

9 - GIOVANI PADANI: SE POSTO FISSO NOIOSO MONTI LASCI SENATO...
(TMNews) -
Il Movimento giovani padani critica il premier Mario Monti per la sua dichiarazione sulla monotonia del posto fisso. "Il posto fisso è noioso? Monti lasci oggi la cadrega di senatore a vita.

Siamo stanchi delle lezioni a tratti demenziali di questo premier privilegiato che senza aver nemmeno preso un voto non si è lasciato sfuggire il lauto compenso da senatore a vita, si è preso il lusso di circondarsi di figure tutt'altro che cristalline, non ha saputo fare altro che tassare i suoi 'sudditi' e probabilmente non ha mai messo piede in un mercato per sapere come vive la gente o quanto costa un litro di latte" scrive in una nota Lucio Brignoli, coordinatore federale del movimento giovanile della Lega Nord.

HOLLANDE COSPARSO DI FARINA

"Se il posto fisso è così noioso, Monti abbia il coraggio - ribadisce - di mollare lo stipendio da senatore, stipendio ottenuto sulla fiducia e senza meriti e per di più a vita. Ricordo infine a Monti che se i giovani oggi non hanno nè il posto fisso nè quello traballante è per colpa degli squali della finanza che lui certamente conosce meglio di noi".

10 - FRANCIA: HOLLANDE 'INFARINATO' DA CONTESTATRICE...
VIDEO: http://youtu.be/nO7yXx94YSs
(AGI) - Movimentata conclusione di un comizio a Parigi per Francois Hollande, leader del Partito Socialista francese e favorito alle presidenziali della primavera prossima: stava
terminando di parlare della crisi degli alloggi quando una sconosciuta gli si e' avvicinata e gli ha tirato addosso un'abbondante manciata di farina. L'uomo politico e' ovviamente
rimasto illeso, ma la bizzarra aggressione lo ha lasciato inzaccherato di bianco dalla testa ai piedi.

scalfaro

La donna, subito immobilizzata, si e' poi giustificata affermando di essere
rimasta senza un soldo proprio perche' le leggi vigenti sull'assegnazione delle case in Francia di fatto non sono applicate. "Non mi sono reso conto di granche'", ha minimizzato
la 'vittima', che ha definito la donna una "irresponsabile". Hollande ha anche assicurato che non modifichera' le proprie misure di sicurezza personali: "Sono rischi professionali", ha tagliato corto

11 - SCALFARO HA LASCIATO ARCHIVIO PERSONALE A 'CIVILTÀ CATTOLICA'...
(TMNews) -
"Sì, il Presidente #Scalfaro ha lasciato il suo archivio personale alla rivista che dirigo, La Civiltà Cattolica": lo scrive su Twitter Antonio Spadaro il direttore del quindicinale dei gesuiti, pubblicato con l'imprimatur della Segreteria di Stato vaticano.

 

ACCUSA DI EVASIONE FISCALE: IL PM CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO PER PROFUMO - MILANO +0,2%, LO SPREAD RISALE A 390

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1 - BORSA, MILANO IN MODERATO RIALZO (+0,2%): CALA ENEL, VOLA PARMALAT...
(LaPresse) - Si attesta in moderato rialzo Piazza Affari nel primo pomeriggio di scambi, con l'indice Ftse Mib che sale dello 0,21% a 16.299,2 punti e il Ftse All-Share che mostra un rialzo dello 0,26% a 17.253,81 punti. Dopo le aste di bond spagnoli e francesi, in rialzo le banche con Mps (+5,6%), Mediobanca (+2,24%), Intesa Sanpaolo (+0,91%) e Unicredit (+0,55%). In calo Enel (-1,6%), che ha comunicato di aver finalizzato la cessione dell'intera quota del 5,1% detenuta in Terna (-0,64%). Bene Mediaset (+2,27%), mentre è poco mosso Fiat (-0,12%) dopo il balzo di ieri.

P.zza Affari

Tra gli industriali in lieve incremento Pirelli (+0,14%), vola invece Parmalat (+7,03%), che in mattinata è stata anche sospesa per eccesso di rialzo. Fuati dal paniere principale schizza in alto del 15,01% a 4,658 euro Benetton, allineandosi al prezzo di opa a 4,6 euro per azione per il delisting, comunicato nella serata di ieri dalla holding di controllo Edizione.

