Paolo Colonnello per "la Stampa"
SILVIO BERLUSCONISilvio Berlusconi non c'era: assente più che giustificato per un Consiglio dei Ministri sulla crisi libica. Ma questa volta non ha fatto valere il legittimo impedimento. In compenso, davanti e talvolta anche dentro l'aula del processo per la corruzione dell'avvocato inglese David Mills, c'erano un centinaio di suoi supporter, novità assoluta per le udienze del Premier.
Pensionati, disoccupati e qualche giovane, perfino un extracomunitario, tutti con un fiocco azzurro al petto, «simbolo di libertà». Ma forse non tutti così militanti, visto che fotografi e cameramen giurano di aver riconosciuto alcuni figuranti dei programmi televisivi Mediaset e dato che qualche giovane si è lasciato candidamente scappare di aver guadagnato, per la presenza un po' scalmanata a palazzo di giustizia «20 euro e un panino, ma non si può dire».
claque pro-Cavaliere processo MillsVocianti e plaudenti, al grido di «Silvio è bravo, Silvio è unico», i supporter hanno regalato delle vere ovazioni ai difensori del Cavaliere, Piero Longo e Niccolò Ghedini, secondo il quale «questa accoglienza è il segno che la gente comincia a capire cosa sono questi processi a carico del Presidente».
I fan del Cavaliere, in fondo hanno regalato qualche nota di colore a un'udienza invece molto tecnica e dunque leggermente noiosa, dedicata alla complicata ricostruzione dei flussi finanziari che da un fondo fiduciario delle Isole Vergini Britanniche portarono, dopo un giro in mezza Europa, 600 mila dollari all'avvocato Mills, vero gnomo delle finanze Fininvest off shore, come «gift», regalo, per le sue testimonianze omissive in vecchi processi di Berlusconi.
LONGO E GHEDINI bigLa ricostruzione, operata dalla consulente dell'accusa Gabriella Chersicla di Kpmg, arrivata ormai alla sua terza edizione (venne fatta in primo grado e in appello anche al processo Mills) non ha ovviamente convinto i legali che termineranno soltanto il 9 maggio il loro controesame per poi iniziare ad ascoltare i loro esperti.
ruby d e a a c da b c f d aNel frattempo però, non senza qualche scaramuccia con l'accusa, gli avvocati hanno presentato istanza per introdurre nel processo dieci nuovi testimoni che non vennero ascoltati nel dibattimento gemello di Mills. E trattandosi in gran parte di residenti all'estero, dalla Gran Bretagna a Gibilterra alla Svizzera, se il tribunale dovesse accogliere la richiesta, il processo al Cavaliere, senza far valere alcun legittimo impedimento, potrebbe già considerarsi finito: troppo breve il tempo ormai rimasto fino alla prescrizione che scatterà nel febbraio 2012.
Ilda Boccassini dal CorriereNon solo. L'avvocato Piero Longo ha anche depositato una cospicua documentazione per dimostrare quello che è stato definito «il peccato originale» del processo, cioè la veste in cui Mills fu ascoltato nei vecchi processi per la corruzione della Gdf e il cosiddetto «All Iberian» dal nome della galassia delle società off shore Fininvest.
Vizio procedurale? Secondo gli avvocati di Berlusconi, già allora Mills doveva essere sentito non come semplice testimone con l'obbligo di dire la verità ma come indagato di reato connesso e quindi con la facoltà di mentire. In questo, secondo loro, sarebbe caduta l'ipotesi di dover «comprare» la sua testimonianza. Insomma, una questione di forma e non di sostanza.
Conclusione dell'avvocato Ghedini: «Difendersi nel processo presuppone la possibilità di prepararsi e potere partecipare. Ma questo a Berlusconi, per la natura del ruolo svolto, è precluso». Dimostrazione che «la Corte Costituzionale ha sbagliato» bocciando il legittimo impedimento e creando «un grave vulnus alla difesa».