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SALTA L’ECOFIN, MILANO -1% - CROLLA STM - MARPIONNE PROMETTE INVESTIMENTI - PONZELLINI, CDA D’URGENZA

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1 - BORSA, LA GIORNATA: ATTESA PER VERTICE UE, A MILANO MALE BANCHE...
(LaPresse)
-L'attesa dei mercati è tutta per il vertice di domani tra i capi di Stato e di governo dell'Unione europea. All'ordine del giorno ci saranno la ricapitalizzazione delle banche e i poteri del fondo di salvataggio Efsf. La Borsa di Milano chiude la vigilia del vertice in ribasso, con l'indice Ftse Mib che cala dell'1,06% a 16.060,49 punti e il Ftse All-Share che mostra un ribasso dello 0,94% a 16.875,45 punti.

GIULIO TREMONTI ASSONNATO MERKEL

A rendere più nervosa la giornata anche la notizia della cnacellazione dell'Ecofin, previsto per domani mattina in preparazione del vertice. È probabile che ai ministri delle Finanze dei 27 Paesi dell'Unione spetterà una rifinitura tecnica successiva delle misure anti-crisi. Le principali Borse europee chiudono in negativo. Il Ftse 100 di Londra cede lo 0,41% a 5.525,54 punti, il Dax di Francoforte lo 0,14% a 6.046,75 punti e il Cac 40 di Parigi l'1,43% a 3.174,29 punti. A Madrid, invece, l'indice Ibex chiude in rialzo dell'1,18% a 8.957,1 punti. In realtà ad accelerare i ribassi ha contribuito l'apertura negativa di Wall Street, sulla scia dell'indice della fiducia dei consumatori negli Stati Uniti sceso a 39,8 punti, minimo da marzo 2009, quando si era nel bel mezzo della recessione.

A Milano crolla Stmicroelectronics, del 7,42% a 5,055 euro, dopo la diffusione dei risultati al terzo trimestre. I ricavi netti dei primi nove mesi del 2011 per Stm hanno visto un aumento dello 0,4% a 7,54 miliardi dollari, dai 7,51 miliardi dollari nello stesso periodo del 2010, con un utile netto di 661 milioni. Tuttavia, nei tre mesi chiusi al 30 settembre, i ricavi netti hanno raggiunto quota 2,44 miliardi di dollari, contro i 2,56 miliardi del secondo trimestre (-4,9%), mentre l'utile netto è stato pari a 71 milioni di dollari, rispetto ai 198 milioni del periodo luglio-settembre del 2010.

MARIO DRAGHI SERGIO MARCHIONNE

Non c'è ottimismo sul comparto bancario, in vista del vertice di domani. Cadono gli istituti di credito, con Unicredit (-3,4% a 0,866 euro), Banco Popolare (-2,43% a 1,163 euro), Intesa Sanpaolo (-1,47% a 1,273 euro), Ubi Banca (-1,34% a 2,95 euro), Banca Montepaschi (-1,04% a 0,36 euro) e Popolare di Milano lo (-0,49% a 1,638 euro). Domani mattina si terrà il primo consiglio di sorveglianza di Piazza Meda presieduto da Filippo Annunziata. Tra le banche chiude con il segno opposto Bper (+0,08% a 6,3 euro).

Bene la galassia Agnelli, con Fiat (+0,37% a 4,922 euro), Fiat Industrial (+2,22% a 6,205 euro) e la controllante Exor (+0,31% a 16,2 euro). Oggi l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha ribadito l'ottimismo sui conti del gruppo. "Siamo sulla strada giusta - ha spiegato il manager italo-canadese - per raggiungere tutti gli obiettivi fissati". Nei prossimi giorni verrà alzato il velo sui conti al terzo trimestre, su cui Marchionne non ha comunque anticipato nulla.

Oggi la Fiat ha annunciato che uscirà dall'Anfia, l'associazione nazionale delle case automobilistiche, dopo aver deciso di abbandonare Confindustria. Tra gli altri titoli del listino principale, calano Mediaset (-3,04%), Ansaldo Sts (-2,48%), Enel (-2,09%), Eni (-1,06%), Finemccanica (-1,17%) e Pirelli (-1,76%). Salgono invece Generali (+0,39%), Tenaris (+2,36%) e Parmalat (+2,1%). Balzo per Lottomatica, maglia rosa del listino con un rialzo del 5,3% a 13,9 euro.

mirafiori

2 - BORSE EUROPEE: LONDRA -0,41%, FRANCOFORTE -0,14%, PARIGI -1,43%...
(LaPresse)
- Chiudono sotto la parità le principali Borse europee. Il Ftse 100 di Londra cede lo 0,41% a 5.525,54 punti, il Dax di Francoforte lo 0,14% a 6.046,75 punti e il Cac 40 di Parigi l'1,43% a 3.174,29 punti. A Madrid, invece, l'indice Ibex chiude in rialzo dell'1,18% a 8.957,1 punti.

MASSIMO PONZELLINI

3 - FIAT: SINDACATI, DA MARCHIONNE CONFERMA INVESTIMENTI FABBRICA ITALIA...
Radiocor
- L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne 'ha ribadito l'impegno a proseguire gli investimenti negli stabilimenti italiani, confermando la piena validita' del progetto industriale Fabbrica Italia, nonostante la forte difficolta' del mercato automobilistico europeo che si registrera', secondo le previsioni, anche nel 2012'. Lo scrivono in un comunicato congiunto Cisl, Uil, Fim, Uilm e Fismic, dopo aver incontrato il numero uno del gruppo. 'Dall'incontro in questione - si legge ancora nella nota - e' emersa la piena volonta' della Fiat a rimanere in Italia rafforzando i propri siti industriali sul territorio nazionale'.

4 - FIAT: UTILE NETTO A 170 MLN IN III TRIM, DEBITO SI IMPENNA...
Radiocor
- Nel terzo trimestre Fiat dovrebbe segnare un utile netto intorno a 170 milioni di euro e un utile della gestione ordinaria a 705 milioni. Considerando questa cifra in dettaglio, 120 milioni spettano a Fiat Auto, 440 milioni a Chrysler e 85 milioni a Ferrari-Maserati. E' quanto risulta dalle stime medie di un consensus di una ventina di analisti, da cui emerge anche che l'indebitamento netto industriale e' atteso a 4,1 miliardi (da 489 milioni a fine marzo).

EDISON

Il deciso incremento e' legato all'esborso per l'acquisizione delle partecipazioni in Chrysler dal Governo americano e da quello canadese, realizzate rispettivamente nel giugno e nel luglio scorso. Per l'intero 2011 e' previsto un utile netto di 710 milioni, un utile della gestione ordinaria di 2,18 miliardi e un indebitamento netto industriale a oltre 5 miliardi. Per il 2012 atteso un utile netto a 1,09 miliardi e un risultato della gestione ordinaria pari a 3,07 miliardi. I dati della trimestrale di Fiat saranno esaminati da l cda il 27 ottobre.

5 - BPM: PONZELLINI ALLERTA VECCHIO CDA PER GIOVEDI' SU AUMENTO CAPITALE...
Radiocor
- Il presidente uscente della Banca Popolare di Milano, Massimo Ponzellini, convoca 'in via d'urgenza' il vecchio consiglio di amministrazione dell'istituto per giovedi' alle ore 16. L'ordine del giorno, secondo quanto si legge nell'avviso di convocazione che porta la data di oggi, consultato da Radiocor, prevede tre punti: 'Comunicazioni del presidente, attuazione della delibera assembleare afferente l'aumento di capitale' con le 'delibere inerenti e conseguenti' e infine 'varie ed eventuali'.

Ponzellini specifica poi che 'tale convocazione - che viene effettuata in via d'urgenza - si intendera' automaticamente superata dall'eventuale iscrizione, presso il registro delle imprese di Milano, dello statuto della banca approvato dall'assemblea del 22 ottobre scorso, di cui vi verra' data tempestiva notizia'.

henri-proglio-edf

6 - EDISON: GIOVEDI' A PARIGI VERTICE DECISIVO RAVANELLI-PIQUEMAL...
Radiocor
- E' in agenda per giovedi', a Parigi, un incontro tra Renato Ravanelli, direttore generale di A2A e il direttore finanziario di Edf, Thomas Pi quemal, che potrebbe risultare decisivo per raggiungere un'intesa sul riassetto di Edison. Nello stesso giorno e' al momento convocato un consiglio di sorveglianza di A2A mentre i patti parasociali su Edison scadono a fine mese, dunque lunedi' prossimo. Le trattative, fanno notare fonti vicine ad A2A, partiranno dallo schema condiviso a marzo, che prevedeva il break up di Edipower, e non dalla nuova proposta presentata ieri dai francesi.

7 - EDISON: EDF, SUL TAVOLO LA VECCHIA E LA NUOVA PROPOSTA...
Radiocor
- Giovedi' intenso per il dossier Edison. A Parigi oltre all'incontro tra il direttore finanziario di Edf, Thomas Piquemal e il direttore generale di A2A, Renato Ravanelli, si terra' anche la riunione del cda del gruppo elettrico francese. A pochi giorni dalla scadenza del 31 ottobre concordata per il raggiungimento di un accordo sul futuro di Edison, la vicenda non figura ufficialmente all'ordine del giorno del board di Edf, convocato per il pomeriggio, ma e' attesa un'informativa sugli sviluppi.

Bruno Lescoeur

Da parte francese non si nascondono sorpresa e perplessita' per la reazione italiana alla nuova proposta per la riorganizzazione della societa' di Foro Bonaparte, presentata ieri mattina e bollata come 'irricevibile' dal presidente del cds di A2A, Graziano Tarantini. 'La nuova offerta francese non e' stata tirata fuori all'improvviso dal cappello. E' stata concordata nel senso delle richieste dei soci italiani. Altrimenti non sarebbe stata resa pubblica', indicano fonti finanziarie trans alpine, che riferiscono anche di un atteggiamento 'incoraggiante' da parte del Governo italiano.

Dal fronte francese si fa notare anche che in questi mesi, tra uno slittamento e l'altro delle scadenze, non e' giunta da parte italiana alcuna proposta alternativa per la riorganizzazione di Edison, se non quella di una put a livelli 'fuori mercato', lasciando sempre che fosse Edf a individuare un percorso gradito alle parti. Comunque sia, sul tavolo della trattativa giovedi' oltre all'offerta presentata ieri ci sara' anche la proposta di marzo, gia' oggetto di un accordo di massima tra Edf e i soci di Delmi, ma allora bloccata dal Governo in nome dell'italianita' di Edison. L'ultima opzione resta quella della vendita all'asta. Come ha spiegato ieri Piquemal, Edf vuole evitarla, ma per farlo va raggiunto un accordo 'nelle grandi linee' entro lunedi'.

Augusto Benessia

8 - INTESA SANPAOLO: COMPAGNIA SAN PAOLO NON SVALUTERÀ LA QUOTA
finanza.com
- "Consideriamo altamente probabile l'incasso del dividendo di Intesa" ha detto il Presidente della Compagnia di San Paolo Angelo Benessia. Benessia ha inoltre annunciato che la Compagnia manterrà "a bilancio il valore della partecipazione al costo storico perché riteniamo che le attuali quotazioni non riflettano il valore effettivo della banca".

9 - EXPO 2015: 750 DELEGATI DI 91 PAESI AL PRIMO MEETING INTERNAZIONALE
(ASCA)
- Piu' di 750 persone in arrivo da 91 Paesi del mondo per conoscere tutti i 'retroscena' dell'Expo che verra' ospitato a Milano nel 2015. E' partita questa mattina la prima edizione dell'''International Participants Meeting'', kermesse che riunisce a Milano e sulle rive del lago di Como le delegazioni dei 57 Paesi che hanno gia' aderito all'Esposizione Universale del 2015, piu' diversi partecipanti ancora non ufficiali.

La tre giorni (che domani si trasferira' a Cernobbio) si e' aperta questa mattina con la cosiddetta 'cerimonia delle bandiere', l'inaugurazione di un'esposizione permanente delle bandiere di tutti i Paesi che hanno gia' annunciato la loro adesione all'Expo. Un momento simbolico che ha visto la partecipazione di tutti i protagonisti della partita Expo: il presidente dell'Assemblea generale del Bie, Jean-Pierre Lafon, il segretario generale del Bie, Vicente Loscertales, il commissario straordinario dell'Expo e sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il commissario generale e presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il presidente della Provincia di Milano, Guido Podesta', la presidente di Expo 2015 spa, Diana Bracco.

pisapia

10 - AMAZON IN ROSSO A WALL STREET NEL GIORNO DEI CONTI...
finanza.com
- Questa sera, a mercati chiusi, Amazon presenterà i numeri del penultimo trimestre del 2011. Secondo le stime fornite da Bloomberg il big tecnologico Usa dovrebbe registrare un utile netto pari a 115,8 milioni di dollari, un calo del 50% rispetto a un anno fa. L'Eps è atteso a 24 centesimi contro i 51 centesimi riportati nel terzo trimestre del 2010. Positive le indicazioni che potrebbero arrivare dal fronte ricavi, visti in rialzo del 45% a 10,9 miliardi. In attesa dei risultati trimestrali il titolo Amazon perde circa l'1,4% a Wall Street, scambiando a 234,33 dollari per azione.

Jeff Bezos di Amazon

11 - PUTIN: SE ESPORTEREMO PIÙ DI 25 TONNELLATE GRANO, AUMENTEREMO DAZI...
(LaPresse/AP) - La Russia innalzerà le tasse d'esportazione sul grano se quest'anno gli esportatori ne venderanno più di 25 milioni di tonnellate. Lo ha annunciato il primo ministro russo Vladimir Putin durante un meeting con gli agricoltori trasmesso in televisione. La Russia, uno dei principali esportatori di grano, si sta ancora riprendendo dopo la siccità dello scorso anno che aveva portato Mosca a vietare l'export nel tentativo di evitare che il costo del pane salisse alle stelle. Il divieto è stato eliminato a luglio e l'annuncio di oggi di Putin sembra proprio mirato a contenere un aumento dei prezzi. Nel 2009 la Russia ha esportato 21,4 tonnellate di grano.

Putin

 


ABBIAMO SCHERZATO! - ALFANO ANNUNCIA CHE E' STATO TROVATO L'ACCORDO CON LA LEGA - "DOMANI RISPONDEREMO ALL'EUROPA!

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(AGI) - Lega e Pdl sono uniti. Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano, dopo una giornata in cui si sono alternate voci sulle possibili divisioni nella maggioranza relative alla riforma delle pensioni.

alfano foto mezzelani gmt

"Anche oggi si e' dimostrato che tiene il rapporto fra due partiti che assicurano stabilita' e riforme al Paese". Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, durante la trasmissione 'Porta a Porta'.

Berlusconi Bossi

"L'unita' si e' raggiunta con la decisione di rispondere puntualmente all'Europa con le cose fatte e con le cose che intendiamo fare per la stabilita' dei conti e un tasso di crescita il piu' alto possibile". Alfano ha quindi aggiunto "credo che anche domani all'Eurogruppo ci sara' un atteggiamento positivo verso l'Italia" .

L'intenzione della maggioranza e' di andare avanti. Ha confermato Alfano. "Noi abbiamo un governo che ha una maggioranza parlamentare che e' decisa a fare scelte importanti". Un governo "che ha i numeri - ha detto ancora - e' con questi la forza di fare cose importanti. Noi intendiamo andare avanti" .

 

SARKOZY LANCIA L’ALLARME: "L'EUROPA NON È MAI STATA COSI VICINA ALL'ESPLOSIONE

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Ansa.it

BOSSI: TROVATA STRADA CON PREMIER,VEDIAMO COSA DICE UE - "Sulle pensioni il governo ancora rischia ma alla fine una strada l'abbiamo individuata. Ora bisogna vedere cosa dice l'Europa". Lo ha affermato Umberto Bossi lasciando Montecitorio. Le pensioni di anzianità "non si toccano", ribadisce il leader della Lega che, alla domanda se qualche intervento sulle pensioni verrà deciso risponde: "sono sempre stato contrario a far pagare dieci volte chi ha già pagato".

ALFANO E CASINIBERLUSCONI PARLA, BOSSI SBADIGLIA

ALFANO: SU PENSIONI SPERIAMO IN PUNTO EQUILIBRIO CON LEGA - "Speriamo di aver individuato con la Lega un punto di equilibrio in grado di dare risposte all'Europa anche sulle pensioni". Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano, nel corso della registrazione di Porta a Porta.

