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LA POLITICA È COSÌ UNITA SULLA CRISI LIBICA CHE IL SENATO VOTA SU 5 RISOLUZIONI - LO SBARACKATO FA IL TIFO PER I RIBELLI: “SPERIAMO SAPPIANO ORGANIZZARSI” - C’È UN FILO DIRETTO TRA L’ONU E GLI INSORTI A BENGASI - ATTACCATE LE TRUPPE DI GHEDDAFI A MISURATA (DOVE I CECCHINI HANNO FATTO 16 MORTI), MA PER IL PENTAGONO NESSUN SEGNO DI RITIRO - SHOW DEGLI INSORTI: PRIGIONIERI SOTTO I FLASH…

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1. SENATO; VOTO SU CINQUE RISOLUZIONI IN TARDA SERATA...
(ANSA)
- Nell'Aula del Senato è cominciata a discussione generale sulla crisi libica, dopo le comunicazioni dei ministri degli Esteri Franco Frattini e della Difesa, Ignazio La Russa. Gli iscritti a parlare sono 16 e dopo sono previste le repliche dei due ministri. A chiusura del dibattito generale ci saranno le dichiarazioni di voto e sono iscritti a parlare i sei capigruppo delle forze politiche presenti a Palazzo Madama. Al termine ci saranno le votazioni sulle risoluzioni che al momento sono cinque: una della maggioranza, mentre Idv, Pd Terzo Polo ne hanno presentata una ciascuno.

Gheddafi arringa i fedeli a Tripoli dopo i bombardamenti

La quinta risoluzione è stata presentata dai radicali e alcuni senatori del Pd come Francesco Ferrante e Roberto Della Seta (ecodem), Gianrico Carofiglio, Anna Maria Carloni, Andrea Marcucci, Giancarlo Sangalli, l'ex portavoce di Prodi Silvio Sircana e un senatore dell' Udc-Svp-Autonomie Enrico Musso. Questo vuol dire che il voto finale ci sarà in tarda serata.

2. FRATTINI,TORNARE A REGOLE,COMANDO UNIFICATO NATO...
(ANSA)
- Era "necessario partire con un azione urgente che scongiurasse il massacro dei civili" e ora "dobbiamo tornare alle regole con un unica catena di comando unificato alla Nato". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenendo al Senato.

3. FRATTINI, POCO REALISTICO CHE GHEDDAFI PREVALGA...
(ANSA)
- "E' poco realistico che alla fine Gheddafi prevalga". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini al Senato.

4. ONU, FILO DIRETTO TRA BENGASI E PALAZZO VETRO...
(ANSA)
- I ribelli libici di Bengasi hanno un filo diretto con diplomatici e funzionari delle Nazioni Unite: la delegazione libica all'Onu è ora interamente schierata con gli insorti, che stanno costruendo una rete diplomatica parallela a quella del regime. Nonostante l'opposizione del colonnello Muammar Gheddafi, che vorrebbe la nomina di un nuovo ambasciatore all'Onu, i diplomatici della Libia al Palazzo di Vetro sono diventati i portavoce degli insorti a Bengasi, e trasmettono a giornalisti e colleghi i comunicati del Consiglio Nazionale di Transizione.

RIBELLE PREGA VERSO LA MECCA

"La Libia sarà uno Stato che rispetterà pienamente il diritto internazionale", si legge nel primo messaggio arrivato da Bengasi. Se il Colonnello verrà spodestato, la Libia degli insorti "parteciperà alle relazioni internazionali in maniera responsabile e costruttiva, ed in buona fede".

5. OBAMA A CNN, INTERVENTO HA GIA' EVITATO CATASTROFE...
(ANSA)
- - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è convinto che grazie all'intervento della coalizione internazionale, "in Libia sono già state salvate vite umane" ed è stata "evitata quella che poteva essere una catastrofe" umanitaria. E' quanto Obama ha detto in un'intervista esclusiva concessa alla CNN, di cui l'emittente ha diffuso i primi stralci. "A Bengasi vivono 700 mila persone - ha sottolineato Obama -. Gheddafi aveva promesso che non avrebbe avuto alcuna pietà. Invece questa catastrofe ha potuto essere evitata proprio in forza di questo intervento".

