Da "Italia Oggi"
GERONZI1 - GERONZI FA LA POLIZZA VITA A DRAGHI. GENERALI ASSICURA BANKITALIA PER IL CASO DI MORTE DI DIPENDENTI....
Per Cesare Geronzi la Banca d'Italia ha pochi segreti. Il presidente di Generali ha lavorato per circa 15 anni nell'istituto centrale. E ora è al vertice del Leone di Trieste, che è tra i grandi azionisti di via Nazionale. Insomma, devono essersi chiesti dalle parti di palazzo Koch, chi meglio di Geronzi può fornire un'assicurazione per il rischio di morte e di invalidità permanente dei dipendenti della Banca d'Italia?
Per carità, il tutto è arrivato all'esito di una gara, alla quale si erano presentati quattro pretendenti. La commessa, in effetti, con i suoi 33,5 milioni di euro di base d'asta si presentava più che appetitosa.
Alla fine l'ha spuntata l'offerta presentata da un raggruppamento temporaneo di imprese composto proprio da Generali e da Ina Assitalia, che comunque sempre nel perimetro del gruppo triestino rientra. Il colosso assicurativo fornirà così il servizio di copertura assicurativa per tutta la struttura guidata da Mario Draghi. Dai documenti di gara si apprende che oggetto dell'appalto è «un contratto quinquennale con il quale l'impresa assicuratrice, dietro versamento di un premio da parte della Banca d'Italia, garantisce, in caso di morte e di invalidità permanente dell'assicurato, la corresponsione del capitale pattuito».
MARIO DRAGHIIn termini economici, Generali si è assicurata la commessa per 27.787.368 euro, garantendo all'istituto di palazzo Koch uno sconto di circa 6 milioni di euro rispetto alla base d'asta che era stata fissata in 33 milioni e 500 mila euro. Nel raggruppamento temporaneo di imprese che è risultato vincitore compare anche Ina Assitalia. La compagnia di assicurazione fa capo sempre al Leone di Trieste, che infatti ha indicato all'interno del consiglio di amministrazione Giovanni Perissinotto, amministratore delegato di Generali.
Lo stesso Perissinotto nei confronti del quale, al di là delle dichiarazioni di facciata, Geronzi non ha mai nutrito grandi simpatie. Sono tanti gli episodi in cui i due protagonisti non hanno rinunciato a velenose «frecciatine». Fino ad arrivare all'ultimo show down andato in scena in occasione di un recente consiglio di amministrazione del gruppo di Trieste.
GeneraliOggetto del dibattito erano le partecipazioni di Generali in alcune società con attività non coincidenti con il business assicurativo, in primis i pacchetti detenuti in Rcs e Telecom. Partecipazioni che, contrariamente a quanto pensa Geronzi, il cda ha ritenuto di qualificare non strategiche. Un punto a favore di Perissinotto, è stato detto, e di tutti quei consiglieri per i quali la filosofia del gruppo deve essere la creazione di valore. (Stefano Sansonetti)
perissinotto giovanni2 - ALLA TRECCANI I DUBBI DI AMATO SULLE NIPOTI DI MUBARAK...
Enciclopedia Italiana, martedì mattina: Giuliano Amato e Franco Tatò presentano il sito web www.treccani.it. L'ex presidente del consiglio è pronto a scherzare, guardando i contenuti enciclopedici disponibili su internet di Treccani 2.0, tanto che al tecnico che prova a digitare «Egitto» Amato chiede subito: «Ma la Treccani ha l'elenco delle nipoti di Mubarak?» Nella sala Igea di palazzo Paganica si ride, con Amato che si lamenta guardando l'home page del sito: «Ma ci deve sempre essere l'immagine di Tatò, e così grande?».
In effetti, l'amministratore delegato incombe. Un fedelissimo di Kaiser Franz non gradisce l'ironia di Amato, e buttà lì, a bassa voce, che «sarà anche il presidente del comitato dei garanti per le celebrazioni per i centocinquanta anni dell'unità d'Italia, ma si fa scorrazzare su un'auto tedesca, non certo una vettura italiana».
