di Giancarlo Dotto per Diva & Donna
Meraviglioso enigma all'altro capo del filo e non solo perche viene al mondo come Roberto Maurizio Coatti e tutti la conoscono come Eva Robin's. Uomo solo per l'anagrafe e per una minuscola appendice che le insiste tra le gambe e che lei chiama affettuosamente "Robertino", tanto per dare un nome all'equivoco di cui non sa che farsene.
5- Eva Robins - Playmen - gennaio 1982
Eva, bolognese, 54 anni, non ha mai sentito il bisogno di liberarsi di Robertino. Là dove la natura non arriva, la farmacia soccorre, ormoni femminili a pioggia, via la barba, via libera, via col vento.
Eva a 15 anni è già più donna di qualunque donna, conturbante montaggio onirico per uomini d'ogni razza e ogni età, quelli che la desiderano come donna e quelli, molti di più, che la desiderano in quanto donna mancata e dunque donna che più non si può.
Lei stessa, Eva, donna fumetto, inafferrabile miraggio in carne, ossa e rossetto. Molti possono dire di averla stretta tra le braccia, nessuno può dire di averla mai veramente avuta. Poichè non la vedo, lei mi aiuta a immaginarla. "Sono appena tornata dalla spesa, mi sono tolta le calze di lana e mi sono messa una felpa militare sdrucita, niente altro sulle gambe nude".
4- Eva Robins - Playmen - gennaio 1982
L'ambiente?
"La stanza da letto affrescata da me. Quando non lavoro e non so chi torturare, torturo i muri di casa, ricoperti di finta tappezzeria che poi strappo con le mie unghie. C'è poi l'enorme sipario montato con vecchie coperte cinesi trovate a Parigi, a destra la vetrata col piombo ad arco, come nelle chiese...".
3- Eva Robins - Playmen - gennaio 1982
Una casa da visita guidata.
"Vivo qui dall'81. Non c'è una vera porta ma solo vetri colorati. Non ti ho detto poi dell'enorme tavolo Luigi XV che è la mia toletta dei balocchi e profumi con il Cristo gotico dove appendo i miei bijoux...".
Sdraiata come Paolina sul canapè...
"Ho tolto tutti i divani, i miei gatti si sfogavano piscettandoci sopra tutte le volte che stavo lontana".
E ora che fai?
"Mi cucinerò un piatto di spaghettini con i fiori di zucca e una spolverata di bottarga. La sera poi vado su Sky. La mia depravazione di questi tempi è andare a letto con le galline. Siamo al declino ghiandolare".
1- Eva Robins - Playmen - gennaio 1982
Letture?
"Ho un'età, mi sciupo la vista a leggere. Mi sono letta recentemente cinquanta pagine tutte d'un fiato de "La versione di Barney".
Perché Eva?
"Perché somigliavo a Eva Kant, la compagna di Diabolik. Ma le mie letture erotiche dell'epoca erano altre, Jacula e Zora le vampire. Mia madre, donna guerriera della campagna di Lugo, leggeva "Cronaca Vera".
2- Eva Robins - Playmen - gennaio 1982
Tuo padre?
"Non lo perdonerò mai. Ha abbandonato mia madre quando ha saputo che era incinta. E' dovuta andare a vivere in un sottoscala".
Tu, madre di tutte le travestite dal destino mediatico. Mai troppo rassicurante come Platinette e nemmeno così calata nelle mischie mondane come la tua amica Vladimir Luxuria.
"Lei ha più cose di me da dire, io a volte non so proprio cosa dire. Con Vladimir abbiamo allegramente condiviso le campagne contro la transfobia. Ora stiamo preparando un video per un festival transessuale".
Non ha mai cercato di trascinarti in politica?
"Ci provarono i radicali ma rifiutai. L'unica cosa che mi ha detto Vladimir è che, a causa della politica, si è giocata la sessualità. Quando diventi troppo pubblica, il sesso va in malora".
Ne hai fatta di strada da quando, bambino, frequentavi le suore e poi dai monaci impeccabile chierichetto.
"Servivo messa in latino. Furono le mie prime sottane. Me le sentivo bene addosso. I preti mi menavano per correggermi. Avevano capito che ero deviato".
Eva Robins - Playmen - gennaio 1982
La prima esperienza morbosa?
"In collegio da ragazzino".
Debutti nello spettacolo come corista di Amanda Lear.
"Donna rara, arguta come poche".
Voi due insieme, l'ambiguità al potere. Di te sappiamo, nasci Roberto, come nasce Amanda?
"Nasce furba... Fu lo scoop di Camilla Cederna quando, grazie a un portiere d'albergo compiacente, riuscì a sbirciare il documento di Amanda e scoprì che nacque Maurice, Maurizio".
eva robins nuda
Negli anni '80 diventi l'icona più gettonata nei salotti buoni delle case romane e delle megaville in sardegna, la bambola da baraccone da esibire per lo stupore degli astanti.
"Una leggenda quella dei salotti. Fu il fotografo Roberto Granata, mio pigmalione, a portarmi in certe case altolocate dove conobbi gente come Antonioni. Io me ne stavo zitta, ascoltavo sbigottita quei monumenti. Una cosa che ho capito è che il salame è di destra, la mortadella di sinistra".
Sei stata la pupilla di uomini diversamente geniali. Gianni Boncompagni.
"Uomo sfuggente come pochi. Posso sfatare una cosa su di lui? Non è vero che insidiava le ragazzine, era il contrario. Ho visto madri prendere a ceffoni le figlie se non correvano da lui".
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Carmelo Bene.
