Quantcast
Channel: Articoli
Viewing all 340557 articles
Browse latest View live

BUSI SMS - \"È stato appurato dalla polizia postale che l’oscuramento del sito altriabusi.it è doloso - il dolo è sempre istituzionale, e mele marce e fanatici, hacker e no, sono in Italia (paesucolo a libertà sempre più vigilata) il lievito contemplato nella ricetta stessa della legalità, visto che è ad personam o non\"...

$
0
0

SMS
Roberto! È stato appurato dalla polizia postale e dall'ingegnere elettronico che se ne occupa, che l'oscuramento del sito altriabusi.it è doloso. E poi si dice della Cina!

busi aldo rai2

Come si sa, io non sono un mitomane sensazionalista: il dolo è sempre istituzionale, e mele marce e fanatici, hacker e no, sono in Italia (paesucolo a libertà sempre più vigilata) il lievito contemplato nella ricetta stessa della legalità, visto che è ad personam o non è. In fondo, stiamo parlando di una miserrima e meschina maggioranza parlamentare che ha appena bocciato la legge contro l'omofobia.
Aldo Busi

 


1- LA VERA NOVITà DI QUESTA SETTIMANA: \"IL CAVALIERE DA JOLLY A ZAVORRA, NEL PDL DI NAPOLI E MILANO NESSUNO INVOCA I SUOI COMIZI. DA LUNEDI è SPROFONDATO NEL SILENZIO\" 2- IN OGNI CASO A BERLUSCONI SUCCEDERÀ BERLUSCONI, INTESO COME MARINA (PANIZ) 3- IL GANASCINO AL POPOLO DEL COMPAGNO FISCOLO! QUESTI SONO AL GOVERNO DA OLTRE UN DECENNIO MA SONO SEMPRE PRONTI A CADERE DAL PERO. SPECIE SOTTO ELEZIONI 4- IL COMPAGNO SQUALO MURDOCH, TANTO AMATO DALLA SINISTRA ITALIOTA QUANDO FA A FETTE BERLUSCONI, ORA CHE CHIUDE IL CANALE CURRENT TV DI AL GORE NON è PIù UN SINCERO DEMOCRATICO E NEPPURE UN SINCERO MERCATISTA, STRANAMENTE

$
0
0

A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota (Special guest: Falbala')

GIANNI ALEMANNO

1 - CHAPEAU!...
"I padroni di Eur Spa, megastipendi e assunzioni nel segno di Parentopoli". Corrado Zunino seppellisce con un'inchiesta magnifica questo mostro giuridico Tesoro-Campidoglio, "dove tecnici preparati sono stati sostituiti con tabaccai di estrema destra".

"Soldi pubblici e business privati per la holding da 1,2 miliardi di euro. Una galassia che da' lavoro a familiari e amici. Alla guida c'e' Riccardo Mancini, fedelissimo del sindaco Alemanno. L'ente sta trasformando l'urbanistica dell'area con la costruzione di torri, impianti e parcheggi. Un piano ambizioso di espansione nei servizi ai comuni, telefonia, energia e trasformazione del waterfront di Ostia" (Repubblica, p. 28-29). Per i cavalli e relativi maneggi, si stanno attrezzando.

Riccardo Mancini

2 - COMPRATI VENDUTI (LEGHISTI IMMAGINARI)...
Bossi chiede "un nuovo progetto", usando lo stesso linguaggio di un vecchio capocorrente democristiano. Su Repubblica, Carmelo Lopapa spiffera: "Umberto ora chiama Casinia e insiste sulla verifica post-voto" (p.7). Ma il Corriere di don Flebuccio spiega che Bossi e Berluskaiser sono ancora uniti. "Dai due leader un'analisi realista: sconfitta probabile, ragionare sul dopo" (p. 5). Ragionando ragionando "sul dopo" qui succede che se vanno avanti così torna Paolino Mieli per la terza volta (e poi ancora De Bortoli, e poi ancora Mieli..)

3 - ULTIME DAL VENTENNIO A COLORI...
Avevano chiesto moderazione di toni, i leghisti, per non ripetere il bagno di sangue del primo turno. Ed eccoci qui: "Bossi sfida Pisapia: la sua Milano? Zingaropoli"' registra compunto il Corriere delle Elite corrucciate (p. 8). La Stampa riposta anche che il Senatur gli ha dato del matto (p. 4)

eur roma

Gli risponde bene don Virginio Colmegna: "Sono stato il primo a dire che bisognava superare la logica dei campi rom. Ma solo coniugando solidarieta' e legalita' i problemi si risolvomo. Costruire una comunita' rancorosa e' pericoloso" (Repubblica, p. 2)

4 - CAINANO SILENZIATO (MA SI SENTE BENE?)...
Fiilippo Ceccarelli coglie bene la vera novita' di questa settimana: "Il Cavaliere da jolly a zavorra, nel Pdl di Napoli e Milano nessuno invoca i suoi comizi. E da lunedi e' sprofondato nel silenzio" (Rep p. 9).

5 - IL GANASCINO AL POPOLO DEL COMPAGNO FISCOLO...
Mentre il Pompiere della Sera, orfano di Geronzone e orbo di Abramo Bazoli, lancia la candidatura di Giulio Tremonti a nome del PMU, arriva il pentimento fiscale del centrodestra. Come racconta bene Alessandro Barbera sulla Stampa, "Adesso Tremonti cambia rotta: troppe ganasce fiscali, urge correzione".

UMBERTO BOSSI

Pare che il fiscalista di Sondrio si sia reso conto che "spesso non si capisce se gli interessi sono tali o sono altre sanzioni" (p. 5). Ben detto. Soprattutto ben tornato. Questi sono al governo da oltre un decennio eppure sono sempre belli fresci e pronti a cadere dal pero. Specie sotto elezioni.

In ogni caso a Berlusconi succederà Berlusconi, inteso come Marina (lo dice Paniz alla Stampa, p. 5). Lo sa bene il Giornale di zio Paolino, che affida alla lama di Nick Porro il compito di affettare in prima pagina questo "Tremonti all'attacco di Tremonti"

PIERFERDINANDO CASINI

Il problema delle torture fiscali, in ogni caso, c'e' e toglie consensi a Lorsignori, specie in tempi di crisi tanto negata. "Case ipotecate, auto e conti bloccati. Ecco la faccia feroce degli esattori. In cinque anni la riscossione coattiva e' salita del 133%" (Rep p. 31)

Prima le banche concessionarie non facevano un cappero. Adesso, l'eccesso opposto, con Equitalia e centinaia di funzionari ottusi - forti con i deboli e deboli con i forti - chiamati a colmare i buchi di bilancio di ento locali ai quali Roma ha tagliato i trasferimenti.

pisapia

E attenzione a quello che sta per avvenire nel silenzio generale. Equitalia si sta riorganizzando territorialmente per macroaree e con questa scusa sta cambiando tutti i vertici delle societa' controllate con uno spoil system che in molti casi sembra avere ununica ratio: spostare capetti sotto inchiesta o con la terza elementare da un posto all'altro, a debita distanza chilometrica. Manco fossero preti pedofili.

Berlusconi e Letizia Moratti

6 - IN ITALIA LA TV E' COSA NOSTRA...
Il compagno Murdoch, amato dalla sinistra italiota, non e' un sincero democratico e neppure un sincero mercatista, stranamente. "Al Gore: "Sky oscura Current e Murdoch ci vende al premier". L'ex vicepresidente Usa: danno fastidio i programmi sul Cavaliere. "Ci chiudono la bocca ora che la piattaforma tratta con il governo per il digitale terrestre" (Repubblica, p. 20).

TREMONTI SEDUTO MOBILE

7 - IL MIO REGNO PER UNA CAVALLONA...
"Strauss Kahn lascia l'Fmi. La Ue: tocca a Lagarde. La sfida di Usa e Cina: e' l'ora di un non europeo". Ma guarda un po', al Fondo, gia' che ci siamo, "e' l'ora di un non europeo". Intanto si fa intervistare l'economista Jean Paul Fitoussi, che difende l'amico DSK: "Seduttore ma non violentatore. Potrebbe essere una trappola e le accuse sono inverosimili". Ma Fitoussi non crede neppure al super-mega complottone internazionale (Repubblica, p. 16-17).

Rupert Murdoch con telecomando Sky

Intanto sul Corriere si fa viva Carmen Llera Moravia con una lettera in cui garantisce: "non sono mai stata la sua vittima" (p. 19). In effetti lei non e' tanto il tipo della vittima.

8 - IL CREATIVO IN REDAZIONE...
Onore e gloria e sincero ringraziamento per il buontempone che ha titolato cosi' una paginona dell'austero Corriere: "Processo alle Patate" (p. 33). Dopo le paginate sulla Gauche Kiavar e i sospetti sulla povera Ophelia, ci voleva davvero.

Al Gore

9 - GIORNALI DI POPOLO...
Titolone sulla Stampa di casa Fiat: "Pancia piatta che ossessione" (p. 33). Appunto.

 

LA STRATEGIA DI MARPIONNE: “PRIMA SPARI, POI TRATTI” - PECORELLA PRENDE IL POSTO DELL’AVVOCATO DI RUBY. IN AUTOSTRADA - LETTA DEVE SBRIGARSI COL VALZER DELLE AUTHORITY - BERSANI SNOBBA ISRAELE - URSO E RONCHI: MOLLARE FINI SENZA TORNARE DAL CAINANO? ARRIVANO I “COESI” - ROSI MAURO FA LA SECESSIONE AL SENATO - MARTONE PAROLIERE DI NAPOLITANO - PIVETTI, CHI ERA COSTEI? - MONS. BETORI CAZZIA LA CHIESA - LE SPIGOLE DEL GENERALE SPECIALE - LA PUBBLICITÀ PORTASFIGA - ISEPPI OSCURATO DA LEI - A PRANZO COL 23…

$
0
0

A Cura di Enrico Arosio ed Primo De Nicola per "l'Espresso"

GIANNI LETTA

1 - CONSIGLIERI DI STATO - LETTA HA MOLTA AUTHORITY...
Al Consiglio di Stato la regola aurea è che nelle authority indipendenti si sta anche meglio che a Palazzo Spada. E che, quindi, è meglio non lasciarsele sfuggire. Così quando manca ormai un anno alla scadenza del mandato di Antonio Catricalà all'Antitrust ecco che si profila un giro di poltrone molto interessante, sotto l'attenta regia del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. L'attuale presidente del Consiglio di Stato, Pasquale De Lise, punta infatti a prendere il posto di Catricalà.

Non tra un anno ma molto prima. Perché Catricalà, consigliere di Stato fuori ruolo, vorrebbe sostituire Giuseppe Brienza al vertice dell'Autorità di vigilanza sugli appalti, una poltrona che, salvo imprevisti, dovrebbe liberarsi il prossimo 4 agosto. De Lise è stato sfiorato dallo scandalo della Cricca di Anemone e Balducci che gestiva gli appalti della Protezione civile diretta da Guido Bertolaso. Ma, nonostante alcuni indizi, non ne è stato chiesto il rinvio a giudizio. Il 5 maggio scorso un altro consigliere di Stato, Carlo Deodato, è stato designato alla presidenza della neonata Autorità di regolamentazione dei servizi postali.

ANTONIO CATRICALA

E nel maggio del 2012 bisognerà trovare un posto a Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità delle Comunicazioni in scadenza tra un anno. I consiglieri di Stato che vengono messi fuori ruolo hanno il singolare privilegio di poter cumulare lo stipendio con il compenso che ricevono in quanto presidenti o componenti di un'autorità di vigilanza. Il che spiega, almeno in parte, perché quei posti siano tanto ambiti. O. C.

2 - SECESSIONE AL SENATO - BENVENUTI A PALAZZO PADANIA...

La secessione leghista? Già realizzata. E nel cuore dello Stato, addirittura a Palazzo Madama, la sede del Senato. Ad averla portata a compimento è la vicepresidente Rosi Mauro, leghista tra le più ardenti e più vicine a Umberto Bossi. Nelle pareti del suo ufficio al terzo piano la Mauro espone orgogliosamente una carta geografica della Padania ricavata da una mappa della Penisola mutilata di tutto ciò che non è nel cuore della Lega, cioè le regioni a sud di Toscana e Marche.

Un modo autenticamente padano di celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia e che continua a provocare indignazione a molti di coloro che quell'ufficio sono costretti a frequentarlo per ragioni di lavoro. A cominciare dai rappresentanti sindacali di funzionari e commessi che alla Mauro devono rivolgersi visto che proprio a lei il presidente Renato Schifani ha delegato tutti i problemi legati alla gestione del personale del Senato. P. D.N.

3 - ISRAELE - BERSANI DÀ BUCA...
C'era Silvio Berlusconi e c'era Gianfranco Fini, che si sono pure stretti la mano. C'era Renato Schifani, presidente del Senato, e con lui Gianni Alemanno, sindaco di Roma. C'erano deputati e senatori, il mondo della finanza, della cultura, della moda. Roma era nel suo splendore primaverile. Insomma, era andato tutto alla perfezione. Perché allora, verso la fine del ricevimento per i 63 anni dello Stato di Israele di mercoledì 11 maggio, l'ambasciatore Gideon Meir aveva il volto corrucciato?

SILVIO BERLUSCONI GIDEON MEIR

Forse perché dovrà tornare in patria per fine mandato e questa era l'ultimo anniversario festeggiato in Italia? Niente affatto. Era dispiaciuto perché fra centinaia di illustri presenze, brillava un'assenza. "Bersani non è venuto", ripeteva. C'è la campagna elettorale, gli facevano notare. "È la motivazione che ha addotto anche lui", spiegava l'ambasciatore: "Ma anche Berlusconi ce l'ha, eppure il tempo l'ha trovato. E comunque Bersani poteva mandare qualcuno a rappresentarlo". Poteva. G. R.

4 - NUOVE FORMAZIONI - URSO CI PROVA...
Un gruppo di coesione nazionale. Oltre il Pdl e oltre Futuro e Libertà. Sta per nascere anche alla Camera. O almeno a questo stanno lavorando Altero Matteoli e Andrea Augello. L'idea sarebbe quella di creare anche a Montecitorio la formazione che ha rimesso assieme al Senato spezzoni del disciolto partito di Fini e Pdl. Una sorta di camera di compensazione per finiani delusi che però non vogliono tornare con il premier né hanno intenzione di finire nei Responsabili. Insomma, un gruppo su misura per Adolfo Urso e Andrea Ronchi. L'ex viceministro al Commercio estero ormai sembra in uscita da Fli. Voce della nuova iniziativa politica il "Secolo d'Italia", alla cui direzione Matteoli a tutti i costi ha voluto il "suo" Marcello De Angelis. V. D.

5 - QUIRINALE - MARTONE SCALA IL COLLE...
Mario Martone come ghostwriter. Il nome del regista, fresco vincitore del David di Donatello con il film "Noi credevamo" ispirato al Risorgimento, è di un certo richiamo, ma lo è anche quello del "committente": Giorgio Napolitano. È stato infatti il presidente della Repubblica a lanciare l'idea con una battuta scherzosa. Il regista napoletano, ospite in Quirinale insieme al mondo del cinema, ha declamato in un appassionato discorso il valore dell'Italia unita "sognata dai poeti", conquistata "da una generazione di ragazzi" e rafforzata dalle sue "differenze che sono il sale e non un ostacolo".

PIERLUIGI BERSANI

Parole condivise da Napolitano al punto da ammettere: "Io ho cercato di dire qualcosa su questo argomento più poveramente quando ho parlato davanti alle Camere. Dico più poveramente perché non avevo mai pensato di prendere Martone come ghostwriter: lo tengo di riserva". VE. P.

6 - I NUMERI DEL PARLAMENTO...
120 sono i deputati e i senatori che hanno anche un incarico nelle amministrazioni locali, in comuni e province. Anche se la legge lo consente, c'è da chiedersi però se riescono a svolgere in maniera adeguata le doppie funzioni, come quelle di presidenti di province importanti (nella lista ci sono Asti, Avellino, Brescia, Bergamo, Biella, Caserta, Foggia, Frosinone, Napoli, Olbia-Tempio e Salerno) o di vicesindaci di città come Roma e Milano.

7 - RICANDIDATURE - RAZZI IN ORBITA...
Uscito a mani vuote dalla distribuzione dei sottosegretariati, il Responsabile Antonio Razzi non si è rassegnato. Ottenuto dal ministro dell'Agricoltura Romano l'incarico di consigliere nella lotta contro la contraffazione alimentare, ha bussato ai vertici del Pdl per avere garanzie sulla futura rielezione. Risultato: promessa orale del Cavaliere, impegno scritto del plenipotenziario Denis Verdini. Faccenda sistemata e futuro garantito, sostiene Razzi, perché a questo punto "carta canta". O. F.

8 - CARRIERE - PIVETTI, CHI ERA COSTEI?...
Fiera di Roma, primo pomeriggio di mercoledì 11 maggio nella sala stampa del Forum della Pubblica amministrazione gremita di giornalisti in attesa di Luca Cordero di Montezemolo. Irrompe eccitata un'addetta stampa della Ibm con un annuncio importante: "Ragazzi, c'è giù la Pivetti a sorpresa nel nostro stand, organizziamo un breve incontro con la stampa. Chi viene che facciamo gli accrediti?".

ADOLFO URSO

Silenzio dei cronisti, che continuano a leggere i giornali, parlare al telefono, battere sulle tastiere dei computer. Il disinteresse non scoraggia però la pr che, un po' meno entusiasta, incalza: "Non viene nessuno, sicuri?". Un giovane cronista dal fondo della sala: "Pivetti chi, Veronica, l'attrice? No? Allora niente, grazie". Risatine, e l'improvvisato incontro con Irene Pivetti, ex presidente della Camera, salta per mancanza di iscritti. M. D. B.

9 - BIOETICA - VANNINO CHITI SI CONFESSA...
Sulla bioetica e le leggi sul fine vita occorre dire no al bipolarismo etico. Serve un patto tra le forze politiche con grandi maggioranze come fosse un cambiamento della Costituzione. È quanto sostiene il vice presidente del Senato Vannino Chiti nel suo nuovo libro "Religioni e politica nel mondo globale", edito da Giunti.

MARIO MARTONE

Chiti, che in un'intervista al "Tirreno" ha rivelato di essere credente, sostiene anche che nel Pd non ci può essere una divisione di compiti tra ex Ds e ex Margherita. Gli uni che si occupano dei temi sociali ed economici e gli altri del rapporto con la Chiesa e i temi etici. Chiti rivendica agli ex Ds il ruolo di parlare dei temi cari al mondo cattolico. Così una delle prime interviste sul libro l'ha rilasciata a Radio Vaticana, mentre nel programma di presentazioni ci saranno vescovi e personalità cattoliche. M. LA.

10 - SPECIALE A PROCESSO - SPIGOLE IN TRIBUNALE...
Le spigole tornano in tribunale. La Cassazione ha ordinato di fare un nuovo processo all'ex comandante generale della Guardia di finanza Roberto Speciale, ora deputato Pdl: la competenza per alcuni reati non era della magistratura militare, ma di quella civile. Speciale era stato condannato per peculato a 18 mesi dalla Corte militare di appello di Roma nel maggio 2010, dopo il famoso carico di spigole e altro pesce fatto trasportare per una cena a Predazzo, dov'era in vacanza presso la scuola della Guardia di finanza. Ora la Cassazione ha sdoppiato in due tronconi il procedimento.

Antonio Razzi

L'uso di velivoli, autoveicoli e personale militare deve essere giudicato dalla giustizia ordinaria, mentre la magistratura militare si occuperà dell'utilizzo di carburante. Un doppio processo che il generale potrebbe però evitare: nel 2013 scatta infatti la prescrizione. P. T.

11 - PUBBLICITÀ/1 - CASSEL LANCIA IN TESTA...
Vincent Cassel pare che fosse da tempo un pallino dell'amministratore delegato della Lancia, Olivier François, appassionato di testimonial per le pubblicità del marchio: ora lo accontenta la Armando Testa, che ha ingaggiato il poliedrico attore francese per lo spot di lancio della Ypsilon cinque porte, al debutto tra fine maggio e giugno. Cassel, per la city car (che in Inghilterra verrà proposta col marchio Chrysler), succede a Carolina Kostner e Stefano Gabbana. A Torino qualcuno vorrebbe anche sua moglie, Monica Bellucci: magari per la Musa. VI. P.

12 - PUBBLICITÀ/2 - GRAND PRIX FA GLI SCONGIURI...
Forse nemmeno Piero Chiambretti, presentatore del Grand Prix di Pubblicità Italia, pensava di dire sul serio quando lunedì 9 maggio, scherzando dal palco, ha parlato di un premio "portasfiga": il film vincitore, il divertentissimo "Need better clothes?", raro esempio sui teleschermi italiani di ironia anglosassone firmato da Lorenzo Marini, pubblicizza gli abiti della trevigiana Glenfield, fallita poche settimane fa con 23 lavoratori cassintegrati.

Irene Pivetti

E non basta: il premio innovazione è andato, fra gli applausi dei creativi e degli altri premiati (Enrico Mentana, Paola Cortellesi, Valerio Massimo Manfredi, Samuel Eto'o, Filippo Inzaghi) a Riccardo Luna, direttore del mensile "Wired" licenziato appena tre giorni prima del Grand Prix, che ha avuto lo spirito di riconoscere: "Wired fa rima con fired". A. M.

13 - L'ARMA SEGRETA DI MARCHIONNE - MANI IN ALTO, OBAMA...
Sergio Marchionne ha avuto fortuna in America, come dimostra la vicenda Chrysler. Ad aiutarlo, oltre all'abilità di manager, potrebbe essere stata anche una sua personale filosofia, lucida e spietata, rivelata da un sindacalista che in questi anni ha avuto spesso a che fare con lui: Giorgio Airaudo, responsabile nazionale del settore auto della Fiom. Al comitato esecutivo del 9 maggio scorso, Airaudo ha raccontato la confidenza che qualche anno fa il capo della Fiat fece a lui e al collega Gianni Rinaldini.

Era il 2004, Marchionne aveva portato a casa la trattativa vittoriosa con la General Motors facendosi pagare per non vendere loro azioni Fiat. E in quella occasione, ai due sindacalisti, l'ad del gruppo torinese confidava il segreto del successo: "Gli insurgents in Iraq fanno bene, perché con gli americani prima spari e poi tratti".

Chiti

Se qualcuno lo avesse sentito allora, l'amministratore del Lingotto con gli Usa forse avrebbe chiuso per sempre. Invece, qualche anno dopo, con la presidenza Obama e l'occasione della Chrysler, Marchionne è tornato negli Usa facendosi affidare il grande marchio sulla via del fallimento. Un successo, indubbiamente. E chissà se ottenuto utilizzando anche con Obama la sua tattica vincente: prima spari, poi tratti. S. C.

