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L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA: LARGO A FO, MINA, CELENTANO!

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Barbara Palombelli per "Il Foglio"

Lo so. Siamo oltre l'orlo del baratro, appesi al ramo come Wile Coyote, basta un soffio e precipitiamo. Lo sappiamo. La crisi italiana sta per far saltare l'Europa, l'euro, la finanza mondiale, il destino dell'occidente. Non solo. Ci sono milioni di famiglie con il frigo vuoto, le bollette da pagare, il destino incerto: siamo tutti a rischio. Dietro l'angolo, c'è perfino chi immagina un'Apocalisse.

BARBARA PALOMBELLI

Eppure, c'è un aspetto comico che è impossibile non rilevare. Chi sono i leader che si stanno occupando del futuro del paese, in un frangente così drammatico? Costituzionalisti? Esperti di economia? Strateghi di politica estera e relazioni internazionali? Ex presidenti, giuristi di fama, manager o imprenditori di respiro mondiale? Macché. Pettinatevi con un po' di brillantina Linetti, digerite con un Antonetto, lavate le mani con Camay, sorridete Durban's e rilassatevi.

Sedete pure in poltrona, prendete un Amaro Cora, una Ferrochina Bisleri o un Biancosarti, tirate le tendine e godetevi lo spettacolo. Per arginare la catastrofe prossima ventura si sta muovendo una squadra senza precenti. I protagonisti della televisione degli anni Sessanta, quella diretta da Ettore Bernabei e presentata dalla Orsomando, dalla Vaudetti e dalla Farinon sono scesi in campo come i supereroi dei fumetti. Siamo nelle loro mani.

In prima linea il meraviglioso Dario Fo, che gioia vedere che non gli è passato un anno. Era sul palco in piazza Duomo a Milano, martedì 19 febbraio, passavo da quelle parti e mi sono fermata ad ascoltarlo: spiegava al pubblico dei Cinque stelle i problemi del lavoro meglio di un leader Cgil. Evviva. E' ogni giorno sui quotidiani, alla radio, in tv.

Accanto a lui, c'è Adriano Celentano: le sue formule anticrisi sono a giorni alterni lanciate dal Corriere e dalla Repubblica (ieri) come il vero toccasana, l'idea a cui nessuno aveva pensato prima. Il ragazzo della via Gluck si conservava snello e lucido per scendere in campo? No, dicono solo per dettare programmi di governo trasversali, musica e parole a disposizione di leader spompati e messi in discussione dalla base. Rischi? Zero.

dario fo

Poteva mancare Paolo Villaggio, ligure come Beppe Grillo, comico come lui e arcitaliano come Fantozzi? Infatti, non manca. C'è. Pronto per diventare un ministro molto influente di quel governo che avremo - dopo un paio di tornate elettorali utili per sbriciolare quel che resta di partitocrazie e caste - appena il guru e il suo Casaleggio prenderanno la maggioranza assoluta. Invece che a Palazzo Chigi, potrebbero riunirsi a via Teulada. O allo studio uno, con la regia dell'adorabile Antonello Falqui.

Mina, dalla Svizzera, è grillina con tutta la sua forza: la tigre di Cremona ha covato anche lei, nei quarant'anni di esilio tv, un codice ideale per riformare la politica. Chi non le darebbe la fiducia, con passione? E il mago Zurlì, quel Cino Tortorella che ci faceva cantare e che ha spostato quell'uno per cento di Oscar Giannino decisivo per far superare a Mario Monti il 10 per cento alla Camera, lo vogliamo lasciare senza un incarico?

Dallo Zecchino d'Oro al Tesoro senza zecchini il passo è breve. Se pensate che sia uno scherzo, provate a sfogliare i quotidiani e a guardare i talk-show. Il vero dramma è che - nella sfilata delle star che corrono in soccorso della patria - mancano dei personaggi fondamentali. I moderati, ovvero i presentatori. Dove sono Pippo Baudo e Renzo Arbore? Se fossi nei leader sconfitti del centro, proverei a contattarli immediatamente. Soltanto loro potrebbero restituire un po' di ordine alla scaletta.

 


VIENI AVANTI, PIDDINO! “GRILLO FASCISTOIDE!”

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Comunicato Stampa de "La Zanzara"

"Sul finanziamento pubblico Grillo fa solo provocazioni perché non vuole prendersi responsabilità su altri temi come pensioni ed esodati. E' una sciocchezza parlare della cancellazione dei rimborsi, senza soldi pubblici il Pd salta, chiude, ci sono migliaia di sedi in giro per l'Italia, cosa diciamo ai nostri militanti? Se ne può parlare, magari con un sistema diverso, ma la politica non la può fare solo un milionario come Grillo che se lo può permettere oppure i palazzinari. Senza soldi pubblici si fa politica con un padrone che decide come comunicare, da casa sua, a distanza con un computer. E noi nel Pd non abbiamo un padrone mentre il Cinque Stelle ha due padroni".

FRANCESCO BOCCIA A PIAZZA PULITA NELLA PUNTATA SU BEPPE GRILLO

Lo dice Francesco Boccia, parlamentare del Pd, a La Zanzara su Radio 24. Per Boccia però "vanno rese pubbliche tutte le cifre degli stipendi del Pd" anche se "parlare dello stipendio di una segretaria o di un funzionario è come parlare di che tempo fa, non ha nessuna importanza". "Grillo è un fascistoide - aggiunge Boccia a Radio 24 - mi pare sotto gli occhi di tutti con le sue posizioni su immigrati e Casa Pound. E' in linea con i movimenti di destra in Europa e sull'euro ha idee molto confuse, parla di referendum ma lo sanno anche gli studenti al primo anno di giurisprudenza che non si può fare. E' l'abc della nostra costituzione".

Beppe Grillo

"Si comporta da fascista, ma non deve offendersi - dice Boccia - per esempio quando uno non è d'accordo con lui lo caccia, lo espelle". Poi attacca ancora Grillo sulla vicenda delle società in Costarica: "La risposta che ha dato è da professionista dell'elusione, io non ho un autista e vado in giro in motorino, e se lo avessi difficilmente avrebbe quattordici società in Costarica, e se anche le avesse difficilmente sarebbe con mia cognata. Di certo quello di Grillo non è un movimento aperto e i flussi finanziari sono concentrati nelle mani di una sola persona".

 

 

MONTI SI BUTTA A DESTRA: MEGLIO BERLUSCONI CHE GRILLO

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1 - SCELTA CIVICA:NASCE COMITATO DIRETTIVO, OLIVERO COORDINATORE
(ANSA) - Su proposta del presidente Mario Monti - informa una nota di Scelta Civica - si è insediato il Comitato direttivo provvisorio di Scelta Civica così composto: Presidenza: Andrea Riccardi (vice presidente vicario), Carlo Calenda (vice presidente), Ilaria Capua (vice presidente).

Coordinatore politico: Andrea Olivero. Membri: Ilaria Borletti Buitoni, Luciano Cimmino, Silvia Colombo, Lorenzo Dellai, Stefania Giannini, Mario Giro, Pietro Ichino, Linda Lanzillotta, Luigi Marino, Mario Mauro, Andrea Romano, Lidia Rota Vender, Milena Santerini. All'incontro in vista delle elezioni delle presidenze della Camera e del Senato, Scelta Civica sarà rappresentata dal Coordinatore Senatore Olivero, dai Senatori Lanzillotta e Mauro e dagli Onorevoli Dellai e Romano.

MONTI RICCARDI

2 - MONTI CHIUDE A GOVERNO PD-M5S; MEGLIO LARGHE INTESE E RIFORME
(ANSA) - Meglio un governo sostenuto da più forze politiche - Pd, Pdl e, se ci sta, Grillo - per fare le riforme necessarie al Paese che un governo Pd-M5S. E' questo, in estrema sintesi, l'orientamento emerso dall'incontro di Mario Monti con gli eletti di Scelta Civica-Udc-Fli, secondo quanto riferito da alcuni presenti. Una posizione che, spiega un partecipante, si riflette sulla scelta dei presidenti delle Camere: "In Senato non saremo stampella nè del Pd, nè del Pdl per far passare nomi di una sola parte".

Per quanto concerne i presidenti di Camera e Senato, spiega un partecipante, la nostra posizione nell'incontro con il Pd sarà molto chiara: "Non chiediamo ruoli, né incarichi, né tantomeno poltrone; vogliamo che ci sia un'apertura reale che impegni le forze politiche, a cominciare da Pd e Pdl, su un governo di scopo per fare le riforme troppo a lungo rimandate". Nello stesso tempo però, aggiunge cercando di riassumere la posizione espressa da Monti, "non vogliamo essere usati dal Pd in funzione anti-Pdl, né dal Pdl per aggirare il dialogo con il Pd".

Una posizione che si riflette sull'elezione dei presidenti della Camere: "Lavoriamo per un riconoscimento reciproco" di Pd e Pdl, riferisce uno dei presenti. Anche se non si nascondono le difficoltà di una simile strategia, visto il clima reso incandescente dai problemi giudiziari di Silvio Berlusconi. Ma nel corso dell'incontro è emersa l'esigenza di provarci ugualmente: "A noi - riassume un altro neo eletto - non interessa il governissimo o il governo di scopo in quanto tale, ma che si apra un ragionamento di tutte le forze politiche per fare le riforme".

Riccardi Montezemolo Oliviero

Anche con Grillo? "Certamente", aggiunge la fonte, "anche con lui se vorrà fare davvero le riforme". Durante l'incontro si è anche discusso di futuro della formazione che si è presentata alle elezioni: "Monti ha posto il problema non solo dei gruppi parlamentari ma, più in generale, del futuro". In sostanza se fondere o meno Fli, Udc e Scelta Civica in un unico partito. A sciogliere il nodo ci proverà un apposito comitato.

3 - MONTI,CON PD PER ORA PARLIAMO DI PRESIDENZE CAMERA
(ANSA) - "Abbiamo messo a punto la linea che la nostra delegazione terrà nell'incontro di oggi pomeriggio con la delegazione Pd e abbiamo inoltre approfondito il tema della migliore organizzazione del nostro movimento politico, al di là dei due gruppi parlamentari che già ci eravamo impegnati a costituire come unitari prima delle elezioni". Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti al termine della riunione al Senato con gli eletti di Scelta civica, Udc e Fli.

CARLO CALENDA

Ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul come arrivare al nuovo governo, il premier ha detto che "il tema della consultazione di oggi da parte del senatore Zanda è molto preliminare rispetto a questo e riguarda i vertici delle istituzioni parlamentari, di Camera e Senato. Quindi, ogni cosa a suo tempo". Quanto ai contenuti e alle proposte che verranno fatte nell'incontro con il Pd, Monti non ha fatto anticipazioni:"penso sia più riguardoso nei confronti dell'iniziativa presa dal Pd che i nostri rappresentanti illustrino la nostra posizione". Della delegazione che incontrerà il Pd fanno parte Linda Lanzillotta e Mario Mauro per il Senato, Andrea Olivero, Lorenzo Dellai e Gianpiero D'Alia per la Camera.

4 - RINVIATA ELEZIONE CAPIGRUPPO SCELTA CIVICA, UDC E FLI
(ANSA) - L'assemblea dei parlamentari di Scelta Civica, Udc e Fli hanno concluso la loro riunione nell'aula della commissione Difesa del Senato. Non è si è proceduto all'elezione dei presidenti di gruppo perché, a quanto si è appreso, è stato deciso di rinviare questa incombenza ai prossimi giorni

 

 

DOVE E’ ANDATO A FINIRE FIORELLO? ZITTO ZITTO, FA CLOWNTERAPIA

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

PER LA CLOWN-TERAPIA C'E' FIORELLO

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Federica Rinaudo per "Il Messaggero"

E' una lezione di buoni sentimenti quella andata in scena all'Auditorium della Conciliazione in occasione dello spettacolo di beneficenza "Ridiamoci su", organizzato per l'associazione Andrea Tudisco Onlus, con il sostegno di comici, attori, musicisti, e la colorata presenza dei clown dottori che hanno riempito il teatro di bolle di sapone e palloncini.

Perfino Fabrizio Frizzi si trasforma in uno di loro: col suo fare scanzonato irrompe sul palco indossando camice variopinto, naso rosso e giganteschi occhiali che non riescono comunque a nascondere l'emozione e quell'immediata genuinità che lo rende così speciale.

Volontari dell Associazione

La magia terapeutica del sorriso ha inizio. Anche Max Biaggi, solitamente timido e riservato, non si risparmia e si lascia convincere da Frizzi ad affiancarlo nella conduzione. Gli applausi del pubblico lo premiano e il Campione del Mondo Super Bike vince la nuova sfida lontano dalle piste.

