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Giulia Cerasoli per "Chi"

NOZZE BRUNETTA E TITTI DA CHI

Nemmeno la signora Santa, mamma di Titti, ha saputo, fino al momento del ricevimento all'hotel Caruso, che la sua figliola era già andata sposa al ministro Brunetta nella notte appena trascorsa. Renato (dimagrito di 8 chili per l'occasione) e la sua bionda consorte, innamorati e contenti, hanno infatti beffato tutti (giornalisti di stampa e tv, operatori, curiosi e, soprattutto, alcuni precari, decisi a rovinare loro la festa), anticipando la cerimonia a villa Rufolo di ben 19 ore (doveva venire celebrata alle 19.30 di domenica) e riuscendo così a proteggere il loro giorno più bello.

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«L'ho fatto per amore di Titti. E vi dico che, alla fine, avevo ragione io: il mondo dei precari non si riconosce in questo drappello di contestatori. Il popolo vero dei precari è serio e perbene», spiega il ministro-sposo, mentre la sposa, il giorno dopo, intenta a prepararsi nella sua stanza al Caruso, ammette di avere avuto lei l'idea di anticipare la cerimonia: «Ho sposato Renato e non il ministro. Sono una donna normale, che lavora da sempre. Perché qualcuno doveva pensare di rovinarmi un giorno così privato, con accanto la mia famiglia e gli amici? Tutti hanno il diritto di manifestare, ma certamente non a un matrimonio...».

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E così, d'accordo con il promesso sposo, felice come non mai del colpo di scena, ha mandato avanti il suo piano sabato sera, con l'aiuto dell'ex sindaco di Ravello Secondo Amalfitano (che ha celebrato le nozze), dei figli Dario e Serena, dei testimoni di lui, il ministro Maurizio Sacconi e il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, e delle sue testimoni, la cugina Alessia Calzolari e l'amica del cuore Luisa Maziotti Flammini.

Dopo avere accolto gli altri ospiti (compreso il ministro Angelino Alfano con la moglie Tiziana) al concerto della Filarmonica di Strasburgo a villa Rufolo, si è poi seduta a tavola alla pizzeria I Briganti, come se nulla fosse. In infradito e abito verde lungo fino ai piedi, acquistato in un negozietto di Positano, dopo la mezzanotte si è assentata per circa 15 minuti, seguita da Brunetta e dai sei "complici". Nessuno si è accorto di nulla. Pronunciati i sì quasi al buio, in un angolo del giardino di villa Rufolo, i novelli sposi, dopo avere rimesso in tasca le fedi, sono tornati in pizzeria, per finire la cena con gli ignari invitati. Poi in piazzetta, per un bagno di folla con gli abitanti del luogo.

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Le nozze sono rimaste segrete per tutto il giorno seguente, fino a quando gli altri ministri e gli amici sono stati avvisati che la cerimonia non si sarebbe più svolta nella wagneriana villa Rufolo, ma che il ricevimento stava per iniziare presso il blindatissimo hotel Caruso, l'antico e inaccessibile palazzo a picco sul mare, decorato a festa da Armando Malafronte, fiorista, creativo e deus ex machina del posto, più noto come "il principe".

«Sto rischiando l'infarto», sussurra il wedding planner, irrompendo nella stanza della sposa con il bouquet di peonie rosa antico sostenuto dal porta-bouquet d'argento, dono di Tiziana Alfano. Titti, in accappatoio e bigodini, svela a "Chi", apparentemente rilassata, i retroscena del "sì", mentre la parrucchiera Barbara le passa il ferro tra i capelli e la figlia Serena (in Versace turchese) si prepara. «Ieri sera per la prima volta mi sono fatta una maschera al viso... Purtroppo, però, invece di toglierla dopo 20 minuti, mi sono addormentata di colpo.

Così stamattina, svegliandomi, non riuscivo nemmeno a parlare, con quella creta in faccia», racconta Titti, allegra e serena in mezzo a tanta agitazione che cresce intorno. Intanto gli ospiti stanno raggiungendo il giardino, dove viene servito l'aperitivo su tavolini decorati con ortensie candide sotto tende bianche sul mare. Candele ovunque. Le tre damigelle, Lavinia, Veronica e Carolina, ridono divertite per il cambio di programma, tutti si chiedono quando arriveranno gli sposi. Titti indossa il suo abito lungo di Versace color cipria (con scarpe uguali) e gli orecchini di diamanti regalo del marito. Nasconde vicino al cuore la foto del padre e una coroncina di Lourdes, insieme con il regalo dei suoi figli: un cuoricino con scritto "I love you, mamma".

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Il giorno dopo Titti tornerà al suo lavoro di arredatrice, mentre Renato sarà puntuale a palazzo Vidoni. La novella sposa, però, pensa già a fine agosto, quando «con la forza costringerò Renato a salire su un aereo per Parigi. Da lì partiremo per un giro della Francia». È pronta. Scende al braccio del figlio Dario, mentre il Quartetto Pergolesi suona il minuetto di Berenice di Händel, che copre quasi del tutto le lontane voci dei manifestanti.

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Sorpresa nella sorpresa: gli ospiti, dal presidente del Senato Renato Schifani con la moglie Franca ai ministri Alfano, Galan, Carfagna, Meloni, Rotondi, Fitto, Sacconi, con i rispettivi consorti, ai presidenti della Regione Campania Stefano Caldoro e della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli, al sottosegretario Laura Ravetto, a parenti e amici, si aprono in due ali per far passare la sposa, che rinnova qui, davanti al mare, la sua promessa di nozze al già marito.

«Amo Titti più di ogni altra cosa e amo Ravello», è la sola giustificazione del ministro (appena diventato, lui veneziano doc, cittadino onorario della perla della Costiera amalfitana) al trambusto e al colpo di teatro. Mancano il presidente del Consiglio e il ministro Gelmini, bloccata all'hotel Cimbrone: la sua bambina ha la febbre alta.

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Ma il governo è quasi al completo e si brinda ancora per raggiungere, lungo un viale illuminato solo da lanterne bianche, la terrazza mozzafiato, intorno alla quale è pronto il buffet preparato dallo chef Mimmo Di Raffaele, con le mozzarelle di bufala di Vannulo, pizza appena sfornata, paccheri all'astice, pesce crudo, cous cous. Vini piemontesi di Gianni Gagliardo di Alba. E poi, come dessert, torte di ricotta e pere, cioccolata e marrons glacés, delizie al limone, il tutto firmato da Salvatore De Riso, stella della trasmissione La prova del cuoco. Infine, crema alla vaniglia con frutti di bosco per la torta nuziale a tre piani.

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Gli sposi si baciano e il lancio del bouquet mette un po' in imbarazzo il ministro Meloni. «Dobbiamo completare il Consiglio dei ministri: Giorgia è l'unica che non si è ancora sposata!», esclama il guardasigilli Alfano. Sarà la Meloni la prossima all'altare? Si vedrà. Intanto, il mazzetto di peonie va a una delle nipoti di Titti, Beatrice.

 


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