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MADE IN ITALY, AGAIN! – DOPO IL FASCISMO, ESPORTIANO IL GRILLISMO – L’EDITORIALE DEL GIORNALE BRASILIANO ’O GLOBO’

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MAIL
Oggi, il giornale brasiliano più importante (‘'O Globo''), pubblica in seconda pagina un appello ai politici brasiliani, intitolato "Evitar a 'italianizaçao'" da politica. Il finale dell' articolo fa quest'appello:

Beppe Grillo SILVIO BERLUSCONI

E necessario evitare che l'esercizio della politica nel paese continui a diventare immorale. Affinchè non si permettano situazioni come in Italia, nella quale il partito più votato è stato creato dal comico Beppe Grillo, vittorioso per essersi scagliato con ferocia contro la politica tradizionale, ma senza qualsiasi proposta esecutiva per governare il paese. Hanno vinto l'anarchia ed il cinismo, questo espresso dal ritorno sulla scena italiana di Berlusconi".

O GLOBO BRASILE

Senza ulteriori commenti,

Luigi Lavorgna da Rio de Janeiro.

 


IL FESTIVAL, APPENA INIZIATO, È GIÀ FINITO? - A ROMA NON SI È APPROVATO NÉ IL BILANCIO 2012 NÉ IL PREVENTIVO 2013

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Daniele Autieri per "la Repubblica - Roma"

ALEMANNO E POLVERINI Marco Muller

A otto mesi dall'ipotetico taglio del nastro della nuova edizione, la Festa del Cinema di Roma naviga ancora in alto mare. Il cda della Fondazione che guida la rassegna si è riunito ieri mattina e dopo un lungo e acceso dibattito si è chiuso senza aver approvato né il bilancio consuntivo 2012 né il preventivo 2013.

Ad aprire la riunione dei sei consiglieri d'amministrazione è stato il presidente Paolo Ferrari che ha presentato l'ultimo arrivato, Leonardo Catarci, l'ex responsabile della comunicazione della Regione Lazio, che Renata Polverini ha nominato nel cda della Festa del Cinema venerdì scorso.

LEONARDO CATARCI

Al centro dell'acceso dibattito esploso ieri nel corso del consiglio c'è stato ancora una volta il mancato pagamento della quota spettante al Campidoglio. Il risultato è un buco di 690mila rispetto ai fondi promessi dal sindaco Alemanno. Ma se il passato è incerto, il futuro lo è ancora di più. Dopo aver analizzato il bilancio di previsione 2013, il cda ha dovuto prendere atto che non sono ancora ben chiare le quote finanziarie che saranno messe a disposizione dai tre soci del Festival (Comune, Regione e Provincia di Roma).

 

CHI SARÀ MAI IL PENSIONATO DISABILE CHE HA ACQUISTATO TANTE AZIONI DELLA FIAT DA ALLARMARE GRANDE STEVENS E GABETTI?

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da "Lo Spiffero.com"

Gabetti Grande Stevens

Chi è il misterioso pensionato di Genova che otto anni fa stava rastrellando azioni Fiat, in quantità così massicce da mettere a repentaglio la quota di controllo della famiglia Agnelli-Elkann? Qual è l'identità di questo vecchietto, per giunta disabile, che con i suoi movimenti in Borsa ha talmente allarmato i vertici del Lingotto da indurli a una mossa ardita - l'equity swap - alla fine sanzionata dalla magistratura?

Logo "Fiat"

Se lo chiede L'Eco del Chisone nel numero odierno riportando l'intervista che Franzo Grande Stevens, condannato dalla Corte d'Appello, assieme a Gianluigi Gabetti, per quella vicenda a un anno e quattro mesi per aggiotaggio informativo. Nel mese di settembre, ricorda il popolare settimanale pinerolese, Grande Stevens dichiarò al direttore Pietro Trossero che l'operazione finanziaria «ha consentito di conservare il controllo della Fiat.

Gianni Agnelli

C'era già un acquirente che aveva rastrellato delle azioni e che poi risultò essere un pensionato disabile di Genova». Non si fece certo cogliere alla sprovvista, anche perché aveva subodorato l'inghippo e persino individuato il possibile mandante: «Io immaginavo chi potesse esserci dietro: qualcuno forse che voleva vendicarsi...».

Ora che, come si dice, la giustizia ha fatto il suo corso, sarebbe interessante conoscere il nome dell'arzillo speculatore e, magari, pure del vendicatore mascherato. Chissà se i giudici gliel'hanno mai domandato? Noi un'ideuzza ce la siamo fatta e tutte le tracce portano a un top manager ligure frettolosamente liquidato sulla porta di una camera ardente...

 

IL PASTICCIACCIO MARCIO PARMALAT-LACTALIS HA UN RESPONSABILE: ENRICO BONDI

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1- PENISOLA DEI FAMOSI
La Parma grillina e industriale è sottosopra per ciò che sta avvenendo dentro l'azienda del latte acquistata dai francesi di Lactalis nel luglio 2011.

Lactalis

L'aria che si respira sembra quella dei tempi in cui scoppiò lo scandalo Tanzi anche se in questo caso gli effetti sembrano meno devastanti perché si tratta di un'operazione finanziaria , disinvolta e spregiudicata , sulla quale la Procura ha chiesto al tribunale civile di azzerare il consiglio di amministrazione controllato per la maggioranza dai francesi di Lactalis.

TANZI INVECCHIATO E DIMAGRITO AL TRIBUNALE DI PARMA

Questi ultimi hanno avuto la bella pensata di acquisire ,attraverso la loro holding Sofil, la controllata statunitense Lactalis American Group. Fin qui sembrerebbe un'operazione senza danno per gli azionisti, ma alcuni di loro hanno denunciato il carattere anomalo dell'acquisizione perché hanno scoperto che sarà finanziata con 904 milioni di dollari presi dalle casse della società italiana.

tanzi cal 016 parmalat

Questo vuol dire che Parmalat sarà prosciugata quasi per intero della liquidità messa da parte nel corso degli anni da Enrico Bondi, il 76enne manager aretino che si è fatto la fama di risanatore e di tagliatore di teste.

A questo punto è inevitabile chiamare in causa l'ossuto Bondi dal volto ieratico che due anni fa spalanco' le porte al colosso francese senza utilizzare il tesoretto di 1,3 miliardi di euro che Parmalat aveva in cassa.

TANZI AL TRIBUNALE DI PARMA

Quando nel 2004 è arrivato nella città emiliana Bondi portava addosso la fama di un uomo che era riuscito a sistemare aziende disastrate come Montedison e Lucchini. E sarebbe profondamente ingiusto ignorare che grazie ai suoi interventi l'azienda del latte ,distrutta dalle peripezie finanziarie di Tanzi, è riuscita a rimettersi sul mercato e a sistemare i conti recuperando gran parte dei crediti maturati nei confronti delle banche italiane e straniere.

Enrico Bondi

Di fronte a questi successi la Parma piu' "rossa" era pronta a dimenticare perfino che nel 1997 il chimico aretino aveva firmato insieme ad altri 45 personaggi una lettera al Parlamento in cui chiedeva la depenalizzazione del falso in bilancio, un reato sul quale Berlusconi appena arrivato al governo diede un colpo di spugna.

ENRICO BONDI

Il punto di caduta è arrivato nel momento in cui con 1,3 miliardi di euro tra le mani il chimico aretino ha tirato i remi in barca senza immaginare una strategia in grado di utilizzare le risorse che avrebbero potuto consentire un ulteriore sviluppo dell'azienda sui mercati internazionali. In quel momento sono entrati in pista i francesi di Lactalis e della famiglia Besnier, una delle più ricche dinastie francesi già incappate in qualche vicenda giudiziaria nel loro Paese.

Gruppo Besnier

Senza muovere un dito Bondi ha assistito alla scalata dei francesi che rastrellando azioni in Borsa e con un'Opa successiva si sono portati Oltralpe il latte e i marchi italiani. A dire il vero ci fu un tentativo di Corradino Passera per contrastarli con una cordata della quale faceva parte anche Luchino di Montezemolo, ma come tutte le cordate dei patrioti italiani anche questa è andata a sbattere.

Emmanuel Besnier

Da quel momento le quotazioni del grande risanatore Bondi sono precipitate,ma a dargli un nuovo destino è stato nell'aprile dell'anno scorso Monti quando lo ha nominato commissario per la spending review. Allora si disse che l'amicizia tra i due era stata cementata dall'assunzione in Parmalat nel 2009 di Giovanni Monti, figlio del professore di Varese. Resta il fatto che, malignità a parte, il Premier gli ha messo tra le mani le forbici della spending review e questa volta è stato Bondi a sbattere contro il muro granitico delle caste e dei ministeri. Poi Monti lo ha spedito a risanare i conti della sanità laziale, dove con una toccata e fuga il manager aretino non ha lasciato alcun segno della sua fama.

Luca Cordero di Montezemolo

A gennaio di quest'anno il risanatore e moralizzatore lascia il suo incarico, ma non interrompe il feeling con il professore di Varese, e tra lo stupore degli ambienti industriali e finanziari, indossa l'ennesima casacca di commissario per scremare il latte politico dei 2.300 candidati per la lista montiana.

Con questa scelta curiosa e improvvida Bondi a commissario di grandi aziende è diventato commissario politico delle élites vogliose di battersi per la vanità dell'amico Monti. Ma anche in questa battaglia è uscito perdente come gli è successo a Parma quando i francesi, oggi fustigati dalla procura di Parma per l'operazione americana, lo hanno messo da parte senza tanti complimenti.


2- LA PROCURA: AZZERATE IL CDA PARMALAT IRREGOLARE L'ACQUISTO DI LACTALIS USA
Ettore Livini per "la Repubblica"

Corrado Passera

L'auto-acquisto di Lactalis Usa, la società lattiero- casearia che la famiglia Besnier ha girato alla Parmalat mettendosi in tasca metà del tesoretto raccolto da Enrico Bondi, rischia di costare carissimo alla dinastia bretone. La Procura di Parma ha chiesto infatti al Tribunale civile del capoluogo emiliano di azzerare il cda di Collecchio e procedere alla nomina di un commissario che «in 4-5 mesi provveda a cancellare l'acquisto» dell'azienda statunitense.

«Siamo andati oltre la richiesta di ispezione alla luce delle risultanze della procedura che ci fanno ritenere di poter arrivare alla nomina di un amministratore», ha detto il procuratore capo Gerardo La Guardia per spiegare la richiesta choc. I legali della Parmalat (che ieri non ha voluto commentare la mossa del pm Lucia Russo) illustreranno oggi al giudice Roberto Piscopo la loro posizione. Poi, entro un mese, arriverà la sentenza.

Il procedimento contro Lactalis è stato aperto su denuncia di alcuni azionisti di minoranza della società quotata a Piazza Affari in merito a presunte irregolarità amministrative del cda nominato dal socio di riferimento francese. Nel mirino in particolare la contestatissima operazione di acquisto della Lactalis Usa, venduta dalla casa madre transalpina a
Parmalat per 950 milioni di dollari, prosciugando parte degli 1,3 miliardi di euro di liquidità raccolti grazie alle cause a banche e revisori dopo il crac dei Tanzi.

Mario Monti simbolo partito reuters

L'operazione, sospettano i soci di minoranza, è stata messa in piedi in fretta e furia dopo l'Opa su Collecchio con il solo scopo di trasferire i soldi dalla controllata a Lactalis, che grazie all'assegno di Collecchio ha potuto rimborsare parte dei debiti contratti per la scalata. I piccoli azionisti (tra cui il fondo Amber) contestano le procedure seguite per dare l'ok all'acquisizione e per stabilire il prezzo, lamentando i presunti conflitti di interessi dei vari consulenti legali e finanziari chiamati a dare il loro parere sulla congruità dell'operazione.

MARIO MONTI

Lactalis si è sempre difesa ribadendo la sua correttezza e sottolineando la strategicità dell'operazione, malgrado nel prospetto per l'Offerta pubblica d'acquisto avesse dichiarato di voler fare della Parmalat un polo per il latte fresco in Italia e Spagna. Soci minori e cda tra l'altro sono ai ferri corti pure sull'eventuale conguaglio di prezzo previsto in base ai risultati reddituali di Lactalis Usa.

La partita, come ovvio, è delicatissima. Anche perché l'azzeramento del cda di una blue chip di Piazza Affari sarebbe una prima per tutti anche in Borsa. Nel corso dell'udienza di ieri i legali del curatore speciale, nominato dal Tribunale nell'ambito della procedura, hanno segnalato ipotesi «alternative e intermedie», rispetto alla richiesta della Procura di revocare il cda.

