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L’ITALIA HA PERSO LA GUERRA DI LIBIA: : A NOI LE SPESE, AGLI ALTRI PETROLIO, RICOSTRUZIONE, PRESTIGIO

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Gianluca Di Feo per "l'Espresso"

GHEDDAFi

Dicono che abbiamo combattuto come gli altri e forse più degli altri. Solo francesi e britannici ci hanno superato come numero di raid e ordigni sganciati per spazzare via il regime di Gheddafi. Non ci sono bilanci ufficiali, ma le fonti più attendibili rivelano dati impressionanti: i nostri caccia hanno individuato 1.500 obiettivi e ne hanno distrutti oltre cinquecento con almeno ottocento tra bombe e missili. È il massimo volume di fuoco scatenato dall'Aeronautica sin dal 1943: gli arsenali sono stati svuotati, impegnando contro le postazioni dei "lealisti" l'intera scorta di armi di precisione con puntamento laser o satellitare.

Guerra in Libiae

I vertici delle forze armate sono certi che le azioni non abbiano inflitto danni collaterali: ogni incursione è stata pianificata con cura, per evitare di colpire la popolazione. In alcuni casi, è stato persino posto una sorta di veto agli attacchi degli alleati, quando si è ritenuto che lo scenario fosse troppo confuso per distinguere tra guerrieri e abitanti. Perché è dalle nostre basi che è partito l'80 per cento degli aerei: senza gli aeroporti italiani la campagna della Nato in Libia non ci sarebbe mai stata.

Guerra in Libiac

Dal punto di vista militare, gli alti comandi atlantici hanno riconosciuto la rilevanza del nostro intervento. Ma sono bastate le parole di Barack Obama per far capire che l'Italia questa guerra l'ha persa. Il presidente americano ha ignorato Roma nei ringraziamenti per il successo dell'operazione, sottolineando invece il peso dell'asse franco-britannico. È come se si fosse chiuso un ciclo, cominciato nel 1999 con il conflitto in Kosovo che aveva dato un credito nuovo alle capacità italiane: poi c'erano state Iraq, Afghanistan e addirittura la leadership in Libano nel 2006. Adesso l'Italia di Silvio Berlusconi torna in un angolo, con un crescente sospetto di inaffidabilità. E questo accade proprio in Libia dove si trovano risorse fondamentali per l'economia nazionale ed esiste un rapporto privilegiato che, nel bene o nel male, va avanti da un secolo.

Guerra in Libia

Il generale Leonardo Tricarico è stato un protagonista di queste vicende: ha coordinato le missioni Nato sulla ex Jugoslavia, è stato comandante dell'Aeronautica e consigliere militare dei premier D'Alema, Amato e Berlusconi. Oggi è uno dei promotori della Fondazione Icsa, il primo think tank italiano di questioni strategiche, ed è critico nei confronti del governo "che è riuscito a perdere la guerra nonostante i successi dei suoi militari".

Guerra in Libia

A partire dal silenzio imposto alle forze armate: "Non si riesce a capire perché si è scelto di non comunicare l'attività compiuta dai nostri aerei sulla Libia. L'informazione è stata ridicola, quasi una presa in giro. I nostri reparti hanno avuto un ruolo importante dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Chi sa che gli aerei italiani hanno sganciato centinaia di bombe? Il cittadino deve conoscere cosa fanno i militari, nel rispetto dei vincoli di segretezza, e come vengono spesi i suoi soldi".

Tricarico si sofferma sul ruolo dei caccia Tornado attrezzati per accecare e distruggere la contraerea libica: sono stati decisivi nelle prime settimane di conflitto. E sui ricognitori senza pilota Predator di ultima generazione, che solo Italia e Stati Uniti hanno schierato.

Guerra in Libia

"È stato proprio uno di questi velivoli robot statunitensi a scoprire il convoglio di Gheddafi e permettere la cattura del dittatore. L'Aeronautica li ha usati contemporaneamente sulla Tripolitania e sull'Afghanistan, teleguidandoli da un bunker pugliese. Io penso che questo conflitto debba fornire la base per riflettere sul futuro delle forze armate. C'è la necessità di potenziare il numero di aerei senza pilota e, cosa che penso avverrà in un tempo ridotto, dotarli di missili. Così come il Parlamento deve chiedersi quale missione vuole affidare ai nostri stormi: la campagna di Libia giustifica investimenti in mezzi d'attacco come il super-caccia F35, progettato proprio per azioni del genere".

GUERRA LIBIA

Al di fuori degli aspetti tecnici, la coalizione contro Gheddafi ha mostrato un'altra novità di cui bisognerà tenere conto nel futuro: il ritiro americano. Per la prima volta, gli Usa si sono fatti da parte lasciando agli europei la gestione della guerra. "Il primo attacco francese, lanciato da Sarkozy senza consultare gli alleati, poteva provocare il caos: il presidente francese ha voluto fare da direttore d'orchestra imponendo agli altri i tempi e modi del conflitto. Lì gli americani hanno in qualche modo tamponato la situazione, inventando una struttura di comando che ha gestito la crisi per circa tre settimane prima dell'entrata in scena della Nato.

yf34 gen leonardo tricarico

Ma i loro interessi vitali non sono in Libia. Il segretario alla Difesa Gates è stato chiaro: gli Stati Uniti non intendono pagare un prezzo così alto per la difesa dell'Europa, una linea ribadita in modo perentorio dal suo successore Panetta. Adesso le capitali dell'Ue devono prenderne atto e ricominciare il percorso per costruire una difesa europea, partendo da quelle istituzioni comuni che già esistono. Questa è stata un'occasione persa: se Sarkozy invece di appropriarsi indebitamente della regia delle operazioni avesse concertato con gli alleati europei ci saremmo subito incamminati sulla strada giusta".

Sarkozy e Obama in corsa verso i microfoni per la conferenza stampa alla Casa Bianca

Tricarico è durissimo con il presidente francese: vuole restituire la Legion d'onore con cui fu premiato il suo coordinamento dei raid in Kosovo. "Oggi quello spirito di collaborazione non c'è più. E non accetto le risatine sull'Italia né sul presidente del Consiglio che comunque la rappresenta". Ma l'Italia di oggi sembra tagliata fuori dalla decisioni europee. E la gestione franco-britannica degli eventi libici lo ha dimostrato.

"Di sicuro, l'Italia della politica ha perso questa guerra. Noi non abbiamo avuto un ruolo guida. La nostra posizione è stata distinta da mutazioni continue, nei dettagli e nella sostanza. Ricordo di avere letto un'intervista del ministro Frattini nella prima fase del conflitto che, vista la malaparata, ha tentato di mettere insieme una linea nazionale ma è mancata una visione unica persino tra i partiti della maggioranza. Il mondo politico si è spaccato: come possiamo sostenere una nostra iniziativa europea se non abbiamo neanche una coesione interna?".

David Cameron

E i militari - sottolinea - avvertono il peso di questa spaccatura: "Provi a immaginare come si sente un pilota di Tornado che sta decollando per Tripoli, mettendo a rischio la sua vita e quella di altri, quando ascolta il leghista Matteo Salvini che critica l'intervento? Ci vuole tutto il senso del dovere per andare avanti". Ma le fratture nelle maggioranze ci sono sempre state, dal 1999 in poi: "In Kosovo riconosco la capacità di Massimo D'Alema di tenere insieme una maggioranza dove c'erano dissensi. Ricordo le acrobazie anche verbali del governo, come definire "difesa integrata" i raid sulla ex Jugoslavia".

Negli ultimi dodici anni sono state soprattutto le missioni militari a rendere credibile la nostra politica estera: oggi con questa débâcle si chiude un ciclo o quello che è accaduto dipende solo dalla particolarità dei nostri interessi in Libia? "Proprio il legame con Tripoli poteva offrire a Berlusconi l'occasione per imporre la nostra leadership: bastava agire cinicamente e far pesare i nostri aeroporti, invece il governo è stato incapace di usare politicamente lo strumento militare. Sin dall'inizio Palazzo Chigi poteva diventare determinante: era in grado di dire "sediamoci a un tavolo e decidiamo come e cosa fare".

Berlusconi Gheddafi

Anche ad agosto, quando Gheddafi ha scritto al premier "amico" invocando la fine dei raid, si poteva ancora riprendere il controllo della situazione. Invece ci siamo accollati costi dieci volte superiori agli altri senza conquistare riconoscimenti politici. Anzi, abbiamo ottenuto l'effetto opposto. Non so quanto l'omissione di Obama sia stato un incidente o una scelta. Ma non credo sia la fine di un ciclo: quando avremo recuperato una coesione interna si potrà riprendere il nostro posto nello scacchiere internazionale".

Il generale preferisce guardare oltre: "Abbiamo perso la guerra, cerchiamo di vincere la pace. Noi possiamo contribuire alla nascita di un Paese moderno e democratico, partendo dalla fiducia che i libici hanno nei nostri confronti. Tanti sgomiteranno per farsi spazio, ma noi siamo in grado di fornire mezzi, personale ed esperienza. Penso alla necessità di ricostruire da zero le forze armate: noi mezzo secolo fa studiavamo in accademia con i loro cadetti. Oggi il governo dovrebbe creare un'iniziativa forte: ci sono tanti imprenditori piccoli e medi che vogliono tornare a Tripoli ma non sanno a chi rivolgersi. Ci vorrebbe una figura con ampi poteri per coordinare e garantire il nostro impegno per la ricostruzione".

Rivolta in Libia

Questo conflitto ha mostrato per la prima volta anche il protagonismo di un'azienda italiana, con una sua diplomazia e una sua attività autonoma sul campo: l'Eni, che ha fatto da supplente del governo nelle relazioni con gli insorti. I plenipotenziari italiani sono loro? "È nei fatti. E se guardiamo avanti, non solo l'Eni ma anche Finmeccanica hanno potenzialità enormi nella ricostruzione. Cito un esempio: a Tripoli c'è l'impianto creato da Finmeccanica per la manutenzione e costruzione di elicotteri e aerei. È intatto: basta che le nuove autorità decidano cosa farne. E che l'Italia finalmente cominci ad agire come un sistema Paese".

 


UNA BANDANA PER CALDORO: I RETROSCENA DEL PATTO D’ACCIAIO TRA DE MAGISTRIS E IL GOVERNATORE PDL DELLA CAMPANIA - UN NEMICO IN COMUNE (COSENTINO) E LA VOGLIA DI FAR FUORI PD E PDL HANNO FATTO NASCERE LA COPPIA DELL’ANNO SOTTO ‘O VESUVIO - I PIDIELLINI AVVERTONO CALDORO: “TI TROVERAI GIGGINO CANDIDATO CONTRO DI TE ALLE REGIONALI, SCAPPA DA QUEST’ABBRACCIO MORTALE !”…

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Carlo Tarallo per Dagospia

1 - UNA BANDANA PER CALDORO: TUTTI I RETROSCENA DEL PATTO D'ACCIAIO CON DE MAGISTRIS...
Un patto d'acciaio tra Stefano Caldoro e Luigi de Magistris per cavalcare l'antipolitica e tagliare fuori Pd e Pdl sotto ‘o Vesuvio e non solo: è questo l'incubo di piddini e berluscones. Un asse inedito, troppo strano per non essere vero, quello tra il governatore socialista, (ex?) berlusconissimo, Stefano "Valium" Caldoro, e Giggino ‘a Manetta.

CALDORO STEFANO

Stamattina l'ennesimo giro di valzer: il presidente della Regione raccoglie in pieno l'invito del sindaco a unirsi nella lotta per il lavoro, a sostegno delle aziende in crisi: "Uniamo le due piazze, la giusta protesta con le migliori proposte (rispettivamente quella di Giggino, e la piazza riformista evocata da Caldoro, NdD) per uscire dalla crisi più forti di come siamo entrati. Il Sud può farlo".

Non solo: anche sulla tarantella-termovalorizzatore spunta una ipotesi di accordo: Giggino non lo vuole in città, ed ecco che la Regione potrebbe accontentare il narcisindaco, localizzando altrove l'inceneritore. Dal Forum delle Culture alla Coppa America, dai viaggi della munnezza verso l'Olanda alla vicenda-Fiat, non passa giorno che i due non mostrino di filare d'amore e d'accordo.

de magistris con la bandana

Ed ecco che gli spifferi interni ai napoberluscones diventano una vera e propria tempesta: "Caldoro - spiega un deputato pdl partenopeo - ha trovato in de Magistris il migliore alleato nella battaglia che sta conducendo contro il suo stesso partito, il Pdl, e contro Nicola Cosentino in particolare. Stefano sta cercando di smarcarsi dal partito per sopravvivere al crollo del berlusconismo. In questo, gli fa gioco la sponda con de Magistris, che oggi come oggi rappresenta il simbolo dell'antipolitica".

Qualcuno guarda più lontano: "E' un abbraccio mortale. Caldoro - sospira un suo buon amico, un pidiellino doc - cerca di tenersi buono de Magistris, ma non ha ancora capito che se lo ritroverà candidato contro di lui alle prossime regionali. E' questo infatti lo sbocco naturale del sindaco, come già accaduto per Bassolino: quando tenterà di sfondare a Roma, per tenerlo buono lo rispediranno a Napoli con in tasca la promozione a governatore".

Ma anche tra i sinistrati la coppia dell'anno provoca scompiglio: "Caldoro e de Magistris - confessa un piddino partenopeo - hanno capito l'aria che tira nei confronti dei partiti, e giocano di sponda. Il sindaco legittima Caldoro come volto del centrodestra buono, il governatore sdogana de Magistris tra i moderati. Naturalmente, il bersaglio di questo accordo sono Pd e Pdl".

Nicola cosentino

E gli "arancioni"? Ecco come un gigginiano graduato descrive il rapporto tra i due: "E' un'intesa istituzionale che si è trasformata in vera e propria amicizia. Quando Caldoro viene a Palazzo San Giacomo è sempre socievole e sorridente, con Luigi c'è grande simpatia umana, a volte si incontrano senza neanche prendere appuntamento. Anche ai tavoli istituzionali - aggiunge lo spifferatore arancione - tra i due emerge sempre una sintonia particolare, si intendono al volo, anche solo con uno sguardo".

2 - DIPENDENTI COMUNALI VS GIUNTA ARANCIONE, NEL MIRINO I DIRIGENTI ESTERNI...
Dipendenti comunali vs giunta arancione a Napoli: un documento di Cisl e Uil preannuncia uno stato di agitazione e denuncia "la reale politica che questa amministrazione intende perseguire in dispregio ai diritti costituzionalmente tutelati e alle più elementari relazioni sindacali". Tra le tante lamentele dei sindacati, "la permissività dell'amministrazione sull'operato dei dirigenti, che continuano a creare disfunzioni nei servizi e conseguenti conflitti gestionali, in controtendenza alle esigenze di risparmio".