Per la cronaca, Amato gira su una Bmw. Ma l'ex premier, in vena di stoccate, si lamenta anche delle voci apparse sulla Treccani digitando «Milano»: sì, perché tra i protagonisti dell'economia meneghina appare subito Fininvest, e Amato con l'occasione provoca l'uditorio, e la sua attenzione, con le dita tamburellanti sul tavolo presidenziale.
FRANCO TATOInvocando: «Ma ci faccia vedere non solo i primi risultati, vada anche oltre». Amato oggi apparirà come uno dei lettori dei «Promessi Sposi...d'Italia. Questa cittadinanza s'ha da fare!», reading promosso da Save the Children e Rete G2- Seconde Generazioni a Roma, nel tempio di Adriano. (Pierre de Nolac)
3 - UN LEGHISTA ALLA CULTURA...
Un sottosegretario ai beni culturali della Lega: il partito di Umberto Bossi punta alla poltrona di Francesco Maria Giro, nell'atteso rimpasto del governo di Silvio Berlusconi. Non si tratta di un improvviso amore per le biblioteche e gli istituti culturali: i leghisti vogliono semplicemente ottenere la delega al paesaggio (tema centrale nel federalismo demaniale).
Senza dimenticare che un componente del Carroccio, nel dicastero di via del Collegio Romano, potrebbe mettere a dura prova la pazienza di colui che viene indicato da mesi come il successore di Sandro Bondi, e che risponde al nome dell'ex governatore della regione Veneto Giancarlo Galan. Giro verrebbe dirottato, come sottosegretario, a palazzo Chigi, alla presidenza del consiglio, al posto di Paolo Bonaiuti, ma senza fare il portavoce. (Donato de' Bardi)
SALVO NASTASI E FRANCESCO MARIA GIRO_14 - REGINA PAGA L'AMICIZIA CON ALEMANNO...
Aurelio Regina paga l'amicizia con il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Sì, perché il presidente di Unindustria nel suo discorso valmontonese è riuscito a citare esclusivamente Alemanno, dimenticando Nicola Zingaretti e Renata Polverini. Quest'ultima, che ricopre la carica di governatore della regione Lazio, era assente (in rappresentanza dell'istituzione c'era Mario Abbruzzese, presidente del consiglio regionale);
ma il presidente della provincia di Roma c'era, e non ha affatto gradito il discorso di Regina, tanto da andarsene senza aspettare la fine della cerimonia, esponendo un volto imbronciato. Era assente anche il numero uno di Confcommercio Roma, Cesare Pambianchi.
Regina ha come alleato solamente il sindaco di Roma: eppure il suo raggio d'azione, con Unindustria, comprende Rieti, Viterbo e Frosinone (manca all'appello Latina). L'orizzonte politico è limitato, nonostante la presenza a Valmontone di un manager bipartisan qual è Carlo Fuortes, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma (dove ora il presidente è proprio Regina).
Aurelio ReginaCon Zingaretti i rapporti possono solo migliorare, ma un discorso come quello di ieri non aiuta a uscire dall'impasse: e l'attuale presidente della provincia di Roma è l'uomo destinato a correre la prossima sfida per il Campidoglio. Con Polverini ci sono da risolvere problemi insolubili sul fronte della sanità, argomento caro alle cliniche private.
Dal sindaco Alemanno, Regina ha ottenuto già l'incarico dell'Auditorium, e le parole mielose rivolte al primo cittadino erano quindi motivate. Alemanno, dal canto suo, dopo la musica ascoltata durante la mattinata a Valmontone ha voluto ricambiare gli apprezzamenti del presidente di Unindustria: «Quello di Aurelio Regina mi è sembrato un ottimo discorso.
NICOLA ZINGARETTIÈ riuscito da un lato a delineare con chiarezza quali sono le opportunità del nostro territorio e ha sottolineato lo sforzo delle Olimpiadi e gli stati generali e lo sforzo che stiamo facendo per la collaborazione tra le istituzioni e le imprese. Dall'altro lato ha sollecitato il governo per una spinta economica complessiva».
E ancora: «Abbiamo visto la forza di questo sistema nuovo di imprese. Credo sia molto positivo che questa realtà si faccia sentire. Il Lazio può diventare veramente la prima regione italiana dal punto di vista dello sviluppo economico. Con una realtà di questo genere ce la possiamo fare». Ma sembra essere solo a pensarla così. (Donato de' Bardi).