Tra una battuta e l'altra i due amici accolgono l'ingresso della presidente Fiorella Tosoni, che abbraccia virtualmente la platea e i numerosi volontari. «Sono la nostra vera anima - dichiara la responsabile dell'associazione - Grazie a loro ogni giorno riusciamo ad aiutare i bambini colpiti da gravi patologie e le famiglie ospiti della Casa di Andrea e a permettere la clownterapia nei principali ospedali».

C'è un boato di gioia e quella forza della vita, espressa attraverso il calore dei volti raggianti, allontana ogni dolore trasformandolo in speranza. L'arrivo di Rosario Fiorello non fa che scatenare di più la folla già esultante. Accompagnato dal maestro Cremonesi lo show man da il meglio di sé.

Canta, balla, scherza con gli invitati seduti nelle poltroncine rosse, tra cui l'amico Max Giusti sceso di corsa dai camerini pur di non perdere la sua esibizione. Con garbo ed originalità crea il suo solito scompiglio e quando intona Roma Capoccia sono brividi sulla pelle. E' ancora emozione con l'esibizione dei ragazzi dell'associazione Sei Corde, diretta dal maestro Fabio Saveri, che con le loro chitarre regalano pagine di ricordi indimenticabili.

Sara Jane

E' una musica che arriva al cuore anche quella di Rita Forte, in splendida forma, che lascia poi il posto all'entusiasmo del comico Andrea Perroni con le sue divertentissime imitazioni. Si ride senza sosta. Difficile resistere anche alla travolgente simpatia di Max Giusti cui spetta il compito di chiudere la kermesse e che, in qualità di ambasciatore dell'associazione, chiama a raccolta sul palcoscenico i nasi rossi con i calzini di diverso colore, i bottoni spaiati e i camici pieni di scarabocchi. Veri protagonisti della lunga notte d'amore.

 

ORE 19.06: FUMATA BIANCA! IL PAPA E' CON NOI (AL QUINTO SCRUTINIO)

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PAPA: SITO VATICANO, 'HABEMVS PAPAM'
(ANSA) -
Lo stemma del Vaticano e la scritta 'Habemvs Papam'. Così il sito ufficiale della Santa Sede accoglie i visitatori subito dopo la fumata bianca.

PIAZZA SAN PIETRO ATTESA PER IL NUOVO PAPA VATICANO FOTO LAPRESSE

DA PIAZZA SAN PIETRO 'VIVA IL PAPA, VIVA IL PAPA'
(ANSA) -
'Viva il papa, viva il papa', è il grido che proviene da Piazza San Pietro, dove i fedeli sembrano stare in più in uno stadio che nella piazza della più grande basilica di Roma.

CONCLAVE: IN PIAZZA E' TOTO-PAPA, TUTTI DICONO SCOLA
(ANSA) -
In piazza è partito il toto papa, dopo l'entusiasmo per la fumata bianca, ora il pensiero è quello di sapere chi sarà. Il più "gettonato" nelle previsioni sembra essere Angelo Scola.

PIAZZA SAN PIETRO ATTESA PER IL NUOVO PAPA

FUMATA BIANCA, EMOZIONE PARENTI SCOLA IN ATTESA
(ANSA) -
"Oddio, è bianca, è bianca, adesso piango, adesso non riesco a trattenere le lacrime". Così ha esclamato Chiara Colombo, cugina dell'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, originario di Malgrate. Grande l'attesa per tutta la giornata nel paesino alle porte di Lecco, dove vivono ancora molti della trentina di cugini del cardinale, ritenuto uno dei papabili.

PIAZZA SAN PIETRO ATTESA PER IL NUOVO PAPA

Per tutto il giorno Chiara, che ha 72 anni, ha tenuto aperto il bar dell'oratorio che gestisce accanto alla chiesa parrocchiale di San Leonardo. Il sagrato e diventato con il passare delle ore il punto di ritrovo non solo per giornalisti fotografi e televisioni con le fly per le dirette. Ma qui si sono ritrovati anche il sindaco Gianni Codega, il parroco e alla spicciolata molti concittadini.

 

RCS: DIETRO L'OFFERTA DI PRS C’È CLASS DI PANERAI?

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DAGOREPORT

C'è un filo rosso che lega Prs, la concessionari di pubblicità presieduta da Alfredo Bernardini De Pace, e Class Editori, la casa editrice milanese fondata e presieduta da Paolo Panerai. Tanto che dietro l'offerta di Prs per l'acquisto dei 10 periodici Rcs mediagroup (Novella 2000", Visto, A, Max, Astra, l'Europeo, Yacht&Sail ed il polo dell'enigmistica) potrebbe esserci l'idea di fare nascere un nuovo gruppo editoriale che nasce con una dote tutta targata Rcs. Prs, infatti, ha già rilevato da Rcs l'agenzia giornalistica regionale e la rete Cnr, mentre Class editori rilevò nel 2055 il mensile Capital.

FRANCESCO MICHELI PAOLO PANERAI

La prova di una alleanza più stretta tra Class e Prs è l'acquisto a dicembre 2012 da parte di Gaddo della Gherardesca, vicepresidente Prs, dei diritti di opzione sul 10% del capitale di Class Pubblicità ceduti da Class editori. L'operazione è stata fatta "per conto di un terzo azionista" mai specificato dalle parti, ed è avvenuta insieme con la cessione da parte di Class Editori del 33% della propria concessionaria Class Pubblicità al fondo francese Rainbow Finance.

Alfredo Bernardini De Pace

La cessione, secondo quanto comunicato a dicembre dal gruppo di Panerai, ha come obiettivo "un programma di razionalizzazione e sviluppo". A solo due mesi di distanza è arrivata l'offerta sui periodici Rcs. Del resto, l'alleanza tra Prs e Class editori è di fatto già operativa sul mensile Capital di cui Prs è concessionaria.

Adesso la partita che Class e Prs possono giocare insieme è più grossa. La vendita dei periodici non richiede tra l'altro non richiedere esborso di denaro, ma l'esborso di una dote per chi comprerà le riviste e si accollerà l'oneroso piano di ristrutturazione e rilancio che coinvolge 120 posti di lavoro tra poligrafi e giornalisti.

 

GAUDIUM MAGNUM! A SORPRESA, IL NUOVO PAPA E' BERGOGLIO

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1. ELETTO IL PRIMO PAPA GESUITA DELLA STORIA
Corriere.it

Il nuovo Papa è l'argentino Jorge Mario Bergoglio, gesuita, vescovo di Buenos Aires, 76 anni. Ha deciso di chiamarsi Francesco. E' la prima volta nella storia che un Papa sceglie di chiamarsi così. E' da oltre 1300 anni che il Papa non era extraeuropeo. Bergoglio è il primo Papa della Storia proveniente dalla Compagnia di Gesù. Viene allineato tra i «progressisti».

BERGOGLIO WOJTYLA

CHI E' - Timido, schivo, di poche parole, molto attento ai poveri, Jorge Mario Bergoglio è, come detto, il primo Papa gesuita della Storia. In realtà, secondo molte fonti, quello che fino ad oggi era l'arcivescovo di Buenos Aires, aveva già rischiato seriamente di essere eletto nel Conclave del 2005, dove ha certamente avuto un notevole numero di preferenze.

Per alcune ricostruzioni il porporato però si mostrò così atterrito dall'idea del peso che gli sarebbe caduto addosso da convincere i più a lasciar perdere: il cardinale argentino, di origini piemontesi, secondo il diario di un cardinale elettore, spaventato dal confronto con il cardinale decano, scongiurò addirittura i suoi sostenitori a non votarlo.

Secondo altri, invece, non avrebbe avuto una reale possibilità di ascendere al soglio di Pietro: in quell'occasione, infatti, i cardinali che temevano la candidatura Ratzinger avevano fatto blocco sull'argentino, nel tentativo di impedire che si raggiungesse la maggioranza minima per l'elezione, in modo da obbligare tutti alla ricerca di candidati diversi, come era già avvenuto.

Resta il fatto che quel Conclave risulta oggi la «prova generale» di questo, se l'unico che seriamente attirò voti oltre a Ratzinger si ritrova ad essere il suo successore. E Bergoglio è sempre stato restio ad accettare ruoli curiali. Oppositore del lusso e degli sprechi (ha vissuto in un modesto appartamentino e per spostarsi usa i mezzi pubblici) quando fu ordinato cardinale nel 2001, obbligò i suoi compatrioti che avevano organizzato raccolte fondi per presenziare alla cerimonia di Roma, a restare in Argentina e a donare i soldi ai poveri.

BERGOGLIO PAPA

TRASCINATORE - Nel suo Paese è un trascinatore di folle e una figura di riferimento nella Chiesa sudamericana. È sempre stato ritenuto un conservatore ma, nonostante questo, non ha mai approvato l'eccessiva rigidità della Chiesa soprattutto in materia di sessualità e la sua autoreferenzialità.

Contestò l'apertura dei gesuiti alla Teologia della Liberazione, negli anni '70 e questa posizione forse gli è valsa l'accusa ingiusta di connivenza con il regime dei generali, anche se peraltro non ci sono mai state prove nè indizi della sua vicinanza alla dittatura.

Ed anzi nell'anno santo del 2000 fece «indossare» all'intera Chiesa argentina le vesti della pubblica penitenza, per le colpe commesse negli anni della dittatura. Un mea culpa che dette più fiducia nell'istituzione ecclesiale, Arcivescovo di Buenos Aires, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di ordinario del proprio rito, Bergoglio è professore di letteratura e psicologia.

BERGOGLIO RATZINGER

Nato a Buenos Aires il 17 dicembre del 1936, ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico, ma poi ha scelto il sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. L'11 marzo 1958 è passato al noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia.

È stato ordinato sacerdote nel dicembre '69. Maestro di novizi a Villa Barillari, San Miguel, nel '73 è stato eletto Provinciale dell'Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni. Autore dei libri «Meditaciones para religiosos» del 1982, «Reflexiones sobre la vida apostolica» del 1986 e «Reflexiones de esperanza» del 1992.

Giovanni Paolo II lo nominò vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires nel maggio del '92. Il 27 giugno dello stesso anno ricevette nella cattedrale di Buenos Aires l'ordinazione episcopale dalle mani del cardinale Antonio Quarracino, del nunzio apostolico monsignor Ubaldo Calabresi e del vescovo di Mercedes-Lujan, monsignor Emilio Ognenovich.

 

L'IPOTESI DI UN PONTEFICE LATINOAMERICANO PER DARE UN FORTE SEGNALE DI CAMBIAMENTO
Andrea Tornielli per "La Stampa"

Da Dagospia del 2 marzo 2013
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/il-conclave-cala-la-clava-sulla-curia-dall11-marzo-via-alle-sessioni-di-voto-51783.htm

BERGOGLIO PAPA

«Quattro anni di Bergoglio basterebbero per cambiare le cose...», sussurra un porporato amico di lunga data dell'arcivescovo di Buenos Aires. C'è il nome di un cardinale che non entra nelle rose dei «papabili» di questi giorni, a motivo della sua età: quello del settantaseienne gesuita Jorge Mario Bergoglio, di origini torinesi, arcivescovo della capitale argentina.

Il candidato che alla terza votazione del rapidissimo conclave del 2005 ottenne una quarantina di consensi risultando il candidato più votato dopo Ratzinger. Negli ultimi anni il suo prestigio si è accresciuto nella Chiesa latinoamericana e anche all'interno del collegio cardinalizio.

JORGE MARIO BERGOGLIO ARCIVESCOVO DI BUENOS AIRES jpeg

Non è escluso che possa ancora raccogliere dei voti, ma certamente sarà una delle figure chiave destinate ad avere peso nelle congregazioni generali e sul conclave. Nella sua diocesi, già da tempo la Chiesa va nelle strade, nelle piazze, nelle stazioni per evangelizzare e amministrare i sacramenti.

«Tutta l'attività ordinaria della Chiesa si è impostata in vista della missione - ha detto Bergoglio parlando dell'evangelizzazione - Questo implica una tensione molto forte tra centro e periferia, tra la parrocchia e il quartiere. Si deve uscire da se stessi, andare verso la periferia. Si deve evitare la malattia spirituale della Chiesa autoreferenziale: quando lo diventa, la Chiesa si ammala.

È vero che uscendo per strada, come accade a ogni uomo e a ogni donna, possono capitare degli incidenti. Però se la Chiesa rimane chiusa in se stessa, autoreferenziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima».

In occasione del concistoro del febbraio 2012, celebrato nel pieno della bufera dei vatileaks, Bergoglio aveva affermato che il «peccato peggiore nella Chiesa» è «l'atteggiamento della mondanità spirituale», nel quale rientrano anche «il carrierismo e la ricerca di avanzamenti». A lui potrebbero guardare coloro che si augurano un significativo cambio di passo.

BERGOGLIO

Della possibilità di eleggere un candidato proveniente dall'America Latina ha parlato il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi: «A mio parere è giunto il momento di guardare anche fuori dall'Italia e dall'Europa e in particolare di considerare l'America Latina».