14 - CATTOLICI TOSCANI - BETORI SON DOLORI...
"Noi sogniamo una Chiesa finalmente libera dal plagio di una cultura utilitaristica e consumistica che ha inquinato tutto". È uno dei passaggi forti di una lunga lettera di preti e laici cattolici fiorentini. Si allarga il fronte di quanti reclamano una Chiesa schierata dalla parte dei deboli e aperta al dialogo. Per l'arcivescovo Giuseppe Betori, ex braccio destro di Camillo Ruini alla Cei, la missiva è una spina nel fianco. La Firenze cattolica, terra di eretici e di contestatori, scossa dal caso di don Lelio Cantini, accusato di abusi sessuali e "spretato" da papa Ratzinger, si trova ora a dover far fronte al disagio di laici e sacerdoti che chiedono un ritorno al Concilio Vaticano II. E di essere ascoltati. A cominciare dal loro arcivescovo monsignor Betori. M. LA.

15 - MILANO-SERRAVALLE - IL RUGGITO DI PECORELLA...
Ubi maior. L'avvocato, e deputato Pdl, Gaetano Pecorella subentra al collega Luca Giuliante nell'organismo di vigilanza dell'autostrada Milano-Serravalle. È l'unica variazione all'organigramma della società, confermato in blocco. Giuliante, difensore di Lele Mora nel Rubygate, è stato sostituito dopo appena un anno di carica. La vicenda ha una doppia chiave di lettura. La più immediata è legata alle difficoltà dello sponsor politico di Giuliante, Guido Podestà.

monica bellucci ma vincent cassel

Il presidente della Provincia di Milano, principale azionista della concessionaria autostradale, aveva scelto Giuliante anche come tesoriere del partito finché, all'inizio del 2011, lo stesso Podestà è stato rimpiazzato dal senatore Mario Mantovani. L'altra spiegazione dell'avvicendamento sta nell'agitazione fra legali e imputati del processo Ruby che, fra l'altro, ha portato alla rinuncia di Daria Pesce, designata da Nicole Minetti. Giuliante è il legale di Mora. Pecorella difende Emilio Fede, che di recente ha avuto qualche scambio polemico nei confronti di Mora su chi avrebbe portato la minorenne Ruby ad Arcore il 14 febbraio 2010. L'episodio della Milano-Serravalle è un segnale di guerra verso il ticket Mora-Giuliante? G. T.

16 - RAI E GIUBILEO - NON È STATA LEI...
Franco Iseppi, storico dirigente Rai, di cui per un paio d'anni, a partire dal 1996, è stato anche direttore generale, ha un diavolo per capello. E per sfogarsi ha pensato bene di scrivere una lettera all'attuale presidente di viale Mazzini, Paolo Garimberti. Iseppi è stanco di vedersi scippato un titolo di cui è ancora oggi orgoglioso, quello di creatore e massimo dirigente di Rai Giubileo che ha diretto dal 1998 al 2003.

Chiambretti

È capitato infatti che nelle settimane precedenti alla nomina a nuovo direttore generale dell'azienda, tra i vari meriti attribuiti a Lorenza Lei, nelle stanze di viale Mazzini e in qualche comunicato stampa, è stato elencato anche quello di avere diretto con grande successo Rai Giubileo, della quale è stata invece dirigente. Del nome di Iseppi, invece, tutti paiono essersi dimenticati. Da qui la sua amarezza, confessata agli amici, insieme all'annuncio della lettera a Garimberti, massimo dirigente di un'azienda che, secondo lui, sta ormai perdendo "la sua memoria storica". P. D. N.

17 - RAI E PARLAMENTO - RISSA SUL CANALE...
Rai troppo esosa per la Camera. Per l'affitto del canale digitale terrestre con il quale Montecitorio vorrebbe realizzare una propria tv, viale Mazzini ha chiesto 1,8 milioni di euro all'anno. Alla Camera ritengono la cifra eccessiva e così, in attesa che la Rai faccia un prezzo più basso, c'è già chi studia una norma ad hoc che obblighi il servizio pubblico a prestare, gratuitamente, uno dei propri canali al Parlamento, sulla base degli obblighi previsti dal contratto di servizio. M.LO.

18 - UNIVERSITÀ - BOCCONI D'ARTE...
Tra le ultime opere arrivate, "Cancellazione del debito pubblico" di Emilio Isgrò, donata dai collezionisti Andrea Manzitti e Cristina Jucker. Da Milano arriva una novità per l'università italiana: la creazione di Bocconi Art Gallery, l'esposizione di oltre 60 opere contemporanee in comodato d'uso, che verranno sostituite ogni 18 mesi; e la raccolta, nel tempo, di una collezione propria, in un'ottica no profit.

marchionne

C'è un Comitato arte presieduto da Severino Salvemini, professore di economia per la cultura, la consulenza critica di Paola Nicolin, l'accordo con l'Associazione dei musei di arte contemponea. L'ateneo paga solo i costi assicurativi e di installazione, e offre ai cittadini (non solo a prof e studenti) maestri come Pomodoro e Fermariello, Kounellis e Debora Hirsch, William Klein e Denis Oppenheim. A costo zero. E. A.

19 - A PRANZO COL FATTORE C...

A Roma, in via Pietro Cavallini, dietro al Palazzaccio, "23 Cavallini" sta diventando il ristorante glamour degli under 40. Il proprietario, Alessandro Geraldini, per un anno ha fatto il cronista a Dagospia.Il cuoco, Michael Rosenfeld, è newyorkese. Arredo da loft e menù ricordano Manhattan: omelette, hamburger, roast beef e caprese. Geraldini lo ha chiamato 23 in omaggio al fattore C: per due volte, con quel numero, ha fatto l'en plein alla roulette (a Montecarlo e a Las Vegas). "E nella tombola romana", spiega, "il 23 è proprio il fattore C...". Tra gli avventori Lapo e Ginevra Elkann, Bianca e Coco Brandolini d'Adda, Clementina di Montezemolo, Raoul Bova, Margherita Missoni. In progetto, se arriveranno i permessi, la trasformazione dello scantinato in discoteca. E.AT.

 

A CHI L’EUR SPA? AD ALE-MAGNO! - LA PIOVRA ALEMANNIANA DILAGA NELL’ENTE BICEFALO, MOSTRO GIURIDICO PRIVATO E PUBBLICO “DOVE TECNICI PREPARATI SONO STATI SOSTITUITI CON TABACCAI DI ESTREMA DESTRA” - L’AD RICCARDO MANCINI, \"AMICO CELTICO\" DEL SINDACO, GESTISCE LA HOLDING CHE TRA SOLDI PUBBLICI E BUSINESS PRIVATI VALE 1,2 MLD € E STA TRASFORMANDO L’URBANISTICA DELL’AREA CON LA COSTRUZIONE DI TORRI, IMPIANTI E PARCHEGGI - TRA GLI ALE-MAGNAGER, L’ULTIMO ARRIVO È QUELLO DI DARIO PANZIRONI, FIGLIO DI FRANCO, L’INQUISITO AMMINISTRATORE DELEGATO DI AMA…

$
0
0

Corrado Zunino per "la Repubblica"

Alemanno con Cardia dal profilo Flickr ufficiale di Alemanno

C'è un piccolo e strategico quartiere di Roma - undicimila abitanti, una storia che affonda nel Ventennio, una ricchezza tutta contemporanea - governato oggi da un gruppo di signori ricchi e di estrema destra. Decidono loro, imprenditori nati e cresciuti all'Eur, trascorsi nella militanza nera, gli investimenti da fare, la pianificazione urbanistica, la scelta dei grandi eventi e i progetti da attrarre. Decidono persino la qualità della tosatura dei suoi parchi.

L'Eur è un quartiere spa - esperienza unica in Italia - dove non governa la giunta del XII municipio, amministrativamente responsabile, né, di fatto, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che pure questi signori ricchi e di estrema destra ha nominato alla guida di Eur spa (è questo il nome dell'ente padrone). Governa, appunto, Eur spa, società pubblica e privata insieme, in mano al ministero delle Finanze (al 90 per cento) e al Comune di Roma (il 10 per cento). Con i bilanci esausti che si ritrova, oggi Alemanno può solo approvare ciò che i ricchi padroni del quartiere deliberano.

"Pubblico e privato insieme, l'esistenza di Eur spa è un'anomalia totale", dice l'economista Giorgio Ruffolo ricordando come la società per azioni controllata dallo Stato abbia ereditato dall'Esposizione universale del 1942 un ben di dio di palazzi e musei, strade e marciapiedi, parchi e innaffiatoi e che, forte della sua potenza economica (645 milioni di euro a bilancio), si muove sul territorio come farebbe un feudatario dell'undicesimo secolo che deve rispondere solo al monarca e alla sua corte.

"Creiamo valore per gli azionisti", è la traduzione contemporanea. Eur spa per missione deve valorizzare un patrimonio fatto di tredici monumenti (il Colosseo quadrato, per ricordare), lo straordinario Centro congressi di Adalberto Libera, il Palazzo dello sport di Piacentini e Nervi, il Velodromo, la piscina olimpica più quattro parchi allargati su 63 ettari che custodiscono 46 specie arboree rare. La società pubblica e privata mette a reddito il patrimonio, innanzitutto, affittando ali e nicchie dei suoi musei preziosi e delicati.

alemanno_mancini_shanghai

A chi? A centri moda e uffici finanziari, ristoranti e gelaterie, centri benessere di lusso, a polizia, carabinieri, all'amministrazione pubblica. Sono affitti onerosi: 28 mila euro il mese più Iva per le strutture profit che ai clienti offrono saune e olii balsamici. Chi paga, lamenta che queste cifre sono fuori mercato e che il prodotto offerto, la nicchia preziosa, è pieno d'acciacchi. Dalle pigioni Eur spa incassa 40 milioni l'anno.

Nelle ultime stagioni l'ente ha deciso - per realizzare profitti come da statuto - di costruire nuove opere, opere d'arte contemporanee, e trasformare così il "business district" nel secondo polo turistico di Roma. Ecco, quindi, il futuro Centro congressi dell'archistar Massimiliano Fuksas. È in ritardo di 15 anni, ma entro la prossima stagione mostrerà la sua immaginifica Nuvola in goretex: dentro ci cammineranno, poggiati su una teca in acciaio, i visitatori.

A fianco sta crescendo La Lama, albergo di classe superiore e a 16 piani che oggi trova qualche difficoltà a essere collocato sul mercato. Poi c'è l'Acquario sotterrato al Laghetto artificiale, ai piedi del Palasport: non si sa ancora se sarà realizzato con pesci veri o sagome di pesci, di certo offrirà all'affamata Eur Spa 700 nuovi parcheggi in un'area sempre più pregiata. La società pubblico-privata, che ha dato vita nel quartiere alla più importante rivoluzione urbanistica contemporanea della capitale, ha deciso di entrare in un affare che, fino a ieri, era solo delle Finanze (Fintecna).

Sono le vecchie torri dell'Agenzia delle Entrate dirimpetto la Nuvola di Fuksas: saranno abbattute e trasformate in un palazzo residenziale a forma di C da un'altra stella dell'architettura contemporanea, Renzo Piano. Per realizzare tutti gli investimenti Eur Spa si è indebitata per 400 milioni, grazie anche a spericolate operazioni finanziarie sui derivati. Poi ha dovuto ristrutturare il debito, sceso adesso a 190 milioni, con quattro banche italiane.

PALAZZINARI DI STATO E MULTIMPRENDITORI
A questo ircocervo pubblico-privato, la Eur Spa appunto, non è bastato assecondare i progetti urbanistici più ambiziosi delle amministrazioni rutellian-veltroniane. In un crescendo di vitalità, sotto Alemanno la società di quartiere ha tentato di richiamare sulle strade di Roma sud il gran premio di Formula Uno contornando il potenziale business da un miliardo di euro con torri altissime. Sono state cancellate, insieme al gran premio.

Mancini Eur

Sì, nelle ultime stagioni Eur spa si è messa a fare il costruttore. Con spregiudicatezza è andata ad abbattere il pezzo più ingombrante del suo patrimonio, il Velodromo ciclistico dove nei Sessanta trionfava Antonio Maspes: milletrecento cariche di tritolo contro ogni vincolo e il mausoleo del ciclismo è andato giù.

Per quella distruzione gli amministratori di Eur Spa sono incappati in due inchieste giudiziarie: per una, la diffusione di amianto nell'aria, il pm Terracina ha appena mandato a processo un tecnico della società. Spianata l'area, l'ente ha messo mano a progetti di sviluppo immobiliare di case di pregio. Quattro palazzi da cinque piani li ha previsti sul catino dell'ex Velodromo e altri tre palazzi (nove e quattordici piani) al vicino Torrino, quartiere nato tredici anni fa e solettato di cemento senza soluzione di continuità. Walter Veltroni voleva piscine in quest'area, l'ente sotto Alemanno ha trasformato il progetto in palazzoni.

Qui e all'ex Velodromo costruirà la romana Condotte spa: socia con Eur spa nel consorzio Aquadrome e invece controllata da Eur spa nella costruzione delle opere di Fuksas. Iniziano i conflitti. Ancora, la spa-quartiere ha acquistato terreni fuori dal Pentagono dell'Eur, sulla Laurentina: vuole proseguire la sua attività immobiliare nel resto della città. Va detto che in questo quadrante di Roma ci hanno già pensato i palazzinari storici a regalare lo stesso profilo - edifici alti con balconi profondi - a chilometri di orizzonte: negli ultimi trent'anni da Tor Pagnotta al mare sono stati sversati 24 milioni di metri cubi di cemento.

Non è finita, Eur Spa - che dovrebbe essere solo il custode di un patrimonio storico-artistico straordinario - oggi si è lanciata in cento attività profittevoli e lontane dalla sua natura: vuole produrre energia alternativa, realizzare la banda larga del quartiere e gestire la trasformazione del waterfront di Ostia, il suo lungomare, quindi curare il recupero delle architetture razionaliste al Foro Italico e nel centro storico di Latina.

eur roma

Ecco, l'ente dell'Eur con la forza patrimoniale che gli consente forti indebitamenti con le banche, la protezione politica e istituzionale che gli è garantita dai soci pubblici e la libertà d'azione possibile grazie alla trasformazione in spa, oggi si è messa a vendere appartamenti con i pavimenti in teak e la raccolta differenziata pneumatica.

Si è messa a fare l'imprenditore tout court: ambiente, rifiuti, riciclaggio, telefonia. È diventato un fornitore di servizi ben remunerato e può indicare un'idea di politica locale futura con questo centrodestra al potere: l'ente privato porta i soldi ai comuni e, quindi, piega alle sue esigenze le politiche nel territorio in cui opera. Costruisce dove vuole, innanzitutto. Eur spa, nata con il centrosinistra nel 1999, oggi è un esempio (clonabile) di privatizzazione di una porzione di territorio.

L'ASSUNZIONE DI SOCI E AMICI
Ma chi è Eur spa? Da chi è fatta? Perché negli ultimi dodici anni è diventata così potente? L'ente è presieduto da un imprenditore forzista come Pierluigi Borghini, battuto da Francesco Rutelli quando si candidò, nel 1997, a sindaco di Roma. Molto impegnato dall'attività golfistica, Borghini negli uffici di largo Testa è aiutato da tre assistenti. Neppure Alemanno. L'amministratore delegato, vero motore della struttura, dal luglio 2009 è Riccardo Mancini, 52 anni, imprenditore nato, cresciuto e residente all'Eur con quote di proprietà in 24 società (più quattro in liquidazione).

FRANCO PANZIRONI

Il nonno materno, Romolo Zanzi, nel 1916 fondò un'azienda specializzata nel ramo riscaldamento che alla ?ne dei Novanta fatturava 160 miliardi. Con l'ingresso in Eur, l'ad Mancini ha aggiunto ai ruoli nelle società di famiglia sette cariche "pubblico-private". Ovvero, è amministratore delegato di Eur Spa, Eur Congressi Roma (gestirà la Nuvola), EurFacility (manutenzione del palazzo delle Poste) ed Eur Tel (cablatura telefonica del quartiere), presidente di Aquadrome (i costruttori all'ex Velodromo) ed Eur Power (energia e teleriscaldamento), poi consigliere di Marco Polo (la società che cura i beni del territorio). Come amministratore della holding, Mancini denuncia uno stipendio di Stato di 185 mila euro. Il resto, dice, sono gettoni di presenza.

Bene, andando a controllare le private intraprese dell'amministratore pubblico si scopre, intanto, che a ogni presente e futura attività della "galassia Eur" corrisponde un'azienda che lavora in quel settore sotto il controllo di Mancini. Energia e teleriscaldamento attraverso Eur Power? Il Mancini imprenditore ha posseduto quattro società che si occupano di commercio di combustibili per riscaldamento e una che costruisce apparecchi per la produzione di elettricità.

Investimenti immobiliari all'ex Velodromo? Mancini possiede azioni dell'immobiliare Castel Di Leva. Con Ama e Acea gestisce i rifiuti dell'Eur? In questo campo l'ingegnere meccanico Mancini è socio unico della Società generale rifiuti e presidente della Treerre, "recupero, riciclaggio, riutilizzo", di cui rilevò le quote da Franco Berbabé.

Fuksas

Uno dei cavalli di battaglia delle politiche di Eur spa è "l'espansione a mare" di mussoliniana memoria e, segnatamente per l'ad Mancini, lo sviluppo del quadrante Fiumicino. Il manager pubblico nel privato è stato consigliere della Fiumicino servizi. L'uomo si è poi costruito una solida fama per aver ristrutturato il debito della Eur Spa, ma la gavetta l'aveva fatta nella sua Gefi fiduciaria romana.

E poi è un esperto creatore di scatole pubbliche, spa e srl. L'esperienza, qui, Mancini l'aveva fatta nel suo Consorzio Gspa "per pubbliche amministrazioni in liquidazione". Di tutte queste società Mancini, da quando è stato nominato manager pubblico all'Eur, non ha mollato un'azione. Anzi, alcune le ha avviate in prossimità della sua nomina all'ente pubblico.

Potrebbe sembrare l'uomo scelto per mettere a servizio del pubblico le esperienze fatte nel privato, Riccardo Mancini. Entrando nel dettaglio delle sue attività si scopre, però, che l'ingegnere prima di diventarne amministratore è stato consulente di Eur spa per il gp di Formula Uno.

PIERLUIGI BORGHINI

Che, da amministratore, ha attivamente spinto. I conflitti di interesse del manager alemanniano - ha finanziato personalmente la campagna elettorale del sindaco nel 2006 e ne è stato uno dei tesorieri per quella del 2008 - diventano palesi quando si scopre che in due società private di Mancini è consigliere e in una terza azionista e amministratrice Emilia Fiorani. E chi è questa signora 46enne? La compagna di Carlo Pucci.

E chi è Carlo Pucci? È il tabaccaio di viale Europa, strada centrale del quartiere, che con l'arrivo di Mancini alla guida di Eur spa è diventato il direttore marketing dell'ente. Il marketing è decisivo in Eur Spa, la cattura di nuovi affitti è missione primaria per la tenuta dei bilanci. E perché l'amministratore delegato Mancini sistema ai vertici dell'ente l'ex marito di una socia che per curriculum ha una lunga esperienza in tabaccheria? Ci sono ragioni d'affari, seguendo le visure camerali.

Ma, vedremo più avanti, anche di politica condivisa in gioventù e in tempi adulti. È interessante notare, ancora, come la Fiorani e Mancini abbiano controllato nel tempo la stessa società che vende chincaglieria varia: si chiama E42, come l'Esposizione universale del 1942 di cui oggi l'ingegnere - con il vestito del manager di Stato - amministra i lasciti.

L'UOMO DI TANGENTOPOLI
E chi c'è nell'ultima Eur spa, quella protetta da Alemanno, dove sono stati mandati via i tecnici qualificati e sono entrati i tabaccai di estrema destra? Sono stati esautorati i dirigenti storici per far posto a Dario Panzironi figlio di Franco, amministratore delegato di Ama, la società pubblica che pulisce le strade della capitale. Per la Parentopoli romana, l'assunzione di uomini vicini al sindaco nelle aziende municipalizzate, Panzironi senior è indagato per abuso d'ufficio. Il manager è consigliere della società Marco Polo satellite della potente Eur spa e suo figlio Dario, già portaborse in Comune, ora è funzionario proprio dell'Eur Spa con un contratto a tempo indeterminato. Mancini ha estratto il suo nome tra sessanta curriculum ricevuti.

LE NUOVE TORRI DELL EUR

La filiazione ad libitum di nuove realtà pubblico-private figlie di Eur spa ha portato nei ruoli di controllo delle società "a cascata" sempre agli stessi uomini. Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, manager fedele a Gianni Letta, è presidente del collegio sindacale in sette "Eur-qualcosa" su sette. Controlla lui che sia tutto in ordine. E presidente della Marco Polo spa, fino a poche settimane fa, è stato Paolo Togni, sistemato da Alemanno in Comune alla direzione delle Politiche ambientali, nuclearista per convinzione ed estrazione professionale, coinvolto nel 2007 nelle inchieste sulla ricostituzione della loggia P2.

Togni ha lasciato "Marco Polo" accusando la società di fare gli interessi di terzi. Infine, del "gruppo Mancini" fa parte Angelo Jacorossi, la Tangentopoli del 1992, un miliardo e mezzo (in lire) pagate per riscaldare le case Iacp di Roma. L'imprenditore oggi amministra una società, la Saccir, di cui è stato a lungo consigliere il nostro ingegner Mancini. Ma Jacorossi è anche l'amministratore di Eur Power: sta lanciando la "smart grid", l'autosufficienza energetica del quartiere. Come dice Riccardo Mancini, avanguardista nero della prima ora: "Noi dell'Eur siamo una macchina guerra".

IL VIDEO DELL'INTERVISTA ALL'AD RICCARDO MANCINI
http://tv.repubblica.it/copertina/i-padroni-dell-eur/68788?video=&ref=HREC1-2

 

OBAMA D’ARABIA - A SEI MESI DALL’INIZIO DELLE RIVOLTE NEI PAESI ISLAMICI, BARACK CAPISCE L’ANTIFONA E ATTACCA ISRAELE: “DEVE TORNARE AI CONFINI DEL 1967” - NETANYAHU NON GRADISCE, L’ANP SÌ, HAMAS LO STRONCA - POI COME UN BERLUSCONI QUALUNQUE L’AFFONDO AI DITTATORI MEDIORIENTALI COI QUALI DUE ANNI FA AVEVA TENTATO IL DIALOGO: “L’AMERICA SOSTIENE LE LOTTE IN TUTTO IL MEDIO ORIENTE” E GUARDA CASO LA “MULTIETNICA DEMOCRAZIA IRACHENA HA UN RUOLO DA GIOCARE”…

$
0
0

1 - ALLE NUOVE GENERAZIONI...
Maurizio Molinari per "La Stampa"

obama

Sostegno alle riforme, sfida ai dittatori, partnership economica con Medio Oriente e Nord Africa, e rilancio del negoziato israelo-palestinese. Sono i quattro pilastri della posizione americana sui «grandi cambiamenti in atto» grazie alle rivolte arabe che Barack Obama illustra parlando per quasi 60 minuti dalla Franklyn Room del dipartimento di Stato.

