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1- ZIO TOM è TORNATO IN AMERICA O È SCAPPATO DALLA ROMA? IL MISTERO DIBENEDETTO (IL NO A UN NUOVO STADIO E ALCUNI INTERROGATIVI SBIRCIANDO IL BILANCIO DELLA SENSI) 2- NOMINE, ACCORDO LETTA-TREMONTI: DIMEZZATO GUARGUAGLINI, UNA SFORBICIATA IN ALTO (GNUDI E POLI) E UNA VERSO IL BASSO NELLA FORESTA DEI CONSIGLIERI (DOVE È DIVERTENTE RENDERE LA VITA DIFFICILE A PRESIDENTI E AD CHE NON HANNO ATTRIBUTI) 3- VATICANO SPACCATO: GRANDI MOBILITAZIONI, ANCHE ECONOMICHE, IN VISTA DELLA BEATIFICAZIONE DI PAPA WOJTYLA, NESSUN VOLONTARIATO PER GLI IMMIGRATI DI LAMPEDUSA 4- IL LATTE DI PASSERA: ABBANDONATO DA BAZOLI, SUPPORTATO DA \"REPUBBLICA\", ENTRO VENERDÌ IL BANCHIERE A PALLINI DOVRÀ RIUSCIRE A METTERE INSIEME PER LA SECONDA VOLTA DOPO ALITALIA UNA CORDATA DI PATRIOTI ITALIANI DISPOSTI A CACCIARE 4 MILIARDI PER ANNULLARE LA SCALATA DEI FRANCESI ALL’AZIENDA DI COLLECCHIO 5- NON DITE A RITA RUSIC CHE L’AITANTE (VERSO IL BASSO) CANIO MAZZARO COMPRA BIOERA

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Tremonti e Gianni Letta Dal Riformista

1- NOMINE, ACCORDO LETTA-TREMONTI: DIMEZZATO GUARGUAGLINI, UNA SFORBICIATA IN ALTO (GNUDI E POLI) E VERSO IL BASSO NELLA FORESTA DEI CONSIGLIERI (DOVE È DIVERTENTE RENDERE LA VITA DIFFICILE AI PRESIDENTI E AGLI AMMINISTRATORI DELEGATI CHE NON HANNO ATTRIBUTI)
Invece di stare seduti comodamente sulle loro poltrone, molti manager delle imprese pubbliche in scadenza stanno aggrappati alla scrivania in attesa di conoscere il loro destino.

Ormai mancano poco più di un centinaio di ore alla definizione delle liste che Giulietto Tremonti presenterà per il rinnovo delle presidenze e dei consigli di amministrazione delle più importanti aziende controllate dal Tesoro, e qualcuno scrive che domani il ministro e Gianni Letta dovrebbero chiudere i giochi.

LA COPPIA GUARGUAGLINI GROSSI

Nella giornata di ieri si è sparsa la voce del tutto infondata che le scelte di Eni, Enel, Finmeccanica e delle altre società in ballo, sarebbero slittate di un paio di mesi usando la norma governativa che ha dilazionato i tempi dell'assemblea di Parmalat.

In realtà non sembra che ci sia bisogno di questo stratagemma e nemmeno di una pausa di riflessione perché la stagione delle nomine si chiuderà nei tempi previsti applicando il manuale Cencelli già utilizzato nella Prima Repubblica.

Flavio Cattaneo

In quell'epoca a dividersi poltrone e strapuntini erano numerosi partiti mentre adesso il perimetro decisionale si stringe tra la presidenza del Consiglio e la Lega. Questi due soggetti hanno già trovato l'accordo sul criterio di base che dovrà essere seguito: una sforbiciata in alto dove si trovano alcuni presidenti, e verso il basso nella foresta dei consigli di amministrazione. È una strategia che parte dall'idea di dare continuità ai vertici operativi dove si trovano amministratori delegati come Paoletto Scaroni, Fulvio Conti e Flavio Cattaneo.

Dalla cima più alta dell'albero del potere dovrebbero scendere invece personaggi come Piero Gnudi e Roberto Poli, il primo potrà tornarsene nello studio da commercialista che ha creato negli anni 60 a Bologna. E la stessa cosa potrebbe avvenire per il 73enne Poli a meno che il Cavaliere di Arcore non voglia riconoscergli l'ennesimo tributo.