I questa direzione potrebbero orientarsi anche porporati che sono stati nunzi apostolici in quei Paesi, come il presidente del Governatorato Giuseppe Bertello e il prefetto della Congregazione delle Chiese orientali Leonardo Sandri.

Ma anche curiali navigati ormai emeriti come Giovanni Battista Re. Uno dei nomi che viene fatto con maggiore frequenza è quello dell'arcivescovo di San Paolo del Brasile, Odilo Pedro Scherer, 63 anni, un prelato che non ha - e questo potrebbe non giovargli un carattere «latino» e brasiliano. Dal 1994 al 2001 è stato officiale della Congregazione dei vescovi.

BERGOGLIO LIBRO

E oggi è inserito nelle commissioni cardinalizie che sovrintendono lo Ior e gli affari economici e finanziari della Santa Sede. Un altro possibile candidato dell'aerea geografica latinoamericana è l'arcivescovo di Guadalajara, il messicano José Francisco Robles Ortega, 64 anni. Ma i cardinali elettori dell'America Latina voterebbero per un loro connazionale? È possibile che alcuni di loro dirigano le preferenze verso altri candidati, come ad esempio il canadese Marc Ouellet, che ha abitato per molti anni in Sudamerica.

Per quanto riguarda invece i «papabili» europei, nei pourparler si consolidano, in vista delle prime votazioni, le posizioni dell'arcivescovo di Milano Angelo Scola, 71 anni, e dell'arcivescovo di Budapest Peter Erdö, 60 anni.

Un elemento comune che emerge è la voglia di un cambiamento di rotta, innanzitutto nella gestione della Curia romana, ma non solo. In quale direzione attuarlo, sarà oggetto delle discussioni nelle congregazioni generali che iniziano lunedì. La settimana prossima sarà decisiva per sapere quale Papa uscirà dal conclave.

 

 

TERZA CHIUSURA IN ROSSO PER MILANO (-1,7%) - Male banche ed Enel dopo la svalutazione Endesa

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1 - BORSA: TONFO ENEL ABBATTE LISTINO (-1,74%), MILANO MAGLIA NERA UE
Radiocor - Terza seduta consecutiva in rosso per Piazza Affari, che anche oggi segna la performance peggiore d'Europa. L'incertezza politica, con un accordo tra i partiti che sembra sempre piu' lontano mentre si avvicina la data dell'insediamento dei neoeletti alle Camere, alimenta i timori sulla stabilita' del Paese e sulla sua capacita' di portare avanti e approvare le riforme strutturali necessarie alla ripresa dell'economia. E oggi questa incertezza si e' vista anche nell'esito dell'asta dei BTp che non solo ha registrato rendimenti in rialzo, ma soprattutto ha visto una domanda debole in termini assoluti e sotto le aspettative in termini qualitativi. Il che ha pesato anche sullo spread tra decennali italiani e tedeschi salito fino a 320 punti base.

Endesa

Cosi' a Milano il Ftse Mib archivia la giornata con un calo dell'1,74% e il Ftse All Share dell'1,52%. Vendite pesanti sul comparto bancario, con Ubi Banca che ha perso il 6,38% dopo i conti, il Banco Popolare il 5,45% e Bpm il 4,20%. Contribuisce allo scivolone il forte calo di Enel (-5,98%) che ha annunciato oggi i dati del 2012 e la svalutazione di Endesa per 2,5 mld di euro. Sul mercato valutario, l'euro si e' indebolito sul dollaro, sostenuto dal dato migliore delle attese sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti a febbraio, che lasciano ben sperare sulla ripresa della prima economia mondiale. La divisa unica a fine giornata e' scambiata a 1,2947 dollari (da 1,3053) e 124,35 yen (da 125,25). Il dollaro/yen e' a 96,01. Il petrolio e' in rialzo dello 0,24% a 92,76 dollari al barile.

2 - TELECOM: VERSO TREMILA ESUBERI E STOP A SOCIETARIZZAZIONE CUSTOMER
Radiocor - Tremila esuberi nel biennio 2013-2014 e una moratoria di un anno, fino al primo aprile 2014, per il progetto di societarizzazione della divisione del custumer care (i servizi ai clienti). E' l'ipotesi di un accordo di massima, secondo quanto risulta a Radiocor, che si e' profilata al termine di una lunga trattativa, durata quasi tre giorni, tra Telecom Italia e i sindacati per ridurre il costo del lavoro.

Riguardo al tema delle eccedenze di personale, 2.500 lavoratori saranno gestiti attraverso i contratti di solidarieta', 500 usciranno fuori dall'azienda con accompagnamenti alla pensione o incentivi. Quanto al progetto di creare una societa' ad hoc per il custumer care, il piano e' quello di iniziare a razionalizzare il settore prima della scadenza del primo aprile del 2014 quando si decidera' se procedere con la societarizzazione. Secondo i sindacati non c'e' ancora un accordo vero e proprio, si sono fatti dei passi avanti; i risultati saranno portati alle assemb lee dei lavoratori per avere il loro giudizio. Il prossimo incontro tra Telecom e le sigle e' previsto per il 25 marzo.

3 - TELECOM: PER BOND IBRIDO ORDINI PER 3MLD,CEDOLA CALA A 7,90-8%
Radiocor - La raccolta degli ordini per il nuovo bond ibrido di Telecom Italia va a gonfie vele: a poco meno di 20 minuti dalla chiusura dei libri ( ore 13.30 locali) le manifestazioni di interesse arrivate al pool di banche che curano il prestito ammontano a circa 3 miliardi di euro. Lo apprende 'Il Sole 24 Ore Radiocor' da fonti vicine all'emissione, le quali riferiscono che - grazie alla vivace risposta finora riscontrata dal mercato - lo spread si e' ristretto leggermente. Secondo le indiscrezioni la cedola dovrebbe essere poco sotto l'8% area indicata all'inizio, nella fascia 7,90-8%.

Telecom Sede a Milano Ripetitori

4 - NAPOLITANO: URGENTI MISURE PER SBLOCCARE PAGAMENTI P.A. ALLE IMPRESE
Radiocor - 'Considerata l'urgenza di sollevare le imprese da una pesante condizione anche sul piano delle disponibilita' finanziarie, risultano urgenti misure come quelle volte a rendere possibile lo sbocco dei pagamenti dovuti dalle Pubbliche amministrazioni a una vasta platea di aziende. Queste ed altre misure dovranno essere definite rapidamente attraverso le necessarie intese in sede europea, sollecitate dall'Italia e divenute ormai improcrastinabili'.

Cosi' una nota del Quirinale al termine dell'incontro fra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ha manifestato al capo dello Stato 'profonde preoccupazioni per il rischio di un'ulteriore acutizzazione, a breve termine - in assenza di tempestivi concreti interventi - della crisi delle attivita' produttive e dell'occupazione. Il presidente Napolitano - si legge nella nota - ha condiviso pienamente tali preoccupazioni, e dunque l'esigenza di porre i probl emi dell'economia reale al centro dell'attenzione delle istituzioni rappresentative e di governo, e delle forze politiche chiamate in questa fase ad assumerne la responsabilita''.

5 - MPS: DB, CI DIFENDEREMO CONTRO RICHIESTA RISARCIMENTO DANNI
(ANSA) - Deutsche Bank "si difenderà vigorosamente contro la richiesta di risarcimento danni" avanzata dal Montepaschi per lo scandalo derivati e "depositata dal cliente presso il Tribunale di Firenze, ritenendo assolutamente infondata tale richiesta". Lo afferma la banca tedesca con riferimento all'azione di responsabilità per l'operazione Santorini. "Nel 2008 - ricorda la nota - Deutsche Bank ha realizzato un'operazione finanziaria" con Mps "soggetta ai rigorosi processi interni di approvazione di Deutsche Bank e ha ricevuto la necessaria autorizzazione di Mps, a sua volta supportata da consulenti indipendenti".

6 - RENAULT: ACCORDO COI SINDACATI, TAGLI A 7500 POSTI
(ANSA) - Renault ha siglato oggi un accordo con i sindacati francesi che prevede il taglio di 7.500 posti di lavoro e un aumento dell'orario lavorativo in cambio dell'impegno dell'azienda a non chiudere i suoi siti produttivi. L'accordo fa salire l'orario lavorativo del 6,5% e stabilisce il congelamento dei salari nel 2013 insieme alla riduzione di 7.500 posti di lavoro entro il 2016, che avverrà principalmente attraverso i prepensionamenti e la non sostituzione dei lavoratori uscenti.

RENAULT

In cambio Renault ha acconsentito a non chiudere nessuno dei suoi 5 stabilimenti francesi e si è impegnata ad aumentare di circa un terzo la produzione annuale di veicoli nel Paese, portandola a 710mila entro il 2016. L'accordo - ha dichiarato il numero uno di Renault Carlos Ghosn in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano economico Les Echos - dovrebbe consentire alla casa automobilistica di risparmiare circa 500 milioni di euro all'anno.

7 - USA PRONTI A ACQUISTO MASSICCIO ZUCCHERO A SOSTEGNO PREZZI
(ANSA) - Gli Stati Uniti pronti a scendere in campo a sostegno dei prezzi dello zucchero. Il Dipartimento dell'Agricoltura potrebbe comprare quest'anno 400.000 tonnellate di zucchero nel tentativo di far salire i prezzi e prevenire cois' possibili default dei produttori di zucchero sui finanziamenti concessi loro dallo stesso dipartimento. L'acquisto di 400.000 tonnellate potrebbe fare salire i prezzi dello zucchero - attualmente scambiato a 20 cent per libbra (0,45 chilogrammi) ovvero ai minimi degli ultimi quattro anni - a "livelli accettabili". I prezzi dello zucchero sono in calo del 5,8% dall'inizio dell'anno.

"Se i prezzi restano ai livelli attuali ci dovremmo attendere delle perdite sui prestiti in scadenza il primo agosto", mette in guardia Barbara Fresco, economista del Dipartimento dell'Agricoltura. Ma invece di attendere eventuali default, gli Stati Uniti agiranno e interverranno per far aumentare i prezzi, così da consentire ai produttori di ricevere compensi più alti e far fronte agli obblighi sui finanziamenti accordati loro. L'acquisizione di zucchero sarà effettuata tramite il programma ancora mai testato 'Feedstock Flexibility', secondo il quale il Dipartimento dell'Agricoltura dovrà rivendere lo zucchero acquistato ai produttori americani di etanolo.

Lo zucchero però non è un elemento essenziale per la produzione di biocarburanti e questo rischia quindi di incontrare le resistenze dei produttori di etanolo, 'incoraggiati' ad acquistare solo dal fatto che - come previsto dalla legge - il Dipartimento dell'Agricoltura venderà a prezzi scontati, realizzando una perdita 10 cent a libbra per un totale di 80 milioni di dollari di rosso. "Dovremmo liberarci - afferma Fresco - in ogni caso dello zucchero acquistato. Vendendolo ai produttori di etanolo almeno recuperiamo qualcosa".

GRATTACIELO COMMERZBANK

8 - COMMERZBANK IN ROSSO DOPO L'ANNUNCIO DELL'AUMENTO DI CAPITALE
La Stampa - Forti vendite su Commerzbank, che cede il 7,97% e si porta a 1,28 euro. La banca tedesca ha annunciato un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che finanzierà il risarcimento delle quote del Financial Market Stabilization Fund (SoFFin) per 1,6 miliardi di euro e di Allianz per 750 milioni di euro.

SoFFin, fondo di stabilizzazione finanziaria promosso nel 2008 dalla Repubblica Federale tedesca, supporterà l'operazione al termine della quale la sua partecipazione in Commerzbank dovrebbe scendere sotto il 20 per cento.

La banca tedesca dovrebbe raggiungere dopo l'aumento di capitale un Common Equity Tier 1 ratio secondo Basilea 3 di dell'8,6 % rispetto al 7,6 % di fine 2012 su base pro forma. Va ricordato che durante questa crisi la Repubblica Federale tedesca aveva sostenuto con delle "silent participation" da 16,4 miliardi di euro Commerzbank in due fasi (nel 2008 e nel 2009). La banca ha già ripagato 14,3 miliardi di euro e con l'annunciata restituzione al SoFFin di 1,6 miliardi dovrebbe completare il risarcimento della Repubblica Federale tedesca.

Nell'ambito di questa operazione è previsto un accorpamento azionario di 10 azioni a una riduzione dunque dei titoli Commerzbank in circolazione da 5,83 miliardi a 583 milioni. Deutsche Bank, Citigroup e HSBC hanno acconsentito a sottoscrivere l'intero volume dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi. L'aumento di capitale dovrebbe essere eseguito tra metà maggio e l'inizio del giugno 2013.

