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SULLA DECADENZA GRASSO È STATO UN AZZECCAGARBUGLI CHE HA ACCELERATO LA CACCIATA DEL CAV

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Giancarlo Perna per ‘Il Giornale'

PIERO GRASSO SENATO

Tra i senatori si dibatte se sia più scarso il loro presidente, Pietro Grasso, o la sua omologa della Camera, Laura Boldrini. Dopo undici mesi, i senatori si sono fatti un quadro di Pietro: è tra i presidenti meno capaci e neutrali che abbiano calcato la scena di Palazzo Madama. Cercano perciò di consolarsi pensando che a Montecitorio, con Laura, i deputati stiano peggio. Ma non c'è certezza. Anzi.

All'inizio della legislatura, i senatori credevano di avere fatto un affare con Grasso, sessantottenne ex procuratore nazionale Antimafia e magistrato d'esperienza, rispetto ai deputati che si ritrovavano con la sprovveduta cinquantenne Boldrini proiettata dal nulla alla terza carica dello Stato. Un episodio dello scorso aprile durante le votazioni a Camere riunite per il Quirinale dà un'idea di quella sensazione di superiorità.

Erano le ore tumultuose in cui nell'aula di Montecitorio furono bruciati Franco Marini e Romano Prodi e i grillini scandivano infantilmente Ro-do-tà, Ro-do-tà. Boldrini, che da padrona di casa dirigeva i lavori, era nel pallone e, tra un balbettio e un cincischio, il disordine dilagava. «Meno male che noi abbiamo il presidente Grasso», urlò Luigi D'Ambrosio Lettieri, senatore del Pdl, esasperato per l'insipienza boldriniana al punto da fargli apparire l'altro quasi un gigante. Grasso, che da ospite d'onore sedeva a fianco della presidentessa, rifiutò con la mano l'elogio che feriva la Boldrini, accompagnando però il gesto con un largo sorriso lusingato.

PIETRO GRASSO

Fu, tra l'altro, l'unica volta in cui si capì il fondamento di un sorriso di Grasso che ne inalbera di continuo a sproposito. Da allora, è passata diversa acqua sotto i ponti ed è probabile che il senatore D'Ambrosio Lettieri, abbia un'opinione meno idilliaca del suo presidente, tanto più come berlusconiano. Pesa, infatti, agli occhi del centrodestra quella che a Palazzo Madama è indicata come «la porcata di Pietro». Ossia, il complesso delle mene architettate dal presidente - che doveva invece incarnare la neutralità - nella vicenda della decadenza del Berlusca da senatore. Grasso è stato il motore che ha accelerato la cacciata del Cav, calpestando regole e tradizioni della Camera alta.

pietro grasso article

Fu lui l'Azzeccagarbugli che, nell'autunno 2013, trovò l'espediente per decidere la decadenza a voto palese, contro il regolamento del Senato che prescrive il voto segreto se in gioco è il destino delle persone. È stato Grasso a inventarsi che, sul punto, il regolamento non era chiaro e che andava perciò riunita l'apposita Giunta per interpretarlo. Il regolamento era invece tanto esplicito che i grillini, i più accaniti a volere il voto palese, avevano proposto di modificarlo.

A quel punto, per evitare le lungaggini e l'incognita del voto (segreto) sul cambio della norma, Grasso convocò la Giunta sventolando la presunta non chiarezza del testo, problema che nessuno, tranne lui, aveva sollevato. Insomma, proprio chi avrebbe dovuto tenersi sopra la mischia, aizzò la canea. Il seguito è stato un gioco da ragazzi. La maggioranza anti Berlusca della Giunta decise per il voto palese e Grasso partecipò con solerzia alla stesura della motivazione. È noto quale sia stata: la decadenza del Cav non riguardava «la persona» - per la quale era necessaria la segretezza - bensì la «composizione» del Senato.

pietro grasso senato

Come se il Senato fosse composto di non persone! Un mezzuccio - prologo della successiva decisione d'Aula di radiare il Cav - che misura perfettamente lo spessore umano di chi vi ha fatto ricorso. Questo scherzo di Grasso al Cav rientra nell'atteggiamento schizoide dell'ex magistrato verso l'ex premier. Nel 2006, Pietro divenne superprocuratore antimafia grazie al Pdl. La destra al governo lo favorì, contro il pm comunista Giancarlo Caselli, con una leggina trucco. A cose fatte, la Consulta dichiarò incostituzionale l'inghippo. Pietro, che ormai aveva incassato la nomina, disse: «Sono contento. Era una legge che non condividevo». Ma intanto ne aveva approfittato. Che lenza!

Secondo i calcoli del Pdl, Grasso - che passava per moderato - doveva fungere da freno all'oscuro attivismo del mondo politico-giudiziario che maneggia i pentiti di mafia. Fu, invece, proprio lui a sostenere che, con le bombe del 1994, le coppole avevano agevolato la nascita di Forza Italia. Scatenata la polemica, disse di essere stato frainteso. In realtà, aveva parlato a vanvera come gli capita ogni due per tre.

BERLUSCONI SALUTA NELL ULTIMO COMIZIO DA SENATORE

Qualche tempo dopo avergli dato la patente di mafioso, si mise invece a esaltare il Cav - sempre in una chiacchierata da bar, stavolta alla radio - come campione antimafia: «Gli darei un premio speciale. Con le sue leggi abbiamo sequestrato alla mafia beni per quaranta miliardi». Per giustificare queste mattane, si disse che Grasso stava cercando un ubi consistam tra sinistra e destra in vista di una sistemazione politica. Ha poi scelto il Pd che, miracolandolo, lo ha lanciato ai vertici della Repubblica. Pietro avrebbe diritto al sontuoso appartamento di servizio di Palazzo Giustiniani, dépendance del Senato. Lui però - o sua moglie, donna Maria Fedele, che pare abbia sul consorte totale influenza - ha rifiutato di abitarlo dicendo virtuosamente di non volere arrecare disturbo. Ma è solo abdicazione al ruolo.

BERLUSCONI IN SENATO PER LA FIDUCIA AL GOVERNO LETTA FOTO LAPRESSE

L'appartamento è comunque lì e le spese corrono egualmente. Va riassettato quando Grasso lo utilizza per ricevere ospiti, il personale - ci sia lui o no - è quello. Se ci abitasse ci sarebbe invece un risparmio sulla scorta babilonica che lo scorrazza dal Senato a casa sua. Una ventina di uomini (c'è chi dice 27), tenuto anche conto del suo passato all'Antimafia. Per chiudere sulle scarse virtù di Pietro alla guida del Senato, ricordo che, sotto Natale, è stato il capo dello Stato a rilevare le sue carenze. Alle Camere c'era la solita riffa per i decreti di fine anno, tra cui il cosiddetto Salva Roma. I senatori, profittando del clima sciistico, avevano infilato alla rinfusa emendamenti che c'entravano con la legge come cavoli a merenda. Napolitano, indignato, ha inviato alle Camere una lettera chiedendo serietà, pena il rifiuto di controfirmare il decreto.

BERLUSCONI E SCILIPOTI IN SENATO PER LA FIDUCIA AL GOVERNO LETTA FOTO LAPRESSE

La missiva, estesa a Boldrini per dare l'idea di un discorso generale, era in realtà diretta a Grasso che, poco capendo dei suoi compiti, aveva tollerato il mercato boario dei favori. Mentre Boldrini ha saggiamente chinato la testa in silenzio, Grasso, senza pudore, ha reagito: «Ma come... ma io... ecc...». È stato zittito da tutti. Così ha perso anche la gara con Boldrini e adesso è all'ultimo posto delle classifiche parlamentari.

 


ZACCAGNINI: VITA E OPERE E LOTTE DI LEROJ JONES, ALIAS AMIRI BARAKA

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Paolo Zaccagnini per Dagospia - http://modestproposalz.blogspot.it

Il popolo del blues piange. In silenzio. Commosso e triste. Come il blues. E' morto Amiri Baraka, alias Leroj Jones. Uno vero. Unico poeta statunitense fInito in prigione per aver scritto una poesia. Nel 1967, durante le rivolte di Newark della popolazione nera contro quella bianca, e che lui chiamava "la ribellione", venne picchiato selvaggiamente e messo in isolamento.

paolo-zaccagnini

Durante il successivo processo il giudice lesse alcuni versi di una sua poesia - "tutti i negozi apriranno se direte le parole magiche. Le parole magiche sono: spalle al muro, fottitore di tua madre, questa e' una rapina". Il giudice lo condanno' a tre anni di carcere che poi il giudizio d'appello cancellò.

Nel '79 venne arrestato di nuovo, e ancora da un poliziotto di colore, per una violenta lite in strada con la moglie. Fu condannato a 48 fine settimane di lavoro socialmente utile nella Harlem Correcional Facility. Ed e' proprio li' che scrissse il suo libro piu' famoso, L'autobigrafia di Leroj Jones, con Amiri Baraka. Cioe' lui stesso. Come dichiaro' piu'tardi "non vedevo l'ora che arrivassero questi fine settimana".

In questi ultimi anni ha girato il mondo per festival letterari, recitando la sua poesia con accamapgnamento musicale. Venne anche in Italia, quando assessore alla Cultra era l'architetto Renato Nicolini che aveva organizzato il Festival dei Poeti sulla spiaggia di Castelporziano. Evento indimenticabile. Essendo fresco laureato in letteratura americana e fervidissimo suo ammiratore, andai a sentirlo, e quando me lo trovai davanti non potei che gettarmici tra le braccia. In quel momento il fortunoso palco crollo' e non vidi piu' Amiri. Ma tenni sempre la sua poesia nel mio cuore.

Ribelle e intellettuale vero. Lascio ai critici, musicali e letterari, e ai tuttologi il giudizio per la Storia, io ricordo le emozioni che lui, Malcolm X e Frantz Fanon davano a me, e a quelli allora come me. La voglia di cambiare. Tutto e subito. Gli Stati Uniti sono partiti da Frederick Douglas, autore di "Autobigrafia di un schiavo", e sono finiti con Barack e Michelle Obama.

MORETTI E ZACCAGNINI EcceBombo WP

Nel '67 cambio' nome e sposo', con una cerimonia matrimoniale Yoruba, Sylvia Robinson, da allora Amina. Tornarono dove era nato, a Newark, la loro casa divenne un centro culturale aperto a tutti. The Spirit House. Da poeta laureato in New Jersey scrisse, dopo l'attacco alle Twin Towers, ‘'Somebody blew up America'', Qualcuno ha fatto esplodre l'America, dove suggeri' che forse il governo statunitense sapeva ben in anticipo I piani dell'attacco suicida.

LEROJ JONES

Seguirono odiose quanto false, accuse di antisemitismo, l'allora governatore del New Jersey, James McGreeey, gli chiese di rassegnare immediatamente il posto di poeta laureato. Dimissioni rifiutate sdegnosamente, e secondo me giustamente, da Baraka/Jones. Risultato? Abolito il posto di poeta laureato del New Jersey.

Aveva litigato con parecchi, notoriamnte con James Baldwin con cui nel 1966 aveva scritto il libro di saggi intitolato ‘Home', salvo poi riconciliarsi. Langston Hughes, lui e James Baldwin: la poesia nera statunitense. E Toni Morrison. Lo piangeranno, insieme a noi, Amina e cinque figli, le figlie Lisa e Kellie, avute da precenti legami, e Dominique, nata dalla poetessa beat Diane Di Prima. Anche lei formidabile.

LEROJ JONES

Il miglior modo per rendere omaggio a questo uomo speciale, a questo poeta delle genti, a questo rivoluzionario del verso, questo uomo nero formidabile e unico, che non sapeva cosa voleva dire la prola "compromesso"? Se trovate una libreria entrate e conprate subito ‘'Il popolo del bliues''. Amerete lui, il blues e il jazz. E lo rimpiangerete, oh, se lo rimpiangerete. Amiri/Leroy, ‘'La prossima volta il fuoco", come recitava in italiano una raccolta di sue famose poesie.

LEROJ JONES

 

 

LE PERLE-PIRLA DELLA SETTIMANA POLITICA SBERTUCCIATE DA MARCO TRAVAGLIO

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Marco Travaglio per ‘Il Fatto Quotidiano'

Resistenza&Liberazione. "Berlusconi si libera" (il Giornale, prima pagina, 11-1). Dolce Euchessina, Fave di Fuca o Activia Bifidus Actiregularis?

Paura eh? "Chi tocca la Lega deve avere paura" (Matteo Salvini, segretario della lega Nord, protestando in piazza contro la sentenza del Tar che ha dichiarato illegale l'elezione illegale di Roberto Cota a governatore del Piemonte, la Repubblica, 12-1). Paura di sporcarsi.

SALVINI E MARONI

Canne al vento. "Se vuol ballare/signor Contino/ilchitarrino/ le suonerò: così canta uno dei protagonisti delle Nozze di Figaro mozartiane e così sembra atteggiarsi la politica italiana nei rapporti fra le varie forze (o debolezze) che si confrontano e si scontrano in un clima di crescente tensione economica e sociale" (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 12-1). Ma allora è vero che hanno legalizzato la cannabis!

Urka Urka. "Il rapporto che c'era fra Amanda e Raffaele era tenero, appena sbocciato, non aveva nulla a che vedere con quello di qualche cinquantenne annoiato in cerca di espedienti. Facevano 'Unca Nunca', il bacio degli esquimesi. Non ha nulla a che fare con il bunga bunga" (Giulia Bongiorno, avvocato difensore di Raffaele Sollecito, durante l'aringa al nuovo processo d'appello per l'assassinio di Meredith Kercher, 9-1). Sì, è confermato e ufficiale: la cannabis è già libera.

Chiampareataly. "Primarie inutili, la sinistra punti su Chiamparino. Siamo tutti compatti, sono a disposizione per dargli consigli da amico" (Oscar Farinetti, padrone di Eataly e renziano doc, La Stampa, 12-1). Tranqui, Farinetti: per mangiare la "sinistra" torinese non ha bisogno di consigli.

L'ora legale. "Il Cav vuole correre in Europa: 'Pronto alla battaglia legale'" (il Giornale, 11-1). Sarebbe la prima cosa legale che fa.

Solitudini. "Rischio per i marò. Non lasciamoli soli" (Corriere della sera, prima pagina, 11-1). Giusto, chè poi magari ricominciano a sparare.

letta

Mai più senza. "Meno tasse e più etica, il manifesto dei moderati. Quagliariello, Roccella e Sacconi firmano un volume sul domani del centrodestra, 'cuore antico del futuro'. Prefazione di Angelino Alfano" (Corriere della sera, 9-1). Volevano firmarlo anche Formigoni e Schifani, poi alla parola "etica" hanno detto: "Grazie, un'altra volta".

