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FORZA GHEDDAFI! - SFUMATO IL SOGNO DEL NANO DELL'ELISEO DI FAR FUORI IL RAIS IN TEMPI RAPIDI, ADESSO SARKOZY INTRECCIA CONTATTI CON IL REGIME - IL PORTABIGODINI DI CARLà HA CAPITO CHE LA ‘GRANDEUR’ COSTA:I FRANCESI HANNO DOVUTO SGANCIARE 1,2 MLN € AL GIORNO, TOTALE (FINORA): 160 MILIONI - INCOMBE L’INCUBO DEL RAMADAN (INIZIA AI PRIMI DI AGOSTO) CHE RIDURRÀ ULTERIORMENTE L’EFFICACIA MILITARE DELLE SCALCINATE MILIZIE RIBELLI....

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GHEDDAFI IN TV

Alberto Mattioli per "la Stampa"

Una soluzione politica in Libia è più che mai indispensabile e comincia a prendere forma». Ieri, davanti all'Assemblée Nationale durante un dibattito (di pura forma) sull'intervento militare, una frasetta del primo ministro francese François Fillon ha confermato che sul fronte libico qualcosa si muove. Intanto, Nicolas Sarkozy era in Afghanistan per dire che entro il 2012 se ne andranno da lì mille dei quattromila soldati francesi, perché «bisogna saper finire le guerre». E i due discorsi, come si vedrà, sono motivati da analoghe preoccupazioni militari.

Sulla Libia, sia chiaro, Parigi non fa marcia indietro: il quadro è sempre quello delle risoluzioni dell'Onu, con l'aggiunta della partenza di Gheddafi, di cui per la verità nelle decisioni dell'Onu non c'è traccia ma che Obama, Sarkozy e Cameron hanno indicato come obiettivo il 15 aprile. Però, dopo quasi quattro mesi di guerra, l'impressione è che si stia lavorando per finirla, benché Fillon assicuri che la situazione evolve «nella giusta direzione. Ovunque, i libici liberi guadagnano terreno. Attorno a Gheddafi il cerchio si sta stringendo».

Napoleone Sarkozy segue le operazioni militari

Però con lui si parla. Il ministro degli Esteri, Alain Juppé, ha smentito il figlio del dittatore, Seif al Islam, che aveva parlato di trattative dirette fra Tripoli e Parigi sulla testa degli insorti, ma ha ammesso che i «contatti» ci sono: «Contatti, non un vero negoziato». Dettagli. Mentre non è un dettaglio l'intervista che il primo ministro del raiss, Baghdadi al Mahmoudi, ha dato al «Figaro», dicendo in sostanza, ed è la prima volta che uno dei fedelissimi di Gheddafi lo fa, che i negoziati fra il regime e i ribelli potrebbero svolgersi senza la partecipazione del Colonnello.

Insomma, qualcosa si muove. Sfumato il sogno di Sarkozy di farla finita entro il 14 luglio, in modo da trasformare l'abituale sfilata sugli Champs-Elysées nella parata della vittoria, incombe l'incubo del Ramadan che inizia ai primi di agosto e ridurrà ulteriormente l'efficacia militare delle scalcinate milizie ribelli. Ma, soprattutto, i francesi si stanno rendendo conto dei limiti del loro strumento militare.

Sarko e Gheddafi

Le guerre di oggi sono maledettamente costose e questa, secondo il capo di stato maggiore des Armées, l'ammiraglio Edouard Guillaud, costa al contribuente francese 1,2 milioni di euro al giorno. Totale (finora): 160 milioni. Del resto, si sa, le armi più sono sofisticate più sono care: un missile di precisione Scalp costa 500 mila euro, un'ora di missione di un Rafale 40 mila.

ADDESTRAMENTO RIBELLI LIBICI

E la portaerei De Gaulle può navigare in missione per sei mesi, ma dopo deve restarne nove ferma in porto. Le Armées non hanno né gli uomini né i mezzi per reggere gli impegni planetari cui sono chiamate, dalla Libia all'Afghanistan, dal Libano alla Costa d'Avorio. E nemmeno i soldi: per le missioni all'estero in bilancio ci sono 640 milioni, ma entro la fine dell'anno sarà già stato speso un miliardo.

JUPPè

Insomma, come spiega l'esperto Bastien Irondelle a «Le Monde» e com'è evidente in tutto il resto del mondo tranne che a Parigi, la Francia «è un boxeur che si batte al di sopra della sua categoria». Il quotidiano titola in prima: «La Francia non ha più i mezzi militari per le sue ambizioni politiche». Per la grandeur, è una pessima notizia.

 


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