 


LE 20 BANCHE PADRONE DEL NOSTRO FUTURO

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Stefano Sansonetti per www.lanotiziagiornale.it

Determinano il destino del nostro debito pubblico. Un fardello da circa 2 mila miliardi di euro la cui evoluzione dipende in buona parte dalle loro mosse. Un potere enorme, in altri termini, che all'interno dello stato italiano viene esercitato da 20 banche. Attenzione, però, perché di queste ben 17 sono straniere. Tecnicamente si chiamano "specialisti in titoli di stato". In pratica si tratta di quegli istituti di credito che per il Belpaese non soltanto provvedono alla parte organizzativa delle aste, collocando i nostri titoli di stato.

JPMORGAN

Ma in una certa misura ne "modellano" il risultato, visto che sono tenuti anche a garantirne una percentuale di acquisto. Ma chi rientra nel gruppone delle 20 banche? Sulla base di un documento firmato il 23 gennaio scorso da Maria Cannata, responsabile della direzione debito pubblico del Dipartimento del Tesoro, si tratta innanzitutto delle banche americane Merrill Lynch, Morgan Stanley, Citigroup, Jp Morgan e Goldman Sachs. A queste si aggiungono le inglesi Barclays, Hsbc, Royal Bank of Scotland e le francesi Bnp Paribas, Crédit Agricole, Société Générale.

La componente tedesca è rappresentata da Deutsche Bank e Commerzbank, mentre quella svizzera da Ubs e Credit Suisse. A chiudere ci sono la giapponese Nomura, l'olandese Ing Bank e le italiane Banca Imi (del gruppo Intesa Sanpaolo), Unicredit ed Mps, l'istituto sense trovolto dalle ultime inchieste giudiziarie. Ma il dato "curioso", che come minimo fa pensare, è rappresentato dal fatto che nel documento il Dipartimento del Tesoro stila anche una classifica degli specialisti dei titoli di stato per il 2012. In pratica un modo per riconoscere la bontà dell'attività svolta dai vari istituti di crediti l'anno precedente. E chi ha vinto? Barclays, la banca inglese che spicca tra le più coinvolte nello scandalo Libor.

BARCLAYS

GLI INGLESI AL TOP.
Si tratta di uno degli scandali finanziari più gravi scoppiati negli ultimi anni: una nutrita pattuglia di banche accusate di aver manipolato i tassi Libor ed Euribor, ovvero gli indici di riferimento dei mercati interbancari sulla base dei quali si calcolano gli interessi sui mutui erogati alle imprese e ai cittadini comuni mortali. Operazioni, va da sé, di gravità inaudita, visto che attraverso di esse gli istituti di credito hanno potuto lucrare proprio sugli interessi praticati ai clienti.

E qui entra i gioco Barclays, perché con Ubs e Royal Bank of Scotland è già stata pesantemente multata dalle autorità finanziarie dei principali paesi proprio per aver manipolato i tassi. La medesima Barclays, in particolare, è stata costretta a pagare l'equivalente di 440 milioni di dollari per uscire fuori dal ginepraio dove si era infilata. Ma non è finita qui, perché sulle stesse banche, per inciso tutte inserite nella lista dei nostri "specialisti" del debito, pende il rischio di circa 30 cause intentate da mutuatari in California e nello stato di New York.

ITALIA COMMISSARIATA - MONTI GRILLI DRAGHI MERKEL LAGARDE VAN ROMPUY

Insomma, il Tesoro italiano, guidato da Vittorio Grilli, ha consegnato la medaglia d'oro per la gestione del nostro debito a una banca che negli anni scorsi si è divertita a manipolare i tassi interbancari.

TANTE BANCHE D'AFFARI, TANTE MAGAGNE.
Prendiamo il caso dei giapponesi di Nomura. Su di loro, tanto per dirne una, pende il sospetto di aver ristrutturato con Monte dei Paschi il derivato "Alexandria" che avrebbe permesso alla banca senese di occultare perdite per circa 220 milioni di euro. Stesso sospetto su Deutsche Bank, che attraverso l'operazione "Santorini" avrebbe aiutato Mps a mitigare una perdita di 367 milioni di euro. Senza contare il fatto che la stessa Deutsche Bank è entrata nel mirino della Bafin, l'autorità tedesca di vigilanza finanziaria, per una questione legata alla manipolazione dell'Euribor.

In sostanza la stessa pratica di cui si è resa protagonista Barclays sul versante del Libor. Ebbene, sia Nomura che Deutsche Bank sono inserite nella lista degli specialisti del Tesoro. Per carità, anche in altri paesi funziona così. Certo non si può fare a meno di constatare come lo stato italiano, oppresso da un enorme debito pubblico, finisca di fatto con l'essere "ostaggio" di tutti i maggiori centri del potere finanziario mondiale. Quegli stessi centri che, per un motivo o per l'altro, sono coinvolti in situazioni che certo non hanno portato giovamento al sistema Italia.

NOMURA

 

 

FLORES D’ARCAIS FA IL GIROTONDO INTORNO AL COLLE

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Da Radio24


"In un qualsiasi altro paese civile Berlusconi sarebbe già stato arrestato da vent'anni per la quantità di processi a cui è sfuggito. La legge è la legge e allora o decidiamo che tutti i delinquenti vanno rilasciati oppure no. E Berlusconi è un delinquente, così definito da molti magistrati, e anche tecnicamente un criminale".

Così Paolo Flores d'Arcais, direttore di Micromega, a La Zanzara su Radio24. "Sono convinto - prosegue D'Arcais - che se dalla giunta del Senato verrà rispettata la legge del '57 sulla ineleggibilità il giorno dopo Berlusconi scappa. Con i fantastilioni di euro che ha penso che si possa creare il suo piccolo paradiso personale con le cose che gli piacciono ovunque voglia".

BERLUSCONI NAPOLITANO

"E' triste - dice ancora Flores d'Arcais - che del Pd solo il senatore Zanda abbia firmato l'appello di Micromega. Piaccia o no è la prima scadenza che si troveranno a discutere i senatori. Pd e Cinque Stelle hanno un'occasione storica per far fuori politicamente Berlusconi". "Sulle visite fiscali - aggiunge Flores - ci sta prendendo palesemente per il culo. Ha detto che ha seguito la partita Barcellona - Milan in ospedale prendendosela con il suo allenatore. Se è in grado di fare questo perchè non deve andare in tribunale? Che sia intrasportabile lo può credere solo chi crede alla Befana".

"Napolitano non può decidere chi fa politica, è un'interferenza molto pesante e inaccettabile nei confronti sia dei magistrati sia dei cittadini che vogliono sia rispettata una legge". Lo dice Paolo Flores D'Arcais, direttore di Micromega, a La Zanzara su Radio24, sulle frasi del presidente Napolitano ("bisogna garantire a Berlusconi la partecipazione alla vita politica", ndr).

"E' una cosa moralmente e politicamente censurabile - dice ancora Flores D'Arcais - e Napolitano fa una bella gara con Cossiga per chi è stato il peggior presidente della Repubblica, non siamo molto lontani. Basta pensare alla vicenda nei confronti della procura di Palermo che è di una gravità inaudita. Dopo di lui? Al peggio non c'è mai fine, quindi non tiro un sospiro di sollievo. Il vero candidato di Berlusconi è D'Alema..."

 

paolo flores arcais

ANGELETTI, IL DIAVOLETTO OCCUPA-POLTRONE DELLA UIL

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Andrea Koveos per lanotiziagiornale.it

ANGELETTI BONANNI CAMUSSO

Da tredici anni, inamovibile, alla guida della Uil. Luigi Angeletti ha iniziato la sua carriera sindacale nel 1973 fino alla sua elezione a segretario generale, il 13 giugno 2000. Poltrona che non ha mai più abbandonato, forte di una gestione autoritaria e sicuro di una classe dirigente assolutamente fedele.

Uomo di La Rizza, al suo terzo mandato, Angeletti nasce nel 1949 a Greccio (RI) luogo in cui San Francesco, rappresentò con personaggi viventi la natività di Gesù. Sotto la sua guida, il sindacato, così come rivendica con orgoglio, ha aumentato costantemente i suoi iscritti. Angeletti, poca politica e molta gestione, è anche consigliere del Cnel, grande contenitore "costituzionale", di politici e amministratori in pensione.

Tutt'altro che pago, però, il segretario sabino sembra non voler trascurare i conti e i profitti. Dall'ultimo bilancio disponibile online l'utile è di oltre 500 mila euro. Un sindacato, così come indica il bilancio 2011, che da tesseramenti e contribuzioni ha incassato quasi 26 milioni di euro, un milione in più rispetto all'anno precedente, con propensione alla crescita, dato che in tempi di crisi rappresenta un valore quantomeno in contro tendenza.
E' pure vero che in un momento come quello attuale, in cui la disoccupazione è in vertiginoso aumento, un sindacato che fa utili è sempre una cosa buona per gli iscritti e per i lavoratori. Magari può tornar utile anche agli esodati.

bga06 luigi angeletti mo

L' Unione italiana del lavoro è un universo particolarmente variegato che assomma diverse attività, investimenti e proprietà. Sul versante del patrimonio immobiliare è sufficiente dire che ci sono voluti 2 anni per censirlo interamente, causa le numerose acquisizioni effettuate nel corso degli anni.
Il bilancio è riferito solo al sindacato. La galassia di tutte le società partecipate, compreso il patronato Ital, il Caf Uil Spa e il fantastico mondo delle assicurazioni, praticato da LaborfinSrl (in affari con Unipol assicurazioni), meritano un capitolo a parte che senz'altro vale la pena approfondire.

Per il momento, non ci tiriamo indietro e qualcosa anticipiamo volentieri: il patronato Ital vanta oltre 60 sedi provinciali, 532 sedi zonali, 20 sedi regionali in Italia ed 134 all'estero in 17 Paesi diversi; il Caf, invece, include più di cento società a responsabilità limitata.
Sul versante dei debiti sono circa tre i milioni di euro che la Uil elargisce alle sue partecipate, di cui 800 mila euro solo alla Labor Spa, mentre con le banche è esposta per un milione e 600mila euro verso Unipol e quasi 2 milioni verso Unicredit.

Luigi Angeletti

In cassa risultano esserci un milione e 242 mila di cui 240 mila euro vengono utilizzati per non specificate spese internazionali, con un incremento di quasi 100 mila euro rispetto all'anno precedente, aumento chissà se legato al rincaro delle tariffe aeree. Ma scorrendo attentamente i capitoli economici, l'occhio si sofferma su altri particolari interessanti.
Il valore delle immobilizzazioni, somme cioè impiegate in investimenti vari, ha subito una perdita di 165mila euro, causata dalla svalutazione di titoli Unipol e Banca Etruria.

C'è anche un fondo rischi di oltre quattro milioni di euro riservato alle vertenze in corso. Rischi però che per Luigi Angelitti non sono valutabili in quanto ben ancorato al comando. In un'apologia a lui dedicata, viene definito dai suoi più stretti collaboratori un antileader.
Eppure proprio nel paese del reatino, in cui è nato, c'è un noto ristorante della zona "il nido del corvo" e mai nome fu più evocativo della sua ultradecennale attività di segretario generale.

 

IL PAPA: COSÌ LA CHIESA RIPARTIRÀ - CAOS CAMERE, NIENTE ACCORDO SULLE PRESIDENZE

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Il Velino

IL CORRIERE DELLA SERA - In apertura: "I primi gesti umili del Papa". Editoriale di Aldo Cazzullo: "Una scossa per tutti". Al centro: "Camere, stallo sui presidenti". In basso: "Caso Marò, bloccato l'ambasciatore". Ancora in basso: "Bankitalia: niente bonus negli istituti in perdita".

LA REPUBBLICA - In apertura: "Il Papa: così la Chiesa ripartirà". Editoriale di Eugenio Scalfari: "Un prete di strada". Di spalla: "Quel richiamo a Cristo nel cuore del Vaticano". Al centro: "Caos Camere, niente accordo sulle presidenze". In basso: "Bulgari, mega-evasione da 45 milioni".

il papa viaggia in metro

LA STAMPA - In alto: "Grillo non cede. Camere, dal Pd scheda bianca". Al centro, con foto: "‘Camminare e costruire', primo messaggio del Papa". Ancora al centro: "Il premier all'Ue: ricompense a stati che fanno riforme". In basso: "Il mercato immobiliare crolla:-26%.

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Europa, sulla crescita nulla di fatto". Editoriale di Adriana Cerretelli: "Il colpo di genio che manca". Al centro: "La Borsa chiude in corsa a +2,45%. Immobili, vendite giù del 25,8%". Ancora al centro, Abete: "Subito un decreto per sbloccare i debiti delle Pa". Ancora al centro: Tajani a Passera: "Troppe deroghe sui pagamenti PA, l'Italia applica male la direttiva europea". In basso: "Stretta di Bankitalia su bonus e dividendi".

IL GIORNALE - In apertura: "Bersani vuol comprare un pugno di grillini". Di spalla: "L'ordine di Francesco: meno mondanità più croce, la Chiesa non è un'Ong". Al centro con foto: "La guerra dei 20 anni".

