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IL BIANCOFIORE DI PUREZZA COLTO DAL BANANA - L’ASPETTAVAMO DA TEMPO: ECCO L’AUTOBIOGRAFIA DELLA BIANCOFIORE

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Beatrice Borromeo per "Il Fatto Quotidiano"

Dopo i Brangelina, i Biancusconi. O i Berlufiore: è lei, la biondissima amazzone berlusconiana Michaela Biancofiore a suggerire la crasi che meglio racconta il suo amore per il Cavaliere, "ignaro, dolce filo conduttore" della sua vita. E lo fa in un'autobiografia in cerca di editore, "Il cuore oltre gli ostacoli. Nel sogno di Silvio".

SILVIO BERLUSCONI MICHAELA BIANCOFIORE

È la storia di una "cenerentola in politica" che ripercorre in 265 pagine glorie e traumi degli ultimi 40 anni, a partire dal primissimo: "Avevo il cordone ombelicale intorno al collo per le capriole che facevo nel povero utero di mia mamma Giovanna. Insomma mi stavo autostrozzando!". Il difficile rapporto con la sorella: "Ricordo benissimo il mio piedino rivestito di un calzino di pizzo san gallo ricamato con rosellina decorativa immerso nel water nel quale mi voleva gettare!". La visione di se': "Io, novella Lady Oscar e un po' Giovanna d'Arco".

ALESSANDRO MORTIMER ALLUSTRI MICHAELA BIANCOFIORE

I vari segni del destino, a partire dall'onomastico, il 29 settembre, giorno della nascita del Capo. O il cartone che ha cambiato la sua vita: "Candy Candy", storia di una bambina candida come un bianco fiore, che guarda caso andava in onda nelle televisioni di B. Proprio come la sua soap opera preferita, "Sentieri". E come il settimanale che si leggeva in famiglia: Tv sorrisi e canzoni. Tutto "casualmente appartenente sempre a Berlusconi".

BERLUSCONI E MICHAELA BIANCOFIORE jpeg

Ma sopra ogni cosa, l'amore. Quello per la politica, certo. Tra delusioni ("Non so quante lacrime ho pianto ma penso di essermi davvero prosciugata") e pura felicità ("Solo davanti allo sgorgare di una vistosa goccia di sangue, capii che era tutto vero": l'amazzone sarebbe diventata onorevole, B. la voleva a Roma. E le regalò un anello di Damiani, in brillanti, che "io porto alla mano destra, senza mai toglierlo. Perché in fondo sono fidanzata con lui, da sempre". Politicamente, s'intende: "Sono una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano puro".

MICHAELA BIANCOFIORE

E cos'e' il berlusconismo? "Quell'impercettibile dolce incoscienza che ci fa lanciare appunto, il cuore oltre ogni ostacolo". Ma soprattutto le tormentate relazioni con gli uomini. A partire da Flavio. Passione non consumata, però: "Avevo il gap dell'amore dopo il matrimonio, che lì stava però miseramente cedendo davanti alla forza virulenta dell'amore", solo che "Flavio al momento di fare l'amore mi respinse". Ma la colpa non era della sensuale Michaela: Flavio "mi raccontò di non essere mai riuscito a fare l'amore con una donna, che non poteva farlo".

TUTTETETTE MICHAELA BIANCOFIORE

Poi arrivò Franco, "l'amore finalmente". Frattini il "genietto" e "io, un po' buffa, un po' enfant prodige, un po' tardona, molto affettuosa e avvolgente". Caratteristiche "tragiche" nell'arte della conquista, spiega lei parafrasando Rita Hayworth: "Si innamorano dell'amazzone e fuggono quando scoprono la dolcezza della micetta che gli può arrivare al cuore. Mentre la mia vita era sconvolta dal ciclone Franco". L'ex ministro divenne una parte di lei: "Era bello, giovane, raffinato, elegante, colto, anzi coltissimo. Gli mancava quel passetto in più, un po' di berlusconite".

MICHAELA BIANCOFIORE SILVIO BERLUSCONI

Al di sopra di tutto la disperata ricerca del Cavaliere: "Giravo come una trottola intorno a Silvio ma non riuscivo mai ad arrivare all'epicentro del ciclone. Sembravo posseduta". Finché giunse "il giorno in cui la mia vita è sbocciata nella sua fantastica peculiarità": il 22 novembre 2003, a Macherio, lo incontra. "Fu un'esplosione nel cuore, un marchio a fuoco nella pelle". Silvio venne. E io entrai nel suo cuore.

 


UNO DOPO L’ALTRO: LE MORTI SOSPETTE DELLE PROMESSE DEL RUGBY

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Federica Angeli per "la Repubblica - Edizione Roma"

FRANCESCO DI CROSTA

Si è schiantata ieri mattina alle sei contro un palo della luce la giovane promessa del Rugby Lazio Francesco Di Crosta, testimonial del Sei Nazioni. La sua immagine ha invaso fino a qualche settimana fa la città: immortalato, con la maglia numero 15, nei cartelloni mentre calcia un piazzato verso il Colosseo, era considerato un vero fuoriclasse.

EDOARDO MARCHIONE

L'incidente del ventenne è avvenuto in via Quasimodo, all'Eur, non lontano da casa sua. Inutile la corsa al Sant'Eugenio. La sua morte ha lasciato tutti sgomenti, anche perché Di Crosta, studente di Ingegneria con una passione smisurata per il rugby (era entrato nella Rugby Roma, al Tre Fontane quando era ancora un bambino e da qualche anno nella Rugby Lazio under 23), è il quarto giocatore a morire sulle strade della capitale
negli ultimi tre mesi.

BRENDAN LYNCH

Una vera e propria maledizione sembra essersi accanita sui giovani campioni di rugby. Il 10 marzo è deceduto in scooter Edoardo Marchione, 17 anni, un altro atleta della Lazio Rugby. Prima di lui Brendan Lynch, nazionale inglese di 26 anni in forza alla Capitolina, fu travolto in sella al suo motorino sul raccordo anulare. Ludovico Bruschini, anche lui di 26 anni, capitano della squadra dell'università Luiss, è stato invece investito sul lungotevere davanti al Palazzaccio mentre attraversava a piedi sulle strisce a gennaio.

LUDOVICO BRUSCHINI

Sgomento nel mondo sportivo. «Il presidente Alfredo Biagini, il consiglio direttivo, i dirigenti, gli allenatori, gli atleti e tutto lo staff della Lazio Rugby 1927 - scrivono in un comunicato - si stringono attorno alla famiglia Di Crosta in questo momento di dolore».

 

MARÒ CHE PAESE: PROCESSATE MONTI PER MILLANTATA CREDIBILITÀ

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Vittorio Feltri per Il Giornale

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

Non c'è niente di più facile che prendere in giro i militari. Lo dimostra la vicenda surreale dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I quali furono imbarcati per difendere una nave italiana dai pirati. In acque internazionali, una notte, si avvicina al nostro bastimento un barcone non identificato. Cosa sia successo in quei momenti di concitazione, non si sa. È un fatto che i marò, allertati, sparano.

I DUE MARO GIRONE E LATORRE

Chiunque avrebbe agito così. Peccato che un paio di uomini su quella barca rimangano fulminati. Pirati? Pescatori? Il comandante della nave non profitta del¬la circostanza di trovarsi in ac¬que extraterritoriali per inverti¬re la rotta, come chiunque avrebbe scelto di fare, ma ab¬bocca a un invito subdolo degli indiani: «Venite in porto per espletare delle pratiche buro¬cratiche ».

SALVATORE GIRONE E MASSIMO LATORRE

Altro che pratiche. I soldati italiani vengono sollecitati a scendere con un inganno: arre-stati. E questa è la prima clamo¬rosa presa in giro. Le autorità lo¬cali compiono u¬na serie di peri¬zie senza nemmeno interpella¬re i difensori dei militari. Che so¬no accusati di omicidio pluri¬mo. Prove? Zero. Ma nel nostro Paese, avvezzo a una giustizia diciamo pure non perfetta, nes¬suno alza la voce. Solo qualche borbottio. La nostra diploma¬zia si agita un po', mica tanto, ma non riesce a convincere gli indiani- che a fare gli indiani so¬no bravissimi - a restituirci La¬torre e Girone affinché siano giudicati, come regola impor¬rebbe, in Italia.

TERZI E MARO

Trascorrono mesi e mesi du¬rante i quali si è fatto di tutto per perdere tempo. E arriva Natale. La Farnesina compie un mira¬colo: ottiene che ai marò sia concesso di rimpatriare, alcuni giorni di licenza. A una condi¬zione: scaduto il permesso, i si¬gnori imputati di omicidio plu¬rimo sono obbligati a tornare in India e a mettersi a disposizio¬ne dei giudici. I patti sono rispet¬tati, benché i motivi per romper¬li non mancassero: per esem¬pio, la serie di porcherie com¬messe dagli indiani allo scopo di incastrare i due povericristi.

VIGNETTA BENNY DA LIBERO VICENDA DEI DUE MARO MONTI E TERZI DESTINAZIONE INDIA

Ed eccoci alle elezioni antici¬pate, 24-25 febbraio. Nuova li¬cenza, addirittura di un mese, accordata a Latorre e Girone. Già. Il voto è sacro. Fulmine a ciel sereno: il governo annunci¬a che i militari non saranno re¬stituiti agli indiani perché que¬sti ne hanno combinate di ogni colore e non meritano che l'Ita¬lia mantenga la parola data. Esultanza del nostro popolo ol¬tr¬e che dei marò e dei loro fami¬liari, ignari che si trattasse di uno scherzo. Perfino il pre¬mier, Mario Monti, partecipa ai festeggiamenti, facendosi foto¬grafare tra i due soldati liberati e contenti.

MARIO MONTI GIULIO TERZI DI SANTAGATA

Un'istantanea storica che simboleggia il riscatto naziona¬le dopo le figuracce del passato dovute ai comportamenti ec¬centrici di Silvio Berlusconi. Il Professore è osannato: ci ha re-stituito la credibilità internazio¬nale perduta a causa dei cucù e delle corna del Cavaliere. Ap¬plausi. I governanti in scaden¬za gonfiano il petto in attesa di ricevere medaglie al valore mo¬rale, civile, forse anche milita¬re.

Questione di giorni, e si sco¬pre che era una messinscena: un gioco sulla pelle di due cri-stiani innocenti, usati, poiché non contano nulla, quali baloc¬chi per consentire al presidente del Consiglio di fare una fotogra¬fia ricordo da appendere in sa¬lotto. In effetti, Latorre e Giro¬ne, convocati dalle superiori au¬torità di casa nostra, apprendo¬no una notizia sconvolgente: ca¬ri ragazzi, non diteci che aveva¬te bevu¬to la barzelletta della vo¬stra permanenza in Patria. Suv¬via, basta con le burle.

Adesso ci fate la cortesia di rientrare in In¬dia, buoni buoni, in maniera che gli indiani possano conti¬nuare a fare gli indiani ovvero vi processino. Ma siate sereni. Non vi stiamo abbandonando. Al contrario, vi rassicuriamo: non verrete condannati a mor¬te. Quindi vi conviene ubbidire agli ordini. Si dà il caso che il no¬stro ambasciatore, anziché tela¬re dall'India, sia rimasto laggiù, cosicché, se vi rifiutaste di rag¬giungerlo in fretta, egli rischie-rebbe di essere ingabbiato al po¬sto vostro. Ora, comprenderete che un diplomatico è un diplo¬matico, mica possiamo sacrifi¬carlo per agevolare voi. Giusto?

VITTORIO FELTRI

Giustissimo. Tanto più che i marò non avranno la pena capi¬tale. Pensate che culo. Se la cave¬ranno con 30 anni di reclusio¬ne, che in confronto all'eterno riposo sono una bazzecola. Ma anche questa era una balla. Per¬ch¬é un ministro indiano si affret¬ta a precisare che la condanna a morte non è tramontata. Imma¬ginate la gioia dei militari e dei loro cari, mogli, figli, genitori.

Ho raccontato per filo e per se¬gno, ma con parole mie,l'assur¬da disavventura di Latorre e Gi¬rone, sfottuti a sangue in un sol botto dagli indiani e dall'esecu¬tivo tecnico italiano. Un prima¬to ineguagliabile. Grazie al qua¬le abbiamo la certezza che la millantata credibilità interna¬zionale di Monti in realtà è uno sputtanamento mondiale sen¬za precedenti. D'ora in poi chiunque avrà il diritto di sper¬nacchiare il governo sobrio al¬meno fino al 31 gennaio 2213. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse di mezzo la vita di due ani¬me pulite, quelle dei marò, cal¬pestati e umiliati da gente che, oltretutto, si dà un sacco di arie.

STAFFEN DE MISTURA E SIGNORA

Mi domando che cosa sareb¬be accaduto se il descritto episo¬dio si fosse svolto ai tempi in cui a Palazzo Chigi c'era Berlusco¬ni. Non ho fantasia sufficiente per figurarmi le reazioni dei de¬trattori del centrodestra e del suo leader. Del quale come mi¬nimo sarebbe stato richiesto l'arresto e la detenzione. Peg¬gio: la fucilazione cautelare... I rossi, i viola e gli arancioni avrebbero occupato, oltre alle Camere, qualsiasi piazza della penisola. Santoro, Floris, For¬migli, Lerner e forse anche la Gruber avrebbero organizzato cinque puntate consecutive dei loro programmi televisivi per costringere il premier a crepare di vergogna. Una gogna media¬ti¬ca a oltranza che avrebbe por¬tato alle dimissioni di tutti i mi¬nistri ( la cui responsabilità è col¬legiale) e anche dei deputati e senatori e consiglieri regionali azzurri dalle Alpi alla Sicilia.

Con un editto firmato chissà da chi, gli iscritti al Pdl sarebbe¬ro stati interdetti dai pubblici uf¬fici. Dell'Utri, incalzato dalla Giustizia del popolo, sarebbe stato impiccato sull'albero più alto di una nave della Marina per vendicare i marò in modo acconcio. La Carfagna rapata a zero. La Brambilla denudata in piazza Navona e fatta sbranare da una muta di beagle digiuni da una settimana. La caccia al berlusconiano, in deroga al ca¬lendario venatorio in vigore, sa¬rebbe stata aperta l'anno intero per un lustro, giusto il tempo per eliminare chiunque si sia di¬sonorato votando anche solo una volta gli impresentabili. Ma chi avrebbe selezionato gli impresentabili? Ovvio. Lucia Annunziata.

 

ASSALTO AD ASSAD: GIALLO SULLA MORTE DEL RAÌS

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1 - SIRIA: AMBASCIATA A MOSCA SMENTISCE VOCI SU MORTE ASSAD
(ANSA) - L'ambasciata siriana a Mosca ha smentito le voci sulla presunta morte del presidente siriano Bashar al Assad diffusesi sulla rete via twitter. "Le informazioni sono infondate", ha detto un rappresentante della sede diplomatica citato dall'agenzia Itar-Tass. Una notizia che in effetti non ha trovato alcuna conferma da fonti giornalistiche autonome e attendibili.