SILVIO BERLUSCONI

"Che fine ha fatto - smanetta dall'opposizione il capogruppo di Liberi per il Sud, Domenico Palmieri - l'annunciata volontà di una drastica riduzione di uffici e dirigenti del Comune di Napoli? Malgrado le promesse e gli annunci, la direzione intrapresa dall'amministrazione comunale appare quanto meno in controtendenza rispetto alle dichiarazioni di intenti. Tant'è che ancora oggi restano in pianta stabile uffici tipo Tutela degli animali o Pianificazione delle aree di recente formazione con tanto di dirigenti d'ordinanza al seguito".

ANTONIO DI PIETRO

I dirigenti esterni nel mirino di proteste e polemiche: "Se a questo - aggiunge Palmieri - va poi ad aggiungersi anche qualche episodio di inadempienza delle norme sulla trasparenza amministrativa, come nel caso della mancata pubblicazione sul sito del Comune di almeno un curriculum (servizio Ambiente, NdD) l'impressione che se ne ricava è che se l'obbiettivo della nuova giunta, che non esita intanto a rimpinguarsi lo staff con nuove figure esterne, era quella di ridurre i costi attraverso i necessari accorpamenti, di questo passo l'obiettivo, da conseguire entro fine anno, sarà quanto meno irraggiungibile".

 

QUASI QUASI MI FACCIO UNO STADIO - ARRIVA LA NUOVA LEGGE SUGLI IMPIANTI PRIVATI

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ROCCO CRIMI

Gianfrancesco Turano per "l'Espresso"

Le autostrade non le hanno fatte. Il Ponte non l'hanno fatto. Non hanno fatto i porti, gli interporti e i nuovi tratti dell'alta velocità ferroviaria. Il calciofilo, homo apoliticus per eccellenza, se ne frega. Lui vuole lo stadio nuovo, con le poltrone comode, l'asilo, il ristorante, il supermercato, il centro scommesse, il museo. Se no, sta a casa e guarda Sky o Mediaset Premium. Intanto la perfida Albione, la Spagna imperialista e le panzerdivisionen tedesche ci prendono a schiaffi nelle coppe europee grazie ai loro bilanci floridi. Cioè grazie ai loro stadi bellissimi, pienissimi, nuovissimi.

Questa, almeno, è la versione ufficiale. In campo, finora, si è vista una partita diversa. Dopo tre anni di discussioni, emendamenti, lobbisti trasversali scatenati, in questi giorni la legge bipartisan Butti-Lolli sugli stadi di proprietà dovrebbe essere approvata in commissione alla Camera ed entro la fine del 2011 dovrebbe ricevere il via libera definitivo dal Senato. "Il sottosegretario Rocco Crimi ha già parlato con Renato Schifani per mettere in calendario il voto finale", dice il deputato abruzzese del Pd Giovanni Lolli. "Sono abbastanza ottimista. Ma c'è un proverbio delle mie parti: chi è stato morso da un serpente ha paura anche della lucertola".

Berlusconi a Milanello Lapresse

Rettili a parte, il regalo di Natale per i venti club di serie A dovrebbe arrivare in tempo. A quel punto, tocca ai presidenti metterci i progetti e i soldi. Per la verità, un rapido sondaggio mostra che lo stadio di proprietà non piace proprio a tutti. Se andasse al voto in Lega calcio, la legge Butti-Lolli faticherebbe a raggiungere la maggioranza e dovrebbe cercarsi i Responsabili di turno per passare.

Al momento, marciano verso l'impianto di proprietà Lazio, Roma, Cagliari, Fiorentina, Palermo, Udinese, Siena ed Atalanta. La Juventus di Andrea Agnelli è l'unica ad avere già tagliato il traguardo, con il corredo dell'inevitabile inchiesta giudiziaria. In totale sono nove società, con un paio di nobili decadute in B (Sampdoria e Hellas Verona) da aggiungere alla lista.

Tutti gli altri sono poco interessati o preferiscono ristrutturare il vecchio senza comprarlo dal Comune. Fra i renitenti all'acquisto ci sono pezzi da novanta come il Milan di Silvio Berlusconi e il Napoli di Aurelio De Laurentiis. Questa gran voglia di spendere non c'è, insomma. Lo Stato si è giocato l'ultimo bonus con lo sperpero di Italia '90 e non ha denaro per sostenere il grande balzo tecnologico come hanno fatto i tedeschi con i Mondiali del 2006 e i francesi nel 1998. I privati, cioè le squadre, vogliono "compensazioni".

MAURIZIO BERETTA

Il significato del termine lo spiega Maurizio Beretta, numero uno della Lega. "Il concetto è che le altre legislazioni europee prevedevano contributi pubblici. Da noi non ce ne sono e si farà con denaro dei club. Ma la legge deve assicurare la sostenibilità economica per realizzare e poi gestire gli impianti di proprietà. Insieme allo stadio ci sarà l'autorizzazione a costruire cose diverse per finanziare gli investimenti".

Anche i Comuni, proprietari di tutti gli stadi ad eccezione dell'Olimpico di Roma che è del Coni, avranno una loro piccola compensazione con un 2 per cento sul valore dell'opera costruita. La quota sarà impegnata nella realizzazione di palestre e strutture scolastiche. Inoltre, si spera nei benefici economici che i lavori dovrebbero creare, con un investimento stimato in 2 mila euro a posto.

Gli inciampi ci sono stati, e ci saranno, sui vincoli. Il tentativo di eliminarli è fallito per opera di uno schieramento inedito composto da Pd, dalla Lega Nord e dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Le barriere del codice Urbani sui beni culturali e paesaggistici restano. Restano anche i divieti idrogeologici. Gli altri vincoli potranno eliminarli solo i titolari, cioè i Comuni in primis, poi le Province e le Regioni che dovranno dare una risposta ai privati nel giro di un anno.

Ovviamente, il mantenimento dei vincoli è una buona notizia, almeno in via teorica. In pratica, le giunte locali resteranno da sole ad affrontare il rischio di alienarsi le simpatie dei tifosi. Non sarà facile reggere la pressione, a meno di avere un consenso molto solido. Le conferenze stampa di alcuni presidenti pronti a vendere il club per contrasti con il sindaco sull'area del nuovo stadio sono diventate un classico, a cominciare dai duetti fra Diego Della Valle e Matteo Renzi per la Cittadella Viola, ora abbandonata in favore dell'area Mercafir a Novoli.

AURELIO DE LAURENTIIS

Se non altro, i vincoli garantiscono un argine contro la deregulation radicale. Un esempio. Claudio Lotito, per realizzare il nuovo Stadio delle Aquile sui terreni di Cristina Mezzaroma, sua moglie, e di suo cognato Marco Mezzaroma, dovrà affrontare una Conferenza dei servizi. Lì qualcuno proverà a spiegargli che sulla via Tiberina ci passa appunto il Tevere e che il Tevere può essere soggetto a esondazioni in una qualunque fase del match.

L'altro esempio riguarda la Caralis Arena, autorizzata dalla giunta regionale sarda lo scorso giovedì 20 ottobre. Il progetto potrà saltare la Valutazione di impatto ambientale ma dovrà superare i dubbi dell'ente di controllo dell'aviazione civile (Enac) visto che il sito scelto dal presidente rossoblù Massimo Cellino è a Elmas, nei pressi dell'aeroporto cagliaritano.

MATTEO RENZI

Altri club si stanno avvicinando all'obiettivo dello stadio nuovo in ordine sparso. Il friulano di Sicilia Maurizio Zamparini ha incominciato a costruire il suo megacentro commerciale, il cosiddetto Zampacenter nel quartiere dello Zen, molto prima del nuovo stadio del Palermo, che sorgerà a breve distanza dal mall sull'area del velodromo Paolo Borsellino. Il friulano del Friuli, Gianpaolo Pozzo, ha invece escluso per la nuova casa dell'Udinese la realizzazione di grandi aree commerciali in una zona della città già satura di ipermercati.

L'As Roma degli americani è in pieno concorso di bellezza per selezionare l'area sulla quale costruire. Tom Di Benedetto è tornato da Boston a Roma questa settimana dopo la delusione del derby perso all'ultimo minuto per incontrare Renata Polverini (Regione) e Nicola Zingaretti (Provincia). In concorso ci sono alcuni terreni privati e un terreno pubblico sulla Tuscolana che, curiosamente, non appartiene al Comune di Roma ma al Comune di Frascati.

DIEGO DELLA VALLE

Le aree private sono la Massimina di Sergio Scarpellini in zona Boccea, la Rustica sulla parte orientale del Raccordo anulare, Tor di Valle di Luca Parnasi, una zona nei pressi del nuovo svincolo autostradale di Guidonia Montecelio di proprietà della famiglia Bernardini e, per finire, Tor Vergata, un terreno che dovrebbe essere proprietà dell'Università ma è dato nella disponibilità di uno degli uomini più ricchi d'Italia, Francesco Gaetano Caltagirone.

La scelta finale avrà un effetto sull'assetto azionario del club romanista, con il proprietario del terreno che cederà l'area in cambio di una parte o di tutto il 40 percento ancora in mano a Unicredit. Di Benedetto e il fondo Raptor Accelerator del socio James Pallotta puntano a costruire un impianto definito in inglese "iconic".

CLAUDIO LOTITO

Insomma, il Colosseo in versione soccer. Il valore aggiunto in termini di design è stato chiesto allo studio di architettura londinese Populous, noto per avere progettato impianti sportivi in ogni parte del mondo e, per restare al calcio, Soccer City a Johannesburg, l'Emirates e Wembley a Londra, e lo Sports City di Doha per i Mondiali del 2022. Lo studio Populous è stato contattato anche dal presidente dell'Atalanta Antonio Percassi per il Parco dello sport, il nuovo impianto da realizzare a Grumello del Piano su un'area di proprietà della famiglia Cividini.

Prima ancora di essere costruito, il nuovo impianto di Siena ha ricevuto all'inizio del 2011 il Mipim Award, un prestigioso premio di architettura internazionale. Il Comune ha approvato il progetto del club di Massimo Mezzaroma, cugino acquisito di Lotito, già da due anni. L'opera sorgerà all'interno di un'area di 40 ettari a Isola d'Arbia, 6 chilometri a sud della città lungo la Cassia. Altre due piccole società, Cesena e Novara, hanno rinnovato sull'esistente aggiungendo il terreno in sintetico. Ma la pattuglia degli attendisti o dei contrari è ancora folta.

MARCO MEZZAROMA MARA CARFAGNA

A Milano, almeno per i prossimi tre anni, il calcio rimarrà al Meazza. La Scala del calcio sarà rinnovata per potere accedere alla qualifica di stadio d'élite e ospitare la finale di Champions league del 2014. I lavori valgono 20 milioni e verranno scontati dal canone annuale di 8 milioni pagato da Milan e Inter al Comune. "Ci saranno", dice Pierfrancesco Barletta, amministratore delegato del Consorzio San Siro, controllato alla pari dai due club milanesi, "un nuovo store, un ristorante con vista sul campo aperto sette giorni su sette, altri tre box Sky e un nuovo museo, considerando che quello attuale è già il secondo monumento più visitato a Milano con 2 milioni di ricavi l'anno scorso.

lapr massimo moratti 03

Dalla stagione prossima abbatteremo le barriere fra il pubblico e il campo, come ci chiede l'Uefa". Dopo l'Expo 2015 è possibile che la convivenza fra nerazzurri e rossoneri si interrompa, con il Milan che si tiene la dimora coniugale al Meazza. L'Inter potrebbe costruire un'arena nuova in una zona ancora da individuare. Con i bilanci della Saras in rosso, Massimo Moratti dovrà pensarci bene.

 

“FONTI DIPLOMATICHE” FRANCESI INSISTONO: L’ITALIA RISPETTI I PATTI SU BINI SMAGHI”

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1 - FRANCIA: ROMA RISPETTI PRESTO ACCORDI: 'SPERIAMO IN SOLUZIONE ENTRO LA FINE DELLA SETTIMANA'...
(ANSA)
- La Francia "spera" che l'accordo tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente francese, Nicolas Sarkozy, sul caso Bini Smaghi venga "rispettato" e si giunga a una soluzione "entro la fine della settimana" o comunque, "al più presto possibile": lo dicono fonti diplomatiche francesi interpellate dall'ANSA.

NICOLAS SARKOZYbini smaghi big

"Noi consideriamo che quello concluso tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il presidente Nicolas Sarkozy sia un 'gentlemen's agreement' e speriamo che l'accordo venga rispettato", hanno affermato le fonti, aggiungendo: "Su questo siamo assolutamente fiduciosi, speriamo che la situazione possa risolversi entro la fine del week-end o in ogni caso al più presto possibile". Quanto ai possibili incarichi da offrire a Bini Smaghi al posto della sua funzione al board della Bce, "questa è una soluzione che bisogna trovare tra italiani. E' una questione italo-italiana", hanno ribadito a Parigi.

FRANCO FRATTINI

2 - FRATTINI,BINI SMAGHI SIA RESPONSABILE MA SBAGLIA SARKOZY...
(ANSA)
- "Spero che Bini Smaghi si dimostri responsabile e lo faccia volontariamente. Lui del resto lo è e l'uscita di Sarkozy non è stata giusta". Lo sottolinea il ministro degli esteri, Franco Frattini, in un'intervista rilasciata alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, di cui una parte era stata parzialmente pubblicata anche ieri dal quotidiano tedesco. "La Bce non può accettare nessun ordine dalla politica - prosegue Frattini - neanche da Sarkozy, che la vede stretta in un angolo".

3 - FRANCIA,NESSUNA CRISI DIPLOMATICA CON ROMA...
(ANSA)
- "Non c'é alcuna crisi diplomatica" tra Francia e Italia. E' quanto sottolineano fonti del Quai d'Orsay, interpellate sul caso Bini Smaghi. A Parigi "sono assolutamente fiduciosi" su una soluzione alla vicenda, aggiungono le stesse fonti francesi interpellate dall'ANSA.

 

NAPOLETANO HA PRONTO IL PIANO: WEB E CARTA INTEGRATI E OCCHIO AI DORSI

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Enrica Roddolo per "Il Mondo"

ROBERTO NAPOLETANO

1. NAPOLETANO HA PRONTO IL PIANO...
Giornalisti a rapporto dal direttore. In via Monte Rosa a Milano, headquarters del Sole-24Ore. Il direttore del quotidiano confindustriale, Roberto Napoletano, sarebbe infatti deciso a incontrare tutti i redattori del giornale per fare il punto, dopo mesi dal suo arrivo al timone, dei progetti che ha in mente. Anche perché, nei corridoi della sede progettata dall'archistar Renzo Piano, si parla di fine novembre come data di debutto del nuovo piano editoriale che comporterà radicali novità. Con altrettanto radicali aggiustamenti organizzativi che si renderanno inevitabili.

cen35 aldo forbice

Sempre secondo quanto risulta al Mondo infatti, dei circa 15 redattori che oggi compongono il team web, solo una decina resterà all'online (per coordinare l'integrazione web-carta). Gli altri, impegnati nella scrittura web, saranno innestati nelle varie sezioni. Sezioni che dovranno riassorbire anche parte dei professionisti che ora lavorano ai dorsi locali.

