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IRRISI E BEATI: IL FALO’ DELLE VANITÀ DEI POLITICI IN TV

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SDM per "Il Foglio"

parlamentari del M5S

Si sa, è primavera, ma loro come fogliame d'autunno stanno: tremuli e provvisori. Così, invece di darsi una regolata, i politici si danno l'ennesima zappata sui piedi - o più prosaici (utili?) calci altrove. E' che sono vanitosi, i poveretti, terribilmente vanitosi, insopportabilmente vanitosi.

Pur di apparire - la vanità stessa impedisce di avvertire il danno che causa loro proprio il mostrarsi - tutto fanno: torte in faccia in televisione, canto e ballo, si fanno intervistare da gente con costumi coperti di soldi, si fanno urlare in coro da tre tipini (a televisiva sfottente indignazione, un po' grillini antemarcia e un po' sorcini post Renato Zero), dopo aver risposto a certe domande, "questa è proprio una ca..., una vera cazza..., una gigantesca strepitosa cazzata!", e giù risate, così da essere scorticati e sfottuti, e quasi sempre in silenzio restano, senza pelle e senza fiato e un po' pure senza vergogna - il farsi prendere per il culo come necessario viatico per l'accettabilità sociale.

APRISCATOLE IN SENATO FOTO TWITTER BEPPE GRILLO

Oppure finte interviste con certe figuracce da sprofondare per la vergogna - fatte apposta per farli calare nel ridicolo, e loro nel ridicolo si rotolano beati, con improbabili successive giustificazioni: andavo di fretta, non avevo capito, mi sono spiegato male... Sarà che hanno la coda di paglia, i politici.

Grillini entrano alla Camera jpeg

Sarà che molti sanno che poco valgono, e il loro poco valore è spendibile forse solo sul mercato del cazzeggio. Sarà che l'aria che tira questo dice: se vuoi sembrare un politico serio davanti al popolo, un po' buffone per il popolo ti devi fare. Bisogna avere una certa considerazione di sé - considerazione di sé che onestamente non sempre si vede, e non meno onestamente non sempre si pretende - per sottrarsi a questo aggrovigliarsi dove la rassegnazione (ma solo in minima parte) va sottobraccio a vanità sconfinata e insensata.

LUIGI GALLUZZO

Si attrezza il politico di media caratura a patetiche cortesie per la gogna che gli toccherà, per l'abile boia mediatico che lo massacrerà - derisione che auto-ingannandosi spaccerà poi per popolarità: un patetico simpatico. Il misero contentino, nell'èra in cui a un politico non viene riservata la centesima parte della considerazione e del rispetto che toccano a un calciatore discotecaro, a un giornalista pataccaro, a un'attricetta che inciampa persino su "Il pranzo è servito!".

Cane spesso da bastonare (e non sempre a torto da bastonare), che come bestia rassegnata la schiena offre al bastone e intanto grato lecca la mano che il nodoso randello tiene. Adesso si segnalano due nuovi programmi - entrambi con scenografia da barberia, a buona metafora: sapone negli occhi, rasoio sulla gola.

MASSIMILIANO LENZI

Nel primo, "Shampoo per tutti", su TgCom24 Luigi Galluzzo e Massimiliano Lenzi si pongono il seguente quesito - tra la politologia e la tricologia: "Barba o capelli? Meglio lo shampoo, e laviamo la testa alla politica italiana", tutto si svolge presso il capace barbiere Mario, a due passi dalla Camera, con i politici pronti a farsi insaponare e massaggiare il cuoio capelluto, così i due baldissimi cronisti "laveranno la testa" ai nuovi arrivati - sistematizzando l'inedita figura dello sciampista ammonitore.

Poi c'è "Reputescion", su La3, condotto da Andrea Scanzi del Fatto, di suo un po' prezzemolino ma sempre vibrante. Dove l'intento è valutare "personaggi di spicco del mondo della politica, ecc. ecc.", su "base scientifica", cribbio!, "quanto vali sul Web" - se fosse mai possibile farsi una reputazione sul Web. Così, felici, il capo porgono i cittadini politici: sperando nell'altrui pietà, e forse poco fidandosi di qualche loro qualità.

 


NON DEMOLITE LA CASA (SULL’ALBERO) DI DELL’UTRI!

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1. QUELLA CASA ARBOREA
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

LA CASA SULL'ALBERO DI MARCELLO DELLUTRI

Si fa peccato, si fa reato nel pensare che la demolizione della casa sugli alberi nel parco della ex villa di Dell'Utri sul lago di Como, abbattimento decretato dal tribunale per abuso edilizio e alterazione del paesaggio, è un provvedimento eccessivo che assomiglia a uno scempio? La legge è legge, certo; né si tratta di una capannina per il birdwatching, disponendo la costruzione di legno di due piani con una specie di torretta.

Ma almeno in foto sembra bellissima, e l'architettura fiabesca viola l'ambiente quanto può farlo una visione sospesa nel tempo. Spesi la bellezza di 22 mila euri di avvocati, per il suo arboreo capriccio Dell'Utri si è pure beccato nove mesi di condanna, e a caro prezzo ha ormai venduto la villa a Berlusconi. Ma guardando la tree-house nel bosco ci si sorprende a sognarla nazionalizzata, bene pubblico per la felicità di tutti.

DELLUTRI

2. L'ASSESSORE AL TARTUFO
Massimo Gramellini per "La Stampa"

A furia di rinfacciare al Pd il suo tormentato conservatorismo, ci eravamo dimenticati che in Italia esiste una nomenclatura incollata alle poltrone senza sensi di colpa: il centrodestra. Per Lega e Pdl lo tsunami di Grillo è una brezza: non li spaventa, non li riguarda.

SILVIO BERLUSCONI

Il parallelo fra la nuova giunta lombarda e quella laziale è illuminante. In Lazio il democratico Zingaretti ha scelto solo assessori esterni, sei donne su dieci, pescate dall'università, dall'impresa e persino (Lidia Ravera) dai bestseller. Invece Maroni ha infarcito il Pirellone di notabili di partito, con l'eccezione di un canoista, benché da quelle parti il ceto politico non abbia dato ultimamente il meglio di sé. E il suo vicino di macroregione Cota? Ha rimpolpato il governo piemontese con due trombati alle elezioni e un ineleggibile, oltre a essersi inventato un assessore con delega al tartufo.

Possibile che la campana della rottamazione agiti i sonni dei democratici e lasci indifferenti i loro avversari? Qualcuno tira in ballo la differenza fra gli elettorati. Quello di sinistra, più critico e informato, quindi più deluso dalla sua classe dirigente. Quello di destra, più attratto dal carisma dei leader, quindi meno sensibile all'esigenza di cambiare le facce di contorno. Io sospetto invece che gli elettori dei due schieramenti siano esasperati allo stesso modo.

LIDIA RAVERA

Sono i politici del centrodestra a non averlo capito. Convinti di venire sgominati alle elezioni, hanno scambiato la propria sopravvivenza per una vittoria. Tanto da essersi già scordati di avere lasciato per strada 6 milioni di voti, che con un Renzi in campo sarebbero stati molti di più.

3. LECCA LECCA: LA GUERRA DI SAN PIERO E QUELLA DELLA VOLPE
Da "Il Fatto Quotidiano"

ROBERTO MARONI CON LA SCOPA PADANA

"A Piero Grasso non piacciono le interviste fatte in fretta". Inizia così sull'Unità, noto quotidiano indipendente, una dura stroncatura del neopresidente del Senato da parte di un giornalista Rai dalla schiena dritta, Santo Della Volpe, che prosegue implacabile: "Mi colpì molto quando due anni fa mi ricordò ‘lo spirito di servizio' che deve avere il magistrato". Non solo: Egli è alieno a "qualsiasi speculazione di protagonismo".

LUCA ZINGARETTI

C'è, è vero, la sua presa di distanze dai processi ai politici collusi, Andreotti in primis, quando prese il posto di Caselli a Palermo, ma non fu un "arretramento", anzi: "era ed è l'insegnamento di Falcone e Borsellino". Poi ce la mise tutta per indagare su Schifani, ma nonostante l'abnegazione non si "riuscirono a trovare le prove", checché ne dicano le "agenzie del risentimento" che fanno capo a chi? Ma a Travaglio, naturalmente.

PIERO GRASSO

Poi però, appena Grasso lasciò la Procura, furono riaperte le indagini su Schifani. Ma Grasso non ebbe alcuna colpa: era già volato alla Procura nazionale grazie a tre leggi anti-Caselli volute dal Pdl di B. e Schifani. Però Grasso non aveva nulla contro Caselli, anzi: "si alternava con lui allo stesso microfono agli appuntamenti di Libera". E tutti vissero felici e contenti.

 

 

LIBOR-TACCI VOSTRI, ORA RESTITUITE IL BOTTINO!

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1-LIBOR, FREDDIE MAC AVVIA LA CAUSA
Marco Valsania per "Il Sole 24 Ore"

SCANDALO LIBOR

Lo scandalo della manipolazione dei tassi d'interesse da parte delle banche entra in una nuova fase, quella dei grandi ricorsi per danni da parte degli investitori. Freddie Mac, il colosso del mercato immobiliare americano salvato e tuttora controllato dal governo, ha deciso portare in tribunale oltre una dozzina di grandi istituti globali per i danni, potenzialmente multimiliardari, sofferti dallo scandalo di manipolazione del Libor.

LIBOR LIE BOR

Non solo: l'ente ha messo formalmente sotto accusa, per la prima volta dallo scoppio del caso, la British Bankers' Association, ovvero l'associazione privata delle banche britanniche che è responsabile del calcolo dell'indicatore sulla base dei dati riportati da un gruppo di istituti di credito. La Bba, che di recente ha accettato di rinunciare alla supervisione del Libor, avrebbe «partecipato» al complotto per manipolare l'indicatore. E lo avrebbe fatto per motivi pecuniari e opportunistici: le entrate ricavate dall'elaborazione dell'indicatore e il desiderio di non antagonizzare le società finanziarie che la compongono.

BEN BERNANKE jpeg

Gli istituti messi sotto accusa comprendono molte grandi firme: JP Morgan, Bank of America e Citigroup negli Stati Uniti; Deutsche Bank, Ubs e Credit Suisse in Europa. Banche, cioè, che sono state o sono tuttora sotto inchiesta da parte delle autorità federali e internazionali per la manipolazione del Libor, considerato l'indicatore di riferimento al mondo per i tassi di interesse.

Tre gruppi, Ubs, Barclays e Royal Bank of Scotland, hanno finora accettato di pagare sanzioni per circa 2,5 miliardi di dollari allo scopo di archiviare lo scandalo. Ma adesso per tutti loro affiora un altro spettro: quello del moltiplicarsi di riscorsi degli investitori, una trentina negli Stati Uniti - portati a nome di fondi, città e aziende - dai quali potrebbe scaturire una class action su cui è attesa l'opinione di una corte di Manhattan.

L'azione di Freddie Mac, intentata in data 14 marzo presso un tribunale della Virginia, è ad oggi la più eclatante. Anche perché è sostenuta, implicitamente, dal governo americano, il suo azionista di controllo. E perchè potrebbe essere rapidamente seguita da un secondo gigantesco ricorso della società immobiliare sorella, Fannie Mae, che ieri ha fatto sapere di voler considerare un proprio ricorso.

Freddie Mac, da sempre un investitore in bond e swap legati ai mutui e al Libor, nel ricorso ha accusato in dettaglio le banche di aver cospirato per falsare l'indicatore tra il 2007 e il 2010: avrebbero abbassato ad arte il suo valore nell'intento di «nascondere i loro problemi finanziari e gonfiare i loro profitti».

I danni chiesti non vengono specificati, ma alcune stime interne esistono e sono state riportate dal Wall Street Journal. E sono ingenti: Freddie Mac e Fannie Mae avrebbero sostenuto almeno tre miliardi di dollari di perdite a causa della manipolazione dei tassi di interesse.

2- WASHINGTON DECLASSA JP MORGAN
M.Val. per "Il Sole 24 Ore"

DEUTSCHE BANK

JP Morgan ha ricevuto un nuovo «schiaffo» dalle autorità di supervisione del settore bancario americano. Ed è uno schiaffo che lascia il segno: l'Office of the Comptroller of the Currency, parte del Dipartimento del Tesoro, ha declassato al di sotto della sufficienza piena la valutazione dei vertici del grande istituto, un tempo indiscusso modello di gestione nel panorama dell'alta finanza.

Il declassamento, di un gradino, è confidenziale ed è avvenuto lo scorso luglio. È stato però portato ora alla luce dal Wall Street Journal e il giudizio non è nel frattempo cambiato. Il nuovo voto dell'Occ equivale a quello dato a uno studente in difficoltà: «Necessita miglioramenti». Tecnicamente fa parte di un sistema di rating sullo stato delle banche denominato Camels. La «m» sta per management: in una scala da 1 a 5 la credibilità dei dirigenti di JP Morgan è scivolata dal livello 2, vale a dire «soddisfacente», al livello 3, dove più in dettaglio si afferma al contrario che le capacità degli executive e del board «potrebbero non essere adeguate».

Al livello 3, dimostrazione della serietà dell'affronto, erano caduti istituti in affanno durante la crisi finanziaria quali Bank of America e Citigroup, tra il 2008 e 2009. JP Morgan, al contrario, l'anno scorso ha generato profitti annuali record per oltre 21 miliardi e vanta una capitalizzazione di mercato di 187 miliardi di dollari, seconda solo a Wells Fargo. A scottare la banca, però, è stato anzitutto il grave scandalo sui derivati, la cosiddetta Balena di Londra, esploso l'anno scorso: le irresponsabili e aggressive scommesse sono costate all'istituto perdite per oltre 6 miliardi.

BERNANKE jpeg

Il prezzo più alto lo sta però pagando forse oggi: un colpo alla reputazione del chief executive Jamie Dimon e dei suoi collaboratori. Le accuse di inadeguati controlli interni e le pressioni sui vertici hanno continuato a susseguirsi anche prima delle rivelazioni sul rating: nei giorni scorsi hanno avuto luogo dure audizioni al Congresso, che ha pubblicato un rapporto di 301 pagine nel quale il management viene messo sotto accusa per aver ingnorato colpevolmente i rischi. E la Federal Reserve durante i suoi stress test annuali sulle principali 18 banche americane ha approvato solo con riserva i piani di capitale, vale a dire di dividendi e buyback azionari, di JP Morgan, esprimendo preoccupazione proprio per la solidità del management.

La banca ha cercato ieri di lasciarsi alle spalle almeno una controversia: il suo ruolo nel crack del broker Mf Global nel 2011. Ha raggiunto un un accordo da 546 milioni di dollari con i rappresentanti legali dei clienti del broker, di cui era fiduciario. In particolare verserà cento milioni in risarcimenti e rinuncerà a vantare diritti su fondi per 417 milioni depositati presso di lei da MF Global. Jp Morgan restituirà anche 29 milioni di dollari trovati in una linea di credito. Ma per Dimon e i suoi collaboratori il recupero della credibilità sarà una strada in salita.