ROBERTO POLI PIERO GNUDI

Per la poltrona di Enel il candidato forte è Augusto Fantozzi, l'uomo che per 3mila euro al giorno ha gestito la liquidazione della vecchia Alitalia, ma il colpo a sorpresa potrebbe arrivare con Gianfranco Tosi, l'ingegnere meccanico che è stato sindaco di Busto Arsizio e dal maggio 2002 siede tra i consiglieri della società per l'energia.

Il punto più delicato riguarda il comandante supremo Guarguaglini che ieri dall'alto del suo ufficio in piazza Monte Grappa ha assistito senza battere ciglio a un piccolo assalto di anarchici con il volto coperto e lattine di vernice rossa. Già domenica sera a "Report" il Guargua aveva subito l'attacco di Milena Gabanelli, la Giovanna d'Arco dei poveri, che dopo aver parlato per circa due ore della Fiat ha appiccicato nei titoli di coda una puntina di veleno nei confronti di Finmeccanica e ha infierito con violenza (perfino esagerata) nei confronti dell'Enav.

Umberto Bossi e Moglie Manuela MArrone

C'è chi sostiene che nonostante il 2% nelle mani dei libici, la guerra in quel Paese non danneggi la riconferma di Guarguaglini che nel 2008 ha portato nella pancia di Finmeccanica il colosso americano Drs produttore di armi e di sistemi di sicurezza. Smuovere Guarguaglini in questo momento porrebbe un delicato problema di rapporti con l'alleato statunitense, quindi il discorso si stringe sulla designazione di un amministratore delegato che vada a bilanciare i suoi poteri.

giuseppe ZAMPINI

E qui i "barbari" della Lega, guidati da Manuela Marrone, seconda moglie di Umberto Bossi, hanno già detto che il loro candidato è Giuseppe Orsi, l'attuale amministratore di AgustaWestland. Resta da capire se al Tesoro vorranno spendersi per Alessandro Pansa (ben visto dal pallido direttore generale Vittorio Grilli) piuttosto che per Zampini, l'attuale amministratore di Ansaldo Energia.

Massimo Sarmi postino

L'ultimo nodo da sciogliere in cima all'albero del potere riguarda Massimo Sarmi, il manager dalle orecchie generose che Tremonti porta in palmo di mano per la Banca del Mezzogiorno. L'alternativa a Sarmi continua a portare il nome di Massimo Ponzellini, il massiccio banchiere bolognese che non vede l'ora di tagliare la corda da quella Banca Popolare di Milano dove il mancato aumento di capitale ha fatto crollare ieri il titolo in Borsa di oltre il 7%.

MASSIMO PONZELLINI

La sforbiciata verso le poltrone più alte ha contorni abbastanza definiti, ma il manuale Cencelli vedrà una folla di anonimi personaggi nei consigli di amministrazione dove è divertente rendere la vita difficile ai presidenti e agli amministratori delegati che non hanno attributi.


2- VATICANO SPACCATO: GRANDI MOBILITAZIONI IN VISTA DELLA BEATIFICAZIONE DI PAPA WOJTYLA, NESSUN VOLONTARIATO PER GLI IMMIGRATI DI LAMPEDUSA
Nei palazzi del Vaticano è in corso un dibattito molto vivace sul problema degli immigrati che hanno invaso Lampedusa.

CARDINAL BAGNASCO

Nei giorni scorsi il cardinal Bagnasco ha sottolineato la necessità di politiche che portino "al riconoscimento degli immigrati come cittadini, soggetti di diritti e di doveri". Questa dichiarazione, che è stata riportata dal portavoce della Cei, Monsignor Domenico Pompili (un prelato che molti danno in uscita), è parsa troppo debole rispetto al dramma che si vive nell'isola siciliana.

Nelle stanze d'Oltretevere si sottolinea che Bagnasco non è uomo dai toni duri e che fin dal maggio di due anni fa ha insistito sul binomio accoglienza-legalità. C'è una parte della Chiesa, soprattutto quella di periferia, che stenta a capire il buonismo e preferisce rifarsi alle parole del Vangelo ("verranno da Oriente e da Occidente, da Settentrione a Mezzogiorno, su cavalli, carri, portantine, muli, dromedari") e ricorda le grandi migrazioni dei testi biblici.