IL MESSAGGERO - In apertura: "Francesco scuote la Chiesa". Editoriale di Franco Garelli: "Gli occhi nuovi del pianeta". Al centro con foto: "E l'amico brasiliano sbloccò il conclave". Di spalla: "Bilancio Ue, l'Italia chiede meno rigore".

IL TEMPO - In apertura: "La Camera si riunisce. Per non decidere". Editoriale di Francesco Damato: "Anche il Colle alla fine sbotta". Al centro con foto: "La Chiesa cammini con la croce". In basso: "Bulgari, pure l'evasione è d'oro".

IL FATTO QUOTIDIANO - In apertura: "Coprì i pedofili, via dalla basilica quel cardinale". Editoriale di Antonio Padellaro: "Le parole del presidente". Di spalla, Marco Travaglio: "Gli scolapasta". Al centro. "Il Parlamento sventola bandiera bianca".

 

SI RIUNISCONO LE CAMERE E PIAZZA AFFARI APRE INCERTA (+0,06%)

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1 - SPREAD BTP-BUND STABILE A 314 PUNTI BASE
(ANSA) - E' sostanzialmente stabile lo spread tra Btp e Bund all'avvio dei mercati. Il differenziale è a 314 punti base, con un tasso di rendimento dei decennali italiani al 4,62%.

2 - BORSA: INCERTA IN AVVIO (+0,05%) IN PRIMO GIORNO RIUNIONE CAMERE
Radiocor - Indici incerti in avvio di giornata nel Vecchio Continente, con Piazza Affari che dopo un avvio positivo ha preso la via del ribasso nel giorno della prima riunione di Camera e Senato dopo le elezioni. Il Ftse Mib nelle primissime battute di contrattazione segnava un rialzo di circa mezzo punto percentuale, poi e' passata in negativo mentre ora e' a +0,05%. Stesse oscillazioni per il Ftse All Share (+0,06%). A Milano brilla A2a che sale del 3,6% dopo i dati 2012 che hanno visto un ritorno all'utile per il gruppo e il raddoppio del dividendo. In coda al listino Enel (-0,9%).

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

Oggi occhi puntati sui numerosi dati americani in arrivo in giornata, mentre sul fronte europeo prosegue il vertice europeo dedicato alla situazione economica. Intanto, lo spread tra BTp e Bund a inizio seduta e' a 314 punti base. Sul mercato valutario, l'euro e' in recupero contro il dollaro e riconquista la soglia di 1,30 a 1,3034 (da 1,2989 di ieri in chiusura). Divisa unica in rialzo anche contro yen a 125,165 (da 124,731), mentre il dollaro-yen risale a 96,02 (da 94,023). Il petrolio guadagna uno +0,22% a 93,25 dollari al barile.

3 - BORSA TOKYO: CHIUDE IN RIALZO (+1,45) DOPO NOMINA KURODA ALLA BOJ
Radiocor - La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta odierna in rialzo dell'1,45%, sulla scia dall'approvazione parlamentare della candidatura da Haruhiko Ku roda come nuovo Governatore della Banca del Giappone. A fine giornata l'indice Nikkei dei titoli guida e' salito di 179,76 punti a quota 12,560.95. L'indice piu' ampio, il Topix, e' salito dell'1,30%, pari a 13,48 punti, portandosi a 1.051,65 punti. L'attivita' e' stata molto intensa, con 3.890 milioni di scambi sul mercato principale.

4 - CINA: LI KEQIANG NUOVO PRIMO MINISTRO, GUIDERA' IL PAESE PER 10 ANNI
Radiocor - Li Keqiang e' stato nominato oggi Primo Ministro cinese dopo la nomina a Presidente di Xi Jinping da parte del Parlamento: Si e' quin di completata la formazione della nuova squadra che sara' per i prossimi 10 anni alla guida della seconda potenza del mondo.

Spread

'Vi annuncio che il compagno Li Keqiang e' stato eletto come Primo Ministro della Repubblica popolare cinese', ha detto il vice-presidente dell'Assemblea Popolare Nazionale Yan Junqi prima di circa 3.000 delegati riuniti a Pechino Palazzo del Popolo, in una cerimonia trasmessa in diretta dalla televisione nazionale. 57 anni, Li Keqiang dovra' supervisionare la gigantesca macchina di governo e far rispettare la scelta del Partito Comunista Cinese che e' il membro piu' anziano del Comitato permanente del Ufficio Politico, il 'santo dei santi 'del potere in Cina. Succede Wen Jiabao, che ha guidato per 10 anni, sotto la presidenza di Hu Jintao, il boom economico cinese, segnato da una crescita media di oltre il 10%, ma ora ridotto dallo scorso anno a meno dell'8%.

5 - PROVA DEL NOVE PER LE SALE BENETTON-MEDIASET
C.Fe. per il "Sole 24 Ore" - Riusciranno Benetton e Mediaset a vendere «The Space Cinema», circuito con 350 sale cinematografiche e secondo gruppo italiano dietro a Odeon-Uci? La domanda potrebbe trovare una risposta lunedì prossimo, quando l'advisor scelto da 21Investimenti e dal Biscione, cioè Citigroup, dovrebbe aprire le buste con le offerte vincolanti per la controllata. In corsa, secondo i rumors, ci sarebbero la francese Pathè, ma anche le inglesi Vue Entertainment e Odeon-Uci Cinemas: quest'ultimo gruppo britannico, primo circuito in Italia con 425 schermi, controllato dal private equity Terra Firma.

Il momento non sembra tra i migliori per vendere cinema: l'inizio dell'anno è stato uno dei peggiori degli ultimi 5 anni per il settore. Secondo i dati Cinetel si sono venduti in gennaio 10 milioni 56 mila biglietti, con una diminuzione del 23% rispetto al gennaio 2012, incassando 64,8 milioni (con un calo del 24%).

LOGO A2A

6 - RISANAMENTO RIDUCE IL CAPITALE PER PERDITE
C.Fe. per il "Sole 24 Ore" - Mentre sta per scadere l'esclusiva a Idea Fimit Sgr sull'area di Santa Giulia a Milano, il gruppo immobiliare Risanamento deve fare i conti con un bilancio in netto peggioramento. Il 2012 si è infatti chiuso con una perdita consolidata netta di circa 113,2 milioni di euro contro un rosso di 75,5 milioni registrato nell'esercizio precedente.

La posizione finanziaria netta è stata negativa per 1,91 miliardi di euro (incluso il prestito obbligazionario convertendo per 267 milioni di euro), contro gli 1,80 miliardi di euro dell'esercizio precedente. E ora? In attesa di sapere se verranno effettuate delle cessioni (non solo Santa Giulia ma anche i palazzi di pregio a Parigi) il board sottoporrà all'assemblea del 29 aprile la proposta di copertura delle perdite accertate, mediante utilizzo integrale delle riserve disponibili e tramite la riduzione del capitale sociale della società.

7 - CREDIT SUISSE NEGLI USA PATTEGGIA SUL CASO NCFE
S.Car. per il "Sole 24 Ore" - Retromarcia del Credit Suisse sui conti del quarto trimestre 2012: il profitto netto non è quello in precedenza dichiarato di 397 milioni di franchi, ma solo di 263 milioni. La giustificazione per i 134 milioni in meno è il settlement da almeno 400 milioni di dollari appena raggiunto con una serie di grandi investitori per una brutta storia di più di un decennio fa.

Nel novembre 2002 ci fu il crack di National Century Financial Enterprises, una società dell'Ohio attiva nel settore dei finanziamenti al settore sanitario guidata dallo spregiudicato finanziere Lance Poulsen (condannato a trent'anni nel 2008). L'accusa alla banca svizzera era di aver promosso e venduto obbligazioni della società nella consapevolezza della malagestio in corso. Il procedimento avrebbe dovuto iniziare a Manhattan tra due settimane, ma Cs ha preferito evitare di doversi difendersi in giudizio contro grandi società finanziarie come Pimco, AllianceBerstein, Metlife e Lloyds Tsb Bank.

Enel

8 - MORNING NOTE
Radiocor

- Assago (Mi): si riunisce il Cda di Milano Serravalle- Milano Tangenziali.

- CDA (approvazione dati contabili): Banco Popolare, Credem, Il Sole 24 Ore, Terna, UniCredit.

- Milano: assemblea Mittel. Per bilancio al 30/09/12, nomina Collegio sindacale, autorizzazione all'acquisto azioni proprie.

- Milano: presentazione del II Rapporto sulle Medie Imprese in Europa, organizzata da Confindustria, Mediobanca - Ufficio Studi R&S e da Unioncamere. Partecipa, tra gli altri, Vincenzo Boccia, vice presidente Confindustria e Presidente P.I. di Confindustria.

- Bruxelles: vertice europeo dei capi di Stato e di Governo,

dedicato alla situazione economica.

- Roma: si riuniscono Camera e Senato per dare avvio alla XVII legislatura

- Roma: la Banca d'Italia diffonde i dati aggiornati sull'andamento del debito pubblico e le entrate tributarie

CONSIGLIO UE: Sulla crescita nulla di fatto. Scontro tra Francia e Germania sul rigore. Monti:investimenti fuori dal deficit, lettera a Van Rompuy: fless ibilita' sui bilanci. Merkel: presto un governo in Italia. Allarme del presidente della Bce Draghi per la disoccupazione giovanile (dai giornali)

BANKITALIA: Stretta su bonus e dividendi. Avvertimento alle banche in una nota: niente elargizioni se conti in rosso nel 2012. La Vigilanza: non fate trucchi sulle retribuzioni dei manager (dai giornali)

CREDIT SUISSE

IOR: Opzione scorpori. Nel riassetto della Curia il ritorno della banca alle strette funzioni ecclesiali (Il Sole 24 Ore, pag.11)

GENERALI: Fa pulizia di bilancio e vola in Borsa. Il titolo balza del 9,4%, utile netto a 90 milioni, dividendo a 20 centesimi (dai giornali)

ENI: Incassa quattro miliardi dal Mozambico. Ceduto alla cinese Cnpc il 20% del giacimento nel Paese africano per 4,2 miliardi di dollari. Scaroni annuncia 'dividendi progressivi': nel 2013 stimato in crescita a 1,10 euro (dai giornali)

FONSAI: Unipol chiede i danni ai Ligresti. Iniziativa contro 19 ex amministratori e sindaci della compagnia. Sator preannuncia una mossa autonoma. Si' all'azione di responsabilita'. Cimbri: le manleve non sono valide. (dai giornali)

IMPREGILO: Sara' Opa 'breve'. L'offerta Salini parte lunedi' (Il Sole 24 Ore, pag.27)

BULGARI: Ipotesi evasione fiscale. Sequestri per 46 milioni, indagati Paolo e Nicola Bulgari (dai giornali)

GAUMONT PATHE

CARIGE: La Fondazione alla banca: 'Prima vendete gli asset'. In cassa non ci sono i 200 milioni necessari per l'aumento (La Stampa, pag.34)

MAPEI: Il gruppo trova in Turchia l'hub per crescere a Oriente (dai giornali)

MEDIASET: Spot in cambio di azioni. 'Con Ad4Ventures nel l'hi- tech'(dai giornali)

PRIVATE EQUITY: De Benedetti- De Agostini insieme per scommettere sulle pmi (dai giornali)

A2A: Torna all'utile nel 2012 raddoppia la cedola e festeggia in Borsa (dai giornali)

CALTAGIRONE SPA: Dividendo di 0,03 euro. Perdita ridotta a 35 milioni, ricavi stabili a 1,4 miliardi (dai giornali)

 

 

MARO’ CHE INDIA: L’AMBASCIATORE ITALIANO SEQUESTRATO

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1. LE PAROLE DEL PRESIDENTE
di Antonio Padellaro per Il Fatto

Come si sono permessi di gettare alle ortiche la parola d'onore dell'Italia e degli italiani? Con quale diritto? E a quale prezzo visto che oltre agli incalcolabili danni sulla nostra immagine internazionale già malconcia di suo adesso ci va di mezzo l'ambasciatore italiano a New Delhi che risulta praticamente sequestrato dalle autorità indiane?

monti napo

C'erano tanti modi per affrontare la controversia sui due marò accusati dell'assassinio di due pescatori del Kerala: il governo Monti ha scelto la strada peggiore e quella più disonorevole. Che comincia alla vigilia del Natale 2012 quando il governo indiano concede a Girone e Latorre una licenza di due settimane per trascorrere le feste in famiglia.

Come garanzia per il ritorno dei militari, il governo italiano offre 800 mila euro di cauzione, più l'impegno esplicito dell'ambasciatore d'Italia e dello stesso ministro degli Esteri Terzi, più una dichiarazione d'onore dei marò, ci mancherebbe altro. Ma l'atto più solenne viene dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che dichiara: "Rispetteremo gli impegni".

