1 - KAPLAN: "LA NO FLY ZONE MODELLO BOSNIA RISCHIA DI FALLIRE. TEMO SI ARRIVERÀ ALLO STALLO"...
Maurizio Molinari per "la Stampa"
Stanno tentando di far cadere Gheddafi come avvenne con Milosevic negli Anni Novanta»: Robert Kaplan, stratega militare del «Center for New American Security» di Washington legge così le mosse della coalizione, precisando però che «questa volta potremmo fallire».
Da dove viene il parallelo fra Gheddafi e Milosevic?
«Dal tipo di operazione militare condotta dagli alleati. In Libia vogliono imporre una no fly zone come la Nato fece nel 1994 sui cieli della Bosnia e anche nel 1999 sul Kosovo, conducendo una campagna aerea di 99 giorni. Ma quelle due operazioni militari non portarono alla caduta di Milosevic perché una no fly zone non è in grado di innescare cambiamenti di regime».
Dunque Gheddafi potrebbe rimanere in sella...
«Le no fly zone nei Balcani indebolirono Slobodan Milosevic, presidente della Federazione ex Jugoslava, fino al punto di innescare una dinamica interna alla Serbia che portò ad un cambio di regime a Belgrado. Da quanto appare in Libia l'intento è simile, indebolire militarmente Gheddafi fino al punto da portare qualcuno del suo campo a prendere l'iniziativa per eliminarlo o allontanarlo dal potere».
Può funzionare?
«Devo ammettere che ho qualche dubbio. La Libia non è la Serbia: non ha la stessa identità unitaria di Stato e non ha forze politiche interne. La Libia in realtà come Stato non esiste perché a prevalere sono piuttosto le identità regionali in Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. Dunque se la no fly zone riesce a salvare Bengasi e indebolire Gheddafi in Cirenaica non significa che ciò avverrà anche in Tripolitania. Per non parlare del Fezzan, una grande regione desertica della quale nessuno sta parlando».
Ciò significa andare incontro a una nazione divisa?
«Il rischio per la coalizione alleata che ha lanciato l'attacco è di portare ad una situazione di stallo: la Cirenaica in mano ai ribelli, la Tripolitania a Gheddafi e il Fezzan senza governo».
Quali sono le opzioni che Barack Obama ha per scongiurare tale scenario?
«Obama finora è stato molto abile. Sostenere la coalizione senza guidarla significa mettersi al riparo dal rischio di un fallimento. Se l'operazione dovesse non riuscire, o portare ad uno stallo, non sarà Washington ad avere la responsabilità di gestirla ma gli alleati europei, a cominciare da Parigi e Londra, che più hanno premuto per lanciare l'attacco».
Cosa pensa delle indiscrezioni che circolano sull'impegno di truppe speciali occidentali contro le forze di Gheddafi?
«È quanto venne fatto in Afghanistan nel 2001 con l'invio di centinaia di uomini divisi in squadre di 12 unità a sostegno dell'Alleanza del Nord contro i taleban. Ma questa volta il Presidente si è impegnato con gli americani a non mandare truppe di terra, dunque se avesse ordinato l'impiego di unità speciali avrebbe mentito alla nazione. E mi pare improbabile».
2 - L´AMBASCIATORE ALL´ONU: "APPLICATE RIGOROSAMENTE LE SANZIONI DECISE DALLA RISOLUZIONE"...
Da "la Repubblica"
Un tesoro tra i sei e i sette miliardi di euro. A tanto ammonta la somma degli investimenti libici che l´Italia ha deciso di "congelare". Sono i beni e gli investimenti della famiglia Gheddafi o di entità libiche nel nostro paese. La somma è stata comunicata ieri dall´ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Cesare Maria Ragaglini. La decisione di congelare tutti i beni all´estero della famiglia Gheddafi, o in qualche modo riconducibili al regime di Tripoli, era infatti inserita nella risoluzione Onu approvata il 17 marzo che oltre a fissare le regole per l´intervento stabiliva anche le sanzioni (embargo sulle armi, divieto di viaggi commerciali, deferimento alla Corte penale, stop alle banche d´investimento) contro la Libia.
tripoli«Per quanto riguarda gli aspetti non militari della pressione esercitata su Gheddafi - ha reso noto la missione permanente d´Italia all´Onu - il nostro Paese ha applicato rigorosamente le sanzioni "asset freeze" (congelamento dei beni, appunto) su individui ed entità libiche; fino a questo momento sono stati infatti congelati beni per un valore di circa 6/7 miliardi di euro, cifra soggetta ad ulteriori verifiche da parte del Comitato di Sicurezza finanziaria».
obama-sarkoIl congelamento da parte dell´Italia era stato deciso il 5 marzo, in linea (anche se con qualche giorno di ritardo) rispetto a quanto deciso da molti altri paesi e sotto la spinta della Ue. Mancava l´ammontare della cifra. Difficile infatti distinguere tra i beni privati della famiglia Gheddafi e gli altri investimenti riconducibili al regime. I fondi libici sono presenti in Italia in diverse società con quote rilevanti in Unicredit (7,5% per un valore di oltre 3 miliardi di euro), Finmeccanica (2%) Juventus (7,5%), alle quali vanno aggiunte altre partecipazioni minori.