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NELL’ANNO DEL CRAC, 3,7 MLN € DI COMPENSI AI LIGRESTI! - POI LA RUSSA E PELUSO, FIGLIO DELLA CANCELLIERI

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Salvatore Ligresti

(ANSA) - Fonsai ha speso più di 15 milioni di euro per pagare stipendi, buonuscite e consulenze ai suoi consiglieri, sindaci e manager, in un esercizio chiuso in rosso per 800 milioni e dopo una ricapitalizzazione da 1,1 miliardi, necessaria a salvare la compagnia ma rovinosa per quegli azionisti che non hanno avuto le forze per seguire l'aumento. Svetta nella classifica dei compensi, Piergiorgio Peluso, figlio del ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri e neo direttore generale di Telecom, uscito a settembre con 3,83 milioni di euro, comprensivi di una buonuscita di 3,6 milioni.

jonella e salvatore ligresti

Peluso, ex Dg di Fonsai, è riuscito a guadagnare più dei tre fratelli Ligresti messi insieme, le cui retribuzioni, nonostante un 'tramonto' che li ha portati a lasciare il gruppo a ottobre, sono rimaste di tutto rispetto. I due fratelli Ligresti rimasti nel Cda, Paolo e Jonella (presidente fino ad aprile, poi vicepresidente), sono stati ricompensati rispettivamente con 1,1 milioni e 927 mila euro.

Giulia Paolo Jonella e Salvatore Ligresti

Giulia, presidente di Premfin, ha invece ricevuto per l'incarico 1,695 milioni. Anche la famiglia La Russa ha incassato il tradizionale 'gettone' dai Ligresti: Vincenzo La Russa ha percepito 532 mila euro (441 mila per prestazioni professionali), battuto dal nipote Geronimo, figlio dell'ex ministro Ignazio La Russa, e consigliere di Premafin, a cui la holding ha riconosciuto 560 mila euro (549 mila per prestazioni dello studio La Russa).

GERONIMO LA RUSSA - Copyright Pizzi

Compensi di tutto rispetto anche per l'ex amministratore delegato, Emanuele Erbetta (1,82 milioni) e il vicepresidente Antonio Talarico (1,33 milioni), indagati con Vincenzo La Russa, i fratelli Ligresti e l'ex A.d. Fausto Marchionni per infedeltà patrimoniale, falso in bilancio e ostacolo all'attività di vigilanza dalla Procura di Torino. Le consulenze dello studio d'Urso Gatti Bianchi hanno fatto lievitare i compensi del consigliere e avvocato Carlo d'Urso a 1,75 milioni.

AnnaMaria Cancellieri

Cifre importanti sono state spese per remunerare il collegio sindacale, tutt'altro che reattivo negli scorsi anni nel rilevare le operazioni in conflitto di interesse a vantaggio della famiglia Ligresti e in relazione alle quali Fonsai ha esercitato le azioni di responsabilità, chiedendo risarcimenti per centinaia di milioni. Complessivamente i sindaci sono costati 755 mila euro, che si aggiungono ai 9,3 milioni per il cda e ai 5,5 milioni per le buonuscite di Peluso e del suo vice Gianandrea Perco.

Le retribuzioni per i consiglieri si riferiscono ai primi dieci mesi dell'anno: a partire dal 30 ottobre è entrato in carica il nuovo Cda espresso da Unipol, nuovo azionista di controllo, e i costi sono crollati. Per due mesi sono stati spesi 440 mila euro. Al neo A.d. Carlo Cimbri sono andati 158 mila euro, riversati a Unipol ed entrati a far parte dei 2,38 milioni di retribuzione percepiti dalla compagnia bolognese nel 2012. Il presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, ha incassato 879 mila euro.

 

 


COME SI REINVENTA NEL REGNO DI INTERNET L’INDUSTRIA DEL PORNO FATTO IN CASA

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Vladimiro Polchi per "la Repubblica"

PORNOSTARS FOTO ANDREA ARRIGA

Adam e Mary lavorano in coppia, vivono in Brianza e sono sposati. Stanno sul mercato da «quasi dieci anni» e fanno tutto, ma solo in mascherina. Il compenso è secondario: quando va bene prendono 200 euro, altrimenti si accontentano di un rimborso spese. A muoverli, dicono, «non è il denaro, ma l'esibizionismo e la ricerca di emozioni forti».

Adam e Mary sono l'avanguardia di un esercito che ogni anno ingrossa le sue fila, sono i militanti del porno low cost: diecimila italiani alle prese con telecamere, reggicalze, mascherine e frustini. Dimenticate le grandi produzioni internazionali, le star alla Moana o Selen, i mega- compensi a cinque zeri. Qui siamo nel regno di internet e dell'amatoriale, dei 2mila euro a film, delle pornostar che fanno le escort, degli annunci on-line di aspiranti attori hard. Perché oggi l'industria del porno si reinventa su web. Chi sono i nuovi padroni di questo mercato? Qual è il giro d'affari?

LA PORNOSTAR VALENTINE DEMI FOTO ANDREA ARRIGA

CERCASI ATTORI HARD
A sfogliare i portali di annunci on line, gli italiani sembrano un popolo di aspiranti porno-attori. Su Annunci.net, una «coppia milanese di giovani ragazzi si propone come attori per film hard e soft hard a volto coperto, ma non intendiamo condividere il nostro partner con altri».

Su Bakeca.it, la casa produttrice Film Hard XXX ricerca «attrice professionista, ma anche donna o ragazza maggiorenne senza esperienza, che voglia intraprendere una carriera lavorativa in questo mercato. Il nostro staff è molto pulito igienicamente e con analisi del sangue molto frequenti ».

Qual è l'offerta? « Contratto come figurante speciale, ore lavorative dalle 10 alle 22, retribuzione 40 euro netti l'ora, cioè 400 euro puliti al giorno». Va detto che Bakeca.it è una gigantesca vetrina on line gratuita. Dentro c'è di tutto, «abbiamo un traffico di 13 milioni di visite mensili e 2 milioni di annunci attivi - spiega Simone Cornelio, marketing manager del sito - e attualmente nella sezione "offerte di lavoro" ci sono 90mila annunci.

LE PORNOSTAR PAMELA LOLLI E FRANCESCA NENCETTI FOTO ANDREA ARRIGA

Ebbene, tra questi 1.500 sono ricerche nel settore pornografico e i profili più cercati sono di attori o attrici per film amatoriali». Non è tutto: «Nel corso dell'ultimo anno - aggiunge Cornelio - il numero di questi annunci è cresciuto del 30 per cento». Ce n'è per tutti: la Film Millenium per esempio seleziona «attrici per scene hard con mascherina dai 18 ai 50 anni e garantisce elevatissimi compensi».

Del resto, lavorare nel porno viene sempre più visto come un impiego "normale": in un sondaggio on line del portale Studenti.it emerge come solo il 33 per cento dei ragazzi la definisce un'attività degradante, mentre per il 59 per cento è un'occasione come un'altra e il 5 per cento afferma addirittura di aver già risposto a un annuncio a luci rosse.

IL PORNO FAI-DA-TE
Marzio Tangeri viene considerato l'inventore dell'amatoriale italiano, il "talent scout delle casalinghe": «Ho cominciato trenta anni fa - ricorda - perché nei film porno super8 che andavo a comprare all'estero tutto mi sembrava finto, di plastica. Nel 1982 ho messo un annuncio per attori e attrici hard non professionisti e ho ricevuto centinaia di lettere. Così mi sono messo a viaggiare per l'Italia, a riprendere coppie che facevano sesso. Quasi nessuno chiedeva denaro o regali, lo facevano per esibizionismo. Ora tutto è cambiato, c'è un boom di annunci su internet, il web ha ucciso la qualità, migliaia di persone fanno il porno, ma il livello si è molto abbassato. E io ho mollato tutto».

porno jpeg

Anche il mercato è un altro, tutto oggi è on line. «Negli anni '90 - conferma Tangeri - si vendevano dalle duemila alle tremila videocassette amatoriali a 68mila lire l'una. Oggi va bene se vendi 300 dvd a venti euro, più qualche dvd in nero nelle edicole». È un "porno per tutti": secondo gli esperti del settore, oggi in Italia ci sarebbero oltre diecimila persone coinvolte nel porno professionale e faidate, tra registi improvvisati, attori, tecnici, produttori. Un porno diffuso e low budget.

Uno dei re del mercato è stato a lungo il regista Silvio Bandinelli, fondatore del gruppo Showtime, che oggi produce in Spagna: «Fino a qualche tempo fa - racconta - il budget medio di una pellicola hard professionale andava dai 20mila ai 50mila euro. Oggi l'amatoriale si fa a un massimo di duemila euro a film. Le coppie lavorano gratis o costano al più 200 euro. Questo ha allargato la platea dei soggetti coinvolti, anche tra i giovanissimi».

porno jpeg

La "colpa" è del «porno gratuito su internet, tanto che il crollo del mercato hard professionale si può far risalire al 2008 2009 in concomitanza con la vera esplosione del web in Italia ». E così chi fa soldi oggi è solo chi si è prontamente buttato sul porno 2.0. «Io invece non faccio amatoriale, anche se sono passato alla presa diretta e sono rimasto fedele ai dvd - spiega Bandinelli - ma se prima vendevo facilmente duemila pezzi, oggi mi fermo a 200. Campo grazie alla vendita dei diritti tv ai canali satellitari a pagamento. E non mi ritiro. Il mio prossimo film? Ad aprile esco con "Giochi pericolosi di un senatore della Repubblica", con espliciti richiami all'attualità ». Insomma internet batte tutti e l'amatoriale surclassa le produzioni tradizionali. Ma come funziona il mercato virtuale? E qual è la fetta
per l'Italia?

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Da più di cinque anni i padroni del porno sono tutti su internet. Non è un caso che oltre un quarto degli utenti italiani sbircia con frequenza siti hard. «Il mercato homevideo è finito - conferma Mario Salieri, nome d'arte di un celebre regista e produttore nel mercato dell'hard dal 1984 - solo se ti butti sul web guadagni».

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Per Salieri il problema non è internet, che «semmai ha ingigantito il mercato. Io stesso sono oggi sul web con siti a pagamento, come salierixxx. com, che vanno molto bene. Il nemico è il porno gratuito dei torrent (cioè i siti di condivisione dei filmati tra privati, ndr) e dei vari tube e lì i padroni sono quasi tutti americani».

Per capire di che giganti parliamo, basta pensare che Youporn nel 2012 ha ricevuto oltre 4,85 miliardi di visite, con gli italiani al quarto posto tra gli ospiti più assidui (dopo Usa, Germania e Francia), ma con ben due città del Belpaese piazzate in testa alla classifica: Milano e Roma. E a inizio marzo è bastato che circolasse l'idea che il Parlamento europeo volesse vietare il porno on line, per scatenare una valanga di 600mila mail di protesta. Ma se sui tube i filmati sono gratis, come si guadagna?

PORNOSTAR

«Questi siti - risponde Salieri - mettono sul web i film porno gratis, spesso in barba al diritto d'autore, solo come esche per attirare traffico on line. I video hard infatti sono la vetrina, il vero business sono le video chat a pagamento che si aprono mentre il visitatore guarda i filmati. E tra le chat line una delle più potenti è oggi livejasmine.com».

Lo conferma anche Bandinelli: «Il vero boom oggi è delle webcam a pagamento che uniscono il gusto voyeuristico all'amatoriale. I re del mercato porno sono tutti negli Usa, con l'eccezione di Dorcel in Francia. In Italia, invece, per colpa di leggi poco chiare che non marcano il confine tra lecito e illecito non sono nati giganti del settore».

Se il mercato è in mano agli Usa, da dove viene quel miliardo di euro (fonte Eurispes) prodotto in Italia dal mercato del porno? Dai diritti delle tv a pagamento, dagli spettacoli live, dal merchandising erotico, dai pochi dvd in circolazione e dai siti internet a pagamento. Ma se le grandi produzioni sono ricordo del passato, che ne è dei compensi degli attori? E quali truffe si celano dietro l'esplosione delle pellicole amatoriali?

I CACHET E LE TRUFFE
«Ai tempi d'oro di Selen e Moana - racconta Bandinelli - i compensi a film variavano dai 25 ai 50 milioni di lire ad attrice. Ma il ritorno era garantito: il film "Cuore di pietra" con Selen l'ho venduto a 40mila marchi alla tv tedesca. Ora un'attrice hard prende dai 400 ai 500 euro a scena. Non di più».

PORNO E INTERNET jpeg

Un po' diversa la posizione di Salieri: «A Moana Pozzi nel 1988 ho dato 100 milioni di lire per un film, un ottimo investimento. Ma va detto che Moana era l'eccezione, la star del porno italiano più pagata della storia. I cachet di una star media oggi come ieri stanno tra i 300 e i mille euro. Insomma le produzioni importanti resistono, non sono scomparse, ma certo i budget sono rivisti al ribasso».

Lo conferma anche Sofia Gucci (che recentemente ha cambiato il d'arte in Sofia Cucci), passata dal professionale all'amatoriale: «Oggi per sopravvivere nel mercato del porno bisogna reinventarsi. Io stessa mi sono buttata nell'hard on line con un mio sito internet, livesofia. com, dove faccio chat dal vivo».

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Sul web Sofia cerca anche aspiranti attori hard: «Ora a tirare è l'amatoriale e allora mi sono messa a fare anch'io la talent scout». Non è tutto. Il porno diffuso e accessibile a tutti ha moltiplicato i furbi: sedicenti produzioni hard che chiedono soldi per girare le scene. L'ultimo caso a Roma, dove in un locale vicino Campo de' Fiori due agenti penitenziari gestivano set a luci rosse, chiedendo agli aspiranti attori un tributo di 120 euro.

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Il crollo dei compensi ha spinto poi molte attrici a ripiegare sulla prostituzione. «Con la crisi - conferma Bandinelli - quasi tutte le attrici hard fanno oggi anche le escort. Con un vantaggio: l'aver girato film porno consente di chiedere compensi più elevati della media, puntando al mercato dei fan». Basta un viaggio su internet per trovare conferma: molte le star a luci rosse nei siti di escort. Come Milly D'Abbraccio, celebre protagonista di oltre 30 pellicole hard, che oggi chiede dagli 800 ai mille euro per un'ora: «Sono una star - scrive - e quindi sono molto pretenziosa e costosa».

