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POLVERINI SDE-RENATA - L’APPARTAMENTO DELL’ATER IN CUI LA PRESIDENTESSA DEL LAZIO HA VISSUTO PER 15 ANNI, È OCCUPATO ABUSIVAMENTE DAL MARITO: GUADAGNA TROPPO PER VIVERE IN UNA CASA POPOLARE, E LO AVEVA SUBAFFITTATO ILLEGALMENTE - SONO ANNI CHE GLI HANNO NOTIFICATO IL DECRETO DI SFRATTO, MA QUESTO È STATO CASUALMENTE SOSPESO NEL 2010, TRE MESI DOPO LA VITTORIA DELLA MOGLIE ALLE REGIONALI - LA PROCEDURA ORA è RIPARTITA, E MR. POLVERINI DEVE LASCIARE LA CASA…

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Mauro Favale e Giovanna Vitale per "la Repubblica"

RENATA POLVERINI GIANNI ALEMANNO

Occupante senza titolo. Negli elenchi delle case Ater, Massimo Cavicchioli è classificato in questo modo. Tanto che, al marito della presidente della Regione Lazio Renata Polverini, l´Agenzia territoriale per l´edilizia residenziale vuole togliere l´appartamento nel rione San Saba dove Cavicchioli è nato e vissuto per tutta la vita. E dove Renata Polverini ha abitato dal 1989 al 2004.

La conferma arriva direttamente dal neo-commissario dell´Ater, Bruno Prestagiovanni, che l´altra sera, in una trasmissione su Radio Manà Manà, ha spiegato: «La procedura amministrativa è avviata secondo quanto previsto dalle normative vigenti. L´Ater ha notificato una serie di atti per comunicare la decadenza del contratto. Stiamo aspettando la decorrenza dei termini secondo quanto previsto dal codice civile per poi rientrare in possesso dell´immobile».

Una dichiarazione arrivata dopo un incontro a tre tra Prestagiovanni, la governatrice Polverini e l´assessore regionale alla Casa Teodoro Buontempo che, insieme, hanno cercato di ricostruire l´intera vicenda. «Voglio tranquillizzare tutti - continua il commissario Ater - non è stato fatto nessun favoritismo. Ho ricontrollato l´iter della procedura di assegnazione e lo posso affermare». Ciò non toglie, però, che l´Ente voglia rientrare in possesso dell´immobile. E non da ora, visto che la procedura era stata avviata già prima che esplodesse il caso portato a galla da un´inchiesta dell´Espresso.

Renata Polverini e il marito Massimo Cavicchioli

Di tutta la vicenda, Cavicchioli preferisce non parlare. Ma avrebbe confidato agli amici più intimi di non aver alcuna intenzione di lasciare l´appartamento, puntando anzi ad acquistarlo. E l´appiglio potrebbe essere offerto dall´articolo 48 della legge regionale 27 del 2006 che prevede comunque, anche per gli occupanti senza titolo, la possibilità di esercitare il diritto di prelazione per chi vi abita da tempo (la famiglia di Cavicchioli è in quella casa dai primi del ´900), partecipando ad un´asta pubblica.

Al momento, però, la disposizione non è stata ancora applicata perché la dismissione degli immobili Ater è partita dagli inquilini in regola con i criteri di assegnazione dell´alloggio. Per quelli senza titolo (in base al censimento del 2006 quasi 7.200 unità abitative sono occupate da persone con un reddito superiore al consentito) si procederà in una fase successiva. Sempre che l´assessore Buontempo, che ha già sospeso le vendite in attesa che la Commissione ispettiva faccia chiarezza sulle vicende "Affittopoli" e "Svendopoli", non decida di bloccare tutto.

Sul versante politico, invece, continua il muro contro muro. Al centro Renata Polverini che ieri, in un´intervista a Repubblica, ha ammesso di aver abitato in quella casa Ater per 15 anni spiegando che delle questioni burocratiche si è sempre occupato il marito. «La linea difensiva della Polverini - attacca Vincenzo Maruccio, segretario regionale dell´Idv - non sgombra il campo dal sospetto che si sia tentato di approfittare di una situazione di privilegio occupando un appartamento senza averne diritto».

Per il consigliere del Pd Enzo Foschi, «siamo di fronte ad una violazione di legge che tocca i vertici della Regione e va risolta a breve». Il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio annuncia di aver chiesto alla Corte dei Conti «di indagare per danno erariale».
Il centrodestra, invece, difende la governatrice. Per il leader della Destra, Francesco Storace, «la Polverini ha fatto bene a rispondere con nettezza alle manovre. Sarà la sinistra a farsi male».

