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LA REPLICA VELENOSA DI TOTI A MENTANA - ANCHE BONAIUTI ESAUTORATO DAL BANANA

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Marco Castoro per la Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

Ad Adriano Galliani hanno tolto il Milan. A Paolo Bonaiuti il potere dentro Forza Italia. Il new deal di Silvio Berlusconi ha già messo all'angolo due pezzi da novanta. Barbara Berlusconi e Giovanni Toti, invece, fanno parte del nuovo che avanza. Il ritorno in auge di Clarence Seedorf tra i rossoneri e Deborah Bergamini nella comunicazione del partito sono squilli di tromba. Morale della favola: falchi o non falchi l'ex portavoce Bonaiuti è stato messo in disparte.

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO BONAIUTI

Gli hanno spento perfino la tv. Non ha più voce in capitolo per quanto riguarda la comunicazione. Né sugli ospiti del partito da mandare sui talk, né sui giornalisti televisivi da lanciare in orbita. Ai direttori dei telegiornali già mancano quelle telefonate di protesta dopo un servizio andato in onda e non piaciuto al Cavaliere.

Che farà ora Bonaiuti? La sua pupilla Beatrice Lorenzin non ha mollato il governo e adesso è perfino diventata alfaniana. Non è da escludere che anche il cuore di Bonaiuti batta un po' per il Ncd, anche se il diretto interessato non lo ammetterà mai. Secondo il consolidato stile dei berlusconiani caduti da cavallo. Da Emilio Fede ad Adriano Galliani. Per finire a Paolo Bonaiuti.

DON MATTEO IN VINO VERITAS
In Umbria i produttori di vino sono furibondi. Il finanziamento concesso alla fiction di Don Matteo ha lasciato un retrogusto molto amaro. Si parla di 700 mila euro.

PAOLO BONAIUTI

IL MOIGE CONTRO IL PECCATO E LA VERGOGNA
La fiction di Canale 5 ha vinto la serata (4 milioni 793mila spettatori con share al 16,91%) ma non ha potuto evitare la polemica con il movimento italiano genitori che ha puntato l'indice sul bambino geloso che vuole uccidere il fratellino. "Fatto grave e pericoloso".

L'IRA DI BRUNETTA DOPO LA CHIUSURA DI RAIWATCH
Renato Brunetta è andato su tutte le furie dopo la chiusura di RaiWatch, il sito che controllava le spese della Rai: «Io ho solo pubblicato gli atti della Commissione di Vigilanza Rai. Hanno oscurato quindi RaiWatch. Io continuerò a fare trasparenza». Ha promesso Brunetta che ha aggiunto: «Il mio obiettivo è Sanremo. Io voglio sapere come sono pagate le star di Sanremo. La mia colpa è voler fare trasparenza».

emilio fede sel x

FICO BOCCIA FAZIO
«Chi come Fabio Fazio percepisce stipendi piuttosto consistenti per fare il presentatore in tv e firmare una trasmissione deve avere l'accortezza di controllare bene le notizie che diffonde». Lo dichiara su Facebook il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, riferendosi alla puntata di Che tempo che fa dell'11 gennaio scorso con ospite il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza. «Il conduttore le ha chiesto un commento sulla proposta di una senatrice Pd, che destinerebbe l'8x1000 all'edilizia scolastica. Nè il conduttore nè tanto meno il ministro hanno mostrato di sapere che tale proposta è legge già da un mese. Fazio non è nuovo a questo genere di distrazioni».

ROBERTO FICO A IN MEZZORA DA LUCIA ANNUNZIATA

CRESCONO GLI ASCOLTI DEL CALCIO SULLA PAY TV
Aumentano gli spettatori allo stadio e gli ascolti televisivi del campionato di calcio di serie A su Sky e Mediaset. Secondo i dati diffusi dalla Lega calcio i numeri degli ascolti tv sono positivi: al giro di boa la media di telespettatori a giornata è di 9,2 milioni, con otto partite seguite da oltre 3 milioni di telespettatori. In termini di audience la gara più vista è stata Juventus-Roma (3.911.159, share del 14,55%).

roberto-fico

MENTANA LANCIA FRECCE VELENOSE. MA LA REPLICA DI TOTI È AL CIANURO
Il Chicco velenoso questa volta ha trovato l'arsenico nelle risposte di Giovanni Toti. Enrico Mentana, direttore di La7, ha aperto una "parentesi" in diretta nel suo tiggì chiedendosi se "Si può essere contemporaneamente direttori dei telegiornali ed essere in predicato di diventare leader, sottoleader, coordinatori di partito?".

Puntuale la replica di Toti: «Se il direttore Mentana leggesse i giornali, capirebbe che ancora non rivesto alcuna carica all'interno di alcun partito politico, né so che mai la ricoprirò in futuro. Quanto ai rapporti tra giornalismo e politica chiedesse a Santoro, Gruber e Ruotolo: due di questi tre sono stati politici, uno no solo perché non ce l'ha fatta. Quando deciderò di scendere in politica certamente mi dimetterò dai tg che dirigo. Mentana stia tranquillo: sarà il primo a saperlo».

fazio e brunetta

 

 

LITE FAZIO BRUNETTA Giovanni Toti

PER FARE CARRIERA NELLA MODA BASTANO I SELFIES CON TETTE E CULI IN BELLA VISTA

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Dagotraduzione dell'articolo di Kate Lyons per il "Mailonline"
www.dailymail.co.uk

C'è un nuovo tipo di imprenditore in città: le donne che utilizzano ' i loro selfies sexy per trasformare il loro social media alimenta in imprese lucrative.

YOUNG HOLLYWOOD AWARDS ASHLEY BENSON

Renee Somerfield, 23 anni, è una di queste ragazze Instagram. Nata a Sydney ha iniziato la sua carriera pubblicando migliaia di sue fotografie in bikini sul social network. La Somerfield vanta più di 430.000 seguaci su Instagram e ha conquistato la copertina di Maxim Australia, che l'ha definita "una delle australiane più sexy dei social media".

Somerfield ha sfruttato la sua popolarità per entrare nel mondo della moda e pare abbia intenzione di lanciare una sua linea di costumi da bagno.

TIM GUNN E HEIDI KLUM

Altre star dei social media inserite nel numero di Maxim erano la modella, attrice e designer di costumi da bagno Sheridyn Fisher, che ha 560 mila followers su Instagram e la modella Ellie Gonsalves, con 220 mila seguaci.

SOFIA VERGARA

Questi Instagrammers australiani seguono la tradizione della stella dei social network Usa Jen Selter, può vantare 1,8 milioni di seguaci, tra cui la popstar Rhianna .
Ms Selter è famosa per il suo grande fondoschiena e ' per i suoi selfies in cui assume posizioni sexy in palestra.

 

 

 

TRADIMENTI, PAURE E VERITÀ INCONFESSABILI: ECCO WHISPER, SOCIAL NETWORK DEI SEGRETI

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Massimo Vincenzi per ‘La Repubblica'

«Tutti i neonati del mondo sono orrendi» e ancora: «Sono un chirurgo plastico e quando vedo queste belle donne venire da me per farsi rovinare definitivamente le loro facce divento pazzo».

WHISPER

In un mondo impiccato al politicamente corretto solo l'anonimato prevede l'onestà ai confini della maleducazione. Lo hanno capito i fondatori del social network più caldo del momento, Whisper: un sussurro digitale che consente di postare messaggi e foto senza farsi riconoscere.

Nata 21 mesi fa è una delle applicazioni più scaricate, i magazine americani la consacrano con inchieste e interviste ai fondatori: aveva un miliardo e mezzo di pagine viste a maggio, adesso sono più del doppio. E i numeri sono in continua crescita, anche se il dato sugli utenti non è ancora disponibile: nel mirino, secondo gli esperti, c'è l'altra star, ovvero Snapchat, e a breve potrebbe esserci il sorpasso.

WHISPER

Tanto che, come sempre in questi casi, iniziano a piovere i primi finanziamenti a colpi di milioni di dollari: «Ma non abbiamo fretta, non ho mai visto un'impresa internet perdere dei soldi: se hai utenti e noi ne abbiamo sempre di più gli affari prima o poi esplodono», spiega al New York Magazine il giovane amministratore delegato e cofondatore Michael Heyward dalla sede di Santa Monica. E adesso per la definitiva consacrazione viene assunto il migliore dei blogger, Neetzan Zimmerman, definito dal Wall Street Journal "il mago dei messaggi virali" e l'obbiettivo è esattamente quello: far girare il più possibile i contenuti, gli accordi con l'Huffington Poste con BuzzFeed servono a questo.

L'idea iniziale è talmente semplice da diventare geniale: «Le tendenze sul web hanno l'andamento di un pendolo. All'inizio l'anonimato dettava legge, era la caratteristica principale della Rete, poi è venuto Facebook e niente è stato più come prima. Adesso, dopo anni di iperesposizione, gli utenti iniziano a riscoprire il gusto di rimanere nell'ombra».

Whisper piace soprattutto ai giovani, l'età media è tra i 17 e i 18 anni, nove su dieci hanno tra i 18 e i 24 e questo ne fa l'applicazione regina nei licei e nelle università. A scorrere i messaggi l'anonimato si trasforma in un tuffo nell'acqua gelata della realtà, il contrario di Facebook dove va in scena una recita pubblica e dunque tutto viene truccato, abbellito. Ci si mette in posa e si sorride: ci sono le foto di vacanze dove brilla sempre il sole, le coppie sono innamoratissime e le amicizie durano in eterno.

WHISPER

Qui ci si imbatte in qualcosa di più vero, che oscilla - come nella vita di tutti i giorni - tra il banale e il drammatico. Ci sono ragazzi disperati dopo le prime cotte: «Quella stronza mi ha spezzato il cuore». Depressi che trovano insperata compagnia e solidarietà: «Sono l'unico nel mio liceo che ascolta musica classica, mi sento un emarginato». «No, ci sono anch'io: vedrai che crescendo i nostri amici capiranno e allora avremmo compagnia».
Il bullismo, che è il vero rischio dei post senza firma, resta ai margini: solo pochi episodi grazie anche a un team di quasi cento persone che moderano gli interventi.

Il dato anagrafico trasforma Whisper in una sorta di confessionale virtuale dove i ragazzi americani scrivono speranze e paure senza il timore di venire giudicati e messi alla berlina. Ci sono verità disarmanti: «Sono tanto triste, sento che non riuscirò mai a scappare via dalla città dove sono cresciuto e i miei sogni rimarranno intrappolati qui dentro».

Come nelle pagine dei vecchi diari, i genitori possono trovare qui la cartina di tornasole dell'umore dei loro figli e qualche volta la scoperta può non essere piacevole: «Adoro bere birra e fumare con la mia ragazza poi correre ad attraversare le rotaie del treno».

SEGRETI

L'altra presenza massiccia è quella femminile, il 70% sono donne e in questo caso il quadro sconforta non papà e mamma ma i poveri maschietti che ne escono quasi sempre a pezzi: «Il mio ragazzo sta tutto il giorno davanti allo schermo con i suoi dannati videogame: lui non sa che io vorrei fare altro e prima o poi mi stufo». Oppure: «Io lo aspetto a letto, ma lui preferisce il computer: io lo vorrei qui senza tablet, smartphone e tutte quelle cose che lo divertono tanto». Come diceva un personaggio di un libro di Osvaldo Soriano: «Vuoi tutta la verità? Beh, proprio tutta no».

 

PIRLO VERTICALIZZA DALLE PARTI DI CASA AGNELLI - SI È INNAMORATO DI UNA “AGNELLINA”

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Da "Il Giornale"

PIRLO

Nell'austera Torino della Società del Whist e dei Caffé di piazza San Carlo si racconta sottovoce ciò che sta turbando gli esclusivi salotti sabaudi. Si sa che Andrea Pirlo di Torino si è innamorato. E ora anche a Torino tanto da separarsi dopo 12 di matrimonio e accordarsi per il rinnovo del proprio contratto pur di rimanere in città.