 

 

PAESE CHE VAI, MAFIA CHE TROVI: IL GRANDE IMPERO DELLA YAKUZA

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Pio D'Emilia per "l'Espresso" - Foto di Anton Kusters

Shinjuku è uno dei quartieri non-stop di Tokyo. Il più vivace, il più rappresentativo della metropoli più cara, più efficiente, più sicura, ma anche più corrotta del mondo. Milioni di banconote passano di mano, spesso avvolte in pudichi foulard multicolori (i famosi furoshiki) a titolo di pizzo, commissioni, tangenti mentre milioni di persone escono ed entrano, di giorno, dalle varie stazioni della metropolitana.

LIMPERO DELLA YAKUZA UNO DEGLI AFFILIATI MOSTRA I SUOI TATUAGGI

Di notte poi molti a Shinjuku ci restano, o ci vengono apposta, per alimentare lo spumeggiante e variopinto mercato della "salute", cioè il mondo della prostituzione, e del bakuto, l'impero del gioco e delle scommesse clandestine. Due voci importanti, non certo le uniche, nel megafatturato (tra 2 e 5 mila miliardi di dollari, a seconda delle stime e dei settori che si includono) della mafia più ricca, potente e "trasparente" del mondo: la yakuza. Un impero nell'impero. Dove tutto bolle, si agita e si assesta lontano da sguardi indiscreti e quando emerge in superficie appare immobile nella sua - apparente - armonia.

LIMPERO DELLA YAKUZA SEXY AFFILIATA

Paese che vai mafia che trovi. In Giappone, dove le cosche sono regolarmente registrate e i boss hanno un bigliettino da visita e viaggiano in treno, è facile incontrarla. Un po' meno combatterla. La yakuza in Giappone è onnipresente: dal Parlamento, dove secondo il mafiologo Kenji Ino almeno un terzo dei deputati viene eletto o ha comunque rapporti stretti con le cosche, al mondo dell'entertainment, degli appalti pubblici, del commercio e, più recentemente, dell'alta finanza. Per non parlare dei "settori" più tradizionali: estorsioni, strozzinaggio, recupero crediti, prostituzione, mondo delle scommesse legali e, ovviamente, illegali.

LIMPERO DELLA YAKUZA RIUNIONE DI CLAN

«La yakuza fa parte della nostra storia», sostiene Manabu Miyazaki, figlio di un boss ritiratosi a vita privata e autore di una illuminante autobiografia, "Toppamono" (Fuorilegge). «Proprio come la mafia per voi italiani», prosegue, «e infatti abbiamo gli stessi problemi».
All'ultimo piano di un edificio di Kabukicho, la zona più "vispa" di Shinjuku, c'è un ristorante cinese. Alle pareti ritratti di Mao, di Deng e dei nuovi leader, da Hu Jintao e Xi Jinping, che l'ha appena sostituito.

LIMPERO DELLA YAKUZA LE MANI TATUATE DI UN AFFILIATO

Ma anche di Wuer Kaixi, uno dei leader della rivolta di Tienanmen, ricercato numero uno delle autorità cinesi, oggi esiliato a Taiwan e di cui il proprietario si dichiara amico personale. In una saletta interna, protetta solo da una tendina di stoffa, un cameriere chiede a due clienti di spostarsi. Serve l'intera stanza. Una decina di persone, dal look e accento inequivocabile, entrano nel locale e occupano la stanza. Cominciano a mangiare, bere, e parlare ad alta voce.

Cosa che i giapponesi non fanno mai. E infatti sono "chairen", mafiosi cinesi "locali", nati e cresciuti in Giappone. Ma che conservano buoni contatti con la madrepatria e che ormai qui, per almeno tre secoli territorio intoccabile della yakuza, la fanno da padrone. Il tutto senza fare "rumore": qualche rissa ogni tanto, ma neanche un morto. Nel giro di una decina d'anni, hanno mutato la struttura del crimine più organizzato e ordinato del pianeta. Il proprietario del locale è uno di loro.

LIMPERO DELLA YAKUZA IL DIVERTIMENTO DEI BOSS

Si fa chiamare Li ed è nel suo locale che, 8 anni fa, è stato siglato uno storico patto tra la Sumiyoshi-kai, seconda "cosca" del Paese, pressoché egemone a Tokyo, e le chairen, prime, improvvisate, "avanguardie" cinesi del crimine. Gruppi di vandali in moto che si divertivano a far casino e spaventare commercianti e residenti. I commercianti, ma non tutti, chiamarono la yakuza per proteggerli. Ma gli altri non ne volevano sapere. A qualcuno (il proprietario del locale dove siamo ospiti) venne l'idea di tentare un accordo.

Che funzionò. Gli yakuza aggiornavano i cinesi sugli esercizi che si adeguavano e quelli invece "renitenti" al pizzo, e quelli ci andavano giù sempre più pesanti. Ma solo danneggiamenti, mai violenza sulle persone. Nel giro di un paio di anni il pizzo hanno finito per pagarlo tutti e nel quartiere tutti vivono in pace e tranquillità.

LIMPERO DELLA YAKUZA IL CONTRATTO CHE HA PERMESSO AD ANTON KUSTERS DI REALIZZARE UN FOTOREPORTAGE TRA I CLAN

Alla "pax mafiosa" partecipano anche i coreani, padroni incontrastati dell'enorme business del pachinko, sorta di flipper verticale che vomita - e ingurgita - migliaia di piccole sfere di piombo, che in caso di rara vincita possono essere convertite in contanti (oltre 20 mila esercizi in tutto il Paese, fatturato ufficiale di 300 miliardi di dollari, quattro volte l'intero export di autovetture) e la polizia, senza la cui benevolenza per non dire complicità non potrebbe funzionare.

«Ci siamo capiti subito», spiega Li senza tanti problemi, «proprio mentre i nostri rispettivi governi si guardano in cagnesco, noi ci siamo messi d'accordo: la guerra non piace a nessuno e non fa fare quattrini. Meglio dividersi i compiti, cooperare e prosperare assieme».

Il ragionamento non fa una piega: Kabukicho ha il più alto tasso di bordelli, koroshi-bako (bische clandestine dove si spennano i ricconi sprovveduti) e spacciatori per metro quadrato al mondo. La sua popolarità, anche in tempi di crisi, resiste perché tutto è organizzato, "oliato" e sicuro. Una pax mafiosa che oltre a giapponesi, cinesi e coreani, unisce e fa prosperare anche altre e meno organizzate minoranze: israeliani, brasiliani, nigeriani, iraniani.

LIMPERO DELLA YAKUZA GUARDIE DEL CORPO PROTEGGONO UN SUMMIT DELLORGANIZZAZIONE

La pax mafiosa, che abbraccia cosche, istituzioni, alta finanza e "utilizzatori finali" è garantita, attualmente, da una "cupola" trasparente al cui centro c'è Tsukasa Shinobu, sesto oyabun (padrino) della Yamaguchi-gumi, la cosca più potente del paese, con oltre 7 mila dipendenti "fissi" e 20 mila "precari" che entrano ed escono a seconda del "mercato", uscito due anni fa dal carcere dove ha scontato sei anni per - incredibile ma vero - porto d'armi abusivo altrui.

Già, perché tra le varie leggi adottate negli anni '90 dal governo, e che hanno solo lievemente scalfito il potere della yakuza, ce n'è una che stabilisce non solo la responsabilità civile del boss di una cosca (che in Giappone sono legali: la polizia ne indica nel suo libro bianco 22 di serie A e 51 di serie B) per i danni causati dai suoi "dipendenti" (i mafiosi in Giappone sono regolarmente assunti) ma anche quella penale. Il tutto in un Paese dove non esiste il reato di associazione a delinquere e tanto meno di "stampo mafioso", le intercettazioni non sono consentite che in casi straordinari e dove non esiste un programma di immunità e protezione per eventuali "pentiti".

LIMPERO DELLA YAKUZA FUNERALE DI UN BOSS jpeg

Se in più si aggiunge il fatto che in Giappone vige la discrezionalità dell'azione penale si capisce perché, nonostante l'immagine di efficienza (il 98 per cento dei processi penali termina con una condanna), la lotta contro il crimine organizzato è più formale che sostanziale. Nel 2012, su 22 mila arresti, solo il 67 per cento degli indiziati è stato poi rinviato a giudizio (vent'anni fa era l'88 per cento) e per reati minori: disturbo della quiete pubblica, lesioni personali, guida in stato d'ebbrezza.

LIMPERO DELLA YAKUZA CRIMINALI BRUCIANO INCENSO AL FUNERALE DEL BOSS

Di qui la condanna di Tsukasa, che all'epoca, ammise non solo di aver acquistato due pistole (Beretta, che in Giappone sono le più richieste e sul mercato valgono oltre diecimila euro l'una) ma anche di averle date in dotazione ai suoi tirapiedi. Un vero samurai. Accolto come un eroe, all'uscita dal carcere. Ma molto umile: niente elicotteri, auto blindate, scorte vistose e violente: per tornare a casa, dal carcere, ha voluto prendere il treno, come la gente comune, salutando e inchinandosi, tra lo sconcerto delle guardie del corpo e delle autorità.

LIMPERO DELLA YAKUZA CRIMINALI BRUCIANO INCENSO AL FUNERALE DEL BOSS LE FAMIGLIE DELLA YAKUZA RENDONO OMAGGIO AL FUNERALE MIYAMOTO SAN

Del resto le beghe delle cosche in Giappone non creano allarme sociale. Anzi. Un meeting della "cupola" - che si riunisce ogni mese a Kobe - affronta e risolve le questioni sul tappeto con grande efficacia. Le statistiche nazionali, del resto, parlano chiaro. La mafia giapponese ha provocato, negli ultimi 10 anni, appena 32 morti. Uno solo l'anno scorso, nessuno, finora, quest'anno.

 

 

LUCA BARBARESCHI: “NON SONO MAI STATO “RIPORTATO ALL’OVILE” DA DENIS VERDINI”

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LUCA BARBARESCHI

Riceviamo e pubblichiamo:

Dago-nota
Abbiamo pubblicato la foto del signor Roberto Ceraudo, noto viticoltore calabrese, al posto dell'omonimo ex amministratore delegato di Breda Menarinibus, arrestato nell'inchiesta sulle tangenti per i filobus a Roma. Ci scusiamo con il signor Ceraudo

Lettera 1
Con dispiacere e stupore ho letto l'articolo apparso oggi su Il Giornale di oggi dal titolo "Così il Cavaliere era spiato dal Sismi" e mi preme smentire la notizia riportata all'interno perché priva di ogni fondamento. E' assolutamente infondato che io sia stato "riportato all'ovile" da parte di Denis Verdini con il quale ho avuto rapporti strettamente collegati alla mia attività di parlamentare.

Le mie scelte di appartenenza al PDL prima ed al Gruppo Misto poi, sono legate esclusivamente a decisioni che sono maturate in funzione di scelte che ho fatto, liberamente e mai dettate da qualsiasi interesse o tornaconto personale ma sono state prese solo in funzione alle idee politiche che ho avuto e per le quali mi sono sempre battuto alla luce del sole".

Mastrapasqua Antonio

"A prescindere dagli sviluppi dell'inchiesta, che naturalmente farà il suo corso quello che emerge è un utilizzo persecutorio e sconcertante dei media, dietro al "cazzeggio" si cerca maldestramente di nascondere un'abitudine a usare i giornali come bazooka, incuranti delle più elementari regole della convivenza civile.

Ormai si dialoga solo con querele per cercare di far valere le proprie ragioni e verità mentre dovrebbe essere il giornalista a verificare la fondatezza delle notizie che troppo spesso si trasformano in accuse. In particolare mi preme precisare che non mi sono mai state aperte "le porte della produzione con Medusa" infatti non esiste nessun film prodotto con loro ma solo la distribuzione di un film straniero e di cui detenevo i diritti per l'Italia, solo questo come esempio mi sembra davvero poco per affermare i grandi rapporti commerciali di cui avrei beneficiato".

"È diventata improrogabile una profonda riflessione sull'etica dell'informazione, oramai la politica e la società italiana sono inquinate da un uso distorto e malato dei media, usati come randelli invece che come veicoli di conoscenza. Scontiamo l'assenza di una legge moderna e attuale sul conflitto degli interessi, fino a quando dovremo far finta di nulla?". Luca Barbareschi

Beppe Grillo

Lettera 2
Il Parlamento sembra incaprettato: siamo allo stallo della stalla...!!!

Lettera 3
Caro dago,
Bersani non è riuscito a formare il governo e questo certamente per colpa dei grillini .... Ma perché i giornali non si scagliano contro i grillini? Ci fossero stati i berluscones il trattamento sarebbe stato differente .... Inspiegabile

Lettera 4
Caro Dago,
dopo quello del M5s ieri c'è stato un altro boom: era Bersani che è andato a sbattere. RP

Lettera 5
Caro Dago,
Bersani dice virgolettato: "Solo un insano di mente può avere adesso la fregola di governare". Che ne pensi? E' una Excusatio non petita oppure una accusatio manifesta?...
Vista la tigna con cui non molla l'incarico, secondo me entrambe!...
(Glx)

Bersani Luigi

Lettera 6
Bersani con il governo non c'è l'ha fà! mi pare uno che dice: Vorrei scoparti, ma non mi tira l'uccello!
E.B. (Treviso)

Lettera 7
Caro Dago,
ma se il numero 1 del PD non c'è l'ha fatta, non sarebbe logico dare la palla al numero 2 del PD ovvero Renzi per l'ultimo tentativo?
Alessandro

Lettera 8
Caro D'Agostino,
Il linguaggio del movimento 5 stelle sembra ormai quello dei comunicati delle BR anni '70: arroganza, fanatismo, esaltazione; non sarebbe meglio che tornassero con i piedi per terra, e facessero qualcosa di concreto?