È il richiamo alla questione israelo-palestinese, che il Presidente fa sul finire del suo discorso, a suscitare le reazioni delle parti in causa. Obama ammette le «attese deluse» per il fallimento di due anni di negoziati - che hanno portato alle dimissioni dell'inviato George Mitchell - ma non si dà per sconfitto e rilancia in avanti la sfida per «raggiungere la soluzione di due Stati per due popoli», con uno Stato palestinese «smilitarizzato», avanzando una ricetta negoziale che terrà banco sin dall'incontro odierno alla Casa Bianca con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

netanyahu

È la prima volta che un Presidente americano si assume la responsabilità di formulare un approccio negoziale, senza lasciarlo al Segretario di Stato o inviati speciali, ed ecco di cosa si tratta: «Serve un accordo su confini e sicurezza per rinviare a dopo i temi più emotivi di Gerusalemme e dei profughi palestinesi».

E per confini Obama intende quelli «del 1967 con scambi di territori concordati fra le parti». L'intento è accelerare la pace ove possibile. Il rimprovero a Israele è di «aver ripreso la costruzione di insediamenti» e all'Autorità nazionale palestinese di «aver siglato un accordo con Hamas che non riconosce Israele» come di perseguire una dichiarazione di indipendenza attraverso l'Onu e non un accordo con la controparte. «Serviranno risposte nelle prossime settimane» chiede Obama, dimostrandosi convinto che «i cambiamenti in atto possono far accelerare la pace».

L'affondo nulla toglie al fatto che il focus è la primavera araba sospinta dal vento delle rivolte. È a questo tema che il capo della Casa Bianca dedica gran parte dell'intervento. A quasi sei mesi dal gesto di ribellione con cui un venditore di frutta tunisino innescò «un cambiamento straordinario», il Presidente sceglie di dare seguito al discorso al Cairo del giugno 2009 per illustrare «la risposta degli Usa a quanto sta avvenendo».

Il discorso è tradotto simultaneamente in arabo, persiano ed ebraico affinché il messaggio sia lo stesso per tutta la regione. La premessa è la sconfitta di Osama bin Laden perché era «un assassino di massa che era contro la democrazia» ed «aveva già perso quando lo abbiamo trovato» perché le rivolte dal Cairo a Bengasi «chiedono democrazia, non perseguono la violenza» e «sono riuscite a ottenere più cambiamenti in sei mesi che il terrorismo in anni di stragi».

Abu Mazen

Obama si rivolge alla «nuova generazione» composta dai «giovani di Sana'a che cantano "la notte sta finendo"» e dalle donne siriane «che ai primi colpi ricevuti hanno detto di aver provato dignità». Sono tali rivolte «a favore di diritti e libertà» a «offrire una storica opportunità» a Medio Oriente e Nord Africa che gli Usa si propongono di sostenere impegnandosi in tre direzioni: «Opposizione all'uso della violenza contro i civili, difesa dei diritti universali degli individui e sostegno alle riforme economiche».

Da qui l'approccio duro a despoti e dittatori. Se contro Gheddafi l'intervento militare è stato «necessario perché minacciava orrendi massacri», il monito al siriano Bashar Assad è di «smettere di sparare sulla gente, aprire le porte ad osservatori umanitari e consentire le riforme» cessando di «imitare l'Iran nelle tattiche di repressione».

È l'occasione per indicare in Teheran la capitale che «per prima ha represso i manifestanti» nel giugno 2009, dimostrandosi «ipocrita» perché «reprime le rivolte in casa e esprime sostegno per quelle degli altri» come in Egitto. «Anche il popolo iraniano merita che le sue aspirazioni siano ascoltate» sostiene l'inquilino della Casa Bianca, rincarando la dose alla volta del regime di Teheran per «il sostegno al terrorismo» ed il programma nucleare che continua a dispetto dei divieti nelle risoluzioni dell'Onu.

Il premier di Hamas Ismail Haniyeh

Ai governanti di Yemen e Bahrein, alleati di Washington, Obama chiede di «mantenere le promesse di transizione» mentre è all'intera regione che si rivolge quando invoca «libertà di religione» per ogni minoranza, dagli sciiti in Bahrein ai copti in Egitto, così come «rispetto per i diritti delle donne perché ove ciò avviene c'è più prosperità».

Parlando delle rivolte, esalta il ruolo dei nuovi media: «La televisione satellitare e Internet forniscono una finestra su un mondo che fa progressi incredibili in luoghi come India, Indonesia e Brasile». L'accento è su «telefoni cellulari e le reti sociali che permettono ai giovani di collegarsi, facendo emergere una nuova generazione la cui voce ci dice che il cambiamento non può essere negato», sottolinea con un'enfasi voluta.

GHEDDAFI IN TV

Fra le novità positive include anche la «multietnica democrazia irachena» spiegando che «ha un ruolo da giocare» nel cambiamento in atto: una frase che rivaluta a posteriori il lavoro svolto dall'amministrazione Bush a Baghdad. Da qui il tassello a cui Obama tiene di più ovvero il sostegno allo sviluppo economico delle nascenti democrazie: aperture commerciali a Tunisia e Egitto, cancellazione di un miliardo di debito del Cairo e un piano di sviluppo redatto dall'Fmi che verrà approvato dal G8 della prossima settimana.

2 - NETANYAHU DICE NO "SAREBBE A RISCHIO LA NOSTRA SICUREZZA"...
Aldo Baquis per "
La Stampa"

mubarak

Sorpresa e irrigidimento di Israele; apprezzamento dell'Anp; indignazione di Hamas: questi i sentimenti innescati dal presidente Barack Obama quando ieri ha enunciato la propria visione di pace in Medio Oriente basata sulla costituzione di uno Stato palestinese, indipendente e smilitarizzato, lungo le linee armistiziali in vigore fino alla guerra dei Sei giorni (1967), con scambi concordati di terreni con Israele.

ahmadinejad

Mentre il Presidente parlava, il premier Benyamin Netanyahu era in una saletta dell'aeroporto Ben Gurion (Tel Aviv) in partenza per Washington, dove oggi incontrerà Obama. Il discorso presidenziale a quanto pare lo ha colto di sorpresa, lo ha sbilanciato.

Poco prima del decollo Netanyahu ha polemizzato sia con Obama, sia con il presidente dell'Anp Abu Mazen. Al primo ha ricordato che nel 2004 il presidente

George Bush si era impegnato per iscritto con Ariel Sharon che gli Stati Uniti non avrebbero chiesto ad Israele un ritorno alle linee del 1967 «perché indifendibili». In quella lettera si esprimeva comprensione per la necessità di Israele di annettere, nel contesto di accordi di pace, alcune zone omogenee di insediamento in Cisgiordania a fini difensivi.

BASHAR ASSAD

Il premier ha anche biasimato Abu Mazen per il suo recente accordo di riconciliazione con Hamas, «una organizzazione terroristica che punta alla distruzione di Israele». Secondo Netanyahu, Abu Mazen cerca di ottenere dall'Onu la proclamazione di uno Stato palestinese non a fini di pace, «ma al contrario per prolungare il conflitto».

Visto da Ramallah, il discorso di Obama invece è piaciuto. Hanno destato particolare emozione gli espliciti riferimenti americani alle linea del 1967, al concetto che «lo status quo non può durare all'infinito» e che i palestinesi hanno diritto a beneficiare di pace e giustizia. Perplessità è stata invece espressa per l'opposizione di Obama alla proclamazione all'Onu di uno Stato palestinese e per l'assenza nel discorso di un appello esplicito al congelamento degli insediamenti ebraici. Proprio ieri, mentre il Presidente parlava, il municipio di Gerusalemme ha autorizzato la costruzione di 1500 nuovi alloggi a Har Homa e Pisgat Zeev, due rioni ebraici che si trovano oltre le linee del 1967.

bahrain in piazza

Da parte loro ai portavoce di Hamas sono bastati pochi minuti per stroncare l'intera visione di Obama «reo», ai loro occhi, di avere troppo a cuore le necessità di sicurezza di Israele. Ancora nei giorni scorsi un dirigente di Hamas, Mahmuda-Zahar, ha stimato che i negoziati fra Anp e Israele sono del tutto futili e che l'unica opzione praticabile è quella della lotta armata a oltranza.

La rivolta libica

Malgrado la prima reazione irritata di Netanyahu e del suo entourage, il testo della Casa Bianca echeggiava diversi temi ricorrenti negli interventi del premier. Fra questi: la necessità di strette misure di sicurezza a difesa di Israele e di un ritiro solo graduale dalla Cisgiordania (dove abitano oltre 300 mila ebrei); l'opposizione alla proclamazione di uno Stato palestinese al di fuori di precise intese con Israele; il ritorno al tavolo dei negoziati; l'obbligo per Hamas di riconoscere Israele e dunque un atteggiamento di velato scetticismo (almeno in questa fase) verso gli accordi di riconciliazione palestinese.

FRONTIERE ISRAELIANE da La Stampa

Anche l'opzione di scambi di terreni, avanzata ieri da Obama, era già stata posta sul tavolo da Ehud Olmert. Lo stesso Netanyahu - che ieri ha ribadito la necessità per Israele di mantenere anche in futuro una presenza militare sul fiume Giordano - ha detto mercoledì alla Knesset, il parlamento israeliano, che Israele dovrà mantenere il controllo nelle zone omogenee di insediamento in Cisgiordania, ma ha lasciato intendere che per le colonie al di là della Barriera c'è di che parlare.

Oggi, da Obama, Netanyahu cercherà di ribadire due concetti centrali: che i palestinesi devono riconoscere Israele come Stato ebraico (sbarrando definitivamente la possibilità di un ritorno in massa di profughi palestinesi) e che i futuri accordi di pace rappresenteranno la conclusione del conflitto. Senza questi pilastri essenziali, l'intero progetto di Obama rischia - secondo Israele - di restare sulla carta.

 

IL MIGLIOR ALLEATO DI SANTORO? MEDIASET! CONTRO \"ANNOZERO\" CONTROPROGRAMMA LA REPLICA DI \"ZELIG\"(13,3%)! STARRING AL GORE, SANTORO VINCE IL PRIME TIME (22,3%) - BATTUTO “UN MEDICO IN FAMIGLIA” (21%) - L’EVERGREEN “LE ALI DELLA LIBERTÀ\" SU RETE4 (10%) BRU-NEO PARLA DI DIETE (18,8%), CAT-ALESSIO (12,5%) - TGMINZO (25,3%), TGMIMUN (18,7%), TGCHICCO (10,6%) - LILLI BOTOX CON GAD E FORMIGONI OLTRE 2 MLN (7,6%)…

Next: 1- ALITALIA NEL PALLONE. COME ALCUNI \"PATRIOTI\", ANCHE AIRFRANCE-KLM SVALUTA LA SUA PARTECIPAZIONE: 40 MILIONI. NON SOLO: I FRANCESI CON LE ALI ESCLUDONO PER IL 2012 L’INTENZIONE DI AUMENTARE LA QUOTA DEL 25% DETENUTA DENTRO LA COMPAGNIA NON è FINITA. ROCCO SABELLI LASCIA L’AZIENDA NEL FEBBRAIO DEL PROSSIMO ANNO 2- DOPO LA BRECCIA DI PISAPIA, PDL ATTACK E TREMONTI FA RETROMARCH. NEL SUK DEL BALLOTTAGGIO L’IMPEGNO PER UNA GRANDE RIFORMA FISCALE SUONA TARDIVO E SOSPETTO 3- LA PRIMA CAMBIALE DA PAGARE PER FASSINO È QUELLA DI METTERE CHIAMPARINO SULLA POLTRONA DELLA COMPAGNIA SAN PAOLO MA ORA CIRCOLA IL NOME DI ZAGREBELSKY 4- \"CURRENT\" TANTE ROGNE PER SKY: DA AL GORE AI CENTRALINI AGLI SCIOPERI INTERNI 5- CALTARICCONE NON È AFFATTO COMPIACIUTO DEL MONUMENTO DI \"PANORAMA\" 6- DRAGHI NON HA GRILLI PER LA TESTA. E PREFERISCE IGNAZIO VISCO A SACCOMANNI
$
0
0

Ornella Petrucci per "Il Velino"

michele santoro anno zero

In 5 milioni 876 mila telespettatori, con il 22,30 per cento di share, hanno visto ieri in prima serata su Rai2 il talk di Michele Santoro "Annozero": è stato il programma più visto della giornata.

Su Rai1 bene la dodicesima puntata di "Un medico in famiglia 7" che ha totalizzato 5 milioni 463 mila telespettatori e il 21,04 per cento di share: il primo episodio, "La fuga", ha raccolto 5 milioni 542 mila telespettatori e il 19,58 per cento di share; mentre il secondo, "Due proposte di matrimonio", 5 milioni 397 mila telespettatori e il 22,47 per cento di share. Su Canale5 "Zelig Svisti e Mai Visti" ha ottenuto 3 milioni 373 mila telespettatori e il 13,30 per cento di share.

Al Gore

Su Rete4 il film "Le ali della libertà", di Frank Darabont, con James Whitmore, Tim Robbins, Clancy Brown e Morgan Freeman, ha realizzato 2 milioni 433 mila telespettatori e il 10,28 per cento di share. Su Italia1 "CSI: Scena del crimine" ha convinto 2 milioni 307 mila telespettatori, con l'8,39 per cento di share. Su Rai3 "Desperate Housewives" ha interessato un milione 213 mila telespettatori, con il 4,55 per cento di share. Su La7 il reality "Sos Tata" ha registrato 689 mila telespettatori e il 2,56 per cento di share.

In seconda serata "Porta a Porta", in onda su Rai1 dalle 23.39, ha riportato il 18,80 per cento di share, con un milione 579 mila telespettatori. Su Canale5 il competitor "Matrix", in onda dalle 23.44, ha siglato il 12,57 per cento di share, con 895 mila telespettatori. Su Rai3 "Parla con me", in onda dalle 23.29, è stato seguito da un milione 219 mila telespettatori, con l'8,12 per cento di share. Su Italia1 "Le Iene", in onda dalle 23.53, ha totalizzato (inclusa la presentazione) 975 mila telespettatori e l'11,50 per cento di share.

BISIO CORTELLESI

Su Rai2 "La storia siamo noi", in onda dalle 23.56, ha realizzato 594 mila telespettatori e il 6,80 per cento di share. Su Rete4 il film "Complicità e sospetti", di Anthony Minghella, con Jude Law, Martin Freeman, Juliette Binoche e Robin Wright Penn, in onda dalle 0.12, ha siglato il 7,76 per cento di share, con 466 mila telespettatori. Su La7 il programma "Effetto domino 2020", in onda dalle 23.44, ha registrato 114 mila telespettatori e l'1,19 per cento di share.

GRUBER LILLI

Sul fronte dei tg delle 20: il Tg1 ha raccolto 5 milioni 519 mila telespettatori e il 25,34 per cento di share; il Tg5 ha ottenuto 4 milioni 120 mila telespettatori e il 18,76 per cento di share; il TgLa7 ha realizzato 2 milioni 349 mila telespettatori e il 10,65 per cento di share. Nel preserale "L'eredità", in onda su Rai1 dalle 18.48, si è imposto totalizzando 3 milioni 658 mila telespettatori e il 25,40 per cento di share.

BRUNO VESPA

In access prime time "Striscia la notizia", in onda su Canale5, ha registrato 5 milioni 392 mila telespettatori e il 20,19 per cento di share. Su Rai1 ha raccolto 5 milioni 111 mila telespettatori e il 19,25 per cento di share "Affari tuoi", preceduto da "Qui Radio Londra" che ha realizzato 4 milioni 221 mila telespettatori e il 17,12 per cento di share. Su La7 il talk "Otto e mezzo" è stato seguito da 2 milioni mille telespettatori, con il 7,69 per cento di share. Nel pomeriggio "Beautiful", in onda su Canale5 dalle 13.40, ha interessato 3 milioni 714 mila telespettatori, con il 21,43 per cento di share.

 

1- ALITALIA NEL PALLONE. COME ALCUNI \"PATRIOTI\", ANCHE AIRFRANCE-KLM SVALUTA LA SUA PARTECIPAZIONE: 40 MILIONI. NON SOLO: I FRANCESI CON LE ALI ESCLUDONO PER IL 2012 L’INTENZIONE DI AUMENTARE LA QUOTA DEL 25% DETENUTA DENTRO LA COMPAGNIA NON è FINITA. ROCCO SABELLI LASCIA L’AZIENDA NEL FEBBRAIO DEL PROSSIMO ANNO 2- DOPO LA BRECCIA DI PISAPIA, PDL ATTACK E TREMONTI FA RETROMARCH. NEL SUK DEL BALLOTTAGGIO L’IMPEGNO PER UNA GRANDE RIFORMA FISCALE SUONA TARDIVO E SOSPETTO 3- LA PRIMA CAMBIALE DA PAGARE PER FASSINO È QUELLA DI METTERE CHIAMPARINO SULLA POLTRONA DELLA COMPAGNIA SAN PAOLO MA ORA CIRCOLA IL NOME DI ZAGREBELSKY 4- \"CURRENT\" TANTE ROGNE PER SKY: DA AL GORE AI CENTRALINI AGLI SCIOPERI INTERNI 5- CALTARICCONE NON È AFFATTO COMPIACIUTO DEL MONUMENTO DI \"PANORAMA\" 6- DRAGHI NON HA GRILLI PER LA TESTA. E PREFERISCE IGNAZIO VISCO A SACCOMANNI

$
0
0

1 - LA BATTAGLIA È PASSATA DAGLI INSULTI ALLE PICCOLE PROMESSE, E NEL SUK DEL BALLOTTAGGIO L'IMPEGNO PER UNA GRANDE RIFORMA FISCALE SUONA COMUNQUE TARDIVO E SOSPETTO
Giulietto Tremonti avrà pure tanti difetti (primo fra tutti un insopportabile pesantezza dell'essere) ma nessuno dubita che sia un uomo colto.
Se lo interrogate sulla Rivoluzione Francese vi potrà raccontare a memoria i giorni terribili del Termidoro quando la ghigliottina tagliò la testa a Robespierre e ad altri protagonisti del Terrore.

BOSSI BERLUSCONI TREMONTI rio big

Sarebbe in grado anche di spiegarvi che in realtà la ghigliottina è stata usata per la prima volta in Inghilterra nel 1307 e un esemplare è conservato al British Museum. Qualcuno aggiunge di aver visto Giulietto in visita al curioso museo della Polizia Penitenziaria che si trova a Roma in via Giulia dove è esposta la mannaia di Mastro Titta, il boia che durante lo Stato Pontificio fece 516 "servizietti" ricordati nella commedia musicale "Rugantino" di Garinei e Giovannini.

In queste ore l'ex-tributarista di Sondrio non ha alcuna voglia di farsi decapitare e tantomeno di sfilare sulla passerella milanese dove donna Letizia Moratti è scivolata rovinosamente. Dai febbrili conciliaboli tra i leader "barbari" del Carroccio Giulietto ha capito che deve aspettare il suo turno perché non è ancora arrivato il momento di raccogliere l'eredità del Cavaliere silenzioso. Come spiega oggi Francesco Verderami sul "Corriere della Sera" la staffetta va rimandata e Bossi avrebbe tagliato corto dicendo "non siamo pronti. Non ci sono le condizioni".

Attilio Befera

Forse questa opinione del leader che ieri ha definito "pazzo" il timido Pisapia, potrebbe cambiare di colpo all'indomani del ballottaggio, e per adesso Giulietto preferisce limitarsi a qualche segnale di buona volontà che non comprometta le sue chances. Come Dagospia e altri hanno scritto prima delle elezioni di domenica, era inevitabile che da Palazzo Chigi e dal Pdl partissero siluri nei confronti del ministro che avrebbe potuto dare un segno forte sul tema caldo delle tasse.

È questa la ragione per cui l'immensa cultura economica che si porta addosso gli ha fatto invocare ieri un fisco più umano e privo di quelle ganasce che impediscono l'uso dell'auto. L'invito era rivolto soprattutto ai Comuni piuttosto che a Equitalia dove regna indiscusso Attilio Befera, autore di un articolo dai toni alati apparso pochi giorni fa sul "Sole 24 Ore". Qualcuno ritiene che dal cervello rutilante del ministro si poteva attendere qualcosa di più di questo granellino di indulgenza nei confronti dei cittadini e delle imprese che tra multe e cartelle pazze sono decapitati senza pietà.

Bisogna capirlo però Giulietto che con la sua prudenza alza il velo sulla necessità di "una profonda riforma del sistema fiscale" e cerca di alzare il tono delle polemiche milanesi. Certo, il discorso delle ganasce è piuttosto modesto e va di pari passo con quello dell'abolizione dell'Ecopass proposto ieri da donna Letizia Moratti. Non si sa se questa idea stupenda dell'Ecopass sia nata per suggerimento di Paolo Glisenti, il consulente ripescato a Palazzo Marino che, secondo il quotidiano "MF", durante la prima riunione a porte chiuse avrebbe ordinato agli assessori di tenere la bocca chiusa.

LETIZIA MORATTI SUBITO DOPO AVER VOTATO

Resta il fatto che la battaglia è passata dagli insulti alle piccole promesse, e nel suk del ballottaggio l'impegno per una grande riforma fiscale suona comunque tardivo e sospetto.

2 - LA PRIMA CAMBIALE DA PAGARE PER PIERO FASSINO È QUELLA DI METTERE CHIAMPARINO SULLA POLTRONA DELLA COMPAGNIA SAN PAOLO MA CIRCOLA IL NOME DI GUSTAVO ZAGREBELSKY
Le madame torinesi che prendono il tè nei bar di piazza San Carlo si interrogano sul futuro di Sergio Chiamparino, il sindaco che ha guidato la città per 10 anni e ha portato al trionfo Piero Fassino.

Il vento del Nord ha messo le ali a quest'uomo dall'aria modesta che già nel 2008 era salito al primo posto nella classifica dei migliori sindaci italiani. Dai tavolini di piazza San Carlo il problema rimbalza nelle mani di Piero Fassino e di Bersani che adesso dovranno pagare la loro cambiale al 63enne politico di Moncalieri.

PAOLO GLISENTI

È un problema imbarazzante sul quale si dovranno fare i conti con chi nel Partito Democratico non digerisce l'idea di un PD "padano" che metta ai margini i busti storici di D'Alema e Veltroni. Molto dipenderà dai risultati del ballottaggio milanese che con il successo di Pisapia potrebbe spalancare le porte di un nuovo corso foriero di novità.

Il primo comunque a pagare la cambiale dovrà essere Piero Fassino e già circola la voce che il filiforme sindaco potrebbe offrire a Chiamparino la poltrona della Compagnia San Paolo, un'autentica roccaforte della finanza locale.

SERGIO CHIAMPARINO - copyright Pizzi

A scrivere così è anche il "Sole 24 Ore" di oggi che spiega come le manovre per la successione all'attuale presidente Angelo Benessia partiranno da ottobre e che il mandato dell'avvocato d'affari scadrà soltanto il prossimo anno. Negli ambienti torinesi sono in molti a non aver ancora digerito l'arrivo di Benessia negli uffici della Compagnia San Paolo che affacciano su piazza San Carlo, primo fra tutti il massiccio Enrico Salza che per decenni ha rappresentato nella finanza la versione ridotta della Mole Antoneliana. C'è anche chi non dimentica che la scelta di Benessia (già vicepresidente di Rcs, consigliere di Telecom e di Fiat) fu voluta proprio da Chiamparino dopo un colloquio nella villa di Salza alle pendici del Monte Bianco.