E sarà proprio dai dorsi che partirà la rivoluzione di fine anno di Napoletano. Perché a presidiare il territorio resterà una pattuglia più sparuta, per concentrare le energie a Milano nel team del nuovo dorso Imprese&territorio. Ce n'è davvero abbastanza per chiamare a rapporto i giornalisti del Sole.

2. FORBICE DUELLA CON LA CASTA...
Aldo Forbice, firma storica del Giornale radio che cura Zapping, è pronto lancia in resta a una nuova battaglia. Questa volta non si tratta però di una battaglia sui diritti umani, bensì sui costi e sprechi della politica e delle istituzioni. Un tema sempre più caldo, in tempi di eurovertici. Zapping prende di mira le indennità di deputati e senatori e i vitalizi.

Paolo Ruffini

3. SOLDI RUBATI, LA7 LI MANDERÀ ON AIR...
Si dovrebbe intitolare Soldi rubati, secondo quanto risulta al Mondo, la sorpresa di fine novembre che sta preparando il neo direttore de La7 Paolo Ruffini (per il suo predecessore Lillo Tombolini è pronta la poltrona di responsabile marketing di rete) con il direttore del Tg, Enrico Mentana. Il programma, per ora se ne prevedono due puntate, sarà firmato da Nunzia Penelope con il caporedattore economia del tg Marco Fratini.

4. CONGESTION CHARGE ALLA PALERMITANA...
A Milano la giunta Pisapia pensa alla congestion charge di ispirazione londinese? A Palermo, due giornalisti, Gaspare Borsellino (direttore dell'agenzia di stampa Italpress) e Dario Pennica (alla guida dei periodici Sicilia Trasporti e Sicilia Motori), si sono attivati per far dialogare i rappresentanti di enti e aziende pubbliche con il mondo dell'auto, con l'iniziativa No smog mobility. Sul tavolo c'è il tema di attualità del rinnovo del parco vetture (rappresentanza o servizio) con auto a basse emissioni di Co2. L'appuntamento adesso è per il secondo tavolo di discussione, a ottobre 2012.

Nunzia Penelope

5. IL QUOTIDIANO? IN CLASSE E ONLINE...
Il quotidiano torna in classe per oltre due milioni gli studenti delle scuole secondarie superiori italiane che, anche quest'anno, parteciperanno all'iniziativa dell'Osservatorio Giovani-editori ideato da Andrea Ceccherini.

E per la dodicesima edizione debutterà una sorpresa web con ilquotidianoinclasse.it: saranno create redazioni composte da cinque ragazzi che dovranno realizzare reportage su temi che ogni lunedì un giornalista del Corriere della Sera, del Sole-24 Ore e del Quotidiano Nazionale inseriranno nei rispettivi blog.

9c15 andrea ceccherini

6. BIS D'AUTORE DA MANUALE...
Bis di presentazioni con grandi firme per il nuovo Manuale di diritto dell'informazione e della comunicazione (Cedam) del giornalista Ruben Razzante. Il 9 novembre a Milano con Vittorio Feltri (Il Giornale) e Umberto Brindani (Oggi), e il 16 a Roma con Antonio Catricalà, Lelio Alfonso (Rcs), Gina Nieri (Mediaset).

Ruben Razzante

 

IL PRINCIPE CARLO DICE DI ESSERE PARENTE DI DRACULA - E’ AMORE PER ELISABETTA CANALIS E MEHCAD BROOKS

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Vittoria Cecchi Gori per "Dagospia"

1 - IL PRINCIPE CARLO DICE DI ESSERE PARENTE DEL CONTE DRACULAIL PRINCIPE CARLO DICE DI ESSERE PARENTE DI DRACULA...

VLAD L'IMPALATORE

http://bit.ly/tC00CG
The InQuisitr -
Durante la sua visita in Romania, il Principe Carlo D'Inghilterra ha rivelato di essere un parente lontano di Vlad detto l'Impalatore, anche conosciuto come il vero Dracula. Il principe dice di averlo scoperto mentre indagava sulla storia della sua famiglia. Inoltre, Carlo è rimasto colpito dalla bellezza della Transilvania, definendola un "tesoro nazionale", non ancora danneggiato dalla civilizzazione.


2 - GEORGE CHI? ELISABETTA CANALIS E MEHCAD BROOKS A BERLINO...

ELISABETTA CANALIS E MEHCAD BROOKS

http://bit.ly/vR05Qb
Radar Online -
Elisabetta Canalis e' stata paparazzata di nuovo in compagnia di Mehcad Brooks, l'attraente attore di "True Bloods" Questa volta Eli e Mehcad sono stata sorpresi a Berlino, dove hanno visitato il Museo Pergamon prima di fare ritorno al Regent Hotel.
Guarda le foto nella gallery...


3 - LINDSAY LOHAN: OFFERTA DA 1 MLN $ PER IL CALCO DELLA SUA VAGINA (PER FARNE UN SEX TOY)...

LINDSAY LOHAN

http://bit.ly/uQZsUq
Perez Hilton -
Lindsay Lohan è così in bolletta che potrebbe accettare l'offerta di 1 milione di dollari, ricevuta per il calco della sua vagina, da utilizzare per farne un sex toy, chiamato Fleshlight. Se la Lohan accettera' di diventare una star dell'Adult Entertainment, presto, qualunque uomo potra' vivere l'esperienza di fare ‘l'amore' con Lei!


4 - IL FILM MILLIONAIRE DIVENTA REALTA' PER UN RAGAZZO INDIANO...

Sushil Kumar

http://bit.ly/tjAxPn
Perez Hilton -
Proprio come nel film "Millionaire", il 27enne Sushil Kumar ha vinto un milione di dollari, partecipando alla versione indiana del programma televisivo "Chi vuol esser Milionario" e rispondendo correttamente a ogni domanda. Kumar proviene da una delle regioni piu' povere della India, Bihar, e guadagna 120 dollari al mese. Con il montepremi, ha dichiarato di volere pagare i suoi debiti e comprare una nuova casa per la sua famiglia.


5 - WILL SMITH NEI SEQUEL DI “INDEPENDENCE DAY”?...

WILL SMITH

http://huff.to/sFJXL5
Huffington Post -
La Fox potrebbe produrre due sequel di "Independence Day". Nessuna parola sulla possibilità che Will Smith interpreti di nuovo il suo eroico ruolo.


6 - (VIDEO) OMAR SHARIF SCHIAFFEGGIA UNA DONNA SUL RED CARPET...

OMAR SHARIF

TMZ - Il leggendario attore Omar Sharif, 79enne, ha lasciato tutti a bocca aperta schiaffeggiando una donna sul red carpet del Film Festival di Qatar. La scena è stata ripresa dalle numerose telecamere presenti. Pare che la donna si sia avvicinata all'attore per scattare una foto. Ma allora perché Omar, nei ricordi di molti "Lawrence di Arabia", avrebbe reagito con tanta violenza?

Guarda il video choc qui:
http://bit.ly/v1GCeG


7 - IMPERDIBILE: JOHNNY DEPP E KEITH RICHARDS SUONANO INSIEME...

JOHNNY DEPP E KEITH RICHARDS

Perrez Hilton - Veramente imperdibile! Non tutti hanno il privilegio di vedere Johnny Depp, versione musicista. Ma, l'altra sera, all'afterparty della premiere di "Rum Diaries", l'attore e' salito sul palco con il grandissimo Keith Richards.

Guarda il video qui:
http://bit.ly/vlBhEx


8 - LA DUCHESSA KATE PER LA PRIMA VOLTA SOLA AD UN EVENTO UFFICIALE...

DUCHESSA KATE

http://bit.ly/uJDawq
Radar Online -
Per la prima volta, la Duchessa di Cambridge ha partecipato ad un evento ufficiale senza William. In occasione della serata benefica in favore dell'associazione In Kind Direct, che si è svolta al Clarence House di Londra, Kate ha preso il posto del suocero Carlo, che si è dovuto recare a Riyadh per porgere le condoglianze alla famiglia reale Saudi, dopo la morte del principe ereditario. Kate ha indossato un vestito lungo, bianco e scollato..
Guarda le foto nella gallery...


9 - MILLA JOVOVICH: CALENDARIO 2012 DELLA CAMPARI...

MILLA JOVOVICH

http://bit.ly/vBPvye
Just Jared -
Guarda gli scatti imperdibili di Dimitri Daniloff , per il nuovo calendario della Campari, intitolato: "E' la Fine del Mondo, Baby!". Modella d'eccezione Milla Jovovich Guarda le foto nella gallery...


10 - TOM CRUISE: IL TRAILER DEL NUOVO "MISSION IMPOSSIBLE"...

TOM CRUISE

Just Jared - Guarda Tom Cruise nel trailer del nuovo film "Mission Impossible: Ghost Protocol".

Guarda il video qui:
http://bit.ly/uXfrGz


11 - UN ARTISTA OLANDESE PROMETTE DI CREARE UN GHIACCIAIO NEL DESERTO...

PROGETTO ARTISTA AP VERHEGGEN

http://bit.ly/sbe0jH
Perez Hilton - L'artista olandese, Ap Verheggen, vorrebbe creare un ghiacciaio a forma di foglia nel deserto. Ammesso che i test scientifici dimostrino che sia possibile creare il ghiaccio nel deserto, Verheggen cominciera' a scolpire la sua opera il prossimo anno...


12 - ASHTON KUTCHER: "GQ" GENTELMEN'S BALL...

ASHTON KUTCHER

http://bit.ly/vUJXBI
Just Jared -
Ashton Kutcher ha partecipato al galà organizzato da "GQ": l'attore indossava oltre ad un completo di Hugo Boss, ancora la fede al dito, anche se non c'era traccia della sua mogliettina tradita, Demi Moore.
Guarda le foto nella gallery...


13 - KIRTSEN DUNST IN BIKINI A LAS VEGAS...

KIRSTEN DUNST

http://bit.ly/uMOIoT
Just Jared -
Si sa che Kirsten Dunst non si intimidisce nel mostrare il suo corpo: nel suo ultimo film, "Melancholia", ha recitato completamente nuda. Eccola, a Las Vegas in bikini mentre si gode una giornata a bordo piscina.
Guarda le foto nella gallery...


14 - TUTTE NUDE E TUTTE PAZZE PER ROBERT PATTINSON...

ROBERT PATTINSON

http://bit.ly/sMbbKl
Hollywood Life -
Guarda le foto di Robert Pattinson per la rivista "Details". Ora capisci perche' tutte le donne del mondo sono pazze di Lui!
Guarda le foto nella gallery...


15 - (VIDEO) ADRIANA LIMA: PUGNI DA PAURA...

ADRIANA LIMA

TMZ - Guarda il video della top model Adriana Lima che si allena , a Miami, boxando con un trainer. Wow! La ragazza picchia duro!

Guarda il video qui:
http://bit.ly/rCZi1H


16 - LE 5 PUBBLICITA' PIU' SEXY DELLA SETTIMANA...

PUBBLICITA' SEXY

The Smoking Jacket - Ecco le cinque pubblicita' piu' hot del momento, secondo "The Smoking Jacket".

Guarda le pubblicita' sexy cliccando sul link:
http://bit.ly/uUu7hz


17 - LE CONIGLIETTE PLAYBOY SI PREPARANO PER LA HALLOWEEN PARTY...

Conigliette si preparano per Halloween

The Smoking Jacket - Ecco le prime foto postate su twitter dalle Playboy Playmates in versione Halloween.
Guarda alcune delle foto nella gallery...

Scopri tutte le maschere piu' sexy qui:
http://bit.ly/rBi8Fl


18 - LE MIGLIORI, LE PEGGIORI E LE PIU' ORIGINALI MASCHERE DI HALLOWEEN INDOSSATE DALLE CELEBRITA'...

HALLOWEEN: KIM KARDASHIAN

http://bit.ly/vFx4lg
Radar Online -
Le celebrita' amano Halloween, ma, le maschere che indossano non sempre riscuotono consensi. Ecco le foto delle migliori, delle peggiori e delle piu' eccentriche maschere indossate dalle star.
Guarda le foto nella gallery...

 

NON VOGLIO DIFENDERE FINI, NON VOGLIO DIFENDERE BOSSI O SUA MOGLIE: NON C‘È PIÙ NESSUNO DA DIFENDERE

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1 - FINI? BOSSI? NON È RIMASTO PIÙ NESSUNO DA DIFENDERE...
Filippo Facci per "Libero"

FILIPPO FACCI

Io non voglio difendere Fini, io non voglio difendere Bossi o sua moglie, ecco, siamo al punto: non è rimasto più nessuno da difendere. E' vero quello che ha detto Fini sulla moglie di Bossi? Sì, è vero. Ma è vero che la moglie di Bossi ha solo fruito dei trattamenti pensionistici in vigore all'epoca? Sì, è vero. E' vero che però Fini ha avuto una caduta di stile nel coinvolgere la moglie di Bossi? Sì, è indubbio.

GIANFRANCO FINI

Ma è vero che Fini potrebbe ricordare le cadute di stile che coinvolsero la moglie sua? Sì, è indubbio anche questo. E' normale che un presidente della Camera vada a Ballarò a sparare bombe? No, anche se nessuna regola lo vieta. Ma è probabile che un presidente della Camera, che frattanto ha fondato un partito ed è passato all'opposizione, rimanga ingessato in una funzione notarile per tutta la legislatura? No, pare improbabile. Eccetera eccetera.

Potremmo proseguire e contestare tutto, anche le mie domande: tanto, nei meandri di questa millesima polemica, ritroveremmo soltanto la demarcazione che separa il torto dalla ragione nell'Italia del bipolarimo marcio, cioè la botteguccia nostra, la fazione per cui tifiamo, l'antipatia che accende il nostro riflesso. Lo so, non scopro nulla, e però vi chiedo lo stesso: voi non siete stufi? Io sì. Sono anche stufo che le risatine proibite a Sarkozy le facciamo noi tutti, tutte le sere, guardando la tv e questo strazio.

UMBERTO BOSSI

2 - SOLIDARIETÀ DI FELTRI AI BABY-PENSIONATI...
Da "Il Fatto Quotidiano"

Inviperito. Ma tanto! Vittorio Feltri, nel suo editoriale di ieri, si cimenta in un duro attacco contro Gianfranco Fini, reo di aver attaccato la moglie di Bossi e la sua baby-pensione. Scrive: "Un politico serio non fa la morale a chi, in base alle regole, sfrutta un'occasione per andare prematuramente in pensione, ma critica chi quelle regole ha vergognosamente inserito nel nostro sistema previdenziale. Comodo svillaneggiare i baby pensionati e risparmiare i politici che hanno consentito loro di esserlo".

