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DELIRIO PER "I SOLITI IDIOTI": CODE IN SALA, PUBBLICO IMPAZZITO - MA GREG NON GRADISCE, SI ALZA E SE NE VA

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1- CARI SOLITI IDIOTI, SIETE UNO ZERO...

LILLO e greg

DAGOREPORT - Pro o contro i Soliti idioti? A quanto pare Greg di "Sei uno Zero" si iscrive alla lista di coloro che non gradiscono la comicità di Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. Non appena la coppia regina del box office si è seduta al tavolo del programma di Radio2 in onda dal Festival del Cinema, Greg (al secolo Claudio Gregori), si è alzato con la scusa di "prendersi un caffè", lasciando l'intervista in diretta agli imbarazzati Lillo e Alex Braga.

I SOLITI IDIOTI

Vedere il video per credere - http://www.youtube.com/watch?v=7Mur_-zMuk4


2- CRONACA LIVE DI UNA NOTTE TRA CAZZI, CAZZOTTI E VAFFANCULO...
Malcom Pagani per "il Fatto Quotidiano"

«Ner '67 stavo co' Briggibardò in Costa azzura, magnàvo cinghiale e lei inizia a rompe er cazzo con l'animalismo de ‘mmerda. Allora jo dato un carcio in culo e l'ho buttata in acqua». Risate. «Ammazza che alito, che hai magnato ar canile?". Boati. E poi in corrispondenza di "Sorcicove", "attacchi d'emorroidi", "maialini che scorreggiano" "Gnomi in culo" "supposte", spinelli "che rilassano lo sfintere" e "rantoli" sempre, ovviamente, "ar culo", piccoli sussulti, spostamenti d'aria, applausi a proiezione in corso, la sensazione di averla fatta grossa. Venerdì sera, cinema Adriano, Roma. Una targa ricorda che qui, tra bidoni di Pop Corn e "bella fratè" urlati a distanza di metri, un giorno, suonarono i Beatles.

I SOLITI IDIOTI IL FILM

Tra 5 minuti proiettano "I soliti idioti" e a spiare l'eccitazione di chi è in fila, non c'è paragone. Oggi i padri sono scarafaggi da eliminare. Il passato. L'epoca in cui si chiedeva permesso. Infatti non c'è l'ombra di un genitore e in sala, l'età varia tra i 13 e i 25 anni. Spettacolo extra, montato in fretta alle 23 in sala 3, perché quello previsto per le 22.30, è esaurito fin dal pomeriggio. Tra le poltrone, ragazzi normalissimi. Comitive. Amici e fidanzati.

MADALINA GHENEA CON I SOLITI IDIOTI

Felici di potersi sfogare riconoscendo contorni del nostro presente "A 12 anni t'ho regalato una escort russa e tu hai rotto er cazzo che volevi la pista delle biglie"e sacrileghe evocazioni. Citazioni. I mostri di Risi e le corna di Gassman. Gli autogrill di Verdone, le zingarate di Monicelli, i cumenda di Vanzina e i "carissimi inferiori" di Villaggio. E poi noi. Fieri delle nostre furberie, che ci puliamo il naso in macchina e non tiriamo l'acqua al cesso. Sicuri che ce la caveremo. Anche stavolta.

MADALINA GHENEA CON I SOLITI IDIOTI I soliti idioti

Biggio e Mandelli, gli attori, naturalmente, rielaborano a modo loro e anche se la regia è affidata a un documentarista che lavorò con Paolini, il film è tremendo. Scollato e improbabile. Due storie su tre sfiorano il delirio, ma la terza, quella di un padre e un figlio in viaggio, volgarissima, cinica e scatologica, fa ridere spesso di pancia, per riflessi istintivi e ragioni che speriamo non ci costringano a confessarci. "I soliti idioti" è il primo film nato da Youtube. L'omonimo programma messo in onda da Mtv aveva ascolti discreti. Ma le clip in rete, erano tra le più cliccate d'Italia. Nel decidere di dilatarne i contenuti, senza l'imprimatur televisivo, che pure ( e solo dopo 10 anni) aveva permesso a Zalone di vestirsi per uno schermo più grande, il gusto dei figli di Jobs passati direttamente dal Pc al cinema è stato decisivo.

I SOLITI IDIOTI

In questo ( e con tutti i suoi limiti) "I soliti idioti" è una rivoluzione. Imposta da minorenni che irridono il dibattito pseudosociologico, gli anatemi intellettuali e si chiamano a raccolta su Facebook. Abbandonano muretti e discoteche e si ritrovano. " I soliti idioti" è il loro film. La loro educazione sentimentale, scorretta, più eversiva di un'ora con Checco. Vicina per evasione e commenti all'intervallo: "Ahò, ma è una figata" a quando Monnezza, esorcicci, polizie incazzate e giovannone erano la principale voce di incasso del nostro cinema e a vederli, correva anche Manganelli. Se Gloria Guida nuda sotto la doccia è un poster sbiadito e il cazzo viene chiamato alternativamente "pongo" o "wrustel", "Nei soliti idioti" non pulsa alcun erotismo.

I SOLITI IDIOTI

Ci sono un paio di belle (tra cui Miriam Leone, già nelle grazie di Masi) ma nessun culo in mostra. Il trivio è nella battuta. Nell'amplesso mimato: "Devi fa zingo zango, je devi fa sentì la presenza". Nella gag autostradale in cui i protagonisti rubano un'ambulanza, deridono i disperati in coda e arrivati in prossimità dell'incidente, con i feriti che si lamentano: "Vi aspettiamo da tre ore" li soccorrono così: "'A stronzo, e me sa che ne aspetti altre sei, nun sei manco morto, ma vaffanculo va". Il riesumatore di un genere (romano ma universale) si chiama Pietro Valsecchi.

I SOLITI IDIOTI

Fa il produttore. È decisionista, rapido, brusco, capace. Un uomo fortunato. Lunedì mattina, quando gli incassi saranno numeri, questo sketch mutuato dell'inglese "Little Britain" supererà i 4 milioni. L'esperimento si colloca tra il Cinepanettone e la transegenetica. Ma è diverso, spinge su tasti non ancora usurati e l'abbondanza di " dai cazzo, cazzo" e vaffanculo (almeno 200 e non è un modo di dire) non lo rende comunque simile agli epigoni, vicini e lontani.

I SOLITI IDIOTI jpeg

Valsecchi lo ha finanziato (senza offrire agli animatori Bigio e Mandelli niente più che un'opzione sul seguito) ma progetta la saga. Uscendo, una ragazza rimprovera il fidanzato: "Vabbè, pensavo meglio". La prossima volta: "dai, cazzo, cazzo", bisognerà esagerare.

 

 

I SOLITI IDIOTI I SOLITI IDIOTI LOCANDINA DAI CAZZO LA PUBBLICITA PSEUDO CENSURATA DEI SOLITI IDIOTI

LETTERINA DI CIRINO POMICINO A SALLUSTI E BELPIETRO: MI AVETE PAGATO PER ANNI E ORA SONO IL DIAVOLO?

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Lettera di Paolo Cirino Pomicino ad Alessandro Sallusti e Maurizio Belpietro

belpietro ALESSANDRO SALLUSTI VITTORIO FELTRI

Paolo Cirino Pomicino, alias Geronimo, divertito e sconcertato, ha inviato una pubblica lettera ai suoi vecchi amici direttori di Libero e de Il Giornale, Sallusti e Belpietro: "Ragazzi, ma che vi succede? Ieri l'uno e oggi l'altro mi avete fatto lo stesso identico attacco politico utilizzando la solita arma dell'ingiuria e tentando di coinvolgere anche Casini mettendoci insieme, l'uno in una vignetta e l'altro in una foto volendo alludere così al velenoso contagio della prima repubblica al leader dell'UDC (a proposito, non dimenticate mai che Berlusconi è stato il più grande finanziatore di una parte della prima repubblica).

MARIO SECHI PAOLO CIRINO POMICINO

Ma come, per oltre 15 anni vi siete contesi la mia firma a suon di migliaia di euro l'anno e oggi scoprite che Geronimo è il diavolo? Via, state diventando Bibì e Bibò, i figli del signor Katzejammer del famoso fumetto. Ascoltate un vostro vecchio amico neurologo che vi vuole ancora bene, lasciate perdere perché se temete un pensionato della politica come me è segno che siete davvero messi male e la cosa mi farebbe piangere il nuovo cuore. Se invece volete continuare, accomodatevi.

PIERFERDINANDO CASINI LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Ieri, insieme alle vostre muse ispiratrici, avete fatto perdere a Berlusconi Milano e Napoli e un nutrito gruppo di parlamentari ed oggi continuando così aiutate il paese a rimuoverlo più rapidamente da palazzo Chigi. Alla fin fine siete i nostri migliori alleati. Complimenti e con la solita amicizia e comprensione il vostro amico Geronimo"

 

 

MARONI: INUTILE ACCANIRSI, LA MAGGIORANZA NON C’È - PRODI PICCONA BERSANI. PISANU È IL NUOVO CHE AVANZA

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Il Velino.it

roberto maroni

CORRIERE DELLA SERA - In apertura: "Crolla un ponte, ansia per il Po - Un morto e due dispersi al Sud". Al centro: "Governo sempre più in bilico". L'editoriale di Angelo Panebianco: "Tutte le spine dell'emergenza". Ancora al centro: "In Grecia un accordo per l'unità nazionale". Di spalla: "Le colpe di Berlusconi e i tanti gattopardi". In basso: "Morire in bici a 12 anni tornando a casa".

SILVIO BERLUSCONI GABRIELLA CARLUCCI

LA REPUBBLICA - In apertura: "Maroni: inutile accanirsi, è finita". Il retroscena: "Alfano e Letta: Silvio sali al Colle e dimettiti". Di spalla: La rincorsa di Obama un anno per risorgere". Al centro fotonotizia: "Paura per il Po in piena, Torino assediata Maltempo anche al sud, un morto a Napoli". In basso: "L'Europa vigilerà sulle riforme italiane". Più in basso: "2012, galline libere meno uova, più buone".

LA STAMPA - In apertura: "Maroni, la maggioranza non c'è". Editoriale di Marcello Sorgi: "I rischi dell'agonia prolungata". Editoriale di Francesco Guerrera: "I mercati chiedono serietà". Al centro fotonotizia: "La grande piena del Po, tra timore e curiosità". Di spalla: "L'odissea degli alpinisti senza viveri da 5 giorni".

maltempo genova da Corriere.it

IL GIORNALE - In apertura: "Braccio di ferro Pdl-Dc". In alto: "Stiamo annegando, ridateci Bertolaso". Al centro fotonotizia: "Torna Prodi. E si mangia Bersani". Di spalla: "La sinistra fucila il Paese alla schiena". In basso: "Se le emozioni ci insegnano la libertà".

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Metà delle imprese paga più tasse". Editoriale di Fabrizio Forquet: "L'ultima chance giocando a carte scoperte". In alto: "Cedolare secca, Irpef, Ires: tutte le regole sugli acconti". Al centro: "Doppia mossa contro la burocrazia". Il commento: "Fmi, Bce, salva Stati: un paracadute per tre".

GIUSEPPE PISANU

IL MESSAGGERO - In apertura: "La maggioranza non c'è più". L'editoriale di Giovanni Sabbatucci: "La spinta finale dei mercati". Al centro la fotonotizia: "Il maltempo colpisce il Sud". In basso: "Svolta nel delitto Pasolini: trovato il dna del terzo uomo". Ancora in basso: "Le disavventure del falso profeta che annunciò la fine del mondo".

bersani prodi

IL TEMPO - In apertura: "Prodi piccona Bersani Pisanu è il nuovo che avanza". L'editoriale di Mario Sechi: "Storia d'Italia da Kissinger a Clinton". In alto: "Martino: scenario da incubo dell'economia". Al centro fotonotizia: "Tutto è permesso: orto di fronte alla Basilica". In basso: "Storia di Beppe da Zac al Cav e ora di Casini".