Le proposte sono state avanzate in quanto anche il curatore ha rilevato che delle criticità nell'operazione di acquisto di Lactalis Usa «ci sono state». Il listino comunque ha incassato senza troppi contraccolpi le novità in arrivo dal fronte giudiziario: i titoli della Parmalat hanno chiuso ieri in rialzo dello 0,38% a 1,837 euro, ben lontani dai 2,6 euro pagati all'epoca dell'Opa dalla famiglia Besnier.

 

FLASH! - IL PAESE MORMORA: L'USCITA DI FLEBUCCIO DE BORTOLI SI AVVICINA, MARIOPIO CALABRESI PRONTO PER VIA SOLFERINO - L'ADDIO ERA PREVISTO AD APRILE, DOPO L'ASSEMBLEA DI BANCA INTESA - LA CRISI RCS E LO TSUNAMI GRILLO HANNO ACCELERATO I TEMPI (FDB, UNICO DIRETTORE A NON FIRMARE UN EDITORIALE DOPO IL VOTO-CHOC)....

IL TEOLOGO BOFF: “RATZINGER HA FATTO DELLA CHIESA UN'ISTITUZIONE MACHISTA E REAZIONARIA”

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Alessandro Oppes per "Il Fatto Quotidiano"

PAPA RATZINGER LASCIA IL VATICANO IN ELICOTTERO

"Una grande pena. Pena e compassione". Nel lungo ragionamento, a tratti molto duro, di Leonardo Boff sulla figura del Papa che da ieri sera non è più Papa, queste sono forse le parole di maggiore vicinanza e comprensione. Pena per l'implicita ammissione di un fallimento, compassione per la figura di un pontefice che ha dovuto gettare la spugna di fronte all'enormità di una missione costellata di ostacoli insormontabili, in un ambiente diventato ormai irrespirabile.
Dell'uomo che un tempo gli fu amico, il grande teologo brasiliano ricorda ancora che è "una persona estremamente gentile, estremamente cortese, estremamente timida, estremamente intelligente".

PAPA RATZINGER LASCIA IL VATICANO IN ELICOTTERO

Così, senza tralasciare neppure un superlativo. Nonostante tutto, pur se di mezzo, e dopo una frequentazione proficua durata cinque anni in Germania, ci fu quel famoso processo sommario: il Ratzinger che, una volta nominato cardinale di Curia e assurto alla guida del''ex-Sant'Uffizio, nel 1984 convoca Boff in Vaticano e lo condanna al "silenzio ossequioso" per zittire la voce scomoda della Teologia della liberazione, di cui era rappresentante di punta.

PAPA RATZINGER LASCIA IL VATICANO IN ELICOTTERO

"Da allora, non ci siamo più visti. Io non ho mai conservato rancore nè risentimento, perché ho capito la logica che determinava quella decisione, pur non essendo d'accordo. Il suo sospetto era che la nostra visione teologica fosse il cavallo di Troia attraverso il quale il marxismo si faceva strada nella Chiesa. Questa era la sua idea. Ma so che ancora oggi, quando parla di me, si esprime in termini persino affettuosi. Mi definisce come ‘il teologo pio'"

PAPA RATZINGER LASCIA IL VATICANO IN ELICOTTERO

Leonardo Boff, oggi 75enne, risponde alle domande del Fatto Quotidiano al telefono dalla sua casa di Jardim Araras, una riserva ecologica alla periferia di Petropolis, l'antica città imperiale brasiliana che fu residenza dei Bragança, a poco più di un'ora di distanza da Rio de Janeiro.

Un gesto rivoluzionario, o semplicemente umano, quello di Benedetto XVI che abbandona la cattedra di Pietro?
Un chiaro gesto d'impotenza, in parte dovuto all'età, in parte alla gravità dei crimini nei quali l'istituzione ecclesiastica si è vista immersa nel corso di questi ultimi anni. Scandali sessuali, sete di denaro, pedofilia. Il vero Spirito Santo, di questi tempi, si chiama Vatileaks. Di fronte a questa situazione, il Papa è stato colto da una profonda depressione.

IL PAPA VOLA A CASTELGANDOLFO BERSANI FINESTRINO

Una fuga dalle responsabilità?
No, è qualcos'altro: è un Papa che demitizza la figura del Papa, che si riconosce umano come tutti gli altri umani. C'è tutta una papolatria che è stata coltivata troppo a lungo, soprattutto per interessi interni alla gerarchia vaticana. Lui, con un gesto inedito e in questo senso da lodare, è stato capace di distinguere tra la persona del Papa, che può essere malata, o sentirsi per qualche motivo debole, e la funzione del Papa, che è quella di governare la Chiesa.

Non è rimasto sorpreso da questa decisione?
No, posso dire che me l'aspettavo. Joseph Ratzinger è uomo troppo sensibile e timido, incapace di maneggiare i conflitti. Ad un certo punto ha capito di avere a che fare con una sorta di governo parallelo gestito dal cardinale Tarcisio Bertone.

PAPA RATZINGER LASCIA IL VATICANO IN ELICOTTERO

In sostanza, pensa che non sia stato all'altezza delle circostanze?
Non solo non è stato all'altezza delle sfide, ma ha anche commesso una serie di errori molto gravi. Prima con i musulmani, con quell'infelice discorso all'università di Ratisbona che provocò violente reazioni nel mondo islamico.

Poi con gli ebrei, urtandone la sensibilità. Poi con i levebvriani, annullando la scomunica del vescovo Williamson, negatore dell'Olocausto. Ha fatto della Chiesa un'istituzione machista e reazionaria, che ha mantenuto un rapporto estremamente negativo con le donne, con gli omosessuali, che non ha saputo affrontare i temi della morale sessuale.

IL PAPA SE NE VA IN ELICOTTERO

Si è molto polemizzato intorno ai silenzi e i ritardi del Papa sugli scandali di pedofilia.
L'origine della questione risale all'epoca in cui era ancora cardinale: come prefetto dell'ex Sant'Uffizio, scrisse una lettera in cui chiedeva ai vescovi di impedire che i preti pedofili venissero portati davanti ai tribunali. Poi, da Papa, quando cominciavano a emergere le prove del coinvolgimento non solo di sacerdoti ma anche di vescovi e cardinali in quelle pratiche, si è dovuto ricredere, ha cominciato a prendere decisioni per bloccare il fenomeno. Ma non sarà mai possibile dimenticare che si è reso complice di quei crimini.

Nella sua ultima intervista, il cardinale Carlo Maria Martini disse che la Chiesa è rimasta in ritardo di almeno duecento anni. Condivide questa valutazione?
Io andrei ancora più in là, parlando non di 200 ma almeno di 500 anni e anche più. Dall'epoca della Riforma la Chiesa ha un atteggiamento negativo nei confronti del mondo, chiamando la democrazia come delirio moderno. É rimasta afferrata al tempo medioevale. Questo Papa, ancor più che i suoi predecessori, ha recuperato quella vecchia tesi secondo cui fuori della Chiesa non c'è salvezza.

 

MENTRE I COLOSSI DEL CAZZEGGIO COME FACEBOOK PERDONO SMALTO, “LINKEDIN” CONTINUA A CRESCERE

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Da "Il Foglio"

LinkedIn

I meno "connected" tra noi conoscono LinkedIn perché spesso arrivano email di qualcuno che vuole invitarti a entrare in questo social network. I meno "connected" tra noi ignorano l'invito e cestinano l'e-mail, ma forse sbagliano. LinkedIn è il più grande network professionale online, non serve per cercare il primo fidanzatino delle medie ma per cercare lavoro, e spesso trovarlo.

A differenza di quanto è accaduto a colossi internettiani come Facebook, Groupon o Zynga, che alla prova del mercato hanno perso un po' del loro innato sbrilluccichio (sta perdendo le paillettes anche Apple: tutti si annoiano, prima o poi), LinkedIn non fa che crescere, ha triplicato il suo valore da quando è entrato in Borsa nel maggio del 2011, oggi ogni azione vale 168 dollari.

LOGO FACEBOOK IN MEZZO AI DOLLARI

Come ha ricordato ieri il Wall Street Journal, LinkedIn è da sempre soprannominato "il brutto anatroccolo" dei social media, perché non ha nulla che inviti alla socialità, però ha un tasso di utilità che tutti gli altri network se lo sognano.

Il modello di business è diverso rispetto a Facebook - servizio gratis che si ripaga con la pubblicità - e si fonda sui servizi ai consumatori, che in generale sono professionisti (che possono controllare anche com'è la loro professionalità online, la percezione che ha di te il settore in cui lavori, che si traduce in un "quanto vali" a volte frustrante), ma soprattutto sui servizi a pagamento per le aziende. Consulenze e recruiting sono i servizi che funzionano meglio e ci sono aziende come la Pepsi che si affidano quasi esclusivamente a LinkedIn per assumere dipendenti.

LOGO PEPSI

Le cosiddette "talent solutions" contribuiscono per quasi la metà ai 972 milioni di dollari di ricavi l'anno ed è su questo business - che offre servizi sempre più accurati alle aziende affinché la domanda e l'offerta di lavoro si incontrino perfettamente - che LinkedIn ha intenzione di investire ancora di più. Assieme a contenuti e approfondimenti con blog di esperti, informazioni economiche, minicomunità di gente che ha un qualcosa in comune che non sia l'oratorio del paese d'origine.

E' la faccia seria, efficace, professionale di una socialità altrimenti giuliva, piena di cinguettii e di "like", utile per riempire 20 minuti di solitudine ma non per pagare il mutuo. E alla faccia di chi pensa che Internet sia diventata soltanto roba da chiacchiere, il brutto anatroccolo funziona.

 

L’INFERNO DI GUBITOSI: IL FLOP PER LA PRIMA SERATA DI “TUTTO DANTE” È L’ENNESIMA FIGURACCIA PER IL DG RAI…

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DAGOREPORT
La stima di ascolto fatta da Luigi Gubitosi per la prima serata di "Tutto Dante", andato in onda mercoledì sera su Rai2, era del 15 per cento di share. E' su questa base che la trattativa con Lucio Presta per trasmettere dodici serate con Roberto Benigni ha "dissanguato" la Rai di quasi sei milioni di euro, versati direttamente sul conto corrente della Arcobaleno Tre, la società del manager calabrese che ha venduto il pacchetto che prevedeva anche lo show sulla Costituzione del dicembre scorso su Rai1.

BENIGNI TUTTO DANTE A PIAZZA SANTA CROCE FIRENZELUIGI GUBITOSI

L'otto e mezzo di share e' il flop del mercoledì: l'ascolto piu' basso di prima serata tra tutte le reti Rai e Mediaset. Un risultato scontato per gli addetti ai lavori ma non per il direttore generale della Rai, che aveva convinto perfino il capo della Sipra, il suo fedelissmo Fabrizio Piscopo, a parlare pubblicamente con gli investitori pubblicitari del 15 per cento come di una stima prudenziale al ribasso.

Un'ennesima figuraccia per Gubitosi, un esordio infelice per Piscopo alla sua prima uscita pubblica, un affarone per Lucio Presta, che ha venduto a peso d'oro materiale di magazzino, prodotto a costo zero, nelle piazze italiane, in cui Roberto Benigni, recitava canti della Divina Commedia durante i suoi spettacoli estivi.

"Un errore da dilettante", commenta un consigliere di amministrazione, che profetizza un futuro incerto per lo spigoloso manager: "e' l'unico in Rai ad essere stato nominato direttamente da Monti, ha appaltato due tg al premier in campagna elettorale. Difficile che esca indenne dal tracollo del Professore".

2 - GUBITOSI: SPERIAMO DI EVITARE LO STATO DI CRISI ALLA RAI

Roberto Benigni son tutto dante

Da "Il Fatto Quotidiano"

"Spero di no, spero in un accordo con il sindacato, è importante". Così il dg Rai, Luigi Gubitosi, risponde a una domanda sulla possibile apertura di uno stato di crisi in Rai in un'intervista oggi su L'Espresso. "Finora abbiamo circa 400 richieste di pensionamenti, quasi 200 accordi già firmati - prosegue Gubitosi -. Non si tratta solo di una riduzione di costi è anche un necessario ricambio".