ALFANO: INTESA CON LEGA, RISPONDEREMO AD UE - Il segretario del Pdl Angelino Alfano, nel corso di una registrazione di Porta a Porta, assicura che un accordo nel governo sulle misure da presentare all'Europa è stato raggiunto. "Anche oggi abbiamo dimostrato che tiene il rapporto tra due partiti che hanno assicurato stabilità e riforme al Paese". "Siamo consapevoli tutti delle difficoltà - sottolinea Alfano - l'unità è raggiunta attorno alla decisione di rispondere puntualmente all'Europa con puntualizzazioni che riguardano le cose sin qui fatte e le cose che si intendono fare per la crescita".

junkers bacia tremonti ap

SARKOZY: EUROPA MAI COSI' VICINA A ESPLOSIONE - "L'Europa non è mai stata cosi vicina all'esplosione": lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy secondo il sito internet di Les Echos. Alla vigilia del vertice Ue, anche il premier Francois Fillon ha detto che per la Francia si apre una "partita essenziale" e l' appuntamento di domani è una "priorità assoluta".

SARKOZY E MERKEL

JUNCKER: POTENZIARE EFSF CONTRO CONTAGIO A ITALIA - Occorre rafforzare il fondo di salvataggio europeo 'Efsf' dandogli le munizioni sufficienti a evitare che il contagio si estenda all'Italia. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, secondo l'agenzia Reuters.

PENSIONI: BRUNETTA E ROMANI DA BERLUSCONI - Il ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta, e quello per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, sono giunti da pochi minuti a palazzo Grazioli per incontrare il premier Silvio Berlusconi. A via del Plebiscito è presente anche Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

NOZZE BRUNETTA E TITTI DA CHI

NAPOLITANO, SIAMO TUTTI IN STESSA BARCA NELLA TEMPESTA - "Siamo, oggi più che mai, nella stessa barca in un mare in tempesta. Ciascun paese deve fare la sua parte e dobbiamo garantirci reciprocamente l'indispensabile solidarietà. Per l'Italia è il momento di definire - in materia di sviluppo e di riforme strutturali - le 'nuove decisioni di grande importanza' annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio". Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Berlusconi addormentato accanto a Napolitano

NAPOLITANO, ANNUNCI PREMIER SU SVILUPPO SIANO DEFINITI - "Gli sforzi già avviati e gli elementi positivi della nostra situazione sono stati certamente già illustrati a Bruxelles. Ma dobbiamo compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito e a rilanciare la crescita economica", ha detto ancora Napolitano.

NAPOLITANO, OK SFORZI ITALIA, RENDERLI PIU'CREDIBILI - Dopo gli sforzi già avviati, Napolitano ha aggiunto che "dobbiamo compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito".

BERLUSCONI NAPOLITANO Napolitano Berlusconi Tremonti e Lettae e dd db fcf dd dd d

NAPOLITANO, NESSUNO AVANZI PRETESE DA COMMISSARIAMENTO - "Nessuno minaccia l'indipendenza del nostro paese o è in grado di avanzare pretese da commissario. Ma da 60 anni abbiamo scelto - traendone grandissimi benefici - di accettare limitazioni alla nostra sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati", afferma ancora in una nota il presidente della Repubblica.
"Parlando domani al Collegio d'Europa di Bruges - si legge nella nota di Napolitano - ribadirò il profondo, convinto attaccamento dell'Italia alla storica conquista dell'Euro e alla causa dell'unità europea. Questo, e nessun altro, è il punto di riferimento e di forza anche per il nostro paese di fronte alla crisi che oggi colpisce finanziariamente e minaccia economicamente l'intero continente". Spiegando che nessuno minaccia o possa avanzare pretese di commissariamento sull'Italia, il Capo dello Stato ha ricordato che l'adesione all'Europa ha comportato "limitazioni alla nostra sovranità in condizioni di parità con gli altri Stati" e che è stato fatto "per costruire un'Europa unita, delegando le istituzioni della Comunità e quindi dell'Unione a parlare a nome dei governi e dei popoli europei".

LETTA - BERLUSCONI - MARIA ROSARIA ROSSI

BOSSI, SITUAZIONE PERICOLOSA, SI RISCHIA CRISI - "Stavolta la situazione è difficile, molto pericolosa". Così il leader della Lega Umberto Bossi, al suo ingresso a Montecitorio. A chi gli chiede se si rischi la crisi di governo, risponde: "Certo". Poi aggiunge: "Il momento è drammatico, lo definirei così".

BOSSI, LETTA PREMIER? NON FACCIAMO GOVERNI TECNICI - "Non facciamo governi tecnici, siamo contro", ha aggiunto il leader della Lega rispondendo a chi lo interpella su un eventuale nuovo esecutivo presieduto da Gianni Letta.

Tremonti Berlusconi Bossi da Il Fatto

BOSSI, IMPOSSIBILE TOCCARE PENSIONI,GENTE CI AMMAZZA - "Non è possibile portare le pensioni a 67 anni per far piacere ai tedeschi. Non possiamo farlo, la gente ci ammazza", ha detto il leader della Lega.
"Io le pensioni a 67 anni non le tocco. Posso trattare, ma fin lì non posso arrivare. Non posso toccare le pensioni che sono apposto e portarle a 67 anni per far piacere ai tedeschi, che hanno un sistema pensionistico sballato. Mentre il nostro sistema pensionistico è in vantaggio rispetto a tutti gli altri europei". Così Umberto Bossi, al suo ingresso a Montecitorio, risponde a chi lo interpella sulla riforma delle pensioni. "La pensione a 67 anni non possiamo farla, la gente ci ammazza. E i 40 anni" di contributi per le pensioni di anzianità "non vanno toccati", sottolinea Bossi. Alla domanda se si troverà la quadra, il ministro risponde: "Dipende cos'é la quadra". E a chi gli chiede se una soluzione di compromesso possa essere lo scalone di Maroni, Bossi replica: "Lo scalone di Maroni cosa vuol dire? Quelli chiedono di andare in pensione a 67 anni e la scomparsa delle pensioni di anzianità. Non è possibile. Abbiamo un sistema pensionistico che è più a posto di quello francese e tedesco".

CALDEROLI IL TROTA UMBERTO BOSSI FABIO RIZZI TREMONTI

BOSSI, SE GOVERNO CADE, SI VA A ELEZIONI - "Sì. Ebbé, che vuoi fare?". Così il leader della Lega Umberto Bossi risponde a chi gli domanda se in caso di governo lo scenario siano le elezioni. "Mica possiamo fare un governo tecnico", aggiunge.

bossi e tremonti

BOSSI, INTESA MOLTO DIFFICILE, ASPETTO PROPOSTE - L'accordo sulla riforma delle pensioni "é difficile, molto difficile". Così il ministro delle Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi. A chi gli domanda se incontrerà Berlusconi, risponde: "No. Penso che starò lì a guardare le proposte che mi fanno tra poco".

tremonti bossi tre resize

BOSSI, LETTERA BCE E' FUCILATA A BERLUSCONI - "Abbiamo un sistema pensionistico che è più a posto di quello francese e tedesco. La lettera" della Bce "é una fucilata a Berlusconi. Sembra più un attacco a Berlusconi". Così il leader della Lega, Umberto Bossi. Il ministro aggiunge: "Chi fa quella roba lì, è un italiano. Chi ha scritto la lettera è un italiano".
"Chi ha scritto la lettera" della Bce "é un italiano. Ora l'Europa parla italiano", sottolinea Umberto Bossi. "Addirittura la lettera dice che bisogna privatizzare le farmacie. E' una stupidaggine, sono cose comunali. La lettera è una fucilata a Berlusconi, più che altro", aggiunge.

SVILUPPO: BOSSI, NON TRATTIAMO SUI CONDONI - Disponibili a trattare sull'ipotesi di condoni? "No", risponde secco il leader della Lega, Umberto Bossi, al suo arrivo a Montecitorio.

UE ASPETTA LETTERA IMPEGNI ITALIA ENTRO DOMANI - "La Ue aspetta una lettera di Berlusconi con impegni specifici sulle rapide misure per la crescita che l'Italia intende adottare, e finora non ha ancora avuto nessuna indicazione da Roma": lo ha detto oggi il portavoce del presidente della Commissione José Barroso.

BONANNI

COMMISSIONE UE, ITALIA MANTERRA' IMPEGNI - L'Italia farà quanto promesso: lo ha detto il portavoce della Commissione europea riferendosi all'impegno preso da Silvio Berlusconi per presentare a Bruxelles entro domani informazioni precise sui provvedimenti che intende prendere. Il governo italiano è "determinato" e anche pronto ad "accelerare" se necessario. Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, ha poi aggiunto la portavoce, "é convinto che l'Italia risponderà a dubbi e incertezze perché ha un'economia molto forte". In Italia c'é "molta innovazione" e il governo è "determinato" a mettere in opera tutto ciò che è necessario per il Paese, se serve anche "accelerando" l'attuazione delle misure. Il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn ha poi ribadito che il percorso per il risanamento dei conti pubblici delineato dall'Italia è "appropriato", ma è necessario che sia inserito in un "orizzonte temporale chiaro".

MATTEOLI E MAURIZIO PANIZ gmt

BERLUSCONI, SE CI SONO CONDIZIONI LASCIO PREMIERSHIP - 'Mi auguro che ci siano le condizioni per cui io possa lasciare ad altri la responsabilita' della candidatura alla presidenza del Consiglio, magari restando nel partito come padre Fondatore. In ogni caso,farò quel che il mio partito e la coalizione mi chiederanno di fare". Lo afferma Berlusconi nel libro di Bruno Vespa "Questo amore".
A Palazzo Grazioli vertice di maggioranza con il premier Silvio Berlusconi per fare il punto della situazione in vista del vertice europeo straordinario di Bruxelles. Alla riunione, oltre al premier, Angelino Alfano, i ministri Roberto Calderoli, Maurizio Sacconi e Roberto Maroni, nonche' i capigruppo di Lega e Pdl di Camera e Senato.

PENSIONI: LEGA VALUTA PROPOSTE USCITE DA VERTICE - Lo stato maggiore della Lega sta valutando una serie proposte sulle pensioni che sarebbero state fatte durante il vertice di stamane a Palazzo Grazioli. Secondo fonti del Pdl cisa rebbero 'aperture' da parte del Carroccio.

MATTEOLI: IPOTESI CADUTA GOVERNO, MA MARGINI TRATTATIVA - Lo stallo politico con la Lega sulle pensioni dopo una lunga giornata di trattative ha portato ieri ad un nulla di fatto. "Stiamo trattando, mi pare ci sia questa ipotesi" che il governo possa cadere "ma i margini di trattativa ci sono", dice il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli interpellato oggi dai cronisti. Resta giallo sull'ipotesi di 12 condoni contenuti nella bozza del Dl Sviluppo.

Silvano Moffa

PENSIONI: BONANNI, NO INTERVENTI, PRIMA PATRIMONIALE - La Cisl ''e' decisamente contraria'' a interventi sulle pensioni e chiede che prima il governo metta in campo la patrimoniale, incida sui costi della politica e venda il patrimonio pubblico: ''Il governo dia l'esempio - ha detto il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni - chi ha di piu' metta a disposizione quello che ha''.

Tremonti in treno verso la Calabria con Bonanni

MOFFA, PREMIER INVIERA' LETTERA A UE STASERA - "Il presidente del consiglio invierà la lettera all'Ue entro stasera". Lo ha detto Silvano Moffa capogruppo di Popolo territorio lasciando Palazzo Grazioli. Alla domanda se Silvio Berlusconi attenderà l'esito della trattativa con Lega prima di inviare la lettera-documento con gli impegni dell'Italia all'Unione Europa, Moffa ha risposto: "il premier manderà la lettera entro stasera comunque".
"Si sta ragionando con la Lega anche sulle pensioni di anzianità e su quella delle donne nel settore privato". Lo afferma Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e Territorio lasciando Palazzo Grazioli e sottolineando che da parte del Carroccio c'é "disponibilità" a ragionare. Il capogruppo di Popolo e Territorio a Montecitorio ha sottolineato che da parte del Carroccio ci sono aperture anche sul tema delle pensioni di anzianita': ''Su questo non ci sono chiusure'', ha affermato, sottolineando pero' che al momento si sta ancora ''ragionando''.

 

 

L’EUROPA SI GIOCA IL FUTURO, L’ITALIA TRABALLA - NUOVO COLPO PER DSK - GLI USA NON SI FIDANO DI OBAMA

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Dagoreport

TRIBUNE WSJ

1 - THE NEW YORK TIMES - In apertura, "Un nuovo sondaggio rileva una profonda sfiducia nel governo Obama" - "L'ex direttore di Goldman Sachs accusato di insider trading Rajat K. Gupta si consegna oggi all'Fbi"

2 - THE WALL STREET JOURNAL - In apertura, "Timori per i ritardi nelle trattative sulla crisi del debito" - In basso, "Nomura prepara ingenti tagli in Europa"

3 - LE FIGARO - In apertura, "Oggi a Bruxelles è in gioco il futuro dell'Europa" - Al centro, "Dsk, il nuovo contrattacco degli avvocati di Nafissatou Diallo" - "Come il Giappone si prepara a vivere senza il nucleare" - In alto, "Tunisia, i motivi del voto islamista"

4 - LIBÉRATION - In apertura, "Carlton, nuovo colpo per Strauss-Kahn" - Di lato, "Europa, crisi al summit"

5 - LE MONDE - In apertura, "Giorni fatidici per il destino dell'Europa" - Al centro, "L'atteso trionfo degli islamisti in Tunisia"

TAZ

6 - LES ECHOS - In apertura, "Euro, il vertice dell'ultima chance" - Di spalla, "Peugeot-Citroen raddoppierà la produzione in Brasile" - Al centro, "Gli industriali rilanciano il dibattito sul costo del lavoro"

TELEGRAPH

7 - LA TRIBUNE - In apertura, "L'Europa a pezzi" - In alto, "Il piano di smantellamento della Findus è fermo"

8 - LA CROIX - In apertura, "Salvare l'euro per salvare l'Europa"

9 - THE GUARDIAN - In apertura, "Il giorno dell'indecisione: le liti sul salvataggio dell'euro spaventano i mercati" - Di spalla, "L'allarme dei giudici: i tagli all'assistenza legale producono ritardi nel sistema giudiziario" - In basso, "La Cina abolisce i reality show"

10 - THE INDEPENDENT - In apertura, "L'agenda anti-verdi di Osborne spacca la coalizione" - In basso, sotto a tre primi piani di Berlusconi, Merkel e Sarkozy: "Ultimo tiro di dadi: i leader alla resa dei conti per l'euro" - Di lato, "Un telefono speciale per le intercettazioni illegali nella redazione del ‘News of the World'"

PAIS

11 - THE TIMES - In apertura, "L'Europa in balia dei mercati mentre l'Italia traballa"

12 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "Dare alle aziende la libertà di licenziare i fannulloni" - Al centro, "Il figlio del terremoto, vivo dopo 48 ore sotto le macerie" - Di spalla, "Eurozona, la Merkel rigetta l'accordo di salvataggio, le trattative si interrompono"

PUBLICO

13 - FINANCIAL TIMES - In apertura, "La coalizione di Berlusconi lotta per la sopravvivenza" - Di spalla, "Ubs fa utili nonostante il buco di 2,3 miliardi di dollari" - In basso, "L'intuito culturale di Abu Dhabi registra una battuta d'arresto"- In alto, "Il dilemma di Draghi. Lettera di Martin Wolf al nuovo capo della Bce"

14 - DAILY EXPRESS - In apertura, "Tagli alle pensioni per 500 sterline l'anno"

15 - EL PAIS - In apertura, "Berlusconi lotta disperatamente per evitare la caduta del governo" - Di lato, "Gli islamisti di Tunisi cercano una coalizione ampia per evitare le diffidenze" - "Gheddafi e il figlio sotterrati in un luogo segreto nel deserto libico"

TIMES

16 - PUBLICO - In apertura, "L'Europa si gioca il futuro"

17 - TAZ.DIE TAGESZEITUNG - In apertura, "Tutti Mullah, o cosa? Test in Tunisia: nelle prime elezioni libere dall'inizio della rivoluzione araba vincono gli islamisti

NYT

 

IL PATTO: IL BANANA INCASSA L´ANDATA IN PENSIONE A 67 ANNI, IN CAMBIO, LE SUE DIMISSIONI E LE ELEZIONI ANTICIPATE NEL 20

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Francesco Bei per "la Repubblica"

SILVIO BERLUSCONI UMBERTO BOSSI

Un patto per sopravvivere fino alla fine dell´anno. Dopo una giornata di trattative al limite della rottura, Berlusconi e Bossi ritrovano un´esile intesa per evitare le dimissioni e un governo tecnico. È un patto segreto. Un patto che garantisce a entrambi qualcosa. Il premier ottiene così di accelerare l´andata in pensione a 67 anni, dando in pasto ai partner europei un assaggio di riforma. In cambio il prezzo da pagare è alto: l´accordo prevede le sue dimissioni tra dicembre e gennaio e le elezioni anticipate nel 2012.