FELTRI VITTORIO

Parole talmente sentite da sembrare parte in causa, ben oltre l'appartenenza al centrodestra. Cerca. Cerca. Cerca. Ecco la risposta: Feltri è andato in pensione a 53 anni, nel 1997. Per lui 347 milioni di lire l'anno, poi diventati 179 mila euro. Da allora ha continuato a scrivere e dirigere i giornali. Insomma, altro che Manuela Bossi e i suoi 800 euro.

3 - ROMA IN TILT PER L'IPHONE IN SALDO QUANDO LE ILLUSIONI CREANO L'INGORGO...
Dario Di Vico per il "Corriere della Sera"

L'assalto romano allo smartphone al tempo della Grande Bufera Finanziaria qualche interrogativo a economisti e sociologi lo pone. C'è innanzitutto la registrazione fattuale di come sia profondamente cambiata la nostra gerarchia dei consumi. Molto probabilmente per nessun altro tipo di merce si sarebbero create le code e la frenesia di ieri a Roma.

Ormai consideriamo gli iPhone e gli apparecchi simili come beni irrinunciabili, per certi versi identitari della nostra epoca e del nostro modo di vivere la modernità. Quando poi si intravede la possibilità di lucrare uno sconto si è disposti a qualsiasi sacrificio e tanto più a passare sul corpo dei rivali pur di arrivare per primi al bancone.

FOLLA IMPAZZITA AL TRONY DI PONTE MILVIO ROMA

È vero, dunque, che i consumi sono in contrazione ma, attenzione, non crollano e comunque la ritirata non vale per tutti i beni. Una buona parte degli italiani riesce a tener fermo il suo abituale standard di vita grazie a un meccanismo lineare, sposta risorse dal risparmio agli acquisti. Aggiungono gli statistici che il reddito medio disponibile si è certamente contratto rispetto anche solo allo scorso anno ma in una proporzione (-0,4%) non così elevata da imporre un'immediata inversione a U.

Del resto, secondo una recentissima ricerca della Swg condotta per conto della Coldiretti, l'89% degli intervistati giudica negativamente la situazione economica dell'Italia e il 62% ritiene che in futuro sia persino destinata a peggiorare. Ma il medesimo panel posto davanti alla richiesta di valutare la sua situazione economica e quella della propria famiglia dà una risposta sorprendente: i giudizi negativi riguardano solo il 21% dei casi mentre il 53% degli interpellati la giudica discreta/buona/ottima. Che vuol dire? Una cosa molto semplice: l'Italia va malissimo ma io me la cavo.

DARIO DI VICO - copyright Pizzi

Quindi, ad onta di tutte le esternazioni catastrofiste che ascoltiamo al bar, in ufficio o in tram sullo stato dell'economia e della finanza pubblica nazionale i cittadini del Belpaese continuano a pensare che la crisi sia transitoria e se ne possa andare così come è arrivata. La dirigenza dell'Istat sostiene che questo convincimento dopo l'estate è meno saldo e condiviso, che sta maturando la percezione di un cambiamento profondo dei meccanismi di funzionamento della nostra società. L'assalto all'hi-tech di ieri a Roma ci segnala però come il senso di realtà fatichi a imporsi. Anche le illusioni, a modo loro, creano ingorghi.

 

AMARO RAMAZZOTTI - EROS IN CONCERTO ALLA CORTE DEL TIRANNO DELL’UZBEKISTAN

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Monica Ricci Sargentini per il "Corriere della Sera"

EROS RAMAZZOTTI IN UZBEKISTAN

Cantare alla corte di un dittatore per soldi. Accade. E non di rado. Alcune star si rifiutano, altre invece cedono alle lusinghe di compensi esorbitanti. Oggi sarà la volta di Eros Ramazzotti. Il cantautore italiano si esibirà a Tashkent, la capitale dell'Uzbekistan, a chiusura di un festival di cultura organizzato e finanziato da Gulnara Karimova, la poliedrica e ricchissima figlia del dittatore Islam Karimov accusata dalle organizzazioni dei diritti umani, tra le altre cose, di utilizzare un milione di bambini-schiavi per la raccolta del cotone.

Islom Karimov

Il sì del cantautore italiano sarebbe arrivato dopo una serie di rifiuti da parte di altri artisti noti a livello internazionale, tra cui Andrea Bocelli. E il cachet, raccontano i bene informati, sarebbe da capogiro. Lui, però, difende la scelta per bocca del suo manager Fabrizio Giannini: «Questo qui - dice al Corriere - è un concerto a pagamento, non una convention, ed è difficile prendere una posizione per noi. La nostra agenzia, la Trident Management, ha fatto le verifiche e ce lo ha proposto. Non mi sono informato su altro. Non so nemmeno dove sia l'Uzbekistan».

sting

Ma è proprio questo il punto. È giusto fare affari con dei dittatori? Alcuni si giustificano dicendo che è un modo per far girare l'arte e la cultura anche nei Paesi senza libertà. Ma il biglietto per andare al concerto di Ramazzotti costerà tra i 150 e i 250 euro, decine di volte in più del salario medio di un cittadino uzbeko. Chi potrà mai permetterselo? «Il nostro Paese sta andando allo sfacelo - hanno scritto al Corriere in una email i dissidenti uzbeki rifugiati in Italia - la situazione è disastrosa e loro pensano alla moda e alla musica dimenticandosi della gente che muore di fame.

Questo non è assolutamente un evento di beneficenza, come vogliono far credere, ma un concerto per il presidente Karimov e sua figlia Gulnara». Due anni fa Sting partecipò alla stessa identica manifestazione per la modica cifra di quasi due milioni di sterline e fu messo letteralmente all'indice dalla stampa. Lui che si era sempre proclamato difensore dei diritti umani. «Sting sul libro paga del regime tirannico dell'Uzbekistan» titolò allora il Guardian. Prima di lui hanno ceduto al denaro Rod Steward e Julio Iglesias.

ENNIO MORRICONE

L'ultimo, lunedì scorso, è stato Ennio Morricone che ha diretto un concerto a Tashkent sempre per la settimana dell'arte. Un anno fa a finire sotto tiro per i suoi rapporti con l'Uzbekistan è stato Joan Laporta, presidente del Barcellona che aveva accettato dieci milioni di euro per due partite con la squadra uzbeka di proprietà della Karimova. E non è solo Karimov a riuscire ad attirare i grandi dello spettacolo. All'inizio di ottobre Kevin Costner, Eva Mendes, Hilary Swank e altri hanno animato la festa a sorpresa per il presidente ceceno Ramzan Kadyrov. Swank poi si è scusata con i suoi fan: «Non mi ero resa conto di chi fosse».

È bene allora che Ramazzotti lo sappia: l'Uzbekistan ha una pessima fama nel mondo per il rispetto dei diritti umani. Human Rights Watch lo considera il governo «tra i più repressivi, assieme a Corea del Nord e Birmania». Secondo Amnesty International gli arresti arbitrari e le uccisioni sono all'ordine del giorno. E spesso avvengono in maniera brutale. L'ex ambasciatore britannico Craig Murray fece sottoporre ad autopsia i corpi di due oppositori morti e scoprì che erano stati bolliti vivi.

ROD STEWART

Ma c'è chi chiude la porta in faccia alla potente Gulnara Karimova, che, oltre ad essere viceministro degli Esteri, è anche ambasciatrice in Spagna e all'Onu. A settembre a New York, durante la settimana della moda, la sfilata del suo marchio Guli è stata cancellata proprio a causa delle proteste dei dissidenti e delle associazioni dei diritti umani. Le stesse che ora invitano Ramazzotti a non suonare e a devolvere i soldi del cachet in beneficenza.

«E perché noi dovremmo sospendere un concerto che si tiene in un teatro alla presenza di 1.500 persone? - si chiede Maurizio Salvadori, manager della Trident, l'azienda che seleziona gli eventi per Ramazzotti, Jovanotti, Mango e altri -. L'Uzbekistan è un Paese riconosciuto dalle Nazioni Unite con cui l'Italia intrattiene relazioni diplomatiche. Non spetta a noi stabilire se è da mettere al bando oppure no. Noi andiamo solo a chiudere una settimana di moda e cultura. Tra l'altro a Tashkent sono andati anche Morricone e una decina di aziende italiane tra cui Cavalli. Credo sia importante portare un po' di cultura italiana in giro per il mondo. Se ragionassimo così dovremmo cancellare la nostra presenza nell'80% dei Paesi». Lo spettacolo, insomma, continua.

 


“ARTENTATO” A BERLUSCONI! - CHE CI FA IL PREMIER CON LE MANI INSANGUINATE ACCASCIATO IN STRADA A MILANO?

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Corriere.it

berlusconi pupazzo

Silvio Berlusconi con le mani insanguinate accasciato in Galleria. Niente paura. Si tratta soltanto di un manichino che raffigura il presidente del Consiglio, ma con le mani dipinte di vernice rossa, proprio a ricordare del sangue, e tra le dita un volantino. È stato trovato mercoledì sera davanti alla libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele. Sul collo aveva un cartello con la scritta «Brigate artistiche - Artentato».

Il fantoccio, realizzato in cartone e polistirolo, aveva una maschera di carnevale raffigurante Berlusconi. Era stato messo in sacchetto nero della spazzatura e lasciato sdraiato davanti al negozio. «Ci stai dissanguando», «L'Italia non ce la fa più», «La colpa della crisi è tua», queste alcune delle accuse al premier che contiene il volantino con riferimento alla crisi economica.

LE INDAGINI - Dopo averlo trovato, la polizia locale ha immediatamente avvisato la Digos e ha acquisito le registrazioni delle telecamere dei negozi in Galleria. Valuta una connessione con il presidio di fronte a Palazzo Marino dei comitati «anti-sfratto» che al momento del blitz si era da poco concluso. Ora il fantoccio, costruito con cartone e polistirolo, si trova in piazza Beccaria al comando della polizia locale. Al termine delle indagini sarà distrutto.

 

SARÀ L’EDITORE FILO BERLUSCONE ZUCCHEDDU A TRASMETTERE

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Mauro Lissia per "l'Espresso"

MICHELE SANTORO

Non è una scelta di Michele Santoro, ma sarà Tcs, emittente privata che fa capo all'editore dell'"Unione Sarda" Sergio Zuncheddu, vicinissimo al Pdl, a trasmettere in Sardegna dal 3 novembre "Servizio Pubblico", il nuovo programma ideato dall'ex conduttore di Annozero, che andrà in onda ogni giovedì alle 21 su una rete di canali locali per venticinque settimane. Un gruppo, quello di Zuncheddu, schierato politicamente dalla parte opposta rispetto al conduttore inviso a Berlusconi.

Sergio Zuncheddu

Un compromesso storico tra l'immobiliarista massone che finanzia il "Foglio" di Giuliano Ferrara, e maggiore azionista del gruppo Unione Editoriale Spa, attraverso il quale controlla il quotidiano "L'Unione Sarda" e le tv private Videolina e appunto Tcs-Telecostasmeralda, oltre alla radio privata Radiolina?

Niente di tutto questo: "La decisione è tecnica ed stata presa da Publishare, la concessionaria di pubblicità", ha spiegato Santoro alla "Nuova Sardegna", "a noi serviva una copertura regionale e Tcs la garantisce, d'altronde tutti sanno che sono abituato a convivere con gente che sta dall'altra parte. Ed è questo l'aspetto fondamentale alla base del nuovo progetto che prevede la trasmissione del programma su emittenti locali che, tutte insieme, coprano in maniera capillare l'intero territorio nazionale".

GIULIANO FERRARA

Santoro ha chiesto a Publishare di valutare altre proposte, tra cui quella dell'emittente oristanese Nova Tv: "Mi è stato detto che non sarebbe stata in grado di assicurare la copertura dell'intero territorio dell'isola anche se insieme alla tv di Iglesias Canale 40 ce l'avrebbe fatta. Alla fine la concessionaria ha fatto un'altra scelta e io mi sono adeguato", ha spiegato ancora il conduttore.

Sembrava che Santoro dovesse andare in onda su Videolina, la televisione ammiraglia del gruppo, dove la redazione giornalistica che elabora i telegiornali è saldamente ancorata a una linea editoriale molto lontana da quella di "Servizio pubblico". Forse sono state proprio le distanze politiche a indurre Zuncheddu a rinunciare a un ascolto prevedibilmente interessante, per dirottare la nuova creatura santoriana su un canale semisconosciuto.

SILVIO BERLUSCONI

Canale che, a leggere una nota di Publishare, sarebbe "leader nell'isola": in realtà sono almeno quattro le emittenti di gran lunga più popolari della frequenza su cui andrà in onda Santoro. "Vorrà dire che saremo noi a migliorare gli ascolti di Tcs", ha ironizzato il conduttore. E farlo in una tv di destra con una programmazione di sinistra, ha sussurrato, non sarebbe poi così male. Sempre che qualcuno, frugando tra le frequenze, riesca a trovarla.

 

ALDO BUSI LANCIA L’ALLARME: “DA IERI VOI UMANI SIETE UFFICIALMENTE SETTE MILIARDI. TUTTI FUORI DALLE PALLE

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APOCALISSE FAI DA TE
Aldo Busi per Dagospia

apocalypse post apocalyptic pictures

La sento nell'aria che respiro, in quello che mangio e che bevo, attraversa come una beffarda onda sonora la gente che vedo e con cui ho a che fare, riecheggia nei dolori nuovi non ancora indagati che ci opprimono ma che ci sfuggono e con cui comunichiamo con sempre minore difficoltà a non passare direttamente alle mani e alle armi, anche contro di sé, è una vocina sempre più insistente che sibila, "Moltiplicatevi e andatevene, andatevene tutti fuori dalle palle una volta per sempre", e per "tutti fuori dalle palle" non credo intenda lo stesso significato metaforico che gli davamo noi fino all'altro ieri.

Bene, da ieri voi umani siete ufficialmente sette miliardi. Se si tiene conto che non potete non condividere le percentuali della composizione delle sogliole, 60% di acqua, 30% di mercurio, 5% di coloranti e 5% di cocaina, non siete un toccasana nemmeno come concime in divenire.

post apocalypse new york postapocalyptic illustrations

Il sistema terracqueo, che ha di sé una coscienza di gran lunga più sviluppata della vostra, si è da decenni predisposto a darci battaglia - sì, me compreso, perché non tiene in alcun conto la mia ecologica e spermatica differenza - per difendere almeno se stesso e promuovere, indirettamente, l'egemonia finale dei topi sugli umani, e ora sta per sferrare il colpo di grazia: una volta era necessario un intero uccello del malaugurio per prevedere catastrofi, pestilenze, guerre, cannibalismo, pulizie etniche, modificazione irreversibile del genoma umano e conseguenti malattie ereditarie presto mortali su aree sempre più vaste della Terra, adesso basta una sola penna appena appena sensata.
Aldo Busi

POST APOCALISSE

 

L’EX DIRETTORE DE “L’OSSERVATORE ROMANO” GIANFRANCO SVIDERCOSCHI, SCATENA CONTRO IL VATICANO IL SUO LIBRO-CETRIOLO

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Orazio La Rocca per "l'Espresso"

GIANFRANCO SVIDERCOSCHI

Scandalo dei preti pedofili; maneggi finanziari; contrasti tra cardinali alla luce del sole; difficoltà nel dialogo con l'Islam e l'ebraismo; decisioni arrivate dall'alto senza adeguata spiegazione come la messa in latino e la revoca dello scomunica ai vescovi lefebvriani". Ma, soprattutto, "carrierismo clericale" da parte di una "casta ecclesiale" dura a morire e capace di "bloccare i fermenti rinnovatori" del Concilio Vaticano II.