Lucio Presta

Il dg ricorda che "il piano dei pensionamenti sarà volontario, fino al 15 marzo" e che poi si cercherà di "fare accordi con le organizzazioni sindacali con forme diverse dall'esodo volontario". Quanto al piano industriale, il dg spiega che "è in fase di finalizzazione ed è iniziata la discussione in consiglio. Posso anticipare che l'organizzazione sarà semplificata, taglieremo il numero delle direzioni, sono 48 e il numero si assottiglierà almeno di una quindicina". Sul fronte della pubblicità - aggiunge Gubitosi - "gennaio e febbraio sono brutti mesi".

Nessun commento sulla situazione politica post-voto. "Ben venga qualunque miglioramento della governance - si limita a dire il dg - che protegga anche l'indipendenza della tv pubblica. Noi continueremo il suo risanamento, come si dice nel mondo dello spettacolo the show must go on".

 


CHE STRANA RIVOLUZIONE A SEGRATE: MAURIZIO COSTA VA VIA A 65 ANNI - MA IL SOSTITUTO, ERNESTO MAURI, NE HA 67

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Mario Baudino per "la Stampa"

Maurizio Costa Ad Mondadori

Rivoluzione al vertice Mondadori: dopo un ciclo lunghissimo di 16 anni Maurizio Costa lascia la carica di amministratore delegato e passa la mano a Ernesto Mauri. Lo scambio di consegne avverrà formalmente dopo il 20 marzo, data prevista per il cda sull'approvazione del bilancio 2012. Mauri (niente a che vedere con la famiglia proprietaria del gruppo Gems) era direttore generale dei periodici Mondadori dal novembre dell'anno scorso, dopo l'esperienza francese seguita all'acquisizione e al rilancio dei periodici del Gruppo Emap, divenuti Mondadori France, e al varo in quest'ambito dell'edizione francese di Grazia , che è stata un grande successo.

ernesto mauri

Nel comunicato dell'azienda, il presidente Marina Berlusconi sottolinea «la passione e la professionalità con cui in questi sedici anni l'ingegner Costa ha guidato l'Azienda in un settore sempre più complesso come quello dell'editoria, la sua lealtà e correttezza» e la «riconoscenza più sincera da parte della casa editrice, di tutti i suoi azionisti oltre che mia personale». Ciò non toglie che l'avvicendamento - a quanto pare fortemente voluto dall'azionista - rappresenti e sia visto come un forte segno di discontinuità, in un momento delicato per l'editoria e in particolare per il settore dei periodici.

Marina Berlusconi

Maurizio Costa avrà la poltrona di vice presidente della Fininvest, dove già sedeva nel consiglio d'amministrazione. La scelta di Ernesto Mauri, manager molto carismatico e stimato all'interno del gruppo, considerato un grande innovatore e quindi visto come una spinta a più veloci dinamiche nelle politiche aziendali, è interpretata nel mondo editoriale - colto, va detto, piuttosto di sorpresa da una notizia che non era stata preceduta dalle solite indiscrezioni - come il segnale che a Segrate molto potrebbe cambiare nel modo di affrontare un mercato che sta a sua volta mutando assai rapidamente, e quindi nelle politiche editoriali e commerciali.

GIANARTURO FERRARI

Il fatto poi che Mauri, nato professionalmente alla Rusconi negli Anni Settanta, provenga dal mondo dei periodici (mentre la storia professionale di Costa è più nel segno dei libri, e sedici anni fa era proprio quello il settore ritenuto più critico, tra crisi e prospettive di cambiamenti imprevedibili) non è certo privo di significato data l'attuale grave situazione della carta stampata.

L'avvicendamento segue di poche ore una redistribuzione degli incarichi alla Mondadori libri, che tuttavia non sembra collegabile a esso. È stata infatti creata la «funzione direzione letteraria», affidata a Antonio Riccardi che - in collaborazione con le direzioni editoriali (narrativa Antonio Franchini, saggistica Francesco Anzelmo, varia Gabriella Ungarelli, ragazzi Fiammetta Giorgi, catalogo ancora Riccardi ad interim) affiancherà il direttore generale Laura Donnini per le strategie della casa editrice.

OSCAR NIEMEYER - SEDE DELLA MONDADORI A SEGRATE

 

A-MAZZO-N - ALCUNI LAVORATORI DI UN MAGAZZINO DI UNA CITTADINA INGLESE DENUNCIANO DI ESSERE TRATTATI COME ROBOT

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Andrea Andrei per Dagospia

Da "Daily Mail"
http://bit.ly/WvDVFI

LO STABILIMENTO AMAZON DI RUGELEY

Che Amazon sia una delle aziende di e-commerce di maggior successo al momento, è fuor di dubbio. Che debba questa sua fama all'impeccabile efficienza del servizio che offre, è altrettanto chiaro.

Ma ultimamente la compagnia guidata da Jeff Bezos è al centro di una serie di scandali che spingono i consumatori a interrogarsi su cosa ci sia effettivamente dietro questa immensa organizzazione. E quel che è venuto fuori non è confortante.

Poche settimane fa, Amazon è stata al centro di un caso che riguardava il servizio d'ordine utilizzato in uno dei suoi stabilimenti in Germania. Si parlava di guardie un po' troppo severe, soprattutto con i dipendenti stranieri impiegati nel magazzini. Addirittura sono uscite presunte connessioni fra il servizio di sicurezza assunto dall'azienda e dei movimenti neonazisti. La compagnia di e-commerce si è affrettata a indagare e a licenziare la suddetta security.

LO STABILIMENTO AMAZON DI RUGELEY

Un nuovo, inquietante retroscena del gigante dell'e-commerce arriva però dall'Inghilterra, il paese-quartier generale dell'azienda. Il "Daily Mail" racconta la storia di Rugeley, cittadina di 22 mila anime popolata soprattutto da bianchi appartenenti alla classe operaia. Qui Amazon ha aperto nel 2011 un magazzino grande come nove campi di calcio.

LO STABILIMENTO AMAZON DI RUGELEY

Le centinaia di persone impiegate nello stabilimento ogni giorno non fanno che spostare carrelli lungo immensi corridoi. Tutti i tempi sono cronometrati, e quando escono per andare alla mensa o tornare a casa devono sottoporsi a una specie di metal detector che controlla che non abbiano rubato nulla.

LO STABILIMENTO AMAZON DI RUGELEY

I lavoratori sono divisi in quattro gruppi: uno che riceve la merce, uno che la confeziona, un altro che la deposita nell'enorme magazzino, mettendola ovunque ci sia uno spazio libero (l'ordine è del tutto casuale, e solo il computer è in grado di ritrovare le varie merci) e infine un altro ancora che gira per gli scaffali e ritira i pacchi per poi inviarli ai clienti. Questo ultimo gruppo di dipendenti è dotato di un software satellitare che guida i magazzinieri attraverso il percorso più breve per raggiungere l'ubicazione del prodotto che deve essere prelevato. Ma la via più breve spesso e volentieri è comunque molto lunga. In pratica, i lavoratori vengono trattati né più né meno come robot. Uno di loro definisce questo metodo una sorta di "automazione umana".

LO STABILIMENTO AMAZON DI RUGELEY

In effetti Amazon ha pensato sul serio di avvalersi di veri e propri robot, ma l'azienda dice di preferire per ora gli esseri umani, che riescono a orientarsi meglio tra la vasta gamma di prodotti che Amazon deve catalogare. Grazie alle strategie messe a punto insieme a dei consulenti giapponesi, che fanno funzionare la catena di montaggio di Amazon sul modello degli stabilimenti Toyota, il sito di e-commerce riesce a gestire anche 35 ordini al secondo, facendo pervenire la merce a casa delle persone in pochissimo tempo.

LO STABILIMENTO AMAZON DI RUGELEY

Il tutto però, sembra che vada a discapito di chi lavora nei magazzini. Oltre allo stress fisico, i lavoratori hanno denunciato anche quello psicologico. Pare che ai loro dispositivi gps i dirigenti possano inviare loro dei messaggi, per spronarli. Non solo: questi diabolici apparecchi tengono pure il "ritmo" del lavoro, indicando continuamente quanto manca al prossimo ordine e quanto c'è ancora da lavorare prima di andare in pausa pranzo.

Ma la cosa in assoluto che più pesa sui lavoratori, sarebbero le politiche che l'azienda tiene nei loro confronti. All'interno dei magazzini esistono due tipi di dipendenti: quelli con il badge blu, assunti da Amazon, e quelli con il badge verde. Questi ultimi, intesi come lavoratori di serie B, vengono selezionati da un'agenzia esterna. Sono costantemente messi alla prova e sottoposti al ricatto di poter passare al livello più alto, e cioè all'assunzione da parte dell'azienda madre, solo con il duro lavoro. Guai a chi si lamenta o sciopera, quindi. I magazzinieri con il badge verdi possono essere licenziati da una settimana all'altra, senza preavviso.

LO STABILIMENTO AMAZON DI RUGELEY

E pensare che Amazon, quando era sbarcata in questa città dello Staffordshire, fu accolta con grande entusiasmo dalla popolazione locale. L'economia di Rugeley si basava su una miniera di carbone che però fu chiusa nel 1990, gettando gli abitanti della cittadina in una crisi nera. Addirittura il premier inglese Cameron aveva gioito alla notizia dell'apertura di tre nuovi stabilimenti Amazon, che a detta dell'azienda avrebbero creato 2 mila nuovi posti di lavoro. Adesso a Rugeley lo sconforto ha preso il sopravvento.

 

ITALIA, LA CURA È GRILLO - BATTIATO SOLFEGGIA: “LA NOSTRA FORTUNA È STATA LA VITTORIA DI BEPPE

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Sebastiano Messina per "la Repubblica"

«La nostra fortuna è stata la vittoria di Grillo» dice Franco Battiato mentre prepara il suo concerto in Calabria.

BATTIATO IN MAGLIONE ALL ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

Perché dice così?
«Perché se avesse vinto qualcun altro saremmo andati tutti all'estero».

Parla di Berlusconi?
«Lascio a lei la deduzione».

Ma lei è contento o deluso, per questo voto?
«Contento e deluso. Contento per il risultato di Grillo. Siccome faccio il cantante, quando dicevo che avrebbe preso il 25-30 per cento tutti mi dicevano: lo vanno a sentire ma poi non lo votano. S'è visto. Deluso perché vedo che in Italia c'è ancora gente che vende il proprio voto. Quando sono andato a votare, a Milo, le ho viste quelle povere donne alle quali avevano dato cinquanta euro per un voto».

Beppe Grillo

Cosa legge, in quel sorprendente risultato del Movimento 5 Stelle?
«Un cambiamento radicale. Lui ha un'intelligenza politica a dir poco notevole. Rivoluzionaria. Come Crocetta».

Michele Serra ha detto che in quello che sta succedendo c'è qualcosa che gli ricorda il Sessantotto.
«Non credo. Perché purtroppo il Sessantotto è stata, come dicono a Roma, una
sòla, una fregatura. Nel senso che una buona parte di quei rivoluzionari engagé di lì a poco sono entrati nelle stanze del potere. Stavolta mi pare che il cambiamento sia più serio».

Crocetta

Perché emerge la voglia di dare un calcio alla vecchia classe politica, di mandarli tutti a casa?
«Esattamente. Io non dico il 100 per cento, ma di sicuro il 75 per cento dovrebbe andarsene in pensione. A cominciare da quelli che sono in Parlamento da una vita».

Intanto adesso in Europa ci guardano come la prossima Grecia, e rischiamo l'ingovernabilità. O no?
«Non credo. Grillo non è un irresponsabile. Sa che prima delle elezioni volevo chiamarlo? Poi non l'ho fatto, ho pensato che ognuno deve fare quello che vuole».

MICHELE SERRA

Ma cosa avrebbe voluto dirgli?
«Gli avrei consigliato di fare un patto con Bersani, che è l'unico con cui in questo momento lui si può alleare, sia pure temporaneamente. Per fare subito, insieme, le riforme più urgenti e più importanti. Un patto a termine, su una lista corta di cose da fare, e poi ognuno va per conto suo».

Però Grillo non sembra su questa linea. Dice che Bersani è "un morto" e che non gli voterà mai la fiducia.
«Sì, ogni tanto lui ha queste uscite, ma non bisogna prenderlo alla lettera. Quando ci parli, è squisito. Dice cose che nessuno ha mai detto e che sono la soluzione, non il problema».