Pier Paolo Pasolini

 

PAPANDREOU LASCIA - UK, MENO CONTROLLI ALLE FRONTIERE - IL SINDACO DELLA CITY ACCUSATO DI CONFLITTO D’INTERESSE

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Dagoreport

TRIBUNE WSJ

1 - THE NEW YORK TIMES - In apertura, "Grecia, accordo per la formazione di un nuovo governo" - "Aggirare la censura cinese: se non sulla carta, sul web" - In basso, tagli al Pentagono: "Panetta costretto a ridurre i costi in settori un tempo considerati intoccabili"

2 - THE WALL STREET JOURNAL - In apertura, "Il partiti greci si accordano per formare un nuovo governo" - In alto, "Gli Usa rafforzano la normativa sui droni in Pakistan"

3 - THE GUARDIAN - In apertura, "Alcune transazioni immobiliari effettuate dal comune di City of London avvantaggiano una società collegata al sindaco" - Di spalla, "Papandreou lascia, i greci trovano l'accordo per un governo di unità"

4 - THE INDEPENDENT - In apertura, "Miliband: La correttezza non è nel dna di Cameron"

5 - THE TIMES - In apertura, "Disposti meno controlli alle frontiere inglesi per ‘ridurre le code'" - "Accordo di coalizione costringe alle dimissioni Papandreou"

TAZ TELEGRAPH

6 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "Il governo dispone controlli più blandi ai confini" - "Il collasso dell'euro ‘aiuterà l'Inghilterra'"

7 - FINANCIAL TIMES - In apertura, "La Grecia approva la coalizione" - In alto, "Wolfgang Munchau: Il G20 ha dimostrato la propria irrilevanza"

8 - LE FIGARO - In apertura, "Bilancio, la grande battaglia contro il deficit" - "Il sud-est duramente colpito dalle inondazioni" - Al centro, "Grecia, Papandreou lascia"

9 - LIBÉRATION - In apertura, "Hollande: Non sono un contro-presidente, sono il prossimo"

10 - LA TRIBUNE - In apertura, "Un bilancio al di sotto della tripla ‘A'" - Al centro, "G20: amara delusione sul finanziamento del Fondo salva Stati"

11 - LES ECHOS - In apertura, "Rigore, la Francia accelera la riforma delle pensioni" - Al centro, "Uscita dal nucleare: gli imprenditori del settore energetico fanno i conti"

TIMES PUBLICO

12 - EL PAIS - In apertura, "La Crisi fa fuori Papandreou. Socialisti e conservatori si accordano per un governo di unità nazionale ed elezioni entro tre mesi"

13 - ABC - In apertura, elezioni spagnole: "Il giorno e la notte. Oggi il dibattito televisivo tra Rajoy e Rubalcaba: il problema di ballare la stessa danza con musiche diverse"

14 - PUBLICO - In apertura, "La Grecia obbedisce"

15 - TAZ.DIE TAGESZEITUNG - In apertura, "La Grecia alla ricerca di un governo"

16 - BILD - "Il governo abbassa le tasse!"

 

SPREAD A 490, E RENDIMENTI AL 6,66%, - TUTTA EUROPA IN ROSSO (MILANO -2,2%) - LO “SPETTRO GRECIA” SI AVVICINA

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1 - BORSA MILANO: RIDUCE CALO (-2,2%)...
(ANSA)
- Riduce il calo Piazza Affari, con il Ftse Mib che cede il 2,2% a 15.000 punti secchi. Maglia nera si conferma Mps (-4,31%), mentre Unicredit cede il 2,5%).

Berlusconi addormentato accanto a Napolitano

2 - RENDIMENTO BTP VOLA A NUOVO RECORD DEL 6,66%...
(ANSA)
- Vola al nuovo record storico del 6,66% il rendimento del Btp decennale. Lo spread btp-bund è a 490 punti base.

3 - BTP AL 6,5%, SI AVVICINA 'SPETTRO GRECIA'...
(ANSA)
- Il rendimento del Btp decennale italiano si avvicina a grandi passi al 7%, tasso ritenuto insostenibile da tutti gli osservatori. In base alle esperienze di Grecia, Irlanda e Portogallo, la soglia del 7% è stata raggiunta appena 16 giorni dopo aver superato il rendimento del 6,50%. E, toccata questa soglia, questi tre Paesi sono stati costretti a chiedere aiuto alla comunità internazionale per evitare la bancarotta.

4 - BORSA: EUROPA IN ROSSO CON FUTURES USA, PARIGI -2,2%...
(ANSA)
- Avvio di settimana difficile per le principali borse europee, con i futures su Wall Street in calo dell'1% e le tensioni sul debito sovrano dell'eurozona sempre forti, mentre dagli Usa non sono previsti dati di rilievo, se non l'erogazione di credito al consumo a settembre, ma alle 21 di oggi. Londra cede più dell'1%, Parigi oltre il 2% e Francoforte l'1,9%, mentre Milano (-2,2%) e Madrid (-3,2%) sono le peggiori, tenendo conto che Atene è ancora chiusa. Valvola di sfogo dei listini sono le banche e i titoli automobilistici.

borsa di milano

Sotto pressione Natixis (-5,83%), Bnp (-4,79%) e Societé Generale (-4,6%), mentre a Milano Mps cede il 5%. In campo automobilistico scivola Renault (-2,69%), nonostante il rafforzamento dell'alleanza con Daimler (-2,72%), che secondo indiscrezioni di stampa potrebbe allargarsi ai motori, ed il possibile avvio di un impianto negli Usa per le auto di lusso Infinity.

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse Europee. - Londra -1,14% - Parigi -2,23% - Francoforte -1,92% - Madrid -3,20% - Amsterdam -1,44% - Stoccolma -2,00% - Zurigo -0,55%.

5 - ORO: TENSIONI SPINGONO LINGOTTO, TOP DA SEI SETTIMANE...
(ANSA)
- Le tensioni in Eurolandia spingono le quotazioni dell'oro che arriva a livelli top da sei settimane. Il metallo giallo con consegna immediata guadagna l'1% a 1.772,48 dollari l'oncia, il livello più alto dal 22 settembre. Il contratto con scadenza dicembre sale anch'esso dell'1% a 1.774 dollari l'oncia.

borsa londra

6 - BORSA: ASIA INCERTA, RALLY DI OSAKA STOCK EXCHANGE...
(ANSA)
- Avvio di settimana incerto per le principali borse di Asia e Pacifico, che hanno nuovamente scontato i timori di una nuova ondata di ribassi in Europa a causa del persistere della crisi del debito sovrano nell'Eurozona. Tokyo ha ceduto lo 0,39%, Hong Kong, ancora aperta, lascia sul campo lo 0,5% e Sidney ha chiuso in lieve calo (-0,18%), mentre sono rimaste chiuse per festività Mumbai e Singapore.

In una giornata non certo esaltante per i mercati asiatici, ha fatto comunque eccezione Osaka Securities Exchange (+7,26%), quotata sull'omonima piazza, dopo le indiscrezioni di stampa di una possibile acquisizione del pacchetto di maggioranza della società che controlla la seconda borsa nipponica da parte di Tokyo Stock Exchange.

Per il resto si segnalano forti tensioni su Olympus (-7,51%) e Canon (-2,12%) a differenza di Nikon (+3,09%). Vendite su Nissan (-1,63%), fiacca Toyota (-0,24%), sprint di Tepco (+6,33%), gestore dell'impianto nucleare di Fukushima, impegnata in un piano di riconversione verso il petrolio.

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse di Asia e Pacifico. - Tokyo -0,39% - Hong Kong -0,53% (seduta in corso) - Shanghai -0,73% (seduta in corso) - Taiwan +0,24% - Seul -0,48% - Sidney -0,18% - Mumbai chiusa per festività - Singapore chiusa per festività - Bangkok +0,50% - Giakarta -0,04% (seduta in corso).

borsa parigi

7 - MORNING NOTE: L'AGENDA DI LUNEDI' 7 NOVEMBRE...
Radiocor
- CDA (approvazione dati contabili) Banca Generali, Cementir, Italcementi, Safilo, Vianini Lavori.

Milano - conferenza stampa Intesa Sanpaolo e Comitato Olimpico Nazionale Italiano su 'Il triennio olimpico 2012- 2014. Opportunita' di sviluppo per il sistema Italia'. Partecipano, tra gli altri, Corrado Passera, consigliere delegato e ceo Intesa Sanpaolo; Marco Morelli, d.g. responsabile divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo.

Milano - conferenza stampa Ducati Model Year 2012.

BORSA DI FRANCOFORTE

Roma - conferenza stampa del ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto e del Commissario Ue, per le Politiche regionali, Johannes Hahn sui fondi comunitari.

Basilea - relazione annuale della Bri, Banca dei Regolamenti Internazionali. Non e' prevista conferenza stampa.

8 - MORNING NOTE: ECONOMIA E FINANZA DAI GIORNALI...
Radiocor
- GOVERNO: maggioranza in bilico. Maroni: e' finita. Berlusconi: si va avanti, i numeri ci sono (dai giornali)

lingotto oro

FISCO: meta' delle imprese paga piu' tasse (Il Sole 24 Ore del Lunedi', pagina 1-3)

CRISI: 'La Germania ipoteca l'Europa ma e' gia' fallita quattro volte', intervista al presidente di Telecom Italia, Franco Bernabe' (Il Corriere della Sera, pagina 19). In Grecia governo di unita' nazionale (dai giornali). Italia 'Paese paralizzato, inevitabile un controllo esterno', parla l'economista Edward Altman (Il Messaggero, pagina 10). 'Attenti, l'Italia paga anche i flop tedeschi e francesi', intervista a Mario Deaglio (Il Secolo XIX, pagina 14). Aiuti alle banche? Meglio alle piccole imprese, parla Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti (CorrierEconomia, pagina 5) Manuale anti panico: come gestire i prodotti del risparmio postale (Il Sole 24 Ore del Lunedi', pag.1-15)

FEDERICO GHIZZONI resize

IMPRESE: 'Ora le piccole aziende non sono piu' indifese contro la burocrazia', intervista a Raffaele Vignali, estensore delle Statuto delle imprese (Il Giornale, pagina 18)

FINMECCANICA: L'eredita' spinosa di Guarguaglini (CorrierEconomia, pagina 2-3)

ATLANTIA: Castellucci, guardiamo all'estero (Affari&Finanza, pagina 15). Cosi' Atlantia concilia il debito col rating di tutto il settore (Lettera al Risparmiatore, il Sole 24 Ore di domenica, pagina 1-22)

IREN: Ebitda a 600 milioni, arrivera' a 650 entro il 2012 (Affari&Finanza, pagina 16)

TELCO: studia l'aumento, in scadenza 3 miliardi tra bond e prestiti. Cosi' la mossa potrebbe giovare anche a Telecom (Il Sole 24 Ore di domenica, pagina 23)

GIUSEPPE MUSSARI resize

 

ULTIMATUM DI MARONI: “SENZA I NUMERI INUTILE ACCANIRSI”. RIENTRANO ALCUNI FRONDISTI, LA CARLUCCI PASSA ALL’UDC

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Ugo Magri per "La Stampa"

bersani casini

Domani va in scena alla Camera il voto sul Rendiconto dello Stato, ma il copione della recita non è ancora ben chiaro. Fino a qualche giorno fa sembrava l'occasione su misura per tendere l'imboscata al Cavaliere, sommando i voti delle opposizioni a quelli degli
«scontenti».

Strada facendo è emerso che Napolitano non sarebbe entusiasta dell'argomento prescelto (sarebbe come negare la regolarità dei nostri conti pubblici), e poi alcuni dei deputati che dovrebbero impallinare Berlusconi si erano già pronunciati a favore del Rendiconto il mese scorso, quando venne bocciato: arduo immaginare che rovescino il loro voto, oltretutto su un provvedimento che di sostanziale ha molto poco. Questo significa che il Cavaliere la sfangherà di nuovo? Non è detto.

ROBERTO MARONI

Sono in corso contatti frenetici tra i leader di centrosinistra, quelli del Terzo Polo e la «fronda» Pdl. L'idea sarebbe di prendere una posizione «a tutti comune», annuncia Bersani. Per esempio, tutti quanti astensione sul Rendiconto, in modo da renderla riconoscibile e dare la prova aritmetica che la maggioranza non è più tale, anzi se ne sta formando un'altra. Ragion per cui Berlusconi si arrenda all'evidenza, e i suoi finalmente lo mollino.

Tra i dissidenti Pdl, per il momento ha dato una pubblica disponibilità ad astenersi Antonione. Un altro firmatario della lettera che invitava Silvio al passo indietro (Stracquadanio) invece confermerà il suo voto favorevole. Voci dal quartier generale berlusconiano sostengono che sia in atto un ripensamento tra quanti erano pronti all'addio, forse perché strada facendo il grande passo si è rivelato più lungo della gamba.

GABRIELLA CARLUCCI

Si trattasse di far dimettere Berlusconi per dar vita a una maggioranza col Terzo Polo, di dissidenti Pdl se ne troverebbero a frotte; Casini punta invece a un governo di larghe intese, e lo dice con assoluta trasparenza: «Sarebbe irresponsabile pensare a un nuovo governo emarginando quella parte che più direttamente rappresenta il mondo operaio e del sindacato», cioè il Partito democratico.

No Pd, no party. Voci incontrollate sostengono che la Bertolini non sia più così convinta a mollare il premier; idem Pittelli. Però intanto annuncia che se ne va la Carlucci, l'ex soubrette transita direttamente all'Udc. Qualcuno molto in alto nel Pdl addirittura ipotizza, come contromossa, che possa venire a votare Papa. È agli arresti domiciliari, ma un salto alla Camera tra due gendarmi forse gli verrebbe consentito... Di qui a domani sarà una giostra.