SIRIA LA RIVOLTA DEI RIBELLI CONTRO ASSAD jpegASSAD

2 - ATTENTATO AD ASSAD - LA MORTE CORRE IN RETE
Guido Olimpio per "Il Corriere della Sera"

La chiamano la «pallottola d'argento». Quella che toglie di mezzo il dittatore nel mirino. Una soluzione sperata dalle intelligence per accorciare una crisi. Una fine sognata dai nemici del raìs. E in queste ore ci si interroga se una pallottola d'argento abbia neutralizzato Bashar Assad.

Assad IL SIRIANO ASSAD jpeg

Voci incontrollabili rilanciate su Internet raccontano di un attentato contro il leader siriano: una guardia del corpo, una delle poche che poteva avvicinarsi armata al suo capo, avrebbe sparato ferendolo gravemente. Sempre secondo le ricostruzioni inverificabili Assad ora lotta «tra la vita e la morte» in un ospedale di Damasco.

Bashar AssadBOMBE SU HOMS IN SIRIA

Una storia condita con movimenti militari di unità scelte, strade chiuse e misure di sicurezza attorno al centro medico Shami dove il dittatore sarebbe stato trasferito.
Il regime ha reagito negando l'attentato. E funzionari hanno aggiunto che il presidente è in ottime condizioni, di «umore buono» e «pronuncerà un discorso nei prossimi giorni». Ma tanto le rivelazioni che le smentite vanno accolte tutte con la stessa cautela. Il conflitto siriano, al pari di ogni altra guerra, brucia vite, distrugge verità, diffonde bugie. Entrambi gli schieramenti usano la propaganda, cercano di «intossicare» i media. Ogni episodio ha due versioni, se non di più. E già in passato si era parlato di agguati contro Assad, di complotti, di faide nel clan degli alawiti.

Del resto alcune delle figure più in vista della nomenklatura sono state spazzate via da un attentato. Una decapitazione che ha dimostrato come il regime non sia impenetrabile o - secondo altri - nasconda al suo interno chi è pronto a tradire. Specie quando la sconfitta non sembra così lontana.

 

AHI! TECH - PUNTUALI COME UN OROLOGIO: ANCHE GOOGLE PRODURRÀ IL SUO SMART WATCH

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia
(Twitter: @andreaandrei_ )

1 - PUNTUALI COME UN OROLOGIO: NON SOLO APPLE, NON SOLO SAMSUNG, ANCHE GOOGLE PARTECIPERÀ ALLA SFIDA DEGLI SMART WATCH

Da "Financial Times"
http://on.ft.com/Y2t89Z

GOOGLE SMART WATCH

Adesso sì che il quadro è completo. Apple è stato il primo gigante della tecnologia a parlare della possibile realizzazione di un iWatch, anche se senza annunci ufficiali, e subito Samsung l'ha imitata. Ma perché la griglia di partenza fosse davvero pronta, mancava il terzo competitor per eccellenza: Google.

Ora anche Mountain View, che pareva fosse troppo concentrata sui suoi Google Glass per pensare ad altri progetti, stando a quanto affermano alcune fonti citate dal Financial Times, potrebbe produrre in un prossimo futuro uno smart-watch in piattaforma Android.

Non si sa ancora né quando il dispositivo uscirà né se effettivamente lo smart watch di Google vedrà davvero la luce (Mountain View si è ben guardata dal commentare), ma nel 2011 l'azienda brevettò un computer "da indossare", il che potrebbe far pensare che i rumor possano davvero trasformarsi in realtà. C'è da dire comunque che non tutti i brevetti diventano automaticamente dei prodotti, quindi il mistero resta. E l'attesa, soprattutto a Cupertino, si fa febbrile.


2 - LE MAPPE DEL CONFLITTO: IL SERVIZIO GPS DI APPLE CI SEGUIRÀ ANCHE NEGLI EDIFICI. CUPERTINO ACQUISTA "WIFISLAM"

Da "The Wall Street Journal"
http://on.wsj.com/ZdXrK1

APPLE WIFISLAM

Di sicuro l'esordio non fu esaltante. Sul web ancora si rincorrono le gaffe spaventose raccolte dal nuovo servizio mappe di Apple, con cui la casa di Cupertino, aprendo ufficialmente le ostilità con la rivale di Mountain View, sostituì Google Maps sui propri device.

Da allora sembrava che l'azienda fondata da Steve Jobs avesse intenzione di fare marcia indietro. Eppure da Cupertino arriva una notizia che invece manda chiaro e tondo il messaggio opposto. Apple ha infatti acquisito "WifiSLAM", una startup che realizza mappe indoor, in grado di localizzare un segnale gps anche all'interno di un edificio. Tecnologia di cui, guarda caso, si è provvista anche Google.

L'azienda oggi guidata da Tim Cook avrebbe speso per l'operazione circa 20 milioni di dollari. Un'acquisizione che segna un'altra mossa nello scacchiere che vede ormai contrapposte le tre potenze Google, Apple e Samsung. E sarà meglio abituarsi a una progressiva intensificazione delle ostilità.


3 - NON C'È SMARTPHONE CHE TENGA: ATTENTI FANTASMI, PAC-MAN È TORNATO!

PACMAN TOURNAMENTS

Il videogioco più famoso di tutti i tempi si rinnova e sbarca su smartphone e tablet. Da oggi, chi ha un dispositivo Android potrà scaricare gratuitamente "Pac-Man + Tournaments" da Google Play. Oltre al classico videogame degli anni '80, questa nuova versione rilasciata da Namco Bandai permetterà ai giocatori di cimentarsi in sfide online, di partecipare a classifiche internazionali e anche di vincere premi reali.


3 - LA CLASSIFICA DEI VIDEOGIOCHI PIÙ VENDUTI (SETTIMANA DALL'11 AL 17 MARZO)

Fonte: GfK Retail and Technology

GOD OF WAR ASCENSION

Due esordi, due successi annunciati.

"Ascension", il nuovo capitolo (ma cronologicamente antecedente agli altri) della celeberrima saga di "God of War", come al solito in esclusiva per Play Station 3, salta subito in cima alla classifica dei videogiochi più venduti per console, scavalcando "Tom Raider". Da segnalare anche l'ingresso nelle prime dieci posizioni di "Sniper Ghost Warrior", nella versione per Ps3. Restano comunque in graduatoria "Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm 3", "Fifa 13", "Just Dance 4", "New Super Mario Bros 2" per Nintendo DS e "Call of Duty Black Ops II".

Ma sul fronte pc un'altra uscita semina il panico fra i concorrenti, piazzandosi in testa: "Starcraft II: Heart of Swarm". Il nuovo gioco strategico di Activision Blizzard raggiunge anche il terzo posto nelle vendite con la sua Collector's edition.

 

DONNE, FATEVI AVANTI: È ARRIVATA LADY FACEBOOK - SHERYL SANDBERG, CAPA QUARANTENNE DEL SOCIAL NETWORK

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1. VIDEO - SHERYL SANDBERG PARLA ALLE DONNE - TED TALK 2010 (Sottotitoli in italiano)

 


2. LADY FACEBOOK
Enrico Deaglio per "la Repubblica"

Il 20 febbraio scorso ho preso il treno per Menlo Park e di lì un taxi per il quartier generale di Facebook nella famosa Silicon Valley. Sheryl Sandberg, la numero due del gigante dei social network, presentava un suo libro, in uscita internazionale il 12 marzo, a una ventina di giornalisti non americani. Consegnate le bozze, previo "giuramento" di rispettare l' embargo, segue conferenza stampa, poi intervista one to one e infine visita al campus di Facebook.

sheryl sandberg con il suo libro lean in

Tutto mi immaginavo, tranne che di diventare testimone di un clamoroso caso politico-culturale-editoriale-filosofico-mondano che si sta sviluppando in questi giorni intorno al libro. Nessuno lo ha ancora letto, ma sui giornali e sui blog americani sono ormai dozzine gli interventi. Sheryl Sandberg è l' autrice del "manifesto femminista" del Ventunesimo secolo o l' ultima arrivata donna in carriera che straparla dall' alto di un paio di scarpe Prada? La paladina delle donne che lavorano o la privilegiata imboccata alla nascita con un cucchiaio d' oro?

ZUCKERBERG E SHERYL SANDBERG jpeg

L' iniziatrice di un movimento mezzo secolo dopo la Mistica della femminilità, il libro di Betty Friedan che segnò la fine della supremazia maschile in Occidente? Edito da Knopf, il libro si chiama Lean in, Women, Work and the Will to Lead. Tradotto in italiano per Mondadori: Facciamoci avanti. Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire, oltre duecento pagine di cui una cinquantina di dettagliatissime note sulla discriminazione, degne di una ricerca accademica.

SHERYL SANDBERG

L' autrice ha una biografia da urlo. Newyorchese, quarantaquattro anni, laurea in economia ad Harvard, capo gabinetto del ministro del tesoro di Clinton, Larry Summers (che sarà il suo mentore); è stata alla Banca Mondiale, nel ristretto cerchio di persone che trattò il salvataggio finanziario della Russia di Boris Eltsin (all' epoca il suo ufficio - per un gioco di simulazione - calcolò anche quanto si sarebbe dovuto sborsare per tenere in vita lo zar nel 1917 ed evitare così settant' anni di comunismo, concludendo che forse ne sarebbe valsa la pena).

SHERYL SANDBERG

Sheryl Sandberg passa dal settore pubblico a quello privato e nella transizione - la ragazza sa quando bisogna essere choosy e quando no - lavora come istruttrice di aerobica nelle palestre di Jane Fonda, con tanto di tutina luccicante; poi entra a Google e ne diventa la principale dirigente e la prima produttrice di utili della società. Passa da questa a Facebook (assunta nel 2008 da un ventitreenne Mark Zuckerberg che, per età, potrebbe essere suo figlio), porta via a Google i migliori dirigenti, rimodella la società come responsabile dello sviluppo economico finanziario e gestisce la storica (e controversa) quotazione in borsa della società.

Stipendio attuale: trenta milioni di dollari l' anno. Benefit: un cospicuo pacchetto di azioni della società. Effetto della sua presenza ai vertici dell' industria elettronica: clamoroso. È la prima donna ad avere potere in un mondo strutturalmente maschile. Vita privata: nata in una famiglia di ebrei russi newyorchesi con l' adorazione per lo studio, padre chirurgo, madre insegnante e attivista dei diritti umani; marito medico, due figli di sette e cinque anni.

Quinta donna più potente del mondo secondo la rivista Forbes, dietro a Hillary Clinton, Angela Merkel, Dilma Roussef, Sonia Gandhi, ma prima di Michelle Obama. (La madre però le telefonò: «Io credo che Michelle Obama sia sopra di te...»). Il terzo elemento dell' evento è quella strana cosa che si chiama Facebook. Ci stanno attaccati un miliardo di persone, che ogni giorno si scambiano 250 milioni di fotografie e 2,7 miliardi di commenti su quello che cliccano (il famoso "mi piace").

sheryl sandberg

Facebook è la più grande banca dati per l' industria pubblicitaria e la politica. Ha fatto scoppiare la primavera araba? Dicono di sì. Ha deciso la rielezione di Obama? Sicuramente sì. A Menlo Park, il nuovo quartier generale dove lavorano duemila impiegati, lo stile è da campus sessantottino. Niente orari fissi, molti bar e caffè, biciclette che girano, manifesti appesi sui muri ("non siamo consumatori, ma il popolo"; "la connessione è un diritto umano", "l' importante è sbagliare"). C' è anche un muro dove tutti possono scrivere quello che vogliono e, in cima, verso il soffitto, compare anche un "Sheryl Sandberg sei il mio eroe!" ( mi giurerà che non l' ha scritto lei).

Lean in è al crocevia tra un libro di memorie di una donna di successo, un manifesto per l' emancipazione delle donne che lavorano e una miniera di dati sulla discriminazione contro le donne: in casa, sul lavoro, nella politica. Il "farsi avanti" del titolo si riferisce a una situazione che Sandberg ha visto mille volte. Sala riunioni di una grossa società, grande tavolo. «Prego, prendete posto» dice il padrone di casa. Ed ecco che gli uomini si siedono al tavolo e le donne tendono ad accomodarsi sulle sedie accanto.

Immagine-metafora di una diseguaglianza, ma anche di una paura introiettata dalle donne stesse. Quando si faranno avanti e si sederanno, con naturalezza, al centro del tavolo, allora si sarà abbattuto quell' invisibile soffitto di cristallo della discriminazione. Batterla, superarla, ottenere insieme migliori salari, potere aziendale e una più giusta organizzazione dei diritti e doveri nella vita famigliare è lo scopo del pamphlet che Sheryl Sandberg (insieme alle cinque giovani donne della neonata fondazione Lean in) presenta in una sala riunioni gentilmente concessa da Facebook, di cui lei è praticamente il capo supremo.

Conversatrice brillante ed esplicita, l' autrice indossa un tubino bianco e nero senza maniche su scarpe tacco dodici. I capelli neri sono pettinati a caschetto ed è nota una sua forte somiglianza con l' attrice Patricia Neal, quando era giovane.

SHERYL SANDBERG CAPA DI FACEBOOK

Il libro uscirà contemporaneamente in venti paesi («Non in quelli islamici», precisa Sandberg. «È un libro adatto a situazioni in cui i diritti di base delle donne sono già stati conquistati. Ma non dove non si può votare o non si può guidare l' automobile»).

La mia prima domanda in privato è sull' impatto che pensa di ottenere con il suo libro. Intende creare un movimento?

«La premessa è questa: le donne sono molto - moltissimo - escluse dalle posizioni di potere aziendale e io voglio fare qualcosa perché questo finisca. Non penso che l' impatto possa avvenire con soluzioni individuali; piuttosto sarà dovuto a tutte le donne che sono venute prima di me e alle donne e gli uomini che faranno dei cambiamenti reali nelle loro vite. Io cerco di aumentare il dialogo e di cambiare obiettivo del dibattito sulle donne. Basta discutere su quello che le donne non possono fare. Parliamo invece di quello che possono fare».

Come spiega la discriminazione attuale?

«Le donne hanno sicuramente conquistato molto, i diritti di base, quelli ottenuti dalle nostre madri. Ma poi si sono adattate. Non abbiamo più osato. In futuro, quando gli storici guarderanno gli ultimi vent' anni, si chiederanno: come mai la marcia si è fermata? E non sapranno dare una spiegazione. Persino il salario-orario minimo per le donne è aumentato di pochissimo. Nei consigli di amministrazione, come alla guida dei governi, il numero di donne è ridicolo. Ma quello che è più grave è che le donne hanno perso la voglia di arrivare in cima».

facciamoci avanti lean in di sheryl sandberg per mondadori

Lei sostiene che la radice è culturale...

«Sì, gli esempi sono infiniti. Una donna che ha una buona carriera viene definitiva "troppo aggressiva", o "troppo ambiziosa" mentre di un uomo questo non si dice. Le donne sono indotte a rinunciare ai posti migliori perché devono tornare a casa ad accudire i figli. (A proposito: sarebbe bene che le aziende mettessero a disposizione delle donne incinte i parcheggi più vicini all' entrata, tanto per cominciare).

Alle elementari i bambini maschi dicono "voglio diventare presidente", le bambine lo dicono assai meno. I giochi elettronici stessi sono concepiti per una visione maschile del potere. Ancora? Nella fase di documentazione per il libro abbiamo cercato un film con una protagonista femminile che comandi e che abbia una normale vita familiare. Ebbene, non lo abbiamo trovato.