Come assessore della giunta regionale siciliana, lei ha visto i grillini all'opera dentro le istituzioni. Com'è stato l'impatto?
«Il primo che ho conosciuto è stato Cancelleri, il capogruppo. Mi ha fatto un'ottima impressione. E noi stiamo lavorando bene con loro. Sono persone in gamba, ci si parla bene, le cose funzionano».

Si può governare con Grillo?
«Ma certo. Vede, io e lui abbiamo una cosa in comune: siamo uomini di spettacolo, non abbiamo bisogno di soldi e abbiamo deciso di fare qualcosa per la nostra terra. Io per la Sicilia, in questo momento, lui per tutta l'Italia. Grillo è felice, quando riesce a realizzare qualcosa di buono».

PIERLUIGI BERSANI CON LA BANDIERA DEL PD

Quindi lei non pensa che lui voglia il caos, ovvero costringere Pd e Pdl a fare un'ammucchiata per restare l'unico portavoce del nuovo?
«Non conosco Grillo così profondamente da immaginare cos'ha in mente. Però so che ha un'intelligenza creativa, e che quando si discute di cose concrete spesso tira fuori delle buone idee».

Bersani, il vincitore perdente: dove ha sbagliato, secondo lei?
«Non credo che abbia commesso errori. Bersani è così, non è un imbonitore. Ha detto che bisognava battere la destra, che era la cosa giusta. Il vero problema è che siamo entrati nella torre di Babele. Che non è, come molti pensano, il multilinguismo. No, la torre di Babele è un castigo di Dio, che ci dice: non siete degni di comunicare tra di voi. Quindi parliamo tutti la stessa lingua, ma non ci capiamo».

Ci manca un centro di gravità permanente.
(Battiato ride). «Però io dico: questo Paese è stato governato da gente che ha fatto disastri totali. Si può fare peggio di loro? Io penso di no. E allora perché dobbiamo avere paura del nuovo?».

C'è chi propone di chiedere a tutti, centrodestra, centrosinistra e grillini, di assumersi la responsabilità di far funzionare il Parlamento e il governo.
«Non sopporto questa idea. E' finito il tempo per queste cose. Berlusconi ha perso, ha tentato l'ultimo scatto ma non gli è riuscito. Voltiamo pagina, una buona volta».

 

ECCONE UN ALTRO! - SPOPOLA LA MODA DI VANTARSI DI TITOLI DI STUDIO INESISTENTI - DOPO OSCARDABAGNO, TOCCA A CROSETTO

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Da "Lo Spiffero.com"

CROSETTO PRENDE IN BRACCIO GIORGIA MELONI jpeg

Nel 1988 è stato consigliere economico del presidente del Consiglio Giovanni Goria. Per Forza Italia ha diretto il dipartimento nazionale per il credito e l'industria. Al governo come sottosegretario alla Difesa è stato protagonista di un duro braccio di ferro con l'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti contrapponendo ricette alternative per uscire dalla crisi. In ultimo, il presidente Roberto Cota lo vorrebbe al suo fianco per consegnargli l'improbo compito di risanare i conti della Regione Piemonte. Il problema è che Guido Crosetto non è neppure laureato.

Crosetto Guido

Dallo statino universitario della facoltà di Economia dell'Ateneo subalpino i suoi esami sono fermi al 1991, anno in cui ha sostenuto l'ultima prova. Da allora nessuno l'ha più visto a lezione e, ovviamente, non ha mai conseguito il titolo di dottore. Eppure questo novello Einaudi di Marene che persino Harvard ci invidia risulta nelle biografie ufficiali a tutti gli effetti laureato: nelle presentazioni a convegni, su Wikipedia, sulla pagina personale della Camera dei deputati.

OSCAR GIANNINO S INCATENA A PORTA A PORTA

E nella biografia del sito il curriculum accademico viene opportunamente evitato. L'interessato fa sapere allo Spiffero di non aver mai dichiarato in pubblico di aver conseguito la laurea e di non essersi mai accorto che gli venga invece attribuito: "Sono stato consigliere dell'Università. Ma ho interrotto gli studi per la morte di mio padre".

A qualche settimana dalla clamorosa vicenda di Oscar Giannino, l'ex leader di "Fare per fermare il declino" sbugiardato per aver millantato lauree e master immaginari, un altro politico viene pizzicato per essersi accreditato diplomi in realtà mai conseguiti. E proprio nei confronti del giornalista smascherato si era mostrato, guarda caso, parecchio indulgente: "E' un amico, è sempre stato un amico, e nel momento del bisogno uno non si allontana da un amico". Cosi si era espresso: "Ha fatto una cazzata ma io gli voglio bene e lo rispetto come prima".

Fortuna che Crosetto, pur trombato alle elezioni, possa continuare a fregiarsi del titolo di "onorevole".

 

VOLETE VEDERE L’EQUIVALENTE DEL TAFAZZISMO ALLA BERSANI? RAI3 SCODELLA UN’ALTRA PERLA: “GLOB”

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Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

Enrico Bertolino

Facciamo così: mi prendo tutte le colpe, denuncio la mia inadeguatezza, chiedo perdono per i pregiudizi, considero a fondo lo sforzo della diretta. Ma Enrico Bertolino non mi fa ridere. Capisco il suo impegno, apprezzo la folta schiera dei suoi autori, trovo interessante gli argomenti che affronta, non posso trovare che parole di ammirazione per Stefano Bartezzaghi, ma alla fine non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di non avere più energie se non per la delusione.

aldo-grasso

«Glob», il programma dedicato al mondo della comunicazione, è tornato uno e trino. Il brand è sempre il solito, ma si declina in tre serate (Raitre, martedì, mercoledì, venerdì, ore 23,20, minuto più minuto meno).

L'altra sera, per esempio, si parlava di elezioni. Bartezzaghi ha spiegato da par suo il significato di «Porcellum», Curzio Maltese, presentato come esperto di comunicazione politica, ha sostenuto la tesi dell'invisibilità, o quasi, di Pierluigi Bersani nella contesa elettorale (non se n'era accorto nessuno, nemmeno gli elettori), Fabrizio Casalino ha fatto l'imitazione, così così, di Nando Pagnoncelli, Brenda Lodigiani quella di Giulia Innocenzi, giocando a fare l'antipatica più di quella vera.

CURZIO MALTESE

Bertolino è accompagnato nella conduzione da Lucia Vasini il cui ruolo, sempre per colpa mia, mi sfugge. Le fanno fare la finta tonta? Ancora? Non vorrei esagerare nell'analisi, ma il programma mi sembra il frutto tipico di quella sinistra, reliquia esotica, che è arrivata prima senza vincere: ne ha tutte le caratteristiche, anche se finge di tirarsene fuori, di essere altro, di riderci sopra.

PIERLUIGI BERSANI

Forse, ma certamente mi sbaglio, di fronte all'abissale banalità della campagna elettorale, nel suo insieme, sarebbe servita solo una buona dose di humour nero, una lama affilata implacabile nel non fare sconti, non un tagliacarte.

 

 

IL BRASILE CRITICA IL VOTO ITALIANO E NASCONDE BATTISTI - QUANDO ESCONO SUI GIORNALI LE INTERCETTAZIONI DI MUSSARI?

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro Dago, immagino la scena tra qualche settimana: tromboni della vecchia nomenclatura che avvicinano i neo-eletti del movimento 5 stelle per proporre loro degli intrallazzi e questi che registrano tutto con telecamerine varie per poi caricare tutto su youtube. Evviva la trasparenza!

PIERLUIGI BERSANI E MUSSARI

Lettera 2
caro D'Agostino, trovo il tuo sito veramente informato ,serio,ed equilibrato,fosse tutta così la comunicazione in Italia !!!!! Dopo questa piccola premessa volevo dirti alcune cose su Edoardo agnelli.Tutto quello detto scritto da vari personaggi ,giornalisti,scrittori presunti amici lo trovo molto superficiale ma solo per il fatto di farsi un Po di pubblicità o altro, ma li conosceva davvero questa gente ? Dubito molto non avendoli mai visti accanto ad edo .In questi anni ho sentito tutto ed il contrario di tutto e volevo intervenire prima ,ma solo sul tuo sito, perché ti riconosco una sicura onesta intellettuale.

PIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE MUSSARI

Negli ultimi 20 anni di vita di Edoardo sono stato il suo vero amico accompagnandolo in tutte le parti del mondo,e assistendolo nel suo lavoro,c erano con noi a volte anche altri amici sempre sinceri e che stavano al loro posto non pronti,come ora a farsi pubblicità ogni volta che esce il nome dello sfortunato amico.Finisco dicendoti che,la mattina del 15 novembre 2000 giorno del fatale incidente ,edoardo fece ,prima ,solo 4 telefonate ed una era al sottoscritto come tutte le mattine
.Ti ringrazio per la tua cortese attenzione e buon lavoro con sincera stima
Fabio massimo cestelli

Lettera 3
Quando il PD farà la stessa fine del PSI di Craxi, comincerà la terza repubblica.
Manca poco.

Beppe Grillo

Lettera 4
Caro DAGO, a quando la pubblicazione sui giornali delle intercettazioni telefoniche sul caso Mussari/Monte dei Paschi o delle "carte e deposizioni"...?! Ma lo vogliamo dire una volta per tutte che è strano che ciò non stia avvenendo mentre in passato su altre vicende avveniva con puntualità svizzera....!!!! Perchè proprio tu che sei il censore-provocatore per eccellenza non lo urli urbi et orbi ?!
Grazie ma proprio non si può tacere. Max

Lettera 5
Caro Dago, DAlema che lo ha sponsorizzato come segretario, dopo essere stato giubilato come consigliori ci viene a dire che Bersani é inadeguato! Ma va! La realtà e che lui e Veltroni come deus ex machina lasciano molto a desiderare e fino a che non lo avranno distrutto il PD non lo molleranno. Ma ormai ci manca poco.

Lettera 6
Caro Dago
culatello Bersani si era ben attrezzato per la sua campagna elettorale modello giardino zoologico: giaguari da smacchiare, ma soprattutto uno spin doctor chiamato alli...Gotor.
Il giaguaro non é stato smacchiato e l'alliGotor ha perso i denti... complimenti. Tafazzi al confronto è un sadico seriale...
serpico48

Lettera 7
Caro Dago,
eppure se ci si pensa è buffo. Nel suo film Lincoln, Spielberg ci presenta il presidente americano come un eroe che per realizzare un suo disegno politico si compra i parlamentari dell'opposizione e, usando tre faccendieri, li corrompe, a chi offrendo soldi, a chi promettendo posti, e tutti applaudono. Berlusconi ha fatto la stessa cosa con De Gregorio, ed è incriminato per corruzione, e diventa indegno di entrare in un governo di larghe intese.
Roland Delmay

Edoardo e Gianni Agnelli

Lettera 8
Dei pifferai magici esiste l'originale e la fotocopia. L'originale,Berlusconi, ha portato i topolini Monti ( a Bruxelles a fare il Commissario), Casini e Fini sul trono di Montecitorio, mentre la fotocopia,Monti,ha portato i topolini Fini ai giardinetti e Casini nelle vicinanze. Sarà una questione del piffero, ma questi sono i fatti. Antonio Pochesci

Lettera 9
Dear Dago,
e' inverosimile trovare in tutti i bar e le tabaccherie e quant'altro machinette slot, e persone di tutte le eta'che accanitamente si rovinano al gioco con buona pace dei gestori.Tutti zitti ,solo tu con il tuo sito potresti portare a conoscenza degli internauti il gravissimo problema.
Continuero'a seguirti ciao ileana

SERGIO DE GREGORIO E VALTER LAVITOLA

Lettera 10
Caro Dago,
Una persona intelligente come te non puo' non avere capito che le dimissioni del Papa sono un grande gesto. Solo un grande e nobile gesto di un uomo che si sacrifica per il bene della Chiesa e dei Cattolici. Perche', allora lo prendi sempre in giro ? Non ti bastano i politici ( tutti tranne il tuo pupillo Grillo...ovviamente...) ?
P.s. Inoltre prendere ingiro la chiesa Cattolica mi sembra, in questo periodo, un po' come sparare sulla Croce Rossa, dopo gli scandali che l'hanno colpita a torto o a ragione...
Perche' non prendi in giro qualche altra religione, meno pacifica della nostra ? Hai paura ?
Saluti,
Alberto

Lettera 11
Monti è il "padrone" dell'italia.
E' stato mandato a fare quel che ha fatto per permettere alla grande finanza, Goldmann Sachs, Rockfeller e Rothschild, di ridurci alla fame e comprarci per un tozzo di pane.
Se non ci riescono in un modo, la faranno in un altro e Berlusconi rompe questo progetto, non certo i grillini od il Bersani.
leonardo

CRAXI E BERLUSCONI AL MARE

Lettera 12
Dopo aver letto le giuste critiche del giornale brasiliano O Globo all'esito delle elezioni italiane, cresce il rammarico per non aver potuto candidare un galantuomo onesto e capace come il signor Cesare Battisti. Però è normale, certi talenti e certi cervelli un Paese evoluto come il Brasile giustamente non li lascia andare via tanto facilmente. Casomai li fa eleggere presidenti.
Little Tonno

Lettera 13
Caro Dago,
adesso sui giornaloni sono tutti bravi a redigere editoriali sulle ipotesi future per la costituzione di un governo. Tutti pronti a dare consigli, anche se durante la campagna elettorale la parola d'ordine per politici, commentatori, presentatori era quella del bla bla, con la passerella della visibilità, mentre Grillo, il nuovo Masaniello di turno, scorazzava sulle piazze d'Italia, con le folle oceaniche.