GIULIO TREMONTI CLAUDIO SCAJOLA

Berlusconi tempesta ai limiti dello stalking tutti quelli ancora in bilico (spuntano come funghi, l'ultimo è l'ex generale Speciale). C'è chi gli suggerisce di gettare in pasto ai «peones» lo scalpo di Tremonti, contro cui si scagliano Crosetto e, novità, Scajola. Altri come Osvaldo Napoli gli implorano di assumere un'iniziativa politica. Il premier insiste a dirsi fiducioso: «Continuo a ritenere che le defezioni possano rientrare. Siamo ancora maggioranza in Parlamento con numeri certi che abbiamo verificato con precisione in queste ore». «Sta bluffando», grida Franceschini, capogruppo Pd.

Più prudente Casini, «anche se avesse 316 voti sul Rendiconto, poi come penserebbe di andare avanti?». Già, perché «con un solo voto in più si vivacchia ma non si governa», integra il concetto Fini. Casomai domani il governo dovesse scampare all'agguato, secondo Bersani si dovrebbe ragionare su un'apposita mozione di sfiducia o qualcosa del genere, «certo non staremo fermi».

crosetto

Immaginiamo invece lo scenario del crollo. Pisanu, protagonista alla convention del Terzo Polo, invoca un governo di unità nazionale. Per Berlusconi sarebbe come l'aglio per Dracula, difatti replica inorridito: «Non vedo un governo di larghe intese con un premier messo lì a dispetto degli italiani».

Ma anche se lo vedesse, non ci starebbe la Lega. Maroni esclude una partecipazione del Carroccio a soluzioni «di tregua»: «Senza maggioranza, l'unica strada sarebbero le elezioni», anche a gennaio perché «così non può durare. Le notizie di poco fa mi fanno pensare che la maggioranza non c'è più ed è inutile accanirsi». Alfano, che va di conserva col premier, invita a chiamare le cose col loro nome: «I governi tecnici sono sempre ribaltoni».

 

IL BANANA È MORTO A CANNES E NON LO SA - IL RESTO LO FARANNO I MERCATI - LO ASPETTA UNA SETTIMANA INDIMENTICABILE

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A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota

CHRISTINE LAGARDE

1 - CAVALIER POMPETTA, STACCATI DALLA TAVOLETTA...
Il Banana è morto a Cannes e non lo sa. Sfilava sulla Croisette con il cappotto appoggiato sulle spalle, come fosse il mantello di Napoleone, e gli altri capi di Stato ridevano di lui. Poi una vera signora di quelle che mai lo frequenterebbero, la bellissima Christine Lagarde, l'ha commissariato con un colpo secco e con il solido aiuto di Drago Draghi, George Napolitano e perfino di Julius Tremotinum.

napolitano draghi

Il resto lo faranno i mercati e la prossima asta dei Bot. Lo ha capito anche Gabriella Carlucci. Ma il Cavalier Pompetta ha incollato le chiappette vizze a quella tazza che crede trono solo perché dorata. Lo aspetta una settimana indimenticabile.

Il Corriere di don Flebuccio de Bortoli infila l'ennesima prima pagina sciatta ed equilibrista. Apre con il maltempo. Affida un editoriale polveroso a Panebianco, intitolato "Tutte le spine dell'emergenza" (parla sempre del maltempo?) e poi ecco il titolo politico a centro pagina: "Governo sempre più in bilico". La Repubblica degl'Illuminati invece apre così: "Maroni: inutile accanirsi, è finita. "La maggioranza non c'è più. La Lega verso il rompete le righe. Berlusconi resiste: ho i numeri, vado avanti".

Anche il Messaggero ha più coraggio del Pompiere della Sera, almeno in prima pagina: "La maggioranza non c'è più". Maroni: inutile accanirsi". E dentro, Marco Conti racconta bene "il pressing per le dimissioni subito dopo il Rendiconto" (p. 6).

GIULIO TREMONTI

Rivelatore è anche questo frammento del retroscena di Marco Galluzzo sul Corriere: "Alcuni ministri, nel tentativo di distrarre il Cavaliere dal pallottoliere parlamentare, si erano rivolti a Letta e avevano quasi litigato con il sottosegretario, che a giudizio di molti "sta subendo l'Aventino di Tremonti, senza fare quasi nulla e nessuno ha veramente capito perché" (p. 13). Facciamo una sola domanda: quanto si sta impegnando il Tesoro per la buona riuscita (SI RIDE) delle prossime due aste di titoli pubblici previste per il 10 e il 14 novembre?

Poi ci sarebbero anche le opposizioni parlamentari: "Una settimana di tempo, due strade per l'affondo. Pd e Udc accelerano per non ripetere l'errore del 14 dicembre. La sfida in Aula o il voto sull'assestamento di bilancio" (Corriere, p. 15). A occhio, fanno prima i mercati.

roberto maroni

2 - PUGNALATORI, PUGNALATRICI, PUGNETTE...
Rimorchia sempre lui, il bel Pierfurby. "Vado da Casini, larghe intese via obbligata". La Carlucci nuovo "colpo" dei centristi. Esodo continuo, la maggioranza rischia quota 300" (Repubblica, p. 4). Sotto, meraviglioso pezzo di Filippo Ceccarelli che le rinfaccia l'iperberlusconismo spericolato: "Col paracadute sulle reti Mediaset. Ora giù dal treno degli ultrà di Silvio. L'ex showgirl si è fatta largo in tv con gesti spericolati. E due mesi fa difendeva il bunga bunga: "Per i miei figli adolescenti Berlusconi è un mito perché dicono: è simpaticissimo, è un politico che parla una lingua che loro capiscono, racconta le barzellette ed è anche superpotente da un punto di vista sessuale".

PIERFERDINANDO CASINI

Sarà bellissimo vedere la Carlucci al prossimo Family Day, sfilare dietro a Casini dopo aver sobriamente parcheggiato la Ferrari sul sagrato di San Giovanni. Di sicuro ci sarà anche un altro grande simbolo del giornalismo Rai, il prosciuttoso Francesco Pionati, che oggi si dispera così con Antonello Caporale: "Potevo reclutare altri capponi, ma Silvio non ha creduto in me" (Repubblica, p. 6).

3 - SE PERFINO IL CAPO DEI TELEFONI PARLA DA STATISTA...
Fa abbastanza impressione leggere l'intervista che Franco Berna-bebè ha concesso a Mukka pazza Mucchetti sul Corriere delle banche creditrici (di Telecom). L'ex capoufficio studi dell'Eni, proiettato nell'empireo da Mani Pulite, dopo tanti anni è rimasto un bravo ragazzo socialista-roosveltiano. Fa notare che "quando c'è una domanda interna da salvaguardare" non servono battaglie stupide (su articolo 18 e dintorni) tra "sedicenti riformisti e presunti conservatori".

GABRIELLA CARLUCCI

Alla domanda "Meglio la concertazione di Ciampi delle sfide di Marchionne?" risponde così: "Ciampi ha salvato l'Italia e l'ha portata nell'euro. L'Italia non ha bisogno di contrapposizioni ideologiche ma di un lavoro solidale di tutte le forze sociali". Il tutto dopo essersi vantato di aver fatto ottimi accordi anche con la Cgil".

Poi, il presidente di Telecom chiede una sacrosanta separazione tra banche d'investimento e istituti di credito: "La banca d'investimento deve lavorare come una finanziaria e poter fallire, se capita, senza problemi. Le banche commerciali sistemiche, invece, vanno garantite anche con la nazionalizzazione, salvo poi rimetterle sul mercato una volta risanate. Le tassazioni finanziarie vanno sottoposte a tassazione".

FRANCESCO PIONATI

E dopo aver sposato la Robin Hood Tax come fosse il leader di Attac, ecco l'appello finale: "Questo momento difficile richiede una grande visione del futuro ma soprattutto una grande generosità nei confronti di tutti quelli che soffrono le conseguenze della crisi, caratteristiche queste di grandi leader che non vedo in circolazione. Le radici cristiane dell'Europa dovrebbero essere una guida" (Corriere, p. 19)

Intanto il povero Monteprezzemolo scrive l'ennesima pagina della sua personale "Histoire d'O". Dopo "O scendo in politica O sostengo qualcuno O me ne vado", l'ultima è sulla prima della Stampa: "O la terza auto O addio Formula 1". Poi guardi la foto a pagina 50 e non capisci se stia scendendo o salendo dalla Ferrari. C'è che Marchionne non ha ancora deciso. Come per la Stampa.

FRANCO BERNABE

+++ SERVIZIO DI PUBBLICA UTILITA' +++ Elenco dei partecipanti italiani alla riunione 2011 del Club Bilderberg:
Bernabè Franco, CEO Telecom Italia SpA
Elkann John, Chairman Fiat S.p.A.
Monti Mario, President Università Commerciale Luigi Bocconi
Scaroni Paolo, CEO Eni S.p.A.
Tremonti Giulio, Minister of Economy and Finance

4 - FINCHE' C'E' FANGO C'E' SPERANZA...
"Ho quei morti sulla coscienza, ma lasciare adesso sarebbe vergognoso". Marta Vincenzi s'incolla alla sua lurida poltrona di sindaco di Genova, in una città dove 20 mila persone hanno spalato e messo a posto tutto da sole, con una solidarietà e una capacità di silenzio encomiabili (Repubblica, p. 15). Del resto i vertici di quel che resta del suo partito, Culatello Bersani in testa, le hanno detto di non dimettersi. E allora oggi si beccano tutti una perfetta invettiva di Francesco Merlo, in prima pagina su Repubblica ("Un sindaco inadeguato": è stata titolata da un bradipo, ma vale davvero la pena di leggerla).

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

5 - MA FACCE RIDE!...
"Stiamo annegando, ridateci Bertolaso. I veleni politici hanno distrutto la Protezione Civile. E ora contiamo le vittime del maltempo". Vittorio Feltri fa la raccolta differenziata dei cadaveri, a scopo di riciclo, sulla prima pagina del Giornale di Salò.

6 - NOTIZIE CON LA BAVA...
"Da fruttivendolo a Cl: la lunga maratona di Lupi. L'esordio da scrittore del vice presidente della Camera svela l'altra faccia della casta, al servizio degli altri" (Giornale, p. 5, firmato da Maurizio Caverzan)

John Elkann

7 - FREE MARCHETT...
Richiamo in prima pagina del Sole 24 Ore: "Banca del Sud, a gennaio aprono le prime 250 sedi". Si tratta in realtà di Poste Italiane che mette nuove insegne, le sue, alle filiali del Mediocredito centrale (per inciso il prezzo era giusto?). Ma il colpo di genio è mettere nella stessa prima pagina il "Manuale anti panico" che spiega: "come gestire i prodotti del risparmio postale".

8 - CARO, PRENDITI UNA VACANZA...
"Io so che Walter Veltroni è uscito di cotenna" (Corriere, p. 34).

 

FABIO FAZIO: "TUTTO BENE?" ROBERTO MARONI: "TUTTO BENE, OGGI IL MILAN HA VINTO"

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IL GIAPPONESE JETTATORE IL METEOROLOGO BONIEK E IL RAP DI FRANCO LAURO...
Antonio Dipollina per "la Repubblica"

Victoria Cabello

1- Nel servizio da Napoli a Novantesimo Minuto viene intervistato un giapponese. Il quale spiega, in giapponese, che il suo programma da turista in questa domenica era guardarsi Genoa-Inter a Genova e poi volare a Napoli per Napoli-Juventus. Roba da dargli il foglio di via. "Il nostro turista deve accontentarsi di scattare delle foto" dice l´autore del servizio. E si vede il nostro uomo che fotografa all´impazzata, con una certa apprensione di tutti i presenti.

2- Il punto è che a mezzogiorno viene annunciato l´annullamento di Napoli-Juve. Ma dalle 13 le rubriche sportive tv iniziano a mostrare una Napoli col sole e anche, appena fa buio, "con una splendida luna" (Sky). Per cui il provvedimento di prudenza diventa ben presto un sopruso o quasi. Sempre a Novantesimo Zibì Boniek si mette a fare una strana proporzione idraulica tra Avellino, dove si è giocato, e Napoli: del tipo, quando piove a Napoli ad Avellino piove il triplo.

Roberto Maroni

3- Magari Napoli-Juve sarebbe stata altrettanto bella ed emozionante del Bilbao-Barcellona (nel diluvio) con cui Sky ha riempito il buco serale. Ma non ne siamo sicurissimi. E anche la finale dei maschi 62kg ai Mondiali di Sollevamento pesi su Eurosport non era malissimo.

4- "Prandelli è in ritardo di almeno mezz´ora sulle convocazioni" dice Alciato su Sky, chiedendosi il perché. E´ che Prandelli mezz´ora prima era al telefono con Varriale su Raidue: dove gli hanno anche rifilato il Galliani polemico sulla convocazione di Abate e lì, il Ct, ha dovuto compiere autentiche acrobazie verbali per rispondere senza rispondere.