Ho una figlia piccola che ha un amichetto. Un giorno era triste perché tutti e due vogliono fare gli astronauti e però si vogliono anche sposare, e quindi lei ha dovuto rinunciare. "Perché proprio tu?" le ho chiesto. E lei mi ha detto: "Qualcuno deve stare a casa con i bambini, e mi sa che quella sono io". Io credo che occorra riaprire il discorso su tutto ciò... A partire dal linguaggio. Se una donna comanda, è bossy, prepotente. Se a comandare è un uomo, è un leader. Non va bene».

Effettivamente dico sempre a mia moglie che tende a essere un po' bossy quando siamo in cucina...

«Lei si sbaglia, e farebbe bene a cambiare linguaggio. Sua moglie è leader in cucina. Gli uomini dovranno abituarsi a tante cose; per esempio al fatto che le mogli guadagnino più dei mariti. Negli Stati Uniti succede nel trenta per cento delle famiglie, in Italia è già il diciotto. Dovranno abituarsi a una diversa divisione dei compiti. Curiosamente, oggi il tipo di famiglia che ha la più giusta ripartizione delle mansioni famigliari, soprattutto per quanto riguarda i figli, è la famiglia omosessuale, sia quella formata da due maschi, sia quella formata da due femmine. Nella famiglia tradizionale invece la donna lavora molto più dell' uomo».

Lei a che ora esce dall' ufficio?

(Ride). «Alle 17,30. In effetti quando l' ho detto in un' intervista, non mi aspettavo di creare uno sconquasso, e invece sulla Rete se ne è discusso per settimane. "Sandberg fa bene o fa male a uscire alle 17,30?", "Che coraggio! Se ne va alle 17,30!" Io esco alle 17,30 perché voglio andare a casa e stare un po' con i miei figli; e non credo che la politica degli straordinari obbligatori (specie se applicata alla donne) sia saggia. Penso che le persone dovrebbero essere pagate per la qualità del lavoro, non per la quantità. Peraltro lo diceva anche Colin Powell, che era il nostro segretario di Stato».

Lei ha esperienza di comando e di gestione sia nel pubblico che nel privato. La leadership femminile a che cosa porta?

«Oh, su questo abbiamo parecchi dati. In generale si può davvero dire: women do it better, le donne lo sanno fare meglio. I programmi gestiti da donne funzionano meglio, sia in termini di risultati che di tempo per raggiungerli. Le donne nei posti di comando ottengono migliori condizioni di flessibilità sul lavoro. Vengono assunte e valorizzate più donne nel management intermedio e infine, in generale, diminuisce il gap salariale tra uomo e donna. Tutto questo, secondo me, non solo è molto buono per le donne, ma è molto buono per le aziende.

Aziende che, peraltro, conoscono già il potere delle donne come consumatrici. Per esempio, già oggi il parere delle donne è determinante nella scelta dell' acquisto di una certa automobile o di un certo computer. Le donne hanno un grande potere sugli strumenti che vengono prodotti e su come questi possono essere usati. Altro esempio: le donne, che sono la maggioranza degli utenti di Facebook, lo usano in maniera differente dagli uomini».

Con il suo libro, lei, esattamente, che cosa vuole ottenere?

«Lo scopo è di provocare un' azione, sì, un movimento. Su due fronti: il primo è il recupero dell' autostima delle donne, della loro ambizione, che le porti a non rinunciare in partenza a ottenere dei ruoli di comando. Il secondo è il cambiamento dell' establishment aziendale. Quando Mark mi assunse (Mark Zuckerberg, il capo di Facebook ndr ), glielo dissi chiaramente: "Tu lo sai che stai accettando una sfida, vero? Tu lo sai che molta gente non gradirà affatto, vero?". E anche adesso sono sicura che l' iniziativa di Lean in provocherà delle resistenze. Ma cosa possono fare? Non possono mica spararci...».

"Farsi avanti" diventerà una parola d' ordine, un nuovo sindacato?

«Per adesso diventa una fondazione, contattabile all' indirizzo press@leanin.org. Immagino proprio che i social network le daranno una grande spinta. Lo scopo è di raccogliere dati, storie e condividere esperienze utili all' avanzamento delle donne. Non solo storie aziendali. Le prime che diffonderemo saranno storie di donne che ce l' hanno fatta, come Ursula Burns, amministratore delegato di Xerox, nata in una casa popolare con tre svantaggi: "nera, povera e bambina".

O storie di coraggio: una donna ventenne che ha avuto il coraggio di far arrestare il suo stupratore. Poi storie di vertenze concluse bene; esempi di successo: vogliamo dare strumenti, notizie utili alle donne per negoziare meglio la propria posizione e per vincere. Questo vale sia sul posto di lavoro che in casa. L' anno scorso ho tenuto una conferenza su questi temi alla Ted University: ebbe un successo straordinario. E forse la cosa che mi fece più piacere fu la mail di una dottoressa di Boston cui avevano offerto una bella opportunità di lavoro ed era indecisa, per via dei bambini. Mi scrisse che l' avevo convinta, aveva accettato e aveva scritto una lista della spesa per il marito: le cose che d' ora in poi avrebbe dovuto fare lui».

Lei si definisce una femminista?

«Adesso sì, e con orgoglio. Ma se me lo avessero chiesto vent' anni fa avrei detto di no, come credo molte altre giovani donne americane che godevano dei diritti conquistati, ma allo stesso tempo non volevano essere etichettate con lo stereotipo della donna arrabbiata che brucia il reggiseno. Credo di non essere stata abbastanza coraggiosa. Credo anche però che quindici anni di osservazione della realtà del lavoro mi abbiano reso consapevole della verità del femminismo tradizionale: le donne non godono di una reale uguaglianza, e non godono di reali pari opportunità».

Sono ormai passati venti giorni dalla presentazione di Lean in, l' embargo è stato rispettato, ma il "caso Sheryl Sandberg" è già scoppiato. Il dibattito sul femminismo ha ricevuto una improvvisa fiammata. La signora Sandberg è al centro dell' attenzione, e così i suoi progetti. È indicata alternativamente come la nuova Betty Friedan o come una Paris Hilton che gioca sulla pelle delle donne per la sua personale carriera. Credo che, per una volta, il merito del successo mediatico del libro sia da dividere, perlomeno a metà, tra l' ufficio stampa e il contenuto. Il nervo era sensibile: una donna, un libretto e un social network l' hanno toccato, provocando un grande urlo.

 

CASO MEREDITH: “ANNULLARE ASSOLUZIONE SOLLECITO-KNOX”

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Da "Repubblica.it"

RAFFAELE SOLLECITO E AMANDA KNOX

"Annullare la sentenza di assoluzione di Raffaele Sollecito ed Amanda Knox dall'accusa di avere ucciso Meredith Kercher". E' questo quanto chiede il procuratore generale Luigi Riello nella sua requisitoria in Cassazione riferendosi alla sentenza d'appello che ha assolto i due imputati dell'omicidio di Meredith Kercher. "In questo processo il giudice di merito ha smarrito la bussola", dice Riello nella sua requisitoria commentando la decisione che ha assolto gli imputati dall'accusa del delitto avvenuto a Perugia.

"Frantumati elementi indiziari". Secondo il pg il collegio di secondo grado ha "frantumato gli elementi indiziari", parlando di una loro "parcellizzazione". Riello ha poi parlato di una "buona dose di snobismo" dei giudici d'appello "nel banalizzare" la sentenza di condanna in primo grado "riducendola a quattro motivi".

amanda e raffaele

La condanna a tre anni di reclusione inflitta anche in appello ad Amanda ai danni di Patrick Lumumba è "un punto fondamentale" dal quale non si può prescindere nel processo per l'omicidio di Meredith, ha detto Riello nella sua requisitoria, nella quale ha chiesto di convalidare la condanna per calunnia e soprattutto di considerarla un tutt'uno con il delitto avvenuto nell'abitazione di via della Pergola a Perugia.

AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO


"La Corte d'Appello - lamenta la pubblica accusa della Cassazione - non si preoccupa di collegare questo fatto con tutto il resto. Invece era più logico pensare che Amanda, coinvolgendo un altro uomo di colore, cercasse un modo per sviare le indagini".

"Non deve calare il sipario sul delitto". Secondo la pubblica accusa della Cassazione ci sono "tutti i presupposti perché non cali un sipario su un delitto sconvolgente di cui per ora resta come unico condannato Rudy Guede. Pare abbia commesso il delitto con degli ectoplasmi". "Imputare tutto a questi pasticcioni della scientifica, che non sono brigadieri, con tutto il rispetto, che giocano a fare il piccolo chimico, ma un reparto altamente specializzato, è non congruo", ha aggiunto Riello.

amanda e sollecito


"Il Dna di Amanda". In tutte le tracce di sangue trovate nella villetta in via della Pergola, dove è stato ritrovato il corpo della studentessa inglese Meredith, "c'era in Dna di Amanda". ha detto Riello che non tollera che "si imputino sempre i pasticci alla polizia scientifica. Per altro in tutte le tracce di sangue c'era il Dna di Amanda". Quanto alle perizie effettuate sul gancio del reggiseno della vittima e sul coltello, Riello insiste che queste perizie "non si possono buttare a mare. Sono atti che dovevano essere riutilizzati".

RAFFAELE FELICE DOPO LA SENTENZA la madre di meredith

La condanna a Guede. Secondo il pg anche la sentenza di condanna definitiva a Guede, "doveva essere utilizzata con riferimento ad elementi di fatto relativi al concorso all'omicidio di più persone". Dure critiche vengono mosse inoltre dal pg della Cassazione alla sentenza d'appello sull'ora della morte di Meredith: "La Corte d'Appello fa governare gli eventi dal 'tutto e' possibile", attacca Riello. Di grande importanza, secondo la pubblica accusa, anche la telefonata che Amanda fa alla madre a Seattle, in America, in piena notte. "Era il momento in cui il cadavere di Meredith non era ancora stato trovato. Che necessità c'era di svegliare una madre nel cuore della notte?", dice il pg.

Patrick Lumumba Rudy Guede

Un particolare da non sottovalutare infine per il pg è il comportamento di Amanda che di fronte alla scoperta del corpo senza vita di Amanda."Fa una doccia fredda", spiega il pg. Secondo il pg della Cassazione, inoltre, la sentenza d'appello "nega la logica" nel ricostruire il particolare dei vetri della finestra rotta sui vestiti. "Il che dimostra - dice - che il vetro si è rotto intenzionalmente dall'interno".

 

 

PROVACI ANCORA, PIEMME: 7 ANNI A DELL’UTRI

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1. MAFIA: DELL'UTRI CONDANNATO A 7 ANNI
(ANSA) - La Corte d'appello di Palermo ha condannato l'ex senatore Pdl Marcello Dell'Utri imputato di concorso esterno in associazione mafiosa confermando la pena di 7 anni.

MARCELLO DELL'UTRI

2. PG, NON E' STATO PROCESSO POLITICO
(ANSA) - "I cittadini hanno bisogno di certezze. Devono sapere se Dell'Utri è stato un mestatore e un colluso o la vittima di una giustizia malata". Si è conclusa così la replica del pg Luigi Patronaggio, pubblica accusa al processo d'appello per concorso in associazione mafiosa a Marcello Dell'Utri. Sull'eventualità che le accuse vengano dichiarate prescritte il pg ha detto: "resterebbe oscura una pagina importante della storia del Paese".

BERLUSCONI DELL UTRI

Il magistrato ha voluto ribadire che il processo all'ex senatore non è stato un processo politico. "La mia requisitoria - ha aggiunto - ha subito attacchi esterni scomposti forse perché pronunciata durante la campagna elettorale, ma i tempi della giustizia seguono logiche interne". Dopo la replica del pg hanno preso la parola i legali dell'imputato. Poi il collegio entrerà in camera di consiglio.


3. DELUSA SPERANZA MA ACCETTO VERDETTO

(ANSA) - "Speravo in un'altra sentenza, ma accetto il verdetto". Lo ha detto l'ex senatore del Pdl Marcello Dell'Utri commentando la decisione della Corte d'appello di Palermo che lo ha condannato a 7 anni per concorso in associazione mafiosa.

Marcello Dell'Utri Marcello Dell'Utri


4. PRIMA DELLA SENTENZA: DELL'UTRI,TRANQUILLO MA ANCHE UN PO' IN FIBRILLAZIONE
(ANSA) - "Sono tranquillo, ma certo sono anche un po' in fibrillazione". L'ha detto l'ex senatore del Pdl Marcello Dell'Utri in aula a Palermo nel giorno in cui la corte d'appello dovrà decidere il processo a suo carico per concorso in associazione mafiosa. Il pg Luigi Patronaggio, che ha chiesto la condanna dell'imputato a 7 anni, farà brevi repliche. Poi toccherà ai difensori, gli avvocati Giuseppe Di Peri e Pietro Federico. Al termine degli interventi i giudici entreranno in camera di consiglio per la sentenza.

 

 


TROVO VER-GO-GNO-SO CHE BERSANI ABBIA INCONTRATO SAVIANO PER PRIMO, E NON MOIRA ORFEI!

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Riceviamo e pubblichiamo:

Roberto Saviano

Lettera 1
Abbiamo rilevato che sul sito web da Voi gestito è apparsa la notizia, all'interno di un articolo sulla situazione greca e sull'assalto dei cittadini ai supermercati, che la multinazionale tedesca Muller si sarebbe "impadronita" per pochi spiccioli di decine di caseifici greci indebitati, avvalendosi del credito bancario agevolato.
Detta notizia è errata e non corrispondente al vero.

Il gruppo Muller non è presente in Grecia con alcun tipo di attività, né commerciale, né
produttiva, nemmeno per interposto soggetto. Chiediamo, quindi, che la notizia riportata nel vostro sito e inerente Muller venga eliminata e sostituita con la seguente precisazione "a rettifica di quanto precedentemente pubblicato, informiamo che la multinazionale tedesca Müller non ha acquisito caseifici in Grecia"
Cordiali saluti
Molkerei Alois Muller GmbH & Co. KG

bersani luigi

Lettera 2
Trovo VER-GO-GNO-SO che Bersy abbia incontrato Saviano per primo, e non Moira Orfei.
Giuseppe Tubi

Lettera 3
Caro Dago,
hai fatto benissimo a ricordare che quell'improbabile soggetto che risponde al nome di Magdi Allam è stato il vice direttore e una delle firme di punta del Corriere della Sera, di cui per anni ha screditato l'immagine e svuotato le casse grazie al suo stipendio faraonico. Tra i disastri che ora vengono al pettine di via Solferino, mi sa che dobbiamo metterci pure lui. RP

Beppe Grillo

Lettera 4
Caro Dago,
ma chi paga le trasferte di quei sindaci d'assalto prezzemolini sempre presenti in ogni manifestazione lontana anche migliaia di km dalle loro sedi? Pagano di tasca loro le trasferte o sono a carico dei contribuenti? E infine le citta' che dovrebbero amministrare sono piene di problemi e loro invece di cercare di risolverli vanno tranquillamente a risolvere...i problemi degli altri dispensando presenze e consigli non richiesti, come si legge oggi. Il grande Andreotti diceva "chi non sa pretende di insegnare"...siamo alle solite.
cari saluti
FB

Lettera 5
Caro Dago,
di contro a certi sproloquiatori sparasentenze, da storico e da giornalista professionista, affermo che Dagospia è un sito porno soltanto nel senso che denuda gli infingardi e fornisce, rara avis in Italia, informazione nuda e cruda.
Giancarlo Lehner

Lettera 6
Caro Magdi Cristiano,
dopo aver lasciato la Chiesa, perché non ci fai il favore di lasciare anche l'Italia? Potresti continuare la tua guerra di religione direttamente nei paesi islamici, dove sono certo che ti seguirebbero in molti... per prenderti a calci nel culo!
Con affetto,
Giorgio (Londra)

giorgio napolitano

Lettera 7
Ho sentito l'arroganza di Andrea Romano a piazza pulita, ma chi crede di essere. È' un professore mediocre, ancora non cattedratico, ha completamente distrutto Italia futura in Toscana (si sono dimessi i dirigenti di tutte le province). Dagospia e' una fonte politica sempre interessante e non è come ha detto Romano "un sito porno".