CESARE BATTISTI

Adesso vedo che c'è la riscoperta di Renzi ma è chiaro che Pd non può rinnegare Bersani e di conseguenza gli auspici su chi debba essere alla guida del governo dimostrano, come al solito, che in Italia la coerenza non è di moda. Quanto ai punti del nuovo governo, non sono certo gli otto punti di Bersani o i dieci di Grillo che possono essere risolti in un lasso di tempo che non sembra davvero lungo, prima di ritornare alle urne, almeno con una legge elettorale diversa. Cordiali Saluti. Giovanni Attinà

Lettera 14
Signori (!) di Dagospia, spero che non censurerete anche questo mio intervento. D'accordo che siamo nella fase propedeutica alla persecuzione dei cristiani-cattolici (precisiamo bene), però almeno salvate la faccia di pseudodemocratici. Il punto è questo: voi e quelli come voi, nemici acerrimi di Santa Romana Chiesa - i vostri attacchi agli uomini di Chiesa sono solo strumentali perchè si sa bene che non sono gli uomini, poveretti, il vostro bersaglio bensì la Dottrina di Cristo - scrivete e vi godete nel prevedere le sconfitte future della Chiesa.

Già vi leccate maliziosamente i baffi perchè si arriverà anche in Italia ai matrimoni sodomiti (cosa orrenda per ogni cattolico), alla fecondazione assistita libera (egoismo sfrenato dell'uomo e della donna), al femminismo (superbia folle della donna che avoca a sè il diritto di uccidere degli innocenti ma poi si vuole tutelare in tutti i modi dall'uomo, divenuto ipso facto un prevaricatore potenziale, come se abortire non fosse una prevaricazione assoluta): ebbene state tranquilli perchè era stato tutto previsto da nostro Signore.

monti papa ratzinger

La Fede vacillerà, l'uomo in generale, e in particolare quelli che dovrebbero dare l'esempio (Papa, vescovi e sacerdoti) saranno confusi, avranno paura; la Chiesa (quella vera dei fedeli) sarà perseguitata, sembrerà che tutto sia finito, che ci sia la vittoria di gente come voi Dagospioni. Purtroppo ci stiamo avvicinando alle previsioni di Gesù Cristo. L'importante, però, è che rimangano ancora alcuni saldi nella Fede, contro matrimoni sodomiti, e tutto il resto.
Io spero di essere saldo con l'aiuto di Dio.
Luciano.

Lettera 15
Caro Dago,
il sondaggione super segreto commissionato dal Pd per stimare (col senno di poi) il successo elettorale di Renzi mi lascia parecchio perplesso. Per vari motivi: primo, il Pd di Renzi avrebbe forse rubato il 3% al Pdl di Berlusconi, ma avrebbe rubato molto di più al Pdl di Alfano, che tra faide interne e primarie fantoccio era completamente allo sbando. O pensiamo che il Banana sarebbe tornato in campo anche contro Renzi, che ha 40 anni di meno?

MATTEO RENZI IN BICI

Secondo: a elezioni fatte, col m5s al 25%, gli elettori grillini sono galvanizzati. Quanti di loro, adesso, sono disposti ad ammettere che avrebbero votato per Renzi? Eppure sarebbero stati in tanti, basta pensare a quanto era calato Grillo nei giorni delle primarie del Pd e soprattutto del ballottaggio. Terzo: con Renzi candidato, gli elettori più di sinistra avrebbero votato per Ingroia? E che problema c'era? Se erano abbastanza da fargli superare lo sbarramento, ci si poteva alleare dopo il voto. E anche un accordo con Grillo sarebbe stato molto meno problematico di adesso. RP

Lettera 16
Salve DAGO,finalmente la politica italiana si adegua agli standard alberghieri mondiali.
Dai resort,alle camere a 5 stelle. Ti saluto come sempre e,mi allargo,buon fine settimana, Labond.

Lettera 17
gentile Dago, il povero Kung non mette al tappeto nessuno.E' una caricatura di pallone gonfiato che a cadenze regolari vomita bile e più passa il tempo si fa compatire. Rantolante GPII scrisse un mucchio di bassezze mancando del minimo rispetto umano che si deve agli agonizzanti. E' riverito dai media ma la gente comune ci fa il brodo con Kung. Ma indurito dall'invidia, dalla superbia e dalla sua mania di grandezza (citofonare Andreoli) non è più buono nemmeno per quello.
Maria Teresa Rocchi

HANS KUNG

Lettera 18
Caro Dago, premesso che compro 2 quotidiani al giorno (la Repubblica ed il Fatto, uno di destra ed uno di sinistra!) condivido in toto la tua analisi sullo stato della stampa in Italia, che ha inventato la Casta (nel senso che l'ha aiutata a raggiungere i livelli odierni) ma non è meno casta.

ACHILLE OCCHETTO

Vorrei dunque suggerire ai grillini tutti, quelli presenti in parlamento ovviamente, una cosa semplice semplice. Nel 1957 per silurare un certo Achille Lauro, sindaco della mia città, fu varata una legge, la 461 che all'articolo 10 stabilisce che non sono eleggibili "coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica".

In sede di discussione fu precisato che per "notevole entità economica" si intendeva qualunque concessione che eccedesse in valore quella di una tabaccheria. E' possibile in sede di proclamazione degli eletti applicare questa norma a Silvio Berlusconi che invano fu invocata da Paolo Sylos Labini, inascoltato, già nel 1994? Sfidino i parlamentari M5S, per usare il verbo che ha usato l'Unità, quelli del PD: si dichiari Silvio Berlusconi ineleggibile!
Buon lavoro PierEmilio D'Agostino, Napoli

Lettera 19
Mi stupisce come da tutta la sinistra, e quindi da quasi tutti i media, si rovesci la colpa della loro vittoriosa sconfitta sul povero Bersani. Analogo trattamento era già occorso a Veltroni, e prima a D'Alema e ad Occhetto. Bisogna rendersi conto che la sinistra perde non tanto per l'inadeguatezza dei capi, ma appunto in quanto tale.

Entrato nella cabina elettorale e chiusesi le misere tendine che garantiscono la segretezza del voto, l'italiano medio getta la sua maschera progressista e vota a destra, per garantirsi quanto meno lo status quo, la permanenza nei propri privilegi, grandi o piccoli che siano, pur nella consapevolezza che questi vengono svuotati anno dopo anno da fattori esogeni e incontrollabili, quali la globalizzazione, l'invecchiamento della popolazione ecc.
Certo, alcune fasce della nostra società sono orientate a sinistra, in massima parte le burocrazie e le altre categorie dipendenti da risorse pubbliche, ma sono minoritarie.

Grillo occupa un nuovo mercato, quello degli sfigati, degli esclusi, dei sottooccupati, ma ben difficilmente arriverà oltre il 30% dei votanti, anche perché l'unitarietà del suo movimento non potrà durare a lungo, senza il collante delle clientele e del potere. Rappresenta, a mio avviso, il moderno Lumpenproletariat, che ora è costituito dai precari, dal popolo del low cost, del last minute, del fast food, dell'hard discount. Persone rispettabilissime, s'intende, ma escluse dalla protezione di appartenere ad una casta consolidata.

Di fronte ad un tale scenario, che poteva fare di diverso il buon Bersani? Quando il "vostro" Renzi scenderà in campo, al massimo intercetterà i voti di Monti e Casini, ma perderà tutta l'ala sinistra senza sfondare sul fronte destro.

Lettera 20
Magistratura ad orologeria? L'ho già sentito dire, non è una novità. Mentana ha letto durante il suo TG7 le dichiarazioni di De Gregorio al PM con le quali ammette di aver ricevuto un milione di euro per l'associazione Italiani in America che lui rappresentava e di due milioni nei suoi conti correnti bancari aventi come scopo, secondo De Gregorio, la caduta del governo Prodi attraverso il suo passaggio al PDL trasferendosi, baracca e burattini, dall' IDV. Ora, riunire in una piazza il popolo del PDL in difesa di Berlusconi mi sembra inutile o meglio non dimostra niente.

Piuttosto si smentiscano le dichiarazioni rese nel corso dell'interrogatorio della magistratura. Una cosa mi sembra strana in questa brutta vicenda. Come mai il presunto corrotto si accorge solo adesso di aver ricevuto quel denaro con quello scopo dichiarato? O forse è una vendetta per non essere stato inserito nel listino di queste elezioni come è stato fatto con Scilipoti o con Razzi, contestati per gli stessi motivi ma eletti? Risulta che l'abbia dichiarato a liste elettorali ormai decise.
Tanti saluti
Giovanni Gennaro

 

OMICIDIO IN RIVA AL TEVERE - IL VICINO DEL FOTOGRAFO LO PRESTI LO HA SENTITO LITIGARE FURIOSAMENTE AL TELEFONO

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1. UN COLPO ALLA TESTA, UCCISO IL FOTOGRAFO DEI VIP - ROMA, GLI HANNO SPARATO DA UN METRO MENTRE FACEVA JOGGING LUNGO IL TEVERE
Massimo Lugli per "la Repubblica"

lo presti foto leone gmt

Quando l'hanno trovato a terra, sulla banchina del lungotevere, in tuta e calzoncini, il viso lordo di sangue, la prima ipotesi è stata quella di un infarto. Solo molte ore dopo, durante l'autopsia, il medico legale si è accorto del piccolo foro d'entrata nella parte destra della nuca e del proiettile deformato, quasi sicuramente un calibro 22, ancora conficcato nel cranio. È un giallo ancora tutto da decifrare l'omicidio di Daniele Lo Presti, 41 anni, detto "Johnny", "paparazzo" indipendente che collaborava con l'agenzia La Presse, trovato cadavere poco dopo le 17,20 all'altezza di Ponte Testaccio.

Il corpo è stato scoperto da alcuni amici che lo aspettavano per correre insieme e le ipotesi sono tutte sul tappeto tranne una: la rapina viene esclusa dagli investigatori. "Johnny" non aveva oggetti di valore addosso ed era uscito con le sole chiavi di casa legate al collo. Il portafogli e il cellulare sono stati ritrovati nel suo appartamento di via Ettore Rolli, poco distante dal luogo del delitto.

lo presti foto leone gmt

«Un ragazzo allegro e giovale, un professionista che faceva onore al suo mestiere, sempre pronto a partire per la Sardegna, Taormina o all'estero a caccia di uno scoop, pagando di tasca sua». Così Rino Barillari, "King of paparazzi", definisce Lo Presti. Originario di Vibo Valentia, l'ucciso viveva a Roma da vent'anni e aveva messo a segno diversi scoop nazionali e internazionali: Brad Pitt con una ragazza a Malta, Rihanna a Capri, Scarlet Johansson alla festa di Dolce e Gabbana, Sara Tommasi davanti a un bancomat in pose molto osé. In passato come molti fotoreporter romani aveva venduto le sue foto anche all'agenzia di Fabrizio Corona.

lo presti foto leone gmt

Negli ultimi tempi, forse scoraggiato da un mercato sempre più avaro, pensava di ritirarsi e aprire un ristorante in Calabria assieme a uno zio. Lo Presti non si era mai sposato e viveva assieme a un amico per dividere le spese. «Aveva le sue storie sentimentali, ma niente di impegnativo, si dedicava quasi esclusivamente al lavoro», racconta un collega.

lo presti foto leone gmt

Quattro anni fa, un precedente che il team investigativo di Renato Cortese, il capo della mobile, e Mario Viola, dirigente del commissariato di Monteverde, stanno riesaminando: il fotografo aveva ricevuto alcune minacce di morte in Calabria e la sua auto era stata data alle fiamme. In quel caso si trattava, a quanto sembra, di una storia di gelosia. Escluso un legame con la morte di un altro fotoreporter della stessa agenzia, Danilo Cerreti, 51 anni che, il 25 gennaio scorso, si schiantò col suo scooter contro gli archi di Porta Ardeatina. Sull'asfalto, nessun segno di frenata. Un incidente atipico di cui si occupò anche la trasmissione Chi l'ha visto?.