 

AHI! TECH - UN MILIARDO DI UTENTI PER YOUTUBE, SETTE ANNI DI TWITTER

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia
(Twitter: @andreaandrei_ )

1 - IL NUOVO RECORD DELLA TV "PERSONALE": YOUTUBE TOCCA QUOTA UN MILIARDO DI UTENTI MENSILI

Da "Mashable.com"
http://on.mash.to/161Yyza

YOUTUBE

"Se fosse un Paese, sarebbe il più popolato al mondo dopo la Cina e l'India". Ecco come il team di YouTube ha descritto, in maniera sintetica, quello che è l'ennesimo ma non inaspettato traguardo del social network video.

YouTube ha toccato quota un miliardo di utenti mensili. Considerando che il sito è stato fondato nel febbraio 2005, per arrivare a questo punto ci ha messo poco più di otto anni, proprio lo stesso tempo che Facebook ha impiegato per raggiungere lo stesso obiettivo. Twitter invece, che è stato fondato nel 2006, per ora è "solo" a quota 200 milioni.

"Quasi la metà delle persone che navigano in internet visitano YouTube", ha esultato lo staff del sito, "in un mese superiamo dieci volte l'audience del Super Bowl". E se Facebook ha cambiato il modo di interagire delle persone, YouTube ha invece modificato radicalmente il loro modo di concepire la TV. Il video-social network ha creato la cosiddetta "Generazione C", cioè quella che vede quello che vuole quando vuole, e che quindi fruisce dei contenuti in modo assolutamente personale.

Un'opportunità che poi, grazie ai dispositivi mobili come smartphone e tablet, è diventata ormai un'abitudine.


2 - SETTE ANNI DI CINGUETTII: IL COMPLEANNO DI TWITTER, IL SOCIAL NETWORK CHE HA CAMBIATO LA STORIA DELL'INFORMAZIONE CON 140 CARATTERI

Da "Mashable.com"
http://on.mash.to/YqlndG

COMPLEANNO TWITTER

Come abbiamo appena detto, l'altro grande social network dopo Facebook e YouTube, Twitter, è ancora lontano dal record di visite che fanno registrare i due concorrenti. Ma ciò non toglie che il sito dei 140 caratteri già ha alle spalle una storia importante, che soprattutto negli ultimi tempi è stata costellata di grandi successi.

Twitter, per festeggiare i suoi 7 anni d'età (fu fondato il 21 marzo del 2006), ha pubblicato un video (http://bit.ly/YqgEZy) che riassume la sua storia e i grandi eventi che gli hanno permesso di raggiungere la sua fama, e cioè quelle occasioni in cui il social network si è sostituito ai tradizionali mezzi d'informazione, battendoli sul tempo nel dare le notizie e offrendo un punto di vista sui fatti d'attualità totalmente nuovo e coinvolgente.

Più di 200 milioni di persone si ritrovano su Twitter e oltre 400 milioni di "cinguettii" vengono pubblicati ogni giorno. Il direttore editoriale Karen Wickre ha parlato del social network dei 140 caratteri come di "una grande piazza globale dove poter ascoltare le ultime notizie, poter confrontare le proprie idee e connettersi ad altre persone".

Una delle cose che fa più sorridere è che il video di cui sopra è postato su YouTube. Paradossi della rete.


3 - FRONT "LINE": DAL GIAPPONE ARRIVA LA NUOVA CHAT CHE VUOLE CONQUISTARE L'AMERICA

Da "Bloomberg.com"
http://bloom.bg/Y0htbW

Eppure i tre grandi social network farebbero bene a guardarsi le spalle, perché una minaccia che viene da Oriente incombe sul loro felice predominio.

LINE APP

Dal Giappone arriva infatti "Line", un'app-chat che nel giro di 19 mesi (ha debuttato nel giugno 2011) ha raggiunto i 100 milioni di utenti, battendo anche il record stabilito da Facebook. Lo sviluppatore NHN Japan ha fissato come obiettivo il miliardo di utenti. Jun Masuda, il capo della strategia dell'azienda, ha annunciato che l'intenzione della sua compagnia quest'anno è di conquistare il mercato nordamericano, colpendo al cuore i social network e i servizi di chat più famosi come Facebook, Twitter, WhatsApp e Skype. Non solo, a fargli eco, in maniera anzi ancor più convinta, è il presidente Akira Morikawa, che ha detto come NHN voglia "conquistare il mondo a ogni costo".

La priorità dell'azienda, che quest'anno ha investito circa 224 milioni di dollari solo nel marketing, è per adesso proprio l'espansione, a cui seguirà una quotazione in Borsa e un vero profitto solo in un secondo momento.

L'app di Line è diventata famosa, oltre che per offrire la possibilità ai propri utenti di inviare messaggi ed effettuare chiamate gratuite, anche per le "figurine" di personaggi in stile manga che si possono comprare e allegare ai messaggi.

 

TEODOLI AFFONDA RAI2 A SUON DI PRODUZIONI ESTERNE

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1- TEODOLI PORTA SOLO PRODOTTI ESTERNI IN RAI
Comunicato Rsu Editoriale Cgil

ANGELO TEODOLI

Roma, 21 marzo 2013

Venerdì scorso si è svolta presso la sala degli Arazzi a viale Mazzini la presentazione a Raidue del nuovo Direttore, Angelo Teodoli. Erano arrivate voci su quanto affermato dal Direttore nel suo incontro con il personale di rete a Milano, ma in tutti c'era la curiosità di ascoltare le parole di chi, secondo il parere di molti, era stato chiamato a risollevare le sorti di una rete disastrata sul piano degli ascolti e dei contenuti.

CATERINA BALIVO

Ci si aspettava un discorso motivazionale, come fanno i nuovi allenatori quando sono incaricati di salvare una squadra dalla serie B, invece il Direttore Teodoli in poche frasi ha affermato che a Raidue (anzi in tutta la Rai) non ci sono persone capaci di avere un'idea di programma, che sono ormai andati in pensione quelli che lo sapevano fare e che per rilanciare la rete bisogna puntate sui "factual" che i poveri dipendenti non sanno neanche cosa sia.

benigni dante

Per questo, dopo "The Voice" bisogna affidarsi alle capaci mani delle società esterne, più al passo con i tempi. E poco importa che il Direttore non sappia la differenza tra il sopra e il sotto la linea, tra il personale editoriale e quello del centro: quando gli si chiede perché anche gli assistenti ai programmi, i programmisti e i registi, nonché, naturalmente i produttori non vengano scelti tra il personale Rai, risponde che lo studio è Rai. Quindi siamo una manica di incapaci e prima di tutto lo sono i dirigenti (l'Adrai che ne pensa???) perché l'unico capostruttura capace è stato appena assunto (anche se collaboratore Rai da molti anni). I pochi che hanno provato a ribattere sono stati zittiti.

Ora tutto questo potrebbe anche avere un senso se i prodotti forniti dalle varie Endemol & c. fossero dei successi ma come la mettiamo con il nuovo programma de pomeriggio "Detto fatto"? La prima puntata ha avuto uno share di 5,77, la seconda 4,05 e la terza, ieri, 3,94......Inoltre sappiamo quanto costava la parte editoriale del programma che per anni ha occupato quella fascia ma non è dato sapere quanto costa il prodotto Endemol....

GUBITOSI E TARANTOLA jpeg

Ci chiediamo quindi se oltre al continuo denigrare le professionalità interne o comunque di chi da anni cerca di portare idee, la nuova dirigenza sia capace di fare il suo lavoro o non ci siano altre logiche dietro alle scelte editoriali. E' stato chiesto chi fosse capace di proporre nuovi programmi. Penso che tanti colleghi abbiano da anni idee nel cassetto che non crediamo possano essere peggio di quelle che compriamo a caro prezzo da altri: tiriamole fuori!!!


2- VENERDÌ: TEODOLI PRESENTA "DETTO FATTO" IL NUOVO PROGRAMMA DI RAI2 CON LA BALIVO
Gioia Giudici per l'ANSA - "Scurdammoce 'o passato'' scherza Caterina Balivo, felice di tornare in tv dopo un anno e mezzo di assenza dagli schermi. Scelta come padrona di casa del nuovo programma pomeridiano di Rai2 'Detto fatto', al via il 18 marzo alle 14, la bella presentatrice spiega di non aver vissuto questa pausa "come una penalizzazione", ma ammette: "Da napoletana ci sono rimasta male".

IL NUOVO CDA RAI - TARANTOLA - GUBITOSI

Poi però "in questo anno e mezzo - racconta - mi sono successe tante cose belle, ho avuto la possibilità di godermi la gravidanza e il mio bambino, ho pubblicato un libro che è andato bene, mi sono divertita in radio con Signorini" ed è pure tornata a dare esami all'università, facoltà di scienze diplomatiche internazionale dell'Orientale di Napoli.

Ora le spetta il compito di strutturare il racconto di 'Detto fatto', una trasmissione che, grazie alla presenza di vari esperti, mira a risolvere alcuni problemi posti dai telespettatori, dall'organizzare un matrimonio perfetto con un budget contenuto al perdere peso, ma anche a insegnare come si decora una torta da pasticceria o come si coltiva un orto. Tutte tematiche che - é stato fatto presente durante la presentazione del programma - vengono già affrontate in trasmissioni dedicate sui canali tematici. E allora, 'Detto fatto' non rischia di essere una sorta di compendio di format già visti?

the voice of italy e rtl

"E' il racconto la prerogativa della trasmissione che - risponde la conduttrice - seguirà le persone nel tempo". Così il caso della persona che deve dimagrire sarà affrontato in diverse puntate, e ugualmente i preparativi per il matrimonio della coppia in cerca di ispirazione, mentre le questioni più leggere saranno trattate in maniera più spiccia, ma sempre - spiega ancora Balivo - dando spazio al racconto di vita dei protagonisti.

Rispetto ai programmi sulle reti tematiche, "la differenza - aggiunge il direttore di rete Angelo Teodoli - sta nella confezione, i contenuti non sono poi così lontani". 'Detto fatto' inoltre si inserisce nel "nuovo mosaico di Rai2 - spiega ancora Teodoli - che vede la gente centrale e l'introduzione di un carattere di positività".

giudici the voice italia noemi cocciante carra pelu

Ed è anche "la piattaforma del pomeriggio, che cambia un po' tutto" per catturare il target di riferimento e commerciale delle donne tra i 25 e i 40 anni che, insieme alla Balivo, troveranno 'Tutti pazzi per amore' e 'Army Wives'. Quella pomeridiana "é una fascia complicata, che - mette le mani avanti la bella Caterina - vive di telefilm maschili, dobbiamo imporci e farci conoscere".

A lei il compito di "trattare tematiche di interesse diffuso inserendole in un racconto e in un'atmosfera fattiva e di complicità" come auspicato dal direttore di rete, che ha anche sottolineato come il programma, realizzato in collaborazione con Endemol Italia, veda al lavoro tutte professionalità interne alla struttura, come richiesto dal direttore generale. Se poi 'Detto fatto' andrà bene, in futuro Balivo potrebbe anche tornare in prima serata: "ci ero arrivata con il successo del day time, ci sta ripartire da lì e poi - conclude - è una bella soddisfazione entrare tutti i giorni nelle case degli italiani".

 

“DAVID BOWIE CI HA MOSTRATO CHE, VOLENDO, POTEVAMO ESSERE QUELLO CHE VOLEVAMO”

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VIDEO: LA MOSTRA DI DAVID BOWIE A LONDRA (LAPRESSE)

 

Mostra David Bowie a Londra


1. L'ULTIMO VIDEO DI BOWIE: THE STARS (ARE OUT TONIGHT)

 

 

2. VIDEO: L'EVOLUZIONE DI DAVID BOWIE NEGLI ANNI
http://bcove.me/psdmifrq

MOSTRA DAVID BOWIE A LONDRA FOTO LAPRESSE


3. "DAVID BOWIE È...", UNA MOSTRA A LONDRA CELEBRA IL DUCA BIANCO
(TMNews) - Ci sono i costumi lunari di "Starman", o quelli indossati nella tournée di "Diamond Dogs". Poi foto personali, manoscritti e videoinstallazioni. Tutto il mondo di David Bowie, camaleonte del rock e del costume, è racchiuso in una mostra al Victoria and Albert Museum di Londra a lui dedicata, "David Bowie is...". Nelle sale del museo si respira la vena trasformista e illuminata del Duca Bianco che proprio in questi giorni, a 66 anni, è tornato a scalare le hit britanniche grazie al nuovo album "The next day".

BILL NIGHY

Una videoinstallazione giustappone due volti, il Bowie più solare e quello più scuro, uno loquace, l'altro più cupo e silenzioso. Ma è uno dei tanti passaggi della mostra che gioca con l'ambiguità di questa figura unica di artista, vorace assimilatore di culture e a sua volta creatore di nuove mode.Tra le tante curiosità dell'esposizione, che raccoglie 300 oggetti del Duca Bianco, ci sono le foto dei suoi personaggi preferiti, da Chaplin a Warhol, i manoscritti delle sue canzoni su pezzi di carta e gli strumenti musicali, più disparati, con cui Bowie ha costruito la sua incredibile carriera.


4. LE IDENTITÀ DI DAVID BOWIE IN MOSTRA
Giorgia Scaturro per www.wired.it

Provo un certo nervosismo prima di entrare nel tempio del V&A all'anteprima dell'ultima mostra culto che si chiama ‘'David Bowie is''. Il titolo fa temere le definizioni per questo genio artistico, pioniere dai mille volti, innovatore di suoni e visioni, icona del gusto quanto dello stile più estroso. Potrei andare avanti in eterno con le mie definizioni personali, perché prima di tutto David Bowie è il mio idolo.

David Bowie

Il Victoria & Albert Museum ha messo insieme questa prima retrospettiva internazionale sull'artista con oltre 300 pezzi esclusivi. E David Bowie ha aperto il suo archivio personale prestando il 95% degli oggetti in vetrina, comprese pagine con i testi delle canzoni scritti di suo pugno, bozze di idee, disegni, oltre 60 costumi, fotografie ed i suoi strumenti musicali. Entro per vedere cosa ne è venuto fuori.

SANDRO KOPP E TILDA SWINTON

Non è proprio facile entrare. Un'enorme massa di giornalisti affolla i corridoi del Victoria & Albert Museum cercando di farsi largo tra le veneri di marmo. La mostra è già un record, quasi 50mila biglietti prenotati prima dell'apertura ufficiale il 25 marzo (la chiusura è l'11 agosto).

All'ingresso l'impatto è con la tuta in vinile nero Tokyo Pop, uno dei costumi più appariscenti della sua carriera da trasformista, creato da Kansai Yamamoto per Aladdin Sane. " David Bowie is all around us" -spiega la didascalia sul muro - "David Bowie ci ha mostrato che potevamo essere quello che volevamo".

Da quel punto in poi il percorso si dipana tra un'emozione ed un'altra.

YASMIN LE BON

Cuffie e dispositivo di guida non sono il solito ingombro che ti danno nei musei. Grazie alle istallazioni sonore di Sennheiser, sono la chiave per accedere agli audio che raccontano David Bowie, le sue canzoni, estratti di interviste sul suo processo creativo o su come sono nate le sue canzoni, le sue performance, i pensieri che escono dalla sua voce appena si arriva davanti a un vetro.