Lettera 8
Salve Dagospia, vengo da una decina di minuti nei quali ho letto in dettaglio la battibeccante polemica online fra Travaglio e Formigli (e/o viceversa). Vien voglia di darsi fuoco come i monaci tibetani. Belushi

Lettera 9
Dago quando Grillo scenderà dalla sua astronave sulla terra, digli che sulle pagine pubbliche e aperte di fb può scrivere chiunque, e che tra il 75% di elettori che NON ha votato M5s ce n'è qualcuno che sa usare internet e si premura di parlare e criticare con i deputati grillini su fb o su altri social, esattamente come fino a un minuto prima della chiusura delle urne gli attivisti grillini monopolizzavano coi loro "commenti" lr pagine di Bersani, Berlusconi e di tanti altri esponenti di altri partiti; ma siccome Grillo e Casaleggio vedono complotti ovunque, sono convinti che chi li critica siano fantomatici "troll" pagati da chissà chi! Grillo comincia a rompere un po' il troll...
Anne

IL BATTESIMO DI MAGDI ALLAM

Lettera 10
Dago darling, copio e incollo da "La Sicilia" del 24 marzo 2013: "Secondo Battiato [il "world-wide" famoso cantautore], Gianroberto Casaleggio è come il cardinale Richelieu "perché sta dietro le quinte, è uno che manovra." Non ne posso più di leggere ‘ste stronzate a proposito del grande Cardinale di Richelieu (poco cardinale ma molto statista), tanto più quando provengono da uno che s'atteggia spesso a dotto maestro di pensiero e di Kultura (sì, quella dei dervisci!).

Il Cardinale di Richelieu era primo ministro di Francia e non agiva dietro le quinte, ma alla luce del sole (o all'ombra degli intrighi che allora - come ora - s'usano in politica), firmava trattati e dichiarazioni, comandava in prima persona (e come comandava!), ecc.. Fu uno degli artefici della grandezza della Francia e non certo da dietro le quinte! Chi lo consigliava spesso era un certo Père Joseph (al secolo Francois Joseph du Tremblay), da cui derivano sia il modo di dire "eminenza grigia" (il Père Joseph) sia il becero luogo comune (sul cardinale) tanto caro ai maestri di pensiero debole e ai giornalisti italiani.
Natalie Paav

Andrea Romano

Lettera 11
ciao dago,
se ben capisco, grillo adesso si inalbera a causa degli spam che qualcuno mette in rete per "infangare" lui e il M5S. ma come, la "rete" non era il luogo della liberazione, la democrazia digitale non è la realizzazione del paradiso in terra e ancor più su a sparar frescacce? c'è gente che con 71 preferenze digitali fra famiglia a condominio s'è trovata candidata in parlamento... e con gli spam come la mettiamo, peppino?

Lettera 12
Gentil Dago,
chi era quell'attempato signore, al Quirinale, che spiegava l'evoluzione della crisi del governicchio Monti, assegnava i ruoli ai leaderini dei partiti, attribuiva gli incarichi, impartiva ordini allo spaesato statista di Bettola, delimitava le maggioranze e rassicurava i sudditi ? Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, o il sosia di nonno Quirinale, Sua Maestà, Re Umberto II di Savoia ? Ossequi.
Pietro Mancini

Lettera 13
Caro Roberto, in questo Paese si può dire e fare di tutto.
Ma c'è sempre un limite per le persone "normali": evitare di dire idiozie planetarie.
Evidentemente questo limite, gli intellettualmente modesti non lo vedono.
Roberto D'Agostino è l'unico, in Italia, che ha creato dal nulla un prodotto di grande successo.

La Sua attendibilità ha avuto mille e mille riscontri, ha anticipato con largo anticipo eventi, nei settori più disparati, che per la maggior parte degli addetti ai lavori erano inimmaginabili. NON è un mago, parla con la gente e a naso, capisce dove va la Storia.
Ha un bene raro: il cervello. NON ha mai avuto bisogno di fare il vassallo a nessuno, ne di mettersi al servizio di personaggi molto modesti. Lui può vivere anche senza Dagospia. NON ha bisogno di un seggio per sbarcare il lunario.

Mario Monti

Con il passare degli anni le persone perdono lucidità, solo così posso spiegarmi perché, uno come "libera & bella" abbia dato vita a Italia Futura e perché si sia avvalso - cosa inimmaginabile in passato - di un soggetto come Andrea Romano.

Il fallimento Monti e i drammatici guasti che ha provocato all'economia li stiamo pagando e li pagheremo, a lungo, tutti. Con la vicenda dei Marò, ha portato l'immagine del paese nel letame. Fortunatamente presto si tornerà a votare. Monti e la sua armata Brancaleone scompariranno dal panorama italiano. Roberto D'agostino continuerà a mietere successi, qualcun altro, dovrà trovarsi un lavoro - se lo trova - per sopravvivere.
Vittorio Pietrosanti

Lettera 14
Caro Roberto,
durante l'intervista che ti ha fatto Paragone ed a proposito della tua elencazione delle malefatte di Monti, ti sei dimenticato del regalo fatto nel febbraio 2012 dal premier ..tecnico alla banca americana, con la restituzione anticipata alla Morgan & Stanley di 2,5 MLD di euro, il tutto nel quasi silenzio dei media italiani.

Lettera 15
Caro Dago, qualche giorno fa, una tizia che percepisce uno stipendio dalla RAI, si è permessa, in diretta, di definire i rappresentanti di circa 8 milioni di italiani, impresentabili.Non mi risulta sia stato preso alcun provvedimento disciplinare nei suoi confronti. Ora, nel caso non venisse licenziata, non mi stupirei se buona parte di quegli 8 milioni disdettasse il canone, per non contribuire al pagamento dello stipendio di coloro che si permettono di insultarli.Se ciò accadrà non credo ci saranno argomenti validi per censurare quelle eventuali decisioni.
At salut
Morgh

Massimo Teodori e Gianna Terzi di Santagata

Lettera 16
E' la prima volta che ti scrivo ma vorrei dire la mia sul caso:
1) non capisco perche' a tutti i costi debbano essere difesi 2 fucilieri che un bel giorno non avendo in cazzo da fare hanno cominciato a fare il tiro al piccione
2) se sono effettivamente innocenti non penso che dopo tutto questo tempo saremmo ancora in ballo!
3) noi italiani siamo capacissimi di farci portare via prigionieri (colpevoli) da sotto il naso vedi Cermis
4) tutti i prigionieri che ci sono stati sottratti sono stati condannati nelle lore patrie
5) nessuno mi toglie dalla testa che i 2 maro' qualche bel soldino l'hanno messo in tasca per tornare in India. Morale della favola noi italiani quando c'e' da fare delle figure di merda siamo sempre in prima fila, grazie comunque ancora una volta a quella massa di ignoranti che ci governa. Speriamo che dopo puttane (senza offese per le puttane anzi) nani e saltimbanchi finalmente cominci a soffiare un vento nuovo! P.S. Scusate le parolacce!!!!!
Vigoni Roberto

Lettera 17
Caro Dago,
ho l'impressione che Bersani non si sente all'altezza di formare il nuovo governo. Con la situazione economica drammatica in cui versiamo, con la disoccupazione alle stelle e con la chiusura di esercizi commerciali, anzichè convocare i partiti dell'opposizione ed illustrare il suo programma immediato, per superare la crisi, convoca Saviano,che ciazzecca, e le parti sociali che mai, come in questo periodo, sono stati dietro le quinte tacendo su quest'economia alla deriva.

TERZI E MARO

Più il tempo passa e più le cose peggiorano. Se il fardello è troppo pesante per lui, lasciasse il timone ad un giovane che possa sopportare meglio il peso e potrebbe essere meno chiuso verso l'opposizione. Penso, per aiutarlo,che non debba suggerirgli il nome di Matteo Renzi. Culatello Bersani non è capace di rinunciare al più misero seggiolino,forse perchè quel seggiolino è la sua unica realtà,è tutto il suo Io, che senza seggiolino o la seggetta evapora come un cattivo odore. Questa definizione l'ho rubata a Claudio Magris per darla al culatello.
Cordialmente.
Annibale Antonelli

Lettera 18
Caro Dago, vorrei dire la mia in merito alla querelle dei troll che scrivono sul blog di Grillo, io sono decenni che bazzico in rete e questo fenomeno l'ho sempre riscontrato e spesso denunciato, per questo credo che Grillo faccia bene a filtrare i messaggi e dia credito solo a coloro che sono sostenitori comprovati, ovvero di non scendere a nessun tipo di compromesso con i dinosauri, il processo di estinzione e' ormai attivato e basta solo aspettare che si concluda, solo dopo la formattazione completa si potra' reinstallare un nuovo sistema operativo, qualsiasi tentativo di recupero dell'esistente non sara' mai risolutivo in quanto il virus della vecchia politica riemergera' sempre e ogni tentativo di pulizia superficiale sara' vanificato in un lampo.

I DUE MARO GIRONE E LATORRE

Inoltre non sarebbe male che chi sara' al governo in futuro dia uno sguardo a quelle fucine di troll che sono gli inutili enti locali quali regioni-province-comuni, pieni di truppe cammellate che percepiscono uno stipendio pubblico ma che in realta' lavorano per il circo del cacciatore di giaguari (come la Zoia).

Anche perche' comincio ad essere un po' gonfio di continuare a subire aumenti indebiti di tassazioni locali a fronte di una diminuzione costante ed inesorabile della qualita' e della quantita' di servizi erogati.

Una per tutte la tassa sui rifiuti si e' decuplicata negli ultimi 20 anni ed oggi, oltre a dovere fare separazione e stoccaggio nella mia abitazione, quando nevica il sindaco mi manda a dire che se non provvedo a pulire la strada davanti a casa mia sono in multa, e il ricordo degli addetti comunali che pulivano le stradine si perde nella notte dei tempi.
E' ora che questa gente torni a lavorare veramente anziche' trolleggiare, ma non piu' con uno stipendio pubblico.
Stefano55

Lettera 19
Gentile redazione di Dagospia,
alla luce dell'ultimo sviluppo della vicenda dei militari italiani (l'India afferma oggi che non può essere esclusa la pena di morte per loro), si possono trarre alcune conclusioni evidenti:

DANIELE MANCINI TRA SALVATORE GIRONE E MASSIMILIANO LATORRE jpeg

1) questa vicenda ha ormai assunto la forma di una vera e propria: "crisi di ostaggi";

2) sembra chiaro che l'India voglia risolvere questa questione ricorrendo alla legge del più forte: l'ONU non ha nulla da dire al riguardo?;

3) l'India ha violato la convenzione di Vienna sull'intangibilità del personale diplomatico e la reazione dell'UE è stata debole, di facciata e di nessuna utilità, di cio' l'Italia dovrà tener conto in futuro (...non si collabora con chi non collabora!...);

4) sgomentano e indignano l'impreparazione e il pressapochismo con cui il Governo italiano ha affrontato la vicenda fin dall'inizio;

5) preoccupa il giudizio anti-italiano che Eduard Luttwak ha dato alla notizia della decisione (poi revocata) di non far ritornare in India i militari: c'è da temere che tale giudizio sia espressione del menefreghismo degli Stati Uniti su questa questione (o peggio ancora: del loro appoggio alla posizione indiana);

6) nella malaugurata ipotesi di una soluzione per noi negativa della controversia (ad esempio: lunga pena detentiva per i militari) e in costanza di mancanza di appoggio diplomatico dei nostri alleati (UE) o di enti sovranazionali (ONU), l'Italia sarebbe politicamente giustificata se decidesse di recedere dall'impegno nelle missioni all'estero (Libano, Afghanistan, ex-Jugoslavia, misure anti-pirateria...).
Condoglianze all'Italia.
Il samurai
PS: Luttwak ha parlato di "tipico tradimento italiano", dirà adesso qualcosa sull'altrettanto tipica "doppiezza asiatica"?

SALVATORE GIRONE E MASSIMO LATORRE

Lettera 20
Caro DAGO, spero che la lezione che ci arriva da Cipro sia chiara. La UE (cioè i ricchi e virtuosi paesi del nord) ha fatto passare il principio che i depositanti di una banca sono nella stessa posizione degli azionisti: a rischio se la banca va male. Con cio' sovvertendo un principio opposto che era in vigore da secoli, dalla fondazione del Monte dei Paschi (approposito non se ne parla piu'?Bersani ci ha davvero messo la mordacchia?).

A questo punto manca solo la soppressione del denaro contante, tanto cara alla Gabanelli, che obbligherebbe tutti a tenere i soldi in banca essendo appunto i soldi immateriali, col risultato ovvio che le banche avrebbero in mano tutto il denaro e i correntisti sarebbero del tutto esposti a ogni furto legalizzato.

Credo che con la Grecia e Cipro abbiamo la prova che la tragica lezione delle due guerre si è persa, e che l'europa sia un'espressione geografica (come lo stronzo ma lucido Metternich definiva l'Italia). E da noi i piu' europeisti sono gli orfani di Togliatti e della balena bianca, quelli che dovrebbero stare dalla parte della gente comune...saluti BLUE NOTE

 

 

L’INCHIESTA FILOBUS TRAVOLGE ALE-DANNO

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1 - INCHIESTA BUS: GIP, MANCINI SUBORDINATO AD ALEMANNO
(ANSA) - Il gip Stefano Aprile spiega nel provvedimento che oggi ha portato in carcere Riccardo Mancini, che in una conversazione telefonica tra il manager e il sindaco Alemanno, Mancini ''dimostra di essere in totale subordinazione''. Per il gip ''la telefonata in questione conferma, in definitiva, che Mancini e' un 'uomo di Alemanno' al quale risponde direttamente e nei confronti del quale e' in totale soggezione''.