Tra i tavolini dei bar di piazza San Carlo adesso si riparla con insistenza di un ritorno sulla scena del vecchio Salza che vorrebbe pilotare la successione a Benessia. E il nome che circola non è quello di Chiamparino ma di Gustavo Zagrebelsky, il costituzionalista di origine russa che tra libri, televisioni e convegni (è presidente della Biennale Democrazia) è diventato una star. Il suo nome spuntò già nell'inverno 2008 come alternativa a quello dell'avvocato d'affari Benessia e fu proprio Salza a sponsorizzarlo con calore.

PIERLUIGI BERSANI PIERO FASSINO

Toccherà a grissino-Fassino sciogliere il nodo pur sapendo che il sindaco uscente scalpita dalla voglia di fare politica e di presentare la sua cambiale prima a Bersani poi ai maggiorenti torinesi.

3 - QUANTE ROGNE PER SKY
Nel palazzo di vetro di Sky sulla via Salaria c'è molta irritazione per l'attacco condotto ieri sera ad "Annozero" dall'ex-vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore.

Augusto Benessia

Più che alla mole imponente di questo "Big Jim" che con la sua stazza superava di due volte quella di Marco Travaglio, i dirigenti di Sky hanno rivolto l'attenzione a quelli che definiscono autentici spropositi che Al Gore ha pronunciato in difesa del canale "Current".

I collaboratori di Tom Mockridge, il manager neozelandese che dal maggio 2003 guida le attività europee e italiane di Rupert Murdoch, contestano duramente l'accusa di censura politica e ricordano che "Current" ha avuto nel 2011 una media di 2.952 telespettatori con una perdita del 20% rispetto all'anno precedente.

Gustavo Zagrebelsky foto La Presse

Questi tuttavia non sono gli unici guai di Sky perché in queste ore l'emittente è sottotiro per una serie di scioperi che hanno coinvolto i giornalisti e i tecnici. Oggi si dovrebbe tenere un incontro del Comitato di redazione da cui potrebbe venir fuori uno sciopero di cinque giornate che rischia di compromettere anche la trasmissione dell'ultima partita di campionato.

Ma non finisce qui perché lunedì davanti a Palazzo Chigi il nome di Sky apparirà sui cartelli di 1.470 persone terribilmente incazzate. Sono gli operatori dei call center che fanno capo alla multinazionale francese Teleperformance alla quale Sky e Alitalia hanno affidato la gestione dei call center. L'azienda francese ha trasferito gran parte delle sue commesse in Albania, poi ha annunciato pochi giorni fa il licenziamento degli operatori impegnati nei call center di Taranto, Roma e Fiumicino.

Al Gore

Ai piani alti di Sky questa grana è motivo di preoccupazione perché sembra che presto Teleperformance non potrà garantire gli stipendi. In questo caso i call center di Sky dai quali passano anche gli abbonamenti sarebbero muti. Con grave danno per l'azienda.

4 - UN BRUTTO "PANORAMA" PER CALTARICCONE NON È AFFATTO COMPIACIUTO PER I DUE ARTICOLI CON I QUALI L'ULTIMO NUMERO DI HA VOLUTO COSTRUIRGLI UN MONUMENTO
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che Francesco Gaetano Caltagirone, per gli amici Caltariccone, non è affatto compiaciuto per i due articoli con i quali l'ultimo numero di "Panorama" ha voluto costruirgli un monumento.

Il tono esageratamente enfatico e i dettagli sulla sua vita privata vanno in controtendenza rispetto al profilo basso che l'imprenditore romano si è costruito negli anni. L'unica frase che gli è piaciuta è quella in cui si legge che Caltariccone ritiene i giornalisti "inaffidabili perché scrivono troppo".

Rupert Murdoch con telecomando Sky

5 - ALITALIA NEL PALLONE
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che la cordata dei patrioti italiani messa in piedi dal genio di Corradino Passera per salvare l'Alitalia è in preda a profonda inquietudine.

MOCKRIDGE

Alcuni di loro hanno già svalutato le partecipazioni nella Compagnia iscritte a bilancio e ieri anche AirFrance ha tagliato di 40 milioni il valore della sua partecipazione. A questa brutta notizia si aggiungono le parole dell'amministratore delegato di AirFrance-Klm che ha escluso per il 2012 l'intenzione di aumentare la quota del 25% detenuta dentro Alitalia.

All'angoscia dei patrioti italiani si aggiunge quella dell'amministratore delegato Rocco Sabelli che ha annunciato agli amici più intimi la decisione di lasciare l'azienda nel febbraio del prossimo anno".

6- DRAGHI NON HA GRILLI PER LA TESTA. E IGNAZIO VISCO MEJO DI SACCOMANNI
Avviso ai Naviganti N.3. "Si avvisano i Signori naviganti che le quotazioni del pallido Vittorio Grilli per la successione a Draghi stanno calando di giorno in giorno. Oltre all'opposizione di Gianni Letta che lo considera il "figliol prodigio" di Tremonti, anche il Governatore non dimentica di averlo sollevato a suo tempo da Via Nazionale. Secondo gli ultimi rumors Draghi avrebbe" rinfrescato" la memoria anche a Giorgio Napolitano sottolineando il valore di Ignazio Visco e tagliando fuori dalla rosa anche il buon Saccomanni (senza escludere dalla rosa nemmeno un'eventuale candidatura di Anna Maria Tarantola).

 

CHIUDETE IL SARKOFAGO! - \"LE MONDE\": NEMMENO LO SPUTTANAMENTO A MEDIA UNIFICATI DI STRAUSS-KAHN E CARLà INCINTA RIESCONO A SOLLEVARE SARKò IL NANO DELL’ELISEO - CHE IL SUO SFIDANTE SOCIALISTA SIA HOLLANDE O LA AUBRY, GLI ULTIMI SONDAGGI PER LE PRESIDENZIALI DEL 2012 LO DANNO DEFUNTO AL PRIMO TURNO, NON OLTRE IL 21% - RECUPERA SOLTANTO RISPETTO A LE PEN DEL FRONTE NAZIONALE, INCHIODATA AL 17% - ETERNO OBLIO PER SEGOLENE ROYAL...

Previous: 1- ALITALIA NEL PALLONE. COME ALCUNI \"PATRIOTI\", ANCHE AIRFRANCE-KLM SVALUTA LA SUA PARTECIPAZIONE: 40 MILIONI. NON SOLO: I FRANCESI CON LE ALI ESCLUDONO PER IL 2012 L’INTENZIONE DI AUMENTARE LA QUOTA DEL 25% DETENUTA DENTRO LA COMPAGNIA NON è FINITA. ROCCO SABELLI LASCIA L’AZIENDA NEL FEBBRAIO DEL PROSSIMO ANNO 2- DOPO LA BRECCIA DI PISAPIA, PDL ATTACK E TREMONTI FA RETROMARCH. NEL SUK DEL BALLOTTAGGIO L’IMPEGNO PER UNA GRANDE RIFORMA FISCALE SUONA TARDIVO E SOSPETTO 3- LA PRIMA CAMBIALE DA PAGARE PER FASSINO È QUELLA DI METTERE CHIAMPARINO SULLA POLTRONA DELLA COMPAGNIA SAN PAOLO MA ORA CIRCOLA IL NOME DI ZAGREBELSKY 4- \"CURRENT\" TANTE ROGNE PER SKY: DA AL GORE AI CENTRALINI AGLI SCIOPERI INTERNI 5- CALTARICCONE NON È AFFATTO COMPIACIUTO DEL MONUMENTO DI \"PANORAMA\" 6- DRAGHI NON HA GRILLI PER LA TESTA. E PREFERISCE IGNAZIO VISCO A SACCOMANNI
$
0
0

Da "Le Monde", "lemonde.fr"
http://bit.ly/lCaV4g

SARKOZY E STRAUSS KAHN

Secondo un sondaggio Ipsos-Logica Business Consulting per Le Monde, France Inter, France 2 e 3, Fracois Hollande e Martine Aubry supererebbero sia Nicolas Sarkozy che Marine Le Pen al primo turno delle presidenziali. Il deputato di Corrèze ad oggi sembra il favorito e occupa una parte dello spazio politico lasciato libero da Strauss-Kahn. L'indagine è stata condotta in due tranches, il 13 e il 14 maggio, prima dell'arresto dell'ex presidente del Fondo monetario internazionale, e poi il 18 maggio, dopo l'arresto.

SARKOZY

I risultati di seguito si riferiscono solo alla seconda tranche. Hollande e Aubry sono molto avanti a Sarkozy al primo turno. Un Francois Hollande candidato per il partito socialista, alla prima tornata elettorale prenderebbe il 29%, contro il 19% di Sarkozy e il 17% di Le Pen. Una Martine Aubry in corsa per l'Eliseo, invece, raccoglierebbe il 27%, contro il 21% dell'attuale presidente e con Le Pen sempre ferma al 17%.

In un sondaggio precedente per Le Monde, a marzo, i due candidati socialisti raccoglievano insieme il 23% delle preferenze. A Strauss-Kahn veniva invece accreditato il 33% dei voti. Aubry e Hollande piacciono agli elettori socialisti praticamente allo stesso modo: il 74% degli intervistati preferisce la prima, il 73% il secondo.

MArtine Aubry

Sarkozy registra una lieve ripresa. Nei due scenari prospettati, Nicolas Hulot (Verdi) sarebbe all'11%, Jean-Louis Borloo (Partito Radicale) al 9%, François Bayrou al 5% e Dominique de Villepin al 3 %. A sinistra del PS, Jean-Luc Mélenchon raccoglierebbe il 4% dei voti.

Marine le pen

Pur rimanendo nettamente arretrato, Sarkozy guadagna qualche punto rispetto a marzo, quando Marine Le Pen veniva data vincente rispetto al presidente. Dai dati di quest'ultimo sondaggio la candidata del Fronte nazionale sembra non ricevere alcun beneficio dall'uscita di scena di Dsk.

Secondo il sondaggio, verrebbe invece battuta al primo turno sia da Sarkozy, sia da Marine Le Pen, l'altra candidata alle primarie del Ps, Segolene Royal. Se fosse lei a correre per l'Eliseo, i voti raccolti sarebbero appena il 16%, contro il 19% del capo di Stato e il 18% della candidata del Fronte Nazionale. Guadagnerebbe voti Hulot (13%). Gli altri: Borloo 12%, Bayrou 7%, De Villepin 6%, Jean-Luc Mélenchon 6%.

segolene royal cor01

Il blocco degli elettori moderati è ancora indeciso, diviso tra i seguenti candidati: Jean-Louis Borloo, François Bayrou, Dominique de Villepin, e in parte Nicolas Hulot. Un 20-25% che sarà decisivo per il primo turno. Costa cara al Nuovo partito anticapitalista (Npa) la rinuncia a candidarsi di Besancenot. Senza di lui l'Npa passa dal 6 all'1%.

 


CALDEROLI S’INVENTA LA “SORPRESA” DI BOSSI E BERLUSCONI - SCAZZO DE MAGISTRIS-LETTIERI NEL CONFRONTO SKY: “AMICO DI COSENTINO”, “HAI ROVINATO LA VITA DELLA GENTE. ONESTO? NON SO” - TUTTI A CACCIA DEL TERZO POLO. QUAGLIARIELLO: “FACCIAMO UN DISCORSO SERIO”; VENDOLA: “COLLABORIAMO” - DONNA MESTIZIA SUI CECI: DISPOSTA A CHIEDERE SCUSA IN CAMBIO DI UN CONFRONTO DIRETTO - I “SUDISTI” LASCIANO I RESPONSABILI E PROMETTONO NUOVI ARRIVI PER SILVIO - AL VIA L’ASSEMBLEA DEI TIPINI FINI (IERI RONCHI A UNA MOSTRA CON FRATTINI E ALEMANNO)…

$
0
0
BOSSI BERLUSCONI

1. AL VIA ASSEMBLEA NAZIONALE FLI CON FINI. AL RESIDENCE RIPETTA ARRIVANO ANCHE URSO E RONCHI...
(ANSA)
- L'assemblea nazionale di Futuro e Libertà, con Gianfranco Fini, ha avviato i lavori al Residence di Ripetta. Alla riunione dell'organismo più importante di Fli, convocato per ratificare la linea sui ballottaggi del partito che si è già espresso per la libertà di voto, prendono parte Adolfo Urso ed Andrea Ronchi, gli esponenti di vertice che hanno invece dichiarato, fin dai primi risultati del voto, di voler appoggiare i candidati del centrodestra, in particolare Letizia Moratti nel ballottaggio del Comune di Milano.

2. RONCHI A SORPRESA A MOSTRA CON FRATTINI E ALEMANNO...
(Adnkronos)
- Apparizione a sorpresa di Andrea Ronchi, al Museo dell'Ara Pacis di Roma, per l'inaugurazione di una mostra dedicata alla collezione d'arte della Farnesina a cui erano presenti il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il sindaco della Capitale Gianni Alemanno. Al suo arrivo all'Ara Pacis, Ronchi, che ieri ha annunciato le dimissioni dalla presidenza dell'Assemblea di Fli, ha abbracciato calorosamente Frattini.

SILVIO BERLUSCONI ROBERTO CALDEROLI GIULIO TREMONTI UMBERTO BOSSI

L'ex ministro delle Politiche comunitarie ha poi seguito il titolare della Farnesina e il sindaco, parlottando con loro, mentre visitavano gli spazi dedicati alla mostra.

3. CALDEROLI, BOSSI-BERLUSCONI PREPARANO GRANDE SORPRESA...
(Adnkronos)
- "Non e' con i comizi che si attirano i voti o meno. Posso solo dire che la prossima settimana ci sara' una grossa sorpresa di Berlusconi e Bossi che cambiera' l'atteggiamento dei milanesi per il ballottaggio". Lo ha detto il ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, intervenuto alla "Telefonata", su Canale 5.

Tuttavia Calderoli non ha voluto svelare niente, evitando qualsiasi anticipazione. "Ci stiamo lavorando -si e' limitato a dire- la sto preparando la sorpresa...".

GIANFRANCO FINI

4. CALDEROLI, SBAGLIATO NON ANDARE A VOTARE DOPO USCITA FLI...
(Adnkronos) -
Dopo l'uscita di Fli dalla maggioranza sarebbe stato meglio fare chiarezza con il voto, evitando l'allargamento delle maggioranza. E' il giudizio che il ministro della Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, offre agli ascoltatori della "Telefonata" su Canale 5 nel fare una valutazione del primo turno delle amministrative e delle conseguenze che il risultato sta portando nella maggioaranza. Era meglio andare alle elezioni qualche mese fa? domanda Maurizio Belpietro.

"Assolutamente si' -risponde il ministro e coordinatore delle segreterie della Lega Nord- adesso i numeri della maggioranza sono rientrati ma credo che il fatto dover sopravvivere per un lungo periodo sia stato condannato da parte degli elettori. Ma io sui ballottaggi mantengo un moderato ottimismo perche' penso che i risultati del primo turno siano un segnale, un avvertimento che gli elettori ci hanno voluto mandare".

ADOLFO URSO

"Io -aggiunge Calderoli- sono assolutamente convinto che a Napoli e Milano possiamo vincere e sono anche convinto del segnale che i singoli elettori ci hanno mandato nella convinzione che, comunque, il Pdl e la Moratti avrebbero vinto. Tanti piccoli segnali, invece, si sono trasformati in una inversione di tendenza".

5. ACCUSE DE MAGISTRIS-LETTIERI IN CONFRONTO TV...
(ANSA)
- Inizia con una stretta di mano e poi finisce in uno scambio di accuse. Gianni Lettieri e Luigi De Magistris si confrontano in tv, su Sky. E' se all'inizio i toni sono pacati, poi è il momento delle accuse. "Ti sei sempre fatto accompagnare da Cosentino che è accusato di associazione per delinquere di stampo camorristico", dice De Magistris. Lettieri risponde: "Le tue inchieste non sono mai andata a buon fine. Hai rovinato la vita della gente e hai utilizzato i soldi pubblici per pagare i danni". E poi ancora "De Magistris uomo onesto? non so", dice Lettieri. E De Magistris contro accusa: "Tu non sei un imprenditore, hai solo fatto fallire le imprese con i soldi pubblici".

RONCHI IL DITOOO

6. MORATTI, PRONTA A CHIEDERE SCUSA SE C'E' CONFRONTO DIRETTO...
(Adnkronos)
- 'Pisapia scappa quando si parla di cose concrete. Io sono pronta a chiedere scusa nel momento in cui c'e' un confronto diretto sui programmi, perche' sui programmi i cittadini milanesi hanno il diritto di avere risposte precise, chiare e concrete'. Lo ha detto Letizia Moratti, sindaco di Milano e candidato al prossimo ballottaggio del 29 e 30 maggio, al Tg regionale della Lombardia di Rai Tre.

7. E. LETTA, LA NON SCELTA DEL TERZO POLO E' PASSO AVANTI...
(Adnkronos)
- "La non-scelta del Terzo Polo, tenuto conto il percorso che ha fatto e da dove viene, la considero una scelta: la scelta di considerare prioritaria la necessita' di far cadere il governo e bloccare questa maggioranza di centrodestra che sta guidando il paese. E' un passo avanti importante". E' l'opinione di Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico, intervistato da Radio Citta' Futura.

PISAPIA-CARELLI-MORATTI

"Il centrosinistra sbaglierebbe a pensare, dopo questo voto, di aver raggiunto l'autosufficienza, perche' non e' cosi' -aggiunge Letta- soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno come la Campania e la Calabria. Per questo e' importante continuare questo percorso tra centrosinistra e Terzo Polo. Non dobbiamo fare l'errore di preparare un'alleanza che governi con pochi voti di scarto, esposta a tutti i ricatti: c'e' bisogno di un patto di governo solido, in grado di affrontare le emergenze di carattere economico e sociale del paese".

Ma il vicesegretario del Pd e' scettico sulla possibilita' che una vittoria di Pisapia a Milano apra una crisi di governo: "Mi sembra difficile che Berlusconi molli vedo piuttosto un esito simile a quello del 2005-2006, quando il governo perse tutte le amministrative ma non riusci' a far altro che tentare di sopravvivere. Piu' che Berlusconi - conclude - e' la Lega che mi sembra molto attaccata al potere romano".

PIER FERDINANDO CASINI

8. VENDOLA, PRONTO A COLLABORARE CON IL TERZO POLO...
(Adnkronos)
- Ripete di essere pronto a collaborare con il Terzo Polo ma Nichi Vendola, in un'intervista alla "Stampa", sottolinea piuttosto il risultato delle amministrative dove, grazie alle primarie, sono stati scelti candidati vincenti e nelle quali gli elettori hanno decretato che Pd-Sel-Idv e' un'alleanza in grado di battere il centro destra. D'Alema ieri ha detto che non ha vinto la sinistra radicale ma il Pd.

"Sono molto contento se vince il Pd, se vince Sel, se vince l'Idv, non mi appassiono alle gare su chi e' arrivato primo. Penso invece -osserva Vendola- che abbiano vinto tutti coloro che hanno saputo rendere credibile l'idea dell'alternativa al berlusconismo. Cioe' ha vinto quel centrosinistra che non c'e' ma che gli elettori stanno costruendo dal basso.

NIKI VENDOLA

Il nostro popolo considera naturale l'alleanza tra Bersani, Di Pietro e Vendola e ce la chiede, direi anzi che con queste elezioni ce la impone per il futuro. A meno che non si voglia seguire la farmacopea di Enrico Letta che sull'Espresso' di oggi sostiene sorprendentemente che queste elezioni incoraggiano l'alleanza tra Pd e Udc... Qualcuno dovrebbe dire a Enrico che l'unico posto in cui perdiamo in Toscana e' Grossetto, dove il Pd si era alleato col Terzo Polo e non con noi'.

9. FOLLINI A VENDOLA, PRIMA PROGRAMMA, POI COALIZIONE E SOLO DOPO CANDIDATO..
(Adnkronos)
- "Occorre seguire il processo della logica e anche quello della politica. Primo, il programma, poi la coalizione e dopo ancora il modo di scegliere il candidato". Lo dice Marco Follini a Omnibus su La7 a proposito della richiesta di Nichi Vendola di primarie subito.

"Dobbiamo costruire una coalizione che garantisca agli elettori che non ci si dividera' il giorno dopo. Questo vale per le missioni internazionali e vale altrettanto per le politiche economiche e sociali che sono il pane delle persone", aggiunge. "La politica di oggi si riduce a due frasi -prosegue l'esponente del Pd- il giorno prima: vinceremo. Il giorno dopo: abbiamo vinto. Il paradosso e' che quelle frasi le dicono anche quelli che le elezioni le perdono. Abbiamo inventato il trionfalismo senza la vittoria".

GAETANO QUAGLIARIELLO

10. QUAGLIARIELLO, CON UDC FARE DISCORSO SERIO...
(ANSA) -
"Se un discorso deve essere ripreso con il Terzo polo e in particolare con l'Udc devono essere tenute presenti le ragioni di vicinanza e di distanza perché solo così si può fare un discorso serio che non proponga un semplice corteggiamento né un'annessione". Lo ha detto oggi a Bari il vicepresidente dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello. "La maggioranza è solida, poi ci sono degli scenari politici che si aprono con il voto. E' evidente - secondo Quagliariello - che il voto del Terzo polo, l'opzione, la pregiudiziale antiberlusconiana non ha favorito un'alternativa moderata ma un voto che è andato all'estrema sinistra, come ammette candidamente il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola".

Arturo_Iannaccone

E' evidente anche che dove il fronte moderato è stato unito ha vinto, come - ha spiegato Quagliariello - nel caso della Calabria, di Campobasso e della gran parte delle elezioni campane. Non si tratta di fare la corte a nessuno ma di chiedere a Casini e l'Udc se in prospettiva ritiene di dover fare l'apripista ad un'estrema sinistra riluttante poi ad allearsi con lui o - ha concluso Quagliariello - preferisce riprendere un discorso che si fonda su alcune importanti costanti, di tipo soprattutto valoriale, che ci vedono vicini pur essendoci anche importanti differenze, maturate in questi anni".

11. IANNACCONE, 'SUD' PORTERA' 4 DEPUTATI A MAGGIORANZA...
(ANSA)
- Il progetto della cosiddetta 'Lega del Sud' di Iannaccone e Belcastro porterà alla maggioranza tre o quattro deputati in più, facendo salire a 327 la quota che in Parlamento sostiene il governo. Lo hanno detto in occasione di una conferenza stampa a Montecitorio il segretario e vice segretario nazionale di Noi Sud, Arturo Iannaccone e Elio Belcastro.