5- La lista dei convocati la legge poi Jacopo Volpi a Novantesimo. Franco Lauro, uno che per dire qualcosa interromperebbe anche il Papa e che nella vita doveva fare il rapper, si mette a fare commenti sui nomi e se ne perdono tre o quattro.

fabio fazio1

6- "Siamo altrettanti convinti che le partite le decidono gli episodi" (Claudio Lotito, Raidue). "Reja, è bello essere chiamati coach?" (Le grandi domande di Massimo Mauro, Sky). "Dobbiamo essere all´altezza delle società che militano nella parte alta della classifica" (Claudio Lotito, Mediaset Premium).

7- Fabio Fazio: "Tutto bene?"
Roberto Maroni: "Tutto bene, oggi il Milan ha vinto"
(Che tempo che fa, Raitre)

BONIEK «SPERO CHE IBRA NON CI PICCHI»...
Elio Pirari per "La Stampa"

cesare prandelli mo manuela

1- Linguaggio rock. Cabello a Quelli che...: «Pau, ho letto che vorresti leccarmi il collo, è vero?», Pau dei Negrita: «Verissimo, a te e alla Pausini», «Nella copertina del vostro nuovo album c'è la foto di una donna», Mac: «La foto ha una doppia lettura, la donna è atterrata dalla vita, ma potrebbe anche riprendersi».

2- Spie. Il famigerato agente «Carlos» ha un nome. Un'astuta cronista Rai, irriconoscibile grazie a una barba finta e a un microfono blaugrana, ha smascherato la spia; inutili i tentativi di viali Mazzini di imboscare l'intervista-choc. Francesca Sanipoli: «Luis Enrique, 10 gare e 10 squadre diverse; ma la sua non potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio?», «Seguro, per perdere le sto studiando tutte».

3- Stress da diretta. Pellegatti con il microfono malinconicamente appeso al mignolo: «A San Siro continua a piovere», poi sempre più pallido e affaticato: «Ma lo ripeto per l'ennesima e ultima volta, si giocherà».

Reja

4- Il problema è quello di sempre, fermare o no il gioco se l'arbitro non fischia? Onofri indaga caso per caso, dalla slogatura all'ustione totale: «Regolamento da rivedere quando uno si fa male a una caviglia, ma una cosa è se lo colpisci alla testa, allora male».

5- Dopo un lungo dibattico tecnico-tattico Mauro sintetizza: «Reja, Klose la chiama coach, è bello essere chiamato coach anziché mister?», Reja si concentra brevemente: «Può darsi».

6- «No, sinceramente non ce l'aspettavamo, la nostra è stata una partenza imprevista...scusate, improvvista», Pinzi.

7- Lauro: «Zibì, Mihajlovic è di nuovo in discussione», Zibì: «Sì ma qui bisogna fare pace con il cervello, è la prima volta che sento dire che una squadra perde perché il campo è bagnato».

Massimo Mauro

8- Lauro con la forchetta in mano: «Sta per uscire il libro di Ibra, antipasto migliore alla sfida con il Barça non poteva esserci», Boniek: «Siamo sinceri, se vuoi vincere la Champions Ibra non devi prenderlo in considerazione, detto questo spero che non venga qui a menarci».

 


RENZI VUOLE FARE BLAIR? INTANTO L’ORIGINALE SALE IN CATTEDRA ALLA CATTOLICA

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A cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa per il "CorrierEconomia" del "Corriere della Sera"

TONY BLAIR


1
- A qualcuno è tornato alla mente Tony Blair. Seguendo la kermesse di Matteo Renzi alla Leopolda in molti hanno avuto l'impressione che il sindaco di Firenze sia pronto a raccogliere l'eredità politica dell'ex premier laburista. Lo stesso Renzi nel suo blog lo ha ammesso: «Avercene di Tony Blair da queste parti». Il dibattito, insomma, è aperto. E c'è anche l'occasione per una verifica dal vivo. Giovedì prossimo Blair sbarcherà a Milano. Ospite della Fondazione per la Sussidiarietà di Giorgio Vittadini, l'ex premier britannico sarà alla Cattolica per discutere con il rettore Lorenzo Ornaghi di religione e globalizzazione.

MATTEO RENZI

2 - In 35 anni di carriera, spesa per gran parte in Italia, dove ha anche comprato casa in Chianti, la penna tagliente di Paul Betts ne ha feriti tanti. Adesso il columnist del Financial Times ha deciso di appendere il taccuino al chiodo. A dicembre Betts andrà in pensione. Per la gioia di molti che leggeranno la «Lex Column» con meno apprensione. Ma saranno probabilmente di più coloro a cui mancherà la rara abilità di Betts nel raccontare senza fare sconti a nessuno i successi e le cadute di molti nostri manager.

Paul Betts

3 - Mentre le banche italiane cercavano di rassicurare i mercati dopo il duro verdetto di Andrea Enria sulle ricapitalizzazioni, c'è chi ha approfittato del vantaggio di aver passato indenne l'esame dell'Eba, per intrufolarsi a Cannes tra i grandi del G20. Nel paper prodotto dal G20 Research Group «Sostenere la crescita e l'occupazione» distribuito ai partecipanti al summit, un'abile manina è riuscita a infilare un contributo di Intesa Sanpaolo. Due pagine in cui Ca' de Sass racconta cosa sta facendo per le imprese.
Il numero uno Corrado Passera avrà certamente gradito ma più di lui il direttore generale di Intesa, Gaetano Miccichè, regista della «Start Up Initiative» di cui parla la pubblicazione.

Andrea Enria

4 - Dagli scaffali delle librerie alla tv. Diventa un programma «Soldi rubati» il best seller di Nunzia Penelope (sesta ristampa per Ponte alle Grazie) che ha raccontato di come gli italiani sono diventati poveri. Non per la crisi ma per la corruzione, l'evasione, il sommerso. A condurre le due serate speciali, 15 e 22 novembre, sarà la stessa autrice insieme a Marco Fratini. Per l'esordio in studio tre veri esperti: il direttore accertamenti dell'Agenzia delle Entrate, Luigi Magistro, il magistrato Piercamillo Davigo e l'economista Alessandro Penati.

 

CORSA ALL’ORO - USARE LE RISERVE AUREE PER GARANTIRE TITOLI E BOND BANCARI - MA LA BCE CHE NE PENSA?

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1- E SI PENSA ALLE RISERVE AUREE ITALIANE PER SOCCORRERE LE NOSTRE BANCHE
Roberto Petrini per "la Repubblica"

ignazio visco

E´ l´ultima spiaggia. La carta della disperazione. Sta chiusa nei cassetti del governo e potrebbe venire fuori quando saremo con le spalle al muro, ad un passo dal default. E´ l´operazione "oro di Bankitalia". I presupposti del diabolico meccanismo sarebbero due: il primo è che l´Italia è il terzo paese al mondo per consistenza di riserve auree (dopo Stati Uniti e Germania) con 2.451,8 tonnellate di metallo giallo nei propri forzieri. Il secondo è che il prezzo dell´oro dopo la crisi del 2007 è schizzato da 667 dollari l´oncia ai 1.756 di venerdì, elevando il valore teorico del patrimonio di Bankitalia del 163 per cento a quota 152 miliardi di dollari, circa 110 miliardi di euro.

lingotto oro

Un patrimonio enorme, quello di Via Nazionale, che aveva già suscitato l´interesse del governo Prodi (che suggeriva vendite per finanziare lo sviluppo e fu attaccato violentemente in quella occasione dal centrodestra) e dello stesso Tremonti, che nel 2009 tentò di tassare le plusvalenze sull´oro di Bankitalia, ma fu bloccato dalla Bce di Jean-Claude Trichet. «Siamo sicuri che l´oro sia della Banca d´Italia e non del popolo italiano?», disse il ministro dell´Economia in Parlamento.

Oggi la situazione è assai più critica sia sul fronte del debito sovrano sia su quello del debito bancario: c´è la necessità di collocare nell´ "anno terribile" 2012, circa 400 miliardi di titoli di Stato e una montagna di obbligazioni bancarie, pari a oltre 100 miliardi, che verranno a scadenza.

GIUSEPPE MUSSARI resize

La prima opzione, in esame, dice in parole povere: le grandi banche italiane, da Intesa a Unicredit, sono formalmente le azioniste della Banca d´Italia e dunque «proprietarie» anche delle riserve auree, in caso di necessità dunque la «controllata» Bankitalia potrebbe sottoscrivere direttamente le obbligazioni bancarie. La seconda opzione prevederebbe che le banche stesse emettano obbligazioni garantite dall´oro che rappresenterebbe un «collaterale» in grado di sfidare qualsiasi diffidenza dei mercati.

La terza opzione è ancora più schematica: siccome Bankitalia ha registrato delle vertiginose plusvalenze da oro, gli azionisti-banche ne beneficino e utilizzino le risorse per ricapitalizzarsi. C´è infine una variante, che cammina in parallelo: quella del debito sovrano. E´ chiaro che se il Tesoro potesse emettere una serie speciale di Bot agganciata all´oro di Bankitalia supererebbe di slancio molti problemi di credibilità.

MARIO DRAGHI

Tuttavia l´operazione fa i conti senza l´oste. Ovvero la Banca d´Italia. Come è accaduto ieri la Bundesbank ha posto un immediato «no» all´ipotesi di mettere nell´attivo del Fondo salva stati l´oro delle banche centrali e in particolare quello tedesco. Anche Via Nazionale potrebbe avanzare più di una riserva.

Ma la partita che si sta giocando attorno all´oro, nel mezzo della grande crisi finanziaria, è forse più ampia. In modo articolato e ispirato ad uno spirito europeo, Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio, nelle settimane scorse hanno proposto un Fondo finanziario europeo, con capitale costituito da riserve auree degli Stati membri, finalizzato ad abbattere il debito pubblico e rilevare 2,3 trilioni di titoli di Stato Uem. Anche in questo caso l´Italia sarebbe chiamata a conferire per la propria partecipazione 79 milioni di once di riserve auree.

Certo è che la partita dell´oro, dopo la crisi dell´economia di carta, è destinata a tenere banco. Molte banche centrali, dalla Cina all´India, negli ultimi mesi hanno fatto ingenti acquisti di metallo giallo. E la settimana scorsa il presidente venezuelano Hugo Chavez ha fatto scattare la nazionalizzazione della produzione di oro e il rimpatrio delle riserve valutarie per 211 tonnellate, pari a 16 mila lingotti, detenute in Inghilterra, Svizzera e Usa. Un´operazione che pare abbia destato la curiosità dello stesso Berlusconi.


2- "LA BCE PUÒ SMETTERE DI COMPRARE BOND ITALIANI" - MERSCH: BINI-SMAGHI HA UN MANDATO DI 8 ANNI, IL PASSAPORTO NON CONTA
Tonia Mastrobuoni

PAPANDREOU AL G VENTI

Che banca? Per Mersch la Bce non può diventare un «prestatore di ultima istanza»; invece, i Trattati vanno cambiati per non lasciare «orfana» Eurolandia, che ad oggi può contare solo su Francoforte. Il «teatrino politico» su questo tema, non va bene

Il governatore lussemburghese Giurista di formazione, Yves Mersch ha lavorato negli anni ‘90 al ministero delle Finanze e ha contribuito alla definizione del Trattato di Maastricht. È l'unico banchiere centrale che siede nel Direttorio della Banca centrale europea sin dalla sua fondazione

Yves Mersch è netto. Non dobbiamo dare affatto per scontata la «ciambella» degli acquisti dei titoli di Stato da parte della Bce: «il nostro compito non è rimediare agli errori della politica». In quest'intervista il governatore della Banca centrale del Lussemburgo - l'unico nel direttorio sin dalla fondazione della Bce - rivela anche come ha interpretato l'arrivo di Draghi alla presidenza e perché Bini Smaghi ha ragione da vendere.

Cosa pensa dell'acquisto di bond?

«Dovrebbe essere limitato nella quantità e nel tempo e avere come unico obiettivo quello di garantire il pieno meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Ma se osserviamo che i nostri interventi vengono minati dai mancati sforzi dei governi nazionali, dobbiamo porci il problema degli incentivi».

Vuol dire che smetterete di comprare titoli se l'Italia non riuscirà a fare le riforme che ha promesso alla Ue?

«Se il board della Bce arriva alla conclusione che le condizioni che lo hanno spinto a prendere una decisione non esistono più, è libero di cambiare questa decisione in qualsiasi momento. È il contenuto perenne delle nostre discussioni».

Giovedì il neogovernatore, Mario Draghi ha schivato una domanda. Cosa succederà quando il fondo salva-Stati Efsf sarà pienamente operativo? Lei pensa che la Bce dovrebbe interrompere le operazioni straordinarie, come affermava Trichet?

«Non penso che abbiamo cambiato filosofia. Ma tenga conto che su questo aspetto non esiste un vincolo specifico. Noi ci attiviamo se i Governi si comportano in modo tale da garantire la stabilità finanziaria dell'Eurozona».

Teme, come qualche osservatore, che Draghi guardi più alla situazione economica che alla stabilità dei prezzi?

«Come il suo predecessore è impegnato nella continuità della politica monetaria che si preoccupa proritariamente di garantire la stabilità dei prezzi. Ed è giusto così».

