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PERCHÉ IL GIOVANE E MUSCOLOSO CHIRURGO MATTEO MALACCO È SEMPRE OSPITE DI BARBARA D’URSO?

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Da "Chi"

1 - LA GERUSALEMME DI LINUS
Il conduttore radiofonico e direttore di Radio Deejay Linus è volato in Terrasanta, a Gerusalemme, per un viaggio mistico e spirituale, ma anche per affrontare una nuova sfida legata a una sua grande passione. Linus, infatti, da sempre amante dell'atletica, parteciperà a una maratona.

2 - SQUILLI DA SINGLE PER LA ZILLI
La cantante Nina Zilli, dopo una lunga relazione durata tre anni, si è lasciata con Riccardo, uno dei suoi musicisti con cui faceva coppia fissa. Oggi il cuore di Nina batte ancora per la musica e per... un altro musicista.

LINUS

3 - ROVESCI DA SINGLE PER LA PENNETTA
La tennista Flavia Pennetta, che da poco ha ripreso l'attività agonistica dopo l'infortunio al polso, ha scelto di ricominciare anche dal punto di vista personale una nuova vita. Infatti, dopo due anni, ha concluso la storia d'amore con Potito Starace. I due si sono amati lontano dai riflettori, ma ora Flavia ha deciso di porre fine alla storia.

NINA ZILLI

4 - ALLEGRI IN FAMIGLIA
Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, ha deciso di dividere questo suo momento d'oro con la fidanzata Gloria Patrizi e, per farla felice, ha acconsentito a conoscere i genitori della ragazza. Dunque, presentazioni ufficiali fatte.

5 - IL RITORNO DI MISS ITALIA
Che fine ha fatto Stefania Bivone, vincitrice della settantaduesima edizione di Miss Italia? Dopo un periodo trascorso in giro per i talent canterini (X Factor e The Voice) a fare provini, la Bivone torna al suo ruolo di modella e sarà la protagonista della prossima campagna pubblicitaria della compagnia telefonica 3 Italia di Vincenzo Novari.

FLAVIA PENNETTA

6 - CASSANO NON MASTICA ARGENTINO
Dietro la lite tra Antonio Cassano e il mister Andrea Stramaccioni ci sarebbe una rottura insanabile nello spogliatoio tra il barese e il gruppo di calciatori argentini capitanati da Javier Zanetti ed Esteban Cambiasso, pupilli dell'allenatore.

7 - LA BELLUCCI FA ALZARE I PREZZI
Monica Bellucci e Vincent Cassel restituiscono le chiavi di casa all'avvocato Jorge Hilário Gouvêa Vieira e alla moglie Andrea, giornalista prestata alla politica: lasciando l'appartamento di Rio de Janeiro come l'hanno trovato, lasciano anche il quartiere Gávea con i prezzi degli immobili rivalutati dalla loro presenza.

barbara durso intervista berlusconi

8 - I GIOIELLI DI DEL PIERO
Alessandro Del Piero e la moglie Sonia Amoruso si concedono un paio di serate mondane all'anno, non di più. Nel 2013 una è già andata: al Museo d'arte contemporanea di Sydney per un evento Cartier. Non per caso. Le nascite dei loro tre figli, ogni volta, sono state festeggiate da lui con un omaggio prezioso per la neomamma.

9 - A PECHINO CI VA SAVINO
Cambio di mano a Pechino Express, il reality di Magnolia per Raidue che tornerà in onda in autunno. La prima edizione ha avuto come conduttore Emanuele Filiberto di Savoia, ora i dirigenti della casa di produzione stanno pensando a un nuovo nome. In pole ci sarebbe Nicola Savino, già volto della rete e già testato sui reality con l'Isola dei famosi.

casalegno elenoire 001

10 - MAMMA LI TURCHI
Dopo le recenti e continue ospitate in tv di Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo all'interno di Domenica Live, nelle quali hanno dato vita a un vero e proprio reality, mostrando alle telecamere quasi tutti i passi che li hanno portati a diventare genitori della piccola Maria, Mediaset (e precisamente La 5) sta pensando seriamente a un programma con protagonisti i due neogenitori ballerini. Titolo: Mamma li Turchi. Pillole di mezzora da mandare in onda tutti i giorni.

11 - INVITATO SPECIALE
Nelle ultime settimane nel salotto televisivo di Barbara D'Urso, a Pomeriggio Cinque, appare spesso come ospite il giovane e muscoloso chirurgo Matteo Malacco, da poco single dopo la fine della relazione, durata due anni, con Elenoire Casalegno. Un ospite speciale, che Barbara sembra apprezzare molto, molto...

DEL PIERO

12 - ARRIVANO I SATTENG
Kevin Prince Boateng, per non "scordarsi" mai della sua Melissa Satta, ha fatto incidere sui poggiatesta dei sedili della sua auto la scritta "Satteng". Nome divertente e giocoso, che nasce dall'unione dei cognomi Satta e Boateng.

13 - STEFANO ACCORSI PARALIZZA MILANO
Via Vittor Pisani, zona piazza della Repubblica, nel cuore pulsante di Milano. Si accendono le telecamere e tutt'intorno si bloccano le strade. C'è un attore "nostrano" molto affascinante che si prepara al ciak. Si tratta di Stefano Accorsi, che sta girando una fiction per Sky dedicata agli anni di Tangentopoli.

14 - TENDENZA CASALEGNO
Elenoire Casalegno lancia una nuova moda: la maschera per le mani. Per mantenere sana e profumata la pelle delle sue mani indossa per 20 minuti due guanti bianchi, che rilasciano una crema al profumo di pesca.

massimiliano allegrI

15 - POLITICALLY (S)CORRECT
Giulia Cerasoli

MELISSA SATTA

PASSEGGIARE STANCA
Non c'è pace per mamma Nunzia De Girolamo. La superattiva deputata del Pdl, che insieme con Mara Carfagna ha fatto il pieno di voti in Campania, è stata costretta a cambiare per la terza volta il lussuoso passeggino Cyrus Company alla piccola Gea (la figlia che ha avuto da Francesco Boccia del Pd), perché difettoso. Alla fine Nunzia ha emulato Angelina Jolie ed è uscita tenendo in braccio la sua piccolina.

SANTORO SI MANTIENE GIOVANE
Non c'è soltanto la politica. Tuffo nel mondo dei teenager per Michele Santoro, che l'altra settimana ha passato gran parte del pomeriggio nel negozio Sub Dued dei Parioli insieme con la moglie Sanja e la bionda figlioletta, alla ricerca di magliette e felpe dedicate alle ragazzine.

BOATENG

I GRILLINI DELLA RAI IN ATTESA DI RIVINCITA
Non c'è ancora posto per i grillini in viale Mazzini, cuore della Rai. Pare, infatti, che il giornalista Leonardo Metalli, da quando un anno fa ha dichiarato di avere abbracciato il credo di Beppe Grillo, sia stato messo in quarantena. Ma la sua rivincita potrebbe non essere lontana.

 

 


CAFONALINO BY GATTI – FOTO DELLA STORICA E BONISSIMA FIDANZATA DI AL PACINO, LUCILLA SOLO

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Foto di Massimo Gatti

PACINO E MASSIMO GATTI LUCILLA SOLO

Dopo l'inaugurazione della mostra al Chinese Theatre di Hollywood, dedicata all'"Etoile Eleonora Abbagnato" - all'inaugurazione, tra glia altri, Al Pacino, Larry King e Marta de Laurentiis - il fotografo Massimo Gatti ci ha preso gusto e ha immortalato la storica e bonissima fidanzata di Al Pacino, Lucilla Solo.

Lucilla argentina di nascita ma americana di adozione sta girando un reality show insieme alla madre e alla figlia quindicenne, ‘'Casa chic'', dove tre generazioni raccontano la loro vita a Los Angeles.
Gli scatti, realizzati in una villa di un importante produttore di Hollywood, verranno pubblicati su Los Angeles Confidential, patinata rivista dello star system hollywoodiano.

LARRY KING LUCILLA SOLO

 

 

AI SONDAGGISTI I CONTI TORNANO: QUANTO GUADAGNANO I GURU DELLO ZEROVIRGOLA…

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Stefano Sansonetti per lanotiziagiornale.it

Renato Mannheimer

Certo, c'è l'amore per i numeri, le proiezioni e le statistiche, anche se ultimamente non è che abbiano brillato per precisione. E poi c'è la voglia di far fruttare, in un modo o nell'altro, tutto ciò che si guadagna facendo sondaggi. E così, per esempio, si scopre che Renato Mannheimer ha la bellezza di 6 immobili per complessivi 4 milioni di euro al centro di Milano. Ai quali, per non rinunciare a qualche peccato di gola, aggiunge una piccola partecipazione in un ristorante sui Navigli.

NICOLA PIEPOLI

Oppure viene fuori che Nicola Piepoli custodisce 1 milione e 200 mila euro in titoli e azioni. Ma c'è anche chi non se la passa molto bene, come Roberto Weber, fondatore di quella Swg che ha dovuto aprire il capitale a nuovi soci per avere linfa finanziaria. Di sicuro, dal quadro che lanotiziagiornale.it è in grado di ricostruire, emerge che i sondaggisti nostrani non si limitano certo al settore delle ricerche di mercato.

MANNHEIMER L'IMMOBILIARISTA.
Quasi ogni sera si affaccia negli studi televisivi di Porta a Porta per sciorinare le previsioni effettuate attraverso l'Ispo, ovvero l'Istituto per gli studi e ricerche sulla pubblica amministrazione, di cui Renato Mannheimer è azionista con la famiglia. Si tratta di una srl che, tenendo in considerazione il momento di crisi, va piuttosto bene. Nel 2011, ultimo bilancio disponibile, ha fatturato 5,5 mln di euro, in aumento rispetto ai 4,2 dell'anno precedente.

PIEPOLI PAGNONCELLI

E l'esercizio si chiuso con un utile di 406 mila euro. In più sui conti correnti della società è depositata una liquidità niente male, per l'esattezza 1,5 milioni. Ma bisogna spostarsi nei pressi della GL Holding per capire il principale hobby finanziario di Mannheimer. Anche qui gli azionisti sono il sociologo-sondaggista e i familiari. Nella pancia della società spuntano fuori sei immobili, di cui 3 residenziali e 3 commerciali, tutti situati tra Santa Maria delle Grazie e parco Sempione.

Dopo una maxirivalutazione effettuata nel 2008, sfruttando una legge introdotta dall'ex ministro dell'economia, Giulio Tremonti, oggi questi complessi sono iscritti a bilancio a un valore di 4 milioni di euro. Dopodiché, uscendo dalla GL Holding, arriviamo alla Ponte Rosso srl, società che gestisce l'omonimo ristorante sui Navigli fatturando 360 mila euro l'anno. In essa Mannheimer ha una partecipazione dell'1%.

PIEPOLI TRA TITOLI E AZIONI.
Un altro che si dà molto da fare, al di là del sondaggio, è Nicola Piepoli. Da tempo è a capo dell'Istituto Piepoli spa, società in grado di fatturare 3 mln di euro nel 2011, esercizio chiuso con una perdita di 189 mila euro. Come emerge dai documenti contabili, buona parte degli affari dell'istituto dipendono da partnership con Skytg24 e con Adr - Aeroporti di Roma. Quest'ultima, presieduta da Fabrizio Palenzona, un paio di anni fa ha assegnato alla società di Piepoli, per 1 milione di euro, un "servizio di monitoraggio della qualità erogata e percepita dagli aeroporti di Ciampino e Fiumicino".

ALESSANDRA GHISLERI

Curiosità vuole che nell'azionariato dell'Istituto Piepoli, che di base fa capo al sondaggista e alla famiglia, ci sia con il 17,8% anche un ente pubblico come il Formez, ovvero il Centro di formazione e ammodernamento della Pa, dipendente dal ministero della funzione pubblica. Ma anche in questo caso bisogna passare per la Medea, la cassaforte di famiglia, per scoprire che Piepoli e congiunti hanno dalla loro titoli e azioni per un controvalore di 1 milione e 209 mila euro e utili distribuibili per 1 milione e 233 mila.

PAGNONCELLI, LA MACCHINA DA GUERRA.
Un caso a parte è quello di Nando Pagnoncelli. Il sondaggista di Ballarò, infatti, presiede la controllata italiana di una multinazionale che ha sede a Parigi, la Ipsos Sa. Insomma, un colosso che "permette" all'italiana Ipsossrl di vantare un fatturato 2011 da ben 34,6 milioni di euro e un utile di 188 mila. Dati a cui vanno aggiunte le performance di Ipsos Operations, società controllata che gestisce la rete degli intervistatori e ne elabora i risultati: il suo fatturato è stato di 15 mln di euro. Numeri che fanno impallidire quelli dei colleghi di Pagnoncelli. Il quale lavora non solo per clienti pubblici come l'Istat, ma anche per big privati del calibro di Nestlè, Kraft, Unilever e Colgate.

I TRAVAGLI DI SWG.
Musica un po' diversa per la Swg, società fondata da Roberto Weber, storicamente vicina alla sinistra. Gli ultimi dati di bilancio, sempre riferiti al 2011, parlano di un fatturato in calo da 5,5 a 4,4 milioni e di una perdita secca di 1,2 milioni. I problemi durano dal qualche anno, tanto che nel 2011 la società ha dovuto aprire il suo capitale alla Mowgli, che adesso ne è azionista di maggioranza. Dietro Mowgli ci sono Adrio De Carolis, che ha guidato ed è tutt'ora azionista del gruppo editoriale DMail (42 testate locali tra cui NovaraOggi, Bergamosette e il Giornale di Monza), e Fabio Tacciaria, ex direttore generale del gruppo L'Espresso. In più Swg ha anche un azionista pubblico, al 30%: si tratta di Friulia, la finanziaria pubblica della regione Friuli Venezia Giulia.

