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1- C’È UN UOMO, TORINESE, 57 ANNI, CHE COME PRESIDENTE DI ASSOGESTIONI STA GIOCANDO UNA PARTE IMPORTANTE PER LE NOMINE DI PRIMAVERA NELLE GRANDI SOCIETÀ PUBBLICHE. È DOMENICO SINISCALCO L’ASSO NELLA MANICA DI GIULIETTO TREMONTI 2- BANCA DEL SUD, OVVERO L’ENNESIMA SCONFITTA DEL RAMPOLLO DI CESARONE ROMITI 3- \"LA STAMPA\" JUVENTINA, IN MANIERA POCO URBANA, MATA IL TORO URBANO CAIRO 4- QUELLO STRANO MONITO DI DRAGO DRAGHI CONTRO L’AUMENTO DELLE TASSE: HA MESSO LE MANI AVANTI PER EVITARE CHE IL GOVERNO DEL CAVALIERE COLGA L’OCCASIONE DELLA GUERRA PER METTERE SULLE SPALLE DEGLI ITALIANI UNA BELLA PATRIMONIALE? 5- A TRIESTE SONO PARTITE LE SCOMMESSE SUL VERTICE DI GENERALI. IN CITTÀ SONO CONVINTI CHE LE SPARATE DI BOLLORÈ E DIEGUITO DELLA VALLE FINIRANNO PRIMA DI PASQUA. NESSUNO È IN GRADO DI DIRE IN QUESTO MOMENTO SE A MANGIARE L’UOVO SARÀ GERONZONE O GIOVANNI PERISSINOTTO, CHE ORMAI TUTTI CHIAMANO PERISSI-ROTTO

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1 - L'ASSO NELLA MANICA DI GIULIETTO TREMONTI SI CHIAMA DOMENICO SINISCALCO
C'è un uomo, torinese, 57 anni, due figlie e un bel curriculum, che con la discrezione tipica dei sabaudi sta giocando una parte importante per le nomine di primavera nelle grandi società pubbliche.

siniscalco

È Domenico Siniscalco, per gli amici Mimmo, l'economista che per due volte è stato ministro del Tesoro e per due volte si è dimesso. I compagni di scuola del liceo Alfieri e dell'università di Torino ricordano ancora il suo stretto rapporto con Franco Reviglio, l'ex-professore ed ex-ministro che portò Mimmo in cattedra e allevò la pattuglia dei "Reviglio boys" della quale hanno fatto parte Giulietto Tremonti e Alberto Meomartini (l'attuale presidente di Assolombarda).

GIULIO TREMONTI

Il faccione largo di Siniscalco non deve trarre in inganno perché dietro quell'aria paciosa si nasconde un carattere duro e malizioso; ne sa qualcosa lo stesso Reviglio con il quale l'economista ha rotto i rapporti disconoscendone la paternità. E più di tutti ne sa Tremonti con il quale Mimmo ha avuto scazzi tremendi riuscendo a sostituirlo come ministro del Tesoro nel luglio 2004, una carica che gli è stata riconfermata nel terzo governo Berlusconi, e dalla quale si è dimesso per contrasti sul Governatore Fazio.

MEOMARTINI

Nonostante le divergenze politiche e caratteriali i rapporti tra Giulietto e Mimmo non si sono mai interrotti e in questo momento sembrano rafforzati. Entrambi si considerano dei supertecnici, ma mentre l'ex-tributarista di Sondrio non perde occasione per ostentare il suo sussiego, Siniscalco si muove in maniera più felpata. È quanto sta facendo in questo momento come presidente di Assogestioni, l'Associazione italiana dei gestori del risparmio che rappresenta oltre 290 società di investimento, numerose banche e imprese di assicurazioni, che operano nell'ambito della gestione individuale e della previdenza complementare.

Franco Reviglio

Questa struttura semisconosciuta esercita un ruolo importante nella designazione dei consiglieri indipendenti che devono entrare a far parte nelle società in scadenza (Eni, Enel, TelecomItalia, ecc.). Anche dentro le Generali di Trieste si ritrovano tre personaggi designati da Assogestioni, e ieri il "Corriere della Sera" ha messo in bella mostra le loro fotografie scrivendo testualmente che Siniscalco come presidente di Assogestioni "è rimasto in sintonia con il suo predecessore e successore, Giulio Tremonti, impegnato a contrastare la calata dei francesi in Italia".

Cesare Calari

Forse per pura coincidenza uno di questi tre consiglieri cosiddetti indipendenti, Cesare Calari, insegna alla John Hopkins University, la stessa università dove Siniscalco è stato professore. Si tratta di una casualità che non deve far pensare a un Siniscalco proteso a infilare gli amichetti dentro le varie società. Ciò che più interessa è il feeling politico tra lui e Giulietto. Oltre a giocare una parte decisiva nella scelta dei vertici delle società pubbliche, il ministro dell'Economia può contare infatti sull'aiuto dell'amico-nemico torinese che si è sempre vantato di mantenere la "schiena diritta" anche nelle situazioni più difficili.

2 - BANCA DEL SUD, DELL'ENNESIMA SCONFITTA DEL RAMPOLLO DI CESARONE ROMITI
Per Cesarone Romiti e la sua famiglia sarà molto difficile entrare nella storia delle dinastie che hanno segnato il capitalismo italiano.
Da quando è entrato come presidente nel Gruppo Rcs-Corriere della Sera, l'ex-amministratore delegato della Fiat ha cercato di mettere a frutto la favolosa liquidazione per ritagliarsi un'immagine nuova, e soprattutto creare una base solida per i due rampolli Maurizio e Piergiorgio. Quest'ultimo non ha mai sgomitato per diventare un protagonista, mentre Maurizio (62 anni, tre figli e una laurea alla Bocconi, la madre di tutti i sapientoni) ha sempre mostrato grandi ambizioni.