David Bowie

Nella prima sala David Bowie è... in crescita. Lui (classe 1947) da bambino a Brixton ed i suoi primi approcci musicali (a partire dal jazz che all'inizio non capiva, ma che si è fatto piacere). In video le band con cui Davie Jones cominciò a suonare a 16 anni. Mentre nelle orecchie risuonano le sue parole: "Ho sempre voluto essere un istigatore di nuove idee, ho cercato di provare tutto ciò che potesse essere uno strumento artistico, ho cercato di essere una rivoluzione fatta uomo".

I curatori della mostra Victoria Broackes e Geoffrey Marsh dirigono il dipartimento di Teatro e Performance al V&A. Tra l'assedio dei giornalisti placco Marsh che mi dà il suo angolo di lettura dell'esposizione, David Bowie è " tutta una costruzione".

PATRICK GRANT E JADE PARFITT

I " David Bowie è" cominciano a moltiplicarsi. Nella seconda sala, è Ziggy Stardust. La depressione politica ed economica dell'Inghilterra inizi anni Settanta lo aveva reso un alieno distopico alla ricerca di nuovi mondi, artistici e introspettivi. Space Oddity lo catapultò al successo, ma in un momento in cui l'Apollo 8 raggiungeva la Luna, il suo Major Tom perdeva contatti con Ground Control.

PAM HOGG FOTO LAPRESSE

L'Istallazione del V&A emoziona facendoci rivedere il pianeta blu con accanto il video di Ziggy che canta malinconico, ed è come se stessimo alla finestra di una navicella spaziale, incorniciata dai testi originali della canzone, memoriabilia dell'epoca ed i costumi indossati dal suo primo personaggio.

Ziggy, o meglio il suo manichino vestito di tutto punto da Freddie Burretti, lo ritroviamo più in là in una bara di vetro. È tempo di essere liberi, anche sessualmente, e così David Bowie è in movimento verso nuovi personaggi "not sure if a boy or a girl". Rebel Rebel, è lì con il suo testo originale, mentre essere a tu per tu con i costumi androgini ci fa sentire come Bowie sia sempre rimasto fedele a se stesso.

NICK GRIMSHAW FOTO LAPRESSE

La collezione di 60 abiti di Bowie che i manichini indossano al V&A sono co-firmati dall'artista e da stilisti come Natasha Korniloff (autrice del celebre Pierrot del video di Ashes to Ashes, che segna la - brutta - fine di Major Tom) Alexander McQueen e Giorgio Armani, testimoni ed interpreti delle trasformazioni di questo cantante, musicista, attore, mimo, pittore, " astronauta dello spazio interiore".

MOSTRA DAVID BOWIE A LONDRA FOTO LAPRESSE

Gli anni in cui Bowie si trasferì a Berlino in cerca di ispirazione e di un po' di anonimato sono curati in una particolare sezione in bianco e nero, dove trovano spazio i dipinti del Duca Bianco, che proprio nella pittura ritrovò lo stimolo a comporre canzoni.

MATT SMITH E ROSARIO DAWSON FOTO LAPRESSE

Dal 1967 ad oggi ha prodotto 27 album in studio e 150 live. Nel corso di questi 47 anni ha cavalcato l'onda dell'innovazione tecnologica e digitale e si è imposto con 140 milioni di dischi venduti, fino a oggi, con l'uscita dopo anni di silenzio di The Next Day.

NOEL GALLAGHER CON LA MOGLIE SARAH MCDONALD

L'epicentro dell'esposizione è un tripudio di musica dal vivo con i video dei tour dell'artista, proiettati su schiere di schermi giganti montati uno sull'altro, in una performance pirotecnica che a tratti lascia intravedere manichini con i costumi di scena originali.

PIXIE GELDOF

L'esposizione londinese è densa e minuziosa, ogni aspetto della carriera artistica di David Bowie trova la sua rappresentanza magistralmente coreografata dai designer (59 Productions e Real Studios). Le ultime due sale sono più intime, una ospita le opere cinematografiche (da Labirinth a L'uomo che cadde sulla Terra, tra i 20 titoli in cui ha recitato) e teatrali (per esempio la sfida dell'Uomo Elefante) anche insieme a Lindsey Kemp, mentre l'altra mostra le immagini dei fotografi internazionali, come Helmut Newton, Herb Ritts e John Rowlands, che hanno subito e ritrasmesso su pellicola il fascino di Bowie.

"Non è un artista ordinario, è sempre presente nella nostra vita, perché ha influenzato gli stili e ha saputo travalicare il confine tra le varie forme artistiche. A volte ci parla con la sua musica, ce lo troviamo davanti nei film e nei video. In questa mostra lo sentiamo vicino perché comunica con noi in una molteplicità di forme ed espressioni. David Bowie is al V&A è diversa da ogni mostra di qualsiasi altro artista" ci dice Motoki Koketsu, ex curatore dell'InterCommunication Centre di Tokyo.

EDIE CAMPBELL E OTIS FERRY

Bowie ha dimostrato che Ziggy non suonava solo la chitarra. David Bowie è ancora l'uomo dei record, forse forever and ever. La mostra del V&A è già quasi tutta esaurito, il suo album The Next day è stato comprato alla velocità della luce arrivando in cima alle classifiche. " Quando ha fatto uscire il singolo Where are we now? nel giorno del suo 66esimo compleanno, ha sorpreso tutti - dice Geoffrey Marsh - È una persona enigmatica, magari un giorno ce lo potremo trovare qui".

E allora, accogliendo l'appello del curatore del V&A, David Bowie è gentilmente invitato a visitare la mostra su di lui.

 

DOUGIE FIELDS PAM HOGG BILL NIGHY

ALTRO CHE “RIPRESINA”: NEL 2013 RECESSIONE (-1,3%) - Milano -0,5%, spread stabile (322) - Affonda Mediolanum (-3,8%)

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1 - SPREAD BTP CHIUDE A 322 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco archivia la seduta a 322 punti base, col tasso sul decennale del Tesoro al 4,58%.

2 - BORSA MILANO DEBOLE, PESANO CIPRO E INCERTEZZA POLITICA, CADE MEDIOLANUM
Reuters - Piazza Affari archivia in moderato ribasso un'altra seduta caratterizzata dai timori legati alla crisi di Cipro.

Wouter Sturkenboom, investment strategist di Russell Investments, traccia quattro scenari possibili per l'isola mediterranea (rinegoziazione del pacchetto di salvataggio, intervento della Russia, uscita dall'Unione Monetaria Europea, temporaggiamento) e conclude: "Teoricamente, considerato il peso di Cipro, non dovrebbe preoccupare quale sarà lo scenario. L'impatto economico diretto sarà trascurabile qualsiasi cosa accada. Ora è in gioco, comunque, il rischio di contagio alla Grecia e al Portogallo, cosi come agli altri paesi periferici, ed è quello che tutti dovrebbero guardare con attenzione. Indicatori di questo contagio sono gli spread sui Cds, gli spread sulle obbligazioni e le quotazioni dei titoli finanziari".

ennio doris

Gli operatori citano anche la perdurante incertezza post-elettorale in Italia alla base della debolezza di Piazza Affari.
In chiusura, l'indice FTSE Mib ha perso lo 0,5% e l'AllShare lo 0,41%, mentre il MidCap ha guadagnato lo 0,51%.
Volumi per un controvalore di circa 1,8 miliardi di euro.

* L'incertezza politica in Italia continua a pesare sullo spread tra i rendimenti di Btp e Bund, e, di conseguenza, sui finanziari, peraltro oggi complessivamente positivi. Il paniere delle banche italiane è salito dello 0,65%. Male UNICREDIT (-1,09%), mentre INTESA SANPAOLO si è mossa in direzione opposta (+0,58).

* Brillante POPOLARE MILANO (+1,63%), che si muove verso la trasformazione in Spa.
* In scia le altre popolari: POPOLARE EMILIA ROMAGNA +2,47%, UBI +2,34% e BANCO POPOLARE +1,19%.
* Deboli MEDIOBANCA (+0,55%) e MONTEPASCHI (-0,59%).
* A picco MEDIOLANUM (-3,81%), affossata, secondo l'interpretazione di trader e analisti, da un utile 2012 inferiore alle attese e dalla dinamica 'sell on news'.
"Qualche broker", spiega un operatore, "sta dicendo di vendere perché Doris ha parlato di utile 2013 attorno a 280 milioni, che è sotto consensus di 290 milioni. Ad inizio anno, però, Mediolanum fa sempre un budget con ipotesi molto caute, quindi 280 milioni è una stima precauzionale".

Sempre Doris, riferisce un trader, "stima una raccolta netta 2013 di 3 miliardi di euro rispetto a 2,2 miliardi del 2012. Nel primo trimestre, la raccolta netta è stata già di 1 miliardo".
Insomma, le vendite che hanno colpito il titolo dovrebbero essere solo temporanee prese di beneficio.
* Male anche l'altro gruppo del paniere principale focalizzato sul risparmio gestito: AZIMUT -2,6%.
* Restando ai finanziari, GENERALI in linea con il mercato (-0,47%) nella giornata in cui ha pubblicato i risultati la controllata svizzera Bsi.
* PARMALAT pesante (-3,79%): ieri, a mercati chiuso, il gruppo alimentare ha pubblicato i risultati.

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

* Segno meno per il lusso/retail. FERRAGAMO (-2,07%) in rosso nella giornata in cui ha pubblicato i risultati dell'anno scorso. In ribasso TOD'S (-1,79%) e LUXOTTICA (-0,69%).
* FIAT (-2,47%) in sintonia con il settore automotive in Europa (-2,2%). Meglio FIAT INDUSTRIAL (-0,87%) ed EXOR (-0,23%). Zoppicante PIRELLI (-1,27%).
* Giornata positiva per A2A (+1,82%): un report di Icbpi indica la municipalizzata come uno dei maggiori beneficiari dello sblocco dei crediti pregressi nei confronti della pubblica amministrazione.

* Fuori dal paniere principale, prosegue la corsa di BIANCAMANO (+5,93%), che dovrebbe giovarsi dello sblocco dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione.
* Riscoperte FINMECCANICA (+1,92%), LOTTOMATICA (+0,96%), ENEL GREEN POWER (+0,2%), SNAM (+0,72%) e CAMPARI (+0,5%).
* In rosso TELECOM ITALIA (-1,53%), nella giornata in cui, secondo due fonti, Telco ha raggiunto un accordo per la proroga del prestito soci da 1,7 miliardi.
* Segno meno per STMICROELECTRONICS (-2,69%), TENARIS (-1,39%) e MEDIASET (-0,91%).

* Tra le small e mid cap, in volo PRELIOS (+5,19%), spinta dalle indiscrezioni di stampa su un accordo con la Feidos di Massimo Caputi.
* Bene CLASS EDITORI (+10,04%), che ha ceduto il 31,25% del capitale di Class Digital Service a Intesa Sanpaolo per 5 milioni.
* Tonica CIR (+4,55%), galvanizzata dal rilancio delle voci su una cessione di Sorgenia.
* MARR sotto pressione (-6,56%) sul collocamento dell'8,27% del capitale.
* Dopo varie sedute con il turbo, ENERTRONICA colpita dalle prese di beneficio: -20%.

gb40 viittorio grilli corrado passera

3 - PIL: GRILLI, -1,3% NUOVA STIMA GOVERNO PER 2013, +1,3% NEL 2014
Radiocor - Le nuove stime del Governo sul prodotto interno lordo del Paese prevedono un calo del Pil dell'1,3% quest'anno (-0,2% la precedente stima) e un ritorno alla crescita nel 2014 con un +1,3 per cento. Il Pil 2012 e' sceso del 2,4 per cento. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Le nuove stime del Governo sul rapporto deficit/Pil prevedono un rialzo al 2,4% per quest'anno e all'1,7% nel 2014. Grilli ha spiegato che l'impatto dei provvedimenti in cantiere per il pagamento dei debiti della Pa portera' il deficit al 2,9% quest'anno. Il debito pubblico, invece, salira' di 20 miliardi quest'anno e altri 20 miliardi il prossimo.

4 - CIPRO: UE RASSICURA MA MOSCA EVOCA TAGLI RISERVE
Claudio Salvalaggio per l'ANSA - La crisi finanziaria cipriota fa tornare il gelo tra Mosca e Bruxelles, proiettando la sua ombra imbarazzante anche nel forum di due giorni iniziato oggi a Mosca tra governo russo e Commissione Ue sulle "potenzialità della partnership" bilaterale. Il premier Dmitri Medvedev parte in quarta bocciando come "totalmente assurda" la proposta europea di tassare i depositi bancari dell'isola mediterranea, principale cassaforte di oligarchi e banche russe per un totale di oltre 20 miliardi di euro.

Medvedev con il vecchio presidente cipriota Demetris Christofias

Il capo del governo russo aveva sparato a raffica anche alla vigilia del meeting, minacciando di rivedere la quota in euro delle riserve russe e usando immagini forti per descrivere il modo con cui la Ue e il governo di Nicosia stanno gestendo la crisi: "un elefante in una cristalleria", una misura paragonabile alle "confische dei bolscevichi ai tempi della rivoluzione d'ottobre".

Naturale che il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso non apparisse oggi completamente a suo agio, nonostante le citazioni colte per sottolineare le comuni radici storico-culturali tra Europa e Russia e le rassicurazioni a Medvedev, seduto accanto a lui con il suo inseparabile Ipad. "Sono molto preoccupato per i recenti sviluppi a Cipro, soprattutto per le conseguenze sui cittadini di Cipro", ha osservato Barroso. "In passato abbiamo risolto problemi più grandi, spero che ora possa essere trovata una soluzione", ha aggiunto, dicendosi " cosciente degli interessi della Russia in questa vicenda".

CIPRO - TROIKA GO HOME

Ciò che più brucia a Mosca, presidente di turno del G20, é il fatto di non essere stata coinvolta e avvertita. La risposta di Barroso è stata franca ma imbarazzante: "la riunione dell'Eurogruppo è finita molto tardi sabato e la decisione è il risultato di un compromesso tra i Paesi dell'Eurogruppo. La Russia non è stata informata perché non lo sono stati neppure i governi europei".

PROTESTE A CIPRO jpeg

"C'é un problema di coordinamento anche tra organismi europei, tra Commissione ed Ecofin", ha sottolineato l'ex commissario europeo Franco Frattini, ammettendo le difficoltà di gestione della crisi anche all'interno di un'Europa che la Russia guarda sempre più con sfiducia e sospetto, con il rischio che si volti verso la Cina: proprio oggi il neopresidente Xi Jinping è arrivato a Mosca per la sua prima visita all'estero, una scelta altamente simbolica. La Russia comunque tiene la porta aperta: Medvedev ha auspicato che l'eurogruppo esamini un piano per Cipro che coinvolga tutte le parti interessate, compresa Mosca, e ha proposto di creare un "sistema di allerta" comune tra Russia e Ue su possibili problemi nell'economia internazionale.

