1 - MINISTRO ESTERI, CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO...
(ANSA-AFP-REUTERS) - Il ministro degli Esteri libico ha detto oggi che la Libia ha deciso un cessate il fuoco immediato per proteggere i civili in linea con la risoluzione dell'Onu sulla no fly zone.
La Libia, ha detto Koussa in una conferenza stampa, "ha deciso di osservare un cessate il fuoco e di mettere fine a tutte le operazioni militari". Il ministro libico ha affermato che il suo Paese, in quanto membro delle Nazioni Unite, "é costretto ad accettare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza".
2 - FRANCIA CAUTA SU CESSATE IL FUOCO; MINACCIA RESTA...
(ANSA) - La Francia rimane "cauta" dopo l'annuncio del cessate il fuoco in Libia. "La minaccia sul terreno non è cambiata", hanno affermato le autorità di Parigi.
"Dobbiamo essere molto cauti. (Gheddafi,ndr.) sta adesso cominciando ad avere paura, ma sul terreno la minaccia non è cambiata", ha detto a Parigi il portavoce del ministero degli Esteri francese Bernard Valero, parlando alla tv dell'agenzia Reuters.
cameron3 - CAMERON, GHEDDAFI SARA' GIUDICATO DA FATTI...
(ANSA) - Muammar Gheddafi sarà giudicato dai fatti non dalle parole: lo ha detto il premier britannico David Cameron alla Bbc dopo l'annuncio da parte della Libia di un cessate il fuoco.
4 - RASMUSSEN, RISOLUZIONE SEGNALE FORTE A REGIME...
(ANSA) - La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite "manda una forte e chiaro messaggio al regime di Gheddafi da parte di tutta la comunità internazionale: ferma immediatamente la tua brutale e sistematica violenza contro il popolo di Libia". Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, dopo la riunione di oggi del Consiglio Atlantico durante il quale è stato deciso di accelerare al massimo la pianificazione delle azioni.
5- COMANDANTE INSORTI, CESSATE FUOCO PER NOI E' BLUFF...
(ANSA-AFP) - Il comandante degli insorti libici, Khalifa Heftir, ha dichiarato che il cessate-il-fuoco annunciato poco fa dal ministro degli esteri di Gheddafi "non é importante" per l'opposizione, definendolo un "bluff".
"Gheddafi bluffa", ha aggiunto Heftir. "Gheddafi non ha mai detto la verità...Il mondo intero sa che Muammar Gheddafi è un mentitore. Lui, i suoi figli e la sua famiglia e tutti coloro che sono con lui sono dei mentitori", ha detto ancora il comandante dei ribelli.
MILITARE LIBICO A RAS LANUF6- NYT ANNUNCIA CHE I SUOI 4 CRONISTI PRESTO LIBERI...
(ANSA) - Tutti i cronisti del New York Times di cui non si avevano notizie da martedì, catturati dalle forze armate fedeli al Colonnello Gheddafi sono stati rintracciati e verranno liberati entro oggi, venerdì. Lo annuncia lo stesso giornale, citando fondi del Dipartimento di Stato americano. Si tratta di Antony Shadid, Tyler Hicks, Stephen Farrell e Linsey Addario. Ieri sera, Saif Gheddafi, intervistato da Christiane Amanpour, sulla Abc, aveva citato solo quest'ultima, facendo pensare che sarebbe stata liberata solo lei. Poi, oggi, la buona notizia, dell' imminente liberazione di tutti e quattro i giornalisti americani.
7- ATTENTI: TRASFORMARE LA LIBIA COME NEL '99 IL KOSOVO, RAID AEREI E BOMBARDAMENTI NAVALI, POTREBBE RISULTARE INSUFFICIENTE SE LE FORZE RIBELLI NON AVRANNO LA CAPACITÀ DI CONTRATTACCARE
Maurizio Molinari per "la Stampa"
L' Onu autorizza l'intervento armato per difendere Bengasi accerchiata dalle forze del colonnello Gheddafi, che replica minacciando fuoco e fiamme in tutto lo scacchiere del Mediterraneo. Con dieci voti a favore e cinque astensioni il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 1973, che prevede non solo l'immediata «no fly zone» sui cieli della Libia ma anche il ricorso ad «ogni mezzo necessario» per «proteggere i civili» con particolare riferimento alla «zona di Bengasi».
La rivolta libicaL'unica limitazione è l'impegno a «non inviare forze di occupazione», dunque truppe di terra, ma per il resto il richiamo al capitolo VII della Carta dell' Onu legittima ogni tipo di azione militare «per il mantenimento della pace e della sicurezza».
E' l'ambasciatore britannico al Palazzo di Vetro, Mark Lyall Grant, a spiegare quanto avvenuto: «Le forze di Gheddafi già colpevoli di gravi crimini contro i civili sono a ridosso di una città di un milione di persone e con 2500 anni di Storia».