PIRLO

C'è una «madamin» sua coetanea, finora legata da amorosi sensi con un maturo rampollo di una notissima famiglia intima di Casa Agnelli, che è rimasta (molto) affascinata dall'atleta. Ci sono una società di calcio e un'azienda che temono il deflagrare dello scandalo e vorrebbero che la signorina desistesse dal nuovo amore. Cosa assai difficile. Il calciatore ha il cuore d'oro e si occuperebbe anche della famiglia di madamin. E lei non è disponibile a seguire il suo (ex) fidanzato all'estero. L'amore ha fatto gol.

totti vs pirlo foto mezzelani gmt pirlo esultanza

 

 

L’AUTOGOAL DI RENZIE – NEL JOBS ACT TENTA DI ELIMINARE LE CAMERE DI COMMERCIO, CHE PERO’…

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Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

Un passaggio breve, giusto poche parole. Ma sufficienti a scatenare una guerra dagli esiti imprevedibili tra Matteo Renzi, segretario del Pd con ambizioni da premier, e il mondo delle camere di commercio. La materia del contendere è un rapido passaggio del Jobs Act predisposto da Renzi e dai suoi collaboratori per rilanciare il mercato del lavoro italiano. Tra le proposte ce n'è una che prevede l' "eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle Camere di commercio".

RENZI

La spiegazione, subito dopo, è che si tratterebbe di un "piccolo risparmio per le aziende, ma un segnale contro ogni corporazione". Dopodiché, conclude la proposta, le funzioni delle stesse camere di commercio verrebbero "assegnate a enti territoriali pubblici". Inutile dire che, di fronte a queste poche righe, il sistema camerale italiano è andato su tutte le furie.

E sta già serrando i ranghi, chiamando a raccolta anche le fondazioni bancarie, azionisti strategici delle banche italiane, con le quali Renzi sta cercando contatti in vista della scalata a palazzo Chigi. Si dà infatti il caso che proprio le camere di commercio eleggano numerosi rappresentati negli organi di indirizzo delle fondazioni. Insomma, con il breve passaggio nel suo Jobs Act, Renzi rischia di inimicarsi pezzi grossi dell'economia con i quali vorrebbe invece avere una "proficua" interlocuzione.

LUCA REMMERT E SERGIO CHIAMPARINO

La situazione
Il giorno dopo la presentazione della proposta renziana era stato proprio il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, a respingere l'idea al mittente: "Da quanto leggo si parla di levare l'obbligo dell'iscrizione delle imprese alle Camere di commercio, ma penso che la questione non sia stata valutata nella sua completezza, perché l'iscrizione al registro delle imprese significa certezza, trasparenza e garanzie per le aziende". Certo, non si può tacere che per le Camere di commercio quello delle iscrizioni è un bel business.

jacopo mazzei

La quota varia dagli 88 euro per le piccolissime aziende ai 30-40 mila euro per le imprese più grandi. Al di là del dato economico, però, è veramente possibile eliminare l'iscrizione a un ente camerale, per poi magari trasferirlo presso un altro ente pubblico? Si tratta della domanda che ci si sta ponendo in questi giorni presso Unioncamere, dove peraltro si fa notare che le stesse Camere sono giuridicamente enti pubblici. Insomma, è crescente il sospetto che Renzi, o chi per lui, abbia scritto quel passaggio avendo in mente altri obiettivi. C'è chi dice che il sindaco di Firenze potrebbe avere deciso di inserire una proposta "spot" per le imprese.

Le variabili
Sullo sfondo sembra profilarsi anche un possibile incidente diplomatico con il mondo delle fondazioni bancarie, nei cui organi di indirizzo sono presenti diversi esponenti indicati proprio dalle camere di commercio. Non è una novità che proprio Renzi stia tentando di tessere una tela con il mondo delle fondazioni, ancora oggi titolari di corposi pacchetti azionari nei gruppi bancari italiani.

MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSI

Si pensi al rapporto stretto che c'è tra il sindaco di Firenze e Sergio Chiamparino, fino a pochissimo tempo fa a capo della Compagnia Sanpaolo (azionista di Intesa con il 9,8%), unico esponente della vecchia guardia Pd mai rottamato da Renzi. O al rapporto altrettanto stretto con Jacopo Mazzei, fino a inizio 2013 presidente della Fondazione cassa di risparmio di Firenze e vero sponsor di Renzi nel capoluogo toscano.

 

 

PASSERA PROPONE IL RINNOVAMENTO CON L'AIUTO DI VECCHI ARNESI COME DE MITA

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Giorgio Meletti per il "Fatto quotidiano"

Quei salaci detrattori secondo i quali le ambizioni politiche dell'ex banchiere ed ex ministro Corrado Passera trovano un ostacolo insormontabile nella vigenza del suffragio universale, hanno trovato conferma alla loro diagnosi infausta mercoledì pomeriggio, quando la nascita dell'ennesimo partito personale è stata annunciata non solo su Twitter ma, orrore vero, in inglese.

Sandro Gozi Corrado Passera

La colpa è del capo dello Studio Ambrosetti, Valerio de Molli, che ha ospitato Passera in un suo convegno milanese dove il noto manager prestato alla politica ha intrattenuto sul suo progetto politico alcuni colleghi manager. A quel punto, De Molli non si è trattenuto: "meeting with @corradopassera who announced he will create a new political movement".

L'operazione "Passera & Politica" è iniziata a fine 2011, quando l'ex assistente di Carlo De Benedetti ha lasciato di colpo la guida della prima banca italiana, Intesa Sanpaolo, per nel governo di Mario Monti. Per tutta la durata del governo tecnico il ministro dello Sviluppo economico, dei Trasporti e delle Infrastrutture, oltre a consolidare i rapporti con il "partito degli affari" stretto attorno alla figura del suo estimatore Gianni Letta, ha continuato ad accarezzare l'idea della discesa in campo, dissimulata con il classico "ve lo dirò al momento giusto".

Al momento giusto è sceso in campo, a sorpresa, lo stesso Monti, e la sorpresa ha provocato una rottura piuttosto rancorosa tra i due. Così Passera, dopo aver sputato veleno su Pier Ferdinando Casini come simbolo della vecchia politica con cui Monti aveva finito per allearsi nella sua "parabola triste" (Passera testuale), è dovuto ricorrere alla consulenza di un cervello fine ma non nuovissimo come quello di Ciriaco De Mita (86 anni fra meno di un mese). Niente di strano.

Corrado Passera Stefano Grassi

Il suo ex mentore De Benedetti, editore di Repubblica , l'ha bollato in modo sprezzante come "democristiano" (nel senso di persona ambigua e sfuggente). Il fondatore di Repubblica , Eugenio Scalfari, non ha invece mai mancato di manifestargli stima e sostegno. E c'è chi è pronto a giurare che proprio il grande giornalista l'abbia affidato ai consigli del vecchio amico con cui trent'anni fa, baldanzosi cinquantenni come oggi Passera, dovevano cambiare l'Italia assoggettandola a una tenaglia virtuosa, da una parte il direttore del giornale progressista, dall'altra il segretario modernizzatore della Dc.

Il problema è che se trent'anni fa le correnti democristiane trovarono un accordo sull'incoronazione di De Mita, oggi la diaspora ex democristiana somiglia più all'intreccio di complicati destini personali che a una grande storia politica. E così, a dispetto delle ambizioni passeriane di rifondazione del Paese, a casa De Mita si sono consumate alcune cene litigiose e senza esito.

CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERA

Passera, come dimostra il variegato parterre di manager delle multinazionali accorsi ad ascoltare le sue promesse nel grande albergo milanese, non ha problemi nel rapporto con il partito degli affari, che è sicuro di entusiasmare con l'incredibile promessa di trovare entro questo mese 300 miliardi di investimenti sull'Italia (mentre il premier Enrico Letta cerca ogni giorno i 300 milioni per quadrare i conti dell'Imu). Per i voti, il suo riferimento sono i due blocchi cattolici che fanno riferimento a Comunione e Liberazione da una parte e a Casini dall'altra: l'ennesimo tentativo di riaggregazione del centro?

Difficile dirlo. Stando alle indiscrezioni, poco prima di Natale a casa De Mita, alla presenza di importanti personaggi cattolici, da Marco Follini a Pellegrino Capaldo, scendendo fino al segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, Passera ha dovuto assistere a un robusto scontro tra Casini e il ministro della Difesa Mario Mauro, su posizioni distanti riguardo al futuro dei cattolici in politica, per così dire. In realtà c'è un problema che neppure la saggezza di De Mita è stato finora in grado di risolvere.

Come mettere d'accordo un aspirante leader che vuole essere riconosciuto come tale ma non vuole neppure presentarsi alle elezioni europee del 25 maggio prossimo con professionisti della preferenza, in lotta per sopravvivere? I navigatori più esperti prevedono un altro sviluppo. Passera tirerà in lungo la nascita del suo movimento puntando alla successione di Berlusconi prima delle elezioni politiche previste tra un anno. Tra un partito senza leader e un aspirante leader privo di un partito un accordo si potrebbe trovare: anche senza passare da casa De Mita.

Matteo Renzi e Ciriaco De Mita


2 - I NUOVI AFFARI DI PASSERA INSIEME AGLI AMICI DI RENZI
L'ex ministro investe nel settore degli incubatori d'impresa che però lui stesso aveva agevolato quando era al dicastero
Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

Che il suo movimento "politico" fosse nell'aria non era certo una novità. Finora è invece rimasto sottotraccia il primo investimento che Corrado Passera, ex ministro dello Sviluppo del governo Monti, ha effettuato da quando ha lasciato il dicastero. E soprattutto sono rimasti finora nell'ombra i compagni di viaggio nel nuovo business, alcuni dei quali molto vicini al nuovo segretario del Pd Matteo Renzi. Il che fa capire come l'ex capo di Intesa Sanpaolo, pronto a lanciare la sua proposta politica sotto lo slogan "Si può", in realtà si sia già abbondantemente avvicinato alla sponda renziana attraverso canali economici.

ariston_thermo_leonardo_senni

Lo strumento scelto dall'ex ministro si chiama Club Italia Investimenti 2 spa. Si tratta di un incubatore, in pratica una società che investe in start up innovative, di cui Passera ha da poco rilevato il 10,08% del capitale, per il valore di 200 mila euro. E qui si pone una prima questione che nelle scorse settimane ha fatto discutere non poco.

Il nodo
Si dà infatti il caso che l'ex banchiere, da ministro, abbia contribuito a predisporre il "decreto crescita 2.0", tra le cui norme ci sono diversi incentivi fiscali proprio a chi investe in start up. Un'ipotesi di conflitto d'interessi? Formalmente no, perché la legge Frattini del 2004, scritta all'epoca per non creare troppi problemi all'allora premier Silvio Berlusconi, stabilisce che un ministro deve aspettare un anno dalla cessazione del suo mandato prima di ricoprire cariche o esercitare compiti di gestione in società "che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta" in precedenza.

Passera, che ha smesso di fare il ministro il 28 aprile del 2013, è dunque salvo, perché anche se è passato meno di un anno, si è limitato "soltanto" a investire in una società dove non ha cariche gestionali. Ciò non toglie che si ponga come minimo un caso di opportunità della scelta dell'ex ministro, visto che lui stesso ha scritto norme per il settore nel quale adesso è entrato.

MONTI CON PASSERA ALLA CONFERENZA STAMPA

Di più, perché nel capitale della Club Italia Investimenti 2, con un altro 10%, c' è anche un incubatore che si chiama H-Farm Italia. Dietro c'è Riccardo Donadon, imprenditore che lo stesso Passera aveva chiamato al ministero in una task force proprio per studiare agevolazioni alle start up. Insomma, l'operazione dell'ex ministro di fatto rappresenta una vicenda simile a quella già raccontata da La Notizia (vedi il numero dell'11 gennaio 2014) a proposito di Leonardo Senni, ovvero l'ex capo Dipartimento energia dello stesso ministero dello Sviluppo che recentemente è passato a guidare la società privata Ariston Thermo.

Con il piccolo dettaglio che l'azienda in questione produce caldaie il cui acquisto è incentivato fiscalmente proprio da provvedimenti "lavorati" dallo stesso dipartimento fino a poco tempo fa guidato da Senni.

passera monti

I compagni di viaggio
Tra l'altro l'investimento di Passera in Club Italia Investimenti 2, i cui contorni erano stati rivelati da MilanoFinanza, fa emergere anche la rete di relazioni che l'ex ministro sta rafforzando con gli ambienti renziani. Nel capitale dell'incubatore, con il 14,6%, c'è infatti la Tdb srl, ovvero una società che a sua volta fa capo al 46% a Paolo Barberis.

Di chi parliamo? Semplice di un imprenditore molto vicino a Matteo Renzi, anzi di un suo vero e proprio supporter. Lo stesso Renzi, circa un anno fa, ha visitato la sede di Nanabianca, un "acceleratore" fiorentino di imprese, ottenendo un'accoglienza a dir poco calorosa da parte di tutto lo staff. Non a caso Nanabianca è richiamata anche nel sito internet di Club Italia Investimenti 2, in una prospettiva di sinergie.