"Si tratta di tre o quattro deputati che non hanno ancora mai votato la fiducia al governo" assicura Iannaccone confermando il progetto di arrivare alla costituzione di gruppi parlamentari, alla Camera e al Senato, che siano espressione della federazione dei gruppi Noi Sud, Forza Sud e Io Sud. Alla Camera ci sono al momento tra i 15 e 18 deputati che possono aderire al progetto, mentre al Senato sono tra i 5 e 7, "quindi vicini alla soglia di 20 deputati e 10 senatori, necessaria per costituire gruppi" dice Belcastro.

LETTIERI E DE MAGISTRIS A SKY TG 24

12. IANNACCONE, SIAMO CON LE VALIGE IN MANO...
(ANSA)
- "Siamo con le valige in mano". Il segretario nazionale di Noi Sud, Arturo Iannaccone, preannuncia l'addio al gruppo di Iniziativa Responsabile, non appena ci saranno le condizioni. " E' evidente che la nostra funzione dentro IR si è esaurita. Ci sono delle tappe da rispettare e fino a quando non ci sono le condizioni continueremo a stare nei Resposnabili" precisa Iannaccone spiegando che le tappe da seguire sono quelle del "raggruppamento delle forze che rappresentano il Sud e poi la costituzione di un Gruppo".

 

TUTTI GLI UOMINI DELLO ZIO TOM - CHI SONO, CHI NON SONO, CHI SI CREDONO DI ESSERE, RICHARD D’AMORE, JAMES PALLOTTA E MICHAEL RUANE, I TRE AMERICANI CHE ACCOMPAGNANO DI BENEDETTO ALLA CONQUISTA DELLA ROMA - MA UNICREDIT SAPEVA CHE IL NEOPRESIDENTE GIALLOROSSO FA IL LOBBISTA CON EX AGENTI DELLA CIA? IL SUO SPORT PREFERITO È COMPRARE AZIENDE MEDIO-PICCOLE A POCO E VENDERLE BENE. E LA SQUADRA DEI SENSI SE L’È PORTATA A CASA PER UN PIATTO DI LENTICCHIE…

$
0
0

Gianfrancesco Turano per "l'Espresso"

DIBENEDETTO-GMT/ROSS

Obiettivo 3 giugno. A campionato finito, Thomas Di Benedetto conta di festeggiare il suo sessantaduesimo compleanno in Italia da nuovo padrone dell'As Roma. Sarà il primo proprietario straniero di un club italiano di serie A e non sarà solo. Con lui, a parità di investimento, ci saranno Richard D'Amore, James Pallotta e Michael Ruane. Avranno il 60 per cento. Il 40 per ora resta di Unicredit, arbitro, guardalinee e quarto uomo nell'ultimo match della famiglia Sensi, distrutta nel patrimonio da 18 anni di grandeur calcistica.

Tom, Rich, Jim e Mike, ossia tre italiani e un irlandese cresciuti nell'area metropolitana di Boston, Massachusetts, conoscono il basket, il baseball e il football americano. Non conoscono il calcio e il calcio non conosce loro. Per questo e per l'amore italico verso la trama, i mesi di trattativa per comprare i giallorossi sono diventati un thriller dove non si capiva chi fosse l'assassino. Nel senso che risultava oscuro da dove arrivassero e chi fossero Di Benedetto e i suoi sfuggevoli compari di oltreoceano.

DIBENEDETTO-GMT/ROSS

Scetticismo e attesa messianica, i due poli dello spirito romano, si sono scontrati dal novembre dell'anno scorso, quando i bostoniani hanno fatto la prima offerta non vincolante per il club giallorosso. Nel momento in cui Di Benedetto è sbarcato a Fiumicino il 28 marzo 2011, la rassegna stampa su di lui comprendeva una vasta galleria di ritratti. Per lo più, il businessman di origini campane veniva considerato un bluff, uno sconosciuto nella sua stessa città, un poveraccio che viaggia in economica. In romanesco, un sòla.

Proviamo a spostarci a Washington, la capitale. Al numero 1401 di K street, a circa 500 metri di distanza dalla Casa Bianca c'è la sede di una società che si chiama Jefferson, Waterman International (Jwi). Di Benedetto è il chairman, ossia il presidente non operativo del consiglio di amministrazione. La società viene definita come "una ditta che fornisce al governo federale rappresentanza e consulenza sia politica sia strategica a governi stranieri e multinazionali".

GMT-DiBenedetto in auto verso la riunione con Unicredit

Il fondatore Charles Waterman ha lavorato per decenni ai massimi livelli della Cia. È stato vicepresidente del National Intelligence Council e capo delle operazioni di spionaggio statunitense in posti come il Kuwait, l'Arabia Saudita, l'Egitto, il Libano e la Giordania. Tutti gli altri rappresentanti di Jefferson Waterman vengono dai ranghi delle forze armate o dai servizi dell'intelligence americana.

Borriello foto GMT

Tutti, salvo Di Benedetto. Ma è piuttosto difficile che una lobbying firm di questo livello abbia preso come presidente un figlio di paisà italiani, soltanto perché passava di là e perché non ama parlare con i giornalisti. L'elenco dei clienti di Jefferson Waterman è, per certi aspetti, inquietante.

Com'è d'uso fra i colossi del lobbying nati nell'era Bush all'incrocio fra interessi pubblici e privati, la società di Washington rappresenta gli interessi di Alassane Ouattara, presidente della Costa d'Avorio, ed ha avuto fra i clienti l'Alleanza per il nuovo Kosovo, partito fondato da Beghjet Pacolli, una decina di Stati (Algeria, Croazia, Corea del Sud, Rwanda, Ghana, Bulgaria, Nicaragua, Romania, Giamaica), l'organizzazione per il commercio estero giapponese, la banca internazionale dell'Azerbaijan, la fondazione Veterani di guerra del Vietnam e aziende come Gec Marconi, Chevron, Cisco e Bae systems. Negli anni Novanta non è mancata qualche scelta controversa, come quando Jwi ha rappresentato gli interessi della dittatura birmana.

totti roma jpeg

Bisogna dire che l'ambiente è nettamente conservatore e le simpatie dello stesso Di Benedetto vanno al partito repubblicano, come è tradizione nella comunità italo-americana di Boston. La dimensione di Jwi, e la rete di amicizie ad alto livello in zona Capitol Hill, sembra essere del tutto sfuggita. Soprattutto agli uomini di Unicredit.

Nel corso della trattativa con la banca, Di Benedetto ha più volte confessato ai suoi uomini un certo disagio nell'essere trattato dall'alto in basso. E non tanto dai giornali italiani, che lui non legge, quanto dai dirigenti della banca venditrice, impegnati a togliere dal fuoco la castagna del club giallorosso e sottoposti a pressing asfissiante dalla stampa italiana, dalle radio romane e dalla tifoseria.

Rosella Sensi

Forse l'apparenza inganna e il sogno americano è fuori luogo in zona stadio Olimpico, ma per arrivare così vicino alla Casa Bianca, Di Benedetto ha dovuto lavorare duro. Figlio di una famiglia umile, con un padre sbarcato in America a 16 anni e, a quanto si racconta, calciatore di buon livello nelle leghe del soccer locale, il futuro presidente della Roma si è laureato al Trinity College di Hartford (Connecticut) nel 1971 ed è riuscito a entrare nella Pi Gamma Mu, una di quelle consorterie universitarie simili a una loggia massonica su base locale. Le foto dell'epoca mostrano lo studente, già non troppo atletico, in canottiera da basket e con l'armamentario protettivo per il football americano.

PAOLO FIORENTINO

Due anni dopo, nel 1973, ha conquistato il master in Business Administration a Wharton, uno degli Mba più prestigiosi. A studiare insieme al giovane italo-americano c'era Michael Ruane, l'irlandese democratico che, a quarant'anni di distanza, è di gran lunga il più ricco della cordata As Roma, con un patrimonio stimato in diversi miliardi di dollari.

Dopo l'Mba, Di Benedetto ha lavorato in alcune case di investimenti (Allen & co, Salomon Brothers, Morgan Stanley). Nel 1983, in pieno furore economico reaganiano, ha fondato il Big (Boston international group), attivo nel settore delle fusioni e acquisizioni. Al Big si sono aggiunte, negli anni successivi, partecipazioni in società immobiliari, finanziarie e di software. Una delle principali è la Alexander's, un'immobiliare gestita dal Vornado Realty, uno dei trust specializzati in real estate più grandi degli Stati Uniti.

JAMES PALLOTTA

Cattolico devoto, Di Benedetto ha regalato milioni di dollari alla chiesa locale, inclusa una casa di riposo per sacerdoti nella zona di Cape Cod, ed è rimasto molto legato al cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo metropolita di Boston dal 1984 al 2002, quando è stato travolto dallo scandalo dei preti pedofili. Law, che oggi è reggente della basilica romana di Santa Maria Maggiore, è una delle prime persone che Di Benedetto è andato a trovare durante il suo viaggio di marzo nella capitale.

L'idea di cercare valore nelle aziende medio-piccole per comprarle a poco o nulla e venderle bene è sempre stata la guida di Di Benedetto. Sarà così anche alla Roma, che il businessman italo-americano si è portato a casa per un piatto di lenticchie. Ma i giallorossi non sono il suo primo investimento sportivo.

Nel 2002, c'è stata l'acquisizione dei Boston Red Sox per 700 milioni di dollari in cordata con i partner della Nesv (oggi Fenway Sports Group). Le calze rosse, ex squadra di Babe Ruth, erano una nobile decaduta del baseball. Non vincevano da 86 anni e affogavano nei debiti. I nuovi proprietari sono stati bravi e fortunati. Dopo appena due anni, nel 2004 i Red Sox hanno vinto le World Series della Major League Baseball.

Lo stesso gruppo di azionisti, guidato da John Henry, si è trovato durante la stagione calcistica 2010-2011 a considerare due proposte di acquisto di squadre indebitate. Una era il Liverpool, l'altra era la Roma. Fenway Sports si è orientata sul club inglese. Di Benedetto, pur essendo diventato socio di minoranza dei Reds di Liverpool, ha deciso di insistere con i giallorossi.

Richard D'Amore (a sinistra)

Ruane è stato contattato in quanto amico di studi. Non è solo il più ricco. È anche il più riluttante ad apparire. Dato il lavoro che fa, Ruane tutto vuole meno che essere associato a una società sportiva. Men che meno al calcio europeo, noto nel mondo come una macchina per produrre perdite e debiti. I clienti potrebbero allarmarsi e il TA Associates Realty di Ruane non gestisce soltanto ricchezze private ma anche, com'è tipico degli Usa, fondi pensionistici pubblici. Fra questi, quello dello Stato del Massachusetts. In altre parole, bisogna che l'investimento di Ruane nel calcio sia tenuto ben distinto dalle sue attività principali.

Non ha questo problema James Pallotta. Il più giovane dei quattro (53 anni) ha partecipato nel 2002 all'acquisto dei Boston Celtics (National basketball association) con un quota di 20 milioni di dollari sui 360 milioni di investimento complessivo. Anche qui la squadra era in declino dopo gli anni trionfali di Larry Bird. Per tornare a conquistare l'anello di campioni c'è voluto un po' di più di quanto ci abbia messo Di Benedetto nel baseball. Il titolo Nba è arrivato nel 2007-2008.

Atterra a roma tom dibenedetto Mezzelani GMT

Di origini calabro-pugliesi, Pallotta vive con gli hedge fund. Dunque, pericolosamente. Nel 2004, al massimo della bolla speculativa, gestiva un fondo dal nome simbolico, il Raptor Global, garantiva ai suoi partner ritorni sugli investimenti nell'ordine del 20 per cento all'anno e incamerava uno stipendiuccio di 194 milioni di dollari. Quattro anni dopo, con la crisi finanziaria, il Raptor Global è saltato. Non che Pallotta sia finito sul lastrico. Previdente, si era comprato una villa di 22 stanze su un'area di 27 acri a Weston, nei sobborghi chic di Boston. Nel 2009 il finanziere è tornato in attività negli hedge fund con il Raptor Evolution, accreditato di una massa gestita di 11-12 miliardi di dollari.

Atterra a roma tom dibenedetto Mezzelani GMT

D'Amore è il quarto moschettiere della cordata. Ha 56 anni e un Mba a Harvard seguito da esperienze in Hambro International e Artur Young. Dal 1994 si è messo in proprio con la North Bridge Venture Partners che amministra oltre 3 miliardi di dollari. Ha interessi nell'hi-tech (Veeco instruments e Solectron) e nell'industria medica con la Phase Forward del gruppo Oracle di Larry Ellison. Anche D'Amore, figlio di un sarto, viene da una famiglia di lavoratori che hanno investito nell'educazione dei figli. La sorella, Patricia D'Amore, è una scienziata molto nota nel campo dell'oftalmologia.

La squadra dei proprietari della Roma è questa. Potrebbe cambiare nel giro dei prossimi mesi, se Unicredit cederà parte del suo 40 per cento a soci italiani. In ogni caso, sembra certo che Di Benedetto sarà il manager esecutivo e che gli altri avranno più che altro il ruolo di soci finanziatori. Se riusciranno o falliranno, è presto per dire. Di certo, sono partiti col piede giusto visto che hanno comprato a poco. Ma, altrettanto di sicuro, arrivano in un pianeta sconosciuto e ostile dove ben pochi sono riusciti a guadagnare. A partire dagli yankees che hanno investito nella Premier League inglese. In Italia non sarà più facile.

 

BERLUSCONI CHI? - DA RE MIDA A RE MERDA: per la prima volta sembra di scorgere la figura, fino all’altro giorno neppure lontanamente immaginabile, del Cavalier negletto, e cioè di un presidente del Consiglio sull’orlo del più garbato respingimento, e comunque dissuaso dall’intervenire in città con comizi o manifestazioni per non pregiudicare il risultato. No, grazie: meglio di no...

Next: 1- ESCE ALLO SCOPERTO CARMEN LLERA MORAVIA CON UNA LETTERA IN GLORIA DI DSK 2- \"NON SO COSA SIA SUCCESSO AL SOFITEL, PROBABILMENTE C’È STATO UN RAPPORTO CONSENZIENTE, MA ESCLUDEREI LA VIOLENZA SESSUALE, NON VORREI CHE DOMINIQUE DIVENTASSE CAPRO ESPIATORIO DI UN CERTO PURITANESIMO AMERICANO, ANTIEUROPEO E ANTIFRANCESE\" 3- NON SONO MAI STATA UNA SUA VITTIMA, NON È UN UOMO CRUDELE PRIMITIVO O SADICO, LA VIOLENZA NON FA PARTE DELLA SUA CULTURA, AMA IL SESSO, SO WHAT? (E ALLORA? NDR) NON MI SEMBRA UN DELITTO, A VOLTE I CORPI ESPRIMONO PIÙ DELLE PAROLE\" 4- LA MAITRESSE DI MANHATTAN: \"ERA UN VIOLENTO, FEROCE E ROZZO, VOLEVA SOLTANTO BIANCHE \"PUROSANGUE\", DALLA FACCIA ACQUA E SAPONE, POSSIBILMENTE ORIGINARIE DEL MIDWEST\" - \"ERA MIO CLIENTE PAGAVA 1200 DOLLARI PER DUE ORE IN HOTEL\"
$
0
0

Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

SILVIO BERLUSCONI

In quell'area di misteriose percezioni che si colloca fra le sorprese politiche del dopo-voto e i possibili imprevisti dei ballottaggi, per la prima volta sembra di scorgere la figura, fino all'altro giorno neppure lontanamente immaginabile, del Cavalier negletto, e cioè di un presidente del Consiglio sull'orlo del più garbato respingimento, e comunque dissuaso dall'intervenire in città con comizi o manifestazioni per non pregiudicare il risultato. No, grazie: meglio di no.

SILVIO BERLUSCONI

Sembra che a Napoli, da Berlusconi "restituita all'occidente", anche se ancora sommersa da cumuli d'immondizia, sia partita dalle parti dello staff di Lettieri una specie di richiesta a Palazzo Grazioli. Dove peraltro è da giorni che stanno valutando il grado e il tipo di coinvolgimento del leader di qui al secondo turno.

E lo stesso a Milano. Ieri La Russa, che pure qualche responsabilità in ambito locale ce l'avrebbe anche avuta, si è imbarcato in una specie di perifrasi secondo cui nella campagna elettorale per il ballottaggio "è giusto che ci sia una presenza quasi esclusivamente del sindaco, il protagonista deve essere lui, in primo piano devono esserci la personalità e i progetti del sindaco". Che tradotto, o se si vuole letto alla rovescia in ogni caso vuol dire: il Cavaliere stavolta non s'impegni. Che tanto utile alla causa non è stato.

FABRIZIO DELLOREFICE SILVIO BERLUSCONI GIDEON MEIR

Chi l'avrebbe mai detto. E chi mai avrebbe potuto credere che dinanzi a questo genere di appelli, a queste espressioni di cortese opportunismo l'uomo che più
di ogni altro si è fatto forte del suo personaggio, anima e corpo, cuore e passione, il premier che non ha mai perso occasione per raccontare storielle o fare lo spiritoso sul bunga bunga, il leader dell'attacco selvaggio ai magistrati come pure il teorico attuatore del "Ghe pensi mi", ecco, impressiona che lo stesso Berlusconi, da quanto si capisce, stia anche lui calcolando se adesso gli conviene "metterci la faccia" più di quanto abbia già fatto e in particolare là dove l'esito è tutt'altro che scontato.

SILVIO BERLUSCONI

Vittima a Napoli, si direbbe, del suo stesso miracolismo: e il pensiero vola a piazza Plebiscito quando tre anni fa gli misero una ramazza in mano e lui trionfalmente la usò davanti alle telecamere per spazzare via dei rifiuti sparsi per terra pochi minuti prima dalla Protezione civile. Così come a Milano il Cavaliere è rimasto vittima del suo stesso manicheismo, che ancora una volta - l'ha detto pure Confalonieri! - l'ha portato oltre i limiti della misura e buon senso, altro che il partito dell'amore!

Caricatura-Silvio-Berlusconi-e-Nicole-Minetti-

E sia chiaro: tutto questo non significa che il berlusconismo è evaporato; o che l'esito terminale della sua stagione, la famosa "fine" di cui si parla almeno da un paio d'anni, va finalmente configurandosi in una sempre meno lenta consumazione. Ma certo da lunedì pomeriggio il caso Berlusconi è mutato di segno; c'è ora un prima e un poi, e tanto più si avverte questo confine pensando al vuoto, al silenzio, alla scomparsa, all'isolamento, per non dire alla solitudine che caratterizza la figura del leader in queste interminabili giornate da lui vissute non soltanto sotto il segno della sconfitta, ma forse anche accompagnate dal sospetto di essere diventato un boomerang elettorale.

Silvio Berlusconi

Filtra che prima o poi apparirà in televisione. Sta pensando dove e con chi. Ma alla buon'ora! Non fu così nell'aprile del 2005, quando dopo un'altra disfatta elettorale (sei regioni perse, due milioni di voti bruciati), il martedì post-elettorale Cavaliere si presentò a sorpresa nella tana del lupo, a Ballarò, e lì per due ore da solo fece un numero pazzesco battagliando con D'Alema, con Rutelli e anche con Floris. Altri tempi!

berlusconi silvio

Tutto sembra ora per Berlusconi più complicato e definitivo, e a volte anche grottesco come suonava l'altro giorno un comunicato che in pieno bailamme dava conto di un lungo incontro del presidente del Consiglio con il presidente del Gabon. Ed è vero che più gli eventi incombono, e meno se ne afferra l'avvicinarsi.

Ma rivista con il senno di poi, la campagna elettorale berlusconiana appare nelle sue pieghe pregna di segni drammatici, ansiogeni, allarmanti: "Mi azzannano da tutte le parti", "vogliono farmi il funerale", mi vogliono dare in pasto ai Pm di sinistra", se questi ultimi dovessero prevalere, "mi spolperebbero, mi toglierebbero le aziende, dovrei lasciare l'Italia", "mi fanno intorno terra bruciata".

Silvio Berlusconi

E anche qui dentro sta il frutto avvelenato del partito tecno-carismatico, del tele-populismo, delle semplificazioni mediatiche: in questo pauroso oscillare tra la maestà del comando e la rovina di una sconfitta che è sempre tutta personale, senza complici e senza pietà.

 

 

1- ESCE ALLO SCOPERTO CARMEN LLERA MORAVIA CON UNA LETTERA IN GLORIA DI DSK 2- \"NON SO COSA SIA SUCCESSO AL SOFITEL, PROBABILMENTE C’È STATO UN RAPPORTO CONSENZIENTE, MA ESCLUDEREI LA VIOLENZA SESSUALE, NON VORREI CHE DOMINIQUE DIVENTASSE CAPRO ESPIATORIO DI UN CERTO PURITANESIMO AMERICANO, ANTIEUROPEO E ANTIFRANCESE\" 3- NON SONO MAI STATA UNA SUA VITTIMA, NON È UN UOMO CRUDELE PRIMITIVO O SADICO, LA VIOLENZA NON FA PARTE DELLA SUA CULTURA, AMA IL SESSO, SO WHAT? (E ALLORA? NDR) NON MI SEMBRA UN DELITTO, A VOLTE I CORPI ESPRIMONO PIÙ DELLE PAROLE\" 4- LA MAITRESSE DI MANHATTAN: \"ERA UN VIOLENTO, FEROCE E ROZZO, VOLEVA SOLTANTO BIANCHE \"PUROSANGUE\", DALLA FACCIA ACQUA E SAPONE, POSSIBILMENTE ORIGINARIE DEL MIDWEST\" - \"ERA MIO CLIENTE PAGAVA 1200 DOLLARI PER DUE ORE IN HOTEL\"

$
0
0

1- CARMEN LLERA: "NON SONO MAI STATA LA SUA VITTIMA"
dal Corriere della Sera

CARMEN moravia

In un libro in versi del 2005 pubblicato da Bompiani, Carmen Llera Moravia racconta l'amore estremo tra Nina e Gaston, personaggio che dà il nome all'opera e che è stato identificato con Dominique Strauss-Kahn. Una storia di abbandono e piacere sadico, narrata in italiano e francese dal punto di vista della protagonista, «fatta per dar piacere a Gaston», dietro la quale in molti hanno visto la scrittrice stessa.

Nata 58 anni fa a Pamplona e vedova di Alberto Moravia (che sposò nel 1986), Carmen Llera avrebbe avuto con l'ex direttore del Fondo monetario internazionale una relazione a Parigi tra il 2003 e il 2005. Pubblichiamo qui a fianco il suo primo commento rilasciato dopo l'arresto di Strauss-Kahn, accusato di aver stuprato una cameriera dell'Hotel Sofitel di New York.

llera moravia carmen

LA LETTERA DI CARMEN
Caro Direttore,
dopo giorni di silenzio vi scrivo, è un errore usare il mio libro Gaston, pura finzione letteraria, per illustrare un fatto reale, ''Gaston'' non ha nulla a che vedere con Dominique Strauss-Kahn che conosco e frequento da anni. Non sono mai stata una sua vittima come qualcuno ha scritto, non è un uomo crudele primitivo o sadico, la violenza non fa parte della sua cultura, ama il sesso, so what? (e allora? ndr) non mi sembra un delitto, a volte i corpi esprimono più delle parole... ma non desidero fare della letteratura in un momento così tragico, anche perché la letteratura non salva nessuno, non salverà lui e neanche me.