MATTEO RENZI IN BICI

Lettera 9
Dago darling, fortunatamente per Mastrapasqua, quasi nessuno dei milioni di dannati dell'età sa chi é il presidente dell'INPS. Sennò gli fischierebbero naso e orecchie a forza di "Auguri di Buona Pasqua" che detti "dannati" (mentre fanno le loro Vie Crucis tra CAF, poste, sedi INPS, ecc.) gli stanno verbalmente inviando a causa del tormentone (tipicamente italiano!) della cessazione dell'jnvio cartaceo del famigerato CUD.

giorgio napolitano

Certo, il progresso e il taglio delle spese lo impongono. Però si potevano informare meglio (e tempestivamente) gli utenti finali, appunto i dannati dell'età a.k.a le anime morte che non fanno neanche parte dei deboli tutelati dai soliti "mainstreams" politicamente corretti e che sono del tutto sconosciuti (pur essendo milioni!) alle solite Lelle Costa, Fiorelle Mannoia e altre/i frequentatrici/tori delle facili autostrade del luogocomunismo.
Natalie Paav

Lettera 10
Caro DAGO,politica a basso numero di ottani e vicinanza geografica. Il nostro agente a Tirana ci segnala che il partito di Ilir Meta (LSI-Movimento Socialista per l'Integrazione),
forse non appoggerà più il presidente Sali Berisha. Si prospetta un governo tecnico prima del prossimo 23 Aprile. Comprendo che ci può anche stare: chissenefrega.
Saluti, Labond

ROTTURA EURO

Lettera 11
Caro Dago,
io sintetizzo la situazione attuale in questi termini: il segretario di un partito "non vincitore" ha condotto per un mese una serie infinita di consultazioni con esito "non risolutivo" ed ora si appresta a guidare un governo con l'opposta fazione, composta da personaggi "non presentabili" secondo alcuni soggetti vicini al suo partito. Una preghiera ai nostri cari politici: potreste pensare seriamente di "non fare" affondare il Paese e, contestualmente, "non rompere" più le uova pasquali a cui tanto teniamo?
Ringrazio, commosso.
Saluti, Derek W.

federico aldrovandi

Lettera 12
Caro Dago,
il Cosip non ha tutti i torti quando accusa la politica di essere ipocrita sul caso Aldrovandi. Quella politica che ora si indigna (o finge di indignarsi) per le manifestazioni di solidarietà agli agenti assassini è la stessa politica che per anni ha tollerato, quando non incoraggiato, un sistematico ricorso ad abusi da parte degli agenti contro civili inermi, a partire dal G8 di Genova fino ai No-Tav e alle recenti manifestazioni studentesche di Roma (vedi lacrimogeni dalle finestre del ministero), passando per i vari casi Cucchi (morto "perché drogato"), Uva, Gugliotta e tanti altri. È pienamente comprensibile lo spaesamento del Cosip, che ora si vede attaccato dagli stessi che gli hanno sempre garantito protezione. RP

LA MADRE DI ALDROVANDI CON LA FOTO DEL FIGLIO DURANTE IL SIT IN DEI POLIZIOTTI

Lettera 13
Caro Dago,
e' sempre piu' evidente che entrare nell' Euro e' stato come affidare i nostri risparmi ad una banca gestita da Madoff. Ora ci dicono che i debiti che LORO hanno contratto per ungere i politici, finanziare i giornali e decuplicare i burocrati, tramite i quali raccontano che spetta a noi di saldare il conto per "salvarci dal crac finanziario", sono per colpa della crisi!
E' la stessa storia di MPS, i soldi sono spariti ed ora "per il nostro bene" tocca a noi pagare i debiti.

CIPRO PERSONE IN CODA AL BANKOMAT

Ora basta, continuare su questa strada non puo' altro che farci ancora piu' male!
E' ormai evidente che ci stanno truffando, per cui l'unica soluzione e' recuperare il poco rimasto e cambiare rapidamente banca (si torni alla Lira e si mandi ai giardinetti chi ha combinato sto disastro), ma bisogna agire subito, prima che la Merkel ci chiuda le banche come a Cipro.
Stefano55

Lettera 14
Gentil Dago,
per non essere affondato, come uno Schettino qualunque, da uno scalpitante e ambizioso giovanotto toscano e dal tutt'altro che fedele equipaggio della nave democrat "Casta Discordia", al vecchio e malconcio ufficiale, Pigi Bersani, non resta che tentare di restare aggrappato a un solido albero.....Napolitano. Ma, intanto, nonno Giorgio, più che a richiamar lo statista di Bettola, medita se sia opportuno promuovere una.....Cancellieri simil Merkel, sinora cauta e abilmente bipartisan.

Cipro-dice-no-al-prelievo-sui-depositi

La ministra "tecnica" dell'Interno ha, infatti, sciolto, per compiacer la sinistra, il Comune di Reggio Calabria, guidato dagli amici dell'ex missino, Peppe Scopelliti. E, per non fare arrabbiare Gasparri e il centrodestra, non ha cacciato via dal Corpo i poliziotti di Ferrara, che hanno, rumorosamente, solidarizzato, davanti al Municipio, con i colleghi in cella per aver ammazzato, con calcioni e manganellate in testa, il giovane Federico Aldrovandi. Ossequi e buona Pasqua !
pietro mancini

protesta degli studenti a cipro

Lettera 15
Caro Dago,
riguardo alla vicenda della manifestazione dei poliziotti e della madre di Aldrovandi, ha ragione Nostro Signore che dice "Oportet ut scandala eveniant". La triste vicenda è servita a far capire qualcosa a molti italiani. Noto però una stranezza: nel TG3 si è visto un grosso signore, eurodeputato del FLI, urlare e agitare le mani lungamente davanti al sindaco di Ferrara. Nei giornali che ho letto, la presenza di un eurodeputato non viene affatto citata. "Oportet" quindi che anche il nome di questa persona, scelta a rappresentarci al Parlamento Europeo da Gianfranco Fini e Berlusconi, sia conosciuto: onorevole Potito Salatto.
Roland Delmay

PROTESTE A CIPRO - CIPRO NON E' IN VENDITA

 

CHELSEA CLINTON ADOTTA UN NEONATO IN AFRICA? - DANIEL CRAIG GUADAGNA 1 MLN $ IN MENO DI 7 MINUTI

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

DANIEL CRAIG

1 - DANIEL CRAIG GUADAGNA 1 MLN $ IN MENO DI 7 MINUTI...

http://bit.ly/14sldX6
Radar -
Il NY Post riporta che, l'attore ‘007' Daniel Craig e' stato pagato ben 1 milione di dollari per partecipare ad un evento della Range Rover al New York Auto Show dove sarebbe rimasto per meno di sette minuti.

Non ha neanche dovuto fare un discorso, racconta un testimone. Beato lui!


2 - CHELSEA CLINTON ADOTTA UN NEONATO IN AFRICA?...

CHELSEA CLINTON

National Enquirer - Gira voce che Chelsea Clinton, 33 anni, figlia dell'ex Presidente USA Bill Clinton, e suo marito, Marc Mezvinsky, 35, stiano adottando un neonato in Africa.

Dopo anni di paura che suo padre potesse morire di un attacco di cuore, il recente spavento per la salute di sua mamma Hillary, ricoverata per un coagulo di sangue al cervello, Chelsea si e' convinta ad adottare un bambino per diventare mamma al piu' presto, ace do lei seri problemi nel concepire. 


3 - KATIE HOLMES TOPLESS, TOM CRUISE FURIOSO...

KATIE PERRY PER "ALLURE"

National Enquirer - Katie Holmes ha posato in topless, coprendosi il seno con le mani, nella nuova edizione della rivista  "Allure"...e per questo pare che il suo ex marito, Tom Cruise, sia andato su tutte le furie. Non vuole che la madre di sua figlia, Suri, abbia un'immagine sexy.

E' sempre molto possessivo con Katie e vorrebbe ancora decidere per lei CIO" Che deve e non deve fare, lavorativamente parlando.. Ma la Holmes e' stata chiara con lui: nonostante i  cazziatoni di Tom, lei si sente finalmente di libera di fare CIO" Che le aggrada e soprattutto di godersi la  vita da single.


4 - GWYNETH PALTROW E CHRIS MARTIN IN CRISI...

GWYNETH PALTROW E CHRIS MARTIN

Star Magazine - Secondo "Star" magazine c'e'e aria di crisi nel matrimonio di Gwyneth Paltrow e Chris Martin (Coldplay). Perche'? Gwyneth sogna di diventare un personaggio televisivo alla Oprah, mentre Chris e' contrario. Il cantante e' una persona super  riservata  e vorrebbe che Gwyneth cambiasse idea.....pare sia questo il motivo per il quale litigano continuamente.

Martin e' anche molto irritato perche'  la moglie ha  rivelato in una recente intervista,  di avere avuto un aborto  spontaneo. E'  un periodo nero per la coppia, e Chris non ha apprezzato che gli altri siano venuti a conoscenza di particolari intimi  come la perdita di un figlio.. Chissa' se la loro love story sopravvivera' un altro anno...

TAMARA ECCLESTONE


5 - L'EREDITIERA VIZIATA TAMARA ECCLESTONE SU "PLAYBOY"...

http://bit.ly/10eHuTb
Drunken Stepfather -
Ecco la prima immagine in anteprima di Tamara Ecclestone, figlia di Bernie Ecclestone, mezza nuda per la rivista "Playboy". Chissa' quanto saranno hot il resto delle foto!


6 - DONNA ACCUSA, "LINDSAY LOHAN MI HA RUBATO IL FIDANZATO!"...

Star Magazine - Aesha Waks, 35 anni, accusa Lindsay Lohan di averle rubato il fidanzato dopo una relazione durata ben 5 anni. L'uomo in questione, Liam McMullan (figlio del fotografo Patrick McMullan), 25, si sarebbe  innamorato di Lindsay.

LINDSAY LOHAN

due hanno stretto una profonda ‘unione spirituale' (possibile?!) e si sarebbero tatuati lo stesso simbolo sul corpo per sancire la forte amicizia. "Io lo amo ancora ma Liam dice di volere solo Lindsay. Spera di salvarla da se stessa", sostiene la ‘disperata'.


7 - KATY PERRY E JOHN MAYER HANNO ROTTO PER CORNA O PER CICCIA?...

KATY PERRY (HERVE LEGER)

Star magazine e National Enquirer - Secondo una fonte segreta, John Mayer avrebbe mollato la cantante pop Katy Perry perche' si sarebbe lasciata  andare fisicamente. "E' diventata grassa e a John non piace piu'. Katy e' distrutta e delusa. E' sempre stata molto sicura di se ma da quando aveva preso qualche chiletto in piu' John la prendeva  in giro", spiffera l'amica maligna a "Star" Magazine.

Secondo il "National Enquirer", invece, la Perry avrebbe lasciato Mayer perche' lui  l'avrebbe tradita per una seconda volta. La star l'aveva avvisato: se avesse commesso un secondo errore, non glielo avrebbe mai perdonato!
A quale versione credere? ..Hmmm...


8 - EVA MENDES MALEDUCATA MOSTRA LE MUTANDINE...

EVA MENDES

http://bit.ly/XKZfaC
Egotastic! -
Eva Mendes e' riuscita a mostrare le sue mutandine ai paparazzi nonostante indossasse un vestito lunghette. Che talento!
Le foto, nella gallery...

EVA MENDES

 

COLF O PORTABORSE? UN “PALAZZO” DI COLLABORATORI IN NERO

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A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

camera dei deputati

Un'ispezione lunga tre anni. Mai un'indagine dell'Ispettorato del Lavoro è durata tanto. Ma quando in ballo c'è il buon nome di Camera e Senato le procedure rallentano. Nel 2009 gli ispettori del ministero del Lavoro iniziano a scavare, dopo alcune segnalazioni, sui contratti di lavoro dei collaboratori parlamentari della precedente legislatura. I risultati adesso sono noti ma non i nomi dei trasgressori. "Tuteliamo la privacy", rispondono dall'Ispettorato.

PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICA

Si parte da un dato: a 635 deputati corrispondevano solo 272 collaboratori accreditati per l'accesso ai Palazzi. Il regolamento vieta a chiunque di entrare senza un pass. I casi sono due, o tutti gli altri onorevoli non avevano un collaboratore, ipotesi di cui dubitano anche gli ispettori, oppure il sommerso regna sovrano. A Montecitorio nel corso delle verifiche sono state riscontrate 58 irregolarità (pari circa il 20 per cento di quelli che hanno dichiarato di utilizzare collaboratori) «in materia lavoristica, previdenziale e assicurativa». Infrazioni che non riguardano il codice penale ma si sanano pagando una multa.

PORTABORSE

Finora in due casi soltanto la controversia è stata risolta con conciliazioni davanti ai giudici: le sanzioni sono state pari a 5 mila e 800 euro. Bazzecole, rispetto alla severità dei provvedimenti previsti per i cantieri quando si trovano lavoratori senza tutele. Per i senatori invece sono state riscontrate 21 irregolarità. Con un resistenza anche di fronte ai controlli: sei parlamentari sono stati multati per impedimento all'ispezione.

PORTABORSE

Un ostruzionismo che ha reso difficoltosa l'ispezione e ha fatto lievitare i costi. I 21 senatori devono comunque sborsare in totale quasi 19 mila euro. I detective del ministero non hanno avuto accesso né a palazzo Madama né a Montecitorio. I politici coinvolti sono stati convocati nella sede della Direzione provinciale del Lavoro. Ma la normativa sull'inquadramento dei collaboratori parlamentari è a dir poco confusa: tra le tante formule, quello che li tutela meglio è il contratto collettivo sulle colf.

 

 

LUI È UN BARBUTO E AITANTE DEPUTATO DEL PD, LEI UNA SPOSATISSIMA GIORNALISTA PARLAMENTARE. TRA I DUE È SCATTATA UNA COCE

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1. Indovinelli da "Vero" a cura di Alberto Dandolo

francesco totti e la lezione d inglese su kick tv

- Lui è un barbuto e aitante deputato del Pd, lei una sposatissima giornalista parlamentare. Tra i due è scattata una cocente e incontenibile passione. Chi sono?

- Lei è una famosa e pluripremiata sportiva. Si è follemente innamorata (non corrisposta) di una "attempata" conduttrice che ama cantare. Il loro ultimo incontro qualche giorno fa in terra straniera. Chi è?