BOSSI BERLUSCONI

«Evitami la figuraccia a Bruxelles - è stato il discorso fatto dal cavaliere nel breve incontro a quattr´occhi con il Senatur - e io ti prometto che si va a votare a marzo. Con il Porcellum». Appunto, la "Porcata" di Calderoli. L´arma che il capo dei leghisti continua a considerare vitale per il suo partito. E per tenere a bada la fronda interna. A cominciare da Roberto Maroni.

ROBERTO CALDEROLI

L´azzardo resta comunque altissimo dato che il Cavaliere si presenterà oggi a Bruxelles senza un asso nella manica, senza quell´abolizione delle pensioni d´anzianità promessa soltanto tre giorni fa al termine del Consiglio europeo. Un rischio enorme, di cui è ben consapevole il capo dello Stato.

Napolitano ha infatti ricevuto intorno all´ora di pranzo da Gianni Letta una prima bozza della lettera di intenti che Berlusconi porterà oggi con sé in Belgio, ma quello che vi ha letto non deve averlo tranquillizzato affatto. Nel governo riferiscono infatti che il Quirinale l´ha giudicata del tutto «insufficiente» rispetto alle richieste. Solo titoli, nulla di concreto.

Nel governo è così scattato l´allarme rosso per le conseguenze di una possibile nuova bocciatura europea, che a questo punto non potrebbe che avere effetti pesanti anche sul mercato del debito e sullo spread. Il caos è tale che nel pomeriggio, in ambienti di governo, si ipotizza persino un clamoroso forfait del premier, che sarebbe pronto a disertare il vertice europeo. Una voce subito smentita da Paolo Bonaiuti, ma che rende bene il livello di fibrillazione raggiunto dalla maggioranza.

GIANNI LETTA

È Umberto Bossi, nel lungo vertice di ieri, a mettere il premier di fronte alla gravità della situazione: «È chiaro che hanno deciso di farti fuori. La regia è di Draghi: si stanno muovendo per sostituirti non l´hai capito? Se tocchi le pensioni noi rompiano e quelli ti fanno subito un governo tecnico. Dobbiamo invece arrivare insieme fino a gennaio». Parole che fanno breccia nel premier, portando la tensione ai massimi livelli. «Umberto - replica il premier - io ho preso impegni vincolanti domenica, un segnale sulle pensioni lo dobbiamo dare assolutamente».

PAOLO BONAIUTI

Così, sulle convenienze reciproche, matura l´accordo segreto. Un passo obbligato, dal punto di vista del Carroccio, perché Bossi continua a ripetere ai suoi che «ogni giorno che passiamo al governo perdiamo voti». Le elezioni sono l´unica via d´uscita. Del resto anche Berlusconi ormai è consapevole di non avere più benzina nel motore. Deve vedere approvata la legge sul processo breve per terminare il processo Mills, poi sarà pronto per tuffarsi in una nuova campagna elettorale. Da candidato premier.

DRAGHI

Andare avanti in questo modo è diventato impossibile. E a pesare non c´è soltanto lo scontro con Bossi. Anche l´atteggiamento del ministro dell´Economia è tornato nuovamente sotto la lente d´ingrandimento. «Non capisco - si è lamentato Berlusconi con un ministro - che partita stia giocando Tremonti. Mi dicono che sta dicendo in giro che il vero problema sono io, la mia credibilità, qualunque cosa portiamo in Europa».

David Mills

A colpire il premier è stato anche l´annuncio fatto sabato a Bruxelles dal ministro dell´Economia di un piano «Euro-Sud». Piano che non sarebbe stato discusso preventivamente con palazzo Chigi e di cui Berlusconi non sapeva nulla. Lo stesso Tremonti, quando un collega del Pdl gli ha chiesto cosa pensasse della situazione, non ha nascosto la sua sfiducia sulla possibilità di uscirne, addossando al premier la responsabilità del caos. Con una citazione d´antan di Amintore Fanfani: «Chi ha fatto la frittata ora se la mangi».

GIULIO TREMONTI

 

MEZZA INTESA ALLA PROVA DELL’UE - PENSIONI, STOP DI BOSSI SULL’ANZIANITÀ - LIGURIA SOMMERSA MORTI E DISPERSI

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Il Velino.it

Maltempo in liguriaBerlusconi Bossi

CORRIERE DELLA SERA - In alto: "". Al centro. "Una piccola intesa per l'Europa". L'editoriale di Ferruccio De Bortoli: "Mettere il Paese davanti a tutto". Di spalla: "La nostra previdenza i conti dell'Inps". Al centro fotonotizia: "Azra, tornata nella vita dalle rovine in Turchia". In basso: "P4, Bisignani sta trattando il patteggiamento con i pm". Ancora in basso: "Il bimbo 7 miliardi sarà indiano (al 20%)".

LA REPUBBLICA - In apertura: "Governo, mini-accordo per salvarsi". Editoriale di Ezio Mauro: "Un regime vuoto". Di spalla: "Primavera araba autunno islamico?". Al centro fotonotizia: "Maltempo, terrore e morte in Liguria". In basso: "Sconti, offerte e regali la banca è un supermarket".

LA STAMPA - In apertura: "Mezza intesa alla prova dell'Ue". Editoriale di Luigi La Spina: "La coerenza negoziabile". Editoriale di Walter Passerini: "Il welfare capovolto". Al centro fotonotizia: "Simoncelli, dopo la morte nasce il mito". In alto: "Nubifragi e frane Giorno di terrore per la Liguria". Di spalla: "Il problema non è che siamo troppi". Ancora di spalla: "Ma dobbiamo cominciare a cambiare".

GIANFRANCO FINI BISIGNANI

IL GIORNALE - In apertura: "Berlusconi ce la fa ancora". Di spalla: "Solo in Italia lo Stato decide a chi puoi lasciare i tuoi soldi". Ancora di spalla: "Sui nostri conti quante bugie targate Europa". Al centro fotonotizia: "Inchiodato alla poltrona quest'uomo blocca tutto". In basso: "La fine di Fini: fa l'anti Cav e si allea con Vendola in tv".

LIBERO - In apertura: "L'accordo c'è il governo non si sa". Di spalla: "E' dal Novecento che gli europei ridono dell'Italia". Ancora di spalla: "De Magistris sindaco del niente". Al centro: "La Ue tenterà la botta a Silvio e Umberto". In basso: "Tg3 fazioso, lo dice persino Garimberti".

MALTEMPO IN LIGURIA

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Pensioni, stop di bossi sull'anzianità". Editoriale di Roberto Napoletano: "La responsabilità etica del premier". Editoriale di Fabrizio Forquet: "Con i bozzetti non si fa il pil". In alto: I Punto di Stefano Folli: "Il rischio di giochi di prestigio con la Ue". In basso: "Vertice europeo in stallo, Borse in caduta".

IL MESSAGGERO - In apertura: "Pensioni, intesa a metà per la Ue". L'editoriale di Carlo Fusi: "In Europa senza bussola". Al centro la fotonotizia: "Nubifragio e morti al Nord scatta l'allerta per Roma". Sempre al centro: "Polverini: governo ostile ma il piano casa va avanti". In basso: "Simoncelli, il lungo addio". Ancora in basso: "Riparte il treno del Milite Ignoto un viaggio cominciato nel 1921".

de magistris

IL TEMPO - In apertura: "Bossi più vicino, Europa più lontana". L'editoriale di Mario Sechi: "C'è un italiano di troppo in Bce". Di spalla: "La tela di Napolitano tra pressioni e critiche". Al centro fotonotizia: "L'ira di Renata: ‘Governo ostile'". In basso: "Liguria sott'acqua. Allerta Roma".

La Padania 26 Ottobre

L'UNITA' - In apertura la fotonotizia: "Meglio votare". L'editoriale di Francesco Cundari: "Interesse nazionale". Il retroscena: "L'ultimo patto di Umberto". In alto: "Berlusconi incerotta il governo". In basso: "Allarme rosso Sei dispersi in Liguria".

IL FATTO QUOTIDIANO - In apertura: "Pensioni, stop di bossi sull'anzianità". Editoriale di Furio Colombo: "Non ce la fanno più". Editoriale di Marco Travaglio: "Morto un Papi se ne fa un altro". Al centro: "Triste accordicchio per un governicchio". In basso; "'Schifani nelle mani dei boss'".

MALTEMPO IN LIGURIA

 

IL POTERE RESPIRA, BISIGNANI TRATTA IL PATTEGGIAMENTO “TOMBALE” - UNA CONDANNA PER TORNARE IN LIBERTÀ

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Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Luigi Bisignani

Luigi Bisignani potrebbe chiudere presto i conti aperti con la giustizia. Questa mattina comincia a Napoli il processo nel quale è imputato insieme al parlamentare del Pdl Alfonso Papa. Ma è in fase avanzata la trattativa con i pubblici ministeri per patteggiare la pena e così chiudere ogni pendenza.

Da tre giorni i suoi legali Fabio Lattanzi e Giampiero Pirolo mettono a punto i dettagli del «negoziato» con Henry John Woodcock e Francesco Greco, rappresentanti dell'accusa in aula e titolari delle altre inchieste tuttora in istruttoria. Compresa quella sull'associazione segreta, cosiddetta «P4», che ha svelato la natura dei rapporti dello stesso Bisignani con ministri, dirigenti di Stato, deputati e senatori, giornalisti confermando che era lui a orientare molte scelte politiche e imprenditoriali.

Luigi Bisignani

Papa, in carcere dal 20 luglio, deve rispondere di corruzione, concussione ed estorsione per aver utilizzato informazioni riservate per ricattare imprenditori ottenendo in cambio soldi e altre utilità. Bisignani, agli arresti domiciliari dal 15 giugno scorso, di favoreggiamento. Entrambi inseriti in un'associazione a delinquere che, questa è la contestazione nelle indagini ancora aperte, avrebbe sfruttato notizie segrete per ottenere vantaggi e nomine pubbliche. L'obiettivo del lobbista è quello di mettere fine in anticipo alla partita, concordando una condanna che gli consenta di tornare subito in libertà.

Luigi Bisignani

L'udienza fissata per questa mattina dovrà affrontare una serie di questioni preliminari, compresa la possibile astensione del presidente del collegio Vincenzo Lomonte. All'inizio della carriera di magistrato Papa è stato infatti suo uditore e questo crea un problema di incompatibilità. Ma prima ci sarà l'istanza dei difensori di Bisignani per far dichiarare nullo il decreto di citazione visto che non è stato notificato a uno di loro. Un dettaglio procedurale che, una volta riconosciuto, riaprirà i termini e così consentirà l'applicazione della pena su richiesta.

I pm Woodcock e Francesco Curcio

Secondo il codice le parti hanno infatti quindici giorni di tempo, dal momento in cui è disposto il giudizio, per chiedere di patteggiare. Il provvedimento è arrivato il 5 settembre scorso, ma entro la data stabilita nessuna domanda era stata presentata. Con il trascorrere delle settimane accusa e difesa hanno però valutato questa opportunità e ormai la trattativa sarebbe entrata nella fase conclusiva.

Se oggi saranno effettivamente riaperti i termini processuali, il fascicolo tornerà in istruttoria e l'ultima parola sul via libera al patto stipulato tra le parti spetterà al giudice per le indagini preliminari. La condizione posta dalla difesa e accettata dai magistrati prevede un patteggiamento «tombale»: vuol dire che tutti gli atti raccolti sino ad ora non saranno più utilizzabili nelle indagini ancora aperte e tantomeno per avviare eventuali nuove verifiche.

Alfonso Papa

Comprese le centinaia di intercettazioni telefoniche tuttora coperte da segreto che hanno messo in fibrillazione molti esponenti del governo e personaggi pubblici.
Quanto è già stato reso noto dimostra la dimestichezza di Bisignani con il potere attraverso la sua rete di relazioni che in alcuni momenti lo ha posto al centro delle questioni politiche, quasi fosse un presidente del Consiglio ombra. Era lui a orientare le scelte dei ministri Stefania Prestigiacomo e Mariastella Gelmini, numerose decisioni del titolare della Farnesina Franco Frattini.

Ed era ancora lui a guidare l'allora direttore generale della Rai Mauro Masi arrivando a scrivere al suo posto la lettera che avrebbe portato poi all'uscita di Michele Santoro. Era lui a gestire nomine e contratti dell'Eni, grazie al legame con l'amministratore Paolo Scaroni e altri affari di aziende di Stato. Non sarà in aula Bisignani, mentre si presenterà Papa, descritto dai parlamentari pdl che lo hanno visitato «fiaccato dalla detenzione». Lui è arrivato ad appellarsi a Silvio Berlusconi per tornare libero e ieri ha ripetuto: «Mi voglio difendere nel processo ma non dal carcere, qui mi voglio portare all'esasperazione».

 

BORSE FIACCHE ASPETTANDO IL VERTICE UE (SPREAD A 391) - UNA DONNA PER IBM

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1. SPREAD BTP-BUND A 391 PUNTI, RENDIMENTO 5,98%...
(ANSA)
- Lo spread tra i Btp e il Bund tedesco viaggia nei primi scambi sopra i 390 punti base. Il differenziale segna 391,6 punti, con il rendimento decennale al 5,98%.

borsa parigi

2. BORSA: EUROPA FIACCA IN ATTESA VERTICE UE, PARIGI -0,2%...
(ANSA)
- Avvio in lieve calo per le principali borse europee, in attesa del vertice dei capi di stato dell'Ue, mentre è stato rinviato l'analogo incontro dei ministri economici. Nel giorno in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi presenta le proposte per la crescita del governo italiano all'Ue, i listini europei appaiono in calo, ad eccezione della borsa milanese (+0,4%).

Parigi cede lo 0,23%, Zurigo lo 0,35% e Francoforte lo 0,14%. Sui vari listini si controbilanciano acquisti e vendite: crescono i bancari Deutsche Bank (+1,79%), Unicredit (+1,04%), Dexia (+1,20%) e Bank of Ireland (+0,99%), mentre cedono gli automobilistici Peugeot (-3,75%), Volkswagen (-1,24%) e Renault (-0,57%), dopo il calo delle vendite di auto registrato nel mercato romeno (-11,4%), dove Renault gioca un ruolo di primo piano tramite la controllata Dacia.

BORSA DI ZURIGO

In campo telefonico corre la scandinava Telenor (+3,08%), spinta dai conti trimestrali e dalle stime per l'intero esercizio, con una crescita dei ricavi compresa tra il 6 e il 7%. Bene anche Telecom Italia (+0,94%) e France Telecom (+0,58%). Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee. - Londra -0,19% - Parigi -0,23% - Francoforte -0,14% - Madrid -0,52% - Milano +0,40% - Amsterdam -0,36% - Stoccolma invariata - Zurigo -0,35%

3. BORSA: ASIA POCO MOSSA GUARDA A VERTICE UE SU CRISI...
(ANSA)
- Listini poco mossi nelle principali borse di Asia e Pacifico, dove ha prevalso un clima di attesa nei confronti del vertice dei capi di stato dell'Ue sulla crisi previsto per oggi, mentre l'Ecofin dei ministri economici è stato rinviato. Tokyo ha perso lo 0,1%, Shanghai, ancora aperta, guadagna oltre l'1%, mentre Sidney è salita dello 0,3%, favorita dall'andamento dei metalli, spinti dalle previsioni di un aumento della domanda da parte della Cina.

Sulla piazza giapponese sprint di Tdk (+8,35%), a fronte dello scivolone di Olympus (-7,57%). A due velocità gli automobilistici Mazda (+1,27%) e Honda (-0,56%), bene invece il produttore di fotocamere Fujifilm (+1,1%).

In luce sulla piazza di Hong Kong il colosso del lusso Esprit Holdings (+6,53%) ed Aluminum Corporation of China (+3,08%) a differenza di Li & Fung (-2,13%), esportatore di capi d'abbigliamento negli Usa, mentre a Sidney hanno corso gli estrattivo-minerari Intrepid Mines (+9,95%), Beadell Resources (+8,9%) a differenza di Kagara (-2,44%) e Bhp Billiton (-0,62%).

BORSA DI FRANCOFORTE

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse di Asia e Pacifico. - Tokyo -0,16% - Hong Kong -0,12% (seduta in corso) - Shangahi +1,28% (seduta in corso) - Taiwan +0,60% - Seul +0,30% - Sidney +0,35% - Mumbai chiusa per festività - Singapore chiusa per festività - Bangkok -0,12% - Giakarta +0,19% (seduta in corso).

4. MORNING NOTE: L'AGENDA DI MERCOLEDI' 26 OTTOBRE...
Radiocor
- CDA (approvazione dati contabili) - Saipem, Snam Rete Gas.