Maurizio Romiti

Su questo presupposto le ha tentate tutte; prima come amministratore delegato della stessa Rcs, poi con il fallito tentativo di creare un polo italiano del lusso e della moda che è costato una barca di soldi. In questa avventura il modello di Maurizio era quello della casa francese Luis Vuitton e Valentino avrebbe dovuto essere il fiore all'occhiello.

Purtroppo l'esperimento è stato rovinoso, ma Romitino non si è arreso e ha messo i piedi dentro gli Aeroporti di Roma e dentro la finanza dove nel 2005 ha creato la società Pentar, una merchant bank con un capitale iniziale di 13 milioni "per accompagnare le imprese nella crescita".

Nel settembre dell'anno scorso Pentar ha dovuto abbattere il capitale e riportarlo a 11,5 milioni a causa delle perdite evidenziate in bilancio. Molte iniziative intraprese in vari settori (nautica, abbigliamento, alimentari, immobiliare) sono apparse troppo deboli per soddisfare le ambizioni del rampollo, ma a scoraggiare l'entusiasmo di Romitino è soprattutto la Banca del Sud, un piccolo istituto napoletano.

CESARE ROMITI

Quando si parla di questa banchetta non bisogna confonderla con la Banca del Mezzogiorno che sta tanto a cuore a Giulietto Tremonti e a Massimo Sarmi. Stiamo parlando di una realtà che in origine era siciliana, poi è finita nelle mani della Popolare di Lodi, e adesso è in grembo a un gruppo di soci tra cui la Fondiaria di Ligresti e la Pentar di Maurizio Romiti che detiene il 2,2%.

I conti della banchetta napoletana che ha solo due sportelli a Napoli e Caserta vanno male, e come si legge sull'ultimo numero del settimanale "Il Mondo", Maurizio ha deciso di uscire dall'azionariato. Si tratta dell'ennesima sconfitta del rampollo che non è compensata nemmeno dalla nomina nel 2009 ad assessore al Bilancio del Comune di Orvieto dove alle ultime elezioni è stato eletto sindaco il suo amico Toni Concina, pianista ed ex-portavoce ai tempi di Rcs.

Urbano Cairo - Copyright Pizzi

3 - "LA STAMPA" JUVENTINA, IN MANIERA POCO URBANA, MATA IL TORO URBANO CAIRO
Sarà per l'amicizia storica con Berlusconi di cui è stato assistente in Fininvest oppure per i risultati nel campionato di Serie B, ma certamente per Urbano Cairo Torino è diventata una città invivibile.

I fischi che hanno accolto ieri il Cavaliere nella capitale del Risorgimento sono poca cosa rispetto alla valanga di insulti che sta sommergendo questo editore con il pallino del pallone. Cairo è uno dei tanti imprenditori che a un certo punto della vita hanno sentito il bisogno di mettersi in vetrina con il prato verde.

TORINO calcio

Purtroppo la sua esperienza di presidente del glorioso Toro si sta rivelando un autentico fallimento. Da quando ha deciso nel 2005 di comprare la squadra non è riuscito a collezionare i successi raccolti prima in Fininvest, poi in Publitalia e Mondadori, e infine nella sua "Cairo Pubblicità" fondata nel 1996.

Anche i tifosi più scatenati della Juventus hanno un pezzetto del cuore legato al grande Torino che scomparve nella sciagura aerea di Superga. D'altra parte nella città sabauda si è cominciato a giocare a calcio alla fine dell'800 per merito di industriali svizzeri e inglesi, poi nel 1906 è nata la squadra che piace tanto a Simona Ventura e Fabrizio Del Noce. L'alessandrino Cairo non ha mostrato la stessa passione e adesso il quotidiano della Fiat (proprietaria della Juve) lo massacra con grande godimento.

In un articolo che appare oggi il povero editore viene dileggiato per le sue manie, la mutevolezza dell'umore che lo porta a sostituire e richiamare gli allenatori, e per la voglia di visibilità che ha preso il sopravvento sul sentimento sportivo. Adesso è arrivato al capolinea e mentre i soci libici della Juventus sono "congelati", gli innamorati del Toro sperano di rimettere in piedi la squadra con gente seria come i Ferrero e i Lavazza.

MARIO DRAGHI

4 - IL MONITO DI DRAGO DRAGHI
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che il discorso pronunciato ieri da Mario Draghi all'Università Cattolica di Milano va letto con molta attenzione.
Nelle 15 paginette il Governatore ha parlato dell'euro, ma soprattutto ha lanciato un monito contro l'aumento delle tasse. È probabile che il Governatore con le sue parole abbia messo le mani avanti per evitare che il Governo del Cavaliere amico di Gheddafi colga l'occasione della guerra per mettere sulle spalle degli italiani una bella patrimoniale".

bollore article

5 - A TRIESTE SONO PARTITE LE SCOMMESSE SUL VERTICE DI GENERALI
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che dopo le furibonde polemiche di ieri nei bar e nelle osterie di Trieste sono partite le scommesse sul vertice di Generali.
In città sono convinti che le sparate di Bollorè e Dieguito Della Valle finiranno prima di Pasqua.

Nessuno è in grado di dire in questo momento se a mangiare l'uovo sarà Cesarone Geronzi o Giovanni Perissinotto, che ormai tutti chiamano Perissi-Rotto".

 


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