Non so cosa sia successo nella suite del Sofitel, probabilmente c'è stato un rapporto consenziente, ma escluderei la violenza sessuale, non vorrei che Dominique Strauss-Kahn diventasse «le bouc émissaire» (il capro espiatorio, ndr) di un certo puritanesimo americano, antieuropeo e antifrancese.

Non vorrei che dovesse pagare anche per la mancata estradizione di Polanski o per sporchi giochi di potere politico ed economico.
Desidero solo che possa dimostrare subito la sua innocenza e tornare l'uomo libero e sorridente che ho visto giorni fa.

za26 carmen llera moravia

C'est tout, cordialmente
Carmen Llera Moravia

2- LA CARMEN E' DEBOLE E "L'UOMO GUARDA"
Un anno prima delle nozze con Carmen (1986), Moravia pubblicò "L'uomo che guarda", che dalla trama (autobiografica?) si direbbe perfetto per i tipini alla Strauss Kahn, inzeppato di piacere sadico e anale. Leggere per credere:

Estratti dal libro di Alberto Moravia, "L'uomo che guarda", Bompiani, 1985.

Tace un momento quindi riprende, fissandomi dritto negli occhi:
"Io sono una porca, e mi piace fare l'amore come una porca". Domando con sforzo: "Come fanno l'amore le porche?"

"Lo fanno alla maniera degli animali. L'ho letto in un vecchio manuale per la confessione: more ferarum."

strauss-schedato 3_pop

"Ma quali animali?"
"i cani, i cavalli; era la prima volta che lo facevo in quel modo, per me è stata una rivelazione"

"Ma perché?"

"Non lo so. Forse perché gli volto le spalle e lui non mi vede e così posso fare tutte le smorfie che voglio; forse perché al contrario di te è lui ad agire e lui a subire..."

(...)

"Forse perché...ecco proprio in quel momento, lui mi dice: "Dimmi che sei la mia porca" e io devo ripetere: "Sì, sono la tua porca""

Strauss-Kahn


3- LA MAITRESSE DI MANHATTAN: "ERA UN VIOLENTO, FEROCE E ROZZO, VOLEVA SOLTANTO BIANCHE AMERICANE "PUROSANGUE", DALLA FACCIA ACQUA E SAPONE, POSSIBILMENTE ORIGINARIE DEL MIDWEST" - "ERA MIO CLIENTE PAGAVA 1200 DOLLARI PER DUE ORE IN HOTEL"
Mattia Bernardo Mattioli per La Stampa

Era un «violento». Tanto da perdere il «privilegio» di poter accedere ai servizi della sua agenzia, la più piccante e ricercata sulla piazza. A inchiodare - sempre di più Dominique Strauss-Kahn alle sue responsabilità è Kristin Davis, la «Madame di Manhattan» che fece tremare i potenti americani al tempo dello scandalo Eliot Spitzer, l'ex governatore dello Stato di New York pizzicato a frequentare «ragazze della notte». Le sue, ovviamente, quelle di madame. Che ora, con il Daily Telegraph di Londra, vuota il sacco.

Strauss-Kahn

«Era un mio cliente», ha raccontato Davis al quotidiano britannico. «Quando gli uomini abusano le donne io non sono più disposta a proteggere le loro identità». Secondo la Davis Strauss-Kahn la chiamava direttamente sul cellulare per organizzare appuntamenti da due ore in stanze d'hotel. Tariffa standard: 1200 dollari. «Voleva ragazze americane "purosangue", dalla faccia acqua e sapone, possibilmente originarie del Midwest», prosegue. E fin qui la maîtresse a stelle e strisce non ci trova niente di esecrabile.

Strauss-Kahn

L'intoppo viene però dal comportamento dell'ex banchiere. «Una ragazza si è lamentata, ha detto che aveva un atteggiamento violento, feroce. E non ha più voluto incontrarlo». Era il gennaio del 2006. Il settembre successivo Strauss-Kahn era a New York per una conferenza organizzata da Bill Clinton e l'incidente si ripeté. Questa volta la squillo in questione era una giovane brasiliana. «Mi ha consigliato di non inviargli più ragazze nuove», nota la Davis. Come e quando si siano conclusi i rapporti fra i due non è chiaro.

piroska nagy

Di certo c'è che nel 2008 la super escort finisce dietro le sbarre a Rikers Island, come Dsk - per favoreggiamento della prostituzione. L'«affaire» travolge Spitzer. Colpevole, tra l'altro, di essersi fatto un nome nella battaglia per riaffermare i sani valori americani e che, da procuratore di New York, s'era guadagnato il nomignolo di «sceriffo di Wall Street».

A sudare freddo però sono in molti. Anzi, stando a madame moltissimi. Sul suo libretto nero, dice, ci sono infatti segnati più di 10 mila nomi importanti: ricchi, potenti, Vip di varie nazionalità e tonnellaggio. Una vera e propria industria del sesso d'alto bordo che - è sempre lei a parlare: nel 2009 ha infatti scritto un libro-verità sulla sua storia, «The Manhattan Madam» - fatturava cinque milioni di dollari l'anno, dava lavoro ad almeno 50 ragazze e allungava i suoi tentacoli, oltre che nelle città chiave americane, sino a Londra e Parigi.

Alberto Moravia e Carmen llera

«Ho messo in piedi il giro di prostituzione di maggior successo nella storia del sesso a pagamento», spara sul suo sito Internet. Kristin, infatti, cade ma in piedi. E si re-inventa. Cosa in fondo non troppo strana per una che esce dal liceo a 15 anni, prende una laurea in Economia e un Master in Psicologia e arriva al grado di dirigente in un hedge fund della Grande Mela. Ora si batte per i diritti delle donne e ha minacciato di candidarsi alla carica di sindaco di New York se nel 2013 Spitzer oserà proporre il suo nome. Quanto alle dichiarazioni effettuate a proposito di StraussKahn, il suo avvocato ha scelto la via più sicura: «No comment».

 

QUERELA ESPRESSO - CI SCRIVE PATRIZIA MICUCCI: \"LA INVITO A TOGLIERE DAL SUO SITO IL PEZZO DELL’‘ESPRESSO’ CHE MI RIGUARDA. HO INFATTI PROVVEDUTO A DARE MANDATO AI MIEI LEGALI PER PROCEDERE IN TUTTE LE SEDI NEI CONFRONTI DELL’‘ESPRESSO’ E DEGLI AUTORI DELL’ARTICOLO\"…

Previous: 1- ESCE ALLO SCOPERTO CARMEN LLERA MORAVIA CON UNA LETTERA IN GLORIA DI DSK 2- \"NON SO COSA SIA SUCCESSO AL SOFITEL, PROBABILMENTE C’È STATO UN RAPPORTO CONSENZIENTE, MA ESCLUDEREI LA VIOLENZA SESSUALE, NON VORREI CHE DOMINIQUE DIVENTASSE CAPRO ESPIATORIO DI UN CERTO PURITANESIMO AMERICANO, ANTIEUROPEO E ANTIFRANCESE\" 3- NON SONO MAI STATA UNA SUA VITTIMA, NON È UN UOMO CRUDELE PRIMITIVO O SADICO, LA VIOLENZA NON FA PARTE DELLA SUA CULTURA, AMA IL SESSO, SO WHAT? (E ALLORA? NDR) NON MI SEMBRA UN DELITTO, A VOLTE I CORPI ESPRIMONO PIÙ DELLE PAROLE\" 4- LA MAITRESSE DI MANHATTAN: \"ERA UN VIOLENTO, FEROCE E ROZZO, VOLEVA SOLTANTO BIANCHE \"PUROSANGUE\", DALLA FACCIA ACQUA E SAPONE, POSSIBILMENTE ORIGINARIE DEL MIDWEST\" - \"ERA MIO CLIENTE PAGAVA 1200 DOLLARI PER DUE ORE IN HOTEL\"
$
0
0

Riceviamo e pubblichiamo:

Patrizia Micucci

Gentile direttore, la invito a togliere dal suo sito il pezzo dell'espresso che mi riguarda. Ho infatti provveduto a dare mandato ai miei legali per procedere in tutte le sedi nei confronti dell'Espresso e degli autori dell'articolo
Patrizia Micucci

 

LUNEDÌ FAZIO FARÀ TRIS PER TRAINARE I FILM - ALFONSINA LA PAZZA SI METTE AI FORNELLI PER IL NUOVO PROGRAMMA SU MEDIASET - LE CONSULTAZIONI di lady lei (PER I RINNOVI DI FAZIO, FLORIS E GABANELLI) - PANICUCCI GAFFE: “VEDIAMO DOVE AVETE SCOPATO” - A LUGLIO ARRIVA ITALIA2 (TV PER I MASCHIETTI) - TRASLOCARE IL TG DEI RAGAZZI SUL DT - L’ULTIMA FRONTIERA DELLO SPOT SKY: NON GUARDARE LA TV, REGISTRALA…

$
0
0

Marco Castoro per "Italia Oggi"

SIGNORINI

1 - SIGNORINI SI CUCINA IL NUOVO PROGRAMMA SU MEDIASET - Che bolle in pentola a Mediaset? Alfonso Signorini sta preparando il suo nuovo programma, che probabilmente andrà in onda in autunno su Canale 5. Il direttore di Chi e di Sorrisi e Canzoni si sta specializzando tra i fornelli ed è pronto a sfidare le ormai super gettonate Benedetta Parodi e Antonella Clerici, con un nuovo format che lo vedrà nei panni di chef.

2 - LEI AVVIA LE CONSULTAZIONI - Il nuovo direttore generale ha a cuore i rinnovi dei contratti in scadenza di alcuni big della tv di stato. Le consultazioni tra le parti sono state già avviate. Quindi per Fabio Fazio, Giovanni Floris e Milena Gabanelli non è escluso che si possa trovare un accordo a breve.

Lorenza Lei - foto Ansa

3 - IL TG DEI RAGAZZI LASCIA RAITRE - Il vicedirettore generale Antonio Marano ha lanciato una nuova proposta, che sembra finalmente ben sintonizzata con l'avvento del digitale e dei nuovi canali tematici della Rai. Il tiggì dei ragazzi che va in onda tutti i pomeriggi feriali su Raitre dovrebbe spostarsi appunto su uno di questi canali, per dare un nuovo impulso. Per tappare il buco Raitre farà anticipare Geo di una ventina di minuti.

ANTONIO MARANO

4 - DOPO SGARBI, BELEN E BONOLIS, LICEALI A RISCHIO - Anche la fiction di Canale 5, i Liceali 3 (solo il 13% di share), rischia una chiusura anticipata, come già accaduto per Ciak si canta, Il senso della vita e il programma di Vittorio Sgarbi. Dopo l'8% riportato dal critico d'arte su Raiuno (battuto pure da André Villas Boas e il suo Porto al 9,35% su Retequattro), in Rai c'è qualche timore anche per la trasmissione di Mario Calabresi che comincerà il 6 giugno su Raitre.

Soprattutto perché chiunque sia stato accostato all'eredità di Roberto Saviano ha fatto flop. Tuttavia va detto che, rispetto alla trasmissione di Sgarbi quella di Calabresi è costruita meglio, ha una scaletta, dei racconti filmati, gli ospiti in studio e i reportage.

5 - FAZIO FA TRIPLETTA PER LANCIARE IL FILM - Fino a qualche anno fa la serata del lunedì televisivo era consacrata al film su Raiuno. Oggi Raitre, che ha fatto suo l'esperimento, non riesce a portare a casa ascolti decenti (quando va bene si fa il 7%). Allora si è pensato di dirottare Fabio Fazio con il suo Che tempo che fa anche al lunedì, dalle 21 alle 22 (dopo i due appuntamenti del week end) per fare da traino alla pellicola in programmazione.

IL CAST DEI LICEALI

6 - DEBUTTA ITALIA 2 - Dal 2 luglio si alza il sipario sulle trasmissioni del nuovo canale Mediaset, Italia 2, dedicato ai giovani maschi. E' la risposta al maschile a La5, la tv delle donne.

7 - GLI SGOMMATI, IL NUOVO BAGAGLINO - Ormai l'eredità del programma di Pier Francesco Pingitore e Oreste Lionello è stata presa dai pupazzi di gomma di Sky Uno. Il programma Gli sgommati conferma la sua verve ironica. Mancano purtroppo le ballerine del Bagaglino.

fabio fazio1

8 - MIRACOLI DELL'AUDIENCE - Il fatto di rilevare i dati di ascolti anche per i programmi in differita ha aperto un nuovo scenario per la pubblicità di Sky. Fino a qualche mese fa il registratore MySky veniva utilizzato negli spot per permettere di rivedere un'azione o una sequenza, o magari per fermare il programma in quei minuti necessari per andare al bagno.

PIERSILVIO BERLUSCONI

Oggi invece abbiamo testimonial illustri come Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Del Piero che invitano l'abbonato Sky a non guardare la tv, ma andare a giocare a calcetto, oppure fuori nel week-end o a fare di più l'amore. Tanto c'è MySky che registra.

Federica Panicucci

9 - PANICUCCI REGINA DELLE GAFFE - Dopo gli auguri di compleanno a La5, fatti però a La7, Federica Panicucci si è ripetuta a Mattino Cinque. Questa volta la gaffe è stata più osè. Ha confuso la parola scovato con scopato e alla fine è uscito un bel: "Vediamo dove avete scopato".

10 - GLI IRRIDUCIBILI DEL TAMAGOTCHI - A giorni di distanza dalla chiusura anticipata del reality di Italia 1, Uman Take control, la pagina ancora aperta di Facebook vanta più di 40 mila contatti orfani del tamagotchi televisivo e del mago Forest.

 

1- BOCCHINO-INO-INO COSTRETTO AD INGOIARE LA SUA VOGLIA MATTA DI PORTARE I VOTI DEL PARTITO DI GIANFRANCO FINI VERSO LA SINISTRA DI PISAPIA E DE MAGISTRIS. 2- CAPITA L’ANTIFONA, L’INCARFAGNATO HA FATTO BUON VISO A CATTIVO GIOCO ED è PASSATA LA LINEA PONZIOPILATO DI FINI DI NON STARE Né CON LA MORATTI Né CON PISAPIA 2- L’ASSEMBLEA SI è TRAFORMATA COSì IN UN FUNERALE E IL DELFINO è DIVENTATO TONNO 3- ENTRO STASERA LA DECISIONE DEI GEMELLI URSO & RONCHI, CHE HANNO LASCIATO L’ASSEMBLEA PRIMA DEL VOTO (ERANO PRO PDL), DI TRASLOCARE AL GRUPPO MISTO 4- CHE FINE HA FATTO L’ASTRO GIULIA BONGIORNO? DA QUANDO CONSOLO SI è PRESO A CUORE I PROBLEMI LEGALI DELLA FAMIGLIA FINI-TULLIANI L’AVVOCATESSA-STAR è LATITANTE

$
0
0

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

Umberto Croppi e Della Vedova

1 - BOCCHINO, NE' CON FALSO CENTRODESTRA NE' CON LA SINISTRA...
(Adnkronos)
- 'Noi non dobbiamo stare ne' con il falso centrodestra, che dobbiamo smantellare, ne' con la sinistra'. Per questo ai ballottaggi di Milano e Napoli Futuro e Liberta' 'non sostiene ne' gli uni ne' gli altri e nessun dirigente deve sostenere un candidato'. Lo ha sottolineato il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, sottoponendo all'assemblea del partito la linea decisa dal terzo polo

'Certo che dobbiamo essere di centrodestra -ha proseguito Bocchino riferendosi a chi nei giorni scorsi aveva sottolineato la necessita' di rimanere ancorati a questo schieramento- ma ovunque nel mondo il centrodestra e' nazione, legalita', merito. Noi non stiamo con chi disdegna la nazione, la legalita' e il merito e con chi ha tradito tutto quello che c'era scritto nel programma elettorale'.

Roberto Menia

Riferendosi ai risultati di Milano e Napoli, Bocchino ha sottolineato che nel capoluogo lombardo 'le elezioni le ha perse la deriva estremista di Berlusconi e Bossi, che noi avevamo denunciato e che e' stata alla base del nostro strappo e della nascita di Futuro e Liberta'. A Milano c'e' stata la sconfitta del berlusconismo: Pisapia non ha preso i voti dei centri sociali, ha preso il voto della borghesia che ha deciso di dire basta al berlusconismo'.

pausa caff per Bocchino

'A Napoli ha perso il 'ghe pensi mi'', ha detto ancora il vicepresidente di Fli spiegando che nel capoluogo partenopeo il partito non puo' stare con chi 'rappresenta il giustizialismo' ne' con chi esprime 'il fallimento del berlusconismo' ed e' sostenuto dal Pdl che ha come segretario 'quel Cosentino che i pubblici ministeri inseguono per rapporti con la camorra'.

Menia Briguglio e Bocchino

Quindi nessun sostegno ne' ai candidati del centrodestra ne' ai candidati del centrosinistra. 'E' una partita difficilissima -ha ammesso Bocchino- e per stomaci forti' che si snodera' 'in tre tappe'. La prima, quella della 'sopravvivenza' e' stata superata con il risultato ottenuto alle amministrative, giudicato 'importante': 96 liste di Fli presenti, una percentuale 'di poco superiore al 2,6%' che con il risultato della Sicilia arrivera' al 3%, 'che ci garantisce alle elezioni politiche di partire dal 6%', con la possibilita' di essere 'una bacinella capace di prendere liquido che da qui a breve sara' in fuoriuscita dal Popolo della Liberta''.

Il caff di Fini

La seconda tappa, ha poi spiegato il vicepresidente di Futuro e Liberta', sara' 'essere indispensabili e lo dimostreremo ai ballottaggi'. E infine 'essere protagonisti alle politiche' e con questa legge elettorale 'senza i 40 senatori del terzo polo non esistera' governo e quei voti saranno a disposizione per chi vuole fare il governo che cambia l'Italia' ed e' quindi 'matematicamente impossibile che Berlusconi torni a fare il presidente del Consiglio'.

il buffetto di Ronchi a Bocchino

'Senza Fini e Casini -ha concluso Bocchino- Berlusconi non vincera' mai piu'. Berlusconi non era l'interprete, era il collante dell'area moderata. L'imprenditore non puo' essere moderato, nell'impresa non c'e' democrazia. Berlusconi e' l'interprete dell'ala estremista dei moderati, potra' arrivare al massimo al 35%-40% con l'area malpancista della Lega, ma sara' sempre minoranza'.

Finiani a raccolta

2 - URSO E RONCHI AD ASSEMBLEA, MA NON APPLAUDONO MAI. SCONTRO IN ATTO CON IL RESTO DEL PARTITO SUI BALLOTTAGGI...
(ANSA)
- Italo Bocchino parla e Andrea Ronchi ed Adolfo Urso non applaudono mai, neppure a frasi come "non stiamo con chi disdegna la nazione, la legalità e il merito". I due esponenti che il presidente vicario ha messo in guardia ("non si accettano trucchetti sui ballottaggi, nessun sostegno ai candidati Pdl e sinistra a Milano e Napoli", dice Bocchino) si scambiano occhiate tra loro e stanno a braccia conserte. Sono gli unici, insieme ad un gruppetto di delegati seduto con loro nelle ultime file, a non aver al collo il badge.

Fini

Sono "l'evento" della mattinata quando arrivano e telecamere e flash di fotografi scattano in alto per riprenderli. L'eurodeputato Collino arriva in ritardo ed Urso a voce alta, mentre già Bocchino parla, lo chiama a sedersi vicino a lui, Ronchi e gli altri, piccola enclave in terra straniera. Gianfranco Fini non scambia parole con loro, sta seduto su una sedia laterale appoggiata al muro e ascolta Bocchino. Urso e Ronchi lasciano capire che non prenderanno la parola e qualcuno dei loro ironizza sulla non affollatissima assemblea.

Ma la notizia del giorno è, con tutta evidenza, lo scontro ormai aperto tra l'ala minoritaria di Fli, che l'ex ministro e l'ex viceministro rappresentano dopo il loro endorsement per Letizia Moratti a Milano, in netta controtendenza con le indicazioni che oggi Futuro e Libertà rende ancora più nette. Si tratta soltanto di capire se allo scontro seguirà l'uscita dal partito dei due esponenti e di alcuni delegati a loro vicini.

Fini perplesso

3 - FUTURISTI 'STRIGLIANO' URSO E RONCHI, PARLINO ORA...
(ANSA)
- "Aspetto di vedere e di sentire tesi diverse sulla scelta per i ballottaggi, che avrebbero anche un largo seguito, ma purtroppo non ne vedo traccia". Roberto Menia prende la parola all'assemblea nazionale di Fli e dice per primo quello che tutti pensano: se Adolfo Urso e Andrea Ronchi hanno una posizione diversa la dicano, si confrontino sulla loro volontà di sostenere i candidati del centrodestra, soprattutto a Milano e a Napoli nei ballottaggi. Invece i due esponenti di Fli non dicono una parola, né in assemblea né alla stampa e questo irrita l'ala maggioritaria di Futuro e Libertà.

capannello di finiani

"Cerchiamo di fare in modo che finiscano le divisioni tra falchi e colombe - li provoca senza nominarli Fabio Granata - ma soprattutto cerchiamo di fare in modo che si chiuda per sempre dentro Fli la stagione dei piccioni viaggiatori". Sono in molti a sostenere, come fa Carmelo Briguglio, che "la scelta del terzo polo non è definitiva ma ci stiamo perché obbligati dal fatto che il centrodestra è occupato abusivamente da Berlusconi".

Bocchino Salatto Briguglio Menia e altri finiani

Menia sostiene che proprio la sconfitta del berlusconismo a Milano aprirebbe un quadro nuovo: "lui potrebbe rinsavire e farsi da parte, magari andando a sfogare le sue passioni senili ad Antigua, facendoci un piacere".

Bocchino sinfervora

A chiedere chiarezza è di nuovo Briguglio: "nel partito ci può anche essere una minoranza filoberlusconiana, non siamo il Pdl - afferma - l'unico vincolo però deve esser quello della lealtà. Si può anche andare via da Fli per una convinzione politica profonda, e di questo avremmo rispetto, ma se poi uno perché a Palazzo Grazioli si è conservato una casella diventa ministro, o sottosegretario, o qualcosa del genere, non possiamo dare dignità politica o rispetto né ora né dopo".

Bocchino Menia e angela napoli

4 - URSO E RONCHI LASCIANO ASSEMBLEA PRIMA DI VOTO FINALE...
(ANSA)
- Adolfo Urso e Andrea Ronchi hanno lasciato l'assemblea nazionale di Fli senza fare interventi, prima del voto finale che ratificherà presumibilmente all'unanimità dei presenti (circa la metà dei 300 delegati dell'assemblea) la decisione del partito di lasciare libertà di voto nei ballottaggi alle amministrative senza sostenere alcun candidato a Milano e a Napoli.