CORRADO PASSERA E SILVIO BERLUSCONI FOTO INFOPHOTO

L'acceleratore, infatti, opera selezionando le start up innovative e offre loro la possibilità di trovare finanziamenti. Occasione che poi viene sviluppata da un incubatore come Club Italia Investimenti 2, il quale tra l'altro può anche investire direttamente rilevando quote tra il 10 e il 15%. Su tutto questo, adesso, Passera ha messo il suo cappello, all'interno di un percorso con il quale punta al grande rientro in scena.

 

 

berlusconi passera

SE N'È ANDATO A 91 ANNI HIROO ONODA

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Guido Santevecchi per "Corriere.it"

È morto in pace, a 91 anni, un uomo che aveva combattuto per 29 anni una guerra che per il mondo intero era finita. Il tenente giapponese Hiroo Onoda era uno di quei soldati dell'esercito imperiale che non uscirono dalle giungle dell'Asia quando Tokyo si arrese, il 15 agosto 1945.

HIROO ONODA ULTIMO GIAPPONESE

La sua avventura cominciò nel maggio del 1945: il generale americano Douglas MacArthur aveva mantenuto la sua promessa, era tornato nelle Filippine e le aveva liberate dai giapponesi. L'esercito del Sol Levante perse decine di migliaia di uomini in quella campagna, meglio la morte della resa. Ma quando ormai era chiaro che la battaglia era persa, il tenente Onoda aveva ricevuto l'ordine di condurre azioni di guerriglia. Si nascose nella giungla dell'isola di Lubang, vicino a Luzon, ed eseguì la sua consegna. Per 29 anni, fino al 1974.

LA GUERRA INFINITA - «Ogni soldato giapponese era pronto a morire, ma io ero un ufficiale dell'intelligence, e l'ultimo ordine che ricevetti fu di condurre imboscate e azioni di guerriglia», raccontò in un'intervista nel 2010. Dopo quell'ultimo messaggio Onoda e tre suoi soldati furono tagliati fuori. Rimasero soli nella giungla.

LA VOCE DELL'IMPERATORE - Venne il 15 agosto del 1945. Una voce che i giapponesi comuni non avevano mai sentito parlò alla radio. Era l'imperatore Hirohito che annunciava l'impossibilità di continuare la lotta, ordinava al suo esercito di «sopportare l'insopportabile»: la resa. Una voce sconosciuta, parole colte, frasi contorte. Il tenente Onoda non le capì o comunque non ci volle credere.

GLI UOMINI PERDUTI - Onoda e i suoi tre soldati continuarono ad eseguire l'ultimo ordine certo ricevuto a maggio. Attaccarono villaggi, contadini. La storia dei giapponesi isolati e irriducibili che rifiutavano la fine della Seconda guerra mondiale o non ne erano a conoscenza cominciò a emergere, diventò leggenda. Ce n'erano alcune decine in diverse zone del Pacifico, fino all'isola di Guam. Furono lanciati volantini nella giungla per spiegare che era tutto finito. Onoda ne trovò più d'uno: «Ma c'erano degli errori, pensai che fosse un trucco degli americani».

HIROO ONODA ULTIMO GIAPPONESE

DA SOLO - Passarono i mesi e gli anni. Uno degli uomini di Onoda fu catturato nel 1950. Altri due morirono in combattimento, l'ultimo nel 1972. Il tenente Onoda attaccava e uccideva: 30 filippini caddero nelle sue imboscate in quei 29 anni.

HIROO ONODA ULTIMO GIAPPONESE

LA FINE - Tokyo aveva ospitato le Olimpiadi nel 1964, aveva firmato trattati per riallacciare le relazioni diplomatiche con tutti gli Stati della Seconda guerra mondiale. Bisognava mettere fine anche alla guerra privata del tenente Onoda. Il comando delle nuove Forze di Difesa capì che solo un uomo poteva dare il contrordine all'ultimo dei giapponesi: quell'uomo era il suo comandante del 1945, il superiore che gli aveva detto di resistere. Il vecchio ufficiale fu mandato a recuperarlo.

HIROO ONODA ULTIMO GIAPPONESE

Era il marzo del 1974. Dalla giungla filippina uscì un uomo che aveva ormai cinquant'anni, lo stesso berretto del 1945, una giubba logora, lo sguardo d'un fantasma. Ma ancora fiero: andò fino a Manila a consegnare la sua spada al presidente delle Filippine. Salutò la bandiera e si arrese. Il governo filippino gli garantì il perdono, nonostante Onoda si fosse lasciato dietro una scia di morti. In patria fu accolto da eroe. Emigrò in Brasile, aprì una fattoria, poi tornò a casa e tenne corsi di sopravvivenza. È morto ieri in pace. Dopo di lui, l'ultimo combattente a uscire dalla giungla fu il soldato semplice Teruo Nakamura, trovato in un'isola dell'Indonesia nel dicembre 1974.

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PRIMO SÌ DEL PARLAMENTO ISARELIANO ALLA LEGGE CHE VIETA L’(AB)USO DELLA PAROLA ‘NAZISTA’

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Rolla Scolari per "Il Giornale"

Il Parlamento israeliano ha approvato in via preliminare mercoledì un disegno di legge che vieta il termine «nazista» e la rappresentazione di simboli legati al Terzo Reich, se non utilizzati per propositi educativi o storici. La proposta di un deputato del partito laico di destra Yisrael Beytenu, in coalizione con il Likud di Benjamin Netanyahu - era stata già approvata domenica da una commissione ministeriale. Ci vorrà tempo (e altre votazioni del Parlamento) prima che la mozione diventi una legge, abbastanza per far crescere il dibattito che si è aperto in questi giorni sulla questione in Israele.

MUSEO OLOCAUSTO GERUSALEMME

Nel dettaglio,il disegno di legge si propone di rendere un crimine l'utilizzo del termine «nazista» e di bandire ogni uso, che non sia a scopo educativo o storico, di ogni simbolo legati al regime nazista e all'Olocausto, pena una multa pari a 20mila euro e il carcere fino a sei mesi. All'origine del documento c'è un deputato, Shimon Ohayon, secondo il quale in Israele, nella routine politica ma anche nel gergo giovanile, il termine «nazista» come offesa sarebbe diventato di uso comune.

Il New York Times ha raccolto alcuni esempi: su Facebook è comparsa recentemente la fotografia del ministro delle Finanze - ritoccata- con indosso un'uniforme delle SS; nel 2011 per manifestare contro la leva militare obbligatoria, un gruppo di ultraortodossi ha vestito alcuni bambini con le casacche a righe indossate dagli ebrei nei campi di concentramento tedeschi; un commentatore sportivo ha definito «Gestapo» un arbitro di pallacanestro; in una manifestazione al Muro del Pianto di Gerusalemme la folla arrabbiata ha gridato contro la polizia: «Tornate in Germania».

Olocausto

La stampa israeliana, però, ricorda come non si tratti di un fenomeno recente: nel 1994, in una manifestazione comparve la fotografia di Yitzhak Rabin, il premier che sarebbe stato assassinato l'anno dopo, con un'uniforme nazista. E durante i tesi giorni del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza del 2005, molti coloni evacuati hanno chiamato «nazisti» i poliziotti che li portavano via dalle loro case.

«Sfortunatamente - è scritto nel disegno di legge- il fenomeno dell'uso di simboli ed epiteti nazisti è cresciuto negli ultimi anni. L'intollerabile leggerezza dell'utilizzo quotidiano di questi concetti come parte del discorso politico, nell'evidente mancanza di rispetto dei sentimenti dei sopravvissuti dell'Olocausto e dei loro familiari, è riprovevole».

Olocausto

Così, mentre la Francia si accapiglia sulla censura al comico Dieudonné e al suo controverso spettacolo accusato di antisemitismo, in Israele il disegno di legge solleva le critiche di chi percepisce la proposta come un attacco alla libertà d'espressione.In Europa, alcuni governi hanno bandito l'utilizzo di simboli legati al Terzo Reich per arginare tendenze neonaziste. Israele - scrive il New York Times - «sembra più rispondere alla trivializzazione del termine» legato a un passato troppo doloroso.

Il Paese è spaccato: «Sono la figlia di un sopravvissuto dell'Olocausto - ha detto l'ex leader laburista Shelly Yachimovich - ma chiedo a tutti di votare contro questa legge». «Siete diventati pazzi- dice Zahava Gal­On, della sinistra di Meretz- settimana dopo settimana state tentando di ridurre al silenzio la popolazione e prevenire la liberà d'espressione».

Olocausto

La critica che forse peserà di più sul futuro della proposta è arrivata dal procuratore generale Yehuda Weinstein, secondo il quale ci sono problemi costituzionali legati al disegno di legge. In una lettera ai deputati, il procuratore ha scritto: «E' giusto in uno stato democratico vietare un intero mondo di immagini dal discorso politico per proteggere i sentimenti della popolazione? Non tutti i comportamenti che offendono il pubblico devono essere trattati come un crimine».

Il Mein Kampf manifesto di Hitler del

 

Hitler quadri ritrovati HITLER SOLDATI jpeg

FUOCO DI PAGLIA - CI VOLEVA UNA LESBICA FEMMINISTA PER RINVIGORIRE IL CORPO ESAUSTO DEL MASCHIO

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Mattia Ferraresi per "Il Foglio"

La femminista dissidente Camille Paglia

Ci voleva Camille Paglia per rinvigorire il corpo esausto del maschio, cacciato a forza dal reame delle cose utili o ridotto a semovente banca del seme nella febbrile attesa della partenogenesi. Ci voleva una lesbica e femminista radicale sconfinata nell'eterodossia, una traditrice dell'asessuato pensiero Lgbt, e per questo tenuta ai margini dei circoli della gente che piace, per dire che il mondo è degli uomini, ma senza l'inflessione apocalittica dell'evangelista che attribuisce a Satana la signoria sulla terra.

La terra è maschia e se ne faranno una ragione le Sheryl Sandberg del "lean in" e le Tina Brown del "lean on". Il mondo è del maschio per via di quell'antica storia della divisione del lavoro. È del maschio perché le strade su cui la femmina fa carriera sono asfaltate da maschi, le merci che la femmina vende con mirabile cura e capacità persuasiva sono caricate sui camion da operai maschi e dai maschi sono portate nei magazzini dove altri maschi le scaricano e le distribuiscono, e così via.

SPECIALE LUGLIO I PERSONAGGI PI RAPPRESENTATIVI DEGLI USA SHERYL SANDBERG

"L'economia moderna, con il suo vasto network di produzione e distribuzione, è un'epica maschile nella quale le donne hanno trovato un ruolo produttivo, ma le donne non sono le autrici di questa epica", ha detto Paglia al Munk Debate di Toronto, in una specie di quaestio quodlibetalis sull'obsolescenza del genere maschile che l'ha opposta all'autrice che ha celebrato la fine dell'uomo, Hanna Rosin, e alla Maureen Dowd che si è retoricamente domandata in un libro di qualche anno fa se gli uomini siano poi davvero necessari.

TINA BROWN CON CHRISTINE LAGARDE A DAVOS

Il passaggio dall'assetto economico industriale a un modello produttivo incentrato sui servizi ha certamente alimentato i sogni egalitari e le utopie dell'indistinzione sessuale - sostenute da promesse manipolatorie della biologia - ma i segni di resipiscenza vengono dalla generazione che aveva combattuto con tutte le sue forze l'oppressione di genere. "In realtà - ha detto Paglia - gli uomini sono assolutamente indispensabili ora, anche se la cosa è invisibile per molte femministe, le quali sembrano cieche di fronte alle infrastrutture che rendono possibili le loro carriere professionali.

Sono principalmente gli uomini che fanno il lavoro sporco e pericoloso di costruire le strade, colare il cemento, cuocere i mattoni, incatramare i tetti, allacciare cavi elettrici, costruire gasdotti e fogne, tagliare alberi e modellare il paesaggio naturale per costruire edifici. Sono gli uomini che sollevano e saldano le travi che sorreggono i nostri uffici, e sono sempre gli uomini che fanno il lavoro, che fa drizzare i capelli, di installare e sigillare i vetri di grattacieli di cinquanta piani".

uomini machi

Per Paglia ammettere la mistica del maschio che forgia e installa gli strumenti che permettono alla donna di fare carriera non equivale alla resa del femminismo. Semmai è il segno dell'emancipazione per cui la donna si è battuta: "Certamente le donne moderne sono abbastanza forti per riconoscere ciò che è giusto". Il mondo è maschio, riconoscerlo è femmina. È una provocatrice che si diverte a rovesciare e scandalizzare, dice quello, e certamente Paglia, sostenitrice da sponda femminista del vitalismo della pornografia, della prostituzione e dello striptease come atto da inquadrare certamente nella sfera del sacro, non pesca nelle acque morte della convenzione.

maschi

Ma il cuore del suo argomento non è ironico, non si fa strada sciabolando paradossi. In un'intervista al Wall Street Journal ha portato la sua tesi alle estreme conseguenze, mettendo in connessione l'indifferenza di genere che occhieggia nel femminismo e nell'ideologia gay (Harvey Mansfield, teorico contromano del ritorno della manliness, parla opportunamente di same-sexuality in opposizione al più vasto e antico concetto di omosessualità) al collasso della cultura occidentale.