ANGELA MERKEL

Cosa pensa della situazione italiana?

«Ogni Paese ha una responsabilità. Finché molte decisioni economiche vengono prese esclusivamente a livello nazionale, si arriva regolarmente a effetti di contagio. Questa consapevolezza non è ancora abbastanza diffusa. Si continuano a prendere decisioni guardando solo all'elettorato, anche se gli effetti riguardano anche i non elettori, dentro e fuori il Paese».

Papandreou è finito nel tritacarne per il referendum sull'accordo europeo. Ma non pensa che anche la decisione di Angela Merkel di far passare l'accordo nel Bundestag danneggi i meccanismi decisionali?

«Queste decisioni indicano che sta cambiando il clima. I Trattati attuali non sono conciliabili con una crisi che ha raggiunto dimensioni europee. Abbiamo un problema di governance. Non è neanche pensabile che la legittimazione democratica di alcune decisioni sia sottratta al livello nazionale senza che ci sia un processo di legittimazione sul piano europeo.

Siamo in una fase di transizione e dobbiamo andare verso una modifica dei Trattati che si concentri sulla legittimazione democratica e sulla divisione delle responsabilità tra livello nazionale ed europeo. Non solo al livello del Consiglio europeo, ma anche per il Parlamento e la Commissione. Tra l'altro, queste ultime sono istituzioni che rappresentano l'Europa a 27, mentre l'Eurozona è orfana, a parte la Bce, di istituzioni specifiche. Anche il teatrino politico cui assistiamo in questa fase non mi convince. Abbiamo bisogno di risposte serie».

IL CALENDARIO DELLE SCADENZE DEI BUONI ITALIANI DA ZEROHEDGE

La Bce può diventare un "prestatore di ultima istanza"?

«Non siamo affamati di potere e non vogliamo mandati ulteriori. Siamo molto soddisfatti con il compito che ci è stato attribuito dal Trattati. E siamo orgogliosi, come dice Trichet, di soddisfarlo. La nostra preoccupazione, tuttavia, è che il nostro compito venga aggravato se altri settori della politica, sui quali non abbiamo il controllo, non si attengono alle loro responsabilità. Il nostro compito non è quello di rimediare agli errori della politica».

Cosa pensa dell'asse franco-tedesco? Non rischia di minare ulteriormente le istituzioni europee?

«In passato è stato efficace. Ma è come un carro con due ruote: se una delle due è più grande, il carro gira in tondo. D'altra parte, senza ruote il carro si fermerebbe».

In Italia si parla molto del caso Bini Smaghi. Lei cosa ne pensa?

YVES MERSCH

«Ha un mandato di otto anni. Non c'è scritto nel Trattato che se uno viene da uno specifico ministero del Tesoro ha il diritto a un posto nel direttorio Bce. Lo spirito dei Trattati è che ognuno di noi dovrebbe lasciare il passaporto nel guardaroba, quando partecipa alle riunioni».

Non pensa che questa discussione sia un po' ipocrita? Il Trattato dice anche che la nomina dei membri è politica, passa attraverso il Consiglio europeo. E lì contano le bandiere.

«Questo atteggiamento non rispetterebbe l'indipendenza della Bce. È importante che la politica capisca che le ambizioni nazionali non sono accettabili. Se questo fosse il principio, andrebbero cambiati i Trattati. Siamo federati, non intergovernativi. Siamo banchieri centrali nominati personalmente, non rappresentanti dei Paesi. Questo viene spesso frainteso».

Lei è considerato un falco: con le dimissioni di Weber e Stark i falchi sono diventati più deboli nella Bce?

«Le mie conoscenze ornitologiche sono insufficienti. Ma a quanto mi risulta le colombe sanno essere molto crudeli: a volte beccano i piccoli. Nei falchi il senso della famiglia è molto più sviluppato».

 

MERKEL RIDUCE LE TASSE - BP, SALTA ACCORDO CON BRIDAS - APPLE VS GOOGLE: LA VENDETTA POSTUMA DI JOBS

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Dagoreport

ANGELA MERKEL

1 - THE WALL STREET JOURNAL
FRAU MERKEL TAGLI LE TASSE AI CETI MEDIO-BASSI
http://on.wsj.com/uqSZeZ

Frau Merkel taglia le tasse ai tedeschi: il cancelliere a capo della coalizione di centro-destra ha annunciato una riduzione del prelievo fiscale per le classi medio-basse, pari a 6 miliardi di euro. Alcuni lo hanno già interpretato come il primo passo, simbolico, verso le elezioni del 2013: il provvedimento, infatti, sarà applicato in due step da compiere prima delle consultazioni.

Nella decisione della Merkel c'è la consapevolezza di dover mandare un segnale all'elettorato frustrato dalla convinzione di pagare più di ogni altro paese il mancato rispetto degli impegni da parte delle altre nazioni europee (tra cui l'Italia) in balia della crisi.

2 - FINANCIAL TIMES
BP, FALLISCE L'ACCORDO PER LA VENDITA DEL 60% IN PAN AMERICAN ENERGY ALLA CINESE CNOOC
http://www.ft.com/intl/companies

british petroleum Logo

L'operazione di vendita da parte di British Petroleum della sua quota pari al 60% nel gruppo petrolifero argentino Pan American Energy non è andata in porto. Il colosso inglese avrebbe dovuto cedere la partecipazione al gruppo Bridas (joint venture tra Bridas Energy Holdings of Argentina e la cinese Cnooc) per sette miliardi di dollari. I motivi del fallimento dell'operazione sarebbero di natura legale.

Le due compagnie si accusano a vicenda: Bp sostiene che Bridas non abbia soddisfatto le condizioni imposte dalle autorità regolamentari argentine. Bridas imputa il collasso dell'accordo al comportamento tenuto dalla Bp nel corso della transazione e della firma del contratto.

QUALE FUTURO PER GROUPON?
http://on.ft.com/syC2bM

Groupon ha debuttato in borsa raccogliendo 700 milioni di dollari e ora sono in molti a chiedersi come sarà il futuro per la società di offerte online. Alcuni sono ottimisti sul fatto che l'azienda utilizzerà il denaro per rafforzare la sua posizione nel mercato delle daily offers, altri dubitano che il suo business sia realmente sostenibile. Il balzo dei titoli Groupon nel primo giorno di scambi ha generato allarme.

Groupon

"È una bolla", ha scritto Alessandra Petri sul "Washington Post". Su "Wired", Tim Carmody ha scritto che il modello di business del gruppo è "potente ma limitato". Altri, come la rivista "Forbes", sottolineano la marcia in più della compagnia, "il potere del passaparola che è in grado di generare tra gli utenti su offerte e servizi".

3 - MASHABLE.COM
IPHONE 4S, ARRIVA LA CUSTODIA CHE ALLUNGA LA VITA DELLA BATTERIA
http://on.mash.to/u5xsby

In attesa che la Apple metta a disposizione dei suoi clienti l'annunciato aggiornamento di iOS5 per rendere più longeva la batteria del nuovo iPhone 4S, il sito specializzato "Mashable.com" segnala l'arrivo sul mercato di una custodia per il melafonino molto particolare: un rivestimento rigido simile a molti altri, ma con la particolarità di allungare la durata delle batteria.

CUSTODIA IPHONE

4 - TECH CRUNCH
IL DOMINIO DI GOOGLE ORMAI HA I GIORNI CONTATI
http://tcrn.ch/vMh8QN

Il sito specializzato in notizie di tecnologia "TechCrunch" riprende una lettera scritta dal presidente di Google Eric Schmidt alla sottocommissione Antitrust del Senato americano. Nella missiva, Schmidt scrive che "la storia dimostra che la tecnologia di successo viene spesso soppiantata da modelli completamente nuovi". Come dire: non dovete temere la forza di Google, perché arriverà inevitabilmente qualcosa che la annienterà. Quel qualcosa, scrive "TechCrunch" - è arrivato e si chiama Siri.

Il sistema di ricerca vocale istallato sugli ultimi iPhone 4S e la Apple, sono gli antagonisti chiave di Mountain View. Nella sua lettera, Schmidt nomina il nuovo giocattolino della Casa di Cupertino circa 15 volte. "È un approccio del tutto nuovo alla tecnologia della ricerca", scrive, definendolo uno "sviluppo significativo".

SIRI

La rivoluzione sta nel trasformare i computer in strumenti di ricerca attivi. Con Siri, in grado di dare all'utente quello che cerca esattamente, senza imporgli una scelta tra un elenco di siti (seppure le sue potenzialità siano al momento ancora limitate) Google viene del tutto superato.

"TechCrunch" legge questo passaggio nella storia delle tecnologia web, come una vendetta postuma di Steve Jobs: Mountain View ha dichiarato guerra alla Apple con il suo sistema operativo Android. La Apple risponde con Siri.

5 - BBC
RYANAIR, PROFITTI IN VOLO A +23%
http://bbc.in/sfFYh2

MICHAEL O LEARY

Nel secondo trimestre Ryanair ha registrato un aumento del 23% dei profitti, pari a 463 milioni di euro contro 378 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso. La compagnia aerea irlandese ha fatto sapere di prevedere un profitto annuale di 10 punti percentuali superiore a quello del 2010. Il Ceo Michael O'Leary ha detto di aver l'obiettivo di far crescere la società fino al doppio rispetto ad oggi entro i prossimi dieci anni.

 

ISRAELE, È PRONTO L´ATTACCO ALL´IRAN - USA E FRANCIA: "EVITARE L´IRREPARABILE"

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Fabio Scuto per "la Repubblica"

SIMON PERES

Se il premio Nobel per la Pace e capo dello Stato Shimon Peres per due volte consecutive ribadisce che un eventuale intervento militare di Israele contro l´Iran si avvicina, anzi è «sempre più probabile», significa che davvero i motori a reazione dei cacciabombardieri con la stella di David stanno per essere accesi nelle basi nel deserto del Negev.

«La possibilità di un attacco militare all´Iran è ormai più vicina a essere realizzata di quanto non lo sia il ricorso all´opzione diplomatica», ha detto Peres in un´intervista al quotidiano Hayom e ieri sera in una occasione ufficiale è tornato sull´argomento: «L´Iran è il principale pericolo sia per Israele che per il mondo intero perché è sempre più prossimo a dotarsi di armamenti nucleari».

netanyahu

Il primo ministro Benjamin Netanyahu è convinto che l´opzione militare sia l´unica in grado di fermare il programma nucleare iraniano. Nel governo è sostenuto dal ministro della Difesa Ehud Barak e da quello degli Esteri Lieberman ma non aveva fino a giovedì la maggioranza dei voti nel Gabinetto per dare il "semaforo verde" alle operazioni militari. Serve un governo compatto e unito per guidare una delle azioni militari più audaci della Storia d´Israele destinata - qualunque ne sia l´esito - a sconvolgere l´intero Medio Oriente.

Adesso questa compattezza nel governo, stando a quanto rivelava ieri sera la tv americana Fox, sarebbe stata raggiunta. Da giorni stampa e tv israeliane vanno avanti a colpi di rivelazioni sui piani d´attacco e sul rapporto che sarà presentato dall´Aiea domani a Vienna con le prove della proliferazione atomica dell´Iran per uso militare.

amadinejad

Washington segue con attenzione l´evolvere della situazione. Ha avviato anche la macchina militare - con due gruppi navali nel Golfo e nell´Oceano Indiano - ma vorrebbe agire, nel caso si vada verso l´azione, in coordinamento con i suoi principali Alleati, come la Gran Bretagna, e Londra è pronta a mettere in campo basi aeree, missili e mezzi navali per cooperare. Ma gli Stati Uniti sono «assolutamente» preoccupati dall´eventualità di non essere avvertiti preventivamente nel caso in cui Israele attaccasse l´Iran.

Il capo del Pentagono Leon Panetta, rivelava ieri Haaretz, ha ricevuto da Netanyahu e da Barak soltanto risposte vaghe, senza l´assunzione di alcun impegno concreto in tal senso da parte degli interlocutori. La Casa Bianca non vorrebbe essere avvertita da una telefonata di Barak che annuncia al presidente Obama che il suo primo ministro ha appena ordinato a diversi squadroni di caccia F-15 e F-16 e altri jet di volare verso Est per distruggere i siti nucleari iraniani.

LEON PANETTA

Per condurre i raid Israele dovrà violare gli spazi aerei di diversi Paesi. Difficile che i caccia vadano sul confine turco-siriano, più probabile che la rotta passi attraverso l´Arabia Saudita (la via più breve) e per l´Iraq. Con Riad ci sarebbe un tacito accordo al sorvolo - se i caccia con la Stella di David sono diretti sui siti atomici dell´Iran - con Bagdad no.