Bocchino e angela napoli

"Quello che avevo da dire l'ho detto, del resto oggi ratifichiamo decisioni già annunciate tre giorni fa - si limita a commentare Urso - scelgo quindi di rimanere in silenzio, anche per non alimentare polemiche durante la campagna elettorale. Parlerò dopo i ballottaggi". Andrea Ronchi, a chi gli chiedeva se confermasse la sua posizione, dopo che Bocchino ha messo in guardia i dirigenti dall'esprimersi a favore dei candidati del Pdl o del centrosinistra a Milano e Napoli, ha risposto: "Non sono una bandiera".

Bocchino e Consolo

5 - PASSA LINEA NON-SCELTA SU BALLOTTAGGI, TRE ASTENUTI...
(ANSA)
- Con tre voti di astensione l'Assemblea nazionale di Fli ha ratificato la linea del partito sui ballottaggi per le amministrative: nessun sostegno ai candidati di Pdl e sinistra a Napoli e Milano, libertà altrove. Andrea Ronchi e Adolfo Urso avevano lasciato l'Assemblea prima del voto.

 


NAPOLISPIA - LETTA-LETTIERI E GIGGINO ’A MANETTA FACCIA A FACCIA SU SKY: INSULTI E ACCUSE MA NIENTE SANGUE CHE SCORRE - TERZOPOLISTI IN FUGA: SE VINCE DE MAGISTRIS, CRISI IN GIUNTA REGIONALE E PROVINCIALE E COSÌ INIZIA LA CORSA ALLA DICHIARAZIONE PRO BANANA - VALIUM CALDORO NON BALLA COI LUPI (MAURIZIO): NON CI SIAMO MOSSI ABBASTANZA? INTANTO A MILANO, DOVE C’È LUPI, IL CENTRODESTRA HA PERSO - DOPO LO SCIPPO QUASI MORTALE A UN CROCIERISTA AMERICANO PRONTI CARTELLI ALL’USCITA DEL PORTO DI NAPOLI: FUORI DI QUI RISCHIATE LA VITA...

$
0
0

Carlo Tarallo per Dagospia

LETTIERI E DE MAGISTRIS A SKY TG 24

Copaeincolla Lettieri o Giggino ‘a Manetta? Stamattina confronto tv su sky, a base di insulti e accuse, ma niente sangue che scorre: sembravano quasi due vecchi amici a confronto di Mestizia Moratti e Pisapia. Letta-Lettieri, promette "20mila posti di lavoro in due anni" manco fosse un banana qualunque, mentre Giggino insiste sulle sue "mani pulite" ma non chiarisce se si dimetterà comunque dal neuroparlamento.

Intanto sottoterra grandi manovre in corso: mentre gli incarfagnati di Futuro e Libertà (da) Fini guardano malissimo Urso e Ronchi, colombe berlusconiane, a Napoli inizia la fuga dall'Udc e dal terzo pollo astensionista. Due consiglieri provinciali uddiccini e un assessore annunciano il sostegno a copiaeincolla Lettieri: come ampiamente previsto da Dago, infatti, a Napoli il fatto che Giuseppe De Mita (nipote di Ciriaco) è vicepresidente di Valium - Caldoro, governatore berluscone, e che l'udc siede anche in giunta alla provincia, porterà inevitabilmente i pierfurbini a votare Letta- Lettieri.

GIANNI LETTIERI

Dall'altro lato sinistrati in rotta: Giggino ‘a Manetta non si apparenta, vuole i voti ma non i bassolinian-morconiani in consiglio comunale.

Valium-Caldoro sceglie Rep Napoli per l'intervista del giorno: Giggino "impensierisce moltissimo" il governatore campano, che risponde per le rime al fuorionda di Maurizio Lupi che lo accusava di non aver fatto niente per sostenere Letta Lettieri: "Lupi mi ha telefonato, invitandomi a inserire quella frase in un contesto. Ci siamo chiariti. E poi, se devo misurare la differenza tra Milano, dove c'è Lupi, e Napoli, beh, lì il centrodestra ha perso".

DE MAGISTRIS ESULTA DOPO IL PRIMO TURNO

Vedinapoli e poi muori: dopo gli scippi in centro degli ultimi giorni e i turisti stranieri sbarcati dalle navi da crociera e finiti in rianimazione dopo aggressioni e tentativi di rapina, il presidente di Terminal Napoli Napoli, prepara avvisi choc per i turisti al porto: "Fuori di qui rischiate la vita".

COSENTINO CALDORO jpeg

A chi la bara? Boh? A Napoli nemmeno al camposanto si riesce a stare in pace: "Nei cimiteri napoletani - denuncia Andrea Santoro, consigliere finiano - già da due giorni sono ferme le esumazioni a causa di ritardi nel pagamento dello smaltimento delle casse dei morti". Avviso ai navigati: evitate per qualche giorno di acquistare legna per il camino da rivenditori non autorizzati...

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/elezioni2011/notizie/de-magistris-lettieri-duello-colpi-bassi-fine-neppure-stretta-mano--190689187303.shtml

MAURIZIO LUPI

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/05/20/news/caldoro_tira_la_volata_a_lettieri_ma_de_magistris_mi_preoccupa-16517440/

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=149856&sez=NAPOLI

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=149894&sez=NAPOLI

 

BUNGA BUNGEN! MICA SOLO I BANCHIERI SCOPANO! - LE ASSICURAZIONI TEDESCHE “MUNICH RE” HANNO REGALATO AI 100 MIGLIORI MANAGER UNA VACANZA CON 20 PROSTITUTE MARCHIATE COME LE VACCHE (GIALLO-HOSTESS, ROSSO-ESCORT, BIANCO-PRIVÉ), IN BASE ALLE PERFORMANCE SESSUALI - LE PIÙ FAMOSE TERME DI BUDAPEST TRASFORMATE IN UN BORDELLO - L’AFFARACCIO, RISALENTE AL 2007, STA SCUOTENDO IL COLOSSO TEDESCO FINO AL MIDOLLO - PARE CHE DIETRO ALLE RIVELAZIONI CI SIA UNA CONTROVERSIA PER DEI PAGAMENTI RIMASTI IN SOSPESO…

$
0
0

1 - IL SEX-PARTY TORMENTA MUNICH RE
http://bit.ly/jnQ1Pc
Dal "Financial Times Deutschland"
- La vicenda della festa a base di sesso organizzata a Budapest sta scuotendo Munich Re fino al midollo. Il Gruppo tiene molto alla propria politica finanziaria conservatrice, alle iniziative per il clima, ma anche alla sua moderna politica verso i giovani e per la promozione delle donne in posizioni dirigenziali.

munich re

La faccenda è molto imbarazzante per Munich Re e per il suo Ceo Nikolaus von Bomhard. Il responsabile di tutto è Redanz Ulf, un vecchio dirigente che ha lasciato il Gruppo nel 2009. È lui che approvò il viaggio a Budapest, indirettamente pagato dai clienti dell'assicurazione. Il suo successore ha vietato questo genere di cose, si dice nell'ambiente. La società afferma di aver condotto una ricerca e assicura che dal 2007 non sono più state organizzate feste del genere.

strip club

Ma dietro alle rivelazioni del sex-party ci sarebbe altro. Gli ambienti industriali vedono una connessione tra l'emergere dello scandalo e una controversia tra i rappresentanti della controllata Hmi e Munich Re, riguardante dei pagamenti in sospeso...

2 - MUNICH RE REGALA UN SEX-PARTY CON 20 PROSTITUTE AI SUOI TOP MANAGER
http://bit.ly/lUoNYY

Da "The Guardian" - Una compagnia di assicurazione tedesca ha ammesso di aver premiato i suoi migliori cento venditori con un sex party affollato di prostitute, organizzato alle terme più famose di Budapest. La Hamburg-Mannheimer International (Hmi), parte del conglomerato assicurativo Munich Re, ha affittato gli storici Bagni Gallert della capitale ungherese e li ha trasformati in un bordello a cielo aperto.

I BAGNI DI GELLERT A BUDAPEST

Alemno 20 le prostitute assoldate da Ihm per quella che è stata chiamata "gita incentivante". Le donne indossavano braccialetti di diverso colore, a seconda delle prestazioni che erano disposte ad offrire. Il braccialetto bianco contrassegnava quelle riservate a dirigenti e top agents.

Nikolaus von Bomhard

Dopo che lo scandalo è uscito sul quotidiano tedesco "Handelsblatt", Munich Re ha ammesso che il party c'è stato (un giornale tedesco ha parlato di "Bunga Bunga a Budapest"). Spiega un portavoce di Ergo, facente capo a Munich Re: "È vero, ha detto la compagnia, un viaggio-incentivo a Budapest fu fatto nel 2007. Da una ricerca è emerso che a una serata organizzata nel contesto di quel viaggio presenziarono anche 20 prostitute".

ESCORT AL BAR

L'Handelsblatt ha riportato le testimonianze di chi partecipò al sex party:"All'ingresso fummo perquisiti come in aeroporto. I boss ci dissero che era vietato fare foto o video". "Le donne indossavano braccialetti rossi o gialli. Alcune erano solo delle hostess. Altre ti facevano capire dal colore del braccialetto che non erano lì solo per parlare". Quando il braccialetto era bianco, invece, significava che la ragazza era riservata agli alti dirigenti.

Un altro ha raccontato che intorno alle vasche erano stati sistemati dei letti dove si poteva fare ciò che si voleva. Le prostitute, ha detto anche, si marchiavano con l'inchiostro gli avambracci in base alle performance sessuali. Alcune di loro alla fine avevano una dozzina di timbri.

L'incidente rappresenta una "chiara violazione" della politica aziendale, ha detto Alexander Becker, portavoce della controllata Ergo Versicherungsgruppe. Il responsabile, comunque, non lavora più per noi.

 

WALL ST. APRE IN CALO, LE BORSE EUROPEE VIRANO AL RIBASSO - L’ORO TORNA SOPRA I 1.500 $ - MARTEDÌ PROSSIMO FIAT SALIRÀ AL 46% DI CHRYSLER - IL PETROLIO CALA MA RIBASSI OMEOPATICI PER LA BENZINA (MENO DI 1 CENT) - FMI: MERKEL LODA LAGARDE MA NON S’IMPEGNA A SOSTENERLA - PER IL CAPO OCSE, AL FONDO SERVE UN NON EUROPEO - GLENCORE VA BENE MA NON SFONDA - CRESCONO IMPORT/EXPORT ITALIANI - GOLDMAN TAGLIA PONZELLINI - UTILE IN CRESCITA ALLA BANCA PER LE INFRASTRUTTURE DI INTESA - ABN AMRO NAZIONALIZZATA RADDOPPIA I PROFITTI…

Next: 1- SI SCRIVE FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE, SI LEGGE FONDO MASCHIONI INGRIFATI 2- Sì, LA MASSIMA ISTITUZIONE DEL POTERE ECONOMICO È UN COVO DI \"MALATI SESSUALI\"! 3- IL “NEW YORK TIMES” RIPESCA UN’INDAGINE INTERNA DEL FMI: DONNE COSTRETTE A NON INDOSSARE LA GONNA PER EVITARE LE AVANCES, MAIL MOLESTE, RICATTI, OMERTÀ 4- LE LEGGI USA IN MATERIA SESSUALE, ALL’FMI, NON VALGONO E FINO AL 6 MAGGIO SCORSO (ENTRATA IN VIGORE LA NUOVA NORMATIVA) I RAPPORTI INTIMI, ANCHE COERCITIVI, TRA BOSS E SOTTOPOSTE NON ERANO CONSIDERABILI “DI PER SÉ, UNA MOLESTIA” 5- C’È UN BEL EPISODIO CHE PUÒ FAR CAPIRE QUALE SIA LA \"CULTURA\" VIGENTE AL FONDO. RIGUARDA UN POSSIBILE SUCCESSORE DI STRAUSS-KAHN, IL TURCO KEMAL DERVIS, DIMESSOSI MERCOLEDÌ SCORSO DAL RUOLO DI DIRETTORE GENERALE. PRIMA DI APPRODARE AL FONDO, QUANDO DERVIS LAVORAVA ANCORA ALLA BANCA MONDIALE, EBBE UNA RELAZIONE TROMBANTE CON UNA DONNA CHE ORA È UNA DIPENDENTE DELL’FMI...
$
0
0
ORO

1 - WALL STREET APRE IN CALO, DJ -0,14%, NASDAQ -0,21%
(ANSA)
- Apertura in territorio negativo per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,14% a 12.587,50 punti, il Nasdaq cede lo 0,21% a 2.817,57 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,17% a 1.341,29 punti.

2 - BORSA: EUROPA FRENA DOPO AVVIO WALL STREET, MADRID DEBOLE...
(ANSA)
- Borse europee poco mosse ma tendenti al negativo dopo l'apertura di Wall street: l'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, perde poche frazioni di punto, con gli operatori incerti dopo il ritorno di fortissime tensioni sui titoli di Stato greci e, in modo minore, portoghesi.

In un clima che sembra farsi più pessimista in vista della chiusura, i mercati azionari principali ondeggiano tra segno positivo e negativo, con Madrid ancora colpita dalle vendite (-0,91%) e Atene tra le Borse minori in calo sensibile: -1,54%. Generalmente deboli i titoli delle auto, in ordine sparso i bancari: Bnp Paribas cede il 2,74% e il Banco Popolare l'1,70%, mentre Dexia cresce dell'1,71% e Societe generale sale dell'1,33%. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: - Londra +0,31% - Parigi -0,17% - Francoforte -0,53% - Madrid -0,91% - Milano -0,47% - Amsterdam -0,82% - Stoccolma +0,19% - Zurigo +0,13%.

Marchionne e Obama

3 - ORO: FIXING TORNA SOPRA QUOTA 1.500 DOLLARI L'ONCIA...
finanza.com
- Questa mattina il fixing dell'oro si è attestato a 1.502,75 dollari, in crescita rispetto ai 1.493 dollari di ieri pomeriggio.

4 - CHRYSLER, FIAT SALIRÀ AL 46% IL 24/5 AL TERMINE DEL RIFINANZIAMENTO...
(LaPresse)
- In una nota Chrysler ha spiegato come intende ripagare i 7,5 milairdi di dollari avuti dai governi americano e statunitense nel 2009 che hanno consentito il salvataggio da parte di Fiat del terzo costruttore automobilistico americano. In prima battuta Chrysler emetterà 3,2 miliardi di dollari di nuovi bond divisi in due tranche; 1,5 miliardi di dollari a 8 anni e con rendimento dell'8%, 1,7 miliardi di dollari a 10 anni con un rendimento dell'8,25%.

Altri 3 milairdi arriveranno invece da prestiti bancari. Fiat , Chrysler usufruira' inoltre di una linea di credito da 3 miliardi di dollari. Ai 6,2 miliardi di dollari così raccolti si aggiungerà un altro miliardo e trecento milioni in arrivo da Fiat, che consentirà anche al Lingotto di salire al 46% di Chrysler. L'operazione dovrebbe chiudersi entro il 24 maggio.

MERKEL

5 - LUCCHINI: FONDO APOLLO OFFRE 400MLN PER FILIALE FRANCESE ASCOMETAL...
Radiocor
- Il fondo statunitense Apollo e' in trattative avanzate per acquistare il produttore siderurgico francese Ascometal (prodotti lunghi e ac ciai speciali), controllata della Lucchini. L'acquirente, gia' azionista di Constellium (ex Pechiney), ha offerto 300 milioni e proposto di accollarsi un debito di 100 milioni. I negoziati, a quanto risulta a Radiocor, stanno giungendo al termine. Il fondo ha chiesto circa un mese fa un periodo di esclusiva di sei settimane.

6 - DIRETTORE FMI,MERKEL LODA LAGARDE MA NON S'IMPEGNA PER SOSTENERLA...
(LaPresse/AP)
- "Posso dire che tra i nomi che sono stati fatti, che hanno tutti un'ottima reputazione, anche io apprezzo molto quello del ministro delle Finanze francese". Così il cancelliere tedesco Angela Merkel ha lodato Christine Lagarde, da molti vista come possibile prossimo direttore del Fondo monetario internazionale. La Merkel non si è tuttavia impegnata personalmente per sostenere il suo nome: "La questione - ha aggiunto - non era conosciuta prima di ieri e non è un annuncio di una candidaturaè soltanto un'osservazione generale".

La francese Lagarde è emersa come una tra i principali candidati alla sostituzione di Dominique Strauss-Kahn, anch'egli francese, che si è dimesso mercoledì. La Merkel e altri leader europei hanno dichiarato che per loro il prossimo direttore dovrebbe essere un europeo, poiché il Fondo è profondamente coinvolto nei tentativi di contrastare la crisi del debito nell'eurozona.

Lagarde e Strauss Kahn

7 - FMI: GURRIA (OCSE), E' TEMPO DI UN DG NON EUROPEO...
(ASCA-AFP)
- E' arrivato il tempo per un direttore generale del Fondo monetario europeo non europeo. Lo ha detto il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria. Parlando a Parigi, Gurria ha detto che e' arrivato ''il momento del cambiamento'' per un direttore generale dell'Fmi non europeo. Gurria, parlando con i giornalisti ha spiegato che secondo lui e' ora possibile rompere la tradizione, che dura dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, secondo la quale il direttore generale del Fondo monetario internazionale debba essere un europeo, ma la scelta del successore di Dominique Strauss-Kahn, ha aggiunto il segretario generale dell'Ocse, deve essere presa in fretta.

Riguardo al ministro francese delle Finanze, Christine Lagarde, su cui sembrano convergere le candidature dei paesi europei, Gurria ha poi precisato che il suo lavoro e' stato ''formidabile'', ma non e' questo il punto. Il problema politico e' quello di scegliere un non europeo, ma, ha concluso Gurria, l'aspetto piu' importante riguarda il merito, non la cittadinanza.

pompe di benzina

8 - CARBURANTI, RITOCCO AL RIBASSO PER BENZINA E GASOLIO...
(LaPresse)
- Scende il prezzo dei carburanti. Secondo i prezzi consigliati dalle compagnie riportati dal giornale online Staffetta Quotidiana, ritoccano al ribasso il costo alla pompa della benzina Eni, di 1 centesimo al litro a 1,573 euro al litro, Q8, di 0,5 centesimi a 1,572 euro al litro, Shell, di 0,5 centesimi a 1,578 euro al litro, e Tamoil, di 0,6 centesimi a 1,583 euro al litro. Il prezzo medio della benzina si attesta oggi a 1,571 euro al litro, e va dal massimo di Tamoil al minimo di IP (1,567 euro al litro).

Per quanto riguarda il gasolio, tagliano il costo alla pompa Eni, di 0,5 centesimi a 1,444 euro al litro, Esso, di 1 centesimo a 1,436 euro al litro, e Q8, di 0,5 centesimi a 1,433 euro al litro. Il prezzo medio del gasolio è di 1,438 euro al litro, compreso tra il minimo di Q8 e il massimo di Eni e Tamoil.

9 - FEDERMECCANICA: IN PRIMO TRIMESTRE 2011 PRODUZIONE +6,7% ANNUO...
(LaPresse)
- La variazione tendenziale della produzione dell'industria metalmeccanica italiana nel primo trimestre del 2011 raffrontata allo stesso periodo del 2010 é del 6,7% ma i livelli conseguiti risultano ancora inferiori del 24,5% rispetto a quelli realizzati prima della precedente fase recessiva. È quanto si evince dall'indagine congiunturale di Federmeccanica, basata su dati Istat e presentata oggi, secondo la quale i dati di produzione, depurati delle componenti stagionali, indicano per il primo trimestre dell'anno una variazione congiunturale pari allo 0,8% rispetto al precedente trimestre caratterizzato da una crescita contenuta (+0,4%).

abn amro

10 - ISTAT: IMPORT +2,4% ED EXPORT +2,8% CON EXTRA UE A APRILE SU MARZO...
(LaPresse) -
I flussi commerciali dell'Italia con i Paesi extra Unione europea ad aprile 2011 registrano un tasso di crescita del 2,4% per le importazioni e 2,8% per le esportazioni, rispetto al mese di marzo. Lo comunica l'Istat nella stima preliminare sul mese scorso. Nell'ultimo trimestre la crescita congiunturale delle importazioni (+5,8%) continua a essere più sostenuta di quella delle esportazioni (+3,6%). La crescita ad aprile su base annua si mantiene su tassi elevati, con un balzo del 30% per le importazioni, in accelerazione rispetto alle variazioni tendenziali registrate nei due mesi precedenti, e del 17,8% per le esportazioni.

11 - OLANDA, UTILI PIÙ CHE RADDOPPIATI PER BANCA DI STATO ABN AMRO
(LaPresse/AP)
- Gli utili di Abn Amro, la banca olandese di proprietà del governo, sono più che raddoppiati nel primo trimestre, grazie anche alla riduzione dei costi. I profitti hanno raggiunto 539 milioni di euro, rispetto ai 250 milioni di un anno fa, con Abn che ha tagliato oltre 3.400 posti di lavoro, il 12% dei lavoratori. L'istituto è stato nazionalizzato durante la crisi finanziaria del 2008 insieme al braccio olandese dell'allora ditta proprietaria, l'ormai defunta Fortis, costando al governo 28 miliardi di euro. Abn ha ora un equity value di 12,8 miliardi di euro.

BONANNI

12 - CONTRATTI, BONANNI: DIVISIONI CON CGIL, NON VEDO USCITA UNITARIA...
(LaPresse) -
"Sulle vicende contrattuali si resta distanti. Speriamo che in seguito ognuno possa fare uno sforzo, ma la Cgil mantiene la stessa linea: qualora ci fossino fatti nuovi ce lo faccia sapere e saremo pronti a discuterne". Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, lasciando la sede della foresteria di Confindustria al termine dell'incontro tra i tre sindacati confederali e la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. A chi gli chiedeva se ci fosse un riavvicinamento tra i sindacati, Bonanni ha risposto: "No, non c'è e basta con le tempeste lessicali, non è una rappresentazione teatrale come quella dei partiti", sottolineando che "quando uno fa l'accordo lo fa senza se e senza ma".

13 - BP MILANO IN CALO. GOLDMAN SACHS E NOMURA TAGLIANO TP...
Trend Online -
L'ultima seduta della settimana viene vissuta in calo da Banca Popolare di Milano che non riesce a trovare alcun sostegno negli spunti positivi offerti dal Ftse Mib. Il titolo, dopo ave archiviato la sessione di ieri con un ribasso di quasi un punto e mezzo percentuale, perde ancora terreno quest'oggi. Mentre scriviamo Banca Popolare di Milano viene scambiato a 2,11 euro, con una flessione dello 0,47% e oltre 4,2 milioni di azioni passate di mano fino ad ora. Ad appesantire il titolo contribuisce la revisione al ribasso della valutazione decisa da Goldman Sachs e da Nomura.

MASSIMO PONZELLINI

La banca americana ha confermato la raccomandazione "neutral" sul titolo, riducendo il prezzo obiettivo da 3,5 a 2,6 euro, sulla scia di una rivisitazione delle stime relative all'eps che per l'anno in corso passano da 0,31 a 0,256 euro e per il 2011 da 0,43 a 0,39 euro. Lo stesso rating "neutral" viene confermato da Nomura che ha abbassato il target price da 3,5 a 2,7 euro. Gli analisti fanno sapere che dopo i risultati del primo trimestre, hanno aumentato il numero di azioni nel loro modello per tenere conto dei mutati termini del prestito convertibile. Il broker giapponese mantiene un atteggiamento di cautela prima dell'aumento di capitale, in attesa di maggiori dettagli sul piano di ristrutturazione.