L'occidente ha marginalizzato la cultura militare, il lavoro manuale, ha glorificato la formazione universitaria, autoclave mentale in cui fermenta il pensiero unico, e insomma ha svilito qualunque attività porti traccia della differenza sessuale.

Sulla war against boys, la tendenza delle scuole americane a femminizzare il maschio, aveva già scritto testi fondamentali la femminista in esilio Christina Hoff Sommers, altra glorificatrice del vituperato corpo maschile, e tutto cospira allo sfibrarsi della materia culturale che l'occidente aveva impiegato millenni a plasmare. Lo chiamano femminismo ma un termine più appropriato sarebbe indifferentismo, culmine della pulsione egalitaria che appiattisce le differenze biologiche e culturali fra generi.

donne pompiere

Il teologo americano David Schindler, decano emerito dell'istituto Giovanni Paolo II di Washington, sostiene che al cuore del liberalismo c'è una "antropologia androgina": l'umano è tale in quanto è capace di scelte razionali, non in quanto caratterizzato da un'identità sessuale. La storia dell'"immagine e somiglianza" ("E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò", Gen 1,26-27) che è riflesso terreno della natura duale del divino finisce dritta nel cestino dell'immondizia indifferenziata, impossibile persino da riciclare.

Questa ossessione per la sterilizzazione della sessualità è un istinto "borghese", secondo Paglia, che alla morigerata equality sessuale preferiva, negli anni della rivoluzione sessuale che hanno preceduto la presente rivoluzione asessuale, la più avventurosa ricerca della diversity e ora si ritrova a dibattere con le promotrici del compimento femminile su uno spartito che è - e sarà sempre, ammette olimpica Paglia - squisitamente maschile.

operaio

La ricostituzione del maschio appare dunque come un'arte femminile nell'epoca in cui anche le tette situazioniste delle Femen vengono a noia, tanto si sono ritirate nell'angusto spazio mentale di una galleria fotografica sulla homepage collettiva. Del resto la rivoluzione non è un flash mob con i paparazzi preallertati. Nel mondo che passa il tempo a inventare nuovi diritti per proteggere categorie che ancora non esistono, galoppa la retorica del corpo delle donne e il suo esatto contrario, la rivendicazione movimentista della mascolinità come frontiera estrema dei diritti civili, le Femen con il petto villoso che reagiscono all'oppressione della misandria.

La segregazione razziale è la battaglia dell'America di ieri l'altro (si discute piuttosto, da Starbucks alla Corte suprema, dell'eliminazione dell'Affirmative Action), quella femminista di ieri, l'uguaglianza gay va a gonfie vele presso l'opinione pubblica di destra e di sinistra, e cercando nuove categorie da sdoganare socialmente si è finito per estrarre dall'armadio il maschio che fu oppressore per antonomasia e che ora si sente oppresso. Il Men's Rights Movement (Mrm), movimento per i diritti del maschio, è una reazione alla prima ondata femminista, ideologia che si nutre delle stesse categorie e degli stessi cliché, semplicemente rovesciati.

operaio

Si è diffuso in America come forma di protesta sottoculturale nella fase in cui l'emancipazione femminile ha generato quelli che erano percepiti come pregiudizi e discriminazioni verso gli uomini, e ha condotto battaglie più o meno surreali sull'adozione dei figli, sulla violenza domestica, sulle pene per lo stupro e i reati a sfondo sessuale, sul trattamento dei detenuti, le leggi sul divorzio e altri ambiti sociali in cui le donne, dicono, godono di condizioni più favorevoli per il solo fatto di essere donne. Che poi non era l'uguaglianza quella che andavano cercando? Questo il tenore dei ragionamenti.

Talvolta il Mrm ha combattuto fianco a fianco con i più intransigenti gruppi femministi, ad esempio sulla leva obbligatoria. All'inizio degli anni Settanta un gruppo di coscritti ha fatto causa allo stato federale per violazione della clausola della "equa protezione", il cuore del 14esimo emendamento introdotto dopo la guerra di Secessione per dare effettiva protezione agli schiavi liberati.

Dicevano che la leva era ingiusta perché non s'applicava alle donne, di fatto facendo leva sull'argomento egalitarista delle femministe, e perciò quando dieci anni più tardi il caso è arrivato al giudizio della Corte suprema il Mrm e l'odiata National Organization for Women si sono ritrovati a fare la battaglia per la naia universale. I giudici sentenziarono che il Congresso aveva il diritto di subordinare il principio dell'uguaglianza ai bisogni militari dello Stato: in quel momento lo Stato aveva bisogno di uomini.

Il servizio militare è uno degli argomenti su cui, pur provenendo da vie diverse, Paglia e il balzano movimento maschilista che cerca di uscire dalle catacombe s'incontrano per un attimo. Trent'anni dopo che una corte ha ribadito il carattere maschile e obbligatorio del servizio militare l'esercito è un'entità volontaria, senza distinzione sessuale e tollerante verso gli omosessuali.

Il don't ask, don't tell sembra il residuo di un'antica epoca reazionaria e il dibattito, semmai, è se le donne possano o meno ricoprire ruoli combat. Forse fra trent'anni la discussione apparirà ripugnante e offensiva. Il punto, per i difensori dei diritti maschili, è l'uguaglianza, per Paglia è la differenza: l'ultrafemminista assalita dalla realtà concepisce il servizio militare come riconoscimento pubblico dell'intrinseca differenza biologica e di ruoli fra uomini e donne.

uomini forzuti

È in questo affresco pansessualista che il movimento per i diritti maschili ha ripreso un certo vigore, non più risposta uguale e contraria al femminismo ma anche rivendicazione del diritto alla differenza dopo la solenne sbornia dell'uguaglianza. Gli attivisti sono costantemente alla ricerca di provocazioni per svelare i paradossi che l'indifferentismo sessuale ha generato. Qualche mese fa, alcune città canadesi hanno promosso una campagna pubblica contro lo stupro.

Lo slogan era don't be that guy e il poster più diffuso ricordava agli uomini che non ricevere un rifiuto esplicito non significa che lei acconsenta, dunque il confine dello stupro è spesso più labile di quanto un adolescente canadese alla quarta birra possa immaginare: "Il fatto che non dica ‘no' non significa che stia dicendo ‘sì'". Le autorità dicono che i reati sessuali sono calati del 10 per cento dopo la campagna, e non si aspettavano di vedere comparire la controcampagna maschilista don't be that girl contro i pregiudizi sull'uomo predatore. "Il fatto che ti sia pentita di quella notte non significa che fosse uno stupro", campeggia sui cartelloni.

La provocazione ha suscitato moti d'indignazione direttamente proporzionali alla visibilità che ha dato al movimento. Il sottobosco maschilista ha riattivato i suoi circuiti, la campagna sui pregiudizi verso gli uomini è rimbalzata nel network A Voice for Men di Paul Elam, che del movimento è l'agitatore supremo, un incrocio fra un imbonitore radiofonico della Bible Belt e un cavilloso avvocato dell'Aclu che produce documentari su come le leggi sul divorzio favoriscano sistematicamente le donne. Sull'onda dell'entusiasmo gli attivisti hanno tentato un altro colpo a effetto inondando l'Occidental College di false segnalazioni di stupro.

L'iniziativa era la risposta a una scheda, assai comune nei campus americani, in cui gli studenti possono riportare in forma anonima segnalazioni di violenze. È uno strumento che permette alle università di monitorare il numero di crimini sessuali e di rispondere adeguatamente, ma per gli attivisti è diventato il sinonimo della caccia al maschio che si avventa sulle prede, con libertà assoluta di denuncia, ché tanto nessuno si permetterà di non credere alla studentessa che denuncia una violenza.

Una bufala, dunque, ma la falange dei diritti maschili vive di boutade e sceneggiate a effetto che sono tutto sommato il portato della fase postfemminista americana, l'ineffabile periodo dell'indistinzione, della lotta radicale al concetto di genere, del livellamento biologico e culturale denunciato da Camille Paglia, improbabile difensore dei diritti vilipesi del maschio occidentale ridotto a sottocultura.

 

 

SU TWITTER C’È SOLO HOLLANDE. BRIATORE: “PAREVA UN PESCE BOLLITO…INVECE È UN PEPERINO”

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DAGOSELECTION

Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
Mandi affanculo una giornalista e due giorni dopo ti candidano all'oscar. È la stampa, Grande Bellezza.


Andrea Scanzi ‏@AndreaScanzi
#lagrandebellezza candidato agli Oscar. Sorrentino e Servillo meritano tutto questo, anzi di più. Fenomeni veri. Vamos.

zazzaroni


Rosario Fiorello ‏@Fiorello
Che bello #lagrandebellezza agli OSCAR !!! Aaaa aaaa a far l'amore comincia tuuuuuuuuu🎼🎼🎼🎼🎼🎼🎼🎼 ( canta la cancellieri)


ElisabettaCanalis ‏@JustElisabetta
Congratulazioni a Paolo Sorrentino #lagrandebellezza . Felice di vedere una delle nostre piu' grandi attrici agli #Oscar #SabrinaFerilli


Selvaggia Lucarelli ‏@stanzaselvaggia
Però scusate, mi spiace per Valerie, ma se tutti i cornuti rimanessero in ospedale per una settimana, sarebbero più affollati delle carceri.


Flavio Briatore ‏@BriatoreFlavio
Hollande pareva un pesce bollito....invece è un peperino..

SORRENTINO


Antonio Di Bella ‏@AntDiBella
Francois ha scelto julie ( secondo voici) pic.twitter.com/ayQvBe0SmO

 

Antonio Di Bella ‏@AntDiBella
Hollande manda a valerie in ospedale fiori e cioccolato. E dice che non puo'andarla a trovare per no dei medici. Mah....


Antonio Di Bella ‏@AntDiBella
HOLLANDE e julie GAYET stavano assieme da due anni,si vedevano in un seconda appartamento a parigi e anche a MOUGINS .lo scrive CLOSER.


Gad Lerner ‏@gadlernertweet
"Closer" ha lo stesso proprietario di "Chi", cioè la Mondadori. Solo che in Francia fa scoop su amori dei potenti mentre in Italia fa slurp

SORRENTINO GOLDEN GLOBE


simona siri ‏@simonasiri
poi dici perché leggo il daily mail. ma per foto come queste, per che altro? pic.twitter.com/HDHWdvywY9

 

mario praticò ‏@mariopratico
@LeccisoLoredana @Caustica_mente loredana sei una sfigata #albano e #romina sono la storia!

Loredana Lecciso ‏@LeccisoLoredana
@mariopratico @Caustica_mente Caro lo dici a me? Io 40 anni fa c'ero!

peppe iodice ‏@peppeiodice1
Albano ha pagato gli alimenti...e addosso a Romina si vedono tutti
Ritwittato da Loredana Lecciso


NanoDiGesso ‏@nanodigesso
Romina si è mangiata la Lecciso #felicità
Ritwittato da Loredana Lecciso


lasoncini ‏@lasoncini
Al Bano porta la famiglia allargata su Rai 1. Alzatevi in piedi, autori frociaroli di programmi da 3 per cento. Imparate il mestiere.

sorrentino e servillo COVER


Giancarlo Leone ‏@giankaleone
Si guardano. Quasi sorridono. Quasi.

lasoncini ‏@lasoncini
@giankaleone che meraviglia, ti sei guadagnato il bonus per un paio di rotture di palle di qualità.


lasoncini ‏@lasoncini
Adesso mamma Carrisi dice a Romina che a lei quella Lecciso non è mai piaciuta. E pure la Parodi non la convince. Fatemi sognare.

lasoncini ‏@lasoncini
"E non mi fare aspettare altri vent'anni", disse lei, una di noi che non ti rispondiamo al telefono per diciannove e poi ti colpevolizziamo.