Nouvelle Cuisine. "L'Aquila, la mazzetta al vicesindaco nella scatola di grappa" (la Repubblica, 9-1). A vent'anni dalla Milano da bere, abbiamo finalmente l'Aquila da bere.

Made in Italy. "11 Settembre, arrestati 80 pompieri e poliziotti: 'Erano falsi invalidi'. Il comandante Esposito li istruiva su come truffare la previdenza sociale e poi incassava la percentuale" (dai giornali del 9-1). Buon sangue non mente. Gli olandesi volanti. "Dove sarà la sede della nuova società (Fiat-Chrysler, ndr)?

RENZI E LETTA

Lo decideremo, anche in base alla scelta di Borsa, ma mi lasci dire che è una questione che ha un valore puramente simbolico, emotivo. La sede di Cnh Industrial si è spostata in Olanda, ma la produzione che era qui è rimasta qui" (Sergio Marchionne, la Repubblica, 10-1, pag. 2-3). "'Infedele dichiarazione dei rediti': indagati Prada e il marito Bertelli . 'Sede fiscale in Olanda'. La replica: non più, tutto in regola" (la Repubblica, 10-1, pag. 20  ). Non sappiano le pagine 2 e 3 quel che scrive la pagina 20  .

L'Infanto d'Italia. "L'Infanta Cristina di nuovo indagata. Risponderà ai magistrati. Trema Juan Carlos" (La Stampa, 8-1). Mica è il presidente della repubblica italiana.

Attenti a quei due. "Letta: la fase due del governo partirà entro il 20 gennaio" (la Repubblica, 8-1). "Letta è ottimista: 'Ci sono le condizioni per rilanciare'" (La Stampa, 8-1). "Letta-Renzi, vertice blindato sul contratto. L'agenda su riforme e sviluppo" (Corriere, 9-1). "Renzi tiene Letta sulla corda poi scatta l'operazione-disgelo" (La Stampa, 10-1). "Letta: 'Cambio di passo del governo'" (la Repubblica, 10-1). "Letta non perde la calma e fissa la tabella di marcia" (La Stampa, 10-1).

"Un patto di coabitazione tra Letta e Renzi" (Corriere, 11-1). "Patto tra Letta e Renzi" (la Repubblica, 11-1). "Renzi-Letta, dalla tregua spunta un 'Enrico-bis'" (La Stampa, 11-1). "Una pace armata" (La Stampa, 11-1). "Enrico Letta non si fida di me. Quando mi chiedono cos'ha fatto il suo governo ho difficoltà a rispondere" (Matteo Renzi, Corriere della sera, 12-1). Tutto è bene quel che finisce bene. L'ultimo è pregato di spegnere la luce e chiudere la porta.

 

RENZI FARINETTI

 

LUCA REMMERT E SERGIO CHIAMPARINOSilvio berlu

LA MACCHINA DELLA SUPERCAZZOLA - IL “FANGO” LO SUBISCE SOLO LA SINISTRA

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1. LA SINISTRA MARZIANA CHE MISTIFICA LA REALTÀ
Paolo Bracalini per ‘Il Giornale'

NUNZIA DE GIROLAMO

«Contro di me si è messa in moto la macchina del fango». Tempo qualche ora ed è spuntata anche per Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila travolta dalle mazzette (presunte), l'infallibile alibi della «macchina del fango».

Riassunto: otto persone finiscono indagate, quattro agli arresti, nei guai anche il vicesindaco del capoluogo abruzzese Roberto Riga, fedelissimo di Cialente, nell'ambito dell'inchiesta «Do ut des» sulle tangenti del dopo terremoto a L'Aquila. Si scoprono particolari raccapriccianti, tra cui un'intercettazione dove l'ex assessore alle Opere pubbliche della giunta Cialente dice al telefono con un amico architetto: «Il terremoto è un colpo di culo, se non fai i soldi mo'...». Persone, uffici, linee di comando che il sindaco non poteva ignorare se non colpevolmente, come responsabile del governo cittadino. Al quadretto si aggiunge poi la vicenda scoperta dal Tempo.

NUNZIA DE GIROLAMO

La cognata del sindaco Cialente aveva comprato una casa nel 2004 per 180 mila euro, e dopo il terremoto ha ottenuto un rimborso di 547mila euro, quasi il triplo. Cialente (non indagato) dopo qualche giorno di resistenza si dimette, ma per colpa di chi soprattutto? Della «macchina del fango».

I giornali vicini al centrosinistra, peraltro, raccontano la vicenda senza attribuire lo scandalo ad una parte politica, in questo caso una cricca legata al centrosinistra locale (non solo Pd, anche Udeur e Api). Repubblica gli dedica una pagina intera senza citare il Pd e punta i riflettori su altro: «Le casette promesse da Berlusconi sono costate il 158 per cento in più del prezzo di mercato». E come per magia il colpevole (o almeno indiziato) sparisce.

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA BEATRICE LORENZIN NUNZIA DE GIROLAMO FOTO LAPRESSE

In altri casi l'appartenenza politica conta, e viene evidenziata, anche quando è temporalmente scaduta. Come in quello della De Girolamo, ministra lettiana (quota Ncd) dell'Agricoltura, finita sotto tiro per la vicenda degli appalti all'Asl di Benevento e le sue pressioni per un intervento coi vertici dell'Asl, rivelato da una registrazione abusiva. Dopo qualche giorno di affinamento in botte la vicenda è deflagrata sui giornali, con dovizia di turpiloquio, quello della De Girolamo nella conversazione domestica rubata da un manager (indagato) per vendetta («Mandagli i controlli e vaffanculo!») e l'sms a Mastella: «Sei una merda».

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI NUNZIA DI GIROLAMO

Guerre di potere, sconfinamenti impropri (specie al Sud) della politica in campi dove dovrebbe tenersi a debita distanza, come la sanità. Repubblica però in questa vicenda ci legge «la prova definitiva» di un'altra verità: che «la bellezza berlusconiana è sempre stata una menzogna». L'origine di tutti i mali.

Colpa d'altri anche per Alessia Morani, la sottosegretaria renziana alla Giustizia, fattasi notare per una caviglia tatuata molto aggressive e, a Ballarò, per un eloquio non proprio sciolto. Libero ha fatto notare la performance dialettica non eccezionale della Morani, riportando ampi stralci della sua ospitata già ribattezzata su internet «la supercazzola della Morani»: «Io credo che questo anno incredibile bisogna metterci un punto e il Pd di Renzi vuole mettere un punto a questa prassi di incertezza, di confusione, di sfiducia (...).

Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente

Il timing che abbiamo dato, serrato, che qualcuno lo vive in maniera se volete anche sbagliata pensando che questo nostro pressing sulla maggioranza possa essere un pressing che voglia metterla in difficoltà è tutto il contrario». Il Corriere la interpella e lei spiega che non era poco chiara, è che la dipingono così: «Noi renziani dobbiamo abituarci ai giornalisti di parte, di destra, pagati per infangarci, per demolire subito il nuovo che nasce, che cresce». La macchina della supercazzola.


2. MORANI, LA SUPERCAZZOLA E LA GAFFE: "LO SANNO DELLE VOCI SULLA BOSCHI, BONIFAZI E RENZI?"
Da www.liberoquotidiano.it

VELTRONI E CIALENTE

Chiamatela Jessica Rabbit: "Non sono io a non essermi fatta capire. Sono loro, i giornalisti, che mi fanno troppe domande". La segretaria alla Giustizia del Pd Alessia Morani, ovvero Miss Supercazzola risponde grosso modo così, intervistata da Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera, a chi l'ha spernacchiata per la figuraccia rimediata a Ballarò. "Tutti noi renziani dobbiamo abituarci ai giornalisti di parte, di destra, pagati per infangarci, per demolire subito il nuovo che nasce, che cresce", esordisce in quella che per forza di cose risulta alla fine un'intervista semiseria.

Alessia Morani

Quando il giornalista del Corsera le fa notare come la performance in tv sia stata perlomeno "involuta", la renziana Morani non ci sta: "Uff!... Sì, mi si accusa di essere stata poco chiara. E resto molto sorpresa: perché è la prima volta che mi capita d'essere criticata per l'eloquio, uno dei miei punti di forza...". Il guaio è che lei, come gran parte dei politici, sono troppo... sollecitati. "Veniamo interrogati su qualsiasi cosa. Siamo diventati dei tuttologi!". Basterebbe rifiutare di parlare di cose che non si conoscono, ma la tentazione è troppo forte. E il grido di dolore della Morani è straziante: "Perché nessuno mi chiede mai niente di Giustizia?".

Alessia Morani

La risposta, implicatamente, arriva quando le chiedono perché Renzi abbia dato a lei, assessore all'Istruzione della Provincia di Pesaro e Urbino, l'incarico di occuparsi di giustizia. "Ma come perché? Perché sono avvocato, no?".

MARIA ELENA BOSCHI

Quelle voci sulla Boschi... - E le critiche alla sua ospitata nel salotto di Floris? "Hanno acceso il ventilatore sul fango e cercano inutilmente di sporcare il nuovo gruppo dirigente del Pd inventando menzogne su menzogne! Prima hanno cercato di mettere in mezzo la Serracchiani con la storia del volo di Stato... Poi hanno messo nel mirino Davide Faraone: i grillini lo accusano di aver chiesto voti alla mafia... ma le pare? E lasciamo stare la povera Maria Elena Boschi... Su di lei fanno illazioni per i rapporti che ha con Bonifazi (Francesco Bonifazi, neotesoriere Pd, ndr) e con Renzi, cose pesanti, molto pesanti francamente.... Lo sa no?".

Qualcuno avvisi la Morani che la macchina del fango l'ha azionata lei, per sbaglio. Come diceva quella famosa deputata grillina: "Mi sembra di essere a Ballarò"...

 

RENZI, BOSCHI,

 

MARIA ELENA BOSCHI

BORSE ANCORA POSITIVE – DENARO SU AZIMUT (+4,62%) E IL BANCO (+3,28%), GIU’ GENERALI (-1,61%)

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Carlotta Scozzari per Dagospia

Nuova seduta all'insegna della positività per Piazza Affari e, in generale, i listini europei, dove si è registrata la corsa del settore bancario. A Milano, l'indice Ftse Mib ha terminato la giornata a 19.697,25 punti, in progresso dello 0,66 per cento.

stmicroelectronics

In scia all'andamento sia del settore in Europa, sia dello spread tra Bund e Btp, rimasto vicino ai minimi di 200 punti che non si vedevano dall'estate del 2011, gli istituti di credito quotati sul listino principale hanno proseguito la corsa avviata da un po' di tempo a questa parte. Il migliore del comparto, anche oggi, è stato il Banco Popolare, che ha guadagnato il 3,28%, dopo che, nel fine settimana, sono apparse indiscrezioni di stampa di un interesse da parte del gruppo del risparmio gestito Azimut (+4,62% oggi sul Ftse Mib) per la sgr del gruppo guidato da Pier Francesco Saviotti, Aletti Gestielle.

banco popolare

Oltre ad Azimut, bene anche gli altri titoli del settore del risparmio gestito e amministrato, che già venerdì avevano chiuso in deciso rialzo: Mediolanum, la società che fa capo alle famiglie Doris e Berlusconi, ha preso un altro 2,4%, e Banca Generali è cresciuta del 3,33 per cento. Tornando alle banche, bene anche Ubi (+3,08%) e Bpm (+2,73 per cento).

Il titolo del Ftse Mib che oggi ha fatto meglio è in ogni caso Saipem, che ha terminato la sessione di Borsa con un forte progresso del 4,87%, spinto da indiscrezioni su nuovi contratti in vista. Tra gli industriali, decisi rialzi anche per Stmicroelectronics (+3,14%) e Buzzi Unicem (+2,67 per cento).

Per contro, a realizzare la peggiore performance del Ftse Mib sono state le Generali, in calo dell'1,61%, mentre "Affari & Finanza" oggi ha una volta ancora messo in evidenza come sia complesso per il gruppo assicurativo guidato da Mario Greco cedere, come da piano industriale, la controllata svizzera Bsi (esiste innanzi tutto un problema di prezzo).

LOGO AZIMUT

Fuori dal listino principale, acquisti su Zucchi (+6,53%), dopo che la settimana scorsa si è saputo che il portiere della Juventus, Gianluigi Buffon, ne è diventato primo socio con poco più del 56% dopo l'ultimo aumento di capitale da 20,5 milioni.

 

ZUCCHISAIPEM

VITTORIO FELTRI: “COTA SCOMPARIRÀ DALLA SCENA E LA LEGA HA PERSO OGNI APPEAL”

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Vittorio Feltri per ‘Il Giornale'

Povero Roberto Cota, gli manca solo il rinvio a giudizio per completare l'opera buffa di cui è stato autore, forse inconsapevole. Il governatore leghista del Piemonte, pur avendo acquisito molti meriti nell'amministrare la Regione, oggi passa per uno che ha soltanto dei demeriti e non si sa che fine farà. A occhio e croce, possiamo dire che scomparirà dalla scena. Peccato per lui. Le bischerate si pagano care. Lo diciamo senza astio nei suoi confronti. Bisogna solo sapere che con questi chiari di luna, la Lega non poteva permettersi distrazioni.

Vittorio Feltri

Dopo le vicende del famigerato «cerchio magico», le prodezze dei rubagalline amici di Umberto Bossi e del suo «cassiere», le scope di Roberto Maroni costrette a «netà fò ol poler» (pulire il pollaio) e il calo mostruoso dei consensi, questo partito necessitava di ricostruirsi una reputazione per tentare un difficile rilancio.

E invece adesso è obbligato ancora a difendersi da altri attacchi da parte della magistratura. Le mutande verdi di Cota sono diventate un simbolo di sciatteria e di superficialità: come si fa ad acquistare un paio di boxer e farli pagare - magari per distrazione, non importa - all'ente di cui sei il numero uno? Sappiamo, è una sciocchezza, ma le note spese e i rimborsi sono roba delicata, c'è poco da scherzare.