2 - BORSA, SPREAD BTP-BUND IN LIEVE RIALZO A 390 PUNTI BASE...
(LaPresse) - In lieve rialzo lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, nel primo pomeriggio di scambi. Il differenziale si attesta a 390 punti, rispetto alla chiusura di ieri a 383 punti. Il rendimento dei buoni del Tesoro italiani a 10 anni è al 5,72% sul mercato secondario.

ALESSANDRO PROFUMO

3 - BRONTOS/ PM CHIEDE PROCESSO PER ALESSANDRO PROFUMO - FRAUDOLENTA DICHIARAZIONE DEI REDDITI, 20 IMPUTATI...
(TMNews) - Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha chiesto il rinvio a giudizio per fraudolenta dichiarazione dei redditi dell'ex amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, di altri 16 manager della banca e di tre manager di Barclays nell'ambito dell'inchiesta sull'operazione Brontos.

L'inchiesta "Brontos" riguarda una serie di operazioni che avrebbero permesso a Unicredit di pagare meno tasse. Sono 20 gli indagati, 17 tra manager ed ex manager del gruppo bancario italiano, tra i quali l'ex ad Alessandro Profumo, e tre dipendenti della banca inglese Barclays. La procura ipotizza il reato di dichiarazione fraudolenta aggravata da ostacolo alle indagini. Nel corso dell'inchiesta erano stati sequestrati 245 milioni di euro poi dissequestrati dal Riesame e adesso pende ricorso in Cassazione della procura di Milano.

Secondo l'ipotesi formulata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, Unicredit avrebbe realizzato una serie di operazioni con società lussemburghesi di Barclays per mascherare utile, facendolo figurare come dividendi di operazioni finanziarie, quindi soggette a una aliquota fiscale più bassa.

PERISSINOTTO GALATERI BALBINOT

4 - CRISI, S&P: PIL EUROZONA FERMO NEL 2012, +1% NEL 2013...
(LaPresse) - L'eurozona uscirà gradualmente dalla recessione a partire dalla seconda metà del 2012 e nel 2013. E' quanto afferma un rapporto di Standard & Poor's, che sottolinea che "i principali Paesi torneranno alla crescita con perfomance divergenti". Secondo l'agenzia di rating il 2012 dell'eurozona sarà a crescita zero, mentre l'anno prossimo la crescita sarà dell'1%. La probabilità di un 'double dip' è del 40%, spiega S&P, e "ciò avrebbe un impatto particolarmente negativo in Spagna, Portogallo e Italia.

Petr_Kellner

5 - GENERALI: PERISSINOTTO, CON PPF ANDREMO AVANTI FINO AL 2014...
Radiocor - 'Non c'e' nulla di nuovo su Kellner. Abbiamo detto che definiremo i rapporti fra la nostra societa' e la sua societa' Ppf nella seconda parte d el 2014. Non c'e' nulla di nuovo da riportare su questo argomento'. Cosi' il ceo di Generali, Giovanni Perissinotto, in merito alle voci di Borsa circa una possibile esercizio anticipato del diritto di vendita sulla quota della joint venture Generali-Ppf detenuta da Kellner. 'Abbiamo deciso di andare fino alla fine. Lo abbiamo detto pubblicamente da una parte e dall'altra e quindi manteniamo questa linea'.

6 - CINA VALUTA MAGGIOR COINVOLGIMENTO IN FONDI EFSF
(Reuters) - La Cina sta prendendo in considerazione l'ipotesi di un maggiore coinvolgimento economico nel fondo salva-Stati della zona euro European Financial Stability Facility. Lo dice alla stampa il primo ministro Wen Jiabao, precisando che Pechino sta ancora ragionando su come esattamente partecipare alle iniziative Efsf ed Esm, il nuovo fondo permanente di sostegno ai paesi dell'unione monetaria.
Secondo il premier cinese è comunque importante che venga risolta la crisi del debito europeo e Pechino sosterrà gli sforzi volti a stabilizzare l'euro.