Ma la prossima fine dell´accordo sulla presenza militare americana in Iraq facilita l´ipotesi di un raid aereo. In base a quell´accordo gli Stati Uniti, su richiesta, devono sventare le minacce alla sovranità dell´Iraq e non permettere che il suo territorio, le sue acque territoriali o il suo spazio aereo vengano utilizzati per attaccare altri Paesi. Ma appunto l´accordo scade alla fine dell´anno. Proprio per questo nelle ultime settimane è aumentata in misura esponenziale la "vigilanza" Usa sulle mosse d´Israele e dell´Iran, affidata tanto al Comando Centrale quanto a quello in Europa.

JUPPè

Mentre l´escalation bellica procede rapidamente si comincia a levare qualche voce critica in Europa sull´opzione militare e le conseguenze di una tale decisione. Secondo il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, l´eventualità di attacchi militari contro l´Iran per stroncarne le velleità nucleari potrebbe creare una «situazione totalmente destabilizzante nella regione» mediorientale.

In alternativa Parigi, da sempre tra i Paesi occidentali più intransigenti nei confronti del regime degli ayatollah, propende per ulteriori contromisure sul piano economico e diplomatico, in aggiunta a quelle già imposte a suo tempo dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dall´Unione Europea.

 

C’È QUALCOSA IN NATURA PEGGIO DEL BANANA SBUCCIATO E AVARIATO? SÌ,GABRIELLA CARLUCCI!

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1- COL PARACADUTE SULLE RETI MEDIASET ORA GIÙ DAL TRENO DEGLI ULTRÀ DI SILVIO
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

gabriella carlucci

Ecco, il treno è partito e d´ora innanzi bisognerà abituarsi a fughe tempestivamente ardimentose come questa dell´onorevole Gabriella Carlucci che appena due mesi fa aveva attaccato l´ufficio stampa "comunista" di Madonna, colpevole di aver emesso un giudizio negativo sul presidente Berlusconi.

gabriella carlucci

Per difendere il quale, d´altra parte, nell´aprile scorso, in pieno sconvolgimento da bunga bunga, aveva speso - e oggi forse si può dire che aveva dissipato - la parola e l´affetto dei suoi più cari: "Per i miei figli adolescenti - ha spiegato alla radio - Berlusconi è un mito perché dicono: è simpaticissimo, è un politico che parla una lingua che loro capiscono, racconta le barzellette è anche super potente da un punto di vista sessuale". Questo ultimo aspetto, in fondo lo poteva omettere.

Invece no: "I ragazzini lo ammirano. Quanti Italiani a 70 anni si sognano di andare con le donne dalla mattina alla sera? Pochissimi! Berlusconi sta conquistando anche i giovani, davvero. I miei figli hanno 14 e 15 anni, lo vedono come una persona che ha costruito dal nulla un impero, è riuscito a far diventare il Milan una delle squadre più importanti del mondo, ha fondato un partito che ha vinto più e più volte le elezioni. Poi dicono anche: è uno che a 74 anni, all´età dei loro nonni, ha tutte queste donne».

E no, e vai a sapere se Patrick e Angelica vanno o non vanno a sottilizzare. Ma al di là della pretesa fascinazione adolescenziale del bunga bunga il punto forse decisivo è che l´onorevole Carlucci, cui nel 2001 si deve anche un luttuosissimo adattamento del Libro nero del comunismo interpretato in abiti neri, integrato con testi di D´Alema e messo in scena per il Gotha di Forza Italia addirittura nel parlamentino personale del Cavaliere al piano terra di Palazzo Grazioli, ecco, la faccenda che almeno in parte può spiegare il repentino voltafaccia è che Gabriella Carlucci, pure a 52 anni, mostra da sempre una personalità assai più sanguigna e temeraria di quanto le pur vistose e distorte convenzioni dell´odierna politica lascino immaginare.

gabriella carlucci

Per capirsi. Gli elettori di Margherita di Savoia, che nella primavera del 2010 l´hanno votata sindaco, non riescono a dimenticare l´emozione che gli regalò in un autentico cat-fight, nel senso che in campagna elettorale in un albergo l´attuale transfuga si azzuffò davanti a 200 persone con una dei suoi avversari. Che il motivo della tenzone fosse la sorte di una residenza per anziani appare oggi del tutto secondario.

gabriella carlucci

Ciò che fa pensare è che il berlusconismo, per anni, sia andato alla ricerca di questi personaggi ad altissimo impatto emotivo, nati e cresciuti prima della prudenza, della pazienza, della modestia, della sobrietà e di qualsiasi altra virtù propagate dalle consuetudini per così dire borghesi.

Molto alta, molto taccuta, molto appariscente e determinata, Carlucci è arrivata nel Palazzo direttamente dalla televisione, cioè dallo spettacolo, certo di successo, anzi al massimo consentito (vedi Sanremo), ma nel suo caso alimentato con un sovrappiù di spericolatezza che finiva per la trasportarla quasi in un ambito di circense.

Nel suo ‘'Tribù spa'' (Feltrinelli, 2005) Gian Antonio Stella ricostruisce il cursus honorum della responsabile Spettacolo di Forza Italia: "Si è lanciata col paracadute, ha provato il car-crash schiantandosi a cento all´ora su un muro armata solo di cinture e air-bag, ha disceso in gommone rapide da far spavento, si è buttata da un ponte legata a un elastico, si è fatta ipnotizzare da Giucas Casella" e qui Stella aggiungeva: "Famoso perché addormenta le galline".

Ma l´elenco delle imprese continuava e vale senz´altro la pena di inseguirlo, sia pure con sgomento, magari per relativizzare il passaggio all´Udc. Per cui risulta che l´onorevole Gabriella ha anche camminato sui carboni ardenti, ha cavalcato per sei secondi un toro d´Aquitania di 900 chili e provato il brivido di un altro tremendo aggeggio tipo ascensore che però va giù in caduta libera per 100 metri prima di essere riacciuffato a un attimo dallo sfracello.

gabriella carlucci

Aveva anche fatto richiesta di andare sulla luna, superando tutti i test attitudinali della Nasa. Questo genere di prestazioni, per il casting politico di Berlusconi, era fondamentale ai fini. Poi sì, certo, a Montecitorio era tutta un´altra vita. Con la sua Porsche cabriolet l´onorevole Carlucci aveva più modestamente speronato un autobus su via del Tritone, e accumulato una serie di controversie sempre di natura automobilistica con i vigili, posteggi, multe. Ma che ci vuoi fare? La prossima volta, prima di farla eleggere, Casini e Cesa ci penseranno un po´ su; o forse no perché gli italiani hanno bisogno di personaggi così.

2- «A SILVIO NON L'HO DETTO. GLI VOGLIO BENE»
Dino Martirano per il "Corriere della Sera"

gabriella carlucci

Come ha reagito il presidente Berlusconi quando gli ha detto che anche lei, la fedelissima Gabriella Carlucci iscritta a Forza Itala fin dal 1994, aveva deciso di passare armi e bagagli al gruppo dell'Udc? «Guardi, non so se Berlusconi abbia saputo in anticipo di questa mia scelta ma io a lui non ho detto niente. Non vado a Palazzo Grazioli dall'estate scorsa... In queste settimane ho parlato con Casini e con Cesa ai quali mi lega un antico rapporto di stima e amicizia».

Sì, va bene. Ma come è possibile che la Carlucci non abbia mandato neanche un ambasciatore per avvertire il Cavaliere? «No, nessuno sapeva di questa mia decisione. Nel partito ho parlato solo con la Bertolini e Antonione perché sono una persona seria e mi sono decisa ad andare fino in fondo, con coerenza, perché di questo passo l'Italia non può farcela a rispettare gli impegni presi con l'Europa. Ormai il nostro governo non ha i numeri in Parlamento».

Sicura che nel Pdl questo suo abbandono sia stato visto come un fulmine a ciel sereno? «Certo, anche se ora desidero ringraziare il ministro Fitto che è il mio mentore e mi ha sempre aiutata...». E dunque, ieri sera, Berlusconi ha fatto sapere che lui non ne sapeva nulla: «Mi dispiace per la Carlucci che lavorava con noi da tanto tempo».

gabriella carlucci

Ma ora Gabriella Carlucci è disposta ad «andare fino in fondo» anche sostenendo un governo di emergenza nazionale affidato a un tecnico? «La mia scelta è chiara: Berlusconi fa solo un passo indietro e permette così a un'altra personalità del centro destra di formare un governo capace di raccogliere uno schieramento più ampio e di unire quelle forze, come l'Udc, che hanno a cuore le sorti del Paese. Anche Napolitano ha detto che non permetterà ribaltoni mentre un altro discorso è permettere l'ingresso in maggioranza di altre forze di centro destra. E poi l'Udc fa già parte del Ppe».

Ma se non ce la fanno Letta o Schifani, lei sosterrebbe con la stessa convinzione un governo tecnico guidato da Mario Monti? «Certo, se trova un largo consenso in Parlamento io sostengo anche un governo Monti. È una personalità talmente importante che ha già dimostrato di valere in Europa. Proprio lui potrebbe fare quello che ci viene richiesto dall'Unione anche se, per me, l'ideale sarebbe un governo a guida Letta o Schifani».

Poco prima della 20, il deputato dell'Udc Roberto Rao si diverte su twitter: «Giornata fruttuosa, guardate i tg, ci saranno novità». Ed eccola l'anticipazione sul filo dei secondi del Tg di Enrico Mentana che mette a soqquadro i palazzi della politica deserti ma presidiati a distanza: dopo Bonciani e D'Ippolito, il Pdl cede all'Udc anche la deputata di terza legislatura Gabriella Carlucci che già nell'83, a 24 anni, entrò nei tinelli degli italiani dagli schermi di Portobello accanto ad Enzo Tortora.

GABRIELLA CARLUCCI AL MARE

Da allora, la sorella Carlucci di mezzo - la più grande e famosa è Milly che da poco ha un grosso contenzioso con Mediaset per il presunto plagio della trasmissione Baila, mentre la più piccola si chiama Anna - si è divisa tra Rai e Mediaset conducendo Buona Domenica, le serate per il David di Donatello, il programma Melaverde e altro ancora.

Insomma, la Carlucci di mezzo è il classico volto televisivo che piace tanto a Silvio Berlusconi: a lui e solo a lui si deve il suo ingresso in Parlamento nel 2001 (quando però lei si conquistò i voti nel collegio uninominale di Trani) e le successive conferme nel 2006 e nel 2008.

Oggi quell'infatuazione sembra svanita. Gabriella Carlucci però sfuma i toni, forse perché sogna ad occhi aperti un governo a guida Letta e Schifani col sostegno di un'Udc imbottita di transfughi del Pdl: «Io a Berlusconi gli voglio bene, lo stimo moltissimo e continuerò a volergli bene e a stimarlo. Purtroppo le cose sono andate così e ora si possono raddrizzare solo se lui fa un passo indietro e permette a una personalità del centro destra di guidare un governo che sappia rispondere alle richieste dell'Europa. Io sono seriamente preoccupata per quello che è successo nelle ultime settimane».

CARLUCCI - BERLUSCONI

Crede a questo punto la neo-centrista Carlucci - «A proposito, sul rendiconto, con l'Udc ci asterremo ...» - che altri fedelissimi di Forza Italia seguiranno il suo passo? «Non lo so e non mi pongo il problema. Io sono sindaco a Margherita di Savoia, in Puglia, quindi vedo tutti i giorni problemi devastanti cui non so dare una risposta. Io non ci dormo la notte... Così non si va da nessuna parte».

 

GOLDMAN FA IL TIFO PER UN GOVERNO DI TRANSIZIONE - LA SOGLIA DI SPREAD È 450. SIAMO A 490

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Dagoreport da "Zerohedge.com" http://bit.ly/tJEUF2

Il sito di analisi finanziaria "Zerohedge" pubblica una nota interna di Goldman Sachs, in cui gli esperti della banca d'affari disegnano il futuro (prossimo) dell'eurozona, e in particolare dell'Italia, visto che ormai da uno dipende l'altro.

zerohedge GOLDMAN SACHS

"I dubbi sulla capacità delle autorità italiane di fare riforme fiscali sono un danno enorme...se il governo può ristabilire la sua credibilità e quindi ritornare sul mercato con spread più vicini a quelli naturali, un ciclo virtuoso di maggior fiducia, crescita e sostenibilità può emergere sia in Italia sia, indirettamente, nell'Eurozona. Più facile a dirsi che a farsi.

Le misure proposte incontrano la resistenza di gruppi d'interesse. Tensioni politiche interne e la fragilità della coalizione governativa peggiorano la situazione. Il voto di fiducia del 14 novembre o quello sul Rendiconto di domani potrebbero aprire la strada a un governo di transizione o alle elezioni.

Data la fragilità del mercato e la percepita incapacità di dare le risposte adeguate mostrata dalle autorità italiane finora, le tensioni sui BTP rimarranno comunque alte. Nel breve periodo, continueranno a essere placate dalla BCE, che manterrà la sua politica di "contenimento passivo": non una decisa azione di contenimento dei rendimenti ma la prevenzione di sbalzi nella formazione del prezzo dei titoli di stato italiani".