- Chi è quell a prezzemolina Tv, da poco mamma, che ha avuto un ritorno di fiamma con un noto calciatore emigrato lontano dall 'Italia con moglie e figli al seguito?

JAMES PALLOTTA

2. VIDEO: TOTTI E LA LEZIONE DI INGLESE - http://bit.ly/10l3Wtx
Non dite a Totti che quando chiede una Coca Cola grande, ovvero una "Large Coke" nella sua lezione di inglese, gli esce fuori piuttosto un "Large Cock". Ovvero un bel cazzone.

Va bene che Pallotta deve "vendere" l'immagine della Roma e dei suoi giocatori agli americani, per rifarsi dell'investimento, ma non basta neanche la simpatica Roberta Mastromichele per trasformare il legnoso Pupone in un intrattenitore (se non involontario...)

Comunicato Stampa - "Disponbile su Kick TV la prima puntata di 'Forza Roma', lo speciale prodotto dal canale Youtube americano dedicato al calcio sulla stagione giallorossa. Protagonista del episodio è Francesco Totti, che proprio oggi festeggia i 20 anni di Serie A. E il capitano si presta per una scherzosa lezione di inglese."

VITO MANCUSO

3. Cose mai viste! Dopo Vito Mancuso il giorno 30 maggio Michele Serra parlerà su : seppellire i morti alla Chiesa di San Vidal di Venezia nell'ambito del ciclo: opere di misericordia corporale...

4. Da "Novella 2000"
CAMBIO A X FACTOR

Novità per la prossima edizione di X Factor. La casa di produzione Magnolia lascia la parte esecutiva e di produzione della trasmissione alla concorrente Fremantle Media. Magnolia si occuperà solo dei casting della trasmissione.

MICHELE SERRA

MARZOTTO COL BOTTO
«Non capisco perché il sabato mattina mi sveglio con una voglia di limonare che mi farei anche l'autista di Beppe Grillo». Chi scrive è, o meglio sarebbe, Marta Marzotto, che sul suo profilo Twitter fa una strage di fan con oltre sedicimila follower. Ma Novella si chiede: a scrivere è davvero la signora Marzotto oppure si tratta di un simpatico falso d'autore o d'autrice?

rocco casalino alle consultazioni

MOVIMENTO CASALINO
Rocco Casalino, ex concorrente del Grande fratello 1, si è davvero "convertito" al Movimento Cinque stelle di Beppe Grillo. «Ho rifiutato l'invito di Daria Bignardi a Le invasioni barbariche e quello di Giovanni Floris a Ballarò. Noi del Movimento parleremo solo in sede ufficiale. Oggi non mi interessano le telecamere

rif61 daria bignardi

5. Roberto Alessi per "Novella 2000"
JACOBS PROVOCATORE
Bufera in Francia per lo spot girato dal regista James Lima, che ha lavorato anche per il serial Doctor House, per la maison Louis Vuitton. Lo stilista Marc Jacobs ha voluto presentare le sue creazioni indossate da modelle scheletriche tossicochic (ma può essere chic una dipendenza?) che si aggiravano tristemente nelle strade deserte di Saint Tropez cercando clienti annoiati.

Giovanni Floris

La casa di mode ha preso le distanze: non ne sapevano niente, poveretti (non ci credo nemmeno con le cannonate). Orgoglioso invece del risultato (e dal polverone creato dalla provocazione) lo stilista, anche se nello spot gli uomini clienti non ci fanno certo una bella figura. A lui poco importa: non si è certo identificato con uno dei clienti. «Sono felicemente fidanzato con un ragazzo», confessa. Lui pare sia ancora il modello, che tanto gli assomiglia, tale Lory, di origini italiane. Italians do it better.

daniela santanche alessandro sallusti cortina

FELTRI SPIFFERA
Quando si va al Baretto, il ristorante del potere di Milano, si pranza con chi ti invita e si finge di ascoltarlo, ma conviene allungare l'orecchio agli altri tavoli dove puoi trovare Daniela Santanché con il compagno, il giornalista Alessandro Sallusti (fascinoso come Klaus Kinski), Marina Ripa di Meana che parla di quanto fosse avaro Alberto Moravia («Braccino») o Ignazio la Russa che illustra prospettive del governo.

marta marzotto da pirelli

Oggi c'è anche Vittorio Feltri, cliente abituale, che confessa all'amica fidata a bassa voce (mai abbastanza bassa, visto il timbro da baritono che piace tanto alle donne): «Sì, per Michelle Hunziker il bambino c'è». La prendiamo come una conferma ufficiale: fu proprio il grande giornalista a presentare Michelle a Tomaso Trussardi, che lui conosceva fin da bambino, visto che è sempre stato amico della madre di lui Marialuisa Gavazzeni. Feltri, preparati: sarai tu il padrino del nascituro

6 - twitsenefrega
Marta Marzotto (account falso ma divertente)
Ma @beppe_grillo invece de chatta non può prende na decisione su quello che vole fa nella vita??!! Se iscrivesse su Grinder almeno ce molla

ROCCO SIFFREDI TRA LE PORNOSTAR FOTO ANDREA ARRIGA

7- Rocco Siffredi, uno dei nomi più noti del cinema hard internazionale, si è affidato a Jarno Trulli, amico, pilota in Formula 1 e produttore di vini eccellenti, più volte premiati dalla stampa di settore, per la produzione di "Rocco", a base di uve Montepulciano. Rocco Siffredi presenterà il suo vino al Vinitaly presso lo stand Castorani, azienda di Jarno Trulli.

WATERS roger

8 . Ebe Pierini per Messaggero - Soggiorno blindatissimo in riva al mare per Roger Waters. Il cantautore e compositore britannico ha scelto Sabaudia per una brevissima vacanza di tre giorni nell'hotel più esclusivo del lungomare della città pontina tanto amata dai vip. L'artista, cantante e bassista dei Pink Floyd dal 1965 al 1985, si è rifugiato sulle dune sfuggendo ad ogni appuntamento mondano. Una vacanza riservatissima per quello che è considerato uno dei più grandi parolieri di sempre, noto in tutto il mondo per essere l'autore di The Wall.

Pochissimi quelli che hanno notato la sua presenza anche perché è stato molto schivo e riservato. Tanto che la notizia della sua incursione a Sabaudia si è diffusa solamente dopo la sua partenza. Altrimenti, molto probabilmente, l'hotel sarebbe stato preso d'assalto da amanti del rock e fans dei Pink Floyd. Peccato che la condizioni meteo non siano state delle migliori in questi giorni e che Roger Waters non abbia potuto godere appieno delle bellezze del mare di Sabaudia.

JULIO IGLESIAS

Non si sa perché il cantante inglese abbia scelto proprio la località pontina per questa brevissima vacanza pre pasquale. La città delle dune si conferma comunque meta molto amata da artisti, musicisti e cantanti. Lo stesso hotel sulla spiaggia, vista mare, era stato scelto qualche anno fa anche da Vasco Rossi.

9. Carlo Rossella per "Il Foglio" - Julio Iglesias cena da Milos, il ristorante più alla moda di Miami beach. Cucina greca, molto ma molto rivisitata, per fortuna.

 

AHI! TECH - APPLE: L’IPHONE 5S GIÀ ENTRO GIUGNO? - E SEMPRE NEL 2013 POTREBBE USCIRE IL SUO PRIMO SMARTPHONE LOW-COST

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1 - APPLE: FORSE L'IPHONE 5S SARÀ PRESENTATO GIÀ ENTRO GIUGNO. E SEMPRE NEL 2013 POTREBBE USCIRE IL PRIMO SMARTPHONE LOW-COST CON LA MELA

Da "Techcrunch.com"
http://tcrn.ch/10UybKj

UNO DEI PROTOTIPI DELL'IPHONE 5S

Accusata di non aver portato ultimamente sul mercato niente di davvero innovativo, adesso pare che Apple voglia mettere il turbo. Secondo gli ultimi rumor la casa di Cupertino vorrebbe presentare il nuovo iPhone 5S entro giugno e far uscire, nell'arco del 2013, anche il suo primo smartphone low-cost. Lo avrebbe rivelato una fonte vicina alla Foxconn, cioè l'azienda che produce componentistica per la mela tecnologica più famosa al mondo.

Potrebbe uscire, sempre a giugno, anche la nuova versione del software iOS e probabilmente alcuni nuovi accessori, tra cui il caricabatterie senza fili.


2 - DALLA CARTA AL KINDLE, DALLE AULE AI SOCIAL NETWORK: AMAZON ACQUISISCE "GOODREADS", MA INTANTO AUMENTA LE TASSE PER LE INSERZIONI E SUBISCE LA RIVOLTA DEI VENDITORI

Da "Mashable.com" (http://on.mash.to/10hDobc) e "Guardian.co.uk" (http://bit.ly/1605A5K)

Amazon si butta nel "social". L'azienda di e-commerce ha annunciato l'acquisizione di Goodreads, un social network che raccoglie più di 16 milioni di lettori da tutto il mondo, che attraverso il sito si scambiano opinioni sui libri letti o su quelli da leggere.

GOODREADS

Giustamente, se i libri dalla carta si sono trasferiti sugli ebook reader (come il famoso Kindle di Amazon), è coerente anche il fatto che le discussioni letterarie si spostino dai circoli culturali ai social network.

L'azienda di Jeff Bezos non ha comunicato a quanto ammonta la spesa per l'acquisizione.

Eppure, accanto ai ripetuti successi, Amazon continua anche ad avere problemi con le sue politiche di vendita. Dopo il ciclone che l'ha investita per le dure condizioni di lavoro dei suoi dipendenti in alcuni stabilimenti, ora l'azienda si ritrova a fronteggiare la vigorosa protesta dei venditori che usano il sito di e-commerce per pubblicare le proprie inserzioni (Amazon in molti casi fa solo da tramite fra il venditore e l'acquirente). L'azienda ha infatti deciso di aumentare le imposte d'inserzione a partire dalla prossima settimana, cioè appena finito il weekend di Pasqua.

Anche se in fondo i venditori sperano che si tratti solo di un pesce d'aprile, in realtà pare proprio che dovranno affrontare degli aumenti fino al 70 per cento, il che, specie nel campo dell'elettronica, farà sì che il prezzo finale si alzi parecchio. Una mossa che porterà bei guadagni nelle casse del sito di e-commerce ma che al contempo renderà ancora più agguerrita la lotta con le concorrenti, fra cui eBay e Play.com.

 


DELLA LOGGIA: “BOLDRINI E GRASSO? Il SOLITO GATTOPARDISMO…”

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Ernesto Galli della Loggia per "Style - Corriere della Sera"

Ernesto Galli Della Loggia

Almeno sulla rete, i commenti degli italiani all'elezione dei presidenti della Camera e del Senato sono stati in grande maggioranza entusiasti: «Pietro Grasso e Laura Boldrini sono la dimostrazione che i pachidermi della politica sono finalmente destinati all'estinzione»; «Due personaggi che la politica non l'hanno fatta nelle aule parlamentari ma tra le gente»; «Candidati non legati a logiche di partito»; «Una classe politica di naufraghi sta finalmente passando la mano».

E così via su questo tono. Un tono e un punto di vista che testimoniano come, in Italia, sia ancora oggi diffusissimo un modo di guardare alla vita pubblica, e dunque anche alla politica, di un semplicismo, per non dire di un'ingenuità, disarmanti.

GRASSO E BOLDRINI

Nessuno, tanto per cominciare, sembra chiedersi come mai Grasso e Boldrini si trovassero quel sabato 16 marzo nelle aule del Parlamento. Ovviamente perché eletti. Ma da chi? E come? E perché? La risposta altrettanto ovvia è che entrambi sono stati eletti solo grazie ai «pachidermi della politica», cioè proprio grazie ai vecchi partiti, a quella classe politica di «naufraghi», i quali, evidentemente, sono stati anche quelli che a suo tempo hanno scelto Grasso e Boldrini, e li hanno messi nelle liste in una posizione tale da dare loro l'assoluta certezza di riuscire.

GRASSO E BOLDRINI IN DIRETTA A BALLARO

Se qualcuno se ne fosse dimenticato ricordo che infatti, con l'attuale legge elettorale, non sono i cittadini che scelgono i parlamentari, ma le segreterie dei partiti. E tanto più non sono eletti ma nominati dall'alto quei candidati, come Grasso e Boldrini, paracadutati in collegi a prova di bomba: dove in pratica chiunque, assolutamente chiunque, presente in una collocazione come la loro nelle liste del Pd o di Sel, sarebbe stato eletto.

In secondo luogo è opportuno ricordare al «popolo della rete» che, di nuovo, senza la designazione da parte dei «pachidermi della politica» anche l'elezione di Grasso e Boldrini all'alto incarico che ricoprono non avrebbe mai potuto esserci. I due sono oggi Presidenti del Senato e della Camera solo perché il Pd, cioè il suo «pachidermico» segretario, ce li ha voluti.

RENZI E BERSANI

Altrimenti sarebbero rimasti parlamentari di seconda o terza fila (specie Laura Boldrini, direi) assolutamente sconosciuti ai più. Il che, come si capisce, suscita inevitabilmente una domanda di non poco conto: di quale margine di reale autonomia, politica e no, godono i protagonisti della vita pubblica che arrivano al proscenio attraverso questa trafila? Qual è il loro effettivo, personale, peso politico, pur occupando cariche di tale importanza? E possono non essere considerati anch'essi dei semplici «notabili a disposizione»?

RENZI E BERSANI

In verità, nonostante a molti italiani piaccia vedere nei nuovi presidenti delle Camere l'espressione di chissà quale «rinnovamento», «aria nuova», eccetera, è assai più fondato, mi sembra, scorgere nella loro elezione il sagace tentativo del vecchio gruppo dirigente del Pd, riunito intorno a Pier Luigi Bersani, di assicurarsi un futuro applicando la vecchia regola nazionale secondo la quale «tutto deve cambiare perché nulla cambi».

Ad esempio, avendo la possibilità (parlo dei vecchi oligarchi e dei «giovani turchi» del segretario), grazie a Grasso e a Boldrini, di prepararsi da oggi in avanti agli appuntamenti del futuro, come l'inevitabile duello con Matteo Renzi o delle eventuali elezioni anticipate, vestendo proprio loro i panni del «nuovo».