BANCOMAT CIPRO

E mentre Barroso veniva ricevuto da Putin per discutere a quattr'occhi anche di Cipro, a Mosca sono continuate le consultazioni del ministro delle finanze di Nicosia Michalis Sarris per estendere di cinque anni il prestito russo di 2,5 miliardi di euro, tagliando i tassi dal 4,5 al 2,5%. Ma anche per esaminare la possibilità di ricevere altri aiuti finanziari in cambio di quote bancarie e partecipazioni nei giacimenti di gas al largo delle sue coste meridionali. E anche - c'é chi si spinge ad ipotizzare - di una base navale sull'isola.

5 - DEBITI PA: GOVERNO, DAREMO 20MLD IN II META' 2013, 20 MLD NEL 2014
Radiocor - Le misure che il Governo intende adottare per i debiti della Pa sono finalizzate all'immissione di liquidita' nel sistema economico e interesseranno le Amministrazioni centrali, gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale. Gli importi previsti - informa una nota del Governo - corrispondono a circa 20 miliardi nella seconda parte del 2013 e ulteriori 20 miliardi nel corso del 2014. Le misure per l'accelerazione riguarderanno, in particolare: deroga alle spese 2013 per i cofinanziamenti nazionali dei fondi strutturali comunitari.

GRILLI CATRICALA BONDI MONTI GIARDA PATRONI GRIFFI

I debiti degli Enti territoriali (Regioni ed Enti locali) attraverso: un allentamento dei vincoli del patto di stabilita' interno per consentire l'utilizzo degli avanzi di amministrazione disponibili; l'esclusione del Patto di stabilita' delle Regioni dei pagamenti effettuati in favore degli Enti locali sui residui passivi a cui corrispondono residui attivi di Comuni e province; l'istituzione di fondi rotativi per assicurare la liquidita' agli Enti territoriali (Regioni ed Enti Locali), con obbligo di restituzione in un arco temporale certo e sostenibile.

I debiti del comparto sanitario, attraverso la concessione di anticipazioni di cassa, per il pagamento dei debiti relativi a operazioni gia' conteggiate negli esercizi finanziari precedenti ai fini del calcolo dell'indebitamento netto, che verranno successivamente restituite secondo un piano di rientro finanziariamente sostenibile; I rimborsi fiscali pregressi a carico dello Stato, attraverso l'utilizzo delle giacenze di tesoreria.

Obama con Boehner

6 - USA: OK CONGRESSO A LEGGE ANTI-PARALISI AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
Radiocor - Il Congresso americano ha dato il via libera a misure di breve termine per continuare a finanziare le attivita' del Governo fino a settembre ed evitare la paralisi che ci sarebbe stata il mese prossimo per effetto del cosiddetto sequester. Come ampiamente previsto, dopo il via libera del Senato a maggioranza democratica, anche la Camera dei Deputati americana, a maggioranza repubblicana, ha approvato la legge con 318 voti favorevoli e 109 contrari. La legge dovra' ora essere ratificata dal presidente Barack Obama, che ha gia' promesso una rapida firma. La legge non elimina i tagli automatici per 85 miliardi di dollari scattati l'1 marzo nell'ambito del cosiddetto sequester, ma rende meno drastico l'impatto su alcuni settori, per esempio le difesa e assistenza a donne e bambini.

Enrico Cucchiani Giovanni Bazoli Banca Intesa

7 - INTESA SANPAOLO: STUDIA NUOVA OPERAZIONE IMMOBILIARE CON IDEA FIMIT
Radiocor - Intesa Sanpaolo sta pensando a una nuova operazione immobiliare con Idea Fimit sgr con cui nel 2008 aveva definito l'apporto al fondo Omega di asset per 850 milioni. L'operazione, secondo quanto risulta a Radiocor, prevede che la banca ceda alla sgr del gruppo De Agostini una parte dei suoi sportelli che sarebbero conferiti, al loro volta, al fondo Omega per il quale si sta valutando un ampliamento.

La banca, d'altra parte, e' pronta ad acquistare dallo stesso fondo alcuni immobili nell'area centrale di Milano, fra cui quello di via Clerici. Il progetto e' ancora in fase iniziale, ma dimostra la volonta' di Intesa Sanpaolo di affrontare il tema del suo patrimonio immobiliare. Da qualche mese, infatti, anche sul sito internet dell'istituto e' stata aperta una sezione per presentare alcuni asset che la banca intende cedere.

8 - CRISI: BUNDESBANK, TEDESCHI MOLTO PIU' POVERI DI ITALIANI E SPAGNOLI
Radiocor - Le famiglie nei Paesi colpiti dalla crisi in Italia e in Spagna sono molto piu' ricche di quelle tedesche. E anche i francesi dispongono di un patrimonio maggiore. E' quanto emerge da un'indagine della Bundesbank, la Banca centrale tedesca, secondo cui il patrimonio di una famiglia tedesca in media e' pari a 51.400 euro contro i 178.300 euro degli spagnoli, i 163.900 euro degli italiani e i 113.500 dei francesi.

BUNDESBANK

La Bundesbank precisa che nel patrimonio netto rientrano gli immobili, i titoli, le assicurazioni vita e i depositi bancari. Il motivo della grande differenza tra i Paesi e' legato alla proprieta' di case e abitazioni: mentre in Germania la maggioranza dei tedeschi e' in affitto e solo il 44% e' proprietario di case, in Spagna, ad esempio, i proprietari di case sono quasi il doppio. Gli affitti in Germania sono piu' contenuti che negli altri Paesi di Eurolandia colpiti dalla crisi, il che rende meno attraente indebitarsi per acquistare un immobile, s piega la Bundesbank, che nel suo studio rivela anche che la ricchezza in Germania e' divisa in modo molto diverso.

IL QUARTETTO SPREAD - RAJOY MONTI HOLLANDE MERKEL

Circa il 10% della popolazione dispone di quasi il 60% del patrimonio complessivo con una media di 440mila euro. Dopo oltre 20 anni dalla riunificazione tra le due Germanie restano inoltre forti squilibri con il patrimonio netto nei Laender orientali pari a 21.400 euro, ovvero un quarto rispetto alla parte occidentale. Inoltre in Germania est solo un terzo delle famiglie possiede un immobile.

9 - BOLLORE': UTILE NETTO 2012 A 669 MLN, SVALUTA MEDIOBANCA PER 67 MLN
Radiocor - Il gruppo Bollore' ha registrato nel 2012 un utile netto di competenza di 669 milioni di euro contro i 321 milioni nel 2011. L'ebitda e' migliorato del 50% a 750 milioni e il risultato operativo e' in progresso del 39% a 407 milioni. Il risultato finanziario e' balzato a 523 milioni dai 146 milioni del 2011, integrando principalmente le plusvalenza per la cessione della quota in Aegis (387 milioni) e delle tv Direct 8 e Direct Star (255 milioni). La quota in Mediobanca (6%) e' stata svalutata di 67 milioni. Il dividendo proposto e' 3,10 euro, di cui 2 gia' versati a settembre.

Vincent Bollorè

10 - MEDIOBANCA: BOLLORE', RESTEREMO NEL PATTO CON QUOTA ANALOGA
(ANSA) - Il gruppo Bolloré intende restare anche al di là del 2013 nel patto di sindacato di Mediobanca, e prevede che la quota complessiva dei soci francesi resterà all'11% . Lo ha affermato il patron Vincent Bolloré, durante la presentazione dei risultati annuali. "Noi resteremo, e manterremo la nostra quota - ha spiegato - se Groupama (azionista al 5%, ndr.) vorrà uscire, e non lo credo, troveremo qualcuno che li sostituisca".

11 - UNIPOL: UTILE CONSOLIDATO 2012 A 241 MLN, TORNA AL DIVIDENDO
Radiocor - Il gruppo Unipol 'stand alone' chiude l'esercizio 2012 con un utile netto consolidato di 241 milioni di euro, a fronte di una perdita di 93 milioni di euro nel 2011, superando cosi' i 225 milioni di euro, target previsto per il 2012 dal Piano Industriale. Il cda, riunitosi oggi a Bologna sotto la presidenza di Pierluigi Stefanini, ha approvato il bilancio consolidato e il progetto di bilancio del gruppo dell'esercizio 2012 che, a seguito dell'acquisizione effettuata nello scorso luglio, include anche i risultati consolidati relativi al secondo semestre 2012 del Gruppo Premafin/Fondiaria-Sai.

Alberto Nagel e Renato Pagliaro

'I positivi risultati conseguiti nel 2012 - ha dichiarato l'ad Carlo Cimbri - chiudono per il Gruppo Unipol un triennio importante che, grazie all'impegno e alla professionalita' di colleghi e agenti e alle politiche di gestione industriale adottate, ha visto raggiungere, e in alcuni casi superare, gli obiettivi che ci eravamo prefissi con il Piano Industriale'. E questo non ostante 'l'alternarsi di scenari particolarmente turbolenti e incerti, sia sui mercati finanziari che per quanto riguarda il contesto economico italiano'.

12 - UNIPOL: SVALUTA MEDIOBANCA PER 46 MLN, ALITALIA PER 40 MLN
(ANSA) - I 188 milioni di impairment su strumenti finanziari fatti da Fonsai in occasione dell'approvazione dei risultati 2012 hanno riguardato per 46 milioni Mediobanca, per 40 milioni Alitalia, per 13 milioni Generali e per 89 milioni altri titoli. E' quanto emerge dalle slide di presentazione dei conti della controllata di Unipol. Fonsai ha inoltre svalutato per 159 milioni Popolare Vita e per 74 milioni Milano Assicurazioni.

Quanto al ritorno del dividendo (0,15 euro per le ordinarie, 0,17 euro per le privilegiate) i 'positivi risultati conseguiti e la consistente solidita' patrimoniale hanno creato le condizioni per procedere alla remunerazione del capitale'.

13 - PETROLIO: CHIUSA OPERAZIONE TNK-BP, ROSNEFT NUMERO UNO MONDO
(ANSA) - Rosneft ha finalizzato oggi l'acquisto della rivale Tnk-Bp, diventando così la prima compagnia petrolifera al mondo per capitalizzazione. Annunciata ad ottobre, l'operazione valorizza la joint venture russa TNK-BP 55 miliardi di dollari. La società, controllata dalla British Petroleum e da un gruppo di oligarchi russi riuniti nel consorzio AAR, è sempre stata estremamente redditizia, ma negli ultimi anni aveva risentito pesantemente degli attriti tra i due azionisti che avevano deciso da tempo di rompere la loro alleanza.

ROSNEFT

Per il 50% di BP, Rosneft (controllata al 75% dallo Stato russo) ha versato 12,5 miliardi di dollari in contanti cedendo ai britannici anche il 20% del proprio capitale. AAR, che detiene il restante 50%, ha ricevuto invece 27,8 miliardi di dollari. Per il settore energetico si tratta della transazione più grande dopo la fusione da 73,7 miliardi di dollari tra Exxon e Mobil nel 1999. "L'operazione è stata importante, complicata e complessa" ha commentato il presidente russo Vladimir Putin, che ha ricevuto nella sua residenza nella periferia di Mosca i numeri uno di Rosneft, Igor Sechin, e di BP, Robert Dudley.

Con l'integrazione di TNK-BP, la produzione di petrolio di Rosneft, ha indicato Sechin, salirà nel 2013 a oltre 206 milioni di tonnellate, pari a 4,1 milioni di barili al giorno. Una quantità che non ha uguali tra le grandi società petrolifere quotate in Borsa, ma che resta ancora distante da alcune compagnie gestite dagli Stati sovrani, come la saudita Aramco che pompa 10 milioni di barili al giorno. La produzione di gas è invece prevista a 47 miliardi metri cubi.

 

L’ULTIMA FIGURA DI MERDA DEL GOVERNO MONTI: I DUE MARÒ RISPEDITI IN INDIA!

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Ansa.it

DE MISTURA

I due marò partiranno stasera per l'India. Lo ha assicurato il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura precisando che il governo indiano ha garantito che non ci sarà la pena di morte nei loro confronti.

I DUE MARO GIRONE E LATORRE

Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l'assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai maro' e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha deciso che torneranno in India domani.

Oggi, si legge in una nota di Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Mario Monti, insieme al Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e al Sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura, ha incontrato i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane.

DANIELE MANCINI TRA SALVATORE GIRONE E MASSIMILIANO LATORRE jpeg

La posizione del Governo era stata definita in mattinata in un'apposita riunione del CISR (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) presieduta dal Presidente Monti, alla quale hanno partecipato i Ministri degli Affari Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata, dell'Interno Anna Maria Cancellieri, della Giustizia Paola Severino, della Difesa Giampaolo Di Paola, dell'Economia e Finanze Vittorio Grilli, dello Sviluppo Economico Corrado Passera, i Sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni De Gennaro.

MARIO MONTI E TERZI DI SANTAGATA A NEW YORK jpeg

Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l'assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali.

Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha ritenuto l'opportunità, anche nell'interesse dei Fucilieri di Marina, di mantenere l'impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I Fucilieri di Marina hanno aderito a tale valutazione.

MARO' - I FAMILIARI DEI PESCATORI MOSTRANO IL DOCUMENTO ITALIANO CONNO ALL'INDENNIZZO L'IMPEG

I due Marò partiranno stasera per l'India accompagnati dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, risiederanno nell'ambasciata italiana a New Delhi e avranno "libertà di movimento". Lo ha assicurato lo stesso De Mistura aggiungendo: "potranno anche andare al ristorante se vogliono".

SILENZIO E DOLORE IN CASA LATORRE - "Non possiamo e non vogliamo dire niente. E' una cosa troppo grande". Così i familiari del marò Massimiliano Latorre rispondono al telefono a fatica per chiudere subito dopo la chiamata. Non hanno voluto commentare quindi la notizia data da Palazzo Chigi che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone torneranno in India.

GIORGIO NAPOLITANO

'NO COMMENT' DA MOGLIE GIRONE
I familiari dei due marò pugliesi, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, finora non hanno voluto fornire alcuna dichiarazione ai giornalisti dopo che Palazzo Chigi ha comunicato il rientro in India dei due fucilieri del Battaglione San Marco. Sia la moglie di Girone, Vania, sia la sorella di Latorre, Franca, hanno riagganciato il telefono al cronista dell'Ansa che chiedeva loro una dichiarazione.

TERZI DI SANTAGATA IN COPERTINA SU SETTE DEL CORRIERE DELLA SERA

NAPOLITANO SENTE MARO',APPREZZO SENSO RESPONSABILITA'
Giorgio Napolitano ha espresso a Massimiliano Latorre l'apprezzamento per il senso di responsabilità con cui i due marò hanno accolto la decisione del Governo augurandosi un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.

LAMBASCIATORE ITALIANO A DELHI DANIELE MANCINI jpeg

 


BERSANI SENZA PIANI: “PARLERÒ A TUTTI” (QUINDI ANCHE A BERLUSCONI)

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Da www.ansa.it

GOVERNO DI SCOPO E SCOPONE BERSANI GRILLO BERLUSCONI NAPOLITANO

 

"Domani presenterò e motivero' le mie decisioni". Lo dice Giorgio Napolitano al termine delle consultazioni. "Ho da riordinare le idee per vedere meglio quale decisione prendere e domani ve la comunichero".