Berlusconi - Draghi GIORGIO NAPOLITANO

Il report di Goldman si concentra poi sullo spread: "450 è la soglia limite che può far scattare problemi per le banche private, che cercherebbero l'aiuto della Banca Centrale Europea". Sostanzialmente, vedrebbero il crollo del valore dei BTP che hanno in pancia, e correrebbero da Draghi a finanziare il loro portafoglio titoli, pena il blocco del credito ai privati. Questo aumenterebbe ancora la quantità di titoli italiani che dovrebbe incamerare la Banca Centrale. (Oggi quella soglia è stata ampiamente sfondata)

Secondo gli analisti, il processo di formazione di un governo unità nazionale darebbe tempo all'Italia di ristabilire la fiducia dei mercati, e sarebbe l'ultima finestra in cui riuscire a far passare le fondamentali riforme necessarie.

 

L’ACCUSA A JERRY YANG DI YAHOO: “RAPPRESENTI GLI AZIONISTI O I TUOI INTERESSI? DIMETTITI”

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Angelo Aquaro per "la Repubblica"

yahoo

Jerry Yang è il cofondatore di Yahoo!. Jerry Yang siede nel board di Yahoo!. Jerry Yang possiede il 3,6 per cento di Yahoo!. Jerry Yang riveste il titolo di "Chief Yahoo": ma Jerry Yang rappresenta gli azionisti o i suoi propri interessi? Uno dei più importanti azionisti di riferimento, quel Danie Loeb che attraverso la Third Point possiede il 5,2 per cento, ha più di un sospetto.

E con un´azione clamorosa ha chiesto le dimissioni del fondatore. Via dal consiglio: defenestrato dopo 16 anni. Motivo? Conflitto d´interessi. Perché infilando e sfilandosi un cappello dopo l´altro, mister Yang sta trattando personalmente per trovare un compratore: con cui magari dividersi il malloppo.

Jerry Yang

L´accusa dell´hedge funder è naturalmente smentita negli ambienti del "Chief Yahoo": però i particolari ricostruiti dal Wall Street Journal spingono a pensar male. Insieme alle banche già presenti e al cofondatore David Filo, il buon Yang formerebbe un bel pacchetto forte del 10 per cento del capitale: al quale si andrebbe ad aggiungere un compratore che entra con un altro 20. In vendita verrebbe messa una quota di minoranza: e quindi l´affare non necessiterebbe dell´approvazione degli azionisti. Attraverso la cosiddetta "leveraged capitalization", il nuovo gruppo di potere ricomprerebbe poi la sua quota: incrementando così il controllo sull´azienda.

Sembra un piano perfetto. Anche troppo. Nelle ultime ore i potenziali acquirenti si sarebbero allontanati proprio subodorando il ruolo di Yang. La richiesta di dimissioni adesso scopre le carte. Se è interessato al controllo della compagnia, accusa l´hedge funder, allora deve lasciare immediatamente il board: non può rivestire i panni del venditore e del compratore.

CAROL BARTZ

La battaglia apre un nuovo capitolo nella guerra infinita di Yahoo!. Appena due mesi fa era stato dato il benservito a Carol Bartz. La manager era stata ingaggiata due anni prima per sostituire proprio Yang nel ruolo di Ceo al termine di uno degli anni più burrascosi. Ricordate? Dopo un tira e molla da telenovela, il cinese aveva sdegnosamente rifiutato l´offerta di acquisto di Microsoft per 44,6 miliardi di dollari. Motivo? La "sostanziale sottovalutazione". Sostanziale sottovalutazione? Tre anni dopo Yahoo! vale esattamente la metà. E non a caso Microsoft sembra riprovarci.

MICROSOFT

Proprio l´ostinazione a restare aggrappato alla creatura partorita nell´ormai lontano 1994 spinge gli azionisti a dubitare, adesso, dei suoi movimenti. E in ultima analisi anche della ragione per cui Yahoo! si sarebbe messa in vendita. I dati dell´ultimo trimestre non sono male: 293 milioni di ricavi netti, le azioni che viaggiano sui 23 dollari (che non sono certo i 118 dello sciagurato boom che portò alla bolla del 2000, ma neppure l´elemosina di 4 dollari toccata dopo l´11 settembre).

La verità è che Yahoo! attraversa una pericolosa crisi di identità. Yahoo! ha battagliato con Google dai motori di ricerca alla posta passando per le news. Ma intanto la sfida si è spostata sulla comunicazione mobile e sulle piattaforme sociali: da Facebook a Twitter passando per Groupon che al debutto di venerdì è schizzata dal nulla a una quotazione di 17 miliardi.

Qui il colosso scopre i suoi piedi d´argilla. Occorrono investimenti pesanti. Occorrono nuovi capitali. Jerry Yang sta tentando l´impossibile moltiplicando i suoi pani e pesci virtuali. Ma chissà se riuscirà a ripetere davvero la magia che la sua creatura porta già nell´espressione di sorpresa che ne diventò il marchio: "Yahoo!".

google

 


CLINTON SBARACKA LO SBARACKATO: “HA AGGREDITO WALL STREET, FACENDOSI INUTILMENTE DEI NEMICI”

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Paolo Mastrolilli per "La Stampa"

Obama e Clinton

Obama ha «una mano difficile da giocare», per farsi rieleggere. E la colpa almeno in parte è sua, per due ragioni: primo, non ha comunicato bene agli americani i risultati del suo governo; secondo, si è lasciato impelagare nella disputa coi repubblicani riguardo la riduzione del debito, che ha fatto sembrare gli Stati Uniti «deboli e confusi», quando avrebbe potuto alzare il tetto e risolvere il problema nei due anni in cui aveva a disposizione la maggioranza democratica in Congresso.

Bill Clinton Book

È vero che Bill Clinton, nel suo nuovo libro «Back to Work: Why We Need Smart Government for a Strong Economy», in uscita martedì, riserva le critiche più pesanti agli avversari repubblicani. Però è altrettanto sicuro che qualcuno alla Casa Bianca avrà storto il naso, vedendo l'ex presidente rimettere piede nella politica politicante di ogni giorno, proprio mentre comincia la grande corsa per le elezioni dell'anno prossimo.

i Clinton

Il titolo sembra un prontuario d'istruzioni su come fermare il declino americano e rilanciare il Paese: torniamo al lavoro, perché serve un governo intelligente e furbo allo scopo di costruire un'economia forte. «È incoraggiante - scrive Clinton - vedere quante persone nel mondo vogliono seguire la loro versione del Sogno americano, ma è preoccupante che gli altri riescano a realizzarlo meglio di noi». È la paura del declino, che ritorna: «Capisco il pessimismo dei giovani. Siamo nella confusione».

La colpa principale è dei repubblicani che, con la loro «ideologia anti-Stato» incarnata ora dal Tea Party, hanno paralizzato gli Usa. Le loro ricette, tipo privatizzare il poco di sanità pubblica ancora rimasta, non servono a nulla, così come le loro politiche fiscali: «La convinzione più cara al movimento anti-governo è che non si possono alzare le tasse ai creatori di occupazione. Il principale problema con questa teoria è che l'abbiamo provata per venti degli ultimi trent'anni, e non ha funzionato». Ha solo portato all'esplosione del debito pubblico, cominciata con Bush.

obama clinton

Anche i democratici, però, hanno commesso i propri errori: «Nelle elezioni del 2010 non hanno contrapposto un loro messaggio nazionale a quello anti-governo dei repubblicani. Con il vice presidente Biden ho cercato di farli accordare su pochi punti chiari dell'agenda, ma non c'è stato verso».

Obama e Hillary

Obama stesso non ha comunicato bene, perché non è riuscito a spiegare la necessità di interventi come gli stimoli da 700 miliardi, gli aiuti alle banche e all'industria dell'auto, dimostrando poi i risultati raggiunti. Invece ha aggredito Wall Street, facendosi inutilmente dei nemici: «Molti manager mi avevano sostenuto, quando avevo alzato le loro tasse nel 1993, perché non li avevo attaccati per il loro successo».

Come ricetta alternativa, Clinton suggerisce di dare un'occhiata alla sua amministrazione, durante la quale furono creati 22 milioni di posti di lavoro. Però condivide il piano occupazione proposto da Obama, e le sue decisioni di facilitare il rifinanziamento dei mutui a tassi ridotti, e firmare gli accordi commerciali con Corea del Sud, Colombia e Panama.

hillary clinton

L'animosità delle primarie del 2008 tra Hillary e Obama sembra superata, ma il rapporto tra Bill e Barack viene descritto come un'amicizia cortese e distante. Di sicuro Clinton non si sbilancia sulle presidenziali del 2012 e sul futuro del Paese: «Non so proprio come andrà a finire».

 

SARKOZY FAN TUTTI (TRANNE L’ITALIA) - LA FRANCIA ACCELERA LA RIFORMA DELLE PENSIONI

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Dagoreport da "Les Echos"
http://bit.ly/rLklYb

NICOLAS SARKOZY

Il timore di perdere la tripla "A", il massimo voto assegnato dalle agenzie di rating, spinge la Francia ad accelerare la riforma delle pensioni. A rivelarlo è il quotidiano economico dell'Esagono "Les Echos". Secondo quanto riportato nell'edizione cartacea odierna, Nicolas Sarkozy punterebbe a comprimere i tempi di attuazione del provvedimento.

L'innalzamento del limite d'età rimarrebbe invariato a 62 anni. Ma l'entrata in vigore verrebbe anticipata al 2017, forse persino al 2016, anziché al 2018. I frutti dell'operazione andranno crescendo nella prossima legislatura producendo un risparmio di svariati miliardi di euro. Da qui la volontà dell'esecutivo di presentare l'impatto del suo piano su base pluriennale, con l'obiettivo di tornare all'equilibrio dei conti pubblici nel 2016. Decisioni politicamente impopolari che tuttavia rappresentano un forte segnale alle agenzie di rating.

MOODY'S

Nella seconda metà di ottobre Moody's ha fatto sapere di aver messo sotto osservazione Parigi, paventando il rischio per la Francia di perdere la prestigiosa "AAA". Moody's definì "cruciale" per il Paese "mantenere la fiducia degli investitori nella sua capacità e volontà di affrontare sfide impreviste".

Tra le altre misure su cui punta il governo del primo ministro Fracois Fillon, c'è anche un aumento mirato dell'Iva per ristoranti, alberghi e ristrutturazioni immobiliari. Queste categorie oggi pagano un'aliquota ridotta del 5,5%. Con le nuove misure potrebbe salire fino al 7% e oltre, garantendo un gettito fiscale supplementare di circa un miliardo di euro.


2 - FIBRILLAZIONE IN FRANCIA, ARRIVA LA NUOVA MANOVRA. AUMENTO DELL'IVA E TAGLI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE...
Online-news.it
- Se la Grecia affonda e l'Italia annaspa gli altri non stanno bene, anzi. Come la Francia, che pure detta le regole a Berlusconi. In attesa del vertice straordinario del governo francese fissato per lunedì, si moltiplicano le indiscrezioni di stampa sui contenuti del nuovo pacchetto di misure di austerità in preparazione a Parigi. Si tratterà, secondo Le Figaro, di una manovra da 6-8 miliardi di euro, mirata a mantenere gli obiettivi sul deficit 2012 in un contesto in cui le stime di crescita per l'anno prossimo sono riviste al ribasso, da 1,75% a 1%.

CARLA BRUNI E NICOLAS SARKOZY FRANCOIS HOLLANDE

Sempre sul fronte fiscale, il governo francese starebbe studiando un aumento delle tasse per le maxi-imprese, con fatturato superiore ai 500 milioni di euro, sotto forma di supplemento in percentuale all'imposta sulle società. Secondo il magazine domenicale Journal du Dimanche, inoltre, si starebbe lavorando alla creazione di una nuova ‘giornata di solidarieta«, ovvero un giorno di lavoro la cui remunerazione viene destinata a usi di solidarietà sociale. Una misura di questo tipo è già in vigore, dal 2004, per il lunedì di Pentecoste, e frutta allo Stato oltre 2 miliardi di euro l'anno.

Il resto dello sforzo di riassetto dovrebbe venire invece da riduzioni dei costi della funzione pubblica, che »devono continuare ad essere gestiti meglio«, come ha più volte affermato il ministro del Bilancio Valerie Pecresse. Le ipotesi allo studio su questo fronte sono numerose ma, secondo una fonte governativa citata dall'agenzia France Presse, »niente è stato deciso ancora«. Questa nuova mossa in direzione dell'austerità vuol essere per la Francia un modo di rassicurare i mercati, oltre che di mettere sotto controllo la traiettoria del deficit pubblico, arrivato a livelli record durante la crisi e atteso a 95,7 miliardi per il 2011 e 80,8 per il 2012. Gli obiettivi del governo di Parigi prevedono un rapporto deficit/Pil al 5,7% quest'anno, al 4,3% il prossimo e al 3% nel 2013

ECHOS

3 - FRANCIA/ HOLLANDE: PIANO AUSTERITÀ DI SARKOZY? IMPROVVISAZIONE...
(TMNews)
- Il candidato socialista alla presidenza della Repubblica francese critica con forza le nuove misure di austerity che saranno presentate oggi dal governo conservatore di Nicolas Sarkozy.