 

IL MIRACOLO DI PIETRO GRASSO: METTE D’ACCORDO FERRARA E TRAVAGLIO

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Comunicato stampa de "la Zanzara"

Giuliano Ferrara Marco Travaglio

"Su Grasso ha ragione Travaglio, è un po' dura per me. Grasso è un tremendo furbacchione che poteva candidarsi con il Pd ma anche con Berlusconi, dice che Berlusconi ha fatto le stragi ma anche no, firma ma non firma e Andreotti forse è colpevole e forse no, è il tipo di italiano che io detesto di più al mondo".

Lo dice Giuliano Ferrara, direttore del Foglio a La Zanzara su Radio24. "Travaglio è il prototipo di giornalista e di scrittore di mattinali di questura che io non vorrei mai essere - dice Ferrara - ma certo su Grasso ha ragione lui, non c'è il minimo dubbio. Grasso è molto furbacchione".

PIERO GRASSO EMMA BONINO AI FUNERALI DI MARIANGELA MELATO

"Dopo di lui - aggiunge Ferrara - viene la Boldrini che è l'umanitaria, io non la sopporto proprio, la detesto da morire". "Sento parlare della Bonino al Quirinale - aggiunge - ecco in quel caso mi faccio seppellire vivo. Mi sta di un antipatico mostruoso, un po' con Pannella e un po' con Teodorim, un po' col Pd e le donne, l'aborto, l'Onu, tutto, tutto quello che non sopporto c'è sempre la Bonino di mezzo. E poi è un'abortista feroce, con le pompe della bicicletta, una cosa spaventosa".

 

IL VENERDÌ SANTO NEL MONDO: LE RIEVOCAZIONI STORICHE DEL MARTIRIO DI CRISTO

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DAGOREPORT

RIEVOCAZIONI DELLA PASSIONE DI CRISTO NELLE FILIPPINE

Dal "Daily Mail"
http://bit.ly/X11pWu

Il venerdì santo è uno dei giorni più sentiti dai cristiani. È il giorno della passione di Cristo. Il giorno in cui la fede diventa dolore. Per molti è un giorno di profonda riflessione spirituale, ma per altri la sofferenza diventa fisica. Un po' ovunque nel mondo il venerdì prima di Pasqua si tengono delle rievocazioni storiche del martirio di Cristo. E ogni cultura, ogni popolo, ha il suo modo di rappresentare la propria fede.

RIEVOCAZIONI DELLA PASSIONE DI CRISTO NELLE FILIPPINE

Così è per gli abitanti della regione di Pampanga, nelle Filippine. La loro tradizionale cerimonia è ormai diventata famosa in tutto il mondo, tanto da essere divenuta con gli anni più un'attrazione turistica che una reale manifestazione di religiosità.

RIEVOCAZIONI DELLA PASSIONE DI CRISTO NELLE FILIPPINE

I devoti infatti si fustigano, trasportano a piedi nudi delle croci di legno di 50 chili e si fanno crocifiggere con dei chiodi di acciaio. Una pratica molto cruenta che anche la Chiesa di Roma ha condannato, senza però essere mai riuscita a fermarla. Oggi per assistere alle crocifissioni arrivano turisti e giornalisti da tutto il mondo. C'è un'atmosfera allegra, quasi circense, con tanto di venditori di bibite e souvenir che girano tra la folla.

RIEVOCAZIONI DELLA PASSIONE DI CRISTO NELLE FILIPPINE

In maniera senz'altro meno cruenta, anche a Gerusalemme gli abitanti della Città Vecchia sfilano per le strade ripercorrendo le 14 tappe della via crucis fino ad arrivare al Santo Sepolcro.

Ma se a volte il folklore si mischia alla religione, in altri casi si trasforma in un vero e proprio show. È il caso di Irondale, in Alabama, dove un sacerdote sfila, ricoperto di sangue finto e indossando una corona di spine, circondato di persone travestite da soldati romani.

RIEVOCAZIONI DELLA PASSIONE DI CRISTO NEL NEW MEXICO

Nelle foto qui pubblicate, si vedono le varie rappresentazioni del venerdì santo in diversi paesi.

 

PIÙ CHE DAI GIUDICI, IL BANANA DEVE GUARDARSI DAI PRETI

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Comunicato stampa de "la Zanzara"
"La morte di Berlusconi non sarebbe male, spero che il padreterno lo tiri su, così libera l'Italia. Non importa come, lui sa quello che fa". Così don Giorgio de Capitani, parroco di Rovagnate in provincia di Lecco, a La Zanzara su Radio 24. L'uscita del religioso viene dopo le frasi pesanti pronunciate da don Paolo Farinella della diocesi di Genova ("affogherei Berlusconi nell'olio...", ndr).

BERLUSCONI AL SENATO CON GLI OCCHIALI DON FARINELLA

"Il problema non è Berlusconi - dice don de Capitani - ma gli italiani che lo votano, altrimenti sarebbe già in una casa di riposo. Gli elettori di Berlusconi sono poveracci e ignoranti, peggio dei coglioni che non capiscono niente". "Io ho votato Pd sia alla Camera che al Senato - aggiunge il parroco - e Bersani non deve fare nessun accordo col grande puttaniere". "Battiato? Quando ho sentito quelle parole - dice ancora - mi si è allargato il cuore anche per la sede in cui l'ha detto, è vero in Parlamento ci sono donnette facili"

 

AVVISO AI NAVIGATI: NESSUNA ALLEANZA TRA LOGGIA E CILICIO

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Giacomo Galeazzi per "la Stampa"

papa ratzinger benedetto

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/massoneria-masonry-massoneria-23689/

In generale i rapporti tra Chiesa cattolica e massoneria esistono nel senso che ci sono alcuni cattolici che aderiscono alla massoneria. A volte lo fanno in modo occulto. Altre volte dichiarandosi pubblicamente. Ma al di là dell'appartenenza formale di alcuni cattolici alla massoneria, non si può parlare di Chiesa cattolica in relazione alla massoneria senza tornare al 1983. E' in quest'anno del pontificato wojtyliano che l'allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, pubblicò la dichiarazione "Quaesitum est" con l'esplicita volontà di fare chiarezza una volta per tutte sul tema.

RATZINGER PAPA BENEDETTO XVI

Disse: "Prescindendo dalla considerazione dell'atteggiamento pratico delle diverse logge, di ostilità o meno nei confronti della Chiesa, rimane immutato il giudizio negativo della chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro princìpi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della chiesa, e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita".Per questo motivo gli "appartenenti alle associazioni massoniche sono in peccato grave" e il Vaticano proibisce loro "di fare la comunione".

JOSEPH RATZINGER PAPA BENEDETTO XVI

Recentemente sul periodico di apologetica popolare "Il Timone", è stato uno dei più grandi esperti dei rapporti tra chiesa cattolica e massoneria, ovvero padre Zbigniew Suchecki, 51 anni, francescano polacco che insegna alla Pontificia facoltà di San Bonaventura di Roma e lavora in Vaticano come consultore alla Congregazione delle cause dei santi, a dire senza mezzi termini che "squadra e compasso sono del tutto incompatibili con la croce".

"Un dato è certo - ha detto -. Negli ultimi secoli la massoneria - regolare o deviata che sia, senza distinzioni - è stata condannata da diversi Papi in quasi 600 documenti. Con molta chiarezza il legislatore ecclesiastico ha dunque invitato i fedeli ad astenersi dalle associazioni segrete, condannate e non riconosciute dalla chiesa: l'appartenenza contemporanea alla chiesa cattolica e alla libera muratoria è esclusa. Ma, nonostante ciò, molti cattolici sono ancora iscritti alle logge, e questo anche perché da oltre mezzo secolo gira la voce, in diversi ceti sociali, che la massoneria non sia più in contrasto con la chiesa, che anzi tra i due sia stato stretto un accordo e i cattolici possano tranquillamente diventare ‘figli della vedova' senza pericolo di scomuniche".

Giovanni Paolo II WOJTYLA NEI BOSCHI

Dunque condanna formale ma, oltre la condanna, diversi cattolici che aderiscono alla massoneria. Perché? Difficile rispondere. Non è un mistero per nessuno che all'interno della libera muratoria esistono anche logge con tendenza fondamentalmente umanitaria, ‘di credenza in Dio', come la tedesca Grosse Landesloge che si fa chiamare anche ‘Ordine cristiano dei liberi muratori'.

HANS HERMANN GROER CON PAPA WOJTYLA

Tuttavia nemmeno queste si collocano fuori dall'ordinamento massonico fondamentale, solo hanno più ampie possibilità per tentare di conciliare i grembiulini con la fede cristiana.Inoltre, dice ancora Suchecki, "per quanto sia importante la distinzione fra i gruppi ben disposti o neutrali e quelli anticlericali (a cui i massoni cercano di addossare tutte le colpe dei passati comportamenti scorretti nei confronti della chiesa), anche ‘la migliore' delle logge interpreta i fatti fondamentali della rivelazione del Dio divenuto uomo e della sua comunione con gli uomini solo come una possibile variante della visione massonica del mondo.

GRAN LOGGIA D ITALIA MASSONERIA

Del resto, è facile capire che un cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e, dall'altra parte, guardare al suo fratello secondo la prospettiva massonica come a un ‘profano'".Tra il 1974 e il 1980 la Conferenza episcopale tedesca ha costituito una Commissione con l'incarico ufficiale di esaminare la compatibilità dell'appartenenza contemporanea alla chiesa e alla libera muratoria. Le conclusioni dei colloqui sono state nette: il fatto che la massoneria metta in discussione in modo fondamentale la chiesa non è mutato rispetto al passato.

I massoni negano in linea di principio il valore della verità rivelata, e con questo indifferentismo escludono fin dall'inizio una religione come il cristianesimo e mettono in questione i fondamenti della nostra fede. Il relativismo, ad esempio, appartiene alle convinzioni fondamentali dei liberi muratori, che non accettano dogmi e negano la possibilità di una conoscenza oggettiva della verità: solo il linguaggio dei simboli massonici (lasciato per di più alla capacità d'interpretazione del singolo) è adeguato a rappresentarla.

MASSONERIA MEDAGLIA DA GRAN COMMENDATORE DELL ORDINE TEMPLARE

È evidente che un concetto del genere non è compatibile con la teologia cattolica. La massoneria si presenta ai suoi membri con una pretesa di totalità che richiede un'appartenenza per la vita e per la morte. Dice padre Suchecki: "I tre rituali dei gradi di Apprendista, Compagno e Maestro manifestano, nelle parole e nei simboli, un carattere simile a quello dei sacramenti.

MASSONERIA COLLARE DA GRANDE UFFICIALE

Il massone deve tendere infatti alla perfezione, ma senza bisogno della grazia: a che cosa dovrebbe servire dunque la comunicazione della salvezza nel battesimo, nella penitenza e nell'eucaristia, se con i tre gradi fondamentali vengono già raggiunti l'illuminazione e il superamento della morte?

MASSONERIA GREMBIULE DA MAESTRO VENERABILE E CAPPUCCIO

In questa pretesa di totalità diviene particolarmente evidente l'inconciliabilità tra la libera muratoria e la chiesa. Il massone è convinto di partecipare a una religione universale, "in cui tutti gli uomini concordano".È noto poi che le logge si rifanno all'idea di un ‘Grande Architetto dell'Universo'. Ma di quale ‘dio' si tratta? Non c'è alcuna analogia obiettiva con il concetto personale del Dio cristiano. Il ‘Grande Architetto' è un ‘esso neutrale', indefinito e aperto a ogni possibile comprensione.

Massoneria Grande Oriente Italia

Ognuno può immettervi la propria concezione di Dio, il cristiano come il musulmano, il confuciano quanto l'animista o l'appartenente a qualsiasi altra religione. L'Architetto dell'Universo non è per i massoni un Dio personale, tanto meno si avvicina alla concezione cattolica di un Dio che interpella gli uomini come Padre e Signore. Si tratta invece di un dio vago e lontano da noi". Un massone è scomunicato "ipso facto" come, per esempio, un mafioso. In realtà la scomunica per i mafiosi in qualche modo esiste, seppure ha una valenza che possiamo definire "territoriale".

PADRE ZBIGNIEW SUCHECKI.jpg

Nel 1992 furono il cardinale arcivescovo di Palermo Salvatore Pappalardo e il vescovo di Caltanissetta Alfredo Maria Garsia ad approntare una sorta di decalogo contro la criminalità organizzata. Ma anche in altre occasioni l'episcopato siciliano aveva comminato la pena della scomunica alla mafia ed in particolare nel 1944, nel 1955 e nel 1982. Quest'ultima subito dopo la strage nella quale furono uccisi il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie e l'agente di scorta. Ad essere scomunicati non furono soltanto coloro che commettono gli omicidi ma quanti a qualsiasi titolo ed in qualsiasi modo rendano possibili tali azioni criminose.

La scomunica è latae sententiae, cioè: chi commette un omicidio in Sicilia o chi collabora perché venga commesso, incorre automaticamente, senza una sentenza esterna, nella scomunica della quale prenderà atto nel momento in cui andrà a confessarsi. La scomunica per i mafiosi e l'impegno della Chiesa nella lotta contro la criminalità sono stati ribaditi anche nel sinodo di Caltanissetta dal vescovo Alfredo Maria Garsia. Ed alla mafia è dedicato un ampio capitolo del documento sulle "emergenze pastorali in campo morale" che l'assemblea del sinodo diocesano di Caltanissetta ha approvato sempre in quegli anni.

La sanzione della scomunica comunque è prevista dal codice di diritto canonico che punisce i delitti contro la vita e la libertà umana. Il codice però, spiegano gli esperti, si limita a dire che la pena va commisurata alla "gravità del delitto" e la specificazione della pena spetta al singolo vescovo. Ed è in questo ambito che opera la sanzione della quale parlava il cardinale Pappalardo che è quindi operativa solo nell'ambito delle diocesi siciliane.

Oltre alle prese di posizione dei vescovi siciliani viene ricordato che anche il papa si è espresso più volte contro la mafia e nell' ultimo incontro con i vescovi siciliani, il 22 novembre del 1991, Giovanni Paolo II la definì come "una piaga sociale che minaccia non solo la società civile ma anche la missione della Chiesa, giacché mina dall'interno la coscienza etica e la cultura cristiana".