LE GIOVANI LEVE.
A chiudere il panorama ci sono le "giovani leve", quelle che si sono affacciate sul mercato da minor tempo. Ne fa parte Alessandra Ghisleri, la sondaggista preferita da Silvio Berlusconi. La sua Ghial Media, che gestisce EuromediaResearch, ha fatturato nel 2011 1,3 mln, chiudendolo con un piccolo utile di 48 mila euro. Poi c'è la Ipr Marketing di Antonio Noto, sondaggista utilizzato dal Tg3, capace di ricavi per 2,6 milioni e utili per 14 mila. Infine Antonio Masia, punto di riferimento per il tg di La7 condotto da Enrico Mentana, che solo nel 2011 ha fondato una società in accomandita semplice che si chiama Masia Consulting.

 

SE QUESTO E’ UN SINDACATO - GLI INTRECCI FINANZIARI DELLA CISL TRA ITALIA, MESSICO E LUSSEMBURGO…

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Stefano Sansonetti per lanotiziagiornale.it

LOGO CISL

È un'autentica galassia nella quale convivono società d'investimento lussemburghesi, fiduciarie e colossi bancari esteri. Un reticolo di partecipazioni azionarie e accordi commerciali che conducono addirittura in Messico. Se si provasse a immaginare chi si muove dietro uno scenario di questo tipo verrebbe alla mente, come minimo, un raider finanziario di livello mondiale. E invece al centro del caleidoscopico sistema c'è la Cisl.

Già, proprio il sindacato, oggi guidato da Raffaele Bonanni, che nel corso degli anni sembra aver messo al centro dei suoi interessi il business. Il tutto in un momento di crisi in cui in Italia, come qualche giorno fa ha certificato l'Istat, ci sono 3 milioni di disoccupati (11,7 per cento) e 2,8 milioni di precari. Carte alla mano, lanotiziagiornale.it è in grado di documentare i poliedrici affari che stanno montando intorno al sindacato di via Po.

segretario CISL raffaele bonanni lap

EUSTEMA, LA GALLINA DALLE UOVA D'ORO.
C'è una società romana che negli ultimi tempi sta facendo soldi a palate grazie alla pubblica amministrazione italiana. Si chiama Eustema e il suo core business sono consulenza tecnologica e produzione di software, attività grazie alle quali ha chiuso il 2011 con un fatturato da 40,3 milioni di euro e utili per 1,2. Nel 2012, poi, la società si è aggiudicata due maxiappalti per servizi da fornire all'Inail. L'ultimo, bandito all'epoca dalla Consip (centrale acquisti del ministero dell'economia) per la manutenzione e lo sviluppo di tutti i siti internet dell'Inail, è stato vinto da Eustema in coppia con Accenture.

LOGO EUSTEMA

Sul piatto la bellezza di 14 milioni di euro. Poco tempo prima, questa volta con un drappello di società, Eustema si era aggiudicata due lotti da complessivi 26,2 milioni per lo sviluppo di software per la gestione di contabilità, patrimonio, personale e comunicazione dell'istituto oggi guidato da Massimo De Felice. Ebbene, di chi è Eustema? Semplice, attraverso le due holding Finlavoro e Innovazione Lavoro, che ne detengono rispettivamente il 35,5 e il 33,6 per cento, fa capo proprio alla Cisl. Ma le sorprese devono ancora arrivare. Il 28,8% del capitale di Eustema, infatti, fa capo a una società informatica che si chiama E-World Consultant, dietro alla quale si trovano due fiduciarie.

La prima si chiama Unione Fiduciaria e fa capo al mondo della banche popolari italiane (compaiono Banca popolare dell'Emilia Romagna, Banca popolare di Sondrio, Banco Popolare, Banca popolare di Milano e Ubi Banca). La seconda si chiama Servizio Italia, e per il 100% fa addirittura capo al colosso creditizio francese BnpParibas.

E' appena il caso di ricordare che la società fiduciaria è una sorta di schermo, uno strumento al quale ci si affida per far amministrare beni senza rendere pubblica la propria partecipazione, in pratica senza metterci "la faccia". Infine il residuo 2% di Eustema è in mano a Postecom, società tecnologica di Poste, il gruppo pubblico guidato da Massimo Sarmi con cui la Cisl ha un tradizionale rapporto. Qualche mese fa Eustema ha addirittura lanciato lo sguardo fuori dall'Italia.

E così ha sottoscritto un accordo di partnership con Neoris, un gruppo informatico che ha sede a Miami ma è controllato da Cemex, colosso messicano che produce cemento e fattura qualcosa come 44 miliardi di dollari l'anno. Con l'apporto di Neoris, in sostanza, Eustema punta a presentarsi ancora più forte alla cuccagna degli appalti pubblici nostrani.

logo ubi

FINLAVORO, LA HOLDING DI PARTECIPAZIONI "SINDACALI".
Altra consistente parte degli affari della Cisl passa attraverso Finlavoro, in pratica la finanziaria del sindacato di via Po. A fine 2011, tanto per dirne una, nella sua pancia risultavano 1 milione e 70 mila euro di quote detenute in fondi comuni d'investimento. Tra le più importanti partecipazioni di Finlavoro c'è il 40% della Edizioni Lavoro. Si tratta della casa editrice del sindacato, attiva non soltanto nel settore dei manuali e dei saggi tematici, ma anche in quello dei romanzi. Forte di ricavi 2011 per 556 mila euro, anche la Edizioni Lavoro presenta interessanti sorprese nel suo azionariato.

Il 60%, infatti, è in mano alla Avagliano Editore, che a sua volta è controllata dalla Repas lunch coupon, ossia una delle società leader nel settore dei buoni pasto in diverse regioni italiane. Ebbene, azionista di maggioranza della Repas, con 64,8%, è la Dynasty Investments, una società con sede a Lussemburgo. Accanto alla quale, con il 7,9%, troviamo la Fedra, ovvero l'ennesima fiduciaria il cui capitale è da ricondurre a Banca Finnat, l'istituto della famiglia Nattino tradizionalmente vicino al Vaticano. E per non farsi mancare niente, nei piani bassi della Finlavoro si sistemano altre 4 società partecipate.

Ce n'è per tutti i gusti. La Assisind, che fattura circa 300 mila euro l'anno, si occupa di assicurazioni. La Poker Travel Viaggi, anch'essa intorno ai 300 mila euro di ricavi, opera come agenzia di viaggio. La Apogeo Servizi, di giovane età visto che è stata fondata nel 2009, agisce come concessionaria pubblicitaria di Labor tv, il canale televisivo della Cisl. Infine la Euro Esse, che era nata sotto gli auspici di diventare un centro di ricerche e sondaggi, ma che da due anni è in liquidazione.

 

TIFO PER CALABRESI AL “CORRIERE”: COSÌ RICOMINCIO A LEGGERE “LA STAMPA”

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Beppe Grillo

Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro Dago,
Fallito il progetto di "Smacchiare il Giaguaro", ora ,Bersani si è dato un'altra mission: "Sgrillettare il Grillo". Ciao
Natalino Russo Seminara

Lettera 2
Ogni giorno leggo D'Agostino e sono molto soddisfatto grazie. Ho votato grillo sperando nel contributo di cittadinanza , devo crederci? Ho 67 anni senza casa e senza pensione ciao grazie marco massa

Lettera 3
Ciao Dago,
con Tarak Ben Ammar nel consiglio di amministrazione, La7 non poteva che andare...Al Cairo!
(Glx)

PIERLUIGI BERSANI

Lettera 4
Caro Dago, come se ce ne fosse bisogno Dario Fo invita Grillo e i suoi a trasformare il Parlamento in un palcoscenico per la cosa buffa. Sarebbe il miglior modo per segarli alle prossime elezioni. E' chiaro che sono tutti e due uomini di spettacolo, come hanno già fatto rilevare in Germania, ma ora sarebbe opportuno che fossero più che seri, anche nei modi.

Lettera 5
Caro Dago,
vorrei ringraziare Mario Calabresi per essere il prossimo direttore del Corrierone: finalmente potrò tornare a leggere La Stampa.
Ciao, Millo

Tarak Ben Ammar

Lettera 6
Caro Dago,
la spiegazione del perché il PD da 20 anni puntualmente riesce a Non vincere le elezioni, è semplice. Basta leggere il testo (ironia della sorte) di una canzone di...Bersani (Samuele). Vale per qualunque leader e/o dirigente degli ultimi 20 anni:
"Potrei ma non voglio fidarmi di te, io non ti conosco e in fondo non c'e' in quello che dici
qualcosa che pensi, sei solo la copia di mille riassunti"...
(GLuca)

Lettera 7
Caro Dago: vuoi sapere come andrà a finire ? Un bel giorno "Napo" presidente della repubblica, stanco di sentire le bischerate dei due santoni, perderà la pazienza, e comunicherà al paese: << Con sentita e vibrante soddisfazione": supplico, il popolo italiano, a non seguire i due "clown" che, chiaramente, vogliono destabilizzare la democrazia italiana .E qui finirà la corsa. delle menti perverse.
lo stregone di Suviana

urbano cairo

Lettera 8
Dago darling, ieri (04/03/13) m'ero preparata ad ascoltare un bel pistolotto (sulle varie emergenze del Paese e della "sua" Tv) di Enrico Mentana in apertura del suo TG delle 20. Nulla: il prode conduttore era "missing". Non é per caso che ha mangiato troppe di quelle politicamente corrette cozze pelose che vanno tanto di moda nella lontana terra di Puglia? O forse teme che qualcuno possa mettere in forse l'autocrazia (sedicente democratica, "of course") di "Seine Hoheit" la zarina rossa di Otto e mezzo?
Natalie Paav

Lettera 9
Alberto Sordi lasciando tutti i suoi averi alla Chiesa attraverso l'Opus Dei, pensava così facendo di comprarsi il Paradiso dei cattolici !
Così facendo ha confermato la sua avarizia: tutto per sè , niente agli altri !
Li sordi dell'avaro se li magna lo sciampagnone
Succede !

TELECOM ITALIA MEDIA

Lettera 10
Salve DAGO,secondo i magistrati milanesi,ad Arcore,era attuato un "collaudato sistema" prostitutivo. Anche le minorenni,forse,erano certificate ISO 9002.
Saluti, Labond

Lettera 11
Signori di Dagospia, siete sempre pronti ad appoggiare ogni cosa che va per la maggiore. Premesso che ogni persecuzione è ignobile, orribile, il massimo dell'abominio ( come incisivamente scrive la brava Robertina Zunini, che trasuda legittimo odio contro i nazisti sul misfatto quotidiano). L'ulteriore aggiornamento e studio sul numero reale delle vittime ebraiche per mano nazista è di là da venire ma già la Zunini parte in tromba e conferma tutto quello che c'è da vedere e verificare. Niente male: come detto ogni persecuzione è abominio.

MARIO CALABRESI E GIORGIO NAPOLITANO PRIMA PAGINA CELEBRAZIONI 150 ITALIA

Un piccolo però indico per la Zunini: faccia, perdio, qualche indagine con lo stesso spirito puro sulle persecuzioni di oggi contro i cristiani in tutto il mondo. Si dia fa dare, cerchi dati e prove e le pubblichi. Questo per l'oggi. Per ieri, si informi e faccia conoscere cosa è successo nei gulag sovietici (qui c'erano ebrei che li compivano, eccome) dove sembra siano stati sterminati venti milioni di persone, intere popolazioni. Potrebbero essere molte di più, Zunini: cerchi, cerchi. E poi in Armenia e in Cambogia e in Africa. Così saremo obiettivi con tutti i morti per persecuzione: non ci sono preferenze da fare in questo terribile ambito. O no?
Luciano.

Lettera 12
Dago quanto sono nuovi i grillini, stanno rivoluzionando la politica italiana, ma già contamintai dal peggio della vecchia politica, visto che la neo capogruppo Roberta Lombardi si difende per la sua frase sul fascismo tirando in ballo la solita "strumentalizzazione dei media", come un qualunque Gasparri dei bei tempi andati, solo che a un qualunque Gasparri la difesa del fascismo (primo o secondo non fa differenza) gliela concedi visto la sua origine fascista, al nuovo che avanza proprio no, grazie
Anne

Ernesto Galli Della Loggia

Lettera 13
Mo' Ernesto Galli della Loggia diventa pure esperto di difesa. In caso di attacco convenzionale le forze armate svedesi potrebbero difendersi al massimo per una settimana? E chi se ne frega. Chi vuole attaccare la Svezia? La Norvegia? La Finlandia? La Danimarca per vendicarsi della sconfitta del 1720? La Grecia, incredibile a dirsi, è dopo gli Stati Uniti il paese dell'alleanza con il più alto bilancio militare? Bravi furbi! Si sono armati fino ai denti per odio sciovinista contro la Turchia, facendo ricchi i produttori di armi americani e francesi, e si vede il risultato.
Roland Delmay

Lettera 14
Caro DAGO, a sentire il dileggio che l'establishment della prima repubblica riciclato nella seconda riserva ai parvenus della politica, mi viene in mente una delle piu' belle pagine di storia scritte da queste parti, la Repubblica Romana del 1849, la "repubblica dei briganti" come la chiamava l'establishment di allora.

La meglio gioventù di tutta Italia, in attesa che calassero i soliti stranieri da nord a civilizzarci a suon di cannonate, si aggirava (mi piace immaginare) per Roma, facendo fatica a intendersi coi Romani, confondendo il Gianicolo col Quirinale, osservata con disprezzo dalle persiane socchiuse di collegi pontifici e palazzi della nobiltà nera.Quando il presente mi fa star troppo male, penso a loro, ai briganti del 1848, sperando che tornino. Saluti BLUE NOTE

Roberta Lombardi e Vito Crimi in conferenza stampa

Lettera 15
Caro Dago,
ho letto con molto interesse l'articolo pubblicato in data 1 marzo sulla caccia ai doppi incarichi in Rai. L'attacco è sferrato dall'Usigrai a Bianca Berlinguer, che - alla data prevista - non aveva mollato né l'incarico di direttore né quello di conduttore. Ben vengano cacce e attacchi, ma sullo sfondo, oggi (4 marzo), un dinosauro molto più poderoso della Berlinguer continua a muoversi. Nella rete ammiraglia, l'acculturatore conduttore di programmi notturni famoso per i suoi boccoli e non solo, seguita a ricoprire il ruolo del capostruttura e del conduttore. Esiste una deroga anche per lui? Se c'è, allora ditecelo.
Gioia

papa ratzinger benedetto

Lettera 16
accidenti, leggere i post di Dagospia è uno spasso, a parte la lucidità e l'acume nella lettura degli eventi, lo stile umoristico è imbattibile e ben calibrato e riesce a farci metabolizzare le amarissime e indigeste notizie della nostra attualità politica. Senza contare che è una voce totalmente indipendente: oggi come oggi gli unici affidabili sono Il Fatto e Dagospia (e forse Linkiesta ma con riserva).