- Cernobbio (Co): proseguono i lavori dell'International Participants Meeting di Expo 2015. Alle ore 9,30 sessione plenaria di apertura. Partecipano, tra gli altri, Giuliano Pisapia, commissario straordinario del Governo Italiano per Expo Milano 2015 e Sindaco di Milano; Emma Marcegaglia, presidente Confindustria (in videomessaggio); Roberto Formigoni, presidente Regione Lombardia; Vicente Gonzalez Loscertales, segretario generale Bie; Guido Podesta', presidente Provincia di Milano; Sergio Marini, presidente Nazionale Coldiretti.

Piazza Affari

- Bologna: convegno 'Perche' le Piccole Imprese non possono Crescere' organizzato da Comitato Nazionale PI di Federmeccanica. Partecipa, tra gli altri, Vincenzo Boccia, vice presidente Confindustria e presidente P.I. di Confindustria.

Roma: Giornata Mondiale del Risparmio con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari e quello dell'Acri, Giuseppe Guzzetti.

- Roma: asta del Tesoro di BoT e CTz.

- Roma: conferenza stampa del leader Uil, Luigi Angeletti sullo sciopero del pubblico impiego.

- Bruxelles: vertice straordinario Ue sulla crisi del debito

borsa_valori_hong_kong

5. MORNING NOTE: ECONOMIA E FINANZA DAI GIORNALI...
Radiocor
- CRISI: intesa al ribasso Berlusconi-Lega su pensioni: obiettivo a 67 anni per tutti nel 2026 (dai giornali). 'Il vero problema e' il Cavaliere, se uscisse di scena la crisi sarebbe risolta', intervista all'economista Alain Minc (La Repubblica, pag. 12). No agli ultimatum, ora Parigi e Berlino esagerano, intervista all'economista Jean Paul Fitoussi (Il Messaggero, pag. 7). 'L'Italia puo' evitare il declino, ma apriamo al mercato', intervista a Rodolfo De Benedetti, a.d. di Cir (Corriere della Sera, pag. 31). Salta l'Ecofin, accordo in bilico. Sarkozy, Eurolandia rischia esplosione (dai giornali).

EDISON: Consob a Edf chiede chiarimenti sull'esenzione dell'Opa (Il Sole 24 Ore, pag. 41). Lo shopping che arriva d'Oltralpe (Il Sole 24 Ore, pag. 41). Si divide il fronte italiano, banche e soci miniori tentati da Edf (La Repubblica, pag. 29). Tensione tra A2a e gli altri soci italiani sull'offerta dei francesi (Il Messaggero, pag. 22). La battaglia di Delmi, vertice Edf-A2a, Parigi rileva quota Alpiq in Edipower (Corriere della Sera, pag. 32).

FERRETTI: nel mirino dei cinesi di Shadong (dai giornali).

FISCO: il nuovo redditometro selezionera' solo i casi da controllare, sperimento novembre-febbraio (dai giornali).

BORSA SHANGAY

BCE: Mario, solo lei puo' salvare l'euro, intervento di Martin Wolf (Il Sole 24 Ore, pag. 1 e 22). 'Ora si riformi il ruolo' dell'Eurotower, intervista a Giuseppe Recchi, presidente dell'Eni (Il Sole 24 Ore, pag.13).

IGLI: socia a confronto su debito (Il Sole 24 Ore, pag. 42).

IMPREGILO: punta su scali Brasile (Il Sole 24 Ore,pag. 42).

BPM: alla ricerca di un Ceo che affianchi il dg Chiesa (Il Sole 24 Ore, pag. 43). Aumento, rischio di rinvio tecnico (Il Sole 24 Ore, pag. 43). Gli Amici vogliono la conferma di Chiesa, trattative con Mediobanca e Bonomi per una soluzione che non metta a rischio aumento (la Repubblica, pag. 28). Verso rinvio nomina del timoniere (Il Messaggero, pag. 21).

BANCHE: ChiantiBanca salva l'istituto di Verdini (Il Sole 24 Ore, pag. 43).

INTESA SANPAOLO: Compagnia San Paolo, pressing su Benessia (dai giornali).

FIAT: esce anche dall'Anfia, Marchionne l'auto a un passo dall'inferno (dai giornali).

TLC: torri, Wind guarda a Telecom (Il Sole 24 Ore, pag. 45).

SEAT: scontro bondholder-banche (Il Sole 24 Ore, pag. 45).

CIRIO: pronto nuovo riparto bond (Il Sole 24 Ore, pag. 47).

6. PEUGEOT: ABBASSA STIME SETTORE AUTO, POSSIBILI TAGLI PERSONALE...
Radiocor
- Psa Peugeot Citroen, che ha sofferto la guerra dei prezzi in Francia e ha risentito delle difficolta' dei fornitori, ha chiuso il terzo trim estre dell'anno con vendite in aumento del 3,5% a 13,45 miliardi di euro. Le vendite del settore auto nel trimestre sono calate dell'1,6% a 9,3 mld. Psa ha annunciato una riduzione dei costi per 800 milioni di euro per il 2012 che potrebbe tradursi in una riduzione del personale. Il primo costruttore francese di auto ha rivisto al ribasso le stime di utile operativo per il settore auto e le previsioni dei flussi di cassa per l'esercizio in corso

PEUGEOT

7. IBM: UNA DONNA A CAPO DEL GRUPPO, PRENDE IL POSTO DI PALMISANO...
Radiocor
- Cambio al vertice di International Business Machines: Virginia Rometty, a partire dal prossimo 1 gennaio 2012, prendera' il posto di Sam Palmisano, diventando il primo amministratore delegato donna del colosso di Armonk. Come riporta il Wall Street Journal, Rometty, che ha alle spalle una carriera trentennale nella societa', entrera' anche a fare parte del consiglio di amministrazione, mentre Palmisano continuera' a essere presidente del gruppo.

In una nota, Ibm spiega che Rometty, finora responsabile di vendite, strategia e marketing, 'e' tra i fautori del successo globale della societa', che nel 2010 ha superato i 99 miliardi di fatturato'. Palmisano, che ha compiuto 60 anni quest'anno, e' stato alla guida della societa' dal 2002, un periodo di forte trasformazione tecnologica. Le indiscrezioni sul passaggio di consegne a Rometty erano circolate lo scorso giugno quando, in concomitanza con i festeggiamenti per il centesimo anniversario della societa', Palmisano aveva cominciat o a mettere a punto il piano di successione.

BERNHEIM

8. ULTIMA CHIAMATA DAI CINESI PER GLI YACHT FERRETTI...
F.d.R. per il "Corriere della Sera"
- Il tempo sta per scadere. Ferretti ha tempo fino a venerdì per dare una risposta ai cinesi della Shantui che prima dell'estate si sono fatti avanti per rilevare il 100% del gruppo nautico e salvarlo dal fallimento rilanciandolo. Sul piatto ci sono 240 milioni per il pacchetto di controllo più altri 100 milioni di liquidità con cui garantire nell'immediato la continuità. L'offerta è stata ridotta rispetto a quella presentata prima dell'estate per tenere conto del deterioramento della situazione e, pare, dei riscontri meno positivi di quello che si aspettava dai Saloni di Cannes e Genova.

Il futuro del gruppo tuttavia, più che alla volontà del consiglio è legato alla decisione delle banche creditrici esposte per 640 milioni che «virtualmente» hanno il 53% del capitale (sotto forma di strumenti partecipativi), a cui Shantui ha chiesto di partecipare al rilancio convertendo un'altra parte dei debiti in capitale. Per tutta risposta è spuntata qualche giorno fa un'ipotesi alternativa: le stesse banche creditrici, con in testa Royal Bank of Scotland, starebbero mettendo a punto un'offerta per rilevare anche la quota di Norberto Ferretti e di Mediobanca e diventando così azionisti unici.

Agli osservatori più smaliziati è sembrata una mossa negoziale, per alzare il prezzo. Un fondo di verità, tuttavia, potrebbe esserci. Di certo c'è che nelle ultime ore i cinesi avrebbero aggiunto un'altra clausola all'offerta. Una way out per le banche: l'impegno a riportare Ferretti in Borsa, dando così modo agli istituti di rifarsi vendendo le loro azioni in Ipo. Per domani il gruppo di Norberto Ferretti ha convocato il consiglio, che dovrà decidere come rispondere.

BERNABE

9. GENERALI, BERNHEIM ESCE DAL CONSIGLIO DEL SANTANDER...
S.Bo. per il "Corriere della Sera"
- Ana Botin è uscita dalle Generali nell'aprile 2011, e ieri il Santander ha comunicato la rinuncia all'incarico nel board del rappresentante delle Generali, precisando che l'uscita è stata accettata ed è a effetto immediato. A dimettersi è stato Antoine Bernheim, ex presidente del Leone, che sedeva nel board del gruppo dell'amico Emilio Botin dal 1999. Nel maggio di quest'anno l'incarico era stato rinnovato per un triennio, ma Trieste aveva fatto sapere che il rinnovo era a «titolo personale», mentre il Santander ha indicato fino a ieri Bernheim come rappresentante delle Generali.

I legami fra Trieste e il Santander si sciolgono così ulteriormente, e anche sotto il profilo azionario restano molto sottili, con partecipazioni pressoché azzerate nel tempo. Il gruppo bancario spagnolo è peraltro uscito anche dal patto di Mediobanca con disdetta comunicata in settembre. La quota, pari all'1,8% della banca d'affari milanese, viene sostituita nell'accordo parasociale da Groupama, che si porta così vicina al 5%.

E proprio nell'assemblea che si terrà venerdì in Piazzetta Cuccia cambierà il rappresentante di Groupama: Pierre Lefevre, presidente di Groupama Italia, prende il posto di Jean Azema. Un avvicendamento deciso a fine settembre, quindi ben prima di quanto è successo ieri: la compagnia francese ha revocato ad Azema il mandato di amministratore delegato e il top manager ha lasciato il gruppo, sostituito da Thierry Martel.

10. MICROCREDITO, I TEDESCHI DI AMAVA INVESTONO IN ITALIA...
F.Bas. per il "Corriere della Sera"
- In tempo di crisi e di difficoltà ad accedere al credito sta diffondendosi anche in Italia il prestito tra persone (P2P lending). Un modello di business nato nel 2005 ma che sta crescendo e che permette agli investitori di prestare denaro (cifre contenute) a privati e aziende. In Italia la piattaforma prestiamoci.it - l'unica che opera nel settore e che conta 8.500 iscritti - ha ora aperto il proprio azionariato ad Amava, il primo operatore tedesco nel P2P, che ha appena chiuso un'operazione di fundraising pari a 4 milioni di euro, raccolti presso i fondi già azionisti, tra cui Early Bird (venture capitale) e Banca Sella.

Seat Pagine Gialle

Per Amava «questa operazione rappresenta un'opportunità di sviluppo in una strategia di lungo periodo» mentre Prestiamoci, spiega l'amministratore delegato Mariano Carozzi, «rafforza la compagine sociale con un operatore industriale in grado di apportare un'importante know how». Dal lancio si Amava.de, nel 2007, più di 15 mila investitori e 7 mila richiedenti hanno generato un volume di prestiti di circa 55 milioni di euro. Ora tocca all'Italia.

11. A RICHIESTA TIM BRASIL ALZA LA RICAPITALIZZAZIONE...
A. Ol. per "Il Sole 24 Ore"
- Telecom Italia continua a viaggiare in Borsa sotto l'euro. Ma ieri è stata una giornata speciale. Non solo in Piazza Affari il titolo si è mosso in controtendenza rispetto al resto del settore delle tlc in Europa - per una volta al rialzo - ma inoltre Morgan Stanley, che con Banco Itaù ha curato l'aumento di capitale di Tim Brasil, ha esercitato la greenshoe per collocare altre nuove azioni dell'operatore mobile carioca, a fronte della buona richiesta del mercato.

Il gruppo presieduto da Franco Bernabè ha così arrotondato a 700 milioni di euro la raccolta di mezzi freschi per la controllata brasiliana (i due terzi sono arrivati dalla casa-madre), compensando esattamente l'esborso per la rete in fibra ottica di Aes-Atimus nel Paese Sudamericano. Ma la ciliegina sulla torta è che al Novo Mercado le azioni Tim Brasil, anzichè soffrire, si sono attestate al di sopra del prezzo di collocamento di 8,6 reais, e cioè intorno a 8,8 reais verso la fine della seduta di ieri a San Paolo.

Virginia Rometty

12. SANZIONI SEC PER LA BORSA «OSCURA»
M. Val. per "Il Sole 24 Ore"
- Pipeline Trading è una «dark pool» diventata un pò troppo dark. Le autorità mobiliari americane della Sec hanno comminato ieri la prima multa - 1,2 milioni di dollari - nel settore dei nuovi mercati elettronici nati per permettere a trader e investitori di scambiare blocchi di titoli protetti dall'anonimato. È infatti emerso che il suo business era viziato da un davvero oscuro conflitto di interessi: Pipeline faceva compravendita di titoli per proprio conto prima di eseguire gli ordini dei clienti.

L'operazione era condotta da una controllata segreta, Milstream, che trattava con gli investitori, i quali credevano di effettuare operazioni con un'istituzione indipendente. La costante presenza di Milstream serviva anche a rendere ad arte più attraente la piattaforma di Pipeline rispetto a concorrenti. Ma l'azione di trasparenza della Sec avrà successo solo se parte d'una maggior sorveglianza su tutte le piazze azionarie non tradizionali, in rapida crescita negli ultimi anni: gli scambi off-exchange nella prima metà di ottobre sono stati oltre il 28% del totale.

13. SINDACATI E BANKITALIA STRIGLIANO BCC INZAGO...
N. B. per "Il Sole 24 Ore"
- Certe coincidenze sono rivelatrici. Lunedì 31 ottobre alle 11 i sindacati scenderanno in piazza a Inzago (Milano), per protestare contro la locale Bcc che sostengono attuare - unica tra le 45 lombarde - politiche antisindacali. Anche la Vigilanza della Banca d'Italia da tempo ha messo sotto la lente la Inzago. Gli ispettori di via Nazionale sono passati di lì nel 2005, 2007 e 2010. L'ultimo richiamo è del 18 aprile: "marcato deterioramento della qualità dell'attivo", "esposizione al rischio di credito accentuata da un significativo grado di concentrazione".

Palazzo Koch ha chiesto "dettagliati riferimenti sugli affidati, con particolare riguardo alla loro situazione economica e patrimoniale", "una nuova riflessione sulla qualità dei presìdi posti a tutela del processo creditizio", subordinando "l'apertura di eventuali sportelli" al "completamento del riassetto organizzativo dell'area crediti" e alla " riqualificazione del portafoglio prestiti". Chissà se sindacati e Autorità di controllo indurranno i vertici della Bcc a più miti consigli.

Yacht Ferretti

14. SALVATAGGIO POSTDATATO...
Sara Bennewitz per "la Repubblica" -
Tra il fallimento della società e il fallimento di una trattativa come quella del risanamento di Seat il confine è molto labile. Ieri, all´ultimo momento, gli obbligazionisti Lighthouse hanno fatto un passo indietro e hanno ritirato l´offerta che aveva come destinatari i private equity che hanno il 50 per cento del gruppo.

Sarà difficile ora che la trattativa per risanare la società delle Pagine Gialle possa terminare con successo entro il 31 ottobre, consentendo così di pagare 52 milioni di cedole agli obbligazionisti.

Rimane così un mese di tempo per trovare un accordo con Cvc, Permira e Investitori Associati: un mese di tempo per trattare senza dover tecnicamente dichiarare il fallimento dell´azienda degli elenchi. I più rimangono ottimisti, nonostante tutto: il default non sarebbe auspicabile né per la salute, né per la reputazione della Seat.

 


MORIRE DI PIOGGIA - TRA LIGURIA E TOSCANA 5 VITTIME E 8 DISPERSI, STRADE E FERROVIE CHIUSE - A ROMA NESSUN PROBLEMA

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Da "Ansa.it"

MALTEMPO IN LIGURIA

Cinque morti e otto dispersi. E' questo il bilancio, ancora provvisorio, della violenta ondata di maltempo che si è abbattuta su Liguria e Toscana. Le zone più colpite sono quelle nel Levante ligure, in provincia di La Spezia, dove fino ad ora sono state accertate quattro vittime, e nella Lunigiana, dove nella notte è stato trovato il cadavere di una donna. Incalcolabili i danni, con l'autostrada A12 chiusa da ieri pomeriggio così come la ferrovia. Nell'estremo Levante ligure non piove più, dopo una giornata terribile in cui sul confine tra Liguria e Toscana sono caduti oltre 500 millimetri di pioggia, che in poche ore hanno fatto straripare fiumi e torrenti, trasformando la zona in una colata di acqua e fango.