 

CROCIFISSO BERSANI, DOMANI NAPOLITANO LANCIA IL SUO GOVERNO DI SCOPO (GIULIANO AMATO CON SACCOMANNI VICE?)

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La Stampa.it

PIETRO GRASSO TRA BERSANI ED ENRICO LETTANapolitano ha incontrato anche Bersani e Casini

Berlusconi e Grillo restano sulle loro posizioni, il Pd ribadisce il no all'ipotesi governissimo e si affida al Quirinale. La giornata di consultazioni-lampo al Colle per formare il nuovo governo finisce con un nulla di fatto. Giorgio napolitano prende tempo. «Il presidente si prende un momento di riflessione, non ho altro da aggiungere», ha annunciato il portavoce del Capo dello Stato Pasquale Cascella chiudendo la giornata.

Nei colloqui di Napolitano per uscire dallo stallo politico-istituzionale che ha portato al congelamento dell'incarico di Pier Luigi Bersani, il Cavaliere e Roberto Maroni rilanciano la palla nel campo del segretario del Pd. Una palla che il Pd non vuole afferrare. «Il governissimo non è idoneo» dice Enrico Letta, che dopo le consultazioni ribadisce la fiducia nel Presidente. «Il nostro sostegno non mancherà» spiega, rilanciando la «convenzione costituente».
Berlusconi e Maroni, ore prima, avevano ribadito che l'unica strada è quella di dar vita ad un governo «politico» e nel farlo avevano aperto all'ipotesi che a guidarlo fosse proprio il segretario del Pd. Un esecutivo delle larghe intese, sostenuto da tutte le forze politiche ad eccezione del Movimento di Beppe Grillo, al quale - secondo il Cavaliere - non c'è alternativa, se non il voto anticipato.

Ma il Pd, intravedendo il rischio di un "abbraccio mortale" dell'ex premier, sbarra immediatamente la porta: «Mi sembra molto difficile ipotizzare un governo sostenuto insieme dal Pd e dal Pdl. La politica del Pdl è distante anni luce da quelle del Partito democratico», afferma Luigi Zanda, presidente dei senatori democrat, commentando a caldo le parole del leader Pdl. In mattinata, dopo un colloquio telefonico fra Grillo e Napolitano, le agenzie avevano rilanciato la notizia di un'apertura del Movimento Cinque Stelle all'appoggio ad un candidato «pseudo tecnico». Nel pomeriggio la smentita di Grillo: «Non ho mai parlato di governo pseudo tecnico», ha precisato il leader 5 Stelle.

Poi la conferma dei capigruppo di Crimi e Lombardi dopo il colloquio al Quirinale: «Siamo disponibili a un solo governo: quello del Movimento 5 Stelle. Abbiamo rilanciato al Presidente Napolitano questa possibilità». E chi è il candidato premier? «Il progetto per noi è l'importante, e si riassume nei nostri 20 punti di programma. Il nome, per la filosofia del Movimento 5 Stelle non è essenziale: conta il progetto», spiega la Lombardi.

berlu-maroni- alfanoBERSANI LETTA DALEMA FRANCESCHINI

La parola «pseudo tecnico» era stata pronunciata dal capogruppo al Senato, Vito Crimi, nel corso della riunione con i parlamentari del M5S a Montecitorio. Crimi aveva detto di aver sentito Beppe Grillo ed ha riferito della telefonata intercorsa tra il leader "a cinque stelle" ed il presidente della Repubblica: un contatto «previsto» che rientra nella «prassi istituzionale», visto che Grillo non sarà al Quirinale per le consultazioni. Presi d'assalto dai cronisti alla Camera, i parlamentari "stellati" gettano acqua sul fuoco.

Grillo non è salito al Quirinale. Dove invece si è recato il Cavaliere, accompagnato dai capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta, e dalla delegazione leghista guidata da Roberto Maroni. «Abbiamo manifestato la nostra posizione che è la posizione di sempre», premette l'ex premier. «E nell'interesse del Paese si deve trovare un modo per dare vita, insieme, ad un governo di coalizione» al quale partecipino il Pd, il Pdl, la Lega e Scelta Civica. Guidato da chi? gli chiedono i giornalisti.

BERSANI E NAPOLITANO bersani con brunetta nella sala del cavaliere

«Il Pd avanzi una candidatura. Ci va bene quella del segretario Bersani, così come altre candidature», risponde Berlusconi, dicendosi pronto a incontrare gli altri partiti per concordare i «provvedimenti urgenti» che si impongono per affrontare «la difficilissima situazione dell'economia». Il Cavaliere sbarra la strada a nuovi tentativi sul "modello Monti": il prossimo governo «deve essere politico, vista l'esperienza tragica del governo tecnico». Parole che rischiano di complicare anche l'ipotesi di un "governo del presidente". Berlusconi pone la questione sotto forma di aut aut: «Questa è la nostra posizione e non riteniamo che ce ne siano altre». A far capire quale sia l'alternativa ci pensa il leader del Carroccio: «Siamo stati contro Monti figuriamoci se arriva un altro governo del genere; allora meglio le elezioni».

Da Scelta Civica, invece, apertura totale. «Scelta Civica si impegna con grande determinazione a fare tutto ciò che è necessario senza chiedere nulla ma siamo disponibili a seguire chi vuole cambiare il paese» fa sapere il capogruppo Andrea Olivero. «Abbiamo proposto al capo dello Stato- dice- di avviare delle esplorazioni per verificare le compatibilità programmatiche e le soluzioni per possibili convergenze».

 

 

PASQUA SENZA RESURREZIONE PER BERSANI, SCARICATO DAL PD

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1. «QUELLO È MATTO CI PORTA ALLA ROVINA»
Franco Bechis per Libero

BERSANI

Era concitata quella telefonata a voce alta fatta da Massimo D'Alema di primo mattino nella via vicino casa, a pochi passi da piazza Mazzini, cuore del quartiere Prati a Roma. Chissà chi era l'interlocutore che ascoltava il veemente sfogo su Pierluigi Bersani: «Quello è matto, così ci porta alla rovina».

Nelle stesse ore il gruppo dei fedelissimi(ormai una sparuta pattuglia parlamentare dopo l'utilizzo del Ddt contro la corrente nella formazione delle liste) provava a chiedere una riunione qualsiasi - una direzione, un caminetto, almeno un barbecue - prima che Enrico Letta salisse al Quirinale: «Dobbiamo dirgli pure qualcosa. Qui stiamo tornando indietro di 20 anni. Il partito sembra quello che si è rovinato con i girotondi e gli arancioni».

bersani napolitano

Qualche riunione c'è pure stata. Letta jr e Dario Franceschini si sono trovati nella sede dell'Arel. Ieri sera si era diffusa anche la voce di una presenza di Bersani, e addirittura il retroscena di un incontro simile a quello fatale di Giulio Cesare con Bruto e Cassio. Fantasie, perché Bersani si è tolto di mezzo dal primo mattino facendo sapere di andare a Piacenza.

Bersani 'convoca' il M5Suffa bersanikk

Lì a dire il vero nessuno l'ha trovato. E l'inviato del Tg La7 che si era precipitato lì su indicazioni del portavoce del segretario Pd, Stefano Di Traglia, ha provato invano a scampanellare. Al citofono ha risposto solo la signora Bersani lanciandosi in un «il segretario non è in casa», che doveva avere sentito all'epoca di PalmiroTogliatti.

Il segretario certo non era alla riunione Arel, ma da lì devono essergli fischiate parecchio le orecchie. C'è chi dice che sia arrivata da Letta una telefonata cortese, ma determinata: «Pier Luigi, non possiamo continuare sulla stesa linea». Dalle fila del segretario traspare invece una soluzione concordata: un cambio di rotta per uscire dall'angolo e ribaltare le difficoltà su chi li aveva messi alle corde.

bersani-

Chissà quale è la versione più vera. Una cosa sola è certa: ieri il Pd era una maionese impazzita. Il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, di primo mattino aveva iniziato sue personali consultazioni con i senatori Pd per sondare un eventuale via libera a un governo guidato da Fabrizio Saccomanni. A metà giornata filtravano indiscrezioni su contatti informali fra il Quirinale e il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, per verificare l'eventuale disponibilità di Matteo Renzi.

Si intensificavano anche le voci di un arrivo di Renzi a Roma addirittura per ricevere l'incarico. Nulla veniva confermato, ma tutto questo dava l'idea dell'impazzimento nelle fila del centrosinistra. Bersani una telefonata di sicuro l'ha fatta ed è quella con Nichi Vendola, leader di Sel: «Vai avanti tranquillo, io non mollo un centimetro. O governo del cambiamento con me o si va alle elezioni ».

E infatti Vendola si è immolato su questa linea nemmeno un'ora prima del voltafaccia di Letta jr. Che cosa è accaduto in mezzo per provocare la grande virata di 180 gradi e la disponibilità ufficiale del Pd a dare i propri voti a qualsiasi governo scelto da Napolitano? Secondo i rumors lo stesso presidente della Repubblica, che di fronte all'impasse ha messo sul piatto le proprie immediate dimissioni.

BERSANI IN VERSIONE GIAGUARO

Questa ipotesi è stata sicuramente ventilata nell'incontro con i rappresentanti di Lista civica per Monti, quando Napolitano si è lasciato scappare «a questo punto non sarò più io ad occuparmi di una soluzione alla crisi politica». Secondo le ricostruzioni è stata fatta in modo più deciso durante l'incontro con la delegazione Pd: «Io mi dimetto il 2 aprile». E ancora ieri a tarda sera molti erano convinti che quella non fosse solo una minaccia, ma una decisione ormai presa. E che semmai potrebbe essere addirittura anticipata e comunicata pubblicamente oggi.

Certo, la svolta nel Pd è sembrata evidente dalle comunicazioni finali di Letta. Ma non è stata colta come tale dagli altri protagonisti. «Quale svolta?», commenta infatti il neosenatore Augusto Minzolini, «hanno detto no al governissimo e sì a un governo di scopo che noi non possiamo certo votare. Sembra solo un trucco per perdere tempo».

PIERLUIGI BERSANI

Mezza svolta, mezza umiliazione per Bersani. Che ieri però l'ha presa come uno schiaffone. Lui si sentiva ancora premier incaricato. Napolitano invece ha spiegato alle delegazioni che «non c'era alcun bisogno di revoca dell'incarico, visto che aveva un perimetro limitato che è evidentemente finito giovedì». Il segretario Pd non l'ha presa bene, e schiuma rabbia: «Ah, sì? Adesso si divertiranno con il presidente della Repubblica. Faremo eleggere Paolo Flores D'Arcais o anche Margherita Hack, se piace di più ai grillini».

bersani vignetta


2. IL SEGRETARIO SARÀ "PROCESSATO" DAGLI STESSI CHE L'HANNO ELETTO
Federico Geremicca per La Stampa

Se cominciamo con lui, uomo moderato e alleato leale - dalle primarie fino al deludente voto di febbraio - è solo per render meglio un'idea: l'idea, cioè, di quanto si sia mosso dentro e intorno al Pd nel mese trascorso dalle elezioni a oggi. E quanto, soprattutto, si muoverà da oggi in poi.

Berlusconi dorme

Erano giorni che Bruno Tabacci era in sofferenza: e ieri quest'insofferenza ha tracimato.
«L'inseguimento a Grillo non si può fare rimettendo insieme i cocci della sinistra, da Ingroia a Di Pietro ai Comunisti italiani...», ha dettato Tabacci alle agenzie. E poi, raggiunto telefonicamente, ha spiegato: «A Roma, per le elezioni al Campidoglio, stanno rimettendo in piedi proprio una cosa del genere: da far rimpiangere la "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto. Ma io avevo capito che la rotta del Pd fosse cambiata. Definitivamente cambiata...».

E invece eccoci qui a fare i conti con l'«inseguimento a Grillo»: che, Tabacci a parte, costituirà il primo capo d'accusa dal quale Pier Luigi Bersani dovrà difendersi, appena il suo tentativo di fare un governo risulterà anche ufficialmente tramontato. Ad aspettarlo al varco c'è ormai una folla: leader al momento defilati, come D'Alema e Veltroni; figure fino a ieri di primo piano - come Bindi, Finocchiaro e Franceschini - sacrificate nell'«inseguimento a Grillo»; gruppi - come i giovani turchi di Orfini, Orlando e Fassina - per i quali «la ruota del cambiamento» ha girato poco o niente; e Matteo Renzi, infine, il leader in sonno, l'asso da calare, la risposta a Grillo e chi più ne ha più ne metta.

Nella sostanza, è la stessa maggioranza che lo elesse segretario ad essersi letteralmente sfarinata: Bersani naturalmente lo sa e da ieri - nella sua Piacenza - ha cominciato a ragionare su come affrontare l'inevitabile resa dei conti che lo attende nel Pd. Tener duro e difendere le scelte fatte? Presentarsi dimissionario alla prima occasione utile? Rimettere al partito la decisione su cosa fare?

benedetto xvi bersani bersani by domenico rosa

Bersani riflette, sapendo però che il cerchio si stringe e nuove alleanze interne si vanno costruendo. Matteo Renzi, in particolare, esercita ormai una sorta di effetto-calamita: non ha bisogno di muovere un dito, perché c'è la fila davanti alla sua porta. Il chiarimento - per usare un eufemismo - resterà sospeso fino alla conclusione (qualunque essa sia) della complicata vicenda del governo: poi - e salvo elezioni a breve - sarà tutto un ribollire fino al Congresso, già programmato per ottobre. Un segretario giovane (Letta? Barca?) e un futuro candidato premier ancor più giovane (Renzi), sembrano l'approdo obbligatorio: ma è difficile immaginare che vi si possa giungere in un clima di solidarietà e concordia...