Agli altri bisogna dare la tara... moooolta tara. E allora perché perdere tempo? Ci si informa presso i pochi ma buoni. Lo so che lo sapete di essere bravi, ma un complimento non si rifiuta mai e forse, in fondo in fondo, anche quando è reiterato fa sempre piacere.
barbara, alias Magistravulnerata (140 caratteri sono pochini per esprimere un vero apprezzamento :-)

Lettera 17
Gentile redazione di Dagospia,
ho seguito il dopo-elezioni sul sito internet del "corriere della sera" guardando la diretta streaming. Alla fine del pomeriggio, quando sembrava che la Lista Monti non sarebbe riuscita a ottenere il 10% e dunque non sarebbe entrata in Parlamento, il direttore De Bortoli, facendo l'analisi del voto, ha fatto a fette Mario Monti.

Alberto Sordi

Vado a memoria ma, tra l'altro, è stato detto che: Monti era stata un'occasione sprecata e che partecipando alle elezioni egli aveva, di fatto, precluso ogni ulteriore ricorso ad un "governo tecnico". Un'analisi puntuale, attenta e spietata fatta dopo che, per mesi, il "corriere della sera" aveva appoggiato Monti...
Condoglianze all'Italia.
Il samurai
PS: Irene Tinagli, quella che parlava di tassazione senza sapere a quale aliquota sono tassati i redditi di capitale, è stata eletta: viva la meritocrazia! Viva l'aria fritta! Viva la fuffa!

MARIO MONTI AL TRUCCO

Lettera 18
Caro Dago, vedo che anche tu, giudiziosamente, stai caldeggiando un governo del Presidente. Ma, visto che questo governo deve avere l'appoggio dei grillini, il programma sarà uno scoglio insormontabile. Infatti, poche e confuse richieste ci sono da parte loro per affrontare la crisi economica dell' Italia (si, vabbè, le piste ciclabili, l'abbattimento dei termovalorizzatori...)

La più importante e prioritaria misura che questi reclamano è la riduzione degli stipendi dei parlamentari. Un provvedimento sacrosanto, per carità, ma a parere mio inadeguato a risolvere nell' immediato i nostri problemi più drammatici (mancanza di lavoro, crisi delle imprese, recessione). È come se i passeggeri della Costa Concordia, in bilico sul ponte della nave che affondava, si fossero messi a reclamare a gran voce il dimezzamento della paga del comandante Schettino...
Lo spulciagrilli

Lettera 19
Caro Dago,
pensavo fossi più informato. La Tirrenica è contestatissima da prima dell'elezione dell'attuale sindaco di Orbetello , anzi questi è stato eletto nell'aprile del 2011 anche per la sua posizione contraria al tracciato proposto da SAT e spinto dalla vecchia amministrazione (capitanata dall'allora ministro Matteoli ) e ,pare, dal presidente della Toscana Enrico Rossi. Tracciato contestato perchè ingloba la superstrada Aurelia , ottima e gratuita, e nella fascia costiera di Orbetello passerebbe vicinissimo o sopra case ,alberghi,attività artigianali ecc.

Il sindaco è stato da subito attaccato sia dai residui del PDL locale, che dai trombati del PD ,che si vogliono ingraziare i capoccia regionali, contrari al sindaco attuale ,eletto contro le loro imposizioni. Per quanto riguarda il futuribile parco archeologico, esso è fortemente desiderato dai potenti, che possiedono le ville in una zona che potrebbe essere lambita (minimo 500 m. in linea d'aria): meglio sopra le case di centinaia di persone.

Grillo . Nessuno sa quello che farà , però i grillini ad Orbetello si sono moltiplicati più o meno come nel resto d'italia , però in questa zona un po' di più , perchè il sindaco ha gestito molto male i media locali in occasione di una grave alluvione in novembre , e tu sai meglio di chiunque che comunicare è molto più importante che essere.

Da aggiungere il ruolo de "Il Tirreno" , che localmente ha assunto le vesti di foglio del PDL, offrendo molto spesso le proprie penne alle bugie più miserabili e ridicole degli oppositori dell'attuale giunta , sia di sinistra che di destra. Se hai voglia e tempo , puoi consultare il giornale dall'autunno del 2010 ad ora. Peccato che non ci sia più Manfellotto.
Saluti ed auguri per la tua attività.
Antonio

 

GIUSTIZIA PER VALENTINA - TRE ANNI DOPO IL “SUICIDIO” DI UNA 19ENNE SICILIANA, LA SVOLTA: ARRESTATO L’EX…

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Felice Cavallaro per il "Corriere della Sera"

valentina salamone

Quando il padre la vide infagottata in un sacco nero della spazzatura, una corda al collo, le dita ancora strette al cappio, il corpo rigido adagiato in una bara, gridò disperato che la sua creatura di 19 anni non poteva essersi impiccata a una trave, che non avrebbe avuto alcuna ragione al mondo per ammazzarsi al termine di una festa fra amici.

VALENTINA SALAMONE jpeg

E invece fu subito classificata come un suicidio la morte di Valentina Salamone, bellissima ragazza di Biancavilla innamorata del suo paesino ai piedi dell'Etna, tanti amici, il volto solare, un fisico longilineo, la passione per il mare, volenterosa negli studi, la discoteca il sabato sera come svago. O, come accadde tre anni fa, quella drammatica sera di fine luglio, in gruppo, in comitiva, tante coppie in una casa di campagna alla periferia di Adrano, sempre sotto il vulcano, musica, cibo e un po' d'alcool.

Un'occasione per rivedere il ragazzo di cui era innamorata, Nicola Mancuso, arrestato ieri a trent'anni, già sposato allora, padre di un ragazzino, ancora senza un mestiere, pronto subito dopo la morte di Valentina a mostrarsi contrito con i genitori della ragazza. Allo stesso modo di amici forse coscienti di particolari celati, segno di omertà diffusa, segreto inconfessabile di una comunità dove troppi hanno ripreso la loro vita come se quell'orrore non si fosse compiuto.

LA VILLETTA DOVE E STATA TROVATA IMPICCATA VALENTINA SALAMONE jpeg

Ma considerava Nicola solo una faccia di bronzo il padre di Valentina, Antonino Salamone, in questi tre anni trasformatosi in inquisitore implacabile, pronto a salire mille volte le scale del tribunale o a frequentare gli studi tv per protestare contro le archiviazioni proposte in Procura. Richieste bloccate grazie alla avocazione di questo cold case da parte della Procura generale di Catania diretta da Gianni Tinebra, con l'avvocato generale Salvo Scalia deciso ad approfondire ogni dettaglio affidandosi ai carabinieri del Ris di Messina diretti dal colonnello Sergio Schiavone.

«Un confronto con le foto della scena del delitto, l'esame dei reperti, il controllo del Dna rilevato su alcune macchie di sangue ci hanno permesso di escludere il suicidio», spiega l'ufficiale elencando i risultati delle analisi compiute dalla Sezione biologia coordinata dal maggiore Carlo Romano. La tecnica per incastrare il presunto amante-assassino sembra quella di un thriller mozzafiato dove la verità salta fuori dagli alambicchi di un laboratorio. A conferma della lite che avrebbe bloccato di botto quella festa.

IL PADRE di Valentina Salamone

Con Valentina che, in preda alla gelosia, avrebbe sfidato il compagno a lasciare la moglie, ad amare solo lei, addirittura inventandosi di aspettare un bebè. Alcune testimonianze descrivono la lite e l'allontanamento di quasi tutti i partecipanti. Con il ragazzotto che, preoccupato per il suo matrimonio, avrebbe mormorato una frase da lui smentita: «Questa esagera, mi rovina, la dobbiamo sistemare».

La versione del suicidio crolla davanti ad alcuni elementi che adesso portano in cella Mancuso, accusato di concorso in omicidio con ignoti. Intanto, la povera Valentina, come spiegano al Ris, non avrebbe potuto impiccarsi da sola perché la trave era troppo alta. Un dito rotto, un'unghia spezzata, una macchia di sangue sotto la scarpa compatibile col Dna di Nicola Mancuso sono altre tessere di un mosaico che porta all'ipotesi di una colluttazione culminata nella morte di Valentina.

ROSSANA SALAMONE SORELLA DI VALENTINA

La corda al collo e l'impiccagione sarebbero in questo caso le sequenze di una crudele messa in scena, a conferma dei sospetti esaltati anche dagli approfondimenti dall'avvocato della famiglia Salamone, Dario Pastore. In sintonia con il padre mai rassegnato: «Valentina non me la potrà più restituire alcuna giustizia terrena: ma venire a capo della verità sarà un atto d'amore per mia figlia che mi fecero trovare 10 ore dopo il delitto».

 

AHI! TECH - GOOGLE E AMAZON, GUERRA ALL’ULTIMO ACQUISTO: MOUNTAIN VIEW PRESENTA “GOOGLE SHOPPING EXPRESS”

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia
(Twitter: @andreaandrei_ )

1 - GOOGLE E AMAZON, GUERRA ALL'ULTIMO ACQUISTO: MOUNTAIN VIEW PRESENTA "GOOGLE SHOPPING EXPRESS", IL SERVIZIO PREMIUM DI SPEDIZIONE CHE FA CONCORRENZA AD "AMAZON PRIME"

Da "Techcrunch.com"
http://tcrn.ch/13BWMpF

GOOGLE SHOPPING EXPRESS

Giusto ieri si parlava in questa rubrica dei guai legali (presto risolti) di Google in Germania. Tempo poche ore, e Mountain View ha tirato fuori un asso dalla manica che infastidirà non poco i suoi competitor, in primis Amazon. La novità riguarda infatti il settore dell'e-commerce. L'azienda guidata da Eric Schmidt offrirà presto un servizio premium di spedizione molto simile ad "Amazon Prime" o "eBay Now", solo meno costoso.

"Google Shopping Express" costerà 69 o 64 dollari all'anno, e garantirà una spedizione in giornata degli oggetti acquistati. Non si sa ancora quando il servizio sarà disponibile, ma di sicuro si tratta di un'iniziativa che potrebbe portare molti ricavi al gruppo di Mountain View: il suo motore di ricerca è ancora uno dei primi siti in cui si cerca qualcosa che si ha intenzione di acquistare.


2 - IL 2013 È L'ANNO DELLA TECNOLOGIA DA INDOSSARE: APPLE PRESENTERÀ IL SUO IWATCH E SFIDERÀ GOOGLE, CHE LANCERÀ "GOOGLE GLASS" GLI OCCHIALI SMART

Da "Bloomberg.com" (http://bloom.bg/13zoiUQ) e "9to5mac.com" (http://bit.ly/WFbWTZ)

IWATCH - 2

Non solo l'e-commerce. Quest'anno probabilmente Google affronterà anche un'altra grande sfida. Mentre Mountain View si prepara a lanciare la sua rivoluzione Google Glass, cioè gli occhiali smart con schermo incorporato, Apple risponderà con un'altra tecnologia "da indossare", è cioè iWatch, l'orologio che avrà le stesse funzioni di un iPhone e fungerà anche da contapassi e da misuratore del battito cardiaco.

L'azienda fondata da Steve Jobs, secondo alcuni rumors diffusi da "Bloomberg", presenterà il nuovo dispositivo entro quest'anno. Apple avrebbe infatti un team di 100 persone che sta lavorando alla realizzazione del nuovo gioiellino con la mela.

A proposito dei prodotti di Cupertino, che spesso sono diventati dei veri oggetti di moda, "Mashable.com"dà una notizia curiosa. Pare infatti che il settore marketing dell'azienda, prima di scegliere il nome "iPhone" per il suo cellulare intelligente, aveva valutato anche altre soluzioni, fra cui "iPad" (nome che poi ebbe un altro destino), "TriPod", che ricordava le tre funzioni del dispositivo (telefono, iPod e internet), "Mobi", riferimento alla parola "mobile" e "TelePod", crasi fra "telephone" e "iPod".

 

CIAK! TRE DONNE, TRE DISGRAZIE: TUTTE NOI ABBIAMO PENSATO, UN GIORNO, DI UCCIDERE IL NOSTRO COMPAGNO”

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

LE AMICHE KILLER DELLA GERIN

 

 

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

1. TRE DONNE, TRE DISGRAZIE
Massimiliano Lazzari per "Il Messaggero"

Vinicio Marchioni

Sono state le donne le protagoniste della serata di ieri a piazza della Repubblica, un elegante tappeto rosso calcato da bellissime attrici come, le tre regine del film «Amiche da morire». Ma non poteva mancare almeno un uomo e così l'ambito ruolo maschile è toccato all'ex «freddo» della serie televisiva di ‘'Romanzo Criminale'' Vinicio Marchioni, già due volte papà.

Valentina Corti Guido Lombardo e Enrico Lucherini

La Gerini è giunta con il compagno, il cantautore e regista Federico Zampaglione, indossava un abito lungo e nero, elegante ma sobrio: «L'amicizia tra donne? Esiste ed è un bellissimo sentimento, se si ha la fortuna di avere delle amiche vere è per tutta la vita. Io? Sono sicuramente fortunata».

Ecco anche Cristiana Capotondi, giunta da sola, fasciata da un abito nero con un accenno di pizzo, elegantissima anche lei, ha solo un leggero filo di trucco: «Non mi piace truccarmi, anzi se mi truccassi e mi vedessi allo specchio mi chiederei: chi è questa?». I flash dei tanti fotografi la immortalano, manca da un po' da Roma, ultimamente è sempre più spesso a Milano.

Arriva poi pure Sabrina Impacciatore, anche lei per questa anteprima romana ha scelto un abito nero lungo, un classico, nessuna di loro ha voluto osare. Elegantissimo anche Vinicio Marchioni: giacca grigia e cravatta sottile, uno stile molto fashion. Un altro volto noto del cinema ha sfilato con lo straordinario pacchetto di mischia femminile del film, era l'affascinante regista di questa pellicola Giorgia Farina.