E nell'attesa di imboccare una pista precisa, gli investigatori stanno ripercorrendo le ultime ore della vittima. Due ore prima della sua morte, Lo Presti era andato a un appuntamento in Prati, vicino alla sede della Rai.

Poi era tornato a casa in macchina, si era cambiato per indossare la tenuta sportiva ed era uscito a piedi. Gli amici, con cui aveva ripreso di recente ad allenarsi per buttare giù qualche chilo, avevano deciso di cambiare il solito percorso perché l'Isola Tiberina era quasi allagata dalla piena. L'assassino potrebbe aver aspettato il fotografo all'uscita di casa e averlo seguito fino alla banchina. Poi lo sparo, forse preceduto da una lite. Il colpo, secondo chi indaga, è stato esploso da un metro e mezzo di distanza, ma il bossolo non è stato ritrovato e, senza sapere di che arma e munizioni si trattasse, queste valutazioni sono ipotetiche.

daniele lo presti

Denaro, amore, una foto al personaggio sbagliato, magari legato a un giro di malavita e perfino un cecchino che ha sparato al primo bersaglio disponibile, come nel caso Marta Russo: le ipotesi, in questa fase sono tutte valide. E tutte, ugualmente, campate in aria.


2. IL LITIGIO PRIMA DELL'OMICIDIO
Dall'articolo di Marco De Risi e Riccardo Tagliapietra per www.ilmessaggero.it

lo presti foto leone gmt

Quel che è certo, è che poche ore prima di morire Daniele Lopresti ha litigato con qualcuno. Se n'è accorto il vicino di casa che lo ha sentito urlare, forse al telefono, «almeno in cinque riprese, a distanza di un minuto una dall'altra» durante le quali il fotografo «sembrava molto arrabbiato e imprecava». I tabulati sono già nelle mani degli investigatori. Verso le 16.30, secondo la ricostruzione, Lopresti esce dall'appartamento al terzo piano di via Portuense 145.

Nessuno lo sente andarsene. Ha appuntamento con alcuni amici per una corsa, com'è abituato a fare ultimamente. Qualcun altro conosce le sue abitudini. Il reporter scende la riva del lungotevere e comincia a correre. All'altezza della volta di Ponte Testaccio incontra il suo assassino, non si capisce se andando o tornando dal giro. Un podista, dopo il ritrovamento del cadavere, dirà ai poliziotti di aver incrociato il fotografo lungo il percorso. Ma sono dichiarazioni confuse, come quelle degli amici.

RINO BARILLARI INNAMORATO

LE IPOTESI
Il magistrato, intanto, ha disposto gli esami tossicologici. Anche la perizia balistica è fondamentale. Capire l'angolazione del tiro e la forza d'impatto del proiettile è importante per la ricostruzione. Perché se è possibile che un killer abbia agito da solo sparando a distanza ravvicinata, c'è un'altra ipotesi che gli investigatori della squadra mobile non intendono lasciare al caso: qualcuno potrebbe aver sparato con una carabina da lontano. Una sorta di tiro al piccione che per errore, o forse no, ha incrociato la vita di Daniele Lopresti, il fotografo dei vip.


3. BARILLARI, RE DEI PAPARAZZI: "UN BRAVO RAGAZZO, NELLA SUA VITA SOLO SCOOP E AMICI"
Massimo Lugli per "la Repubblica - Roma"

«Un grande professionista, un ragazzo perbene, un paparazzo che faceva onore al suo mestiere». Nella sua carriera pluridecennale ne ha viste di tutti i colori ma la morte di Daniele Lo Presti lo ha visibilmente scosso. Rino Barillari, "King of papazzi", uno dei fotoreporter più noti in Italia e all'estero porta al collo una medaglietta col suo motto "La guerra è guerra": le ha prese di santa ragione da Vip e sconosciuti, si è fatto rompere una gamba per difendere una donna a piazza Navona, è stato accoltellato dagli ultrà ma una cosa del genere non l'avrebbe mai immaginata.

Come ricorda Lo Presti?
«Un bravissimo ragazzo, sempre allegro, conviviale, pronto alla battuta. Amava la buona cucina e la compagnia degli amici e dei colleghi, era completamente estraneo a giri loschi di qualunque tipo, era alla mano, allegro e generoso».

Col lavoro guadagnava bene?
«Aveva i suoi alti e bassi, come tutti noi. Negli ultimi tempi, questo mestiere è cambiato, i settimanali pagano sempre meno e paghiamo la concorrenza di chi fa gli scoop col cellulare e li vende quasi gratis. Daniele era uno che lavorava molto per conto suo, aveva realizzato degli scoop pazzeschi, andava in Sardegna, a Taormina o all'estero e spesso investiva di tasca sua senza portare a casa niente. Succede. Il suo era un modo di lavorare all'antica, col teleobiettivo e gli appostamenti. Ogni giorno passava per il centro, Villa Borghese, i bar e i ristoranti, aspettava il personaggio, lo seguiva, cercava di beccarlo al mercato o in una situazione particolare. Non si accontentava di uno scatto e via, cercava il servizio completo, la fotosequenza».

Aveva lavorato per Fabrizio Corona....
«Beh, qualunque paparazzo si rivolge a un buon venditore per piazzare le sue foto e Corona, prima dello scandalo, era il riferimento di molti fotografi della cronaca rosa. Di sicuro non era alle sue dipendenze».

Crede che il movente sia legato al lavoro?
«Mi sembra impossibile. Non riesco a pensare che si possa essere uccisi per una foto. E tanto per essere chiari escludo che Daniele possa essere stato coinvolto in una storia di ricatti. No, secondo me il movente è un altro ma non so quale».

Come mai molti fotografi non lo conoscevano?
«Era una persona schiva, uno che lavorava per conto suo, che cercava sempre uno scoop esclusivo».

 


AHI! TECH - GROUPON O GROUP-OUT? IL FONDATORE DEL SITO ANDREW MASON LICENZIATO DOPO LE PERDITE

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia
(Twitter: @andreaandrei_ )

1 - GROUPON O GROUP-OUT? ANDREW MASON, IL FONDATORE DEL SITO DI COUPON-SCONTO, LICENZIATO DOPO LE PERDITE E IL CROLLO IN BORSA
Da "The New York Times"
http://nyti.ms/13sbaAX

ANDREW MASON DI GROUPON

Dopo aver conosciuto un'espansione enorme nel giro di pochi anni, ora Groupon subisce una battuta d'arresto pesantissima. La discesa agli inferi dell'azienda che gestisce il sito re dei coupon con gli sconti è iniziata ieri, con la pubblicazione delle perdite trimestrali del titolo in Borsa: un tonfo del 24 per cento, per un totale di 81 milioni di dollari andati in fumo. Le conseguenze non si sono fatte attendere, e sono state più clamorose di quanto si potesse immaginare. Il fondatore e amministratore delegato Andrew Mason è stato licenziato in tronco.

Il manager, che è famoso anche per la sua creatività (fra le altre cose, è pure un musicista), ha comunicato la notizia ai dipendenti dell'azienda con il suo solito piglio ironico: "Dopo quattro anni di intenso e meraviglioso lavoro come ad di Groupon, ho deciso di dedicare più tempo alla mia famiglia. Stavo scherzando, sono stato licenziato. Se vi state chiedendo il perché... evidentemente non siete stati attenti".

Tutto gli si potrà dire, tranne che non sia dotato di grande senso dell'umorismo.


2 - GLI OSCAR DELLA TECNOLOGIA MOBILE: AI "GLOBAL MOBILE AWARDS 2013" PREMIATI L'ASUS NEXUS 7 COME MIGLIOR TABLET COMPATTO E IL SAMSUNG S3 COME MIGLIOR SMARTPHONE

Da "Globalmobileawards.com"
http://bit.ly/VL0rNz

ASUS NEXUS 7

È il Nexus 7 il miglior tablet compatto in circolazione. Lo ha stabilito la giuria dei "Global Mobile Awards 2013". La cerimonia, che si è tenuta nell'ambito del Mobile World Congress a Barcellona, ha assegnato il premio "Best mobile tablet" al dispositivo Asus per aver "portato credibilità nel segmento tablet da 7', introducendolo nel mercato di massa grazie a una perfetta combinazione di prestazioni e portabilità".

Il premio come miglior smartphone è invece andato al Samsung Galaxy S3, mentre quello per la migliore app se l'è aggiudicato Facebook. C'è da scommettere che qualcuno, in una città chiamata Cupertino, non abbia preso troppo bene la notizia.
L'intera lista dei premi assegnati e dei relativi vincitori è visionabile cliccando sul link sotto al titolo.


3 - PAPA-BUSINESS: SU EBAY SPOPOLANO LIBRI, GIORNALI E FRANCOBOLLI DEDICATI A BENEDETTO XVI

Se quando un cantante muore o si ritira dalle scene, il giorno successivo i suoi album toccano sistematicamente il record di vendite, anche per l'ormai Papa Emerito Benedetto XVI i "fan" si sono scatenati alla ricerca degli ultimi "gadget" a lui dedicati.

ANNUNCIO EBAY OSSERVATORE ROMANO DIMISSIONI PAPA RATZINGER

Certo, non si tratta di dischi (nonostante la passione conclamata di Ratzinger per la musica), ma di qualcosa di decisamente più affine alla figura di un pontefice: libri, francobolli e copie dei giornali che parlavano del suo "gran rifiuto".

Secondo un'analisi compiuta da Ebay.it, sul grande sito di e-commerce lo scorso il 12 febbraio (il giorno successivo all'annuncio delle dimissioni) si è registrato il picco di acquisti di oggetti dedicati al papa tedesco: in un giorno sono stati comprati 25 oggetti per una spesa totale di 500 euro.

L'oggetto che davvero è andato a ruba è stata la copia dell'11 febbraio dell'Osservatore Romano, che titolava "Papa Benedetto XVI lascia il pontificato": il quotidiano della Città del Vaticano è comparso in 85 inserzioni. Seguono in classifica i francobolli emessi in occasione dei tanti viaggi del pontefice (83 inserzioni) e i suoi libri (62 inserzioni).

Il "gadget" papale più costoso che è stato venduto è una serie ufficiale di Euro della città del Vaticano del 2008. Prezzo: 149 euro.
Certo non sarà paragonabile a Michael Jackson, ma guai a chi dice che Ratzinger non è entrato appieno nelle moderne dinamiche, sia sociali che commerciali, offerte da internet.

 

BURLESQUE, GO-GO DANCERS PELOSI IN TANGA, MERAVIGLIOSE CICCIONE ROCCHETTARE: BENVENUTI ALLA SERATA “TRASH!” DI MANHATTAN

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VIDEO BLUR - GIRLS AND BOYS: http://www.youtube.com/watch?v=WDswiT87oo8

Foto di Nate "Igor" Smith per www.villagevoice.com

WEBSTER HALL

DAGOREPORT

Il venerdì sera di Manhattan è solo al Webster Hall, la serata "TRASH!" che anima l'East Village. Eros libero e scatenato, una botta di musica indie, electro, new wave, & rock party, un palco dove sudano donne burlesque, go-go dancers pelosi in tanga, meravigliose ciccione rocchettare in stile Beth Ditto.

WEBSTER HALL

I dj Jess Marquis e Matty Glitterati fanno sballare centinaia di newyorkesi: bianchi, neri, asiatici, indiani, gay, trans, preppy e post-punk, tossici & straight-edge, disoccupati underground e banchieri di Wall street mascherati da strapponi.

Moda underground, musica sempre nuova che si mischia con un'aria camp e frivola che sogna gli "speakeasy" degli anni '20, la frociaggine dello Studio 54, e le feste a base di ecstasy anni '90. Tra un balletto smutandato e un "Late Nite Cabaret", drink scontati, e ingressi facilitati per chi si presenta alla porta conciato come un per-vestito, la notte al Webster Hall è lunghissima, e fatta solo di "girls who are boys who like boys to be girls who do boys like they're girls who do girls like they're boys", come cantavano i Blur...