Molte cose - forse troppe cose - hanno avvelenato il clima nel Pd: e quasi tutte vengono - naturalmente - imputate a Bersani. I capi d'accusa sono numerosi, e non riguardano solo la linea tenuta dopo il voto (l'«inseguimento a Grillo»). Molti, infatti, contestano addirittura i toni e gli argomenti di una campagna elettorale iniziata da vincitori e finita in altro modo.

casaleggio grillo BERSANI LETTA DALEMA FRANCESCHINI

Altri, i più delusi, puntano l'indice contro quello che, con poca generosità, è stato definito l'«autismo» del segretario: pochissime informazioni al partito su quel che maturava nella crisi, le riunioni continue riservate al solo «tortello magico» (Migliavacca, Errani, Fiammenghi), l'incaponirsi su una linea (riecco l'«inseguimento a Grillo»...) che 48 ore dopo il voto poteva esser tranquillamente abbandonata.

Può essere che abbia una risposta per tutto: e può essere, naturalmente, che quelle risposte vengano archiviate come poco convincenti o addirittura sbagliate. Per esempio: bene l'apertura al nuovo, a Beppe Grillo, subito dopo il voto; ma male incaponirsi su una posizione vanificata (mortificata) dalle porte ripetutamente sbattute in faccia dal comico genovese.

BERLUSCONI NAPOLITANO GOVERNO DI SCOPO E SCOPONE BERSANI GRILLO BERLUSCONI NAPOLITANO

E male, anzi malissimo, aver tarato ogni iniziativa solo in funzione dell'«inseguimento a Grillo»: dagli otto punti di programma ai nuovi presidenti di Camera e Senato (intorno ai quali già si registrano insoddisfazioni e ironie) tutto è stato fatto guardando da una parte sola. Pessimo, infine, il «mai con Berlusconi» ripetuto all'infinito: con il risultato di sbarrare qualunque altra strada al Pd (e al capo dello Stato)...

Acque tempestose, dunque. All'indomani della delusione elettorale, a Bersani fu chiesto se aveva pensato alle dimissioni: «Io non abbandono la nave - rispose, ed era il 26 di febbraio -. Posso starci sopra da capitano o da mozzo, ma non la abbandono». È passato un mese: e nessuno sa come Bersani risponderebbe oggi...

 

 


NON CHIAMATELO CANTAUTORE, NON C’È STATO NESSUN ARTISTA COME ENZ

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Ernesto Assante per Repubblica.it

Provare a contenere in poche righe la carriera, la vita, la personalità di Enzo Jannacci è francamente impossibile, troppe canzoni, troppe emozioni, troppo teatro, cinema, televisione. Troppa vita, volendola dire tutta. Vita vissuta per davvero. Sì, perché a differenza di tanti altri Jannacci è stato un artista vero e non ha mai voluto vivere da "artista".

MILANO PASTICCERIA GATTULLO PRIMI ANNI UMBERTO BINDI BRUNO LAUZI ENZO JANNACCI RENATO POZZETTO COCHI PONZONI SERGIO ENDRIGO AUGUSTO MARTELLI GIORGIO GABER

Era rimasto medico, era rimasto in contatto con la vita vera, sempre e comunque, quella vita che era stata fonte di ispirazione per tante, per tutte le sue storie, le sue canzoni, la sua arte. Era un intellettuale straordinario, ma allo stesso tempo un meraviglioso saltimbanco, un artista di strada ma anche e soprattutto un poeta. Jannacci incarnava insomma, un modo di essere cantautore che si era creato e ritagliato su misura, differente da tutti i suoi colleghi, lontano da ogni tipo di ansia, di ricerca di successo, e metodicamente calibrato sul rapporto con il pubblico, con chi decideva di ascoltarlo una volta e poi, inevitabilmente, gli restava legato per sempre.

ENZO JANNACCI E LUCIO DALLA

Jannacci ha saputo trasformare la canzone in tante cose differenti, in cabaret, in teatro, in allegoria, in attualità, in cronaca, in poesia, in arte, in divertimento, in equilibrismo e leggerezza, in ricerca e passione. Perché la musica, la canzone, era il centro del suo coloratissimo e mutevole mondo, un mondo fatto di melodie e di ricette mediche, di battute e di sofferenze. Un mondo fatto di musica suonata, cantata, vissuta fino in fondo.

BEPPE GRILLO CON ENZO JANNACCI

Milanese, figlio di emigrati, Jannacci esordisce nella musica a vent'anni, amando il jazz e il rock'n'roll, entrando a far parte nel 1956 dei Rocky Mountains con Tony Dallara e facendo notte nei club della sua città, dal Santa Tecla all'Aretusa. Ed è proprio al Santa Tecla che va in scena con la sua nuova band, i Rock Boys di Adriano Celentano e con loro si esibisce al Palazzo del Ghiaccio al primo festival rock'n'roll italiano, nel 1957.

JANNACCI SPECIALE A CHE TEMPO CHE FA

Jannacci non si accontenta di suonare una cosa sola, non gli basta esprimersi in un solo territorio. Mentre è con i Rock Boys di Celentano mette su un duo con il suo amico Giorgio Gaber, i Due Corsari, e mentre suona con questi frequenta anche i locali del jazz, suonando con i migliori jazzisti milanesi e offrendo i suoi servigi come pianista alle stelle americane che arrivano a Milano. E come se tutto questo non bastasse, inizia anche a incidere i suoi primi 45 giri da solo, mettendo insieme tutto quello che ama, il rock'n'roll, il jazz e anche la sua naturale propensione comico-cabarettistica.

Enzo Jannacci

Accade tutto velocemente nella Milano che passa dagli anni Cinquanta ai Sessanta, una città vivace e attenta, dove la musica, le idee, circolano rapidamente, passano di bocca in bocca, e ogni giorno c'è un nuovo progetto, una nuova avventura, un un nuovo spettacolo da mettere in scena. Jannacci scrive canzoni per se stesso e per gli altri (Gaber e Tenco sono i primi a cantare per lui), le sue canzoni sono cariche di ironia e di passione, spesso sono storie piccole, di emarginati e dimenticati, che Jannacci ama far diventare eroi romantici e disperati.

Enzo Jannacci

Il suo modo di stare in scena, surreale, distaccato, personalissimo, lo porta naturalmente verso il teatro, e nel 1962 esordisce ufficialmente sul palcoscenico nello spettacolo "Milanin Milanon", con Tino Carraro e Milly. Poi tutto prende forma in un unico, importantissimo luogo, dove Jannacci finalmente riesce a convogliare tutte le sue passioni, il jazz, il cabaret, il rock'n'roll, la canzone d'autore, il teatro.

Quel locale è il Derby, a Milano, una straordinaria piattaforma di lancio per una intera generazione di artisti, cantanti, attori, autori, che si legano l'un altro, si confrontano, crescono, cambiano, inventano, ogni sera, in una febbre creativa che diventa di stimolo per molti altri, che nel locale milanese trovano un punto di riferimento importantissimo.

ENZO E PAOLO JANNACCI A CHE TEMPO CHE FA

Anno dopo anno Jannacci va avanti, continuando a fare il medico, e il successo arriva e si allarga, collabora con Dario Fo ("Ho visto un re") e con Cochi e Renato, Lauzi, Toffolo, Andreasi, lo chiama Lizzani a recitare in un film, approda in televisione dove per molti anni sarà protagonista di gag e canzoni ancora oggi inimitabili.

jannacci

Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta Jannacci mette a segno non solo canzoni memorabili come "Vengo anch'io, no tu no", "Faceva il palo", "Messico e nuvole" (scritta da Paolo Conte), "Ragazzo padre", ma scala persino le classifiche di vendita, recita ancora al cinema con Monicelli, collabora con Fiorenzo Fiorentini e Luciano Bianciardi, con Beppe Viola e Marco Ferreri, collabora addirittura alla realizzazione dello storico Carosello del "Pianeta Papalla", il tutto mentre prende la specializzazione in chirurgia, lavorando in Sudafrica con l'equipe di Christian Barnard, rinunciando a godere del successo ottenuto con "Vengo anch'io", scegliendo di restare con i piedi per terra e il cuore nella vita.

E così sarà per tutti gli anni Settanta, dove alternerà la sua atività di medico alle produzioni televisive ("Il poeta e il contadino" del 1973, "Saltimbanchi si muore" del 1979) alla realizzazione di colonne sonore (magnifica quella di "Romanzo Popolare" di Monicelli, ma anche quelle di film diretti da Bolognini, Wertmuller, Samperi, le canzoni sporadiche (da "La Gallina" e "La canzone intelligente" per Cochi e Renato alla bellissima "Silvano"), e gli album, come, nel 1975 un vero capolavoro intitolato "Quelli che...".

Enzo Jannacci

E' un ritorno al successo, che non lo lascerà più, soprattutto negli anni Ottanta, dove metterà a segno non solo delle canzoni di grande impatto, sia quelle più ironiche sia quelle più drammatiche e appassionate, ma anche degli straordinari spettacoli dal vivo, e poi ancora cinema, teatro, televisione, fino alla sua prima partecipazione al Festival di Sanremo, nel 1989, con "Se me lo dicevi prima", seguita nel 1991 da una seconda partecipazione con "La fotografia", magnificamente interpretata anche da Ute Lemper.

Ma gli anni Novanta non fanno per lui, la sua Milano è cambiata, le storie che a lui piace raccontare non riescono a trovare una casa discografica disposta a pubblicarle e per ben sette anni non esce un solo disco a sua firma. Nel 2001 finalmente pubblica un nuovo album con la collaborazione del figlio Paolo, l'anno seguente vince la Targa Tenco con "Lettera da lontano", premio che vince di nuovo nel 2003. Ma i tempi sono ormai cambiati, Jannacci è uno dei "senatori" della canzone d'autore, amato, rispettato, lodato, premiato, ma ornai lontano da un mondo musicale che si muove al ritmo dell'elettronica e degli mp3.

JANNACCI A CHE TEMPO CHE FA

Non c'è stato in Italia nessun'artista simile a lui, con la sua straordinaria comunicativa, con la sua eclettica intelligenza, con la sua capacità di essere comico, drammatico, appassionato, romantico, ironico, attore e autore, cantante e cabarettista, scrittore e interprete. E' stato capace di rappresentare un'Italia in grado di essere creativa e solidale, impegnata e divertente, piccola e grande nelle sue miserie e nei suoi splendori. Ed è un autore che meriterebbe di essere scoperto dalle giovani generazioni, che non hanno avuto magari il piacere di vederlo in scena, di scoprirne le doti più profonde, di amarlo come ancora meriterebbe di essere amato.

 

 

NEL CAOS POLITICO PIÙ TOTALE - NAPOLITANO: O ‘’GOVERNO DEL PRESIDENTE’’ O DIMISSIONI

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Ugo Magri per La Stampa

napolitano agnelli fa b d a d b e c b b

Napolitano sta prendendo decisioni drammatiche per l'Italia e per lui medesimo. Questione di ore, poi emetterà il primo verdetto: niente governo Bersani. Il segretario democratico si è arenato davanti all'ultima condizione posta di mattina dal Cavaliere. Non più la richiesta di scegliere lui, Berlusconi, il futuro Presidente della Repubblica, bensì quella di dar vita a un governo delle «larghe intese», tutti dentro meno che Grillo, dunque a braccetto insieme Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega.

BARACK OBAMA E GIORGIO NAPOLITANO ALLA CASA BIANCA NAPOLITANO

Per Bersani, che da un mese grida forte «mai con il centrodestra», sarebbe peggio di una giravolta, lo accuserebbero di aver sottoscritto alla maniera del Faust un patto col demonio. Dunque il teso giro di consultazioni ieri sul Colle si è concluso a sera col Pd che respinge l'ultimatum berlusconiano in quanto (parola di Enrico Letta) «i contrasti aspri tra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo». Di fatto, è crollata l'ultima chance di vedere Bersani a Palazzo Chigi.

Che cosa accadrà da questo momento in avanti, è un'incognita per gli stessi protagonisti, con l'Europa in allarme e la stessa Casa Bianca preoccupata per la «salute» dell'Italia.
Tutto fa pensare che stiamo scivolando, nel caos politico più totale, verso nuove elezioni. È quello che Berlusconi desidera, e a tal fine manovra. È convinto di poter riconquistare il potere. Inutile fargli presente che, con l'attuale sistema elettorale, è obiettivo virtualmente impossibile: bisognerebbe che d'incanto sparissero dalla scena Monti e lo stesso Grillo. Ma Silvio è un treno in corsa. Dopo le consultazioni di ieri sul Colle ha teso la mano a Bersani, dicendosi disposto a sostenerlo in cambio del «governissimo», solo per mostrarsi nei panni di un tenero agnello e far indossare a Bersani quelli del lupo ingordo. In parte c'è riuscito.

Ma viste le intenzioni, è assai dubbio che vadano in porto i tentativi avviati stanotte, sotto la regia di Napolitano, per immaginare quantomeno un «governo del Presidente», o «di scopo», estremo paracadute prima delle urne. Un esecutivo formato da alte personalità (non «tecnici», in quanto il solo nominarli provoca l'orticaria a Pd e Pdl) scelte dal Capo dello Stato, che si ponga pochi obiettivi e chiari. Uno su tutti: la riforma del «Porcellum» sollecitata ieri per primo da Grillo. Torniamo alla legge elettorale che c'era un tempo, al «Mattarellum», propone il leader a Cinque Stelle, con il Pd che gli è subito andato dietro.

Il governo del Presidente, se nascesse, dovrebbe occuparsi di mille altre questioni urgenti, a cominciare dall'aumento dell'Iva, che se qualcuno non interviene scatterà a luglio. Ma il punto è: sarà disposto il centrodestra a sostenerlo? Quando ieri mattina Napolitano ha incontrato Berlusconi, non se n'è parlato affatto. Così assicura Alfano, in polemica con il numero due del Pd Letta. A parole tutti si rimettono al Colle, ma se Napolitano formalizzasse la proposta, dal centrodestra forse gli direbbero «sì», a condizione di infilarci dentro ministri «politici»; dal Pd risponderebbero che non se ne parla nemmeno, in quanto saremmo daccapo al «governissimo» sotto mentite spoglie. Così pure il governo del Presidente verrebbe impallinato...

Stamane Napolitano farà sapere. Di sicuro, se pure questo sforzo risultasse vano, il Presidente avrebbe esaurito le sue cartucce. Mandare davanti al Parlamento Bersani non può, nonostante Vendola sostenga il contrario, perché Grillo insiste nel voler licenziare l'intera classe politica e rifiuta di dare il via libera al segretario Pd. Per effetto del «semestre bianco», il Capo dello Stato non può neppure sciogliere daccapo le Camere. Corre dunque sempre più insistente voce che Napolitano stia valutando l'ipotesi clamorosa delle dimissioni immediate, per accelerare l'avvento di un nuovo Presidente nella pienezza dei poteri. E perciò in grado, forse, di riuscire dove rischia di non farcela lui.