Pier Luigi Bersani, al Quirinale, indica la necessità di "tempi certi" per la nascita del nuovo governo e la "corresponsabilità di tutte le forze politiche".

BERLU E BERSANI ARRIVO

"Noi, il Pd siamo la prima forza di questo Paese, checché qualcuno dica e siamo la prima coalizione": lo dice Pier Luigi Bersani al termine delle consultazioni con il Presidente della Repubblica.

BERSANI, BERLUSCONI

"Siamo al servizio del cambiamento lavorando su due versanti: governo con proposte per l'avvio di una legislatura in chiave di cambiamento sul piano sociale e sul piano della moralizzazione della vita pubblica" aggiunge.

Ho visto che nessuno qui accetta domande. è una cosa singolare. Io ne accetto due o tre volentieri". Lo ha detto Pier Luigi Bersani dopo le consultazioni al Quirinale.Pier Luigi Bersani, al Quirinale, indica la necessità di "tempi certi" per la nascita del nuovo governo e la "corresponsabilità di tutte le forze politiche".

berlusconi bersani

"Ognuno ha i suoi punti. Noi i nostri che mandiamo avanti e non sono la rincorsa di nessuno": lo dice Pier Luigi Bersani al termine delle consultazioni con il Presidente della Repubblica rispondendo a chi gli chiedeva di commentare i 20 punti proposti dal Movimento cinque stelle

"Io sento, e il mio partito sente, di avere responsabilità da esercitare per fare qualcosa per il Paese. La nostra intenzione è mettersi al servizio per trovare una soluzione non qualsiasi, un governo che non è di cambiamento porterebbe il paese a guai peggiori".Lo ha detto Pier Luigi Bersani dopo le consultazioni al Quirinale.

"Ho sentito dire che noi dobbiamo votare i loro per rispetto dei loro elettori ma loro non votano i nostri. Noi oggi abbiamo mostrato rispetto per i loro elettori, mentre loro non hanno mostrato rispetto per i nostri": lo dice Pier Luigi Bersani al termine delle consultazioni con il Presidente della Repubblica.

CONSULTAZIONI GRILLO ARRIVA AL QUIRINALE jpeg

BERLUSCONI: GOVERNO PD-PDL - "Ci sono tre forze di pari entità: una non è disponibile a collaborare. Quindi restiamo in campo noi e il Pd e tocca a noi la responsabilità di dare un Governo al Paese". Così Silvio Berlusconi ai giornalisti dopo il colloquio al Quirinale con il presidente Napolitano. "Siamo assolutamente a disposizione per governo coalizione che intervenga con misure economia peraltro largamente condivise". "Restiamo su questa posizione di responsabilità totale - ha aggiunto Berlusconi - e ci auguriamo che anche le altre forze politiche lo faranno. Ci auguriamo si vada verso un governo forte".

grillo al quirinale sorri

CRIMI: MIA FRASE EQUIVOCATA, SCUSE AL COLLE - "Ho chiamato il Quirinale, il segretario generale, per porgere le mie scuse per la frase attribuitami che non voleva essere irrispettosa ma anzi inserita in un contesto più ampio voleva evidenziare la particolare attenzione mostrata nei nostri confronti". Lo afferma Crimi, precisando quanto affermato oggi in streaming ('Napolitano è stato attento, non si è addormentato. Beppe è stato capace di tenerlo abbastanza sveglio,ma anche lui è stato abbastanza attivo e abbiamo interloquito parecchio").

GRILLO LOMBARDI CRIMI

M5S CHIEDE INCARICO A NAPOLITANO - M5S chiede l'incarico a Napolitano. 'Siamo la prima forza', dicono i capigruppo dopo l'incontro con il presidente della Repubblica. Il Movimento 5 stelle è stata la prima forza politica alle ultime elezioni per numero di voti. Chiediamo perciò l'incarico di governo per realizzare il nostro programma". Lo dicono i capigruppo di M5s dopo le consultazioni al Quirinale Vito Crimi e Roberta Lombardi. Che aggiungono: 'Senza incarico da Colle, a noi Vigilanza e Copasir'.

"Finora non c'é stata data nessuna rappresentanza istituzionale a M5S, né la presidenza del Senato né della Camera, che sono state oggetto di mercanteggiamento tra i partiti. Non è stata riconosciuta la volontà popolare". Afferma Roberta Lombardi.

Vito Crimi jpeg

"Il M5S non accorderà alcuna fiducia a governi politici o pseudo tecnici con l'ausilio delle ormai familiari 'foglie di fico' come Grasso. Il M5S voterà invece ogni proposta di legge se parte del suo programma". Lo afferma Beppe Grillo sul suo blog al termine dell'incontro con Napolitano. Beppe Grillo al suo ingresso al Quirinale all'uomo di guardia al varco. Il leader del Movimento 5 Stelle ha anche fatto con le tre dita della mano il gesto che in genere si usa per riferirsi ai 'soldi'. Grillo è giunto con una auto van nera dall'hotel Forum del rione Monti, lo stesso in cui alloggiava Mario Monti nei giorni in cui nel 2011 ha ricevuto l'incarico di formare il governo.

GRASSO: IO PREMIER? PER MIO PAESE PRONTO A TUTTO - "Per fare qualcosa per il mio paese sono pronto a tutto". Così il presidente del Senato Pietro Grasso risponde ai giornalisti che gli chiedono se potrebbe essere lui il presidente incaricato. Grasso si è mostrato ottimista sulla possibilità di nascita del governo. "Sono ottimista per natura", ha detto.
"Ho detto che come servitore dello Stato sono disposto a qualsiasi prospettiva, perché il servitore dello Stato è sempre disponibile, ma non vorrei che questa mia frase venisse interpretata in modo distorto", ha precisato poi Grasso.

Pietro Grasso article

CEI, URGENTE CHE ITALIA ABBIA GOVERNO STABILE - "E' urgente che il Paese abbia una guida, un governo stabile". Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, invitando a "non disperdere i sacrifici fatti dai cittadini per la tenuta dei conti pubblici". L'auspicio dei vescovi italiani, ha affermato, "é per una compagine di governo il più possibile stabile". I vescovi italiani avvertono "l'urgenza che il Paese ha di avere una guida, un governo stabile", ha spiegato mons. Crociata nella conferenza stampa a conclusione del consiglio episcopale permanente, svoltosi in forma ridotta per la concomitanza con l'insediamento di Papa Francesco.

"Questa - ha proseguito il vescovo - è indubbiamente un'esigenza che i vescovi avvertono proprio perché già da mesi diciamo, a partire dal cardinale presidente Angelo Bagnasco, che abbiamo vissuto un anno di grande impegno e fatica per cercare di mettere al sicuro l'economia del Paese e la tenuta del Paese dal punto di vista anche più in generale istituzionale e sociale". "Sarebbe veramente grave - è quindi il monito di crociata - che i sacrifici fatti venissero così frettolosamente e superficialmente messi a rischio con conseguenze che non vogliamo pensare.

Roberto Maroni

L'auspicio è che si pervenga alla costituzione di un governo, di una compagine il più possibile stabile che assicuri la guida del Paese e la risposta alle domande di tenuta dei conti, di stabilità complessiva, di rilancio dello sviluppo per rispondere ai bisogni che salgono dalle famiglie e dai gruppi piu" disagiati che vedono pericolosamente aggravarsi la loro situazione".

LEGA, PER NAPOLITANO INCARICO SOLO A CHI HA PIU' NUMERI - "Napolitano ci ha detto che chi riceverà l'incarico deve dimostrare di avere i numeri e che anche Prodi nel 2006 ha dimostrato di avere la maggioranza". Così Giacomo Stucchi, vicesegretario federale della Lega, contattato telefonicamente dall'ANSA dopo le consultazioni con il capo dello Stato.

 

I TAGLI VERI AI COSTI DELLA POLITICA VARREBBERO TRE IMU

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Giorgio Meletti per "il Fatto Quotidiano"

camera dei deputati

È un segnale forte quello dato dai presidenti di Camera e Senato con l'annuncio del taglio delle proprie retribuzioni e dei propri benefit. Ma è solo un segnale che indica la strada. Se ieri Piero Grasso ha specificato che con il sostanziale dimezzamento dei suoi emolumenti da presidente del Senato farà risparmiare al contribuente qualcosa più di 100 mila euro, un documento elaborato dall'Istituto Bruno Leoni quantifica in circa 15 miliardi di euro il possibile taglio dei cosiddetti costi della politica.

AUTOBLU

Seguendo la classificazione internazionale delle voci di spesa statale, si tende a far coincidere i costi della politica con la voce "Organi esecutivi e legislativi, attività finanziarie e fiscali e affari esteri", che secondo gli ultimi dati della Ragioneria generale dello Stato pesa sui conti pubblici per 39 miliardi all'anno. Una cifra enorme, non composta esclusivamente da sprechi e privilegi della casta, ma in forte misura da funzioni essenziali della pubblica amministrazione.

AUTOBLU

Per non perdersi nell'infinita analisi delle spese, voce per voce, per attribuire ogni singolo euro alla voce degli sprechi, a quella delle ruberie, o dei privilegi, oppure appunto alle spese sacrosante, Pietro Monsurrò, dell'Ibl, ha fatto la semplice operazione del confronto internazionale, consentita appunto dalla classificazione Cofog (Classification of the Functions of Government). Per scoprire che ai 39 miliardi spesi dai politici italiani per governare il Paese fanno riscontro cifre molto inferiori nei Paesi ai quali amiamo confrontarci.

Beppe Grillo

In particolare, solo la Germania ci batte, con una spesa di 42 miliardi, molto inferiore però se si guarda al dato pro capite: il costo della politica è attorno ai 600 euro all'anno per ogni cittadino italiano, di soli 500 euro per ciascuno degli oltre 80 milioni di tedeschi. In Francia il costo della politica è di 25 miliardi, in Gran Bretagna di 24: sono Paesi con popolazione simile alla nostra, e quindi con un costo pro capite di soli 400 euro all'anno. In pratica l'Italia li sopravanza di un buon 50 per cento.

Beppe Grillo

E da qui discende il calcolo del possibile risparmio. Se la politica italiana riuscisse a fare il suo lavoro imponendo ai cittadini un ticket analogo a quello di Francia e Germania, il risparmio sarebbe automaticamente di 15 miliardi all'anno, la differenza tra i 39 spesi effettivamente e i 24 che si spenderebbero con la semplice moltiplicazione di 400 euro a testa per 60 milioni di sudditi, come ama definirli sarcasticamente l'Istituto Bruno Leoni. La strada scelta dall'Ibl può sembrare una scorciatoia, ma ha il merito di un'indicazione precisa dopo mesi di discussioni un po' a vuoto.

Beppe Grillo

Un anno fa la commissione guidata dal presidente dell'Istat Enrico Giovannini gettò la spugna e dichiarò di non trovare il modo di confrontare gli emolumenti dei politici italiani on quelli dei loro colleghi europei. Giuliano Amato, studioso e politico di lungo corso, fu incaricato dal governo Monti di studiare la spinosa questione del finanziamento della politica, ma dopo un anno le sue ricerche non hanno ancora prodotto risultati apprezzabili.

buvette senato

Dello studio IBL fanno impressione i confronti specifici sui singoli pezzi di spesa. Se il finanziamento ai partiti è ormai ridotto a 100 milioni all'anno, il Quirinale continua a costare più di Buckingham Palace (244 milioni la previsione 2013) e ad avere 1859 dipendenti, il doppio dell'Eliseo, dove pure il presidente francese esercita molti più poteri di quello italiano. Il Parlamento italiano costa complessivamente 1,6 miliardi all'anno, i francesi se la cavano con 900 milioni di euro, gli inglesi con 600.

LA BUVETTE DI MONTECITORIO

Regioni, Province e Comuni costano circa 12 dei 39 miliardi. Di questi 4 sono spesi dalle sole province, per la metà in stipendi. In pratica, se si abolissero le province, il risparmio conseguito dall'abolizione delle assemblee elettive e delle giunte non andrebbe oltre i 110 milioni, ma secondo l'Ibl si potrebbe sperare di azzerare quei 2 miliardi di spese amministrative.

 

STILE MENNEA: QUELLA CORSA STORTA PER PRENDERSI IL MONDO

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Beppe Di Corrado per "Il Foglio"

olimpiadi di monaco mennea

Pietro Mennea correva storto. Brutto. Lo vedi ora nelle immagini che passano a rullo sui tg e pensi: come ha fatto uno così a vincere tutto? Il contrario di Carl Lewis, l'opposto di Usain Bolt. Continua a guardare e smetterai di farti quella domanda, perché non conta la risposta, ma la sostanza: l'ha fatto. E' morto un tipo di atleta che non avremo più. L'altra faccia dello sport: quello che al posto della tecnica, del gesto, del movimento, della perfezione, hanno la voglia.

Pietro Mennea

E' morto l'altro Coppi, nel senso di diverso, di opposto: un vincitore sgraziato che per una vita è stato sinonimo d'Italia e di corsa. Lo dicono in molti adesso che c'è stata una generazione cresciuta sentendo frasi come questa: "Dove corri? Chi ti credi di essere... Mennea?". E' stato un termine di paragone: per lo sport il suo è stato uno dei record più lunghi di sempre, uno che regge ancora perché non c'è un europeo in grado di correre oggi i 200 metri in 19 secondi e 72 centesimi come fece lui a Città del Messico. Sono passati trentuno anni e un continente intero non è stato in grado di far nascere un uomo in grado di andare più forte.

mosca ottanta

Ma il paragone di Mennea è stato anche con la società: con lui finì quella strana riluttanza a vedere i meridionali come figli di uno sport nobile. Quello stile senza stile sconfisse pregiudizi e cattiverie. Perché c'era la voglia, c'era la grinta, c'era la spinta a farcela, ma tutto confluiva nell'allenamento e nello studio. Perché Mennea si creò atleta e velocista sforzandosi come un dannato e applicando le ricette della scienza sportiva che nasceva in quegli anni. Lui e il professor Vittori, l'uno con l'altro, l'uno indispensabile all'altro.

pietro mennea

Fu così che si lasciò alle spalle gli avversari e il nemico peggiore: il rischio di sentirsi il brutto anatroccolo, di non riuscire a farcela, di non essere all'altezza, di venire dal sud, di non essere preparato, di non avere a disposizione gli stessi mezzi che avevano gli altri nel resto del mondo. Sconfisse tutto in meno di venti secondi, quel 15 settembre 1979, con una pioggia sottile che scendeva sullo stadio di Città del Messico. Anni dopo disse: "Il pubblico urlò. Io capii, ma non ero sicuro. Non c'erano tabelloni elettrici, allora. Mi girai. L'unico cronometro era alla partenza. Guardai le cifre, forse che avevano sbagliato anno? Eravamo nel '79 non nel '72, poi mi vennero tutti addosso, ci fu una grande confusione".