MALTEMPO IN LIGURIA

La forza della natura ha provocato frane e smottamenti, che hanno spazzato via ponti e strade Crollata una casa a Borghetto Vara, nello Spezzino. Una ragazza è stata estratta viva dalle macerie, ma altre tre persone non ce l'hanno fatta. Le altre due vittime ad Aulla, in provincia di Massa Carrara. Difficili le operazioni di soccorso, coordinate dall'unità di crisi che è stata allestita negli uffici della Prefettura di La Spezia, con i collegamenti telefonici che vanno e vengono, così come l'elettricità. E con il passare delle ore cresce l'ansia per la sorte dei dispersi.

MALTEMPO IN LIGURIA

E' un uomo la quinta vittima del maltempo che ha colpito la Liguria e la Toscana del nord: il corpo è stato trovato in uno scantinato di Aulla dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Non è escluso che si trovasse nello scantinato per recuperare qualcosa.

LIGURIA: FERROVIA ANCORA FERMA, TECNICI AL LAVORO
Circolazione ferroviaria ancora bloccata, nel Levante ligure alluvionato. I tecnici delle Ferrovie, alcuni provenienti anche da Genova, lavorano senza sosta per rimuovere la frana che all'altezza di Vernazza, ha interrotto la linea in entrambe le direzioni, ma sui binari ci sono quattro metri di terra e fango. Imprecisati, al momento, i tempi per il ripristino della circolazione, che potrebbe restare interrotta almeno fino a questa sera. Unica eccezione un trenino che da questa mattina fa la spola, a velocità ridotta, su un solo binario riaperto tra Levanto e Monterosso.

MALTEMPO IN LIGURIA

BLOCCATO IN AUTOSTRADA BUS SAVONA CALCIO
C'erano anche i giocatori del Savona calcio, formazione che milita nel campionato di Lega Pro, tra le persone rimaste intrappolate per tutta la notte sull'autostrada A12 interrotta a causa dell'alluvione che ha colpito il Levante ligure. "Abbiamo trascorso la notte in autobus", racconta al telefono Ninni Corda, l'allenatore della squadra che era diretta a Poggibonsi per la partita in programma oggi. "Abbiamo assistito a scene da Apocalisse - aggiunge - con auto aggrovigliate una sopra l'altra". Solo questa mattina i soccorritori sono riusciti a raggiungere la zona in cui si trova l'autobus, nei pressi del casello di Brugnato, e a portare i primi rifornimenti.

MALTEMPO IN LIGURIA

CROLLA CASA A PIGNONE,SI SCAVA TRA MACERIE
Sono due le case crollate a causa del maltempo in provincia di La Spezia. Oltre a quella di Borghetto Vara, dove tre persone sono morte e si cerca ancora un disperso, si scava tra le macerie anche a Pignone, dove una persona è stata estratta viva e altre tre sono ricercate. Ritrovati vivi i due turisti stranieri dispersi a Vernazza, sempre in provincia di La Spezia. Restano isolate alcune frazioni dell'entroterra e due delle Cinque Terre.

LIGURIA: AL VIA SGOMBERO STRADE, MA FANGO AVANZA
Le ruspe dei vigili del fuoco hanno iniziato lo sgombero della strada invasa dal fango che porta al centro abitato di Brugnato, quello maggiormente danneggiato dall'alluvione di ieri. Nonostante due grandi ruspe al lavoro, il fango avanza sotto il ponte dell'autostrada dove la forza dell'acqua ha ammassato tronchi d'albero e auto trascinate dalla piena del fiume Gravegnola. In quel paese le persone si sono salvate arrampicandosi sui tetti. Una donna ha sfidato la forza del fiume a nuoto per raggiungere i suoi due bambini che si trovavano a casa della nonna.

ALLUVIONE IN LIGURIA

AULLA, SOCCORSI: 'TUTTO IN POCHI MINUTI, ALLUCINANTE'
"Quello che è successo in pochi minuti è allucinante": così i responsabili della protezione civile regionale che sono intervenuti da ieri ad Aulla, uno dei centri più colpiti dal maltempo in Lunigiana dove sono stati due i morti. Ad invadere la zona sud della cittadina lunigianese è stata un'ondata d' acqua e fango con la tracimazione del fiume Magra. Complessivamente sono una cinquantina le famiglie evacuate. Trecento persone hanno trovato rifugio da ieri sera nel palasport di Aulla.

REGIONE TOSCANA STANZIA 2 MLN, ROSSI VA AD AULLA
La giunta regionale della Toscana, che si riunirà in seduta straordinaria nella tarda mattinata, delibererà un primo stanziamento di 2 milioni di euro per le zone della Lunigiana colpite dal maltempo. Lo riferisce una nota. Inoltre, il presidente Enrico Rossi, impegnato questa mattina a Roma per un incontro con il commissario europeo per la politica regionale Johannes Hahn, ha preso contatto con il responsabile della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli e sarà ad Aulla nel pomeriggio per un incontro con le autorità locali e tutti coloro che sono impegnati nelle operazioni di soccorso.

MALTEMPO IN LIGURIA

PROT.CIVILE ROMA: MOSSI IN TEMPO, NO PREOCCUPAZIONI
"Preoccupazioni non ce ne sono perché il dispositivo si è mosso in tempo. Le forze sono in campo numerose". Lo ha detto il direttore della Protezione Civile di Roma, Tommaso Profeta, dalla sala operativa della Protezione Civile. Ciò che ci si attende, per oggi, "sono piogge intense con due possibili picchi tra le 8 e le 9 e tra le 12 e le 14. Tuttavia, la situazione dovrebbe essere di minore intensità rispetto a quella del 20 ottobre". E per quanto riguarda possibili problemi alle metropolitane, Profeta ha rassicurato dicendo che "sono più presidiate da Protezione Civile e personale metro con dispositivi tecnici. Ci auguriamo di prevenire qualsiasi interruzione".

PROTEZIONE CIVILE ROMA, CADUTI 30 MILLIMETRI D'ACQUA
"Sulla Capitale sono caduti circa 30 millimetri d'acqua. Il picco dei temporali è stato sul litorale, e adesso di sta spostando verso il basso Lazio". Il direttore della Protezione Civile di Roma, Tommaso Profeta, ha fatto il punto sulla situazione del maltempo a Roma. Al suo fianco il sindaco Gianni Alemanno ha rassicurato: "Il peggio sta passando". Ci sono state alcune segnalazioni per allagamenti di strade o scantinati privati ma di piccola entità e "la situazione è sotto controllo. La macchina c'é e risponde - ha detto Alemanno - Quando non si verifica l'eccezionalità come giovedì scorso, la macchina risponde".

MALTEMPO IN LIGURIA a

ALEMANNO,SITUAZIONE DIVERSA RISPETTO AL 20 OTTOBRE
"Stiamo in una situazione completamente diversa" rispetto al 20 ottobre, "ma abbiamo voluto mettere le mani avanti e non fidarci solamente delle previsioni meteo per non avere sorprese". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parlando in diretta da Rainews 24, dalla sala operativa della Protezione civile di Roma. Alemanno ha spiegato che "sta passando una perturbazione che qui dovrebbe arrivare in modo alleggerito rispetto a quella che ha colpito ieri la Liguria".

MALTEMPO IN LIGURIA

E facendo un paragone con il nubifragio che si è abbattuto sulla Capitale giovedì scorso, ha sottolineato che "per questa mattina, in 6-8 ore, sono previsti 40 millimetri di pioggia mentre la settimana scorsa ne sono caduti 120 in tre ore". "Oggi - ha concluso - siamo già sul campo mentre la settimana scorsa non abbiamo potuto prevenire".

STATO DI ALLERTA IN PROVINCIA DI PORDENONE
Notte di maltempo e grande preoccupazione in provincia di Pordenone. Dalla mezzanotte di ieri sera a Piancavallo sono caduti 200 millimetri di pioggia, mentre a Barcis è stata chiusa al traffico la strada regionale 251 della Valcellina per lo straripamento del torrente Varma, facendo rimanere isolata la parte alta della valle, raggiungibile ora solo dal versante Veneto. Allagamenti anche ad Aviano, Maniago, Budoia, Polcenigo e nelle altre vallate. Numerose le chiamate ai Vigili del fuoco per l'acqua che ha invaso abitazioni e scantinati.

MALTEMPO IN LIGURIA

 

FLASH! - SORPASSO! IERI SERA IL TG5 HA BATTUTO DI NETTO IL TG1 - TGMIMUN: 23,30%, 6.259.000 - TGMINZO: 22,26, 5.981.OOO

UN “INADEGUATO” ALLA BIENNALE DI VENEZIA - MALGARA SÌ O NO, SFIDA ALL'ULTIMO VOTO IN COMMISSIONE

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Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

GIULIO MALGARA

Nuova convocazione per oggi alle 9 della commissione Cultura alla Camera. All'ordine del giorno: votazione sulla proposta del ministro Giancarlo Galan di designare Giulio Malgara, fondatore e presidente di Auditel, alla presidenza della Biennale di Venezia in sostituzione di Paolo Baratta.

Il confronto si annuncia numericamente sul filo del rasoio. Ieri, su 46 membri della commissione, i deputati della maggioranza erano appena quattro contro la dozzina delle opposizioni. Nel dibattito i numeri non sono essenziali come lo saranno oggi (ricordando comunque che il voto è consultivo ma non vincolante).

Giancarlo Galan

In commissione proprio questa mattina si insedierà Luciano Sardelli, il «responsabile» che nell'ultimo voto di fiducia al governo Berlusconi non si è presentato ed è stato definito «traditore» dal Pdl. Il suo parere potrebbe far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra, anche se i calcoli saranno incerti fino all'ultimo. Ieri duro confronto tra le opposizioni e la presidente Valentina Aprea, Pdl. Al centro delle contestazioni la decisione della presidenza di non concedere l'audizione al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni che, secondo lo statuto della Fondazione Biennale, è vicepresidente di diritto dell'istituzione culturale.

galan malgara

Il Comune è anche proprietario della sede storica di Ca' Giustinian (recentemente restaurata sotto la gestione di Baratta) e di gran parte degli spazi di mostra. Orsoni ha reso pubblico il suo dissenso, definendo «inadeguato» Malgara. Aprea ha sostenuto che la designazione è di competenza ministeriale e che tale passo non necessariamente deve coinvolgere gli enti locali. Ma nel frattempo è arrivato il sì all'audizione della parallela commissione Cultura di Palazzo Madama.

giorgio orsoni

E proprio su questa contraddizione istituzionale le opposizioni hanno molto insistito ma senza raggiungere risultati operativi. Di nuovo il centrosinistra ha ricordato alla Lega gli ottimi risultati raggiunti dall'attuale presidenza nel rapporto con la Regione e gli altri enti locali. Proprio ieri il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha ribadito la sua piena stima a Baratta: «È stato l'attore del rilancio. Malgara non lo conosco e quindi non posso dire nulla. Comunque la nomina del presidente è del ministro, sentite le commissioni».

Paolo Baratta

Oggi, qualunque sarà l'esito finale, il voto alla Camera, poi si passerà a Palazzo Madama. Se Malgara fosse bocciato, Galan potrebbe comunque procedere alla nomina. Ma il nuovo presidente si troverebbe in una oggettiva difficoltà operativa e di rapporti all'interno stesso del consiglio di amministrazione (dove siedono Orsoni e Zaia).

LUCA ZAIA

Intanto continuano le adesioni sul sito della «Nuova Venezia». Hanno sottoscritto il loro appoggio a Baratta anche Nicholas Serota, direttore della Tate Gallery a Londra, Kathy Halbreich, direttore associato del Moma di New York, Bernhart Schwenk, curatore della Pinacoteca di Monaco, Jarrett Gregory, curatrice del New Museum di New York. La crisi al vertice della Biennale di Venezia sta dunque diventando una questione di respiro internazionale.

 

APP ANDROID PIÙ SCARICATE DELLE APPLE - AMAZON, -73% DI PROFITTI - YAHOO! CERCA NUOVO CEO

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Dagoreport

IL NUOVO IPHONE 4S

1 - BUSINESS INSIDER
GOOGLE BATTE APPLE: LE APPLICAZIONI ANDROID SONO LE PIÙ SCARICATE
http://read.bi/vH2lYZ

Il sorpasso è avvenuto: nel secondo trimestre del 2011 sono state scaricate più applicazioni Android che Apple. Il rapporto, secondo i dati di Abi Research, è di 44% contro 31%. Quanto al numero di download per singolo utente, è ancora in vantaggio la Casa di Cupertino.

2 - BBC
AMAZON PAGA CARI GLI ENORMI INVESTIMENTI NEL NUOVO TABLET KINDLE: CROLLO PROFITTI DEL 73%
http://bbc.in/u8zpc1

Jeff Bezos di Amazon

Crollo dei profitti per Amazon. I guadagni del più grande negozio online al mondo sono scesi del 73% nel terzo trimestre, attestandosi a quota 63 milioni di dollari. A determinare la flessione, gli ingenti investimenti fatti dall'azienda per il lancio dei nuovissimi Kindle, compreso il modello "Fire", il tablet che punta a insidiare il dominio dell'Apple iPad. Dopo che sono stati resi noti i risultati, le azioni della compagnia hanno perso il 12%. La società guidata da Jeff Bezos, tuttavia, ha detto che le vendite sono cresciute del 44%. Record di rodini per i nuovi Kindle.

KINDLE FIRE

3 - FINANCIAL TIMES
LA PRIMA DONNA ALLA GUIDA DI IBM: È IN ARRIVO VIRGINIA ROMETTY
http://on.ft.com/w04x1G

Ibm ha nominato Virginia Rometty per la successione a Sam Palmisano nel ruolo di chief executive. La Rometty, che sarà la prima dirigente donna in 100 anni di storia societaria, inizierà a lavorare dall'inizio del 2012. Viene da 30 anni di carriera all'interno del gigante informatico, spesi per la maggior parte nel settore vendite e marketing.

ECCO COME L'ITALIA RIESCE A MALAPENA A SOPRAVVIVERE CON UNO SCANSAFATICHE COME LEADER
http://www.ft.com/intl/comment

Beppe Severgnini racconta ai lettori del "Financial Times" come viene vissuta la crisi economica e politica dalle nostre parti, partendo dalle sghignazzate della coppia Merkel-Sarkozy dell'altro ieri: "Non è stato un grande giorno per l'Italia, che ha eletto Berlusconi nel 2008 e ora non sa come sbarazzarsene. Ma è vero anche che alla maggior parte degli italiani l'imbarazzo è stato risparmiato, dato che i maggiori telegiornali, di proprietà del Premier o da lui controllati, hanno evitato l'incidente. Ma la situazione è disastrosa".

SEVERGNINI SAMSUNG GALAXI II

"Come può l'ottava economia al mondo andare avanti con un presidente del Consiglio delirante, un governo debole, un'opposizione impotente e i conti in disordine? [...] L'Italia non tira avanti solo grazie ai piccoli aiuti che arrivano dagli amici stranieri. Essa trae anche beneficio dalla sua forza interna. Ci sono 8mila comuni nel Paese. La maggioranza di essi compie il suo lavoro sotto lo stretto controllo dei cittadini che incontrano regolarmente al bar chi li amministra. Le elezioni comunali, a differenza delle nazionali, ingarbugliate, funzionano. I sindaci vengono confermati o cacciati.

E si scende di un livello ulteriore (alle famiglie, ndr) le cose vanno ancora meglio. In poche parole l'Italia tiene perché siamo telecomandati dall'alto e micro-regolati dal basso. [...] Quello che manca è un governo e un leader nel mezzo a tutto questo. [...] L'Italia, a differenza di Berlusconi, non può bocciare l'esame dell'Europa."

Silvio Berlusconi

4 - THE WALL STREET JOURNAL
YAHOO! TORNA A PUNTARE SULLA RICERCA DI UN NUOVO CEO
http://on.wsj.com/mRgk81

Dopo aver messo la questione momentaneamente in secondo piano, il colosso del web Yahoo! torna a concentrarsi sulla ricerca di un nuovo amministratore delegato. L'ex Ceo Carol Bartz è stata licenziata a settembre e da allora la compagnia di Sunnyvale si è impegnata principalmente nel trovare possibili acquirenti per la società.

Virginia Rometty

I soggetti che hanno mostrato interesse per un eventuale accordo sono molteplici e vanno da compagnie di private equity a giganti come Microsoft e Google. Il consiglio di amministrazione di Yahoo!, tuttavia, stando a quanto rivelato da alcune fonti, si sarebbe deciso a prendere seriamente in considerazione la nomina al più presto di un nuovo Ceo, nel caso le offerte sul tavolo non si rivelassero particolarmente appetibili.