CAMPIDOGLIO

''In tale conversazione il Sindaco chiede conto a Mancini dei suoi comportamenti tenuti nella gestione dell'ente Eur e lo rimprovera in maniera aspra e decisa, dimostrando la subordinazione dell'interlocutore'', e' scritto. Nell'ordinanza si fa riferimento ad una conversazione intercorsa tra il manager e Alemanno il 20 settembre dello scorso anno che viene definita ''significativa'' dal gip. Mancini ''dimostra di essere in totale subordinazione'' e da Alemanno ''viene redarguito duramente per le azioni dallo stesso Mancini intraprese nella gestione della società in house (l'Eur Spa, posseduta al 90% dal Mef e per il 10% dal Comune di Roma) di cui è il vertice''.

sindaco gianni alemanno

''La circostanza - è detto nel provvedimento - appare di per sé del tutto impropria poiché Mancini sembra rispondere, fuori dal contesto istituzionale proprio, del proprio operato amministrativo ad un personaggio - di certo autorevole ma che non rappresenta l'azionista di maggioranza e, soprattutto, che dimostra di poter direttamente e personalmente condizionare le scelte discrezionali del vertice della Eur Spa''.

gianni alemanno

Per il gip ''la telefonata in questione conferma, in definitiva, che Mancini è un 'uomo di Alemanno' al quale risponde direttamente e nei confronti del quale è in totale soggezione''. Per il magistrato ''si tratta di un fidatissimo collaboratore che il sindaco ha portato con sé dalla politica per passare direttamente alla amministrazione attiva, affidandogli non solo ufficiali incarichi in enti pubblici, ma anche importanti ruoli nell'ambito del Comune di Roma''.

2 - INCHIESTA BUS:TANGENTE ANCHE PER INFLUIRE SU APPALTI METRO
(ANSA) - Creare una ''provvista necessaria per pagare una tangente a Riccardo Mancini'' utile anche per tentare di aggiudicarsi gli ''appalti relativi alla metropolitana'' di Roma. E' un passaggio dell'ordinanza che ha disposto la custodia cautelare in carcere per Riccardo Mancini. ''In sostanza Cola (ex consulente Finmeccanica) afferma che fu studiato il modo per pagare una 'tangente' per l'appalto di Roma e in particolare per retribuire Mancini ''uomo forte della nuova amministrazione comunale'', si legge nell'ordinanza.

gianni alemanno

3 - INCHIESTA BUS/ GIP: A MANCINI UNA MAZZETTA DA 500MILA EURO
(TMNews) - Riccardo Mancini, l'ex amministratore delegato dell'ente Eur arrestato oggi, avrebbe ricevuto una mazzetta da 500mila euro. La circostanza è contenuta nell'ordinanza emessa dal gip Stefano Aprile per l'inchiesta sull'appalto per la fornitura di 45 filobus per il cosiddetto corridoio di Laurentina. Altri 100mila euro sarebbero invece andati al commercialista Marco Iannilli. Il gip ha contestato per la tangente a Mancini il reato di concussione, riconoscendone la figura di pubblico ufficiale.

Gianni Alemanno

Nell'ordinanza di arresto si fa riferimento all'emissione di una fattura di 300mila euro per una operazione inesistente da parte di una società riconducibile a Iannilli. Contestate inoltre l'emissione di altre tre fatture sempre per operazioni ritenute inesistenti da parte di un'altra società riconducibile al manager Edoardo D'Incà Levis. Gli altri indagati nell'ambito dell'inchiesta sono il dirigente dell'Ati, Patrizio Monaco, e gli ex dirigenti della Breda Manarinibus, Luca D'Aquila e Giuseppe Comes.

"In sostanza Cola (ex consulente Finmeccanica ndr) afferma che fu studiato il modo per creare la provvista necessaria a pagare una 'tangente' per l'appalto di Roma ed in particolare per retribuire Mancini, uomo forte della nuova amministrazione comunale". Così si legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dell'ex ad dell'Ente Eur Riccardo Mancini.

Gianni Alemanno

"Ciò si era reso necessario perché a seguito di contatti ai massimi vertici tra la conglomerata Finmeccanica e i vertici politico-amministrativi del comune di Roma era emersa la necessità di retribuire illecitamente componenti dell'amministrazione i quali erano in grado di influire in maniera determinante sull'assegnazione degli appalti relativi ai trasporti pubblici della capitale, con particolare riferimento alla realizzazione della metropolitana e, nell'immediato, anche quale 'cavallo di troia' per far entrare le consociate Finmeccanica nel settore degli appalti comunali, alla realizzazione del corridoio di mobilità".

4 - INCHIESTA BUS/ GIP: INTERA PROCEDURA NON HA PRODOTTO RISULTATI
(TMNews) - "Se si esamina l`appalto dal punto di vista della pubblica amministrazione appaltante, si scopre che l`intera procedura, costata ai contribuenti diverse decine di milioni di euro, non ha ancora prodotto alcun, lecito, risultato". Così afferma il gip del tribunale di Roma, Stefano Aprile, nell'ordinanza di arresto dell'ex ad di Ente Eur spa Riccardo Mancini.

RICCARDO MANCINI AD ENTE EUR

"I filobus, per i quali è stata pagata una 'tangente' - si legge nell'ordinanza - collaudati in un`altra città per consentire di procedere agli 'urgenti' pagamenti dei fornitori che hanno versato la 'tangente', non sono ancora in servizio a distanza di cinque anni dal bando di gara". "Infatti - continua il giudice Aprile - nella città di Roma dove dovevano entrare in funzione i moderni filobus, non esistono, né risultano essere incorso di realizzazione, le opere infrastrutturali ed elettriche necessarie alla loro circolazione: i veicoli, costati 40 milioni di euro, sono parcheggiati del tutto inutilizzati ed abbandonati al prevedibile destino di un rapido deprezzamento e una inevitabile decadenza tecnologica e manutentiva. Tutto il lavoro svolto dalle imprese coinvolte e dall`amministrazione e i denari versati dai contribuenti sono unicamente serviti, finora, a creare fondi neri e a pagare 'tangenti'".

5 - APPALTI BUS: GIP, PER MANCINI PERICOLO REITERAZIONE REATO
(AGI) - L'ex ad di Ente Eur, Riccardo Mancini, deve andare in carcere perche sussiste il pericolo di reiterazione del reato. E' quanto spiega il gip del tribunale di Roma, Stefano Aprile, nell'ordinanza di arresto del manager nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per la fornitura di 45 filobus per il Comune di Roma. "Esiste concreto pericolo - scrive il gip Aprile - che l'indagato commetta delitti della stessa specie di quello per cui si procede. Un pericolo ribadito dalla circostanza che simili condotte s'inseriscono in un contesto istituzionale al quale egli non e per nulla
estraneo".

6 - APPALTI BUS: ALEMANNO, NON SO NULLA E FIDUCIA IN MAGISTRATURA
(AGI) - "Non so nulla di questa vicenda. Esprimo piena fiducia nella magistratura e vedremo cosa verra fuori dall'inchiesta". Cosi il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato l'arresto dell'ad di Eur Spa, Riccardo Mancini, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i filobus forniti dalla Breda-Menarinibus.

Edoardo D'Incà Levis

7 - LA RABBIA DI ALEMANNO
Da "Corriere.it"

Alemanno rimproverò duramente Riccardo Mancini all'epoca delle perquisizioni nell'ambito dell'inchiesta che lo ha poi portato in carcere. La circostanza emerge da un'intercettazione di una telefonata intercorsa tra i due il 29 settembre scorso in seguito alla nomina dello stesso Mancini ad amministratore delegato della nuova società Roma Convention Group da parte del Consiglio di amministrazione di Eur Spa. Secondo il sindaco la nomina di Mancini alla guida della società - partecipata al 50% da Eur Spa e Fiera di Roma Srl - era intempestiva e per questo il sindaco di Roma andò su tutte le furie.

«Nell'occasione - si legge nel provvedimento cautelare che ha portato in carcere Mancini - il sindaco stigmatizzava proprio i tempi dell'operazione, così vicini alle perquisizioni che Mancini aveva subito» e rimproverava l'indagato «in maniera aspra e decisa».

BREDA MENARINI BUS

«NON SI POTEVA EVITARE?» - Nella conversazione, sottolineano gli inquirenti, «Alemanno chiedeva se la cosa si sarebbe potuta evitare. Mancini rispondeva che aveva insistito Borghini per l'assemblea. Alemanno si alterava in maniera forte nei confronti di Riccardo Mancini: 'Il giorno dopo quel casino vi mettete in questo casotto. Ma che siete scemi, non si poteva evitare? ...perché non m'hai chiamato?'».

Riccardo Mancini diceva più volte che aveva ragione, poi Alemanno riprendeva: «...che siete cretini tutti... veramente io non ho parole... ma che cazzo c'avete nel cervello, me lo spieghi che cazzo c'avete nel cervello? non c'è un cazzo da fare ... uno vi aiuta non c'è niente da fa' ... non c'è niente da fa' capito siete scemi».

NESSUNA TELEFONATA - Riccardo Mancini ripeteva ancora che aveva ragione. Alemanno continuava ad arrabbiarsi con Riccardo Mancini, dicendogli ancora una volta che non aveva ricevuto nessuna telefonata di avviso e continuava dicendo che non riuscivano a capire «le ovvie conseguenze»: la cosa ovvia, a suo avviso, era rimandare l'assemblea. Mancini non faceva altro che dire all'interlocutore che aveva ragione, ma Alemanno rispondeva: «Me la prendo in c... capito?». Poi cadeva la linea.

 

 

VIDEO-CAFONALINO - MI RICORDO LASAGNE VERDI

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Mi ricordo lasagne Verdi

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Foto di Luciano Di Bacco

Federica Rinaudo per "Il Messaggero"

Riccardo Di Segni

Fuori, finalmente il dolce tepore della primavera nel giorno del debutto. Dentro, è la serata delle emozioni. Quelle dispensate al concerto-evento al Teatro dell'Opera con il quale Riccardo Muti ha reso omaggio al genio di Giuseppe Verdi, del quale ricorre il bicentenario della nascita, dirigendo l'Orchestra e il Coro del Teatro dell'Opera.

Sara Iannone

Un viaggio di note con un programma di musiche tratte da capolavori del grande compositore, come "La forza del destino", "Macbeth", "Giovanna d'Arco", "Il Trovatore", "La Traviata", "Un ballo in maschera", "Nabucco". In platea un parterre di prestigio, tra i primi ad arrivare il ministro della Giustizia Paola Severino e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, subito accolti dal sovrintendente del Teatro dell'Opera, Catello De Martino. Ecco Enrico e Iole Cisnetto, entra con un gran sorriso Maddalena Letta.

Paola Severino

Poco dopo fa il suo ingresso Anna Maria Tarantola, presidente della Rai, quasi contemporaneamente a Luigi Mazzella, vice presidente della Corte Costituzionale. Elegantissima Daniela Traldi, presidente dell'Associazione Roma per il Teatro dell'Opera di Roma, accompagnata dal marito Stefano. Arriva anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. Spettatori di prestigio al Costanzi, diplomazia compresa, nel foyer ecco Pavel Vosalik, ambasciatore della Repubblica Ceca presso la Santa Sede.

Piero Giarda

Un'ora e mezzo di emozioni e d'incanto sulle note di Verdi, un'ora e mezzo che scivola via rapidamente. Applausi scroscianti per Riccardo Muti, che ha anche fatto alzare il pubblico per farlo cantare, per l'Orchestra e per il Coro del Teatro dell'Opera. E applausi calorosi ai soprani Tatiana Serjan e Eleonora Buratto, al mezzosoprano Anna Malavasi, ai tenori Francesco Meli e Antonello Ceron, al baritono Luca Salsi e al basso Luca Dall'Amico.

 

MOODY’S ATTERRA MILANO (-2,5%): PAURA DI UN DOWNGRADE ITALIANO - L’agenzia “no comment”. Ma avverte: Cipro rischia

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1 - BORSA: MILANO CHIUDE A -2,5%, PESANO VOCI DOWNGRADE DI MOODY'S
Radiocor - Moody's spaventa le Borse europee. I mercati, dopo il sospiro di sollievo tirato in mattinata per l'accordo sul salvataggio di Cipro, hanno mostrato forti segni di nervosismo nel pomeriggio quanto nelle sale operative ha iniziato a circolare rumors di un possibile taglio del rating sull'Italia da parte di Moody's. Piazza Affari dopo essere arrivata a cedere quasi il 3% ha riguadagnato qualche posizione nel finale chiudendo a -2,5% mentre Parigi, Londra e Francoforte hanno mantenuto il rosso all'interno del punto percentuale.

MOODYS

Le banche sono state le piu' colpite dall'ondata di vendite su Borsa Italiana: Intesa Sanpaolo ha ceduto il 6,2%, il Banco Popolare il 5,9% e Unicredit il 5,8%. Male anche Mediaset (-4,7%) che domani diffondera' i conti 2012 da cui emergera' il primo rosso della storia del gruppo editoriale. Fra i pochi spunti positivi a Piazza Affari, c'e' Parmalat (+1,7%) che riprende a correre dopo alcune sedute deboli in seguito alla delusione per il manc ato maxi-dividendo che, invece, era stato pagato lo scorso anno.

Sul mercato dei cambi, l'euro scivola a 1,287 dollari sui valori della scorsa settimana, in piena turbolenza per la situazione di Cipro (1,2996 venerdi'). Il rapporto dell'euro sullo yen si attesta a 121,252 (122,80) mentre quello fra dollaro e yen fa segnare 94,193 (94,51). Per quanto riguarda il greggio, il Wti sale dello 0,54% a 94,22 dollari.

2 - MOODY'S, NO COMMENT SU VOCI TAGLIO RATING ITALIA
(ANSA) Moody's non commenta le voci, circolate sui mercati, di un downgrade imminente del rating sovrano dell'Italia.

3 - CIPRO: MOODY'S, RISCHIO DEFAULT ANCHE SE RISOLVE CRISI
(ANSA) - "Cipro rimane a rischio default e di uscire dall'area euro per un periodo prolungato" anche nello scenario migliore in cui dovesse approvare e applicare le misure chieste dalla Troika. Lo scrive l'agenzia di rating Moody's nel 'Credit Outlook'. La crisi finanziaria di Cipro, secondo Moody's "avrà profonde conseguenze negative a lungo termine per il debito sovrano" anche se Nicosia "risolvesse con successo questa crisi politica delle ultime settimane e l'impasse con l'area euro".

Michael Sarris ministro finanze Cipro

La crisi di Cipro ha anche "effetti negativi sul credito per tutti i debiti sovrani dell'Area euro", sostiene Moody's, spiegando che "anche nel caso in cui i negoziati andassero a buon fine e Cipro restasse nell'Eurozona", cresce il rischio di "uscita dai depositi, fuga di capitali, aumento dei costi delle banche e di finanziamento del debito e un diffuso disturbo ai mercati finanziari nell'area euro nel futuro, anche se le decisioni non disturbano la calma sui mercati nel presente. Se poi i negoziati fallissero e Cipro uscisse dall'area euro, il caos potrebbe essere ben oltre alla capacità dei governanti di gestirlo". A proposito del giudizio sul debito sovrano (Caa3 negativo), Moody's osserva che "il danno potenzialmente irreparabile ai driver di crescita economica attuali mette fortemente in dubbio la capacità del Paese di sostenere il suo debito".