E ciò che avviene la prima volta, ma non la seconda quando, siamo a febbraio, gli ufficiali ottengono dagli indiani un secondo permesso e ritornano in Italia per votare alle elezioni. Poi l'improvviso voltafaccia italiano, il "colpo gobbo" come è stato allegramente definito da alcuni giornali: i militari restano a casa e tanti saluti alla nostra parola d'onore.

I DUE MARO LATORRE E GIRONE

Solo che a Delhi la prendono malissimo e l'inevitabile ritorsione colpisce l'ambasciatore Mancini che non può più muoversi dalla sede diplomatica, tanto che neppure i familiari riescono a contattarlo. Altro che colpo gobbo, una vera idiozia non considerare che la firma di un impegno scritto avrebbe trasformato l'ambasciatore Mancini in una sorta di ostaggio da tenere sotto chiave per ogni evenienza. Ma è la parola d'onore violata che resta un atto vergognoso perché è anche la parola d'onore di tutti gli italiani. Possibile che il capo dello Stato abbia avallato l'inaccettabile dietrofront del governo Monti? E quella frase: "Rispetteremo gli impegni" è da considerarsi anch'essa una finzione? Sarebbe gravissimo, non possiamo crederlo. Presidente, dica qualcosa per favore.

2. INDIA-ITALIA, DUELLO SULL'AMBASCIATORE - PER NEW DELHI, MANCINI NON PUÒ LASCIARE IL PAESE. LUI: MI RIFIUTO DI ACCETTARE
Maurizio Caprara per il "Corriere della Sera"

Sembrava che potesse essere l'espulsione dell'ambasciatore d'Italia a New Delhi la reazione dell'India alla decisione del governo italiano di non far ritornare a Kochi Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i marò accusati di aver ucciso i pescatori Ajeesh Binki e Valentine Jelastine scambiandoli per pirati. Invece ieri al capo della sede diplomatica del nostro Paese, Daniele Mancini, è stato profilata la ritorsione opposta: divieto di uscire dai confini indiani. Il contrasto tra Repubblica italiana e secondo Stato al mondo per popolazione resta aperto, ed è presto per prevederne la fine.

DANIELE MANCINI TRA SALVATORE GIRONE E MASSIMILIANO LATORRE jpeg

L'ambasciatore, che su direttive da Roma aveva firmato l'impegno a far tornare i marò in Kerala dopo quattro settimane di permesso in Italia in occasione delle elezioni, è stato convocato ieri a New Delhi dal ministero degli Esteri. Seconda volta in tre giorni.

«Non può lasciare l'India senza l'autorizzazione della Corte Suprema prima dell'udienza fissata dalla stessa per il 19 marzo», ha detto all'Ansa il responsabile dello studio di avvocati dei marò, Dilijeet Titus, aggiungendo che a Mancini è stato chiesto di mandare una comunicazione sul caso entro il 18. Ritirata l'ingiunzione della Corte, l'ambasciatore non ha accettato di rispettarla. Il giorno prima, si tenga presente, aveva dichiarato di andar via soltanto se definito persona non gradita.

Anche su questo aspetto, come su quale Paese abbia diritto a giudicare circa la morte in mare dei due pescatori, Italia e India danno interpretazioni diverse del diritto internazionale. Secondo la Farnesina, un obbligo di non lasciare l'India va contro l'articolo 29 della Convenzione di Vienna del 1961, in base alla quale i diplomatici hanno libertà di movimento.

india maro' italiani

Mancini, per inciso, è ambasciatore anche in Nepal. Stando al portavoce del ministero indiano Syed Akbaruddin, la firma per i marò modifica il trattamento: «Se un diplomatico si sottomette volontariamente alla giurisdizione di una corte, quella giurisdizione è applicabile».

Strano se un'India in ascesa economica e politica agisse come l'Iran dopo la Rivoluzione islamica con i diplomatici americani. Questo caso, comunque, ha una sua particolarità. New Delhi, ha riferito il Times of India, ha sospeso la partenza per l'Italia del suo nuovo ambasciatore a Roma Basant Kumar Gupta, prevista per la settimana prossima.

I DUE MARO GIRONE E LATORRE

Il suo ministero ha ribadito che viene riesaminato «l'intero ventaglio delle relazioni» con il nostro Paese. Mentre a giornali italiani arrivano email quasi in serie che, sulla scelta di non rimandare a Kochi i marò complicando le relazioni bilaterali, commentano: «Perché questa scelta improvvisa di un governo che non esiste più?».

3. CASO MARÒ, EDOARDO GREPPI: «VIOLAZIONE GRAVE FUORI DALLA PRASSI»
Maria Serena Natale per il "Corriere della Sera"

Limitare la libertà di movimento di un ambasciatore equivale a una grave violazione di prerogative e norme sancite dal diritto internazionale. Un atto non contemplato dalla prassi diplomatica e lesivo delle relazioni bilaterali. Come spiega il professor Edoardo Greppi, consigliere scientifico dell'Ispi, «non è possibile revocare l'immunità diplomatica garantita dalla Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961. Il principio è quello, antichissimo, del Ne impediatur legatio, che in sostanza vieta a uno Stato di adottare misure incompatibili con lo svolgimento della missione diplomatica».

MARIO MONTI E TERZI DI SANTAGATA A NEW YORK jpeg

Quali sono gli strumenti a disposizione di un governo per formalizzare la protesta?
«C'è una gradualità nella gestione delle tensioni, prima la convocazione dell'ambasciatore della controparte e il richiamo in patria del proprio (ieri Daniele Mancini è stato convocato per la seconda volta e New Delhi ha sospeso le procedure d'insediamento del nuovo ambasciatore indiano a Roma, ndr). Quindi la revoca del gradimento, che implica una responsabilità personale del diplomatico nella disputa; infine la rottura delle relazioni. All'apice dello scontro l'ambasciatore deve lasciare il Paese».

All'opposto, il divieto di partire può essere letto come un modo più politico che tecnico di esprimere disappunto senza arrivare a una vera e propria sanzione diplomatica?
«Potrebbe segnalare un'ultima apertura al dialogo in una fase di gestione politica della controversia. Se però si trasformasse in una presa d'ostaggio de facto, se l'ambasciatore fosse trattenuto contro la propria volontà per sollecitare uno scambio con i marò, si tratterebbe di una violazione di estrema gravità, non prevista dalla secolare prassi diplomatica».

1 ammiraglio giampaolo dipaola

In una prospettiva di diritto internazionale la posizione italiana può dirsi «molto solida»?
«Chiedendo di poter giudicare i due marò, l'Italia ha impostato la questione in termini non di merito ma di giurisdizione, una linea sostanzialmente e formalmente corretta. Ora, la Carta delle Nazioni Unite stabilisce all'art. 33 del capitolo 6 l'obbligo per gli Stati di trovare una soluzione pacifica alle controversie internazionali attraverso modalità diplomatiche come il negoziato o giurisdizionali come l'arbitrato. Data l'impossibilità di una soluzione diplomatica anche per la mancata collaborazione indiana, Roma può invocare una decisione arbitrale, in tal caso occorrerà un accordo sul giudice competente. Il dialogo diplomatico è ineludibile».

 

 

 

RASSEGNA INTERNAZIONALE - JPMORGAN SOTTO INCHIESTA SULLO SCANDALO DELLE PERDITE

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DAGOREPORT

1 - THE NEW YORK TIMES - A destra, "Un'inchiesta del Senato accusa JpMorgan per le perdite" - A sinistra, "Negli scontri in Siria lungo ‘l'autostrada della morte', un'amara guerra personale" - In basso, "La scelta del Papa snobba il favorito dei riformatori"

2 - THE WASHINGTON POST - A destra, "I visti familiari saranno tagliati", "Nuove priorità sull'immigrazione" - A sinistra, "I colloqui sulla sicurezza in Afghanistan in una fase di stallo" - Al centro, "Un uomo muore di rabbia dopo un trapianto" - In basso, "In Argentina, Bergoglio non si tirò indietro dal conflitto" - "Gli sviluppatori di browser valutano di limitare il monitoraggio degli utenti"

THE WALL STREET JOURNAL

3 - THE WALL STREET JOURNAL (EUROPE) - In apertura, "La Bce assumerà centinaia di supervisori" - A destra, "Un benvenuto ventoso per il nuovo Papa" - In basso, "Samsung si prepara a entrare in guerra contro Apple" - "Il legame di Eni con i cinesi sul gas del Mozambico: l'azienda italiana vende una quota alla CNPC"

4 - THE GUARDIAN - In apertura, "Regno Unito e Francia: dobbiamo armare i ribelli siriani", "Cameron e Hollande ‘dalla stessa parte' ma combattono per il sostegno dell'Ue" - Al centro, "Have a Hart: comincia la maratona benefica" - A destra, "Il papa Francesco mostra a Roma ‘un nuovo modo di fare le cose'" - In basso, "Cameron punta sul voto dei parlamentari per la regolamentazione della stampa" - "Iraq: 10 anni. Cosa è accaduto alle persone raffigurate in alcune delle immagini più memorabili della guerra?"

5 - THE INDEPENDENT - In apertura, "Il primo ministro lascia i parlamentari decidere il futuro della stampa" - In alto, "L'ex direttore e tre dirigenti del ‘Sunday Mirror' arrestati per lo scandalo intercettazioni" - "Il ministero della Difesa ammette che la missione in Afghanistan ‘è fallita'" - "Il nuovo Papa avverte i cattolici: ‘la Chiesa non è un'Ong'"

6 - THE TIMES - In apertura, "Atto conclusivo alla camera dei Comuni sul futuro della stampa" - A destra, "Il parlamentare laburista che ha gridato alla ‘cospirazione ebrea' viene espulso dal partito"

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "Il primo ministro licenzia un consulente per un contrasto sugli stipendi alle forze armate" - A destra, "L'amore dell'infanzia il cui rifiuto creò un papa" - In basso, "Clegg sfida Cameron sulla regolamentazione della stampa e unisce le forze con i laburisti"

8 - FINANCIAL TIMES (EUROPE) - In apertura, "JpMorgan sotto inchiesta sullo scandalo delle perdite", "McCain accusa la banca di aver ‘ingannato gli investitori'" - A destra, "Primo giorno al lavoro: Xi accusato di corruzione" - In basso, "La corte europea colpisce la drastica legge spagnola sui pignoramenti"

9 - DAILY MAIL - In apertura, "La coalizione è lacerata", "Cameron parla al parlamento mentre Miliband e Clegg si alleano per bloccare la libertà di stampa" - In basso, "Pippa arriva alla parata esibendo una nuova trovata di moda"

LIBERATION

10 - DAILY MIRROR - In apertura, "I lord-sanguisughe: vogliono mantenere basso il prezzo dei loro pasti tagliando gli stipendi dei camerieri"

11 - DAILY EXPRESS - In apertura, "Il tè e il caffè diminuiscono i rischi di infarto", "Una tazza al giorno riduce le possibilità di un terzo" - A destra, "Come assistere alle gare, lo stile di Pippa"

12 - LE MONDE - In apertura, "Il Papa dei nuovi orizzonti" - In alto, "I benefici del Cac40 sono crollati del 28 per cento nel 2012" - "Bilancio: il colpo di avvertimento del parlamento europeo"

13 - LE FIGARO - In apertura, "Il papa Francesco richiama la Chiesa all'ordine" - Al centro, "Manuel Valls mostra la sua intransigenza verso i rom" - " Siria: Parigi e Londra vogliono fornire armi ai ribelli

14 - LIBÉRATION - In apertura, "Siria: dieci anni di crimini"

15 - LA CROIX - In apertura, "Il primo giorno di papa Francesco"

16 - LES ECHOS - In apertura, "Stretta sul potere d'acquisto delle pensioni" - A destra, "La Formula Uno in pista per una nuova stagione" - Al centro, "Bouygues Telecom potrà offrire il 4G ai suoi clienti in autunno a prezzi più bassi" - In basso, "Bmw raggiunge i migliori risultati della sua storia"

17 - LA TRIBUNE - In apertura, "Apple-Samsung: la guerra si intensifica" - In basso, "Esiste un regime pensionistico che accumula le eccedenze!" - "Crescita: la Germania amplia il divario con la Francia" - "Prezzo dell'oro: la fine di un decennio... d'oro"

18 - EL PAIS - In apertura, "Il tribunale dell'Ue autorizza i giudici a bloccare i pignoramenti" - Al centro, "Il Papa: ‘Dobbiamo avere il coraggio di camminare'"

 


BERGOGLIO O BADOGLIO? L’OMBRA LUNGA DEI DESAPARECIDOS

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Rocco Cotroneo per il Corriere della Sera

JORGE BERGOGLIO E CRISTINA KIRCHNER jpeg

Che faccia avrà fatto Cristina Kirchner alla notizia? Forse la stessa del leader polacco Edward Gierek in quell'ottobre del 1978, quando dal Conclave spuntò il peggior Papa che poteva capitargli. Fine della sfida domestica, per manifesta inferiorità. La storiella non ha nome, ma un volto, quello di un signore elegante di mezz'età, capelli ancora nerissimi e baffi, origini siciliane. Osserva incuriosito la cattedrale di Buenos Aires, Plaza de Mayo, circondata da cavi e telecamere di tutto il mondo.