WEN Jiabao

7 - MUNICH RE, NEL 2011 FORTE CALO PROFITTI DA 2,43 MLD EURO A 710 MLN...
(LaPresse/AP) - Munich Re ha registrato un forte calo dei profitti nel 2011 rispetto all'anno precedente, passando da 2,43 miliardi di euro a 710 milioni. Il bilancio della compagnia di assicurazioni è stato colpito da gravi catastrofi, tra cui i devastanti terremoti in Nuova Zelanda e Giappone, e dalla crisi del debito europeo. Gli utili del quarto trimestre 2011 sono invece aumentati a 630 milioni di euro, in paragone ai 480 milioni del 2010. Munich Re ha annunciato che la compagnia è sul percorso giusto "per migliorare in modo significativo i risultati tecnici del 2012".

MUNICH RE

Il direttore finanziario, Joerg Schneider, ha detto che la società tedesca "non aveva mai affrontato un anno come il 2011, caratterizzato da enormi fardelli causati da catastrofi naturali combinate con la crisi finanziaria, di nuovo divampata dopo la leggera ripresa del 2009-2010".

8 - GOLDMAN SACHS, ZANNONI AMBASCIATORE IN RUSSIA...
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - Goldman Sachs si affida al top banker Paolo Zannoni, presidente della banca d'affari americana in Italia, per guidare la sede di Mosca. Zannoni, 64 anni, sostituirà l'attuale numero uno in Russia, l'americano Chris Barter, ha scritto ieri l'agenzia Reuters.

GOLDMAN SACHS

Zannoni è un veterano di Goldman Sachs, essendo entrato nella banca nel 1994. Ma lo è anche della Russia. Prima di diventare partner di Goldman Sachs, era stato un top manager della Fiat e l'Avvocato Agnelli nel 1990 l'aveva spedito a Mosca a dirigere l'ufficio di rappresentanza in Russia. Zannoni continuerà per il momento a presiedere anche la sede italiana. Ma contemporaneamente si rafforzerà a Milano anche la posizione del co-head per l'investment banking, Massimo Della Ragione.

9 - I PIANI DI SIENA
F.D.R. per il "Corriere della Sera" - Fabrizio Viola può incastrare la prima tessera del complesso puzzle sul rafforzamento patrimoniale del Montepaschi. Con un'operazione contabile, approvata dall'assemblea dei soci, ieri Rocca Salimbeni ha trasformato in capitale sociale 752 milioni della riserva sovrapprezzo sulle azioni emesse al servizio dei «Fresh 2008». In questo modo Viola raggiunge due obiettivi con un colpo solo: aumenta di 75 punti il Core Tier 1, avvicinandosi così al traguardo del 9%, e riduce a 2,5 miliardi il fabbisogno indicato dall'Eba. Che scenderà ulteriormente, di altri 300 milioni, entro la fine dell'anno con la conversione degli altri «Fresh».

Fabrizio Viola

Viola ha annunciato ieri che subito dopo l'insediamento del nuovo consiglio, in primavera, presenterà il suo piano strategico. Mentre la Fondazione entro metà marzo dovrà trovare la soluzione per rimborsare circa un miliardo di debiti. È quasi certo che sarà costretta a vendere un pacchetto di azioni Mps. Ieri intanto ha arrotondato la partecipazione al 49,01% dei diritti di voto (45,85% del capitale) convertendo le risparmio.

10 - VOLKSWAGEN, 60 AUTO IN PIATTAFORMA
M.D.F. per il "Corriere della Sera" - Ieri Volkswagen ha sollevato il velo sui primi dettagli della nuova piattaforma rivoluzionaria destinata (dice) a proiettare il colosso di Wolfsburg «in una nuova era», in vista dell'obiettivo di battere Toyota entro il 2018, con la produzione di 10 milioni di auto. Finora a nessuno era stato concesso di visitare i progetti pilota della nuova piattaforma Mqb (Modularer Querbaukasten, letteralmente matrice modulare trasversale), prevista a partire dalle nuove Audi A3 e della nuova generazione di Golf. Si tratta di una nuova tecnica di produzione.