Draghi, Merkel e Monti

4 - BCE, OK FONDI EMERGENZA A CIPRO, ALTA SORVEGLIANZA
(ANSA) - La Banca centrale europea ha deciso "di non obiettare alla richiesta di liquidità di emergenza (ELA) da parte della Banca centrale di Cipro, in base alle regole" e "continuerà a monitorare attentamente la situazione". Lo comunica la Bce, secondo cui l'accordo raggiunto con Cipro contiene "gli elementi necessari".

5 - CIPRO: GOVERNO, CIRCA 30% TAGLIO SU DEPOSITI
(ANSA) - Sarà di circa il 30%, punto più punto meno, il prelievo sui depositi di oltre 100.000 euro esistenti nella Bank of Cyprus, la maggiore banca dell'isola. Lo ha annunciato il portavoce del governo cipriota, Christos Stilianides, parlando alla radio statale.

6 - FACEBOOK: OK SEC A COMPENSAZIONE NASDAQ DA 62 MLN $ PER IPO
Radiocor - La Securities and Exchange Commission ha approvato il piano da 62 milioni di dollari in contanti messo a punto dal gruppo Nasdaq OMX per compensare gli investitori che, in occasione del debutto in borsa di Facebook nel maggio 2012, hanno subito perdite legate a problemi tecnici. Lo ha comunicato la Sec stessa.

Il via libera della Consob americana - il cui importo e' superiore ai 40 milioni di dollari inizialmente stimati dall'amministratore delegato del Nasdaq Robert Greifeld - pone fine a mesi di incertezza per gli operatori di Wall Street che registrarono perdite stimate in 500 milioni di dollari. Il piano di compensazione pero' non salva Nasdaq da provvedimenti regolatori e possibili denunce. Le indagini sulla quotazione del social network continuano e c'e' chi non esclude multe addizionali per 5 milioni di dollari.

facebook nasdaq

7 - MPS: CONSIGLIO STATO RESPINGE APPELLO CODACONS SU MONTI BOND
Radiocor - Il Consiglio di Stato ha respinto, secondo quanto apprende Radiocor, il ricorso presentato dal Codacons per chiedere, in via cautelare, di bl occare i Monti Bond per quattro miliardi di euro assegnati a Mps. Palazzo Spada ha messo in dubbio la legittimazione ad agire del Codacons. Ora si aspetta la decisione nel merito del Tar del Lazio.

8 - FONDI: CONTINUA SERIE POSITIVA, +5,2 MLD RACCOLTA NETTA FEBBRAIO
Radiocor - Il 2013 continua bene per l'industria del risparmio gestito: febbraio si e' infatti chiuso con una raccolta netta totale di 5,24 miliardi dai 6,57 miliardi di gennaio e contro deflussi per 4,3 mld a dicembre 2012. Lo comunica Assogestioni nella mappa mensile segnalando inoltre che la raccolta dei primi due mesi del 2013 (in totale 11,7 mld) ha compensato le perdite complessive registrate nel 2012 (-11,3 mld).

montepaschi siena sede

Le gestioni collettive hanno registrato un attivo in rialzo a 4,51 miliardi (da 3,19 mld a gennaio) mentre le gestioni di portafoglio subiscono una pesante battuta d'arresto a soli 728 milioni da +3,38 mld del mese precedente. Il patrimonio gestito sale e registra un nuovo record superando la soglia dei 1.200 mld a 1.210,7 dai 1.206,1 di gennaio.

 

CAFONAL ALDA FENDI - ORMAI, PER ROMA, E’ UN APPUNTAMENTO FISSO COME LA FESTA DE’ NOANTRI DI TRASTEVERE

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

 

Romanella Inaccessibile per Alda Fendi

 

Spettacolo

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia


Cecilia Cirinei per "la Repubblica - Roma"

Uno scrigno-totem realizzato appositamente dall'archistar francese Jean Nouvel e la musica nostalgica e disperata del cantautore israeliano Asaf Avidan che si fonde, in un incastro perfetto, con Yoko Ono, Madredeus, Bjork, Emeli Sande e la world fusion dei Dead Can Dance per arrivare, infine, a Gianni Morandi. Surreale e introspettivo torna Raffaele Curi, eclettico regista e storico ideamaker della Maison Fendi all'Antico Mercato del Pesce degli Ebrei per presentare "Inaccessibile", il suo nono lavoro teatrale per la Fondazione Alda Fendi Esperimenti.

Spettacolo

Lo spettacolo, con ingresso gratuito, si potrà vedere fino a mercoledì 27. "Ogni volta esploro qualcosa di diverso, spazio dall'antichissimo al modernissimo - racconta Raffaele Curi - ed è una grande felicità per me il contributo poetico di Jean Nouvel, che accompagna tutta l'ispirazione dello spettacolo, dove "inaccessibile" vuole significare tutto quello che misteriosamente ci accarezza e, come dice Albert Einstein, nella scritta che apparirà sui muri del teatro, "la mente intuitiva è un luogo sacro, la mente razionale è un fedele servo, la nostra società onora il servo e ha dimenticato il dono". La performance teatrale - conclude Curi - si chiuderà con un mistero dedicato al Vaticano".

Spettacolo

Due i palchi, con le scenografie create da Jean Nouvel, al suo debutto nel mondo del teatro, dove si muoveranno, fra luci, colori e proiezioni inaspettate, una Medea di Euripide, interpretata da Francesca Benedetti, vestita con un inedito costume realizzato dal premio Oscar Danilo Donati che la fa somigliare ad una geisha giapponese, e Alessia Caruso Fendi, figlia di Alda, che grida ai giovani "va bene Internet, ma bisogna tornare a scrivere a mano". In scena anche Alessio Raimondi, Laura Gigante, Valerio Pentasuglia, Massimo Giammarco e Aldo Marinucci.

Alda Fendi

"L'incontro con Jean Nouvel racconta Alda Fendi, presidente della Fondazione è stato illuminante, ha prodotto in me un miraggio di perfezione architettonica e artistica. Lavorare con lui è un evento eccezionale, dopo che, nelle precedenti edizioni di questi "Esperimenti di Quaresima", che vengono sempre rappresentati prima della Pasqua, hanno lavorato con noi star dello spettacolo internazionale come Vincent Gallo, Roberto Bolle, Dominique Sanda, Angelique Kidio ed i Village People".

 

Fausto e Lella Bertinotti

LETTERA APERTA ROBERTA LOMBARDI, ESIMIO CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEL MOVIMENTO 5 STELLE

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DAGOREPORT

Roberta Lombardi capogruppo alla Camera del Movimento Cinque Stelle arriva in Senato per il vertice tra il Movimento e il Pd jpeg

Gentile dottoressa Lombardi, esimio capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle,

sorvoliamo sulle Sue valutazioni relative a questo sito poiché non vogliamo ancora affermare che alla fine voi grillini non avete conoscenza nemmeno della rete web (magari per Lei e' così, non per gli altri suoi colleghi) e sulle incompatibilità una mano ve la diamo, sempre a patto che voi cominciate ad avere attenzione agli sprechi veri della casta sapendo distinguere dai costi della democrazia che sono altra cosa.

Sorvoliamo anche sul Suo proposito di trovare materiale attraverso la Rete poiché sulla materia le competenze migliori sono ovviamente proprio accanto a voi, in Parlamento. Voi stessi, parlamentari dell'M5s, dovreste essere punto di riferimento per la Rete, non il contrario.

Eccole dunque un Bignami delle incompatibilità e, visto che ci siamo, anche delle ineleggibilità:

1. Le incompatibilità e le ineleggibilità sono regolate dalla Costituzione all'articolo 122, dalle leggi e dai regolamenti della Camera e dei consigli regionali. Ma anche dal buon senso e dalla serietà del comportamento dei singoli: Matteo Salvini, eletto alla Camera, essendo parlamentare europeo si è dimesso il primo giorno utile, il 15 marzo, e in tal caso l'Aula ne prende solo atto. Così ha evitato di incassare doppi benefit, doppie indennità e prebende varie.

mario mantovaniGRILLO LOMBARDI CRIMI

2. I regolamenti di Camera e Senato differiscono in materia.

3. Se l'incompatibilita' interviene dopo la proclamazione a deputato o senatore, per esempio per la nomina ad assessore regionale, essa si può subito accertare d'ufficio, dandone comunicazione all'Aula insieme alla decadenza da parlamentare: in questo caso infatti è chiara la volontà dell'eletto di dedicarsi a tempo pieno ad altra attività incompatibile, appunto quella di assessore regionale come nei caso di Mario Mantovani (Pdl) ' vicepresidente e assessore alla Sanita' della Regione Lombardia e senatore tuttora in carica; Gianni Fava, Lega Nord, assessore regionale all'Agricoltura della giunta Maroni; Massimo Garavaglia, Lega Nord e assessore allo Sviluppo e Bilancio della Lombardia, senatore in carica.

Roberta Lombardi e Vito Crimi in conferenza stampa

4. Altra questione e' se le incompatibilità sono pregresse, se cioè un consigliere regionale o un assessore regionale si candidano al Parlamento e vengono eletti. In questo caso in effetti nelle pieghe delle procedure e delle norme regolamentari dei due rami del Parlamento si possono guadagnare anche tre mesi prima di dimettersi, con tanto di doppie indennità e quant'altro.

Il punto e' questo: non vi pare che di queste furbizie ne abbiamo tutti le tasche piene e che spetterebbe a voi di fare i diavoli a quattro per ottenere dai Segretari generali di Camera e Senato un'azione più energica e risolutiva in tempi brevissimi, mettendo in mora i rispettivi uffici di presidenza e protestando vivamente presso i capigruppo dei partiti cui appartengono gli incompatibili per porre fine a questo scandaloso comportamento che beffa la pubblica opinione, le regole, il buon senso.

NICHI VENDOLA DA FAZIO

Gentile dottoressa Lombardi, vi sembrano motivi sufficienti per mobilitarvi con determinazione?

Grazie per la Sua alta attenzione

Ps. Tra gli incompatibili, solo per segnalarLe i casi piu' emblematici, vi sono due presidenti di regione, Vendola Nichi e Cota Roberto, tre vicepresidenti di regione, una decina di assessori e consiglieri regionali.

Cota tira la fune

 

CINQUE STELLE CADENTI: LA DECRESCITA (IN)FELICE DI PARMA

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Antonio Amorosi per "Il Foglio"

grillo e pizzarotti

Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle sono stati espliciti con Giorgio Napolitano. "Siamo il primo partito per numero di voti, per questo chiediamo l'incarico di governo". Lo hanno ripetuto (anche se l'affermazione non è esatta, il primo partito è il Pd) i capigruppo di Camera e Senato, Lombardi e Crimi.

E il comico lo ha rimarcato alla tv turca "Con noi 5 anni più poveri ma poi felici" ripetendo il mantra di un governo immaginifico nelle sue mani e del cofondatore Gianroberto Casaleggio. Per una politica che "cambierà il mondo". E allora siamo andati a Parma, nella città di 177 mila anime che il Movimento già governa con il sindaco Pizzarotti dopo un exploit che ha attirato gli occhi del pianeta.

BEPPE GRILLO E PIZZAROTTI

Come potrebbe essere l'Italia gestita dal Movimento 5 stelle? Il paese è un po' come Parma, un territorio ricco di cultura, dalla grande complessità e dalle molte sfaccettature, sostanzialmente agiato e colto ma sommerso dai debiti e dalla crisi economica. Sovrastata dalle inchieste della magistratura la città ducale è sulla cresta dell'onda dei media da anni, passando da uno scandalo all'altro;

dal caso Parmalat all'arresto dell'ex sindaco Pietro Vignali sembra non essersi fermata un giorno. Dopo il commissariamento e la scoperta degli 870 milioni di debito (tra comune e società partecipate) i cittadini hanno deciso di mandarli tutti a casa, i politici, e provare un'altra strada: votare il Movimento 5 stelle con Federico Pizzarotti, a furor di popolo, appoggiato anche dalle categorie produttive.

grillo e pizzarotti

Tutta la campagna elettorale della città è stata incentrata sulla chiusura o meno del nuovo inceneritore, visto dalla popolazione come un pericolo per il proprio benessere. Infatti Parma è anche sede dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (l'Efsa) ed è il centro di una produzione diffusa e di eccellenza. In campagna elettorale tutto sembrava facile, "no all'inceneritore", "lo chiuderemo", "non serve un altro impianto", ripeteva Pizzarotti, classe '73, faccia pulita da bravo ragazzo, ghigno televisivo di chi ha la parlantina facile.

GRILLO LOMBARDI CRIMI

E così le promesse elettorali sulla salute o quelle di abbassare le tasse, non usufruire di dirigenti a contratto, spalmare il debito su 20 anni, ridurre le rette per gli asili e tante altre amenità prendevano forma per far rinasce il comune. Ma a distanza di un anno la musica sembra mutata. Girovagando un weekend tra i negozi e le strade che furono dell'ex imperatrice Maria Luigia D'Austria si nota un clima plumbeo, di depressione diffusa.

CRIMI E LOMBARDI

Sarà un caso, sarà la crisi e l'ansia del mancato arrivo della primavera ma si notano le strade centrali semivuote anche il sabato pomeriggio. "Non ha visto che facce ci sono in giro? Viviamo in una specie di limbo. Non si sa bene che succederà. Abbiamo provato a cambiare ma questi di adesso non fanno granché, è tutto come prima", ci ripete una piccola commerciante di via Garibaldi poco distante dal Teatro Regio.

Beppe Grillo

Il benessere sprizza ancora dai vestiti dei ragazzi che si fermano davanti alle vetrine e dalle strade lastricate di lucido senza neanche un cicca in terra. Ma la città sembra vivere calata in un limbo. La crisi economica è arrivata anche qui. E forse qualcosa di più. "Di promesse Pizzarotti ne ha mantenute ben poche", ci racconta Fabio Manenti che segue la quotidianità del comune per il Mattino di Parma.

"Parma è una città piegata in due, con una forte chiusura delle attività produttive. I costi delle abitazioni sono rimasti proibitivi e il sistema di tassazione è particolarmente duro: un disastro". "Aspettiamo, forse con la primavera succede qualcosa" allarga le braccia un'altra commerciante che svolge le attività nei pressi del complesso polifunzionale Barilla Center.

PIETRO VIGNALI ARRESTATO

Pizzarotti, votato per la chiusura del nuovo inceneritore, si ritrova con l'inceneritore aperto e fra qualche settimana a pieno regime; Parma paga i rifiuti 168 euro a tonnellata, il 50 per cento in più della media regionale; con l'inceneritore si sarebbe dovuta abbassare la tassa procapite che invece è aumentata. E se sbagli a differenziare i rifiuti la multa è salata, anche 150 euro a colpo.

Le tasse comunali sono state portate al massimo. Le rette scolastiche a cifre esorbitanti (una famiglia con reddito Isee di 32 mila euro rischia di pagare per due figli al nido anche 1.300 euro al mese). Di spalmare il debito sui vent'anni non s'è n'è fatto nulla perché le banche già coprono gli altri debiti delle partecipate e non sono disponibili a dilazionare ancora. Poi si sarebbero dovuti fare dei referendum senza quorum per far decidere ai cittadini quali opere completare e quali no e in che ordine.