Bruno Prestagiovanni

Il coordinatore romano del Pdl Gianni Sammarco è convinto di trovarsi di fronte alla «macchina del fango che viene utilizzata contro la presidente del Lazio». Due giorni fa il Pd aveva parlato di "fuoco amico" nei confronti della Polverini finita nel mezzo di una guerra interna al Pdl. Un´ipotesi che, secondo il sottosegretario Francesco Giro, «non può lasciare indifferenti. Non credo a questa tesi ma la vicenda è strana e se unisco questa notizia a quella dei due tentativi di furto ai danni dell´abitazione della Polverini allora la mia irritazione si traduce in preoccupazione e allarme».


2- LA LUNGA STORIA DELL´APPARTAMENTO POPOLARE...
Mauro Favale e Giovanna Vitale per "la Repubblica"

Se le mura dell´alloggio Ater di via Bramante 5 potessero parlare racconterebbero una storia lunga un quarto di secolo, in cui vicende private e burocratiche lungaggini hanno sedimentato un castello di carte difficile da espugnare. Fatto di avvisi di decadenza e verifiche sul reddito, subaffitto illegittimo e dinieghi all´assegnazione. Fino al coup de théâtre dell´agosto 2010, tre mesi dopo l´insediamento di Renata Polverini al vertice della Regione: il decreto di rilascio dell´appartamento occupato dal marito viene sospeso senza apparente motivo.

L´INIZIO
Comincia nel lontano 1986 la vicenda che lega Massimo Cavicchioli all´abitazione di 60 metri quadrati dove il non ancora consorte della presidente del Lazio vive sin dalla nascita. Esattamente il primo giugno di 25 anni fa, infatti, l´Ater firma il contratto di "locazione per subentro" a favore suo, della sorella Marina e della nonna Clementina. I legittimi assegnatari dell´alloggio Erp, ovvero i genitori, erano nel frattempo deceduti: pertanto gli eredi ottengono di restare lì dove hanno sempre abitato. Tutto regolare, dunque.

buontempo teodoro

IL PRIMO AVVISO
Intanto il tempo passa: nell´87 Marina lascia la casa, nell´89 Massimo sposa Renata e, lo stesso giorno delle nozze, lei trasferisce lì il suo domicilio, che lascerà solo nel 2004. I coniugi Cavicchioli-Polverini vivono quindi in via Bramante già da sette anni quando, l´8 gennaio 1996, l´Ater invia il preavviso di decadenza dall´assegnazione. È allora che la futura governatrice viene a conoscenza del fatto che la casa dove risiede insieme al marito è sub judice. Un mese dopo, Cavicchioli presenta le sue controdeduzioni con cui si oppone alla decadenza.

PARTE L´ITER DI DECADENZA
Trascorrono altri nove anni e nel 2005 l´Ater scopre che l´appartamento di via Bramante non è abitato dal titolare del contratto di affitto (ovvero Massimo Cavicchioli) bensì da un altro signore. Pertanto l´11 luglio diffida e querela lo sconosciuto occupante e, due giorni più tardi, avvia il procedimento di decadenza nei confronti di Cavicchioli per cessione dell´abitazione, espressamente vietata dalla legge.

L appartamento di Renata Polverini a San Saba Roma

GLI ACCERTAMENTI
È il 15 novembre di quello stesso anno, alla vigilia della sanatoria sugli immobili residenziali pubblici disposta nel 2006 dalla Regione, che l´Ater chiede all´affittuario di produrre la denuncia dei redditi. Tre mesi dopo, il 16 febbraio, Cavicchioli comunica l´uscita della moglie dalla casa coniugale (che in realtà, secondo l´anagrafe, risulta avvenuta già nel 2004) e a marzo viene convocato nell´ufficio territoriale dell´Ente per verificare tutta la documentazione in vista della stipula di un nuovo contratto. Che finalmente regolarizzerebbe la sua posizione.

IL DINIEGO AL SUBENTRO
Qualcosa tuttavia va storto. Il 9 maggio 2006 Cavicchioli richiede la voltura del contratto, comunicando fra l´altro la separazione di fatto dalla Polverini, ma circa un anno dopo - all´esito di ulteriori accertamenti - l´Ater gli nega il subentro.

RENATA POLVERINI

ULTIMO ATTO
Siamo alle battute finali. Il 24 luglio 2007 l´Agenzia territoriale per l´edilizia residenziale comunica a Cavicchioli l´avvio del procedimento di decadenza e, l´11 settembre, gli invia una diffida per occupazione senza titolo in quanto non solo ha superato il reddito consentito, ma ha pure ceduto l´alloggio a terzi. Tre anni più tardi, esattamente il 3 agosto 2010, il colpo di scena: il decreto di rilascio viene momentaneamente sospeso.

IL COMMISSARIO
In quell´agosto il direttore dell´Area Gestionale dell´Ater, incaricato di seguire tutte le procedure amministrative relative agli immobili residenziali pubblici di Roma, è Stefania Graziosi. La stessa che due mesi più tardi verrà nominata dalla governatrice Polverini commissario straordinario dell´Ente. E che ora, con il subentro di Bruno Prestagiovanni, è in predicato per diventare direttore generale.

 


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