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Diciannove e settantadue non è stato soltanto un tempo. E' stato un infinito insegnamento: quello che il talento non è sufficiente a vincere, che i geni sono molto ma non abbastanza. Lo sprint è una di quelle discipline che dopo Mennea è cambiata per sempre: Carl Lewis e tutti quelli che sono venuti dopo, fino a Bolt, hanno dovuto faticare come lui per farcela. Avevano un altro corpo, altre gambe, ma hanno dovuto cercare di avere la sua testa. La sua vita è stata una curva. Quella. Il momento più difficile dei duecento metri, quello dove puoi scomparire, dove l'inclinazione del corpo può tradirti e mandarti fuori giri. L'ha fatta alla perfezione quella sera del 1980, a Mosca, quando uscì dall'ottava corsia e si andò a prendere l'oro alle Olimpiadi, alzando il dito in faccia al mondo e in faccia a chi in Italia allora dissero: "E' una vittoria piccola, perché non ci sono gli americani". L'ottava corsia era un simbolo: la curva, sempre quella, è più lunga, non finisce mai, tu corri, corri, corri e stai sempre più in bilico, sempre più storto. Come Mennea. L'ottava corsia è la più difficile di tutte. Come venire da Barletta e prendersi il mondo.

USAIN BOLT

 

CON BERGOGLIO TUTTI A BORDO DELLA “MACCHINA DELLA BAVA”

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1 - LETTERA
Dago darling, va beh che ormai siamo abituati sia alle macchine del fango sia a quelle della bava dei nostri giornalisti con la schiena curva perché sempre "on their knees" (come tante Moniche Lewinsky!), che non conoscono crisi. Ma la produzione di tenerezze e bava su Sua Santità Francesco I ha raggiunto livelli tali che temo finiranno per annegarlo. Come hanno fatto con Mario Monti!

PAPA BERGOGLIO TRA LA FOLLA A PIAZZA SAN PIETRO jpeg

Mi auguro comunque che tra i santini del Papa ci siano (segretamente) anche il Che ed Evita, i due più grandi argentini del secolo scorso. Due figure talmente "larger than life" che non accetto pallose discussioni italiote da destra o da sinistra... e via portando avanti il discorso. E che grandezza e charme quelli di Evita quando venne in visita da Pio XII al confronto con la sciatteria dell'attuale presidenta Cristina al cospetto di Francesco I!
Natalie Paav

2 - PAPA FRANCESCO NON MERITA QUESTA COLATA DI MELASSA
Mario Giordano per "Libero"

BERGOGLIO

Il Papa è buono, il Papa è simpatico, il Papa è umile, il Papa è semplice. Il Papa viaggia in autobus, il Papa rinuncia alla croce d'oro, mette l'anello «solo» d'argento, il Papa paga il conto dell'albergo e telefona all'edicolante per dirgli: «Il Clarín non mi serve più». Il Papa dice «buonasera» (accidenti com'è simpatico quando dice buonasera!). Il Papa dice «buon pranzo» (accidenti com'è simpatico quando dice buon pranzo!), il Papa dice «giornalisti, avete lavorato eh?» (accidenti com'è simpatico persino quando parla di lavoro).

INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Il Papa non ha il segretario, anzi sì forse ne ha due, però sono meno segretari degli altri segretari, il Papa rinuncia all'auto blu, il Papa ferma la Papamobile (accidenti com'è simpatico quando ferma la Papamobile), il Papa non spende soldi per rifarsi lo stemma, il Papa non trova il tempo per andare dal sarto, il Papa aveva la fidanzata, il Papa ama il tango, il Papa ama il calcio, il Papa dà i consigli giusti ai vescovi e ai bomber, il Papa sa come pregare e come fare gol con il 4-3-3, il Papa pensa ai poveri e per questo si chiama Francesco come Francesco d'Assisi, il santo che parlava agli uccellini (tenerini! Tenerini!) e ammansiva i lupacchiotti.

PAPA Bergoglio

C'era un gran bisogno di un personaggio positivo, in questo mondo di cattivi, c'era bisogno di un fruscio di speranza anche in questa Chiesa di Ior, corvi e sospetti pedofili. E Papa Bergoglio ha avuto il merito straordinario di trovarsi lì, persona giusta al momento giusto, perfetto per l'occasione, con il suo linguaggio semplice da parroco, con la sua faccia buona da amico di famiglia, con la sua fede grande e trasparente, e quell'accento argentino che rende tutto esoticamente meraviglioso.

Mario Giordano

Non ha sbagliato una mossa, ha saputo toccare il cuore di tutti perché sa comunicare, sa farsi voler bene, sa utilizzare d'istinto parole e gesti che lo fanno sentire vicino alla gente, e soprattutto dà l'idea di credere davvero in quel che dice. «Non abbiate paura della tenerezza», ha la stessa immediata forza evocativa che aveva la «carezza ai bambini» di Giovanni XXIII. Poche parole destinate a essere ricordate per sempre.

Ma se il Papa sta facendo benissimo il suo mestiere di Papa, come meglio non avremmo potuto immaginare, c'è da chiedersi se noi che lo raccontiamo stiamo facendo bene il nostro mestiere di giornalisti. E se corrisponde al vero, e al bene, quella immagine un po' da Domenica del Corriere che abbiamo costruito attorno al Pontificato, quella copertina patinata e sdolcinata che applichiamo ogni azione di Francesco, facendolo diventare l'eroe dei rotocalchi, il superman della tv popolare, una specie di protagonista melenso della quotidiana soap opera catodica.

papa inciampa

Anzi di più: c'è da chiedersi se non sia pericoloso ridurlo a una macchietta frou frou, tutta gridolini di meraviglia («ah com'è simpatico lui, ah com'è umile lui»), liofilizzato e rimasticato in formato telenovela per essere dato in pasto ai settimanali popolari che ne hanno già fatto il loro uomo simbolo,look perfetto e tante copie vendute in edicola.

BERGOGLIO

Lo confessiamo: temiamo un po' la celebrazione dei meravigliosi gesti che ci pioveranno nei prossimi giorni. Proviamo a immaginare: il Papa che dice «Buona cena» (accidenti com'è simpatico quando dice buona cena!), il Papa che dice «Buon pomeriggio», il Papa che dice ai giornalisti: «Sempre meglio che lavorare, eh?», il Papa che viaggia in aereo e si allaccia la cintura di sicurezza, il Papa che si soffia il naso(con il fazzoletto di carta!
Mica usa la seta trapuntata d'oro!), il Papa che starnutisce (accidenti com'è piacevole quando starnutisce lui), il Papa che guarda il cielo, il Papa che sorseggia un bicchiere d'acqua (com'è semplice!), il Papa che si allaccia una scarpa (com'è umile!), e che magari strizza gli occhi perché c'è il sole che gli dà fastidio (com'è umano!).

Mario Giordano PAPA BERGOGLIO FRANCESCO IN METRO

Già ci immaginiamo le lenzuolate sui giornali al primo «Buona Pasqua a tutti» (com'è simpatico quando dice buon Pasqua!), editorialisti scatenati non appena lo si vedrà con una penna in mano (com'è simpatico quanto impugna la penna! E non è nemmeno tempestata di diamanti!) e fior di filosofi impegnati a discettare sul colore del calzino mostrato da un'improvvisa folata di vento (come è simpatico quando indossa i calzini! Nemmeno un ricamo di perle! Proprio umili!).

Esageruma nen, diceva sempre il mio nonno contadino nelle stesse terre da cui partì la famiglia di Francesco. Non esageriamo. Ci siamo un po' spaventati quando abbiamo sentito anche importanti prelati descrivere il «nuovo corso della Chiesa» con toni estasiati: «Finalmente uno che crede! Finalmente un uomo di Dio», come se fino a ieri il Pontefice fosse un islamico convertito al buddismo. Ci siamo un po'preoccupati quando l'ansia di palingenesi ha trasformato l'arrivo al soglio del cardinal Bergoglio (fa anche rima! Che simpatico!) in una specie di nuovo inizio del cristianesimo, quasi a misurare il tempo in prima di Cristo, dopo Cristo, prima di Francesco e dopo Francesco.

LA FAMIGLIA BERGOGLIO

E, per dirla tutta, anche quel «non abbiate paura della tenerezza», è una frase toccante, sicuro, l'abbiamo già stabilito, ma va trattata con cura: sono d'accordo con Giuliano Ferrara che ieri sul Foglio scriveva che la tenerezza, invece, un po', di paura la deve fare. Il compito che spetta al nuovo Pontefice, infatti, è tutt'altro che tenero: la Chiesa deve essere ripulita, la Curia sgombrata dai fantasmi, gli intrighi di corte vaticana vanno tagliati via con il machete.

PAPA BERGOGLIO

La tenerezza non basta. La tenerezza commuove, affascina, fa titolo, entusiasma, innamora. Ma se si trasforma in sdolcinatura da raduno boy scouts, con tutto il rispetto per i boy scouts, non risolve nulla. Non credo affatto che il nuovo Papa sia così melenso come lo stiamo rappresentando, anzi ha dimostrato di saper combattere battaglie forti sui valori fondamentali, ha una storia di azioni rigorose, importanti, per nulla sdolcinate.

Tocca a noi ora, evitare di renderlo una macchietta zuccherosa e caramellata. Se davvero gli vogliamo bene, supportiamolo nelle battaglie fondamentali, anche quando saranno un po' meno tenere e un po'più ruvide (eutanasia, aborto, famiglia...).

PAPA BERGOGLIO

In fondo, come ci ha insegnato una volta per tutti Franco Cardini, anche San Francesco, cui il Papa deve il nome, non era quel personaggio dolciastro, mieloso, ecologico-pacifista, non era il tipo che ride sempre, che parla con gli uccellini carini carini e che fa amicizia con i lupacchiotti, non era quella specie di vispo tereso svenevole che l'iconografia tradizionale ha voluto presentarci.

PAPA BERGOGLIO

Era un uomo del suo tempo, medioevale, duro, tosto, che i musulmani (per dire) voleva convertirli mica «aprirci un dialogo»... Come stupirsi? Anche Gesù, se proprio dobbiamo dirla tutta, quando si accorse che i mercanti erano entrati nel tempio (allora come ora), li scacciò usando la frusta. Strumento, si sa, dotato di molte virtù ma non certo di tenerezza.

 

ADORNATO, CHE FIGURA! INDAGATO PER TRUFFA AGGRAVATA…

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Stefano Feltri e Valeria Pacelli per Il Fatto Quotidiano

Ferdinando Adornato

Ferdinando Adornato è nei guai. Il giornalista-politico è riuscito a entrare per un soffio alla Camera, eletto con Udc e gruppo parlamentare di Scelta Civica di Mario Monti che ieri lo ha fatto eleggere segretario d'aula, con il sostegno del Pd. Peccato che Adornato non abbia quei rapporti sereni con la giustizia che Monti aveva fissato come pre-requisito.

Secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano, Adornato è indagato dalla Procura di Roma per truffa aggravata per i conti di Liberal, il quotidiano che proprio oggi cessa le pubblicazioni anche nella sua versione on line. "Non ho niente da dire, non ho ricevuto alcun avviso di garanzia e non ho alcun legame con Liberal", dice al Fatto Adornato.

FERDINANDO ADORNATO

Ma non è vero: la testata del sito web recita "cronache di Liberal di Ferdinando Adornato" e il deputato di Polistena risulta anche amministratore unico della Servizi Multimediali Piccola Società Cooperativa, che è azionista con il 51,17 per cento delle Edizioni de l'Indipendente, l'editore di Liberal. Da oltre un anno ci sono accertamenti sulla correttezza dei bilanci delle Edizioni de L'Indipendente, il nucleo della Guardia di Finanza che risponde alla Presidenza del Consiglio ha verificato i numeri su costi e tirature che contribuiscono a determinare l'entità del contributo pubblico che Liberal riceveva in quanto organo di partito (è vicino all'Udc).

FERDINANDO ADORNATO

Già nel 2012 erano emerse irregolarità , ma il Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio, guidato da Ferruccio Sepe, ha dovuto comunque erogare il finanziamento da 1,6 milioni di euro perché gli accertamenti non erano stati completati.

L'erogazione però è "salvo ripetizioni": se emerge che Adornato non aveva titolo di ricevere quei soldi, li dovrà dare indietro. Difficilmente le Edizioni de L'Indipendente non riusciranno ad avere alcun contributo per il 2012, visto che ora Adornato è pure indagato per truffa. Infatti da oggi Liberal muore e da aprile la società andrà in liquidazione.

Ma nella trattativa con i 15 dipendenti l'azienda sta legando il pagamento di alcune voci, come l'indennità sostitutiva del preavviso non lavorato (comunque ridotta del 50 per cento) "al ricevimento da parte della società degli importi spettanti - anno 2012 - da parte della presidenza del Consiglio dei ministri". Soldi che forse non arriveranno mai.

FERDINANDO ADORNATO E MOGLIE - copyright Pizzi

Le uniche risorse su cui Adornato potrebbe forse contare sono quelli della vendita della testata, si parla di un interesse di Piero Sansonetti, che però è fuori dal perimetro della società, nella controllata Spazio (di cui presidente è sempre Adornato) che ha in bilancio la testata all'ottimistico valore di cinque milioni di euro. In caso di vendita, i soldi rimarranno in Spazio, e non andranno all'Indipendente, che però ha in carico i giornalisti prossimi al licenziamento.

Adornato ha un secondo problema. Nell'ambito degli accertamenti sui conti di Liberal, la Finanza ha segnalato all'Agcom, l'autorità che vigila sulle comunicazioni, il caso di Risk. Si tratta di una rivista che si occupa di geopolitica e difesa, legata agli ambienti militari e di Finmeccanica (nel comitato scientifico figura ancora l'ex presidente arrestato Giuseppe Orsi, oltre al vicepresidente Guido Venturoni).

lbl02 ferdinando adornato

Il direttore è Michele Nones, un ex consulente del ministero della Difesa esperto di armi: nel 2008 ha pubblicato un'entusiastica analisi del programma F-35. Anche Risk prende un modesto contributo statale, circa 163 mila euro nel 2011.

Ma la legge vieta a uno stesso soggetto di ricevere contributi tramite due società diverse, norma di cui hanno fatto le spese altri editori come Giuseppe Ciarrapico e la famiglia Angelucci (per Libero e il Riformista). L'Agcom sta chiudendo un'istruttoria per dimostrare che dietro Risk c'è sempre Adornato: la rivista militare e il quotidiano politico hanno sede nello stesso palazzo romano, Adornato è il primo nome del comitato scientifico di Risk e tra il 2002 e il 2004 è stato presidente di Filadelfia, la cooperativa giornalistica che edita la rivista.

CASINI MONTI

Le due redazioni, a un piano di distanza, sono collegate da una scala a chiocciola interna e ci sono casi di redattori che lavorano per entrambe le testate. "Non ho alcun legame con Risk come non ho legami con Liberal", ribadisce dopo un attimo di esitazione Adornato al Fatto. L'Agcom pare pensarla diversamente e, alla fine dell'istruttoria, potrebbe decidere di bloccare i contributi per Risk, come per Liberal, e imporre la restituzione del pregresso.

monti casini

La legge non vieta gli incroci proprietari, ma solo il doppio finanziamento: bisogna scegliere quale ricevere. La cosa inspiegabile è che per incassare poche decine di migliaia di euro tramite Risk Adornato e le Edizioni de L'Indipendente hanno messo a rischio diversi milioni di euro (e potrebbero subire anche conseguenze penali). I benefici di Risk forse derivano soprattutto dal tenere rapporti con mondi influenti come quelli dell'esercito e di Finmeccanica. Ma il conto rischia di essere salato.