Per questi esponenti vaticani valgono le parole pronunciate dall'arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi quando dieci anni fa disse che lo Stato era stato colto di sorpresa dall'ondata migratoria "mostrando incapacità di gestire razionalmente la situazione...". In quell'occasione Biffi aggiunse anche che "le comunità cristiane erano sprovviste di una visione concreta".

Papa Giovanni Paolo II e colombe della pace

I fautori di una linea decisa in grado di mobilitare le masse del volontariato cattolico, mettono sotto accusa l'impegno che il Vaticano sta mostrando in questo momento in vista della beatificazione di Papa Wojtyla; una strepitosa mobilitazione che richiederà per il 1° maggio enormi risorse e grandi sforzi organizzativi. A Lampedusa non si è visto nulla di questo. Le varie Caritas e Comunità di Sant'Egidio non sono arrivate in massa con barconi carichi di pani e di pesci, e certamente non è bastato l'annuncio del vescovo di Agrigento che vuole celebrare la veglia pasquale nella parrocchia dell'isola.

Finora la polemica è rimasta nascosta sotto gli arazzi delle gallerie pontificie, ma il malessere comincia a serpeggiare e qualcuno chiede che l'8 per mille diventi un 8 per diecimila, tanti quanti sono i profughi che il "cattolico" Bossi vorrebbe fuori dai coglioni.


3- IL LATTE DI PASSERA: ABBANDONATO DA BAZOLI, SUPPORTATO DA "REPUBBLICA", ENTRO VENERDÌ IL BANCHIERE COMASCO DOVRÀ RIUSCIRE A METTERE INSIEME PER LA SECONDA VOLTA DOPO ALITALIA UNA CORDATA DI PATRIOTI ITALIANI DISPOSTI A CACCIARE 4 MILIARDI PER ANNULLARE LA SCALATA DEI FRANCESI ALL'AZIENDA DI COLLECCHIO
Corradino Passera sta giocando in queste ore una partita difficile.

LAMPEDUSA porto_bloccato_pescatori

Entro venerdì il banchiere comasco dovrà riuscire a mettere insieme per la seconda volta dopo Alitalia una cordata di patrioti italiani disposti a cacciare 4 miliardi per annullare la scalata dei francesi all'azienda di Collecchio.

Per adesso le risposte dei potenziali patrioti sono deludenti. Come Dagospia aveva annusato i Ferrero di Alba stanno facendo marcia indietro e preferiscono giocare in solitario secondo una collaudata tradizione di riservatezza che li ha portati a costruire l'impero della Nutella. Il 57enne capo di Intesa sa che non può contare nemmeno sull'appoggio del suo presidente Abramo-Bazoli che non ha affatto digerito l'accusa di arzillo vecchietto lanciata dall'amico di Corradino, lo scarparo Della Valle, e medita tremende vendette.

Corrado Passera

Ad aiutare il comasco ex-McKinsey manca anche il cosiddetto "salotto buono" che lui stesso ha snobbato in un'intervista rilasciata il 27 settembre al "Financial Times" quando ha detto (tra le risate dei lettori) di non conoscere nemmeno l'indirizzo del salotto della finanza.

A dargli una mano in prima linea è rimasto il quotidiano "Repubblica" che considera la partita aperta grazie all'aiutino legislativo dai contorni protezionistici che è stato fornito da Giulietto Tremonti. Da tempo è chiara la simpatia del giornale di De Benedetti nei confronti del banchiere di Intesa, e c'è chi ricorda il lungo articolo apparso alla fine del luglio 2008 in cui Scalfari abbracciava con parole commosse il manager ex-Olivetti.

BAZOLI

"Si era fatto tardi - scrisse Scalfari - ci accommiatammo e andammo verso le auto. Il cielo era terso, splendeva sulle nostre teste il Carro dell'Orsa...ci abbracciammo...Corrado era contento della lunga rimpatriata e io pure. Ti auguro il successo che ti meriti, gli dissi montando nella mia auto, gli passai accanto e sulla strada sterrata aggiunsi: era meglio vendere ad Air France. Lui rispose: "può darsi ma a noi ci hanno chiamato dopo".

della valle colosseo

La stessa cosa è avvenuta per Parmalat. Palazzo Chigi ha chiamato Passera dopo che i francesi di Lactalis hanno staccato un assegno da 1,5 miliardi. Forse è tardi per ripetere l'impresa.