Ricordiamo cosa è accaduto a Renata Polverini nel Lazio: per una faccenda di ruberie da barboni e uno spreco di pubblico denaro, di cui ella non aveva alcuna colpa, la governatrice fu indotta a dare le dimissioni. Insomma, Cota sarà di sicuro una persona onesta, ma è impossibile che gli perdonino di aver consegnato alla segretaria lo scontrino delle mutande senza riflettere che la biancheria ciascuno se la deve comprare con i propri denari, non con quelli degli italiani.

Come giustificherà, il buon Roberto, i suoi shopping a scrocco? Non scorgiamo via di salvezza. Non bastasse questo squallido capitolo, l'avvocato Cota si trova ora davanti a una sentenza del Tar che invalida addirittura la propria elezione a governatore, avvenuta tre anni e mezzo orsono.

vittorio feltri daniela santanche roberto cota

Motivo? Non abbiamo ancora letto la sentenza (tardiva), ma si dice che le consultazioni siano state irregolari: liste strane, voti strani, un pasticcio. Vero o falso? Come si fa a dire? Il problema è che secondo il Tribunale amministrativo regionale (nato con l'istituzione delle Regioni: una boiata pazzesca) occorre annullare tutto e tornare alle urne perché il ricorso di Mercedes Bresso, avversaria (sconfitta) di Cota nel 2010, non solo è stato accolto, ma giudicato fondato.

Quindi, con un anno e mezzo di anticipo sulla scadenza naturale dell'amministrazione, in Piemonte gli è tutto da rifare. Subito. Data la situazione, ci spiega qualcuno come potrà il governatore silurato dai giudici regionali e perseguito da quelli nazionali ripresentare la propria candidatura in contrapposizione a quella di Sergio Chiamparino (Pd)? Non è escluso che il segretario della Lega, Matteo Salvini, lo proponga nuovamente quale aspirante presidente, ma sarebbe un errore. Cota - ragione o torto che abbia - si è bruciato, come d'altronde si è bruciata la Lega negli ultimi sventurati anni della propria esistenza.

SALVINI E MARONI Roberto Maroni e Umberto Bossi a Pontida

Un partito, quello di Alberto da Giussano, che ha perso ogni appeal a causa di un comportamento, diciamo pure etico, discutibile (furti di pollame, molto squallidi anche se poco gravi) e, aggiungerei, tristissimo. Inoltre il Carroccio non ha più un programma suggestivo come quello di un tempo, quando vagheggiava la secessione e il federalismo fiscale, rivelatisi poi ingenue illusioni o veri e propri bidoni. Non osiamo affermare che la Lega sia morta, ma che Cota sia un becchino è un fatto incontestabile.

UMBERTO BOSSI E BELSITO BELSITO ROSI MAURO c b c d afc c e ea

 

CHRISTIE INDAGATO PER I FONDI DELL’URAGANO - I DEMOCRATICI SOGNANO L’IMPEACHMENT

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1. IMPEACHMENT? PER I DEMOCRATICI DEL NEW JERSEY, CHRIS CHRISTIE RISCHIA LA POLTRONA DI GOVERNATORE
DAGONOTA

bridget ann kelly e chris christie

John Wisniewski, membro dell'assemblea legislativa del New Jersey e il che guida la commissione d'inchiesta sullo scandalo del "Bridge-gate", ha affermato che "è difficile credere che Christie non sapesse nulla visto il ruolo dei suoi più stretti collaboratori. Bloccare un ponte per il proprio tornaconto politico è un reato "impeachable", che può portare alla rimozione dalla carica". L'inchiesta del parlamento statale continua, e potrebbe affiancarsi presto a quella federale.


2. ANCORA GUAI PER IL GOVERNATORE CHRISTIE - INDAGATO PER L'USO DEI FONDI POST URAGANO SANDY
Da www.corriere.it

Chris Christie

Nuovi problemi per il governatore repubblicano del New Jersey Chris Christie: funzionari federali stanno indagando sull'uso che avrebbe fatto dei fondi erogati per i soccorsi dopo l'uragano Sandy del novembre 2012. Lo rivela la Cnn. Gli investigatori starebbero verificando se il governatore li abbia usati in modo improprio. L'attenzione degli investigatori sarebbe concentrata su una campagna pubblicitaria per rilanciare il turismo nello stato, in cui compariva anche lo stesso governatore e la sua famiglia.

bridget kelly e david wildstein

SCELTA LA CAMPAGNA PIU' CARA (DI 2 MILIONI) - Nel corso dell'indagine, le autorità federali per la revisione dei conti esamineranno l'uso che è stato fatto di 25 milioni di dollari erogati per i soccorsi del dopo-Sandy, ha detto alla Cnn il rappresentante democratico del New Jersey Frank Pallone, che ha espresso dubbi sul metodo usato per assegnare un contratto pubblicitario. Nella campagna per rilanciare il turismo sulle coste del New Jersey, la società che si è aggiudicata il contratto ha presentato un conto di due milioni di dollari superiore alla più diretta concorrente, scrive ancora la Cnn, notando che la proposta da 4,7 milioni di dollari comprendeva nella campagna anche il governatore e la sua famiglia, al contrario della società rivale.

George Washington Bridge

IL «BRIDGEGATE» - Pochi giorni fa Christie è finito al centro di un'altra inchiesta federale. Ribattezzata dai media come «Bridgegate», lo scandalo del ponte: il repubblicano creava ingorghi stradali ad hoc contro i politici nemici. L'ha fatto facendo chiudere tre delle quattro corsie del Washington Bridge, il ponte più trafficato d'America che collega il New Jersey alla città di New York. Il risultato: la cittadina di Fort Lee, all'estremità del ponte, completamente in tilt. Il «movente»: una vendetta politica contro il sindaco democratico della cittadina che non gli aveva dato il suo appoggio alla riconferma come governatore.

Molo danneggiato da Uragano Sandy

 

FOTO URAGANO SANDY

CONDANNATO UN PASTORE CHE, PUZZOLENTE E SPORCO, IMPONEVA SESSO ALLA MOGLIE

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(ANSA) - Confermata dalla Cassazione, dopo una precedente assoluzione in appello, la condanna a due anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale - seppure nell'ipotesi di minore gravità - a carico di un pastore siciliano di Caltagirone, Mario C., che al rientro dal pascolo e dalle attività di accudimento delle pecore imponeva alla moglie, Lucia G., rapporti sessuali senza "praticare alcuna igiene e pulizia del proprio corpo" come gli chiedeva, inutilmente, la consorte che desiderava che l'uomo si facesse almeno una doccia.

In primo grado, il pastore - classe 1960 - era stato condannato per violenza sessuale dal Tribunale nel novembre del 2007, ma successivamente la Corte di Appello di Catania, nel 2008, gli aveva alleggerito la condanna sostenendo che i rapporti sessuali, nonostante l'uomo immobilizzasse la moglie bloccandole le mani, erano da ritenere comunque "consumati consensualmente" dal momento che la donna "rifiutava i rapporti sessuali solo per la scarsa igiene del marito" ma vi "avrebbe consentito se lo stesso si fosse previamente lavato".

PASTORE E PECORE

Per le ulteriori imputazioni di maltrattamento ai danni della moglie, l'uomo era stato condannato - per effetto della riduzione di pena - a due anni, due mesi e dieci giorni di reclusione. Su ricorso della Procura, la Cassazione rinviò nuovamente a giudizio il pastore per violenza sessuale facendo presente che "la peculiarità dei motivi di dissenso non eliminava il dissenso medesimo, per cui i rapporti sessuali, laddove imposti con la forza dall'uomo, erano e restavano violenti".

PASTORE E PECORE

Nell'appello bis, i giudici di merito hanno seguito le indicazioni degli ermellini affermando che la circostanza che la moglie sarebbe stata d'accordo a fare sesso con suo marito se solo quest'ultimo si fosse lavato, "non elimina la violenza del rapporto sessuale".

Il reato di violenza sessuale infatti sussiste - ricorda la Suprema Corte nella sentenza 980 della Quarta sezione penale ripercorrendo il verdetto dell'appello bis - "in tutti i casi in cui i rapporti sessuali vengano in qualsiasi modo imposti, essendo del tutto irrilevanti le modalità ed i mezzi utilizzati e le motivazioni che avessero indotto la parte offesa a rifiutare non un astratto rapporto sessuale con il marito, ma il rapporto sessuale da questi preteso (e poi imposto) senza che avesse praticato quella igiene che la donna riteneva indispensabile dato il lavoro svolto dal marito". Così il ricorso del pastore è stato dichiarato inammissibile con tanto di condanna anche al pagamento di mille euro alla Cassa delle ammende.

PASTORE E PECORA

 


DA MARINO A CANINO, ORA TUTTI SORRENTINIANI DOPO IL PREMIO: ‘’EHI? STRONZETTI ROSICONI’’

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DAGOSELECTION

Gad Lerner ‏@gadlernertweet
Se tuo figlio quattordicenne ti inoltra il video di Ruggero de i Timidi col ritornello "mio padre va a trans" tu che fai? Non lo meni?


maurizio crosetti ‏@m_crosetti
Quando penso a Paolo Sorrentino, mi vengono subito in mente i tantissimi coglioni che negli stadi offendono Napoli.

LA FACCIA DI ALLEGRI MENTRE PARLA BARBARA BERLUSCONI


Andrea Scanzi ‏@AndreaScanzi
Felicissimo per Paolo Sorrentino. Uno due pochi talenti veri e totali di questo paese. Gigante. #lagrandebellezza #GoldenGlobe


Fabio Canino ‏@fabiocaninoreal
ehi? stronzetti rosiconi, avete sentito? La grande bellezza ha vinto il golden globi. TIEì!!!


Ignazio Marino ‏@ignaziomarino
Congratulazioni a Paolo Sorrentino! Il suo trionfo è motivo d'orgoglio per Roma, ritratta in tutto il suo fascino e le sue contraddizioni


Selvaggia Lucarelli ‏@stanzaselvaggia
Io penso che a Sorrentino, più che bravo ed evviva, dovremmo dire GRAZIE.


Selvaggia Lucarelli ‏@stanzaselvaggia
Comunque Hollande che va sotto casa della fidanzatina in motorino come un bimbominkia, è meglio di un film di Moccia.

Gad Lerner Chicco Mentana IL POST DI FIORELLO SULL ESCLUSIONE DA VESPA

Selvaggia Lucarelli ‏@stanzaselvaggia
Che poi diciamocelo. 'St'attrice di Hollande c'ha una faccia da sciuretta noiosa e anemica che se la porta via.

Selvaggia Lucarelli ‏@stanzaselvaggia
Allora e' più feroce il gossip sul ricovero in ospedale della moglie per tentato suicidio che la scappatella con lo scooter. #Hollande


Gianfranco Rotondi ‏@grotondi
Anche nelle coppie il potere ribalta i ruoli.Se ero al posto di Hollande assicuro che mia moglie in ospedale mandava me,non ci andava lei.

Gad Lerner


Selvaggia Lucarelli ‏@stanzaselvaggia
La De Girolamo pronta a chiarire in Parlamento. Ha mandato un sms in mattinata a Letta: "Ho detto che posso spiegare tutto, stronzo!".

Selvaggia Lucarelli ‏@stanzaselvaggia
Io voglio la De Girolamo come ghostwriter per gli sms a qualche mio ex fidanzato.

 

Selvaggia Lucarelli ‏@stanzaselvaggia
Abbinamento kefiah pellicciata/ vestitino di lana con cuori rovesciati. La Arcuri è la peggio vestita del millennio. pic.twitter.com/xZACz8XDrl

 

lorenzo crespi ‏@lorenzocrespi2
Il peccato e la vergogna..L'espressione esatta per definire i due protagonisti :-)..scusate ma mi è uscita dal cuore

VIVIANA MUSUMECI E SELVAGGIA LUCARELLI

lorenzo crespi ‏@lorenzocrespi2
@mareblupolignan il Peccato..perchè sono belli..la vergogna..perchè il cane mio quando abbaia è più intonato di loro..ce vole coraggio :-)

Rosario Fiorello ‏@Fiorello
@BrunoVespa pic.twitter.com/OVbnpuqrHf

 

Bruno Vespa ‏@BrunoVespa
@Fiorello Fiore! Luce dei miei occhi, battito del mio cuore, pulsazione costante del mio cervello, ma come puoi immaginare un mio torto?

Bruno Vespa ‏@BrunoVespa
@Fiorello Visto che mi hai spiegato perché non potevi venire da noi, accetterò con entusiasmo il tuo invito a venire all'Edicola.

Bruno Vespa ‏@BrunoVespa
@Fiorello Così celebreremo insieme i sessant'anni della #Rai . E in tutte le celebrazioni che faremo ancora tu ci sarai sempre!

Bruno Vespa ‏@BrunoVespa
@Fiorello Fiore, vuoi che in tua assenza ti faccia un bel plastico?

SELVAGGIA LUCARELLI TRA LE AMICHE

Bruno Vespa ‏@BrunoVespa
@MBecchi Io sono prontissimo a ospitare @Fiorello e tutta l'Edicola a #Portaaporta . Invito fatto. Aspetto risposta.


Alfonso Signorini ‏@alfosignorini
Mi son perso un giro. Ma Fiorello a chi ha sputato addosso per non essere stato invitato a Porta a Porta a festeggiare i 60 anni della Rai??

 

Mario Balotelli ‏@FinallyMario
Berardi complimenti e in bocca al lupo. Bravo davvero .

ellepi_one ® ‏@PrestaLucio
@FinallyMario bravo Mario giusto incoraggiare un collega più giovane


ellepi_one ® ‏@PrestaLucio
#SassuoloMilan ma che colpa ha Allegri? Possibile che sia la squadra messa male? La società confusa ? No tutto è colpa di Allegri

hollande-gayet-trierweiler


ellepi_one ® ‏@PrestaLucio
Ma se un ragazzo di Cariati rifila 4 goals al Milan, può festeggiare regalandosi un HONDA.


Andrea Vianello ‏@andreavianel
Honda sta cercando di prenotare un volo Milano - Tokyo per domani

Andrea Vianello ‏@andreavianel
È il Sassuolo o il Liverpool?

Andrea Vianello ‏@andreavianel
Il problema del Milan e' il tciaffico #ilpiccolodiavolo

Andrea Vianello ‏@andreavianel
Livorno porto, sera. Mamma, chi è quel signore buttato li' sulla banchina? Zitto tesoro e' uno che dice di aver allenato il Milan #sischerza

HOLLANDE-GAYET: LA DIRETTRICE DI "CLOSER"

Andrea Vianello ‏@andreavianel
E' chiaramente un complotto planetario


Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
La difesa del #Milan è meglio di Wanda Nara: ne potrebbe prendere 15 in meno di 28 ore.

Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
Ne ha presi tre in un'ora e mezza: passano gli anni ma #Giulietta è sempre 'na zoccola. (Tweet di un follower napoletano).

Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
Allegri esonerato. Attenzione: Seedorf vuole arrivare subito.

8e02 lorenzo crespi mo

Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
#Seedorf vuol mettere Inzaghi in fuorigioco. Ma allora è un vizio!

Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
#Seedorf ha chiesto più giorni di vacanza al #Botafogo che è disposto a liberarlo subito, mi informa l'ex Inter e ora commentatore Zé Elias.

Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
Pippo al Milan, Spinelli sceglie Perotti. Legalizzate le droghe leggere.

Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
#Inzaghi al #Milan, per la prima volta sará contento di andare in panchina.

Ivan Zazzaroni ‏@Zazzaroni
Se dopo aver strapagato Matri alla Juve finanziando l'acquisto di Tevez ora lo presta all'Inter, Galliani è pronto per la pensione #cazzetti


Marco Agnoletti ‏@AgnoMarco
Purtroppo il vantaggio del Cagliari é durato troppo poco per illudervi... @gaiatortora @Gogodemarchis @lucianonobili @rkinz

Bruno Vespa

gaia tortora ‏@gaiatortora
@AgnoMarco @Gogodemarchis @lucianonobili @rkinz meglio illusi e sognatori che ladri.Ricordatelo.


Tancredi Palmeri ‏@tancredipalmeri
Picture of Allegri at Domenica Sportiva while hearing Barbara Berlusconi's statement pic.twitter.com/WteDZbU5L7
Ritwittato da paola ferrari

 


Antonio Padellaro ‏@a_padellaro
#Alfano:"Spero che #Berlusconi possa candidarsi alle europee".L'ex Caimano vaneggia,ma l'ex delfino è patetico se cerca di tornare all'ovile

MARIO BALOTELLI IN NAZIONALEder31 massimo giletti ivan zazzaroniAndrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone


Maurizio Belpietro ‏@BelpietroTweet
Toccherebbe fare ricorso al Tar contro l'esistenza del Tar


Augusto Minzolini ‏@AugustoMinzolin
Se Renzi va verso doppio turno e al voto nel 2015 presto ci sarà scissione nel Pd.Dicono che sia furbo,comincio a pensare che sia solo fesso

 

 

L’EX DISNEY CHANNEL, ANTONIO VISCA, RESPONSABILE DI “SKY ATLANTIC”

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1. IL PUBBLICO FA ZAPPING E IRIS IL RECORD
Maurizio Caverzan per ‘Il Giornale'

ANTONIO VISCA

Il vuoto di programmazione delle reti generaliste nel pe¬riodo natalizio ha alimentato lo zapping verso i canali mino¬ri. Ma il pubblico si è abituato a sconfinare anche a feste finite, tanto che in prime time il 3 per cento di share viene superato spesso dai canalini più forti. Il record del 4,05 registrato da Iris venerdì scorso con USMar¬shals - Caccia senza tregua (997 mila telespettatori) però è evento raro. Il film con Tom¬my Lee Jones non era nemmeno una prima visione, ma ha fatto più di Downton Abbey su Retequattro. Qualcosa sta cambiando:conta più l'identi¬tà di rete del tasto sul teleco¬mando.

Visca al timone di Sky Atlantic
Con una comunicazione a tut¬ti i dipendenti il direttore del personale Sky Francesca Ma-nili Pessina ha annunciato l'as¬sunzione di Antonio Visca, ex Disney Channel e poi responsabile delle serie di Italia Uno nonché organizzatore del Tele¬film Festival.

Luca Telese

Visca sarà respon¬sabile di Sky Atlantic, il nuovo canale dedicato alle serie auto¬prod¬otte e d'importazione sul¬la rampa di lancio in primave¬ra, e riporterà ad Andrea Scro¬sati, vice presidente per l'area cinema, spettacolo e canali partner. Tra i titoli previsti sul nuovo canale, l'atteso House of cards , Gomorra e 1992 .

La guest star di Cavalli
Oggi Alex Gadea, protagonista di Il Segreto , sarà ospite della sfila¬ta di Cavalli a Milano. In day ti¬me su Canale 5 la soap ha tocca¬to il nuovo record di 3 milioni 300mila telespettatori (28%). Giancarlo Scheri è molto orgo¬glioso di avere scovato la soap rivelazione dell'anno.

Luca Telese in tournée teatra¬le
In attesa di tornare con Ma¬trix nella seconda serata di Ca¬nale 5 dal 17 gennaio, nella nuova collocazione del vener¬dì e della domenica, il giornali¬sta e scrittore è in tournée con Romanzo Italiano , un monolo¬go sul¬la politica e il costume ne¬gli anni della crisi. Dalle elezio¬ni alla lotta per il Quirinale, al¬l'informazione, vecchi e nuovi poteri si affrontano in una tra¬gi¬commedia scritta e interpre¬tata da Telese.

Ancora Sconosciuti
Riparte stasera su Raitre il programma cult di Simona Ercolani che racconta con la voce di Ughet¬ta Lanari le st¬orie di persone co¬muni e della loro personale «ri¬cerca della felicità ». La serie au¬tunn¬ale si è chiusa con una me¬dia del 5 per cento circa, più al¬ta di quella della rete in quella fascia.

piersilvio berlusconi maria de filippi

Infinity non dà i numeri
Come sta andando Infinity , ad un me¬se dal lancio? Sembra meglio del previsto, ma di più non si riesce a sapere perché Media¬set ha deciso di non comunica¬re i dati del suo servizio strea¬ming per non avvantaggiare i potenziali concorrenti di Sky e della potente Netflix, tentata dallo sbarco in Italia.
Twitter@MCaverzan

2. AMICI PARTE SU REAL TIME E DIVENTA ‘SOCIAL TV REALOADED'
Da ‘Il Giornale'

Inizia oggi alle 13.50 l'avventura di Amici di Maria De Filippi su Real Time. Dal lunedì al venerdì il day time andrà in onda in versione raddoppiata. La prima riprende quella che an¬dava in onda su Canale 5, con particolare at¬tenzione alla fase didattica.La seconda, che andrà in replica alle 18.10 diventa «Social Tv Reloaded», durante la quale, per la prima vol¬ta in Italia, i commenti dei fans su Facebook verranno postati in diretta. Anche su Twitter si potrà interagire tramite l'hashtag #Ami¬ci13.

Intanto sabato pomeriggio è ritornata l'edizione pomeridiana del sabato di Amici (con Maria De Filippi, che invece non compra¬rirà su Real Time) e il risultato d'ascolto è stato più che buono con quasi tre milioni di telespet¬tattori pari a una share del 18,37%. Sabato sera invece la nuova edizione di C'è posta per te ha esordito con il 24,38% e 5 milioni e 549mila te¬le¬spettatori, battendo il concorrente Sogno e son desto di Raiuno.

maria de filippi fa coming out

3. LE SPESE POLITICHE NON TAGLIATE AL CENTRO DI ‘QUINTA COLONNA'
Da ‘Il Giornale'

Lunedì di ritorni dei talk show politici do¬po la pausa natalizia. Riprende su Retequat¬tro Quinta Colonna di Paolo Del Debbio nella versione di prima serata, mentre non ci sarà più quella quotidiana delle 20,30. Le spese del¬la politica non tagliate e lo scandalo dell'immondizia di Roma, al centro della puntata. Ospiti in studio e in collegamento Jole Santelli (Fi), Anna Ascani (Pd), Daniele Martinelli (M5S), la giornalista Adriana Santacroce e Ro¬berto D'Agostino.

SIMONA ERCOLANI

Oltre al pubblico in studio, la discussione sarà arricchita di spunti dalle persone nelle piazze di Vicenza e Roma e da giovani militanti di partito. Riparte anche Piazza pulita , il talk di Corrado Formigli in on¬da su La7. Tema: l'ultimatum sulla riforma elettorale dato da Renzi al governo. Ospiti l'economista Jean Paul Fitoussi, Aldo Busi, Antonella Nonino e Angelo Petrosillo, im¬prenditori, Francesco Boccia, Pd, e il diretto¬re di Libero Maurizio Belpietro.

PAOLO DEL DEBBIO

 

LO SCENEGGIATORE DEL FILM DI VIRZÌ FRANCESCO PICCOLO: LA BRIANZA NON C'ENTRA NIENTE

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Francesco Piccolo per il "Corriere della Sera"

Piccolo Francesco

Il punto è questo: basterà andare a vedere il film per chiudere ogni polemica sulla Brianza. Chiunque lo abbia fatto, con un po' di onestà, può dire facilmente che è un film sull'Italia, non sulla Brianza. Se abbiamo scelto di portare dalle nostre parti un romanzo americano (americanissimo) è perché aveva dentro tutti i sintomi che il nostro Paese sta vivendo in questo momento - quindi, si potrebbe dire che è un film sul tempo presente, a prescindere dai luoghi. E non avevamo né intenzione né bisogno né desiderio di scagliarci contro una qualsiasi parte del Paese.

Abbiamo scelto di ambientare la nostra storia, i nostri personaggi, in Brianza perché - come affermano tutti, anche i più polemici - è un fatto incontrovertibile che lì girano più soldi. E quindi è lì che si vede meglio quando i soldi smettono di girare. Uno squalo della finanza è lì che trova complici danarosi per investire in azioni spericolate. Tutte le cose che sto dicendo hanno un rapporto con la realtà, ma sono soprattutto materia narrativa condivisibile che spinge a dire: mettiamo i nostri personaggi lì dentro.

FRANCESCO PICCOLO

Quello che è stato travisato delle parole di Virzì è la sua divertente e sincera dichiarazione di ingenuità: ha raccontato sempre Livorno e Roma, un'isola meridionale o toscana, è la prima volta che aveva a che fare con paesaggi del genere, con la neve e le ville brianzole. Abbiamo fatto i sopralluoghi insieme, tanti mesi fa, alla ricerca di un luogo che potesse raccontare bene quello che volevamo raccontare. Tutto qui.

TUTTI I SANTI GIORNI DI PAOLO VIRZI

Se il film è riuscito, se molti stanno andando a vederlo, è perché la combinazione di tutti questi fattori, reali e immaginari, riesce a dare conto delle intenzioni. E soprattutto riesce a fare quello che sempre un racconto sulla provincia deve fare: rappresentare la parte per il tutto. C'è Ornate - questo paese sintetizzante - ma è il Paese che vogliamo raccontare, che vuole essere raccontato. Se c'è un teatro in procinto di trasformarsi in un supermercato questo riguarda l'Italia, non Como.

Soltanto chi non ha visto il film può pensare a un'accusa verso una parte del Paese «che lavora». Ma è appunto perché lavora che era terreno fertile per la nostra storia! E di conseguenza le violenze, le brutture e le infelicità hanno il suono e le scenografie di quei luoghi. Tutto qui. Ma questo capita sempre, in ogni film. E visto che si parla di Virzì, basterà ricordare una battuta de La prima cosa bella : «Ma cosa c'hai te contro Livorno?». «Tutto» risponde Mastandrea.

TUTTI I SANTI GIORNI DI PAOLO VIRZI

Se si vuol raccontare una storia amara, bisogna sia adorare sia detestare i personaggi che si mettono in scena. Si può anche guardarli da lontano, in modo freddo, come ha fatto Woody Allen con la sua Blue Jasmine . Noi abbiamo provato invece a star loro vicino, mentre scrivevamo o mentre Virzì e gli attori costruivano il film; abbiamo provato a voler bene a Bernaschi e alla moglie, a quell'essere viscido di Ossola.

POSTER IL CAPITALE UMANO

Solo che questo non significa salvarli né assolverli. L'amore si risolve nel raccontarli con sincerità. E l'amore si risolve anche con l'idea che quelli non sono altro da noi, ma sono una parte di noi che ci piace di meno ma che sappiamo che esiste. Se solo ci fosse chiaro questo, vivremmo già in un Paese migliore. Migliore di quello che si vede nel Capitale umano , e di quello che si vede guardandoci intorno.

 

 

PER IL FUNERALE DI SHARON NIENTE CORSA ALL'AEREO DI STATO COME IN SUDAFRICA PER MANDELA

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1 - CHI CI VA, CHI NON CI VA E PERCHÉ
Da ‘Il Giornale'

Per andare a rendere omaggio a Nelson Mandela si sgomitava, per presenziare al funerale di Ariel Sharon decisamente meno. A Johannesburg Barack Obama non aveva perso l'occasione di scattare foto un po' frivole di se stesso in mezzo agli altri grandi del mondo, facendo storcere il naso alla consorte (che forse avrebbe preferito che tra quei grandi non vi fosse l'avvenente premier danese) e a quanti pensano che a una cerimonia funebre si convengano atteggiamenti più composti.

Ariel Sharon

A Gerusalemme, Obama ha preferito inviare il suo vice Joe Biden, e anche a livello internazionale di capi di Stato e di governo quasi non se ne vedranno. Pure l'Italia si adegua. Stavolta, a differenza di un mese fa in Sudafrica, niente premier e niente presidente della Camera con relativo codazzo istituzionale e non solo.

A rappresentare il nostro governo alle esequie dell'ex premier di Israele ci sarà più modestamente un viceministro degli Esteri, Marta Dassù. Profilo basso insomma, a significare una certa disapprovazione rispetto al curriculum del defunto.

Quanto sussiego mal dispensato verso un Paese che ha tanto da insegnare, ma al quale va molto di moda impartire lezioni. Anche da parte di chi farebbe meglio a guardare tra i propri amici politici, prima di parlare.

2 - ISRAELE: SHARON, INUMATO NEL SUO RANCH NEL NEGHEV
(ANSA) - Migliaia di israeliani hanno assistito oggi nel Ranch dei Sicomori, nel Neghev, all'estremo saluto all'ex premier Ariel Sharon, deceduto sabato dopo essere stato in coma per otto anni. "Padre amato, sei tornato a casa", ha detto uno dei figli, Ghilad, poco dopo che Sharon era stato inumato accanto alla tomba della moglie, Lili, su un'altura chiamata la Collina degli Anemoni.