 

PAGAMENTI AI CREDITORI: SQUINZI SCOPRE L’ULTIMO BLUFF DI MONTI?

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1. O IL RIMBORSO O LA VITA! SQUINZI SCOPRE IL BLUFF?
Da Ansa.it

Squinzi

"Non era quello che volevamo". Così il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi parlando del piano del governo sui debiti della p.a. "Siamo un po' delusi - ha aggiunto - dal fatto che il governo non abbia provveduto a prendere il provvedimento nella sua interezza. Aspettiamo di vedere quali saranno le procedure"

Per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione il Governo prevede di sbloccare 20 miliardi nella seconda metà del 2013 e ulteriori 20 miliardi nel corso del 2014. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi.
La nostra proposta è di "aumentare il nostro debito potenziale di 20 miliardi per ciascun anno, nel 2013 e nel 2014, per creare la disponibilità di cassa per pagare" le spese. Lo ha detto il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, presentando in conferenza stampa il piano per pagare i debiti della Pa verso le imprese.

GIORGIO SQUINZI

Per arrivare al pagamento accelerato da parte della P.A. si passerà attraverso due stadi: il primo, quello deciso oggi in cdm, una relazione al Parlamento "di modifica dei saldi, per modificare gli obiettivi di finanza pubblica per creare gli spazi necessari per lo stadio due". Lo ha spiegato il ministro dell'economia Vittorio Grilli in conferenza stampa, precisando che il secondo stadio sarà un decreto "che determini le forme e modalita" attraverso cui farlo.

ROMANO PRODI E GIORGIO SQUINZI IN BICI SULLO STELVIO

SQUINZI: UN PRIMO PASSO
"Le decisioni assunte oggi dal Consiglio dei Ministri vanno nella direzione giusta, volte a ridare un po' di fiducia". Ma rappresentano "un primo passo e vanno finalizzate in tempi rapidi". Lo ha detto il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: "é da un po' di tempo che stiamo vivendo col morale sotto i tacchi".

mario monti

SANGALLI: ENNESIMO RINVIO, IMPRESE CHIUDONO
"Assistiamo ora all'ennesimo rinvio, di fatto, e senza individuare soluzioni immediatamente operative. Ogni giorno che passa molte imprese chiudono perché lo stato non onora i suoi debiti e questo è inaccettabile". Questo il presidente di Confcommercio e Rete Imprese Italia Carlo Sangalli sui debiti della P.A.

VITTORIO GRILLI FOTO ANSA

PAGAMENTI AI CREDITORI: L'ULTIMO BLUFF DI MONTI?
Passera diserta la conferenza stampa in disaccordo con gli altri ministri - Lo sblocco dei pagamenti della PA richiede 40 miliardi (dove trovarli?) e un complesso meccanismo di certificazione - Grilli manda il pallone in tribuna: il decreto potrebbe farlo "un futuro governo"...

2. PAGAMENTI AI CREDITORI: L'ULTIMO BLUFF DI MONTI?
Antonella Baccaro per il "Corriere della Sera

Vittorio Grilli con la compagna

Il meccanismo preciso, i tempi, i modi, le priorità attraverso cui le imprese riceveranno i pagamenti arretrati per 40 miliardi tra quest'anno e il prossimo, sono tutti da definire. Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha spiegato ieri che sarà un decreto a disegnare l'operazione, un atto che verrà emanato da «questo o da un futuro governo».

Sul punto si è registrato un disaccordo con il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera che, in sede di consiglio dei ministri, ha insistito perché il decreto sia pronto per mercoledì prossimo, a prescindere dal governo che dovrà metterlo poi in campo. «Bisogna fare in fretta» avrebbe detto, rinunciando a partecipare alla conferenza stampa post consiglio proprio per marcare la sua posizione.

Cosa è possibile dire già da adesso? Prima di tutto che non sarà direttamente lo Stato il pagatore: «Sarebbe assurdo chiedere alle amministrazioni di mandare milioni di fatture al Tesoro - aveva già detto, mercoledì scorso, Grilli a IlSole24Ore -: loro sanno chi sono i loro fornitori e potranno pagarli direttamente. Da parte nostra ci sarà un controllo ex post non ex ante».

Corrado Passera

Stabilito chi debba pagare, resta da capire dove debbano reperirsi le risorse. Anche questo il ministro aveva già chiarito, spiegando che le spese per investimento dei Comuni (circa 10 miliardi sui 70 totali stimati) sono finanziabili con le risorse che spesso questi hanno ma che non possono spendere a causa del Patto di Stabilità.

Ora la nota emessa ieri dal governo prevede un allentamento di quel patto, e in particolare l'utilizzo degli «avanzi di amministrazione» disponibili (ma è da chiarire se potranno essere usati anche la liquidità di cassa e una parte dei residui passivi). Si prosegue poi autorizzando le Regioni a derogare al tetto alla spesa corrente corrispondendo agli Enti locali le somme da questi contabilizzate come residui attivi. Mentre laddove la liquidità manchi del tutto, si prevede l'istituzione di fondi rotativi per assicurarla a Regioni e Enti Locali, con l'obbligo di restituzione in un arco temporale «certo e sostenibile».

Grilli ha spiegato che per i debiti legati alla spesa corrente delle amministrazioni in sofferenza di cassa lo Stato potrà emettere titoli del debito per riversare la liquidità così raccolta agli enti interessati. Oppure lo Stato potrebbe pagare alcuni debiti direttamente con titoli di Stato. Mentre ha escluso il ricorso alla Cassa depositi e prestiti: «È un soggetto privato, fuori dalla Pa, non ha senso usarla per pagare debiti che non sono suoi».

Corrado Passera

Quanto ai debiti del comparto sanitario, anche qui si profila la concessione di anticipazioni di cassa, per debiti relativi a operazioni già conteggiate negli esercizi finanziari precedenti ai fini del calcolo dell'indebitamento netto, che verranno successivamente restituite secondo un piano di rientro finanziariamente sostenibile. Infine si provvederà ai rimborsi fiscali pregressi a carico dello Stato attraverso l'utilizzo delle giacenze di tesoreria.

Grilli ha aggiunto che una piccola quota del maggior deficit potrà essere usata per lanciare investimenti pubblici in cui vengano utilizzati i cofinanziamenti europei che altrimenti andrebbero persi.

Che fine fa il meccanismo della certificazione dei crediti che avrebbe dovuto consentire ai creditori di farsi anticipare dalle banche i relativi importi? Per Grilli ha prodotto pochi risultati e ha persino «messo in difficoltà» le banche che quella liquidità non l'avevano. Tuttavia, secondo il ministro, «i crediti dovranno essere esigibili», quindi «per la rendicontazione la piattaforma digitale costruita tornerà utile».

 

 

PIERSILVIO: “RETE 4 SARÀ UNA LA7 MENO RADICAL CHIC”

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1. PIERSILVIO BERLUSCONI "CAMBIA" MEDIASET: RETE 4 SARA' UNA LA7 PIU' POPOLARE. NIENTE FILM E SERIE TV SU CANALE 5
Fabio Fabbretti per www.davidemaggio.it

PIERSILVIO BERLUSCONI CON LO STESSO PIUMINO INDOSSATO DA BEPPE GRILLO

"Il 2013 sarà l'anno zero della nuova Mediaset". Piersilvio Berlusconi annuncia una sorta di rivoluzione per le tre reti generaliste del Biscione, chiamate ad arginare una crisi che, tradotta in numeri, vale il primo bilancio in rosso nella storia dell'azienda (un passivo di circa 45 milioni di euro). Un taglio ai costi, dunque, è stato inevitabile; dagli studi televisivi ai cachet delle star, fino alle nuove fiction che "a parità di qualità, costeranno il 30% in meno a serata".

PIERSILVIO BERLUSCONI

Meno film e più prodotti italiani ed esclusivi è un po' la ricetta base, a cominciare da Italia 1:

"Punteremo con decisione sull'intrattenimento autoprodotto - dichiara Berlusconi a La Stampa - Per intenderci a programmi tipo Le Iene, Colorado, Wild... Ma oseremo anche con prodotti meno sicuri sul piano degli ascolti pur di sperimentare nuovi linguaggi. Vedremo i primi effetti già in autunno".

Interessante, invece, è la nuova identità che si appresta ad assumere Rete 4:

PIERSILVIO BERLUSCONI A PORTOFINO

"Direi una La7 più popolare, meno radical-chic e soprattutto con costi sostenibili (...) Rete 4 sarà sempre più ricca di informazione, talk show e approfondimenti. Primo passo: dopo Quarto Grado e Quinta Colonna arriverà un altro programma di attualità in prima serata".

E poi c'è Canale 5, che abbandona definitivamente film e serie tv, destinati ai canali tematici:

"Canale 5 è già molto forte, leader assoluta nel target commerciale. E' la rete delle giovani famiglie. Puntiamo a mantenere elevato il tasso di qualità, quantità e modernità. Sarebbe ideale avere costantemente una settimana con 4 prime serate di intrattenimento e 2 o 3 di fiction italiana".

Antenne Mediaset

Un passo avanti, dunque, verso un rinnovamento che ammicca sempre più ad eventi collettivi in diretta, come - sottolinea Berlusconi - Amici o lo show di Celentano. E come sarà il Grande Fratello, pronto a tornare nel 2014. Rinnovato.


2. MAI DIRE TV
Marco Castoro per www.lanotiziagiornale.it

PAOLO DEL DEBBIO jpeg

I FOBICI DEL BISCIONE - SE VEDE IL COLORE VERDE LA PANICUCCI DIVENTA FURIOSA
Volete fare uno scherzo a Federica Panicucci? Indossate un indumento, o sventolate un fazzoletto, di colore verde. Su di lei ha lo stesso effetto dell'aglio sui vampiri. La sua è un'autentica fobia. Tutti i suoi collaboratori lo sanno bene: prima di ogni trasmissione o di una riunione è come se passassero al metal detector. La conduttrice di Mattino 5 sarebbe capace di avere una crisi isterica se vedesse solo uno squarcio di verde. Anche gli spettatori in studio vengono avvisati per tempo, e se qualcuno non obbedisce agli ordini di scuderia non viene fatto entrare. Prima o poi l'esasperazione porterà a una panolada di gruppo dentro lo studio con lo sventolio di fazzoletti verdi in studio. Chissà se la redazione di Scherzi a parte non ci stia già lavorando.

Mario Giordano

DEL DEBBIO E GIORDANO DORMONO IN REDAZIONE
Ormai è diventato un saluto tormentone quello che fa Paolo Del Debbio alla fine della puntata di Mattino 5: "Barbetta e doccetta e ci rivediamo qui domani". Un modo originale per far capire che il conduttore vive negli studi di Canale 5. Ma non è il solo, visto che a TgCom 24 c'è sempre la brandina dietro la porta che si tira giù Mario Giordano per la pennichella serale.

Federica Panicucci

DOMENICA LIVE SCOPPIA DI CONTRIBUTI
Barbara D'Urso continua a collezionare un record dopo un altro. Dopo gli ascolti e i break pubblicitari ecco un'altra performance super: in una puntata vanno in onda più di 50 servizi! Con il rischio di mandare in tilt i macchinari e la redazione.

Giovanni Toti

TOTI, LA STAMPELLA DEL CAV
Ormai Giovanni Toti, il direttore di Tg4 e Studio aperto, sta conquistando di diritto il titolo del più invidiato tra la governance del Biscione. Tale primato nasce dal fatto che Silvio Berlusconi sceglie sempre i suoi tiggì per intervenire in diretta. A ogni collegamento i suoi colleghi direttori diventano dello stesso colore di Hulk! Mamma mia è il verde! Per favore, non ditelo alla Panicucci.

 

 

 

 


RIUNIONI SEGRETE CON (BELLA)VISTA

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Baraonda Bancaria per "Dagospia"

Niente tasse. Al fisco, d'altra parte, era sostanzialmente ignoto. Il "povero" Francesco Bellavista Caltagirone è un nullatenente. Eppure la Guardia di finanza gli ha sequestrato beni per 162 milioni di euro. Un vero e proprio tesoretto, per uno che nelle casse dello Stato non mai versato neanche un centesimo, o quasi.

BELLAVISTA, PRIMA E DOPO LA GALERAFRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE

Certo viveva alla grande: ville, yacht, aerei. Caltagirone - da qualche giorno agli arresti - si trattava bene e non faceva mancare nulla nemmeno al suo staff. Per le riunioni importanti, ad esempio, affittava salotti lussuosissimi addirittura in grandi alberghi del nostro Paese.

FRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE A IMPERIA

E' il caso di un meeting riservato che si è tenuto nell'autunno 2012 al Cavalieri Hilton di Roma, uno degli hotel più belli d'Italia con vista che da Monte Mario spazia sul centro storico della Capitale. Gli uscieri della procura di Roma che stanno indagando sulla società Acqua Marcia e sulla costruzione del porto di Fiumicino hanno letto un'interessante rapportino.

Un documento nel quale si narra di una riunione segretissima organizzata dai legali di Caltagirone a ottobre scorso. Registi dell'operazione Enrico Caratozzolo e Giusy Ivone, avvocati del costruttore pluri-indagato. La Ivone avrebbe invitato in qualità di super esperto un suo "strettissimo amico", un magistrato della Corte di cassazione il cui nome per ora è stato sbianchettato dai documenti. Altra pedina chiave sarebbe Giuseppe Di Salvo, un giudice della sezione fallimentare del tribunale di Roma.

LOGO ACQUA MARCIA

Obiettivo dell'incontro, dunque, allungare i tempi, evitare di finire in liquidazione o addirittura in fallimento. Il trust di cervelli riunito all'Hilton aveva come mission quella di portare Acqua Marcia al cosiddetto concordato in bianco. Tecnicamente si chiama <>, una procedura introdotta dal Governo tecnico di Mario Monti pochi mesi prima col decreto <> e che molto fece discutere gli addetti ai lavori.

Più di un sopracciglio si è alzato anche al ministero dello Sviluppo economico, dove hanno considerato la misura un assurdo salvacondotto per imprenditori che pur avendo aziende in dissesto finanziario si trovano in mano ampi poteri, cioè carta bianca, magari da utilizzare per vendere o sottrarre patrimonio societario. Compromettendo le sorti dei creditori.

Per la cronaca il tentativo di Caltagirone & co. non andò in porto. La questione non piaceva nemmeno al top management di Acqua Marcia, tant'è che financo l'amministratore delegato Maurizio Basile (ex ad di Aeroporti di Roma) aveva rassegnato le dimissioni.