Ughetta Ilaria e Barbara Un brindisi per Amiche da morire

Tra gli invitati dei produttori Raffaella e Andrea Leone e Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, c'erano anche Tiziana Rocca e Giulio Base, il regista Carlo Vanzina, Carlotta Natoli, Valentina Corti, Guido Lombardo, Alma Manera, tutti accolti dai press agent Benedetta Lucherini, Gianluca Pignatelli e Christian Giovannetti.

Dopo aver salutato e visto il film nella sala principale del cinema di piazza Barberini, la produttrice Raffaella Leone ha radunato le attrici della pellicola e le ha invitate a cena in un mondanissimo ristorante di piazza del Popolo: «La consideriamo una nostra personale anticipazione della Festa della Donna, che ci sarà tra una settimana. Dopotutto non è questo il film dell'amicizia tra donne?».

2. IL CINEMA DEI GIUSTI
Marco Giusti per Dagospia

Tutti col pop corn

Amiche da morire di Giorgia Farina. In sala dall'8 marzo.

Space cinema

Mariti tonnati e fimmine assassine! Ma guarda chi si rivede? La commedia nera col morto tutta al femminile. Era dai tempi di "Cadavere per signora" del buon Mario Mattoli, anno 1964, che non ci trovavamo di fronte a un recupero simile. Anche lì un gruppo di amiche si unisce di fronte a un cadavere scomodo, uscito un po' per caso, e a un malloppo. Al posto delle Sylva Koscina, Scilla Gabel e Elsa Vazzoler del tempo abbiamo oggi Claudia Gerini, Cristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore e il film è "Amiche da morire" della ventottenne Giorgia Farina, alla sua opera prima, prodotto dai figli di Sergio Leone e Rai Cinema.

Scarpe di Yves Saint Laurent

Il genere, va detto, funzionava poco allora e funziona poco ora, con la differenza che Mattoli aveva una mano da maestro nella commedia mentre la giovane Farina, gli studi alla Columbia University, una serie di corti e una ricca produzione, che le ha permesso un co-sceneggiatore di successo, Fabio Bonifaci ("Il principe abusivo"), un direttore della fotografia come Maurizio Calvesi ("Viva la libertà") è al suo esordio.

E poco si capisce perché l'abbia voluta tentare, a parte la simpatica dichiarazione che ha fatto nella conferenza stampa romana, "Tutte noi abbiamo pensato, un giorno, di uccidere il nostro compagno". Grazie. Magari, più che a Mattoli, pensava a una specie di Germi al femminile o a una di queste più recenti commedie maschili col morto. Ma, proprio nella sua conferenza stampa, ha dichiarato la sua passione per il cinema di genere italiano, e allora la sua scelta si fa più circoscritta.

Staff del Bolognese

E dobbiamo pensare davvero di essere di fronte al recupero di una di quelle commedie dei primi anni '60 tra Simonelli e Girolami. In un'isola siciliana ricostruita, grazie all'Apulia Film Commission, tra Monopoli e Polignano a Mare, tre ragazze che poco e niente c'entrano l'una con l'altra, Gilda, la mignotta del posto, una Claudia Gerini che urla troppo, Olivia, moglie stupidina e inconsapevole di un manigoldo, una Cristiana Capotondi che si finge oca e siciliana senza controllo, e Crocetta, la porta sfiga dell'isola che lavora alla tonnara, una Sabrina Impacciatore con mutandoni, treccione e nasone, si ritrovano a formare un corpo unico quando Olivia fa secco con un colpo di postola il marito, Tommaso Ramenghi, che non solo la sta lasciando con un malloppo da 900mila euro, ma che dichiara di averla sposata proprio perché era cretina.

Scarpe di Louboutin Daffodile

Fatto sparire il corpo del marito dentro le scatolette di tonno Zuccalà, dove lavora Crocetta, le tre decidono di tenersi i soldi e fingere di essere amiche. Portandosi dietro così gli sguardi della polizia, nei panni dell'inetto Malachia, un Vinicio Marchioni del tutto fuori parte, quelli delle donne del posto, capitanate dalla sempre grande Marina Confalone, e infine quelli dei soci del defunto in cerca del malloppo che cercheranno pure di farsele.

Ughetta Ilaria e Barbara

"Ci chiamano il Bello e la Bestia", dice uno dei ribaldi, "solo che il Bello sono io e la Bestia ce l'ha lui". L'idea della commedia siciliana al femminile col morto, la storia insomma di "mariti tonnati e fimmine assassine", poteva anche essere buona, ma è come se nessuno, dagli sceneggiatori agli attori, ci punti davvero a questo recupero.

Anche perché non credi troppo alla Puglia camuffata da Sicilia e a attrici romane che fanno le sicule. Peccato perché alcune battute sono buone, "Ho notate che sparare mi secca la pelle" dice Olivia dopo una sparatoria, qualche invenzione c'era e il cast minore è pieno di sorprese. Ma la commedia ha bisogno di tempi precisi, battute a raffica e personaggi descritti con maggior attenzione.

 

 


SIAMO AL “REDDITO” RATIONEM - PER IL 65% DEGLI ITALIANI, I SOLDI NON BASTANO PIÙ

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(ANSA) - Il 65% delle famiglie italiane valuta che il proprio reddito è inferiore al necessario ed è aumentata la quota di coloro che hanno un reddito insufficiente a coprire i consumi. E' l'allarme di Bankitalia in due studi in cui avverte che in crisi sono soprattutto giovani e affittuari.

EMERGENZA SOLDI POVERTA jpeg

La Banca d'Italia descrive in due Quaderni di Economia e Finanza ('Le difficoltà del risparmio nelle valutazioni delle famiglie italiané e 'Il risparmio e la ricchezza delle famiglie italiane durante la crisi') la difficile situazione delle famiglie italiane sotto gli effetti della crisi. Nel complesso dagli studi emergono "chiari segnali di difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare la quantità di risorse desiderata: la quota di quelle che ritengono di avere effettive possibilità di risparmio si è collocata su livelli storicamente bassi, intorno al 30% dalla metà dello scorso decennio (contro il 50% degli inizi degli anni '90).

Soldi nel lavandino jpeg

E l'incremento più diffuso di coloro che nel 2010 hanno segnalato un reddito inferiore a quanto ritenuto necessario si è verificata tra i nuclei che vivono in affitto, in cui il capo-famiglia è operaio oppure disoccupato, pensionato, impiegato a tempo parziale. Alcune famiglie, rileva Bankitalia, hanno risentito della crisi più di altre: in particolare, per i nuclei a basso reddito, per quelli giovani e per gli affittuari quasi tutti gli indicatori esaminati hanno registrato un peggioramento.

soldi

E la propensione al risparmio è ulteriormente diminuita dopo il 2008 ed è aumentata la quota di famiglie con reddito insufficiente a coprire i consumi ed è aumentata la quota di famiglie con reddito insufficiente a coprire i consumi, in particolare per le famiglie a basso reddito: la metà dei nuclei appartenenti a questa classe ha entrate insufficienti a ripagare i consumi. L'aumento degli squilibri, osservano ancora gli economisti della Banca d'Italia, è messo in luce anche dall'incremento della concentrazione della ricchezza: tra il 2008 e il 2010 la quota di ricchezza netta posseduta dai tre quartili di reddito più bassi è diminuita a vantaggio della classe più elevata.

Disoccupati

L'esigua frazione di ricchezza detenuta dai nuclei giovani si è ridotta ulteriormente. Se si considera una misurazione della povertà, che oltre al reddito, prenda in considerazione anche la ricchezza, emerge un peggioramento di tali indicatori fra il 2008 e il 2010, in misura particolarmente accentuata tra giovani e affittuari. Nel 2010 le famiglie povere di reddito e ricchezza al netto della casa di residenza erano l'8,8%, in lieve aumento rispetto al 2008. Tra quelle giovani invece l'incidenza della povertà è aumentata di quasi tre punti fino a raggiungere il 15,2%. Per gli affittuari la percentuale è ancora maggiore, pari al 26,1%, in aumento di 3,5 punti tra le ultime due rilevazioni.

Disoccupati

 

IL FACEBOOK DEL M5S – SI CHIAMA “MEETUP”: È LA TRASFORMAZIONE DELLA SEZIONE AL TEMPO DELLA RETE…

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Riccardo Luna per "La Repubblica"

Beppe Grillo

Se qualcuno ancora si stesse chiedendo come mai Beppe Grillo ha vinto le elezioni politiche del 2013, potrebbe trovare le risposte che cerca facendosi un giro su Meetup. È il Facebook della politica, la trasformazione delle vecchie sezioni di partito al tempo delle rete.

MOVIMENTO CINQUE STELLE PALERMO

La differenza più evidente è che non esistono sedi fisiche: tramite Meetup ci si vede ogni volta dove capita, in un bar, in una sala in prestito oppure a casa di qualcuno. A costo zero o quasi. In questo momento ci sono 865 gruppi di "amici di Beppe Grillo" in 711 città di tutto il mondo, comprese Londra, Parigi, Ginevra, San Francisco e Perth, in Australia, dove ci sono «tre cittadini in autoesilio volontario».
Alcuni meetup sono vecchi di otto anni, gli ultimi dieci sono appena nati, fra il 1 e il 2 marzo. Complessivamente si tratta di oltre centoventimila cittadini che si impegnano sul loro territorio per quello che considerano essere il bene comune: acqua, rifiuti, ambiente, trasparenza della politica. La seconda differenza con molte sezioni di partito è che i meetup sono attivi davvero.

grillo

Solo nello scorso weekend attraverso questa piattaforma sono state organizzate riunioni fisiche in oltre 250 luoghi. L'elenco completo è impressionante: ci sono tutte le grandi città, ma anche decine di comuni minuscoli, aree rurali, zone montane. Una capillarità che ricorda quella che i partiti avevano una vita fa. Se poi uno volesse farsi una idea sulla cultura dominante nei meetup, sulla famosa antipolitica, potrebbe restare stupito di trovare fra le icone anche quella del presidente della Repubblica Sandro Pertini che agita il pugno in un momento d'ira. Sono passati trent'anni da quella foto: probabilmente sferzava i partiti.

cover libro pizzarotti

Senza i Meetup non ci sarebbe stato il moVimento 5 Stelle e senza l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, non ci sarebbe stato Meetup. Il suo fondatore, Scott Heiferman, ai tempi viveva ad un paio di chilometri di distanza da quello che sarebbe diventato Ground Zero. Era uno startupper digitale della prima ora, convinto che con Internet le comunità locali non contavano più nulla.

GRILLO E CASALEGGIO ALLA RIUNIONE DEI PARLAMENTARI GRILLINI A ROMA

Dopo il crollo delle Torri, rimase stupefatto di scoprire che i newyorchesi sopravvissuti non si ignoravano più: adesso si salutavano e si aiutavano. Volevano incontrare i loro vicini. Lì nacque l'idea di usare Internet per far crescere le comunità locali: per far incontrare le persone con interessi comuni. Nove mesi dopo era nato Meetup che non serve solo
alla politica, anzi, ma che in undici anni ha giocato un ruolo imprevedibile nella politica americana che è utile accennare per capire quello che sta capitando in Italia.

Secondo Micah Sifry, presidente del New York Tech Meetup, se si fa eccezione per il forte utilizzo che ne fece il candidato democratico Howard Dean nel 2004, con il tempo Meetup ha favorito la formazione di movimenti alternativi quando non apertamente antagonisti al sistema: e quindi Occupy Wall Street e sul fronte opposto il Tea Party.

BEPPE GRILLO E GIANROBERTO CASALEGGIO ALLARRIVO IN SICILIA CASALEGGIO E ASSOCIATI

Due numeri a confronto rendono l'idea: ci sono 71 meetup che fanno riferimento al presidente Barack Obama, e più di 700 che si richiamano al Tea Party mentre ben 3007 comunità sono tuttora riunite sotto la bandiera di Occupy Together. Chiosa Sifry: «È improbabile che da Meetup emerga un candidato presidenziale, ma la piattaforma sta giocando un ruolo ancora più importante: portare nuove voci nel dibattito politico. E in un paese dove spesso le differenza fra democratici e repubblicani sono difficili da individuare, questa è una cosa buona per la democrazia».
In Italia i Meetup degli Amici di Beppe Grillo sono nati a partire dal 2005 quando la pressione sul blog beppegrillo.it si è fatta insostenibile: i meetup sono stati un modo per canalizzare e non disperdere le migliaia di commenti che seguivano ogni post del leader e la voglia di partecipazione attiva a livello locale.

BARACK OBAMA

È da allora che Damien Lanfrey, un giovane ricercatore italiano di stanza alla City University di Londra, si è messo a studiare da vicino la trasformazione di un blog in un movimento civico. Il lavoro è durato sei anni, ha prodotto molte relazioni accademiche approfondite ed oggi, guardandosi indietro, Lanfrey dice che "Meetup, nonostante i difetti della piattaforma, ha permesso ai grillini di sviluppare ogni volta una agenda locale diversa che con il tempo è diventata attivismo".

La ragione del successo politico sarebbe da rintracciare quindi anche qui in quello che Lanfrey chiama l'ingaggio con la cittadinanza: «Otto anni di reale e costante ingaggio. Dalla assidua e spesso colorita presenza nelle piazze delle città ad un legame costruito fianco a fianco con il mondo dell'associazionismo che, tradizionalmente più vicino ad un ecosistema di sinistra, ha trovato nel Movimento un supporto credibile, duraturo e spesso strategico». No, lo tsunami non è arrivato a sorpresa.

 

IL RE DEL TORO VEDE ROSSO - A URBANO CAIRO È STATA CONSEGNATA (GRATIS) UNA LA7 RICAPITALIZZATA DA TELECOM

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1. TI MEDIA: PRECIPITA IN BORSA (-12%) DOPO LA7 A CAIRO (+3,3%)
(ANSA) - Ti Media precipita in Borsa e cede l'11,91% a 0,13 euro. Sul titolo pesano le vendite di chi aveva scommesso su un esito diverso della partita che ha assegnato La 7 a Cairo (+3,34%) e aveva puntato su un'Opa obbligatoria da parte di Clessidra. Telecom (+2,56% a 0,56) intanto non risente dello scivolone della partecipata.

urbano cairo

Suggerimenti a vendere arrivano da Banca Akros, che dà un giudizio 'sell' sul titolo Ti Media. Sulla stessa linea gli analisti di Intermonte e Kepler che hanno abbassato il prezzo obiettivo della società televisiva la quale, anche alla luce delle condizioni concesse a Urbano Cairo per l'acquisto de La7, resta zavorrata dal debito.