ROBERT GATES E JOE BIDEN

Alla sepoltura hanno assistito tutti i principali dirigenti d'Israele e ospiti giunti dall'estero, tra cui il vicepresidente degli Usa Joe Biden e l'emissario del Quartetto, Tony Blair. A causa della vicinanza con Gaza, l'esercito aveva elevato le misure di sicurezza nel timore che la cerimonia fosse turbata da lanci di razzi palestinesi. Ma il funerale si è svolto invece in un ordine totale, e si é concluso con il saluto dei vicini del Ranch: membri di Kibbutz che spesso non condividevano le idee di Sharon eppure vedevano in lui un ottimo vicino.

Marta Dassu Ignazio Marino Luigi Abete Enrico Giovannini

 

Laura Boldrini Catia Polidori Paola Binetti Anche Tony Blair era presente

IL MATTINALE DI “FORZA ITALIA” CONTRO SANTORO E VAURO PER LA VIGNETTA SU BRUNETTA

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
In merito al progetto "Made in Italy: eccellenze in digitale", che verrà presentato a Roma il 21 gennaio alla presenza anche del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo, si precisa che la collaborazione tra Mipaaf e Google per la realizzazione di un'azione di promozione dei prodotti agroalimentari di qualità italiani è iniziata nel primo trimestre del 2013, quindi due mesi prima che il Ministro De Girolamo si insediasse al Palazzo dell'Agricoltura.

VIGNETTA DI VAURO SU BRUNETTA E BERLUSCONI

Il progetto, che prevede la comunicazione, promozione e valorizzazione attraverso la piattaforma Google delle eccellenze del Made in Italy, è stato poi fortemente sostenuto e voluto dal Ministro De Girolamo. Questa collaborazione è stata peraltro annunciata alla stampa in occasione dell'evento Google Big Tent, che si è svolto a Roma il 9 ottobre 2013, alla presenza anche di Eric Schimdt di Google, quindi prima che iniziasse la discussione sulla Legge di Stabilità e sulla cosidetta "web tax".

Negli ultimi mesi quindi il progetto è stato realizzato e finalizzato, con costo zero per lo Stato e una grande visibilità per l'Italia che sarà il primo Paese al mondo che avrà questo tipo di spazio da parte di Google, proprio per la qualità che esprime a livello agroalimentare.

Pertanto le notizie stampa e le illazioni che legano la presenza del Ministro De Girolamo all'evento del 21 gennaio alla web tax o alle questioni fiscali legate a Google sono del tutto prive di fondamento. L'evento invece sarà l'occasione per presentare alla stampa tutti i dettagli del progetto e sancirà il suo lancio online ufficiale.
Ufficio Stampa Ministero Politiche agricole e forestali

NUNZIA DE GIROLAMO

Lettera 2
Caro Dago,
La puntata di giovedì su "Servizio pubblico" su La7 - con Brunetta, Landini e Rampini come interlocutori principali - è stata davvero servizio pubblico. Un dibattito e uno scontro seri e argomentati sul lavoro (con intemperanze antiberlusconiane gratuite di Rampini, per far vedere che è di "Repubblica", ma si sapeva). Servizio pubblico di nome e di fatto, fino all'ultimo minuto. L'ultimo minuto è stato il modo con cui Michele Santoro ha fatto sapere chi è.

La cronaca è semplice. Gli ospiti se ne sono andati. Ed ecco la vignetta che non abbiamo timore, anche se un po' di vergogna per loro, a pubblicare. La presenta Vauro, giurando che quest'anno darà corso a un buon proposito, illustrato dalla vignetta.

"Basta battute sulla statura - Brunetta non è nano... è solo genuflesso". Chiaro no? Un furbata. Se passasse l'idea che così allora si può, basterebbe tradurre le battute più oscene e razziste in "vauriano", il che le renderebbe intoccabili.
Esempi? C'è da scegliere. "Tizio non è un pedofilo, ama i bambini". "La Tale non è un orango, ma qualcuno le tolga la maschera di Carnevale". "Odio gli ebrei perché sono razzisti". Eccetera.

Noi però non ce l'abbiamo con Vauro, è quello che è. Ma con Santoro. Ha atteso che Brunetta se ne andasse per provare a distruggerne la reputazione. Non è questione di statura, ma il trasformarla in imprinting fisico della statura morale di servo, di persona che condizioni il proprio credo a un libro paga. Un nano al quadrato. Come il naso adunco degli ebrei, dove il problema non è il naso ma l'aver marcato la presunta caratteristica del volto come segno di un'anima adunca.

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA BEATRICE LORENZIN NUNZIA DE GIROLAMO FOTO LAPRESSE

L'aveva vista questa vignetta, Santoro? Magari no, anche se è difficile crederlo. E se non l'aveva prima guardata, con la prontezza di riflessi che ne fa il conduttore principe delle dirette televisive, avrebbe dovuto semplicemente stracciarla all'istante e chiedere scusa. Non sarebbe stata censura, ma ripudio. Un modo di dire: questo a casa mia, non si fa.
Invece ha lasciato fare, gli ha dato il sigillo del suo consenso, e lo ha riproposto sul sito internet del programma. Complimenti. Che ne dice l'Ordine dei giornalisti? Che ne dice l'editore Cairo?

(Nel campo della genuflessione, vorremmo rilevare che a differenza di Brunetta, sia Santoro sia Cairo sono stati sul libro paga delle aziende di Berlusconi, incassando i dovuti miliardi).
"Il Mattinale" (Forza Italia)

Lettera 3
Caro DAGO, Hollande un budino? si libera detta Rottweiller, si mette con una giovane e affascinante parigina, che raggiunge in scooter invece di passare la notte all'Eliseo? Chapeau, altro che budino! Avesse fatto così il Banana, invece di trasformare casa sua in un patetico club privè, avrebbe fatto un botto di voti.
saluti BLUE NOTE

Lettera 4
La "grandeur de la France": Monsieur le President che va dall'amante in motorino...; vuoi mettere, la petite Italie?
Vittorio Arcoredetriomphe InFeltrito

Vignetta anti-Brunetta

Lettera 5
Mitico Dago,
dopo la vicenda di Hollande che cerca di emulare Sarkozy, la memoria riporta ai casi di Kennedy, Clinton, Putin, Blair, Berlusconi, e viene da chiedersi, ma non e' che i migliori a governare sono quelli che trombano molto?
Stefano55

Lettera 6
Ottimo report su repubblica, è da tanto che la notavo e ti avevo detto anch'io questa cosa...il più rosicone di tutti per me è Giannini...che non digerisce proprio il Sindaco, il più possibilista è Ezio Mauro invece (amico di Farinetti)
Repubblica rischia veramente di spaccarsi nei prossimi mesi, perchè anche de Benedetti non sa più che pesci prendere, finalmente ha trovato un Berlusconi in casa sua dopo 20 anni di amarezze, figuriamoci se se lo lascia scappare,
Alessandro

LITE SANTORO BRUNETTA

Lettera 7
Caro Dago, i giornali oggi mi dicono di essere contento per la vittoria del Golden Globe. Mi sforzo, ma non ce la faccio. Si può essere contenti per aver vinto un premio straniero per un film che si sforza di far vedere quando sia brutta Roma? E' come avere quarant'anni, andare ad una festa con tutti i vecchi compagni di classe e vincere un premio per il "Matrimonio finito peggio" o "Il cassaintegrato dell'anno". Strano nazionalismo quello dei nostri giornali, a differenza loro preferisco restare indifferente, al massimo una punta incazzato.
Ciao, Luca Scuteri

LITE SANTORO BRUNETTA A SERVIZIO PUBBLICO

Lettera 8
Caro Dago,
sarebbe interessante sapere quanti sombreros, in regalo, riporterà indietro dal Mexico il Letta Enrico...e se verranno distribuiti come consolazione ai ministri in partenza..
Parafrasando l'ineffabile "diritto spaziale" de "Il Sorpasso" : Diritto mexicano.. due ministri si scontrano.. di chi è la precedenza..?
Gianni Morgan Usai

Lettera 9
Ma avete capito perché Marchionne fa gli annunci di Venerdì? Perché così spera che con Dagospia in pieno week end gli ridiamo dietro un po' di meno.
Tiziano Longhi

Lettera 10
L'orrore degli eccidi di campi di Sabra e Chatila non e' minore dell'orrore dei campi nazisti, ma ora si definsce eroe chi organizzo' quel massacro.
Oighen

Bersani Montezemolo e Letta

Lettera 11
Gentil Dago,
Si profila, in politica, il matrimonio tra il leader di Sel, Nichi Vendola, gay, e il segretario del PD, Matteo Renzi, eterosessuale.
E adesso chi lo dice al bigottone e casto don Angelino Alfano ?
Ossequi
Pietro Mancini

Lettera 12
Il cattolicissimo Alfano (ex maggiordomo di Silvio bungabunga), insiste a ripetere che se propongono le "nozze gay" scappa "a gambe levate". Si da il caso che Letta nipote non le ha mai proposte, dunque si rilassi, eviti di guardare i film dell'orrore, e controlli quel che fuma (... perché la cannabis non è ancora legale, ahinoi e ahilui!).
Natale Pellizzer

Lettera 13
Caro Dago,
un anno fa, di questi tempi, i giornaloni ci spiegavano come l'asse Bersani-Hollande avrebbe cambiato il volto dell'Europa merkeliana. Fa quasi tenerezza ripensarci, ora che uno, già trombato alle elezioni, è finito in ospedale e l'altro, in caduta libera nei sondaggi, in ospedale ci ha fatto finire la moglie per una storia di corna. Chissà come se la ride la Merkel. RP

ANGELA MERKEL E FRANCOIS HOLLANDE

Lettera 14
Dago darling, come si sa in Francia va bene tutto quando é in gioco l'amore, ma avere un nido d'amore in un "hotel particulier parisien" di proprietà "douteuse" e girare per lo chicchissimo Faubourg St. Honoré quasi come un giovane e spensierato sorboniano in calore é un po' troppo forse anche per i sudditi della grandiosa e bellicosa Quinta Repubblica.

Mi ha molto colpito il fatto che una donna apparentemente forte come l'attuale (domani chissà) Première Dame si sia fatta ricoverare in ospedale, quasi come una semplice "Cocue Magnifique" disperata. Magari però al Val-de-Grace, dove un tempo c'era un convento caro alla peccatrici altocate pentite...ah, dimenticavo che Scalfari (o il Papa?) ha decretato che non esiste più il peccato. Chissà se ora Madame de Trierweiler (un "de" non glielo si può negare in una monarchia "à la polonaise" [cioè per elezione]) ora si consolerà ascoltando "Que reste-t-il de nos amours" di Trenet o "Et maintenant" de Becaud o piuttosto "La valse à mille temps" di Brel, tenuto conto che in Francia c'é ora un cazzutissimo Ministro degli Interni che di cognome fa Valls. Ma Hollande sopravviverà.

letta

Anche per salvare i siriani dal loro regime! Con l'aiuto magari della nostra Bonino (vista ieri a Parigi) che - come tutti sanno - é grande "esperta" in salvataggi indiani e congolesi, Qualcuno scriverà poi "La nouvelle Julie" (J.J. Rousseau permettendo). Ma attenzione al cognome della bellina Julie: non c'entra nulla con le gaiezze di GayNet. "Vive la France, vive la Rèpublique" comunque... con tante colpe (anche di neocolonialismo) e cadute (specie nella cultura di oggi), ma mai parruccona.
Natalie Paav

Lettera 15
Come piace agli americani quando un Popolo fa auto critica... E' questo che ha portato La Grande Bellezza a vincere il Golden Globe; comunque era molto più sincero Mutande pazze mi sa!
Il Filosofo Marco

Lettera 16
TG1: non viene detto che Papa Francesco I ha battezzato il figlio di una coppia sposata solo con rito civile (mi riferisco all'edizione del TG1 delle otto di stamattina, 13 Gennaio).
Mi ricordo che, nel 2003, l'allora cardinale Ratzinger mi rifiuto' l'assoluzione perché io ero sposato solo con rito civile.
Non avrei mai pensato che lo avrei scritto ma: "Viva la revolucìon!", "Hasta la victoria siempre!".
Condoglianze al bigottismo.
Il samurai

Ariel Sharon

Lettera 17
Hollande non è degno di essere il presidente francese per il semplice fatto di essere stato beccato per una storia di amanti. In Francia nessuno si è mai scandalizzato per questo tipo di storie eppure la nota e italianissima rivista "Closer" pubblicata da un ancor più noto e italianissimo editore/tycoon è riuscita a creare la non notizia. Lo aveva fatto con faccende più salienti riguardanti il principe harry (con successivo sdegno della famiglia reale nei confronti del gruppo editoriale), lo fece con Stauss-khan e lo ha rifatto questa volta. Finiremo alle elezioni europee con il solito detto "Er più pulito c'ha la rogna" oppure con il più probabile "Chi è senza peccato scagli la prima pietra"?
Nicola

Lettera 18
Dago, anche questa volta controcorrente! Riguarda la compagna Nunzia mollata da tutti.Perfino il compagno Boccia a smesso di twittare. Non ho mai votato il suo partito e sono molto lontano dalle loro idee. Fatta la doverosa premessa, devo confessarti, e so che con te posso perche' non giudichi e non scagli la prima pietra, che a me in quei momenti mi attizzano le parolacce. Anche per questo, dopo aver letto le intercettazioni, ho commesso atti impuri, nei pensieri.
Un abbraccio peccaminoso.
Lo scrondo

GENNARO DI VIRGILIO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Lettera 19
Egregio Direttore,
Qualcuno mi aiuti a capire! Dunque, nel 2010 vi sono le elezioni regionali in Piemonte e vince Cota: resterà in carica 5 anni ed inizia a governare. L'avversario però fa ricorso e, dopo 4 anni, il tribunale dichiara nulle le elezioni del 2010: in pratica, con la nota rapidità della giustizia, Cota ha governato abusivamente! Nel frattempo la Corte dichiara incostituzionale la legge che ha collocato 630 deputati in Parlamento e che, a loro volta, hanno rieletto il Presidente della Repubblica! Altro abusivo? Siamo in un Paese normale? Non ho finito: Roma e' indebitata fino al collo ed il Governo, con i nostri euro, ripeto nostri, riazzera il buco. Ma non dovevano essere i Comuni virtuosi quelli che andavano premiati? Andate a casa, farete meno danni!
Leopoldo Chiappini G.
Roseto Degli Abruzzi - Te

NUNZIA DE GIROLAMO

 

Ariel Sharon

LE PUSSY RIOT DENUNCIANO LE CONDIZIONI DISUMANE NELLE CARCERI RUSSE "POSTI INFERNALI"

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Articolo di Mark Franchetti corrispondente da Mosca per ‘The Sunday times' pubblicato da ‘La Stampa'

Le due Pussy Riot appena liberate denunciano le prigioni russe dove sono state detenute per quasi due anni come «un mondo infernale di schiavitù e abusi». E si impegnano a denunciarlo e a riformarlo.