Ma a cose fatte Pizzarotti ha scoperto che costano troppo. Anche la strada dei sondaggi online è risultata un mezzo bluff, quello con più votanti ne aveva 500. L'eliminazione dei 48 dirigenti a contratti con la promessa di nessuna nuova assunzione ha prodotto il contratto per 7-8 nuovi dirigenti. Solo che al posto dell'urbanista ha preso vita l'esperto di "decrescita felice."

Dulcis in fundo il taglio delle indennità aggiuntive in busta paga per gli incarichi "disagiati" (poliziotti municipali, messi comunali, ma anche addetti dei servizi domiciliari ad anziani e portatori di handicap) che il sindaco taglia escludendo i sindacati.

CINQUE STELLE ALLA CAMERA

Tra pianificazione e contraddizione

Piccole attività amministrative di provincia senza visione e senza prospettiva. Non proprio un governo immaginifico come declama Grillo nelle sue interviste. E la città nei confronti del sindaco si è a dir poco raffreddata. Un internauta parmense ci fa notare che "i complimenti sulla pagina Facebook di Pizzarotti arrivano principalmente da persone che non sono di Parma.

FEDERICO PIZZAROTTI CON LA MOGLIE CINZIA

"Ti vorremmo come sindaco a Torino, ti vorremmo sindaco a Roma", frutto più della visibilità mediatica che della sostanza di amministratore". "E' calato un clima di austerity senza speranza" ci confida l'ex sindaco Elvio Ubaldi, già in conflitto con il precedente amministratore del centrodestra Vignali. "E' stato un anno di mancanza di iniziative in ogni settore.

Al di là della crisi e dello sperpero di denaro che c'è stato prima, non c'è dubbio, non hanno messo neanche in moto una loro visione, diversa. Sono totalmente inattivi. Parlano di decrescita felice. Ed è felice perché alle riunioni semi deserte con i cittadini in quartiere c'è lo psicosociologo che ti fa compilare il questionario?". Ma nel magma di contraddizioni il Movimento 5 stelle di Parma qualcosa ha fatto.

Per poter salvare il debito di un centinaio di milioni di STT (Stazione Ferroviaria), una macropartecipata del comune che gestisce 8 sotto-partecipate che si occupano dei cantieri, l'amministrazione ha chiesto un prestito alle banche. Il comune non ha più niente. Per poterlo fare Pizzarotti ha offerto in pegno le azioni di Iren, la municipalizzata che gestisce l'odiato inceneritore e che incassa ricavi.

Pizzarotti

"Da una parte urlano tutti i giorni per la chiusura dell'inceneritore dall'altra utilizzano le azioni di Iren dandole alle banche. Mi spiega dove è il senso?" chiede un ambientalista dei comitati cittadini. Nicola Dall'Olio, ecologista Pd sostiene che Iren ride due volte: "Il Movimento 5 stelle garantisce a Iren la pace sociale. Se fossimo stati noi al governo della città, oggi in piazza sarebbero scesi tutti a protestare, creando del dissenso e invece adesso non ci sarà nessuna manifestazione".

Pizzarotti

Tutto sembra adagiarsi sulla gestione ordinaria. E ai parmensi farà poco ridere l'impreparazione di Pizzarotti apparsa al programma Le Iene quando afferma che "Kabul è in Iraq e Medvedev fa parte della Commissione Eu". "Ma di che nazione può essere Medvedev?" chiede la giornalista e Pizzarotti azzarda: "Ce la giochiamo sulla Russia?".

La Russia, secondo Pizzarotti, fa parte dell'Unione europea! I cittadini hanno votato 5 Stelle perché erano arrabbiati con quelli che governavano prima. Il prodotto però sembra una politica senza azione. Lo star fermi in attesa di qualcuno che porti la salvezza. Come se il comune fosse un grande condominio. Non ci sono i soldi e non si fa niente.

PIZZAROTTI IN COLLEGAMENTO CON MATRIX DI ALESSIO VINCI

Un'amministrazione naif che si chiude nella gestione delle piccole cose senza una visione di rilancio della città. Si dice tanto che è in corso un'esperienza nuova che può portare a qualcosa di imprevisto. Ma per avere il nuovo occorre pianificare, avere la forza delle competenze e soprattutto una visione. Con Pizzarotti e la compagine a 5 stelle sembra lontana anni luce.

 


ADESSO MAGDI ALLAM DIVENTA ‘CRISTIANO EMERITO’?

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Annalena Benini per "Il Foglio"

MAGDI CRISTIANO ALLAM

Magdi Allam si è dimesso. In un lunghissimo articolo pubblicato ieri dal Giornale ha spiegato il senso di una fine, le ragioni dell'addio. I motivi per cui, dopo cinque anni, non può restare un minuto di più: non in un giornale (dal Corriere della Sera si era già dimesso), non in un movimento politico, non in un incarico professionale, non in un matrimonio, ma nella chiesa cattolica, in cui era entrato con grande solennità da poco tempo.

E' stato battezzato nel 2008, durante la Veglia pasquale, da Joseph Ratzinger, e da allora ha aggiunto a Magdi il nome Cristiano, e scritto un libro intitolato: "Grazie Gesù". Adesso, come nelle storie d'amore, dice basta, con "sofferenza interiore", ma con decisione irrevocabile e il ricordo di ciò che è stato: "Sono stati cinque anni di passione".

BATTESIMO MAGDI ALLAM

Il disamore di Magdi Allam sembra nascere dal fatto che non è riuscito a convertire la chiesa cattolica al magdicattolicesimo, a farla a sua immagine, a regalarle le sue battaglie e a diventarne il portavoce unico, come fosse un movimento politico, come fosse "Io amo l'Italia", da lui creato nel 2009, "che si fonda sul primato dei valori non negoziabili".

Magdi Allam, preda forse di un soprassalto di narcisismo un po' megalomane, di un senso profetico dell'esistenza, ritiene che questo nuovo Papa non gli si adatti, è indignato perché crede che Benedetto XVI sia stato gettato in fretta nel dimenticatoio della storia, e pensa che la chiesa sia diventata troppo buonista e relativista, nonostante l'Allam-mano tesa, l'Allam-schiena dritta, le Allam-invettive: la chiesa non dichiara guerra all'islam ma anzi lo legittima come vera religione, e ritiene che l'intera umanità debba concepirsi come un insieme di fratelli e sorelle.

MAGDI ALLAM SUL PALCO DEL MOVIMENTO DI ZAMPARINI CON ILARIO DI GIOVAMBATTISTA jpeg

Per Magdi Allam si deve essere buoni, sì, ma soltanto con i connazionali che abbiano tutti i documenti in regola, un lavoro, un patrimonio: tutto il resto è "buonismo" inaccettabile che esula da "Ama il prossimo tuo" (prossimo, nel magdicattolicesimo, va quindi inteso come "italiano"; a tutti gli altri penserà la selezione naturale) e Allam è certo che Gesù disapprovi tutto questo globalismo compassionevole.

Ma l'offesa maggiore, proprio una mancanza di rispetto nei confronti di Magdi Allam, è stata la rinuncia di Joseph Ratzinger, che lui aveva eletto come suo personale Papa, perdonandogli perfino la terribile volta, prima del suo battesimo (era il 2006), in cui Benedetto XVI pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca a Istanbul. Magdi Allam riuscì a superare quel gesto (vicino alla "follia suicida" a causa della quale Giovanni Paolo II si spinse fino a baciare il Corano, nel 1999), e come lo ripaga adesso Ratzinger? Andandosene a Castel Gandolfo, e abbracciando il nuovo Papa, entrambi vestiti di bianco.

MAGDI ALLAM

Magdi Allam si è sentito tradito, accantonato: "Ed è proprio nel momento in cui attorno a me viene sempre meno la presenza di testimoni autentici e credibili, in parallelo alla conoscenza approfondita del contesto cattolico di riferimento, che è vacillata la mia fede nella chiesa".

Magdi Allam era pronto per un papato di nicchia, fondato sulla convinzione che bisogna essere gentili solo con i vicini di casa, è per questo che ha scelto lo scisma? Ora cerca casa, "da uomo integro nell'integralità della mia umanità", che pretende una chiesa su misura, un Papa preferito con un preciso programma politico. Il rischio è che Magdi Cristiano Allam fondi anche un nuovo movimento religioso.

MAGDI CRISTIANO ALLAM E SIGNORA

 

CAMERIERE, C’È CARNE DI CAVALLO NELLA MIA POLIZZA - LE PERDITE DI TELCO SCARICATE DA GENERALI SUGLI ASSICURATI

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Nicola Porro per "Il Giornale"

mario greco generali

Oggi vogliamo indagare su quanta carne di cavallo ci hanno spacciato nelle nostre polizze vita. Beh la storia la conoscete. È successo un gran casino per una piccola percentuale di carne equina (meno dell'1 per cento) ritrovata nei ravioli e nei tortellini di manzo della Buitoni del gruppo Nestlè.

I prodotti finanziari non sono proprio dei tortellini, ma spesso vengono trattati come tali e dentro ci mettono di tutto. La prova è avvenuta grazie alla pulizia (parziale) che il numero uno delle Generali, Mario Greco, ha iniziato a fare sulle sue polizze vite. Più che sue, sono nostre. Vediamo cosa abbiamo scoperto. Nel 2007 le Generali si sono trovate in mano circa il 4 per cento di Telecom Italia. Con l'uscita di scena di Marco Tronchetti Provera fu all'epoca costituita una scatoletta societaria (Telco) non quotata in cui vari azionisti (tra cui Generali, ma anche Mediobanca e Intesa) impacchettarono i propri titoli Telecom e che con poco più del 20 per cento ha permesso di controllare la società di Tlc.

Generali

Che cosa pensarono gli amministratori dell'epoca del Leone di Trieste: piazziamo piccole dosi di cavallo (cioè di azioni non quotate Telco) nelle nostre gestioni. È così che nelle polizze sottoscritte dagli assicurati Generali entrarono questi titoli. Dal 2007 ad oggi, l'investimento Generali si è rivelato molto sfortunato: e da 1,3 miliardi di euro iniziali, la quota oggi vale circa 250 milioni. In cinque anni è stato bruciato un miliardo di euro. Ma il punto vero è che questa perdita non l'hanno subita gli azionisti di Generali, ma i sottoscrittori di polizze.

Greco, pochi giorni fa, ha reso la cosa esplicita. Le azioni Telco (che rappresentano il valore delle Telecom quotate) sono state per l'ennesima volta svalutate per circa 290 milioni da Generali. Ma solo 148 milioni di rettifica sono state fatte dal gruppo assicurativo. Il motivo è semplice: solo metà della partecipazione era scritta nel patrimonio della compagnia, il resto era nelle gestioni separate, per cui non è necessaria una svalutazione. O meglio le perdite se le subiscono i detentori delle polizze.

Le Generali, sentite dalla Zuppa, sostengono che circa il 75 per cento della carta Telco sia stata nel passato piazzata nelle gestioni e il restante tenuta a patrimonio. La nuova gestione afferma inoltre che ha correttamente ripreso parte di queste azioni e spostate dalle gestioni a patrimonio: e oggi si è così ridotta la quota delle Telco in capo alle gestioni al 50 per cento.

TRONCHETTI PROVERA

Qual è la morale di questa storia? Semplice la più importante compagnia assicurativa italiana ha partecipato ad un'«operazione di sistema» (tenere in mani italiane la Telecom) ma l'ha fatta pagare ai suoi assicurati. D'altronde con più di 400 miliardi di masse gestite, un miliardo di Telco-Telecom si possono annacquare. È una piccola dose di carne di cavallo. Ma resta la cattiva pratica. Liberi ovviamente i gestori di Generali di mettere nelle polizze anche investimenti un po' a rischio. Ma ci si chiede per quale dannato motivo gli assicurati debbano pagare i giochetti della finanza italiana.

In tutto ciò (e nella graduale pulizia che sta facendo Greco) c'è anche un aspetto più pettegolo-finanziario. Le Generali sono controllate di fatto da Mediobanca. E il vecchio sistema di governare il capitalismo italiano con piccole quote, poi sindacate, e come abbiamo visto poi spalmate nelle polizze assicurative, è destinato a cessare.

Quando Mario Greco dice che non vuole partecipare più a patti di sindacato dice pure che non è disponibile a comprare posizioni in società solo per garantirne la governance. Sarebbe inoltre auspicabile che Greco ci dicesse con chiarezza e una volta per tutte quanta carta Telco, o di altre società «strategiche», sono state piazzate nelle sue polizze. Avrà il coraggio di farlo?

GIUSEPPE GUZZETTI resize

Ps Ieri sul Sussidiario.net il primo presidente della Regione Lombardia Piero Bassetti a precisa domanda su Maroni ha detto: «Può essere un buon presidente». Un mese fa sul Corriere della sera, il medesimo Bassetti, sosteneva che il piano di Maroni e del Carroccio «è lo stesso che condusse alla Repubblica di Salò», motivo per il quale era indispensabile votare Ambrosoli.

Non c'è osservatore finanziario milanese che, conoscendo bene i rapporti di Bassetti con Giuseppe Guzzetti numero uno della Fondazione Cariplo, non scommetta su un repentino cambio di passo politico della Fondazione azionista di Intesa. A proposito di politica e credito.

 

UN PREMIER ALLO SBANDO. “LE MONDE”: “MONTI E' POLITICAMENTE MORTO PER L’EUROPA”

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1. "LE MONDE": "MARIO MONTI E' POLITICAMENTE MORTO PER L'EUROPA"
Chi l'ha visto negli ultimi giorni dice che Mario Monti è letteralmente nel pallone.
Le polemiche scoppiate dentro il partitello "Scelta Civica" ,messo in piedi in meno di due mesi, hanno messo a nudo la fragilità delle sue ambizioni politiche già soffocate da un narcisismo autolesionista.

MARIO MONTI E LUCA DI MONTEZEMOLO jpeg

L'ultima botta gli è arrivata da Luchino di Montezemolo e dal think tank dei "carini" "ItaliaFutura" con la proposta scritta per mano del "ferroviere" di NTV, Carlo Calenda, di un governo di scopo aperto al centrodestra. A questo punto il Professore di Varese stenta a raccapezzarsi nel gioco dei veti incrociati dove l'unica cosa certa è la montagna di antipatia e di critiche che gli è caduta addosso.

MONTI RICCARDI MONTEZEMOLO

Per reagire di fronte alla valanga delle accuse sull'inerzia del suo governo ha tirato fuori la cartuccella dei 40 miliardi che la Pubblica Amministrazione dovrebbe pagare ai fornitori, ma sono bastate poche ore per capire che si tratta di un jolly fasullo perché ci vorranno settimane prima di passare ai decreti attuativi. Come non bastasse è arrivato il monito di Bruxelles dove la follia degli eurocrati su Cipro ha aperto interrogativi inquietanti sul destino dei depositi che gli italiani prima o poi potrebbero vedere intaccati secondo il modello cipriota.

monti figlia e cane montezemolo

Per il momento la Banca d'Italia non segnala il ritiro dei quattrini dai conti correnti delle nostre banche, ma se andate in qualsiasi filiale sentite che molti clienti stanno chiedendo ai direttori delle agenzie se ci sono cassette libere per mettere al riparo un po' di liquidità.
In questo scenario un presidente del Consiglio, che all'origine del suo mandato ha avuto il merito di frenare il default dei conti pubblici, avrebbe dovuto pronunciare qualche parola rassicurante, ma SuperMario è arrivato al minimo delle sue energie e ha perso per strada anche quella credibilità che gli veniva riconosciuta negli ambienti internazionali.