2. TIMEDIA IN ROSSO PER 240 MILIONI
Da "Il Sole24 Ore"

TiMedia chiude il 2012 con una perdita di 240,9 milioni che la costringe ad abbattere il capitale. Il consiglio di amministrazione della società ha infatti deliberato di integrare l'ordine del giorno dell'assemblea già convocata per il 5 aprile con le delibere legate alla riduzione del capitale quando la perdita supera più di un terzo dello stesso. Sul risultato dell'anno pesano soprattutto le svalutazioni, inclusa quella della emittente La7.

L'impairment test effettuato al 31 dicembre 2012 «ha comportato una svalutazione complessiva di 156,7 milioni, di cui 105,3 milioni di euro relativo all'avviamento e 51,4 milioni di euro (a livello consolidato) relativo agli asset di La7». In particolare, evidenzia una nota, è stato svalutato il valore di avviamento attribuito a La7 per 12,2 milioni di euro, all'Operatore di Rete TIMB per 70 milioni di euro e a MTV per 23,1 milioni di euro.

TI MEDIA

Tali svalutazioni hanno così pesato sul risultato operativo, negativo per 262,7 milioni di euro, in diminuzione di 174,6 milioni di euro rispetto all'esercizio 2011 (-88,1 milioni di euro). In termini comparabili l'Ebit è pari a -106,0 milioni di euro (-51,9 milioni di euro nell'esercizio 2011). L'indebitamento finanziario netto si è invece attestato a 260,1 milioni di euro, in aumento di 121,4 milioni di euro rispetto a fine 2011 (138,7 milioni di euro). Nell'anno i ricavi sono stati pari a 222,7 milioni, in calo di 15,5 milioni rispetto allo scorso anno.

Bernabe e marco patuano

La società ha poi fissato i nuovi obiettivi del piano dopo la vendita di La7. Il gruppo si concentrerà sul ritorno all'efficienza e alla redditività. Nel periodo tra il 2013-2015 il gruppo punta così a «ricavi in crescita del 11% circa ed Ebitda del 36%», e prevede «investimenti in diminuzione, pari a circa 35 milioni di euro nei tre anni del piano». La generazione di cassa è attesa a circa 50 milioni in tre anni e con un Net-cash flow positivo a partire dal 2014. Tra i target anche la «riduzione dell'indebitamento finanziario netto».


3. IL DOSSIER-ALLEANZE PASSA PER LA HOLDING DELL'EDITORE
Carlo Festa per "Il Sole 24 Ore"

Il dossier alleanze su La7 per Urbano Cairo, per come è stato definito l'accordo di cessione, non potrà essere aperto per 24 mesi. È questo il lock up deciso all'atto della vendita con Telecom Italia.

Della Valle allo stadio

Così, se da una parte sembrano venire meno alcune delle speculazioni (come un'alleanza imminente con Diego Della Valle), dall'altra è possibile fare altre congetture. Lo stesso Cairo ha definito ieri come una «patata bollente» l'acquisto della rete televisiva, di cui è concessionario di pubblicità.

Sarà un'avventura da realizzare in solitario, quella del rilancio economico di una tv che negli ultimi dieci anni ha perso in media 100 milioni ad esercizio: tranne che, come fanno trapelare alcuni ambienti finanziari, Cairo non decida di aprire a un nuovo socio il capitale della holding a monte di tutta la struttura dell'operazione, cioè quella Cairo Communication, società quotata nel 2000 che fa capo per il 72,87% proprio a Urbano Cairo.

Gad Lerner Chicco Mentana

Anche un aumento di capitale per La7 stessa, con l'ingresso quindi di nuovi azionisti, verrebbe infatti visto come un modo di aggirare il lock up. Soltanto ipotesi per ora, da interpretare negli articoli del contratto (studiato assieme ai consulenti di Bonelli Erede Pappalardo).

Di sicuro, l'imprenditore ha davanti a sè almeno un anno per cercare di rilanciare i conti della rete. Oggi nella holding Cairo Communication restano circa 65 milioni, eredità dei 105 milioni della Ipo del 2000: a dimostrazione che l'imprenditore è sempre stato attento a non spendere risorse eccessive.

Ma questi denari non saranno toccati, per ora, visto che a Cairo arriverà una La7 ricapitalizzata, con una posizione finanziaria netta positiva di 88 milioni e un patrimonio di 138 milioni.

Santoro Michele

Qui sta la grande scommessa di Cairo. La7 ha fino ad oggi perso in media 100 milioni l'anno. Se l'emorragia continuerà ancora a questi livelli, l'imprenditore dovrebbe avere circa un anno di autonomia dopo di che sarà costretto ad attingere a risorse proprie. In caso di perdite inferiori, il livello di autonomia potrebbe allargarsi a quei due anni dopo i quali (scaduto il lock up) Cairo potrà cedere le sue azioni.

C'è infine l'ipotesi più ottimistica. Con i tagli al palinsesto l'imprenditore potrebbe raggiungere quei risultati positivi fino ad oggi insperati: obiettivo raggiunto già con la Giorgio Mondadori qualche anno fa, anche se ci sono differenze abissali fra il risanamento passato della casa editrice e il rilancio de La7 da avviare domani. Ma, per arrivare a questo target, Cairo non dovrà diminuire l'audience raggiunta grazie a professionisti come Enrico Mentana, Gad Lerner e Michele Santoro, che in questi ultimi anni hanno rilanciato gli ascolti della rete televisiva.

 

MILANO (+2,8%) ECCITATA DA WALL ST., CHE TOCCA I MASSIMI DAL 2008 - L’ECONOMIA REALE NON C’ENTRA: È LA FED

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1 - BORSA: MILANO CORRE CON EUROPA E SAIPEM, BENE BANCHE E FIAT
(ANSA) - I mercati europei guardano ai buoni dati economici di Stati Uniti, oltre che della Cina, e schizzano ai massimi degli ultimi quattro anni e mezzo, di fatto riallineandosi al giugno 2008, prima del fallimento di Lehman Brothers. Milano è stata la migliore Borsa europea con l'indice Ftse Mib che ha chiuso in crescita del 2,78% a 15.974 punti e l'Ftse All Share in aumento del 2,67% a quota 16.961. Bene anche Francoforte, Madrid e Parigi, tutte con un rialzo superiore ai due punti percentuali, mentre Londra (+1,36%) si è mostrata più cauta.

toro wall street

Per una volta gli spread sui titoli di Stato italiani, sui quali è stata una giornata di riduzione della tensione, sembra abbiano seguito i mercati azionari, dove "si punta soprattutto sugli Stati Uniti: il dato migliore delle previsioni dell'indice Ism - spiega all'ANSA Stefano Mach, gestore senior di Azimut - ha consolidato il rialzo di giornata, ma è indubitabile che Oltreoceano l'economia giri a un ritmo diverso, molto migliore rispetto al resto del mondo, anche se bisogna sempre vedere come verrà risolta la questione fiscale".

"Anche l'Europa sta comunque gestendo abbastanza bene la crisi - è l'idea dei gestori - e in Italia lo scossone post-elettorale poteva essere peggiore: ci sono acquirenti per i titoli di Stato e questo rimane un buon segnale". In Piazza Affari si sono così registrati anche veri boom, come quello di Saipem, salita dell'8,21% finale a 21,4 euro dopo che Goldman Sachs ha migliorato il suo giudizio in 'buy' e l'ha inserita nella sua 'conviction list' con prezzo obiettivo a 27 euro.

SPREAD

Molto bene anche Azimut (+6,5%), Mediobanca (+6,17%), Fiat (+5,88%), Intesa (+4,5%) e Generali (+4,45%). Acquisti inoltre su Telecom Italia (+4,21%) mentre Ti Media é scivolata dell'11%. Deboli Ansaldo Sts (-1,38%, che a Borsa chiusa ha distribuito i dati 2012), Atlantia (-1,41%) e Banco popolare, che ha ceduto il 2,70% a 1,19 euro dopo il 'profit warning' della vigilia con cui ha anticipato una perdita di oltre 300 milioni di euro.

2 - SPREAD BTP CHIUDE A 328 PUNTI BASE
(ANSA) - Chiude la seduta sotto i 330 punti base lo spread tra il Btp e il Bund tedesco. La forbice Roma-Berlino si restringe a 328 punti col tasso sul decennale italiano al 4,73%. In calo anche il differenziale della Spagna, con lo spread tra i titoli decennali iberici e quelli tedeschi a 359 punti base. Il rendimento dei Bonos si attesta al 5,04%.

DAVID CAMERON E BORIS JOHNSON

3 - BANCHE: ECOFIN RINVIA DECISIONE FINALE SU REGOLE BASILEA 3 E BONUS
Radiocor - Per evitare l'isolamento del Regno Unito, l'Ecofin ha rinviato la decisione finale sulle regole di Basilea 3 (requisiti di capita le) e sui bonus bancari. Il presidente irlandese Michael Noonan ha dichiarato che 'esiste una larga maggioranza per il si' all'accordo raggiunto con l'Europarlamento' e che viene dato mandato agli ambasciatori Ue 'per verificare il testo finale con l'Europarlamento su alcuni punti tecnici come la data dell'entrata in vigore e i tetti alle remunerazioni'.

Giampaolino Luigi

4 - FISCO: GIAMPAOLINO,E'INSOSTENIBILE,IMPROPONIBILI NUOVE TASSE
(ANSA) - L'Italia "non può sostenere più a lungo ancora il peso delle incertezze e degli squilibri nella distribuzione del carico fiscale". Il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, definisce così "improponibili ulteriori aumenti impositivi", alla presentazione del libro Il salasso di Dino Pesole. E' "quindi anche preclusa la possibilità di rispondere ad ulteriori emergenze con misure di aggravio fiscale", ha aggiunto.

5 - ANSALDO STS: RICAVI E UTILE +3%, PANSA LASCIA PRESIDENZA
(ANSA) - Ansaldo Sts chiude il 2012 con un utile netto consolidato di 76 milioni (+3,6%) e ricavi per 1.248 milioni (+3,0%) e si avvia a distribuire ai soci un dividendo di di 0,18 euro per azione (da 0,175 euro). Lo si legge in una nota che da annuncia anche le dimissioni dalla presidenza e dal Cda di Alessandro Pansa a causa dei maggior impegni legati alla nuova carica di a.d di Finmeccanica. Per il 2013 la società parla di "elementi a sostegno delle buone aspettative per il futuro" mentre rileva che "la situazione di incertezza in Libia non consente una precisazione a breve della ripresa degli importanti contratti acquisiti in quel Paese".

ALESSANDRO PANSA

6 - BRIDGESTONE: EMILIANO, PRONTI OCCUPAZIONE FABBRICA
(ANSA) - Nel caso in cui "il sindacato dovesse decidere per forme di lotta più incisive, come l'occupazione dello stabilimento, la città ed il sindaco in persona saranno dalla parte degli operai e occuperanno la fabbrica". E' quanto ha affermato il sindaco di Bari, Michele Emiliano, in merito alla vicenda Bridgestone.

7 - CHRYSLER: MARCHIONNE, NEL III TRIM. PRONTA IPO SE LO CHIEDE VEBA
Radiocor - 'Dobbiamo stabile una valutazione chiara delle quote Chrysler e vedere se e' possibile che Fiat rimpiazzi l'Ipo e dia la liquidita' al trust Veba'. Cosi' l'ad Fiat, Sergio Marchionne, in occasione del Salone dell'auto di Ginevra in riferimento alle azioni del gruppo di Detroit in portafoglio a Veba. Marchionne ha aggiunto che e' iniziato il processo di analisi e valutazione degli intermediari finanziari: 'stiamo analizzando con Veba una serie di potenziali candidati'.

BRIDGESTONE

'Nel terzo trimestre le carte sono in regola per l'Ipo Chrysler se richiesta da fondo Veba' ha aggiunto Marchionne. L'a.d. Fiat, ha comunque escluso un aumento di capitale per rilevare la quota di Chrysler detenuta dal fondo Veba. 'No' ha risposto il manager ai giornalisti che gli chiedevano se c'era bisogno di un aumento di capitale. 'Abbiamo abbastanza liquidita'. Ci sono risorse nel gruppo' ha aggiunto Marchionne.

BOB KING E SERGIO MARCHIONNE

8 - CRISI: DE BENEDETTI, NON ME LA SENTO DI ESSERE OTTIMISTA
(ANSA) - "Non me la sento di essere ottimista" di fronte alla attuale situazione economica. Lo ha detto, alla presentazione del suo ultimo libro, 'Mettersi in gioco', il presidente del gruppo L'Espresso, Carlo De Benedetti. "Siamo nel pieno di una crisi che la gente si ostina a chiamare recessione - ha osservato - ma che io credo sia entrata nella fase successiva, quella della depressione.

La recessione - ha aggiunto De Benedetti - contiene in sé il ciclo economico, alti e bassi, questa è una discesa precipitosa". Per questo - ha proseguito ancora De Benedetti - "mi faceva un po' ridere quando l'attuale presidente del Consiglio diceva che a fine 2012, metà 2013 avremmo visto la ripresa. Non so su cosa si basasse, forse era propaganda: credo che il 2013 sarà peggio del 2012".