Resta il fatto che su quell'incontro, adesso, si potrebbero concentrare le attenzioni degli inquirenti. Non è esclusa, infatti, l'apertura di nuovi fascicoli a carico dei partecipanti. E non è tutto. La faccenda interessa parecchio le grandi banche italiane. Acqua Marcia, infatti, è esposta per 800-900 milioni di euro con tutti i principali big del settore. Che sperano di poter rientrare quanto prima dei crediti concessi a mani basse negli scorsi anni. Le perdite del gruppo si sono già mangiate il capitale societario, circa 500 milioni di euro, e gli istituti di credito vorrebbero garantirsi col resto del patrimonio.

 

UN’ESPLOSIONE DI PRIMAVERA INDIANA - IN INDIA SI SVOLGE UNA DELLE MANIFESTAZIONI RELIGIOSE PIÙ SUGGESTIVE AL MONDO

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DAGOREPORT

Dal "Daily Mail"
http://bit.ly/WReDGx

FESTIVAL DEI COLORI IN INDIA

La primavera è la stagione per eccellenza in cui esplodono i profumi e i colori della natura. E non c'è modo migliore di accoglierla di come sono soliti fare in India, nei piccoli villaggi di Nandgaon e Barsana, situati nella regione dell'Uttar Pradesh, nella parte settentrionale del Paese.

FESTIVAL DEI COLORI IN INDIA

Lì si tiene infatti il tradizionale festival Holi, conosciuto come il "Festival dei Colori". Il nome non è affatto casuale, da come si può notare dalle foto. Centinaia di persone si riversano nelle strade e si lanciano a vicenda polveri colorate fino a ricoprire ogni cosa di tinte vivacissime ricavate da petali di fiori.

FESTIVAL DEI COLORI IN INDIA

La tradizionale festa si rifà alla leggenda secondo la quale il dio Krishna, accompagnato dagli amici, fece uno scherzo alla consorte e amica di infanzia Radha, cogliendola di sorpresa e ricoprendo lei e le sue amiche di fiori e polveri colorate. Si dice infatti che Krishna, scuro di carnagione, fosse invidioso della tonalità chiara della pelle dell'amata e che questo fosse un modo scherzoso di fargliela pagare.

FESTIVAL DEI COLORI IN INDIA

La reazione delle donne fu quella di respingere Krishna e i suoi amici a bastonate. Ebbene il festival Holi inscena proprio questo episodio: gli uomini tirano le polveri colorate alle donne, che fanno finta di scacciarli con dei bastoni di bambù. Le donne dei villaggi si preparano per mesi per questa tradizionale festa. Le vie delle città vengono così invase da persone che ridono, ballano e gridano, sorseggiando una bevanda fredda, chiamata Thandai, a base di cannabis. Il che, ovviamente, rende tutto ancora più divertente.

Il risultato è uno spettacolo che difficilmente può essere descritto a parole.

 

SARKOZY INDAGATO PER CIRCONVENZIONE DI MILIARDARIA

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SARKOZY BETTENCOURT

1. BETTENCOURT: SARKOZY DAI GIUDICI, CONFRONTO CON MAGGIORDOMO
(ANSA) - L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy è comparso oggi davanti ai giudici di Bordeaux nell'ambito dello scandalo politico-finanziario legato a Liliane Bettencourt, l'anziana miliardaria, erede del gruppo L'Oreal. Secondo fonti citate dall'agenzia France Presse, Sarkozy si trova in tribunale per un confronto con il maggiordomo della milionaria (a sua volta indagato dalla giustizia per violazione della privacy, per aver registrato conversazioni private della Bettencourt) e altri ex dipendenti della donna. Da fine novembre, l'ex capo dello Stato compare come testimone assistito nella vicenda giudiziaria.

Liliane Bettencourt Francoise Bettencourt con marito Jean Pierre Meyers

L'incontro di oggi, viene riferito, serve a fare luce sulle occasioni in cui Sarkozy è stato a casa Bettencourt durante la campagna elettorale per la presidenza della Repubblica, nel 2007. Le indagini riguardano i finanziamenti illegali e le bustarelle che dalla ricca famiglia sarebbero finite nelle casse dell'Ump, tramite l'allora tesoriere del partito, poi ministro di Sarkozy, Eric Woerth. Alcuni ex dipendenti della Bettencourt sostengono di aver visto più di una volta l'allora candidato dell'Ump a casa dei Bettencourt in quel periodo pre-elettorale, cosa che il diretto interessato ha sempre smentito. Durante una lunga udienza, a novembre, Sarkozy ha detto ai giudici di non aver mai chiesto né ricevuto soldi dai Bettencourt.

Liliane Bettencourt

2. BETTENCOURT: SARKOZY INDAGATO PER CIRCONVENZIONE D'INCAPACE
(ANSA) - L'ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, è formalmente indagato per "abus de faiblesse", la circonvenzione d'incapace per i francesi, nell'ambito della vicenda delle tangenti ai partiti politici della miliardaria erede L'Oreal, Liliane Bettencourt.

NICOLAS SARKOZY VEDE ARRIVARE LA SCONFITTA

L'ex presidente è stato messo sotto inchiesta al termine di un confronto con il maggiordomo e altro personale di servizio della Bettencourt, oggi nel pomeriggio a Bordeaux (sud-ovest della Francia). L'avvocato di Sarkozy, Thierry Herzog, ha parlato di "decisione incoerente ed ingiusta" ed ha annunciato l'intenzione di "presentare immediatamente ricorso". L'ex presidente è stato messo a confronto oggi con diversi membri del personale di servizio dell'anziana miliardiaria, fra i quali il maggiordomo della milionaria (a sua volta indagato dalla giustizia per violazione della privacy, per aver registrato conversazioni private della Bettencourt).

Nicolas Sarkozy

Da fine novembre, Sarkozy è stato sentito come testimone informato dei fatti, oggi i magistrati hanno deciso di metterlo di fronte a chi ha testimoniato di averlo visto a casa Bettencourt durante la campagna elettorale per la presidenza della Repubblica, nel 2007. Sarkozy è sospettato di aver intascato le bustarelle di denaro che passavano dalla ricca famiglia nelle tasche di molti esponenti politici e che, nel suo caso, avrebbero finanziato la campagna elettorale vincente del 2007.

A ritirarle personalmente sarebbe stato l'allora tesoriere del partito UMP, poi ministro di Sarkozy, Eric Woerth. Alcuni ex dipendenti della Bettencourt sostengono di aver visto più di una volta l'allora candidato dell'Ump a casa dei Bettencourt in quel periodo pre-elettorale, cosa che il diretto interessato ha sempre smentito. Durante una lunga udienza, a novembre, Sarkozy ha detto ai giudici di non aver mai chiesto né ricevuto soldi dai Bettencourt.

Eric WOERTH

3. FRANCIA: SARKOZY INDAGATO, 'SCANDALOSO' DICE ALL'AVVOCATO
(ANSA) - Nicolas Sarkozy ritiene che il trattamento che gli è stato riservato dai giudici di Bordeaux sia stato "scandaloso", secondo le parole di Thierry Herzog, avvocato dell'ex presidente francese indagato nello scandalo Bettencourt per circonvenzione d'incapace. Il legale, intervenuto stamane su RTL, si è chiesto se il magistrato Jean-Michel Gentil sia davvero imparziale ed ha sottolineato l'insistenza con cui il giudice ha interrogato più volte il personale dell'anziana milionaria Liliane Bettencourt.

francois fillon

Il legale ha aggiunto che Sarkozy farà appello alla decisione del tribunale di Bordeaux "incoerente sul piano giuridico e ingiusta". "Sarkozy è combattivo - ha aggiunto l'avvocato - ma considera che il trattamento che gli è stato inflitto sia stato scandaloso". L'ex presidente "é in una situazione di incomprensione" dopo la decisione del giudice, ha detto oggi Jean-Francois Copé, presidente del partito Ump, che ha avuto occasione di parlare al telefono con Sarkozy.

Una decisione definita "stravagante" dall'ex primo ministro Francois Fillon e "irresponsabile" da Henri Guaino, ex consigliere speciale di Sarkozy all'Eliseo. Per il numero uno del Partito socialista, Harlem Desir, invece, è "insopportabile" dubitare dell'imparzialità e dell'indipendenza dei magistrati. Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Fronte Nazionale, ritiene che i fatti di cui Sarkozy è accusato "sono gravi se confermati". Secondo la Le Pen, di fronte a queste accuse, Sarkozy dovrebbe lasciare il Consiglio costituzionale di cui è membro.

 

GRASSO & BOLDRINI FANNO FESTA IN LIBRERIA

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Stefano Sansonetti per lanotiziagiornale.it

Hanno dichiarato di volersi tagliare lo stipendio. Intenzione apprezzabile, anche se comunicata per rispondere alle montanti pressioni del Movimento 5 Stelle. In attesa che la decurtazione intervenga, però, sembrano emergere altre prospettive di incasso per Pietro Grasso e Laura Boldrini, nuovi presidenti di senato e camera.

GRASSO E BOLDRINI IN DIRETTA A BALLARO

Già, perché subito dopo la loro nomina sono subito stati recuperati dal passato alcuni libri scritti dai due. Naturalmente l'iniziativa è stata presa dalle case editrici, che certo non si sono lasciate sfuggire la possibilità di lucrare sulle precedenti fatiche letterarie di personaggi politici adesso diventati molto più mediatici e famosi.

Ma cosa ne è delle percentuali di guadagno riservate agli autori? Diciamo subito che in questo momento in libreria vengono spinti tantissimo due saggi della Boldrini, entrambi editi da Rizzoli. L'ultimo si intitola "Solo le montagne non si incontrano mai" e viene venduto a 16 euro. Si tratta della storia di una bambina somala che viene curata da un soldato italiano che la porta con sé nel Belpaese. Da grande la donna riscoprirà i genitori che aveva lasciato in Somalia.

GRASSO E BOLDRINI

Come si vede si tratta di una trama per la quale la Boldrini ha sicuramente attinto dalla sua esperienza di Alto commissario dell'Onu per i rifugiati. La Boldrini, a stare a quanto riportato sullo stesso libro, percepirà solo una parte del ricavato a lei spettante. Altra parte dei proventi, la cui entità non viene specificata, "verrà devoluta a sostegno di rifugiati somali nel campo di Dadaab".

Pietro Grasso article

In libreria, però, viene adesso pubblicizzato un altro saggio del nuovo presidente della camera, sempre edito da Rizzoli. Si intitola "Tutti indietro", prezzo 18 euro, ed è una storia che ha come protagonista un bambino di 11 anni che scappa dall'Afghanistan e trova ospitalità in Italia. In questo caso all'interno del volume è scritto chiaramente che "i proventi del libro verranno interamente destinati a borse di studio per ragazzi afgani giunti in Italia senza genitori". Sembra quindi di capire che, se la dicitura è ancora valida (la prima edizione del libro è del 2010), la Boldrini non percepirà nulla da questa sua fatica letteraria.

BOLDRINI - NAPOLITANO - GRASSO - MONTI

Ma nella corsa alla pubblicità non è stata da meno la Sperling & Kupfer, casa editrice del libri di Pietro Grasso. Nelle librerie, in queste ore, pare infatti che stiano spopolando due volumi: "Per non morire di mafia" e "Liberi tutti", entrambi venduti a 9,50 euro. Inutile dire che in questi testi Grasso ha messo a frutto tutta la sua esperienza di magistrato antimafia.

GRASSO

Sui volumi in questione, però, non è riportata nessuna indicazione relativa alla destinazione dei relativi proventi. In tutta la giornata di ieri non è stato possibile parlare con nessuno dell'ufficio stampa della casa editrice. Di sicuro in questi giorni i due editori stanno facendo festa.

 

 

PACIFICI: “GRILLO È PIÙ PERICOLOSO DEI FASCISTI”

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(ANSA)

HAARETZ

E' il momento in cui gli ebrei italiani dovrebbero "cominciare a prepararsi lentamente a fare i bagagli per andare in Israele". Lo dice il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano Haaretz. I motivi per Pacifici - riporta il giornale - sono l'aumento del fondamentalismo islamico, la generale crisi economica e la nascita di un un partito radicale come quello di Grillo "ancora più pericoloso dei fascisti".

Riccardo Pacifici

In una lunga intervista da Roma, pubblicata con grande evidenza dal quotidiano sotto il titolo 'L'aliyah (il ritorno degli ebrei in Israele, ndr) è una polizza di assicurazione. Pacifici ha spiegato di non voler essere "allarmista" ma che questo e "un buon momento" per quel tipo di scelta. "C'é il rispetto della popolazione per gli ebrei, ci sono leggi contro l'antisemitismo e non è facile parlare contro gli ebrei oggi in Europa. Così adesso - ha detto - è importante prendere questa decisione in un momento così buono".

RICCARDO PACIFICI E MOGLIE

Il presidente degli ebrei romani ha poi aggiunto: "in 10 o 20 anni, le demografie saranno cambiate in Europa. Il carattere del continente, che è ebraico-cristiano, sarà modificato". In questo senso, Pacifici ha ricordato che "come ebrei, per la nostra memoria storica, noi dobbiamo sostenere l'integrazione degli immigranti in Italia e in Europa", ma ha osservato anche che "i loro sentimenti non sono positivi nei confronti degli ebrei e dei cristiani".

grillo

Dopo aver sottolineato che "non tutti gli immigranti sono mussulmani e che non tutti i musulmani sono fondamentalisti", Pacifici ha detto anche di temere che la crisi economica, la mancanza di lavoro, li facciano "diventare molto vulnerabili al fondamentalismo".

Beppe Grillo

Sul partito di Grillo, il capo degli ebrei romani ha osservato: "Qualcuno pensa a lui, come un clown. In Germania dicono che è come Berlusconi. Ma Grillo dice che i partiti politici non sono importanti, e questo è esattamente ciò che Hitler ha sostenuto prima di arrivare al potere. Il partito di Grillo è più pericoloso dei fascisti perché non ha una piattaforma chiara, non sappiamo quali sono i suoi limiti. Non conosciamo molte delle persone che sono nel movimento, ma sappiamo che ci sono estremisti sia di destra sia di sinistra, fascisti e radicali, e che entrambi sono contro la costituzione, contro la democrazia".

Beppe Grillo

Ciò che preoccupa Pacifici è che il sistema politico italiano non abbia fatto ostruzione contro il movimento 5 Stelle. A questo proposito ha ricordato che le recenti affermazioni della parlamentare grillina Roberta Lombardi - secondo cui alcuni elementi della ideologia fascista prima della guerra fossero "positivi" - siano state criticate solo da un altro membro del parlamento. "Il Partito Democratico ha paura di criticare Grillo - ha aggiunto - perché vogliono che Grillo li sostenga al governo".

Roberta Lombardi e Vito Crimi in conferenza stampa

Pacifici ha poi evocato il fatto che: "per noi l'Alyah è una polizza di assicurazione. Molti della nostra gente trovano che Israele sia il nostro futuro". Ed ha evidenziato che negli ultimi sei mesi, "150 ebrei romani sono andati in Israele": di più di quanto sia avvenuto in precedenza. Dopo aver sostenuto di aver detto le stesse cose all'indomani della strage nella scuola ebraica di Tolosa in Francia, ha concluso: "Ho la responsabilità di dire alla mia comunità che possono cominciare a prepararsi lentamente".

 

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