BIOGRAFIA DI WOJTYLA DI GIANFRANCO SVIDERCOSCHI

Ecco i "mali" che stanno offuscando la Chiesa cattolica secondo un libro da poco in distribuzione e che ha mandato su tutte le furie il Vaticano e le gerarchie episcopali. Quasi una scomunica, perché l'autore non è un anticlericale che vuole la Chiesa confinata nel privato, ma uno scrittore cattolico e vaticanista tra i più noti, Gianfranco Svidercoschi, biografo di Giovanni Paolo II e, quel che è peggio, ex vicedirettore dell'"Osservatore Romano".

Stavolta il giornalista cattolico di lungo corso è accusato di tradimento dentro i sacri portoni, perché "un libro del genere non avrebbe dovuto mai scriverlo", ripetono in Vaticano. In effetti, il taglio critico verso le gerarchie si presenta fin dal titolo, "Mal di Chiesa" (Cooper, 170 pagine, 11 euro), e dal sottotitolo, "Dubbi e speranze di un cristiano in crisi".

PAPA RATZINGER

Oltretevere non hanno gradito nemmeno che Adriano Sofri, notoriamente non credente, nella postfazione parli delle "difficoltà" che l'attuale pontificato ha nel dialogo con il mondo in materia di morale, valori, sessualità, famiglia, pur dando atto alla Chiesa di operare bene sul fronte degli immigrati e del Terzo Mondo.

Il "cristiano in crisi" è, insomma, lo stesso autore, reo - lamentano in Vaticano - di aver messo in fila nomi e cognomi, scandali ed emergenze della Chiesa esplosi negli ultimi anni. "Gli attacchi mi erano arrivati già prima della pubblicazione, attraverso i blog cattolici e ambienti curiali dai cosiddetti "amici di Ratzinger". Gente più papalina del Papa che alla minima obiezione strilla sempre che è stato ordito un complotto contro Benedetto XVI.

WOJTYLA

Poi, col solito stile ovattato, con le mezze parole, ma con un tono via via sempre più polemico, quasi rabbioso, sono arrivate contro il libro le reazioni negative di diversi ambienti vaticani, e in particolare della Segreteria di Stato", racconta Svidercoschi. In realtà, "la crisi della Chiesa ha cause remote", aggiunge. "Ed i fatti gravi accaduti in questi ultimi anni, come la vicenda dei preti pedofili, non sono altro che la spia della persistenza di quelle cause, mai completamente rimosse".

TARCISO BERTONE

Cause che Svidercoschi fa direttamente risalire a "una casta clericale forte, ramificata in tutti gli ambienti, tremendamente insidiosa, sempre in grado di inquinare la Chiesa, di bloccarne i fermenti rinnovatori". Con questo libro, "grido tutta la mia sofferenza di cristiano di fronte a quanto sta accadendo nella Chiesa sperando che quanto prima si avvii una grande opera di riforma che non coinvolga solo i preti e i vescovi, ma tutto il popolo di Dio, a partire dai seminari".

Osservatore Romano

 

CINEMA - “IL MIO DOMANI” CON GERINI, SFIGA E CRISI - “A FEW GOOD MEN” DIVERTENTE MA GIÀ VISTO

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Marco Giusti per Dagospia

MARCO GIUSTI - Copyright Pizzi

Festival di Roma. Secondo giorno. Vabbe'. "Il mio domani" di Marina Spada, primo film italiano in concorso, si segnala come grande ritorno ai bei tempi della sfiga e delle crisi delle donne in carriera milanesi. Serissimo, va detto, come è seria tutta l'opera di Marina Spada, già regista di un interessante e altrettanto triste "Come l'ombra" nel 2006 e di un documentario sulla poetessa milanese Antonia Pozzi. E' proprio una poesia della Pozzi, morta suicida nel 1938 a 26 anni, che chiude il nuovo film della Spada. Allegrissimo, va detto. La Spada non si fa mancare niente. Neanche una sequenza con un piccione morto.

Il mio domani di ilaria spada

Certo, con un cinema composto ormai unicamente da film comici e commedie (ma cosa avremo poi da ridere in italia?), un film drammatico diventa merce preziosa. Claudia Gerini, credeteci o no, è una manager milanese in carriera (lo so che non ci credete, ma lei è credibilissima...) con famiglia disastrata e una sua vita sentimentale ancora più disastrata.

Va a trovare ogni settimana in campagna il padre morente, un serissimo Raffele Pisu (si è lui, ma ce lo ricordiamo in pochi come comico degli anni '60), ha una storiella complessa con un capetto un po' stronzo che non le dice praticamente nulla, un'altra con un ragazzotto più giovane, rompe con la sorella quando si porta a casa sua il figlio di lei, un nerd bietolone senza mento. Come lavoro fa degli assurdi corsi a piccoli manager che stanno per essere licenziati ("una spruzzata di Chanel per coprire l'odore della merda", le dice cattivo un tipo appena cacciato).

il mio domani

Come hobby gira per Milano, vede il grosso buco dei lavori di Ligresti & Co. (è un film di sinistra nato prima della giunta Pisapia) e frequenta una scuola di fotografia dove le viene dato il compito di farsi un autoritratto nuda. Beh, almeno qui abbiamo un sussulto, sappiamo che la Gerini, per regola, in tutti i suoi film seri si è sempre spogliata (nelle commedie invece mai) e aspettiamo il momento buono. Niente, non ci fa vedere niente. Magari ci siamo addormentati nel momento buono...

A Few Best Men

Alla fine si farà un autoscatto vestita e prenderà coscienza di tutto finendo in Grecia con dotta spiegazione (il mito di Athena, già battuto da Esther Williams) in una lunga sequenza antonioniana con tanto di musica di Paolo Fresu.
Serio, ma pesantissimo, con una grande Gerini, assolutamente credibile nel ruolo dell'intellettuale milanese. Certo, il piccione morto Marina Spada se lo poteva risparmiare.

CLAUDIA GERINI NE IL MIO DOMANI

Passo al secondo film. "A Few Best Men", fuori concorso, è una divertente commedia australiana scritta dall'inglese Dean Craig, autore di "Funeral Party", e diretto da Stephan Elliott, regista del supergaio "Priscilla", ma anche del più o meno identico "Un matrimonio all'inglese". Siamo infatti ancora una volta (no, basta!) di fronte a una wedding comedy (si dirà così), cioè una commedia dove due ragazzi si devono sposare, solo che stavolta lui è un ragazzo inglese e lei una ricca australiana con famiglia pesantissima. Cambia anche il set: l'Australia. E, magari, gli inglesi si divertono a sentire come parlano gli australiani.

il mio domani claudia gerini marina spada

Il tutto è rovinato dai tre testimoni dello sposo, che rendono l'allegro evento un megadisastro come fosse un qualsiasi film di Brizzi o Max Bruno. Sì, è scritto meglio, ma le gag sono un trionfo del già visto. C'e' un padre senatore, ricco e potente, una mamma fuori di testa, una grande Olivia Newton John che si fa di coca e inizia a cantare e a ballare al ritmo dei Village People (è il miglior momento del film), l'immancabile animale che verrà massacrato, in questo caso un pecorone australiano chiamato Ramsy, uno spacciatore fuori di testa che rivuole i suoi ovoli di coca finiti in bocca proprio a Ramsy e poi ricuperati proprio da dove pensate dai tre ragazzi. Rispetto alle nostre commedie osa molto di più sul sesso e sul linguaggio esplicito. E l'idea di Olivia Newton John che si fa di coca fa davvero ridere.

A Few Best Men poster

Molto carini gli attori, l'australiano Xavier Samuel, lo sposo, Laura Brent, la sposa, Kim Marshall, Kevin Bishop e Tim Draxley, gli amici. Non ci sono né Isabelle Adriani né Raffaella Fico.

 

A Few Best Men

PERCHÉ NESSUNA DELLE TESTATE ‘SINISTRE’, DA ‘REPUBBLICA’ A ‘L’UNITÀ’, HA PUBBLICATO LE OPINIONI DEI ‘DISSIDENTI’ RENZI E

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Fabrizio Rondolino per "il Giornale"

GIULIANO FERRARA

«Dove vuole andare a parare Giuliano Ferrara?», si chiede sospettosa l'Unità. Quale disegno starà coltivando il mefistofelico direttore del Foglio, nonché amico, fan e consigliere del Caimano in persona? Quale devastante strategia sta mettendo a punto il dispettoso Elefantino contro il nobile quanto ingenuo Pd - quel partito che, se non perdesse le elezioni, di sicuro le vincerebbe?

Già, perché Ferrara, fra una risata in faccia a Sarkozy e un'esegesi papale, ha commesso l'imperdonabile leggerezza - citiamo ancora dall'Unità - di «ospitare le opinioni di alcuni rappresentanti (chi più titolato, chi meno) del Partito democratico». A parte la parentesi sul «titolato», che sta allo stalinismo più o meno come Sarkozy sta a De Gaulle, il sospetto dell'Unità ha un timbro vagamente surreale, visto che stiamo parlando di giornali politici, e i giornali politici, come persino i custodi dell'ortodossia dovrebbero sapere, ospitano prevalentemente interventi politici - chi più titolato, chi meno.

NICOLA ZINGARETTI

La domanda dunque va rovesciata: perché mai un dirigente del Pd in dissenso con la linea Landini-Fassina che oramai governa le sorti di quel partito deve rivolgersi al Foglio per poter veder pubblicata la sua opinione? Il Pd - caso più unico che raro al mondo - ha addirittura due quotidiani di riferimento (cioè finanziati col denaro pubblico che lo Stato riserva ai giornali di partito), l'Unità ed Europa; a sinistra si pubblicano anche il Riformista, diretto da un leader storico del Pci come Emanuele Macaluso, e il manifesto, che nasce proprio come giornale del dissenso comunista. C'è poi il Fatto e, naturalmente, c'è Repubblica, di cui il Pd, in un curioso rovesciamento delle parti, sembra a volte l'agit-prop e la muta cinghia di trasmissione.

È mai possibile che nessuna di queste sei autorevolissime testate abbia trovato la curiosità, l'interesse e lo spazio per pubblicare le opinioni di alcuni trentenni che preferiscono la Bce alla Fiom, sono pronti a discutere di riforma delle pensioni e credono che la flessibilità faccia bene all'occupazione? Come mai soltanto il Foglio ha giudicato degno di pubblicazione l'intervento con cui Nicola Zingaretti prende garbatamente ma fermamente le distanze dalla politica economica della segreteria del partito?

RENZI

Il vero dramma della sinistra italiana, dopo il dilagare del giustizialismo, è il prevalere di un pensiero unico anche nelle politiche economiche e sociali: è un pensiero unico che ribalta tutte le acquisizioni della «Terza via» di Tony Blair e archivia le scelte liberali e liberalizzatrici del governo Prodi-Ciampi, per ripiegare invece sulla difesa testarda e miope del sistema di garanzie che ha portato alla bancarotta dello Stato e all'esclusione dal mercato del lavoro di milioni di «non garantiti». Se dunque «chi inneggia a proposte liberiste» (la prosa dell'Unità è da antologia) trova spazio sul Foglio e non sui sei quotidiani che la sinistra ogni giorno manda in edicola, è perché la sinistra ha smesso di pensare.

MAURIZIO LANDINI

La scorsa settimana i «T-Party» (dove «T» sta per trentenni) avevano pubblicato sul giornale di Ferrara un manifesto che in parte rimpiange Prodi e la stagione nascente dell'Ulivo, e in parte solleva questioni di stringente attualità (ancor più dopo la lettera d'intenti del governo italiano all'Unione europea): pensioni, mercato del lavoro, liberalizzazioni, flessibilità. I giornali della sinistra benpensante e ben allineata si sono limitati a una breve citazione, o al silenzio.

stefano fassina

Ieri è stata la volta di Zingaretti, il presidente della Provincia di Roma che molti considerano l'anti-Renzi, e che con il sindaco di Firenze tuttavia condivide l'abitudine a pensare con la propria testa. Anche il manifesto di Zingaretti, certo più moderato di quello dei trentenni, apre il dibattito su pensioni e flessibilità, invitando la sinistra a non considerarli più un tabù. E anche Zingaretti ha dovuto bussare alla redazione del Foglio. Ma la censura, anche involontaria e casuale, non è mai una buona scelta. Se per ogni cinque interviste a Pisanu e dieci panegirici di Fini i giornali di sinistra pubblicassero di tanto in tanto anche un intervento riformista, non allineato e vagamente liberale, di certo il sistema neuronale del Pd ne trarrebbe grandi vantaggi.

 

A ZINGARETTI STA COSTANDO CARA LA PAGINA CONQUISTATA SUL ‘’FOGLIO’’, BERSANI AI SUOI: “MA CHE VUOLE QUESTO?

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Bigador per Dagospia

NICOLA ZINGARETTI

1 - Lupi è preoccupato. Vado, non vado. Che faccio? Berlusconi fa finta di niente, ma certo non è contento. Cicchitto è più chiaro: "Ma che sei matto? Ti sembra il momento?". Ma lui ci tiene. Vuole correre! Vuole comunque partecipare alla Maratona di New York del sei novembre. Con lui altri 14 parlamentari, tutti fissati per quei 42 km e 195 metri. Per la cronaca: il record del ciellino è tre ore e 45.

PIERLUIGI BERSANI

2 - Ansia all'Ansa. La giornalista (donna, eh...) che ha ricevuto la lettera anonima dei dissidenti presunti scajolani è stata messa in croce da redazione, colleghi e destroni. Tutti vogliono avere i nomi dei ribelli. Dopo l'attacco di Cicchitto, l'Ansa è stata costretta a un'agenzia di difesa...

3 - Ribelli sì, ma anche furbetti. La missiva "mortale" è stata diramata dopo il rompete le righe. Tutti con il valigione da ponte, tutti partiti, Montecitorio vuoto, quindi meno testimoni. Anche nelle opposizioni è caccia alla talpa.

4 - Galletto dove sei? Il triumvirato pidiellino è mozzato dalla sua celebre cresta: di Denis Verdini non si hanno notizie. Perso nell'inchiesta del Credito Cooperativo Fiorentino, ha lasciato soli sia Bondi che La Russa. Deve risolvere troppi guai...