PUSSY RIOT IN CHIESA

Nadezhda (Nadia) Tolokonnikova e Maria Alyokhina - le due leader del gruppo punk di opposizione - sono state rilasciate il mese scorso nell'ambito della amnistia generale accordata dal Cremlino, dopo aver passato 22 mesi in cella per aver cantato una canzone contro Vladimir Putin nella cattedrale di Mosca.

Ancora più determinate di prima dell'arresto, le due giovani rivelano di essere scioccate dalle «terrificanti e degradanti» condizioni di vita all'interno delle prigioni femminili russe. Nel corso di un incontro in un affollato caffè moscovita a tarda notte le due orgogliose attiviste anti-Putin ci raccontano come le detenute erano costrette a lavorare 16 ore al giorno nella fabbrica tessile della prigione per cucire uniformi della polizia. Lì, le detenute sono picchiate, sia dalle guardie che da altre prigioniere al servizio dell'amministrazione penitenziaria.

Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova

Subiscono continui abusi e sono private dei diritti più elementari, come andare in bagno e lavarsi. «Quando sono stata per la prima volta trasferita dalla prigione di Mosca al campo di prigionia dove ho scontato la maggior parte della condanna, ho pensato che forse non sarebbe stato così male - racconta Nadia - . Ma poi mi sono ritrovata di fronte all'inferno». «Ti tolgono tutti i diritti. Non sei trattata come un essere umano ma come un corpo. Il nonnismo è molto diffuso e il sistema è orientato a degradarti. Sono lavori forzati. I detenuti sono sfruttati fino all'osso, dormono quattro o cinque ore per notte. E se ti lamenti la vita diventa ancora più orrenda».

Tolokonnikova era pagata meno di un euro all'ora, dice, per lavorare come cucitrice. Le impedivano spesso di andare al bagno. Descrive il cibo come «rivoltante». Alle detenute erano affibbiati obiettivi di produzione assurdi ed erano punite severamente se non li raggiungevano. Le prigioniere venivano colpite dalle compagne, con l'approvazione dell'amministrazione penitenziaria, nei reni e in faccia. Contro chi protestava venivano scatenati «calunniatori» e «provocatori» che spesso usavano «trappole sessuali» per incastrali: ufficialmente il sesso non è ammesso in prigione e chi trasgredisce è punito.

«Da quando ti alzi a quando vai a letto, esausta, sei costantemente sotto pressione psicologica», racconta Maria Alyokhina, che ha passato cinque mesi in isolamento «per la sua stessa sicurezza». E rivela che le detenute sono soggette a periodiche visite ginecologiche forzate. «Molte volte mi hanno minacciato che sarei stata incriminata nuovamente, per cose nuove. Il momento peggiore è stato quando ho visto una detenuta che stava morendo di cirrosi costretta a lavorare. Le prigioni russe sono posti dove tutto viene fatto per distruggere ogni senso di umanità».

MADONNA IN RUSSIA CON CAPPUCCIO E TATUAGGIO PUSSY RIOT

Le due Pussy Riot, entrambe madri di figli piccoli, dicono che la pubblicità mondiale che il loro caso ha attirato è valsa un trattamento migliore rispetto alle altre prigioniere e che sono state risparmiate dalle violenze fisiche. L'amministrazione, però, ha cercato spesso di fomentare contro di loro l'odio delle compagne. «Le punizioni collettive erano le peggiori», dice Nadia, che a settembre ha fatto lo sciopero della fame per nove giorni per protestare contro gli abusi. «Fai qualcosa che non piace al capo della prigione e 100 persone sono punite. La pressione per costringerti al silenzio è insopportabile».
Entrambe dicono che per aumentare il loro isolamento le altre prigioniere erano istruite severamente a non parlar loro.

Quelle che osavano essere amichevoli venivano picchiate. «Le autorità della prigione incoraggiavano il nonnismo, tradimenti e paura fra le prigioniere, autorizzando alcune ad agire contro le altre», si sfoga Alyokhina. In una lettera aperta per spiegare lo sciopero della fame Nadia Tolokonnikova ha rivelato che le detenute erano forzate a stare in piedi fuori al freddo come punizione. Una zingara era stata picchiata a morte un anno prima dell'arrivo di Nadia e l'omicidio liquidato e coperto dall'amministrazione come «morte per infarto». Le detenute appena arrivate che non reggevano i ritmi di lavoro erano costrette a cucire nude.

PUSSY RIOT MERCHANDISE c ed ce fa e e large

Lo scorso autunno la pubblicità negativa causata dallo sciopero della fame e le condanne suscitate dalla lettera aperta hanno condotto le autorità della prigione a trasferire Tolokonnikova in una prigione in Siberia dove le sue condizioni sono migliorate.
Dal momento del loro rilascio le Pussy Riot sono determinate a orientare il loro attivismo sulla riforma del sistema per mettere fine agli abusi. Le due hanno fondato «Zona di legge», un gruppo per i diritti umani che raccoglierà testimonianze di ex detenuti e porterà avanti denunce nei tribunali russi. L'obiettivo è assicurare che i diritti dei prigionieri siano rispettati.

PUSSY RIOT MERCHANDISE images

Tolonnikova sottolinea che le condizioni in tutte le prigioni russe non sono così brutte come in quella dove ha scontato la maggior parte della pena. «Non siamo né piegate né spaventate e non lasceremo la Russia», dice Alyokhina con aria di sfida. «Anzi, siamo tutte e due molto più lucide e determinate. Siamo più forti, con più esperienza». «Non posso dormire», aggiunge Tolokonnikova. «Solo due o tre ore a notte. Quando dormo mi sento colpevole di perdere tempo. Sento un peso, il senso di responsabilità, il dovere di agire. Penso agli occhi, alle espressioni delle donne che ho incontrato in prigione e che mi hanno raccontato gli abusi che hanno dovuto sopportare. Persone sul confine fra la vita e la morte».

vladimir putin e xi jinping

 

 

VIGILANTI CONTRO TEMPLARI - IN MESSICO ANCORA SPARATORIE FRA I NARCOS E LE RONDE DI AUTODIFESA

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1. IN MESSICO ANCORA SPARATORIE FRA I NARCOS E LE RONDE DI AUTODIFESA
da www.dailymail.co.uk

Domenica in Messico è scoppiata la sparatoria dopo che centinaia di vigilantes dei cosiddetti gruppi per l'autodifesa sono entrati nella città di Nueva Italia, nel Michoacan, per liberarla dal controllo del cartello della droga Cavalieri Templari.
I vigilantes hanno circondato il Municipio e hanno disarmato la polizia locale. Il Governatore Fausto Vallejo ha formalmente chiesto aiuto al Governo Federale per ristabilire la pace, l'incontro dovrebbe avvenire oggi nella capitale.

Vigilantes alla conquista di Antunez e Cenidor

Critici e oppositori dicono che in realtà nei gruppi di autodifesa militino narcos rivali, soprattutto appartenenti alla Nueva Generacion. Loro negano qualsiasi legame e, al contrario, sostengono che la polizia sia dalla parte dei Templari.
Secondo un giornalista dell'Associated Press, presente sulla scena, i vigilantes, sono stati accolti inizialmente con favore da residenti, poi è partito lo scontro a fuoco e almeno una persona è stata ferita.

La violenza tra vigilantes e membri di cartelli corre nel Michoacan da quasi un anno. Il Presidente Enrique Pena Nieto ha già inviato nella regione migliaia di poliziotti federali e soldati, ma le forze si dimostrano sono insufficienti.
I vigilantes sono considerati illegali dalle autorità federali, e usano armi consentite solo ai militari. Le forze governative non sono per il momento intervenute contro di loro.

Una banca di Apatzingan

Gli scontri sono aumentati nei giorni scorsi. I vigilantes hanno preso prima le città di Paracuaro e Antunez poi sono entrati ad Apatzingan, che pare sia il quartier generale del cartello. A Paracuaro sono stati incendiati macchine e pullman. I residenti hanno distrutto banche e proprietà per protestate contro l'arrivo dei vigilantes nelle loro città.

2. BATTAGLIA CONTINUA
da www.businessinsider.com

Sebbene il Governo messicano abbia dichiarato guerra ai cartelli della droga, la battaglia continua e 90.000 persone hanno già perso la vita nel conflitto.

Sono morti un vigilante due tempari e due poliziotti federali

Stufi della polizia corrotta, che spesso è d'accordo coi narcos, e di militari inefficaci, alcuni messicani si sono uniti nel gruppo di autodifesa per combattere i cartelli della droga e proteggere le loro famiglie. Molti però fanno giustizia sommaria, e arrestano anche ladri, criminali di ogni tipo, non solo elementi legati al narcotraffico. Sono stati arrestati anche 11 poliziotti sospettati di essere in combutta con i narcos.

Lo scontro più cruento è avvenuto in settimana nella città di Paracuaro, come documentano le foto. Sono morti un vigilante, due Templari e due poliziotti federali.
Il Governatore del Michoacan annuncia che la polizia sradicherà presto i gruppi di autodifesa, anche se l'impresa non sarà facile.

Tra i vigilantes potrebbero esserci infiltrati di cartelli rivali La zona di Apatzingan devastata dai roghi

 

 


LA TRESCA DI HOTLANDE DIVENTA GIALLO POLITICO: I DUBBI SUL MINISTRO VALLS E IL RUOLO DELL’AUTISTA

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Massimo Nava per il "Corriere della Sera"

hollande-gayet-trierweiler

Le rivelazioni del settimanale Closer sulla presunta love story del presidente François Hollande con l'attrice Julie Gayet hanno innescato una sequenza di colpi di scena che stravolgono la dimensione di una vicenda non più riconducibile a una disinvolta scappatella notturna del presidente in scooter.

Colpi di scena che investono l'immagine della funzione istituzionale, aprono una questione di sicurezza e protezione del capo dello Stato, scatenano la polemica politica e alimentano sospetti di «soffiate» e «tradimenti» per colpire Hollande, già piuttosto in basso nella considerazione dell'opinione pubblica per la gestione della crisi economica e sociale del Paese.

A questo punto non ha molto senso parlare di violazione della vita privata. Il vaudeville del presidente francese diventa il dramma pubblico di una coppia, disperazione di una donna, questione politica, probabilmente affare di Stato con conseguenze devastanti ancorché imprevedibili. Nonostante l'Eliseo si affanni a contenere l'incontenibile e si prepari a gestire l'ingestibile: la tradizionale conferenza stampa plenaria di domani, nella quale non è difficile immaginare il contenuto delle domande, le raffiche d'insinuazioni, le richieste di chiarimenti.

hollande-gayet-trierweiler

È una domenica di fuoco quella che si vive all'Eliseo, nelle sedi dei partiti, nei talk show pomeridiani e sui siti web che rilanciano interrogativi inquietanti sulla proprietà del pied-à-terre dell'attrice, pare collegabile a un personaggio della malavita corsa, e sul ruolo presunto del ministro dell'Interno, Manuel Valls. Che cosa sapeva o non poteva non sapere della vita privata di Hollande l'astro nascente del socialismo francese, la personalità della gauche più gradita ai francesi, il responsabile di un dicastero da cui passano o dovrebbero passare molti segreti e dossier?

Una domanda che sembra riprodurre, nel cerchio del potere, un film già visto qualche anno fa, quando al centro delle trame c'era Sarkozy, ministro dell'Interno con ambizioni presidenziali, e all'Eliseo sedeva Chirac. E come nel copione di un giallo politico entra in scena, secondo il settimanale Le Point, anche un presunto sicario, l'autista che accompagnava segretamente Hollande dalla Trierweiler quando il candidato presidente tradiva Ségolène Royal e che non avrebbe più trovato un posto al servizio dell'Eliseo.

Fino a ieri mattina, la stampa (anche la più aggressiva nei confronti di Hollande) si era limitata a riferire il pettegolezzo e ad argomentare di diritto alla privacy, registrando un certo consenso - secondo i sondaggi - della sensibilità collettiva dei francesi, più attenti al loro potere d'acquisto che all'alcova presidenziale e più preoccupati per le spese dello staff di servizio della première dame , diventate all'improvviso superflue. Ma ieri tutto è cambiato. L'opposizione gaullista non ha perso l'occasione di menare fendenti sulle conseguenze «disastrose» per l'Eliseo e per l'immagine della Francia.

HOLLANDE-GAYET

Alla gestione maldestra del caso, fra silenzi di facciata e imbarazzate invocazioni della privacy, si è inoltre sovrapposto ciò che nulla e nessuno può dirigere e controllare: il fattore umano, ovvero le reazioni emotive di Valérie Trierweiler. Un malore improvviso, si parla di calo di pressione, il ricovero in ospedale, bisogno di riposo e accertamenti.

È una donna ferita dall'ufficialità mediatica che ha esaltato dubbi e sospetti sulla fedeltà del presidente da tempo in circolazione, forse ostinatamente negati a sé stessa, come capita a tutti gli amanti traditi. Uno strazio per la bella giornalista che per François Hollande aveva lasciato tutto - famiglia, figli e una solida posizione professionale - e che oggi piange come l'imperatrice Josephine abbandonata da Napoleone.

IL MINISTRO DEGLI INTERNI FRANCESE MANUEL VALLS

Oggi è a lei che sono dovuti rispetto della privacy e riserbo, essendo in gioco anche il segreto di un bollettino medico. Ma quella del ricovero è d'altra parte la più ufficiale delle notizie, quella che tiene insieme tutte le altre e che sparge sale sulla ferita istituzionale. Ogni apparizione pubblica della première dame , la prima signora non sposata all'Eliseo, apparirà falsa e pasticciata. «È la donna della mia vita», diceva Hollande. Fin troppo facile la battuta del momento sugli avvicendamenti presidenziali nelle camere da letto dell'Eliseo: dopo una cantante, un'attrice.