14 - DEBUTTO FIACCO IN BORSA PER IL TRADER GLENCORE...
Christopher Hughes per "La Stampa"
- La quotazione da 61 miliardi di dollari di Glencore ha fatto registrare un leggero aumento delle quotazioni nelle prime ore di scambio. Dopo i numerosi collocamenti andati male in Europa, un risultato di questo tipo può già essere considerato un successo. Ma è difficile pensarla così per un'Ipo tanto enfatizzata come Glencore. Il trader di materie prime svizzero avrebbe potuto concedere qualcosa di più. Quando il prezzo è ben studiato, il titolo dovrebbe aumentare il suo valore al debutto, ma non troppo.

Se l'incremento è del 5%-10%, con guadagni stabili, significa che il prezzo dell'offerta non era troppo basso, ma può ancora attirare una domanda alta da parte degli investitori principali. Ieri le azioni di Glencore sono salite del 4% all'apertura delle contrattazioni riservate - ma poi sono scese quasi al di sotto dei 530 pence fissati per l'emissione. All'ora di pranzo si erano risollevate del 2,2%, arrivando a 541,5 pence.

GOLDMAN SACHS

Secondo fonti vicine alla società, Glencore avrebbe potuto agevolmente collocare tutte le azioni all'estremo superiore della forchetta, fissato a 580 pence. Tuttavia, il prezzo del titolo sembra indicare che gli acquirenti disposti a pagare quella cifra non fossero rappresentativi del mercato allargato. Probabilmente tra loro vi erano alcuni speculatori interessati soltanto al "mordi e fuggi". La performance sembra un po' debole anche considerando le forti basi di sostegno di Glencore. Un terzo dell'emissione era già stato venduto a un gruppo di investitori, l'interesse sui fondi indicizzati era garantito e c'erano circa 23 bookrunner.

Il range di prezzo è stato perfino rialzato durante il marketing. Il management di Glencore aveva però espresso l'intenzione di lasciare una parte del valore a disposizione dei nuovi investitori. Occorre inoltre considerare la ragione principale per cui Glencore ha deciso di quotarsi in Borsa: quella di creare un capitale permanente con cui finanziare la crescita futura. Considerando la probabile ambizione di Glencore di utilizzare a breve termine i propri titoli per acquistare il colosso minerario Xstrata, nel quale possiede una partecipazione del 34,5%, ogni giorno di contrattazione con una buona performance ha la sua importanza.

15 - GIAPPONE,TEPCO SI RIORGANIZZA DOPO CRISI NUCLEARE E SUCCESSIVE PERDITE...
(LaPresse/AP) -
"Mi sto dimettendo per aver fatto crollare la fiducia del pubblico nell'energia nucleare e per aver causato così tanti problemi e paure alla gente... Ho voluto assumermi la responsabilità gestionale e concludere in maniera simbolica". Sono le parole di Masataka Shimizu, l'ormai ex amministratore delegato della Tepco, società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, la più danneggiata dallo tsunami in Giappone.

glencore

Shimizu, nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato la decisione, si è inchinato per le scuse tradizionali giapponesi e ha detto quindi che rimarrà come consulente a tempo indeterminato, senza essere pagato. Al suo posto arriverà Toshio Nishizawa, 60 anni, la cui nomina diventerà ufficiale dopo la riunione degli azionisti di giugno.

Presidente resterà Tsunehisa Katsumata, 71 anni, ex ceo, che ha assunto il ruolo di leadership dopo la crisi nucleare e ha guidato la compagnia soprattutto durante i periodi di assenza di Shimizu. Sarà lui a garantire la continuità, in un momento difficile testimoniato anche dall'annuncio di oggi di 15 miliardi di dollari di perdite nell'esercizio chiuso il 31 marzo.

il reattore fukushima

Le perdite totali a causa del disastro saranno sicuramente maggiori e comprenderanno anche i risarcimenti alle migliaia di persone costrette a lasciare le case vicino all'impianto e alle imprese i cui prodotti sono stati danneggiati dalle radiazioni, per esempio allevatori e pescatori. Shimizu ha detto che la società prevede di vendere gli asset per garantire oltre 600 miliardi di yen (7,4 miliardi di dollari) di finanziamenti. Il consiglio di amministrazione ha promesso inoltre che non prenderà stipendi e altri dirigenti avranno tagli in busta paga dal 40 al 60%.


16 - INTESA SP: BIIS, IN PRIMO TRIMESTRE UTILE CRESCE A 48 MLN...
(Adnkronos) -
Biis, Banca Infrastrutture innovazione e Sviluppo, la banca del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata al public finance e alla collaborazione tra pubblico e privato, chiude il primo trimestre 2011 rafforzando la propria attivita' al servizio del settore pubblico, delle infrastrutture, dei servizi pubblici e della sanita' sia in Italia che all'estero. Nei primi tre mesi del 2011 Biis ha conseguito proventi operativi netti a 96 milioni (+44,6% rispetto a marzo 2010), risultato della gestione operativa a 82 milioni (+62,5%) e risultato netto a 48 milioni (+70,5%).

L'accelerazione dei proventi operativi netti (in crescita del +6,5% dal quarto trimestre 2011), del risultato della gestione operativa (+14,7%) e del risultato netto (+35,1%), e l'elevato importo dei finanziamenti erogati negli ultimi 12 mesi (3,5 miliardi in Italia e 1 miliardo all'estero) confermano l'intensa attivita' della banca, attraverso il consolidamento della leadership nel mercato domestico ma anche la crescita al di fuori dei confini nazionali.

Bazoli e Passera

"I risultati del primo trimestte 2011 di Biis, con crescita a due cifre dei principali indicatori, oltre a riempirci di soddisfazione- dichiara Mario Ciaccia, amministratore delegato di Biis- ci offrono l'incoraggiante indicazione che per il nostro Paese si inizia a intravedere la luce alla fine del tunnel. le imprese ci sono, le banche sono al loro fianco e con una politica che sta iniziando ad indicare le priorita' del sistema e a dettare le regole certe e necessarie mi auguro che riusciremo a riattivare quei progetti infrastrutturali sui quali cammina il futuro del nostro Paese.

Il piano industriale di gruppo ci vuole in crescita in tutti i settori di attivita' della P.A., e il primo trimestre e' in linea con le piu' rosse attese. Ma c'e' un settore nel quale vogliamo crescere di piu' e al quale puntiamo: l'internazionalizzazione delle nostre attivita' per accompagnare le nostre aziende che vogliono andare all'estero e per supportare i paesi dove insistono le nostre banche'.

 

1- SI SCRIVE FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE, SI LEGGE FONDO MASCHIONI INGRIFATI 2- Sì, LA MASSIMA ISTITUZIONE DEL POTERE ECONOMICO È UN COVO DI \"MALATI SESSUALI\"! 3- IL “NEW YORK TIMES” RIPESCA UN’INDAGINE INTERNA DEL FMI: DONNE COSTRETTE A NON INDOSSARE LA GONNA PER EVITARE LE AVANCES, MAIL MOLESTE, RICATTI, OMERTÀ 4- LE LEGGI USA IN MATERIA SESSUALE, ALL’FMI, NON VALGONO E FINO AL 6 MAGGIO SCORSO (ENTRATA IN VIGORE LA NUOVA NORMATIVA) I RAPPORTI INTIMI, ANCHE COERCITIVI, TRA BOSS E SOTTOPOSTE NON ERANO CONSIDERABILI “DI PER SÉ, UNA MOLESTIA” 5- C’È UN BEL EPISODIO CHE PUÒ FAR CAPIRE QUALE SIA LA \"CULTURA\" VIGENTE AL FONDO. RIGUARDA UN POSSIBILE SUCCESSORE DI STRAUSS-KAHN, IL TURCO KEMAL DERVIS, DIMESSOSI MERCOLEDÌ SCORSO DAL RUOLO DI DIRETTORE GENERALE. PRIMA DI APPRODARE AL FONDO, QUANDO DERVIS LAVORAVA ANCORA ALLA BANCA MONDIALE, EBBE UNA RELAZIONE TROMBANTE CON UNA DONNA CHE ORA È UNA DIPENDENTE DELL’FMI...

$
0
0

Dagotraduzione dell'articolo di Binyamin Appelbaum e Sheyl Gay Stolberg per "The New York Times"
http://www.nytimes.com

Strauss-Kahn

È un'isola internazionale nel bel mezzo della capitale americana. Un posto dove si sgomita, governato da economisti uomini-alfa. Le giornate sono lunghe e i dipendenti lavorano regolarmente a strettissimo contatto, andando insieme nelle missioni estere. Vige un clima in cui fioriscono spesso romanzi e in cui i limiti, qualche volta, vengono oltrepassati.

Strauss-Kahn

Alcune donne evitano di indossare la gonna per evitare di attrarre attenzioni indesiderate. Altre raccontano di approcci espliciti da parte di superiori. Un'indagine interna risalente al 2008, sottolineò i pochi limiti nella condotta dei manager, evidenziando come il fatto che non si fossero verificati scandali di etica pubblica fosse più una circostanza fortuita che la conseguenza di una buona politica".

STRAUSS KAHN

Questa è la vita al Fondo monetario internazionale. Ma con l'arresto di Dominique Strauss-Khan un fascio di luce ha illuminato i costumi vigenti al suo interno. Sono riemersi degli interrogativi riguardo a un episodio risalente al 2008, quando l'Fmi affermò che Dsk non aveva infranto alcuna regola, dormendo con una sua sottoposta.

Lagarde e Strauss Kahn

Ma c'è un altro episodio ancora che può far capire quale sia la cultura vigente al Fondo. Riguarda un possibile successore di Strauss-Kahn, il turco Kemal Dervis, dimessosi mercoledì scorso dal ruolo di direttore generale. Prima di approdare al Fondo, quando Dervis lavorava ancora alla Banca Mondiale, ebbe una relazione con una donna che ora è una dipendente dell'Fmi.

Dai documenti e dalle interviste si evince che il Fondo non ha le stesse regole di Washington, in materia sessuale. La normativa in merito lascia le donne vulnerabili alle molestie. Le leggi degli Stati Uniti, all'interno delle sue mura, non valgono. E fino all'inizio di questo mese tra le regole del Fondo c'era una disposizione che alcuni esperti ed ex funzionari dicono abbia spesso incoraggiato i manager maschi a provarci con le donne loro sottoposte: "I rapporti intimi tra superiori e subordinati non costituiscono, di per sé, una molestia."

L'AVVOCATO BRAFMAN E STRAUSS KAHN kemal-dervis

Nel 2007 funzionari del Fondo monetario si rifiutarono di indagare in merito alla denuncia di un'assistente amministrativa che aveva dormito con un suo superiore e che denunciò di aver subito pressioni per continuare la relazione con lui. Nella fattispecie, la donna raccontò che il superiore aveva valutato negativamente i suoi risultati di lavoro. Un funzionario le rispose che non era il caso di avviare un'indagine, dato che l'uomo era vicino ad andare in pensione.

Il funzionario, il cui nome non compare nei registri, ha detto poi agli investigatori che anche lui aveva avuto un rapporto sessuale con una sottoposta e che non credeva di aver commesso qualcosa di male.

kemal-dervis

In un altro caso ancora, una giovane donna che poi si è dimessa, raccontò di aver ricevuto email sempre più esplicite da parte di un dirigente del suo reparto. Denunciò il fatto al suo boss, ma quello non fece niente. "Mi dissero che avrebbero preso sul serio la faccenda, ma due minuti più tardi erano a parlare con la persona che mi aveva mandato quelle email come se nulla fosse. Non fu punito, niente affatto".

Fondo Monetario Internazionale

Virginia R. Canter che lavora all'Fmi dall'anno scorso ed ha il compito di raccogliere le denunce di molestia, dice che l'istituto ha recentemente adottato una serie di misure forti per proteggere i dipendenti. Un nuovo codice etico del 6 maggio scorso specifica che i rapporti intimi con subordinati "sono suscettibili di determinare conflitti di interesse" e devono essere comunicati alle autorità competenti.

 

IL FALSO SWAROVSKI - LA PARABOLA VERSO L’ABISSO DI KARL-HEINZ GRASSER, DA GIOVANE SEX-SYMBOL, ASTRO DELLA POLITICA AUSTRIACA, A PLURINDAGATO SPUTTANATO: EVASIONE, INFEDELTÀ ALLO STATO, CONFLITTO DI INTERESSI, RICICLAGGIO, CONCUSSIONE… - L’EX MINISTRO DELLE FINANZE VIENNESI CHE HA SPOSATO L’EREDE DELL’IMPERO DEI CRISTALLI È ACCUSATO DI TUTTO E DI PIÙ - E LA MOGLIE CHE FA? PER DIFENDERLO GRIDA ALLA “PERSECUZIONE GIUDIZIARIA”, PARAGONANDO IL CASO A BERLUSCONI…

Previous: 1- SI SCRIVE FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE, SI LEGGE FONDO MASCHIONI INGRIFATI 2- Sì, LA MASSIMA ISTITUZIONE DEL POTERE ECONOMICO È UN COVO DI \"MALATI SESSUALI\"! 3- IL “NEW YORK TIMES” RIPESCA UN’INDAGINE INTERNA DEL FMI: DONNE COSTRETTE A NON INDOSSARE LA GONNA PER EVITARE LE AVANCES, MAIL MOLESTE, RICATTI, OMERTÀ 4- LE LEGGI USA IN MATERIA SESSUALE, ALL’FMI, NON VALGONO E FINO AL 6 MAGGIO SCORSO (ENTRATA IN VIGORE LA NUOVA NORMATIVA) I RAPPORTI INTIMI, ANCHE COERCITIVI, TRA BOSS E SOTTOPOSTE NON ERANO CONSIDERABILI “DI PER SÉ, UNA MOLESTIA” 5- C’È UN BEL EPISODIO CHE PUÒ FAR CAPIRE QUALE SIA LA \"CULTURA\" VIGENTE AL FONDO. RIGUARDA UN POSSIBILE SUCCESSORE DI STRAUSS-KAHN, IL TURCO KEMAL DERVIS, DIMESSOSI MERCOLEDÌ SCORSO DAL RUOLO DI DIRETTORE GENERALE. PRIMA DI APPRODARE AL FONDO, QUANDO DERVIS LAVORAVA ANCORA ALLA BANCA MONDIALE, EBBE UNA RELAZIONE TROMBANTE CON UNA DONNA CHE ORA È UNA DIPENDENTE DELL’FMI...
$
0
0

Flavia Foradini per "l'Espresso"

pzz10 karl heinz grasser

Lui è bello, giovane, ricco, (ex) potente, ben maritato. Con la moglie, erede dell'impero Swarovski, anche l'animatore delle più belle feste del jet set. Ed è l'oggetto del desiderio, stando ai sondaggi, di tante donne austriache. E stato anche, a suo tempo, il più giovane ministro delle Finanze a Vienna. Ma adesso tutta l'Austria ne parla per una serie di scandali finanziari, con conseguente lunga serie di reati su cui sta indagando la magistratura e che hanno addentellati in vari paesi europei e non solo, paradisi fiscali ovviamente compresi.

La consorte si è lanciata in un'accorata difesa, parlando di "persecuzione giudiziaria", e paragonando il caso a quello di Silvio Berlusconi. Senza peraltro impietosire i giudici che vanno avanti per la loro strada. Non passa giorno senza che escano nuove rilevazioni che gettano una luce diversa su un'esistenza prima felice e ora sommersa da un mare di guai imbarazzanti, compreso il racconto di quei 500 mila euro trasportati in valigia in tre viaggi dalla Svizzera all'Austria anche quando era ministro.

pzz04 antonio capasso karl heins grasser ralitza balzarini

Lui si chiama Karl-Heinz Grasser, ha 42 anni, e, prima di diventare un personaggio da rotocalco, faceva semplicemente l'addetto alle pubbliche relazioni in un'azienda automobilistica di Graz dove poco più che ventenne, nel 1992, fece il primo dei due incontri che gli avrebbero cambiato la vita: quello con Jörg Haider, il leader della destra austriaca morto in un incidente automobilistico nel 2008. Fu Haider a introdurlo alla politica e a spingerlo su fino alla poltrona di ministro delle Finanze, sulla quale si è seduto dal 2000 al 2006 nei governi di centro-destra di Wolfganf Schüssel.

i fiona swaroski karl grasser1 lap

Il suo programma: far pagare le tasse a tutti (e i guai attuali sembrano un contrappasso) e aumentare le imposte per azzerare il deficit di bilancio. Perennemente abbronzato, piacente, in quegli anni passati nelle stanze dei bottoni, era riuscito a far parlare di sé oltre che per le leggi lacrime e sangue, anche per una serie di gaffe, alcune proverbiali. E che non gli sono state perdonate, a causa di quel dinamismo gagliardo e vagamente protervo con cui ammantava il suo modo di interpretare la carica. Comunque, un personaggio sempre sotto i riflettori.

i fiona swaroski karl grasser lap

Era ancora fidanzatissimo con la figlia di un diplomatico quando un ragazzo lo riprese all'aeroporto di Parigi (e subito inondò la Rete) in evidenti atteggiamenti amorosi con l'altrettanto bella Fiona Pacifico Griffini, erede dell'impero Swarovski, reduce da due matrimoni, madre di tre figli e in carriera come stilista. Inizio di un amore da copertina quasi subito macchiato da un errore di protocollo durante le vacanze di Natale del 2004. La coppia se ne stava in vacanza alle Maldive durante lo tsunami che devastò quella parte di mondo.

Gli chiesero di tornare in patria, ma lui restò a godersi il sole adducendo come motivo la mancanza di posti sugli aerei: venne sbugiardato da un comunicato ufficiale della Austrian Airlines. Uno così è un bersaglio perfetto per i buontemponi, soprattutto nell'era di Internet. Qualche pirata informatico aveva dirottato sulla sua homepage chiunque cercasse sulla Rete la voce "totale incompetenza".

i fiona swaroski karl grasser4 lap

Il suo sito aveva peraltro suscitato clamore per un'altra ragione. Per crearlo, infatti, il ministro aveva ricevuto una donazione di 250 mila euro dall'Unione Industriali, ma si era dimenticato di dichiarare quei soldi al fisco. Lui, che era il titolare delle Finanze. Celebre anche la volta in cui il "Financial Times" fu costretto a smentire quanto Grasser andava dicendo in giro: "Quel giornale mi ha indicato come miglior ministro del ramo in Europa". Non era vero.

elle55 fiona swarosky carl heinz grasser

Finita la stagione al potere ha cercato di riciclarsi, con scarse fortune, come consulente finanziario. Ma non ha certo il problema di come sbarcare il lunario. Grazie anche al patrimonio di Fiona. I due abitano in una casa del centro di Vienna da 600 metri quadrati più 300 di palestra. Hanno una villa sul Wörtersee, il più grande lago della Carinzia, e a Kitzbühel per i weekend sulla neve. In Italia, villa a Capri e azienda di design a Milano.

Molto avvistati anche a Porto Cervo. Fiona ha cittadinanza italiana, oltre a quella austriaca e Svizzera essendo nata a Basilea. La madre si chiama Marina Giori, il padre fa Winter. Pacifico, Griffini e Grasser sono i cognomi dei tre mariti nell'ordine. Swarovski era una nonna materna: tanto che i cugini la diffidano da usarlo. Lei non se ne cura. Sempre presenti, assieme, nelle occasioni che contano.

Intanto, mentre loro trascorrevano una vita sfarzosa e spensierata, la magistratura in silenzio indagava su quello che, a posteriori, è stato definito "metodo Grasser". Alcune cifre: cento testimoni ascoltati in un centinaio di località in giro per il mondo, 22 terabyte di materiale solo per uno dei filoni di indagine, 5 mila intercettazioni, alcune delle quali esilaranti in cui l'ex ministro si esibisce in un proletarissimo dialetto con gli amici del cuore e che sono stati addirittura oggetto di una lezione universitaria: un modo per aggirare la legge che vieta le pubblicazioni sulla stampa, le aule di un ateneo non sono mass media.

news fiona swarovski karl grasser03

Le ipotesi di reato su cui si sta indagando: evasione fiscale, infedeltà allo Stato e malversazione, esportazione di capitali, violazione di segreti d'ufficio, conflitto di interessi, riciclaggio, concussione. Si parte dalla privatizzazione di 63 mila immobili dello Stato nel 2004. Grasser avrebbe arrecato "danno alla Repubblica" affidando la gestione dell'operazione da quasi un miliardo di euro non al miglior offerente, ma alla Lehmann Brothers dove, come consulente, c'era un suo amico, tale Karl Heinz Muhr che, già prima di quell'incarico, aveva ricevuto una parcella da quasi mezzo milione di euro non si sa bene a quale titolo.

news fiona swarovski karl grasser02

Un altro amico e suo testimone di nozze avrebbe ricevuto, secondo l'accusa, una tangente di 10 milioni di euro versata su un conto a Cipro (a sua insaputa, sostiene Grasser). Risale invece al 2005 il "caso Linz" dove fu costruito il più alto grattacielo della città e dove l'allora ministro traslocò gli uffici del fisco. Anche in questo caso ci sono flussi di denaro sospetti verso suoi amici. Altri filoni riguardano la privatizzazione di importanti aziende pubbliche come Voestalpine o l'aeroporto di Vienna, due scandali che coinvolgono le banche Bawag e Hypo Adria, oltre alle attività di investimenti della Meinl International Power, azienda cofondata da Grasser nel 2007 per il mercato dell'Est Europa.

news fiona swarovski karl grasser01

Altre accuse fanno capo a una fondazione in Liechtenstein dove sono custoditi 3 milioni di euro e che farebbe capo a Grasser. Su un conto di Vaduz sarebbero arrivati bonifici milionari transitati da Cipro e dal Delaware. "Di quel conto ne ho parlato col mio commercialista", la timida difesa dell'interessato.

i fiona swaroski karl grasser3 lap

Poi ci sono quelle valige piene di denaro: 500 mila euro della suocera, dice lui, che per amore della mamma di Fiona ha trasportato in Austria e fatto fruttare. E con che risultati poi: 284 mila euro di profitto investendo nella Hypo Alpe Hadria che poco dopo fu comprata dalla Bayern Lb facendogli incassare un rendimento del 50 per cento in pochissimo tempo. Ma, malignano gli antipatizzanti, non è che lui, in quanto ministro, sapesse in anticipo di quell'operazione?

mm07 fiona swarovski ma karl heinz grasser

Grasser ammette solo qualche piccola dimenticanza fiscale e accusa: "Le indagini sono del tutto arbitrarie. Ho sempre agito nell'interesse del Paese e dei contribuenti". Un ex collaboratore, Ernst Plech, sostiene che, negli anni al ministero, Grasser era "molto avido". Per il processo ci vorrà tempo, vista la mole di materiale da esaminare.

 

Viewing all 340557 articles
Browse latest View live