La rivolta libicaL' accelerazione al Palazzo di Vetro nasce dal timore che l'assalto a Bengasi da parte delle forze di sicurezza guidate da Khamis Gheddafi, figlio del colonnello (ma ieri l'altro fratello, Saif al-Islam, annunciava un cambiamento di tattica con la rinuncia all'offensiva), possa innescare una strage di immani dimensioni.
La rivolta libicaD'altra parte il colonnello lo avvalora tuonando alla radio: «Vi stiamo venendo a prendere, vi troveremo anche dentro gli armadi, arrendetevi deponendo le armi altrimenti non avremo pietà». Anche la scelta di affidare l'assalto alle forze di sicurezza - polizia e intelligence - e non all'esercito lascia intendere cosa si sta preparando.
La rivolta libicaParigi, Washington e Londra hanno raggiunto l'intesa sul testo di una seconda risoluzione che segue la 1970 sulle sanzioni economiche, raccogliendo altri sette voti favorevoli nel Consiglio di Sicurezza: Bosnia, Gabon, Nigeria, Sud Africa, Portogallo, Colombia e Libano. L'assenza di riferimenti a truppe di terra non è bastata ad ottenere l'avallo di Mosca e Pechino che si sono astenute assieme a Germania, India e Brasile.
Le trattative precedenti al voto hanno visto l'ambasciatrice Usa all'Onu Susan Rice impegnata in una maratona di incontri assieme ai colleghi di Parigi e Londra, nel tentativo di ottenere il massimo dei voti, ma le resistenze di Germania, India e Brasile hanno complicato il negoziato, consentendo un'approvazione a maggioranza semplice rispetto all'unanimità con cui passò la 1970.
La rivolta libicaL'accelerazione diplomatica è stata decisa da Usa, Francia e Gran Bretagna sulla base della comune considerazione che «la no fly zone non basta più» come ha sottolineato Susan Rice, in quanto la rapida avanzata delle forze di Gheddafi in Cirenaica fa temere la possibile caduta di Bengasi, roccaforte dei ribelli, con il conseguente rischio di vendette sanguinose contro la popolazione che a metà febbraio diede inizio alla rivolta.
Da qui l'ipotesi, avvalorata da portavoci di Parigi, che un attacco aereo della Nato contro le truppe di Gheddafi possa scattare «nelle ore immediatamente successive» all'approvazione del testo da parte del Consiglio di Sicurezza. Il Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, assicura che «l'Alleanza è pronta ad agire in qualsiasi momento» perché «il tempo stringe».
La rivolta libicaAnche i portavoce della Lega Araba, da New York e il Cairo, hanno assicurato «pieno sostegno e partecipazione» all'operazione militare, destinata ad avere «fini umanitari» come autorizzato dalla risoluzione 1970, redatta sulla base del capitolo VII della Carta dell'Onu che prevede interventi per «preservare pace e sicurezza». E' sulla base dello stesso capitolo VII che nel 1999 la Nato intervenne nei Balcani per proteggere la popolazione del Kosovo dalle forze ex jugoslave di Slobodan Milosevic.
Rivoluzione libica Foto di a fadhomarSe la cornice legale e le motivazioni strategiche della nuova risoluzione sono oramai definite, resta invece il top secret sul tipo di opzione militare che le forze Nato ed arabe seguiranno per tentare di salvare Bengasi dalla morsa delle truppe libiche. Anche perché l'obiettivo resta, come conferma un portavoce del Dipartimento di Stato, «l'abbandono del potere da parte di Gheddafi».
L'ipotesi più discussa, inerente a raid aerei e bombardamenti navali, potrebbe infatti risultare insufficiente se le forze ribelli non avranno la capacità di contrattaccare. A complicare i piani militari c'è anche il nodo diplomatico dell'Unione Africana che, a differenza della Lega Araba, non si è schierata a sostegno dell'intervento e dunque impedisce di adoperare il territorio dei Paesi del Sahel per lanciare operazioni dentro i confini della Libia.
Rivoluzione libica Foto di a fadhomarPoco prima dell'approvazione della risoluzione, il colonnello ha tuonato da Tripoli affermando che «qualsiasi tipo di azione da parte delle Nazioni Unite sarà illegale» minacciando rappresaglie: «Ogni intervento militare contro di noi metterà a rischio il traffico aereo e marittimo nel Mar Mediterraneo» e «tutte le strutture civili e militari diventeranno legittimo obiettivo del nostro controattacco», sottolineando che «i pericoli per il Mediterraneo saranno nel breve e lungo termine». Un linguaggio mirato ad ammonire i vicini arabi ed europei sui rischi a cui vanno incontro scegliendo di partecipare all'attacco.