 

GARIMBERTI IN VIGILANZA INVECE DI LANCIARE STRALI CONTRO MINZOLINI ATTACCA IL TG3 DELLA BERLINGUER

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Leandro Palestini per "la Repubblica"

PAOLO GARIMBERTI BIANCA BERLINGUER

Sorprese all´audizione della Vigilanza Rai. Sul banco degli imputati ieri c´era il Tg1 di Augusto Minzolini, accusato di "faziosità" dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, ma ha fatto più rumore lo schiaffo del presidente Rai Paolo Garimberti al Tg3. «Il Tg1 è fazioso, ma esiste un problema Tg3», ha risposto Garimberti al capogruppo pdl Alessio Butti che lo stimolava sulla faziosità dei Tg. Per il presidente Rai «i lanci del Tg3 di domenica sera non erano obiettivi», anche se a differenza del Tg1 «il problema al Tg3 è in termini di distinzione tra opinioni e notizie, non di completezza dell´informazione».

minzolini

Bianca Berlinguer difende il suo Tg: «Stupisce che si dica ciò di un Tg che ha dato sempre spazio a tutte le opinioni e a tutte le posizioni, che negli ultimi due anni ha visto crescere gli ascolti in tutte le sue edizioni».

LORENZA LEI

Il cdr del Tg3 protesta: «Noi sappiamo solo che qui le notizie non vengono nascoste, in questo senso forse il Tg3 rappresenta un problema».

Per Garimberti i servizi del Tg1 su Fini erano «tendenziosi per come erano costruiti, attaccavano Fini senza contraddittorio». Il dg Rai, Lorenza Lei, è più cauta: «Il tema del pluralismo riguarda tutte le testate».

PAOLO GENTILONI

Sull´eventuale rinvio a giudizio di Minzolini per peculato, Paolo Gentiloni (Pd) le ricorda una legge che prevede il trasferimento ad altro incarico del dipendente, ma la Lei non si sbilancia: «Mi riservo di valutare di fare tutto quello che è necessario. Risponderò quando potrò essere più precisa». Il dg assicura che in Rai «le tredicesime saranno pagate», annuncia che presenterà in cda un progetto per rinnovare il canale all-news («dove dovrebbe confluire anche Televideo»), rivela che nello spazio di "Annozero", che di giovedì aveva oltre 5 milioni di fan, nel «nuovo anno ci sarà un nuovo programma per il prime time di Rai2».

ZAVOLI

 

LA SECONDA CARICA DELLO STATO SI SCALDA A BORDO CAMPO SPERANZOSA, MA COSA NOSTRA NON È D’ACCORDO

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A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota

Luigi Bisignani

1- COME SI DIVENTA DIRETTORI...
"P4, come ti controllo la stampa". Sul Cetriolo Quotidiano, una scheggia impazzita di nome Malcom Pagani squaderna altre due pagine di intercettazioni bisignanesche. Telefonate che spiegano bene come funziona l'informazione economico-giudiziaria (da noi sono quasi la stessa roba) e come si diventa, o si resta, o si torna direttori nella nostra bella Italia. "Dal suo ufficio di piazza Mignanelli Luigi Bisignani arriva a direttori e vicedirettori di importanti testate nazionali e ottiene articoli riparatori "in amicizia". Dal Sole 24 Ore a Italia Oggi, passando per il Foglio di Giuliano Ferrara, nessuno appare seccato dalla intraprendenza del faccendiere. Molte invece le giustificazioni" (pp. 8-9).

de bortoli

"Nella sua ottusa innocenza, il giornalista che ogni mattina si occupa del mondo economico esprime ciò che i suoi colleghi di altri settori riescono con successo a negare: che è la voce del padrone e che un giornale non è fatto per rappresentare gli interessi dei suoi lettori, bensì quelli dei suoi padroni". Questa non è di Bisignani, ma di Hans Magnus Enzesberger ("Economia della mosca cieca", 1982, tradotto e pubblicato in Italia nel 1988 da SE con il titolo "In difesa della normalità").

2- BISY BISI, CHE IMBARAZZI SU STAMPA E CORRIERE...
"Bisignani sta trattando il patteggiamento con i pm di Napoli", titola il Corriere della Sera a pagina 23. Stesso pezzo, ma piccino piccino, sulla Stampa ("Bisignani punta a patteggiare la pena", p. 11). Sul Corriere di don Flebuccio de Bortoli, Fiorenza Sarzanini scrive che il faccendiere piduista vorrebbe "un patteggiamento tombale".

MARIO CALABRESI

Lo scopo è abbastanza chiaro: il lobbista dei lobbisti vuole da un lato salvare i propri soldi e dall'altro rendere inutilizzabili - almeno contro di lui - migliaia di telefonate che spaventano personaggi ai quali la gogna mediatica è stata finora risparmiata. Del resto c'è un passaggio illuminante, nel pezzo della Sarzanini: "La cosiddetta P4 ha svelato la natura dei rapporti di Bisignani con ministri, dirigenti di Stato, deputati e senatori, giornalisti confermando che era lui a orientare molte scelte politiche e imprenditoriali".

I rapporti erano anche con direttori di giornale come De Bortoli e Calabresi (non è un reato, per carità) e generali della Finanza. Quindi forse Bisignani era in grado di "orientare molte scelte politiche e imprenditoriali", ma anche molte scelte giornalistiche e investigative. O no?

3- LA RESISTENZA DEI MINIDOTATI...
"Governo, mini-accordo per salvarsi. Niente pensioni d'anzianità, alla Ue solo una lettera. Il Senatur: resto pessimista, vediamo cosa dice l'Europa. Sarkozy: situazione esplosiva" (Repubblica, p. 1).

FIORENZA SARZANINI

Per carità di patria riportiamo solo il primo capoverso dell'editoriale di Eziolo Mauro sul Patto della Prostata: "Incapaci di salvare l'Italia, tentano disperatamente d salvare se stessi. A questo si è ridotta la forza titanica del berlusconismo, la "rivoluzione liberale", il governo "del fare", il vento del Nord leghista. Un ceto politico spaventato, timoroso ormai di mostrarsi al suo stesso popolo, impotente a governare la crisi, non riesce a dare le risposte di cui il Paese ha bisogno.

L'unica risposta è un accordo al ribasso, inadeguato e probabilmente inutile, nella speranza che possa imbrogliare l'Europa garantendo uno spazio ulteriore di sopravvivenza alla disperazione congiunta di Bossi e Berlusconi, chiusi nel recinto di governo trasformato in ultimo bunker" ("Un regime vuoto", Repubblica, p. 1).

Da libertari, ci permettiamo solo di aggiungere che questo ceto politico "timoroso di mostrarsi al suo stesso popolo" non a caso si blinda con la Celere e i reparti mobili dei Caramba e ha un ministro di Polizia, il mordace Maroni, che sta trafficando con i codici per garantire la massima impunità possibile (al tempo di Internet).

4- CAVALIER POMPETTA, NON METTERMI LE MANI IN TASCA...
"Berlusconi teme i mercati: "Devo portare cose precise" (Corriere, p. 3). Bruxelles mica è Porta a Porta. "Dalle privatizzazioni alla flessibilità del lavoro. Ecco il piano sviluppo. Nella lettera per Bruxelles le linee guida del provvedimento. Vendita degli immobili pubblici e lotta alla burocrazia" (Giornale, p. 4). Già sentite, queste.

NICOLAS SARKOZY

Imperdibile la riesumazione dell'economista Vito Tanzi, intervistato dalla figlia di Pio Mastrobuoni (ex portavoce di Andreotti e Lamberto Dini) per la Stampa di Mariopio Calabresi: "Il rischio è buttare i frutti del nostro miracolo economico". A che cosa si riferisca non è chiaro neppure a lui (p. 4).

Ma per la serie "Se la suonano e se la cantano", ecco la doppia intervista sulle pensioni ammannita nelle pagine 6 e 7 della Stampa, dove si confrontano Cesare Damiano e Nicola Rossi sotto la mirabile testatina "Dibattito a sinistra". Ma Nicola Rossi è lo stesso che si è iscritto al partito di Monteprezzemolo? E quella è sinistra? Al massimo sarà la Grande Sinistra Accettata (da certi editori).

5- MA FACCE RIDE!...
"Non credo agli imprenditori come categoria monolitica. E comunque non devono far politica". Rodolfo De Benedetti, figlio di Carletto, intervistato un tanto al metro da Daniele Manca del Corriere (p. 31).

6- PERSONAL RATING, PERSONAL SPREAD...
"Alain Minc: "Il vero problema è il Cavaliere, se uscisse di scena la crisi sarebbe risolta". Parla l'economista francese, consigliere del presidente Sarkozy: non abbiamo più voglia di ridere" (Repubblica, p. 12).

SILVIO BERLUSCONI UMBERTO BOSSI

Lo sanno tutti gli gnomi della Finanza e lo sa perfino questa infima rassegna, che lo ripete da mesi: se il Banana si levasse da Palazzo Chigi, lo spread con i bund tedeschi si schiaccerebbe immediatamente ai livelli spagnoli. Il Sire di Hardcore non è personalmente credibile e la credibilità, sui mercati come in banca, si paga.

7- NELLE MANI GIUSTE...
La seconda carica dello Stato si scalda a bordo campo speranzosa, ma Cosa Nostra non è d'accordo. "Mafia, l'autista del boss accusa Schifani. "Era in mano a Cosa Nostra". Il presidente del Senato querela, Pdl in rivolta. Il pentito Lo Verso, uomo di Provenzano, parla anche di Romano, Dell'Utri, Cuffaro e di un "ministro sardo" (Repubblica, p. 17). "Schifani, accuse dal nuovo pentito. "Il boss mi disse che era nelle nostre mani. Palazzo Madama: "Sdegnato per frasi infamanti" (Corriere, p. 25). Anche per Cosa Nostra, la credibilità personale dei politici è importante.

Roberto Maroni

8- FAMILY FIRST! (LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO"), COME DICEVA DON CORLEONE...
"Dalla rottura con Veronica alla successione ad personam. Berlusconi blinda Fininvest. Le tensioni tra i figli dietro la nuova mossa". Su Repubblica (p. 9) Ettore Livini ficca il naso nella Prima Famiglia Allargata d'Italia. "Il premier vorrebbe salvaguardare i ruoli di Marina e Piersilvio dando loro metà dell'impero. Ma con l'attuale "legittima" Barbara, Eleonora e Luigi avrebbero la maggioranza". Tra leggi ad personam, matrimoni di copertura o ballerini e pletore di amanti più o meno nascoste, "il finale del Monopoli più ricco d'Italia è ancora tutto da scrivere".

Ed è bello sapere come la pensano sul tema i principali azionisti del Pompiere della Sera. Basta leggere questo incredibile pezzo uscito oggi a pagina 6: "Aziende familiari ed eredità ai figli. "Giusto cambiare le norme". Dopo le polemiche, l'Aidaf. "proposta nostra. Tra gli estensori il legale del premier per il divorzio". Che cosa sia l'Aidaf ce lo spiega Fabrizio Massaro: "E' un organismo associativo, di fatto una lobby, che raccoglie circa 200 famiglie imprenditoriali di peso, da Falck a Ferragamo, da Merloni a Tronchetti Provera, da Zambon a Maccaferri a Squinzi, con società che incidono per circa il 10% sul Pil italiano (e sull'editoria e sulla pubblicita? ndr), presieduto da Maurizio Sella".

nicola rossi lap

9- LAVITOLA IN DIRETTA (CADUTA MASSONI)...
Ci regalano sempre grosse soddisfazioni le gesta di Valterino Lavitola, raccontate a puntate con la sua stessa voce da Repubblica (p. 18) "Al prossimo appuntamento tra Berlusconi e Spaziante ci voglio stare anch'io". Poi Lavitola avvisa Poletti: si fa giovedì.

Nella pagina a fianco, "caduta massoni" nel pezzo di Alberto Statera, implacabile cacciatore di cappucci: "Valterino", Bisignani e Milanese è il network massone dei faccendieri". Dossier e affari. E i lobbisti trovano sponde in Vaticano". Pezzo istruttivo. Ne consigliamo la lettura in attesa di leggere domani il seguito: "Il network massone degli editori". Dai Statera, ce la puoi fare solo tu.

10- LINGOTTI IN FUGA...
"Contratto unico per Fiat sul modello Pomigliano". Marchionne: "In Europa auto a un miglio dall'inferno" (Corriere delle banche creditrici, p. 33). Ma com'è cosmopolita la nostra formichina di Zug: ormai pensa anche in miglia (e franchi svizzeri).

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

11- LA LINGUA DEL PADRONE...
"Solo in Italia lo Stato decide a chi puoi lasciare i tuoi soldi" (Giornale, p. 1).

 

LA “NUOVA” LIBIA - DECINE DI ESECUZIONI SOMMARIE DEI FEDELISSIMI DI GHEDDAFI, IL CNT PROMETTE INDAGINI

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1 - LIBIA/ H.R.WATCH: GIUSTIZIATI A SIRTE 53 FEDELISSIMI DI GHEDDAFI...
(TMNews)
- Cinquantatrè persone, probabilmente fedelissimi di Muammar Gheddafi, sono state giustiziate in un albergo di Sirte la scorsa settimana. E' quanto denuncia oggi l'organizzazione Human Rights Watch (Hrw), precisando che l'albergo si trova in una zona che era sotto il controllo dei combattenti provenienti da Misurata. Hrw ha quindi chiesto al Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) di avviare un'indagine.

Abdel Jalil dei ribelli libici

"Abbiamo trovato 53 corpi in decomposizione, apparentemente di sostenitori di Gheddafi, in un albergo abbandonato di Sirte e alcuni di loro avevano le mani legate dietro la schiena quando sono stati uccisi - ha detto Peter Bouckaert, responsabile di Hrw che sta indagando sulla vicenda - questo caso richiede l'immediata attenzione delle autorità libiche perchè indaghino su quanto accaduto e ne chiamino a rispondere i responsabili".

Secondo l'organizzazione, lo stato di decomposizione fa supporre che le 53 vittime siano state uccise tra il 14 e il 19 ottobre. Gli abitanti del quartiere hanno scoperto i cadaveri il 21 ottobre, una volta cessati gli scontri nella città natale di Gheddafi, e ne hanno identificati quattro come sostenitori del colonnello.

FEDELI DI GHEDDAFI GIUSTIZIATI A SIRTE FOTO DI HUMAN RIGHTS WATCH


2 - TRIPOLI NESSUNO SAPRÀ MAI DOV'È IL CORPO DI GHEDDAFI...
Giovanni Cerruti per "la Stampa"

Alle cinque del mattino, quand'era ancora buio. Dove non si sa, «il luogo resterà un segreto per sempre». Due rappresentanti del Consiglio Nazionale di Transizione, due del Consiglio Militare di Misurata. Nessun altro era lì. Muammar Gheddafi da ieri è sotto la sabbia del suo deserto, sepolto con il figlio Mutassim e Abu Bakr Younis, il Capo di Stato Maggiore dell'esercito sconfitto. «Non daremo altre informazioni - dice Hamed Bani, il portavoce militare del Cnt -. I presenti sono vincolati al silenzio». A Misurata due dignitari della sua tribù, i Qadafa, avevano pregato davanti alla bara.

HOTEL MAHARI A SIRTE LIBIA FOTO HUMAN RIGHTS WATCH

Nemmeno i Qadafa sanno dove sia.«È finita». In testa la bustina da ufficiale dell'aviazione, il generale Ahmed Bani a metà pomeriggio si è presentato in un albergone di Tripoli più impettito del solito. A suo modo ha annunciato il rompete le righe. «Grazie a tutti». Ma dopo le domande non era meno impettito. C'è ancora molto da sapere e da capire. «Il nostro presidente Abdel Jalil ha detto che ci sarà un'inchiesta sulla morte di Gheddafi. Anche noi vogliamo appurare le ragioni dell'accaduto e chi aveva interesse a questa conclusione». Che, per quel che lo riguarda, resta la stessa: «È morto in conflitto a fuoco, sparavano da entrambe le parti».

CNT CONSIGLIO NAZIONALE DI TRANSIZIONE LIBICO

Quando Gheddafi ha lasciato il container del «Mercato dei Tunisini» era passata da poco la mezzanotte. L'avevano avvolto in tre lenzuola bianche, come vuole l'Islam. Non l'avevano lavato, che è l'onore che spetta a chi muore combattendo. «Tutto nel massimo rispetto», come dice il generale. Hanno pregato con i dignitari Qadafa anche Mahammoud Hamid, un nipote di Gheddafi, e Mansour Daou, il capo delle sue guardie di sicurezza. Probabile che poi sia stato portato nel deserto a Sud di Sirte, così come avrebbe chiesto in un testamento. «In un posto lontano, molto lontano», dice Abdel Haid Bleka, capo militare di Misurata.

Ma per la Libia che domenica ha battezzato la sua nuova nascita, sepolto Gheddafi non sembra sia finita l'emergenza. Il Cnt ha chiesto alla Nato di allungare la missione fino al 30 novembre, un altro mese di tempo, e una risposta arriverà da Bruxelles entro la fine della settimana. Segno che, sepolto Gheddafi, la Libia non si sente ancora in sicurezza. Troppe armi in giro. Con il rischio che l'arsenale del rais finisca dove non deve finire. Leon Panetta, capo del Pentagono, da Tokyo ha già lasciato intendere il sì degli Usa: «La nostra preoccupazione è aiutare medici e feriti e trovare le armi».