LETTA SARKOZY HOLLANDE LE PARISIEN b dd b f dfbdebf FRANCOIS HOLLANDE E SEGOLENE ROYAL NEL

 

 

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MILAN, WAIT AND SEE…DORF – DOPO L’ESONERO DI ALLEGRI, BERLUSCONI HA DECISO: TOCCA ALL’OLANDESE

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Da ‘gazzetta.it'

Clarence Seedorf sta per rubare la scena a Massimiliano Allegri

E' stato l'ultimo giorno di Massimiliano Allegri alla guida del Milan dopo quattro annidi panchina rossonera nei quali ha vinto uno scudetto e una supercoppa italiana. In mattinata la società ne ha ufficializzato l'esonero, e nel pomeriggio, al termine di un vertice della famiglia Berlusconi ad Arcore durato tre ore, è stato scelto il nome di Clarence Seedorf per aprire il nuovo corso rossonero. L'olandese giovedì sbarcherà a Milano.

17.45 - Clarence Seedorf, contattato da RTL 102.5, non ha voluto commentare le notizie e ha liquidato i giornalisti che hanno provato a intervistarlo: "No, no, no, non posso parlare. Deve chiamare il mio management" .

17.40 - Clarence Seedorf nel pomeriggio è tornato dalle vacanze ed è passato in sede al Botafogo, per annunciare la sua decisione: lascerà il club brasiliano e sarà giovedì a Milano.
17.35 - Massimiliano Allegri ha ringraziato "la proprietà e la società del Milan per le tre stagioni e mezza di panchina rossonera. È stata - ha spiegato l'allenatore esonerato in una nota - un'esperienza professionalmente gratificante, condita da importanti successi".

berlusconi seedorf e Stoelinga ambasciatore Paesi Bassi

17.22 - Il Milan volta definitivamente pagina: dopo l'esonero di Massimiliano Allegri, la famiglia Berlusconi ha deciso di affidare da subito la panchina rossonera a Clarence Seedorf. L'olandese ha vinto così il ballottaggio con Filippo Inzaghi, e giovedì sbarcherà a Milano. Comincia il nuovo corso.

17.00 - Dopo 3 ore circa di colloqui sarebbe finito ad Arcore il vertice dei Berlusconi alla presenza anche di Fedele Confalonieri. Assente l'a.d. Galliani.
16.28 - Così Sidnei Loureiro, direttore tecnico del Botafogo, attuale club di Clarence Seedorf, sulla situazione dell'olandese: "Seedorf, se volesse cominciare la carriera di allenatore, non avrebbe bisogno del nostro ok. Se vuole, può cominciare".

barbara berlusconi e clarence seedorf

15.23 - Massimiliano Allegri ha lasciato Milanello: il tecnico rossonero esce così definitivamente di scena.
15.19 - Giorgio Squinzi: "Mi spiace molto per l'esonero: ho molta stima di Massimiliano Allegri".

15.10 - Toccherà a Mauro Tassotti, l'allenatore a cui è stata affidata provvisoriamente la squadra, presentarsi domani alle 13 in conferenza stampa alla vigilia dell'impegno del Milan negli ottavi di Coppa Italia contro lo Spezia. Il Milan ha deciso che sia la conferenza stampa sia l'allenamento di rifinitura (alle 15) si svolgeranno a Milanello e non allo stadio Meazza come inizialmente programmato.

FILIPPO INZAGHI

15.05 - Intercettato tra le vie del centro di Milan, Filippo Inzaghi ha così risposto alle domande di alcuni cronisti che gli chiedevano se ci fossero sviluppi: "No, non si sa niente", è stata la risposta del tecnico della Primavera rossonera.

14.59 - All'uscita da Milanello, Adriano Galliani ha dichiarato: "Sono assolutamente dispiaciuto per Allegri e per come è andata soprattutto dal lato umano. Questo è il calcio. Ho parlato con la squadra".
14.30 - A Milanello, Massimiliano Allegri ha pranzato con Adriano Galliani.

14.05 - Adriano Galliani ha tenuto la squadra a rapporto a Milanello. Dopo l'allenamento, l'a.d. rossonero ha parlato con il gruppo. Durante l'incontro, naturalmente, non era presente l'ormai ex tecnico Massimiliano Allegri.
13.40 - Mauro Tassotti ha diretto la sua prima seduta senza Allegri. I giocatori che non sono scesi in campo dal primo minuto ieri sera a Reggio Emilia, sono gli unici ad aver lavorato sul campo esterno. Gli altri in palestra. Valter Birsa, infortunatosi lo scorso 7 dicembre a Livorno, è tornato in gruppo. Giampaolo Pazzini ha svolto un lavoro di corsa continua attorno al campo centrale del centro sportivo.

13.20 - Galliani non si presenterà ad Arcore al consueto pranzo del lunedì con Silvio Berlusconi; intanto a villa S. Martino sono arrivati Fedele Confalonieri e Paolo Berlusconi
13.10 - Allegri ha avuto conferma della decisione della società di esonerarlo in una telefonata ricevuta da Adriano Galliani mentre a bordo della propria auto stava raggiungendo Milanello. Arrivato nel centro sportivo a un'ora dall'inizio della seduta in programma a mezzogiorno, l'ormai ex allenatore del Milan ha incontrato la squadra negli spogliatoi prima che uscisse il comunicato ufficiale che esonerava lui, il preparatore dei portieri Marco Landucci e il responsabile dei preparatori atletici Simone Folletti.
12.40 - L'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, ha da poco varcato i cancelli di Milanello, per raggiungere la squadra. Il dirigente è a colloquio con Allegri.

12.10 - Le voci si accavallano. Dopo le dichiarazioni della procuratrice di Seedorf, arriva dal Brasile una notizia: l'olandese sarebbe già pronto a raggiungere l'Italia. Forse già giovedì. Tassotti allenerà la squadra contro lo Spezia.
12 - A Milanello alle 12 tutti in campo per il primo allenamento della settimana, anche in vista della gara interna di Coppa Italia contro lo Spezia di Devis Mangia, in programma mercoledì. A dirigere la seduta è Mauro Tassotti. In gruppo con la squadra c'è Valter Birsa.

Galliani-Allegri

Il comunicato del Milan con il quale si ufficializza l'esonero di Massimiliano Allegri
11.26 - Massimiliano Allegri non è più l'allenatore del Milan; il tecnico, dopo il clamoroso k.o. di Reggio Emilia col Sassuolo, è stato esonerato. Stesso destino per il suo staff. Questo il comunicato ufficiale pubblicato sul sito rossonero: "L'AC Milan comunica di aver sollevato dall'incarico di allenatore della prima squadra, con effetto immediato, il Signor Massimiliano Allegri e il suo staff. L'AC Milan desidera ringraziare il Signor Allegri e il suo staff per l'opera svolta e augura loro i migliori successi professionali. La squadra è provvisoriamente affidata alla guida tecnica del Signor Mauro Tassotti".

11 - Massimiliano Allegri è arrivato a Milanello. Alle 12 è in programma l'allenamento.

galliani e allegri

10.45 - Filippo Inzaghi, allenatore della Primavera rossonera, è tra i papabili alla successione di Allegri, ma avanza prepotentemente la candidatura di Clarence Seedorf, che può liberarsi subito. Silvio Berlusconi, grande estimatore di Clarence, da tempo ha fatto la sua scelta, ecco perché l'olandese è favorito su Inzaghi.

10.30 - Dal Brasile piomba una notizia che potrebbe cambiare lo stato delle cose. La procuratrice di Clarence Seedorf, Deborah Martin, ha aperto uno spiraglio sull'arrivo dell'olandese al Milan: "Non c'è molto da dire riguardo tutto ciò che è stato scritto su Seedorf, però alcune cose riportate non sono corrette. Mi sono occupata personalmente del contratto di Clarence col Botafogo: esiste una clausola che gli permette di lasciare il club in qualsiasi momento, senza penale, a meno che non vada a giocare in un altro club. Vorrei anche sottolineare che Seedorf adesso ha tutte le carte in regola per allenare e ha fatto tutti i passi necessari sia in Olanda che in Brasile".

 

 

filippo inzaghi

PROCACCINI IN PROCURA: ‘ALFANO SAPEVA DI ABLYAZOV MA NON DEL FERMO DI MOGLIE E FIGLIA’

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LETTA ALFANO FRANCESCHINI

Da ‘repubblica.it'

Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell'Interno Angelino Alfano all'epoca del fermo e del rimpatrio di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua, è stato sentito questa mattina in Procura a Roma. Circa due ore di audizione durante le quali Procaccini ha ripetuto nella sostanza quanto dichiarato alcuni giorni fa a Repubblica.

Secondo l'ex capo di gabinetto, il ministro Alfano sapeva che i kazaki erano alla ricerca del dissidente Mukhtar Ablyazov, marito di Alma Shalabayeva oggi detenuto in Francia. Questo perché fu proprio il ministro a chiedere al prefetto e capo di Gabinetto Procaccini di incontrare l'ambasciatore kazako, riferendo poi ad Alfano che i kazaki avevano necessità di rintracciare Ablyazov, definito "pericoloso latitante" segnalato a Roma.

Ma Alfano, ha aggiunto Procaccini, non era a conoscenza, almeno nell'immediatezza dei fatti, che la vicenda avrebbe potuto coinvolgere la famiglia di Ablyazov, né del fermo della moglie e della figlia del dissidente, poi rimpatriate lo scorso maggio, con tanto di decreto di espulsione, seguito al fallito blitz delle forze dell'ordine nella villa di Casal Palocco in cui le donne abitavano e in cui di Ablyazov non fu trovata traccia.

ALFANO LETTA CETRIOLO


Procaccini ha ricostruito con il pm Eugenio Albamonte quanto accaduto lo scorso maggio, quando il ministro dell'Interno lo invitò a ricevere al Viminale l'ambasciatore kazako. Rispondendo alle domande del magistrato, Procaccini ha anche spiegato perché non aveva mai rappresentato per iscritto, nelle relazioni di servizio, il suo operato nel caso Shalabayeva: "Nessuno me lo ha mai chiesto".

procaccini

Nell'inchiesta della procura di Roma sono iscritti sul registro degli indagati per concorso in sequestro di persona, in relazione al rimpatrio della Shalabayeva e della figlia Alua, l'ambasciatore del Kazakistan in Italia, Andrian Yelemessov, il consigliere per gli affari politici, Nurlan Khassen, e l'addetto agli affari consolari, Yerzhan Yessirkepov. La moglie di Ablyazov è indagata per i reati di falso e ricettazione in riferimento al passaporto contraffatto della Repubblica Centrafricana esibito alla frontiera italiana la scorsa primavera.

mukthar ablyazov figlia alua e alma shalabayeva

Il pm Albamonte, che ha già ascoltato, sempre come persone informate sui fatti, altri funzionari e dirigenti che hanno avuto un ruolo nella vicenda, dopo essere stati coinvolti dalle autorità kazake nel blitz eseguito nella villa di Casal Palocco, proseguirà la sua istruttoria con altre audizioni. Per fine mese, salvo slittamenti, potrebbe svolgersi quella di Alma Shalabayeva, nella doppia veste di indagata e parte offesa, e per questo in presenza di un avvocato.

 

ALMA SHALABAYEVA KAZAKHSTAN ABLYAZOV

PANAMA THRILLER: IL GOVERNO BLOCCA I LAVORI SUL CANALE, GLI EUROPEI RISCHIANO L’ESCLUSIONE

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Massimo Gaggi per ‘Il Corriere della Sera'

IL CANTIERE DEL CANALE DI PANAMA

Inaugurato nell'agosto del 1914, il canale di Panama voleva festeggiare i suoi cento anni col completamento dei lavori di raddoppio: via d'acqua più larga e profonda e nuove chiuse per consentire il transito dei cargo giganti, fino a 350 metri di lunghezza e 18 metri di pescaggio (la parte della nave al di sotto della superficie dell'acqua). Ma una serie di difficoltà tecniche ha portato a un rinvio di un anno della conclusione dei lavori, iniziati nel 2007.

NUOVO LOGO SALINI IMPREGILO

E ora una disputa tra il governo di Panama e il consorzio europeo Gupc (composto dalla spagnola Sacyr e dall'italiana Impregilo, con i belgi di Jan De Nul e la panamense Constructora Urbana in posizione più defilata) rischia di bloccare tutto. E l'amministrazione del canale minaccia addirittura di azzerare l'opera e di affidarsi ad altre imprese di costruzione: cosa abbastanza inverosimile, visto che il nuovo canale è già stato realizzato per oltre il 70 per cento.

Il copione sembra quello già visto tante volte in passato nelle grandi commesse internazionali. Gli esecutori dell'opera che chiedono più soldi perché i costi sono aumentati, mentre il committente recalcitra. Qui, però, le cose sono più complesse: ci sono di mezzo gestori del canale che, in mani statunitensi fino al 1999, è passato solo da pochi anni sotto la guida dei tecnocrati panamensi. I quali, oltre alla scarsa esperienza, scontano forti condizionamenti politici in un Paese che vive una turbolenta vigilia delle elezioni presidenziali (si vota a maggio).

IL CANALE DI PANAMA

Gli elementi per un «thriller» a cavallo tra politica e affari ci sono tutti: dopo Noriega, il dittatore deposto dagli americani 25 anni fa, a Panama è sbocciata una fragile democrazia.

Il presidente uscente (e non ricandidabile), il socialdemocratico Ricardo Martinelli, sta cercando un successore in famiglia (potrebbe toccare alla moglie) o tra i fedelissimi del suo partito. Ma farà fatica a recuperare: i sondaggi danno in vantaggio il partito conservatore, oggi all'opposizione. In un Paese nel quale il Canale è l'attività principale, la maggiore fonte di ricchezza, la tentazione del presidente è quella di recuperare consensi avvolgendosi nella bandiera della battaglia nazionale contro il «vorace» consorzio straniero.

IL CANTIERE DEL CANALE DI PANAMA

Martinelli la butta sul diplomatico, chiede l'intervento dei governi di Madrid e Roma. Sullo sfondo, poi, c'è il sospetto del consueto complotto americano. Sul Canale gli Usa hanno il dente avvelenato: quando, nel 2009, nella gara per le nuove chiuse il consorzio europeo la spuntò sulla statunitense Bechtel, Washington non la prese bene. I cablogrammi allora trasmessi dall'ambasciata Usa di Panama, pubblicati tre anni fa da WikiLeaks, rivelano una certa irritazione: «Gli spagnoli del consorzio hanno vinto offrendo un prezzo troppo basso: sicuramente chiederanno un adeguamento in corso d'opera». In effetti è andata così e ogni dubbio è lecito, ma è anche vero che Bechtel fu bocciata per le carenze tecniche del suo progetto, prima ancora che per la cifra più elevata che aveva richiesto.