Carlo De Benedetti

9 - ITALCEMENTI: CONTI 2012 IN ROSSO PER 362 MLN DOPO RETTIFICHE
(ANSA) - Italcementi chiude il 2012 in perdita per 362,4 milioni dopo oneri non ricorrenti per 475 milioni, legati a rettifiche di valore di avviamento (impairment), costi di ristrutturazioni e a uno sfavorevole effetto fiscale di natura contabile (imposte differite). Senza tale impatto -spiega una nota- il risultato netto sarebbe stato positivo per circa 113 milioni. Il gruppo distribuirà un dividendo di 0,06 euro sia alle azioni ordinarie (0,12 euro nel 2011) sia alle risparmio (da 0,18 euro).

sec building

10 - BORSA: FT; ALLEANZA SEC-FBI PER CONTROLLO MERCATI E INDAGINI
(ANSA) - La Sec e l'Fbi si allenano per monitorare al meglio gli scambi computerizzati e valutare eventuali manipolazioni di mercato. Lo riporta il Financial Times, sottolineando che negli negli ultimi mesi agenti dell'Fbi hanno partecipato a incontri presso la Sec per esaminare hedge fund e altre società che fanno ricorso a strategie di rating che usano algoritmi complessi.

L'obiettivo dell'alleanza è quello di cercare di capire meglio e controllare meglio i mercati, divenuti sempre più complessi. Al centro degli incontri tenuti le modalità con cui i trader possono manipolare i mercati inondandoli di quotazioni o piazzando milioni di ordini per poi cancellarli rapidamente in modo da spingere altri operatori a scommettere a beneficio della loro posizione. Strategie che sono state criticate per aver destabilizzato il mercato e per aver messo in una posizione di svantaggio gli investitori retail.

11 - WALL STREET PREMIA OBAMA, DA MINIMI STORICI A RECORD
(ANSA) - Il momento peggiore della crisi sembra ormai alla spalle, almeno guardando a Wall Street: l'indice degli industriali Dow Jones è ai massimi storici, quello dei tecnologici, il Nasdaq, raggiunge i livelli più alti dal 2000 e lo S&P 500 è vicino al record. Una situazione completamente diversa da quando il presidente americano Barack Obama ha assunto l'incarico: si è passati dall'emergenza 'Grande Recessione' ai massimi in Borsa. Da una Wall Street critica e 'nemica' dell'amministrazione, a una che sembra premiarla. Dopo il crash del 1929, quello della 'Grande Depressione', il Dow Jones ci ha messo 25 anni per tornare ai livelli nominali dai quali era sceso.

OBAMA E WALL STREET

In questo caso ce ne sono voluti cinque. Una strada tortuosa verso la vetta per il Dow Jones: nel marzo 2009, poco dopo l'insediamento di Obama, il listino a sceso ai minimi storici a 6.547,05 punti. Da allora è più che raddoppiato, salendo di oltre 7.500 punti e ora viaggia deciso sopra i 14.200 punti: si tratta di un nuovo record che manda in pensione la chiusura più alta della sua storia nell'ottobre 2007 (14.164,53 punti) e il massimo intraday (14.166,97 punti). Solo dall'inizio del 2013 il Dow Jones guadagna quasi il 9%, superando già i rialzi accumulati nell'intero 2013.

Nei primi quattro anni di Obama alla Casa Bianca il listino è cresciuto del 71,71%, la perfomance migliore dai tempi del primo mandato di Bill Clinton. Una ripresa, quella del Dow Jones e di Wall Street affondate nel 2008 con la crisi finanziaria e le banche sull'orlo del collasso, dovuta ai maxi interventi a sostegno dell'economia americana: dal piano di stimolo da oltre 800 miliardi di dollari varato da Obama poco dopo assunto l'incarico, ai salvataggi delle banche e delle industrie, passando per la Fed, la vera protagonista della corsa degli indici: dal 2008 la banca centrale ha iniettato nel sistema oltre 3.000 miliardi di dollari di stimolo monetario e oltre 1 miliardo di dollari di finanziamenti per il salvataggio delle istituzioni.

Lazard

La corsa di Wall Street, che non sembra minimamente spaventata dai tagli automatici alla spesa, si contrappone una ripresa economica lenta e fragile agli shock. E soprattutto un mercato del lavoro ancora in difficoltà, che sembra confermare come l'economia reale sia quella piegata mentre la finanza e Wall Street, aiutate massicciamente durante la crisi, sono riprese a volare.

12 - CRISI: LAZARD E PIONEER, PUNTARE SU BOND ITALIA E SPAGNA
(ANSA) - Comprare titoli di stato italiani quest'anno. E' il consiglio che arriva da società di investimento del calibro di Lazard e Pioneer che estendono il consiglio anche ai bond spagnoli. "E' il momento di puntare sui bond dei mercati periferici" sostiene Christian Eckert, responsabile reddito fisso in Europa di Lazard nel corso del congresso di Euromoney a Londra.

MARIO DRAGHI FIRMA LA NUOVA BANCONOTA DA 5 EURO

I rendimenti dei Btp a 10 anni - ha spiegato, secondo quanto riporta Bloomberg - hanno fatto un balzo di 70 punti basi dopo aver toccato il 4,07 per cento, il minimo degli ultimi due anni, lo scorso 25 gennaio, alla luce di elezioni non risolutive che hanno sollevato timori di un deragliamento delle misure di austerità pensate per tenere sotto controllo il debito del Paese ed evitare una crisi finanziaria europea. E sono ancora ancora due punti percentuali sotto i livelli di luglio, prima che il presidente della Bce Mario Draghi assicurasse che avrebbe fatto di tutto per salvare l'euro.

Glenn Hadden, a capo dell'European fixed income di Morgan Stanley, ha osservato durante la conferenza che preferisce "investire nella politica" della Bce per tenere sotto controllo il differenziale di rendimento del debito dei paesi periferici della zona euro. Con un 5,06 per cento, i bonos spagnoli a dieci anni rendono 362 punti base in più rispetto al Bund tedesco. "Il premio di rischio sui bond periferici è molto competitivo, ha affermato Cosimo Marasciulo, responsabile bond governativi di Pioneer. "Comprare titoli di stato è avvincente" sebbene - ha avvertito - gli investitori devono essere accorti sulla volatilità.

Dieter Zetsche

13 - MERCEDES, UN MANAGER SU DUE STRANIERO
MDF per il "Corriere della Sera" - Daimler punta a un management più internazionale e meno tedesco. Sulle quote rosa ai vertici il ceo Dieter Zetsche del colosso di Stoccarda è sempre stato scettico. Ma ora punta piuttosto a introdurre una «quota per la globalizzazione», ad aumentare fino al 50% la quota di manager internazionali nel gruppo. Secondo un'intervista rilasciata dal consigliere responsabile per il personale Wilfried Porth a Die Welt, «finora il management del gruppo è ancora molto tedesco».

Mentre il colosso globale, con 270 mila dipendenti, di cui 100 mila all'estero, è proiettato verso una crescita negli Stati Uniti, in India, Cina e Asia. Ed è appunto in «queste regioni» che Daimler intende reclutare i giovani manager, puntando a una «quota» del 50% destinata a scalare i vertici fino al top-management, aperti finora in maggior parte a tedeschi, e soprattutto agli Schwaben (svevi) di Stoccarda, sede storica di Daimler. Perché entro il 2020 il gruppo punta a raddoppiare la produzione di auto Mercedes per riconquistare a Bmw e Audi il primo posto nelle classifiche dei marchi premium.

Fininvest

14 - FININVEST, SALE PELLEGRINO
F.D.R per il "Corriere della Sera" - L'avvicendamento alla guida della Mondadori tra Maurizio Costa ed Ernesto Mauri ha fatto passare in secondo piano l'arrivo nel board del gruppo editoriale del manager che in questi anni è stato l'ombra di Marina Berlusconi. Si tratta di Danilo Pellegrino, direttore generale della Fininvest da un decennio. Il consiglio della casa di Segrate è un altro traguardo per il manager che già a giugno dello scorso anno era stato chiamato da Marina nel board della Fininvest (dopo 25 anni in azienda) e prima ancora in quello di Mediolanum da Ennio Doris, che all'inizio di quest'anno ha assegnato a Pellegrino anche la presidenza di alcune società controllate dal banca di cui Silvio Berlusconi è il primo socio.

 

RCS, LA GUERRA PASSA AGLI AVVOCATI? - IL CDR DEI PERIODICI MINACCIA DI IMPUGNARE IL PIANO DI CESSIONE

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TORRE RIZZOLI


1 - RCS: CDR PERIODICI, CESSIONE TESTATE VIOLA ACCORDI 2012
(ANSA) - Il comitato di redazione dei Periodici Rcs afferma che l'azienda viola gli accordi firmati a gennaio 2012 sullo stato di crisi della divisione, e validi fino al febbraio 2014. In quelle intese, ha scritto il Cdr alla società, Rcs si impegnava a "sviluppare un piano di riorganizzazione alternativo alle dismissioni" rinunciando comunque ad "azioni unilaterali". Secondo il Cdr dunque la decisione unilaterale di procedere alla dismissione o chiusura di dieci testate periodiche, comunicata unilateralmente da Rcs l'11 febbraio, è "antisindacale" perché in violazione degli accordi sottoscritti. La cessione di una testata, si sostiene poi, potrebbe essere impugnata dai giornalisti per averne una dichiarazione di nullità.

Sede del Corriere della Sera in via Solferino

2 - RCS: CDA DI AGGIORNAMENTO 8 MARZO, PRIMO PUNTO SU PERIODICI
(ANSA) - Il Cda di Rcs dovrebbe venir convocato venerdì 8 marzo per un aggiornamento sulla situazione del debito e i vari fronti sui quali è al lavoro il gruppo. Lo si apprende da fonti finanziarie. Con l'appuntamento ci potrebbe essere anche una prima valutazione delle offerte sui dieci periodici in vendita. Sembra invece destinato a slittare oltre il termine dell'11 marzo, indicato a calendario, il Cda su conti, parte finanziaria del piano e ristrutturazione del debito in attesa dei comitati delle banche creditrici.

Matteo Arpe AD Sator e Paolo Madron Direttore Lettera 43

3 - RCS:NEWS 3.0 DI MADRON IN DATA ROOM PERIODICI,VALUTA OFFERTA
(ANSA) - News 3.0, l'editrice di Lettera43, é stata ammessa venerdì alla data room per i 10 periodici Rcs in vendita, dopo aver presentato una manifestazione di interesse. La società, partecipata anche dal direttore del giornale online Paolo Madron, sta valutando se presentare a giorni un'offerta vincolante. Lo si apprende da fonti vicine al dossier. News 3.0 fa capo per il 50% ai quattro soci fondatori, tra cui Madron, e per il resto a soci finanziari come la Sator di Matteo Arpe, non in pista in modo autonomo per i periodici.


4 - ARPE IN CORSA PER I PERIODICI RCS UNA PROPOSTA ANCHE DA SEREGNI
Carlo Festa per "Il Sole 24 Ore"

andrea-mastagni

Sono attese in queste ore le offerte per i periodici che il gruppo Rcs ha deciso di dismettere. La scadenza era stata fissata inizialmente per la giornata di ieri, ma alla fine potrebbe essere prorogata di qualche giorno. Secondo le indiscrezioni, sarebbero di sicuro almeno due i soggetti che avrebbero manifestato interesse con proposte concrete: da una parte Seregni Fingraf, l'editore partecipato dall'imprenditore Andrea Mastagni, dall'altra News 3.0, l'editore che possiede una serie di siti d'informazione (Lettera43, Economia Web e Lettera Donna) e partecipato dal fondo d'investimento Sator di Matteo Arpe.

I dieci periodici che sono stati messi in vendita sono A, Brava Casa, Astra, Max, Ok Salute, l'Europeo, Visto, Novella 2000, Yacht & Sail e il polo dell'enigmistica: queste testate rappresentano circa il 20% del fatturato di Rcs Periodici. Le dieci testate dovrebbero occupare, direttori esclusi, circa 90 giornalisti, oltre ai grafici.

SCOTT JOVANE

Nel frattempo continuano le trattative con le banche volte alla ristrutturazione del debito (da 876 milioni con 700 milioni da rifinanziare quest'anno) e all'aumento di capitale da 400 milioni. Le discussioni continueranno questa settimana in vista della convocazione, nei prossimi giorni, del consiglio di amministrazione che dovrà poi fissare l'assemblea per il via libera alla ricapitalizzazione.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE E FEDERICO GHIZZONI ALLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO MESSAGGERO FOTO OLYCOM

Contemporaneamente alla convocazione del board del gruppo guidato da Pietro Scott Jovane, verrà decisa anche la riunione dei soci del patto. Sembra che ci sia ormai convergenza sulla cifra dell'aumento, fissata a 400 milioni: su questo tetto si sono espressi favorevolmente sia Giuseppe Lucchini, azionista del patto Rcs con il 2% circa, sia il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani.

A esprimersi invece in termini più problematici sul piano era stato, due settimane fa, Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit. Piazza Cordusio è uno dei maggiori creditori del gruppo editoriale, e Ghizzoni aveva definito il piano da 400 milioni «ambizioso» e «di difficile esecuzione». Nel dettaglio, per Ghizzoni, la parte più problematica sarebbe quella relativa alle cessioni, di difficile applicazione viste le criticità del mercato.

DeBenedetti Bazoli Geronzi

E proprio il nodo degli immobili resta sul tavolo del Cda di Rcs. Pur restando ferma l'intenzione di spostare le redazioni, resta più di un dubbio (anche tra i soci stessi) sui palazzi che dovranno essere ceduti. Così se da una parte non sembrano esserci incertezze sulla vendita del palazzo di via San Marco, il vero pomo della discordia resta la dismissione della sede storica del Corriere della Sera di via Solferino.

 

COME MAI ALAIN ELKANN DA MESI SI TROVA NEGLI STATI UNITI E NON HA NESSUNA INTENZIONE DI TORNARE A BREVE IN ITALIA?

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1. Chi sarà quel vice direttore che da anni ha una tresca con una brava cronista del suo giornale? Ah saperlo...

Vianello Mucchetti DeBortoli DeBenedetti Bazoli Geronzi

2. Avvisate Geronzi e De Bortoli, che è di imminente pubblicazione per ChiareLettere il libro-intervisa di Luigi Bisignani con Paolo Madron, inzeppato di chicche velenose....

LUIGI BISIGNANI

3. Al terzo flop Mister Zeman è stato esonerato, al sesto flop consecutivo è invece tranquillo il dirigente di Raiuno Antonio Anzalini, responsabile dello show del venerdì sera "Red o Black?" condotto da Fabio Frizzi in coppia con il venditore di pesce al mercato, il povero Cirilli promosso conduttore.