"Morivo dalla voglia di fare teatro con lui. Una notte mi fa bussare nella mia camera d'albergo. "Carmelo ti vuole". Vado rassegnata come una bestiolina verso il mio destino. Il maestro mi accoglie nel suo letto a lume di candela. Al buio la sua mano cerca il mio sesso. Io doverosamente cerco il suo. Attimi di silenzio. Lui: "Non sappiamo piu chi siamo"....Io: "Due belle oche morte".
Finisce così platonicamente".
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Paolo Villaggio.
"Intelligenza mostruosa. La sensibilità sconfinata di Paolo non emerge nelle sue interviste pubbliche. Fu a casa sua in Sardegna che mi svelai androgino con il famoso spogliarello".
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Corre voce che sei stata l'amante di Bettino Craxi.
"Una leggenda. Bettino non l'ho mai incontrato".
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Il tuo talento di attrice si è affermato da qualche anno imperioso a teatro.
"E' un momento molto prolifico, ho tre spettacoli in repertorio. Adesso mi sono messa a dipingere. Oli molto curiosi che s'ispirano al macabro di Francis Bacon. E' il lato oscuro della mia formazione cattolica che esce nel quadri. Lavoro su materiali di recupero che prendo dalle strade, cassetti abbandonati, legni, cose così. La tela bianca m'intimorisce".
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Dimmi, che sarà di te dopo gli spaghettini alla bottarga?
"Spero in bellissime fasi oniriche condite da sfrenatissimi amori, quelli che non mi concedo più nella vita reale".
Hai chiuso con il genere maschile?
"Sono timorosa. Vivo gli uomini come minacce, nessuno escluso. I sentimenti sono un rischio spaventoso, li relego agli amici, alle cose o agli animali. Impensabile destinarli a una sola persona".
Delusioni cocenti?
"Ustioni dell'anima... Sono diventata una fifona in amore, ma questo non influisce sul resto. Grazie alla pratica dei cinque tibetani conservo un fisico adolescenziale e un'energia sessuale potente che mi limito a esplicare concedendomi qualche sveltina occasionale da animaletto".
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La sveltina da manuale secondo Eva.
"Pochi numeri di telefono, incontro spiccio, l'attrazione irresistibile, precauzioni poche, il preambolo d'estate, meglio se al mare nella mia casa sull'Adriatico.Il caldo torrido favorisce le storie brevi".
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Dopo la sveltina niente.
"Ho talmente dato in passato che potrei vivere di rendita".
Ti concedi anche al femminile?
"Ho avuto tre storie importanti con donne. Una è durata otto anni, la più lunga in assoluto. Ma oggi è sempre più raro. Fare sesso con loro mi causa ormai un imbarazzo totale, per via dell'ansia da prestazione. Che non c'è invece a livello umano. Le donne sono le mie complici assolute".
Insomma, sessualmente univoca.
"Io non ho proprio dubbi, sono completamente omosessuale e, se facessi un giorno cambio di sesso, diventerei probabilmente lesbica".
L'autoerotismo?
"Determinante. Ma non ho bisogno di toccarmi per toccare il paradiso. Gli estrogeni che prendo mi danno un'euforia sessuale. Posso raggiungere un orgasmo anche soltanto abbracciando un uomo che mi piace".
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Riesci a dissimularli questi orgasmi?
"Dissimulo benissimo, guardo un punto indefinito della stanza, l'altro non si accorge mai di nulla".
E quando arrivate al dunque?
"Non accade nulla perché è già accaduto tutto. L'altro? Non capisce".
Sei strana forte.
"Una cosa strana mi succede di questi tempi...Mi commuove Papa Francesco. Piango quando lo sento parlare. E il pianto è, a modo suo, anche lui un orgasmo, qualcosa che sgorga a tradimento. Io non piango quasi mai di dolore. Non capisco cosa mi tocca del nuovo Papa, è qualcosa di potente. L'altro, Ratzinger, mi ha commosso solo quando se ne'è andato".
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Piangere fa bene. Piangi anche per Berlusconi perseguitato?
"Ha una salute di ferro quest'uomo, con tutto quello che gli dicono contro. Si mantiene benissimo. Mi ha confidato una sua amante che ad Arcore c'è un fondo tinta in ogni bagno e non è per le ragazze".
La donna più importante della tua vita.
"Le mie compagne, Monica che non c'è piu, Jenny la Rossa. Le donne sono state fondamentali per la mia formazione, gli uomini per la mia distruzione".
La persona piu interessante.
"Ornella Vanoni, donna intelligentissima, feroce anche con se stessa. Poi, Drusilla Foer. Una drag fiorentina si è inventata questo personaggio geniale. L'ho sognata l'altra notte che praticava depilazioni a uomini con un rastrello".
Eva Robins
Sogni che farebbero la felicità di qualunque psicoanalista.
"Ci sono stata per un periodo quando il mio povero cuore è andato in combustione per un ragazzino. Lui aveva 20 anni, io 43. La mia psicoanalista arrossiva quando le raccontavo dei nostri atti sessuali. Un giorno mi disse che "basta, non ne poteva più...".
Passaggi a vuoto di Eva, a parte l'amore assassino?
"Quando piove o nevica me sto tramortita a casa, abbracciata al mio gattino pelato, Dana. Amoreggio con lui e con Caifa, l'altro mio gattino leopardato, gli unici di questi tempi che ospito nel mio letto".
La solitudine non è poi questa gran disgrazia.
"La solitudine mi fa un gran piacere. Se voglio stordirmi scendo tra la gente. La solitudine mi è indispensabile per ascoltarmi e immalincolirmi. Preferisco mille volte il silenzio al rumore".