GHEDDAFI E OBAMA

6. OBAMA A CNN, SPERIAMO RIBELLI SAPPIANO ORGANIZZARSI...
(ANSA)
- Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha espresso oggi la "speranza" che in Libia i ribelli "sappiano organizzarsi" in modo da arrivare "presto" in Libia "ad un governo democratico legittimo, espressione delle loro aspirazioni". E' quanto Obama ha detto in un'intervista alla CNN, ribadendo che l'intervento militare della coalizione è stato deciso "per ragioni umanitarie in ottemperanza della risoluzione Onu 1973, per proteggere la popolazione civili". Obama, che in patria deve affrontare una serie di critiche per non aver preventivamente informato il Congresso dell'intervento militare americano, ha detto che la coalizione cercherà "di dare supporto ai ribelli", nella speranza appunto che "sappiano organizzarsi".

FRANCO FRATTINI

7. PENTAGONO, NESSUN SEGNO RITIRO FORZE GHEDDAFI...
(ANSA)
- I dati dell'intelligence non mostrano segno di ritiro delle forze libiche pro Gheddafi da Misurata e Ajdabiya. Lo ha detto oggi l'ammiraglio americano Gerard Hueber.

8. PENTAGONO, BOMBARDAMENTI NON HANNO FATTO VITTIME CIVILI...
(ANSA)
- Non vi sono indicazioni che gli attacchi della coalizione sulle città libiche abbiano causato vittime civili. Lo ha detto oggi l'ammiraglio americano Gerard Hueber. L'ufficiale americano ha detto che il pattugliamento della no-fly zone sulla Libia si è esteso adesso a tutta la regione costiera della Libia.

9. PENTAGONO, ATTACCATE FORZE TERRA GHEDDAFI...
(ANSA)
- Le forze della coalizione hanno attaccato dall'aria le forze pro Gheddafi che minacciano le città di Ajdabiya, Misurata e Zawiya. Lo ha detto oggi l'ammiraglio americano Gerard Hueber.

Nel mirino delle forze della coalizione ci sono forze meccanizzate, postazioni di artiglieria e piattaforme mobili per il lancio di missili, ha precisato l'ammiraglio americano Hueber.

la russa

10. INSORTI,CECCHINI RAIS FANNO 16 MORTI A MISURATA...
(ANSA-REUTERS)
- I cecchini di Gheddafi avrebbero fatto oggi 16 morti nella città di Misurata, in Libia, 170 km a est di Tripoli. Lo dice Hafiz Ghoga, portavoce ufficiale del consiglio nazionale degli insorti.

11. SHOW INSORTI, PRIGIONIERI SOTTO I FLASH. A BENGASI RIBELLI ORGANIZZANO 'PASSERELLA' PER INVIATI
(Laurence Figà-Talamanca per l’ANSA)
- Una passerella di 'prigionieri di guerra', messa in scena a favore di giornalisti e telecamere di tutto il mondo. E' accaduto oggi a Bengasi, roccaforte degli insorti libici, dove il servizio stampa della 'Rivoluzione del 17 febbraio' ha organizzato una 'visita guidata' nella base militare '7 aprile' alle porte della città, per una cinquantina di inviati stranieri a bordo di un pullman. Tre uomini, presentati come prigionieri, sono stati fatti sfilare in una stanza bianca e spoglia davanti alle telecamere, ognuno per una breve testimonianza in arabo, poi tradotta in inglese da uno degli organizzatori.

Adel Busifi, l'unico dei tre con addosso una divisa, ha detto di essere una guardia della sicurezza di Muammar Gheddafi e di essere stato catturato tre giorni fa ad Ajdabyia, dove da giorni si confrontano ribelli armati e miliziani governativi. "Sono stato trattato molto bene e sarò presto rilasciato perché ho sposato la causa della 'Rivoluzione' ", ha raccontato secondo quanto riferito dall'interprete. Qualche scatto di flash, pochissime o nessuna domanda. Poi è la volta di Muftah al Kadiki, un giornalista di Alzahaf al Akdar.

"Sono stato arrestato nella mia casa di Bengasi. Sono stato trattato molto bene", assicura anche lui. In effetti nessuno dei tre porta segni di maltrattamenti. "E' un alto ufficiale di Gheddafi, riferiva nostre informazioni strategiche a Tripoli", spiega ancora l'interprete-organizzatore. Come lo avete scoperto? chiede un giornalista. "Conosciamo tutti qui", è stata la risposta più che evasiva. L'ultimo dei tre, Islam Jaballah, ha detto di essere della guardia nazionale: "Mi sono consegnato spontaneamente ai rivoluzionari per aderire alla battaglia anti-Gheddafi", ha dichiarato anche lui.

 


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