VIVIANA MUSUMECI E SELVAGGIA LUCARELLI

lasoncini ‏@lasoncini
La presentatrice russa è purissima Cortellesi degli anni d'oro.

lasoncini ‏@lasoncini
Il mio affettuoso pensiero va a Fabio Fazio, che dovrà provare a essere all'altezza di cotanto capolavoro. Sono cazzi, come dicono a Parigi.


Giancarlo Leone ‏@giankaleone
Quali reunion proponete a @RaiUno?

lorenzo crespi ‏@lorenzocrespi2
@giankaleone @RaiUno Crespi Carlucci ahahah scherzo Direttore..un caro saluto

Luca Bizzarri ‏@LucaBizzarri
@giankaleone i Genesis.


Giancarlo Leone ‏@giankaleone
Per ora #reunionrai1 in testa Arbore con i suoi amici, Pippo Lorella e Heather, Boldi De Sica, Mina Carrà, Pooh Fogli, Celentano & co.....

Antonio Di Bella


lasoncini ‏@lasoncini
Ferma condanna a Porta a porta di 'sta novità che si fa sesso "cercando l'eccitazione". Che tempi, che roba.

lasoncini ‏@lasoncini
Giuro che la Izzo sta dicendo che a Ricky Tognazzi, senza Viagra, tira ancora. Giuro che è la più bella serata della storia della tv.


Gabriele Parpiglia ‏@GParpiglia
Secondo me a #mistero faranno prima o poi il caso 'che fine ha fatto Allegri'. #scherzo


Gabriele Parpiglia ‏@GParpiglia
Ieri in tribunale a Roma dopo sedici anni di amore si sono detti addio ufficialmente @RaoulBova1 e la sua ex compagna Chiara.

ANTONIO DI BELLA


anna paola concia ‏@annapaolaconcia
Caro @matteorenzi la giusta risposta a @JoleSantelli : stupenda ;-) #santelli #Kyenge #agorarai @agorarai #razzismo pic.twitter.com/BaEKqMaojC

 


Flavio Briatore ‏@BriatoreFlavio
Dopo giorni di polemiche, pagine su tutti i giornali..caso nazionale..la di gerolamo parla alla camera vuota..che teste di c....I politici


nicola porro ‏@NicolaPorro
Ohhhh é arrivata. Ho fiducia nella magistratura. La de girolamo l'ha detto


Pierluigi Battista ‏@PierluigiBattis
Contento perché la De Girolamo è l'unico, ma proprio l'unico, politico italiano a mettere becco sulle nomine Asl, enti pubblici, Rai ecc.


Franco Bechis ‏@FrancoBechis
Che ora sia proprio Scelta civica a dire che sarebbero opportune dimissioni De Girolamo.... Cancell-oggi e ieri no?

hollande segolene royal trierweiler julie gayet


Monica Setta ‏@MoniSetta
#DeGirolamo si difende in un'aula semi deserta. Troppo furba, ripeto. E la furbizia, dice il proverbio, va a cavallo ma ritorna a piedi....

Monica Setta ‏@MoniSetta
#Espresso la copertina dedicata alla coppia più chiacchierata d'Italia #NunziaDeGirolamo #FrancescoBoccia. Due cuori e un business


giuseppe cruciani ‏@giucruciani
Perchè #Toti non può partecipare a riunioni politiche e decidere se lasciare Mediaset? Gruber trattò con Ulivo, Mineo con Bers e così via


Filippo Facci ‏@FilippoFacci1
Per ora il caso Toti evidenzia soltanto che per coordinare un telegiornale o per coordinare un partito serve lo stesso curriculum.

HOLLANDE-GAYET


Beppe Grillo ‏@beppe_grillo
Gianni Vattimo non è candidato né candidabile alle elezioni europee con il MoVimento 5 Stelle.


nicola porro ‏@NicolaPorro
Oggi ti leggi un ottimo alberto bisin su rep e continui a pensare con tristezza agli obbighi con la principessa gonfiata. É un Fatto

nicola porro ‏@NicolaPorro
Giuro.Legge elettorale.Orfini dice: sono per il modello ispano-tedesco. Ai bar di viale aventino non si parla d'altro.Devono cambiare pusher


Matteo Renzi ‏@matteorenzi
Legge elettorale seria, via senato e province, cambiare le regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare ma #iononmollo

FOTO TWITTATA DA LOREDANA LECCISO


Antonio Polito ‏@antoniopolito1
Ieri sera mi sono annoiato, stamattina mi sono tagliato rasandomi, e ho anche un po' di mal di pancia, #maiononmollo

gaia tortora ‏@gaiatortora
@antoniopolito1 e sopratutto. ..e' venerdi 17 #nonmollare

Antonio Polito ‏@antoniopolito1
@gaiatortora giusto, e' venerdì 17 #maiononmollo anche perché poi arriva la domenica e finalmente c'e' @gaiatortora in tv

gaia tortora ‏@gaiatortora
@antoniopolito1 volendo anche il sabato..se ci arrivo!#nonmolliamo

LOREDANA LECCISO


Antonio Polito ‏@antoniopolito1
Se Berlusconi insiste a portarsi Verdini all'incontro, Renzi si porterà Faraone?

Maurizio Gasparri ‏@gasparripdl
@antoniopolito1 ....sempre meglio di certe Nefertiti in circolazione...

Antonio Polito ‏@antoniopolito1
@gasparripdl chi, Faraone?


Roberto Formigoni ‏@r_formigoni
Piccolo pro-memoria per lo stratega @matteorenzi : la legge elettorale si vota a scrutinio segreto...La scottatura è dietro l'angolo...

Roberto Formigoni ‏@r_formigoni
@matteorenzi fa il furbo e finge non capire: il voto segreto che lo colpirà è quello dei suoi,se pretende di imporre un modello che non va.

albano romina 003

Roberto Formigoni ‏@r_formigoni
Noi #Ncd invece non amiamo trucchetti: se legge funziona la voteremo alla luce del sole,sennò contrasteremo alla luce del sole.Diverso stile


Maurizio Belpietro ‏@BelpietroTweet
Renzi: sulla legge elettorale si decide lunedì e guai a chi fa scherzi col voto segreto. Il modello bulgaro


Gad Lerner ‏@gadlernertweet
Difffido da puristi dell'ultim'ora. Ovvio che @matteorenzi deve incontrare Berlusconi. Porti a casa la legge elettorale poi una bella doccia

Gad Lerner ‏@gadlernertweet
Salvini spera di sopravvivere all'estrema destra accoppiandosi con la Le Pen ma si illude:la Lega ormai è vista come partito arraffa poltrone

Gad Lerner ‏@gadlernertweet
@roberto_cota rinviato a giudizio per peculato.Dopo le firme false, cos'altro aspetta per andarsene?E il moralizzatore Salvini che fa, tace?


Vittorio Zucconi ‏@vittoriozucconi
Quando Renzi andrà da Berlusconi si rammenti del vecchio, saggio detto da saloon del Far West: non cercare mai di barare con un baro.

albano romina 001

Vittorio Zucconi ‏@vittoriozucconi
Papa Francesco caccia 4 dei 5 cardinali incaricati di sorvegliare (!?) lo IOR, Bertone incluso. Bergoglio for President.


giuseppe cruciani ‏@giucruciani
Ha ragione #Pescante. Se Obama e compagnia vogliono fare qualcosa contro leggi di Putin mandare lesbiche e gay a Sochi non serve a nulla

Luca Sofri ‏@lucasofri
@giucruciani tra non serve a nulla - ammesso che sia e non è - e far la piazzata di Pescante, ci passa.Che problema ha Pescante se lo fanno?

giuseppe cruciani ‏@giucruciani
@lucasofri a Obama di fare qualcosa contro leggi Putin non frega nulla.

Luca Sofri ‏@lucasofri
@giucruciani stai parlando d'altro, per difendere Pescante da un'uscita maldestra, sbracata e inutile.

Giancarlo Leone

giuseppe cruciani ‏@giucruciani
@lucasofri non devo difendere nessuno, ma se Obama vuole fare guerra a Putin su leggi omosex potrebbe usare altre armi non chiassate

Luca Sofri ‏@lucasofri
@giucruciani questo è benaltrismo. E non toglie che il membro italiano del CIO poteva risparmiarsi quell'attacco inutile eccetera.D'accordo?


francesca fagnani ‏@francescafagnan
Er batman. Certo è che non si è fatto consumare dai dispiaceri #serviziopubblico

francesca fagnani ‏@francescafagnan
Er batman 2. Mi sa che Robin ha fatto una brutta fine. Alla scottadito #serviziopubblico


Claudio Plazzotta ‏@Claplaz
Ieri sera su Italia Uno Batman fa il 7%, mentre su La7 er Batman, ospite da Santoro, fa il 9%

bea23 guia soncini mass teodori


Flavia vento ‏@Flaviaventosole
Topiiiii topiniiiii accorrete al castello devo preparare il vestitooooo per il mio matrimonio fatato con @LeoDiCaprio

Flavia vento ‏@Flaviaventosole
Quelle due stronze di gertrude e Genoveffa mi hanno chiuso nella torre aiutooooooo topiniiiiiiiiii

Flavia vento ‏@Flaviaventosole
Finalmente i topini sono riusciti ad aprire la porta bidibodibu carrozze maga cavalli suuuuuu di corsa al balloooooo

Flavia vento ‏@Flaviaventosole
Animali in via di estinzione per pelliccie indossate da mignotte @LeoDiCaprio

Flavia vento ‏@Flaviaventosole
Topi topiniiiiii arrivate presto al castello il principe mi attende muoteviiiiiii

Fabio Canino ‏@fabiocaninoreal
Clamoroso su Chi. Peppa Pig confessa: le mie serate ad Arcore pic.twitter.com/u8knKJ5wCP

PER VOICI HOLLANDE HA SCELTO JULIE peppa pig le serate hardcore ad arcore Guia Soncini


Andrea Conti ‏@aconti_Tgcom24
#Madonna 55 anni e non sentirli. pic.twitter.com/u0EGQisjVs

 

 

 

 

concia kyenge sul trucco della santelli APERTURA DEL DAILY MAIL SU HOLLANDE JULIE TWITTATA DA SIMONA SIRI

COSA SI SONO DETTI A CENA, QUALCHE SERA FA AI PARIOLI, LETTANIPOTE E MARIO DRAGHI?

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DAGOREPORT
Ma chi sono "i cari amici" per i quali Angelino Alfano, da ministro della Giustizia, premeva con Salvatore Ligresti perché saltasse fuori una casa a Roma, come da telefonata intercettata e pubblicata? Si tratta di una coppia di amici veri, nulla da dire. Lui è un quarantacinquenne con una brillante esperienza nella consulenza privata e dal 2009 alto dirigente del ministero di via Arenula.

mario draghi

Lei, la moglie, è una delle collaboratrici più strette di Alfano anche ora che ha traslocato a Palazzo Chigi. Per un paio d'anni, il dirigente ha abitato in un alloggio dell'Amministrazione penitenziaria, ma c'era un'intera famiglia da trasferire a Roma dal Nord. Poi, grazie al tenero Angelino, nel 2001 è saltato fuori un appartamento ai Parioli nel famoso comprensorio ligrestiano di via delle Tre Madonne. Per dirla con Nonna Pina Cancellieri, un altro "caso umanitario" brillantemente risolto al ministero della Giustizia.

SACCOMANNI E LETTA

Ma perché nei giorni scorsi, a tarda sera, viale Bruno Buozzi è rimasto praticamente paralizzato dalle auto blu? Chi si incontrava a cena in un bell'appartamento nel cuore dei Parioli? Semplice: era il premier Lettanipote che andava a ricevere istruzioni da Drago Draghi, il potente capo della Bce. Pare che Er Gelatina Saccomanni stia letteralmente impazzendo per sapere che sono detti. Deluso Eu-genio Scalfari per non esser stato invitato.

LETTA, ALFANO, SACCOMANNI

 

IL RIBASSO DI IERI E’ UN INCIDENTE DI PERCORSO – A PIAZZA AFFARI (+0,47%) CONTINUA A SALIRE FIAT

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Carlotta Scozzari per Dagospia

fiat a belo horizonte brasile betim

Le prese di profitto di ieri che hanno buttato giù la Borsa? Un incidente di percorso. Se non fosse così non si spiegherebbe perché il listino milanese, al pari degli altri europei, oggi abbia ripreso pressoché indisturbato la strada dei rialzi imboccata ormai da un po' di mesi a questa parte. Così, a Milano, l'indice Ftse Mib, sia pure senza grandissimo entusiasmo, ha guadagnato un altro 0,47% a 19.969,33 punti, portandosi di nuovo a un soffio dai massimi del luglio 2011 sopra quota 20mila punti toccati proprio nei giorni scorsi.