MAURIZIO LUPI

5 - Segnaliamo lo schiaffo odierno al Pompetta. Anche questa volta arriva dall'estero: il portavoce del governo tedesco, Steffen Sibert, ha citato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto nei giorni scorsi sulla crisi per l'Italia, aggiungendo di confidare che anche il Governo italiano la pensi come lui. E' chiaro?

Flavia Perina

6 - Il cauto fratello del commissario Montalbano paga pegno: gli sta costando cara la pagina conquistata sul Foglio, dove ha enunciato il suo programma. Bersani ai suoi: "Ma che vuole questo? Si è montato la testa? Il leader sono io...io...io...io!!!"

7 - Angolo seduttori: ma quanto è piacione Villari?

8 - Auguri a Flavia Perina, nominata commissario di Fli a Roma. Certo, Fini, poteva almeno avvertirla. Macché, ha deciso, e via perché "stiamo entrando in guerra, e voglio gente mia nei posti strategici". Alla camerata, i complimenti del centrosinistra. Meno della destra.

VERDINI gmt

 

larussa foto gmt

BINI SMAMMA? - NAPOLTANO RICEVE BINI SMAGHI AL QUIRINALE - SOLO IL QUIRINALE RIUSCIRA' A SCHIODARE IL BANCHIERE FIORENTINO - INTANTO BERLUSCONI CONTINUA LA SUA POLITICA: RACCONTA UNA BARZELLETTA DI PUTIN AGLI STATI GENERALI DEL COMMERCIO ESTERO E COMUNICA CHE L’EURO NON HA CONVINTO NESSUNO”...

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(ANSA) - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale Lorenzo Bini Smaghi, membro del Comitato Esecutivo della Banca
Centrale Europea. Lo rende noto una nota del Quirinale.

LORENZO BINI SMAGHI GIORGIO NAPOLITANO

(ANSA) - "C'é un attacco all'euro che come moneta non ha convinto nessuno, perché non è di un solo Paese ma di tanti che però non hanno un governo unitario né una banca di riferimento e delle garanzie". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, intervenendo agli Stati del commercio estero.

 

SCENE DI ORDINARIO CINISMO SENZA LIMITISMO ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI ROMA

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1 - «AHO, E CHI È?» FAN, COATTE E IL DJ BOY GEORGE...
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

Poi arriveranno i cinefili neri. Intanto c'è la solita esilarante emozione del red carpet romano.
Transenne.
Folla.

MICHELE PLACIDO LUIGI E RAFFAELLA CHIARIELLO

Passa Luc Besson, maestro assoluto. «Aho... e chi è 'sto panzone?».
Passa Michelle Yeoh, magnifica diva cinese-malese: «Ammazza che cassettone...».
Poi compare Patrizia Pellegrino (attrice da anni inspiegabilmente ignorata sia da Ettore Scola che da Nanni Moretti) lo sguardo tirato ma sorridente, tutti merletti, un enorme collo di volpe sintetico, un vestitino rosa che, tra qualche istante, cederà. «A Patrì! Amore mio... A bella! Vie' qua, famose 'na foto...».

Ovazione per Michele Placido.
Gli unici politici che si avvicinano alla gente sono il sindaco Gianni Alemanno e la governatrice del Lazio Renata Polverini (sorprendentemente in abito nero e non in jeans). Gianni Letta a passo veloce. Come Piero Fassino (inseguito dal grido di un ex comunista: «A Pierooo! Facce sogna'!»). Fabrizio Cicchitto, colonnello pdl, rasente il muro, testa china.

IL RIPOSO DELLATTORE

ADDOBBI FLOREALI
Il muro sotto al quale passa Cicchitto è stato «reso unico - recita così il comunicato del Festival - dall'istallazione dell'artista Simon J. Lycett, da anni collaboratore della famiglia reale inglese». Un fuoriclasse. Che ha tappezzato cento metri di parete con migliaia di mele rosse e centinaia di verze (varietà di cavolo a foglie eduli che i romani adorano saltare in padella con aglio, olio e peperoncino). La domanda è: quanto dureranno simili decorazioni?

LUIGI ABETE

FESTE E FESTONI
Cominciata la sarabanda. Poco fa Boy George (che nonostante quello che s'è fumato e bevuto gode di ottima salute) è venuto a fare il dj in uno stand subito preso d'assalto da plotoni di bori e coatte. Nella notte, cena di gala ai Mercati di Traiano. Mille invitati. Con il tradizionale colpo d'occhio: amici degli amici, imbucati, zie, cugini, commesse, sciampiste, attricette, papponi, avvocati, notai, portantini.


2 - BOY GEORGE PORTA BRIO AL FESTIVAL
Claudia Alì per "Il Messaggero"

Arrivato all'aeroporto, in borghese tutto vestito di nero, con cappotto lungo nero, occhialoni scuri e tatuaggi in bellavista, con il suo manager e con due truccatori, proprio per il party inaugurale della sezione del Festival Focus, quest'anno dedicata alla Gran Bretagna, Boy George, ha evitato orde di fotografi, sino a che il suo trucco non fosse perfetto. Tempo impiegato: due ore in un camerino nascosto dell'Auditorium. Mentre suonava le sue hit anni ‘80 remixate in chiave moderna, in consolle sorseggiava solo acqua. In platea, scatenata, Valeria Solarino.

GIANCARLO ABETE I SIGNORA

3 - BOY GEORGE TRA CAVOLI E SIGARETTE...
Silvia Fumarola per "la Repubblica"

BOY GEORGE

1 - Boy George, sempre più somigliante all´ex ministro Bondi, non delude mai: porta un cappello verde acido, giacca nera ricamata con rose rosse e un teschio sulla schiena tempestato di strass. Look ironico, ma scarso sense of humour: abbandona il photo call infastidito dallo scherzo delle "Iene" e se ne va.

2 - Royal red carpet con le creazioni del floral designer Simon Lycett, che ha curato anche gli addobbi delle nozze di Kate e William. In onore del cinema inglese bandiere della Union jack con cavoli e mele, patriottismo ecologista.

3 - Ecologici i centomila posacenere tascabili per i fumatori del Villaggio del cinema, «così 600 mila filtri di sigaretta al giorno non verranno dispersi nell´ambiente». Chi li avrà contati?

AURORA COSSIO

4 - VERDONE: GALAN DIVENTA IL MINISTRO DELL'AGRICULTURA
Mario Ajello per "Il Messaggero"

«Galan è stato ministro dell'agricoltura, ma andando avanti così rischia di diventare il ministro dell'agricultura». Carlo Verdone lo dice con tono sobrio, si concede giusto un piccola battuta, in un discorso preoccupato.

DE LAURENTIIS CON I SUOI CINESI

Che cosa la preoccupa, Verdone?
«Mi preoccupa vedere la cultura italiana non trattata con la sensibilità e l'amore che meriterebbe».

Non le piace Galan?
«Non ce l'ho con lui. Dico soltanto che l'esempio va dato dall'alto, e i ministri, specie se sono ministri dei Beni culturali, non devono considerare la cultura come un normale problema di bilancio. O muovercisi dentro in maniera poco attenta».

A che cosa si riferisce?
«Per esempio, alla Biennale di Venezia. Non conosco personalmente Paolo Baratta, ma perché rimuoverlo contro il parere di tutti, a destra e a sinistra, nonostante abbia operato bene? E perché sostituirlo con Giulio Malgara, che è una figura professionale diversa, ha altre attitudini, è un pubblicitario?».

Arturo Braghetti

E Pompei?
«Intanto parliamo di Roma. Questa città è il fulcro della storia del mondo. Non bisogna trattarla con superficialità e pressappochismo. Ha bisogno di avere un ministro dei Beni culturali molto forte. Noi campiamo di rendita, sulle antichità romane, sul Barocco, sul '700, sull'800, sulle avanguardie artistiche e architettoniche del '900, ma la custodia di questa rendita e il suo sviluppo sono doveri di primaria importanza, a cui dedicare tutte le energie e tutte le risorse. E invece, che cosa vediamo? Una sorta di derby fra Venezia e Roma, su quale delle due merita più dell'altra di essere la città del cinema».

ELIANA MIGLIO

Lo merita più Roma o più Venezia?
«Sono due città diverse, hanno due manifestazioni cinematografiche diverse: ma perché mai Galan le ha dovute mettere in competizione? Il mio comunque è un discorso generale. Noi sulla cultura ci giochiamo tutto, o almeno ci giochiamo quel minimo di credibilità che c'è rimasta. Non può essere trattata come...».

Agricultura?
«Come l'ultimo dei nostri problemi. Dev'essere il primo. In Europa, dove tutti hanno meno tesori storici rispetto all'Italia, non conoscono la parola degrado. Qui cade un pezzo di Pompei al giorno, e si fa finta di niente».

ELENA SOFIA RICCI

Che cosa serve?
«Io chiedo a Galan di battersi. Vediamo sparire teatri, cinema, biblioteche, siamo all'evaporazione di un patrimonio incommensurabile di memoria storica e culturale, e lì dentro non c'è solo il nostro passato ma anche il nostro futuro».

 

L’INFORMATIVA DELLA GDF RACCONTA I RAPPORTI OPACHI TRA IL DALEMONE MORICHINI E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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Gian Marco Chiocci e Patricia Tagliaferri per "il Giornale"

MASSIMO DALEMA

«Lo spaccato messo in evidenza dalle intercettazioni richiama l'attenzione investigativa su un ritenuto contesto collusivo tra settori produttivi, ambienti politico-istituzionali e comparti della pubblica amministrazione finalizzato a veicolare la conclusione di affari e l'acquisizione di commesse e pubbliche amministrazioni». Si conclude così una prima informativa del Valutario della Gdf di Roma sull'attività di Vincenzo Morichini, dalemiano doc, socio della barca Ikarus, indagato in un'inchiesta su false fatturazioni che sfiora la fondazione ItalianiEuropei dell'amico Max per la quale «Enzo» si dà un gran da fare raccattando qua e là contribuiti da decine di migliaia di euro.

Tra i generosi elargitori di finanziamenti spunta non a caso la «Arkon Srl» della famiglia Paganelli (padre e figlio indagati insieme a Morichini e all'ex consulente di Bersani, Franco Pronzato, nell'inchiesta Enac) proprietaria della compagnia «Rotkopf» che ha ospitato gratuitamente a bordo, per cinque volte, Massimo D'Alema (poi corso a saldare i passaggi aerei solo dopo esser stato indagato e interrogato dal pm). L'informativa dà conto dei riscontri all'ipotesi che la società Sdb di Morichini venisse utilizzata strumentalmente «per l'emissione di fatturato per operazioni inesistenti». Per la Gdf, dunque, il lobbista era in grado di «ottenere finanziamenti da parte degli stessi imprenditori a favore di strutture vicine alla politica».

«ENEL, POSTE, INPAD, INAIL...»
La Finanza rimarca i contatti fra Morichini e Fabio Matteo Cipolat Gotet, espressione della società di diritto israeliano «Security Israle Ltd» con sede a Netanya, nella pianura di Sharom, attiva nel comparto dei «servizi connessi a tecnologie informatiche che avrebbe sviluppato un sistema di sicurezza per le aziende denominato M86 Security». Oggetto delle relazioni fra Cipolat e Morichini sembra essere proprio questo prodotto, distribuito attraverso la società Rdz «in quanto destinato a essere veicolato attraverso la stipula di contratti per forniture in enti e società di pubblico servizio della pubblica amministrazione». Sul punto, rimarca la Finanza, Morichini si relaziona con Enel, Poste, Inpdap, Inail, Poligrafico dello Stato.

MORICHINI, SEDUTO

In una telefonata del 27 gennaio i due fanno riferimento a contatti con la dirigenza Inail. Cipolat: «Io martedì sono da Guidi... alle due vado a verificare la situazione all'Inail». L'ultimo giorno dell'anno invece i due parlano dei «rapporti da attivare con la dirigenza Inpdap (direttore generale), per il tramite di una persona non meglio specificata, già dirigente presso il ministero del Lavoro».
Morichini: «Poi 'na cosa...stamattina ci siamo incontrati perché vanno...dal direttore generale dell'Inpdap».
C: «Vanno?».
M: «Si...va una persona che è stato direttore generale».

Morichini si trova anche a reclamare i compensi dovuti alla sua attività di intermediazione, ad esempio con la società a partecipazione pubblica Gse.
M: «Siamo messi bene, vorrei comincià, me so rotto i c... e poi, un'altra cosa, dì ai tuoi amici... quando ci vediamo definiamo io e te definiamo un paio di cose».
C: «Martedì ci vediamo» (...).
M: «Parla con gli amici... il lavoro è lavoro (...).
C: «So che una fattura è stata pagata».
M: «Non diciamo cazzate, non hanno pagato niente (omissis)».

AGLI ESTERI PER L'APPALTO
Altro esempio snocciolato dalla Gdf è relativo al capitolo dei «contatti col ministero degli Esteri per l'acquisizione di pubbliche forniture». Nelle intercettazioni fra i due si fa riferimento all'ambasciatore Giampiero Massolo (non indagato), segretario generale della Farnesina, capo di gabinetto del ministro Fini nel 2004, il cui nome venne fuori l'anno scorso nell'inchiesta sulla casa di Montecarlo a causa di alcune mail partite dalla sua segreteria per la nomina a console onorario a Saint Marteen di Francesco Corallo, plenipotenziario della holding del gioco Atlantis, alle cui dipendenze lavorava il broker James Walfenzao a sua volta collegato alle società off-shore che tra milioni di affittuari trovarono casualmente il cognato di Fini.

Giampiero Massolo

Considerato nell'ambiente diplomatico un finiano di ferro (anche se in una lettera al Giornale il 12 ottobre scorso smentì sia di appartenere a filiere politiche sia di aver favorito Corallo nel cui ristorante a Saint Marteen, proprio nel 2004, Fini venne fotografato) Massolo è il soggetto con cui è in contatto Morichini prima, e Cipolat poi. Quest'ultimo riferisce il buon esito del colloquio alla Farnesina «anche in virtù - scrive la Gdf - dei contatti intercorsi in precedenza (di Morichini, ndr)».

GUANTI BIANCHI AL MINISTERO
Cipolat spiega che ad aprile-maggio 2011 sarà bandita una gara dal valore di 6 milioni di euro e che «si farà in modo di inserire la loro tecnologia all'interno di questa gara». Il 7 febbraio sempre Cipolat intravede difficoltà nell'appalto: «L'importante è come dici te, mettere il piede dentro, col piede dentro troviamo il modo di allargarci».
Morichini: «Certo».
C: «Questa è la situazione. Però (al ministero, ndr) è andata molto bene, adesso ti allineo magari delle persone che ho contattato (...)».

FABIO MATTEO CIPOLAT GOTET

M: «Sì, sì».
C: «... in modo tale che tu... perché detto tra me e me, qua sono state fatte proprio le presentazioni del tipo... "ho ricevuto una telefonata da", "ho piacere di incontrarla" e "vediamo di capire come fare" quindi...».
M: «Certo».
C: «C'è un allineamento notevole da un punto di vista di messaggio».
M: «È il capo che l'ha detto».
C: «Sì sì, no, ti confermo che mi hanno trattato con i guanti bianchi».