CARLO CALENDA

La conferma più clamorosa arriva oggi dal quotidiano francese "Le Monde" che dedica questo epitaffio al Professsore: "Mario Monti e' politicamente morto per l'Europa".

cipro bailout laiki

La mano che ha scritto sulla lapide è quella di Philippe Ridet, il corrispondente romano del quotidiano francese che esattamente un anno fa vedeva Monti al posto del lussemburghese Junker. In quel momento il Professore era considerato "l'uomo ideale per guidare le sorti dell'Europa" e questo giudizio generoso arrivava dopo un attacco furibondo che lo stesso "Le Monde" aveva scatenato contro l'accoppiata Monti-Draghi accusati senza mezzi termini di appartenenza alla massoneria internazionale.

GIU' LE MANI DA CIPRO

In quel caso l'articolo partiva dal corrispondente di Londra del giornale parigino, ma il tono era talmente insinuante e malizioso da far pensare che gli umori raccolti nella City sui due SuperMario italiani fossero ben lontani dalla tradizionale compostezza inglese. "Raramente - scriveva "Le Monde" su Monti e Draghi - questi figli della Luce, entrati dentro il Tempio dopo un lungo e puntiglioso processo di reclutamento, tendono a scoprirsi...sono i confratelli, maestri e grandi maestri, chiamati a spandere nell'Universo la verità acquisita nella Loggia".

bankitalia big

L'accusa di "Le Monde" sembrava la vendetta postuma degli ambienti francesi che nel 2004 hanno visto Sarkozy piegarsi davanti al Monti Commissario europeo nel salvataggio dell'Alstom. Quello di oggi invece è un ragionamento più pacato, privo di dietrologie alla Dan Brown, ma ugualmente feroce. Per il quotidiano laico di Parigi l'uomo che si era presentato "come il miglior allievo d'Europa" ha fallito e la sua decisione di salire in politica è terminata con "un fiasco".
Amen.


2. VOLO TURBOLENTO PER COLANINNO: IL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO CONVERTIBILE DI 150 MILIONI È STATO SOTTOSCRITTO DAI PATRIOTI SOLTANTO PER 100 MILIONI DI EURO E AIR FRANCE ALLUNGA I TEMPI
Roberto Colaninno ha buoni motivi per essere agitato.

philippe ridet

Il primo riguarda i conti della sua Immsi, la holding nata nel 2000, a cui fanno capo 50 società tra cui la Piaggio che teme la chiusura del mercato indiano. Ieri sono usciti i risultati 2012 che registrano una perdita per 33,6 milioni contro un utile di 8,5 dell'anno precedente. Dentro il bilancio c'è la patata bollente della quota detenuta in Alitalia che è stata svalutata per 36,3 milioni.

Ed è proprio l'Alitalia la fonte delle maggiori preoccupazioni per l'imprenditore mantovano che nel 2008 ha raccolto l'invito di Berlusconi e di Corradino Passera a guidare la cordata dei patrioti italiani. Purtroppo questi patrioti stanno dimostrando di avere il braccino corto e sperano soltanto di liberarsi delle loro quote. Così salta fuori (come scrive il quotidiano "MF") che il prestito obbligazionario convertibile di 150 milioni è stato sottoscritto dai patrioti soltanto per 100 milioni di euro.

mario DRAGHI E MONTI

Il conto è stato fatto alla mezzanotte di venerdì scorso e a quanto pare nemmeno il tasso di interesse dell'8% e il premio del 30% da riconoscere a chi vorrà convertire le obbligazioni in nuove azioni ,sono riusciti a sedurre una parte dei soci tra cui spicca Salvatore Mancuso, il siciliano titolare del Fondo Equinox che pur essendo vicepresidente della Compagnia ha evitato di mettere le mani nel portafoglio.

ROBERTO COLANINNO

A rovinare il sonno di Colaninno c'è poi il cambio della guardia al vertice di AirFrance dove il presidente Cyril Spinetta ha lasciato la sua poltrona all'altro presidente e direttore generale Alexandre De Juniac. Costui è un manager di 51 anni che dopo gli studi al Politecnico e all'Ena ha lavorato in Thomson, Thales e per due anni (2009-2011) è stato anche capo di gabinetto di Christine Lagarde quando la nobildonna ,piu' abbronzata di Matteuccio Arpe, era ministro dell'Economia francese.

Adesso Colaninno teme che il nuovo presidente sul quale si sono abbattute furiose polemiche giornalistiche per il compenso "indecente" di 900mila euro, voglia allungare i tempi della fusione con Alitalia. Quando a bordo di AirFrance c'era il 70enne Spinetta sembrava che i giochi si sarebbero potuti chiudere a luglio con immensa soddisfazione dei "patrioti italiani". Purtroppo le ultime dichiarazioni del nuovo capo della Compagnia francese non lasciano grandi speranze perché ha già dichiarato che il suo compito primario è di rimettere in sesto i conti di AirFrance.

9op 09 matteo arpe

Per Colaninno ,che da oggi vede volare sulla rotta Fiumicino-Linate anche il colore arancione di EasyJet, c'è il rischio che l'agonia si allunghi.


3. MASSIMO SARMI E STEFANO PARISI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI CONFINDUSTRIALE
Dopo dieci anni di gestione delle Poste, Massimo Sarmi è alla ricerca di un'alternativa.
Il manager di Malcesine dalle orecchie generose sta per arrivare alla fine del terzo mandato nell'azienda dove nel 2000 fu insediato da Gianfranco Fini.

airfrance

Nel casino di questi giorni anche lui e Simona Giorgetti, la professionista che cura l'immagine dell'azienda, hanno difficoltà a capire su quale poltrona può sbarcare un uomo di 64 anni che da ufficiale dell'aeronautica è diventato uno dei protagonisti dell'imprenditoria pubblica. Un contentino gli è arrivato nei giorni scorsi dalla Confindustria dove la Giunta presieduta da Giorgio Squinzi gli ha affidato la guida del Comitato tecnico per lo sviluppo dell'Ict (information and communication technology).

poste italiane sarmi

L'incarico non dispiace a Sarmi che ha trascorso una vita dentro la telefonia e le tecnologie avanzate, ma è stato interpretato come una concessione alle multinazionali dell'informatica che dentro Confindustria vogliono pesare sempre di più.

STEFANO PARISI

E non è mancato chi con una certa ironia ha ricordato il flop clamoroso delle Poste quando i 40mila sportelli sono andati in tilt per colpa del gigante IBM verso il quale Sarmi ha sempre avuto una particolare attenzione.

Ma il più incazzato tra i vari presidenti delle associazioni confindustriali è Stefano Parisi, il manager romano che dopo l'esperienza in Fastweb nel 2011 è diventato presidente di Confindustria Digitale. Tra i due, Sarmi e Parisi, c'era già stato qualche settimana fa uno scontro sulla guida dell'Agenzia Digitale, il nuovo organismo che sta molto a cuore a Corradino Passera e a Fabrizio Barca.

GIORGIO SQUINZI

Adesso Parisi, che conosce le logiche di Confindustria dove nel 2000 il presidente dell'epoca Antonio D'Amato lo nominò direttore generale, ritiene di aver subito uno schiaffo inaccettabile. Nemmeno l'attenzione rivolta alla sua creatura "Kili Tv" che dovrebbe vendere film e programmi on demand, riesce a fargli dimenticare il ruolo di rappresentante del mondo dell'information technology.

In un'intervista pubblicata sul "Corriere delle Comunicazioni" evita di sparare a zero su Sarmi, ma attacca i ritardi con cui l'Europa " per una visione ragionieristica" non favorisce gli investimenti nel settore.

PIETRO SALINI

E con una buona dose di ingenuità sostiene che il governo in carica per l'ordinaria amministrazione potrebbe mettere in campo azioni che favoriscono il passaggio all'Italia digitale.


4. GRAZIE SALINI, LE AGENZIE DI PUBBLICITÀ, COLPITE DAL TERRIBILE CALO DEGLI INVESTIMENTI, OGGI HANNO TIRATO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che le agenzie di pubblicità, colpite dal terribile calo degli investimenti, oggi hanno tirato un sospiro di sollievo.

salini_opa

Su tre quotidiani è apparsa un'elegante inserzione con un pay-off azzeccato ("Costruire Valore") con cui il Gruppo Salini sollecita l'adesione all'Opa di Impregilo. È l'inizio di una campagna per la quale pare siano stati destinati dal costruttore romano 200mila euro, e per le agenzie è il segno di un risveglio del mondo che comprende i grandi gruppi industriali.

Nei giorni scorsi i titolari delle Agenzie più importanti erano rimasti sconcertati dalla corsa al ribasso da parte di aziende che vogliono fare pubblicità. I due casi più clamorosi sono stati quelli delle gare indette da Autogrill e Honda Motor Europe, dove il bando prevedeva un fee talmente ridicolo da mettere in fuga le principali societa' creative che nel corso degli anni si sono gonfiate di royalties".

 

I MOODY'S GIUSTI PER FARSI PRENDERE A CALCI

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I. B. per "il Messaggero"

MOODYS RATING

Una voce non confermata sull'imminente declassamento di Moody's dell'Italia ha trovato terreno fertile ieri, in un mercato già scosso dalle implicazioni gravi del bail-in/bail-out di Cipro e memore dei tagli freschi di firma di Fitch e DBRS sul rating sovrano italiano. Così Borsa e spread BTp-Bund hanno accusato male il colpo, dando credito alle previsioni più pessimistiche.

La tempistica "inopportuna" della retrocessione di Moody's avrebbe dovuto far insospettire sulla fondatezza delle voci: tra oggi e domani il Tesoro affronta aste di BoT e BTp fino a 15,5 miliardi e in questi giorni il leader del Pd Bersani tenta di formare un governo. Ma quattro outlook negativi di Moody's, S&P, Fitch e DBRS non fanno stare i mercati tranquilli: l'Italia è alle prese con un debito/Pil tra i più alti in Europa, che sale invece di scendere, e un Pil che non decolla. Un trend che fa vacillare i rating.

agenzie di rating moodys

Tra le quattro minacce di declassamento, la più preoccupante è proprio quella di Moody's che valuta l'Italia "Baa2", equivalente a "BBB", già un gradino sotto le "BBB+" di Fitch e S&P's (due gradini sotto la "A low" cioè "A-" di DBRS). Moody's colloca l'Italia a due soli notches di distanza dalla "BB+" che apre la categoria dei rating speculativi (non investment grade).

Ieri è corsa voce che Moody's avesse tagliato la sua stima sull'andamento del Pil italiano quest'anno, ma neanche questa è stata né smentita né confermata dal portavoce perché «Moody's non commenta voci di mercato».

fitch ratings

In quanto al rischio di un declassamento immediato di Moody's (nel caso molto probabile non sia stato annunciato ieri notte), l'ultimo rapporto sull'Italia ha chiarito la policy dell'agenzia sull'esito «inconclusivo» delle elezioni italiane che hanno aumentato la possibilità di nuove elezioni e quindi di incertezza politica prolungata. Questo scenario, secondo Moody's, è «compatibile» quindi incluso nel rating "Baa2" e nell' outlook negativo, che tengono conto di un'implementazione delle riforme strutturali e fiscali ad alto rischio.

agenzie rating

Moody's teme che lo stallo delle riforme in un'Italia con debito/Pil appena sotto il 130% e basse prospettive di crescita possa peggiorare il sentiment del mercato e quindi aumentare il costo del servizio del debito (già all'11% delle entrate).

TRIPLA A RATING STANDARD POOR

Tuttavia i tempi non sembrano maturi per una retrocessione immediata di Moody's che dipenderà da: deterioramento aggiuntivo delle prospettive economiche e delle condizioni di raccolta dovute anche a shock europei; difficoltà di implementazione delle riforme; accesso al mercato compromesso al punto da rendere necessario l'aiuto esterno.

 

 

A COS’ALTRO RINUNCERÀ PAPA FRANCESCO? - NIENTE ERMELLINO, NIENTE CROCE D’ORO, NIENTE TRONO E NIENTE APPARTAMENTO PAPALE

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Da "Il Messaggero.it"

L'appartamento di Papa Francesco «è pronto» ma per ora lui resta alla Casa Santa Marta. Lo riferisce il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi. «Stamattina ha fatto capire agli ospiti che convivranno per un certo periodo», ha aggiunto. Bergoglio si è trasferito dalla stanza alla suite 201.

papa francesco

La suite 201. Nella cosiddetta 'suitè 201 a Santa Marta ci sono anche dei salottini e uno studio per lavorare ma in ogni caso il Papa sta usando anche l'appartamento papale per le udienze e la domenica per l'Angelus. Papa Bergoglio «sperimenta questa forma di abitazione semplice e la convivenza con altri sacerdoti», ha riferito Padre Lombardi aggiungendo di non sapere per quanto ancora il Papa resterà nella Domus.

IL PAPA BERGOGLIO IN PULLMAN CON I CARDINALI

I lavori all'appartamento apostolico sono in ogni caso terminati ed è rimasto «così com'era», aggiunge padre Lombardi. A Santa Marta ci sono almeno 120 stanze (quante ne occorrono per i cardinali nei conclavi) e normalmente, quando cioè non si è nella fase di elezione del Papa, una parte è occupata da sacerdoti e vescovi in servizio presso il Vaticano.

Giovedì santo a Casal del Marmo. Confermata intanto, la visita di Papa Francesco al carcere di Casal del Marmo per il Giovedì santo. Il pontefice laverà i piedi a dodici ragazzi ospiti del carcere minorile e «la scelta cadrà su giovani di nazionalità e confessione religiosa diversa», riferisce una nota informativa. La cerimonia della Messa in 'Coena Domini', che sarà celebrata giovedì pomeriggio nel carcere minorile, sarà «una cerimonia estremamente semplice» e questo «per espressa volontà del Santo Padre».

papi

Insieme al Papa concelebreranno il cardinale Agostino Vallini, padre Gaetano Greco, cappellano del carcere minorile. Saranno presenti anche due diaconi. Tra le autorità che saranno presenti giovedì alla celebrazione si segnalano: il ministro di Grazie e Giustizia Paola Severino, il Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile Caterina Chinnici, il comandante della Polizia penitenziaria di Casal del Marmo Saulo Patrizi e la direttrice dell'istituto Liana Giambartolomei.

PAPA BERGOGLIO FRANCESCO GRILLO BY SPINOZA

La cerimonia. I ragazzi presenti nel carcere sono 46, 35 maschi e 11 femmine. Otto sono gli italiani e 38 gli stranieri, per lo più nordafricani e slavi. L'animazione della Messa è stata affidata ai volontari che operano in carcere e a membri di Rinnovamento nello Spirito che animano la liturgia domenicale. Le letture e le preghiere dei fedeli sono invece affidate agli stessi ragazzi ospiti dell'istituto penale minorile. È previsto anche un loro saluto al Papa e uno scritto redatto sempre da loro.

 

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