Francois Hollande, in un'intervista al quotidiano Liberation, dice innanzitutto di non fidarsi delle proclamazioni ridondanti, "che spesso nascondono dell'improvvisazione". Il governo è stato obbligato, in urgenza, a "prendere delle misure ulteriori che non erano integrate nella legge finanziaria, peraltro appena votata. Inoltre, queste misure non saranno sufficienti, secondo il leader socialista francese.

LIBE

La vera alternativa, secondo Hollande, non sono gli aggiustamenti finanziari o ulteriori giri di vite, ma la scelta delle categorie sociali che dovranno subire questi sforzi supplementari. In conclusione, "bisogna dare un senso al termine 'rigore', che deve essere inteso come gestione seria delle finanze pubbliche e rigore nei confronti dei piu fortunati che hanno ricevuto troppo".

 

AD ARCORE, CONSIGLIO DI GUERRA CON I FIGLI MARINA E PIERSIVIO E CONFALONIERI: CHE FARE, DIMETTERSI DOMANI?

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1- DAGOREPORT
L'eventuale caduta del Potenza rischia di aprire una voragine che ha una vittima predestinata: Angelino Alfano. Contro il neo segretario pidiellino si sta formando un gruppone di ribelli capitanato dal suo grande rivale Robertino Formigoni con le frange socialiste alla Stefania Craxi e Giuliano Cazzola, più i siculi di Gianfranco Miccichè.

berlusconi marina piersilvio

Altro personaggio che sta giocando una partita di suo è il gran maestro (di sci) Fratto Frattini che ha lanciato una sua autocandidatura!

giuliano-ferrara

E Forza Gnocca che fine farà? Di sicuro, il Banana porterà con sé la sua badante Maria Rosaria Rossi e la falsa magra Jole Santelli. Le altre sono destinate ad una brillantissima carriera nel ramo mercerie ed intimo.

2- G.FERRARA, PREMIER CEDE PASSO, QUESTIONE ORE...
(ANSA)
- "Che Berlusconi stia per cedere il passo ormai è una cosa acclarata. Si tratta di ore, qualcuno dice perfino di minuti". Lo scrive Giuliano Ferrara nell'edizione on line de 'il Foglio'.

Mario Monti

"Che Berlusconi stia per cedere il passo ormai è una cosa acclarata. Si tratta di ore, qualcuno dice perfino di minuti. Il punto non è quello però: quello è un fatto, il grande fatto di questa legislatura. Il punto vero - dice Ferrara - è per che cosa dimettersi, che cosa fare di sé, che cosa fare di tutti questi anni e qual è la vera posta in gioco: la capacità di dirigere il paese, di guidarlo, le regole adatte a un sistema maggioritario in cui il popolo sceglie chi governa, esprime un mandato su un programma". "Questa è la posta in gioco. Qualunque soluzione mascherata di emergenza che non siano le elezioni subito è inutile" aggiunge Ferrara.

berlusconi - letta

3- DAL TWITTER DI FRANCO BECHIS...
(http://twitter.com/#%21/FrancoBechis)
- Il vertice Pdl si è chiuso con l'intesa che entro domani lui annuncerà dimissioni e proporrà governo Letta
Ricostruito quanto avvenuto, davanti ai numeri anche i falchi si sono arresi nelle ultime ore
Il vertice Pdl convinto non ci sia altra strada. Consiglieri premono perchè non lo faccia. Fra loro Ferrara e Minzolini.
Al consiglio di famiglia allargato Berlusconi chiederà prima cosa rischiano le aziende in caso di sue dimissioni

bechis

 

SMANETTONI DELLA CIA MONITORANO 5 MLN DI MESSAGGI AL GIORNO TRA TWITTER E FACEBOOK

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Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

cia central intelligence agency

Si definiscono, con un tocco di autoironia, «ninja da biblioteca». Tipi un po' speciali «capaci di trovare cose che gli altri neppure sanno che esistano». Sono gli analisti della Cia che esplorano i social network, da Facebook a Twitter, alla ricerca di informazioni e sensazioni. In un edificio di mattoni a McLean (Virginia), l'intelligence statunitense ha raccolto centinaia di esperti nelle lingue più disparate (arabo, pashtun, cinese nelle sue varie versioni) che leggono quello che scrive l'uomo della strada e l'attivista.

LOGO TWITTER

Cercano di cogliere l'umore dei giovani, di capire se da qualche parte in Cina sta covando una rivolta - lo pensano in questi giorni molti esperti di economia - o se i fermenti in una città del Paese X sono l'avanguardia di una rivolta che infiammerà un'intera regione. E' una professione aggiornata di quella raccontata nel bellissimo film «I tre giorni del Condor», con Robert Redford nel ruolo di un «lettore» di libri e riviste che finisce al centro di un complotto perché si accorge di qualcosa di sinistro nel Golfo Persico.

Chi lavora all'Open Source Center - questo il nome dell'agenzia federale - si sciroppa ogni giorno una montagna di informazioni. Il direttore del centro, Doug Naquin, ha svelato all'Associated Press un numero incredibile: non meno di 5 milioni di «cinguettii» al giorno, i micro-messaggi lanciati su Twitter. Poi ci sono i commenti affidati a Facebook, i servizi delle tv, i giornali e tutto quello che gira sul web.

Facebook

Gli analisti, come dei collezionisti di notizie con l'occhio attento, raccolgono i frammenti, li archiviano e li confrontano con altri «segnali» provenienti da fonti sul campo. Un piccolo episodio può avere ripercussioni globali. Quindi producono dei rapporti che uniti a quanto scoperto dagli 007 arrivano al vertice, fino alla Casa Bianca. Spesso nel briefing sulla sicurezza che viene fatto ogni mattina al presidente c'è qualcosa evidenziato dagli «scavatori» ospitati in un palazzone non lontano da Washington.

OSAMA BIN LADEN

La Cia, che da anni esegue un monitoraggio attento dei media tradizionali, ha deciso di aumentare gli occhi puntati sui social network dopo le proteste studentesche in Iran nel 2009. Lo spirito della contestazione, schiantata dalla repressione dei mullah, ha potuto sopravvivere grazie ai messaggi e ai video diffusi sulla rete Internet.

Sempre l'Open Source ha un ruolo chiave nel riassumere cosa pensa uno straniero della politica statunitense e, sopratutto, delle sue mosse più importanti. Un caso citato è quello dell'uccisione di Osama Bin Laden con gli analisti che hanno colto, nell'immediatezza, le reazioni negative delle persone comuni. Commenti che sono emersi, qualche giorno dopo, sui giornali e nei cablo dei diplomatici.

BEN ALI benali

Le possibilità di prevedere hanno comunque dei limiti. Dopo la cacciata del presidente tunisino Ben Ali e dell'egiziano Hosni Mubarak, l'allora capo della Cia Leon Panetta ha ammesso che la velocità del crollo ha colto tutti di sorpresa. Per un anno le spie hanno segnalato la «pericolosità» del quadro sociale e politico in Nord Africa, ma i rapporti - redatti a ritmo forsennato - non hanno potuto essere precisi sulle conclusioni.

mubarak

Da una parte ci si è fidati troppo della tenuta dei dittatori, così come dei sistemi repressivi che dovevano vegliare sui raìs. Dall'altra c'erano (e ci sono ancora) «troppi dati da inseguire». Un'onda gigantesca composta da milioni di pagine Facebook, pensieri affidati a Twitter e video su Youtube che ha sommerso gli 007.

 

FURTO DI STATO - CHI RUBÒ L’AGENDA DI BORSELLINO? “ALL’INTERNO IL MOVENTE DELLA STRAGE”. NUOVE INDAGINI

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Attilio Bolzoni e Francesco Viviano per "la Repubblica"

Chi ha rubato l´agenda rossa di Paolo Borsellino voleva cancellare cinque giorni di appunti. E far sparire così le prime tracce della trattativa fra Stato e mafia. L´ultima pista sulla scomparsa di quel diario che il procuratore di Palermo teneva sempre con sé porta ai cinque giorni - dal 23 al 28 giugno 1992 - nel corso dei quali Paolo Borsellino era venuto a conoscenza del patto. E aveva cominciato a scrivere su quei fogli tutto ciò che sapeva - accordi e baratti - sugli incontri fra gli ufficiali del reparto speciale dei carabinieri e l´ex sindaco mafioso Vito Ciancimino.

paolo borsellino lap

Neanche un mese prima di saltare in aria, il procuratore aveva scoperto cosa stava accadendo. E aveva riempito la sua agenda. «E questa è ormai l´ipotesi più consistente che abbiamo in relazione a quella sparizione», commentano i magistrati siciliani che hanno riaperto le indagini sulle stragi di quasi vent´anni fa.

Paolo Borsellino sapeva. E una conferma decisiva ai suoi tormenti adesso arriva anche da sua moglie Agnese, che è stata ascoltata sugli ultimi giorni di vita del marito. Riferisce la signora: «Paolo mi ha detto testualmente: "C´è un colloquio fra la mafia e parti infedeli dello Stato"».

attentato via d'amelio

Sapeva. È questo, dunque, il movente del furto di quell´agenda pochi minuti dopo l´inferno di via Mariano D´Amelio. Le date individuate dai pubblici ministeri - 23 giugno e 28 giugno - sono quelle più significative per ricostruire nei particolari l´origine del negoziato che è, probabilmente, anche la causa dell´uccisione del procuratore.

Fra la fine del maggio 1992 e l´inizio di giugno i carabinieri dei reparti speciali - il colonnello Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno - contattano Vito Ciancimino e cominciano a frequentare la sua casa romana, dietro Piazza di Spagna. È il 23 giugno quando, a un mese esatto da Capaci, De Donno (ma lui smentisce la circostanza) informa «ufficiosamente» il direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e Giustizia Liliana Ferraro «che Ciancimino vuole collaborare».

MARIO MORI

La Ferraro, che ha preso al ministero il posto di Falcone, avverte il ministro Claudio Martelli. Quest´ultimo la consiglia di raccontare tutto a Borsellino. Due giorni dopo, il 25 giugno, il magistrato chiede un incontro con i due ufficiali del Ros. L´appuntamento, per volere del magistrato «è fuori dalla Procura», lontano da occhi indiscreti. Secondo il colonnello e il capitano i tre parlano di un rapporto su «mafia e appalti», secondo i magistrati di Palermo è in quell´occasione che Borsellino viene a sapere nel dettaglio tutte le manovre sull´avvicinamento di don Vito.

Vito Ciancimino, ex sindaco di palermo

E tre giorni dopo, il 28 giugno, Paolo Borsellino, sua moglie Agnese e Liliana Ferraro s´incrociano nella sala Vip dell´aeroporto di Fiumicino. E parlano ancora della trattativa. Ricorda la Ferraro: «Sua moglie si inserì nel nostro discorso chiedendomi più volte di convincere il marito a non andare avanti, perché non voleva che i suoi figli rimanessero orfani». Borsellino andò avanti.

La procura di Caltanissetta ha ricominciato le indagini sulla scomparsa dell´agenda rossa proprio da quei cinque giorni. E ha ordinato l´acquisizione di nuovi filmati - praticamente tutti quelli girati nei minuti successivi all´esplosione da Rai, reti Mediaset e ed emittenti locali - per individuare volti di uomini con in mano la borsa di pelle di Borsellino dove era custodita l´agenda rossa.

Giovanni Falcone

L´inchiesta riprende praticamente daccapo dopo il proscioglimento «per non avere commesso il fatto» del colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, in un primo momento sospettato per il furto della borsa del magistrato. C´era un´immagine, sequestrata al fotografo palermitano Franco Lannino, che ritrae il colonnello con in mano quella borsa. Così tutto riparte da altre immagini e da altri personaggi.

Dopo la richiesta di revisione per gli imputati (innocenti) accusati di avere ucciso il procuratore Paolo Borsellino, sono sette i filoni d´inchiesta ancora aperti sulle stragi siciliane del 1992. Uno è quello dell´agenda rossa. Un altro riguarda gli esecutori materiali della strage di via D´Amelio dove, al momento, ci sono 7 indagati. Un terzo filone è concentrato sui legami fra alcuni mafiosi coinvolti nel massacro ed esponenti dei servizi segreti.

ser11 liliana ferraro

La quarta indagine punta a scoprire chi, nell´aprile del 1992, fornì l´esplosivo per uccidere un mese dopo Falcone. La quinta inchiesta è sulla manomissione del computer del giudice: dopo Capaci dal suo pc sparirono alcuni file. La sesta è concentrata su esami del Dna per individuare gli attentatori dell´Addaura, 58 candelotti piazzati il 21 giugno del 1989 sotto la villa di Falcone. E l´ultima, la settima, è quella sulla trattativa fra Stato e mafia.

 

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