FINMECCANICA

All'interno del listino principale, sale bene per il secondo giorno di fila la Fiat, che guadagna il 3,55% mentre il mercato continua ad attendere gli sviluppi dell'integrazione con la statunitense Chrysler. Nel frattempo, nel pomeriggio, il sindacato Fiom ha sottolineato l'importanza che sia "ripristinata la democrazia con il rinnovo delle Rsu". In progresso, poi, Cnh Industrial (+1,51%), sulle attese per una ripresa del mercato dei mezzi pesanti, che è poi quello che ha sofferto di più negli ultimi trimestri.

Finmeccanica

Dopo la breve pausa di ieri riprende anche la corsa di Finmeccanica, su del 2,83 a fine giornata. Prosegue, inoltre, la fase al rialzo di World Duty Free, società controllata dalla famiglia Benetton, che oggi è salita di un altro 3,19% mentre la stampa ha ipotizzato una partnership con un operatore internazionale. Bene anche Enel ed Enel green power, che hanno guadagnato rispettivamente l'1,39% e il 2,14 per cento.

UNICREDIT

Il ribasso più deciso del Ftse Mib è stato quello di Stmicroelectronics, che ha ceduto il 2,3%, scontando il taglio del giudizio arrivato dagli analisti di Bnp Paribas, mentre Unicredit ha fatto segnare una flessione di quasi l'1 per cento. Tra le banche, invariata Bpm (+0,09%) nella delicata giornata in cui dovrebbe arrivare la nomina di Giuseppe Castagna a nuovo consigliere delegato. A riguardo, la società George e Justin Muzinich si è già portata avanti congratulandosi con lui, convinta che "avrà grande successo nella sua nuova posizione".

FIAT CHRYSLER

 

 

logo BPM

NON C’E’ SINTONIA SUL CANALE DI PANAMA – “PROBABILE” LA SOSPENSIONE DEI LAVORI…

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Pietro Salini

1-CANALE PANAMA: SALINI E TODINI A PALAZZO CHIGI
Dall'"Ansa"
Incontro oggi a Palazzo Chigi sulla questione Panama tra Pietro Salini, Luisa Todini, il consigliere economico del premier Enrico Letta, Fabrizio Pagani e il consigliere diplomatico Armando Varricchio. Nella notte l'amministratore del Canale, Jorge Quijano ha indicato come "probabile" la sospensione dei lavori la prossima settimana. Al centro la controversia nata sulla lievitazioni dei costi per l'ampliamento del canale tra l'autorità e il consorzio guidato da Sacyr e di cui fa parte anche Salini-Impregilo.


2-IMPREGILO, STRETTA SULL'INTESA A PANAMA
Laura Galvagni per il "Sole 24 Ore"

Ore cruciali per provare a superare l'impasse che si è venuta a creare sul progetto di realizzazione del secondo Canale di Panama, teatro da inizio anno di un braccio di ferro tra il governo locale e il consorzio Gupc (guidato dalla spagnola Sacyr e composto da Salini-Impregilo, Jan de Nul e Cusa).

salini

Ieri le diplomazie erano al lavoro sia sul fronte interno, Pietro Salini in tarda serata avrebbe incontrato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi dopo alcuni contatti con Palazzo Chigi, sia sul fronte esterno con Manuel Manrique, numero uno del colosso iberico, nuovamente al tavolo con Jorge Quijano, amministratore delegato di Acp (Panama Canal Authority). L'obiettivo, nell'interesse di tutti, è evidentemente quello di trovare una soluzione condivisa che permetta di sorpassare lo stallo.

Lo stesso presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, si è espresso così ieri: «Auspico che si arrivi a una composizione amichevole del contenzioso affinché un'opera straordinaria come il raddoppio del canale possa essere conclusa nel migliore dei modi, per cogliere l'obiettivo di un'ulteriore crescita dei flussi commerciali internazionali».E proprio di una composizione amichevole si sarebbe discusso ieri. Intesa che, secondo quanto si apprende da fonti del consorzio, punterebbe a individuare una cifra accettabile sulla quale poi avviare, come garanzia, un arbitraggio internazionale che certifichi la congruità della somma ancora da versare per completare il secondo canale.

IL CANTIERE DEL CANALE DI PANAMA

Nel dettaglio, come emerso recentemente, la maxi opera, del valore superiore ai 5 miliardi di dollari, ha incamerato extra costi per quasi 1,6 miliardi di dollari. La Repubblica di Panama si è fatta carico di 750 milioni di dollari di spesa extra mentre altri 300 milioni sono stati garantiti dai soci del consorzio. Mancano tuttavia all'appello circa 500 milioni per poter concludere il "valico" e questa somma potrebbe essere così ripartita: 400 milioni da Panama e 100 milioni dal consorzio.

Con l'aggiunta, però, di un arbitraggio internazionale che si esprima sul corretto valore della somma. Una sorta di garanzia postuma che permetterebbe di non stoppare i lavori e di completare la maxi opera. Su questo, insomma, si starebbe ragionando nelle ultime ore nella speranza di trovare una quadra che faccia l'interesse di tutte le parti in causa.

IL CANALE DI PANAMA

Il «raddoppio» del traforo lungo 81 chilometri, che unisce i due Oceani, Atlantico e Pacifico, è un progetto arrivato quasi al termine e che proprio a un passo dalla fine lavori è diventato una sorta di caso internazionale. E questo, fondamentalmente, per colpa del basalto, ossia a causa di un problema geologico. Il progetto tecnico del canale prevedeva che i costruttori riutilizzassero la roccia estratta dallo scavo come componente per il calcestruzzo con cui realizzare le paratoie del canale e delle chiuse. Si è poi scoperto, però, che quella miscela non poteva essere utilizzabile.

LOGO IMPREGILO

Di qui la conseguente levitazione dei costi: 1,6 miliardi aggiuntivi sui quali è scattato il braccio di ferro tra governo e consorzio. Con quest'ultimo pronto a stoppare i lavori e Panama intenzionata ad affidare l'opera ad altri se tra le parti non si dovesse trovare un'intesa. Accordo che permetterebbe la conclusione lavori e di aprire il secondo "valico" evitando peraltro un danno economico considerevole al paese. Si stima, infatti, che a regime i pedaggi potrebbero arrivare fino a 6,5 miliardi di dollari l'anno.

 

SQUINZI CECCHERINI A BAGNAIA

LE FOTO STRAORDINARIE DEI FULMINI SUL CRISTO REDENTORE CHE DOMINA RIO DE JANEIRO

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Dagotraduzione dell'articolo di James Nye per il "Mailonline"
www.dailymail.co.uk

Fulmine su Cristo Redentore a Rio

Una spettacolare tempesta elettrica ha illuminato il cielo sopra la statua, che è la più grande opera raffigurante Gesù mai costruita e svetta in cima alla collina di Corcovado.
L'opera fu colpita da un fulmine nel 2008 e subì un restauro per riparare i danni alla testa e alle dita. La statua è fatta da 700 tonnellate di cemento armato.

 

 

Fulmine su Cristo Redentore a Rio Fulmine su Cristo Redentore a Rio

LA FINE DI UN’ERA - ‘DEMANSIONATA’ ROSANNA MANI, CONDIRETTORE DI “SORRISI E CANZONI”

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Claudio Plazzotta per "Italia Oggi"

grillo ZIO SAM SU TV SORRISI E CANZONI

La scure di Ernesto Mauri cade pure su una figura che era considerata intoccabile in Mondadori: Rosanna Mani, da 39 anni nella redazione del settimanale Sorrisi e Canzoni, da 20 anni condirettore, deus ex machina dei Telegatti e grande ufficiale di collegamento con tutto il mondo discografico italiano.

Nelle nuove strategie della casa editrice, come più volte spiegato dall'amministratore delegato di Segrate, non c'è più posto per la figura del condirettore, e in ciascuna testata «un direttore basta e avanza». Quindi la signora Mani, che ha già superato i 70 anni e da tempo è in pensione, assume ora l'incarico di responsabile relazioni area spettacolo. In sostanza, quello che ha sempre fatto.

C'è, tuttavia, un declassamento, almeno grafico, in questa sua nuova veste. Fino a settimana scorsa, infatti, il nome della Mani, con i gradi di condirettore, appariva nel colophone di Sorrisi e Canzoni sulla stessa riga e con lo stesso corpo del direttore responsabile Aldo Vitali. Da questa settimana, invece, Vitali resta al suo posto, sotto di lui il vicedirettore Bice Colarossi (in corpo più piccolo), e ancora più sotto, in corpo uguale alla Colarossi, ecco la Mani, appena sopra Alex Adami, caporedattore centrale in ascesa.

Tony Renis Rosanna Mani e Elettra Morini

Nelle stanze di palazzo Niemeyer si parla di svolta epocale. Perché la Mani era ed è indissolubilmente legata al brand di Sorrisi e Canzoni.

Ha visto passare parecchi direttori, ma lei è sempre sopravvissuta: da Gigi Vesigna, con cui ha iniziato a Sorrisi nel 1975, per poi collaborare con Pierluigi Ronchetti, Massimo Donelli, Umberto Brindani, Alfonso Signorini e, ora, con Vitali. I direttori se ne andavano, chi a stare meglio, chi bruciato dalla macchina di Sorrisi, ma lei restava. A tessere relazioni con tutta la musica leggera italiana, con il mondo dello spettacolo. In sintonia stretta con l'editore Silvio Berlusconi e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, grati e riconoscenti con la giornalista che, all'inizio della loro avventura televisiva, aveva portato in dote a Canale 5 e alle altre reti tutto il sistema di amicizie e contatti di Sorrisi.

valeria marini enrico lucci telegatti2008 lap

La signora Mani, in questi decenni, ha avuto uno sguardo prevalentemente rivolto all'esterno della redazione di Sorrisi, esercitando un ruolo di indirizzo nel mondo dello spettacolo e della musica (e per questo mai interessata alla poltrona di direttore del settimanale). Temutissima dai giornalisti e dai direttori di Sorrisi, di lei si è parlato come una sorta di Mino Raiola dello show business, a cui quasi nessuno riusciva a dire di no.

Adesso continuerà a svolgere il suo incarico per Sorrisi, ma i tempi più scintillanti sono passati, i galloni non sono quelli di una volta, con i Telegatti andati in soffitta da quasi dieci anni e pure il mondo della musica, con la rivoluzione digitale, che si sviluppa con logiche nuove e diverse.

Avrà probabilmente più tempo per seguire la carriera della figlia, Alessandra Barzaghi, attrice, conduttrice televisiva e doppiatrice. Ma neppure l'intoccabile Mani è riuscita a scampare alle cesoie di Mauri, sotto cui sono caduti tanti nomi eccellenti in Mondadori, nel tentativo di sistemare i conti della casa editrice ed evitare sprechi di denaro in ridondanti catene di comando che ormai, ai giornali periodici e in generale nella carta stampata, non servono più.

 

 


LA VENDETTA NELLA MANICA: IL TIMES FA A PEZZI IL MITO DELLA SUPERIORITÀ DELLE DONNE FRANCESI!

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Paola Peduzzi per "Il Foglio"

Hollande è diventato socialdemocratico per davvero, liberale addirittura, la svolta più concreta e rivoluzionaria della sua vita, del suo partito, forse addirittura della Francia, e nessuno se lo fila. Il videogame con il presidente francese su uno scooter giallo che gira per Parigi e deve evitare paparazzi, Valérie e persino Ségolène per arrivare dall'attrice Julie Gayet invece va fortissimo: è uno dei giochi più scemi e ripetitivi che siano mai stati fatti, ma vuoi mettere con i numeri del pil e i tagli alle tasse e alla spesa pubblica?