BERLUSCONI BUNGA BUNGA SULLA BILD

4. La vendetta della culona Merkel: non dite al Patonza che sulla copertina del quotidiano più letto in Germania, la Bild, ieri era raffigurato in un fotomontaggio sexy per niente istituzionale sotto un occhiello che annunciava "Die Bunga Bunga Bombe"... (vedi foto)

5. Martedì prossimo alle 18 non disturbate Lapo Elkann, insieme al fratellone Jaki sarà presissimo nell'inaugurazione riservata alle autorità della mostra che ha curato sulle auto dell'Avvocato, al Lingotto di Torino. Dopo la scoperta dei conti cifrati dell'Avvocato in Svizzera in barba al fisco italiano, ci sarà la stessa partecipazione di morti di fama ossequianti come per la messa al duomo di qualche settimana fa? Ah, saperlo...

6. A proposito di Elkann, ma come mai Alain Elkann da mesi si trova negli Stati Uniti e non ha nessuna intenzione di tornare a breve in Italia? Ah, saperlo...

7. Con chi aveva fretta di attovagliarsi lunedì alle 13 il sottosegretario Gianfranco Polillo, che entrava compiaciuto elargendo grandi sorrisi al ristorante di Doney a Via Veneto? Ah, saperlo...

8. Da non crederci. Lara Comi, eurodeputata per mancanza di indizi eletta nelle liste del Banana, nelle sue ultime comunicazioni agli elettori decide anche di suggerire il nome per il nuovo papa, che secondo lei dovrebbe chiamarsi Francesco I. Chiamate l'ambulanza...

ALAIN ELKANN LAVINIA E JOHN ELKANN CON LAPO FOTO ANSA

9. Tweetsenefrega da
HO LETTO questa poesia di Louis Aragon: "Non esistono amori felici"
@robertosaviano

CI SONO tanti che non sono praticanti, ma portano nel portafogli il santino di Padre Pio!
@umbertoeco_

ODIO tutte le donne con le borse firmate povere donne che per dimostrare lo fanno con un marchio a me me parono da donnedistrada
@vascorossi

DEVO andare a lavorare ora. Non farò mai il politico. Mi piace rispondervi. Twitterò ancora mi piace ma non insultate più nessuno! grazie!
@gmuccino

 

Gianfranco Polillo VASCO ROSSI FOTO ANDREA ARRIGA

 

LA BANCA D’ITALIA, SORDA SUGLI SCANDALI MILIARDARI COME MPS, FA LA VOCE GROSSA SULLE “SOFFERENZE” BANCARIE

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Andrea Greco e Vittoria Puledda per "La Repubblica"

Il Banco Popolare è stato il primo. "Solo" il primo, sottolineano in molti: la stagione dei bilanci, che partirà dalla prossima settimana, riserverà sorprese poco piacevoli. Di sicuro la Banca d'Italia non ha intenzione di fare sconti al sistema, anzi: con ispezioni a tappeto, su tutti i principali gruppi creditizi quotati, via Nazionale ha significato che occorrono politiche di bilancio rigorose sugli accantonamenti a fronte di crediti in difficoltà.

bankitalia big

Non solo, ha fatto capire che occorre anche un'opera di pulizia radicale sulle garanzie reali dei prestiti, in larghissima misura immobili.
Secondo la vigilanza queste garanzie hanno valori che troppo spesso non corrispondono più ai prezzi di mercato. Così gli ispettori hanno suggerito di applicare il criterio del "pronto realizzo": un concetto di buon senso che corrisponde a uno sconto intorno al 20-25% rispetto al valore di mercato (a sua volta molto ben inferiore al valore peritale degli anni passati).

BANCA ITALIA

L'effetto combinato dei due fattori - più crediti in difficoltà e garanzie reali da svalutare - ha portato la popolare veronese ad annunciare maggiori rettifiche su crediti per 650 milioni; l'altro che finora ha fatto dichiarazioni ufficiali è stato il Credit Agricole in Italia, che ha parlato di circa 35 milioni di maggiori accantonamenti. Ma il brutto probabilmente deve ancora venire. Fino a quando non ci saranno certezze bilanci approvati e diffusi - le uniche voci che si raccolgono sono quelle di corridoio e le stime degli analisti.

BANKITALIA

Abbastanza univoche nell'attendersi accantonamenti rilevanti per rimpinguare i tassi di coperture pre-crisi (Equita ha stimato in 6,5 miliardi gli accantonamenti ulteriori delle principali banche, solo per colmare la metà del peggioramento post-crisi).
Venerdì prossimo toccherà a Unicredit pubblicare i conti. Piazza Cordusio è l'unica banca insieme a Intesa Sanpaolo - a non essere stata ispezionata: solo verifiche documentali su alcune posizioni critiche, da cui la vigilanza avrebbe caldeggiato qualche decina di milioni in più di maggiori coperture su crediti.

Tuttavia Unicredit, dove pure non si esclude di tornare al dividendo per i soci, mediterebbe prudenzialmente di arrotondare gli accantonamenti, che secondo fonti e stime potrebbero crescere anche di 2 miliardi. Anche Ca' de Sass farà qualche svalutazione di crediti, ma la maggior banca italiana, forte di un tasso di copertura sofferenze del 60%, non dovrebbe avere problemi nel mantenere il dividendo di 6 centesimi.

monte dei paschi di siena

L'allarme utili lanciato dal Banco Popolare potrebbe fare invece più male tra le taglie bancarie minori. Per esempio la Popolare dell'Emilia Romagna, dove gli accantonamenti sono attesi abbastanza forti da dare uno scossone importante all'ultima riga di bilancio. Oppure in Carige, e in certe piccole popolari del meridione che potrebbero andare incontro a problemi importanti.

In più alla Bper - dov'è in chiusura l'ispezione di Bankitalia - si dice che Via Nazionale abbia storto il naso davanti ai consiglieri-imprenditori
affidati per cifre elevate dalla popolare. Anzi: le recenti dimissioni di Alessandro Fagioli sarebbero imputabili anche a questo (Vittorio Fini aveva fatto un passo indietro in occasione della scorsa assemblea, non ricandidandosi a fine mandato) e un paio di altri consiglieri potrebbero fare scelte analoghe, al prossimo rinnovo.

 


SIR ALEX FERGUSON APRE L’ASTA PER ROONEY - INTER, MILAN, CITY E CHELSEA IN AGGUATO…

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1-ROONEY-UNITED, ARIA DI DIVORZIO
MILAN E INTER PRONTE ALL'ASTA
Da LaStampa.it

WAYNE ROONEY ROONEY

Wayne Rooney è sul mercato, la prossima estate il Manchester United lo cederà al miglior offerente, la base d'asta si aggira sui 25 milioni di euro. Dopo l'inattesa esclusione dal ritorno di Champions League contro il Real Madrid, aumentano le voci di un rapporto sempre più freddo e distaccato tra l'attaccante inglese e Sir Alex Ferguson.

Da nove anni all'Old Trafford, già nell'inverno 2010 Rooney aveva cercato di lasciare lo United tentato dai soldi che gli offriva all'epoca il Manchester City. Ora però è il club a non ritenerlo più indispensabile, mettendolo sul mercato ad un prezzo dimezzato rispetto ad un paio di stagioni fa.

L'attuale contratto di Rooney, che guadagna più di cinque milioni di euro all'anno, scade nel 2015 e non sono molti i club in Europa che possono offrirgli le stesse condizioni. In Premier League solo City e Chelsea, all'estero Paris Saint Germain e - scrive oggi il Daily Mail - le due squadre di Milano. Ma se a Parigi il contratto di Zlatan Ibrahimovic escluderebbe l'arrivo di un'altra stella strapagata, la rosa è destinata a restringersi. Improbabile viceversa un approdo in Spagna, sia Real Madrid che Barcellona da tempo hanno perso interesse.

mourinho mad b

In 271 partite con la maglia dello United Rooney ha segnato 140 gol, ma per il futuro Ferguson sembra preferirgli il più giovane Danny Welbeck in coppia con Robin van Persie. La panchina di martedì è stata solo l'ultimo scossone di un rapporto ormai gelido, come confermato dal tweet della moglie dell'attaccante, Coleen, che pur evitando di attaccare direttamente il manager scozzese non ha nascosto lo stupore misto a disappunto. Ribadito da un vecchio amico di Wazza, l'ex compagno Michael Owen: «Non giocare contro il Real Madrid per Rooney è stato un calcio nei denti».

Mourinho in trionfo

2 - MOU, VINCERE NON BASTA: INFIERIRE È PIÙ BELLO
Paolo Ziliani per Il Fatto Quotidiano

Come passare il turno per grazia ricevuta e prendere per il naso tutti, avversari, tifosi e mass media, fingendo modestia e provocando "oh!" di ammirazione in ogni angolo del mondo. "Ha perso la squadra migliore", non si è stancato di ripetere Mourinho in portoghese, spagnolo, inglese e italiano al termine di Manchester-Real 1-2: la supersfida di Champions che l'arbitro turco Cakir ha regalato agli spagnoli espellendo ingiustamente Nani al 56', sull'1-0 per lo United e con un Real fino a quel momento impotente.

Alex Ferguson

Tutti a elogiare l'onestà intellettuale di Mou: che però, a leggere tra le righe, si è divertito ad affondare il coltello nella piaga degli sconfitti demolendo Ferguson e, en passant, anche Guardiola. "Ha perso la squadra migliore" nel dizionario di José va tradotto infatti con: "Ho passato il turno con una squadra inferiore" (ergo: sono il più bravo!). "Io tengo esperienza de giocar con 10 - ha ricordato Mourinho - ho giocato due semifinali con 10 uomini, una con Inter e una con Madrid, e tutte e due contro la stessa squadra" (il Barcellona, ndr). Come a dire, in 10 contro 11 passare il turno si può: "Ferguson? Non mi devo scusare con lui - ha continuato Josè - due anni fa Guardiola non mi ha chiesto scusa per la simulazione di Dani Alves: oggi invece Arbeloa non ha fatto simulazione, ha preso colpo". L'odiato Pep è sistemato.

Micheal Owen

Poi il carico da 90 (con finto complimento) sul gobbone di nonno Ferguson. Si aspettava l'esclusione di Rooney? "Questo è allenatore imprevedibile, Ha una squadra fantastica e prepara partite di Champions in modo diverso di quello che fa in Premier. Lui ha cercato di chiudere partita con due linee a 4 e Welbeck che disturbava Xabi Alonso". Traduzione: coi campioni che si ritrova, quel genio di Ferguson esclude Rooney per mettere in piedi un catenaccione! Hai vinto ancora: chapeau.

 

COMINCIANO I BOTTI A 5 STELLE! - “EMILIO COLOMBO NON LO VOGLIAMO: È UN COCAINOMANE”

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(DIRE) - "L'abito non fa il monaco", dicono i parlamentari a Cinque Stelle, che si apprestano ad entrare nei palazzi della politica. Lo faranno in giacca e cravatta, ma contestano che possa essere Emilio Colombo a chiedere il rispetto delle regole. "Proprio Colombo, lui che e' un cocainomane".

Emilio Colombo

Il 15 marzo sono fissate le prime sedute delle Camere.
Onorevoli e senatori si insedieranno e subito dopo provvederanno a votare i presidenti di Camera e Senato. Sui banchi di Montecitorio e Palazzo Madama, i neoeletti di Grillo vestiranno come richiede il regolamento.

Emilio Colombo

La questione, certamente non centrale, torna tuttavia d'attualita' a ogni inizio legislatura. Alla Camera ricordano ancora quando il no global Francesco Caruso si presento' ai tornelli in maglietta nera e stella rossa. "E chist chi e'? Nu bit", lo accolse sdegnato il deputato napoletano Mario Pepe. Poco inclini alla forma, se fosse per loro i parlamentari del Movimento di Grillo e Casaleggio proverebbero a fare a meno degli abiti d'ordinanza del Palazzo. Ma in queste ore sembrano averci ripensato.

In fondo, ragionano sui social network, "l'abito non fa il monaco". E se loro vogliono aprire il Parlamento come una scatola di tonno, qualche fastidio devono metterlo in conto. A poco valgono dunque le minacce, come quella di Emilio Colombo. Il 93enne senatore a vita, che presiedera' la prima seduta d'aula in qualita' di senatore anziano, ha minacciato preventivamente i grillini di buttarli fuori se non si presenteranno in giacca e cravatta.

Luigi Di Maio MoVimento Stelle senato-della-repubblica

"Ci tengo a dire che non avro' nessun problema a mettere la giacca e la cravatta quando andremo in Parlamento", spiega Luigi Di Maio, laureando in giurisprudenza di 26 anni, appena eletto deputato.

"Quello che mi secca- aggiunge il parlamentare di Pomigliano d'Arco- e' che sia un "cocainomane (intercettato)" come Emilio Colombo a minacciare ripercussioni nel caso non lo facessimo. Se Colombo avesse avuto la stessa solerzia nel cacciare dal Parlamento quelli in giacca e cravatta che, ad esempio, intascavano tre milioni di euro per cambiare casacca... forse questa sarebbe un'Italia migliore! E forse si sarebbe 'cacciato' anche lui", spiega.

LUIGI DI MAIO

Polemiche a parte, l'ipotesi di rinunciare alla cravatta non e' nuova per il Senato e' potrebbe ritornare in questa legislatura. Il radicale Marco Perduca e i senatori ecodem Ferrante e Della Seta provarono ad abolirla con una proposta di legge ad hoc la scorsa estate. Senza cravatta fa piu' fresco, e si risparmia sull'aria condizionata.

 

“ULTIMISSIME: DIVORZIO (ALL'ITALIANA) TRA INGROIA E DE MAGISTRIS. A CHI GLI ALIMENTI?”

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Carlo Tarallo per Dagospia

ANTONIO INGROIA CON IL SIMBOLO DELLA SUA LISTA Luigi De Magistris

1-Il flop di "Rivoluzione Civile" fa ancora disperare i fan del partito delle manette, ma c'è anche una "toga" famosa che non si lascia scappare l'occasione per sfottere Luigi De Magistris e Antonio Ingroia. I due co-affondatori della lista rimasta fuori dal Parlamento se le stanno dando di santa ragione (sui giornali) già da una settimana, rimpallandosi le accuse di aver fatto fallire il "Grande Progetto Arancione". E Clementina Forleo su facebook se la ride: "Ultimissime: divorzio (all'italiana) tra Ingroia e de Magistris. A chi gli alimenti???" Ah saperlo...