ANNA MARIA CANCELLIERI ROBERTO NAPOLETANO GIORGIO NAPOLITANO NAPOLITANO-MONTI - BY VINCINO

 

 

RE GIORGIO HA TIRATO FUORI DALL'UOVO LA SORPRESA PASQUALE: DUE GRUPPI DI "COMPETENTI DI DIVERSE CULTURE", LE SODUE LOGGE

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1. DAGOREPORT/1
Ha passato una notte insonne Re Giorgio, ha meditato a lungo e quando stava per decidere di dimettersi, di fronte alla difficolta' della situazione e alle pretese di chi avrebbe voluto forzargli la mano, ha avuto un lampo di consapevolezza che ha fatto scomparire tutto lo sconforto, le delusioni e le amarezze dei giorni scorsi: "Resto a bordo, cazzo, non posso abbandonare ora la nave".

NAPOLITANO GALAN GIANNI LETTA

E ha tirato fuori dall'uovo la sorpresa pasquale: due gruppi ristretti di "competenti di diverse culture", uno politico istituzionale e uno economico sociale. I nomi dei componenti saranno resi noti oggi pomeriggio e si insedieranno martedì. In poche ore dovranno predisporre un programma limitato e condiviso di cose da fare subito. È presumibile che all'interno di questi due gruppi di lavoro vi sia già il prossimo presidente del Consiglio e parte della stessa lista dei ministri. I tempi: entro la settimana prossima.

bersani_napolitanoAMATO, NAPOLITANO, DE GENNARO

Re Giorgio mette così tutti a nudo di fronte alle proprie responsabilità, passando dal metodo al merito dopo che il metodo e' miseramente naufragato tra egoismi di parte, faide interne ai partiti pronte a scatenare Bruto e Cassio ovunque, e sfidandoli di fatto a votare contro un governo siffatto in Parlamento, cosa che si porterebbe dietro un disastro elettorale per le forze politiche che se ne dovessero rendere protagoniste.

Non c'è dubbio che il Presidente della Repubblica si e' schierato dalla parte del Paese di fronte ai miopi tatticismi di tanti improvvisati leader politici che sembrano aver smarrito il senso dello Stato solo per dar corso a piccole vendette e dispettose ritorsioni. E non c'è dubbio che per la politica tutta si tratta di una gravissima sconfitta.

Napolitano, di fronte ai nani politici che ha di fronte, si dimostra sempre di più un gigante e non a caso, ha detto oggi, "continuo ad avere fiducia nella possibilità di responsabile superamento del momento cruciale che l'Italia attraversa e continuerò ad agire così fino all'ultimo giorno del mio mandato come il senso dell'interesse nazionale mi suggerisce e non nascondendo al Paese le difficoltà che sto incontrando".

trtlse36 clio giorgio napolitano fausto lella bertinotti amato

Ora i politici, vecchi e nuovi, sono davvero tutti nudi davanti al Colle. Anche per Grillo sta per finire la comoda rendita di posizione di dire no a qualunque cosa: di fronte ai cambiamenti veri che l'Agenda Napolitano imporrà al Parlamento nei prossimi giorni attraverso il "suo" governo, anch'egli dovrà trovare il modo di dare una mano positiva al Paese se non vuol correre il rischio di una frantumazione anticipata della sua clamorosa ma anche fragile e contraddittoria creatura politica.

Ancora: Berlusconi non porta a casa gran parte delle sue eccessive pretese, per Bersani svanisce il sogno di essere il primo post comunista a salire a Palazzo Chigi attraverso un percorso elettorale e nel Pd da martedì nulla sarà più come prima. Del resto, la Jena Barenghi lo descrive benissimo su La Stampa di oggi: "se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi. Il Pd non ha scelto la terza via".

BEPPE GRILLO E ROMANO PRODI

Del resto, non poteva pretendere di fare governicchi inseguendo per di più i grillini che non vedevano l'ora di umiliarlo dopo che qualcuno lo ha illuso che un gruppo di senatori a 5 Stelle al Senato sarebbero confluiti nel gruppo misto per poterlo votare la fiducia. Ne' va sottaciuta la grave responsabilità dei cosiddetti giovani turchi, Orfini e Orlando in testa, che con saccenza e arroganza lo hanno spinto nel vicolo cieco.

saccomanni-draghi

Anche Berlusconi deve capire che nessuno può garantirgli nulla, non esiste nel nostro ordinamento questa possibilità. Ed invece le sue "tutele" può trovarle in un quadro di riforme e di cambiamento che un governo "terzo" come quello che si profila sarà in grado di fare, soprattutto se (come pare) insieme alla legge elettorale si pone l'obiettivo del superamento del bicameralismo, tema questo largamente condiviso. Dando così al "governo del Presidente" un orizzonte temporale da qui alle elezioni europee nella tarda primavera del 2014, con risultati tangibili per il Paese.

DE GENNARO NAPOLITANO AMATO

2. DAGOREPORT/2 - "SO' DDU' LOGGE"
"Non c'è dubbio - si legge su un'Agenzia stampa di Trivandrum, Kerala. India - il Presidente Napolitano ha chiarissimo il suo ruolo di armonizzatore degli apparenti opposti. Un vero Guru. Abbiamo visto: un signore con molti anni e molta esperienza, ex comunista - ex neoliberista - (tra poco) ex presidente ... abbiamo visto la sua deflezione oculare e l'abbiamo sentito parlare. Un discorso degno di Ermete Trismegisto, di Yogy Ramacharaka ... ispirato alla visione di un Nuovo Ordine Mondiale, chiarissimo". "Rimetto tutto nelle mani di Yin e Yang. Si confrontino, come fanno da millenni e se la sbrighino loro".

club bilderberg con monti draghi napolitano

Resta da capire chi è Yin e chi è Yang. Secondo alcuni osservatori di Sri Lanka sono le due Logge massoniche antagoniste d'Italia: una di ispirazione ex francese-filoeuropea-Bilderberg e l'altra di ispirazione ex anglo american-atlantica, le quali, dopo aver giocato alle Elezioni e alla formazione del Governo senza esito costruttivo oggi - giustamente - riprendono in mano il boccino e vedono chi "picchia" meglio e fa filotto sul biliardo italico.

napolitano-grillo by benny.

Secondo altri, osservatori più tradizionali: No! Non è così! I due gruppi che verranno incaricati dal Presidente, di cui è chiara solo che "hanno personalità", sono il vecchio centrodestra e il vecchio centro sinistra, incarnati nei loro ipotetici condottieri ancora non rivelati. I bookmakers inglesi accettano scommesse sul tandem Gianni Letta e Giuliano Amato.

Allora c'abbiamo ragione noi dicono gli osservatori di Sri Lanka: "so' ddu' Logge". Secondo altri ancora si tratta invece di Shiva e Visnù, chiamati a pronunciarsi in quel breve periodo in cui ancora il Presidente può fare Brahma.

 

COMMISSARIATI IN PARTITI, RE GIORGIO RICHIAMA ALL’OPERA I TECNICI MA “SAGGI”. E A GRILLO PIACE….

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La Stampa.it

BOLDRINI - NAPOLITANO - GRASSO - MONTI

«Il governo di Mario Monti è pienamente operativo e a breve varerà una serie di provvedimenti anti-crisi; io resterò fino all'ultimo giorno del mio mandato nell'interesse nazionale e per adesso si lascia decantare il quadro politico dando a due gruppi ristretti - uno politico-istituzionale e l'altro economico-sociale - il compito di individuare alcuni punti programmatici sui quali far confluire le forze politiche». Eccolo il governo del presidente, l'uovo di Colombo di Giorgio Napolitano che questa mattina ha di fatto commissariato i partiti in attesa che prevalga quel «senso di responsabilità» che da settimane il capo dello Stato chiede. Inascoltato.

Il Presidente conferma di aver vagliato in questi giorni «tutte le alternative», compresa quella estrema delle sue dimissioni pur di sciogliere il rebus della governabilità e dare il prima possibile un Governo al Paese.
Giorgio Napolitano conferma che il voto anticipato non è nelle sue carte e probabilmente neanche nella sua volontà: «è una questione che non mi interessa. Io sono in pieno semestre bianco, non mi interesso di problemi che non posso affrontare", ha infatti risposto ai giornalisti che gli chiedevano se a questo punto non fosse meglio indicare un voto ad ottobre.

Quindi si ricomincia da zero: già nel pomeriggio si sapranno i nomi delle personalità istituzionali che comporranno i due «gruppi ristretti» che hanno l'obiettivo di formulare «precise proposte programmatiche che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche». Le due task force - si potrebbero chiamare anche gruppi di saggi - si insedieranno già martedì prossimo.

MONTI STAMANE A NAPOLI

A marcare la differenza rispetto a ieri è anche la totale autonomia con la quale il presidente sceglierà le personalità chiamate a ripulire le scorie politiche attraverso l'individuazione di pochi punti convergenti. I due gruppi di lavoro non hanno neanche vincoli di tempo: il capo dello Stato non ha voluto rischiare di ritrovarsi `impiccato´ ad una tempistica suicida. Al punto che, si è appreso, le due commissioni potrebbero riferire i risultati dei loro sforzi anche al futuro presidente della Repubblica.

E se molti tra tutte le forze politiche, soprattutto in queste ultime settimane, si auguravano una velocissima uscita di scena del Governo dei tecnici, bene, ecco che il perdurare dei veti incrociati ha riportato in sella il professore. Il Governo Monti è «operativo» e «sta per adottare provvedimenti urgenti per l'economia», d'intesa con la Ue e con «il contributo del nuovo Parlamento», ha assicurato il presidente della Repubblica dal Quirinale.

«La presenza di Giorgio Napolitano a capo dello Stato è una garanzia di stabilità per le Istituzioni, per i cittadini e per i mercati», commenta dice il presidente del Senato, Pietro Grasso, secondo cui «il richiamo al senso di responsabilità non potrà che essere accolto da tutte le forze politiche e sociali». Anche i partiti plaudono. Apprezzamenti arrivano da Lega e Pdl. Mentre Bersani annuncia che il Pd «è pronto ad accompagnare il percorso indicato dal presidente Giorgio Napolitano».

ITALIA CRAC BUCO

Non sarebbe dispiaciuta affatto, anzi, la decisione presa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Movimento 5 Stelle. Sembra averne apprezzato la motivazione, perché, apprende l'agenzia Agi da fonti del Movimento, in linea con quanto Grillo e in suoi hanno detto e ridetto: un governo già c'è e il Parlamento ha tutte le carte in regola per legiferare . Quella di Giorgio Napolitano «è una scelta che ci piace. Con un po' di realismo è, tra tutte quelle possibili, quella che si avvicina alla soluzione di questo momento». Lo ha detto Claudio Messora, coordinatore della comunicazione al Senato per il Movimento 5 stelle

 

IL FISCO REGALA UN UOVO DI CIOCCOLATO AMARISSINO A DOLCE E GABBANA: CONDANNATI A PAGARE 343 MLN

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Da Il Messaggero

Dolce e Gabbana perdono il secondo round con il fisco, e sono condannati in appello a pagare una maxi multa da 343,4 mln di euro più interessi. La commissione tributaria di Milano ha confermato la sentenza di primo grado, del novembre 2011, respingendo il ricorso presentato dai legali dei due stilisti e facendo segnare un altro punto a favore dell'Agenzia delle Entrate.

DOLCE E GABBANA

L'accusa. La giustizia tributaria, nella sentenza anticipata dall'Adnkronos, conferma la «condotta di un abuso di diritto posta in essere al solo scopo di procurarsi un vantaggio fiscale».

La vicenda. Il contenzioso ha origine nel marzo del 2004, quando Domenico Dolce e Stefano Gabbana costuituiscono una società in Lussenburgo, la Dolce & Gabbana Luxemburg sarl, che a sua volta costituisce la società Gado sarl. Quest'ultima acquista dagli stessi stilisti, al prezzo di 360 milioni di euro, alcuni marchi e successivamente, con un contratto di licenza, concede a un'altra società (la Dolce & Gabbana srl) il diritto di sfruttamento dei marchi in esclusiva e dietro il pagamenti di royalties.

DAVID GANDY PER DOLCE E GABBANA logo agenzia delle entrate

Questa serie di operazioni sospette non sfugge all'Agenzia delle Entrate, che nel 2007 mette in modo la sua macchina. Nel 2010 gli 007 del fisco accusano gli stilisti di aver messo in funzione una «cassaforte costituita ad hoc», cioè la Gado sarl, per «attuare una pianificazione fiscale internazionale illecita finalizzata al risparmio d'imposta».

All'accusa di aver creato una società esterovestita, si aggiunge anche la cessione dei marchi avvenuta a un prezzo «inadeguato». «Lo scopo principale» dell'operazione, secondo l'amministrazione, consiste nel ricavare un «risparmio di imposta realizzato attraverso la diminuzione del corrispettivo soggetto a tassazione in capo alle persone fisiche autrici della cessione». Gli avvisi di accertamento, inviati dall'amministrazione, rettificavano i corrispettivi di cessione dei marchi e plusvalenze, ai fini del calcolo Irpef.

DOMENICO DOLCE E STEFANO GABBANA jpeg

Le indagini. Secondo l'Agenzia delle entrate il vero valore dell'operazione effettuata superava il miliardo di euro, cifra che poi è stata ridotta in primo grado a 730 mln. La voce altri redditi di ciascuno dei due stilisti è quindi lievitata dai 25,4 mln dichiarati a 422,3 mln.

La maggiore imposta accertata ammonta a 187,6 mln, la maggiore addizionale regionale è pari a 5,8 mln e le sanzioni amministrative ammontano a 193,4 mln. Dolce e Gabbana avevano presentato appello contro la condanna in primo grado, ma poco più di un anno dopo arriva la conferma in secondo grado. Ormai per i due stilisti resta solo una canche per evitare di mettere mano al portafogli: l'ultimo grado di giudizio.

 

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