Cadavere di Gheddafi

E poi resta da catturare Saif al Islam, l'altro figlio, l'unico sopravvissuto al giovedì di Sirte. Lo segnalano in fuga, con un passaporto falso, ormai al confine con il Niger. L'avrebbero visto i Tuareg, o almeno così raccontano nei tg della tv libica. «Non sappiamo dove sia Saif», dice il generale Bani, ed è una risposta ovvia. In Niger, dove già ha trovato rifugio e protezione l'altro figlio Saadi, il calciatore, sarebbe già arrivato Abdallah al Senussi, il capo dei servizi segreti del rais. Saif libero potrebbe rappresentare ancora una minaccia, riunire quel che resta del vecchio regime, approfittare delle difficoltà del nuovo.

Saif ul-islam Gheddafi

E tra le difficoltà della nuova Libia, nonostante il generale Bani e il suo rompete le righe, restano le domande sulla morte di Gheddafi e le richieste di accertamenti da parte di organizzazioni legate alle Nazioni Unite. Ad esempio sulla sorte dei miliziani di Gheddafi catturati giovedì mattina. Reporter americani li hanno fotografati con le braccia dietro la schiena, nastri di plastica bianca come manette. C'è chi li ha poi visti morti, giustiziati con un colpo alla nuca. E chi bruciati davanti all'hotel Mahari. «Cosa ne sapete voi, eravate lì?», si scuote il generale.

«Ci sono le foto», è la risposta. «Un'altra domanda...?». Così, quando da Sirte si viene a sapere che l'esplosione di due depositi di carburante ha provocato tra i cinquanta e i cento morti, ecco che ritornano i sospetti. Un rogo per fare sparire le tracce di prigionieri ammazzati? Il generale nulla ne sa. «Abbiamo prigionieri in tutta la Libia e presto faremo conoscere il numero. Avranno tutti il giusto trattamento e puniremo i maltrattamenti. I nostri valori dell'Islam lo impongono anche in queste difficili circostanze». Quindi anche Gheddafi è stato trattato da prigioniero di guerra? «Lui era un criminale, tutto il mondo lo sa». Il mondo che non saprà mai, spera il generale, dov'è sepolto.

 


LAVITOLA E POLETTI SPONSORIZZANO IL GENERALE SPAZIANTE: “AL PROSSIMO APPUNTAMENTO CI SARÒ ANCH’IO”

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Giuseppe Caporale e Liana Milella per "la Repubblica"

il generale Poletti

Le guerre e le cordate della Guardia di finanza sono passate per palazzo Grazioli e per le mani di Lavitola. Giusto negli stessi mesi del 2009 in cui a Bari, dove arriva il procuratore Antonio Laudati, le stesse Fiamme gialle lavorano al caso escort-Tarantini-Berlusconi. E dove all´improvviso, come ha scritto al Csm l´ex pm Pino Scelsi, la Gdf riceve l´input di rallentare l´inchiesta.

Il potente "Valterino", legato a filo doppio al generale Paolo Poletti, oggi numero due dell´Aisi (il servizio segreto civile), il cui nome fa capolino nelle inchieste Why not, P4 e per gli appalti del G8, tira la volata a Emilio Spaziante, raccomandato per fare «non il numero uno, ma il numero due», cioè il capo di Stato maggiore dei baschi verdi.

Le intercettazioni di Pescara, agli atti del processo per evasione fiscale dell´imprenditore Spadaccini, che finanzia l´Avanti e inguaia Lavitola, rivelano che furono due, e non uno solo, gli incontri tra il Cavaliere e il generale. Nel primo del 14 ottobre erano soli, nel secondo del 19 novembre c´era anche Lavitola, che pretese di esserci.

In una telefonata a Poletti egli dice espressamente: «La prossima volta voglio esserci anch´io». La partita che si gioca è questa: Lavitola cerca di sdoganare Spaziante, la cui corsa in quel momento era frenata dal legame con Tremonti e il suo braccio destro Marco Milanese.

Spaziante

IO, LUI, E IL GENERALE
(il 6 novembre 2009 Lavitola chiama la segreteria del premier per fissare l´incontro).
L. «Ieri il dottore aveva detto a Marinella di fissare un appuntamento per la prossima settimana io e il generale».
S. «Sì, gliel´abbiamo già passato a Marinella il messaggio dopo che il presidente ci ha chiamato».
L. «È in grado di farmi sapere la data?».
S. «Quando il presidente darà l´ok, perché dopo che lui passa il messaggio in segreteria deve dare comunque l´ok, i giorni che gli indica Marinella, Marinella la chiama e glieli fissa».
L. «Ah ok. Ma adesso è ad Arcore o è a...».
S. «A Palazzo Chigi.

VOGLIO MARINELLA
(insistente come al solito, cerca direttamente la segreteria particolare Marinella)
L. «Cercavo Marinella».
S. «Credo sia dal presidente, posso lasciare la chiamata?».
L. «Per potermi organizzare ho bisogno di sapere se è possibile in quale giorno della prossima settimana per l´appuntamento mio e del generale».
S. «Un attimo, per organizzarsi ha bisogno di sapere quale giorno della prossima. Va bene».
L. «Sì per me, grazie».

MARINELLA BRAMBILLA

ABBI PAZIENZA
(seccata come sempre quando parla con lui, Marinella lo richiama e lo liquida in pochi secondi)
L. «Pronto».
Marinella «Sì, ciao, solo per dirti che non sappiamo dirti niente ancora, ci chiami tu lunedì mattina ad Arcore, vediamo se ti do la risposta per mercoledì o giovedì».

É PER IL 19
(il 9 novembre la segreteria fissa l´appuntamento)
S. «Volevo avvisarla che è giovedì alle ore 19 a Palazzo Grazioli...».
L. «Io e quel mio amico...».
S. «Sì, l´incontro col generale Spaziante».
L. (molto infastidito perché è stato fatto il nome) «Sìììì, sì».
S. «Va bene».
L. «Dove ha detto Palazzo Chigi o...».
S. «Palazzo Grazioli».

LO AVVISI TU?
(subito dopo Lavitola chiama l´amico Poletti)
L. «Ho fissato l´appuntamento per giovedì sera alle 19».
P. «Va bene».
L. «Quello lì l´avvisi tu?».
P. «Rientro in ufficio e lo avviso subito e poi ci sentiamo».
L. «Però poi mi dai conferma?».
P. «Assolutamente sì, giovedì sera alle 19, va bene».
L. «Fammi sapere poi quando ci possiamo vedere».
P. «Tra stasera e domani mattina».
L. «Un bacio, grazie».

Silvio Berlusconi

CAMBIO D´ORARIO
(il giorno dopo la segreteria sposta l´incontro di qualche ora)
S. «Buonasera, per l´appuntamento di giovedì alle 19, lo possiamo spostare alle dieci?»
V. «Senz´altro sì».
S. «Sì, sempre giovedì alle dieci».

VALTER VIENI DA ME
(Lavitola richiama Poletti e poi lo vede)
L. «Perdonami, questi mi hanno spostato alle 10 di giovedì».
P. «Alle dieci di giovedì, di mattina sempre, non de sera?».
L «Certo sì».
P. «Senti, tu puoi fare un salto da me?».
L. «Quando?».
P. «Anche adesso».
L. «Io adesso, ti dico la verità, sto´ senza autista, se è possibile tra un´oretta oppure mi fai mandare a prendere tu».
P. «Tra un´ora va bene».

 

SORCI VERDINI - IL BANCHIERE DEL BANANA È INDAGATO, INSIEME ALLA FIGLIA E ALTRE 18 PERSONE, PER UNA TRUFFA ALLO STATO DA 17 MLN € - L'ACCUSA È CHE ABBIA OTTENUTO FINANZIAMENTI ILLECITI PER L'EDITORIA CREANDO PRIMA UNA COOPERATIVA (CHE ESISTEVA SOLO SULLA CARTA) E POI ACQUISTANDO IL 51% DI UNA SOCIETÀ EDITORIALE - TRA I COMPAGNI DI MERENDE, C’ERA ANCHE MASSIMO PARISI, COORDINATORE DEL PDL TOSCANO…

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Marco Gasperetti per il "Corriere della Sera"

GIUSEPPE QUATTROCCHI

C'era una cooperativa che in realtà non era una cooperativa. E che aveva acquistato il 51% di una società editoriale. Un modo ingegnoso, ma illegale secondo i magistrati, per truffare lo Stato e intascare ogni anno finanziamenti pubblici: tanti soldi, più di un milione di euro l'anno, oltre 17 milioni dal 1998 a oggi. Un «tesoretto» che sarebbe finito nelle casse della società proprietaria del Giornale della Toscana, (dorso locale del Giornale) e del settimanale Metropoli.

MASSIMO PARISI

A dirigere le operazioni, secondo la Procura di Firenze, c'era Denis Verdini, 60 anni, coordinatore nazionale del Pdl, massimo azionista del quotidiano e proprietario del Credito cooperativo fiorentino, banca finita anch'essa nella bufera giudiziaria. Verdini, già nel mirino dei magistrati toscani per le inchieste sulla P3, sul Credito cooperativo e sui grandi appalti del G8, stavolta è indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato insieme ad altre diciotto persone tra le quali la figlia Chiara Diletta e la nipote Erika Bertini. Tra gli inquisiti il nome di un altro politico: il parlamentare Massimo Parisi, coordinatore del Pdl toscano. Insieme ad altre tre persone, in un altro filone dell'inchiesta, è sospettato di finanziamenti pubblici illegali che sarebbero andati a beneficio del settimanale fiorentino Metropoli.

Ieri mattina i finanzieri si sono presentati nella sede del Giornale della Toscana, con un decreto di sequestro preventivo firmato dal gip Paola Belsito su richiesta dei pm Giuseppina Mione e Luca Turco. Hanno acquisito carte e documenti amministrativi e notificato ad alcuni degli indagati il sequestro di dieci milioni e 982 mila euro, cifra corrispondente a parte dei finanziamenti pubblici che - secondo l'accusa - sarebbero stati illecitamente percepiti dopo il settembre del 2005. Data importante per l'inchiesta perché, anche se il presunto flusso illegale di finanziamenti sarebbe partito nel 1998, il periodo precedente è prescritto.

il-giornale-della-toscana

Dunque, secondo il teorema della Procura fiorentina, la Ste (Società toscana di edizioni) editrice del Giornale della Toscana, avrebbe intascato finanziamenti illeciti perché quel 51% di proprietà della cooperativa Nuova Editoriale sarebbe stato fittizio. Un modo per aggirare la legge sui finanziamenti all'editoria. Come ha spiegato ieri mattina il procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi: «La normativa vigente prevede che per ottenere finanziamenti pubblici la società editrice debba essere partecipata almeno al 51% da una cooperativa». Secondo l'accusa, in questo caso, la cooperativa era di facciata e alimentata dai soli versamenti statali.

DENIS VERDINI

«Sono offeso e costernato - ha commentato Denis Verdini -. Il risultato di questa "brillante" iniziativa, che ha portato al sequestro dell'intero immobile del Giornale della Toscana, è stato quello di rischiare di mandare in mezzo a una strada trenta lavoratori per un reato che non esiste, se non nella fervida immaginazione dei pm». Il gip Belsito invece è convinto che Verdini e soci avrebbero aggirato lo Stato «in maniera truffaldina attraverso operazioni bancarie apparentemente corrette che celavano in realtà dei fatti una cooperativa che esisteva solo sulla carta».

Denis Verdini

 

PRIMAVERA TUNISINA: LA DESTRA ISLAMICA VINCE MA NON STRAVINCE, COSTRETTA AD UNA COALIZIONE COI LAICI

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1 - GANNOUCHI, PROSSIMO GOVERNO ENTRO UN MESE...
(ANSA)
- Il prossimo governo tunisino dovrà essere composto "prima possibile, nel termine che non superi il mese": lo ha detto Rached Gannouchi, leader di Ennahdha. "Siamo - ha detto Gannouchi intervistato da radio Express - per una grande alleanza nazionale che porti ad un governo democratico". Il leader di Ennahdha, citato dall'Afp, ha detto che sono in programma contatti con "tutti coloro che hanno militato contro Ben Ali", contatti cominciati già prima delle elezioni, ha precisato.

2 - GANNOUCHI, DJEBALI PROBABILE PREMIER...
(ANSA)
- Hammadi Djebali, segretario generale di Ennhdha e, di fatto, numero due del partito, potrebbe essere il prossimo primo ministro tunisino. Lo ha detto il leader del partito, Rached Gannouchi, in una intervista a radio Express.

3 - TUNISIA PROVE DI DEMOCRAZIA ISLAMICA...
Giampaolo Cadalanu per "la Repubblica"

rached ghannouchi

Se non fosse islamica osservante, Fawzia brinderebbe volentieri. Senza alcol, si accontenta del suo tè alla menta a un tavolino di avenue Bourghiba, come altre decine di studenti tunisini. «Ennahda vuol dire rinascita. Ci speriamo, crediamo che la Tunisia possa completare la sua rivoluzione, rinascere davvero». Studentessa di Lingue, sembra un simbolo perfetto per il suo paese: usa allo stesso tempo il velo e i jeans attillati, sogna di lavorare con successo, non vuol nemmeno pensare di restare chiusa in casa, ma non rinuncia alla fede. «Sì, mi sento musulmana. È la mia identità, non capisco come voi europei possiate rinunciare a Dio».

Attorno a lei, nel traffico forsennato della capitale, i clacson dei sostenitori del partito islamico si mescolano a quelli dell´ora di punta, quasi con timidezza. Con i primi risultati elettorali che ormai delineano la vittoria di Ennahda per la nuova assemblea costituente, il regime dispotico di Zine el Abidine Ben Alì sembra finalmente archiviato, dopo 23 anni di corruzione e paura.

Ma forse sono gli stessi sostenitori della formazione di Rachid Gannouchi a tirare un sospiro di sollievo, vedendo che la vittoria non è un trionfo. Ieri sera i dati davano il partito al comando in cinque distretti, compreso Sfax (il che valeva 15 seggi), il voto dei tunisini all´estero ne aveva procurati altri nove, mentre il Congresso per la Repubblica faticava al secondo posto, seguito dalla sinistra di Ettakatol e dai democratici progressisti. Il gruppo dirigente, in via informale, dava per sicura una percentuale del 40 per cento, forse 45: più o meno il triplo rispetto ai due partiti laici.

Dati significativi, visto che Ennhada era l´unica formazione a presidiare praticamente tutti i seggi del paese. Con i due laici, il CpR dell´ex esule Moncef Marzouki e con Ettakatol, Ennhada dovrà formare una coalizione, tanto più che le urne sembrano aver punito chi aveva escluso un´alleanza con gli islamici. Marzouki ha subito aperto ai vincitori: «Abbiamo ottimi rapporti con tutti e vogliamo un governo di coalizione. Non vedo il pericolo di una deriva integralista. La nostra è una società molto europea, penso che nemmeno la stragrande maggioranza degli islamici accetterebbe la sharia intesa in senso radicale come fonte del diritto».

Anche Yusra Gannouchi, figlia del leader filo islamico, rassicura: «Le donne tunisine non hanno niente da temere, il codice di Bourghiba non sarà cambiato, non abbiamo certo intenzione di introdurre la poligamia». Abdelhamid Jlazzi, capo della campagna elettorale di Ennhada, sottolinea che «non ci saranno strappi. Siamo arrivato al potere con la democrazia, non con i carri armati. Dopo la sofferenza, abbiamo l´opportunità di assaporare libertà e democrazia».

Ennahda

Ma i militanti festeggiavano con prudenza, convinti forse che un eccesso di vittoria rischiasse di apparire minaccioso. Il vertice del partito aveva fatto di tutto per rassicurare i laici, l´opinione pubblica occidentale, gli investitori stranieri garantendo le sue scelte moderate, e ha subito annunciato che nella Costituente formerà una maggioranza con due partiti laici. Ma le voci sui finanziamenti arrivati dall´Arabia saudita e dal Qatar hanno lasciato vivo il sospetto.

«Lo sanno tutti che Ennahda prende i soldi da Riad», dice Ahmed Ibrahim, fondatore della coalizione liberale Democratica-Modernista. Replica Said Ferjani, della direzione: «Ennahda è un fenomeno sociale, prima che un partito». L´identità musulmana sembra aver deluso chi sperava di capitalizzare politicamente l´entusiasmo dei ragazzi che a inizio anno in piazza della Kasbah gridavano «Dégage, dégage», cioè sgombra, al dittatore. Invece la mobilitazione per i profughi in fuga dalla Libia, all´inizio senza nessun coordinamento, è finita sotto l´ala delle organizzazioni islamiche, per poi confluire nei consensi a Ennhada.