Ha appena finito di discutere del tema con un altro passante, che invece la pensa all'opposto: è lui, il Papa argentino, a doversi preoccupare, perché la partita non è finita e gli scheletri nell'armadio esistono. E gli argentini, quando vogliono, giocano duro e pallone a terra.

Riassumiamo. Quali sono stati davvero i comportamenti di Jorge Mario Bergoglio, all'epoca 40enne gesuita, durante la dittatura militare che insanguinò il suo Paese? E perché se ne parla ancora, in relazione ai (pessimi) rapporti con il governo del suo Paese? Il ventaglio delle opinioni è vasto: si va da complice degli assassini a accondiscendente, poi viene distratto, neutro e infine l'assolutorio «tutto falso, si è comportato bene, aiutando i perseguitati».

Ieri il quotidiano di Buenos Aires Pagina 12 , vicino al governo, ha titolato l'elezione di papa Francesco con un polemico «Dios Mio!», che equivale assai probabilmente alla reazione della Kirchner. Titolo dell'articolo principale: «Errare è divino». L'editoriale è affidato a Horacio Verbitsky, il grande accusatore di Bergoglio. È un giornalista e scrittore di valore, ha il merito di aver rivelato molte atrocità dei militari.

JORGE BERGOGLIO E CRISTINA KIRCHNER jpeg

Da tempo è considerato l'eminenza grigia dei governi K: se con Nestor era soprattutto un consigliere sul tema dei diritti umani, con la vedova Cristina si dice sia stato promosso a consigliere su tutto. Ieri Verbitsky ha scritto che il papato del suo connazionale sarà un Ersatz , parola tedesca che significa più o meno pappetta.

La presunte rivelazioni di Verbitsky nascono dal libro chiamato El Silencio, uscito nel 2005, pochi mesi prima del Conclave che avrebbe nominato papa Ratzinger. La data non pare casuale, e si dice addirittura che fotocopie scottanti di quel lavoro finirono tra le mani dei cardinali, i quali a Bergoglio papa pensarono seriamente già da allora. Il cardinale argentino, ormai è risaputo, prese 40 voti prima di desistere e far concentrare i voti su Ratzinger.

L'accusa è che l'allora generale dei gesuiti argentini facesse il doppio gioco con i militari, lasciando fare i preti progressisti (all'epoca considerati sovversivi) per poi denunciarli al regime. Su un caso specifico venne interrogato come testimone due anni fa, il sequestro con torture di due gesuiti. Bergoglio dichiarò di aver interceduto presso il governo per ottenere, invano, la liberazione dei due mentre Verbitsky scrisse che li aveva praticamente consegnati lui. Il nome di Bergoglio spuntò poi in due processi sul furto di neonati alle oppositrici poi fatte sparire dai militari.

videla

I parenti testimoniarono di essersi rivolti al sacerdote chiedendo disperatamente aiuto, almeno per rintracciare i bambini. La risposta sarebbe stata quella di lasciar perdere, perché i piccoli stavano bene, in qualche altra famiglia. Altri episodi citati da Verbitsky indicherebbero come minimo la distrazione del religioso rispetto al dramma che stava attraversando l'Argentina.

Nel libro-intervista El Jesuita , scritto dagli italo-argentini Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, l'attuale Papa offre la sua versione dei fatti, e i due giornalisti smontano tutte le accuse. Ieri in sua difesa è sceso anche il premio Nobel Adolfo Perez Esquivel, campione dei diritti umani: «Ci sono stati vescovi complici della dittatura, ma Bergoglio non è stato uno di loro. Molti religiosi che chiesero aiuto ai militari per ottenere grazie e liberazioni non ottennero nulla». Divise le militanze storiche argentine: l'ex arcivescovo di Buenos Aires non è amato dalle «Madri» e dalle «Nonne» di Plaza de Mayo, mentre i gruppi cattolici di base lo difendono a spada tratta.

Il resto è un lungo e assai poco comune rapporto di disistima reciproca tra Bergoglio e i Kirchner al governo sin dal 2002, guarda caso maturato dopo la riapertura dei dossier sulla dittatura. Lui, il prelato che vive modestamente, della coppia al potere ha denunciato l'esibizionismo e gli annunci altisonanti. Poi si è battuto come un leone contro il matrimonio gay e l'aborto, perdendo entrambe le battaglie.

Per tutta risposta, Nestor Kirchner lo definì una volta «il diavolo in abito talare». Mercoledì sera, dopo la fumata bianca, la presidenta ci ha messo tre ore buone prima di emettere una nota. Assai formale. Ieri mattina ci ha ripensato annunciando il viaggio a Roma per l'insediamento di papa Francesco. La cosa si è fatta più seria, insomma.

 

RETROSCENA CONCLAVE: 90 VOTI SU 115 PER FRANCESCO (THANK YOU DOLAN!)

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M.Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

Nella messa «pro ecclesia» celebrata nella Cappella Sistina alla presenza dei 114 cardinali elettori, al momento dello scambio della pace, papa Francesco abbraccia affettuoso il cardinale Giovanni Battista Re, che in Conclave ha fatto le veci di decano, e il segretario di Stato Tarcisio Bertone.

IL CARDINALE DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORK

È il fermo-immagine di come sono andate le cose durante le votazioni ventiquattrore prima, sempre sotto la volta del Giudizio Universale, dipinta da Michelangelo.
Alla quinta votazione, rapidamente, si è arrivati a oltre 90 consensi su un collegio di 115 cardinali. Il cardinale elettore irlandese Sean Brady l'ha detto chiaramente: «Sono rimasto sorpreso che il consenso tra i cardinali sia stato raggiunto così presto». Così presto e così massicciamente.

Comunque, ben oltre la soglia dei 77 voti fissati dalla riforma di papa Benedetto XVI per dare maggiore coesione e unità alla scelta del Pontefice (corrispondente ai due terzi degli elettori). Soglia superata la quale è scattato l'applauso per il nuovo Papa.
È andata così. E la Chiesa e il mondo hanno avuto il loro papa Francesco, che dalle Americhe ripercorrerà al contrario le rotte della prima evangelizzazione del Nuovo Mondo. Questo almeno raccontano le voci di dentro e non solo, il giorno dopo il Conclave più social e condiviso che la storia ricordi.

Ma con quali accordi e schieramenti e pacchetti di voti di Grandi Elettori si è raggiunta la scelta del cardinal Bergoglio? Sinteticamente e, necessariamente, un po' brutalmente, il nuovo Papa è il frutto di un accordo tra il Decano del Sacro Collegio, anche se non elettore, cardinal Angelo Sodano, il cardinale Giovan Battista Re, la Curia dell'attuale segretario di Stato, Tarcisio Bertone (che aveva puntato su Odilo Scherer ma che dopo le critiche di Scherer al cardinale Re nelle Congregazioni generali ha dovuto «ritirare» il suo candidato), e cardinali statunitensi.

BERGOGLIO jpeg

Il timbro degli americani sull'elezione, che ottengono un Papa delle Americhe, l'ha messo subito, due ore dopo l'apparizione del nuovo Papa dalla Loggia delle Benedizioni, il cardinale di New York Timothy Dolan. «Siamo stati molto felici del risultato. Sono emozioni molto grandi», ha detto, e in un comunicato ufficiale ha parlato di «pietra miliare per la nostra chiesa».

Italiani uniti solo nell'escludere il cardinale di Milano Angelo Scola (persino i cardinali lombardi gli hanno votato contro). Un ruolo di tessitore nei giorni scorsi l'ha svolto nelle Congregazioni generali il cardinale non elettore, Raffaele Martino, che per 15 anni è stato il rappresentante Vaticano all'Onu, conosce benissimo l'episcopato americano e come ex presidente del Pontificio Consilio Justitia et Pax è sempre stato molto presente su tutte le questioni sociali più calde. Oppositore di Ratzinger e a favore di Bergoglio già nel Conclave del 2005.

Ma per la teologia cattolica non è lo Spirito Santo che sceglie il Papa? Una volta, molti anni fa, lo chiesero all'allora cardinale Ratzinger, che di mestiere faceva il Prefetto per la dottrina della fede ed era il Guardiano dell'ortodossia. Non rinunciando nel finale a una certa ironia, rispose così: «Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo (...), il suo ruolo dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico (...), probabilmente l'unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata».
È la stessa ironia di papa Francesco. Ai cardinali, dopo l'accettazione, ha detto: «Cari fratelli, che Dio vi perdoni».

3 - IL DISCORSO DELLA SVOLTA «LA VANITÀ DEL POTERE È PECCATO PER LA CHIESA»
Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

BERGOGLIO

«La vanità del potere è un peccato per la Chiesa». Chi c'era, racconta ancora emozionato l'intervento del cardinal Bergoglio alle Congregazioni generali, sabato scorso. Nessuno lo dava per favorito. Né fuori, né dentro il Vaticano. Eppure è bastato che prendesse la parola, una volta sola, a dispetto dei fiumi di parole spesi da altri, perché su di lui si catalizzasse la commossa attenzione dei presenti, che mercoledì si sarebbe trasformata nel voto plebiscitario finale.

Ma come ha fatto? Quali argomenti ha usato? Quali parole? Dal segreto imposto ai cardinali filtra l'eco di quell'esortazione che ha lasciato il segno. Tutta improntata a riportare la Chiesa alla semplicità del messaggio evangelico. «La Chiesa deve camminare con la gente e prendere il passo del povero», ha ricordato il cardinale che viene, come ha detto lui, «quasi dalla fine del mondo», ma non intende dimenticare i suoi compagni di strada: gli ultimi.

«Non è pensabile avere un pastore a monte e un gregge a valle», ha ribadito Bergoglio, citando una frase pronunciata da un cardinale africano e facendo vibrare di emozione la gran parte dei cardinali venuti dal Sud del mondo. Là dove la Chiesa è viva, popolosa, vicina ai problemi della gente, soprattutto la miseria, e stanca di essere governata da un Nord egoista.

Un discorso ricco di accenni alla necessità di fare pulizia all'interno della Chiesa. Tutti insieme. Un richiamo alla collegialità che ha voluto esprimere da subito, anche nel discorso-manifesto pronunciato appena eletto «Papa»: una parola che non ha mai pronunciato. Preferendo definirsi il «vescovo di Roma». Nessuna «vanità del potere», ma una chiamata di responsabilità che ha esteso a tutto il popolo della Chiesa.

TIMOTHY DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORK jpeg

Parole facili e chiare. Pronunciate con quel suo tono dolce, ma fermo. Lo stesso che ha subito conquistato piazza San Pietro, convincendo fedeli, turisti e semplici curiosi a tacere, in preghiera. Eccolo l'altro punto del suo discorso alle Congregazioni. «Occorre passare da una Chiesa regolatrice della fede a una Chiesa che facilita e trasmette la fede», aveva ricordato l'arcivescovo di Buenos Aires, invitando i porporati ad una svolta autentica. Quella che ha voluto rendere ancora più evidente prendendo il nome di Francesco: il santo che restaurò la Chiesa in rovina.

 

 

IL MEZZOCECATO DI ARCORE LASCIA IL SAN RAFFAELE

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Carlo Tarallo per Dagospia

Ultime ore di ricovero per il Banana mezzocecato: stando a quanto trapela dal "compound San Raffaele" Silvio Berlusconi oggi alle 17, salvo imprevisti o controindicazioni, lascerà l'ospedale. L'ultima serata da ricoverato, ieri, è stata movimentatissima. Stamattina, oltre che con i fastidi agli occhi, il Patonza si è svegliato anche col mal d'orecchie: colpa (dicono) di Mara Carfagna, che ieri ha trattenuto lunghissimamente al telefono con Berlusconi per strappargli il "via libera" alla Presidenza del Gruppo alla Camera dei deputati.

Silvio Berlusconi and Francesca Pascale article CCED DC x

La Carfagna avrebbe letteralmente martellato Silvio, anche con argomenti "strappalacrime" legati alle recenti peripezie personali, ma lui resiste ed è spalleggiato dalla maggior parte del partito, quella parte che vede malissimo l'ex ministra come "rappresentante" dei deputati Pdl. Risultato: tutto rinviato a lunedì. Chi la spunterà? Lupi? Brunetta? Mara? L'unica cosa certa è che la Gelmini sarà vicecapogruppo.

Berlusconi ha poi dato fiato alle trombe, con una megalavata di capo a Cicchitto, Alfano, Lupi e Verdini. Motivo dell'incazzatura? "Mi avete fatto perdere tempo con le primarie, altrimenti avremmo vinto alla Camera!". Le urla si sarebbero sentite distintamente a chilometri dal San Raffaele. A proposito di urla: Bonaiuti in crisi ha litigato con i vertici pidiellini. Paolino non si rassegna a cedere il posto a Capezzone...