4- UN PEZZO DI CONFINDUSTRIA STA DECIDENDO IL SUO FUTURO
Dalle 10 di questa mattina un pezzo di Confindustria sta decidendo il suo futuro.

Si tratta dell'Associazione che fino a poco tempo fa riuniva le aziende di telecomunicazioni, informatica e radiotelevisione sotto la guida di Stefano Pileri, il manager che nel novembre 2009 ha lasciato Telecom per Italtel.

EUGENIO SCALFARI

Da alcune settimane un altro Stefano, di cognome Parisi, ha deciso di uscire da Confindustria Servizi Innovativi e di portare le società dei telefoni in un organismo più rappresentativo. Nella riunione di questa mattina i due Stefano (Pileri e Parisi) sono assenti e la patata bollente è rimasta nelle mani del vicepresidente vicario Ennio Lucarelli, un piccolo imprenditore romano dell'informatica.

Stefano Pileri

Dalla riunione di oggi si capirà se le multinazionali dell'informatica e le altre associazioni di servizi hanno intenzione di camminare ancora sotto la sigla della vecchia Federazione, oppure di dar vita a un nuovo organismo. In bocca a tutti resta l'amarezza per la decisione di Parisi di mettersi in proprio e per il fallimento totale della presidenza Pileri.


5- NON DITE A RITA RUSIC CHE L'AITANTE CANIO MAZZARO FA ACQUISTI (BIOERA)
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Canio Mazzaro, ex-compagno di Daniela Santanchè e Rita Rusic ha messo a segno nei giorni scorsi un colpetto industriale.

RITA RUSIC CANIO MAZZARO

L'imprenditore di Potenza che piace alle donne ha deciso di rilevare l'azienda Bioera specializzata nei cosmetici e nell'erboristeria. L'aitante Mazzaro è già amministratore delegato del Gruppo farmaceutico Pierrel e ha rilevato Bioera dalla liquidazione".

6- ZIO TOM E' TORNATO IN AMERICA O È SCAPPATO DALLA ROMA? IL MISTERO DIBENEDETTO
E' questa la domanda che il popolo della "Magica" Roma si sta ponendo in queste ore dopo l'improvvisa partenza di Tom Dibenedetto, il misterioso imprenditore di Boston sul quale Unicredit ha puntato per vendere la squadra del Pupone.

Atterra a roma tom dibenedetto Mezzelani GMT

Non si sa se abbia preso il volo di ritorno in classe turistica come aveva fatto nel viaggio che l'ha portato nella Capitale con il tripudio dei tifosi e soprattutto degli studi legali che hanno accumulato montagne di parcelle per gestire l'operazione. L'unica cosa certa è che lo zio Tom ha fatto crollare il titolo in Borsa di oltre il 5% e sembra intenzionato a portare per le lunghe la trattativa.

La Sensi foto GMT

C'è chi sospetta che non se ne farà nulla e che Unicredit vada incontro a una figuraccia tale da incrinare la sua immagine sul mercato romano. D'altra parte è difficile mettere i destini della squadra nelle mani di un uomo che risulta titolare di una società offshore nel Delaware con un capitale di appena 1.000 dollari e con tre partner sconosciuti che avrebbero preso l'impegno a versare ciascuno 10 milioni di dollari.

wc05 gianni petrucci

"Ma i soldi a Roma ancora non si sono visti", scrive Gianni Dragoni sul "Sole 24 Ore", e forse non si vedranno mai perchè la trattativa nello studio Grimaldi di via Pinciana si è incagliata su due punti che sembrano insuperabili. Il primo è rappresentato dalle difficoltà che lo zio Tom avrebbe trovato nel progetto di costruire un nuovo stadio alternativo all'Olimpico.

Su questa idea si sono alzate le voci scandalizzate di Gianni Petrucci, e di chi attribuisce al progetto intenti soltanto speculativi. Se non posso fare lo stadio - avrebbe detto il paffuto zio Tom - non se ne fa nulla perchè di avere soltanto una squadra da ricostruire e un brand da gestire il business mi interessa ben poco.

A queste perplessità si aggiungono alcune ombre che sarebbero state sollevate nel corso delle trattative dai legali che difendono il misterioso americano. Nel bilancio della Roma avrebbero rilevato zone oscure e debiti di incerta definizione. Quanto basta per dare al bostoniano che ha una società da 1.000 dollari un alibi perfetto per riprendere l'aereo.

 


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