Martin Winterkorn CEO Volkswagen

E che è basata su un pianale modulare trasversale che permetterà di costruire, sulla medesima piattaforma, decine di modelli diversi, dalla berlina alla compatta, a due volumi, monovolume, sportiva. E sarà utilizzata per circa 60 autovetture (dai segmenti B ai D), dalla Polo alla Passat, dall'Audi a Skoda a Seat.

11 - QUATTRORUOTE IN CINESE
B.Car. per il "Corriere della Sera" - Un mensile di motori, italiano, ma scritto in cinese, distribuito nelle maggiori città del nostro Paese dove sono presenti grandi comunità provenienti dall'Estremo Oriente. Un'idea partita dalla redazione di Quattroruote, la rivista della Domus e dalla Fondazione Italia-Cina, nata nel 2003, per volere di Cesare Romiti. «Il giornale è pubblicato in lingua cinese - spiega il direttore di Quattroruote Carlo Cavicchi - perché è rivolto solo a nuclei famigliari o commerciali che risiedono nelle varie regioni italiane. Uscirà dai primi di marzo, ogni mese, con cadenza sfalsata rispetto al giornale italiano». Il progetto è stato presentato durante la manifestazione «Quattroruoteday 2012».

UNICREDIT - PUBBLICITA SUI QUOTIDIANI

12 - L'OTTIMISMO DI UNICREDIT
Pa.Pic. per il "Corriere della Sera" - La recessione potrebbe mordere meno, in Italia, già dalla prossima primavera e se, come pare, la Germania resterà in crescita e le riforme del governo Monti produrranno i primi frutti, «a fine anno vedremo spuntare qualche numero positivo, mentre lo spread con il Bund potrebbe contrarsi fino a 300 punti». Così Marco Valli, economista di Unicredit Research ieri alla presentazione dell'outlook 2012.

Per il team di Piazza Cordusio il nostro Pil fletterà dello 0,3%: pur negativo, il dato è di gran lunga sopra la nerissima previsione del Fmi (-2,2%) e più ottimistico di quello contenuto nell'outlook di Intesa Sanpaolo (-1,5%). Nel 2013 torneremo a crescere (+0,4%). Lo scenario Unicredit esclude il default della Grecia, prefigura una crescita del Pil fortemente rallentata a livello mondiale (+3% dal +4,25) e ridimensionata al +0,6% nell'eurozona.

Alstom

13 - ALSTOM VINCE COMMESSA A SINGAPORE GRAZIE A TECNOLOGIA ITALIANA
(LaPresse) - La Land Transport Authority di Singapore ha assegnato ad Alstom un contratto del valore di circa 240 milioni di euro per la fornitura di nuovi treni per la rete metropolitana: 16 pe la Circle Line (CCL) e 18 per la Nord Est Line (NEL). La commessa prevede anche l'aggiornamento del sistema di segnalamento per entrambe le linee. La consegna dei convogli inizierà nel 2015. Questi treni supplementari aumenteranno la capacità della metropolitana di Singapore, per soddisfare una domanda crescente che ha visto aumentare i passeggeri dagli 1,78 milioni del 2009 agli oltre 2 milioni del 2010.

 

 

“AMO SCHETTINO, ERO LA SUA OSPITE” - COSÌ HA DETTO LA MOLDAVA DOMNICA AI PM CHE L’HANNO INTERROGATA PER 5 ORE

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1- "AMO SCHETTINO, ERO LA SUA OSPITE"
Grazia Longo per "la Stampa"

DOMNICA CEMORTAN ALL'USCITA DALL'INTERROGATORIO

Sì, è vero: era sulla plancia ospite del comandante. Sì, è vero: ha vissuto momenti drammatici quella notte maledetta, dalla collisione con lo scoglio all'evacuazione della nave. «Sì, vero: sono innamorata del comandante Schettino».

Lo dice così, semplicemente, perché vero e profondo è il suo sentimento, abbassando appena lo sguardo, di fronte ai pm che la stanno interrogando. E le sue parole finiscono subito sul verbale. Dura quasi 5 ore - ieri, a partire da mezzogiorno - la testimonianza di Domnica Cemortan, la bella moldava bionda di 25 anni, ex ballerina, già hostess a contratto per la Costa Crociere, che dal naufragio della Concordia, il 13 gennaio, non fa altro che difendere Francesco Schettino.

