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2011: FUGA DA TRIPOLI - AL ARABIYA: “GHEDDAFI È ANCORA NEL PAESE” - I SOLDATI SI UNISCONO ALLA RIVOLTA E FORZE DELL’ORDINE SI DANNO AI SACCHEGGI DI UFFICI E BANCHE - 61 MORTI OGGI A TRIPOLI - L’UE PENSA ALL’EVACUAZIONE DEI CITTADINI EUROPEI - FINMECCANICA, BP, STATOIL E SHELL HANNO GIÀ COMINCIATO IL RIMPATRIO - FRATTINI FA IL VAGO (IN ATTESA CHE SILVIO DETTI LA LINEA SULLA SORTE DEL SUO AMICONE MUAMMMAR) - ENI E IMPREGILO OSTENTANO SICUREZZA - IL DOPO GHEDDAFI È UN FAMILY AFFAIR? I FIGLI DEL COLONNELLO GIOCANO LA LORO PARTITA PER TENERE IL POTERE…

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libia

1 - TV, GHEDDAFI ANCORA NEL PAESE NON IN VENEZUELA...
(ANSA)
- Il leader libico Muammar Gheddafi è ancora nel paese e non si è rifugiato in Venezuela. Lo hanno detto fonti libiche alla tv al Arabiya, smentendo voci diffusesi in nottata.

2 - TESTIMONI, SOLDATI SI UNISCONO A MANIFESTANTI...
(ANSA)
- Testimoni oculari hanno detto che a Tripoli soldati si sono uniti ai manifestanti anti-Gheddafi. Lo riferisce al Jazira.
Sempre secondo l'emittente l'esercito avrebbe rifiutato di dispiegarsi nella città di Bani Walid. Inoltre, afferma ancora al Jazira, nella caserma di Ajdabia, si sarebbero verificate esplosioni causate da "velivoli ignoti".

3 - AL JAZIRA, OGGI 61 MORTI A TRIPOLI...
(ANSA)
- Si contano 61 morti oggi a Tripoli: lo afferma la tv satellitare Al Jazira, citando fonti mediche nella capitale libica.

4 - IN FIAMME ANCHE UFFICIO GOVERNO CENTRALE...
(ANSA) -
Tra le sedi dei Comitati rivoluzionari di Tripoli dati alle fiamme c'é anche l'ufficio del governo centrale, uno dei principali edifici istituzionali della capitale libica. Lo afferma la tv al Jazira.

LIBIA

5 - FORZE ORDINE SACCHEGGIANO UFFICI E BANCHE...
(ANSA) - L
a tv satellitare al Jazira riferisce che a Tripoli forze dell'ordine si sono date a saccheggi di uffici e banche e che tutte le città della zona a sud della capitale, Jebal Nafusa, sono i mano ai ribelli.

6 - MINISTRO SPAGNA, UE PENSA EVACUAZIONE EUROPEI...
(ANSA)
- La Ue sta considerando di evacuare i suoi cittadini dalla Libia, in particolare dalla città di Bengasi. Lo ha riferito il ministro spagnolo degli esteri Trinidad Jimenez, al suo arrivo al consiglio esteri della Ue.

"Siamo estremamente preoccupati, stiamo coordinando l'eventuale sgombero dei cittadini dell'Unione europea dalla Libia, in particolare da Bengasi", ha dichiarato ai giornalisti Trinidad Jimenez. Al contrario, il ministro francese degli affari europei, Laurent Wauquiez, ha detto di ritenere che "per il momento non ci sono minacce dirette" che necessitano il reimpatrio dei 750 francesi che abitano in Libia.

Manifestazioni in Libia

7 - BP E STATOIL INIZIANO EVACUAZIONE DIPENDENTI
(ANSA-AFP-REUTERS) -
La britannica Bp e la norvegese Statoil hanno iniziato l'evacuazione del personale dalla Libia. Il gigante Bp completerà l'operazione entro le prossime 48, mentre la gran parte del personale della Stateoil ha già lasciato il Paese. Lo riferiscono le due compagnie petrolifere.

8 - SHELL RIMPATRIA FAMIGLIE DIPENDENTI...
(ANSA)
- Royal Dutch Shell ha annunciato di aver evacuato temporaneamente le famiglie dei propri dipendenti espatriati in Libia. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg. "Continuiamo a monitorare molto da vicino la situazione nel Paese", afferma un portavoce della compagnia petrolifera.

9 - FINMECCANICA STA RIMPATRIANDO DIPENDENTI...
(ANSA)
- Finmeccanica sta rimpatriando i propri dipendenti italiani dalla Libia. Lo confermano fonti vicine all'azienda, precisando che si tratta di poche persone, meno di dieci, e che stanno rientrando in queste ore in Italia.

libia

10 - ENI, AL MOMENTO ATTIVITA' PROCEDONO NELLA NORMALITA'
(ANSA)
- Le attività di Eni in Libia procedono al momento nella normalità, nonostante la crisi che sta investendo il Paese. Lo affermano fonti del gruppo energetico.

11 - IMPREGILO, IN CANTIERI SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO...
(ANSA)
- La situazione nei cantieri di Impregilo in Libia al momento è "sotto controllo". E' quanto si apprende da un portavoce della società impegnata in opere di urbanizzazione, nella realizzazione di una sala conferenze a Tripoli e nella costruzione di 3 centri universitari in altre città del Paese. Secondo il portavoce del gruppo, i dipendenti nel Paese sono circa 50 e c'é "un contatto costante con il ministero degli Esteri e con l'ambasciata italiana a Tripoli".