WEBSTER HALL

 

 

WEBSTER HALL

 

IL BILANCIO USA “SEQUESTRATO” COLPISCE LE BORSE: MILANO -1,5% - SPREAD RISALE A 440 - OBAMA: “EFFETTO DOMINO DAI TAGLI"

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1 - BORSA: LA PAURA DEL SEQUESTER USA PENALIZZA I LISTINI, MILANO -1,5%
Radiocor - Lo spettro dei tagli alla spesa pubblica Usa (il cosiddetto 'sequester') e lo scenario macroeconomico in chiaroscuro hanno penalizzato i listini europei, che hanno terminato la giornata in ordine sparso. Il listino peggiore e' quello di Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha perso l'1,54% zavorrato dalle banche, tutte in rosso. Le vendite hanno colpito anche Mediaset, dopo la richiesta di condanna del presidente Fedele Confalonieri per la vicenda della compravendita dei diritti televisivi.

Obama con Boehner

Bene invece Parmalat, mentre torna di attualita' la speculazione su un possibile delisting da parte della controllante Lactalis. Sul mercato dei cambi, l'euro si mantiene sui minimi del 2013 sotto la soglia di 1,30 dollari. La moneta unica vale 1,2979 dollari (1,3080 ieri) e 121,10 yen (121,21), mentre il dollaro/yen e' a 93,32. In calo, infine, il prezzo del petrolio: il future aprile sul wti cede l'1,03% a 91,1 dollari al barile.

2 - OBAMA, DA TAGLI EFFETTO DOMINO, -750.000 POSTI
(ANSA) - I tagli automatici alla spesa avranno un "effetto domino" sull'economia e porteranno alla perdita di 750.000 posti di lavoro. Lo afferma il presidente americano Barack Obama.

fitch ratings

3 - SPREAD BTP-BUND CHIUDE SOTTO 340 PUNTI
(ANSA) - Lo spread Btp-Bund chiude poco sotto i 440 punti base, in rialzo di oltre 10 centesimi rispetto a ieri. Il rendimento del decennale italiano sale al 4,79%.

4 - ITALIA: FITCH, SCENARIO INSTABILITA' POLITICA AUMENTA PRESSIONE SU RATING
Radiocor - La prospettiva di un periodo prolungato di instabilita' politica dopo le elezioni del weekend aumenta la pressione sul rating s ovrano dell'Italia. E' quanto osserva oggi Fitch secondo cui l'instabilita' politica ha il potenziale per mettere a repentaglio la continuita' delle politiche seguite fino ad oggi e 'pesare ulteriormente su un'economia gia' in fase di indebolimento'. 'Quando a dicembre abbiamo confermato il rating dell'Italia ad 'A-' con outlook negativo, abbiamo detto che l'instabilita' politica e un periodo prolungato di incertezza sulle politiche economiche e fiscali e sulla continuita' di queste politiche potevano essere un fattore scatenante per un downgrade'.

ANTONIO VIGNI GIUSEPPE MUSSARI FOTO ANSA

5 - MPS: DA CDA AZIONE RESPONSABILITA' CONTRO MUSSARI, VIGNI, NOMURA E DB
Radiocor - Il Consiglio di amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena ha deciso di avviare azioni di responsabilita' e risarcitorie nei confronti dell'ex presidente, Giuseppe Mussari, e dell'ex direttore generale, Antonio Vigni, in merito alle operazioni strutturate in derivati Alexandria e Santorini. Azione di responsabilita' anche contro Nomura International Plc e Deutsche Bank, i due istituti coinvolti nelle due operazioni. Lo rende noto la societa' in una nota.

IL MANDATE AGREEMENT DI MPS A NOMURA jpeg

6 - E17: TASSO DISOCCUPAZIONE GENNAIO SALE ALL'11,9%, NUOVO RECORD
Radiocor - Il tasso di disoccupazione destagionalizzato dell'area euro e' salito all '11,9% in gennaio in lieve rialzo dall'11,8% di dicembre, aggiornando tuttavia il nuovo massimo mai toccato dalla diffusione della serie statistica Lo ha reso noto Eurostat. Il tasso di disoccupazione nell'Europa dei 27 e' del 10,8% in leggero aumento dal 10,7% del mese precedente.

Su base annua l'aumento e' consistente: nel gennaio 2012 la disoccupazione nell'Eurozona era al 10,8% e nell'Europa dei 27 al 10,1%. Il numero dei senza lavoro nell'Eurozona e' di 18,998 milioni, mentre nell'intera Europa e' di 26,217 milioni. Rispetto a dicembre, il numero di persone senza lavoro e' aumentato di 222mila unita' in Europa e di 201mila nell'Eurozona. Rispetto a gennaio 2012, l'aumento e' stato di 1,890 milioni in Europa e di 1,909 nell'Eurozona.

ANDREW MASON DI GROUPON

7 - GROUPON: VOLA IN BORSA DOPO USCITA A.D., +9,49%
(ANSA) - Groupon vola in Borsa dopo l'uscita dell'amministratore delegato, Andrew Mason. I titoli della società avanzano del 9,49% a 4,96 dollari.

8 - LAVORO: NEL 2012 TASSO DISOCCUPAZIONE SALE A 10,7%, TOP DAL 1993
Radiocor - Il tasso di disoccupazione nella media 2012 e' salito al 10,7%, il massimo dal 1993 (8,4% nel 2011). Nel Mezzogiorno arriva al 17,2%. Lo comunica Istat, segnalando che nel 2012 la disoccupazione cresce di 636mila unita', +30,2%. Ed e' al top dal '93 anche la disoccupazione giovanile che e' stata pari al 35,3%. E a gennaio la disoccupazione e' cresciuta ancora toccando l'11,7%, 4 decimi di punto in piu' rispetto al mese prima e 2,1 in piu' rispetto a un anno prima. In termini assoluti i disoccupati sono 3 milioni.

EURO DOLLARO

9 - EURO: SCIVOLA SOTTO 1,30 DOLLARI, LIVELLO PIU' BASSO DEL 2013
Radiocor - Euro sotto pressione a causa dell'aumento dell'avversione al rischio in seguito ai dati macroeconomici deludenti e all'avvio dei tagli all a spesa pubblica americana. La moneta unica ha toccato il livello piu' basso del 2013 sotto la soglia di 1,30 dollari (1,2986, minimo dall'11 dicembre 2012) e ora e' indicata a 1,3003 (1,3080 ieri). Un euro vale anche 120,68 yen (121,21).

JOHN ELKANN E SERGIO MARCHIONNE jpeg

10 - AUTO ITALIA: -17,4% IMMATRICOLAZIONI A FEBBRAIO, -16,8% GRUPPO FIAT
Radiocor - A febbraio il mercato italiano dell'auto ha registrato l'ennesima, pesante frenata con un calo del 17,4% delle immatricolazioni verso un anno prima a 108.419 unita'. Lo comunica il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, precisando che nel bimestre gennaio-febbraio il calo e' pari al 17,33% a 2222.406. I trasferimenti di proprieta' di auto usate sono saliti a febbraio dell'1,07% a 343.403 cosicche' il volume globale delle vendite nel mese (451.822) ha coinvolto il 24% di auto nuove e il 76% di auto usate.

Fiat Group Automobiles aumenta la quota a febbraio al 28,5% (+0,2 punti percentuali) e segna un calo del 16,8% delle vendite con il brand Fiat che segna una contrazione del 7,2% delle vendite e una quota al 21,6% (da 19,2% un anno prima). Nei primi due mesi il gruppo ha immatricolato 65mila vetture per una quota al 29,25% (+0,4 punti percentuali) con il brand Fiat che segna -8,23% per le vendite e una quota al 22,14% (da 19,94%).

Squinzi

11 - GOVERNO: SQUINZI, FORZE POLITICHE SI UNISCANO, ECONOMIA AL CENTRO
Radiocor - 'C'e' bisogno che le forze politiche si uniscano per raggiungere una svolta e pongano l'economia reale al centro, indipendentemente dagli schieramenti'. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo alla firma del nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo-Piccola Industria, accordo, il quarto dal 2009, teso a facilitare l'accesso e la continuita' del credito.

12 - BORSA: PRIMO GIORNO TOBIN TAX, NESSUN IMPATTO SUL VOLUME DI SCAMBI
Radiocor - Difficile vedere gia' oggi, al primo giorno, l'impatto sui volumi di Piazza Affari della Tobin Tax, imposta sulle transazioni finanziarie entrata in vigore questa mattina. La giornata di oggi 'e' statisticamente non rilevante', fanno notare gli operatori. Per notare gli effetti bisognera' aspettare almeno una settimana, anche perche' la tassa si applica alle operazioni sui titoli a partire da oggi, mentre non viene tassato il regolamento di transazioni gia' avvenute in passato (chi vende azioni gia' in portafoglio prima dell'entrata in vigore della tassa, non paga nulla).

IL DITO MEDIO DI CATTELAN ALLENTRATA DEL PALAZZO DELLA BORSA A MILANO

Inoltre, in un mercato depresso per l'incertezza politica italiana e i timori sul rischio Italia, e' ancora piu' difficile capire che portata ha l'introduzione della nuova tassa. Alle 17,36, secondo i dati di Borsa italiana, sono stati scambiati oltre 206 mila contratti (206.122), contro un totale ieri di 225.801, per un controvalore in linea sopra 1,9 miliardi di euro. Un calo rispetto alla vi gilia (-8,7%), che secondo gli esperti e' imputabile all'andamento negativo della borsa (Ftse Mib -1,54%) e alla minore attivita' tipica del venerdi'. Qualche impatto potra' vedersi, in termini di aumento dei volumi, nell'asta di chiusura e nell'after hours: la Tobin tax non si applica alle posizioni aperte e chiuse in giornata, quindi chi ha aperto una posizione la mattina potrebbe ricoprirsi a fine seduta.

Chi invece lascia la posizione aperta overnight (cioe' dopo la mezzanotte) deve pagare la tassa dello 0,12% sulla transazione. L'imposta, fanno notare i trader, si paga ovviamente una volta sola: se oggi acquisto 1000 azioni X per un controvalore di 10mila euro e domani le rivendo, dopo la mezzanotte avro' un addebito di 12 euro. Quando rivendero' i titoli non paghero' invece un'altra tassa. Se apro una posizione short con lo stesso controvalore, paghero' la tassa quando riacquistero' i titoli: tutto cio' a prescindere dal fatto che la posizione porti o meno un guadagno.

13 - CONTI PUBBLICI: ISTAT, NEL 2012 PIL -2,4%, DEFICIT AL 3%, DEBITO RECORD AL 127%
Radiocor - Il Pil e' sceso del 2,4% nel 2012. Cosi' l'Istat nella comunicazione del primo marzo relativa alla contabilita' nazionale d a commisurare sui parametri di Maastricht per l'euro. I consumi segnano un calo del 3,9% su anno, con la spesa delle famiglie a -4,3%; gli investimenti fissi lordi crollano dell'8%. Unica componente in aumento l'export con +2,3%. L'import scende del 7,7%. Il rapporto deficit/Pil nel 2012 e' sceso al 3% dal 3,8% del 2011. Il miglioramento e' dovuto all'aumento delle entrate, cresciute piu' delle uscite (+2,4% contro +0,6%).

Enrico Giovannini presidente Istat

L'ultima previsione governativa era del 2,6%; il 22 febbraio scorso la Commissione europea ha diffuso le proprie previsioni che vedevano il deficit italiano attestarsi al 2,9% del Pil nel 2012, con la prospettiva di uscire dalla procedura aperta per deficit eccessivo oltre il 3%. La pressione fiscale tocca i massimi dal 1990: nel 2012 ha raggiunto il record del 44% rispetto al Pil. L'Istat segnala che nel 2011 era al 42,6% come nel 2010 e nel 2008, mentre nel 2009 era al 43%. Le entrate correnti sono aumentate del 3,1%, con le imposte dirette e indirette inasprite del 5,2 %.

Il rapporto debito/Pil ha toccato, nel 2012, il livello record del 127%, il massimo dall'inizio delle serie storiche nel 1990. La fonte del dato e' la Banca d'Italia, ma la comunicazione avviene oggi da parte di Istat con il comunicato su Pil e indebitamento. Il target governativo per il debito/Pil era del 126,4%, mentre la previsione della Commissione europea di 127,1%. L'avanzo primario e' salito al 2,5% sul Pil dall'1,2% del 2011 (recuperando il livello del 2008) da 18,5 miliardi del 2011 a oltre 39 miliardi.

