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il segreto del BANANA - AMADORI NEL LIBRO “MADRE SILVIO” TEORIZZA IL CAVALIER POMPETTA COME FIGURA MATERNA CHE COCCOLA GLI ITALIANI - DA IPER-MACHO A UOMO-MAMMELLA: “L’INCONFESSATO CODICE DEL SUO POTERE È IN REALTÀ QUELLO DI UNA MAMMA NEI CONFRONTI DI UN BIMBO PICCOLO CHE SI LAMENTA” - “l’incantesimo BERLUSCONI EVOCA CURA, PROTEZIONE, INDULGENZA, ACCUDIMENTO, SACRIFICIO”…

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Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"
Sta finendo, ma ci mancherà. Raro caso di nostalgia preventiva quello che domina l'ultimo saggio che a Berlusconi ha dedicato Alessandro Amadori, psicologo e demoscopo della politica nonché vincitore di telequiz in gioventù. A nove anni dal successo di 'Mi consenta' (Scheiwiller, 2002), trapezista dell'immaginario applicato al potere, pubblica un piccolo libro abbastanza scandaloso, onesto e terribile nel suo genere, proponendo una tesi che diffonde sulla recente storia italiana un carico di realistica ambiguità.

Alessandro Amadori Madre Silvio

Lo scandalo di 'Madre Silvio' (Mind, pagg.188, euro 15) non sta tanto nella diagnosi sull'agonia del berlusconismo. Il caso Ruby ha definitivamente inceppato la macchina narrativa. Basta confrontare l'opuscolo spedito per posta agli elettori nel 2001, "Una storia italiana ", con le intercettazioni delle ingrate "olgettine" per verificare la fine del sogno e dell'energia, lo smarrimento del progetto, la solitudine dell'uomo che a carissimo prezzo acquista una moltitudine di amichette per mettere in scena la parodia di Eros, anticamera giocherellona di Thanatos.

Ma se pure la crisi, prima che politica, è umana ed esistenziale, lo scandalo sta in una visione pacificata dell'avventura berlusconiana che non merita sarcasmo, né rancore, tantomeno indignazione, semmai un atteggiamento di sapiente distacco. Perché proprio nella sua fase terminale- pur con la dovuta messa di mano avanti - Amadori invita a riconoscere ciò che in questi anni il Cavaliere ha significato in Italia: un elemento di sintesi, un collante psicologico, un efficace bersaglio d'identificazione, una nuova lingua, un'antica forma di potere nazionale ripristinata (la Signoria), e poi una sicura garanzia di spettacolo, un ottimo capro espiatorio, per certi versi addirittura un'abitudine.

SILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI

Ma specialmente Berlusconi ha rappresentato un fattore tutto particolare, qualcosa che evoca cura, protezione, indulgenza, accudimento, sacrificio. E qui, scandalo nello scandalo, si sviluppa l'idea chiave di Madre Silvio. E cioè che nel profondo della relazione affettiva con l'elettorato Berlusconi ha finito per svolgere un ruolo materno; che al di là di ogni ricorrente dichiarazione sul suo essere "un padre di famiglia", l'inconfessato codice del suo potere è in realtà quello di una mamma nei confronti di un bimbo piccolo che si lamenta; e che proprio questo doppio legame, più che la traballante distinzione tra sfera pubblica e comportamenti privati, lo ha reso così a lungo immune dalla sua stessa deriva autodistruttiva - poiché tutto si perdona a una madre.

FILIPPO CECCARELLI

Va da sé che al netto delle diagnosi selvagge il tramonto delle ideologie apre autostrade alle indagini degli psicologi. Alla sua tesi Amadori giunge per illuminazioni. C'entrano, in ordine sparso, versi di García Lorca, una stagista di nome Krizia, e le stelle che brillano nel cielo d'estate, una massima Zen, paesaggi lombardi sotto la pioggia, archetipi vibranti, ricordi del servizio militare, il cane "Fulmine", principi alchemici, una canzone di Gino Paoli, oltre a una indubbia conoscenza del marketing emozionale. Ma l'esito dello zuppone, alla fine, è tutt'altro che scontato e sgradevole.

RUBY AL BALLO DI VIENNAa

Vero è che il riconoscimento del volto femminile del Cavaliere è questione su cui già altri erano approdati (Gundle, Dominijanni, Cordelli, Belpoliti). Ma nessuno finora si era spinto a teorizzare con argomenti piuttosto convincenti l'ipotesi che l'ossessione iper machista, oltre a riempire un buco dell'anima, sia più che altro una copertura esteriore, uno schermo segreto, una "formazione reattiva" a un bisogno profondo e quasi certamente inconscio di accudire maternamente e quindi in realtà di essere accudito.

federico garcia lorca

Di qui si parte, dunque, per rotolare affannosamente fino alle infermiere in autoreggenti del bunga bunga - mentre per le sexy-poliziotte con le manette, pure presenti ai mortiferi festini, la faccenda si fa già più complicata da interpretare. Ma pur con tutto il guardonismo possibile e colpevole, non è più questo il punto in un incantesimo che giorno dopo giorno, madre bianca o madre nera che sia, comunque va perdendo anche solo la speranza di un happy end.

 


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