PIETRO SALINI

Nel frattempo, poi, sono cambiate molte altre cose nel contratto per la realizzazione del nuovo canale. L'amministrazione del canale, ad esempio, ha chiesto l'impiego di un calcestruzzo di qualità migliore e, quindi, più costoso. Una delle tante modifiche documentate del progetto. Ma le 99 richieste di adeguamento fin qui avanzate dal consorzio sono state respinte in blocco dal governo panamense che non è nemmeno entrato nel merito. Né accetta la mediazione arbitrale prevista dal contratto.

Riccardo Martinelli sventola la bandiera panamense

Una posizione durissima, quella di Panama, che ha alle spalle gli avvocati di un grande studio legale Usa: lo stesso che lavora per la Bechtel. La conferma di una cospirazione dietro le quinte? I primi a non crederlo sono gli stessi membri del consorzio europeo: tre quarti dei lavori sono già stati completati, mentre valvole e cancelli delle chiuse, realizzati in Italia, sono pronti alla consegna.

Troppo tardi per Bechtel per rientrare in gioco: bisognerebbe rivedere tutto il progetto, con un ritardo di almeno tre anni che costerebbe parecchi miliardi di mancati introiti al governo di Panama: molto più dell'adeguamento (1,6 miliardi di dollari) chiesto dalle imprese costruttrici. Sarebbero guai grossi anche per i porti statunitensi della costa atlantica come quello di Houston che si sono già attrezzati per ricevere il traffico aggiuntivo dei supercargo. E infatti il governo Usa non solo non sta ostacolando il consorzio, ma chiede che l'opera sia completata quanto prima.

La resa dei conti arriverà a breve: il 27 dicembre il Gupc ha proposto in una lettera all'autorità del Canale (Acp) una transazione (1,6 miliardi) col versamento immediato di 400 milioni di dollari da parte del governo per finanziare il completamento dei lavori. L'amministratore del Canale, Jorge Quijano, sostiene di non aver ricevuto quella lettera e di aver appreso tutto dai giornali. Con quelli locali che parlano di divisioni nel consorzio, perché la Impregilo (gruppo Salini), ha parlato anche di una soluzione alternativa che costerebbe «solo» un miliardo in più al governo panamense.

IMPREGILORicardo Martinelli

Adesso Quijano minaccia di stracciare il contratto e di rivolgersi ad altre imprese se entro il 20 gennaio il Gupc non farà marcia indietro. Ma sarebbe un atto illegale: il contratto attuale prevede, in caso di controversie, il ricorso all'arbitrato di un collegio che ha sede a Miami con un eventuale ricorso di seconda istanza alla corte di Parigi. Anche i contrasti nel consorzio vengono smentiti: la proposta alternativa dell'Impregilo, in realtà, è la stessa della lettera del consorzio che prevede due opzioni. La prima è quella di un aumento, secco e definitivo, del prezzo di un miliardo di dollari. La seconda prevede un aumento maggiore (1,6 miliardi), ma da sottoporre alle verifiche arbitrali che potrebbero limare il prezzo.

A questo punto, più che economico, il problema sembra essere di volontà politica. Madrid si è già attivata mandando a Panama il ministro dei Lavori Pubblici. Il governo Letta, invece, fin qui non è intervenuto: un po' per non assecondare il tentativo del presidente Martinelli di politicizzare l'affare, un po' perché, quando si parla di Panama, in Italia comincia subito ad aleggiare il fantasma di Valter Lavitola, anche se i suoi affari (e il relativo giro di tangenti) riguardavano la costruzione di carceri: niente a che fare col Canale.

 

NUNZIA VOBIS MAGNA MAGNA - I PM BUSSANO ALLA PORTA DEL MINISTERO E DELLE SOCIETÀ CONTROLLATE

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NUNZIA DE GIROLAMO

Emiliano Fittipaldi per http://espresso.repubblica.it

Il destino di Nunzia De Girolamo è appeso a un filo. Al di là delle spiegazioni che il ministro dell'Agricoltura ha promesso di dare al Parlamento sulle pressioni fatte ai dirigenti dell'Asl di Benevento, sarà Enrico Letta - nei prossimi giorni - a decidere se Nunzia, ormai chiamata dai giornali Sua Sanità del Sannio - potrà ancora sedere sulla sua poltrona. In caso di rimpasto, infatti, il segretario del Pd Matteo Renzi ha chiesto sia la sua testa sia quella di Annamaria Cancellieri, il titolare della Giustizia finita nello scandalo delle telefonate con i Ligresti.

Nunzia, però, potrebbe essere la prima a saltare: la Cancellieri gode ancora della stima incondizionata del presidente della Repubblica, che non sembra altrettanto legato all'ex berlusconiana che ha deciso di seguire Alfano nel Nuovo Centro Destra.

Oltre la vicenda campana, risulta a "L'Espresso" che la De Girolamo sia preoccupata anche da altre vicende. Legate direttamente alla gestione del suo ministero e di quella di due importanti società controllate: Agea, la società controllata dal dicastero delle Politiche agricole che ogni anno smista i 7 miliardi della Pac, i fondi europei destinati agli agricoltori italiani, e il Sin, l'azienda - controllata dalla stessa Agea - che gestisce il Sian, il sistema informativo usato da Stato e Regioni in materia agricola, forestale e agroalimentare. In pratica il cuore e il polmone del ministero, dove da anni regna il caos più totale.

Negli ultimi lustri l'alternarsi di ministri di destra e di sinistra ha portato a un ricambio di manager, presidenti, direttori generali e commissari straordinari, ma nessuno è riuscito a fermare il moltiplicarsi di sprechi e disfunzioni.

NUNZIA DE GIROLAMO

A "l'Espresso" risulta che i finanzieri del Nucleo speciale Spesa pubblica e frodi comunitarie, dopo aver scandagliato i bilanci di Agea (notizia di cui in passato ha dato conto "La Stampa") hanno bussato qualche mese fa anche alla sede di Sin.

I magistrati della Procura di Roma vogliono vederci chiaro, e ora sono in molti a tremare.

Non solo politici e dirigenti pubblici, ma anche manager di importanti colossi privati. Sin è infatti controllata al 51 per cento da Agea ma il restante 49 per cento fa capo a un gruppo di imprese. Tra cui spiccano i giganti dell'informatica come Almaviva (la società guidata da Alberto Tripi, imprenditore che vanta eccellenti rapporti bipartisan), l'Ibm, Telespazio di Finmeccanica e Cooprogetti.

Proprio Almaviva è la mandataria dell'Rti che nel 2007 vinse il mega appalto da 1,1 miliardi di euro, uno dei più grossi della pubblica amministrazione. Il bando prevedeva la cessione da parte di Agea di quasi metà delle quote di Sin srl e la fornitura, da parte dei nuovi soci, dei servizi informatici per la gestione del sistema agricolo nazionale fino al 2016. Un affare pazzesco: dal 2008 al 2012 i vincitori hanno già ricevuto - in media - oltre 80 milioni di euro l'anno. Eppure, accusano esposti e relazioni tecniche, i servizi forniti sarebbero da anni più che scadenti.

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA BEATRICE LORENZIN NUNZIA DE GIROLAMO FOTO LAPRESSE

SPRECHI MILIONARI
Secondo un esposto spedito alla procura di Roma da Ernesto Carbone, oggi deputato renziano ma per anni membro del cda di Sin di cui è stato pure presidente e ad fino ad aprile 2013, nell'ultimo lustro i privati avrebbero «sfondato gli importi massimi contrattuali» per milioni di euro, avrebbero spinto per trasformare il Sin da srl a società per azioni in modo da diminuire «il controllo sulla società del socio pubblico Agea» e, soprattutto, sarebbero responsabili di «disservizi, inadempienze, ritardi e carenze che avrebbero provocato disagi e proteste» da parte degli utenti istituzionali del Sian.

Nel mirino di Carbone c'è l'intera infrastruttura tecnologica costata centinaia di milioni, il «malfunzionamento dei software per la presentazione delle domande di aiuto per la Pac» (servizio che serve ad oltre un milione di piccoli e grandi imprenditori del settore agricolo), ma anche il comportamento di alcuni dirigenti (il riferimento è al vecchio amministratore delegato Domenico Pecoraro) che avrebbero dato incarico a un'agenzia di investigatori privati (al costo di 1.200 euro, mai pagati) di fare un'indagine patrimoniale sul responsabile di una task force che «aveva consentito di risolvere errori e inefficienze del Rti Almaviva».

Ministero agricoltura

Non sappiamo se Carbone abbia ragione. Di certo nel 2010 il laboratorio Nestor dell'Università di Tor Vergata ha analizzato i servizi forniti da Sin, riscontrando che «il 95 per cento delle operazioni viene eseguito» da soli 7 dei 17 server comprati, e che le due macchine che si ripartiscono il 53 per cento del carico «risultano di essere di tecnologia risalente al 2006». Due mesi fa un'altra relazione tecnica redatta da una commissione esterna nominata da Carbone ha riscontrato gravi «incoerenze e anomalie» tra i vari database, che ancora oggi non parlano tra loro.

Così può capitare che ad agricoltori vengano bonificati centinaia di migliaia di euro che non gli spettano, mentre creditori non vengono pagati quanto dovuto. Anomalie interessano pure il numero dei fabbricati e i sistemi di sicurezza. Le conclusioni dei rapporti sono simili: «Il sistema», chiosa l'Università di Tor Vergata, «è altamente inefficiente, instabile, imprevedibile», e - nonostante gli oltre 400 milioni fatturati dai privati dal 2008 al 2012 - di fatto dovrebbe essere rifatto daccapo.

Ernesto Carbone

Gli sprechi delle mangiatoie Sin e Agea non si contano. Carbone (al quale hanno contestato di aver speso troppi soldi per viaggi e cene) ricorda a "l'Espresso" di essersi tagliato lo stipendio, «passato da 460 mila a 60 mila euro l'anno», e di aver restituito due Audi da 50 mila euro. Poi attacca, prima ricordando che il passaggio di Sin da Srl a Spa ha comportato per un certo periodo il raddoppio secco dei compensi degli amministratori. Poi, denunciando i milioni spesi per il progetto "Telaer", investiti da Agea per comprare due aerei Cesna che decollano quasi tutti i giorni per fotografare campi, colline e boschi, inviando poi le immagini al ministero. «Mi risulta però», afferma il deputato, «che il sistema Telaer al momento non sia utilizzabile, e che gli aeromobili giacciano all'aeroporto di Ciampino».

Le polemiche hanno investito anche Paolo Gulinelli, l'ex direttore generale di Sin considerato molto vicino a Gianni Alemanno. Il manager aveva fatto la guerra ad Rti Almaviva risparmiando (come spiega lui stesso) «circa 26,5 milioni di euro l'anno dal 2011 ad oggi». Attualmente va segnalato che Gulinelli è indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio e, da semplice dirigente, risulta guadagnare ancora 262 mila euro l'anno.

ERNESTO CARBONE

'O MARESCIALLO
Al marasma totale si è aggiunto un arbitrato di Almaviva, che ha chiesto ad Agea ben 20 milioni di euro di danni. Per sbrogliare la matassa, così, De Girolamo e il premier Letta hanno deciso di affidarsi a un uomo d'ordine. Un generale della Guardia di Finanza, Giovanni Mainolfi. «Dobbiamo superare un'opacità di cui Agea ha fama. La prima regola è la trasparenza, bisogna creare una "casa di vetro". I problemi al Sin? Sono stati enfatizzati», ha annunciato Mainolfi, che in una recente audizione alla Camera ha dato la responsabilità dei cattivi rapporti tra soci pubblici e privati a Gulinelli, annunciando il suo licenziamento.

Il militare sarà finalmente l'uomo giusto al posto giusto? Mainolfi ha un curriculum impeccabile ma, almeno a leggere alcuni interrogatori inediti dell'inchiesta sulla P3 spulciati da "l'Espresso", è stato assai vicino sia ad Alfonso Papa che a Pasquale Lombardi, quest'ultimo considerato dai pm di Roma uno dei vertici (insieme al faccendiere Flavio Carboni e all'imprenditore Arcangelo Martino) dell'organizzazione segreta che avrebbe cercato di pilotare appalti, sentenze giudiziarie e effettuato dossieraggi contro avversari politici.

GUARDIA DI FINANZA

In alcune telefonate tra Lombardi e Martino intercettate nel 2009 se "Cesare" è il nomignolo usato per indicare Silvio Berlusconi e "vice-Cesare" quello affibbiato a Marcello Dell'Utri, 'o Maresciallo era lo pseudonimo usato per Mainolfi. Davanti ai magistrati romani Martino ha raccontato che «o' maresciallo Giovanni», a quei tempi in servizio a Napoli come comandante provinciale, «si era rivolto al Lombardi per ottenere un trasferimento... Anche io mi dovevo operare con Dell'Utri per questo trasferimento... Per averlo il generale si era rivolto prevalentemente a Lombardi, perché erano amici da molti anni, perché abitano vicino».

L'imprenditore (oggi sotto processo) ha raccontato pure che il generale si sarebbe pesantemente speso per la candidatura di Gianni Lettieri, imprenditore del Pdl e amico del generale, a presidente della Regione Campania. «Aspirava a dargli una mano, elettoralmente credo, perché lui è un uomo molto stimato, molto conosciuto... Il "maresciallo" si muoveva molto per Lettieri, questo glielo posso assicurare, fino al punto, mi pare di non dire una bugia, alla cena a casa di Lettieri (dove era presente anche Dell'Utri, che comunicò agli astanti che tra Nicola Cosentino e Lettieri Berlusconi aveva scelto il terzo incomodo, cioè l'attuale governatore Stefano Caldoro, ndr.) c'era anche lui».

Per la cronaca, Mainolfi - che nell'ambito dell'inchiesta P3 non è mai stato indagato - è riuscito ad ottenere un nuovo incarico a Roma a pochi mesi di distanza dalle intercettazioni. Il neocommissario di Agea è finito nel registro degli indagati per un'altra vicenda, scaturita dall'inchiesta sulla P4.

Il pm Woodcock a ottobre dello scorso ha iscritto Mainolfi e altri ufficiali della Gdf con l'accusa di essersi adoperati per aver messo a disposizione di Alfonso Papa un'auto e due sottufficiali. I quali avrebbero per anni accompagnato il deputato, sua moglie e alcune amiche ovunque il pdiellino volesse. Woodcock ha richiesto l'archiviazione per il generale, che però non è stata accolta "de plano", cioè in automatico: il gip ha fissato nuove udienze per decidere se archiviare, ordinare nuove indagini o fare un'imputazione coatta.

 

 

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