14 - SARAS: PESANTE PERDITA IN IV TRIM, RADDOPPIA A 35,2 MLN ROSSO 2012
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il Cda di Saras ha approvato i risultati preconsuntivi del 2012, che ha visto un tracollo dei risultati nell'ultima frazione dell'esercizio. Negli ultimi tre mesi la societa' ha infatti accusato una perdita netta adjusted per 18,8 milioni, che si confronta con l'utile di 11,1 milioni dello stesso periodo del 2011 e il risultato netto positivo per 49,5 milioni del terzo trimestre 2012. Nel periodo i ricavi sono rimasti stabili (2,95 miliardi), l'Ebitda comparabile e' risultato positivo per 17,6 milioni (-69% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente) e l'Ebit comparabile e' negativo per 35,4 milioni.

MASSIMO E GIANMARCO MORATTI DA L ESPRESSO

Il quarto trimestre, riporta una nota del gruppo petrolifero, "e' stato caratterizzato da condizioni di mercato estremamente difficili in sud Europa, sia per il comparto della raffinazione che per quello della distribuzione e marketing". L'intero esercizio 2012 si e' chiuso con una perdita adjusted di 35,2 milioni, piu' che raddoppiata rispetto ai -17,7 milioni che hanno segnato l'esercizio 2011. I ricavi sono aumentati dell'8% a 11,89 miliardi. L'Ebitda comparabile si e' attestato sui 217,3 milioni (-19%), mentre l'Ebit comparabile e' crollato dell'83% a 9,1 milioni. A fine dicembre la posizione finanziaria netta del gruppo risultava migliorata a -218 milioni (-653 milioni a fine dicembre 2011) e il cashflow era pari a 534 milioni (-9 milioni).

 

AD OGNI INTERVISTA DEL MAGO DALEMIX LE LAVATRICI SCOMPAIONO E LE DONNE TORNANO A LAVARE I PANNI NEI FIUMI…

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Annalena Benini per "Il Foglio"

DALEMA - OCCHETTO - BERSANI - LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA

Quando Massimo D'Alema ha liquidato Pier Luigi Bersani come "un uomo dell'Ottocento, purtroppo", e ha criticato la campagna elettorale antiquata, che non ha saputo cogliere la frattura fra cittadini e sistema politico, molti hanno pensato che stesse scherzando. Che volesse prendersi un po' in giro, fingersi Alessandro Baricco che spiega i motivi di una sconfitta, fare generosamente parodia di se stesso (essendo D'Alema pur sempre l'uomo che tolse il saluto a Roberto Giachetti perché aveva deciso di votare Matteo Renzi alle primarie del Pd, e che definì Beppe Grillo "un impasto di Bossi e Gabibbo").

dalema berlusconi

Ma poi D'Alema ha detto, nell'intervista a Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera: "Non è che possiamo fare un convegno culturale", parlando della necessità di governare per "salvare il paese", e si è reso evidente che non era un gioco. Non scherzava. Il ritorno di D'Alema sulle macerie del Pd, per dettare la linea, salvare il paese e spartire Camera e Senato fra il Movimento cinque stelle e il Pdl (pensando probabilmente che parlare a Marta Grande o a Fabrizio Cicchitto richieda lo stesso linguaggio sovietico) ha avuto lo stesso effetto di un film in costume. Spaziale o preistorico, non importa: un'altra epoca, un altro mondo.

Geronzi Dalema e Confalonieri

Arrivati fino in fondo all'intervista, aiutati dagli analgesici per il mal di testa (perché dire "le presidenze delle due assemblee parlamentari", se non per sadismo?), veniva l'impulso di abbracciare qualcuno, farsi pizzicare il braccio, chiedere che anno è, siamo ancora vivi, abbiamo già inventato Internet?

MASSIMO DALEMA E WALTER VELTRONI jpeg

A ogni intervista di D'Alema le lavatrici scompaiono e le donne tornano a lavare i panni nei corsi d'acqua. Poi corrono a votare Beppe Grillo. E' il simbolo della fine di una stagione politica, probabilmente è necessario ascoltare con smarrimento le parole: scontro pregiudiziale, governissimo, ruoli istituzionali di garanzia, aggredire il tema del debito, le tecnocrazie di Bruxelles, per capire che è finita.

DALEMA LEADER SKIPPER 2012

E' come ha detto Alessandro Baricco a Repubblica: "Uno come Bersani si può tenere la Bindi magari presidente della Camera, o mandare ancora la Finocchiaro in televisione a dire frasi che anche nella loro struttura sintattica non esistono più. La gente non parla più così, e loro non se ne sono accorti". Diventare all'improvviso (o forse a poco a poco, ma la percezione arriva in un istante preciso) un dinosauro, e non accorgersi che i dinosauri sono scomparsi, tutti camminano veloci per le strade, dove c'era l'erba ora c'è una città.

MASSIMO D'ALEMA

"Non so dove fanno i comizi, chi vedono, con chi vanno a cena. Boh", ha detto Baricco, l'uomo che guarda, l'altra faccia, consapevole, della fine di un mondo (e Walter Veltroni, che si fece da parte con stile e tempismo, si è finalmente potuto sfogare: "Mentre Berlusconi diceva: ‘Vi restituisco l'Imu', mentre Grillo avanzava al grido di: ‘Tutti a casa', ho visto che la risposta del Pd era affidata a un balletto organizzato sulla terrazza di Largo del Nazareno con un gruppo di persone che cantava ‘smacchiamo il giaguaro'"). Un mondo in cui Massimo D'Alema si ritiene pronto per andare al Quirinale (se il Moment ha fatto effetto e ho capito bene), e parlare delle tecnocrazie di Bruxelles, mentre Beppe Grillo, nel mondo reale, viene proclamato imperatore per acclamazione.

Massimo DAlema in compagnia di Fabio Mussi Capodanno i due erano gi nella dirigenza del Pci di Pisa dalema cachemirizzato su CHIdalema vietcong

 

STEVEN TYLER, 6MLN $ IN COCA (E SOLO PRIMA DEL 1986): “MI SONO SNIFFATO MEZZO PERU”

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

1 - STEVEN TYLER, 6MLN $ IN COCA (E SOLO PRIMA DEL 1986): "MI SONO SNIFFATO MEZZO PERU"...

STEVEN TYLER

In Touch Weekly - Il rocker Steven Tyler dice di essersi sniffato 6 milioni di dollari in cocaina prima di entrare per la prima volta in un centro di disintossicazione nel 1986. Nessuna idea di quanto possa aver speso fino ad oggi..."Si potrebbe dire che mi sono sniffato mezzo Peru'", dice sfrontato.


2 - ALLE NOZZE DI RIHANNA E CHRIS BROWN, MARIJUANA PER GLI OSPITI...

RIHANNA E CHRIS BROWN

Star Magazine - "Star" riporta che Chris Brown e Rihanna hanno deciso di sposarsi con una delle cerimonia piu' stravaganti della storia: ci saranno mangiafuoco, tatuatori, camerieri senza magliette e canne di marijuana gia' pronte per intrattenere gli ospiti.... 


3 - IL PREMIO OSCAR JENNIFER LAWRENCE SI FA UNA CANNA ALLE HAWAII (FOTO)...

JENNIFER LAWRENCE ALLE HAWAII

http://bit.ly/Z1ww0Y
http://bit.ly/YDqanP
The InQuisitr e Just Jared -
"Just Jared" ha postato delle foto del Premio Oscar Jennifer Lawrence che tiene in una mano una bottiglia di vino e nell'altra una ‘sigaretta sospetta' che pare sia proprio uno spinello.

JENNIFER LAWRENCE ALLE HAWAII

La star e' sul balcone del suo hotel di lusso alle Hawaii, dove sta girando delle scene del suo nuovo film "Hunger Games: Catching Fire": guarda il tramonto rilassata e felice, abbracciando una sua amica. Jennifer non fuma, sostiene il sito, per questo tutti credono che sia proprio di marijuana. 
Guarda le foto nella gallery...

 

4 - BRAD SPOSERA' ANGELINA A MAGGIO... BRAD PITT E ANGELINA JOLIE

http://bit.ly/WkSqBi
Now -
Il fiorista di Brad Pitt dice che l'attore ha partecipato in maniera attiva all'organizzazione delle sue anticipatissime nozze con Angelina Jolie.

La sposera' questo maggio a Chateau Miraval, una settimana dopo la fine del Festival Di Cannes: la cerimonia' sara' all'aperto sotto la luce del tramonto con tanti fiori selvaggi. Solo per le composizioni floreali spenderanno all'incirca 30 mila sterline!


5 - RYAN GOSLING E JAMES FRANCO SI LITIGANO IL RUOLO DI PISTORIUS...

RYAN GOSLING

Star Magazine - Hollywood sta gia' sognando un Oscar per il film sulla vita del vincitore Olimpico Oscar Pistorius, che ha ucciso la sua fidanzata e modella Reeva Steenkamp il giorno di San Valentino.

Due star del grande schermo starebbero gia' litigando  per ottenere il ruolo super ambito di Pistorius: i bellissimi Ryan Gosling e James Franco.


6 - MICHELLE WILLIAMS MOLLA IL BOYFRIEND CON UN SMS...

LONDRA: MICHELLE WILLIAMS

http://bit.ly/147CJLU
http://bit.ly/147CL6k
Just Jared e Star Magazine -
Michelle William ha mollato il suo boyfriend Jason Segel con un sms. "Si sente molto in colpa ma non se la sentiva di affrontarlo di persona", dice una spia. Che freddona!

Guarda le foto di Michelle con Mila Kunis e James Franco a Mosca e a Londra per le premiere di "Oz the Great".
Tutte le immagini nella gallery...


7 - MAMMA AFFOGA FIGLIO DI 9 ANNI PERCHE AVEVA IL PISELLO TROPPO PICCOLO...

MOSCA: MILA KUNIS, JAMES FRANCO E MICHELLE WILLIAMS

http://bit.ly/WkSfWJ
The InQuisitr -
Secondo il "Huffington Post" una donna indonesiana 38enne ha affogato il figlio di 9 anni perche' aveva il pene troppo piccolo. L'agente di polizia incaricato del caso rivela che la mamma, preoccupata per le dimensioni del pene del figlio ha preferito ucciderlo.

LONDRA: MILA KUNIS

Era convinta questa fosse la giusta ed unica soluzione possibile, rivela il detective. La donna ha ucciso il figlio affogandolo nella vasca da bagno, poi lo ha vestito ed e' andata al piu' vicino commissariato di polizia per confessare l'omicidio.

Dice di essere perfettamente consapevole del suo crimine e di averlo fatto per evitare problemi al figlio nel futuro. la polizia ha richiesto una consulenzai psichiatrica della donna.


8 - JESSICA CHASTAIN INNAMORATA DI UN ITALIANO...

JESSICA CHASTAIN

Star Magazine - Jessica Chastain, 35 anni, sta frequentando Gianluca De Preposulo ma secondo la rivista "Star", l'italiano non ha buone intenzioni. Una fonte sostiene che la sta solo usando per la sua fama.

E' conosciuto per aver frequentato molte modelle, alcune perfino contemporaneamente. Il "conte italiano" e' amico di George Clooney edi  Leonardo Di Caprio.


9 - JENNIFER ANISTON E JUSTIN THEROUX, SPOSI ENTRO LA FINE DI MARZO...

JENNIFER ANISTON E JUSTIN THEROUX

http://bit.ly/Wvf4l8
Radar Online -
Secondo "People", la data di nozze tra Jennifer Aniston e Justin Theroux si sta avvicinando. Si dice che la star e lo sceneggiatore si sposeranno questo mese davanti ai familiari e agli amici in un'intima cerimonia. 


10 - PAMELA ANDERSON "PIAGNONA DISPERATA"...

PAMELA ANDERSON

Star Magazine - Pare che Pamela Anderson sia in crisi a causa della sua carriera "finita", per l' eta' "avanzata" e per "mancanza di soldi". Ha perfino dovuto mettere in vendita la sua amatissima casa di Malibu' per estinguere i debiti e le tasse non pagate.

"Non riesce a dormire e piange continuamente. E' la tipica crisi di mezza eta'... sicuramente. Non ha piu' fan e progetti per il futuro", rivela un insider a "Star" magazine. Povera Pamela!

 

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