FOTO DA _CHI_ - MARA CARFAGNA E ALESSANDRO RUBEN

 

 

Il sindaco ha capito che Culatello, con le trattative con Monti e il Banana, si rottama da solo - Matteuccio deve solo a

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Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

Parola di Matteo Renzi prima, durante e dopo la riunione con i «suoi» parlamentari: «Noi non cerchiamo rese dei conti interne, ma non ci si chieda nemmeno di condividere un'impostazione destinata all'insuccesso».

RENZI E BERSANI PD

Per farla breve, il sindaco di Firenze è già in campagna elettorale, perché non crede che questa legislatura sia destinata a durare molto. «Se la sbrogliassero loro», dice un parlamentare renziano per semplificare il quadro. Il sindaco non si esprime così, ma nell'incontro dice: «Non cogestiamo questa linea e non vogliamo partecipare a logiche di potere interne».

Insomma, ripete il primo cittadino rottamatore, «niente tatticismi», perché «non vogliamo parlare di presidenze, vogliamo parlare alla gente, vogliamo parlare agli italiani dei problemi che hanno». Per la verità Renzi vorrebbe parlare pure dei tanti giovani parlamentari, suoi ma anche bersaniani, che il Pd ha portato alla Camera e al Senato.

«E invece - confessa amareggiato a un amico - si finisce per discutere solo dei grillini perché il Pd si concentra esclusivamente su Bersani, Franceschini, Finocchiaro, e non si dà spazio ai nostri tanti nuovi parlamentari, non li si valorizza e questo è un peccato».

Non piacciono a Renzi (ma pure a tanti deputati e senatori che si rifanno alle sue posizioni) né i compagni di partito che ora inneggiano alle manette per Berlusconi, né quelli che inseguono Beppe Grillo e i suoi seguaci. «Il problema - dice il sindaco di Firenze - non è quello di mandare il Cavaliere in galera, ma di mandarlo in pensione». Quanto alla rincorsa al Movimento 5 Stelle, anche su questo fronte il primo cittadino di Firenze è netto nello spiegare le sue idee: «Stiamo chiedendo a Grillo: "cosa vuoi fare?" E invece dovremmo dirgli noi quello che vogliamo fare».

renzi e bersani

Per Renzi è assurdo «continuare a inseguirlo mentre lui ci sputa in faccia, senza nemmeno metterlo in difficoltà rilanciando sul finanziamento pubblico ai partiti e sui costi della politica». Perché, ricorda il sindaco rottamatore, il rinnovamento non può essere una rappresentazione ma deve essere reale.

L'idea che il grillino sia «offerto à la carte» fa sorridere il sindaco di Firenze. Il quale non si spinge a dire, come alcuni parlamentari renziani, «lasciamo che Bersani vada a sbattere contro un muro», ma appare evidente in ogni suo gesto e in ogni sua parola che questo è quello che pensa.

Il primo cittadino del capoluogo toscano non sembra apprezzare nemmeno le trattative sotto banco che qualcuno nel Pd (non Bersani, ovviamente) sta facendo con Scelta Civica e con il Pdl. Renzi, infatti, ritiene superato il governo Monti: per lui non può esserci un «sequel». E per questo elenca i punti deboli di quell'esperienza. Sarà su questo terreno che darà battaglia. In Parlamento, se non si andrà alle elezioni. Nella campagna elettorale per le primarie e in quella per le elezioni vere e proprie se la situazione precipiterà. Il patto di stabilità dei Comuni, innanzitutto. È un problema che va affrontato una volta per tutte.

RENZI BERSANI

Renzi ne ha parlato anche prima della riunione con il presidente dell'Anci Graziano Delrio, e ne discute durante l'incontro a cui è presente pure il sindaco di Reggio Emilia. Quindi la semplificazione della burocrazia amministrativa. L'ultima questione (non certo per importanza, perché anzi da questo punto di vista è la prima) riguarda il lavoro: «Elsa Fornero sbagliava perché insisteva sulla libertà di licenziare, invece noi dobbiamo puntare sulla libertà di assumere». Su lavoro si incentrerà la sua campagna elettorale contro Grillo, quando sarà.

Sono discorsi, quelli di Renzi, che convincono soprattutto i giovani parlamentari, i quali non si stancano mai di ripetere: «Siamo qui perché vogliamo fare qualcosa di utile, non perché intendiamo occuparci delle beghe di partito». Il sindaco ascolta e parla quel che basta. Quel che serve a capire che lui vuole passare per le «primarie». Anche «a maggio, se il voto sarà a giugno».

BERSANI RENZI ballottaggio BIG

Non vuole farsi cooptare dai maggiorenti del partito, che già sono tutti in processione da lui: chi si limita a una telefonata, chi chiede un colloquio a tu per tu. Servono le primarie per legittimare il nuovo leader e per far ripartire il centrosinistra. Dicono che Mario Monti sia d'accordo con questa impostazione e che tra Bersani e Renzi abbia scelto il secondo.

Ma non è a questo che punta il sindaco rottamatore. Lui è più ambizioso e vorrebbe «cambiare la politica». Intanto non potendo rivoltare il Pd «come un calzino» ha cambiato il modo di riunirsi dei suoi parlamentari: all'uscita della riunione ogni partecipante ha dovuto sborsare dieci euro per pagare la sala.

 

 

LA DURA LAW DI BERGOGLIO - LA RIVOLUZIONE DI BERGOGLIO, CHE HA CONDANNATO LA “MONDANITÀ”, CONTINUA

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1 - PAPA: P. LOMBARDI, NULLA DA AGGIUNGERE SU CARD. LAW A S. MARIA MAGGIORE
(Adnkronos) - ''Il cardinale Law era presente in modo discreto nella cappella insieme ai membri del capitolo e ai confessori, essendo stato fino a poco tempo fa l'arciprete di S. Maria Maggiore. Poi e' tornato a casa sua. Niente da aggiungere''. Lo dice all'Adnkronos padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, in merito ad alcune ricostruzioni giornalistiche secondo le quali ieri Papa Francesco, durante la sua visita alla Basilica di S. Maria Maggiore, a Roma, avrebbe chiesto che il cardinale Bernard Francis Law, accusato di aver coperto i preti pedofili nella diocesi di Boston, fosse allontanato dalla Basilica.

CARDINALE BERNARD FRANCIS LAW

2 - IL PAPA CHE PAGA IL CONTO E RIFIUTA L'AUTO BLU - NO ALLA CROCE D'ORO E ALLA GENDARMERIA - IL CASO DELL'INCONTRO EVITATO CON IL CARDINALE LAW
Gian Guido Vecchi per il "Corriere della Sera"

«Bisogna uscire, andare verso chi ha bisogno, annunciare il Vangelo nelle periferie». Quando Francesco si rivolge per la prima volta ai cardinali è ancora la sera dell'elezione, a cena nella Domus Sanctae Martae si è sciolta la tensione del Conclave, gli elettori intonano un «tanti auguri a te» e Jorge Mario Bergoglio sorride, «che Dio vi perdoni!».

Il nuovo Papa, salutato il «popolo» dalla loggia di San Pietro, è sceso, ha respinto con un gesto la berlina scura targata SCV1 - la targa più esclusiva del pianeta, quella del Pontefice - ed è salito assieme ai cardinali sul pullmino che nei due giorni di Conclave ha fatto da navetta tra la Sistina e l'albergo vaticano.

Uscire, muoversi. La frase riportata dal cardinale Fernando Filoni, «ci ha detto che l'evangelizzazione suppone zelo apostolico», è solo la premessa a ciò che Francesco dirà nella Sistina, nell'omelia della messa «pro Ecclesia» celebrata ieri pomeriggio, come da tradizione, nel luogo dell'elezione. Per tradizione il Papa dovrebbe anche pronunciare un'«allocuzione» in latino, di solito preparata nella notte dagli uffici. Francesco, invece, parla a braccio in italiano.

E dice che bisogna muoversi, «chiedo che tutti noi abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore», perché «quando non si cammina, ci si ferma» e «quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo». Poi resta in piedi sorridente, anziché sedersi sulla «sedia del Papa», per ricevere l'omaggio dei cardinali.

Sono parole che ricordano l'esortazione di Benedetto XVI perché la Chiesa «si liberi del suo fardello mondano». Il nuovo Papa allarga le braccia, come a dire che la dignità della carica non basta: «Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore».

PAPA BERGOGLIO FRANCESCO IN METRO

È un richiamo alla Chiesa delle origini e all'essenziale della fede, come quando dalla loggia si è definito «vescovo di Roma»: l'annuncio implicito di una maggiore collegialità tra il Papa e i vescovi e insieme un ritorno ai fondamentali, il Papa è tale e ha il primato in quanto vescovo di Roma, non viceversa. Ma soprattutto è un monito contro il fariseismo, un tema ricorrente nel suo pensiero.

Sei anni fa il mensile «30 giorni» gli chiese: secondo lei qual è la cosa peggiore che possa capitare alla Chiesa? L'allora cardinale Bergoglio non la mandò a dire: «È quella che Henri de Lubac chiama "mondanità spirituale". È il pericolo più grande per la Chiesa, per noi, che siamo nella Chiesa. "È peggiore", dice de Lubac, "più disastrosa di quella lebbra infame che aveva sfigurato la Sposa diletta al tempo dei papi libertini". La mondanità spirituale è mettere al centro se stessi. È quello che Gesù vede in atto tra i farisei, voi che vi date gloria. Che date gloria a voi stessi, gli uni agli altri...».

Così i gesti di Francesco nel suo primo giorno da Pontefice non sono «colore» né la semplice espressione di un'indole austera e aliena dallo sfarzo. Già nella «stanza delle lacrime», appena eletto, Francesco aveva indossato solo la semplice talare bianca e congedato il cerimoniere Guido Marini che gli porgeva la mozzetta di velluto rosso bordata d'ermellino e croce d'oro dei Papi, «io mi tengo la mia croce di ferro».

Ieri mattina s'è alzato prima dell'alba per le preghiere, nella stanza 201 riservata al pontefice nella Casa Santa Marta - sono stati tolti i sigilli all'Appartamento, ma occorrerà qualche settimana per sistemarlo -, e ai cerimonieri che volevano portarlo dal sarto ha detto: prima si va dalla Madonna.

IL PAPA FRANCESCO IN AUTOBUS CON I CARDINALI

Alle otto del mattino - un piccolo mazzo di fiori in mano - era già a Santa Maria Maggiore, «lasciate la basilica aperta, sono un pellegrino e voglio andare da pellegrino tra gli altri pellegrini», per pregare davanti alla «Salus populi romani», la Theotókos (Madre di Dio), un'icona venerata a Roma che la devozione popolare attribuisce a San Luca e tra l'altro è particolarmente cara ai gesuiti: ne portavano con sé delle copie missionari come Francesco Saverio e Matteo Ricci ed è la prima immagine della Vergine arrivata in Cina.

Del resto, per il primo Papa gesuita della storia, quel luogo è particolarmente importante: nella cripta della «cappella Sistina» della basilica, all'altare col presepe di Arnolfo di Cambio, il fondatore della Compagnia di Gesù, Ignazio di Loyola, celebrò la sua prima messa nella notte di Natale del 1538. Così Francesco si ferma in preghiera nella cappella e sosta davanti alla tomba di San Pio V. Poi incontra i confessori e raccomanda loro: «Siate misericordiosi».

bergoglio mannelli

Di fronte alla Basilica i ragazzi della scuola Albertelli lo salutano dalle finestre, il traffico si blocca, un giovane si avvicina tenendo per mano la moglie incinta, «la benedizione per mio figlio, Padre Santo», «quanto?», «cinque mesi, cinque mesi!», e Francesco le posa la mano sulla pancia mormorando una preghiera. La gente s'avvicina, il Papa mette un po' in difficoltà i gendarmi ma vuole camminare tranquillo, «non mi servono le guardie, non sono un indifeso!». Nella basilica c'è pure il cardinale Law, arciprete emerito - costretto a lasciare Boston per aver coperto lo scandalo pedofilia, nel 2004 fu mandato lì - ma il Papa non lo incontra, solo un saluto formale poi Law si tiene a distanza.

Ma il colpo di scena deve ancora arrivare. «Grazie di tutto, quanto vi devo?». Alla Domus Paolo VI di via della Scrofa - l'antico collegio teutonico di Sant'Ignazio -, ieri mattina erano basiti. È la «casa del clero» (pensione completa 85 euro, mezza 72,50, solo camera e prima colazione 60) dove il cardinale Jorge Mario Bergoglio aveva lasciato alcune valigie prima di andare in Vaticano. Finito il Conclave papa Francesco è tornato a prendere le sue cose. E ha pagato il conto. «Per dare il buon esempio», ha spiegato tranquillo il padre gesuita Federico Lombardi.

 

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