Manifestazioni in Libia

12 - FRATTINI, AVVIARE PROCESSO RICONCILIAZIONE. PAURA PER DIVISIONE TRA TRIPOLI E CIRENAICA...
(ANSA)
- In Libia "il processo di riconciliazione nazionale deve partire in modo pacifico arrivando poi ad una Costituzione libica: sarebbe un obiettivo fondamentale". Lo ha detto il ministro degli esteri Franco Frattini, al suo arrivo al consiglio esteri a Bruxelles facendo riferimento al percorso proposto da Seif al-Islam..

Frattini ha espresso grande preoccupazione "per il fatto che si stanno affermando ipotesi come quelle di emirati islamici nell'est della Libia". "A poche decine di chilometri dall'Europa questo costituirebbe un fattore di grande pericolosità", ha detto il ministro. "Sono molto preoccupato per una Libia divisa a metà, tra Tripoli e la Cirenaica", ha ribadito Frattini.

saif gheddafi

13 - MOTI DI PIAZZA E FAIDA TRA FRATELLI: LA DOPPIA GUERRA DI TRIPOLI...
Giampiero Gramaglia per "Il Fatto Quotidiano"

Le proteste contro il colonnello Muammar Gheddafi, amico di Mr B e padrone della Libia dal 1969, sono ancora indecifrabili e possono avere diverse matrici: dissenso politico, contrasto tribale, o faida familiare. E, forse, sono un mix di tutte queste componenti. La componente tribale è suggerita dal fatto che, mentre la Cirenaica, l'Est del Paese, è in fiamme, a Tripoli il Colonnello può permettersi di girare in auto scoperta, incontrando una folla di sostenitori.

gheddafiHannibal Motassim Bilal Gheddafi

E la faida familiare trova qualche avallo nelle posizioni apparentemente diverse assunte da alcuni dei 6 figli del leader libico. Seif al Islam, cioè Spada dell'Islam, 38 anni, nomea da riformista e studi alla London School of Economics, pare non stare contro la protesta: ne dà notizie sul sito e sul giornale Oea, come una volta si chiamava Tripoli, e sostiene la richiesta di dotare la Giamahiria di una Costituzione. Seif rappresenterebbe la nuova guardia, contro l'attuale establishment guidato dal premier Baghdadi Ali al-Mahmudi.

Invece, Saad, 37 anni, certo il figlio di Gheddafi più conosciuto in Italia, intenderebbe assumere l'incarico di sindaco di Bengasi per proteggere la popolazione: lo avrebbe detto lui stesso a una radio locale, secondo quanto riferito da abitanti di Bengasi alla Reuters. Fino a un po' di tempo fa, Saad non pareva interessato al lavoro paterno: calciatore con sole due presenze in Serie A - l'esordio nel Perugia, contro la Juve, poi una a Udine - e una squalifica per doping, capitano della Nazionale, presidente della Federazione calcistica.

FRANCO FRATTINI

Superata l'età dello sport attivo, Saad si sarebbe scoperto una vocazione politica e, secondo quanto riporta il sito Libya al-Youm, ritenuto vicino alle opposizioni, sarebbe stato tra i fedelissimi assediati dai manifestanti in un hotel di Bengasi. Per liberarlo, il governo avrebbe inviato un commando composto da 1500 uomini della sicurezza guidati - è sempre un affare di famiglia - dal genero del leader, Abdullah Senoussi.

Pure due fratelli più piccoli di Seif e Saad, Muatassim Billah, 32 anni, e Khamis, 31 anni, sono attivamente accanto al padre. Muatassim Billah, consigliere per la sicurezza nazionale e Khamis, studi in un'accademia militare russa, comandante di un battaglione militare che sarebbe stato impiegato ad Al Baida, l'epicentro delle proteste, sembrano piuttosto schierati dalla parte della repressione.

PAOLO SCARONI

In queste beghe, non si ha invece notizia della posizione di Hannibal, il figlio di Gheddafi arrestato a Ginevra nel luglio 2008, dopo che due suoi domestici maltrattati lo avevano denunciato e conseguente caso diplomatico con la Ue (e l'Italia dalla parte di Tripoli).

E si continua a parlare della possibilità di un ritorno al potere di Abdessalam Jallud, ex delfino del dittatore, come soluzione alla crisi.

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI

Intanto alcuni familiari del Colonnello (la moglie, con la figlia Aisha e i suoi bambini) avrebbero lasciato la Libia, con un volo per Dubai.

L'incertezza sulla valenza degli eventi in Libia è generale. La prudenza nelle valutazioni non è, invece, di tutti. Stefania Craxi, sottosegretario agli Esteri, sostiene che "le critiche al governo di Tripoli sembrano non scalfire il forte rapporto che esiste tra Gheddafi e il suo popolo".

Se questo è il trend, i figli ci creeranno qualche problema, candidandosi alla successione su posizioni diverse. Un auspicio: non puntiamo su Saad, noto per il caratteraccio, come l'Uday Hussein libico, il figlio di Saddam ucciso con il fratello Qusavy dalle forze speciali Usa nel 2003.

 


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