 

BOSSI CHE NON È BOSSI - UNA MOTO CHE ROMBA IN CHIESA? - SANTADECHÉ E I MISTERI “GRECHI”

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Riceviamo e pubblichiamo:

IL SITO DELLA LEGA NORD CON BOSSI DI VENT ANNI FA

Lettera 1
C'è crisi. Il popolo (8.000 persone) è costretto a mettersi in fila a Roma dalla sera prima per comprare un cellulare od un PC con 50/100 euro di sconto. Chissà quanti precari, cassintegrati e disoccupati erano lì in fila perchè chi ha i soldi, di certo non spende notte od ore di fila per risparmiare 100 euro.
C'è crisi. A Milano in centinaia in fila dalla sera prima per essere tra i primi acquirenti (a prezzo pieno) dell'ultimo IPhone (900 euro). E socuramente tra loro ci sono precari, cassintegrati e disoccupati. Oltre alle gravi situazioni familiari presentate sempre dai giornalisti, l'Italia è anche questo. Purtroppo o per forntuna a seconda della visione.
Audacecipiace

La ressa davanti al negozio Trony

Lettera 2
Dago, ma non sarebbe il caso che a pressare Bini Smaghi fossero La Vitola, Bisignani o Penati?! A me sembrano di gran lunga piu' efficaci del banana e del culatello messi insieme. Ps. a proposito del banana su Bisi Smaghi: «Crea incidente con la Francia, abbia senso dello Stato»!!! E poi dicono che il nostro leader non e' lucido..Mi verrebbe da dire "stika". Un abbraccio con forte senso dello Stato.
Lo scrondo

Lettera 3
Right or wrong, my chair.
Vittorio Tipinifini Tipinibini(smaghi) InFeltrito

Lettera 4
Dopo Sting, Morricone e Rod Stewart, ora Eros Ramazzotti. Una cosa è certa, il Premier dell'Uzbekistan ha dei gusti musicali orrendi...

Lettera 5
dago ahò, ho letto degli aspiranti sindaci de roma ...mesà che er prossimo consjo comunale lo famo al circolo canottieri tevereremo oppure ai parioli ar tennisclub!!!! rido pe nun piagne
becerus

LORENZO BINI SMAGHI

Lettera 6
Caro DAgo, cio che si è verificato con le alluvioni e gli smottamenti nel nord Italia si era gia verificato in proporzioni ancora maggiori a Giampilieri (ME). Adesso tutti che lanciano raccolte fondi (Mediaset, la Rai, la7, Corriere dell sera, Repubblica). Mi chiedo perche tutte queste belle iniziative non sono state prese per Giampilieri. Solo perchè siamo al sud e ci accusavano di costruire case abusive dove non si poteva ? (ma la stessa cosa e successo in quel paesino della Liguria costruito nel letto del fiume). Trovo tutto questo umiliante e vergognoso ... poveri e dimenticati ...
F. Sergi

Lettera 7
BASTA CON QUESTI POLITICI CORROTTI.
VOGLIAMO ALTRI POLITICI CORROTTI.

Lettera 8
Secondo Daniela Santanchè e Maria Stella Gelmini i "grechi" "ripercorrirebbero" il tunnel...Quelle che frequentano master fantasma e vanno a dare esami di abilitazione in Univerità del Sud, e si sente.
Viper

Valter Lavitola

Lettera 9
mollemente sdraiato sulla sua amaca, stamane michele serra vomita superiorità e supponenza bo-bo addosso ai diecimila del trony di roma. dimenticando che questi hanno fatto una notta di coda solo per poter avere con un po' di sconto le stesse cose che lui, evidentemente, acquista senza alcuna difficoltà. questo è solo l'ultimo esempio dell'unica, sprezzante, attenzione che la gauche caviar è capace di riservare alle masse ai tempi della crisi. incurante del fatto che se questi idolatrano il dio led è solo perché questi stessi maître à penser in cinquant'anni, nell'assicurarsi un benessere personale molto illuminato, non sono in realtà stati in grado di diffondere un briciolo di pensiero alternativo a questi falsi idoli consumistici.

sbeffeggiando anzi chi come la chiesa, ha continuato e continua a farlo. accecato dal suo snobismo, serra non si accorge poi di essere caduto nello stesso trappolone di tutti i suoi più rinomati colleghi: con una svendita di fine serie trony è oggi riuscita ad avere una quantità di grp's che manco con trentadue doppie pagine su quotidiana nazionale e 200 30 sec. in prime time. chissà come girano le balle a quelli di media world.

Lettera 10
Caro DAGO, il compianto premio Nobel per l'economia MODIGLIANI, ascoltatissimo quando parlava male dei primi anni berlusconiani, veniva ignorato con imbarazzo quando indicava nell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori la prima causa del sottosviluppo dell'impresa italiana, quasi sempre borderline con la piccola impresa artigiana.
Adesso ci chiedono imperiosamente da fuori di dargli retta.

Ma ci vuole tanto a capire (parlo dei cittadini, non di quei mandarini del "sindacato") che se è piu' facile licenziare è correlativamente piu' facile assumere? e che il contratto di lavoro non è un'adozione? Una chicca: l'applicazione dell'art. 18 è esclusa per le assunzioni da parte degli organismi sindacali.....saluti
BLUE NOTE

EROS RAMAZZOTTI IN UZBEKISTAN

Lettera 11
Caro Dago, il ragionamento di Bini! Smamma! alla Zanzara, se pur carpitogli con un ignobile trucco, ha una sua logica: non puoi dimissionarmi platealmente, coram populo, come si degrada un militare fellone. La trattativa andava condotta con discrezione, in modo che il dimissionato potesse mettere liberamente sul piatto tutte le sue ragioni e pretese. Ma ormai la frittata è fatta, e la discrezione è andata a farsi benedire. E allora come fare per schiodare l' ingombrante banchiere dalla poltrona bramata dai francesi?

Secondo me un sistema c'è: Berlusconi gli dia l'esempio, dimettendosi prima lui. In fondo le ragioni di B. per restare abbarbicato alla poltrona sono praticamente coincidenti con quelle di Bini Smamma: sono stato eletto regolarmente, non posso accettare pressioni esterne, credo di svolgere splendidamente il mio incarico, ho il diritto di arrivare a fine mandato. B. faccia dunque il sacrificio, si dimetta lui, e vedrà che Bini Smamma, signorilmente, smammerà.
Lo spulcia BCE

Lettera 12
Dopo la lettera alla UE che parla anche di licenziamenti mi aspetterei l'"abituale" cazziatone di quest'ultima quando "sbagliamo".....oppure questa volta , guarda caso,non fa niente?
a mandolfo (StC)

maltempo in liguria da corriere.it

Lettera 13
Dago, ma l'hai mai visto il sito della lega nord? C'è la testata principale con una foto di Bossi che definire d'antan mi sembrerebbe riduttivo... Chi glielo dice ai legisti che Bossi non è più quel giovane, attivo, volitivo personaggio ma un vecchio, offeso e anche un po' rincoglionito? Con immutata stima

Lettera 14
Dagocentauri, Mi riferisco al solito Andrea Scanzi che si fà aedo di un'Italia che vede solo lui - e il bello è che si bea e si crede interprete unico del sentiment
popolare - già più volte da me criticato, ma non scarsi risultati. Ci riprovo ora di fronte all'intemerata che sublima l'arte letteraria scanziana: "La spiegazione ultima di questo lutto nazionale è l'adesione filologica (ma sa quello che scrive?), generosa, e testamentaria di Marco Simoncelli ad un'idea di arte nichilista che sconfigge la morte guardandola ogni volta in faccia...".

Premesso che mi piacerebbe verificare quanti tra i fans del povero ragazzo capiscono questa e altre frasi del sublime Scanzi, non mi capacito nel constatare come un giornalista possa scrivere simili elucubrazioni, distaccato dalla realtà vera e derivate da una sua personalissima idea delle cose. Simoncelli è seguito dagli amanti delle corse in moto, sta bene. E' uno che ha coraggio o forse tanta voglia di rischiare. Gli è anadata male e il fatto ci addolora. La morte di un ragazzo è una tragedia. Ma che da uno sport pericoloso si traggano le considerazioni dello Scanzi è una forzatura inaccettabile.
Luciano.

DANIELA SANTANCHE

Lettera 15
basterebbe poter licenziare quelli che hanno dormito una notte in piedi per comprare il nuovo iphone !

Lettera 16
Buongiorno Dago, ho letto che Angelino Alfano ha dichiarato in riferimento alla manovra: "Seguita l'Europa". Questo significa che hanno deciso di equiparare i loro compensi da parlamentari a quelli europeri? Non mi pare. Non l'ho letto da nessuna parte. Ma se perfino il Premier giapponese si e' decurtato il compenso del 30% per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto. Perche' i nostri non lo fanno? Questa e' una priorita': dimostrare il loro impegno diminuendo le spese parlamentari. Dimostrare che anche loro si "sacrificano" come facciamo noi. Ma sarebbe chiedere troppo.
Fabrizio

Lettera 17
Caro Dago, non passa giorno che non si senta parlare di qualche "malpancista" in Parlamento che potrebbe far cadere questo Governo da operetta.
Ma nessuno di questi pavidi omuncoli lo farà mai. Il leggere di una fantomatica "Lettera" di deputati all'intrattenitore di Arcore fa solo crescere ulteriormente la rabbia.
Allargamento al Terzo Polo per salvare l'Italia? Ma cosa vi siete bevuti?

MARIA STELLA GELMINI

Presto vedremo Scajola nuovamente sistemato e gli scajolani nuovamente appecorinati... e nel frattempo ammuina, come da anni a questa parte, tutto sempre uguale...
La Storia castigherà questa gente e i loro cognomi per i secoli a venire, altro che craxiani e democristiani, ma nel frattempo nel mio piccolo noto una cosa curiosa...
Più passa il tempo più vedo attorno a me gente normalissima diventare "Potenziali Blac Block", e non frequento centri sociali...

Il fatto è che in Parlamento non si rendono conto che stanno già rischiando la propria incolumità, altro che "Allargamento della Maggioranza al Terzo Polo o al PD"...
Essendo questi ultimi già parte organica della maggioranza che sta svendendo un Paese, ho paura che non saranno trattati in modo diverso, è solo questione di tempo...
PotereAiPiccoli

SILVIO BERLUSCONI

Lettera 18
Caro Dago , noi italiani riusciamo a fare cazzate dappertutto , persino ai funerali . Che senso ha far rombare una moto in chiesa ? Non era meglio accendere il motore all' esterno ? E se il povero Simoncelli anziché di motociclismo fosse stato campione di tiro al piattello , cosa si sarebbero inventati ?
PIOMBO ROVENTE

 

MILANO NEGATIVA (-1,66%) DOPO L’ASTA SUI BOT - TREMONTI “VENDE” IL DEBITO AI CINESI

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1 - BORSA, LA GIORNATA: ASTA BTP AFFOSSA MILANO, TONFO BANCHE...
(LaPresse) - L'asta di Btp, che ha registrato tassi record, ha appesantito una Borsa di Milano che chiude maglia nera tra le principale piazze europee. L'indice Ftse Mib lascia l'1,78% a 16.653,55 punti e il Ftse All-Share perde l'1,66% a 17.433,68 punti. Il Tesoro ha collocato 2,979 miliardi di Btp con scadenza al 2022, con un rendimento annuo lordo schizzato al 6,06%, in crescita dello 0,2% rispetto all'ultima asta di settembre.

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Lo spread con il Bund è tornato a salire (a 377 punti base alla chiusura della Borsa), mentre il comparto bancario è andato a fondo, con Banca Montepaschi (-4,81% a 0,3605 euro), Banco Popolare (-6,41% a 1,125 euro), Ubi Banca (-3,34% a 2,89 euro), Unicredit (-4,36% a 0,899 euro) e Intesa Sanpaolo (-0,92% a 1,394 euro. Quest'ultima tiene anche perché secondo il test effettuato dall'Autorità bancaria europea (Eba) non dovrà ricorrere ad alcuna ricapitalizzazione. Più delicato il caso di Unicredit. Per Piazza Cordusio il buffer di capitale indicato dall'Eba per raggiungere un Core Tier 1 al 9% entro il 30 giugno 2012 è di circa 7,4 miliardi di euro.

ANNA MARIA TARANTOLA

Maglia nera del listino principale è la Popolare di Milano (-9,57% a 1,465 euro). La Consob ha appprovato la pubblicazione del prospetto di Bpm per l'aumento di capitale da 800 milioni di euro a 0,30 euro per azione deliberato dal vecchio cda di Piazza Meda. Il periodo di offerta avrà inizio il prossimo 31 ottobre e si concluderà il 18 novembre, mentre il prezzo di emissione delle nuove azioni è stato determinato dal consiglio di gestione applicando uno sconto del 40,3% circa rispetto al prezzo teorico ex diritto delle azioni ordinarie, calcolato sulla base del prezzo di riferimento di Borsa della giornata di oggi. Chiusura debole per le principali Borse europee.

piazza affari

L'indice Ftse 100 di Londra cede lo 0,2% a 5.702,24 punti, il Dax di Francoforte guadagna lo 0,13% a 6.346,19 punti e il Cac 40 di Parigi lascia lo 0,59% a 3.348,63 punti. A Madrid, l'indice Ibex mostra un ribasso dello 0,5% a 9.224,4 punti. Tornando a Milano, oggi è stata la giornata dei conti di Mediobanca, che cede l'1,23% a 6,03 euro. Piazzetta Cuccia ha chiuso il primo trimestre dell'esercizio fiscale 2011-2012 con un utile netto di 56,8 milioni di euro, in calo del 55,5% sul primo trimestre 2010-11. L'utile da partecipazioni cresce invece a 64 milioni, con un buon apporto della partecipata Generali, che termina la gionata con un calo dello 0,44% a 13,46 euro.

Titoli di stato

Contrastata la galassia Agnelli, con Fiat (-4,98% a 4,846 euro) e Fiat Industrial (+0,66% a 6,845 euro). Oggi l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha spiegato che ci sarà un dividendo per il 2011, ma che "è impossibile dare indicazioni" in merito. Tra gli altri titoli del paniere principale, bene Autogrill (+1,21%) e Tenaris (+2,44%). Calano invece Mediolanum (-4,04%), Atlantia (-3,16%), FonSai (-2,81%), Telecom Italia (-2,22%), Pirelli (-1,33%) e Terna (-2,33%). A2A, alle prese della trattativa con Edf per il riassetto di Edison, cede l'1,97% a 0,994 euro.

Foro Buonaparte perde, fuori dal listino principale, il 4,71% a 0,829 euro, dopo l'annuncio della perdita netta per 93 milioni di euro nel terzo trimestre, per circa 70 milioni di svalutazioni e l'effetto della Robin Hood Tax, che incide per 23 milioni.