Julie Gayet incontrava il Presidente a casa di una amica

Gli inglesi soprattutto impazziscono, c'è addirittura in corso una guerra diplomatica tra l'ambasciatore francese a Londra e l'establishment britannico, a suon di critiche del socialismo e di difesa del welfare francese. Ma anche in questa sfida anglo-francese, all'insegna del "french bashing", vincono le tette. Se si vuole sapere tutto dello scandalo d'amore dell'Eliseo è sufficiente sfogliare un tabloid britannico - consigliamo il Daily Mail - per vedere le foto di Julie nuda, per sapere i retroscena sulla "pillola di troppo" presa dalla first lady Valérie, per fare i calcoli sulla presunta gravidanza dell'attrice incrociata con l'agenda presidenziale.

hollande segolene royal trierweiler julie gayet

Oggi esce il nuovo numero di Closer, il magazine dello scoop di venerdì scorso (l'edizione britannica di Closer pubblicò nel settembre del 2012 il topless regale della principessa Kate), e l'attesa è frenetica: ci sono nuove foto, ci sono nuovi dettagli, e quell'insensibile di Hollande non è nemmeno andato a trovare Valérie in ospedale! Il machismo vile dei francesi, che meraviglia, ma le donne? Vogliamo parlare delle donne?

hollande-gayet-trierweiler

Ieri il Times è riuscito a portare a termine la vendetta più sublime: ha ribaltato in un sol colpo, proprio nel mezzo della sfida anglo-francese, il paradigma della superiorità antropologica delle donne francesi. Le donne francesi, al fondo, invidiano le donne inglesi: perché le inglesi si tolgono le scarpe coi tacchi alti anche se la festa non è finita, mentre le francesi soffrono in silenzio sorridendo svagate; perché le inglesi non hanno complessi, se ne fregano, vanno in giro mezze nude al freddo come se quelle gambe violacee appartenessero ad altre, vomitano per strada, se la serata è stata difficile, mentre una francese esce di scena prima di diventare impresentabile, e se sbaglia i tempi e si ritrova fino a tardi completamente ubriaca ancora in giro con i suoi tacchi alti, si siede, si mette su l'aria assorta, mantiene la dignità.

FRANCOIS HOLLANDE E LA SUA COMPAGNA VALERIE TRIERWEILER jpeg

Sarebbe bello essere più sfrenate, dicono le due francesi intervistate dal Times, le gemelle Anne-Sophie e Marie-Aldine Girard, magrissime, altissime, capelli biondissimi e finissimi, sofisticate, vestite perfettamente (francesissime insomma), autrici di un libro pubblicato l'anno scorso dal titolo: "La Femme Parfaite Est Une Connasse! Guide de Survie Pour Les Femmes ‘Normales'".

La donna perfetta del titolo, la stronza, è naturalmente la donna francese elogiata in tutti i tomi che l'anno scorso hanno rafforzato - se mai ce ne fosse stato bisogno - la superiorità delle francesi, sempre magre pur mangiando solo formaggio e foie gras e con figli che non gettano il cibo per terra. Le due sorelle perfette stravolgono il cliché: "La superiorità è un'idea fraudolenta, la donna perfetta non esiste. Una donna che non ingrassa è una donna che non mangia".

Da qui all'invidia per le inglesi (Victoria Beckham esclusa, ça va sans dire) il passo è davvero lungo, ma questi non sono tempi normali, questi sono tempi emergenziali di tempesta ormonale all'Eliseo, ed ecco che tutto precipita nella direzione giusta. Nel libro c'è un capitolo sui tradimenti, dal titolo: "Oops, sono stata cornificata". Le due gemelle scrivono: "E' folle, è chiaro che siamo le VITTIME, ma ci sarà sempre una stronza tra le nostre conoscenti che ci ricorderà che se un uomo sbaglia è perché a casa non ha quel che vuole, o che ci chiede: ‘Pensi che abbia a che fare con il tuo essere ingrassata?', o che ammette: ‘E' vero, dopo la gravidanza ti sei lasciata un po' andare'".

C'è da sperare che Valérie non abbia un'amica così, ma essendo stata rappresentata come la regina delle stronze (Rottweiler) è facile immaginare che non ci sia via di salvezza per lei. Ma un po' di consolazione forse la può trovare, anche nei confronti di Julie, le rivelano le gemelle, bisogna fidarsi: persino le francesi, a volte, hanno mal di testa.

 

TROPPO SMOG A PECHINO E LE AUTORITÀ DECIDONO DI PROIETTARE IL TRAMONTO SUI MAXISCHERMI

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Dagotraduzione dell'articolo di James Nye per il "Mailonline"
www.dailymail.co.uk

Di solito i maxischermi proiettano pubblicità di destinazioni esotiche ma qualcuno ha avuto l'idea di inserire i tramonti ormai invisibili.
L'emergenza smog è diventata così pesante da aver costretto le autorità a dare l'ordine di non far uscire all'aria aperta i bambini...

CINA SMOG TRAMONTO CINA SMOG TRAMONTO

 

 

CINA SMOG TRAMONTO CINA SMOG TRAMONTO

CALTAGIRONE: “MAI INTERESSATI AI BUSINESS IMMOBILIARI IN LAGUNA”

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro dago, mai avuti ne' mai interessati ai business immobiliari in laguna! Forse vi confondete con un altro Calta! Mai avuta alcuna manifestazione di interesse per il gazzettino! Se piace in giro e' perché, questo si, meglio di altri!
Ufficio stampa Caltagirone

ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA GAETANO CALTAGIRONE E GIOVANNI BAZOLI FOTO LA PRESSE

Lettera 2
Caro Dago,
Quando uno spara cazzate con la fionda la prima cosa che faccio lo googlo per vedergli la faccia. E quella di Claudio Plazzotta non smentisce le aspettative. Poi leggo che tra i suoi must al terzo posto c'è: il brivido di imbattersi in una notizia e condividerla.

La notizia in questione mi riguarda... visto che per guadagnarsi la ribalta su dagospia non ha esitato a dare sfogo a un suo pruriginoso voyeurismo da buco della serratura. Peccato che il suo fiuto da Sherlock Holmes de noatri lo ha portato a "bucare" la notizia. Se avesse fatto meglio il suo dovere di cronista non gli sarebbe sfuggito un articolo apparso su Oggi, un paio di mesi fa, con intervista a Tyson di Armando Gallo, membro (oops, Plazzotta si può dire membro senza che venga fraintesa!) a Los Angeles della Hollywood Foreign Press Association, insomma, uno serio.

Virman Cusenza e Francesco Gaetano Caltagirone

Gallo chiedeva conferma al pugile della nostra amicizia, dei nostri incontri e interviste varie. Tyson risponde di essersi con me comportato come un gentiluomo...
Ecco che invece esce la biografia di Tyson, tutta sesso e cazzotti (una maniera per tirare su un po' di soldi) dove parla di una scopata con una giornalista italiana, senza fare nomi, e Plazzotta cosa fa? Deduce, non so in base a quali prove, che sia io. Che scoop!
E poi ancora in ballo con questa storia! Siamo patetici. Smettiamola per rispetto al lettore al quale non interessa nulla.

Chiamare Plazzotta collega sminuisce l'intera categoria. Se lui è giornalista, io faccio altro.
P.S. Un amico molto spiritoso mi ha telefonato: indossavi lingerie di Versace? Non ho avuto dubbi. Non potevi essere tu!
Januaria Piromallo

Mike Tyson f b a c bfffc f cfbf

Lettera 3
Beh? Cosa c'è di strano? Letta governa con Alfano, Cancellieri e De Girolamo. L'opposizione la fanno Berlusconi, Grillo e Renzi. Di questi giorni l'importante è fare qualcosa.
Tiziano Longhi

Lettera 4
Caro Dago,
ti meravigli che una foto su Instagram con le chiappe in mostra possa far decollare una carriera nella moda più di un buon curriculum? Mica è un andazzo nuovo... Quante dive nostrane, grazie ai concorsi di bellezza, sono state catapultate nel mondo del cinema e della moda ancora del tutto acerbe artisticamente (pensiamo a donna Sofia...)? E che dire di Pamela Anderson, che deve la sua fortuna a un'inquadratura del suo décolleté mentre assisteva a una partita di football?
RP

januaria piromallo dj max passante jpeg

Lettera 5
Caro Dago,
il masochismo della Rai non ha mai fine e continua a puntare sui flop, come Così Lontani Così Vicini, il programma tanto voluto da Ilaria Dallatana, fresca di uscita da Magnolia, che, nonostante su Rai Uno si sia fermato al 16% di share di media con un pubblico di over 65, è stato confermato per una seconda stagione. Si potrebbe dire: così lontani... dal pubblico, così vicini... a un nuovo flop.
Saluti,
Maria L.

Lettera 6
VIA COL VENTO Dissento dal fatto che il ventennio sia trascorso SOLO in mano all'uomo Fininvest. Lui era il teatrante. Il " più paro " ossia colui che decideva tutto ( l'uomo con i baffi piccoli) sta ancora al timone per continuare a devastare e demolire. Il peggio dovrà' venire : basterà' ordinare di mandare il Paese al disastro , per far fuori la nuova classe emergente. E poi si parla di....ripresa. Loro vogliono la devastazione....cosa che avverrà' .

OVIDIO BOMPRESSI E ADRIANO SOFRI

Lettera 7
Caro Roberto da anni chiedo invano notizie di Ovidio Bompressi (omicidio Calabresi) graziato per motivi di salute. Ma quale malattia aveva?
Margherita

Lettera 8
Attenti, cantori de "La Grande Bellezza", a non trovarvi con una grande delusione: finchè gli americani sapranno fare grandi film come "American Hustle", vi saluto, sinistri cincischiamenti del nulla...
Vittorio Sinistrato InFeltrito

Lettera 9
Gentil Dago,
La ministra sannita de Girolamo, dall'eloquio elegante, ex nonno Cav.ora con don Alfano?
Piccola ( Ma)stella scende dal governicchio Alnapoletta. E....Idem nel teatrino politico.
Insomma, Nunzia è stata severamente Boccia...ta nel Parlamento e, soprattutto, nel Paese.
Ossequi
Pietro Mancini

Lettera 10
Gentile redazione di Dagospia,
nell'edizione del TG2 delle 13,00 di oggi, è stato trasmesso un servizio curato da un (già) potentissimo segretario di un sindacato RAI, (già) parlamentare che, adesso, dopo la trombatura, è tornato a riscuotere la busta paga da "mamma RAI" e da quelli che pagano il canone.

Gli Anni Spezzati Il Commissario Solfrizzi nei panni di Luigi Calabresi

Ovviamente l'argomento era molto corretto politicamente, trattandosi della notizia di vittime italiane in un eccidio nazista consumatosi in Francia. Il "servizio" mi è sembrato essere una rimasticatura di cio' che era stato pubblicato sui giornali un paio di giorni fa.
Insomma: un lavoro fatto con i piedi. Brutto mangiapane a tradimento!
Condoglianze all'Italia.
Il samurai.

IL COMMISSARIO LUIGI CALABRESI

Lettera 11
Dago darling, "La Repubblica" esulta, perché la nuova probabile "maitresse en titre" é politicamente impegnata ("gauche caviar, of course!") ed é persino un'icona gay... e te pareva, con quel cognome "Gay et". Dopo questo "et" quante cose si potrebbero mettere, ma "glissons". Comunque, anche la maggior parte dei francesi esulta, perché ora ha un altro sovrano "Vert galant" da venerare. E Parigi un'altra attrazione turistica: la Rue du Circle. (o Rue de bonnes baises). E "La Repubblica" potrebbe raddoppiare le vendite (come il berlusconico Closer) se Valérie dovesse inviarle una lettera tendenza Veronica.
Natalie Paav

Lettera 12
Caro DAGO, a febbraio, quando Obama e Hollande s'incontreranno, l'americano, che è un po' in freddo con la moglie, chiederà al play president francese se gli presta le chiavi di rue du Cirque.
Saluti, Labond

Lettera 13
Ascolti TV:quando lo capiranno, ste zucche vuote di conduttori di Talk, che con più sfanculano il PD, e più perdono ascolti d'altronde, sono quelli che masticano più politica, Questa é l'amara verità, Vedi "Piazza pulita" ;"Virus"; "la Gabbia"eccc....... anche Santoro, /colpa, soprattutto del il monopolista della Morale ), comincia a perdere colpi. lo stregone di Suviana ( che vede e prevede)
RC

Alfano Vespa e Renzi

Lettera 14
Ultimo di tanti e tanti in questo strano paese che è l'Italia, che si dice essere in crisi, anche il bar sotto casa mia è passato in mano ai cinesi. Ora: non ci va di fare i netturbini, i raccoglitori di pomodori, gli infermieri, i camerieri, i traslocatori, gli operai, gli artigiani, eccetera eccetera; ma nemmeno i baristi titolari di un avviatissimo bar? Ma che razza di gente siamo diventati?? Ma cosa cazzo cazzo cazzo pretendiamo???
Vittorio Unosplizeuntlamezzino InFeltrito

Foto di scena del film La Grande Bellezza

Lettera 15
È molto serena, anche se molto stanca. E ora parla con il birignao, forse per cancellare il ricordo di quelle frasi grevi, dette con cadenza dialettale. Poi, a sua discolpa, va detto che pare che gli oppositori politici volessero farle le scarpe (a lei, che le usa all'ultima moda con il tacco che tanto ingrifa il vecchietto danaroso!), per cui è più che giustificato che tenesse riunioni con dirigenti sanitari a casa sua e brigasse per indirizzare affari. Io la capisco; mica sono un uomo di merda (distinguo persino, per dire, gli elicotteri dagli f35).
Almeno credo.