Insomma, la società civile tunisina protagonista della rivoluzione dei gelsomini è legata strettamente con la tradizione islamica. «Una separazione netta fra Stato e religione ispirata al modello francese non è adatta per la società tunisina. La religione non può essere un fatto privato perché significherebbe lasciar spazio alla spinta radicale dei salafiti. Lo Stato invece deve farsi carico dell´educazione, dell´insegnamento religioso e della convivenza fra le diverse anime del paese», ammette tranquillamente Ayachi Hammami, dirigente della Lega tunisina per i diritti dell´uomo, militante del polo modernista.

Per le cancellerie occidentali, che seguivano con attenzione la campagna elettorale e il voto, sembra essenziale che Ennhada non stia stravincendo: questo garantirebbe all´interno del partito islamico la prevalenza dei moderati e filo occidentali. Ma sembrano ormai poco plausibili i due scenari più negativi, quello che voleva la Tunisia pronta a diventare un nuovo Iran affacciato sul Mediterraneo e quello, parallelo, che ipotizzava la possibilità di un colpo di Stato militare sul modello algerino.

4 - PRIMAVERA ARABA AUTUNNO ISLAMICO?
Bernard Guetta per "la Repubblica"

Assistiamo a una strana lettura dei fatti. La metà, più o meno, dei tunisini ha optato per i partiti laici. Un elettore su due non ha votato per gli islamisti. E cosa si desume da questa importantissima realtà, da questa incoraggiante conferma che il Paese, e sulla sua scia il mondo arabo nel suo insieme, stanno finalmente uscendo dalla fatale alternativa tra dittatori e barbuti?

Nella schiacciante maggioranza dei commenti si leggono frasi del tipo: «Vittoria degli islamisti a Tunisi», e tra le righe: «fine della primavera araba», «rivoluzione confiscata», o anche: «la Tunisia ha votato per scambiare una dittatura con un´altra».

tunisia resizer jsp

Gli occidentali adorano mettersi paura. E forse c´è addirittura chi inconsciamente non è affatto dispiaciuto di poter pensare che gli arabi non sono fatti per la democrazia, che decisamente esiste una vera e propria incompatibilità tra l´Islam e le libertà, per cui non si deve abbassare la guardia di fronte al "fascismo verde". Le certezze, anche le più imbecilli, sono dure a morire. Resta comunque - mi diranno - il fatto che Ennahda oggi è il primo partito della nuova Tunisia, per cui domani saranno gli islamici a governarla. Sì, è vero. Ma di chi è la colpa?

La risposta è fin troppo chiara. A volerlo non sono stati gli elettori tunisini; e non è neppure il risultato di una manipolazione islamica. La colpa - e sono i fatti a dirlo - è tutta delle correnti laiche e dei loro capofila che non sono stati capaci di presentarsi alle elezioni uniti o quanto meno di annunciare che avrebbero governato insieme sostenendo il partito della stessa area uscito dalle urne con il maggior numero di voti.

Le cose sarebbero andate in maniera del tutto diversa, con dinamiche di tutt´altro tipo, ma mentre gli islamici si univano, i laici si dividevano, dilaniandosi in dispute faziose o rivalità tra tenori. Eppure le loro differenze sono paragonabili alle tre sfumature delle formazioni di centro-sinistra europee. Se la rivoluzione tunisina è stata tradita, lo si deve all´irresponsabilità dei laici, che non si sono dimostrati all´altezza della posta in gioco. Ma ora che il danno è fatto - per quanto deplorevole - dov´è la tragedia?

Non solo queste elezioni sono state perfettamente regolari; non solo la Tunisia - pur non essendovi mai stata preparata - ha saputo organizzarle in nove mesi, ma gli islamici hanno dovuto ammettere di non potersi presentare al voto lanciando invettive e predicando il velo e la jihad. Hanno ripudiato la violenza, hanno scambiato le bombe con la schedina elettorale, presentando candidate dai capelli sciolti che ancora ieri avrebbero chiamato "creature del diavolo" condannandole al rogo. Come non rallegrarsene? Era questo che speravano, da tre decenni, tutti i democratici del mondo arabo e non solo. Perché parlare ora di sconfitta della Ragione, di vittoria dell´oscurantismo?

Di fatto, ci dicono, è questa la realtà: perché quello degli islamici tunisini sarebbe "un doppio linguaggio". Ma non è così! Se gli islamici tunisini hanno compiuto questa svolta, vuol dire che nel mondo arabo la teocrazia non seduce più, da quando se ne sono visti gli effetti in Iran.

Il jihadismo ha raggiunto un tale grado di follia sanguinaria da alienarsi anche i simpatizzanti più convinti. Ha fallito, e lo dimostrano anche i successi elettorali ottenuti dagli islamici turchi dopo aver accettato la democrazia: successi che hanno fatto riflettere l´islamismo arabo. Questa svolta si è imposta perché, in due parole, il tempo ha compiuto la sua opera. Perciò può ben darsi che i punti segnati domenica scorsa dall´islamismo tunisino accelerino l´evoluzione di tutto l´islamismo arabo. Sarebbe a dire che Ennahda è diventato il più amabile dei partiti?

Hammadi Djebali

No, al contrario. Drappeggiato nel Corano come altri a suo tempo nell´unzione ecclesiale, Ennahda incarna una destra reazionaria, molto simile alle destre religiose europee d´anteguerra, o a quella dell´America di oggi, in grado di attirare, come ha fatto, le fasce più tradizionaliste della società: piccoli funzionari e commercianti bisognosi di un´identità, di ordine, di punti di riferimento.

È tutt´altro che una destra illuminata - ma non siamo alla lapidazione delle adultere, e neppure alla guerra santa contro l´Occidente. È solo la prima formazione di destra di una democrazia nascente: una destra tanto più preoccupante in quanto crede di avere il monopolio della morale; ma anche assai più composita di quanto si creda. La sua evoluzione è ancora tutta da fare.

Questa destra non va ostracizzata, né tanto meno demonizzata. Dev´essere presa in parola per quanto attiene alla sua conversione democratica, ma anche contestata e combattuta politicamente, a fronte di una metà della società che non intendeva portarla al potere.
(Traduzione di Elisabetta Horvat)

 

PAREGGIO ALLA CAMERA SULLA NOMINA DI MALGARA ALLA BIENNALE MA GALAN SE NE FREGA: “VADO AVANTI”

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1. A CAMERA PAREGGIO, GALAN AVANTI CON MALGARA...
(ANSA)
- Si è concluso con un pareggio, 23 contro 23, il voto non vincolante di oggi in Commissione Cultura alla Camera per la nomina a presidente della Biennale di Venezia di Giulio Malgara. "Molto soddisfatto", il ministro Giancarlo Galan che andrà avanti con la nomina.

galan malgara

2. GALAN SODDISFATTO, DI PIU' NON SI POTEVA OTTENERE...
(ANSA)
- "Sono molto soddisfatto del voto in commissione e ringrazio sentitamente i colleghi del Pdl, della Lega, dei Responsabili, e di Popolo e Territorio che hanno votato compatti per Giulio Malgara". Lo ha dichiarato a conclusione del voto sulla nomina del presidente della Biennale, finita con un pareggio, il ministro dei beni culturali Giancarlo Galan.

"D'altronde - fa notare il ministro- più di cosi non è tecnicamente possibile ottenere in quanto è proprio di ieri il passaggio di un deputato della Commissione al gruppo misto e quindi qualsiasi candidato ministeriale non otterrebbe comunque più di 23 voti". Il ministro si dice anche grato "alla presidente Valentina Aprea per la correttezza nei confronti di tutti, maggioranza e opposizione, nella conduzione dei lavori di oggi".

GIOVANNA MELANDRI

3. BARBIERI(PDL), E' NO MA PARERE NON VINCOLA...
(ANSA)
- "Dal punto di vista giuridico non c'é dubbio che si tratta di una bocciatura". Emerenzio Barbieri, capogruppo Pdl nella commissione cultura della Camera commenta così il voto conclusosi in pareggio (23 voti a 23) oggi per la nomina di Giulio Malgara a presidente della Biennale di Venezia. Ma aggiunge: "Siccome è parere non vincolante il governo deciderà cosa fare. Io credo che Galan vada avanti". "Per quanto mi riguarda - prosegue Barbieri - io sono soddisfatto e insoddisfatto insieme.

Già da ieri in qualità di capogruppo sapevo che non c'era la maggioranza abbiamo discusso se andare avanti o no. La decisione è stata di andare avanti, ma il risultato di oggi era scontato, nessuna sorpresa. In ogni modo - conclude- la responsabilità della nomina è del governo: fossi nel governo andrei avanti comunque".

4. GRANATA (FLI), E' BOCCIATURA...
(ANSA)
- Giulio Malgara "bocciato con 23 a 23" scrive il deputato Fli Fabio Granata. Che sottolinea: "E' stata bocciata non tanto una persona quanto una idea di politiche culturali mercantile e legata al profitto". La Biennale, dice Granata, "merita ben altro. In questi anni Baratta ha determinato una rinascita importante e andava senz'altro riconfermato. Da Pompei alla Biennale -conclude il deputato- continua il triste declino delle politiche culturali italiane".

FABIO GRANATA

5. MELANDRI, CON PAREGGIO NOMINA RESPINTA....
(ANSA)
- "La commissione Cultura della Camera, nella giornata odierna, ha respinto la nomina di Giulio Malgara alla Presidenza della Biennale di Venezia". Lo dice la deputata del Pd Giovanna Melandri, che sottolinea: "Il pareggio nella votazione di oggi, è l'inequivocabile segnale che la candidatura di Malgara non ha ottenuto il consenso necessario per raggiungere la maggioranza dei membri della Commissione.

Mi auguro, alla luce di questo risultato, che il Ministro Galan voglia tenere in considerazione il responso della Commissione, che è un fatto nuovo ed inedito, e vada alla ricerca, sin da subito, di una soluzione più condivisa, accogliendo le istanze sollevate in questi giorni dalle istituzioni locali. Anche perché - ribadisce- il pareggio in Commissione non può che essere considerato una sconfitta per la maggioranza.".

LUCA ZAIA

6. CARRA, GALAN IGNORA REGOLAMENTI, MALGARA BOCCIATO...
(ANSA)
- "Ci dispiace non poter partecipare alla gioia del ministro Galan, che evidentemente ignora le procedure parlamentari perché le considera un inutile fastidio, ma con il pareggio di oggi in commissione il suo candidato alla Biennale di Venezia, il pubblicitario preferito da Berlusconi, é stato bocciato.

giorgio orsoni

Tant'é vero che al termine della votazione il presidente Aprea (Pdl) ha puntualmente comunicato che si sarebbe recata a notificare la bocciatura da parte della commissione Culturà. Lo dice il parlamentare dell'Udc Enzo Carra. "L'amarezza della presidente Aprea era visibile: comprendiamo più lei che non l'ottimismo di Galan In commissione l'onorevole Luciano Sardelli del Gruppo Misto ha votato assieme ai deputati dell'Udc Enzo Lusetti e Luisa Capitanio Santolini".

 

IL CANDIDATO AFROAMERICANO ALLA NOMINATION REPUBBLICANA SCAVALCA NEI SONDAGGI ROMNEY E GINGRICH

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1 - CAIN SUPERA ROMNEY NEI SONDAGGI...
Maurizio Molinari per "la Stampa"

herman cain

I militanti del Tea Party portano Herman Cain in testa alla corsa alla nomination repubblicana ma Rick Perry tenta di sbarragli la strada proponendo l'aliquota fiscale fissa al 20%. A fotografare il capovolgimento di sorti nel campo conservatore è il sondaggio Cbs-New York Times, secondo il quale l'unico candidato afroamericano in lizza guida le preferenze dei potenziali elettori con il 25%, seguito da Mitt Romney a quota 21% e Newt Gingrich al 10%, mentre Rick Perry è relegato a un lontano 6%.

Il massiccio spostamento di favori è avvenuto negli ultimi 40 giorni perché a metà settembre Cain era il fanalino di coda con appena il 5% mentre Perry guidava la classifica con il 23%, seguito da Romney al 16%. A inizio mese Perry era quasi dimezzato - al 12% - mentre Cain aveva raggiunto Romney al 17%, in una progressione visibile che trova spiegazione nel cambiamento di umori nel Tea Party. Il sondaggio parallelo fra di loro vede infatti Cain balzare dal 7% di metà settembre all'attuale 32% con una parabole crescente che segue il percorso opposto a quella di Perry, che aveva il 30% e ora è precipitato al 7%.

MITT ROMNEY

Se dunque il governatore del Texas si profilava come il candidato dello zoccolo duro repubblicano contro Mitt Romney, favorito dagli indipendenti, questo ruolo ora è rivestito da Cain. Per tentare di comprendere quanto avvenuto bisogna considerare che i dibattiti tra sfidanti repubblicani hanno visto Perry in ombra - in New Hampshire e Florida - o molto aggressivo - in Nevada - mentre Cain ha preferito giocare una partita sua, puntando a far emergere posizioni molto conservatrici sulle questioni di valore. Ad esempio è stato lui il più esplicito nel dirsi «contro l'aborto in qualsiasi situazione perché la vita inizia al concepimento», coniando la formula «aborto illegale senza eccezioni» che ha trovato il favore delle Chiese conservatrici, così com'era avvenuto per l'opposizione alla legalizzazione delle nozze gay.

rick perry

Cain è inoltre favorevole a rivedere il sistema dell'«Affirmative Action», che consente alle minoranze di avere quote di accesso in uffici pubblici e università, e a consentire alle «comunità urbane che lo desiderano» di impedire la costruzione di moschee. I suoi toni verso i musulmani si sono spinti fino ad imputare loro di voler «convertire o uccidere tutti gli infedeli», mentre nel dibattito a Las Vegas Cain ha raccolto boati di approvazione, suggerendo che i disoccupati devono rimproverare solo se stessi per non avere lavoro.

Il businessman afroamericano, ex ceo di «Godfather's Pizza» nonché pastore in Georgia, ha così strappato a Perry l'attenzione dei Tea Party, in evidente ricerca di un volto da opporre all'establishment che sostiene Romney. A ciò bisogna aggiungere che il piano economico di Cain sul tipo 9% di aliquota fiscale, Iva e tassa sulle aziende - continua ad attirare l'attenzione del pubblico.

IL CAPO DELLA CAMPAGNA DI HERMAN CAIN FUMA NEL VIDEO DI PROPAGANDA

Proprio per questo ieri Perry ha parlato da Greenville, in South Carolina, per proporre un'aliquota fissa al 20%, accompagnata da altre misure come esenzioni per chi guadagna meno di 500 mila dollari e la possibilità di facilitare alle imprese il rientro dei profitti dall'estero. Il piano di Perry nasce dai consigli di Steve Forbes, il miliardario che si candidò nel 1996 alla Casa Bianca, e per limitarne l'impatto Cain ha denunciato una sorta di piano dell'establishment repubblicano per fermare la sua corsa: «L'ex consigliere del presidente Bush, Karl Rove, mi attacca di continuo solo perché vuole favorire Romney».


2 - L'INCREDIBILE VIDEO DELLA CAMPAGNA DI CAIN: IL SUO CHIEF OF STAFF SI FUMA UNA BELLA SIGARETTA
Andrea Salvadore per il suo blog, "AmericanaTVblog.com"

VIDEO: http://www.americanatvblog.com/?p=6420

herman_cain NEL VIDEO DELLA SIGARETTA

Chi parla e' il capo della campagna di Cain, Mark Block , che ci dice cosa sta fumando nella sua campagna elettorale. E alla fine dei 30 secondi, prima che appaia il faccione di Cain , si accende una sigaretta. E cosi' rispunta fuori, da una nuvoletta di fumo , il passato di lobbista di Cain per l'associazione dei ristoranti americani in favore della liberta' di fumo. C'e' anche un mistero che circonda lo spot. Si e' creduto fosse un falso tanto e' politicamente scorretto ( in America ). Era stato rimosso dal canale you tube di Cain e non sembra apparire tra i suoi video ufficiali della campagna. Ma ora e' virale non solo sul web ma in televisione.

HERMAN CAIN

Il fumo, negli Stati Uniti , e' ormai il vero tabu' . Non il sesso. Chi lo pratica e' trattato come un tossico. E' scontro di giganti tra le grandi corporations del tabacco e i governi delle citta' ( New York e il sindaco Bloomberg , per esempio ) per segregare i "coatti" che si accendono sigarette e costringere cosi' i fumatori a consumare , vergognadosi , il vizietto. Herman Cain e il capo della sua campagna aspirano aria di successo insperato in questi giorni e se ne fregano dei tabu'. Anche perche' , forse, hanno altri scopi che non entrare nella Casa Bianca.

 

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