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vaffanbanka! (prima o poi le volpi finiscono in pellicceria) - UBI ANNUNCIA UN AUMENTO DI CAPITALE DI UN MILIARDO, ed è subito PANICO IN PIAZZA AFFARI: I coefficienti patrimoniali imposti da Basilea 3 costringeranno prima o poi molte banche DAVANTI A UN BIVIO: CAPITOLARE O RICAPITALIZZARE - La terra è franata non solo sotto i piedi anche a Bpm (-7%), e Banco Popolare ma anche a due vittime eccellenti come Intesa Sanpaolo (-4,5%) e Unicredit (-3,6%)...

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1 - AUMENTI DI CAPITALE, LA PAURA SCUOTE LE BANCHE
Rodolfo Parietti per "il Giornale"

Piazza Affari

Più che la scure di Standard& Poor's calata su Grecia e Portogallo, è stato il batter cassa a sorpresa di Ubi a spalancare ieri in Piazza Affari una voragine. Lì dentro, uno dopo l'altro, si sono infilati i titoli bancari, in un collasso collettivo provocato dai timori che l'annuncio, giunto lunedì a Borsa chiusa, di un aumento di capitale da un miliardo di euro sia solo il primo anello di una lunga catena.

VICTOR MASSIAH

I coefficienti patrimoniali imposti da Basilea 3, e in particolare la soglia minima del 7% alla voce Core tier 1 (la capacità di sostenere l'attività con il patrimonio), costringeranno - prima o poi molte banche a un adeguamento dei propri ratios. Fatta salva la componente emotiva, a giudicare dalla risposta del mercato i tempi sembrerebbero più ravvicinati di quanto si pensasse.

Intesa

L'istituto guidato da Victor Massiah è andato infatti incontro a una punizione severissima, con il titolo a fine seduta crollato del 12,36% e retrocesso a 6,02 euro, un livello che non si vedeva dal marzo 2009. «Una reazione un po' eccessiva », è stato il commento eufemistico del presidente dell'istituto, Emilio Zanetti. «Siamo una banca robusta e rigorosa, lo stiamo dimostrando con la volontà di stare alle regole del gioco», ha aggiunto Massiah.

Unicredit piazza Cordusio

La terra è franata sotto i piedi anche alle altre due banche in odore di un aumento ravvicinato, ovvero Bpm (-7%), che in serata ha poi smentito di avere in programma operazioni di rafforzamento del capitale, e Banco Popolare (-6,9%), tra le indiziate a causa di un Core tier 1 del 5,7% nonostante i due miliardi di liquidità messi in cassaforte lo scorso anno. Mps (-4,5%) ha limitato un po' i danni, ma il fuggi-fuggi generale ha mietuto anche due vittime eccellenti come Intesa Sanpaolo (-4,5%) e Unicredit (-3,6%), ritenute dagli analisti in una posizione migliore.

MARIO DRAGHI

Di fatto, l'annuncio di Ubi ha colto di sorpresa il mercato. Anche perchè l'operazione sul capitale, la cui realizzazione avverrà presumibilmente in estate, non sarebbe stata sollecitata dalla Banca d'Italia. La recente esortazione del governatore, Mario Draghi, a continuare nel processo di rafforzamento e a comunicare eventuali decisioni prima della seconda ondata di stress test, ha però indotto Ubi a rompere gli indugi. Come peraltro confermato dal presidente del consiglio di sorveglianza Corrado Faissola: l'operazione «non era strettamente necessaria» ma si è voluto «anticipare i tempi».

Così come la Borsa, neppure gli analisti hanno gradito, al punto da bersagliare la banca con una raffica di riduzioni del target price. È convinzione comune che Ubi avesse i margini per ricorrere ad altri tipi di interventi,non avendo tral'altro Tremonti bond da rimbor­sare. Equita Sim, che ha abbassato il prezzo obiettivo a 6,7 euro, parla di «semplice conversione del Smc bond» per portare al 7,6% il Core tier 1. Con l'aumento, il parametro salirà all'8,01%, ben sopra la soglia minima richiesta.

Corrado Faissola

2- BIPIEMME, RICAPITALIZZAZIONE BOCCIATA PONZELLINI FINISCE IN MINORANZA
Da "il Giornale"

Stallo nel consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Milano, chiamato ad approvare il bilancio 2010 e il prospettato aumento di capitale per restituire all'istituto la necessaria solidità patrimoniale in vista di Basilea III. Superato l'ostacolo dei conti intorno alle ora17.00, la discussione si è incagliata sulla ricapitalizza­zione.

GIULIO TREMONTI

L'operazione, secondo quanto trapelava ieri sera dai corridoi di Piazza Meda, sarebbe infatti stata da subito bocciata dal cda con un voto terminato con 13 voti contrari e solo cinque favorevoli: Mario Artali, Carlo dell'aringa, Francesco Bianchi, Franco Debenedetti e lo stesso presidente Massimo Ponzellini.

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Uno smacco per l'imprenditore- banchiere che nelle ultime settimane ha speso tutta la propria influenza per coinvolgere Mediobanca nell'operazione e per far digerire l'aumento all'Associazione degli Amici e a quanti tra i sindacati interni vorrebbero vedere cadere la testa del direttore generale Fiorenzu Dalu prima di chiedere ai soci di mettere mano al portafogli. Così come a nulla sarebbe valso il tentativo di Ponzellini di ribaltare la volontà del cda, chiedendo un supplemento di discussione in cui avrebbe difeso a spada tratta l'aumen­to.

Un'arma a doppio taglio, anche perché molti consiglieri avrebbero ritenuto eccessivo l'ammontare del ricapitalizzazione prospettata: 600 milioni. Il banchiere dovrà ora gestire lo strappo con i sindacati interni (gli unici che hanno votato con lui sono stati i consiglieri espressi della Fiba Cisl) che concorrono alla governance di Bpm tramite l'associazione degli Amici. In pochi insomma capiscono perché Ponzellini abbia deciso di arrivare alla conta.

 


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