2-E se non fosse stata la camorra? Le ipotesi investigative sul rogo che ha distrutto Città della Scienza a Napoli sono tutte aperte, e accanto a quelle di un attentato dei clan spunta anche la pista "interna", legata alle tante peripezie finanziarie che hanno caratterizzato la storia recente della struttura. Si era parlato anche di terrorismo, ma stamattina il Ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha riportato tutti con i piedi per terra: "L'ipotesi del terrorismo la riteniamo meno credibile. Si è incerti tra l'ipotesi camorristica o una anche più banale, come fatti legati a storie pregresse. Comunque il bandolo della matassa è nelle mani della polizia". Ma a chi fanno gola, oltre naturalmente agli "squali" del cemento, i milioni che saranno necessari alla (eventuale) ricostruzione? E' quello che sta cercando di scoprire la magistratura...

LUIGI CESAROclementina forleo foto ansa

3-IL BOSS PARLA IN AULA DI FAVORI AI CESARO "FECI VINCERE DUE GARE IMPORTANTI"
Dario Del Porto per Repubblica.it (ed. Napoli)

"A Lusciano ho fatto vincere insieme a Nicola Ferraro due gare importanti ai fratelli Cesaro di Sant'Antimo: quella per il Pip e una riguardante un centro di riabilitazione". Per la prima volta il boss pentito del clan dei Casalesi Luigi Guida fa riferimento espresso in un'aula di giustizia a presunti rapporti con la famiglia dell'ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, appena rieletto alla Camera nella lista del Pdl. Guida, soprannominato "'o ndrink", per anni reggente della fazione bidognettiana della cosca di Gomorra dopo essere stato a lungo capo di una delle fazioni camorristiche del quartiere napoletano della Sanità, ha risposto alle domande del pm Antonello Ardituro al processo che vede imputato l'ex sindaco di Villa Literno Enrico Fabbozzi.

ROGO CITTA DELLA SCIENZA ILMATTINO IT

Guida ha parlato dei rapporti che per conto dell'organizzazione avrebbe intrecciato tra il 2003 e il 2004 con alcuni esponenti politici del territorio, a cominciare dall'ex consigliere regionale dell'Udeur Nicola Ferraro, per finire ai sindaci di alcuni comuni della zona. E in questo contesto ha fatto l'accenno alle gare che sarebbero state "aggiustate" a Lusciano, intervenendo presso il sindaco dell'epoca Isidoro Merolla, allo scopo di favorire i Cesaro...

 

LANGONE AL ROGO! - “DOVEVANO BRUCIARLA PRIMA, LA CITTÀ DELLA SCIENZA…”

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Camillo Langone per ilFoglio.it

Camillo Langone

C'è qualcosa di pietoso nel rogo della Città della Scienza napoletana. Non è propriamente un'eutanasia (troppo pliniano, troppo spettacolare l'evento) ma certo è la fine di un'agonia. La Città della Scienza si dichiarava eccellenza ma era una poveracciata che non pagava gli stipendi, che non pagava i fornitori, che non pagava nessuno nella migliore tradizione partenopea e parte italiana. E chissà che le fiamme non siano state appiccate (irrazionalmente, ovvio) da qualche creditore inferocito. Come spesso accade il commento più divertente è quello di Sua Pomposità Roberto Saviano: "Mi sento di cenere. Ossa di cenere, pensieri di cenere, cuore di cenere. Come Napoli, che oggi è di cenere".

ROGO CITTA DELLA SCIENZA ILMATTINO IT

In "Gomorra" si credeva Malaparte, adesso si crede Plinio il Vecchio, solo che lo scrittore latino in cenere c'è finito davvero, non per metafora. Invece il bestsellerista napoletano prosegue incontinente a cinguettare e in un tweet avanza la facile ipotesi camorra: "Da sempre i clan vorrebbero edificare a Bagnoli". Possibile, ci mancherebbe: vorrei solo capire la mancanza di tempismo, perché mai avrebbero scelto il peggior momento immobiliare della storia repubblicana. Il sindaco De Magistris ha riesumato lo stile "piezz' 'e core" di Filomena Marturano: "Oggi migliaia di ragazzi e bambini di Napoli si sono svegliati piangendo per la distruzione di Città della Scienza". Manco avessero bruciato vivo Babbo Natale.

COSA RESTA DI CITTA DELLA SCIENZA ILMATTINO IT

Ce li vedo proprio, i piccoli napoletani, disperarsi per le sorti della scienza. E' vero che i padiglioni arrostiti di Bagnoli erano frequentati pure da scolaresche ma la gitarella fuori porta mirava alla comprensione del funzionamento di telescopi e caleidoscopi, sai che spasso. Alla Città della Scienza di gran scienza non se ne faceva, si faceva più che altro divulgazione scientifica, un'altra cosa. Il fondatore, professor Vittorio Silvestrini, ex politico comunista (consigliere regionale negli anni Ottanta) che era solito circondarsi di ex politici comunisti al punto che l'altra notte è andato in fumo anche il poco che restava del bassolinismo, non ha mica vinto un Nobel: ha vinto un premio Descartes per la comunicazione scientifica. Bene, bravo, ma la scienza è fatta di scoperte e che cosa abbiano mai scoperto a Bagnoli non è dato sapere. Nemmeno la ricetta definitiva delle nozze coi fichi secchi sono riusciti a mettere a punto.

ROGO CITTA DELLA SCIENZA ILMATTINO IT

I soldi sono stati un problema fin dall'inizio: lo stato avrebbe dovuto metterci il 30 per cento e al resto avrebbe pensato il mercato per vedere il quale, a Bagnoli, serve proprio il telescopio. Qui perfino l'acciaieria era fuori mercato, figurarsi questo miraggio meridiano intorno al quale più che quattrini si sono spese parole, decenni di sproloquio paravendoliano di chi puntava a "riconvertire l'identità operaia nell'immateriale". Viene in mente il Montale più di destra: "Con quale voluttà / hanno smascherato il Nulla. / C'è stata un'eccezione però: / le loro cattedre". I marxisti scientisti della Magna Grecia sognavano di sostituirsi all'industria ed ecco il risultato: l'Italsider pagava lo stipendio a 7.000 operai mentre loro non riescono a pagarlo a 160 dipendenti (anche di meno, secondo il consigliere d'amministrazione Pietro Greco, e nella discrepanza numerica si manifesta il groviglio di fondazioni e sottofondazioni, una più indebitata dell'altra, incomprensibile perfino a chi è preposto ad amministrarlo).

CITTA DELLA SCIENZA IN FIAMME

Alcuni lavoratori avanzano 4 mensilità, altri ne avanzano 16: anche lo stipendio è immateriale, anche lo stato che ha tradito l'impegno minoritario del 30 per cento e deve al centro 7-8 milioni. E pure la regione Campania che doveva 2 milioni, ha chiesto di accordarsi per 800.000 e non ha mai versato nemmeno quelli.
Più che la Città della Scienza sembra la Fiera della Pera Cotta. Adesso il presidente Caldoro esclama: "Bisogna reagire in modo concreto".

Forse, avesse a suo tempo onorato concretamente il debito, gli scienziati immaginari di Bagnoli avrebbero scoperto l'esistenza dei materiali ignifughi: 12 mila metri quadrati sono bruciati in meno di mezz'ora, complimenti. Forse si sarebbero dotati di un impianto antincendio meno comico: era tarato per scattare al primo accenno di fumo ma le fiamme sono divampate senza fumo, accidenti. Fra tante lacrime retoriche mi è sembrato sincero il dolore di Edoardo Bennato, nato proprio a Bagnoli: "Ho una figlia di 7 anni e da quando era piccolissima l'ho portata alla Città della Scienza, che era una perla, un centro di cultura strutturato benissimo".

Quindi ho cercato di capire meglio quali fossero queste benedette attività culturali, non potevo credere che Bennato si riferisse solo ai telescopi e ai caleidoscopi. Ho scoperto che nei capannoni dell'ex Italsider si propagandava l'evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici (evidentemente anche nei residui ambienti cantautorali). Il darwinismo è una forma di nichilismo e secondo il filosofo Fabrice Hadjadj dire a un ragazzo che discende dai primati significa approfittare della sua natura fiduciosa per gettarlo nella disperazione e indurlo a comportarsi da scimmia. Dovevano bruciarla prima, la Città della Scienza.

 

CI VOLEVA GRILLO AL POTERE PER RISVEGLIARE “L’ESPRESSO” - ECCO CHE ARRIVA L'INCHIESTONA CALIBRATA SU BEPPE

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1 - ATTENTI AI LUPI!
Da "beppegrillo.it"

GRILLO IN COPERTINA SU L ESPRESSO

Nel libro di Jack London "Zanna bianca" una lupa attrae ogni notte un cane da slitta nella foresta. Chi cede al richiamo viene condotto lontano dal fuoco e divorato da un branco di lupi appostati in attesa nella neve. Nel dopo elezioni la tecnica dei conduttori televisivi, dipendenti a tempo pieno di pdl e pdmenoelle, è simile. Il loro obiettivo è, con voce suadente, sbranare pubblicamente ogni simpatizzante o eletto del M5S e dimostrare al pubblico a casa che l'intervistato è, nell'ordine, ignorante, impreparato, fuori dalla realtà, sbracato, ingenuo, incapace di intendere e di volere, inaffidabile, incompetente.

Beppe Grillo

Oppure va dimostrato il teorema che l'intervistato è vicino al pdmenoelle, governativo, ribelle alla linea sconclusionata di Grillo, assennato, bersaniano. In entrambi i casi, il conduttore si succhia come un ghiacciolo il movimentista a cinque stelle, vero o presunto (più spesso presunto), lo mastica come una gomma americana e poi lo sputa, soddisfatto del suo lavoro di sputtanamento. E' pagato per quello dai partiti.

L'accanimento delle televisioni nei confronti del M5S ha raggiunto limiti mai visti nella storia repubblicana, è qualcosa di sconvolgente, di morboso, di malato, di mostruoso, che sta sfuggendo forse al controllo dei mandanti, come si è visto nel folle assalto all'albergo Universo a Roma dove si sono incontrati lunedì scorso i neo parlamentari del M5S. Scene da delirio. Questa non è più informazione, ma una forma di vilipendio continuato, di diffamazione, di attacco, anche fisico, a una nuova forza politica incorrotta e pacifica.

WALTER VEZZOLI E BEPPE GRILLO DA LìESPRESSO

Le televisioni sono in mano ai partiti, questa è un'anomalia da rimuovere al più presto. Le Sette Sorellastre televisive non fanno informazione, ma propaganda. E' indispensabile creare una sola televisione pubblica, senza alcun legame con i partiti e con la politica e senza pubblicità. Le due rimanenti possono essere vendute al mercato.

Beppe Grillo

E' necessario rivedere anche i contratti di concessione per le televisioni private e definire un codice deontologico al quale devono attenersi. Lunedi sono stati eletti dai gruppi parlamentari del M5S per i prossimi tre mesi due capigruppo/portavoce, Roberta Lombardi per la Camera, e Vito Crimi per il Senato. Loro sono stati titolati a parlare dopo aver discusso e condiviso i contenuti con i componenti del gruppo. Attenti ai lupi!

2 - GRILLO, L'AUTISTA E LA COGNATA
Vittorio Malagutti, Andrea Palladino e Nello Trocchia per "l'Espresso"

Nel numero in edicola da venerdì 8 marzo "L'Espresso" ricostruisce l'attività parallela dell'autista di Beppe Grillo, Walter Vezzoli, 43 anni, che da oltre dieci segue come un'ombra il fondatore del Movimento Cinque Stelle. In piazza San Giovanni, il comico genovese lo ha presentato così alla folla: «Sta con me, fa la logistica, mi protegge, ha tutto sotto controllo. E' un ragazzo formidabile».

Beppe Grillo

Quattro di queste società risultano immatricolate con la formula della "sociedad anonima", uno schermo giuridico che consente di proteggere l'identità degli azionisti.

Non è dato sapere, quindi, chi abbia finanziato queste iniziative.
Dalle carte che "l'Espresso" ha potuto consultare emerge però che tra gli amministratori compare, insieme a Vezzoli, Nadereh Tadjik, ovvero la cognata di Grillo, la sorella di sua moglie Parvin, di origini iraniane.

Nella Armonia Parvin sa - stesso nome della signora Grillo - la presidente Nadereh Tadijk e il secretario Vezzoli sono affiancati da un terzo amministratore, un italiano residente in Costa Rica che si chiama Enrico Cungi.

Grillo con la moglie Parvin Tadjk

Cungi nel 1996 venne coinvolto in un'indagine per narcotraffico. Arrestato in Costa Rica e poi estradato in Italia ha passato tre mesi nel carcere di Rebibbia, ma non risultano condanne a suo carico. A che cosa serve questa costellazione di società, dotate per altro di capitali sociali minimi, non più di 10 mila dollari ciascuna?

BEPPE GRILLO CON LA MOGLIE PARVIN TADJK

Difficile dare una risposta precisa, visto che l'oggetto sociale indicato nelle carte appare ampio. Ad aumentare la difficoltà c'è poi il fatto che il livello di trasparenza delle informazioni societarie in Costa Rica è tra i più bassi al mondo. Non per niente il Paese del Centroamerica è inserito nella black list dei paradisi fiscali dal Tesoro italiano.

Almeno una delle società targate Vezzoli-Tadijk ha però in cantiere un progetto ben preciso. Ecofeudo, infatti, è il nome di un resort extra lusso da 30 ettari da costruire sulle colline della baia Papagayo. A giudicare dalle foto pubblicate Ecofeudo non sarà un villaggio popolare.

La zona è considerata una delle più promettenti per chi vuole investire nel turismo. Nel resort le ville saranno di alto livello: «potranno avere una superficie fino a 750 metri quadri coperti su un'area propria di 5000 metri quadri». L'inchiesta completa è sull'Espresso in edicola da venerdì 8 marzo.

 

 

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