BERLUSCONI-TREMONTI

2 - BTP: ASSEGNATI 2,9MLD DECENNALI CON TASSO AL 6,06%, TOP DAL 1997...
Radiocor - Il rendimento lordo del BTp decennale italiano ritorna sopra il 6% per la prima volta dal 1997. Nell'asta di oggi, la quinta tranche del BTp scadenza 01/03/2022, collocata per 2,9 miliardi a fronte di una domanda pari a 3,79 miliardi, ha registrato un rendimento annuo lordo del 6,06%, in aumento di 20 centesimi rispetto all'asta precedente. Ai massimi dal 2000 il rendimento del BTp triennale: la settima tranche del triennale scadenza 01/07/2014 e' stata piazzata al 4,93% lordo (+0,24 centesimi) per un importo di 3 miliardi (4,1 miliardi la domanda).

Assegnata anche la tredicesima tranche del CcTeu scadenza 15/10/2017: l'importo pari a 1 miliardo ha spuntato un rendimento pari al 5,59%. Per il BTp off-the-run scadenza 01/09/2019, infine, l'importo collocato e' stato apri a 870 milioni e il rendimento si e' attestato al 5,81%.

cina big

3 - CRISI:TREMONTI A CINA,IN UE STRAORDINARIO INVESTIMENTO...
(ANSA) - "Investire in Europa credo sia uno straordinario investimento". Lo afferma il ministro dell'Economia Giulio Tremonti durante la riunione dell'Aspen Institute a Venezia, presente il vice presidente della Scuola centrale del Partito comunista cinese Li Ingtian. "Investire conviene - dice Tremonti - ha grandi ritorni".

4 - CRISI: LI JINGTIAN, FONDO SALVA-STATI? NON VOLTEREMO MAI SPALLE AD AMICI...
(ASCA) - ''Noi non volteremo mai le spalle ai nostri amici. Sono sicuro, al riguardo, che il governo cinese prendera' le decisioni giuste''. Lo ha detto Li Jingtian, vicepresidente della Scuola centrale del Partito comunista cinese, rispondendo ad una domanda - a margine del vertice Aspen di Venezia - sulla disponibilita' di Pechino ad investire in Europa e in particolare a partecipare al Fondo Salva Stati.

Bruno Lescoeur

5 - BORSE EUROPEE: LONDRA -0,2%, FRANCOFORTE +0,13%, PARIGI -0,59%...
(LaPresse) - Chiusura debole per le principali Borse europee. L'indice Ftse 100 di Londra cede lo 0,2% a 5.702,24 punti, il Dax di Francoforte guadagna lo 0,13% a 6.346,19 punti e il Cac 40 di Parigi lascia lo 0,59% a 3.348,63 punti. A Madrid, l'indice Ibex mostra un ribasso dello 0,5% a 9.224,4 punti.

6 - BORSA, SPREAD BTP-BUND A QUOTA 377 PUNTI BASE...
(LaPresse) - Si attesta a 377 punti base lo spread tra Btp decennali e Bund alla chiusura delle principali Borse europee, con i buoni del Tesoro italiani scambiati sul mercato secondario a un tasso del 5,96%. Il differenziale di rendimento tra Bonos spagnoli e Bund si attesta a 324 punti base, mentre quello tra i titoli tedeschi e gli Oat francesi si allarga, avvicinandosi di nuovo a quota 100 punti base (ora a 97 punti).

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7 - EDISON: FRANCESI PRONTI A CONCEDERE PRESIDENZA ITALIANA...
Radiocor - Il presidente della nuova Edison, con ogni probabilita', sara' un italiano. E' tra le concessioni che Edf, pronta a salire alla maggioranza assolut a della societa' a valle del riassetto, sarebbe disposta a fare in termini di governance agli italiani, che resteranno comunque al 30% del capitale. I francesi hanno piu' volte ribadito l'interesse a mantenere il socio italiano nel capitale e si auspicano, nonostante le incomprensioni degli ultimi anni, una convivenza piu' proficua nei prossimi tre anni, al termine dei quali scadra' la put concessa a Delmi.

8 - FIAT: MARCHIONNE,CON CHRYSLER NECESSARIA CONVERGENZA ENTRO 2014...
Radiocor - 'E' necessaria una convergenza entro il 2014 tra Fiat e Chrysler. Ancora nessuna decisione sul come fare, che resta aperto'. Cosi' l'ad del la Fiat, Sergio Marchionne, agli analisti. 'Abbiamo fatto tutto il possibile per arrivare a una piena integrazione - ha indicato - Ancora non c'e' una soluzione ultima sul come realizzare l'integrazione. Abbiamo ancora molto tempo prima di trovarla'.

SERGIO MARCHIONNE

9 - FIAT: MARCHIONNE, CI SARA' UN DIVIDENDO 2011, MA NESSUNA INDICAZIONE...
Radiocor - 'Ci sara' un dividendo', a titolo del 2011, ma 'non intendo dare indicazioni'. Cosi' l'a.d. di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, risp ondendo agli analisti in conference call.

10 - FIAT: MARCHIONNE,CON CHRYSLER TARGET 2011 LIQUIDITA' OLTRE 18 MLD...
Radiocor - Fiat-Chrysler punta a un target 2011 di oltre 18 miliardi di euro a livello di liquidita'. E' quanto si legge nelle slides che l'a.d. Sergio Marchionne illustrera' agli analisti in conference call con la presentazione 'Sulla strada per diventare un costruttore di auto globale' (On track to global carco) consultata da 'Radiocor'. Confermato per il 2011 un debito netto industriale tra 5 e 5,5 miliardi, un utile netto di 1,7 miliardi, un utile della gestione ordinaria oltre 2,1 miliardi (dato rivisto da circa 2,1 miliardi), ricavi oltre 58 miliardi e spese di capitale di circa 5,5 miliardi.

marchionne

11 - FIAT: MARCHIONNE, PER IPO CHRYSLER SERVE PRIMA STABILITA' MERCATI...
Radiocor - Prima di prendere in considerazione uno sbarco in Borsa di Chrysler, controllata da Fiat, 'bisogna attendere che i mercati siano stabil i'. Lo ha detto l'a.d. di Chrysler e Fiat, Sergio Marchionne, durante la conference call a commento dei risultati di bilancio del terzo trimestre diffusi ieri.

12 - CRISI, FITCH ASSEGNA RATING AAA A FONDO EFSF DOPO RAFFORZAMENTO...
(LaPresse) - Fitch ha assegnato il rating a lungo termine 'AAA' al fondo salva-Stati europeo Efsf, dopo l'approvazione da parte dei 17 Paesi dell'eurozona del rafforzamento dello stesso. Lo comunica l'agenzia di rating in una nota, sottolineando che il giudizio "non commenta in maniera specifica l'accordo a grandi linee per massimizzare le risorse dell'Efsf, annunciato all'ultimo summit dell'area dell'euro" dello scorso 26 ottobre.

mo30 roversi monaco gnudi ponzellini

13 - MEDIOBANCA: FABIO ROVERSI MONACO ENTRA IN CDA PER MINORANZE...
Radiocor - E' Fabio Roversi Monaco ad entrare nel cda di Mediobanca in rappresentanza delle minoranze. Candidato dalla Cassa di Risparmio di Bologna, Rove rsi Monaco e' stato eletto consigliere dall'assemblea dei soci di Mediobanca per gli esercizi 2012-13 e 14, dopo che la lista ha ricevuto piu' voti di quella dei fondi che candidava l'economista Francesco Giavazzi.

14 - TELECOM: NAGEL, VALORIZZARE LA SOCIETA' ANCHE CON OPERAZIONI DI M&A...
Radiocor - 'Su Telecom e su altre societa' la valorizzazione va fatta per via ordinaria ma anche per via straordinaria, cioe' anche approfittando di operazioni di M&A. Credo che sia un tema importante e condiviso da tutti i soci Telco ma va sottoposto all'a.d di Telecom e non prioritariamente ai soci'. Lo ha detto l'a.d di Mediobanca, Alberto Nagel, rispondendo alle domande dei soci che chiedevano le intenzioni riguardo alla partecipazione detenuta in Telecom tramite Telco.

NAGEL E SIGNORA

15 - BPM: NAGEL, ACCOLLO AUMENTO NON VERREBBE UTILIZZATO PER 'SCOPI DIVERSI'...
Radiocor - Anche se l'aumento di capitale di Bpm dovesse comportare un accollo da parte di Mediobanca, che lo garantisce, 'questo non verrebbe mai utilizzato per scopi diversi, non e' nel nostro stile e nel nostro interesse, verra' trattato come sempre con intelligenza', ovviamente cercando di 'non incorrere in minusvalenze'. Lo ha detto il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, rispondendo ai soci all'assemblea.

'Il resto sono fantasie come sono fantasie che noi abbiamo chiamato questo o quell'investitore. E' stata la banca a farlo', ha aggiunto Nagel, indicando anche che 'il fatto che ci siano nuovi investitori rende un accollo meno facile e meno evidente rispetto all'assenza di un investitore'. Mediobanca guida il consorzio di garanzia dell'aumento di capitale della popolare.

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16 - RECCHI (ENI): PUNTARE SU RETE GAS EUROPEO PER FARE A MENO RUSSIA...
(LaPresse) - "Se oggi potessimo contare su una rete del gas europeo interconnessa, se cioè l'eccesso di gas prodotto in Spagna potesse essere trasportato in Italia o la carenza di quello in Francia potesse essere coperta dai picchi di disponibilità quello dei Balcani, se così fosse, oggi l'Europa potrebbe fare del tutto a meno del gas russo". Lo ha detto il presidente dell'Eni, Giuseppe Recchi, a un convegno organizzato a Torino da Banca intermobiliare. "Pensate che forza politica - ha aggiunto - si acquisterebbe, creando l'interconnessione europea, già solo nel potere negoziale a trattare con i russi".

17 - BPM: BONOMI SALE AL 2,914% (CONSOB)...
Radiocor - Andrea Bonomi e' salito al 2,914% in Banca Popolare di Milano prima dell'assemblea della banca del 22 ottobre scorso. In base alle comunicazioni Consob sulle quote rilevanti, la Bi-Invest di Andrea Bonomi che gestisce il fondo Investindustrial IV e' titolare del 2,914% rispetto al precedente 2,673%. Il 2% e' detenuto dal fondo, mentre lo 0,498% e' in capo a Global Financial and Commercial Holdings e lo 0,416% a Global Financial and Commercial Holdings White. L'operazione e' avvenuta lo scorso 20 ottobre. Andrea Bonomi ricopre la carica di presidente del Consiglio di gestione dell'istituto.

andrea bonomi

18 - RITORNO AL PUNTO DI PARTENZA IL TAGLIO DEL DEBITO GRECO RIPORTA LA CRISI AL 2009...
Neil Unmack per "la Stampa" - Il taglio del debito greco è poco consistente. Le banche hanno approvato i punti principali di un accordo per tagliare il 50%del valore dei loro titoli di Stato greci, spianando la strada a un ulteriore supporto dall'area euro. Ma ciò lascia la Grecia con un onere del debito maggiore rispetto all'inizio della crisi.

IL TELETHON DI PAPANDREOU

Molto è ancora in alto mare. Le banche hanno concordato un taglio nominale del 50%, mediante lo scambio delle loro obbligazioni esistenti con nuovi titoli. Ma stanno ancora negoziando su quello che riceveranno di preciso in cambio. Quanto più soddisfacente l'accordo, tanto più probabilmente i creditori lo accetteranno. Sempre che, molto generosamente, si dia per scontato che i creditori privati che detengono 200 miliardi di euro di obbligazioni firmino l'intesa. Si tratta del 90% del debito privato greco in essere, escludendo le obbligazioni in possesso della Bce e i buoni del Tesoro a breve termine. Un taglio del debito del 50% ridurrebbe il debito totale della Grecia di 100 miliardi di euro, portandolo a circa 256 miliardi.

Tuttavia, per rendere più accettabile l'accordo, la Grecia darà agli obbligazionisti 30 miliardi di euro di attività esenti da rischio per sostenere il valore delle sue nuove obbligazioni. La Grecia dovrà prendere in prestito questo importo dal fondo di salvataggio europeo. Ciò aumenta il suo debito totale fino a 286 miliardi di euro, ovvero circa il 130% del Pil, quindi superiore rispetto a quello del 2009 quando la crisi del debito del Paese esplose per la prima volta.

La buona notizia è che l'accordo costringe le banche a svalutare le loro obbligazioni greche, portandole a livelli più realistici. Questo dovrebbe significare che i problemi del debito della Grecia avranno meno forza di traumatizzare i mercati. Ma l'accordo non può certo cambiare la situazione. Il potenziale per tensioni politiche è ancora grande, e una maggiore ristrutturazione potrebbe essere ancora necessaria.

tasse

19 - PRESSIONE FISCALE AL MASSIMO STORICO BANKITALIA: NEL 2012 SALIRÀ AL 43%...
Da "la Repubblica" - La pressione fiscale in Italia continua a crescere. Nel 2012, secondo il Def (Documento di economia e finanza) si attesterà al 43,8%, il massimo storico. Sono i calcoli di Daniele Franco, capo della ricerca economica della Banca d´Italia, in una audizione in Parlamento. Le stime «non includono gli effetti dell´attuazione della delega fiscale e assistenziale (la clausola di salvaguardia) che determinerebbero più entrate fino a 0,2 punti di Pil nel 2012, un punto nel 2013 e 1,2 nel 2014».

Franco parla nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riceve il vertice di palazzo Koch: l´ex governatore e nuovo presidente Bce Mario Draghi, il successore Ignazio Visco e il direttore generale Fabrizio Saccomanni. Il capo dello Stato ribadisce che l´Istituto è «presidio fondamentale del sistema economico-finanziario».

20 - EXPORT: FEDERALIMENTARE, PROSEGUE CORSA, +10% SUI 7 MESI...
(ANSA) - L'export dell'industria alimentare italiana, anche se con un tasso in leggero rientro rispetto ai mesi immediatamente precedenti, continua la sua marcia sostenuta: nei primi sette mesi 2011 registra, infatti, una quota di 12.829,6 milioni di euro, con un incremento del +9,9% sullo stesso periodo 2010. Lo afferma il Centro Studi di
Federalimentare.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO

La dinamica dell'export alimentare nell'area Ue - aggiunge Federalimentare - si è confermata, ancora una volta, più contenuta (+8,9%) di quella generale, a seguito della
diversificazione degli sbocchi perseguita dagli operatori. Bene gli Usa (+12,4%) e alcuni mercati emergenti, come: Russia (+26,5%), Cina (+26,6%), Turchia (+24,1%), Brasile (+35,5%), Corea del Sud (+17,5%) e Sud Africa (+40,2%). Va sottolineato, tuttavia, che - con l'eccezione di Cina e Turchia - i trend risultano in leggero declino rispetto a quelli registrati nel primo semestre. Il saldo import-export corrispondente è pari a un attivo di
2.259,3 milioni, pari a -0,3

 

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