Ora aspetto al varco quello che tiene il posacenere al capo rincitrullito, quando fuma dove è vietato: anche lui, spero, si senta sereno. E con le terga al caldo di splendide mutande verdi, di ottima lana. Al cui acquisto ho orgogliosamente -per quanto a mia insaputa-contribuito.
Giuseppe Tubi

la grande bellezza sulla croisette - servillo-ferilli-sorrentino-verdone

Lettera 16
Signori di Dagospia, ieri avete pubblicato un paio di articoli di Fini e Mughini che tutto sommato dicono bene, anzi molto bene, in particolare là dove parlano di una generazione perduta, perversa, omertosa e quindi criminale (di cui Mughini ha fatto parte come tanti, oggi resisi conto del baratro in cui erano caduti)che col sessantotto ha fatto strame di tutto, salvo poi insediarsi nei gangli della società per continuare a magnare a sbafo e pontificare: in parole povere gente che ci ha resi - noi normali cittadini col senso dello Stato, dignitosamente rispettosi delle regole, delle tradizioni e della nostra meravigliosa storia italica - cornuti e mazziati tanto per esemplificare al massimo, ma rendendo bene l'idea.

Orbene nella fiction su Calabresi - vero servitore dello Stato, uomo probo e padre di famiglia - si è sorvolato su tutto quello che di marcio c'era all'epoca: Lotta continua, gli intellettuali oggi rintanati nei migliori posti, i vari Sofri, Pietrostefani e amici di merende. Tutto chiaro e tutto detto bene, dunque, i testi di Fini e Mughini: peccato che rimanga carta straccia.

nunzia de girolamo francesco boccia

Così anche la mia di oggi che, prendendo spunto da quanto sopra, si rifà all'articolo di tale Paolo Berizzi della ineffabile Repubblica, il quale è certamente derivazione e frutto degli antiCalabresi di un tempo. Il livore, l'aggressività, la vile prosopopea con cui attacca sicuro di farla franca i leghisti è da documentare.

Pare di essere tornati ai tempi di Calabresi, quando tutti davano la caccia al fascista, quando tutti i nostri vergognosi sessantottini tiravano al bersaglio impunemente per creare il clima giusto per la violenza e la vendetta. Basta leggere questo articolo di questo discepolo del peggio per rendersi conto di come considera lui il popolo leghista in generale, prendendola alla lontana (parla di Ku-Klux- Klan, di nazisti, di tutto il peggio, secondo il dannato, che c'è oggi in giro). Per isso, la sacrosanta rivendicazione leghista di un ritorno alla lira, di non adesione ai massoni di Bruxelles, di critica alla nullafacente minestra congolose, sono criminalità pure.

obama hollande letta b b f efe fa c

E' una cosa da pazzi, un vero abominio dipingere così un popolo, quello della lega ( e non ho nulla da spartire con loro) fatto per il 99,9% di gente che è abituata a lavorare, produrre, rispettare gli impegni, che si scandalizza perchè c'è in Italia tanta gente che non fa un cazzo tutto il giorno e campa alla grande, per la politica di Roma, per la stampa allineata e ideologizzata (vero Berizzi? vergogna!) e tanto altro ancora.

Un popolo leghista che è stanco di subire, di lavorare per mantenere tanti fannulloni o scribacchini vari. Ci sarebbe una montagna di cose da dire, ma spero che basti. E con questo non voglio dire che la Lega sia perfetta, per carità, ma di qui a farne dei dementi criminali ce ne passa. Solo un ultimo consiglio a Berizzi: lasci la scrivania e vada a lavorare con la gente leghista. Poi ne riparliamo.
Luciano.

Lettera 17
Si fa gran parlare della difficoltà di riperire certi medicinali nelle famacie Italiane; qualche riflessioni;
- In Europa, tutti giorni approffittiamo di queste importazioni e esportazioni "paralelle" di vari prodotti; telefonini, vestiti, macchine, vini, computers, elettrodomestici, ... senza problemi (i produttori forniscono regolarmente).
- Per i medicinali, una settimana si legge che ne buttiamo tanto, una settimana che mancano! (i produttori forniscono solo quello che fa commodo a loro, limitando quelli dove possono perdere un po' di percentuale)
- Mancano in Italia, ma non c'è ne sono troppi altrove (globalmente i produttori non producono abbastanza)
- I prezzi "al pubblico" in Italia sono troppo bassi (o sono troppo alti altrove).
- I grandi esportatori oggi, sono proprio i farmacisti (grazie Bersani) che tradiscono la loro "mission" per fare i commercianti di medicinali.
Steve

 

HOLLANDE OBAMA

1. SE NON S’ATTOVAGLIA, LA ROMANELLA OSCENA SI METTE IN SCENA AL TEATRO PARIOLI

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Politici giornalisti e magistrati si mettono in scena al Teatro Parioli

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Da www.formiche.net

Di processi, in Italia, si parla davvero tanto, e questa volta l'imputato è Chicco Testa. Ma i reati sono pura finzione: l'imprenditore e manager, ora tra l'altro presidente di Assoelettrica, è stato il protagonista dello spettacolo "Colpevole o Innocente? Sir Winston Churchill" (a cura di Elisa Greco) e, nei panni del primo ministro inglese, ha affrontato il giudizio della corte e del popolo.

Al Teatro Parioli di Roma ieri sera ha preso vita, dunque, il processo a uno dei protagonisti della storia mondiale del '900, accusato di apologia di fascismo, di strage, di immoralità. Le accuse sono state portate avanti dal magistrato Sergio Zeuli, nella veste di finto pubblico ministero, mentre a vestire i panni dell'avvocato difensore di Churchill è stato Andrea Romano, capogruppo di Scelta Civica alla Camera. Presidente della Corte, per la serata, il deputato Stefano Dambruoso, giudice insieme al pubblico in sala.

Stefano Dambruoso

Non è facile vestire i panni, forse un po' larghi, di uno statista come Churchill, ma Testa ha incarnato dal primo minuto lo spirito battagliero di un uomo obbligato a prendere decisioni onerose in un contesto storico politico di grande pressione.

La vita professionale di Churchill, però, non è tutto e il suo ritratto sarebbe stato imperfetto senza la testimonianza della moglie Clementine Hozier, ovvero nell'occasione la giornalista Myrta Merlino, che ha aggiunto al personaggio i colori dell'incertezza e dei sensi di colpa quando all'orizzonte si presentavano decisioni tragiche e onerose come il bombardamento alla città di Dresda.

L'accusa non si è però lasciata ammorbidire dalle parole di una moglie innamorata, portando come testimone la segretaria personale di Churchill, Marion Holmes, incarnata da Francesca Immacolata Chaouqui. La segretaria, presenza costante al fianco del primo ministro, ne ha svelato le debolezze e i difetti, tra cui il brutto carattere e la taccagneria.

Sergio Zeuli

Così tra ricostruzioni storiche, battute e applausi ci si può perdere nel dibattito tra morale, etica e politica: è possibile giudicare un uomo solo dalle decisioni politiche che ha preso durante la sua vita o è indispensabile cercare di comprendere anche le sfaccettature personali?

E l'etica, in situazioni di pericolo, può essere la bussola che orienta le decisioni dei governati o può essere messa da parte? Non è poi così facile giudicare, anche a distanza di così tanto tempo, e sono dilemmi che tutt'ora i capi di stato e di governo si trovano a dover affrontare.

Ma la decisione del giudice, e della giuria popolare in sala, ha votato per l'assoluzione: Winston Churchill ha reso possibile la pace nel Continente europeo per i 70 anni che ci separano dal secondo conflitto mondiale e per questo può essere assolto, ma solo in parte.

Roberto Arditti Sergio Zeuli pubblico ministero Sergio Zeuli Francesca Immacolata Chaouqui Pubblico

Per l'attacco alla città di Dresda, bombardata a guerra ormai finita, la pena assegnata a Churchill-Testa è forse la peggiore per il primo ministro: la privazione di quanto gli era più caro in vita, tra le risate e gli applausi del pubblico: niente più whisky e niente più sigari.

 

 

CONFALONIERI MOLLA “DUDٔ TOTI: “NON SARÀ MAI LEADER” - LO CHEF GAY MA NON LO DICE

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1. Alberto Dandolo per Dagospia - Anche Fedele Confalonieri avrebbe mollato " Dudù" Toti. Ieri sul Frecciarossa Roma-Milano il buon Fedele al cospetto della sua fida Gina ha sentenziato davanti ai basiti viaggiatori: "Toti? Un grande equivoco. Silvio deve tutelare la gente che lo ha suppportato concretamente in questi anni. Giovanni è un buon uomo, ma non ha le doti del leader. L' ho accompagnato a Roma da Silvio. Ma non mi ha convinto. Lui sarà un volto nuovo di Forza Italia. Ma mai il leader. Non ne ha la stoffa. Nè il carisma. Sarà un ottimo portavoce". Il Berlusca, come diceva qualcuno, un giorno ti esalta e l'altro ti ammazza.

2. Il masochismo della Rai non ha mai fine e continua a puntare sui flop, come Così Lontani Così Vicini, il programma tanto voluto da Ilaria Dallatana, fresca di uscita da Magnolia, che, nonostante su Rai Uno si sia fermato al 16% di share di media con un pubblico di over 65, è stato confermato per una seconda stagione. Si potrebbe dire: così lontani... dal pubblico, così vicini... a un nuovo flop.

GALLIANI E BERLU, CONFALONIERI E LETTA

3. Giornalisti stranieri, tremate! Giovanna Melandri adesso al Maxxi ha assoldato anche una responsabile per le relazioni con la stampa estera!

4. Straordinaria battuta di Fiorello, stamattina a Radio2: il leghista Roberto Cota, per la storia delle mutande, "ha chiesto il sospensorio della pena"...

Giovanni Toti

5. La Cina è vicina: e si incazza. Dite alla direttora generale per la valorizzazione dei beni culturali Anna Maria Buzzi che i cinesi sono molto arrabbiati (eufemismo) per il promesso museo italiano a Pechino, ottenuto a suo tempo da Mario Resca. Da Roma non si muove foglia...

6. Fabio Fazio grilleggia: a "Che tempo che fa", domani, ci sarà il giovane vicepresidente della Camera Luigi Di Maio...

fabio fazio littizzetto

7. INDOVINA CHI
Da ‘Oggi'

- SEDOTTO E ABBANDONATO
Lo scrittore di successo, traditore seriale, mesi fa ha vuotato il sacco con la moglie, ed è andato via con una ragazza che credeva l'amore della vita. Ora, da lei abbandonato, piange oceani di rabbia.

- È COTTO MA NON LO DICE
Lo chef di successo nega di essere gay. Ma è cotto a puntino di un giovane collaboratore, anche se non può dirlo.

salvo sottile a miss italiaw

- È COTTO E NON LO DICONO
Un enfant prodige della politica e la sua pupilla hanno occhi solo l'un per l'altra, da anni. Lo sanno tutti, e tutti tacciono.

8. PER ‘LINEA GIALLA? LA CURA SOTTILE È A BASE DI INCHIESTE
Per risollevare le sorti di Linea Gialla, Salvo Sottile vuole più inchieste e spazio anche alla politica. L'editore Urbano Cairo approva e aggiunge uno studio tutto nuovo. Gli operai sono al lavoro, ecco perché il programma del martedì di La7 non è ancora ripartito.

matteo renzi a otto e mezzo da lilli gruber

9. LA GRUBER LUNGIMIRANTE PORTA A CASA IL PREMIO
Il nuovo appuntamento prefestivo di 8 e mezzo, fortemente voluto dalla dirigenza di La7 proprio non va. Quella vecchia volpe di Lilli Gruber lo aveva previsto e lo scorso settembre, pur accettando di andare in onda anche il sabato in day time, aveva preteso (e ottenuto) di non considerare quei dati d'ascolto nella media settimanale del programma, alla quale sono legati per contratti i compensi premio. Lungimirante.

 

 

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