DOMNICA CEMORTAN

Lui, sposato, una figlia adolescente, è agli arresti domiciliari, a Sorrento, per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e abbandono della nave. Lei ieri ha dovuto rievocare quella terribile notte, nella caserma dei carabinieri di Marina di Grosseto. Lontano dalla procura. Un tentativo per dribblare le telecamere e i giornalisti. Domnica - i capelli dorati nascosti dal cappuccio di un piumino scuro, gli occhi azzurri protetti da enormi occhiali da sole - esce dalla caserma e si infila subito su un'auto insieme ad un'amica, mentre infuria alla grande un vento gelido, insolito per la Maremma.

DOMNICA CEMORTAN

Nelle ultime 5 ore i pm Stefano Pizza e Maria Navarro hanno raccolto la sua versione dei fatti. «Una testimonianza assai preziosa - chiosa il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio -. I testimoni sono tanti e ciascuno fornisce il suo punto di vista. Stiamo confrontando tutte le versioni per verificare come si incastrano. Anche se la parola definitiva arriverà solo con l'esame della scatola nera». Nel frattempo c'è Domnica salita sulla Costa con regolare biglietto - che insiste nel ritrarre Francesco Schettino «pronto a fare il possibile per salvare i passeggeri.

SCHETTINO

«Lo amo, non è giusto distruggere la sua immagine. Tutti si accaniscono contro di lui». Ma che cosa ha raccontato veramente Schettino al manager Ferrarini? Ha minimizzato la gravità della falla? Roberto Ferrarini, responsabile dell'Unità di crisi della Costa, interrogato l'altro ieri - anche lui come semplice persona informata dei fatti - nega. Davanti ai magistrati ha ribadito quanto aveva già scritto in un memoriale consegnato dall'amministratore delegato Pierluigi Foschi alla commissione Lavori pubblici del Senato. «Mi disse della collisione ma era molto tranquillo, non accennò al rischio naufragio, tanto che rimasi sorpreso quando alla fine mi comunicò l'abbandono della nave».

SCHETTINO COSTA CONCORDIA

Tra lui e Schettino intercorsero 17 conversazioni sul cellulare, ma le telefonate di Ferrarini furono almeno un centinaio. Durante l'interrogatorio gli è stato chiesto conto di tutti quei contatti: Ferrarini ha risposto con calma, precisando che si trattava della gestione dell'emergenza ma che nulla, dal racconto del comandante della Concordia lasciasse presagire il disastro che poi si è verificato.

Roberto Ferrarini


2- E ORA ARRIVA L'INSTANT-MOVIE SULLA CONCORDIA
Le.Pa. per "la Repubblica" - Anche il recentissimo naufragio della nave Concordia, avvenuta al largo dell'isola del Giglio lo scorso 13 gennaio, sarà oggetto di un documentario di National Geographic Italia. A produrlo sarà la DocuLab, la realizzazione è prevista nel giro di pochi mesi. Andrà in onda subito dopo sul canale 403 di Sky, poi in tutti gli altri Paesi. Da un paio di settimane, sugli schermi dei canali Nat Geo di tutto il mondo, si invitano coloro che erano a bordo della nave a mettersi in contatto con National Geographic per contribuire alla realizzazione del documentario.

SCHETTINO

«Stiamo mettendo l'avviso su tutti i canali nel mondo. Chiediamo alle persone toccate da questa sciagura a raccontare le loro storie, a mandarci le immagini girate con i loro mezzi. Sarà un racconto emotivo, fatto a caldo, ma rispettoso del dolore di chi l'ha vissuto», spiega Sherin Salvetti, responsabile dei canali di documentari di Fox Italia.

francesco schettino

Anticipa che anche «la celebre coppia di coreani che erano sul Concordia ha accettato di dare la propria testimonianza. Gli sposini sono tornatia casa, siamo andati in Corea a intervistarli, saranno un tassello importante del nostro racconto sul naufragio del Concordia». Tutti coloro che contribuiranno alla realizzazione del documentario saranno citati nei titoli di coda. Per chi volesse inviare immagini e testimonianze, l'indirizzo è: www.natgeotv.com/concordia.

Nave costa concordia

 

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