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LIBIA, CHE FARE?– QUANDO L’AMBIZIONE FRANCESE SARA’ RIDOTTA ALLA STATURA DEL MAL-NATO SARKOZY, SI CERCHERA’ UNA MEDIAZIONE PACIFICA CON GHEDDAFI – ITALIA, TURCHIA E RUSSIA SONO GIà IN PRIMA FILA PER TROVARE UNA SOLUZIONE DIPLOMATICA AL CONFLITTO – LA VIA SOFT è BENEDETTA IN SILENZIO ANCHE DAGLI AMERICANI CHE NON HANNO NESSUNA VOGLIA DI IMPANTANARSI IN UN’ALTRA GUERRA…

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Da "Il Foglio"

Berlusconi e Sarkzy

Un caccia francese ha distrutto un jet della famiglia Gheddafi che tentava di violare la "no fly zone" in vigore sui cieli della Libia. Il raid è avvenuto ieri su Misurata ed è stato confermato da fonti americane. Non è l'unico attacco portato a termine dalla coalizione: gli aerei europei hanno sorvolato Tripoli e si sono spinti sino a Sabha, che si trova a 750 chilometri dalla costa. La maggior parte degli obiettivi militari risulta distrutta dopo una settimana di bombardamenti.

La flotta aerea di Gheddafi non esiste più, le strade intorno a Bengasi sono pulite e le strutture difensive del regime hanno ormai ceduto. Ma gli scontri tra l'esercito e i ribelli proseguono da Ajdabiya a Misurata, e i caccia alleati non possono fare molto per fermarli. Questo punto è ben chiaro agli ambasciatori che si muovono da giorni nei corridoi della Nato così come al governo francese, che rimane l'unico, vero sostenitore della guerra contro Gheddafi.

Gheddafi arringa i fedeli a Tripoli dopo i bombardamenti

Il ministro degli Esteri di Parigi, Alain Juppé, ha domandato pazienza ai partner europei e ha aggiunto che la campagna potrebbe durare "giorni o settimane". Il numero dei paesi entusiasti cala giorno dopo giorno. Cresce, al contrario, quello dei governi che si preparano a mediare con Gheddafi - o che hanno già cominciato a farlo. Gli impegni assunti con la Nato non impediscono a Roma di cercare una soluzione diplomatica alla crisi: il capo della Farnesina, Franco Frattini, ha avuto ieri un colloquio con il leader dei ribelli e ha rinnovato il sostegno al cessate il fuoco in Libia.

ERDOGAN

Sulla stessa linea è la Turchia, che fa parte della Nato e ha un ruolo di leadership nel medio oriente. Pochi giorni fa, il premier Recep Tayyip Erdogan diceva che non avrebbe mai appoggiato un intervento militare, ma l'attivismo di Nicolas Sarkozy lo ha convinto a cambiare opinione. Erdogan ha compreso che l'unico modo per avere influenza in questa fase è ridurre il peso dei francesi trasferendo il comando delle operazioni al Patto atlantico.

Vladimur putin

Il governo di Ankara ha garantito quattro navi e un sommergibile alla causa, e ha annunciato che la guida militare passerà alla Nato "nel giro di due giorni" - la regia politica sarà affidata a un "gruppo internazionale di alto livello", come avviene con la missione Isaf. La Turchia ha ancora diplomatici a Tripoli: i quattro giornalisti del New York Times liberati in settimana dall'esercito sono stati consegnati proprio all'ambasciatore turco, segno che i contatti fra i due governi sono costanti.

OBAMA

Con Italia e Turchia si muove la Russia, uno dei paesi del Consiglio di sicurezza che si sono astenuti al momento di votare la "no fly zone". Il presidente, Dmitri Medvedev, ha accolto tutte le decisioni della comunità internazionale, ma ha un canale aperto per la mediazione. Mosca ha appena nominato un nuovo inviato nell'Africa del nord, Mikhail Margelov, lo stesso uomo che ha gestito il dossier Sudan. "Non sappiamo se le trattative porteranno risultati - dice oggi Margelov - Quello di cui siamo certi è che la Russia ci può provare".

 


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